(Allegato 1)
1
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
MARE DI SPERANZA
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: ASSISTENZA
Area d’intervento: Immigrati, Profughi
Codifica: A4
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si
realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante
indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il progetto Mare di Speranza verrà implementato nella provincia di Cuneo, che
negli ultimi quattro anni ha visto l’aumento della presenza di persone immigrate
nel territorio. Infatti, la Provincia nella stagione estiva vede l’arrivo di centinaia di
stranieri che giungono per lavorare come braccianti nei frutteti, soprattutto nella
zona agricola del saluzzese. Dal settembre 2014 la stessa Provincia è interessata
dall’emergenza dei profughi provenienti dagli sbarchi di Lampedusa. Il progetto
intende offrire una risposta concreta all’emergenza estiva che il territorio si trova
ad affrontare nell’accoglienza di centinaia di immigrati che si trovano nelle
condizioni di doversi sistemare in accampamenti di fortuna. In base all’esperienza
acquisita nel tempo in termini di immigrazione, il progetto intende, inoltre,
qualificare i percorsi in essere per dare una risposta mirata anche ai profughi che
arrivano nel territorio.
CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
Il contesto territoriale di riferimento del progetto è la Provincia di Cuneo, che ha
una popolazione di 592.060 abitanti (dati ISTAT, gennaio 2015) distribuiti su 250
comuni, su una superficie di 6.902,68 Km2.
1
NZ 00394
ALBO NAZIONALE
(Allegato 1)
2
La provincia è la più vasta del territorio piemontese, ma anche una delle meno
popolate, nonostante il discreto incremento demografico degli ultimi anni.
La particolare conformazione del territorio, caratterizzato da una parte montuosa,
una pianeggiante e una collinare costellata da numerosi paesini, fa sì che la rete
urbana e stradale della provincia sia particolarmente frammentata, rendendo la
viabilità problematica per i disagi dovuti ad un sistema di trasporti vecchio e
inadeguato. Le sedi stesse del progetto risultano lontane tra di loro e difficilmente
collegate dal trasporto pubblico.
La media del tasso di disoccupazione del Piemonte con un 10.6% è inferiore a
quella italiana, pari al 12,9%. Si tratta comunque di un sensibile aumento del
valore che nel 2012 era al 9,2%. La provincia di Cuneo sul mercato del lavoro,
stando ai dati ISTAT, sta dando segni di ripresa aumentando nel corso del 2014
l’occupazione (+6.000 unità), in particolare, grazie ai settori dell’agricoltura e
dell’industria, mentre resta cedente il dato dei servizi. È così diminuita la
disoccupazione con un tasso che scende dal 6,8% del 2013 al 5,3%, riportando Cuneo ai primi posti nella hit-parade delle province italiane1.
Focalizzandosi sul comune di Saluzzo, dove si svolge parte del progetto, rileviamo
una superficie di 75,38 km2 e una popolazione di 17.069 abitanti residenti
(01/01/2015 - Istat), dei quali 2105 stranieri, pari al 12.3% della popolazione
(Fonte: Comune di Saluzzo – statistiche demografiche).
Popolazione straniera residente a Saluzzo al 1° gennaio 2015. Sono considerati
cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in
Italia (http://www.tuttitalia.it/piemonte/40-saluzzo/statistiche/cittadini-stranieri-
2015/)
L’elevato tasso di presenze straniere è dovuto alla domanda di manodopera nel
comparto agricolo Saluzzese, il terzo comparto frutticolo nazionale, con 15.000
ettari di terreni coltivati (solo la provincia di Cuneo ha il 32% della superficie
coltivata in Piemonte) e un numero di assunzioni pari a 16.196 nell’anno 2012.
Questa particolare tipologia di coltivazione necessita di manodopera stagionale,
originariamente composta dalle popolazioni delle valli circostanti e da studenti,
che dagli anni 60-70 è stata gradualmente sostituita prima da immigrati dall’Italia
meridionale e successivamente da lavoratori stranieri.
CONTESTO SETTORIALE e DECRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE
La popolazione straniera nel cuneese negli ultimi dieci anni è triplicata, arrivando
ad un livello del 10,3% della popolazione totale (dati ISTA gennaio 2015). Tra le
cause dell’aumento troviamo l’impiego di braccianti immigrati nel comparto
agricolo del territorio. A questo, dal 2014 si aggiunge un aumento considerevole
del flusso di immigrati proveniente dagli sbarchi di Lampedusa.
Il ricorso all’utilizzo di manodopera straniera evidenzia come i lavoratori
immigrati (extracomunitari e comunitari) siano stati avviati in numero crescente
anche nel corso del 2014, con un forte aumento sul 2013 dovuto soprattutto alla
componente maschile: +1.398 unità (+7%). Più contenuto l’aumento della
1 Il mercato del lavoro in provincia di Cuneo nel 2014. Quaderno 43. Maggio 2015
(Allegato 1)
3
componente femminile (+2.4%).
Per quanto riguarda i richiedenti asilo, invece, la Regione Piemonte2 ha
comunicato che dal 18 dicembre 2014 ad aprile 2015 gli arrivi sono stati 1.813 e
attualmente le presenze in Piemonte ammontano a 3.310, 831 dei quali inseriti
nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Le presenze totali sono
distribuite su base provinciale: 1.301 a Torino, 376 ad Alessandria, 410 a
Cuneo, 224 a Vercelli, 325 a Novara, 301 ad Asti, 155 a Biella e 218 nel Vco.
I nuovi arrivi solo nel 2015 ammontano a 1.671 soggetti e sono distribuiti in
questo modo, sempre a livello provinciale: 709 a Torino, 197 ad Alessandria, 216
a Cuneo, 71 a Vercelli, 170 a Novara, 188 ad Asti, 48 a Biella e 72 nel Vco.
Nell’area saluzzese, zona prevalentemente agricola, il tasso di presenza straniera
si attesta attorno al 12,3%, nettamente superiore alla media nazionale del 7,4%
(dati ISTAT 01/01/2015). Nello specifico, le comunità straniere più numerose
sono quelle provenienti da Albania (45%), Romania (15%), Marocco (12%), Cina
(6%), a cui si aggiunge durante il periodo estivo la presenza di numerosi
immigrati non residenti che arrivano nel territorio del comune di Saluzzo e dei
comuni limitrofi per lavorare nei frutteti come braccianti stagionali,
prevalentemente dal Mali, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Senegal.
Il comparto saluzzese occupa una forbice tra 3000 e 3500 lavoratori stagionali,
con un picco lavorativo fra giugno e ottobre. La tipologia di agricoltura intensiva
di questo territorio necessita infatti di manodopera stagionale per la fase di
raccolta in periodi di tempo ristretti, in cui i ritmi di lavoro sono serrati e si
sfruttano tutte le ore di luce, arrivando a 10-12 ore di lavoro a giornata.
Vi sono due principali tipologie di braccianti, la prima è composta da coloro che
rientrano nei cosiddetti “flussi” di manodopera stagionale (lavoratori chiamati
tramite la Coldiretti direttamente dai paesi di origine per la durata del periodo di
raccolta, per essi il contratto prevede l’obbligo da parte dei datori di lavoro di
ricevere vitto e alloggio). La programmazione delle quote di ingresso dei flussi
stagionali per il settore agricolo non è però così prevedibile nel tempo poiché
dipende dalle condizioni climatiche, dall’andamento stagionale, dalle emergenze
fitosanitarie, che incidono sugli esiti produttivi, sulla durata delle operazioni
colturali e, di conseguenza, sul fabbisogno di manodopera.
L’altra tipologia di braccianti è composta da immigrati già presenti in Italia, che
non rientrano quindi nei flussi e cercano lavoro in quanto disoccupati e, una volta
reperito il lavoro (il più delle volte con un contratto a chiamata) si devono
arrangiare per trovare una sistemazione abitativa. Molti di questi immigrati
iniziano la stagione come braccianti nel saluzzese ad aprile, per poi spostarsi, da
ottobre in poi, gradualmente verso il sud d’Italia seguendo la raccolta di olive e
agrumi in altri centri come Rosarno. La maggior parte degli immigrati è titolare di
un regolare permesso di soggiorno, molti di un permesso per protezione
umanitaria. L’inchiesta condotta dalla Caritas diocesana che collabora con l’ente
conferma questa nuova tipologia di migrazione interna al territorio italiano, i
numeri in costante aumento ad ogni stagione estiva infatti sono dovuti
all’aumento della conoscenza, tra i migranti, del saluzzese come centro di
produzione ortofrutticola e di richiesta di manodopera stagionale.
In sei anni a Saluzzo (2008-2014) il fenomeno dell’immigrazione stagionale dei
braccianti africani è cresciuto in progressione geometrica, tanto che ormai non si
può più parlare di “emergenza” ma di un aspetto strutturale dell’agricoltura
locale. Tuttavia, fino al 2013 la risposta delle istituzioni ai problemi legati a
questa affluenza è stata assolutamente inadeguata. Dal 2010 era stata infatti la
Caritas locale a occuparsi quasi interamente dell’accoglienza (prima in un
convento abbandonato, poi un in magazzino-dormitorio), mentre
l’amministrazione comunale si era limitata a mettere a disposizione le poche
stanze di un vecchio fabbricato in disuso. Le forme dell’accoglienza sono poi
cambiate di anno in anno, ma sempre all’insegna dell’improvvisazione e
dell’inadeguatezza. Il culmine dell’inciviltà si è toccato nel 2013, quando i
migranti erano ormai circa 700 e nell’area del Foro Boario era sorto un
accampamento spontaneo di decine e decine di tuguri di rami e cartoni, dove si
2 http://www.regione.piemonte.it/repository/pnews/newsletter/2015/15.pdf
(Allegato 1)
4
viveva in condizioni igieniche spaventose. La situazione era appena mitigata dalla
presenza di tre campi di container allestiti dalla Coldiretti per 120 posti-letto.
Rispetto alla situazione delle aree del Meridione dove la presenza dei migranti è
anche molto consistente, quella di Saluzzo si caratterizza per l’assenza degli alti
livelli di sfruttamento che là si registrano: non esiste il fenomeno del caporalato e
il lavoro nero ha un’incidenza marginale. Tuttavia è ovvio che un’offerta così
ampia di manodopera disponibile a qualunque forma di flessibilità consente a certi
datori di lavoro di eludere più facilmente le norme contrattuali, per cui non di
rado i braccianti sono pagati in nero per una parte delle giornate lavorate o
ricevono paghe inferiori a quelle previste.
Nonostante qualche strumentalizzazione politica a sfondo xenofobo (ad esempio,
la fiaccolata di protesta a Saluzzo “Stop all’immigrazione clandestina e più lavoro”
organizzata dalla Lega Nord (15 febbraio 2014), i saluzzesi vivono il fenomeno tra
voci di protesta e attestazioni di solidarietà, non sono pochi quelli che offrono
alimenti e vestiario3.
Una presenza significativa è stata anche quella del Comitato Antirazzista, un
gruppo spontaneo di giovani che si è costituito fin dal primo anno per dare aiuto
ai ragazzi africani, soprattutto assicurando una presenza accogliente e cercando
di pungolare l’amministrazione comunale, anche in modo molto critico, nella
realizzazione di interventi umanitari.
Dal 2011 i responsabili delle Case di Pronta Accoglienza dell’Associazione
partecipano al tavolo operativo predisposto dal Comune di Saluzzo per preparare
il Piano di accoglienza, a cui partecipano diversi attori, dalla Coldiretti, alle Forze
dell’Ordine, ai sindacati, alle associazioni e ai rappresentanti dei comuni limitrofi.
Nonostante gli sforzi però, ogni anno, con il costante aumento dei migranti si
ripropone la situazione di emergenza, al punto da essere paragonata a Rosarno. Il
carattere di emergenza della situazione raggiunge il picco massimo nell’estate
2013 (circa 800 presenze) come confermato da una interrogazione parlamentare
al Ministro dell’Interno in data 19 giugno in merito agli interventi da adottare per
rispondere alla grave situazione, e alla visita del Ministro per l’integrazione
Kyenge il 7 settembre, alla quale gli immigrati hanno rivolto un accorato appello
Fonte: laterracheconnette.wordpress.com
A partire dal 2014 la situazione il flusso si attesta su un numero più contenuto
(450 presenze) ma comunque gravoso da gestire.
Ad Aprile 2014 il Comune di Saluzzo ha concesso un terreno provvisto di tutti gli
allacciamenti necessari a gas, acqua, elettricità. Nei mesi successivi inoltre la
Prefettura ha chiesto alle Associazioni la disponibilità per la gestione di altri campi
nei Comuni limitrofi.
Grazie al contributo delle Caritas Piemontesi e della Valle d’Aosta sono state
acquistate 35 tende, montate dagli Scout locali sul terreno concesso dal Comune
3 http://www.puntidivistafactory.eu/a-saluzzo-il-campo-solidale/, 18/11/2014
(Allegato 1)
5
di Saluzzo, destinate ad accogliere circa 200 immigrati. Inoltre sono stati
predisposti dei container adibiti a locali per i servizi igienici e docce, e delle cucine
con fornelli e lavandini. Grazie ad un progetto, Caritas Nazionale ha inoltre
assunto due persone incaricate di seguire il campo, in particolare responsabili
delle modalità di iscrizione prima dell’accoglienza dei migranti, supportate dagli
operatori di altre associazioni.
Dal rapporto redatto dalla Caritas Italiana dal titolo “Nella terra di nessuno. Lo
sfruttamento lavorativo in agricoltura”. (giugno 2015)4 osserviamo che il maggior
numero di utenti registrato dai presidi allestiti dalla Caritas resta quello di
Saluzzo.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII risponde all’emergenza
attraverso le Case di Pronta Accoglienza (CPA), strutture che accolgono
persone in situazioni di necessità ed estrema urgenza. La capacità massima dei
dormitori situati nei comuni di Saluzzo, Costigliole e Savigliano è di 130 posti per
le accoglienze e di 18 posti per gli operatori. Nel periodo estivo le CPA accolgono
e sostengono in modo prevalente i braccianti immigrati mentre nel resto dell’anno
vengono accolte persone in stato di bisogno come senza fissa dimora, immigrati
alla ricerca di una sistemazione abitativa, disabili psichici, ecc.
In particolare nella CPA gestita congiuntamente da Caritas e APG23 nel periodo
Maggio – Ottobre sono stati ospitati ed erogati pasti per:
Residenti CPA Ospiti esterni TOTALE
Mese
n. ospiti
gg Colaz
Pranzo
Cena
Ticket
2^ fase
Colaz
Pranzo
Cena
Colaz
Pranzo
Cena
Mag 20 30 600 600 600 0 0 0 - - 600 600 600
Giu 40 30 1.200
1.200
1.200
20 10 0 600 300 1.200
1.800
1.500
Lug 40 15 600 900 900 0 10 0 - 150 600 900 750
Ago 30 30 900 900 900 0 10 0 - 300 900 900 1.200
Sett 35 30 1.05
0
1.05
0
1.05
0
0 0 0 - - 1.05
0
1.05
0
1.05
0
Ott 35 31 1.085
1.085
1.085
0 0 0 - - 1.085
1.085
1.085
TOT 166
5.435
5.735
5.435
TOT - 600 750 5.435
6.335
6.185
4 http://s2ew.caritasitaliana.it/materiali/Italia/immigrazione/progetto_presidio/Rapporto_Progetto_Presidio_DEF.pdf
(Allegato 1)
6
Fonte: Caritas/Apg23
Fonte: Caritas/APG23
Per quanto riguarda invece le altre 3 strutture coinvolte nel presente progetto, le
utenze durante l’anno 2013 sono state le seguenti:
Utenti
2013
CPA Savigliano CPA Costigliole CPA Saluzzo
Tot
accolti
Di cui
immigr
ati
Tot
accolti
Di cui
immigr
ati
Tot
accolt
i
Di cui
immigr
ati
GEN 33 5 38 4 28 8
FEB 31 6 39 4 28 8
MAR 30 5 38 4 27 9
APR 32 7 37 3 29 7
MAG 30 6 38 3 32 10
GIU 26 6 39 3 30 9
LUG 28 6 41 4 33 12
AGO 28 7 41 5 33 12
SET 27 7 43 6 30 8
OTT 30 5 44 6 31 9
NOV 30 6 44 8 33 11
DIC 30 5 42 7 33 10
Fonte: APG23
Per quanto riguarda l’assistenza alimentare, Caritas e APG23 hanno fornito ai
migranti esterni alla CPA prodotti alimentari per i seguenti quantitativi:
PRODOTTI ALIMENTARI
Aliment
o
Un.
Misura
MAG GIU LUG AGO SETT OTT TOT
Riso Kg 100 270 650 575 450 370 2.41
5
Pasta Kg 70 160 430 340 310 260 1.57
0
(Allegato 1)
7
Pane Kg 80 130 270 300 250 200 1.23
0
Latte Lt 50 90 410 350 320 280 1.50
0
Olio Lt 19 35 120 105 130 110 519
Verdura Cassette 30 45 110 338 215 100 838
Frutta Cassette 10 20 43 54 50 40 217
Tonno Conf 130 - - - - - 130
Sardine Conf 100 - - - - - 100
Piselli
scat
Kg - - 30 45 40 30 145
Passata
pomodor
o
Kg - - 50 55 50 40 195
Pollo Kg - 50 - 150 - - 200
Patate Kg - - 60 40 70 60 230
Cipolle Kg - - - 10 15 10 35
Uova Unità - - - 1.000 - - 1.00
0
Pomodor
o
cassette - - 155 - 90 40 285
Fonte: APG23/Caritas
Il Piano accoglienza predisposto dal Comune prevede solo una risposta
all’emergenza abitativa, mentre le CPA dell’ente oltre a fornire una
soluzione alle urgenze cercano di rispondere anche ad altre esigenze, tra
cui il bisogno di relazione ed integrazione che gli immigrati esprimono. I
servizi offerti in questo senso dall’ente, rivolti a tutti gli utenti in generale
(persone disagiate, con problemi psichici, ecc..) sono:
- Assistenza igienico sanitaria (ambulatorio medico all’interno delle strutture
grazie a medici volontari, fornitura di medicinali in buona parte reperiti dal
banco farmaceutico)
- Distribuzione scarpe, vestiario e coperte
- Servizio doccia e lavanderia (nel corso della stagione 2013 si è proceduto
ad un ritmo di 150 docce al giorno)
- Mensa aperta a tutti, anche a chi non dorme in struttura
- Prestito biciclette per raggiungere il luogo di lavoro (oltre 150 biciclette
donate dalla popolazione residente, da associazioni e istituzioni pubbliche)
- Integrazione sociale
- Distribuzione derrate alimentari
- Sostegno burocratico amministrativo
- Sostegno psicologico
- Attività ludiche, momenti di convivialità
- Supporto economico per l’acquisto del biglietto di ritorno a causa della
mancanza di lavoro
A seguito degli eventi e dei disagi degli scorsi anni e in particolare del 2013,
l’ente, insieme ad altre associazioni impegnate sul territorio, collabora con le
Istituzioni perché si possa evitare la situazione di emergenza.
Tuttavia, per coloro che non potranno essere ospitati in struttura e che
saranno costretti ad accamparsi negli alloggi o ripari di fortuna, l’ente
come ogni anno si impegna attraverso l’unità di strada, a prendere
contatto per distribuire cibo, coperte, indumenti ed offrire sostegno
psicologico e la relazione che fa sentire accolti e non soltanto assistiti.
Come suddetto, congiuntamente all’emergenza estiva dei braccianti
immigrati che arrivano soprattutto nel territorio del saluzzese, a partire
dal 2014, la provincia di Cuneo si è trovata ad affrontare un’altra
emergenza con protagonisti immigrati: l’emergenza dei profughi
(Allegato 1)
8
provenienti dagli sbarchi di Lampedusa.
Come anche a livello nazionale, quello che sembrava un’emergenza si è poi
trasformato in un problema di ordinaria amministrazione.
I dati che possiamo ricavare dalla linee programmatiche della Regione Piemonte
per l’accoglienza dei flussi non programmati sono i seguenti.
Dal 2 febbraio 2014 ad oggi, sono stati assegnati al Piemonte 10427 richiedenti
asilo provenienti dalle operazioni Mare Nostrum e Triton. Le presenze effettive al
15 luglio 2015 sono 4461 , di cui 1700 circa a Torino e provincia.
La proiezione dei numeri relativi ai primi mesi del 2015 potrebbe assegnare
complessivamente
alla nostra Regione entro la fine di quest’anno circa 7000 persone.
La Prefettura di Torino provvede alla distribuzione dei migranti in modo
proporzionale: al territorio della provincia di Torino il 40% degli arrivi , il 60% alle
altre province.
Dati di trend dal 2014 al 15 luglio 2015 su 10.427 arrivi
Suddivisione per periodo Suddivisione
per anno
Fino al
20.6.201
4
21.6.201
4
17.12.20
15
18.12.20
14
22.6.201
5
23.6.20
15
9.7.201
5
10.7.201
5
15.07.20
15
Anno
2014
Anno
2015
1.659 4.474 3.307 749 238 627
5
415
2
dettaglio per provincia dettaglio per
provincia
TO 320 1849 1162 285 142 1544
AL 194 460 379 80 7 466
CN 244 616 492 129 37 631
VC 158 336 171 24 8 189
NO 209 340 375 100 18 476
AT 180 401 341 65 10 396
BI 185 180 161 36 8 201
V.C.O
.
169 292 226 30 8 249
1.659 4.474 3.307 749 238 4.152
FONTE: PREFETTURA TORINO5
Da una prima lettura dei dati si evince in modo chiaro che la provincia di Cuneo
dopo quella di Torino è quella che si vede assegnare il maggior numero di
richiedenti asilo.
Attraverso una richiesta ufficiale della Prefettura di Cuneo per accogliere alcuni
profughi nelle proprie strutture nell’aprile 2014, l’Associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII si è resa disponibile, mettendo a disposizione non soltanto le
5 Piano regionale per l’affluenza dei flussi non programmati, www.regione.piemonte.it/cgi-
bin/ufstampa/.../downloaddoc.cgi?iddoc..
(Allegato 1)
9
proprie case di accoglienza, ma anche la propria sensibilità nei confronti delle
persone disagiate e l’esperienza maturata negli anni sul tema dell’immigrazione e
dall’incontro con culture diverse e bisogni specifici di accoglienza e integrazione.
L’ApgXXIII infatti, opera concretamente e con continuità in provincia di Cuneo dal
1980 (anno in cui ha aperto la prima casa famiglia), nel vasto campo
dell’emarginazione e dell’esclusione sociale. Le attività proposte sono finalizzate
all’integrazione delle categorie più deboli e svantaggiate della società, e puntano
alla valorizzazione della dignità e della autonomia di ogni persona umana,
ispirandosi ai principi solidaristici e all’atteggiamento della condivisione diretta,
valori cardine dell’Associazione fondata a Rimini da don Oreste Benzi.
L’Apg XXIII nelle proprie case famiglia e case di pronta accoglienza da anni
accoglie persone straniere provenienti ad esempio dal fenomeno della tratta di
esseri umani, e negli ultimi anni con l’emergenza estiva del saluzzese, ha
accresciuto le proprie competenze soprattutto nella mediazione culturale con gli
immigrati africani che arrivano per la stagione estiva della frutta.
Forte di queste esperienze pregresse e di motivazioni salde, l’Associazione si è
aperta nell’aprile 2014 all’accoglienza dei richiedenti asilo. A livello nazionale
l’ApgXXIII ha stipulato convenzioni con sei Prefetture: Ravenna, Rimini, Forlì,
Cuneo, Vicenza, Massa Carrara e, indirettamente anche con Asti e Reggio
Calabria.
Al 30/06/2015 vi sono in totale nelle case della Associazione 219 profughi accolti
di cui 132 entrati nel 2014 e 87 nel 2015; sono state coinvolte 25 strutture e
famiglie, e 5 nuove strutture sono state aperte ad hoc.
Nell’aprile 2014, in provincia di Cuneo l’ApgXXIII ha accolto 11 profughi.
Successivamente, a fronte dell’evoluzione del problema degli sbarchi da
emergenza a problema ordinario, e della necessità delle prefetture locali di indire
dei veri e propri bandi per l’accoglienza dei profughi, l’associazione ha partecipato
alle diverse chiamate, passando da 11 a 32 accoglienze, alle attuali 35, alla
disponibilità per accogliere fino a 50 richiedenti asilo dal primo luglio 2015,
distribuite in diverse case dislocate in provincia.
Nelle seguenti tabelle presentiamo la situazione dell’accoglienza dei profughi nelle
strutture dell’Associazione in Provincia.
Totale rifugiati accolti presso le strutture
apg23
386
Nazionalità
Pakistan 5
Gambia 7
Ghana 1
Costa d’avorio 2
Mali 4
Senegal 7
Nigeria 7
Libia 1
Bangladesh 4
Sesso
Maschi 35
Femmine 3
Età
19-22 22
23-25 3
26-30 7
31-35 3
6 Di un rifugiato mancanti tutti i dati a parte quelli relativi alla struttura di accoglienzza
(Allegato 1)
10
36-40 1
41-45 1
Data di arrivo
Primo semestre 2014 2
Secondo semestre 2014 9
Primo semestre 2015 20
Secondo semestre 2015 6
Situazione
Attesa data
commissione
24
Data commissione
fissata
11
Protezione per motivi
umanitari
2
Status di rifugiato 1
Fonte: ApgXXIII agosto 2015
Rielaborazione interna dati
Numero di rifugiati per struttura di accoglienza
Capanna di Betlemme
Mellea- Farigliano
22
Casa-famiglia Cervasca 1
CPA Saluzzo 5
Fraternità Cuneo 3
Villaggio dell’Amicizia
Ceretto
6
Fonte: ApgXXIII luglio2015
Rielaborazione interna dati
Totale rifugiati dimessi dalle le
strutture apg23
15
Nazionalità
Gambia 10
Senegal 11
Somalia 4
Sesso
Maschi 13
Femmine 2
Età
18-22 9
23-25 3
26-30 2
31-35 1
Data di arrivo
Primo semestre
2014
9
Secondo semestre
2014
6
Situazione
Abbandono progetto 8
Progetto finito
ancora accolto
3
Uscita per fine
progetto
4
Fonte: ApgXXIII luglio2015
(Allegato 1)
11
Rielaborazione interna dati
Dall’analisi delle tabelle con i dati relativi ai profughi accolti dall’Associazione nella
Provincia di Cuneo tra il 01/04/2014 e il 26/07/2015, possiamo evincere le
seguenti considerazioni.
Innanzitutto le case d’accoglienza finora coinvolte nel progetto sono cinque, e
tutte sono ad ospitalità mista, nel senso che oltre ai profughi si occupano
dell’accoglienza di persone dalle problematiche più svariate, come nella tradizione
della ApgXXIII. La casa con il maggior numero di accoglienze è la Capanna di
Betlemme di Mellea di Farigliano, che al 30/07/2015 conta 22 rifugiati.
Con la convenzione stipulata con la Prefettura di Cuneo il 01/07/2015, dovranno
arrivare a scaglioni nel Cuneese altri 15 profughi: 10 verranno accolti in una casa
di accoglienza di Boves che verrà inaugurata in agosto 2015 e verrà
appositamente aperta dall’associazione in collaborazione con la Parrocchia che
l’ha donata per questo scopo. In un appartamento di Busca verrà accolto un
nucleo famigliare costituito da 3 persone di cui una minorenne: questa sarà la
prima esperienza di accompagnamento di una famiglia di profughi. Altre due
persone verranno accolte ancora nella Fraternità di Cuneo. Come da convenzione
si arriverà quindi a coprire 50 posti disponibili.
Ritornando alle 35 persone accolte a fine agosto 2015, possiamo ricavare il
seguente profilo.
I maschi sono in totale 35 con un’età compresa tra i 19 anni e i 42 anni. La
maggior parte di loro sono giovani di età compresa tra i 19 e i 22 anni (21 su 35).
Si contano soltanto tre giovani donne. Una proveniente dal Ghana di 32 anni e
due nigeriane di 22 e 23 anni.
Dal 01/04/2014 a oggi, i profughi che hanno ottenuto il permesso sono soltanto
tre e arrivano tutti dal Gambia: 2 hanno ottenuto la protezione per motivi
umanitari, 1come rifugiato politico.
Tre tra i profughi accolti sono in attesa di una risposta della Commissione; dieci
hanno già un appuntamento fissato tra il 2015 e il 2016; uno di loro ha già
appuntamento fissato per il 2017 e ben 18 sono in attesa di un appuntamento.
Se si osservano invece i dati relativi ai dimessi, si può vedere che essi sono 15,
sono arrivati tutti tra il 01/04/2014 e il 24/11/04 e son stati dimessi tra il
09/10/2014 e il 05/06/2015. Di essi 13 sono maschi e due femmine. La maggior
parte, 10, provenivano dal Gambia, 4 dalla Somalia e 1 solo dal Senegal.
La maggior parte di loro, 8 per la precisione, hanno abbandonato il progetto di
spontanea volontà e hanno lasciato la casa in cui erano accolti, e come ci
informano i responsabili dell’ApgXXIII per svariati e in molti casi non noti motivi.
Quattro profughi sono usciti per fine progetto dopo la risposta negativa della
commissione. Altri tre sono a progetto terminato, ma ancora accolti in attesa
della Corte d’Appello.
I progetti di accoglienza dei profughi prevedono l’accoglienza fisica e
materiale degli stessi e l’accompagnamento nei vari percorsi burocratici.
I servizi di base offerti nelle case dell’Associazione dove sono accolti questi
immigrati, consistono nel garantire un pasto dignitoso, caldo e accogliente e beni
di prima necessità, come ad esempio il vestiario. Attraverso i pocket money
possono accedere a beni voluttuari come sigarette e carte telefoniche (la prima
carta telefonica viene garantita dall’Associazione per permettere loro di chiamare
prima possibile i propri cari nel paese d’origine).
Come previsto dalla convenzione stipulata in occasione dell’ultimo bando indetto
dalla Prefettura di Cuneo, tra i servizi garantiti l’apgXXIII prevede i
cosiddetti servizi per l’integrazione dei richiedenti asilo:
Per tutti i soggetti assistiti è previsto un servizio di mediazione linguistica e
culturale che deve garantire la copertura delle seguenti prestazioni:
o Servizio di assistenza linguistica e culturale;
o Servizio di informazione sulla normativa concernente
(Allegato 1)
12
l’immigrazione, i diritti e doveri e condizione dello straniero;
o Servizio di assistenza per la stesura della domanda di asilo;
o Sostegno sociopsicologico;
o Assistenza sanitaria, da effettuare presso i presidi sanitari
territoriali o medici di base, compreso il trasporto necessario per
raggiungere la struttura sanitaria, e l’accompagnamento dello
straniero, qualora risulti necessario prenotare presso centri pubblici
le visite specialistiche e gli esami diagnostici disposti dal medico, e
accompagnare e assistere, se necessario, gli ospiti alle visite
mediche specialistiche e in caso di ricovero in ospedale;
- Orientamento al territorio, informazione ed assistenza nei rapporti con la
Questura competente per l’inserimento della domanda di asilo nel sistema
di protezione per richiedenti asilo;
o Raccolta dei dati ai fini della produzione di reportistica;
o Organizzazione di corsi di italiano;
o Organizzazione di attività di socializzazione ;
o Attività per l’orientamento al lavoro;
Altri servizi rivolti a favorire percorsi di autonomia e integrazione.
Come precisato, viene previsto e garantito l’accompagnamento nel percorso per
l’ottenimento del permesso di soggiorno, nel percorso per ottenere l’assistenza
sanitaria, e nel percorso di alfabetizzazione. Per quanto riguarda quest’ultima, i
profughi si possono concentrare su di essa nei primi sei mesi, in cui in attesa di
permesso di soggiorno non possono cercare lavoro. Il percorso di scolarizzazione
viene garantito all’interno dell’Associazione grazie a dei volontari che prestano
gratuitamente questo servizio, e all’esterno dalla collaborazione con altri enti, di
cui alcuni pubblici a Cuneo e a Saluzzo (dove ad esempio opera il CTP). Per i
percorsi di alfabetizzazione l’ApgXXIII collabora anche con la Caritas.
L’apprendere i fondamenti della lingua italiana è una delle principali priorità oltre
al soddisfacimento delle esigenze di prima necessità ampiamente illustrate sopra.
Per quanto riguarda la prassi istituzionale, i profughi ottengono in una ventina di
giorni un permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi a motivo di “richiesta
asilo”, ovvero protezione internazionale. Dopo di che devono attendere la
convocazione della Commissione ministeriale che valuterà, in base ai motivi per
cui il profugo è fuggito dal proprio paese e non ci può tornare, il diritto dello
stesso ad ottenere una delle forme di protezione previste dalla legge: protezione
come rifugiato politico, protezione sussidiaria, protezione umanitaria.
Nel caso in cui la Commissione rigetti la richiesta di permesso, il soggetto può
fare ricorso, prima ad un giudice locale e poi, se questo accoglie il ricorso, può
fare ulteriore ricorso alla Corte d’Appello. Nel tempo necessario al ricorso alla
Corte d’Appello, tuttavia il progetto termina e i profughi sono comunque costretti
a tornare al proprio paese d’origine. I dati delle case d’accoglienza dimostrano
che nel caso dei profughi a cui viene negato il permesso di soggiorno come nei
casi dei ricorsi rigettati, è molto elevato il numero delle fughe, e quindi l’aumento
del numero delle persone irregolari che va ad alimentare il bacino di utenza alla
mercè della delinquenza.
Nei casi in cui venga ottenuta la protezione i profughi hanno sei mesi di tempo
per inserirsi nel contesto locale e trovare un lavoro. L’ApgXXIII garantisce un
accompagnamento anche in questo percorso.
A causa dell’aumento inesorabile del flusso di profughi provenienti dagli
sbarchi, passa molto tempo dall’apertura del progetto alla chiamata del
profugo alla valutazione della Commissione Ministeriale, tanto è vero che
per i profughi accolti in provincia di Cuneo vi sono attualmente
appuntamenti fissati per il 2017.
In tutto questo tempo, uno dei principali obiettivi che si pone l’ApgXXIII
nei confronti dei profughi accolti, oltre all’offerta dei servizi sopra
descritti, è l’appagamento del bisogno di entrare in relazione di questi
esseri umani, che arrivano da viaggi estenuanti, spesso in situazioni
emotive traumatiche. Come si fa con tutti gli altri accolti, e con un’attenzione
(Allegato 1)
13
particolare alla loro cultura di appartenenza insieme alla loro situazione personale
di percorso, si cerca di inserirli nella realtà della struttura di accoglienza, che per
natura è di tipo famigliare. L’approccio educativo utilizzato nei loro confronti
prevede l’integrazione a partire dal coinvolgimento, insieme agli altri ospiti, nelle
attività di casa, dalle più semplici e di ordinaria amministrazione quotidiana (dalla
pulizia della propria camera, ai turni in cucina, alle attività di giardinaggio, a
attività ludiche e di intrattenimento) per farli sentire il più possibile in famiglia e
per farli passare da ospiti oggetto di assistenza, a persone dignitose che possono
sviluppare senso di appartenenza e responsabilità nei propri confronti e nei
confronti altrui. Per farli sentire a casa, in alcune strutture il sabato viene data
loro la possibilità di cucinare secondo le proprie tradizioni. I report dell’ApgXXIII
evidenziano una buona integrazione e tolleranza anche tra religioni diverse.
RIEPILOGO
Sull’area di intervento degli immigrati e dei profughi, la provincia di
Cuneo è quindi impegnata su due fronti, da una parte con i braccianti
immigrati che arrivano per la stagione della frutta, in particolare dalla primavera
all’inizio dell’inverno, dall’altra con i profughi che arrivano durante l’anno in base
agli sbarchi.
Come sopra illustrato, rispetto agli immigrati braccianti a seguito degli eventi
e dei disagi degli scorsi anni e in particolare del 2013, l’ente Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme ad altre associazioni impegnate sul
territorio, collabora con le Istituzioni perché si possa evitare la situazione
di emergenza.
Tuttavia, per coloro che non potranno essere ospitati in struttura e che
saranno costretti ad accamparsi negli alloggi o ripari di fortuna, l’ente come
ogni anno si impegna attraverso l’unità di strada, a prendere contatto per
distribuire cibo, coperte, indumenti ed offrire sostegno psicologico e la
relazione che fa sentire accolti e non soltanto assistiti.
Per quanto riguarda i profughi, il percorso di accoglienza di queste
persone è partito dalla primavera del 2014 ed è in continuo divenire.
L’apgXXIII si sta impegnando a migliorarne la qualità attenta alle
evoluzioni storiche del momento, ai requisiti richiesti dalla Prefettura e alle
necessità degli stessi protagonisti del percorso, per poter qualificare
maggiormente i percorsi in essere e prepararsi all’eventuale aumento del
numero delle accoglienze future.
INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO
Dai dati del contesto e dall’esperienza maturata sul campo dagli operatori e dai
volontari dell’Apg XXIII si è giunti ad individuare il seguente bisogno:
BISOGNO SPECIFICO
Richiesta di accoglienza in aumento da parte della Prefettura di Cuneo dei
richiedenti asilo ed elevato numero di braccianti stagionali immigrati esclusi
dalle soluzioni abitative offerte dal Comune e dagli altri enti ed associazioni
della zona e che sono costretti a vivere in situazioni precarie e senza dignità
in campo abusivi.
IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO
I destinatari del progetto sono i profughi che continuano ad arrivare via mare
dalle coste africane e gli immigrati che arrivano ogni anno per la raccolta della
frutta nel cuneese e nello specifico circa 1000 braccianti ai quali si vuole offrire
assistenza attraverso le attività previste dal progetto.
INDIVIDUAZIONE/IDENTIFICAZIONE/DESCRIZIONE DEI BENEFICIARI
Sulla base dell’analisi del contesto i beneficiari del progetto sono:
- La cittadinanza
- I servizi Socio Sanitari del territorio
- Il comune di Cuneo
(Allegato 1)
14
- Il Comune di Farigliano
- Il Comune di Busca
- Il Comune di Saluzzo
- Il Comune di Costigliole Saluzzo
- Il comune di Savigliano
- Le forze dell’ordine
- La Prefettura
- I comuni limitrofi (Verzuolo, Lagnasco, Scarnafigi, Castellar, Revello,
Manta)
- L’Unione Provinciale Agricoltori
- La Coldiretti
- La Caritas diocesana
- Il Corriere di Saluzzo
DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI
Sia i profughi che i braccianti immigrati hanno numerose necessità, che non si
limitano solamente al bisogno di una abitazione dignitosa:
- Supporto per il disbrigo di pratiche burocratiche (permessi di soggiorno,
iscrizione al SSN)
- Assistenza sanitaria
- Apprendimento della lingua italiana
- Integrazione sociale
OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII interviene in sinergia con altri enti,
al fine di rispondere in modo integrato all’emergenza nel territorio:
- Per i rifugiati non è reperibile l’elenco delle strutture che hanno stipulato
una convenzione con la Prefettura di Cuneo per erogare servizi analoghi ai
nostri. Siamo a conoscenza dell’intervento in questo settore delle seguente
cooperative/strutture con cui abbiamo collaborato:
o la Cooperativa Fiordaliso di Cuneo;
o La Cooperativa Orso di Alba,
o la Cooperativa Alice di Alba
o l’Albergo Alpi Marittime di Mondovì
- La Caritas Diocesana di Saluzzo attraverso il Centro di Ascolto aperto 3
volte a settimana, distribuzione settimanale di beni alimentari e vestiti,
- La Coldiretti, attraverso la messa a disposizione di container per i
braccianti regolarmente assunti (circa 130 persone, nei campus di
Saluzzo, Verzuolo e Lagnasco)
- La CRI attraverso l’attivazione di un presidio mobile settimanale presso il
Foro Boario.
- La Fondazione S. Martino, grazie alla quale è stata attivata una
convenzione per l’attivazione di un ambulatorio per i migranti stagionali.
- Il Comitato Antirazzista, in collaborazione con il circolo ARCI Ratatoj,
attraverso l’attivazione di corsi di italiano
- La Confederazione Unitaria di Base, in collaborazione con il Comitato
Antirazzista, attraverso uno sportello settimanale finalizzato a fornire
informazioni in merito ai diritti dei lavoratori, alla conoscenza dei contratti,
alle buste paga e alle trafile burocratiche.
- La Parrocchia di Scarnafigi che ha messo a disposizione 14 posti letto
- Il comune di Saluzzo e i comuni limitrofi di Revello e Savigliano che hanno
messo a disposizione le seguenti strutture per ospitare i migranti:
STRUTTURA N. POSTI
Saluzzo – Casa Cimiteriale 14
Savigliano – Casa comune 10
Revello – Casa Comune 6
Saluzzo – Campeggio 210
(Allegato 1)
15
INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO
N. di profughi inviati dalla Prefettura presenti nel Cuneese
N. di lavoratori immigrati stagionali presenti nel saluzzese
N. di alloggi disponibili per i profughi (case e/o strutture d’accoglienza) e per i
migranti stagionali (sia strutture che tende e/o fabbricati)
N. di servizi offerti (delle docce, pasti, vestiti, biciclette, assistenza sanitaria etc.)
16
7) Obiettivi del progetto:
BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO
Emergenza accoglienza e accompagnamento dei richiedenti asilo (attualmente
35) e di un elevato numero di braccianti stagionali immigrati esclusi dalle
soluzioni abitative offerte dal Piano di Accoglienza delle Istituzioni e che sono
costretti a vivere in situazioni precarie e senza dignità in campi abusivi.
OBIETTIVO SPECIFICO
Potenziare e ampliare l’accoglienza dei lavoratori stagionali immigrati ed i
servizi ad essa correlati e qualificare i percorsi in essere relativi all’accoglienza
dei richiedenti asilo
INDICATORI DI RISULTATO
RISULTATI
- Incremento del 50% dei
servizi offerti attraverso le
unità di strada (distribuzione
cibo, vestiario, coperte,
assistenza psicologica, medica
e legale)
- Incremento del 50% della
partecipazione ai tavoli di
coordinamento con le
istituzioni e le altre
associazioni
- Creazione di 6 laboratori di
lingua e cultura italiana per
stranieri.
- Incremento del 50% delle
attività di sensibilizzazione
- Aumento dei braccianti
immigrati ospitati e sostenuti
da n. 650 a n. 1000
- Migliore coordinamento della
rete di soggetti pubblici e
privati coinvolti nel piano di
accoglienza, maggiore
coinvolgimento e
consapevolezza del bisogno di
integrazione oltre l’emergenza
da parte dei comuni
- Incremento della conoscenza
della lingua e della cultura
Italiana di almeno 30 profughi
accolti nelle strutture
dell’Associazione
- Circa 6000 persone del
territorio sensibilizzate sulle
tematiche dell’immigrazione e
dei problemi ad essa connessi
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale
le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in
servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo
che quantitativo:
17
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi BISOGNO DEL CONTESTO
Emergenza accoglienza e accompagnamento dei richiedenti asilo (attualmente 35) e di un elevato numero di braccianti stagionali immigrati esclusi dalle soluzioni abitative offerte dal Piano di Accoglienza delle Istituzioni e che sono costretti a vivere in situazioni precarie e senza dignità in campi abusivi.
OBIETTIVO SPECIFICO: Potenziare e ampliare l’accoglienza dei lavoratori stagionali immigrati ed i servizi ad essa correlati e qualificare i percorsi in essere relativi all’accoglienza dei richiedenti asilo
MESI AZIONI-Attività
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
11
12
AZIONE 0: Ideazione del progetto
AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio
Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza
Attività 1.2 Convocazione degli enti del
territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza
AZIONE 2: Accoglienza in struttura
Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto
Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa
Attività 2.3 Prima assistenza
Attività 2.4 Fornitura di beni
Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità
AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione
Attività 3.1 Assistenza sanitaria
Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle
procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi)
Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale
Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale
Attività 3.5
Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti
AZIONE 4 Unità di strada
Attività 4.1 Interventi in strada
Attività 4.2
18
Monitoraggio e raccolta dati
AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati
Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
LA FASE DI IDEAZIONE DEL PROGETTO Il progetto “Mare di Speranza” è stato ideato in seguito a riunioni realizzate nel periodo temporale compreso tra aprile e giugno 2015.
In particolare si sono svolte le seguenti attività: - incontro preliminare con i responsabili di tutte le strutture coinvolte nel progetto;
- incontro preliminare con i responsabili delle strutture e la sede centrale di gestione del servizio civile nazionale per fissare le linee operative e programmare le attività; - creazione di due equipe predisposte a seguire e monitorare le due tipologie di emergenza;
- mappatura dei bisogni del territorio attraverso la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni e dei report della Prefettura e degli enti locali sull’”emergenza profughi” in Provincia e sull’”emergenza estiva” nel saluzzese; - incontri di coordinamento con il Servizio Immigrazione dell’ente; - contatti e consultazioni con le associazioni e gli enti pubblici che partecipano al tavolo di coordinamento dei progetti di accoglienza rivolto agli immigrati; - verifica delle risorse umane, materiali e strumentali a disposizione;
- definizione delle attività; - stesura dell’elaborato progettuale; AZIONE 1 – COORDINAMENTO CON ENTI E ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO Le equipe dell’Associazione che si occupano dell’emergenza riguardante i profughi e gli immigrati stagionali, avranno cura in sinergia tra di loro, di coordinarsi con gli altri enti e le associazioni che nel territorio si occupano di immigrazione, per unire le forze e
collaborare per migliorare la qualità dell’accoglienza dei migranti. 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza:
le due equipe si occuperanno dei tavoli operativi riguardanti le due tipologie di emergenza.
- Partecipazione agli incontri; - Incontri di condivisione informazioni tra le due equipe;
- Formulazione di proposte; - Creazione di sinergie e partenariati stabili con gli altri enti e associazioni per
implementare il piano di accoglienza; 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre le emergenze
- Mappatura degli enti pubblici e privati che si occupano di immigrazione nel territorio; - Contatti con i rappresentanti degli enti censiti; - Calendarizzazione e organizzazione logistica dei tavoli di lavoro; - Realizzazione degli incontri per ogni tavolo di lavoro concordato;
AZIONE 2: ACCOGLIENZA IN STRUTTURA
Gli immigrati, sia stagionali che richiedenti asilo, sono accolti in strutture di accoglienza in grado di farsene carico nel medio-lungo periodo, assicurando una relazione significativa che permetta di superare i momenti di difficoltà e sconforto. Alle persone accolte è garantita un’assistenza medica, oltre che l’accompagnamento ai servizi. Un’attenzione particolare è dedicata alle attività (formative e di svago), volte a promuovere un completo inserimento nella società. I servizi offerti rispondono agli
accordi stabiliti dalle convenzioni stipulate con la Prefettura relative ai richiedenti d’asilo. 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte dal progetto.
19
- Riunione tra il referente del servizio immigrazione dell’Associazione e i responsabili delle CPA per pianificare l'accoglienza dei migranti;
- Verifica delle risorse finanziarie e umane disponibili; - Reperimento generi alimentari;
- Riunioni periodiche di coordinamento tra gli operatori delle strutture; - Preparazione degli spazi destinati all’accoglienza;
2.2Servizi di gestione amministrativa - Ricevimento degli ospiti all’arrivo; - Registrazione degli ospiti sulla scheda di accoglienza (dati anagrafici, nazionalità, entrata, data della dimissione, tempi di permanenza, motivo); - Realizzazione di un piano di inserimento personalizzato con gli obiettivi da raggiungere
e la previsione di incontri di verifica per ciascun utente; - Controllo e verifica della piena funzionalità dell’efficienza degli impianti della struttura. 2.3 Prima assistenza - Visita della struttura; - Presentazione degli operatori che lavorano in struttura;
- Orientamento generale sulle regole comportamentali all’interno della struttura, nonché sulla relativa organizzazione;
- Assistenza ove necessario ai bambini e ai neonati componenti il nucleo familiare accolto; - Servizio di lavanderia; - Servizio di trasporto per eventuali spostamenti anche tra le strutture di
accoglienza che si rendessero necessari su richiesta della Prefettura/Utg.
2.4 Fornitura di beni La struttura di accoglienza fornirà tutti i generi di prima necessità come di seguito elencato:
a) effetti letterecci adeguati al posto occupato, composti da materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte, che saranno periodicamente cambiati per l’avvio ai servizi di lavanderia, e quant’altro utile al confort della persona;
b) prodotti per l’igiene personale e vestiario intendendo la fornitura del minimo necessario al momento dell’accoglienza presso la struttura e, all’occorrenza, il rinnovo dei sotto elencati beni da effettuare periodicamente al fine di garantire
l’igiene e il decoro della persona.
Il rinnovo di generi consumabili con l’uso (quali sapone, shampoo, dentifricio, carta igienica, ecc.) sarà a carico della stuttura;
c) erogazione del “pocket money” ai richiedenti asilo nella misura di Euro 2,50 pro capite/ pro die, fino ad un massimo di Euro 7,50 per nucleo familiare. Il pocket money verrà erogato dalla struttura ospitante, in relazione alle effettive presenze registrate per ciascun ospite, dietro firma da parte del destinatario a riprova
dell’avvenuto rilascio. d) Erogazione di una tessera/ricarica telefonica di Euro 15,00 all’arrivo, se non già
erogata da altra struttura, ai richiedenti asilo. 2.5 Sostegno alla quotidianità - Creazione turni per la gestione della cucina;
- Creazione turni per le pulizie di casa; - Monitoraggio settimanale delle attività
AZIONE 3: AZIONI VOLTE ALL’INTEGRAZIONE 3.1 Assistenza sanitaria L’assistenza sanitaria verrà effettuata presso i presidi sanitari territoriali o medici di base,
compreso il trasporto necessario per raggiungere la struttura sanitaria. L’Apg XXIII garantirà l’accompagnamento dello straniero, qualora risulti necessario prenotare presso centri pubblici le visite specialistiche e gli esami diagnostici disposti dal medico, e accompagnare e assistere, se necessario, gli ospiti alle visite mediche specialistiche e in caso di ricovero in ospedale; - Coordinamento delle equipe per individuare un coordinatore responsabile
dell’assistenza sanitaria di tutte le sedi di progetto;
20
- individuazione di programmi individuali per ogni migrante degli accertamenti sanitari necessari e relative visite - individuazione in ogni sede di progetto del personale addetto all’accompagnamento dei migranti al ritiro del tesserino STP presso le ASL e alle visite;
- individuazione di personale delle sedi di progetto atte all’accompagnamento per le pratiche e le visite sanitarie anche dei richiedenti asilo che vivono nelle strutture di accoglienza non sede di progetto;
- individuazione di uno psicologo per i richiedenti asilo; - sostegno socio psicologo per i migranti di cui se ne valuta la necessità. 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (soltanto per i profughi) I richiedenti asilo vengono informati da un esperto, nella lingua che possono
comprendere, sulla modalità di presentazione della domanda di protezione internazionale e le procedure stabilite dalla normativa. A tale scopo si organizzano incontri di gruppo durante i quali viene richiesto l’intervento di mediatori culturali. Questi incontri vengono svolti periodicamente in base alla richiesta degli immigrati, in alcune occasioni vengono invitate anche le autorità competenti del territorio per trasmettere la formalità della norma e la tassatività dei termini, anche durante questi incontri viene richiesto l’intervento di mediatori culturali ed anche degli operatori. Vengono inoltre predisposti dei
colloqui con un avvocato.
- indicazione da parte dell’equipe di un coordinatore responsabile delle procedure di richiesta di asilo; - organizzazione delle attività di informazione sulla normativa concernente l’immigrazione, i diritti e doveri e condizione dello straniero; - individuazione e predisposizione dei locali dove organizzare le attività di informazione; - organizzazione dell’incontro e diramazione dell’avviso a tutte le sedi di progetto e alle
strutture che accolgono i 50 richiedenti asilo; - individuazione dei mediatori culturali e invito agli incontri; - individuazione di un avvocato e organizzazione degli incontri individuali; - Servizio di assistenza per la stesura della domanda di asilo; - Accompagnamento dei migranti nelle varie fasi volte al soddisfacimento della richiesta
di asilo
3.3 Assistenza linguistica e culturale; Vengono organizzati corsi di italiano per facilitare l’integrazione dei migranti nel contesto territoriale.
- indicazione di un coordinatore responsabile dell’assistenza linguistica e culturale; - indicazione di un gruppo di insegnanti e volontari che si occupano dell’insegnamento;
- creazione di un piccolo test per valutare il livello di scolarizzazione dei migranti, la conoscenza della lingua italiana e la conoscenza di altre lingue; - somministrazione del test nelle strutture dell’ente; - individuazione dei casi in cui organizzare delle lezioni frontali pre-corso, e loro organizzazione e individuazione sedi adeguate allo scopo - organizzazione di gruppi di studenti in base al risultato del test, della nazionalità di
origine e della lingua (inglese o francese) da utilizzare nella prima fase del corso; - individuazione delle sedi dove tenere le lezioni, calendarizzazione del corso e predisposizione dei locali e del materiale; - svolgimento delle lezioni frontali semplificate con metodi interattivi e l’ausilio di materiale didattico di vario livello; - individuazione dell’offerta formativa del territorio; - iscrizione degli ospiti, laddove richiesto, alle scuole di italiano presenti nel territorio.
3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo
inserimento nel contesto economico e sociale - individuazione del coordinatore e dei volontari che si occuperanno dell’orientamento alle attività individuate nelle sedi di progetto e per i richiedenti asilo accolti nelle strutture non sede; - Colloquio motivazionale con i migranti;
- Verifica delle singole competenze; - Identificazione del bisogno formativo specifico; - collaborazione con chi si occupa dell’assistenza linguistica e culturale e verifica della conoscenza della lingua italiana scritta e parlata; - Analisi dei bisogni a livello locale, regionale e nazionale; - Individuazione dei corsi di formazione utili relativamente al bisogno individuato;
21
- Ricerca di tirocini formativi. . 3.5 Sensibilizzazione e promozione di attività di socializzazione per i migranti.
L’obiettivo di questa azione è l’organizzazione di momenti e eventi specifici atti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione e all’organizzazione di attività di informazione e socializzazione che possano favorire l’inserimento e
l’integrazione dei migranti nel territorio. Organizzazione di eventi interculturali e multietnici - Organizzazione di momenti di convivialità per gli accolti nelle CPA aperti alla
cittadinanza - Contatti con Associazioni di immigrati, strutture ricreative e parrocchie presenti sul
territorio
- Strutturazione di eventi pubblici conviviali con cucina etnica, manifestazioni sportive (es. torneo di calcetto multirazziale) ecc. da realizzare in sinergia con le altre realtà del territorio tra cui la Diocesi e la Polisportiva Piaschese
- Stampa e distribuzione di locandine e volantini per pubblicizzare gli eventi Sensibilizzazione della cittadinanza attraverso l’informazione e il dialogo
- Presentazione delle attività dell’Ente agli enti pubblici e privati del territorio - Realizzazione di incontri pubblici con interventi e testimonianze degli operatori dell’ente
e degli immigrati - Stampa e distribuzione del report informativo sulla situazione degli immigrati realizzato
dall’associazione in collaborazione con gli altri soggetti del territorio che si occupano del fenomeno
- Incontro presso la Parrocchia S.M. Maddalena per creare una collaborazione con i parrocchiani e cittadini interessati relativamente alla raccolta di indumenti, beni di prima necessità soprattutto in concomitanza all’arrivo di nuovi scaglioni di immigrati
Organizzazione di attività di socializzazione
- incontri di equipe per la programmazione delle attività - realizzazione di laboratori formativi - giochi interattivi e di gruppo - partecipazione ad eventi locali organizzati dal comune o dalle parrocchie del territorio AZIONE 4: UNITA’ DI STRADA
Per i migranti stagionali che non potranno essere ospitati in struttura e che saranno
costretti ad accamparsi negli alloggi o ripari di fortuna, l’ente come ogni anno si impegna attraverso l’unità di strada, a prendere contatto per distribuire cibo, coperte, indumenti ed offrire sostegno psicologico e la relazione che fa sentire accolti e non soltanto assistiti. 4.1 Interventi in strada - Valutazione delle modalità e dei risultati delle unità di strada realizzate nell’ultimo anno
- Analisi delle caratteristiche dell’utenza supportata nello scorso anno - Verifica della risorse umane e materiali disponibili necessarie per realizzare gli
interventi - Stesura di un calendario e realizzazione delle unità di strada - Sostegno, grazie alla Fondazione San Martino di ricerca di soluzioni abitative
4.2 Monitoraggio e raccolta dati - Ideazione e stesura di un programma di monitoraggio dei braccianti immigrati
accampati in rifugi di fortuna - Raccolta dati (utenti contatti durante le unità di strada, beni distribuiti, mappatura dei
luoghi in cui si accampano i migranti ecc.)
- Individuazione di soggetti idonei per apertura microcrediti con la collaborazione della Fondazione San Martino
- Raccolta e discussione in equipe delle criticità emerse - Stesura report
AZIONE 5: VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INTERVENTI REALIZZATI Scopo della seguente azione è quella di verificare il lavoro svolto per poter migliorare e qualificare i percorsi in essere. 5.1 Valutazione degli interventi effettuati - Incontri di verifica delle attività svolte con tutti gli operatori e i volontari coinvolti nel
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progetto; - Confronto con i comuni coinvolti e gli enti coinvolti; - Valutazione dei progressi raggiunti; - Valutazione dei punti di forza e debolezza;
5.2 Incontri d’equipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
- Confronto degli operatori col servizio immigrazione dell’ente sui risultati raggiunti; - Brainstorming di idee e proposte con gli operatori e i volontari delle CPA e delle
strutture di accoglienza coinvolte; - Valutazione del budget disponibile; - Elaborazione di nuove proposte;
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con
le predette attività
RUOLO NUMERO
Responsabilità di struttura 10
Operatori di struttura 11
Educatori 5
Insegnante 2
Psicologo 2
Ingegnere 1
Insegnante volontario 1
Medico volontario 1
TOTALE PERSONALE COINVOLTO 30
1. Capanna di Betlemme don Oreste Benzi
N° RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’
ATTIVITA’
1 Responsabile di struttura
Coordinatore dell’ equipe socio-educativa. Si occupa della gestione della struttura e delle relazioni con il territorio.
AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Educatore Laureando in Scienze
AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio
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dell’educazione. Esperienza pluriennale in gestione e coordinamento di progetti di accoglienza e reinserimento di immigrati/profughi.
Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Operatore di struttura
Responsabile delle attività diurne e della gestione quotidiana delle accoglienze
AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Psicologo
Psicologo. Esperto in progetti di integrazione e sostegno agli immigrati e rifugiati
Attività 2.3 Prima assistenza Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
1 Insegnante (volontario)
Laurea Magistrale in Lingue e Letteratura Straniera Esperienza pluriennale di insegnamento e sostegno scolastico.
Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale
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2. Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell’Amicizia”, Costigliole di Saluzzo
N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’
ATTIVITA’
2 Responsabili di struttura
A. Educatore professionale; mantiene i rapporti con gli enti e le associazioni del territorio, nonché con le altre strutture dell’associazione
B. Operatore socio sanitario, coordina la gestione della casa
AZIONE 0: Ideazione del progetto AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza
Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Ingegnere iscritto all’albo
Responsabile delle attività diurne e della prima accoglienza del dormitorio, mantiene le relazioni con le istituzioni e la prefettura
AZIONE 0: Ideazione del progetto AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio
Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi)
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Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
4 Operatori di struttura
C. Geometra collabora nelle attività diurne responsabile della gestione del verde D. Responsabile di parte delle attività diurne
E. Responsabile della parte strutturale collabora nella gestione quotidiana della casa F. Responsabile dell’organizzazione diurna della struttura, segue la gestione degli immigrati/rifugiati accolti in struttura
Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati D. Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 4 Unità di strada Attività 4.1
Interventi in strada Attività 4.2 Monitoraggio e raccolta dati AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati E. AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati F. AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione
Attività 3.1 Assistenza sanitaria
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Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
1 Psicologo
Responsabile della parte medica della struttura Gestisce e coordina gli incontri di supervisione agli operatori , agli accolti se necessario media i conflitti tra le parti
Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Educatore professionale
Segue i progetti individualizzati degli immigrati/rifugiati, gestisce le attività esterne della struttura
AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
3. Casa di Pronta Accoglienza “Nostra Signora della Speranza”, Saluzzo
N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’
ATTIVITA’
2 Responsabili di struttura
A. Educatore professionale, segue i percorsi di reinserimento sociale degli immigrati/rifugiati; mantiene i rapporti con gli enti del territorio e le altre strutture dell’associazione
AZIONE 0: Ideazione del progetto AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione
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B. Corresponsabile,
laurea in scienze
della comunicazione internazionale, coordina la gestione della casa, esperto in mediazione culturale
Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità _____________________________________ AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Psicologo Corresponsabile della parte medica della struttura. Gestisce e coordina gli incontri di supervisione agli operatori , agli accolti se necessario media i conflitti tra le parti
Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1 Medico volontario
Responsabile della parte medica della struttura. Esperienza pluriennale di assistenza a immigrati/rifugiati
Attività 3.1 Assistenza sanitaria AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
2 Operatori di struttura
Responsabile della prima accoglienza del dormitorio
Collaboratore nella gestione della struttura
AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione
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Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
4. Casa di Pronta Accoglienza, Savigliano
N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’
ATTIVITA’
2 Responsabili di
struttura
Infermiere ed educatore sociale,
coordina la gestione quotidiana della
struttura e i progetti di inserimento degli immigrati/rifugiati
Infermiere professionale
responsabile dell’assistenza sanitaria e della gestione dell’accoglienza in struttura. Esperienza pluriennale
nell’accoglienza di migranti/rifugiati
Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione
Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
1
Educatore
Segue i progetti educativi individuali dei migranti/rifugiati accolti in struttura
AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità
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AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2 Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
3 Operatore
di struttura
1. Responsabile dell’organizzazione diurna della struttura 2. Responsabile della parte strutturale collabora nella gestione quotidiana della casa 3. Responsabile di parte delle attività diurne
Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
5. Casa di Prima Accoglienza “Caritas”, Saluzzo
N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’
ATTIVITA’
2 Responsabi Biologo, responsabile AZIONE 0: Ideazione del progetto
30
li di struttura
dei contatti con altri enti del territorio e con le strutture interne all’Associazione.
Esperienza pluriennale in attività di
integrazione/reinserimento immigrati/rifugiati. Responabile dell’assistenza sanitaria
Corresponsabile, coordina la gestione
della casa
AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio Attività 1.1 Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza Attività 1.2 Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati Attività 5.2
Incontri d’équipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
1 Operatore
di struttura
Responsabile dell’organizzazione diurna
della struttura
Attività 2.3 Prima assistenza
Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
2 Educatori professionali
1. Redige e supervisione i progetti individuali dei singoli
immigrati/rifugiati.
AZIONE 2: Accoglienza in struttura Attività 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità
31
Competenze specifiche di mediazione culturale
2. Redige e supervisiona i progetti individuali dei singoli immigrati/rifugiati . Gestisce le attività esterne alla struttura
Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3
Assistenza linguistica e culturale Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
6. Nucleo famigliare Dutto - Rinaudo
N° RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA’
ATTIVITA’
1 Responsabile di
struttura
Insegnante. Responsabile di casa
famiglia. Esperienza nella gestione e nel coordinamento di
progetti di accoglienza e reinserimento di immigrati/rifugiati
Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
1
Co-
responsabil
e di struttura
Operatore socio assistenziale. Responsabile della
gestione amministrativa
e dell’assistenza sanitaria. Esperienza pluriennale nella relazione di aiuto.
Attività 2.2 Servizi di gestione amministrativa Attività 2.3 Prima assistenza Attività 2.4 Fornitura di beni Attività 2.5 Sostegno alla quotidianità AZIONE 3: Azioni volte all’integrazione
Attività 3.1 Assistenza sanitaria Attività 3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi) Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il successivo inserimento nel contesto economico e sociale AZIONE 5 Valutazione e verifica degli interventi realizzati
32
Attività 5.1 Valutazione degli interventi effettuati
1 Insegnante (volontario)
Laurea Magistrale in
Lingue e Letteratura Straniera. Esperienza
pluriennale di insegnamento e sostegno scolastico a immigrati.
Attività 3.3 Assistenza linguistica e culturale
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
I volontari svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione dei progetti,
rappresentano una fonte di stimoli e arricchiscono con la propria esperienza
personale la realizzazione degli stessi.
Il Volontario viene accolto nella struttura e affianca i responsabili e gli educatori
nello svolgimento delle attività del progetto.
Per tutta la durata del servizio il volontario sarà affiancato e monitorato dall’OLP
di riferimento che gli viene assegnato a inizio servizio. Al volontario è data la
possibilità di vivere in prima persona un’esperienza reale di scambio culturale e
integrazione con i migranti e i rifugiati, di approfondire tematiche inerenti i
migranti/rifugiati e le loro condizioni di vita fornendo un un’importante
contributo alla maturazione di una coscienza civile che sappia superare
pregiudizi e stereotipi. L’interazione con gli altri ospiti delle strutture in cui si
presta servizio è anch’essa un’esperienza formativa.
Le modalità con le quali i volontari saranno inseriti nelle attività, supervisionati
da OLP e operatori di struttura sono le seguenti.
AZIONE 1: Coordinamento con enti e associazioni del territorio
Attività 1.1
Partecipazione ai tavoli operativi per l’accoglienza
- Assiste agli incontri di coordinamento delle due equipe interne
- Assiste come uditore ai tavoli operativi e compila moduli per la raccolta
delle informazioni che vengono fornite in tali incontri
- Collabora all’analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti
Attività 1.2
Convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione
e l’accoglienza oltre le emergenze
- Collabora alla stesura della mappatura degli enti pubblici e privati che si
occupano di immigrazione nel territorio
- Assiste agli incontri per ogni tavolo di lavoro concordato
AZIONE 2: accoglienza in struttura
Azione 2.1 Programmazione delle accoglienze nelle CPA e nelle altre strutture
coinvolte dal progetto
- Coadiuva le azioni di reperimento dei generi alimentari
- Partecipa alle riunioni periodiche di coordinamento tra gli operatori delle
strutture
- Aiuta nelle operazioni di allestimento degli spazi destinati all’accoglienza
Azione 2.3 Prima assistenza
- Viene presentato come volontario insieme agli operatori che lavorano in
struttura;
- Partecipa agli interventi di assistenza ove necessario ai bambini e ai
neonati componenti il nucleo familiare accolto;
- Aiuta nella gestione del servizio di lavanderia secondo turni prestabiliti
33
2.5 Sostegno alla quotidianità
- Affianca nella gestione dei turni per la gestione della cucina;
- Affianca nella gestione dei turni per la pulizia della casa;
- Fornisce dei feed-back rispetto al monitoraggio settimanale dell’attività
AZIONE 3: AZIONI VOLTE ALL’INTEGRAZIONE
3.1 Assistenza sanitaria
- Accompagna, quando richiesto, il personale addetto
all’accompagnamento per le pratiche e le visite sanitarie anche dei
richiedenti asilo che vivono nelle strutture di accoglienza non sede di
progetto per fornire aiuto negli spostamenti logistici e negli uffici
3.2 Assistenza per le attività di informazione e accompagnamento alle procedure
per la richiesta d’asilo (soltanto per i profughi)
- Partecipa all’organizzazione delle attività di informazione sulla normativa
concernente l’immigrazione, i diritti e doveri e condizione dello straniero
- Partecipa ai sopraccitati incontri
3.3 Assistenza linguistica e culturale
- Affianca gli insegnanti e i volontari nelle attività di somministrazione dei
test di livello linguistico e di insegnamento
- Affianca gli insegnanti e i volontari in caso di lezioni frontali
3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il
successivo inserimento nel contesto economico e sociale
- Assiste ai colloqui motivazionali dei migranti
- Collabora all’analisi dei bisogni a livello locale, regionale e nazionale
compilando appositi moduli
3.5 Sensibilizzazione e promozione di attività di socializzazione per i migranti.
- Partecipa ai momenti di convivialità per gli accolti nelle CPA aperti alla
cittadinanza
- Collabora alla distribuzione di locandine e volantini per pubblicizzare gli
eventi
- Partecipa agli incontri pubblici con interventi e testimonianze degli
operatori dell’ente e degli immigrati
- Collabora alle operazioni di distribuzione del report informativo sulla
situazione degli immigrati realizzato dall’associazione in collaborazione
con gli altri soggetti del territorio che si occupano del fenomeno sia
attraverso momenti di distribuzione diretta che attraverso la
compilazione di un database di indirizzi per gli invii a mezzo postale
- Assiste agli incontri di equipe per la programmazione delle attività
- Partecipa ai giochi interattivi e di gruppo, quando richiesto, all’interno
delle iniziative organizzate
AZIONE 4: UNITA’ DI STRADA
- Affianca gli operatori referenti nelle operazioni di unità di strada:
distribuzione cibo e vestiario
AZIONE 5: VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INTERVENTI REALIZZATI
5.1 Valutazione degli interventi effettuati
- Partecipa agli Incontri di verifica delle attività svolte cui ha partecipato
con gli operatori e i volontari coinvolti nel progetto
- Compila un questionario appositamente predisposto per i volontari per
fornire una propria valutazione
5.2 Incontri d’equipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
- Partecipa agli incontri di brainstorming di idee e proposte con gli
operatori e i volontari delle CPA e delle strutture di accoglienza coinvolte
34
9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
10) Numero posti con vitto e alloggio:
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
12) Numero posti con solo vitto:
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a:
1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate
3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o
conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile
4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione,
sensibilizzazione e promozione del servizio civile
5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del
servizio
6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite
domenicali, campi invernali ed estivi)
Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel
giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il
giorno di riposo di cui non si è usufruito.
Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di
formazione non è possibile prendere giornate di permesso.
12
0
0
30
5
12
(Allegato 1)
35
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:
N.
Sede di
attuazione del
progetto
Comune Indirizzo
Cod.
ident.
sede
N. vol. per
s
e
d
e
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Nominativi dei Responsabili Locali di Ente
Accreditato
Cognome
e nome
Data di
nascita C.F.
Cognome
e nome
Data
di
nascita
C.F.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
(Allegato 1)
36
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse
nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle
leggi 772/72 e 230/98, oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che
all’estero.
Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio
civile e coNsci dell’apporto che produce sia livello sociale che formativo -
culturale, si ritiene che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere
limitate al singolo progetto o strettamente all’arco di pubblicazione e scadenza
del bando, ma debbano essere permanenti e realizzarsi trasversalmente ad ogni
attività dell’Ente.
L’Ente si è dotato da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni
territoriali, laddove è presente, che espleta anche la funzione di struttura di
gestione per il Servizio Civile.
Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che
riceve richieste di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e
relativi progetti da parte di giovani interessati o semplicemente curiosi, che
possono disporre anche di un numero verde dedicato che a tal fine è stato
attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e promuove azioni di
sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo
strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è
la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e
la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva
didattica attiva, operativa ed immediata.
Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla
promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un
secondo monte ore dedicato alla promozione del singolo progetto. Alla somma di
questi , riportati nella tabella seguente, si dovrebbero aggiungere una serie di
attività , non quantificabili che comunque concorrono alla realizzazione del
piano di promozione.
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione
del Servizio Civile Nazionale
A=36
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “ MARE DI SPERANZA ”
C= 60
TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+C= 96
Alle suddette 96 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente
misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione
rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza.
Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N. ORE
A Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale”
dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si
svolge a cadenza annuale ed ha rilevanza internazionale,
12
(Allegato 1)
37
a cui partecipano tutte le zone periferiche
dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del banchetto.
Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la
rubrica “Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio
Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e
illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di
volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero.
12
Interventi in qualità di relatori o testimonianze di
volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari,
banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc.
12
TOTALE ORE QUANTIFICABILI 36
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI
B
Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596
Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale.
Acquisto di post targettizzati sul social network Facebook per raggiungere il target di utenti interessati al Servizio Civile Nazionale.
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore N. ORE
C
Incontro pubblico (nell’atto dell’eventuale approvazione
del presente progetto) che illustri e chiarifichi ai giovani
interessati a presentare domanda il percorso progettuale.
Verranno inoltre presentate le esperienze di alcuni
volontari che hanno concluso il periodo di SCN con l’Ente
in progetti analoghi, preferibilmente nello stesso
territorio.
4
Incontri/testimonianze con gruppi giovanili parrocchiali:
- Parrocchia di Costigliole Saluzzo
- Parrocchia Sant’Antonio Abate di Fossano
- Parrocchia della Spirito Santo di Fossano
- Parrocchia S.Giovanni – Piasco
- Parrocchia del Duomo di Saluzzo
- Parrocchia dei Salesiani di Cuneo
- Oratorio Don Bosco di Saluzzo
- Oratorio di Busca
- Gruppo Scout Agesci di Saluzzo
12
(Allegato 1)
38
Interventi nelle scuole: interventi di 2 ore nelle classi
superiori situate nel territorio di realizzazione del progetto.
- Liceo Classico Silvio Pellico
- Ist. Magistrale Edmondo De Amicicis
- Liceo Classico G. Arimondi
- Liceo Scientifico G. Ancina
- I.T. Commerciale E. Tesauro
- I.T. Induistriale G. Vallari
- Ist. Magistrale Giacomo Soleri
- I.T. Commerciale C. Denina
- Istituto Professionale Statale Aimone Cravetta-
Guglielmo Marconi
16
Organizzazione di incontri pubblici :
- Partecipazione all’iniziativa organizzata
dall’Associazione Comunità Papa Giovanni
XXIII “Un pasto al giorno”
- Partecipazione con banchetti ai seguenti
eventi:
- Life for Flying – Verzuolo (CN)
- Fiera di S.Giovenale – Fossano (CN)
- Coloratissimo Autunno – Fossano (CN)
- Sport in Piazza – Fossano (CN)
- Sport in Piazza – Cuneo
- Sav in Palla – Savigliano (CN)
- Fiera del Tartufo - Alba (CN)
- Fiera del Marrone e Grande Fiera d’Estate –
Cuneo
- Sagra d’Autunno – Piasco (CN)
- Organizzazione di un evento sportivo pubblico:
- Torneo di calcetto “Don Oreste Benzi”
28
TOTALE ORE QUANTIFICABILI 60
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ Non quantificabili in ore
D
Pubblicizzazione del progetto
Promozione su siti web:
1. www.apg23.org
2. www.odcpace.org
3. www.antennedipace.org
4. www.condividere.eu
Newsletters a:
Gruppi scout a livello nazionale Informagiovani del territorio nazionale Centri missionari diocesani d’Italia Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio provinciale
(Allegato 1)
39
Promozione con inserti su riviste/quotidiani:
- Mensile “Sempre” - Corriere di Saluzzo - Fedeltà di Fossano - Guida di Cuneo - Corriere di Savigliano
Affissione e distribuzione di materiale promozionale presso: - Associazione di volontariato Condividere - Cooperativa Il Casolare - Polisportiva Piaschese - Granda Zuccheri - La Scala del Re di Piozzo
- Informagiovani di Savigliano e Cuneo - Scuole - Parrocchie di tutte le sedi periferiche dell'Ente - Università di Savigliano facoltà di Scienze dell'Educazione - Università di Cuneo facoltà di Giurisprudenza
Stampa e diffusione di volantini (n° copie: 600), manifesti (n° copie: 60) e biglietti da visita (n° copie: 600) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.
DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 96
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso Dipartimento della
Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di
1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso Dipartimento della
Gioventù e del Servizio Civile Nazionale
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
(Allegato 1)
40
SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla
legge 6 marzo 2001, n. 64:
NESSUNO
23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:
RISORSE FINANZIARIE GENERALI Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo
particolare alla promozione del progetto, alla formazione specifica alle attività per il
raggiungimento degli obiettivi specifici in riferimento alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse finanziarie aggiuntive sono così presentate e suddivise nelle seguenti tabelle. A. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto
Sottovoci Descrizione spesa Risorse
finanziarie Elaborazione grafica materiale promozionale
Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione
120 euro
Stampa materiale promozionale
Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 500 copie di volantini e 100 copie di manifesti (come da box 17)
180 euro
Spese Numero Verde
Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17)
60 euro
Acquisto
indirizzario target giovani
Vengono acquistati da aziende specializzate,
indirizzi privati in riferimento al target dei giovani del territorio
120 euro
Invio lettere informative
L’ente invia ai giovani del territorio materiale tramite posta prioritaria (mailing list, Promo Posta, spedizioni varie)
180 euro
Partecipazione ad eventi
L’ente partecipa come descritto nei box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di
viaggio ai volontari coinvolti
240 euro
Totale spesa A: 900 euro B. Formazione specifica
Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie
Materiale
didattico
Durante il corso vengono somministrati
materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari
100 euro
Organizzazione logistica del
coordinatore
La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un
coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule
500euro
Tutor d’aula Come previsto nei box della formazione, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno
500l euro
(Allegato 1)
41
dell’aula che faciliti la partecipazione e curi
l’efficacia dell’ambiente pedagogico
Formatori Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita, altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento
500 euro
Totale spesa B: 1600euro
C. Risorse specifiche
Azioni/attività Descrizione spesa Risorse finanziarie
1.1 partecipazione al tavolo operativo per
l’accoglienza predisposto dal comune
Quota carburante automezzi 600€
Uso cellulare 100€
1.2 convocazione degli enti del territorio a tavoli di lavoro specifici sull’integrazione e l’accoglienza oltre l’emergenza
Quota carburante automezzi 600€
Uso cellulare 100€
2.1 programmazione delle accoglienze nella CPA e nelle altre strutture coinvolte nel progetto
Rimborso carburante 300€
Spese di cancelleria 100€
Tuner stampante 200€
Uso telefono/cellulare 100€
2.2 servizi di gestione amministrativa
Spese di cancelleria 100€
Tuner stampante 200€
Uso telefono/cellulare 100€
2.3 prima assistenza Materiale per igiene personale
2500€
Attività 3.1 Assistenza sanitaria
6 cassette con kit medicazioni di base
420€
Spese di cancelleria per schedari
200€
Attività 3.2 Assistenza per le attività
di informazione e accompagnamento alle procedure per la richiesta d’asilo (per i profughi)
Rimborso carburante 500€
Spese marche da bollo/cancelleria
2000€
Attività 3.3 Assistenza linguistica e
culturale
Materiale vario di cancelleria 200€
Costi ammortamento usura materiale
200€
Attività 3.4 Attività per l’acquisizione di competenze specifiche
atte a favorire il
successivo inserimento nel contesto economico e sociale
Materiali per laboratori 800€
Quota carburante per
escursioni educative sul territorio
500€
Ammortamento danneggiamento/usura materiale
500€
Attività 3.5 Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per i migranti
Stampa e distribuzione di locandine per pubblicizzare gli eventi
1000€
Materiali di consumo e generi alimentari per cene
1000€
(Allegato 1)
42
etniche
Affitto/rimborso spese uso locali
500€
Attività 4.1 Interventi in strada
Coperte, quota carburante 1.000 €
5.1 Incontri d’equipe per valutazione di nuove proposte e progettualità
Materiale di segreteria e cancelleria
100 €
Totale pese 13920€
TOTALE A+B+C = 16240
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
La rete dei partners che sostengono il nostro progetto è composta dai seguenti
partners.
SOGGETTI PROFIT
Granda Zuccheri
Collabora alla realizzazione delle seguenti attività:
Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per
i migranti
Attraverso
finanziamenti in natura (zucchero) o in denaro (di modesta entità) per
eventi di sensibilizzazione organizzati in relazione all'oggetto
appoggia e collabora con la propria struttura personale e attrezzatura,
nell'organizzazione ed attuazione di tali eventuali iniziative
la promozione del progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini
all'interno dello stabilimento e nei propri punti vendita
SOGGETTI NO-PROFIT
Cooperativa Il Casolare
Collabora alla realizzazione delle seguenti attività
Attività 2.4 - Fornitura di beni
Attività 3.4 - Attività per l’acquisizione di competenze specifiche atte a favorire il
successivo inserimento nel contesto economico e sociale
Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per
i migranti
Attraverso :
fornitura a titolo gratuito di latte e frutta per le strutture
disponibilità per attività ergoterapiche delle persone inserite nelle case di
pronta accoglienza e nelle famiglie accoglienti
promuove il progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini
(Allegato 1)
43
all'interno dei propri punti vendita
Polisportiva Piaschese
Collabora alla realizzazione delle seguenti attività:
Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti
per i migranti
Attraverso:
Disponibilità settimanale della palestra per gli allenamenti di calcio dei
ragazzi inseriti nelle case dell'ente;
disponibilità della palestra e dei locali a nostro uso per momenti di sport,
amicizia e condivisione delle persone inserite nelle strutture dell'ente, con
chi quotidianamente frequenta la nostra palestra;
disponibilità della palestra per lo svolgimento di un torneo di calcio a
cinque tra i ragazzi della comunità e di altre associazioni;
promuove il progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini
all'interno dei propri punti vendita
Associazione di Volontariato Condividere
Collabora alla realizzazione delle seguenti attività:
Attività 3.5 - Attività di sensibilizzazione e promozione di attività socializzanti per
i migranti
Attraverso:
promozione del progetto affiggendo locandine e distribuendo volantini
pubblicizza le iniziative sul sito www.condividere.eu
garantisce la disponibilità di due volontari da affiancare, a richiesta, nello
svolgimento delle attività previste dal presente progetto.
VEDI ALLEGATI
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del progetto
in riferimento agli obiettivi prefissati ed alle attività previste nel punto 8.1.
Attività Risorse tecniche e strumentali
1.1 partecipazione al tavolo operativo
per l’accoglienza predisposto dal
comune
1.2 convocazione degli enti del
territorio a tavoli di lavoro specifici
sull’integrazione e l’accoglienza oltre
l’emergenza
6 autovetture
3 sale riunioni messe a disposizione
dal comune
3 microfoni
6 cellulari
3 notebook
2 fax
(Allegato 1)
44
2.1 programmazione delle
accoglienze nella CPA e nelle altre
strutture coinvolte nel progetto
2.2 servizi di gestione amministrativa
2.3 prima assistenza
2.4 fornitura di beni
10 furgoni per il trasporto utenti
4 autovetture per esigenze di servizio
e trasporto utenti
6 computer
6 stampanti
6 scanner
6 connessioni ADSL
6 telefoni
166 posti letto su 33 stanze
6 cucine attrezzate
100 docce
12 lavatrici
Materiale di facile consumo per
l’igiene (guanti monouso, spugnette,
detergenti per igiene personale)
6 saloni adibiti a sala da pranzo con
48 tavoli e 384 sedie
Vestiti usati da distribuire
Attività 3.1
Assistenza sanitaria
Attività 3.2
Assistenza per le attività di
informazione e accompagnamento
alle procedure per la richiesta d’asilo
(per i profughi)
Attività 3.3
Assistenza linguistica e culturale
Attività 3.4
Attività per l’acquisizione di
competenze specifiche atte a favorire
il successivo inserimento nel contesto
economico e sociale
Attività 3.5
Attività di sensibilizzazione e
promozione di attività socializzanti
per i migranti
6 cassette con kit di medicazione di
base
6 cassette di farmaci di prima
necessità
6 autovetture per accompagnare gli
utenti a visite mediche/uffici
6 pc per archiviare cartelle sanitarie
e documentazione amministrativa
12 schedari (6 per le cartelle
sanitarie e 6 per la documentazione
amministrativa)
6 connessioni ADSL
Materiale vario di cancelleria
4 laboratori attrezzati per attività di
assemblaggio, bricolage
4 laboratori per attività di studio
4 lavagne
6 lettori CD e altra strumentazione
per la gestione del tempo libero
4 Proiettori
Lettori dvd e materiale audiovisivo
Giochi in scatola, riviste, libri, palloni
carte da gioco per la gestione del
tempo libero
4 tavoli da calcetto
3 tavoli da ping pong
4 saloni per incontri e feste capienza
150 persone
4 impianti audio
4 impianti luce
(Allegato 1)
45
Attività 4.1
Interventi in strada
Attività 4.2
Monitoraggio e raccolta dati
3 autovetture per l’unità di strada
Vestiti usati da distribuire
Pasti e bevande
Schede cartacee di monitoraggio
Penne
1 schedario per la raccolta e
archiviazione dei cartacei
1 pc per l’elaborazione dei dati
1 stampante
1 connessione ADSL
5.1 Valutazione degli interventi
effettuati
5.2 incontri di equipe per valutazione
nuove proposte e progettualità
2 sale riunioni
Schede cartacee di rilevazione
1 pc per l’elaborazione dei dati
1 stampante
1 connessione ADSL
1 scanner
(Allegato 1)
46
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
NESSUNO
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
NESSUNO
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,
certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Il progetto MARE DI SPERANZA rende possibile l'acquisizione delle seguenti
competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal
“Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze”, ai sensi
della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del 19/04/2006 n.530
Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di
Competenza che compongono la qualifica relativa alla figura professionale
dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi
socio-sanitari” prevista dal citato sistema.
UNITÀ DI
COMPETEN
ZA
CAPACITÀ
(ESSERE IN GRADO
DI)
CONOSCENZE
(CONOSCERE)
2.
Animazione
sociale
Stimolare capacità di
socializzazione ed
emancipazione per
ostacolare l'isolamento
socio-affettivo
Caratteristiche evolutive e
dinamiche di cambiamento di individui
e gruppi.
Strumenti e tecniche di analisi e
rilevazione dei bisogni: colloqui
individuali e di gruppo, interviste,
questionari.
Il rapporto individuo-società:
processi di marginalizzazione e
devianza.
Caratteristiche psicopedagogiche
dei diversi modelli familiari.
Strumenti e tecniche di analisi e
verifica degli interventi: test, schede di
analisi, report, ecc.
Metodologie della ricerca sociale:
analisi territoriale, analisi dei dati, la
ricerca di intervento, ecc.
Tradurre bisogni,
manifesti e non, di
singoli e gruppi, in azioni
di scambio e confronto
reciproco
Individuare ed
incoraggiare occasioni di
incontro ed integrazione
sociale
Riscontrare il livello di
partecipazione e
coinvolgimento dei
fruitori individuando
ulteriori ambiti di
intervento
(Allegato 1)
47
3.
Animazione
educativa
Interpretare dinamiche
comportamentali e
criticità latenti
dell'utente con approccio
empatico e maieutico
Tecniche di comunicazione e
relazione con l'utente.
Principali riferimenti legislativi e
normativi in materia di servizi socio-
sanitari ed assistenziali.
Organizzazione dei servizi socio-
assistenziali e delle reti informali di
cura.
Tecniche di animazione: teatrale,
espressiva, musicale, motoria, ludica.
Tipologie di laboratorio manuale:
disegno, pittura, lavori a maglia,
cartapesta, creta, ecc.
Principali tecniche di analisi della
personalità e della relazione d'aiuto.
Principi comuni e aspetti applicativi
della legislazione vigente in materia di
sicurezza.
La sicurezza sul lavoro: regole e
modalità di comportamento (generali e
specifiche).
Trasmettere modelli
comportamentali positivi
per contrastare fenomeni
di devianza e
disadattamento
Innescare processi di
conoscenza e di
consapevolezza del sé e
di riconoscimento dei
propri bisogni e
motivazioni
Stimolare dinamiche di
crescita personale
attraverso riflessioni ed
elaborazione di
atteggiamenti e
comportamenti
L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su
richiesta dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI -
FORMAZIONE PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod.
organismo 742), ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e
integrata successivamente con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio
di apposito “Certificato di competenze“
Per tutta la documentazione relativa cfr. Allegati
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei
progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione
di tipo residenziale.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti
sedi:
- Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013
Mercatino Conca (PU)
- Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)
- Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
(Allegato 1)
48
- Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica
- Casa San Michele – Loc. Gualdicciolo – Repubblica di San Marino (RSM)
- Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, via Villafalletto 24 Fossano
CN
- Casa diocesana di Altavilla loc Altavilla n°29 Alba CN
30) Modalità di attuazione:
La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in
quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima
classe nell’albo nazionale.
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni
contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della
Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale
dei giovani in servizio civile nazionale”.
La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore
complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore
complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo),
simulazione, role-play, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in
plenaria, visite di realtà presenti sul territorio.
Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di
valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto
educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo.
La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla
consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale-
quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di
cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-
conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti
formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al
fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie
opinioni.
La formazione generale si effettua, ove possibile, in modo residenziale,
cercando di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un
ambiente eterogeneo, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e
alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare
l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento
reciproco.
La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa
(Allegato 1)
49
esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e
trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la
tutela del bene comune.
Qualora, per vari motivi, non si riesca a garantire la residenzialità, comunque la
presenza del tutor d’aula garantisce una qualificazione dei momenti informali,
che comunque hanno una valenza formativa, in particolare rispetto alle
dinamiche di gruppo.
Il tutor d’aula ha gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni
interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali
situazioni conflittuali all’interno del gruppo.
Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare,
coordinare, supervisionare il percorso formativo.
33) Contenuti della formazione:
Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N.
160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile
Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile
nazionale” e quindi al sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il
percorso formativo proposto l’ente vuole permettere ai volontari di acquisire
competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma
soprattutto una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi,
attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della
Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il
percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria, della
cittadinanza attiva e della nonviolenza, in quanto il servizio civile, oltre ad
essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di
formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per
potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi
temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei
primi mesi, sia tra 7° e 9° mese, proprio perché ai volontari sia chiara la cornice
entro la quale si colloca la loro esperienza.
La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti,
via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di
progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana,
europea e mondiale.
Come previsto dal Sistema di formazione accreditato dall’ente, si prevede la
realizzazione di una giornata formativa all’avvio del servizio, seguita da un corso
di formazione generale tra il 3° e 4° mese di servizio, pari all’80% delle ore. Il
restante 20% verrà erogato tra il 7° e il 9° mese di servizio .
1. “Valori e identità del servizio civile”
I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di
servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il
SCN. Forniscono quindi fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui
leggere la propria esperienza.
1.
1
L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
- Conoscenza fra i volontari
- Costruire un’identità di gruppo
- Condivisione di motivazioni e aspettative
- Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile
(Allegato 1)
50
Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo
dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie
aspettative, le motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di
difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di
accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è
il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile.
1.
2
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale:
evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà
- La storia del servizio civile e la sua evoluzione:
o La storia dell’Obiezione di Coscienza
o Dalla legge 772/72 alla legge 230/98
o I valori e le finalità della legge 64/2001
o Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e
differenze
Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari
Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile
nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in
Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n.
230/98, fino ad arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata
dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria con mezzi ed
attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre
forme di intervento ed impegno sociale.
1.
3
Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e
nonviolenta
- La Costituzione italiana:
o Art. 52 della costituzione
o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05
o I diversi concetti di patria: patria nella società post-moderna;
- Concetto di difesa della Patria:
o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea
di patria nella società post-moderna;
o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione
e dalla Dichiarazione dei diritti umani
- Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali
di difesa civile non armata e nonviolenta
- Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili
- Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN
Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso
mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali
della solidarietà (art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del
progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione
dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico
ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.).
Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa
alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si
potranno approfondire le tematiche relative alla “gestione e trasformazione
nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di
“peacekeeping” e “peacebuilding”.
Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a
trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti
multimediali quali video, letture, canzoni. Alla modalità frontale sarà
affiancata una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo,
discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei
(Allegato 1)
51
volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che
rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è
influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di
condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e pre-concetti, ri-
attribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di
servizio civile.
Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese
di servizio.
1.
4
La normativa vigente e la carta di impegno etico
- La carta di impegno etico
- Le norme attuali
Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile
espressi nella “Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme
legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di
applicazione riguardanti l’ordinamento e le attività del servizio civile
nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione
della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante
dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.
2. “La cittadinanza attiva”.
L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune,
alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche
di ciascuno.
Tali moduli saranno ripresi tra il 7° e 9° mese per essere riletti alla luce dei mesi
di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo.
2.
1
La formazione civica
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Carta costituzionale
Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)
La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che
contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e
quadro di riferimento per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati
funzione e ruolo degli organi costituzionali, in particolare l’iter legislativo.
Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze
civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante
di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione.
2.
2
Le forme di cittadinanza
5. Concetto di cittadinanza attiva
o condivisione di conoscenze ed esperienze;
o Concetto di cittadinanza planetaria
6. Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al
sottosviluppo
7. Ruolo del volontario in servizio civile nella società
Il ruolo di ANTENNA: l’informazione critica e dal basso come
forma di cittadinanza attiva
Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e
collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva.
Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e
saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione: uno di questi è
l’uso dell’informazione alternativa, dal basso, con cui potranno condividere la
propria esperienza di servizi civile, portando alla luce criticità del territorio di
(Allegato 1)
52
servizio e le possibili soluzioni. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio
concetto di cittadinanza planetaria, cercando di sviluppare nei volontari un
approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello
locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno
sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che
caratterizza la società globalizzata.
Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese
di servizio.
2.
3
La protezione civile
Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile
Concetto di rischio: P x V x E
Il metodo Augustus
Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni
Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52
della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e
dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla
protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione
dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle
attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la
previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la
ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione e
tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le
norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.
2.
4
La rappresentanza dei volontari nel servizio civile
Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in
servizio civile
Consulta Nazionale per il Servizio civile
Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di
candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari
in servizio civile come una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva
presentate nei moduli precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed
importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex
volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.
3. “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”
I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti
presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema
del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola
queste relazioni. Il progetto rappresenta uno “spazio” condiviso.
3.
1
Presentazione dell’Ente
Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;
Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi;
L’intervento sociale dell’ente
o Modus operandi
o Ambiti e tipologie d’intervento
o Beneficiari
o Il progetto di servizio civile
- I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause:
o La differenza tra condividere e prestare un servizio
o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova
(Allegato 1)
53
o La società del gratuito
La presentazione dell’ente avviene attraverso la visita di una realtà di
accoglienza dell’associazione o attraverso la testimonianza di uno dei suoi
rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi
sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i
volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si
cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare
attenzione per quelli che coinvolgono i progetti in servizio civile.
Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività
dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è
emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause
che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.
3.
2
Il lavoro per progetti
- Metodologia della progettazione:
o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla
valutazione dei risultati attesi;
o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del
progetto;
- Valutazione della formazione;
L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di
progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del
bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che
rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di
servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con
particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. I volontari in
servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon coinvolgimento
è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro
crescita personale.
Per la buona gestione del progetto è importante anche che i volontari
conoscano le figure professionali coinvolte e i loro ruoli affinché si possano
raggiungere gli obiettivi previsti.
Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno
gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire
l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere.
Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione
attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e
una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e
punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti
necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.
3.
3
L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure
- Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province
autonome;
- Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali
coinvolte nei progetti;
Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli
enti di SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le
stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce
il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento
degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano
al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della
loro interazione è fondamentale.
(Allegato 1)
54
3.
4
Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile
nazionale
- Ruolo del volontario
- Diritti e doveri del volontario in servizio civile
In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario
concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile
nazionale” (DPCM 4 febbraio 2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti.
Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie
responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma
pubblica.
3.
5
Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto,
emittente, messaggio, canale, destinatario)
Elementi di comunicazione nonviolenta
La comunicazione nel gruppo
Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi
Gestione nonviolenta dei conflitti
In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla
formazione del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i
concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per
permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché
il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed
altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza
della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in
gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli obiettivi
preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i
conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i
membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle
dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e
della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto
come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e
l’autoregolazione dei gruppi.
34) Durata:
Moduli formativi
Quando Ore
lezioni
frontali
40%
Ore
dinamiche
non form.
60%
Total
e ore
L’identità del gruppo in formazione e
patto formativo
All’avvio
del
servizio
0 4 4
Presentazione dell’Ente All’avvio
del
servizio
2 0 2
Disciplina dei rapporti tra enti e
volontari del servizio civile nazionale
(diritti e doveri)
All’avvio
del
servizio
2 0 2
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio
Civile Nazionale: evoluzione storica,
affinità e differenze tra le due realtà
Tra 3° e
4° mese 1 2 3
Il dovere di difesa della patria – difesa Tra 3° e 2 5 7
(Allegato 1)
55
civile non armata e nonviolenta 4° mese
Rireso
Tra 7° e
9°
Il lavoro per progetti Tra 3° e
4° mese 1 2 3
L’organizzazione del servizio civile e le
sue figure
Tra 3° e
4° 2 0 2
La normativa vigente e la carta di
impegno etico
Tra 3° e
4° mese 1 1 2
La formazione civica Tra 3° e
4° mese 2 1 3
Le forme di cittadinanza Tra 3° e
4° mese
Ripreso
tra 7° e
9°
2 6 8
La protezione civile Tra 3° e
4° mese 1 1 2
La rappresentanza dei volontari nel
servizio civile
Tra 3° e
4° mese 2 0 2
Comunicazione interpersonale e
gestione dei conflitti
Tra 3° e
4° mese 0 4 4
TOTALE ORE FORMAZIONE
GENERALE
18 26 44
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di
attuazione dei progetti e della disponibilità di fruizione della struttura stessa.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti
sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013
Mercatino Conca (PU)
b) Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell’Amicizia” Via Fontana Torino
19, Fr. Ceretto – Castiglione Saluzzo (CN)
c) Casa Esercizi Spirituali Altavilla, via Altavilla 29 - 12051 Alba (CN)
d) Casa di Prima Accoglienza “Capanna di Betlemme” Fr. Mellea 1 –
12060 Farigliano (CN)
e) Centro Diurno Santa Chiara, Via Villafalletto 24 - 12045 Fossano (CN)
(Allegato 1)
56
f) Casa di Pronta Accoglienza “Nostra Signora della Speranza” via
dell’Annunziata 3 – 12037 Saluzzo (CN)
36) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente e esterni.
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Nome e cognome Luogo di nascita
Data di nascita
Codice fiscale
RICHARD ROMINA ANTONIETTA
Saluzzo (CN) 03/07/1974 RCH RNN 74 L 43 H727A
GALLO FABIO Cava de’ Tirreni (SA)
22/08/1969 GLL FBA 69 M22C361V
MORSELLI ALBERTO Mirandola (MO)
05/07/1959 MRS LRT 59 L05F240J
FRANCO ROBERTO Saint Tropez 23/01/1962 MRS LRT 59 L05F240J
ARRA’ SIMONA Macerata (MC)
29/09/1967 RRA SMN 67 P69E783H
CONTERNO IVANA Torino (TO) 10/07/1961 CNT VNI 61 L50L219P
AMBROSINO ERIO Villafalletto (CN)
30/03/1960 MBR REI 60C 30 L 942W
SEMINI FRANCO Genova (GE) 29/01/1953 SMN FNC 53 A29D969G
VITAGGIO KATIUSCIA Augusta (SR) 07/06/1975 VTG KSC 75 H47A494Z
BERGIA MAURIZIO Cuneo (CN) 28/01/1968 BRG MRZ 68 A28D205N
(Allegato 1)
58
COGNOME E NOME
COMPETENZE SPECIFICHE MODULO SVOLTO
RICHARD
ROMINA ANTONIETTA
Educatrice professionale attualmente è responsabile di
Casa Famiglia nonché operatrice part-time di un centro diurno della cooperativa “Il Ramo” dove conduce
diversi laboratori; ha maturato tre esperienza missionarie in Sud America (Cile, Bolivia, Venezuela); ha seguito diversi progetti di affidamento di minori disabili e non ed è stata tutor in diversi progetti di reinserimento sociale di donne straniere.
Modulo 3: La relazione d’aiuto
Modulo 15: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di
esperti Modulo 17: Il progetto “MARE DI SPERANZA” Modulo 18 : Partecipazione a convegni e ad eventi di carattere formativo legati alla
promozione di una cultura di pace e della cittadinanza attiva sul territorio
GALLO FABIO
Educatore professionale, O.S.S. (Operatore Socio Sanitario) laureato in Giurisprudenza, è stato quattro
anni responsabile di una Casa di Pronta Accoglienza; è stato tre anni assistente volontario nei carceri di Fossano e Saluzzo; da quindici anni è responsabile di
Casa Famiglia. Project manager di progetti sull’inserimento lavorativo di vittime della tratta.
Modulo 6:Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto
“MARE DI SPERANZA” Modulo 8: La normativa
(specifica per progetto)
MORSELLI
ALBERTO
Responsabile e addetto al Servizio di Prevenzione e
Protezione per la cooperativa Sociale Il Ramo dal 2006. Esperienza pluriennale come responsabile di Casa Famiglia e Pronta accoglienza in Italia e all’estero
Modulo 2: Formazione e
informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile
FRANCO ROBERTO
Educatore Professionale, dal ’93 responsabile di Casa Famiglia; esperienza ventennale in accoglienza di persone in stato di bisogno e disabilità di tipo fisico, psichico e sociale; esperienza pluriennale in inserimenti lavorativi di persone svantaggiate in cooperativa sociale.
Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente
ARRA’ SIMONA
Laurea in lettere classiche a indirizzo archeologico, laurea magistrale in psicologia con indirizzo sviluppo educazione, diploma di educatore professionale,
master in psicologia giuridica. E’ stata per 20 anni responsabile di una casa famiglia, ha lavorato in seguito come educatrice in un centro diurno per
disabili, ha sviluppato esperienze in campo clinico durante i tirocini sta terminando i suoi studi come psicoterapeuta
MODULO 13 Sentimenti ed
emozioni modulo 16 Devianze e migrazione
CONTERNO
IVANA
Laureata in medicina e chirurgia, specializzata in igiene e medicina preventiva. Docente di medicina sociale presso la scuola di Educatori Professionali.
Dal ’91 lavora presso il SerT di Savilgiano nel quale è stata anche responsabile del Servizio Tossicodipendenze dell’Asl 17 di Fossano
Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “MARE DI SPERANZA”
modulo 11 Elementi di primo e pronto soccorso e igiene
AMBROSINO ERIO
Educatore professionale in varie cooperative sociali, dal 1994 in politica, prima come consigliere comunale
e dal 2002 come assessore ai servizi socio-educativi del Comune di Cuneo. Dal 2009 al 2012 consigliere provinciale. Attualmente svolge il suo lavoro di educatore presso una cooperativa agricola sociale.
Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei
servizi del territorio che intervengono nell’ambito del DISAGIO ADULTO
(Allegato 1)
59
SEMINI FRANCO
Laureato in psicologia a Padova si è successivamente
specializzato in percorsi formativi di psicologia relazionale e psicologia famigliare. Ha Esperienza pluriennale come consulente famigliare e formatore in percorsi rivolti alle famiglie coinvolte nell’adozione internazionale. Ha collaborato con molti enti in progetti volti all’ accompagnamento di adolescenti
verso situazioni di autonomia adulta; attualmente presta il suo contributo come volontario all’interno di una struttura dell’Ente occupandosi di progettazione relativa all’accoglienza ed all’inserimento territoriale di profughi richiedenti asilo politico; e prestando aiuto nella riorganizzazione gestionale
della casa di accoglienza.
Modulo5: Approfondimento di aree specifiche a seconda
dell’ambito del progetto Modulo 12: Mediazione culturale
VITAGGIO
KATIUSCIA
Laureata in Chimica e tecnologia farmaceutica si è in seguito specializzata in oncologia umana. E’ stata operatrice in diversi progetti misionari all’estero e dal
2009 è inserita come referente in diverse strutture
dell’Ente, in particolare svolge la funzione di coordinatrice in realtà di reinserimento sociale di donne straniere vittime della tratta.
Modulo 4: Le case di prima e
pronta accoglienza
BERGIA MAURIZIO
Laureato in Scienze dell’educazione e diploma di educatore professionale. Dal 1991 responsabile di Casa famiglia. Esperienza pluriennale come educatore professionale e coordinatore del Centri diurni per la
Cooperativa Sociale “Il Ramo”. Attualmente è Presidente di una cooperativa sociale agricola
Modulo 10: Il progetto “MARE DI SPERANZA” Modulo 14: Ruolo del volontario in servizio civile nel
progetto “MARE DI SPERANZA”
(Allegato 1)
60
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII, prevede una serie di incontri periodici fra i volontari che
prestano servizio sul medesimo territorio, al fine di fornire ai volontari le
competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e
specifici, attraverso le azioni previste dal progetto.
Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore di
formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti
22 ore tra il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce
gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e
pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene,
tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi
di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di servizio civile
è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione sull’azione.
Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che
è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese,
che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio.
Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza
maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di
quest’ultimi.
La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il
coinvolgimento diretto dei volontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del
percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del
gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali
nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei
volontari un certo approccio critico.
Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche
non formali, quali:
- Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore;
Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di
responsabilità nel processo formativo;
Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed
articoli;
Cineforum;
Teatro dell’oppresso (TDO);
Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed
occasioni formative esterne agli enti ed offerte dal territorio;
Verifiche periodiche.
Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato
in cui acquisire strumenti per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di
servizio civile, operando costantemente- con il supporto di formatori e degli
OLP- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio.
40) Contenuti della formazione:
(Allegato 1)
61
Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente
presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con
particolare attenzione alle strutture a progetto;
approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di
intervento dell’ente sul territorio
visita ad alcune realtà dell’ente
Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei
volontari nei progetti di servizio civile
- Presentazione della legge quadro 81/08 relativa alla sicurezza sui
luoghi di lavoro;
- informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività
pratiche in cui sono impegnati i volontari, e alle possibili
interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea
nello stesso luogo;
- Misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle
attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le
altre attività che si svolgono in contemporanea.
Modulo 3: La relazione d’aiuto
Elementi generali ed introduttivi;
Il rapporto “aiutante-aiutato”;
Le principali fasi della relazione di aiuto;
La fiducia;
Le difese all’interno della relazione di aiuto;
Presa in carico della persona aiutata;
Comunicazione, ascolto ed empatia;
Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto;
Gestione della rabbia e dell’aggressività;
Modulo 4: Le case di prima e pronta accoglienza
Storia delle case di pronta accoglienza nell’Ente
normativa e gestione della struttura;
il contributo delle case di prima e pronta accoglienza all’interno
del progetto.
Modulo 5: Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito
del progetto
Dati su immigrazione e processi migratori
Storia dei processi migratori
I profughi in Italia e in provincia di Cuneo
L’Europa ed i profughi
Il progetto SPRAR: i beneficiari, gli Enti e le Istituzioni
Scenario socio- demografico dell’immigrazione in Italia
Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “MARE DI
SPERANZA”
Il ruolo del volontario nel progetto;
La relazione con i destinatari del progetto;
L’inserimento del volontario nel lavoro d’equipe;
L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con
attenzione sul COME si fanno le cose.
(Allegato 1)
62
Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi
del territorio che intervengono nell’ambito del disagio adulto e
dell’immigrazione
descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il
progetto e lettura dei bisogni del territorio;
conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale;
strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a
partire dalle attività realizzate dal progetto;
descrizione dei servizi o associazioni che intervengono
nell’ambito dell’immigrazione e del disagio adulto con particolare
attenzione ai bisogni specifici a cui risponde il progetto;
il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono
nell’ambito dell’immigrazione e del disagio adulto
Modulo 8: La normativa (specifica per progetto)
Analisi della normativa del territorio sul tema “MARE DI
SPERANZA” Analisi dei bisogni del territorio e delle risposte
normative
Applicazione delle normative e criticità
Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “MARE DI SPERANZA”
Dinamiche del lavoro di gruppo
Strategie di comunicazione nel gruppo
Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “……..”
Modulo 10: Il progetto “MARE DI SPERANZA”
Verifica, valutazione ed analisi di:
Obiettivi e attività del progetto;
Risposta del progetto alle necessità del territorio
Inserimento del volontario nel progetto
Necessità formativa del volontario
modulo 11 Elementi di primo e pronto soccorso e igiene
Come intervenire in caso di necessità, gravità, urgenza.
L’igiene ambientale e degli alimenti
Disinfezione sanificazione sterilizzazione
Malattie infettive e loro trasmissioni
Modulo 12 Mediazione culturale
Teorie e tecniche della mediazione culturale
Percorsi e fasi della mediazione
Potenzialità e risorse della mediazione culturale
Differenze culturali e concetto di interculturalità
Famiglia immigrata: modelli familiari a confronto Lavorare per l
’integrazione: esperienze in provincia di Cuneo
MODULO 13 Sentimenti ed emozioni
Riconoscere i vissuti e saperli decifrare
La gestione delle emozioni nella relazione educativa
Il conflitto: saperlo riconoscere, saperlo affrontare
L’assertività
Gestione della rabbia e dell’aggressività propria e altrui
Modulo 14 : Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “MARE
DI SPERANZA”
Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento
(Allegato 1)
63
La relazione con i destinatari del progetto;
Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;
L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del
progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.
Modulo 15: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti
ripresa di alcuni concetti fondamentali della relazione d’aiuto
analisi delle particolari situazioni legate al progetto “MARE DI
SPERANZA”
racconto di esperienze concrete legate alla relazione con gli
stranieri, con particolare attenzione al fenomeno
dell’immigrazione dei profughi
modulo 16 Devianze e migrazione
Elementi di etno-psicologia ed etno-psichiatria
Trauma e vulnerabilita del migrante
Disagio e cura dei cittadini stranieri immigrati
Riabilitazione psicosociale
Concetto di post traumatic stress disorder e sue conseguenze
Sindrome del sopravvissuto
I vissuti e le paure del migrante: paura di integrarsi e bisogno di
integrarsi
Uso di sostanze stupefacenti ed alcool nel soggetto migrante
Migrazione e criminalità
Modulo 17: Il progetto “MARE DI SPERANZA”
Competenze intermedie del volontario
Andamento del progetto
Grado di soddisfacimento delle necessità formative del volontario
e valutazione della formazione specifica
Modulo 18 : Partecipazione a convegni e ad eventi di carattere
formativo legati alla promozione di una cultura di pace e della
cittadinanza attiva sul territorio
41) Durata:
Modulo formativo
Quando Durata
Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente
Primo mese 4 h
Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile
Primo mese 4 h
Modulo 3: La relazione d’aiuto Primo mese 8h
Modulo 4: Le case di prima e pronta
accoglienza Secondo mese 4h
Modulo 5: Approfondimento di aree
specifiche a seconda dell’ambito del progetto
Secondo mese 5h
(Allegato 1)
64
Modulo 6: Ruolo del volontario in
servizio civile nel progetto “MARE DI SPERANZA
Secondo mese 4 h
Modulo 16 Devianze e migrazione Secondo mese 5h
Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito del DISAGIO ADULTO e IMMIGRAZIONE
Secondo mese 4h
Modulo 8: La normativa (specifica per progetto)
Terzo mese 3 h
Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “MARE DI SPERANZA”
Terzo mese 4h
Modulo 10: Il progetto “MARE DI SPERANZA”
Terzo mese 3 h
Modulo 11: Elementi di primo e pronto soccorso e igiene
Terzo mese 4 h
Modulo 12: Mediazione culturale Quarto mese 4h
Modulo 13: Sentimenti ed emozioni Quinto mese 5 h
Modulo 15: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti
Quinto mese 3 h
Modulo 17: Il progetto “MARE DI SPERANZA” e il suo contributo di sviluppo
per una società del gratuito
Ottavo mese 6 h
Modulo 18 : Partecipazione a convegni e ad eventi di carattere formativo legati alla promozione di una cultura di pace e
della cittadinanza attiva sul territorio
Nono mese 4h
DURATA TOTALE FORMAZIONE: 74 ORE
(Allegato 1)
65
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento
Lì 14 OTTOBRE 2015
Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Nicola LAPENTA