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Alcolismo: anche la famiglia e gli amici · L’alcolismo è una malattia che coinvolge e può...

Date post: 15-Feb-2019
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Alcolismo: anche la famiglia e gli amici sono coinvolti Alcolismo: anche la famiglia e gli amici sono coinvolti Informazioni e consigli per chi vive accanto ad una persona con problemi di alcol L’alcolismo è una malattia che colpisce anche il contesto famigliare e sociale Che cosa si può fare? Dove si può trovare aiuto?
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Alcolismo: anche la famiglia e gli amici sono coinvolti

Alcolismo: anche la famiglia e gli amici sono coinvolti Informazioni e consigli per chi vive accanto ad una persona con problemi di alcol

L’alcolismo è una malattia che colpisce anche il contesto

famigliare e sociale

Che cosa si può fare?

Dove si può trovare aiuto?

Lausanne 2006

L’alcolismo è una malattia che coinvolge e può portare sofferenzaanche al contesto famigliare e sociale del diretto interessato. Ilpartner, i figli, i genitori, gli amici, i colleghi di lavoro o i vicini dicasa di una persona con problemi di alcol: tutti possono esseretoccati dal problema.

Le persone più vicine ad una persona dipendente dall’alcol risul-tano particolarmente coinvolte. Spesso la loro vita quotidianaviene sconvolta sia sul piano pratico e materiale che su quelloaffettivo e relazionale. A volte la sofferenza è talmente grande cheanche queste persone finiscono per ammalarsi.

Anche per le persone meno vicine alla persona dipendente dall’al-col la situazione può comunque risultare difficile. Generalmentenon si ha il coraggio di intervenire, si cerca di rimuovere il proble-ma e ci si convince che non bisogna immischiarsi negli affarialtrui. Ciononostante, spesso ci si sente molto a disagio e ci sichiede: “Devo fare qualcosa e in caso affermativo: “Che cosa?”

Inoltre, chi vive accanto ad una persona dipendente dall’alcol deveaffrontare il giudizio, spesso negativo, della società nei confrontidegli alcoldipendenti. In realtà, avere un famigliare con un proble-ma di alcol non deve essere motivo di vergogna. Si tratta infatti diuna situazione condivisa da molti: si stima che in Svizzera sianocirca un milione le persone che hanno accanto a sé una personacon un problema di alcol. Tuttavia, anche se ciò significa che unapersona su sette vive una situazione del genere, resta difficile par-larne apertamente, osare dire che l’alcolismo fa soffrire anche iparenti e gli amici, e che ci si sente impotenti di fronte al proble-ma.

Chi ne soffre?

“Tutti si sono resi conto che ha problemi di alcol, perché nega larealtà?”Più i famigliari e gli amici cercano di confrontare la personadipendente dall’alcol con la sua malattia, più questa persevera nelsuo atteggiamento di negazione del problema. Negare il problemaè un meccanismo di autodifesa che permette al malato di nonrendersi conto che è diventato alcoldipendente. Mente agli altri ea se stesso per non dover affrontare una situazione difficile daaccettare. Vi sono diversi modi per negare il problema: banaliz-zandolo (“Bevo come tutti gli altri…”), dando la colpa agli altri(“Bevo perché ho perso il lavoro”), inventandosi delle scuse (“Bevoperché lei mi ha lasciato”), diventando aggressivi (“Fatevi gli affarivostri!”), minimizzando il problema (“Sì, è vero, ho bevuto, ma solodue bicchieri”) e via dicendo.Una persona dipendente dall’alcol che nega il suo problema, èuna persona che non riesce ad accettare la sua malattia.

Come si vive accanto ad un alcolista?

Le conseguenze dell’alcolismo su famigliari e amici dipendonodal rapporto che l’alcoldipendente ha con le diverse persone(legami affettivi, vicinanza geografica). Comunque, indipendente-mente dai rapporti tra il diretto interessato e il suo ambiente,chiunque viva accanto ad un alcolista si trova confrontato con lastessa realtà: nessuno può smettere di bere al posto suo.E così, spesso, le persone vicine alla persona con problemi dialcol si sentono impotenti perché non riescono a cambiare lasituazione né a capire cosa sta succedendo.

“Perché non riusciamo a controllare quanto consuma e a impe-dirgli di bere?”Per tentare di aiutare la persona dipendente dall’alcol, chi gli viveaccanto adotta diversi sistemi: in un primo tempo si cerca di gius-tificare il consumo di alcol. Poi si prova a controllare il consumodella persona, per esempio controllando il numero ed il contenutodelle bottiglie, svuotandole, nascondendole oppure accompa-gnando la persona al bar per controllare il suo consumo, ecc. Maquando ci si rende conto che il problema persiste, si passa alleminacce: “Ti lascio”, “Ti licenzio”, “Ti denuncio”, “Voglio il divor-zio”.Spesso ai famigliari e agli amici occorre tempo per rendersi contoche è impossibile controllare il consumo di una persona dipen-dente dall’alcol e farlo smettere di bere!

“Ma perché beve?”La dipendenza dall’alcol è una malattia talmente complessa cherisulta difficile capire perché una persona non riesca a gestire ilsuo consumo come tutti gli altri e perché non smetta di bere mal-grado le conseguenze negative. I famigliari si sentono impotenti espesso si colpevolizzano nella convinzione che la persona a lorocara beva per colpa loro o che, comunque, sia colpa loro se nonriescono a farla smettere di bere.I famigliari e gli amici non sono responsabili del problema di alcoldei loro cari, ma possono svolgere un ruolo importante nell’aiu-tare la persona dipendente a prendere coscienza della propriamalattia.

“Chi è responsabile del problema?”Spesso i famigliari e gli amici di una persona con un problema dialcol si sentono responsabili della situazione. A volte si cercaaddirittura un vero e proprio capro espiatorio: “Beve perché leil’ha lasciato” oppure “Beve perché i suoi genitori non gli hannomai posto dei limiti” e via dicendo.Con la ricerca delle cause molti sperano di capire meglio la situa-zione e di trovare così delle possibilità di risolvere il problema. La dipendenza dall’alcol è una malattia dalle cause multiple ecomplesse. La ricerca delle colpe non aiuta a risolvere il pro-blema.

“Non so più cosa fare, non ne posso più…”Per rendere vivibile la situazione, a volte i famigliari si assumonoi compiti e le responsabilità che prima erano della persona con unproblema di alcol. Per aiutare un alcoldipendente, succede persi-no che i famigliari lo proteggano dalle conseguenze del consumo,ad esempio scusando i suoi ritardi sul lavoro o i suoi eccessi. Inquesto modo, però, la situazione non migliora, anzi, la personacontinua a bere, mentre i famigliari rischiano l’esaurimento, sisentono vuoti e hanno l’impressione che tutta la loro vita ruotiintorno alla dipendenza dall’alcol. Nel tentativo di aiutare, sonodiventati a loro volta prigionieri del problema della persona dipen-dente.È un meccanismo noto e diffuso chiamato “codipendenza”, che siinstaura parallelamente alla dipendenza e che colpisce soprat-tutto il partner, ma può coinvolgere anche i genitori, i figli, gliamici e i colleghi di lavoro. Tuttavia, questa forma di dipendenzaè più frequente tra le donne che tra gli uomini.

“E se ci sono dei bambini?”I famigliari e gli amici hanno una responsabilità particolare se lapersona con problemi di alcol ha dei figli. Generalmente si tendea minimizzare le conseguenze per i figli nella convinzione – sba-gliata – che i figli non si rendano conto di nulla e non ne soffrano.Le conseguenze possono essere diverse a seconda che la perso-na dipendente dall’alcol sia la madre o il padre. Tuttavia, indipen-dentemente da questo fatto, per un bambino vivere con un genito-re alcoldipendente significa provare quotidianamente vergogna,sensi di colpa e insicurezza. Lo sviluppo del bambino ne può risul-tare turbato; inoltre i figli di alcoldipendenti corrono maggiormen-te il rischio di avere anche loro, in futuro, problemi di alcol e/o psi-cologici. È pertanto fondamentale dare la possibilità a questi bambini diparlare apertamente delle loro preoccupazioni e della loro soffe-renza, spiegando loro che così facendo non tradiscono né dan-neggiano i loro famigliari.

Istintivamente, tutti cercano di far sì che la persona dipendentesmetta di bere. Anche se questa sembra la risposta più logica alproblema, senza il consenso esplicito della persona che ha il pro-blema di alcol questa strategia è generalmente destinata a fallire.Non si può obbligare una persona, che non ha deciso di farlo, asmettere di bere.

Ma allora che cosa si può fare se non si riesce a convincere l’altroa cambiare? La risposta può sembrare sorprendente, ma è l’unicache funziona: cambiare il nostro atteggiamento…

Per i famigliari aiutare non deve significare “impedirgli di bere”,ma rendersi conto del potere esercitato dall’alcol sul comporta-mento, sul benessere fisico, psichico e relazionale dei famigliaristessi. “Cambiare il nostro atteggiamento”: una risposta apparen-temente semplice, ma il cambiamento richiede un processo lungoe difficile, che spesso necessita dell’aiuto e del sostegno di pro-fessionisti o gruppi di auto-aiuto. Se i famigliari cambiano atteg-giamento nei confronti dell’alcolista, quest’ultimo reagisce. Avolte, inizialmente, il problema può peggiorare e il consumo dialcol aumenta. Questo comportamento dimostra che la persona èsensibile ai cambiamenti e alla nuova dinamica, e che reagisce. Ilcomportamento dei famigliari è fondamentale per aiutare la per-sona alcoldipendente a prendere coscienza della sua malattia eper motivarla a cambiare a sua volta.

Cosa possono fare i famigliari e gli amici?

➔ Porre dei limiti invece di controllareÈ inutile voler limitare o controllare il consumo di alcol diuna persona dipendente. Spesso in questo modo, non si fache aiutarla a negare la realtà. Viceversa, i famigliari pos-sono fissare con l’alcolista dei limiti su quello che sono dis-posti a fare e/o a sopportare relativamente al suo consumodi alcol: i famigliari possono, per esempio, rifiutarsi di salirein macchina con la persona dipendente se questa ha bevutoo possono richiedere che non beva in loro presenza.

➔ Responsabilizzare invece di proteggereMolti famigliari non sopportano di vedere soffrire la personadipendente e cercano quindi di aiutarla nelle situazioni diffi-cili, di scusarla o di prendersi cura di lei. Questi atteggia-menti impediscono alla persona con un problema di alcol direndersi effettivamente conto delle conseguenze del suocomportamento. In questo caso, ha ben pochi fastidi, quindiperché mai dovrebbe cambiare? È invece importante che lapersona con un problema di alcol si assuma le proprie res-ponsabilità e che si confronti con le conseguenze del suoabuso di alcol. I famigliari, per esempio, non dovrebberoscusarlo con il datore di lavoro se arriva in ritardo o se hadimenticato un appuntamento dal medico. Anche se puòsembrare difficile, questo è l’unico modo di aiutarlo a pren-dere coscienza delle conseguenze del suo problema e poiessere motivato ad un cambiamento.

Il processo di cambiamento

Per i famigliari e gli amici “cambiare atteggiamento” significaprendere coscienza dei comportamenti che alimentano l’alcolismoe adottarne di nuovi. “Cambiare atteggiamento” significa inoltrericominciare ad occuparsi di sé stessi e delle proprie esigenze.

➔ Esprimersi invece di colpevolizzare, accusandoPer i famigliari non è sempre facile trovare le parole giusteper spiegare alla persona dipendente quanto soffrono ecosa li preoccupa. A volte l’alcolista si sente aggredito e rea-gisce di conseguenza. Per questo motivo è importante che ifamigliari parlino in prima persona, concentrandosi sull’“IO”e non sul “TU”. Quindi, invece di dire: “(Tu) non mi dai mairetta”, è meglio dire “(Io) vorrei che mi ascoltassi”, oppure“(Io) soffro vedendoti così” invece di rimproverare con “(Tu)mi fai stare male”. In questo modo è possibile instaurare undialogo senza che uno dei due interlocutori si senta colpe-volizzato e reagisca quindi mettendosi sulla difensiva.

➔ Cercare sostegno invece di nascondereSpesso i famigliari tacciono e cercano di nascondere il pro-blema perché si vergognano. Il tabù che circonda l’alcolismorafforza l’immagine negativa del consumatore e impedisce afamigliari e amici di chiedere aiuto. Chi vive accanto ad unalcolista non deve cercare di nascondere a tutti i costi il pro-blema perché il prezzo di questo silenzio è rappresentato dasofferenze e isolamento. I famigliari e gli amici hanno ildiritto – e spesso il bisogno – di parlare di quello che stannovivendo e di decidere di cambiare nonostante la malattiadell’alcolista. Questo può essere un percorso difficile, cherichiede aiuto e sostegno da parte di chi ci sta vicino e/o dispecialisti.

➔ Imparare a prendersi cura di se stessi senza temere diabbandonare l’altroDopo molto tempo passato ad occuparsi della personadipendente, del suo consumo e dei suoi problemi, i fami-gliari e gli amici non riescono più a vivere una vita normalee rinunciano a soddisfare i propri bisogni. L’alcol si è impa-dronito della vita di chi ne abusa, ma anche di quella dei suoifamigliari e amici. Questi ultimi devono ricominciare a dareimportanza ai propri bisogni, a gratificare se stessi, a pren-dere le distanze dall’alcol, senza aver paura di chiedereaiuto e sostegno per sé stessi.

Le caratteristiche attribuite tradizionalmente alle donne rispetti-vamente agli uomini, hanno pure un’influenza sull’atteggiamentonei confronti delle persone con problemi di alcol.

Nella nostra società, il ruolo e l’immagine della donna sono abbi-nati a caratteristiche come la sensibilità, la disponibilità ad aiu-tare, le emozioni, la pazienza, la preoccupazione per il benesseredei propri cari ecc. Si tratta di qualità positive e necessarie peraiutare una persona dipendente, ma che rischiano di portare piùfacilmente le donne a sviluppare un eccessivo investimento sulproblema di alcol dell’altro a scapito del proprio benessere.

Le qualità tradizionalmente abbinate all’uomo – orientato al risul-tato, forte, poco sensibile, capace di dire di no e di porre dei limiti– possono essere utili per aiutare una persona dipendente dall’al-col perché così è piu facile evitare di lasciarsi coinvolgere ecces-sivamente dai problemi dell’altro, ma nello stesso tempo nondevono portare a rifiutare la persona dipendente. Si può infatticonstatare che un uomo abbandona la sua partner alcoldipen-dente più sovente che viceversa.

Un professionistaRivolgersi ad un professionista che conosce il problema dell’alcol-dipendenza può aiutarci a vedere diversamente la situazione. Ilmedico di famiglia o un centro specializzato in problemi di alcolpossono dare informazioni e consigli utili, nel rispetto del segretoprofessionale. Generalmente, le consulenze dei centri specializ-zati sono gratuite.

Un gruppo di autoaiutoConfrontarsi con persone che hanno o hanno avuto lo stesso pro-blema permette di rendersi conto che non siamo i soli a vivere unasituazione del genere. Alcuni gruppi di autoaiuto permettono inol-tre di contattare una persona di riferimento a qualsiasi ora delgiorno o della notte.

In caso di urgenzaIn caso di episodi di violenza fisica o psicologica, bisogna avvisareimmediatamente la polizia. Se l’alcoldipendente mette in pericolosé stesso, occorre chiamare un medico.

Chi può aiutare i famigliari e gli amici?

I famigliari non devono esitare a chiedere aiuto e sostegno per séstessi. A seconda dei casi – richiesta di consulenza, di sostegno odi ascolto – possono rivolgersi a:

Una persona di fiduciaA volte è più facile parlare con una persona che già conosciamo edi cui ci fidiamo: un famigliare, un amico, un collega. È importantepotere parlare con qualcuno, sentirsi ascoltati e compresi, senzadimenticare che a questa persona possiamo anche chiedere diaccompagnarci a svolgere un’attività che ci fa bene e che ci per-mette di ricaricarci.

Chi può aiutare la persona alcoldipendente?

Il medicoSe una persona alcoldipendente decide di smettere di bere, deveassolutamente consultare un medico. Smettere di colpo, senzamonitoraggio medico, può infatti comportare grossi rischi per lasalute.

I centri specializzati e i gruppi di autoaiutoNon è facile smettere di bere, di conseguenza conviene chiedereaiuto ai professionisti (medico, centri specializzati) o ad un gruppodi autoaiuto. Maggiori sono gli aiuti, maggiori sono le possibilità disuccesso.

I famigliari e gli amiciI famigliari e gli amici svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutarel’alcolista a prendere coscienza della sua malattia e a motivarload una terapia. I famigliari e gli amici possono dare sostegno allapersona con problemi di alcol. La strada per uscire dalla dipen-denza deve però essere percorsa dalla persona stessa.

Cosa fare in caso di ricadute?Le ricadute fanno spesso parte del percorso terapeutico e non vanno considerate semplicemente come fallimenti.Una dipendenza si sviluppa sull’arco di molti anni e ci vuole spesso un po’ di tempo per imparare a vivere senza alcol. Le ricadute pos-sono indicare che sono necessari altri mezzi per uscire dalla dipendenza. La decisione di riprendere una terapia sta esclusivamente allapersona alcoldipendente.

Per ulteriori informazioni:

Opuscolo: “L’alcol è un problema?”

Opuscolo: “Figli di alcol-dipendenti”

Opuscolo: “Gli anziani e l’alcol”

Questi opuscoli possono essere scaricati dal sito www.ispa.ch(publications) o richiesti gratuitamente a Radix, tel. 091 922 66 19,www.radixsvizzeraitaliana.ch; Ingrado – Centro di cura dell’alcolismo, tel. 091 922 60 06, www.ingrado.ch.

Siamo a vostra disposizione per qualsiasi informazione o indirizzo.

Indirizzi

Centri specializzati per problemi di alcol: all’indirizzo www.infoset.ch,disponibile in francese e tedesco, troverete un elenco dei centri esis-tenti nei vari cantoni. Per ottenere queste informazioni, potete anchechiamare l’ISPA allo 021 321 29 85.

In Ticino: Ingrado – Centro di cura dell’alcolismo, tel. 091 922 60 06,www.ingrado.ch

All’indirizzo www.al-anon.ch troverete un elenco dei gruppi Al-Anon(per famigliari e amici) e Alateen (per i figli) presenti nella vostraregione. Potete inoltre chiamare il numero 0848 848 833, che offreassistenza telefonica 24 ore su 24.

Questo opuscolo vi è stato offerto da:


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