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ALBO NAZIONALE 1 - odcpace.org DI... · ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 2) ... 301 ad...

Date post: 22-Feb-2019
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65
(Allegato 1) 1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: MARE DI SPERANZA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area d’intervento: Immigrati, Profughi Codifica: A4 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto Mare di Speranza verrà implementato nella provincia di Cuneo, che negli ultimi quattro anni ha visto l’aumento della presenza di persone immigrate nel territorio. Infatti, la Provincia nella stagione estiva vede l’arrivo di centinaia di stranieri che giungono per lavorare come braccianti nei frutteti, soprattutto nella zona agricola del saluzzese. Dal settembre 2014 la stessa Provincia è interessata dall’emergenza dei profughi provenienti dagli sbarchi di Lampedusa. Il progetto intende offrire una risposta concreta all’emergenza estiva che il territorio si trova ad affrontare nell’accoglienza di centinaia di immigrati che si trovano nelle condizioni di doversi sistemare in accampamenti di fortuna. In base all’esperienza acquisita nel tempo in termini di immigrazione, il progetto intende, inoltre, qualificare i percorsi in essere per dare una risposta mirata anche ai profughi che arrivano nel territorio. CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Il contesto territoriale di riferimento del progetto è la Provincia di Cuneo, che ha una popolazione di 592.060 abitanti (dati ISTAT, gennaio 2015) distribuiti su 250 comuni, su una superficie di 6.902,68 Km 2 . 1 NZ 00394 ALBO NAZIONALE
Transcript

(Allegato 1)

1

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

MARE DI SPERANZA

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: ASSISTENZA

Area d’intervento: Immigrati, Profughi

Codifica: A4

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si

realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante

indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Il progetto Mare di Speranza verrà implementato nella provincia di Cuneo, che

negli ultimi quattro anni ha visto l’aumento della presenza di persone immigrate

nel territorio. Infatti, la Provincia nella stagione estiva vede l’arrivo di centinaia di

stranieri che giungono per lavorare come braccianti nei frutteti, soprattutto nella

zona agricola del saluzzese. Dal settembre 2014 la stessa Provincia è interessata

dall’emergenza dei profughi provenienti dagli sbarchi di Lampedusa. Il progetto

intende offrire una risposta concreta all’emergenza estiva che il territorio si trova

ad affrontare nell’accoglienza di centinaia di immigrati che si trovano nelle

condizioni di doversi sistemare in accampamenti di fortuna. In base all’esperienza

acquisita nel tempo in termini di immigrazione, il progetto intende, inoltre,

qualificare i percorsi in essere per dare una risposta mirata anche ai profughi che

arrivano nel territorio.

CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

Il contesto territoriale di riferimento del progetto è la Provincia di Cuneo, che ha

una popolazione di 592.060 abitanti (dati ISTAT, gennaio 2015) distribuiti su 250

comuni, su una superficie di 6.902,68 Km2.

1

NZ 00394

ALBO NAZIONALE

(Allegato 1)

2

La provincia è la più vasta del territorio piemontese, ma anche una delle meno

popolate, nonostante il discreto incremento demografico degli ultimi anni.

La particolare conformazione del territorio, caratterizzato da una parte montuosa,

una pianeggiante e una collinare costellata da numerosi paesini, fa sì che la rete

urbana e stradale della provincia sia particolarmente frammentata, rendendo la

viabilità problematica per i disagi dovuti ad un sistema di trasporti vecchio e

inadeguato. Le sedi stesse del progetto risultano lontane tra di loro e difficilmente

collegate dal trasporto pubblico.

La media del tasso di disoccupazione del Piemonte con un 10.6% è inferiore a

quella italiana, pari al 12,9%. Si tratta comunque di un sensibile aumento del

valore che nel 2012 era al 9,2%. La provincia di Cuneo sul mercato del lavoro,

stando ai dati ISTAT, sta dando segni di ripresa aumentando nel corso del 2014

l’occupazione (+6.000 unità), in particolare, grazie ai settori dell’agricoltura e

dell’industria, mentre resta cedente il dato dei servizi. È così diminuita la

disoccupazione con un tasso che scende dal 6,8% del 2013 al 5,3%, riportando Cuneo ai primi posti nella hit-parade delle province italiane1.

Focalizzandosi sul comune di Saluzzo, dove si svolge parte del progetto, rileviamo

una superficie di 75,38 km2 e una popolazione di 17.069 abitanti residenti

(01/01/2015 - Istat), dei quali 2105 stranieri, pari al 12.3% della popolazione

(Fonte: Comune di Saluzzo – statistiche demografiche).

Popolazione straniera residente a Saluzzo al 1° gennaio 2015. Sono considerati

cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in

Italia (http://www.tuttitalia.it/piemonte/40-saluzzo/statistiche/cittadini-stranieri-

2015/)

L’elevato tasso di presenze straniere è dovuto alla domanda di manodopera nel

comparto agricolo Saluzzese, il terzo comparto frutticolo nazionale, con 15.000

ettari di terreni coltivati (solo la provincia di Cuneo ha il 32% della superficie

coltivata in Piemonte) e un numero di assunzioni pari a 16.196 nell’anno 2012.

Questa particolare tipologia di coltivazione necessita di manodopera stagionale,

originariamente composta dalle popolazioni delle valli circostanti e da studenti,

che dagli anni 60-70 è stata gradualmente sostituita prima da immigrati dall’Italia

meridionale e successivamente da lavoratori stranieri.

CONTESTO SETTORIALE e DECRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE

La popolazione straniera nel cuneese negli ultimi dieci anni è triplicata, arrivando

ad un livello del 10,3% della popolazione totale (dati ISTA gennaio 2015). Tra le

cause dell’aumento troviamo l’impiego di braccianti immigrati nel comparto

agricolo del territorio. A questo, dal 2014 si aggiunge un aumento considerevole

del flusso di immigrati proveniente dagli sbarchi di Lampedusa.

Il ricorso all’utilizzo di manodopera straniera evidenzia come i lavoratori

immigrati (extracomunitari e comunitari) siano stati avviati in numero crescente

anche nel corso del 2014, con un forte aumento sul 2013 dovuto soprattutto alla

componente maschile: +1.398 unità (+7%). Più contenuto l’aumento della

1 Il mercato del lavoro in provincia di Cuneo nel 2014. Quaderno 43. Maggio 2015

(Allegato 1)

3

componente femminile (+2.4%).

Per quanto riguarda i richiedenti asilo, invece, la Regione Piemonte2 ha

comunicato che dal 18 dicembre 2014 ad aprile 2015 gli arrivi sono stati 1.813 e

attualmente le presenze in Piemonte ammontano a 3.310, 831 dei quali inseriti

nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Le presenze totali sono

distribuite su base provinciale: 1.301 a Torino, 376 ad Alessandria, 410 a

Cuneo, 224 a Vercelli, 325 a Novara, 301 ad Asti, 155 a Biella e 218 nel Vco.

I nuovi arrivi solo nel 2015 ammontano a 1.671 soggetti e sono distribuiti in

questo modo, sempre a livello provinciale: 709 a Torino, 197 ad Alessandria, 216

a Cuneo, 71 a Vercelli, 170 a Novara, 188 ad Asti, 48 a Biella e 72 nel Vco.

Nell’area saluzzese, zona prevalentemente agricola, il tasso di presenza straniera

si attesta attorno al 12,3%, nettamente superiore alla media nazionale del 7,4%

(dati ISTAT 01/01/2015). Nello specifico, le comunità straniere più numerose

sono quelle provenienti da Albania (45%), Romania (15%), Marocco (12%), Cina

(6%), a cui si aggiunge durante il periodo estivo la presenza di numerosi

immigrati non residenti che arrivano nel territorio del comune di Saluzzo e dei

comuni limitrofi per lavorare nei frutteti come braccianti stagionali,

prevalentemente dal Mali, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Senegal.

Il comparto saluzzese occupa una forbice tra 3000 e 3500 lavoratori stagionali,

con un picco lavorativo fra giugno e ottobre. La tipologia di agricoltura intensiva

di questo territorio necessita infatti di manodopera stagionale per la fase di

raccolta in periodi di tempo ristretti, in cui i ritmi di lavoro sono serrati e si

sfruttano tutte le ore di luce, arrivando a 10-12 ore di lavoro a giornata.

Vi sono due principali tipologie di braccianti, la prima è composta da coloro che

rientrano nei cosiddetti “flussi” di manodopera stagionale (lavoratori chiamati

tramite la Coldiretti direttamente dai paesi di origine per la durata del periodo di

raccolta, per essi il contratto prevede l’obbligo da parte dei datori di lavoro di

ricevere vitto e alloggio). La programmazione delle quote di ingresso dei flussi

stagionali per il settore agricolo non è però così prevedibile nel tempo poiché

dipende dalle condizioni climatiche, dall’andamento stagionale, dalle emergenze

fitosanitarie, che incidono sugli esiti produttivi, sulla durata delle operazioni

colturali e, di conseguenza, sul fabbisogno di manodopera.

L’altra tipologia di braccianti è composta da immigrati già presenti in Italia, che

non rientrano quindi nei flussi e cercano lavoro in quanto disoccupati e, una volta

reperito il lavoro (il più delle volte con un contratto a chiamata) si devono

arrangiare per trovare una sistemazione abitativa. Molti di questi immigrati

iniziano la stagione come braccianti nel saluzzese ad aprile, per poi spostarsi, da

ottobre in poi, gradualmente verso il sud d’Italia seguendo la raccolta di olive e

agrumi in altri centri come Rosarno. La maggior parte degli immigrati è titolare di

un regolare permesso di soggiorno, molti di un permesso per protezione

umanitaria. L’inchiesta condotta dalla Caritas diocesana che collabora con l’ente

conferma questa nuova tipologia di migrazione interna al territorio italiano, i

numeri in costante aumento ad ogni stagione estiva infatti sono dovuti

all’aumento della conoscenza, tra i migranti, del saluzzese come centro di

produzione ortofrutticola e di richiesta di manodopera stagionale.

In sei anni a Saluzzo (2008-2014) il fenomeno dell’immigrazione stagionale dei

braccianti africani è cresciuto in progressione geometrica, tanto che ormai non si

può più parlare di “emergenza” ma di un aspetto strutturale dell’agricoltura

locale. Tuttavia, fino al 2013 la risposta delle istituzioni ai problemi legati a

questa affluenza è stata assolutamente inadeguata. Dal 2010 era stata infatti la

Caritas locale a occuparsi quasi interamente dell’accoglienza (prima in un

convento abbandonato, poi un in magazzino-dormitorio), mentre

l’amministrazione comunale si era limitata a mettere a disposizione le poche

stanze di un vecchio fabbricato in disuso. Le forme dell’accoglienza sono poi

cambiate di anno in anno, ma sempre all’insegna dell’improvvisazione e

dell’inadeguatezza. Il culmine dell’inciviltà si è toccato nel 2013, quando i

migranti erano ormai circa 700 e nell’area del Foro Boario era sorto un

accampamento spontaneo di decine e decine di tuguri di rami e cartoni, dove si

2 http://www.regione.piemonte.it/repository/pnews/newsletter/2015/15.pdf

(Allegato 1)

4

viveva in condizioni igieniche spaventose. La situazione era appena mitigata dalla

presenza di tre campi di container allestiti dalla Coldiretti per 120 posti-letto.

Rispetto alla situazione delle aree del Meridione dove la presenza dei migranti è

anche molto consistente, quella di Saluzzo si caratterizza per l’assenza degli alti

livelli di sfruttamento che là si registrano: non esiste il fenomeno del caporalato e

il lavoro nero ha un’incidenza marginale. Tuttavia è ovvio che un’offerta così

ampia di manodopera disponibile a qualunque forma di flessibilità consente a certi

datori di lavoro di eludere più facilmente le norme contrattuali, per cui non di

rado i braccianti sono pagati in nero per una parte delle giornate lavorate o

ricevono paghe inferiori a quelle previste.

Nonostante qualche strumentalizzazione politica a sfondo xenofobo (ad esempio,

la fiaccolata di protesta a Saluzzo “Stop all’immigrazione clandestina e più lavoro”

organizzata dalla Lega Nord (15 febbraio 2014), i saluzzesi vivono il fenomeno tra

voci di protesta e attestazioni di solidarietà, non sono pochi quelli che offrono

alimenti e vestiario3.

Una presenza significativa è stata anche quella del Comitato Antirazzista, un

gruppo spontaneo di giovani che si è costituito fin dal primo anno per dare aiuto

ai ragazzi africani, soprattutto assicurando una presenza accogliente e cercando

di pungolare l’amministrazione comunale, anche in modo molto critico, nella

realizzazione di interventi umanitari.

Dal 2011 i responsabili delle Case di Pronta Accoglienza dell’Associazione

partecipano al tavolo operativo predisposto dal Comune di Saluzzo per preparare

il Piano di accoglienza, a cui partecipano diversi attori, dalla Coldiretti, alle Forze

dell’Ordine, ai sindacati, alle associazioni e ai rappresentanti dei comuni limitrofi.

Nonostante gli sforzi però, ogni anno, con il costante aumento dei migranti si

ripropone la situazione di emergenza, al punto da essere paragonata a Rosarno. Il

carattere di emergenza della situazione raggiunge il picco massimo nell’estate

2013 (circa 800 presenze) come confermato da una interrogazione parlamentare

al Ministro dell’Interno in data 19 giugno in merito agli interventi da adottare per

rispondere alla grave situazione, e alla visita del Ministro per l’integrazione

Kyenge il 7 settembre, alla quale gli immigrati hanno rivolto un accorato appello

Fonte: laterracheconnette.wordpress.com

A partire dal 2014 la situazione il flusso si attesta su un numero più contenuto

(450 presenze) ma comunque gravoso da gestire.

Ad Aprile 2014 il Comune di Saluzzo ha concesso un terreno provvisto di tutti gli

allacciamenti necessari a gas, acqua, elettricità. Nei mesi successivi inoltre la

Prefettura ha chiesto alle Associazioni la disponibilità per la gestione di altri campi

nei Comuni limitrofi.

Grazie al contributo delle Caritas Piemontesi e della Valle d’Aosta sono state

acquistate 35 tende, montate dagli Scout locali sul terreno concesso dal Comune

3 http://www.puntidivistafactory.eu/a-saluzzo-il-campo-solidale/, 18/11/2014

(Allegato 1)

5

di Saluzzo, destinate ad accogliere circa 200 immigrati. Inoltre sono stati

predisposti dei container adibiti a locali per i servizi igienici e docce, e delle cucine

con fornelli e lavandini. Grazie ad un progetto, Caritas Nazionale ha inoltre

assunto due persone incaricate di seguire il campo, in particolare responsabili

delle modalità di iscrizione prima dell’accoglienza dei migranti, supportate dagli

operatori di altre associazioni.

Dal rapporto redatto dalla Caritas Italiana dal titolo “Nella terra di nessuno. Lo

sfruttamento lavorativo in agricoltura”. (giugno 2015)4 osserviamo che il maggior

numero di utenti registrato dai presidi allestiti dalla Caritas resta quello di

Saluzzo.

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII risponde all’emergenza

attraverso le Case di Pronta Accoglienza (CPA), strutture che accolgono

persone in situazioni di necessità ed estrema urgenza. La capacità massima dei

dormitori situati nei comuni di Saluzzo, Costigliole e Savigliano è di 130 posti per

le accoglienze e di 18 posti per gli operatori. Nel periodo estivo le CPA accolgono

e sostengono in modo prevalente i braccianti immigrati mentre nel resto dell’anno

vengono accolte persone in stato di bisogno come senza fissa dimora, immigrati

alla ricerca di una sistemazione abitativa, disabili psichici, ecc.

In particolare nella CPA gestita congiuntamente da Caritas e APG23 nel periodo

Maggio – Ottobre sono stati ospitati ed erogati pasti per:

Residenti CPA Ospiti esterni TOTALE

Mese

n. ospiti

gg Colaz

Pranzo

Cena

Ticket

2^ fase

Colaz

Pranzo

Cena

Colaz

Pranzo

Cena

Mag 20 30 600 600 600 0 0 0 - - 600 600 600

Giu 40 30 1.200

1.200

1.200

20 10 0 600 300 1.200

1.800

1.500

Lug 40 15 600 900 900 0 10 0 - 150 600 900 750

Ago 30 30 900 900 900 0 10 0 - 300 900 900 1.200

Sett 35 30 1.05

0

1.05

0

1.05

0

0 0 0 - - 1.05

0

1.05

0

1.05

0

Ott 35 31 1.085

1.085

1.085

0 0 0 - - 1.085

1.085

1.085

TOT 166

5.435

5.735

5.435

TOT - 600 750 5.435

6.335

6.185

4 http://s2ew.caritasitaliana.it/materiali/Italia/immigrazione/progetto_presidio/Rapporto_Progetto_Presidio_DEF.pdf

(Allegato 1)

6

Fonte: Caritas/Apg23

Fonte: Caritas/APG23

Per quanto riguarda invece le altre 3 strutture coinvolte nel presente progetto, le

utenze durante l’anno 2013 sono state le seguenti:

Utenti

2013

CPA Savigliano CPA Costigliole CPA Saluzzo

Tot

accolti

Di cui

immigr

ati

Tot

accolti

Di cui

immigr

ati

Tot

accolt

i

Di cui

immigr

ati

GEN 33 5 38 4 28 8

FEB 31 6 39 4 28 8

MAR 30 5 38 4 27 9

APR 32 7 37 3 29 7

MAG 30 6 38 3 32 10

GIU 26 6 39 3 30 9

LUG 28 6 41 4 33 12

AGO 28 7 41 5 33 12

SET 27 7 43 6 30 8

OTT 30 5 44 6 31 9

NOV 30 6 44 8 33 11

DIC 30 5 42 7 33 10

Fonte: APG23

Per quanto riguarda l’assistenza alimentare, Caritas e APG23 hanno fornito ai

migranti esterni alla CPA prodotti alimentari per i seguenti quantitativi:

PRODOTTI ALIMENTARI

Aliment

o

Un.

Misura

MAG GIU LUG AGO SETT OTT TOT

Riso Kg 100 270 650 575 450 370 2.41

5

Pasta Kg 70 160 430 340 310 260 1.57

0

(Allegato 1)

7

Pane Kg 80 130 270 300 250 200 1.23

0

Latte Lt 50 90 410 350 320 280 1.50

0

Olio Lt 19 35 120 105 130 110 519

Verdura Cassette 30 45 110 338 215 100 838

Frutta Cassette 10 20 43 54 50 40 217

Tonno Conf 130 - - - - - 130

Sardine Conf 100 - - - - - 100

Piselli

scat

Kg - - 30 45 40 30 145

Passata

pomodor

o

Kg - - 50 55 50 40 195

Pollo Kg - 50 - 150 - - 200

Patate Kg - - 60 40 70 60 230

Cipolle Kg - - - 10 15 10 35

Uova Unità - - - 1.000 - - 1.00

0

Pomodor

o

cassette - - 155 - 90 40 285

Fonte: APG23/Caritas

Il Piano accoglienza predisposto dal Comune prevede solo una risposta

all’emergenza abitativa, mentre le CPA dell’ente oltre a fornire una

soluzione alle urgenze cercano di rispondere anche ad altre esigenze, tra

cui il bisogno di relazione ed integrazione che gli immigrati esprimono. I

servizi offerti in questo senso dall’ente, rivolti a tutti gli utenti in generale

(persone disagiate, con problemi psichici, ecc..) sono:

- Assistenza igienico sanitaria (ambulatorio medico all’interno delle strutture

grazie a medici volontari, fornitura di medicinali in buona parte reperiti dal

banco farmaceutico)

- Distribuzione scarpe, vestiario e coperte

- Servizio doccia e lavanderia (nel corso della stagione 2013 si è proceduto

ad un ritmo di 150 docce al giorno)

- Mensa aperta a tutti, anche a chi non dorme in struttura

- Prestito biciclette per raggiungere il luogo di lavoro (oltre 150 biciclette

donate dalla popolazione residente, da associazioni e istituzioni pubbliche)

- Integrazione sociale

- Distribuzione derrate alimentari

- Sostegno burocratico amministrativo

- Sostegno psicologico

- Attività ludiche, momenti di convivialità

- Supporto economico per l’acquisto del biglietto di ritorno a causa della

mancanza di lavoro

A seguito degli eventi e dei disagi degli scorsi anni e in particolare del 2013,

l’ente, insieme ad altre associazioni impegnate sul territorio, collabora con le

Istituzioni perché si possa evitare la situazione di emergenza.

Tuttavia, per coloro che non potranno essere ospitati in struttura e che

saranno costretti ad accamparsi negli alloggi o ripari di fortuna, l’ente

come ogni anno si impegna attraverso l’unità di strada, a prendere

contatto per distribuire cibo, coperte, indumenti ed offrire sostegno

psicologico e la relazione che fa sentire accolti e non soltanto assistiti.

Come suddetto, congiuntamente all’emergenza estiva dei braccianti

immigrati che arrivano soprattutto nel territorio del saluzzese, a partire

dal 2014, la provincia di Cuneo si è trovata ad affrontare un’altra

emergenza con protagonisti immigrati: l’emergenza dei profughi

(Allegato 1)

8

provenienti dagli sbarchi di Lampedusa.

Come anche a livello nazionale, quello che sembrava un’emergenza si è poi

trasformato in un problema di ordinaria amministrazione.

I dati che possiamo ricavare dalla linee programmatiche della Regione Piemonte

per l’accoglienza dei flussi non programmati sono i seguenti.

Dal 2 febbraio 2014 ad oggi, sono stati assegnati al Piemonte 10427 richiedenti

asilo provenienti dalle operazioni Mare Nostrum e Triton. Le presenze effettive al

15 luglio 2015 sono 4461 , di cui 1700 circa a Torino e provincia.

La proiezione dei numeri relativi ai primi mesi del 2015 potrebbe assegnare

complessivamente

alla nostra Regione entro la fine di quest’anno circa 7000 persone.

La Prefettura di Torino provvede alla distribuzione dei migranti in modo

proporzionale: al territorio della provincia di Torino il 40% degli arrivi , il 60% alle

altre province.

Dati di trend dal 2014 al 15 luglio 2015 su 10.427 arrivi

Suddivisione per periodo Suddivisione

per anno

Fino al

20.6.201

4

21.6.201

4

17.12.20

15

18.12.20

14

22.6.201

5

23.6.20

15

9.7.201

5

10.7.201

5

15.07.20

15

Anno

2014

Anno

2015

1.659 4.474 3.307 749 238 627

5

415

2

dettaglio per provincia dettaglio per

provincia

TO 320 1849 1162 285 142 1544

AL 194 460 379 80 7 466

CN 244 616 492 129 37 631

VC 158 336 171 24 8 189

NO 209 340 375 100 18 476

AT 180 401 341 65 10 396

BI 185 180 161 36 8 201

V.C.O

.

169 292 226 30 8 249

1.659 4.474 3.307 749 238 4.152

FONTE: PREFETTURA TORINO5

Da una prima lettura dei dati si evince in modo chiaro che la provincia di Cuneo

dopo quella di Torino è quella che si vede assegnare il maggior numero di

richiedenti asilo.

Attraverso una richiesta ufficiale della Prefettura di Cuneo per accogliere alcuni

profughi nelle proprie strutture nell’aprile 2014, l’Associazione Comunità Papa

Giovanni XXIII si è resa disponibile, mettendo a disposizione non soltanto le

5 Piano regionale per l’affluenza dei flussi non programmati, www.regione.piemonte.it/cgi-

bin/ufstampa/.../downloaddoc.cgi?iddoc..

(Allegato 1)

9

proprie case di accoglienza, ma anche la propria sensibilità nei confronti delle

persone disagiate e l’esperienza maturata negli anni sul tema dell’immigrazione e

dall’incontro con culture diverse e bisogni specifici di accoglienza e integrazione.

L’ApgXXIII infatti, opera concretamente e con continuità in provincia di Cuneo dal

1980 (anno in cui ha aperto la prima casa famiglia), nel vasto campo

dell’emarginazione e dell’esclusione sociale. Le attività proposte sono finalizzate

all’integrazione delle categorie più deboli e svantaggiate della società, e puntano

alla valorizzazione della dignità e della autonomia di ogni persona umana,

ispirandosi ai principi solidaristici e all’atteggiamento della condivisione diretta,

valori cardine dell’Associazione fondata a Rimini da don Oreste Benzi.

L’Apg XXIII nelle proprie case famiglia e case di pronta accoglienza da anni

accoglie persone straniere provenienti ad esempio dal fenomeno della tratta di

esseri umani, e negli ultimi anni con l’emergenza estiva del saluzzese, ha

accresciuto le proprie competenze soprattutto nella mediazione culturale con gli

immigrati africani che arrivano per la stagione estiva della frutta.

Forte di queste esperienze pregresse e di motivazioni salde, l’Associazione si è

aperta nell’aprile 2014 all’accoglienza dei richiedenti asilo. A livello nazionale

l’ApgXXIII ha stipulato convenzioni con sei Prefetture: Ravenna, Rimini, Forlì,

Cuneo, Vicenza, Massa Carrara e, indirettamente anche con Asti e Reggio

Calabria.

Al 30/06/2015 vi sono in totale nelle case della Associazione 219 profughi accolti

di cui 132 entrati nel 2014 e 87 nel 2015; sono state coinvolte 25 strutture e

famiglie, e 5 nuove strutture sono state aperte ad hoc.

Nell’aprile 2014, in provincia di Cuneo l’ApgXXIII ha accolto 11 profughi.

Successivamente, a fronte dell’evoluzione del problema degli sbarchi da

emergenza a problema ordinario, e della necessità delle prefetture locali di indire

dei veri e propri bandi per l’accoglienza dei profughi, l’associazione ha partecipato

alle diverse chiamate, passando da 11 a 32 accoglienze, alle attuali 35, alla

disponibilità per accogliere fino a 50 richiedenti asilo dal primo luglio 2015,

distribuite in diverse case dislocate in provincia.

Nelle seguenti tabelle presentiamo la situazione dell’accoglienza dei profughi nelle

strutture dell’Associazione in Provincia.

Totale rifugiati accolti presso le strutture

apg23

386

Nazionalità

Pakistan 5

Gambia 7

Ghana 1

Costa d’avorio 2

Mali 4

Senegal 7

Nigeria 7

Libia 1

Bangladesh 4

Sesso

Maschi 35

Femmine 3

Età

19-22 22

23-25 3

26-30 7

31-35 3

6 Di un rifugiato mancanti tutti i dati a parte quelli relativi alla struttura di accoglienzza

(Allegato 1)

10

36-40 1

41-45 1

Data di arrivo

Primo semestre 2014 2

Secondo semestre 2014 9

Primo semestre 2015 20

Secondo semestre 2015 6

Situazione

Attesa data

commissione

24

Data commissione

fissata

11

Protezione per motivi

umanitari

2

Status di rifugiato 1

Fonte: ApgXXIII agosto 2015

Rielaborazione interna dati

Numero di rifugiati per struttura di accoglienza

Capanna di Betlemme

Mellea- Farigliano

22

Casa-famiglia Cervasca 1

CPA Saluzzo 5

Fraternità Cuneo 3

Villaggio dell’Amicizia

Ceretto

6

Fonte: ApgXXIII luglio2015

Rielaborazione interna dati

Totale rifugiati dimessi dalle le

strutture apg23

15

Nazionalità

Gambia 10

Senegal 11

Somalia 4

Sesso

Maschi 13

Femmine 2

Età

18-22 9

23-25 3

26-30 2

31-35 1

Data di arrivo

Primo semestre

2014

9

Secondo semestre

2014

6

Situazione

Abbandono progetto 8

Progetto finito

ancora accolto

3

Uscita per fine

progetto

4

Fonte: ApgXXIII luglio2015

(Allegato 1)

11

Rielaborazione interna dati

Dall’analisi delle tabelle con i dati relativi ai profughi accolti dall’Associazione nella

Provincia di Cuneo tra il 01/04/2014 e il 26/07/2015, possiamo evincere le

seguenti considerazioni.

Innanzitutto le case d’accoglienza finora coinvolte nel progetto sono cinque, e

tutte sono ad ospitalità mista, nel senso che oltre ai profughi si occupano

dell’accoglienza di persone dalle problematiche più svariate, come nella tradizione

della ApgXXIII. La casa con il maggior numero di accoglienze è la Capanna di

Betlemme di Mellea di Farigliano, che al 30/07/2015 conta 22 rifugiati.

Con la convenzione stipulata con la Prefettura di Cuneo il 01/07/2015, dovranno

arrivare a scaglioni nel Cuneese altri 15 profughi: 10 verranno accolti in una casa

di accoglienza di Boves che verrà inaugurata in agosto 2015 e verrà

appositamente aperta dall’associazione in collaborazione con la Parrocchia che

l’ha donata per questo scopo. In un appartamento di Busca verrà accolto un

nucleo famigliare costituito da 3 persone di cui una minorenne: questa sarà la

prima esperienza di accompagnamento di una famiglia di profughi. Altre due

persone verranno accolte ancora nella Fraternità di Cuneo. Come da convenzione

si arriverà quindi a coprire 50 posti disponibili.

Ritornando alle 35 persone accolte a fine agosto 2015, possiamo ricavare il

seguente profilo.

I maschi sono in totale 35 con un’età compresa tra i 19 anni e i 42 anni. La

maggior parte di loro sono giovani di età compresa tra i 19 e i 22 anni (21 su 35).

Si contano soltanto tre giovani donne. Una proveniente dal Ghana di 32 anni e

due nigeriane di 22 e 23 anni.

Dal 01/04/2014 a oggi, i profughi che hanno ottenuto il permesso sono soltanto

tre e arrivano tutti dal Gambia: 2 hanno ottenuto la protezione per motivi

umanitari, 1come rifugiato politico.

Tre tra i profughi accolti sono in attesa di una risposta della Commissione; dieci

hanno già un appuntamento fissato tra il 2015 e il 2016; uno di loro ha già

appuntamento fissato per il 2017 e ben 18 sono in attesa di un appuntamento.

Se si osservano invece i dati relativi ai dimessi, si può vedere che essi sono 15,

sono arrivati tutti tra il 01/04/2014 e il 24/11/04 e son stati dimessi tra il

09/10/2014 e il 05/06/2015. Di essi 13 sono maschi e due femmine. La maggior

parte, 10, provenivano dal Gambia, 4 dalla Somalia e 1 solo dal Senegal.

La maggior parte di loro, 8 per la precisione, hanno abbandonato il progetto di

spontanea volontà e hanno lasciato la casa in cui erano accolti, e come ci

informano i responsabili dell’ApgXXIII per svariati e in molti casi non noti motivi.

Quattro profughi sono usciti per fine progetto dopo la risposta negativa della

commissione. Altri tre sono a progetto terminato, ma ancora accolti in attesa

della Corte d’Appello.

I progetti di accoglienza dei profughi prevedono l’accoglienza fisica e

materiale degli stessi e l’accompagnamento nei vari percorsi burocratici.

I servizi di base offerti nelle case dell’Associazione dove sono accolti questi

immigrati, consistono nel garantire un pasto dignitoso, caldo e accogliente e beni

di prima necessità, come ad esempio il vestiario. Attraverso i pocket money

possono accedere a beni voluttuari come sigarette e carte telefoniche (la prima

carta telefonica viene garantita dall’Associazione per permettere loro di chiamare

prima possibile i propri cari nel paese d’origine).

Come previsto dalla convenzione stipulata in occasione dell’ultimo bando indetto

dalla Prefettura di Cuneo, tra i servizi garantiti l’apgXXIII prevede i

cosiddetti servizi per l’integrazione dei richiedenti asilo:

Per tutti i soggetti assistiti è previsto un servizio di mediazione linguistica e

culturale che deve garantire la copertura delle seguenti prestazioni:

o Servizio di assistenza linguistica e culturale;

o Servizio di informazione sulla normativa concernente

(Allegato 1)

12

l’immigrazione, i diritti e doveri e condizione dello straniero;

o Servizio di assistenza per la stesura della domanda di asilo;

o Sostegno sociopsicologico;

o Assistenza sanitaria, da effettuare presso i presidi sanitari

territoriali o medici di base, compreso il trasporto necessario per

raggiungere la struttura sanitaria, e l’accompagnamento dello

straniero, qualora risulti necessario prenotare presso centri pubblici

le visite specialistiche e gli esami diagnostici disposti dal medico, e

accompagnare e assistere, se necessario, gli ospiti alle visite

mediche specialistiche e in caso di ricovero in ospedale;

- Orientamento al territorio, informazione ed assistenza nei rapporti con la

Questura competente per l’inserimento della domanda di asilo nel sistema

di protezione per richiedenti asilo;

o Raccolta dei dati ai fini della produzione di reportistica;

o Organizzazione di corsi di italiano;

o Organizzazione di attività di socializzazione ;

o Attività per l’orientamento al lavoro;

Altri servizi rivolti a favorire percorsi di autonomia e integrazione.

Come precisato, viene previsto e garantito l’accompagnamento nel percorso per

l’ottenimento del permesso di soggiorno, nel percorso per ottenere l’assistenza

sanitaria, e nel percorso di alfabetizzazione. Per quanto riguarda quest’ultima, i

profughi si possono concentrare su di essa nei primi sei mesi, in cui in attesa di

permesso di soggiorno non possono cercare lavoro. Il percorso di scolarizzazione

viene garantito all’interno dell’Associazione grazie a dei volontari che prestano

gratuitamente questo servizio, e all’esterno dalla collaborazione con altri enti, di

cui alcuni pubblici a Cuneo e a Saluzzo (dove ad esempio opera il CTP). Per i

percorsi di alfabetizzazione l’ApgXXIII collabora anche con la Caritas.

L’apprendere i fondamenti della lingua italiana è una delle principali priorità oltre

al soddisfacimento delle esigenze di prima necessità ampiamente illustrate sopra.

Per quanto riguarda la prassi istituzionale, i profughi ottengono in una ventina di

giorni un permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi a motivo di “richiesta

asilo”, ovvero protezione internazionale. Dopo di che devono attendere la

convocazione della Commissione ministeriale che valuterà, in base ai motivi per

cui il profugo è fuggito dal proprio paese e non ci può tornare, il diritto dello

stesso ad ottenere una delle forme di protezione previste dalla legge: protezione

come rifugiato politico, protezione sussidiaria, protezione umanitaria.

Nel caso in cui la Commissione rigetti la richiesta di permesso, il soggetto può

fare ricorso, prima ad un giudice locale e poi, se questo accoglie il ricorso, può

fare ulteriore ricorso alla Corte d’Appello. Nel tempo necessario al ricorso alla

Corte d’Appello, tuttavia il progetto termina e i profughi sono comunque costretti

a tornare al proprio paese d’origine. I dati delle case d’accoglienza dimostrano

che nel caso dei profughi a cui viene negato il permesso di soggiorno come nei

casi dei ricorsi rigettati, è molto elevato il numero delle fughe, e quindi l’aumento

del numero delle persone irregolari che va ad alimentare il bacino di utenza alla

mercè della delinquenza.

Nei casi in cui venga ottenuta la protezione i profughi hanno sei mesi di tempo

per inserirsi nel contesto locale e trovare un lavoro. L’ApgXXIII garantisce un

accompagnamento anche in questo percorso.

A causa dell’aumento inesorabile del flusso di profughi provenienti dagli

sbarchi, passa molto tempo dall’apertura del progetto alla chiamata del

profugo alla valutazione della Commissione Ministeriale, tanto è vero che

per i profughi accolti in provincia di Cuneo vi sono attualmente

appuntamenti fissati per il 2017.

In tutto questo tempo, uno dei principali obiettivi che si pone l’ApgXXIII

nei confronti dei profughi accolti, oltre all’offerta dei servizi sopra

descritti, è l’appagamento del bisogno di entrare in relazione di questi

esseri umani, che arrivano da viaggi estenuanti, spesso in situazioni

emotive traumatiche. Come si fa con tutti gli altri accolti, e con un’attenzione

(Allegato 1)

13

particolare alla loro cultura di appartenenza insieme alla loro situazione personale

di percorso, si cerca di inserirli nella realtà della struttura di accoglienza, che per

natura è di tipo famigliare. L’approccio educativo utilizzato nei loro confronti

prevede l’integrazione a partire dal coinvolgimento, insieme agli altri ospiti, nelle

attività di casa, dalle più semplici e di ordinaria amministrazione quotidiana (dalla

pulizia della propria camera, ai turni in cucina, alle attività di giardinaggio, a

attività ludiche e di intrattenimento) per farli sentire il più possibile in famiglia e

per farli passare da ospiti oggetto di assistenza, a persone dignitose che possono

sviluppare senso di appartenenza e responsabilità nei propri confronti e nei

confronti altrui. Per farli sentire a casa, in alcune strutture il sabato viene data

loro la possibilità di cucinare secondo le proprie tradizioni. I report dell’ApgXXIII

evidenziano una buona integrazione e tolleranza anche tra religioni diverse.

RIEPILOGO

Sull’area di intervento degli immigrati e dei profughi, la provincia di

Cuneo è quindi impegnata su due fronti, da una parte con i braccianti

immigrati che arrivano per la stagione della frutta, in particolare dalla primavera

all’inizio dell’inverno, dall’altra con i profughi che arrivano durante l’anno in base

agli sbarchi.

Come sopra illustrato, rispetto agli immigrati braccianti a seguito degli eventi

e dei disagi degli scorsi anni e in particolare del 2013, l’ente Associazione

Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme ad altre associazioni impegnate sul

territorio, collabora con le Istituzioni perché si possa evitare la situazione

di emergenza.

Tuttavia, per coloro che non potranno essere ospitati in struttura e che

saranno costretti ad accamparsi negli alloggi o ripari di fortuna, l’ente come

ogni anno si impegna attraverso l’unità di strada, a prendere contatto per

distribuire cibo, coperte, indumenti ed offrire sostegno psicologico e la

relazione che fa sentire accolti e non soltanto assistiti.

Per quanto riguarda i profughi, il percorso di accoglienza di queste

persone è partito dalla primavera del 2014 ed è in continuo divenire.

L’apgXXIII si sta impegnando a migliorarne la qualità attenta alle

evoluzioni storiche del momento, ai requisiti richiesti dalla Prefettura e alle

necessità degli stessi protagonisti del percorso, per poter qualificare

maggiormente i percorsi in essere e prepararsi all’eventuale aumento del

numero delle accoglienze future.

INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO

Dai dati del contesto e dall’esperienza maturata sul campo dagli operatori e dai

volontari dell’Apg XXIII si è giunti ad individuare il seguente bisogno:

BISOGNO SPECIFICO

Richiesta di accoglienza in aumento da parte della Prefettura di Cuneo dei

richiedenti asilo ed elevato numero di braccianti stagionali immigrati esclusi

dalle soluzioni abitative offerte dal Comune e dagli altri enti ed associazioni

della zona e che sono costretti a vivere in situazioni precarie e senza dignità

in campo abusivi.

IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO

I destinatari del progetto sono i profughi che continuano ad arrivare via mare

dalle coste africane e gli immigrati che arrivano ogni anno per la raccolta della

frutta nel cuneese e nello specifico circa 1000 braccianti ai quali si vuole offrire

assistenza attraverso le attività previste dal progetto.

INDIVIDUAZIONE/IDENTIFICAZIONE/DESCRIZIONE DEI BENEFICIARI

Sulla base dell’analisi del contesto i beneficiari del progetto sono:

- La cittadinanza

- I servizi Socio Sanitari del territorio

- Il comune di Cuneo

(Allegato 1)

14

- Il Comune di Farigliano

- Il Comune di Busca

- Il Comune di Saluzzo

- Il Comune di Costigliole Saluzzo

- Il comune di Savigliano

- Le forze dell’ordine

- La Prefettura

- I comuni limitrofi (Verzuolo, Lagnasco, Scarnafigi, Castellar, Revello,

Manta)

- L’Unione Provinciale Agricoltori

- La Coldiretti

- La Caritas diocesana

- Il Corriere di Saluzzo

DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI

Sia i profughi che i braccianti immigrati hanno numerose necessità, che non si

limitano solamente al bisogno di una abitazione dignitosa:

- Supporto per il disbrigo di pratiche burocratiche (permessi di soggiorno,

iscrizione al SSN)

- Assistenza sanitaria

- Apprendimento della lingua italiana

- Integrazione sociale

OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII interviene in sinergia con altri enti,

al fine di rispondere in modo integrato all’emergenza nel territorio:

- Per i rifugiati non è reperibile l’elenco delle strutture che hanno stipulato

una convenzione con la Prefettura di Cuneo per erogare servizi analoghi ai

nostri. Siamo a conoscenza dell’intervento in questo settore delle seguente

cooperative/strutture con cui abbiamo collaborato:

o la Cooperativa Fiordaliso di Cuneo;

o La Cooperativa Orso di Alba,

o la Cooperativa Alice di Alba

o l’Albergo Alpi Marittime di Mondovì

- La Caritas Diocesana di Saluzzo attraverso il Centro di Ascolto aperto 3

volte a settimana, distribuzione settimanale di beni alimentari e vestiti,

- La Coldiretti, attraverso la messa a disposizione di container per i

braccianti regolarmente assunti (circa 130 persone, nei campus di

Saluzzo, Verzuolo e Lagnasco)

- La CRI attraverso l’attivazione di un presidio mobile settimanale presso il

Foro Boario.

- La Fondazione S. Martino, grazie alla quale è stata attivata una

convenzione per l’attivazione di un ambulatorio per i migranti stagionali.

- Il Comitato Antirazzista, in collaborazione con il circolo ARCI Ratatoj,

attraverso l’attivazione di corsi di italiano

- La Confederazione Unitaria di Base, in collaborazione con il Comitato

Antirazzista, attraverso uno sportello settimanale finalizzato a fornire

informazioni in merito ai diritti dei lavoratori, alla conoscenza dei contratti,

alle buste paga e alle trafile burocratiche.

- La Parrocchia di Scarnafigi che ha messo a disposizione 14 posti letto

- Il comune di Saluzzo e i comuni limitrofi di Revello e Savigliano che hanno

messo a disposizione le seguenti strutture per ospitare i migranti:

STRUTTURA N. POSTI

Saluzzo – Casa Cimiteriale 14

Savigliano – Casa comune 10

Revello – Casa Comune 6

Saluzzo – Campeggio 210

(Allegato 1)

15

INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO

N. di profughi inviati dalla Prefettura presenti nel Cuneese

N. di lavoratori immigrati stagionali presenti nel saluzzese

N. di alloggi disponibili per i profughi (case e/o strutture d’accoglienza) e per i

migranti stagionali (sia strutture che tende e/o fabbricati)

N. di servizi offerti (delle docce, pasti, vestiti, biciclette, assistenza sanitaria etc.)

16

7) Obiettivi del progetto:

BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO

Emergenza accoglienza e accompagnamento dei richiedenti asilo (attualmente

35) e di un elevato numero di braccianti stagionali immigrati esclusi dalle

soluzioni abitative offerte dal Piano di Accoglienza delle Istituzioni e che sono

costretti a vivere in situazioni precarie e senza dignità in campi abusivi.

OBIETTIVO SPECIFICO

Potenziare e ampliare l’accoglienza dei lavoratori stagionali immigrati ed i

servizi ad essa correlati e qualificare i percorsi in essere relativi all’accoglienza

dei richiedenti asilo

INDICATORI DI RISULTATO

RISULTATI

- Incremento del 50% dei

servizi offerti attraverso le

unità di strada (distribuzione

cibo, vestiario, coperte,

assistenza psicologica, medica

e legale)

- Incremento del 50% della

partecipazione ai tavoli di

coordinamento con le

istituzioni e le altre

associazioni

- Creazione di 6 laboratori di

lingua e cultura italiana per

stranieri.

- Incremento del 50% delle

attività di sensibilizzazione

- Aumento dei braccianti

immigrati ospitati e sostenuti

da n. 650 a n. 1000

- Migliore coordinamento della

rete di soggetti pubblici e

privati coinvolti nel piano di

accoglienza, maggiore

coinvolgimento e

consapevolezza del bisogno di

integrazione oltre l’emergenza

da parte dei comuni

- Incremento della conoscenza

della lingua e della cultura

Italiana di almeno 30 profughi

accolti nelle strutture

dell’Associazione

- Circa 6000 persone del

territorio sensibilizzate sulle

tematiche dell’immigrazione e

dei problemi ad essa connessi

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale

le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in

servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo

che quantitativo:

17

8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi BISOGNO DEL CONTESTO

Emergenza accoglienza e accompagnamento dei richiedenti asilo (attualmente 35) e di un elevato numero di braccianti stagionali immigrati esclusi dalle soluzioni abitative offerte dal Piano di Accoglienza delle Istituzioni e che sono costretti a vivere in situazioni precarie e senza dignità in campi abusivi.

OBIETTIVO SPECIFICO: Potenziare e ampliare l’accoglienza dei lavoratori stagionali immigrati ed i servizi ad essa correlati e qualificare i percorsi in essere relativi all’accoglienza dei richiedenti asilo

MESI AZIONI-Attività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

11

12

AZIONE 0: Ideazione del progetto

AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio

Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza

Attività 1.2 Convocazione degli enti del

territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza

AZIONE 2: Accoglienza in struttura

Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto

Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa

Attività 2.3 Prima assistenza

Attività 2.4 Fornitura di beni

Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità

AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione

Attività 3.1 Assistenza sanitaria

Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle

procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi)

Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale

Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale

Attività 3.5

Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti

AZIONE 4 Unità di strada

Attività 4.1 Interventi in strada

Attività 4.2

18

Monitoraggio e raccolta dati

AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati

Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

LA FASE DI IDEAZIONE DEL PROGETTO Il progetto “Mare di Speranza” è stato ideato in seguito a riunioni realizzate nel periodo temporale compreso tra aprile e giugno 2015.

In particolare si sono svolte le seguenti attività: - incontro preliminare con i responsabili di tutte le strutture coinvolte nel progetto;

- incontro preliminare con i responsabili delle strutture e la sede centrale di gestione del servizio civile nazionale per fissare le linee operative e programmare le attività; - creazione di due equipe predisposte a seguire e monitorare le due tipologie di emergenza;

- mappatura dei bisogni del territorio attraverso la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni e dei report della Prefettura e degli enti locali sull’”emergenza profughi” in Provincia e sull’”emergenza estiva” nel saluzzese; - incontri di coordinamento con il Servizio Immigrazione dell’ente; - contatti e consultazioni con le associazioni e gli enti pubblici che partecipano al tavolo di coordinamento dei progetti di accoglienza rivolto agli immigrati; - verifica delle risorse umane, materiali e strumentali a disposizione;

- definizione delle attività; - stesura dell’elaborato progettuale; AZIONE 1 – COORDINAMENTO CON ENTI E ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO Le equipe dell’Associazione che si occupano dell’emergenza riguardante i profughi e gli immigrati stagionali, avranno cura in sinergia tra di loro, di coordinarsi con gli altri enti e le associazioni che nel territorio si occupano di immigrazione, per unire le forze e

collaborare per migliorare la qualità dell’accoglienza dei migranti. 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza:

le due equipe si occuperanno dei tavoli operativi riguardanti le due tipologie di emergenza.

- Partecipazione agli incontri; - Incontri di condivisione informazioni tra le due equipe;

- Formulazione di proposte; - Creazione di sinergie e partenariati stabili con gli altri enti e associazioni per

implementare il piano di accoglienza; 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre le emergenze

- Mappatura degli enti pubblici e privati che si occupano di immigrazione nel territorio; - Contatti con i rappresentanti degli enti censiti; - Calendarizzazione e organizzazione logistica dei tavoli di lavoro; - Realizzazione degli incontri per ogni tavolo di lavoro concordato;

AZIONE 2: ACCOGLIENZA IN STRUTTURA

Gli immigrati, sia stagionali che richiedenti asilo, sono accolti in strutture di accoglienza in grado di farsene carico nel medio-lungo periodo, assicurando una relazione significativa che permetta di superare i momenti di difficoltà e sconforto. Alle persone accolte è garantita un’assistenza medica, oltre che l’accompagnamento ai servizi. Un’attenzione particolare è dedicata alle attività (formative e di svago), volte a promuovere un completo inserimento nella società. I servizi offerti rispondono agli

accordi stabiliti dalle convenzioni stipulate con la Prefettura relative ai richiedenti d’asilo. 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte dal progetto.

19

- Riunione tra il referente del servizio immigrazione dell’Associazione e i responsabili delle CPA per pianificare l'accoglienza dei migranti;

- Verifica delle risorse finanziarie e umane disponibili; - Reperimento generi alimentari;

- Riunioni periodiche di coordinamento tra gli operatori delle strutture; - Preparazione degli spazi destinati all’accoglienza;

2.2Servizi di gestione amministrativa - Ricevimento degli ospiti all’arrivo; - Registrazione degli ospiti sulla scheda di accoglienza (dati anagrafici, nazionalità, entrata, data della dimissione, tempi di permanenza, motivo); - Realizzazione di un piano di inserimento personalizzato con gli obiettivi da raggiungere

e la previsione di incontri di verifica per ciascun utente; - Controllo e verifica della piena funzionalità dell’efficienza degli impianti della struttura. 2.3 Prima assistenza - Visita della struttura; - Presentazione degli operatori che lavorano in struttura;

- Orientamento generale sulle regole comportamentali all’interno della struttura, nonché sulla relativa organizzazione;

- Assistenza ove necessario ai bambini e ai neonati componenti il nucleo familiare accolto; - Servizio di lavanderia; - Servizio di trasporto per eventuali spostamenti anche tra le strutture di

accoglienza che si rendessero necessari su richiesta della Prefettura/Utg.

2.4 Fornitura di beni La struttura di accoglienza fornirà tutti i generi di prima necessità come di seguito elencato:

a) effetti letterecci adeguati al posto occupato, composti da materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte, che saranno periodicamente cambiati per l’avvio ai servizi di lavanderia, e quant’altro utile al confort della persona;

b) prodotti per l’igiene personale e vestiario intendendo la fornitura del minimo necessario al momento dell’accoglienza presso la struttura e, all’occorrenza, il rinnovo dei sotto elencati beni da effettuare periodicamente al fine di garantire

l’igiene e il decoro della persona.

Il rinnovo di generi consumabili con l’uso (quali sapone, shampoo, dentifricio, carta igienica, ecc.) sarà a carico della stuttura;

c) erogazione del “pocket money” ai richiedenti asilo nella misura di Euro 2,50 pro capite/ pro die, fino ad un massimo di Euro 7,50 per nucleo familiare. Il pocket money verrà erogato dalla struttura ospitante, in relazione alle effettive presenze registrate per ciascun ospite, dietro firma da parte del destinatario a riprova

dell’avvenuto rilascio. d) Erogazione di una tessera/ricarica telefonica di Euro 15,00 all’arrivo, se non già

erogata da altra struttura, ai richiedenti asilo. 2.5 Sostegno alla quotidianità - Creazione turni per la gestione della cucina;

- Creazione turni per le pulizie di casa; - Monitoraggio settimanale delle attività

AZIONE 3: AZIONI VOLTE ALL’INTEGRAZIONE 3.1 Assistenza sanitaria L’assistenza sanitaria verrà effettuata presso i presidi sanitari territoriali o medici di base,

compreso il trasporto necessario per raggiungere la struttura sanitaria. L’Apg XXIII garantirà l’accompagnamento dello straniero, qualora risulti necessario prenotare presso centri pubblici le visite specialistiche e gli esami diagnostici disposti dal medico, e accompagnare e assistere, se necessario, gli ospiti alle visite mediche specialistiche e in caso di ricovero in ospedale; - Coordinamento delle equipe per individuare un coordinatore responsabile

dell’assistenza sanitaria di tutte le sedi di progetto;

20

- individuazione di programmi individuali per ogni migrante degli accertamenti sanitari necessari e relative visite - individuazione in ogni sede di progetto del personale addetto all’accompagnamento dei migranti al ritiro del tesserino STP presso le ASL e alle visite;

- individuazione di personale delle sedi di progetto atte all’accompagnamento per le pratiche e le visite sanitarie anche dei richiedenti asilo che vivono nelle strutture di accoglienza non sede di progetto;

- individuazione di uno psicologo per i richiedenti asilo; - sostegno socio psicologo per i migranti di cui se ne valuta la necessità. 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (soltanto per i profughi) I richiedenti asilo vengono informati da un esperto, nella lingua che possono

comprendere, sulla modalità di presentazione della domanda di protezione internazionale e le procedure stabilite dalla normativa. A tale scopo si organizzano incontri di gruppo durante i quali viene richiesto l’intervento di mediatori culturali. Questi incontri vengono svolti periodicamente in base alla richiesta degli immigrati, in alcune occasioni vengono invitate anche le autorità competenti del territorio per trasmettere la formalità della norma e la tassatività dei termini, anche durante questi incontri viene richiesto l’intervento di mediatori culturali ed anche degli operatori. Vengono inoltre predisposti dei

colloqui con un avvocato.

- indicazione da parte dell’equipe di un coordinatore responsabile delle procedure di richiesta di asilo; - organizzazione delle attività di informazione sulla normativa concernente l’immigrazione, i diritti e doveri e condizione dello straniero; - individuazione e predisposizione dei locali dove organizzare le attività di informazione; - organizzazione dell’incontro e diramazione dell’avviso a tutte le sedi di progetto e alle

strutture che accolgono i 50 richiedenti asilo; - individuazione dei mediatori culturali e invito agli incontri; - individuazione di un avvocato e organizzazione degli incontri individuali; - Servizio di assistenza per la stesura della domanda di asilo; - Accompagnamento dei migranti nelle varie fasi volte al soddisfacimento della richiesta

di asilo

3.3 Assistenza linguistica e culturale; Vengono organizzati corsi di italiano per facilitare l’integrazione dei migranti nel contesto territoriale.

- indicazione di un coordinatore responsabile dell’assistenza linguistica e culturale; - indicazione di un gruppo di insegnanti e volontari che si occupano dell’insegnamento;

- creazione di un piccolo test per valutare il livello di scolarizzazione dei migranti, la conoscenza della lingua italiana e la conoscenza di altre lingue; - somministrazione del test nelle strutture dell’ente; - individuazione dei casi in cui organizzare delle lezioni frontali pre-corso, e loro organizzazione e individuazione sedi adeguate allo scopo - organizzazione di gruppi di studenti in base al risultato del test, della nazionalità di

origine e della lingua (inglese o francese) da utilizzare nella prima fase del corso; - individuazione delle sedi dove tenere le lezioni, calendarizzazione del corso e predisposizione dei locali e del materiale; - svolgimento delle lezioni frontali semplificate con metodi interattivi e l’ausilio di materiale didattico di vario livello; - individuazione dell’offerta formativa del territorio; - iscrizione degli ospiti, laddove richiesto, alle scuole di italiano presenti nel territorio.

3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo

inserimento nel contesto economico e sociale - individuazione del coordinatore e dei volontari che si occuperanno dell’orientamento alle attività individuate nelle sedi di progetto e per i richiedenti asilo accolti nelle strutture non sede; - Colloquio motivazionale con i migranti;

- Verifica delle singole competenze; - Identificazione del bisogno formativo specifico; - collaborazione con chi si occupa dell’assistenza linguistica e culturale e verifica della conoscenza della lingua italiana scritta e parlata; - Analisi dei bisogni a livello locale, regionale e nazionale; - Individuazione dei corsi di formazione utili relativamente al bisogno individuato;

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- Ricerca di tirocini formativi. . 3.5 Sensibilizzazione e promozione di attività di socializzazione per i migranti.

L’obiettivo di questa azione è l’organizzazione di momenti e eventi specifici atti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione e all’organizzazione di attività di informazione e socializzazione che possano favorire l’inserimento e

l’integrazione dei migranti nel territorio. Organizzazione di eventi interculturali e multietnici - Organizzazione di momenti di convivialità per gli accolti nelle CPA aperti alla

cittadinanza - Contatti con Associazioni di immigrati, strutture ricreative e parrocchie presenti sul

territorio

- Strutturazione di eventi pubblici conviviali con cucina etnica, manifestazioni sportive (es. torneo di calcetto multirazziale) ecc. da realizzare in sinergia con le altre realtà del territorio tra cui la Diocesi e la Polisportiva Piaschese

- Stampa e distribuzione di locandine e volantini per pubblicizzare gli eventi Sensibilizzazione della cittadinanza attraverso l’informazione e il dialogo

- Presentazione delle attività dell’Ente agli enti pubblici e privati del territorio - Realizzazione di incontri pubblici con interventi e testimonianze degli operatori dell’ente

e degli immigrati - Stampa e distribuzione del report informativo sulla situazione degli immigrati realizzato

dall’associazione in collaborazione con gli altri soggetti del territorio che si occupano del fenomeno

- Incontro presso la Parrocchia S.M. Maddalena per creare una collaborazione con i parrocchiani e cittadini interessati relativamente alla raccolta di indumenti, beni di prima necessità soprattutto in concomitanza all’arrivo di nuovi scaglioni di immigrati

Organizzazione di attività di socializzazione

- incontri di equipe per la programmazione delle attività - realizzazione di laboratori formativi - giochi interattivi e di gruppo - partecipazione ad eventi locali organizzati dal comune o dalle parrocchie del territorio AZIONE 4: UNITA’ DI STRADA

Per i migranti stagionali che non potranno essere ospitati in struttura e che saranno

costretti ad accamparsi negli alloggi o ripari di fortuna, l’ente come ogni anno si impegna attraverso l’unità di strada, a prendere contatto per distribuire cibo, coperte, indumenti ed offrire sostegno psicologico e la relazione che fa sentire accolti e non soltanto assistiti. 4.1 Interventi in strada - Valutazione delle modalità e dei risultati delle unità di strada realizzate nell’ultimo anno

- Analisi delle caratteristiche dell’utenza supportata nello scorso anno - Verifica della risorse umane e materiali disponibili necessarie per realizzare gli

interventi - Stesura di un calendario e realizzazione delle unità di strada - Sostegno, grazie alla Fondazione San Martino di ricerca di soluzioni abitative

4.2 Monitoraggio e raccolta dati - Ideazione e stesura di un programma di monitoraggio dei braccianti immigrati

accampati in rifugi di fortuna - Raccolta dati (utenti contatti durante le unità di strada, beni distribuiti, mappatura dei

luoghi in cui si accampano i migranti ecc.)

- Individuazione di soggetti idonei per apertura microcrediti con la collaborazione della Fondazione San Martino

- Raccolta e discussione in equipe delle criticità emerse - Stesura report

AZIONE 5: VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INTERVENTI REALIZZATI Scopo della seguente azione è quella di verificare il lavoro svolto per poter migliorare e qualificare i percorsi in essere. 5.1 Valutazione degli interventi effettuati - Incontri di verifica delle attività svolte con tutti gli operatori e i volontari coinvolti nel

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progetto; - Confronto con i comuni coinvolti e gli enti coinvolti; - Valutazione dei progressi raggiunti; - Valutazione dei punti di forza e debolezza;

5.2 Incontri d’equipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

- Confronto degli operatori col servizio immigrazione dell’ente sui risultati raggiunti; - Brainstorming di idee e proposte con gli operatori e i volontari delle CPA e delle

strutture di accoglienza coinvolte; - Valutazione del budget disponibile; - Elaborazione di nuove proposte;

8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività

previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con

le predette attività

RUOLO NUMERO

Responsabilità di struttura 10

Operatori di struttura 11

Educatori 5

Insegnante 2

Psicologo 2

Ingegnere 1

Insegnante volontario 1

Medico volontario 1

TOTALE PERSONALE COINVOLTO 30

1. Capanna di Betlemme don Oreste Benzi

N° RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’

ATTIVITA’

1 Responsabile di struttura

Coordinatore dell’ equipe socio-educativa. Si occupa della gestione della struttura e delle relazioni con il territorio.

AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Educatore Laureando in Scienze

AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio

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dell’educazione. Esperienza pluriennale in gestione e coordinamento di progetti di accoglienza e reinserimento di immigrati/profughi.

Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Operatore di struttura

Responsabile delle attività diurne e della gestione quotidiana delle accoglienze

AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Psicologo

Psicologo. Esperto in progetti di integrazione e sostegno agli immigrati e rifugiati

Attività 2.3 Prima assistenza Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

1 Insegnante (volontario)

Laurea Magistrale in Lingue e Letteratura Straniera Esperienza pluriennale di insegnamento e sostegno scolastico.

Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale

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2. Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell’Amicizia”, Costigliole di Saluzzo

N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’

ATTIVITA’

2 Responsabili di struttura

A. Educatore professionale; mantiene i rapporti con gli enti e le associazioni del territorio, nonché con le altre strutture dell’associazione

B. Operatore socio sanitario, coordina la gestione della casa

AZIONE 0: Ideazione del progetto AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza

Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Ingegnere iscritto all’albo

Responsabile delle attività diurne e della prima accoglienza del dormitorio, mantiene le relazioni con le istituzioni e la prefettura

AZIONE 0: Ideazione del progetto AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio

Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi)

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Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

4 Operatori di struttura

C. Geometra collabora nelle attività diurne responsabile della gestione del verde D. Responsabile di parte delle attività diurne

E. Responsabile della parte strutturale collabora nella gestione quotidiana della casa F. Responsabile dell’organizzazione diurna della struttura, segue la gestione degli immigrati/rifugiati accolti in struttura

Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati D. Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 4 Unità di strada Attività 4.1

Interventi in strada Attività 4.2 Monitoraggio e raccolta dati AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati E. AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati F. AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione

Attività 3.1 Assistenza sanitaria

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Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

1 Psicologo

Responsabile della parte medica della struttura Gestisce e coordina gli incontri di supervisione agli operatori , agli accolti se necessario media i conflitti tra le parti

Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Educatore professionale

Segue i progetti individualizzati degli immigrati/rifugiati, gestisce le attività esterne della struttura

AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

3. Casa di Pronta Accoglienza “Nostra Signora della Speranza”, Saluzzo

N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’

ATTIVITA’

2 Responsabili di struttura

A. Educatore professionale, segue i percorsi di reinserimento sociale degli immigrati/rifugiati; mantiene i rapporti con gli enti del territorio e le altre strutture dell’associazione

AZIONE 0: Ideazione del progetto AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione

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B. Corresponsabile,

laurea in scienze

della comunicazione internazionale, coordina la gestione della casa, esperto in mediazione culturale

Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità _____________________________________ AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Psicologo Corresponsabile della parte medica della struttura. Gestisce e coordina gli incontri di supervisione agli operatori , agli accolti se necessario media i conflitti tra le parti

Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Medico volontario

Responsabile della parte medica della struttura. Esperienza pluriennale di assistenza a immigrati/rifugiati

Attività 3.1 Assistenza sanitaria AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

2 Operatori di struttura

Responsabile della prima accoglienza del dormitorio

Collaboratore nella gestione della struttura

AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione

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Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

4. Casa di Pronta Accoglienza, Savigliano

N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’

ATTIVITA’

2 Responsabili di

struttura

Infermiere ed educatore sociale,

coordina la gestione quotidiana della

struttura e i progetti di inserimento degli immigrati/rifugiati

Infermiere professionale

responsabile dell’assistenza sanitaria e della gestione dell’accoglienza in struttura. Esperienza pluriennale

nell’accoglienza di migranti/rifugiati

Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione

Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

1

Educatore

Segue i progetti educativi individuali dei migranti/rifugiati accolti in struttura

AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità

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AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

3 Operatore

di struttura

1. Responsabile dell’organizzazione diurna della struttura 2. Responsabile della parte strutturale collabora nella gestione quotidiana della casa 3. Responsabile di parte delle attività diurne

Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

5. Casa di Prima Accoglienza “Caritas”, Saluzzo

N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’

ATTIVITA’

2 Responsabi Biologo, responsabile AZIONE 0: Ideazione del progetto

30

li di struttura

dei contatti con altri enti del territorio e con le strutture interne all’Associazione.

Esperienza pluriennale in attività di

integrazione/reinserimento immigrati/rifugiati. Responabile dell’assistenza sanitaria

Corresponsabile, coordina la gestione

della casa

AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2

Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

1 Operatore

di struttura

Responsabile dell’organizzazione diurna

della struttura

Attività 2.3 Prima assistenza

Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

2 Educatori professionali

1. Redige e supervisione i progetti individuali dei singoli

immigrati/rifugiati.

AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità

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Competenze specifiche di mediazione culturale

2. Redige e supervisiona i progetti individuali dei singoli immigrati/rifugiati . Gestisce le attività esterne alla struttura

Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3

Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

6. Nucleo famigliare Dutto - Rinaudo

N° RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’

ATTIVITA’

1 Responsabile di

struttura

Insegnante. Responsabile di casa

famiglia. Esperienza nella gestione e nel coordinamento di

progetti di accoglienza e reinserimento di immigrati/rifugiati

Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

1

Co-

responsabil

e di struttura

Operatore socio assistenziale. Responsabile della

gestione amministrativa

e dell’assistenza sanitaria. Esperienza pluriennale nella relazione di aiuto.

Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione

Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati

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Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati

1 Insegnante (volontario)

Laurea Magistrale in

Lingue e Letteratura Straniera. Esperienza

pluriennale di insegnamento e sostegno scolastico a immigrati.

Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale

8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

I volontari svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione dei progetti,

rappresentano una fonte di stimoli e arricchiscono con la propria esperienza

personale la realizzazione degli stessi.

Il Volontario viene accolto nella struttura e affianca i responsabili e gli educatori

nello svolgimento delle attività del progetto.

Per tutta la durata del servizio il volontario sarà affiancato e monitorato dall’OLP

di riferimento che gli viene assegnato a inizio servizio. Al volontario è data la

possibilità di vivere in prima persona un’esperienza reale di scambio culturale e

integrazione con i migranti e i rifugiati, di approfondire tematiche inerenti i

migranti/rifugiati e le loro condizioni di vita fornendo un un’importante

contributo alla maturazione di una coscienza civile che sappia superare

pregiudizi e stereotipi. L’interazione con gli altri ospiti delle strutture in cui si

presta servizio è anch’essa un’esperienza formativa.

Le modalità con le quali i volontari saranno inseriti nelle attività, supervisionati

da OLP e operatori di struttura sono le seguenti.

AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio

Attività 1.1

Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza

- Assiste agli incontri di coordinamento delle due equipe interne

- Assiste come uditore ai tavoli operativi e compila moduli per la raccolta

delle informazioni che vengono fornite in tali incontri

- Collabora all’analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti

Attività 1.2

Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione

e l’accoglienza oltre le emergenze

- Collabora alla stesura della mappatura degli enti pubblici e privati che si

occupano di immigrazione nel territorio

- Assiste agli incontri per ogni tavolo di lavoro concordato

AZIONE 2: accoglienza in struttura

Azione 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture

coinvolte dal progetto

- Coadiuva le azioni di reperimento dei generi alimentari

- Partecipa alle riunioni periodiche di coordinamento tra gli operatori delle

strutture

- Aiuta nelle operazioni di allestimento degli spazi destinati all’accoglienza

Azione 2.3 Prima assistenza

- Viene presentato come volontario insieme agli operatori che lavorano in

struttura;

- Partecipa agli interventi di assistenza ove necessario ai bambini e ai

neonati componenti il nucleo familiare accolto;

- Aiuta nella gestione del servizio di lavanderia secondo turni prestabiliti

33

2.5 Sostegno alla quotidianità

- Affianca nella gestione dei turni per la gestione della cucina;

- Affianca nella gestione dei turni per la pulizia della casa;

- Fornisce dei feed-back rispetto al monitoraggio settimanale dell’attività

AZIONE 3: AZIONI VOLTE ALL’INTEGRAZIONE

3.1 Assistenza sanitaria

- Accompagna, quando richiesto, il personale addetto

all’accompagnamento per le pratiche e le visite sanitarie anche dei

richiedenti asilo che vivono nelle strutture di accoglienza non sede di

progetto per fornire aiuto negli spostamenti logistici e negli uffici

3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure

per la richiesta d’asilo (soltanto per i profughi)

- Partecipa all’organizzazione delle attività di informazione sulla normativa

concernente l’immigrazione, i diritti e doveri e condizione dello straniero

- Partecipa ai sopraccitati incontri

3.3 Assistenza linguistica e culturale

- Affianca gli insegnanti e i volontari nelle attività di somministrazione dei

test di livello linguistico e di insegnamento

- Affianca gli insegnanti e i volontari in caso di lezioni frontali

3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il

successivo inserimento nel contesto economico e sociale

- Assiste ai colloqui motivazionali dei migranti

- Collabora all’analisi dei bisogni a livello locale, regionale e nazionale

compilando appositi moduli

3.5 Sensibilizzazione e promozione di attività di socializzazione per i migranti.

- Partecipa ai momenti di convivialità per gli accolti nelle CPA aperti alla

cittadinanza

- Collabora alla distribuzione di locandine e volantini per pubblicizzare gli

eventi

- Partecipa agli incontri pubblici con interventi e testimonianze degli

operatori dell’ente e degli immigrati

- Collabora alle operazioni di distribuzione del report informativo sulla

situazione degli immigrati realizzato dall’associazione in collaborazione

con gli altri soggetti del territorio che si occupano del fenomeno sia

attraverso momenti di distribuzione diretta che attraverso la

compilazione di un database di indirizzi per gli invii a mezzo postale

- Assiste agli incontri di equipe per la programmazione delle attività

- Partecipa ai giochi interattivi e di gruppo, quando richiesto, all’interno

delle iniziative organizzate

AZIONE 4: UNITA’ DI STRADA

- Affianca gli operatori referenti nelle operazioni di unità di strada:

distribuzione cibo e vestiario

AZIONE 5: VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INTERVENTI REALIZZATI

5.1 Valutazione degli interventi effettuati

- Partecipa agli Incontri di verifica delle attività svolte cui ha partecipato

con gli operatori e i volontari coinvolti nel progetto

- Compila un questionario appositamente predisposto per i volontari per

fornire una propria valutazione

5.2 Incontri d’equipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

- Partecipa agli incontri di brainstorming di idee e proposte con gli

operatori e i volontari delle CPA e delle strutture di accoglienza coinvolte

34

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a:

1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro

2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate

3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o

conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile

4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione,

sensibilizzazione e promozione del servizio civile

5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del

servizio

6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite

domenicali, campi invernali ed estivi)

Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel

giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il

giorno di riposo di cui non si è usufruito.

Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di

formazione non è possibile prendere giornate di permesso.

12

0

0

30

5

12

(Allegato 1)

35

16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N.

Sede di

attuazione del

progetto

Comune Indirizzo

Cod.

ident.

sede

N. vol. per

s

e

d

e

Nominativi degli Operatori Locali di

Progetto

Nominativi dei Responsabili Locali di Ente

Accreditato

Cognome

e nome

Data di

nascita C.F.

Cognome

e nome

Data

di

nascita

C.F.

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

(Allegato 1)

36

17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse

nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle

leggi 772/72 e 230/98, oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che

all’estero.

Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio

civile e coNsci dell’apporto che produce sia livello sociale che formativo -

culturale, si ritiene che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere

limitate al singolo progetto o strettamente all’arco di pubblicazione e scadenza

del bando, ma debbano essere permanenti e realizzarsi trasversalmente ad ogni

attività dell’Ente.

L’Ente si è dotato da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni

territoriali, laddove è presente, che espleta anche la funzione di struttura di

gestione per il Servizio Civile.

Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che

riceve richieste di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e

relativi progetti da parte di giovani interessati o semplicemente curiosi, che

possono disporre anche di un numero verde dedicato che a tal fine è stato

attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e promuove azioni di

sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo

strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è

la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e

la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva

didattica attiva, operativa ed immediata.

Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla

promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un

secondo monte ore dedicato alla promozione del singolo progetto. Alla somma di

questi , riportati nella tabella seguente, si dovrebbero aggiungere una serie di

attività , non quantificabili che comunque concorrono alla realizzazione del

piano di promozione.

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione

del Servizio Civile Nazionale

A=36

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “ MARE DI SPERANZA ”

C= 60

TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+C= 96

Alle suddette 96 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente

misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione

rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza.

Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N. ORE

A Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale”

dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si

svolge a cadenza annuale ed ha rilevanza internazionale,

12

(Allegato 1)

37

a cui partecipano tutte le zone periferiche

dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del banchetto.

Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la

rubrica “Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio

Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità

Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e

illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di

volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero.

12

Interventi in qualità di relatori o testimonianze di

volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari,

banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc.

12

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 36

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI

B

Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596

Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale.

Acquisto di post targettizzati sul social network Facebook per raggiungere il target di utenti interessati al Servizio Civile Nazionale.

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore N. ORE

C

Incontro pubblico (nell’atto dell’eventuale approvazione

del presente progetto) che illustri e chiarifichi ai giovani

interessati a presentare domanda il percorso progettuale.

Verranno inoltre presentate le esperienze di alcuni

volontari che hanno concluso il periodo di SCN con l’Ente

in progetti analoghi, preferibilmente nello stesso

territorio.

4

Incontri/testimonianze con gruppi giovanili parrocchiali:

- Parrocchia di Costigliole Saluzzo

- Parrocchia Sant’Antonio Abate di Fossano

- Parrocchia della Spirito Santo di Fossano

- Parrocchia S.Giovanni – Piasco

- Parrocchia del Duomo di Saluzzo

- Parrocchia dei Salesiani di Cuneo

- Oratorio Don Bosco di Saluzzo

- Oratorio di Busca

- Gruppo Scout Agesci di Saluzzo

12

(Allegato 1)

38

Interventi nelle scuole: interventi di 2 ore nelle classi

superiori situate nel territorio di realizzazione del progetto.

- Liceo Classico Silvio Pellico

- Ist. Magistrale Edmondo De Amicicis

- Liceo Classico G. Arimondi

- Liceo Scientifico G. Ancina

- I.T. Commerciale E. Tesauro

- I.T. Induistriale G. Vallari

- Ist. Magistrale Giacomo Soleri

- I.T. Commerciale C. Denina

- Istituto Professionale Statale Aimone Cravetta-

Guglielmo Marconi

16

Organizzazione di incontri pubblici :

- Partecipazione all’iniziativa organizzata

dall’Associazione Comunità Papa Giovanni

XXIII “Un pasto al giorno”

- Partecipazione con banchetti ai seguenti

eventi:

- Life for Flying – Verzuolo (CN)

- Fiera di S.Giovenale – Fossano (CN)

- Coloratissimo Autunno – Fossano (CN)

- Sport in Piazza – Fossano (CN)

- Sport in Piazza – Cuneo

- Sav in Palla – Savigliano (CN)

- Fiera del Tartufo - Alba (CN)

- Fiera del Marrone e Grande Fiera d’Estate –

Cuneo

- Sagra d’Autunno – Piasco (CN)

- Organizzazione di un evento sportivo pubblico:

- Torneo di calcetto “Don Oreste Benzi”

28

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 60

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ Non quantificabili in ore

D

Pubblicizzazione del progetto

Promozione su siti web:

1. www.apg23.org

2. www.odcpace.org

3. www.antennedipace.org

4. www.condividere.eu

Newsletters a:

Gruppi scout a livello nazionale Informagiovani del territorio nazionale Centri missionari diocesani d’Italia Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio provinciale

(Allegato 1)

39

Promozione con inserti su riviste/quotidiani:

- Mensile “Sempre” - Corriere di Saluzzo - Fedeltà di Fossano - Guida di Cuneo - Corriere di Savigliano

Affissione e distribuzione di materiale promozionale presso: - Associazione di volontariato Condividere - Cooperativa Il Casolare - Polisportiva Piaschese - Granda Zuccheri - La Scala del Re di Piozzo

- Informagiovani di Savigliano e Cuneo - Scuole - Parrocchie di tutte le sedi periferiche dell'Ente - Università di Savigliano facoltà di Scienze dell'Educazione - Università di Cuneo facoltà di Giurisprudenza

Stampa e diffusione di volantini (n° copie: 600), manifesti (n° copie: 60) e biglietti da visita (n° copie: 600) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.

DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 96

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso Dipartimento della

Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di

1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso Dipartimento della

Gioventù e del Servizio Civile Nazionale

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

(Allegato 1)

40

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla

legge 6 marzo 2001, n. 64:

NESSUNO

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

RISORSE FINANZIARIE GENERALI Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo

particolare alla promozione del progetto, alla formazione specifica alle attività per il

raggiungimento degli obiettivi specifici in riferimento alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse finanziarie aggiuntive sono così presentate e suddivise nelle seguenti tabelle. A. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto

Sottovoci Descrizione spesa Risorse

finanziarie Elaborazione grafica materiale promozionale

Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione

120 euro

Stampa materiale promozionale

Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 500 copie di volantini e 100 copie di manifesti (come da box 17)

180 euro

Spese Numero Verde

Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17)

60 euro

Acquisto

indirizzario target giovani

Vengono acquistati da aziende specializzate,

indirizzi privati in riferimento al target dei giovani del territorio

120 euro

Invio lettere informative

L’ente invia ai giovani del territorio materiale tramite posta prioritaria (mailing list, Promo Posta, spedizioni varie)

180 euro

Partecipazione ad eventi

L’ente partecipa come descritto nei box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di

viaggio ai volontari coinvolti

240 euro

Totale spesa A: 900 euro B. Formazione specifica

Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

Materiale

didattico

Durante il corso vengono somministrati

materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari

100 euro

Organizzazione logistica del

coordinatore

La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un

coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule

500euro

Tutor d’aula Come previsto nei box della formazione, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno

500l euro

(Allegato 1)

41

dell’aula che faciliti la partecipazione e curi

l’efficacia dell’ambiente pedagogico

Formatori Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita, altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento

500 euro

Totale spesa B: 1600euro

C. Risorse specifiche

Azioni/attività Descrizione spesa Risorse finanziarie

1.1 partecipazione al tavolo operativo per

l’accoglienza predisposto dal comune

Quota carburante automezzi 600€

Uso cellulare 100€

1.2 convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza

Quota carburante automezzi 600€

Uso cellulare 100€

2.1 programmazione delle accoglienze nella CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto

Rimborso carburante 300€

Spese di cancelleria 100€

Tuner stampante 200€

Uso telefono/cellulare 100€

2.2 servizi di gestione amministrativa

Spese di cancelleria 100€

Tuner stampante 200€

Uso telefono/cellulare 100€

2.3 prima assistenza Materiale per igiene personale

2500€

Attività 3.1 Assistenza sanitaria

6 cassette con kit medicazioni di base

420€

Spese di cancelleria per schedari

200€

Attività 3.2 Assistenza per le attività

di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi)

Rimborso carburante 500€

Spese marche da bollo/cancelleria

2000€

Attività 3.3 Assistenza linguistica e

culturale

Materiale vario di cancelleria 200€

Costi ammortamento usura materiale

200€

Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche

atte a favorire il

successivo inserimento nel contesto economico e sociale

Materiali per laboratori 800€

Quota carburante per

escursioni educative sul territorio

500€

Ammortamento danneggiamento/usura materiale

500€

Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti

Stampa e distribuzione di locandine per pubblicizzare gli eventi

1000€

Materiali di consumo e generi alimentari per cene

1000€

(Allegato 1)

42

etniche

Affitto/rimborso spese uso locali

500€

Attività 4.1 Interventi in strada

Coperte, quota carburante 1.000 €

5.1 Incontri d’equipe per valutazione di nuove proposte e progettualità

Materiale di segreteria e cancelleria

100 €

Totale pese 13920€

TOTALE A+B+C = 16240

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

La rete dei partners che sostengono il nostro progetto è composta dai seguenti

partners.

SOGGETTI PROFIT

Granda Zuccheri

Collabora alla realizzazione delle seguenti attività:

Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per

i migranti

Attraverso

finanziamenti in natura (zucchero) o in denaro (di modesta entità) per

eventi di sensibilizzazione organizzati in relazione all'oggetto

appoggia e collabora con la propria struttura personale e attrezzatura,

nell'organizzazione ed attuazione di tali eventuali iniziative

la promozione del progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini

all'interno dello stabilimento e nei propri punti vendita

SOGGETTI NO-PROFIT

Cooperativa Il Casolare

Collabora alla realizzazione delle seguenti attività

Attività 2.4 - Fornitura di beni

Attività 3.4 - Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il

successivo inserimento nel contesto economico e sociale

Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per

i migranti

Attraverso :

fornitura a titolo gratuito di latte e frutta per le strutture

disponibilità per attività ergoterapiche delle persone inserite nelle case di

pronta accoglienza e nelle famiglie accoglienti

promuove il progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini

(Allegato 1)

43

all'interno dei propri punti vendita

Polisportiva Piaschese

Collabora alla realizzazione delle seguenti attività:

Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti

per i migranti

Attraverso:

Disponibilità settimanale della palestra per gli allenamenti di calcio dei

ragazzi inseriti nelle case dell'ente;

disponibilità della palestra e dei locali a nostro uso per momenti di sport,

amicizia e condivisione delle persone inserite nelle strutture dell'ente, con

chi quotidianamente frequenta la nostra palestra;

disponibilità della palestra per lo svolgimento di un torneo di calcio a

cinque tra i ragazzi della comunità e di altre associazioni;

promuove il progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini

all'interno dei propri punti vendita

Associazione di Volontariato Condividere

Collabora alla realizzazione delle seguenti attività:

Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per

i migranti

Attraverso:

promozione del progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini

pubblicizza le iniziative sul sito www.condividere.eu

garantisce la disponibilità di due volontari da affiancare, a richiesta, nello

svolgimento delle attività previste dal presente progetto.

VEDI ALLEGATI

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del progetto

in riferimento agli obiettivi prefissati ed alle attività previste nel punto 8.1.

Attività Risorse tecniche e strumentali

1.1 partecipazione al tavolo operativo

per l’accoglienza predisposto dal

comune

1.2 convocazione degli enti del

territorio a tavoli di lavoro specifici

sull’integrazione e l’accoglienza oltre

l’emergenza

6 autovetture

3 sale riunioni messe a disposizione

dal comune

3 microfoni

6 cellulari

3 notebook

2 fax

(Allegato 1)

44

2.1 programmazione delle

accoglienze nella CPA e nelle altre

strutture coinvolte nel progetto

2.2 servizi di gestione amministrativa

2.3 prima assistenza

2.4 fornitura di beni

10 furgoni per il trasporto utenti

4 autovetture per esigenze di servizio

e trasporto utenti

6 computer

6 stampanti

6 scanner

6 connessioni ADSL

6 telefoni

166 posti letto su 33 stanze

6 cucine attrezzate

100 docce

12 lavatrici

Materiale di facile consumo per

l’igiene (guanti monouso, spugnette,

detergenti per igiene personale)

6 saloni adibiti a sala da pranzo con

48 tavoli e 384 sedie

Vestiti usati da distribuire

Attività 3.1

Assistenza sanitaria

Attività 3.2

Assistenza per le attività di

informazione e accompagnamento

alle procedure per la richiesta d’asilo

(per i profughi)

Attività 3.3

Assistenza linguistica e culturale

Attività 3.4

Attività per l’acquisizione di

competenze specifiche atte a favorire

il successivo inserimento nel contesto

economico e sociale

Attività 3.5

Attività di sensibilizzazione e

promozione di attività socializzanti

per i migranti

6 cassette con kit di medicazione di

base

6 cassette di farmaci di prima

necessità

6 autovetture per accompagnare gli

utenti a visite mediche/uffici

6 pc per archiviare cartelle sanitarie

e documentazione amministrativa

12 schedari (6 per le cartelle

sanitarie e 6 per la documentazione

amministrativa)

6 connessioni ADSL

Materiale vario di cancelleria

4 laboratori attrezzati per attività di

assemblaggio, bricolage

4 laboratori per attività di studio

4 lavagne

6 lettori CD e altra strumentazione

per la gestione del tempo libero

4 Proiettori

Lettori dvd e materiale audiovisivo

Giochi in scatola, riviste, libri, palloni

carte da gioco per la gestione del

tempo libero

4 tavoli da calcetto

3 tavoli da ping pong

4 saloni per incontri e feste capienza

150 persone

4 impianti audio

4 impianti luce

(Allegato 1)

45

Attività 4.1

Interventi in strada

Attività 4.2

Monitoraggio e raccolta dati

3 autovetture per l’unità di strada

Vestiti usati da distribuire

Pasti e bevande

Schede cartacee di monitoraggio

Penne

1 schedario per la raccolta e

archiviazione dei cartacei

1 pc per l’elaborazione dei dati

1 stampante

1 connessione ADSL

5.1 Valutazione degli interventi

effettuati

5.2 incontri di equipe per valutazione

nuove proposte e progettualità

2 sale riunioni

Schede cartacee di rilevazione

1 pc per l’elaborazione dei dati

1 stampante

1 connessione ADSL

1 scanner

(Allegato 1)

46

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

NESSUNO

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

NESSUNO

28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,

certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

Il progetto MARE DI SPERANZA rende possibile l'acquisizione delle seguenti

competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal

“Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze”, ai sensi

della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del 19/04/2006 n.530

Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di

Competenza che compongono la qualifica relativa alla figura professionale

dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi

socio-sanitari” prevista dal citato sistema.

UNITÀ DI

COMPETEN

ZA

CAPACITÀ

(ESSERE IN GRADO

DI)

CONOSCENZE

(CONOSCERE)

2.

Animazione

sociale

Stimolare capacità di

socializzazione ed

emancipazione per

ostacolare l'isolamento

socio-affettivo

Caratteristiche evolutive e

dinamiche di cambiamento di individui

e gruppi.

Strumenti e tecniche di analisi e

rilevazione dei bisogni: colloqui

individuali e di gruppo, interviste,

questionari.

Il rapporto individuo-società:

processi di marginalizzazione e

devianza.

Caratteristiche psicopedagogiche

dei diversi modelli familiari.

Strumenti e tecniche di analisi e

verifica degli interventi: test, schede di

analisi, report, ecc.

Metodologie della ricerca sociale:

analisi territoriale, analisi dei dati, la

ricerca di intervento, ecc.

Tradurre bisogni,

manifesti e non, di

singoli e gruppi, in azioni

di scambio e confronto

reciproco

Individuare ed

incoraggiare occasioni di

incontro ed integrazione

sociale

Riscontrare il livello di

partecipazione e

coinvolgimento dei

fruitori individuando

ulteriori ambiti di

intervento

(Allegato 1)

47

3.

Animazione

educativa

Interpretare dinamiche

comportamentali e

criticità latenti

dell'utente con approccio

empatico e maieutico

Tecniche di comunicazione e

relazione con l'utente.

Principali riferimenti legislativi e

normativi in materia di servizi socio-

sanitari ed assistenziali.

Organizzazione dei servizi socio-

assistenziali e delle reti informali di

cura.

Tecniche di animazione: teatrale,

espressiva, musicale, motoria, ludica.

Tipologie di laboratorio manuale:

disegno, pittura, lavori a maglia,

cartapesta, creta, ecc.

Principali tecniche di analisi della

personalità e della relazione d'aiuto.

Principi comuni e aspetti applicativi

della legislazione vigente in materia di

sicurezza.

La sicurezza sul lavoro: regole e

modalità di comportamento (generali e

specifiche).

Trasmettere modelli

comportamentali positivi

per contrastare fenomeni

di devianza e

disadattamento

Innescare processi di

conoscenza e di

consapevolezza del sé e

di riconoscimento dei

propri bisogni e

motivazioni

Stimolare dinamiche di

crescita personale

attraverso riflessioni ed

elaborazione di

atteggiamenti e

comportamenti

L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su

richiesta dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI -

FORMAZIONE PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod.

organismo 742), ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e

integrata successivamente con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio

di apposito “Certificato di competenze“

Per tutta la documentazione relativa cfr. Allegati

Formazione generale dei volontari

29) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei

progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione

di tipo residenziale.

Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti

sedi:

- Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013

Mercatino Conca (PU)

- Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)

- Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)

(Allegato 1)

48

- Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica

- Casa San Michele – Loc. Gualdicciolo – Repubblica di San Marino (RSM)

- Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, via Villafalletto 24 Fossano

CN

- Casa diocesana di Altavilla loc Altavilla n°29 Alba CN

30) Modalità di attuazione:

La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in

quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima

classe nell’albo nazionale.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni

contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della

Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale

dei giovani in servizio civile nazionale”.

La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore

complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore

complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo),

simulazione, role-play, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in

plenaria, visite di realtà presenti sul territorio.

Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di

valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto

educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo.

La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla

consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale-

quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di

cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-

conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti

formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al

fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie

opinioni.

La formazione generale si effettua, ove possibile, in modo residenziale,

cercando di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un

ambiente eterogeneo, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e

alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare

l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento

reciproco.

La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa

(Allegato 1)

49

esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e

trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la

tutela del bene comune.

Qualora, per vari motivi, non si riesca a garantire la residenzialità, comunque la

presenza del tutor d’aula garantisce una qualificazione dei momenti informali,

che comunque hanno una valenza formativa, in particolare rispetto alle

dinamiche di gruppo.

Il tutor d’aula ha gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni

interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali

situazioni conflittuali all’interno del gruppo.

Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare,

coordinare, supervisionare il percorso formativo.

33) Contenuti della formazione:

Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N.

160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile

Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile

nazionale” e quindi al sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il

percorso formativo proposto l’ente vuole permettere ai volontari di acquisire

competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma

soprattutto una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi,

attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della

Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il

percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria, della

cittadinanza attiva e della nonviolenza, in quanto il servizio civile, oltre ad

essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di

formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per

potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi

temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei

primi mesi, sia tra 7° e 9° mese, proprio perché ai volontari sia chiara la cornice

entro la quale si colloca la loro esperienza.

La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti,

via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di

progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana,

europea e mondiale.

Come previsto dal Sistema di formazione accreditato dall’ente, si prevede la

realizzazione di una giornata formativa all’avvio del servizio, seguita da un corso

di formazione generale tra il 3° e 4° mese di servizio, pari all’80% delle ore. Il

restante 20% verrà erogato tra il 7° e il 9° mese di servizio .

1. “Valori e identità del servizio civile”

I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di

servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il

SCN. Forniscono quindi fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui

leggere la propria esperienza.

1.

1

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

- Conoscenza fra i volontari

- Costruire un’identità di gruppo

- Condivisione di motivazioni e aspettative

- Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile

(Allegato 1)

50

Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo

dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie

aspettative, le motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di

difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di

accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è

il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile.

1.

2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale:

evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

- La storia del servizio civile e la sua evoluzione:

o La storia dell’Obiezione di Coscienza

o Dalla legge 772/72 alla legge 230/98

o I valori e le finalità della legge 64/2001

o Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e

differenze

Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari

Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile

nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in

Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n.

230/98, fino ad arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata

dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria con mezzi ed

attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre

forme di intervento ed impegno sociale.

1.

3

Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e

nonviolenta

- La Costituzione italiana:

o Art. 52 della costituzione

o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05

o I diversi concetti di patria: patria nella società post-moderna;

- Concetto di difesa della Patria:

o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea

di patria nella società post-moderna;

o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione

e dalla Dichiarazione dei diritti umani

- Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali

di difesa civile non armata e nonviolenta

- Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili

- Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN

Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso

mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali

della solidarietà (art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del

progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione

dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico

ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.).

Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa

alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si

potranno approfondire le tematiche relative alla “gestione e trasformazione

nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di

“peacekeeping” e “peacebuilding”.

Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a

trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti

multimediali quali video, letture, canzoni. Alla modalità frontale sarà

affiancata una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo,

discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei

(Allegato 1)

51

volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che

rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è

influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di

condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e pre-concetti, ri-

attribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di

servizio civile.

Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese

di servizio.

1.

4

La normativa vigente e la carta di impegno etico

- La carta di impegno etico

- Le norme attuali

Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile

espressi nella “Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme

legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di

applicazione riguardanti l’ordinamento e le attività del servizio civile

nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione

della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante

dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.

2. “La cittadinanza attiva”.

L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune,

alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche

di ciascuno.

Tali moduli saranno ripresi tra il 7° e 9° mese per essere riletti alla luce dei mesi

di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo.

2.

1

La formazione civica

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Carta costituzionale

Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)

La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che

contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e

quadro di riferimento per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati

funzione e ruolo degli organi costituzionali, in particolare l’iter legislativo.

Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze

civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante

di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione.

2.

2

Le forme di cittadinanza

5. Concetto di cittadinanza attiva

o condivisione di conoscenze ed esperienze;

o Concetto di cittadinanza planetaria

6. Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al

sottosviluppo

7. Ruolo del volontario in servizio civile nella società

Il ruolo di ANTENNA: l’informazione critica e dal basso come

forma di cittadinanza attiva

Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e

collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva.

Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e

saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione: uno di questi è

l’uso dell’informazione alternativa, dal basso, con cui potranno condividere la

propria esperienza di servizi civile, portando alla luce criticità del territorio di

(Allegato 1)

52

servizio e le possibili soluzioni. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio

concetto di cittadinanza planetaria, cercando di sviluppare nei volontari un

approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello

locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno

sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che

caratterizza la società globalizzata.

Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese

di servizio.

2.

3

La protezione civile

Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile

Concetto di rischio: P x V x E

Il metodo Augustus

Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni

Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52

della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e

dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla

protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione

dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle

attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la

previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la

ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione e

tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le

norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.

2.

4

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in

servizio civile

Consulta Nazionale per il Servizio civile

Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di

candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari

in servizio civile come una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva

presentate nei moduli precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed

importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex

volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.

3. “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”

I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti

presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema

del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola

queste relazioni. Il progetto rappresenta uno “spazio” condiviso.

3.

1

Presentazione dell’Ente

Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;

Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi;

L’intervento sociale dell’ente

o Modus operandi

o Ambiti e tipologie d’intervento

o Beneficiari

o Il progetto di servizio civile

- I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause:

o La differenza tra condividere e prestare un servizio

o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova

(Allegato 1)

53

o La società del gratuito

La presentazione dell’ente avviene attraverso la visita di una realtà di

accoglienza dell’associazione o attraverso la testimonianza di uno dei suoi

rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi

sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i

volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si

cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare

attenzione per quelli che coinvolgono i progetti in servizio civile.

Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività

dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è

emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause

che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.

3.

2

Il lavoro per progetti

- Metodologia della progettazione:

o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla

valutazione dei risultati attesi;

o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del

progetto;

- Valutazione della formazione;

L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di

progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del

bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che

rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di

servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con

particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. I volontari in

servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon coinvolgimento

è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro

crescita personale.

Per la buona gestione del progetto è importante anche che i volontari

conoscano le figure professionali coinvolte e i loro ruoli affinché si possano

raggiungere gli obiettivi previsti.

Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno

gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire

l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere.

Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione

attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e

una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e

punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti

necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.

3.

3

L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure

- Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province

autonome;

- Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali

coinvolte nei progetti;

Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli

enti di SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le

stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce

il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento

degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano

al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della

loro interazione è fondamentale.

(Allegato 1)

54

3.

4

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile

nazionale

- Ruolo del volontario

- Diritti e doveri del volontario in servizio civile

In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario

concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile

nazionale” (DPCM 4 febbraio 2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti.

Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie

responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma

pubblica.

3.

5

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto,

emittente, messaggio, canale, destinatario)

Elementi di comunicazione nonviolenta

La comunicazione nel gruppo

Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi

Gestione nonviolenta dei conflitti

In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla

formazione del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i

concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per

permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché

il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed

altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza

della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in

gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli obiettivi

preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i

conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i

membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle

dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e

della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto

come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e

l’autoregolazione dei gruppi.

34) Durata:

Moduli formativi

Quando Ore

lezioni

frontali

40%

Ore

dinamiche

non form.

60%

Total

e ore

L’identità del gruppo in formazione e

patto formativo

All’avvio

del

servizio

0 4 4

Presentazione dell’Ente All’avvio

del

servizio

2 0 2

Disciplina dei rapporti tra enti e

volontari del servizio civile nazionale

(diritti e doveri)

All’avvio

del

servizio

2 0 2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio

Civile Nazionale: evoluzione storica,

affinità e differenze tra le due realtà

Tra 3° e

4° mese 1 2 3

Il dovere di difesa della patria – difesa Tra 3° e 2 5 7

(Allegato 1)

55

civile non armata e nonviolenta 4° mese

Rireso

Tra 7° e

Il lavoro per progetti Tra 3° e

4° mese 1 2 3

L’organizzazione del servizio civile e le

sue figure

Tra 3° e

4° 2 0 2

La normativa vigente e la carta di

impegno etico

Tra 3° e

4° mese 1 1 2

La formazione civica Tra 3° e

4° mese 2 1 3

Le forme di cittadinanza Tra 3° e

4° mese

Ripreso

tra 7° e

2 6 8

La protezione civile Tra 3° e

4° mese 1 1 2

La rappresentanza dei volontari nel

servizio civile

Tra 3° e

4° mese 2 0 2

Comunicazione interpersonale e

gestione dei conflitti

Tra 3° e

4° mese 0 4 4

TOTALE ORE FORMAZIONE

GENERALE

18 26 44

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di

attuazione dei progetti e della disponibilità di fruizione della struttura stessa.

Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti

sedi:

a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013

Mercatino Conca (PU)

b) Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell’Amicizia” Via Fontana Torino

19, Fr. Ceretto – Castiglione Saluzzo (CN)

c) Casa Esercizi Spirituali Altavilla, via Altavilla 29 - 12051 Alba (CN)

d) Casa di Prima Accoglienza “Capanna di Betlemme” Fr. Mellea 1 –

12060 Farigliano (CN)

e) Centro Diurno Santa Chiara, Via Villafalletto 24 - 12045 Fossano (CN)

(Allegato 1)

56

f) Casa di Pronta Accoglienza “Nostra Signora della Speranza” via

dell’Annunziata 3 – 12037 Saluzzo (CN)

36) Modalità di attuazione:

In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente e esterni.

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Nome e cognome Luogo di nascita

Data di nascita

Codice fiscale

RICHARD ROMINA ANTONIETTA

Saluzzo (CN) 03/07/1974 RCH RNN 74 L 43 H727A

GALLO FABIO Cava de’ Tirreni (SA)

22/08/1969 GLL FBA 69 M22C361V

MORSELLI ALBERTO Mirandola (MO)

05/07/1959 MRS LRT 59 L05F240J

FRANCO ROBERTO Saint Tropez 23/01/1962 MRS LRT 59 L05F240J

ARRA’ SIMONA Macerata (MC)

29/09/1967 RRA SMN 67 P69E783H

CONTERNO IVANA Torino (TO) 10/07/1961 CNT VNI 61 L50L219P

AMBROSINO ERIO Villafalletto (CN)

30/03/1960 MBR REI 60C 30 L 942W

SEMINI FRANCO Genova (GE) 29/01/1953 SMN FNC 53 A29D969G

VITAGGIO KATIUSCIA Augusta (SR) 07/06/1975 VTG KSC 75 H47A494Z

BERGIA MAURIZIO Cuneo (CN) 28/01/1968 BRG MRZ 68 A28D205N

(Allegato 1)

57

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

(Allegato 1)

58

COGNOME E NOME

COMPETENZE SPECIFICHE MODULO SVOLTO

RICHARD

ROMINA ANTONIETTA

Educatrice professionale attualmente è responsabile di

Casa Famiglia nonché operatrice part-time di un centro diurno della cooperativa “Il Ramo” dove conduce

diversi laboratori; ha maturato tre esperienza missionarie in Sud America (Cile, Bolivia, Venezuela); ha seguito diversi progetti di affidamento di minori disabili e non ed è stata tutor in diversi progetti di reinserimento sociale di donne straniere.

Modulo 3: La relazione d’aiuto

Modulo 15: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di

esperti Modulo 17: Il progetto “MARE DI SPERANZA” Modulo 18 : Partecipazione a convegni e ad eventi di carattere formativo legati alla

promozione di una cultura di pace e della cittadinanza attiva sul territorio

GALLO FABIO

Educatore professionale, O.S.S. (Operatore Socio Sanitario) laureato in Giurisprudenza, è stato quattro

anni responsabile di una Casa di Pronta Accoglienza; è stato tre anni assistente volontario nei carceri di Fossano e Saluzzo; da quindici anni è responsabile di

Casa Famiglia. Project manager di progetti sull’inserimento lavorativo di vittime della tratta.

Modulo 6:Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto

“MARE DI SPERANZA” Modulo 8: La normativa

(specifica per progetto)

MORSELLI

ALBERTO

Responsabile e addetto al Servizio di Prevenzione e

Protezione per la cooperativa Sociale Il Ramo dal 2006. Esperienza pluriennale come responsabile di Casa Famiglia e Pronta accoglienza in Italia e all’estero

Modulo 2: Formazione e

informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

FRANCO ROBERTO

Educatore Professionale, dal ’93 responsabile di Casa Famiglia; esperienza ventennale in accoglienza di persone in stato di bisogno e disabilità di tipo fisico, psichico e sociale; esperienza pluriennale in inserimenti lavorativi di persone svantaggiate in cooperativa sociale.

Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

ARRA’ SIMONA

Laurea in lettere classiche a indirizzo archeologico, laurea magistrale in psicologia con indirizzo sviluppo educazione, diploma di educatore professionale,

master in psicologia giuridica. E’ stata per 20 anni responsabile di una casa famiglia, ha lavorato in seguito come educatrice in un centro diurno per

disabili, ha sviluppato esperienze in campo clinico durante i tirocini sta terminando i suoi studi come psicoterapeuta

MODULO 13 Sentimenti ed

emozioni modulo 16 Devianze e migrazione

CONTERNO

IVANA

Laureata in medicina e chirurgia, specializzata in igiene e medicina preventiva. Docente di medicina sociale presso la scuola di Educatori Professionali.

Dal ’91 lavora presso il SerT di Savilgiano nel quale è stata anche responsabile del Servizio Tossicodipendenze dell’Asl 17 di Fossano

Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “MARE DI SPERANZA”

modulo 11 Elementi di primo e pronto soccorso e igiene

AMBROSINO ERIO

Educatore professionale in varie cooperative sociali, dal 1994 in politica, prima come consigliere comunale

e dal 2002 come assessore ai servizi socio-educativi del Comune di Cuneo. Dal 2009 al 2012 consigliere provinciale. Attualmente svolge il suo lavoro di educatore presso una cooperativa agricola sociale.

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei

servizi del territorio che intervengono nell’ambito del DISAGIO ADULTO

(Allegato 1)

59

SEMINI FRANCO

Laureato in psicologia a Padova si è successivamente

specializzato in percorsi formativi di psicologia relazionale e psicologia famigliare. Ha Esperienza pluriennale come consulente famigliare e formatore in percorsi rivolti alle famiglie coinvolte nell’adozione internazionale. Ha collaborato con molti enti in progetti volti all’ accompagnamento di adolescenti

verso situazioni di autonomia adulta; attualmente presta il suo contributo come volontario all’interno di una struttura dell’Ente occupandosi di progettazione relativa all’accoglienza ed all’inserimento territoriale di profughi richiedenti asilo politico; e prestando aiuto nella riorganizzazione gestionale

della casa di accoglienza.

Modulo5: Approfondimento di aree specifiche a seconda

dell’ambito del progetto Modulo 12: Mediazione culturale

VITAGGIO

KATIUSCIA

Laureata in Chimica e tecnologia farmaceutica si è in seguito specializzata in oncologia umana. E’ stata operatrice in diversi progetti misionari all’estero e dal

2009 è inserita come referente in diverse strutture

dell’Ente, in particolare svolge la funzione di coordinatrice in realtà di reinserimento sociale di donne straniere vittime della tratta.

Modulo 4: Le case di prima e

pronta accoglienza

BERGIA MAURIZIO

Laureato in Scienze dell’educazione e diploma di educatore professionale. Dal 1991 responsabile di Casa famiglia. Esperienza pluriennale come educatore professionale e coordinatore del Centri diurni per la

Cooperativa Sociale “Il Ramo”. Attualmente è Presidente di una cooperativa sociale agricola

Modulo 10: Il progetto “MARE DI SPERANZA” Modulo 14: Ruolo del volontario in servizio civile nel

progetto “MARE DI SPERANZA”

(Allegato 1)

60

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa

Giovanni XXIII, prevede una serie di incontri periodici fra i volontari che

prestano servizio sul medesimo territorio, al fine di fornire ai volontari le

competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e

specifici, attraverso le azioni previste dal progetto.

Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore di

formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti

22 ore tra il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce

gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e

pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene,

tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi

di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di servizio civile

è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione sull’azione.

Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che

è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese,

che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio.

Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza

maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di

quest’ultimi.

La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il

coinvolgimento diretto dei volontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del

percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del

gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali

nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei

volontari un certo approccio critico.

Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche

non formali, quali:

- Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore;

Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di

responsabilità nel processo formativo;

Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed

articoli;

Cineforum;

Teatro dell’oppresso (TDO);

Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed

occasioni formative esterne agli enti ed offerte dal territorio;

Verifiche periodiche.

Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato

in cui acquisire strumenti per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di

servizio civile, operando costantemente- con il supporto di formatori e degli

OLP- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio.

40) Contenuti della formazione:

(Allegato 1)

61

Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con

particolare attenzione alle strutture a progetto;

approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di

intervento dell’ente sul territorio

visita ad alcune realtà dell’ente

Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei

volontari nei progetti di servizio civile

- Presentazione della legge quadro 81/08 relativa alla sicurezza sui

luoghi di lavoro;

- informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività

pratiche in cui sono impegnati i volontari, e alle possibili

interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea

nello stesso luogo;

- Misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle

attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le

altre attività che si svolgono in contemporanea.

Modulo 3: La relazione d’aiuto

Elementi generali ed introduttivi;

Il rapporto “aiutante-aiutato”;

Le principali fasi della relazione di aiuto;

La fiducia;

Le difese all’interno della relazione di aiuto;

Presa in carico della persona aiutata;

Comunicazione, ascolto ed empatia;

Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto;

Gestione della rabbia e dell’aggressività;

Modulo 4: Le case di prima e pronta accoglienza

Storia delle case di pronta accoglienza nell’Ente

normativa e gestione della struttura;

il contributo delle case di prima e pronta accoglienza all’interno

del progetto.

Modulo 5: Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito

del progetto

Dati su immigrazione e processi migratori

Storia dei processi migratori

I profughi in Italia e in provincia di Cuneo

L’Europa ed i profughi

Il progetto SPRAR: i beneficiari, gli Enti e le Istituzioni

Scenario socio- demografico dell’immigrazione in Italia

Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “MARE DI

SPERANZA”

Il ruolo del volontario nel progetto;

La relazione con i destinatari del progetto;

L’inserimento del volontario nel lavoro d’equipe;

L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con

attenzione sul COME si fanno le cose.

(Allegato 1)

62

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi

del territorio che intervengono nell’ambito del disagio adulto e

dell’immigrazione

descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il

progetto e lettura dei bisogni del territorio;

conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale;

strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a

partire dalle attività realizzate dal progetto;

descrizione dei servizi o associazioni che intervengono

nell’ambito dell’immigrazione e del disagio adulto con particolare

attenzione ai bisogni specifici a cui risponde il progetto;

il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono

nell’ambito dell’immigrazione e del disagio adulto

Modulo 8: La normativa (specifica per progetto)

Analisi della normativa del territorio sul tema “MARE DI

SPERANZA” Analisi dei bisogni del territorio e delle risposte

normative

Applicazione delle normative e criticità

Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “MARE DI SPERANZA”

Dinamiche del lavoro di gruppo

Strategie di comunicazione nel gruppo

Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “……..”

Modulo 10: Il progetto “MARE DI SPERANZA”

Verifica, valutazione ed analisi di:

Obiettivi e attività del progetto;

Risposta del progetto alle necessità del territorio

Inserimento del volontario nel progetto

Necessità formativa del volontario

modulo 11 Elementi di primo e pronto soccorso e igiene

Come intervenire in caso di necessità, gravità, urgenza.

L’igiene ambientale e degli alimenti

Disinfezione sanificazione sterilizzazione

Malattie infettive e loro trasmissioni

Modulo 12 Mediazione culturale

Teorie e tecniche della mediazione culturale

Percorsi e fasi della mediazione

Potenzialità e risorse della mediazione culturale

Differenze culturali e concetto di interculturalità

Famiglia immigrata: modelli familiari a confronto Lavorare per l

’integrazione: esperienze in provincia di Cuneo

MODULO 13 Sentimenti ed emozioni

Riconoscere i vissuti e saperli decifrare

La gestione delle emozioni nella relazione educativa

Il conflitto: saperlo riconoscere, saperlo affrontare

L’assertività

Gestione della rabbia e dell’aggressività propria e altrui

Modulo 14 : Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “MARE

DI SPERANZA”

Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento

(Allegato 1)

63

La relazione con i destinatari del progetto;

Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;

L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del

progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.

Modulo 15: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

ripresa di alcuni concetti fondamentali della relazione d’aiuto

analisi delle particolari situazioni legate al progetto “MARE DI

SPERANZA”

racconto di esperienze concrete legate alla relazione con gli

stranieri, con particolare attenzione al fenomeno

dell’immigrazione dei profughi

modulo 16 Devianze e migrazione

Elementi di etno-psicologia ed etno-psichiatria

Trauma e vulnerabilita del migrante

Disagio e cura dei cittadini stranieri immigrati

Riabilitazione psicosociale

Concetto di post traumatic stress disorder e sue conseguenze

Sindrome del sopravvissuto

I vissuti e le paure del migrante: paura di integrarsi e bisogno di

integrarsi

Uso di sostanze stupefacenti ed alcool nel soggetto migrante

Migrazione e criminalità

Modulo 17: Il progetto “MARE DI SPERANZA”

Competenze intermedie del volontario

Andamento del progetto

Grado di soddisfacimento delle necessità formative del volontario

e valutazione della formazione specifica

Modulo 18 : Partecipazione a convegni e ad eventi di carattere

formativo legati alla promozione di una cultura di pace e della

cittadinanza attiva sul territorio

41) Durata:

Modulo formativo

Quando Durata

Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

Primo mese 4 h

Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

Primo mese 4 h

Modulo 3: La relazione d’aiuto Primo mese 8h

Modulo 4: Le case di prima e pronta

accoglienza Secondo mese 4h

Modulo 5: Approfondimento di aree

specifiche a seconda dell’ambito del progetto

Secondo mese 5h

(Allegato 1)

64

Modulo 6: Ruolo del volontario in

servizio civile nel progetto “MARE DI SPERANZA

Secondo mese 4 h

Modulo 16 Devianze e migrazione Secondo mese 5h

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito del DISAGIO ADULTO e IMMIGRAZIONE

Secondo mese 4h

Modulo 8: La normativa (specifica per progetto)

Terzo mese 3 h

Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “MARE DI SPERANZA”

Terzo mese 4h

Modulo 10: Il progetto “MARE DI SPERANZA”

Terzo mese 3 h

Modulo 11: Elementi di primo e pronto soccorso e igiene

Terzo mese 4 h

Modulo 12: Mediazione culturale Quarto mese 4h

Modulo 13: Sentimenti ed emozioni Quinto mese 5 h

Modulo 15: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

Quinto mese 3 h

Modulo 17: Il progetto “MARE DI SPERANZA” e il suo contributo di sviluppo

per una società del gratuito

Ottavo mese 6 h

Modulo 18 : Partecipazione a convegni e ad eventi di carattere formativo legati alla promozione di una cultura di pace e

della cittadinanza attiva sul territorio

Nono mese 4h

DURATA TOTALE FORMAZIONE: 74 ORE

(Allegato 1)

65

Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento

Lì 14 OTTOBRE 2015

Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente

Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Nicola LAPENTA


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