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ALLE 19 RSERA SUL TABLET CON REPUBBLICA+ Un pm per l’Expo · zonatoria che mi fa capire, meglio...

Date post: 31-May-2020
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ALVPFQMBeefaaeA 9 771128 445004 CSDEDJDPDG 40512 ALLE 19 RSERA SUL TABLET TUTTE LE NOTIZIE IN UN CLIC CON REPUBBLICA+ L’INFORMAZIONE RADDOPPIA Cure personalizzate, nuova scoperta cellule del cuore cresciute su un chip R2/LA SCIENZA SILVIA BENCIVELLI Musica, vince la drag queen barbuta Mosca: “Orrore tutto europeo” R2/SPETTACOLI SILVIA FUMAROLA Cantone a capo della task force anticorruzione Nei verbali di Frigerio, Trasporti e Lavori pubblici Gherardo Colombo: Troppe leggi ad personam Un pm per l’Expo Così la “cupola” pilotava le authority > > > NIZZA U N PO’ struccata, il viso tirato da sei ore e 20 minuti di viaggio, gli occhi stanchi dietro occhiali da sole, pan- taloni bianchi e camicetta dello stesso colore. Chiara Rizzo Matacena non è passata inosservata fra tanti pas- seggeri provenienti da Dubai. SEGUE A PAGINA 9 Chiara Rizzo Matacena col marito BALDESSARRO E BONINI A PAGINA 8 FERMATA ALL’AEROPORTO DI NIZZA V ENTANNI dopo, bisogna di- re che la seconda Repub- blica non è mai comincia- ta. Veder replicare le stesse tra- me di Tangentopoli, sulla stes- sa scena milanese, con gli stes- si personaggi rivela una conti- nuità di costume, di pratiche, di abitudini e soprattutto di con- cezione della politica che ha at- traversato due decenni, rima- nendo intatta. Non solo: i nomi eterni di Frigerio, Greganti e Grillo sembrano paradossal- mente valere come una garan- zia di competenza per il nuovo malaffare. Della grande crisi italiana di Mani Pulite, dunque, oggi non resta la riprovazione, l’immunizzazione, la condan- na sociale e l’impegno comune a voltar pagina. Al contrario, Tangentopoli è diventata un know-how, un’esperienza pro- fessionale, un biglietto da visi- ta per continuare a rubare nel- lo scambio tra politica e affari. SEGUE A PAGINA 19 LA GRANDE AMNESIA ITALIANA P ER vincere quell’appalto serve il quadro completo. Così siamo a posto», diceva al telefono la banda dell’Expo. Volevano dire che bisognava mettere insieme «i compagni» e i «compagni neri», le cooperati- ve rosse e quell’Enrico Maltau- ro, l’imprenditore che pagava tangenti. SEGUE A PAGINA 4 SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 7 Greganti e la lobby delle cooperative rosse I VERBALI GIULIANO FOSCHINI FABIO TONACCI ORIANA LISO EZIO MAURO FEDERICO FUBINI A PAGINA 3 LE INTERVISTE A LSESTOanno di crisi, con il de- bito avviato verso il 135% del Pil, per il Tesoro è il mo- mento di rompere un nuovo tabù. SEGUE A PAGINA 11 UCRAINA Donetsk: sì alla secessione plebiscito al referendum Ue e Usa: voto illegale Debito, Tesoro in campo cedere il 10% di Eni e Enel ALLE PAGINE 12 E 13 U N MATRIMONIO su tre naufraga e, a 40 anni dal referendum sul divorzio, in Parlamento sta per giungere al voto una proposta che abbrevia ul- teriormente i tempi previ- sti all’inizio per dirsi addio: da cinque, poi passati a tre, ora si vorrebbe arrivare a uno soltanto. A PAGINA 17 Miracolo Sassuolo Bologna in B Banana razzista a Bergamo IL CAMPIONATO NELLO SPORT B OKO Haram rappre- senta la fatwa ulti- mativa del nostro tempo. Si rivolge contro la nostra ragion d’essere co- mune, contro la missione e la giustificazione della no- stra esistenza produttiva. Ma rappresenta anche la maggioranza dei mussul- mani della Nigeria? SEGUE A PAGINA 15 WOLE SOYINKA L’APPELLO Sos del Nobel “Il mondo salvi le ragazze in mano a Boko Haram” VERA SCHIAVAZZI LA STORIA Un matrimonio su tre fa crac dopo 40 anni il divorzio è veloce P RONUNZIA la parola «ecomo- stro» con una sfumatura canzonatoria che mi fa ca- pire, meglio dei discorsi, perché ama tanto la periferia, «la terra di frontiera che accende l’imma- ginazione, eccita il desiderio, quella vita che sta ai margini del- la vita ma è più vita della vita». Stiamo passeggiando su due chi- lometri di niente urbano, una li- nea tranviaria abortita che avrebbe dovuto collegare Saxa Rubra e Cine- città, un orrore reso famoso dal saccheggio dei tombini che, nel gennaio scorso, i predoni porta- rono via per rivenderli al merca- to nero. È il “viadotto dei presi- denti” che, con Eloisa Susanna e Francesco Lorenzi, due dei sei ragazzi di bottega pagati con lo stipendio di senatore, Renzo Piano vorrebbe trasformare «in una High Line romana, dal par- co delle Sabine al parco Talenti, due km di sopraelevata verde a conferma che i mostri non sono mostruosi». ALLE PAGINE 20 E 21 FRANCESCO MERLO RE POR TA GE In viaggio con Piano ai confini della città L’architetto progetta una “sopraelevata verde” per la periferia di Roma R2/LA COPERTINA DAL NOSTRO INVIATO GIUSEPPE FILETTO Arrestata lady Matacena Massoneria, accuse a Scajola Pisapia:isolitinomi maMilanocelafarà ALBERTO D’ARGENIO A PAGINA 5 Lupi:nonmidimetto e Cl non c’entraniente 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. AUSTRIA BELGIO FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO MALTA MONACO P. OLANDA PORTOGALLO SLOVENIA SPAGNA 2,00 CROAZIA KN 15 REGNO UNITO LST 1,80 REPUBBLICA CECA CZK 64 SLOVACCHIA SKK 80/2,66 SVIZZERA FR 3,00 UNGHERIA FT 650 U.S.A $ 1,50 Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro (PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE 1,20) IN ITALIA 1,30 CON “IL MEDIOEVO” 11,20 - N. 18 ANNO 21 LUNEDÌ 12 MAGGIO 2014 www.repubblica.it PD-1F NZ
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ALVPFQMBeefaaeA9 771128 445004

CSDEDJDPDG40512

ALLE 19 RSERA SUL TABLETTUTTE LE NOTIZIE IN UN CLICCON REPUBBLICA+L’INFORMAZIONE RADDOPPIA

Cure personalizzate, nuova scopertacellule del cuore cresciute su un chip

R2/LA SCIENZA

SILVIA BENCIVELLI

Musica, vince la drag queen barbutaMosca: “Orrore tutto europeo”

R2/SPETTACOLI

SILVIA FUMAROLA

Cantone a capo della task force anticorruzioneNei verbali di Frigerio, Trasporti e Lavori pubbliciGherardo Colombo: Troppe leggi ad personam

Un pm per l’ExpoCosì la “cupola”pilotava le authority>>>

NIZZA

UN PO’ struccata, il viso tirato da sei ore e 20 minuti diviaggio, gli occhi stanchi dietro occhiali da sole, pan-taloni bianchi e camicetta dello stesso colore. Chiara

Rizzo Matacena non è passata inosservata fra tanti pas-seggeri provenienti da Dubai.

SEGUE A PAGINA 9

Chiara Rizzo Matacena col marito BALDESSARRO E BONINI A PAGINA 8

FERMATA ALL’AEROPORTO DI NIZZA

VENT’ANNIdopo, bisogna di-re che la seconda Repub-blica non è mai comincia-

ta. Veder replicare le stesse tra-me di Tangentopoli, sulla stes-sa scena milanese, con gli stes-si personaggi rivela una conti-nuità di costume, di pratiche, diabitudini e soprattutto di con-cezione della politica che ha at-traversato due decenni, rima-nendo intatta. Non solo: i nomieterni di Frigerio, Greganti eGrillo sembrano paradossal-mente valere come una garan-zia di competenza per il nuovomalaffare. Della grande crisiitaliana di Mani Pulite, dunque,oggi non resta la riprovazione,l’immunizzazione, la condan-na sociale e l’impegno comunea voltar pagina. Al contrario,Tangentopoli è diventata unknow-how, un’esperienza pro-fessionale, un biglietto da visi-ta per continuare a rubare nel-lo scambio tra politica e affari.

SEGUE A PAGINA 19

LA GRANDEAMNESIAITALIANA

PER vincere quell’appaltoserve il quadro completo.Così siamo a posto», diceva

al telefono la banda dell’Expo.Volevano dire che bisognavamettere insieme «i compagni» ei «compagni neri», le cooperati-ve rosse e quell’Enrico Maltau-ro, l’imprenditore che pagavatangenti.

SEGUE A PAGINA 4 SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 7

Greganti e la lobbydelle cooperative rosse

I VERBALI

GIULIANO FOSCHINIFABIO TONACCI

ORIANA LISO

EZIO MAURO

FEDERICO FUBINI

A PAGINA 3

LE INTERVISTE

ALSESTOanno di crisi, con il de-bito avviato verso il 135%del Pil, per il Tesoro è il mo-

mento di rompere un nuovo tabù.

SEGUE A PAGINA 11

UCRAINA

Donetsk: sì alla secessioneplebiscito al referendumUe e Usa: voto illegale

Debito, Tesoro in campocedere il 10% di Eni e Enel

ALLE PAGINE 12 E 13

UN MATRIMONIO su trenaufraga e, a 40 annidal referendum sul

divorzio, in Parlamento staper giungere al voto unaproposta che abbrevia ul-teriormente i tempi previ-sti all’inizio per dirsi addio:da cinque, poi passati a tre,ora si vorrebbe arrivare auno soltanto.

A PAGINA 17

Miracolo SassuoloBologna in BBanana razzistaa Bergamo

IL CAMPIONATO

NELLO SPORT

BOKO Haram rappre-senta la fatwa ulti-mativa del nostro

tempo. Si rivolge contro lanostra ragion d’essere co-mune, contro la missione ela giustificazione della no-stra esistenza produttiva.Ma rappresenta anche lamaggioranza dei mussul-mani della Nigeria?

SEGUE A PAGINA 15

WOLE SOYINKA

L’APPELLO

Sos del Nobel“Il mondo salvile ragazze in manoa Boko Haram”

VERA SCHIAVAZZI

LA STORIA

Un matrimoniosu tre fa cracdopo 40 anniil divorzio è veloce

PRONUNZIA la parola «ecomo-stro» con una sfumaturacanzonatoria che mi fa ca-

pire, meglio dei discorsi, perchéama tanto la periferia, «la terradi frontiera che accende l’imma-ginazione, eccita il desiderio,quella vita che sta ai margini del-la vita ma è più vita della vita».Stiamo passeggiando su due chi-

lometri di nienteurbano, una li-nea tranviariaabortita cheavrebbe dovutocollegare SaxaRubra e Cine-

città, un orrore reso famoso dalsaccheggio dei tombini che, nelgennaio scorso, i predoni porta-rono via per rivenderli al merca-to nero. È il “viadotto dei presi-denti” che, con Eloisa Susanna eFrancesco Lorenzi, due dei seiragazzi di bottega pagati con lostipendio di senatore, RenzoPiano vorrebbe trasformare «inuna High Line romana, dal par-co delle Sabine al parco Talenti,due km di sopraelevata verde aconferma che i mostri non sonomostruosi».

ALLE PAGINE 20 E 21

FRANCESCO MERLO

REPOR

TAGE

In viaggiocon Pianoai confinidella città

L’architetto progettauna “sopraelevata verde”per la periferia di Roma

R2/LA COPERTINA

DAL NOSTRO INVIATO

GIUSEPPE FILETTO

Arrestata lady MatacenaMassoneria, accuse a Scajola

Pisapia: i soliti nomima Milano ce la farà

ALBERTO D’ARGENIO

A PAGINA 5

Lupi: non mi dimettoe Cl non c’entra niente

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. ■CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. ■PREZZI DI VENDITA: AUSTRIA ■ BELGIO ■ FRANCIA■ GERMANIA ■ GRECIA ■ IRLANDA ■ LUSSEMBURGO ■ MALTA ■ MONACO P. ■ OLANDA ■ PORTOGALLO ■ SLOVENIA ■ SPAGNA € 2,00 ■ CROAZIA KN 15 ■ REGNO UNITO LST 1,80 ■ REPUBBLICA CECA CZK 64 ■ SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66 ■ SVIZZERA FR 3,00 ■ UNGHERIA FT 650 ■ U.S.A $ 1,50

Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro

(PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE € 1,20)IN ITALIA € 1,30 CON “IL MEDIOEVO” €11,20- N. 18ANNO 21 LUNEDÌ 12 MAGGIO 2014

www.repubblica.itPD-1F

NZ

LUNEDÌ 12 MAGGIO 201420

FRANCESCO MERLO

ROMA

PRONUNZIA la parola«ecomostro» conuna sfumatura can-zonatoria che mi facapire, meglio dei di-

scorsi, perché ama tanto la pe-riferia, «la terra di frontiera cheaccende l’immaginazione, ecci-ta il desiderio, quella vita chesta ai margini della vita ma è piùvita della vita».

Stiamo passeggiando su duechilometri di niente urbano,una linea tranviaria abortitache avrebbe dovuto collegareSaxa Rubra e Cinecittà, orrorereso famoso dal saccheggio deitombini che, nel gennaio scorso,i predoni della ghisa portaronovia di notte, con i martelli pneu-matici, per rivenderli al mercatonero dei metalli. È il “viadottodei presidenti” che, con EloisaSusanna e Francesco Lorenzi,due dei sei ragazzi di bottega pa-

gati con lo stipendio di senatore,Renzo Piano vorrebbe trasfor-mare «in una High Line romana,dal parco delle Sabine al parcoTalenti, due km di sopraelevataverde a conferma che i mostrinon sono mostruosi». Ci sonodue stazioni complete di piaz-zetta, aiuole e passaggi per disa-bili, e forse ci sono anche i fanta-smi. In basso, sotto i piloni, si ac-cumula la spazzatura che prestopuzzerà: «Non è un mondo di-smesso, ma un mondo che non ènato. Perciò non bastano glispazzini, bisogna portarci lagente, i valori comuni, l’urba-nità». Sembra una strega che, acavallo di una scopa, cerca i sen-tieri degli incantesimi: «Il rap-porto tra la luce e il colore è quel-lo magico della campagna ro-mana: se pianti gli alberi questocemento diventa una foresta».Qui passano il Tevere e l’Anienee i pini a ombrello sono bellissi-mi. Arriva in bicicletta un signo-re anziano senza denti, è arrab-

biato con il mondo, vorrebbesterminare gli immigrati: «Ve-nite da quest’altra parte e guar-date qui sotto: “quelli lì” hannopiantato le tende, e gli danno pu-re il permesso di soggiorno».

Anche lui è un mostro di peri-feria? «Esprime, pur malamen-te, un amore per questi luoghiche nega l’idea stessa di perife-ria come deserto di affetti». Die-ci anni fa, Piano portò ErmannoOlmi al Parco Lambro a Milano:«Scoprì che, nonostante l’altadensità criminale e il degrado,per tutti quelli che vi abitavanoera “il posto più bello di Milano”.Ecco: il posto più brutto è ancheil più bello». Non sarebbe me-glio, domando, ricorrere allasanta ruspa e demolire tutto?«No, la demolizione è un gridod’impotenza. È spettacolare masbagliata e ben più costosa delrammendo». Eccola, la parola“rammendo”. È piaciuta a Mat-teo Renzi e tutti ne fanno uso.«Fin troppo». Non bisogna de-molire mai? «In rari casi. Per ra-gioni igieniche, ambientali o si-smiche». E il muro di Berlino? «Èstato un errore abbatterlo. Sa-rebbe stato molto bello avernelasciato alcune parti: il muro chedava identità attraverso la mor-tificazione oggi sarebbe il murodella libertà conquistata».

A destra e a sinistra fischianole auto e, più in là, spezzoni di pe-riferie interrompono la campa-gna, «non ci sono solo casermoniinformi, grigi e già consumatiche sporcano la dolce linea deicolli; sarebbe facile farli entrarein comunione, che è già una for-ma di bellezza». Sono i quartieridi Serpentara, Fidene, Val Me-laina, Vigne Nuove: «Bastanopoche bretelle di collegamento.I semafori sincronizzati rallen-terebbero il traffico e anche il ru-more diminuirebbe». Non c’è lospettacolo di New York ma Pia-

no “vede” già «la pista ciclabile epedonale che unirebbe due par-chi attraverso un parco lineare,invenzione originale di biologiae botanica oltre che di architet-tura del paesaggio urbano. Po-trebbe diventare un modello. E aRoma un rammendo come que-sto, che non mi pare molto co-stoso, potrebbe innescare unprocesso virtuoso dando senso aun’insensata opera pubblicamai finita, che è un’altra specia-lità italiana». E vuol dire che l’in-sensatezza lo rende il più bruttodei viadotti italiani, che sonoteatri della violenza seriale: i sas-si dal cavalcavia, le crocifissionidelle prostitute… A Roma, che èla città dell’ironia, la crudeltà siconcentra nella toponomastica:“viadotto Gronchi” e poi “via-dotto Saragat”. «I nomi fanno iconti con la realtà e la grandio-sità diventa beffa».

Dove comincia la periferia?«Se ci fosse un confine non sa-rebbe più periferia». Costeggia-mo un mini Corviale, palazzonigrigi di edilizia popolare: «Sonole zone suburbane dell’umanitàconfinata che, a prima vista,sembrano uguali dappertutto. Eperò, guarda: quelle torrette ro-tonde sono belle». Poi si entra aMontesacro e l’edilizia diventapiù aggraziata: «Queste sono lecase popolari di una volta, quan-do si regalava ai poveri quel cheera bello anche per i ricchi, che èl’essenza della generosità. Poihanno cominciato a regalareporcherie». La vicepreside Al-ma Talu ci accoglie nella sua

Ai confini di Roma

con l’architetto

(e senatore a vita)

cercando la bellezza

(“in fondo al degrado”)

e un futuro

di “rammendi urbani”.

Come l’idea di una nuova

“sopraelevata verde” “La demolizione è ungrido d’impotenza. Servesolo per ragioni igienicheambientali o sismiche”

periferiePiano

Il mio

per le

21LUNEDÌ 12 MAGGIO 2014

GLI SPETTACOLI

La promessadi Jimmy Page:“Ora gli ineditidei Led Zeppelin”ENRICO FRANCESCHINI

IL PERSONAGGIO

“McDonald’s pagòil giornalista tedescodegli scoopsu Burger King”ANDREA TARQUINI

LA CULTURA

Václav Havel:“Impreparatialla cadutadel muro”VÁCLAV HAVEL

scuola, un edificio fascista dimarmo e mattoni, che «nel 1972— racconta — le famiglie delquartiere occuparono perchévolevano una scuola». Piano, so-lidale, le mette la mano sullaspalla: «Anni terribili ma straor-dinari. A Parigi io facevo il Beau-bourg, a Londra e a New Yorkc’era la rivoluzione sessuale equi voi trasformavate un terri-torio abbandonato in una scuolache ora ha 1.500 bambini». Qua-rant’anni dopo, questa scuolache non ha neppure un nome,ogni tanto “avanza” ancora e oc-cupa spazi incolti che «genitori einsegnanti puliscono e attrezza-no». Piano si offre alla pirateria:«Ci chiami, se ha bisogno di aiu-to per “avanzare”». Questa scuo-la «è un magnifico monumentoallo squatter», una parola che,passando attraverso il francese

antico exquatir, viene dal latinocogere, più esattamente dal par-ticipio passato coactus. E infatti“coatto” a Roma è chiamato l’a-bitante della periferia, il ghet-tizzato, l’emarginato, lo sradi-cato. «Ma questa non è perife-ria» rivendica con dolcezza la vi-cepreside, «ed è molto meglioche in centro». Dice Piano: «È unbell’esempio di periferia affer-mata con una negazione». E an-cora: «Bisogna sempre iniziaredalla scuola che è importante co-me l’acqua corrente, l’elettri-cità e il panificio». Si possonodavvero rammendare gli edificiscolastici degradati? Qui la sta-bilità è stata rinforzata con unaputrella d’acciaio collegata a deitiranti e avvitata al muro: «È unbuon esempio di rammendo,senza grandi spese e senza chiu-dere la scuola per lavori. Ma è

fondamentale la buona diagno-stica che sola ti consente il can-tiere leggero, il piccolo inter-vento d’amore».

E Piano fa uno schizzo, un ar-co, il tufo che indurisce con l’u-mido... Ogni volta che vuole sot-tolineare un discorso, invece diagitare le mani, l’architetto di-segna: su un tavolo, su una scor-za d’albero, sulla tovaglia del ri-storante. E ora, alto e magrocom’è, piega le gambe elastichecome un ufficiale di cavalleria edisegna per terra, e tutti si pie-gano con lui: «È un modo di pren-dere appunti. E, come tutti, iostesso poi non li capisco». Ci sonopure due grandi piscine di mar-mo abbandonate, una coperta el’altra scoperta, con il trampoli-no in pietra: «Sembra di vederel’Italia della ginnastica nell’i-naugurazione del 1934». Sono lecinque del pomeriggio e batteancora il sole: «Credo che rimet-tere in funzione la piscina sco-perta non costerebbe molto.Certo, se si dovesse passare dal-la Sovrintendenza, i costi au-menterebbero. Ed è un altro pa-radosso questo delle cose giustee dovute che fanno male. Guar-date questi tappeti di gommanera applicati sul marmo peraiutare i disabili. Fanno benissi-mo a metterli, ma perché cosìstorti e brutti?».

Torno l’indomani, quasi amezzogiorno, al mercato del Tu-fello. È la borgata che fu costrui-ta con materiale di scarto dellaspeculazione edilizia, la zonacantata dal rapper Rancore: “Gi-ro cor cortello quando giro perTufello / giro cor cortello quandopasso di qui”. È facile esseremandati a quel paese. Un giova-ne pescivendolo, provocato, of-fre stati d’animo: «Ma che peri-feria, te poi gratta’ er cazzo dovete pare, ma se te lo gratti ar Tu-fello, fai scintille». Mi dice pure il

nome, mi pare napoletano, Giu-seppe Abbatino: sei nato qui?«Sì, ma so’ egiziano». Che fa tuopadre? «Faceva il muratore».Morto? «No. Disoccupato». Pia-no mi dice che «gli abitanti delleperiferia negano che il loro quar-tiere sia una periferia. Rifiutanoil sostantivo che è diventato ag-

gettivo dispregia-tivo. Non voglionoessere periferia. Einvece hanno ra-gione giovani e ar-tisti che semprepiù rivendicanocon orgoglio il sen-tirsi periferia co-me motore, ancheetico, di una crea-tività che spessonella Storia si èespressa nel co-siddetto pensierolaterale, in ciò chesta di fianco, che èfuori norma, di-verso e sorpren-dente, che si spin-ge oltre il Centrodelle abitudiniconsolidate: ilpensiero è perife-ria. Posso ben dir-lo io che sono natonella periferia diGenova dove “lemontagne — dice-vano i rivali vene-ziani — sono sen-za alberi e il maresenza pesci”. È ov-vio che il Tufelloaffascini perché èun luogo dove an-cora si costruisco-no i sogni. A mepiacerebbe chequalcuno dei miei

giovani architetti ci venisse a vi-vere, ci prendesse casa. Se aves-si 20 anni ci verrei io». Espongoil progetto di Piano ai ragazzi

che vendono il pesce e non san-no nulla della sopraelevata diNew York: «Noi er parco ce l’ab-biamo già, ma è abbandonato. Ciportano i cani a pisciare». C’è il ri-schio che il degrado si riprendadomani quello che gli viene toltooggi? «C’è il rischio — dice Piano— perché il futuro è sempre unrischio. Solo i conservatori pen-sano che il futuro sia opera deldiavolo. Le periferie sono il futu-ro. In ogni città almeno l’80 percento degli abitanti vive in peri-feria». Il degrado dipende solodalla cattiva politica? «No. Civuole l’amore, fosse pure sottoforma di rabbia, ci vuole l’iden-tità, ci vuole l’orgoglio di essereperiferia». Organizziamo il “Pe-riferia Pride”? «Sarebbe ora».

Decidiamo di chiamarlo“Coatto Pride” perché il futurodell’umanità è nelle mani sue,del coatto, che vuol dire sospin-to, pressato, col corpo incassatoin se stesso e dunque rannic-chiato, seduto sulle calcagna co-me un indiano, accoccolato co-me un rospo, accovacciato attor-no al fuoco che è la maniera piùsemplice e selvaggia di impos-sessarsi di un terreno, magarimentre il pascolo bivacca, «per-ché la periferia è anche uno sta-to d’animo, può significare rin-chiudersi e farsi rinchiudere maanche diventare abusivi e abu-sare di quei “frammenti di cittàfelici che — ha scritto Calvino —continuamente prendono for-ma e svaniscono, nascoste nellecittà infelici”. A vent’anni a Mi-lano per me la musica era il Ca-polinea, famoso locale di perife-ria lungo i Navigli. È diventatacittà, poteva diventare barba-rie». Canta Rancore: “Prima opoi, supererai la paura del buio…/ Un mondo più bello di questodov’e?”. Il titolo del rap è “Capo-linea”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALL’INTERNO

LA PASSEGGIATA

Francesco Merlo e RenzoPiano ritratti tra Talentie Tufello, periferia di Roma

RTV-

LAEFFE

In Rnews(13.45,canale 50d.t. e 139 diSky)serviziosul progettodi Piano

FOTO:MIMMO FRASSINETI/AGF


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