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Ambiente e Economia prof. Laura Castellucci Università di Roma Tor Vergata - Facoltà di Economia 6...

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Ambiente e Economia prof. Laura Castellucci Università di Roma Tor Vergata - Facoltà di Economia 6 febbraio 2010 - Greenaccord [email protected]
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Ambiente e Economia

prof. Laura CastellucciUniversità di Roma Tor Vergata - Facoltà di Economia

6 febbraio 2010 - Greenaccord

[email protected]

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Schema della presentazione

3 domande:

• 1. “Stiamo consumando troppo?”

• 2. Le aspettative di crescita del PIL sono fondate? il significato del PIL è noto?

• 3. Il progresso tecnico “risolverà” i nostri problemi?

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1.Stiamo consumando troppo?

• “Are we consuming too much?” by Arrow, Dasgupta, Goulder, Daily, Ehrlich, Heal, Levin, Maler, Schneider, Starret, Walker, in Journal of Economic Perspectives, 2004

• Domanda crescente:

a. cresce la popolazione

b. cresce il consumo pro-capite

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alcuni dati

• XX secolo: popolazione cresciuta di 4 volte e la produzione industriale di 40

• l’uso di energia di 16 volte,le quantità annualmente pescate di 35 volte, le emissioni sia di CO2 che di SO2 10 volte, et al.

• …. uso dei fertilizzanti, delle risorse idriche

enorme uso di capitale naturale (insostenibilità) ma anche accumulazione di conoscenze, capitale prodotto dall’uomo, progresso tecnico

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proviamo a rispondere

• Per capire cosa prevarrà, il + o il –, dobbiamo rispondere alla domanda: il consumo presente è “eccessivo”?

• ma per rispondere occorre avere un criterio di riferimento

• Vediamone due elaborati dall’economia:

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1.Max del valore attuale dell’utilità del consumo presente e futuro

• Intertemporal social welfare function Vt

• Secondo questo criterio il consumo presente è eccessivo se è maggiore di quello che si ottiene dalla soluzione del problema di ottimizzazione della funzione del benessere sociale

• Uno dei determinanti di Vt è la “base produttiva”= capitale sociale + istituzioni

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2 criterio: “sviluppo sostenibile”

• Rapporto Brundtland, 1987 sviluppo “that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs”

• Nel linguaggio del 1 criterio significa che la funzione sociale intertemporale Vt non deve ridursi nel tempo (qui non rileva il livello ma la variazione)

• Molti aspetti da considerare ma concentriamoci sulla “base produttiva” supponendo fisso per adesso il progresso tecnico

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Base produttiva

• lo stock di capitale complessivo di una società e le istituzioni; comprende le tre forme, 1.capitale prodotto dall’uomo, 2. c. naturale 3. c. umano

• Usiamo la nozione di genuine investment quale variazione nella base produttiva

• Possiamo avere investimenti o disinvestimenti in ciascuna componente del capitale ma affinchè Vt non decresca occorre che il genuine investment non sia negativo (disinvestimento).

• Perciò genuine investment è la variazione nella genuine wealth di una società

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Tentativa risposta: si, consumiamo troppo secondo i due criteri

Evidenza empirica - criterio 1: la quota del consumo presente sul prodotto è più alta di quella che soddisfa la max intertemporale

• criterio 2: l’investimento in capitale umano e capitale prodotto dall’uomo non è sufficiente a compensare la riduzione del capitale naturale (tassi di crescita della genuine wealth negativi)

- nonostante le difficoltà nel misurare le variazioni nello stock di capitale, soprattutto di quello naturale, è un criterio praticabile -

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2. Le aspettative di crescita del PIL sono fondate? il significato del PIL è noto?

• La storia economica passata dalla “rivoluzione industriale” è una storia di successo: 1. popolazione e PIL (Prodotto Interno Lordo) globali sono aumentati

2. il PIL pro-capite globale è aumentato (Maddison, WB)

La crescita continuerà? Dipende da ciò che accade alla base produttiva (capitale totale+istituzioni)

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continuazione

• Affinchè la genuine wealth pro-capite (o variazione della base produttiva) non sia negativa occorre compensare con maggiori investimenti in capitale prodotto dall’uomo e umano la riduzione di quello naturale

• Questa compensazione può avvenire?• Dipende da due diversi elementi: a.

maccanismi di allocazione b. possibilità tecnologiche

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due meccanismi di allocazione delle risorse economiche

• 1. Mercato; potente segue i “segnali” dati dai prezzi e costi- se i segnali sono errati il risultato sarà errato-quando si hanno esternalità, beni pubblici e beni liberi, i segnali sono errati. Non rimpiazzerà perchè nei segnali NON sono catturati I costi sociali delle esternalità e della scarsità futura; inoltre alcune risorse sono libere, cioè non hanno prezzo ed altre sono sotto-non hanno prezzo ed altre sono sotto-prezzateprezzate, hanno un prezzo più basso del loro valore (foreste) perchè rispecchia il solo valore d’uso (legno), e perciò saranno sovrautilizzate

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Necessità dell’intervento pubblico

• 2. settore pubblico. Deve porsi l’obiettivo concreto della sostenibilità .

• Supponiamo che siano state individuate forme di intervento pubblico che possano mettere in moto incentivi di mercato per il rimpiazzo/ la sostituzione

• La sostituzione sarà possibile solo se il progresso tecnico permette di sostituire le diverse forme di capitale (lo vedremo)

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Domanda cruciale

• Possiamo contare sull’intervento pubblico (ovviamente globale, internazionale, sovranazionale, nazionale a seconda della dimensione della esternalità e/o del bene o male pubblico) per la sostenibilità?

• NO, se la crescita del PIL continua a rappresentare l’obiettivo primario di tutti i paesi,

• e se non cambiano alcune convenzioni/ regole per calcolarlo

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La logica alla base del calcolo del PIL

• Valore dei beni e servizi finali prodotti nell’anno (questa era l’idea dei padri fondatori, Stone 1941 per le basi, Stuvel 1965 per l’impianto concreto ).

• Qualsiasi catastrofe naturale fa aumentare il PIL nella misura in cui si deve ricostruire ciò che è andato distrutto!

• Se l’obiettivo di riferimento è il PIL (come è) …….ben vengano i disastri (mentre la conservazione delle risorse non ha valore)

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continuazione

• Inoltre mentre nel calcolare il PIL si detraggono gli ammortamenti del capitale prodotto dall’uomo (come nelle imprese), non vi è cenno di analogo procedimento per il capitale naturale

• Quindi quando un paese taglia le foreste per venderle come legno e non le ripianta date le regole contabili il PIL cresce. (Il taglio della foresta sembra nuova produzione mentre è, chiaramente, riduzione di capitale naturale).

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continuazione

• Abbiamo visto che per soddisfare il criterio del tanto menzionato “sviluppo sostenibile” si deve rimpiazzare la riduzione del capitale naturale ma invece non si contabilizza neanche il suo normale deprezzamento

• A conferma che molti economisti assumono un capitale naturale illimitato e non deteriorabile, si costruiscono previsioni macroeconomiche di crescita del PIL su una base produttiva data soltanto dal capitale prodotto dall’uomo

• la contabilità della natura è, nella migliore dell’ipotesi,un accessorio

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Risultato:

• nessuno dei due meccanismi, mercato e stato, hanno incentivi spontanei per la sostenibilità perchè,

• Il mercato segue prezzi e costi errati per la società

• Lo Stato segue il PIL quale flusso di nuova produzione senza considerare il deterioramento del capitale naturale

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Il significato del PIL è noto?

• Qui la risposta è facilissima: non è noto altrimenti non si confonderebbe con il benessere della società

• Se il PIL incorporasse l’ammortamento del capitale naturale, la sua dimensione darebbe la misura della performance del paese (efficienza), ma ciononostante non si potrebbe dire che il benessere sociale è più alto

• Gli aspetti distributivi (equità) non possono essere accantonati se si vuol parlare di benessere e non di produzione

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3. Il progresso tecnico “risolverà” i nostri problemi?

• Ricordiamo le due condizioni necessarie per la sostenibilità della crescita: che esista un meccanismo allocativo che abbia gli incentivi giusti (mercato o stato) e che il progresso tecnico permetta la sostituzione di forme di capitale naturale e con capitale prodotto dall’uomo

• La storia economica di successo passata è dovuta al progresso tecnico

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…….per puntualizzare

• Non ha significato “credere” genericamente nel progresso tecnico come soluzione dei problemi dell’umanità senza analizzarne l’evoluzione

• è errato pensare che il progresso tecnico sia per sè positivo

• è errato ritenere che in passato sia sempre stato positivo

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Progresso tecnico e risorse naturali

• 1. è progresso tecnico tutto ciò che fa accrescere la produttività del lavoro; …… ma se applicato alla pesca accelera l’esaurimento dei pesci; (in generale è dannoso per le risorse rinnovabili)

• 2. è progresso tecnico tutto ciò che riduce l’intensità energetica (vero)

• 3. è progresso tecnico tutto ciò che rende possibile la sostituzione di una risorsa non riproducibile con una riproducibile (vero)

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• 4. è progresso tecnico tutto ciò che consente di spostarci con ridotte emissioni di gas serra (vero)

• 5. è progresso tecnico ciò che aumenta la resa dei terreni (irrigazione); ….ma se nel lungo periodo i terreni si deteriorano/ desertificano, riduce la disponibilità di terra

• 6. ecc.

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in conclusione

Per conoscere l’impatto bisogna perciò distinguere tra:

• Risorse rinnovabili e non rinnovabili

• Produttività dell’uomo e conservazione della natura

• Breve e lungo periodo

Si può essere sicuri che nei casi nei quali è positivo esso sarà seguito?

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Scegliamo un caso positivo: produzione di energia

• L’attuale modello di offerta energetica, all’ingrosso 80% da combustibili fossili e 20% da altro, incluso rinnovabili pulite, è

Insostenibile per motivi 1.quantitativi e 2.qualitativi

• 1. I fossili sono dati quindi si esauriranno mentre la domanda di energia raddoppierà entro 2030 (picco di Hubbert,….. ma tanto carbone)

• 2. l’energia da fossili produce gas serra

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Esiste la tecnologia per risolvere questi problemi quantitativi e qualitativi?

• La risposta è sì ma non viene utilizzata

perchè?

si risponde che il KW da fonti rinnovabili e pulite “costa” di più …………

e questo non è vero se si considera il costo per la società, attuale e futuro

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Convenienza relativa fonti di energia elettrica

Fonte: Extern-E, 2003 e IEA, 2007. Dati in € cents/Kwh

Fonte energetica

Costo di generazione

Costo esterno Costo sociale

Carbone 3 – 5 2 – 15 5 – 20

Petrolio 7 – 8 3 – 11 10 – 19

Eolico 3,5 – 17,5 0,6 4,1 - 18,1

FV 14 – 43 0 - 0,25 14,05 – 43,05

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conseguenza poco gradevole

• Il mercato segue il prezzo di mercato, dunque si resta bloccati sui fossili

• ……a meno che lo (gli) stati non si accordino per dare per esempio un prezzo alla CO2 essendo un costo per la società (è esterno ai costi dell’impianto ma interno alla società;50$ a ton IEA per stare nei 2°)

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• oppure seguano obiettivi tipo 20,20,20

• Inciso sull’Italia: mentre 9 paesi nord europei stanno costruendo le strutture necessarie per un “green energy supergrid” necessario al raggiungimento dell’obiettivo del 20%, noi dichiariamo che siamo già tanto bravi…….

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Finalino in due slides

• economia a là Malthus è la dismal science

• se però si considera il progresso tecnico diventa la scienza della cornucopia

• …..ma è proprio vero? il progresso tecnico entra in uso automaticamente quando fa “danni” (pesca) e non quando sarebbe “benefico” (energie rinnovabili)

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……e allora la crescita è sostenibile?

• forse, ma solo se il settore pubblico è determinato a renderla tale

• Alla fine del 700 Smith indagava sulla Ricchezza delle Nazioni,

• 300 anni dopo sappiamo che la Ricchezza delle nazioni sta nelle istituzioni e nel buon uso delle risorse naturali.


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