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Alberti

Date post: 18-Feb-2016
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Parte del Teogenio
26
Transcript
Giulio
Nota
Il paragone non è tra tutti gli uomini e tutti gli animali, ma tra un "vizioso ingegno" e l' "animale esecrabile": i peggiori dell'uno e degli altri.
Giulio
Nota
La Fortuna, se lungamente protratta nel tempo, è più pericolosa per la società della Sfortuna. La prima rammollisce, la seconda tempra.
Giulio
Nota
Vi è in questo un filo di più di un'impronta stoica
Giulio
Nota
Vi è una sorta di elogio degli animali, che, contrariamente all'uomo, attaccano solo se minacciati e, in quelle occasioni, usando ciò che la Natura ha dato loro.
Giulio
Nota
Siamo passati da una Natura idilliaca, ma priva di connotati trascendenti, ad una "divina". Detta Natura si presenta come creatrice dell'uomo e degli animali, nonché latrice del dono della parola.
Giulio
Nota
"L'uomo pessimo l'adopera in disturbare...": ritorna la distinzione tra "uomo virtuoso" e "uomo pessimo", indice che non si sta parlando degli uomini in generale.
Giulio
Nota
Sembra quasi che si riprendano dei topoi della "miseria hominis", Lotario di Segni/Innocenzo III style, in cui si dipinge l'uomo come perfino inferiore agli animali, a causa della sua malizia (simboleggiata dalla nudità originale)
Giulio
Nota
In uno dei Dialoghi Londinesi, Giordano Bruno si scaglia contro tutti i tipi di ignoranza (aristotelismo, cristianesimo, scetticismo) e procede elencando le virtù di alcuni animali, tra cui la loro conoscenza. Si arriva a sostenere che, date, per esempio, l'incredibile organizzazione di api e formiche si deve supporre che il loro "istinto" è o uguale o superiore al nostro intelletto
Giulio
Nota
Feriscono di più le circostanze o la malizia degli uomini?
Giulio
Nota
Il succo della risposta di Teogenio è di rifarsi allo stoicismo. Parte subito sottolinenado che siamo tutti, e non potrebbe essere altrimenti, soggetti alla sorte.
Giulio
Nota
Si opera quindi una distinzione di matrice stoica tra ciò che è "male per natura" e ciò che "male per opinione"
Giulio
Nota
Qui si incrociano i temi della dignità e della miseria. I primi soffrono la sorte, gli altri hanno compiuto del male, nella loro miseria, che ora gli ritorna.
Giulio
Nota
E' facile contestare lo stoicismo dicendo che è difficile essere impertubabili quando si è colpiti da un grande male, ma Teogenio fa l'esempio opposto: di come un male insignificante possa diventare insostenibile agli occhi di uno stolto
Giulio
Nota
La virtù è sicuramente "buona per natura". I vizi sono sicuramente "mali per natura".
Giulio
Nota
Levità è vox media. Può significare "facile, leggero, semplice" in senso positivo, "pochezza" in senso negativo
Giulio
Nota
Bene e male sono fissi (per lo meno nei loro estremi) ma entrambi appartengono a noi. Nel senso che sono nostra responsabilità.
Giulio
Nota
Peggio è il terzo campo, le cose che cambiano a seconda di come le prendiamo, che comporta cose dentro di noi e "fuori di noi". Ovvero dipendenti dal nostro agire e non.
Giulio
Nota
E qui si pone pure il caso ambiguo delle cose "aggiunte a noi", come la salute, apparentemente indipendenti da noi, ma non del tutto. Ovviamente da uomo rinascimentale, il saggio spera di ricondurre tutto sotto il proprio controllo.
Giulio
Nota
Pian piano cambia la visione del rapporto uomo-Natura, inizialmente uniti e successivamente separati, con l'uomo diventa una sorta di variabile.
Giulio
Nota
Vi è già una prefigurazione della moderna idea di progresso
Giulio
Nota
Confronto tra le ragioni del sapiente e quelle dell'ignorante (si tratta di conoscenza acquisita non saggezza)
Giulio
Nota
La filosofia nutrirà lo spirito ma non la pancia. Certo vale la pena chiedersi se l'uomo sia solo un apparato digerente.
Giulio
Nota
Vi è invece un elogio della filosofia in Pico. Il brano si apre con l'invettiva contro i "falsi filosofi", i filosofi a pagamento.
Giulio
Nota
Vi è il tema della malignità della Fortuna, il che la investe di una dimensione divina, causando un evidente contrasto con la cristianità.
Giulio
Nota
Come fa notare Garin, la Virtù ci lasci in balia della Fortuna, degli eventi, etc... serve solo a cambiare la nostra prospettiva, rimuovendo il male
Giulio
Nota
La Natura, oltre che ordinata, "idilliaca" e dispensatrice di beni", è "poco esigente"
Giulio
Nota
Nonostante l'elogio della Virtù di prima, Alberti è il primo a rendersi conto che i virtuosi non hanno vita facile
Giulio
Nota
Qui cambia l'immagine della Natura: parlando del suo ordine, tanto prima decantato, ci viene qui rivelato che il suo ordine eterno e costante è il costante cambiamento
Giulio
Nota
Identità Fortuna-Natura
Giulio
Nota
La schiavitù come carattere intrinseco dell'umanità (Pico vedeva la libertà come tratto caratterizzante)
Giulio
Nota
Come la Natura prova ira verso l'uomo, gli animali odiano l'uomo. La personificazione qui non solo riduce la distanza uomo-animale (gli animali sono inferiori etc...), ma risalta la malvagità dell'uomo che riesce a inimicarsi pure gli animali
Giulio
Nota
Una notevole parte dei dolori degli uomini derivano dalla loro stessa viziosità.
Giulio
Nota
Perfino il desiderio di conoscenza ci inimica la Natura
Giulio
Nota
Il richiamo ad amare i propri nemici non ha nulla di evangelico, in questo caso
Giulio
Nota
Non è necessario intervenire contro i propri nemici: gli uomini malvagi si puniscono da sé
Giulio
Nota
Vendicandoci contro chi ci ferisce non solo gli daremmo ragione ma diverremmo schiavi del nostro istinto e perderemmo la nostra libertà
Giulio
Nota
Ma per cosa uso la libertà ottenuta dalla mia imperturbabilità? vita civile e ozio. E l'intellettuale impegnato nella vita politica ha il compito di richiamare gli altri a questo stile di vita
Giulio
Nota
ritorno dei temi latini classici della consolatoria sulla morte: morte come liberazione, morte come maggior parte della vita, morte come necessità, etc...
Giulio
Nota
Non bisogna comunque accelerare la morte, bisogna lasciar fare alla Natur il suo corso
Giulio
Nota
La morale è che non bisogna temerlo né desiderarlo

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