ANALISI CONGIUNTURALE DEL
SISTEMA DI
CREDITO LOCALE IN PIEMONTE
Coordinamento:
Fisac Piemonte, “Dipartimento Studi e Ricerche, Economiche Organizzative e Sociali”: Davide Riccardi
Ires Lucia Morosini: Francesco Montemurro
Il lavoro è a cura di: Francesco Montemurro e Cristian Roner
Associazione
Ires Lucia Morosini
Luglio 2013
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: I valori dal II trimestre 2011 compreso includono anche gli impieghi della
Cassa Depositi e Prestiti. I dati riportati si riferiscono a tutte le attività produttive
(ATECO 2007, esclusa la sez. U “Organizzazioni ed organismi extraterritoriali”).
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Ammontare nominale degli impieghi bancari verso le imprese e le famiglie produttrici in Piemonte.
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: I numeri riportati si riferiscono a dati relativi a tutte le attività produttive
(ATECO 2007, esclusa la sez. U “Organizzazioni ed organismi extraterritoriali”).
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale del valore degli impieghi bancari verso le imprese e le famiglie produttrici (valori percentuali).
2012-2013 Piemonte Nord-Ovest Nord-Est Italia
I trimestre -1,5 -1,7 -1,2 -0,6
II trimestre -2,8 -3,4 -3,1 -2,5
III trimestre -2,8 -4,0 -4,4 -4,4
IV trimestre -1,1 -3,5 -3,0 -3,5
I trimestre -1,0 -2,8 -3,1 -3,4
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: Le percentuali successive al I trimestre 2012 comprendono anche gli impieghi della Cassa Depositi e Prestiti.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale del valore degli impieghi bancari verso le imprese e le famiglie produttrici per settore di attività nel 2012 in Piemonte (valori percentuali).
Settore ATECO
I
trimestre
2013
IV
trimestre
2012
III
trimestre
2012
II
trimestr
e 2012
Agricoltura, silvicoltura e pesca 2,2 2,0 3,2 1,7
Servizi alloggio e ristorazione -3,8 -6,9 -4,5 -11,4
Attività finanziarie e assicurative -9,5 -6,1 -8,5 -10,9
Attività professionali, scientifiche e tecniche -1,0 12,1 0,8 19,6
Attività immobiliari -1,4 -0,3 -1,3 -2,8
Attività manifatturiera residuale (Divisioni 16, 32, 33) -12,4 -6,2 -7,6 -7,4
Attività residuali (Sezioni O, P, Q, R, S, T) 0,2 0,1 -0,9 -0,4
Attività manifatturiere -3,1 -3,8 -5,4 -5,4
Carta, articoli di carta, stampa ed editoria -9,3 -11,4 -10,1 -7,6
Commercio ingrosso e dettaglio; riparazione auto- e motoveicoli -2,9 -3,2 -4,5 -3,2
Costruzioni 2,1 0,0 -2,7 -2,5
Estrazione minerali da cave e miniere 2,2 -14,5 -14,9 -13,6
Fabbricazione computer, elettronica, ottica -11,4 -12,0 -16,2 -12,4
Fabbricazione altri prodotti da lavorazione minerali non metalliferi -4,5 -3,8 4,4 5,2
Fabbricazione apparecchi elettrici 3,2 -5,4 -2,4 -6
Fabbricazione articoli in gomma e plastica -21,2 -21,4 -3,0 2,2
Settore ATECO
I
trimestre
2013
IV
trimestre
2012
III
trimestre
2012
II
trimestr
e 2012
Fabbricazione coke e derivati petrolio 377,2 7,0 18,5 21,9
Fabbricazione macchinari ed apparecchi n.c.a. -5,2 -5,2 -6,9 -7,1
Fabbricazione mobili -0,6 -4,5 -0,4 -4,8
Fabbricazione prodotti in metallo -4,5 -5,0 -9,1 -6,6
Fornitura acqua, reti fognarie; gestione rifiuti -1,3 2,5 5,5 10,6
Fornitura energia elettrica, gas, vapore e aria cond. 13,7 5,5 19,5 19,5
Metallurgia 12,1 1,1 -5,3 -13,6
Mezzi di trasporto -2,5 0,1 -2,3 -1,3
Noleggio, agenzie viaggio, servizi alle imprese 18,5 10,1 -0,4 -9,4
Prodotti alimentari, bevande e tabacco -2,1 12,6 -2,1 -3,6
Prodotti chimici -6,5 -8,4 -6,6 -6,2
Prodotti tessili e abbigliamento -7,4 -5,3 -6,4 -8,9
Servizi di informazione e comunicazione 15,7 23,0 20,1 4,2
Telecomunicazioni -9,3 -13,6 56,0 57,7
Trasporto e magazzinaggio -10,1 -8,5 -8,9 -8,1
Totale ATECO -1,0 -1,1 -2,8 -2,8
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: La variazione è calcolata tra il valore 2011 (comprese banche e Cassa
Depositi e Prestiti) e il valore 2010 (comprese solo le banche). Gli impieghi
considerano tutte le attività ATECO (eccetto sez. U) e si riferiscono a famiglie
produttrici ed imprese.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica. Istat, Conti
economici regionali, novembre 2012
Consistenza degli impieghi sul PIL nominale (anno 2011) e relativa variazione tendenziale (valori percentuali).
Impieghi/PIL Var. tendenziale
Piemonte 49,1 -0,1
Nord-Ovest 70,2 0,3
Lombardia 81,1 0,0
Nord-Est 72,9 -0,5
Veneto 71,8 -0,3
Italia 62,8 1,0
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: I valori dal II trimestre 2011 compreso includono anche gli impieghi della Cassa
Depositi e Prestiti. I dati riportati si riferiscono a tutte le attività produttive (ATECO
2007, esclusa la sez. U “Organizzazioni ed organismi extraterritoriali”). VCO –
Verbano-Cusio-Ossola
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale degli impieghi bancari verso le società non finanziarie e le famiglie produttrici nelle province piemontesi (I trimestre 2013, valori percentuali).
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: Il valore nominale unitario è stato ottenuto dividendo l’ammontare degli
impieghi totali provinciali per il numero di rapporti bancari (c/c e altri in essere). VCO
– Verbano-Cusio-Ossola
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale degli impieghi bancari totali e del loro valore nominale unitario nelle province piemontesi (anno 2012, valori percentuali).
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: Banche e Cassa Depositi e Prestiti.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale percentuale degli impieghi vivi (situazione al 30/04/2013)
Imprese e famiglie produttrici
Clientela ordinaria
residente
(Totale ATECO
escl. sez. U)
Totale
ATECO
(escl. sez. U)
Industri
a Servizi Costruzioni
Torino -1,5 -2,1 -0,2 -3,5 -1,7
Alessandria -8,3 -11,6 -14,5 -13,1 -4,8
Asti -1,0 -2,8 -6,6 -0,6 -4,4
Biella -7,5 -10,5 -10,0 -11,2 -14,0
Cuneo -1,7 -1,0 -0,6 -2,4 -0,5
Novara -3,7 -3,5 -4,3 -2,8 -5,9
VCO -2,1 -3,8 2,0 -2,9 -14,9
Vercelli -3,8 -5,2 -8,9 -6,0 -0,5
Piemonte -2,7 -3,6 -3,5 -4,4 -2,9
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: Sono escluse le società finanziarie. I numeri utilizzati comprendono le somme
prestate dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento mensile degli impieghi vivi in Piemonte (giugno 2011 = 100).
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: Il riferimento è costituito da tutte le attività produttive ATECO esclusa la sez. U. Gli enti segnalanti sono banche,
finanziarie e veicoli segnalanti alla Centrale dei Rischi. *Calcolato come rapporto percentuale tra il valore del credito utilizzato
e quello contrattualmente concesso.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale dei finanziamenti per cassa a breve termine concessi a società non finanziarie e a famiglie produttrici (valori percentuali, 2012-2013).
I trimestre IV trimestre III trimestre II trimestre
Torino
Accordato -8,4 -9,6 -9,1 -6,3
Utilizzato -4,5 -3,1 -7,5 -5,5
Utilizzo* 54,2 55,5 53,0 52,9
Alessandria
Accordato -13,8 -11,7 -7,6 -7,7
Utilizzato -6,0 -5,7 -3,3 -2,0
Utilizzo 54,5 52,8 51,4 51,6
Asti
Accordato -9,7 -8,4 -6,0 -4,7
Utilizzato -2,5 0,8 -4,1 -1,8
Utilizzo 60,2 61,6 56,6 57,1
Biella
Accordato -6,0 -6,8 -7,0 -5,3
Utilizzato -5,5 -2,9 -8,2 -9,4
Utilizzo 42,9 42,6 42,4 44,2
Cuneo
Accordato -1,8 -5,0 -6,9 -3,0
Utilizzato 3,5 9,2 -5,6 -2,5
Utilizzo 49,3 51,0 48,3 46,1
I trimestre IV trimestre III trimestre II trimestre
Novara
Accordato -10,0 -9,8 -11,0 -5,5
Utilizzato -10,7 -10,6 -19,7 -16,2
Utilizzo 49,1 47,9 44,7 44,8
VCO
Accordato -3,0 -4,1 -6,2 -8,4
Utilizzato 3,9 9,1 -5,6 -11,9
Utilizzo 53,6 55,6 50,3 49,5
Vercelli
Accordato -10,5 -9,9 -8,7 -3,7
Utilizzato -8,7 -5,6 -10,6 0,8
Utilizzo 43,8 43,5 43,1 46,4
Piemonte
Accordato -7,8 -8,7 -8,4 -5,6
Utilizzato -3,7 -1,6 -7,7 -5,5
Utilizzo 52,2 52,9 50,5 50,3
La Situazione della domanda: Andamento e volume del credito alla produzione
Nota: Il riferimento è costituito dalla clientela ordinaria residente escluse le istituzioni
finanziarie monetarie.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale del numero di affidati (finanziamenti per cassa) in Piemonte per classi di fido globale accordato (valori percentuali).
La Situazione della domanda: Il credito alle famiglie consumatrici
Nota: Banche e Cassa Depositi e Prestiti. Il riferimento include le famiglie
consumatrici, le istituzioni sociali private e dati non classificabili.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale degli impieghi vivi verso le famiglie consumatrici (valori percentuali, situazione al 30/04/2013).
Nota: Il riferimento è costituito dalla clientela residente di banche e società
finanziarie ex art. 107 T.U.B.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica
Andamento del credito al consumo alle famiglie consumatrici (valori percentuali, I trimestre 2013).
Var. tendenziale Var. congiunturale
Torino -1,1 -0,6
Alessandria -1,6 -1,0
Asti 0,9 0,4
Biella -2,0 -0,8
Cuneo -0,4 -0,6
Novara -1,7 -0,9
VCO -1,6 -0,8
Vercelli -1,3 -1,0
Piemonte -1,1 -0,6
Il credito al consumo: Il credito alle famiglie consumatrici
Nota: Il riferimento è costituito dalla clientela residente di banche e
società finanziarie ex art. 107 T.U.B.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica
Le compravendite nel settore residenziale (valori percentuali, IV trimestre 2012).
Var. tendenziale Var. congiunturale
Alessandria -42,9 9,9
Asti -28,9 37,7
Biella -34,4 26,5
Cuneo -36,2 28,8
Novara -28,0 20,3
Torino -31,0 22,1
VCO -27,6 37,4
Vercelli -43,4 12,3
Piemonte -33,1 22,9
Le compravendite: Il settore residenziale
Fonte: www.immobiliare.it/mercato-immobiliare
Andamento del prezzo medio per gli immobili residenziali destinati alla vendita (giugno 2013, valori percentuali).
Var. tendenziale
Torino -2,7
Alessandria -1,5
Asti -0,3
Biella -4,4
Cuneo -1,9
Novara -4,9
VCO -5,1
Vercelli 8,6
Piemonte -3,0
Andamento del prezzo medio degli
immobiili: il settore residenziale
Nota: Depositi presso banche e Cassa Depositi e Prestiti. Clientela ordinaria residente e non
residente al netto delle istituzioni finanziarie monetarie.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento dei depositi bancari (aprile 2013, valori percentuali tendenziali).
Clientela ordinaria Famiglie consumatrici Imprese private
Torino 16,2 9,4 11,3
Alessandria 8,1 7,8 22,3
Asti 4,6 5,3 11,6
Biella 4,0 6,2 11,6
Cuneo 7,7 9,8 0,7
Novara 8,1 9,5 13,6
VCO 3,6 6,3 11,0
Vercelli 7,5 7,9 13,0
Piemonte 12,2 8,9 11,3
La Situazione dell’offerta: andamento dei depositi bancari
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Distribuzione dell’ammontare dei depositi per provincia (aprile 2013).
La Situazione dell’offerta: distribuzione per provincia dei depositi bancari
Nota: Depositi presso banche e Cassa Depositi e Prestiti. Clientela ordinaria residente e non residente al netto
delle istituzioni finanziarie monetarie.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica
Andamento del funding gap (% tendenziale e valore assoluto, aprile 2013).
Un indicatore sensibile: Il funding gap
Clientela ordinaria Famiglie consumatrici Imprese private
€ (milioni) % € (milioni) % € (milioni) %
Torino 3.852 -69,4 -15.935 27,3 15.507 -2,8
Alessandria 2.036 -39,8 -3.640 18,4 3.879 -16,0
Asti 1.079 -14,3 1.961 0,3 1.549 -1,7
Biella 1.155 -27,0 -1.205 18,7 1.065 -15,1
Cuneo 3.089 -25,2 -5.882 18,6 5.677 1,9
Novara 2.684 -23,9 -2.601 28,3 4.132 -5,0
VCO 828 -11,7 -734 19,0 1.061 -2,1
Vercelli -96 -142,4 -1.625 17,6 974 -6,1
Piemonte 14.628 -47,0 -32.900 23,1 33.603 -4,6
Nota: *utilizzato netto. Unici enti segnalanti sono le banche. Il riferimento è la clientela ordinaria residente
escluse le istituzioni finanziarie monetarie.
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento dei crediti in sofferenza per importo medio e numero di creditori segnalati alla Centrale dei Rischi (situazione al 31/03/2013).
I crediti in sofferenza
Importo unitario medio*
(Euro)
Var. tendenziale
Importo
unitario(%)
Var. tendenziale
Creditori in sofferenza (%)
Torino 77.432,31 10,6 8,5
Alessandria 115.301,17 4,9 11,4
Asti 83.963,28 5,9 6,4
Biella 137.625,88 2,4 2,9
Cuneo 104.207,30 12,8 10,1
Novara 117.889,53 2,2 10,6
VCO 111.423,97 3,1 7,4
Vercelli 77.126,88 5,6 6,0
Piemonte 92.146,32 7,8 8,7
Nota: Famiglie consumatrici, istituzioni soc. private e dati non classificabili. Famiglie produttrici (Totale ATECO al netto
sez. U).
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica.
Andamento tendenziale dei crediti in sofferenza (valori percentuali, I trimestre 2013).
I crediti in sofferenza
l’andamento tendenziale
Società non finanziarie
Famiglie
consumatrici Famiglie produttrici Attività industriali Servizi Costruzioni
Importo
unitario
Numero
affidati
Importo
unitario
Numero
affidati
Importo
unitario
Numero
affidati
Importo
unitario
Numero
affidati
Importo
unitario
Numero
affidati
TO 6,9 8,0 6,7 9,0 6,9 6,9 8,8 9,9 23,7 16,0
AL 13,9 10,6 0,2 13,4 2,3 5,6 6,1 12,3 -4,6 23,0
AT 7,1 5,5 0,1 5,6 3,0 9,6 7,8 10,0 2,7 17,6
BI 6,2 1,5 6,5 4,3 -8,9 5,7 13,2 5,7 5,1 15,8
CN 4,7 9,3 7,8 8,5 -0,2 12,0 14,4 14,8 34,1 22,1
NO 2,6 9,9 3,4 11,0 -3,6 12,1 6,5 13,3 0,4 14,5
VCO 9,9 5,4 4,6 8,1 -12,3 12,4 12,0 18,1 -7,4 8,0
VC 12,9 4,3 8,5 7,0 2,2 5,0 -3,6 20,7 -19,3 13,6
PIE 7,6 8,0 5,0 9,2 0,9 7,8 8,9 11,3 11,5 16,8
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica e Banca
centrale finlandese.
Differenziale tra i tassi attivi effettivi-rischi a revoca su fin. per cassa a società non finanziarie e famiglie produttrici ed Euribor a tre mesi (valori percentuali).
Il costo e la remunerazione del credito
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica e Banca
centrale finlandese.
Differenziale tra i tassi attivi effettivi-rischi a revoca su fin. per cassa a società non finanziarie e famiglie produttrici e Rendistato (valori percentuali).
Il costo e la remunerazione del credito
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica e Banca
centrale finlandese.
Differenziale tra i tassi attivi effettivi-rischi a revoca su fin. per cassa a famiglie consumatrici ed Euribor a tre mesi (valori percentuali).
Il costo e la remunerazione del credito
Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica e Banca
centrale finlandese.
Differenziale tra i tassi attivi effettivi-rischi a revoca su fin. per cassa a famiglie consumatrici e Rendistato (valori percentuali).
Il costo e la remunerazione del credito
Il sistema del credito:
le criticità
La crisi economica si è trasmessa alle imprese principalmente attraverso tre canali:
una forte contrazione dei ricavi, l’allungamento dei tempi di pagamento tra le
imprese e da parte delle pubbliche amministrazioni, la stretta sul credito operata
dagli istituti finanziari (Banca d’Italia, ISTAT, 2013).
In seguito all’indebolimento delle condizioni finanziarie, è peggiorata la qualità
della domanda di finanziamenti esterni delle imprese: il fabbisogno si è
focalizzato di più sulle esigenze di capitale circolante che su quelle legate
all’accumulazione del capitale fisico. Alle prese con il problema della scarsa
capitalizzazione, le banche hanno respinto con più frequenza le richieste di
finanziamento provenienti da aziende con bilanci meno equilibrati. (Banca d’Italia
a, ISTAT, 2013).
Il sistema del credito:
le criticità/1
Le scelte di razionamento delle banche si sono basate soprattutto sulla valutazione
di indicatori di bilancio mentre gli indicatori alternativi relativi alle prospettive di
sviluppo delle aziende sono stati praticamente trascurati.
La contrazione del credito ha tuttavia messo in mostra la presenza di un rilevante
irrigidimento dell’offerta da parte delle banche, solo in parte riconducibile al
peggioramento delle condizioni finanziarie della clientela; rispetto agli anni
immediatamente precedenti, infatti, è cresciuta in modo considerevole la quota di
nuovi finanziamenti negati alle aziende (Albereto, Finaldi Russo, 2012,
Confcommercio, 2012, Ferrando, Griesshaber, 2011, Banca d’Italia, ISTAT).
Il sistema del credito:
credit crunch?
Durante gli anni di crisi, però, il razionamento del credito ha riguardato
praticamente la gran parte delle imprese, risultando meno legato alle
prospettive di sviluppo dell’azienda (Albereto, Finaldi Russo, 2012, Banca d’Italia,
2013).
Una maggiore selettività delle banche nel concedere prestiti alle imprese è
un indice di corretto funzionamento del mercato creditizio quando è giustificata
da un deterioramento della profittabilità e del merito di credito delle imprese;
diviene invece un indice di credit crunch quando investe imprese
economicamente “sane” (ISTAT, 2013).
Il sistema del credito:
il confronto con l’Europa
L’accesso al credito nei sistemi economico-produttivi dei principali Paesi europei è
ormai un fenomeno rilevante, anche per le piccole imprese e le imprese artigiane.
In uno studio condotto negli anni pre-crisi sulle esperienze realizzate in Francia e
in Germania, si è notato come, pur nel contesto generale in cui le imprese
riescono tendenzialmente ad auto-finanziarsi, il ruolo del finanziamento esterno
ha avuto una decisa crescita a partire dagli anni 2000, con tassi di accesso al
credito largamente superiori a quelli rilevati in Italia (Regione Piemonte, 2008).
In base ai dati rilevati, infatti, sono le imprese francesi a fare maggiore ricorso a
fonti di finanziamento esterne (più dei 2/3 di esse, con predilezione per un
utilizzo “misto” di finanziamenti a breve periodo e medio - lungo periodo). Nel
caso tedesco, invece, a fare ricorso a fonti di finanziamento esterne è una impresa
su due, con una percentuale che tende a crescere significativamente all’aumentare
del fatturato dell’impresa (Regione Piemonte, 2008).
Il sistema del credito:
il confronto con l’Europa
Le difficoltà riguardano anche il costo dei finanziamenti: stando a quanto
riportano le statistiche della Banca Centrale Europea (BCE), per crediti fino a un
milione di euro, da restituire all'interno di un piano di ammortamento compreso
tra uno e 5 anni, all’inizio del 2013 le aziende italiane dovevano pagare circa il
6,24%, quelle tedesche solo il 4,04%
Il razionamento del credito verificatosi nel periodo di crisi può avere avuto
effetti più sulla tenuta delle imprese in difficoltà finanziaria (in negativo)
che sulla capacità di realizzare nuovi investimenti (in positivo).
Il sistema del credito:
l’influenza delle relazioni bancarie
Uno dei principali risultati delle recenti analisi sulle fonti di finanziamento delle
imprese, riguarda l’influenza delle caratteristiche delle relazioni bancarie
sull’accesso al credito. Durante la crisi la protezione finanziaria delle imprese è
stata infatti maggiore da parte delle banche più coinvolte nel loro finanziamento,
soprattutto se di piccole dimensioni.
Relazioni bancarie più strette hanno favorito l’accesso al credito (Albereto,
Finaldi Russo, 2012, Banca d’Italia).
Accesso al credito:
nuovi fonti di dati nel processo valutativo?
Oltre il 60% della valutazione del merito creditizio di una impresa di
piccole dimensioni (al di sotto dei 10 dipendenti) non si basa su dati
economico-finanziari ma principalmente sulla storia creditizia dell’impresa
stessa e del suo legale rappresentante (Crif – Nomisma, 2011). Tale prassi si
pone come anomalia italiana nel contesto dell’Unione europea.
Fonti informative alternative e non tradizionali nel processo valutativo,
anche nei confronti dei piccoli operatori economici, possono generare
benefici in particolare in due aree (Crif –Nomisma, 2011):
• inclusione creditizia: per le neo imprese e per le aziende non in possesso di dati
di referenziazione creditizia, bilanci o altre credenziali di accreditamento da
presentare agli Istituti di credito.
• affinamento della valutazione: per le imprese che pur avendo già una storia
creditizia possono beneficiare di un’ulteriore e più puntuale valutazione basata su
dati non strettamente connessi al credito.
Il sistema del credito:
le criticità
Studio Criff – Nomisma. Fonti informative alternative e non tradizionali
nel processo valutativo dei Piccoli operatori economici.
• i dati di pagamento delle utenze acqua provenienti dall’Acquedotto Pugliese: lo
storico delle fatturazioni su un campione di soci e titolari d’azienda. Già nel 2009
CRIF aveva avviato una collaborazione con la Regione Puglia e l’Acquedotto
Pugliese sul tema del credito come strumento per l’inclusione sociale di immigrati,
giovani ed anziani da cui era emerso come il comportamento di pagamento delle
bollette dell'acqua sia un solido indicatore del merito creditizio dei privati.
• informazioni commerciali : performance di pagamento di un’impresa verso i
propri fornitori utilizzando informazioni anagrafiche, strutturali, finanziarie e sui
suoi comportamenti di pagamento.
Il sistema del credito:
il caso dell’Inghilterra
La Bank of England (BoE) e il Ministero del Tesoro inglese hanno introdotto un
Fondo denominato "FLS" , con l'obiettivo di concedere alle banche Inglesi la
necessaria liquidità per eorogare nuovi e convenienti prestiti a famiglie e imprese.
Il modello di funzionamento del Fondo FLS è operativo dal 1 Agosto 2012 e
consiste in speciali plafond attraverso i quali le Banche concedono maggiori
prestiti a favore di famiglie e imprese. In cambio, questi Istituti possono accedere a
dei contro-finanziamenti a basso costo garantiti dal nuovo fondo della BoE
(Milano Finanza, 13 luglio 2012).
Le banche potranno ottenere la nuova liquidità portando in garanzia un'ampia
serie di asset, inclusi i portafogli di prestiti a famiglie e imprese, o titoli di stato a
breve. Gli istituti che mantengono invariati o aumentano i prestiti, pagheranno lo
0,25% sull'ammontare ricevuto alla BoE, mentre le banche che diminuiscono il
credito erogato dovranno far fronte a commissioni maggiori, fino all'1,5% (Milano
Finanza, 13 luglio 2012).
Il sistema di finanziamento pubblico
Nell’attuale fase recessiva, le policy volte a facilitare l’accesso al credito delle
imprese catturano risorse pubbliche ingenti a tutti i livelli istituzionali (dall’Unione
europea al Comune).
Ciò avviene soprattutto attraverso il coinvolgimento dei Confidi che
risultano grandi catalizzatori di aiuti di Stato.
Un recente studio (Gruppo Impresa, Unicredit, Fondazione Rosselli)
evidenzia che nel decennio 2003-2012 le Amm.ni regionali hanno attivato
245 regimi di aiuto per un valore di 2,6 miliardi di euro (esclusi interventi
cofinanziati dallo Stato).
Il sistema di finanziamento pubblico
L’intervento pubblico: Il monitoraggio (Dipartimento Politiche di
Sviluppo)
stimolare comportamenti virtuosi
Quando gli interventi pubblici sono attuati tramite intermediari, come
banche e confidi, questi enti divengono arbitri del rischio per le risorse
pubbliche pur essendo titolari di interessi propri che non sempre
corrispondono alle aspettative e agli interessi pubblici.
Per ridurre le asimmetrie informative nelle relazioni credito-imprese-
sviluppo, la P.A. è chiamata a sviluppare capacità di
monitoraggio/valutazione sulla qualità delle scelte allocative degli
intermediari nonché sugli effetti quantitativi del trasferimento dei benefici
dal soggetto pubblico all’impresa, cioè al beneficiario ultimo
dell’intervento (Vescina, 2013).
Il sistema di finanziamento pubblico
Il Fondo di garanzia per le PMI (L.662/96): il rilancio del Governo
Possono beneficiarne tutte le PMI rientranti nei parametri dimensionali di
cui al Decreto MAP del 18 aprile 2005, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.
238 del 12 ottobre 2005, ed alla Raccomandazione della Commissione
Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003:
valutate economicamente e finanziariamente sane;
appartenenti a qualsiasi settore ad eccezione di alcuni settori esclusi
dalla normativa comunitaria sugli aiuti di Stato
situate sul territorio nazionale
Un esempio di buone pratiche
La misura «Emergenza Economia» realizzata da Fiditoscana prevede che le banche,
per classi di rating, debbano applicare alle imprese un tasso calmierato.
Premesso che per le imprese non c’è il Taeg (Tasso annuo effettivo
globale), che il tasso non è l’unico beneficio possibile per un’impresa
(fondamentale il quantum del prestito), che il rating bancario è segreto industriale, il rating FidiToscana permette di valutare con un criterio omogeneo la rischiosità di tutte le operazioni in portafoglio già sottoposte allo screening dei diversi intermediari. Non è frequente che i soggetti gestori degli aiuti pubblici utilizzino una
simile metrica. Questa è una buona prassi cui fare riferimento.
Il rating interno sul beneficiario è fondamentale per analizzare i dati sugli
ingressi in sofferenza, ma anche per indagare sui benefici davvero
percepiti dalle imprese. Il rating interno si pone come informazione
indispensabile per la valutazione in itinere ed ex post degli
strumenti di policy (Vescina, 2013).
Le risorse dei cittadini
alle imprese meritevoli
Le risorse dei cittadini che pagano le tasse dovrebbero essere
indirizzate soprattutto (o a migliori condizioni) verso gli intermediari che
più di altri contribuiscono a rendere bancabili le imprese meritevoli ma
opache, trasferendo a queste i benefici pubblici.
Non sempre i bandi pubblici incorporano questo criterio
perché è (oggi) difficile verificarlo. Gli aiuti pubblici devono
stimolare la competizione, non sterilizzarla (Dipartimento
Politiche di Sviluppo, 2013).
Il nuovo Por 2014 - 2020
Un tema, quello del credito alle imprese, sempre più pressante
anche in Piemonte a causa, da un lato, della scarsa
patrimonializzazione delle imprese, dall’altro, dei vincoli di Basilea a
cui sono sottoposte le banche stesse.
Una questione a cui la dimensione regionale non può dare risposte
risolutive e di sistema, anche se può operare per allargare la platea
delle imprese che investono se assistite da garanzia, da un lato, e
per favorire le imprese nella fase iniziale del loro sviluppo, quando
l’accesso al credito è più difficoltoso. Puntando con forza su due
strumenti: sostegno allo start up e allo sviluppo delle
imprese, fondi rotativi di finanza agevolata.
L’Unione Europea e
il contrasto al credit crunch
Anche l’Unione Europea ha recentemente promosso iniziative sulla scarsa
offerta del credito.
Il 6 giugno 2013 il gruppo “Attività diverse” del Comitato economico e
sociale europeo ha tenuto un convegno inteso a proporre soluzioni per
spezzare il circolo vizioso che attualmente impedisce di avviare, far
funzionare e far crescere un'impresa e che impedisce ai consumatori di
risparmiare in modo sicuro e produttivo. Si è preso atto che una vasta
gamma di soggetti interessati (PMI, consumatori, famiglie,
istituzioni finanziarie alternative, libere professioni, cooperative e
organizzazioni per la tutela dell'interesse pubblico) hanno le stesse
esigenze: “più trasparenza, più assistenza da parte delle
organizzazioni settoriali per fare le giuste scelte d'investimento…”
(Comitato economico e sociale europeo, 2013).
.
L’Unione Europea: le buone prassi
Numerose sono state le buone pratiche evidenziate a
Bruxelles, allo scopo di promuovere l’accesso al credito per
ripristinare la fiducia dei mercati e delle istituzioni finanziarie:
fondi comuni di garanzia, project bond, incentivi fiscali, valutazione del
merito creditizio personalizzate, educazione finanziaria e fondi di
investimento sostenibili.
Il sistema del credito:
gli strumenti finanziari dell’Unione Europea
per il 2014 - 2020
Obiettivi generali:
Migliorare l'accesso ai finanziamenti destinati alle PMI sotto forma di capitale o debito. Uno strumento di capitale proprio per gli investimenti in fase
di sviluppo che fornirà alle PMI, tramite intermediari finanziari, finanziamenti di
capitale proprio rimborsabili ad orientamento commerciale, principalmente sotto
forma di capitale di rischio. Uno strumento di prestito che prevede accordi di
condivisione dei rischi diretti o di altro tipo con intermediari finanziari per coprire
i prestiti destinati alle PMI .
Agevolare l'accesso ai mercati sia dell'Unione che mondiali. Servizi di
sostegno alle imprese orientate alla crescita
Promozione dell'imprenditorialità. Sviluppo di abilità e attitudini
imprenditoriali, in particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne.
Dei circa 2,5 miliardi di euro di dotazione finanziaria per l'attuazione del
programma, 1,4 miliardi saranno destinati agli strumenti finanziari.
Il sistema del credito:
gli strumenti finanziari dell’Unione Europea
per il 2014 - 2020
Innovazione e Imprenditorialità Facilitare l’accesso al credito per le PMI, specie nei settori in cui il mercato
bancario del credito interviene con prudenza. Ad esempio, nella realizzazione di
progetti di innovazione, internazionalizzazione, riposizionamento di mercato, a
medio/alto rischio (ma con alte potenzialità di sviluppo).
Sostegno, attraverso la fornitura di garanzie al mercato bancario del credito,
al finanziamento diretto di progetti di innovazione con particolare riguardo a
quelli che consentono di ridurre gli impatti ambientali e i consumi di energia. Ad
esempio, i progetti di media rischiosità, come per le imprese di servizi.
Sostenere i finanziamenti in capitale di rischio nella fascia lasciata scoperta dai
principali operatori di Private Equity e Ventur Capital e dai Business-Angels
europei. Assegnare priorità nell’assegnazione delle agevolazioni alle iniziative
presentate dalle aziende registrate EMAS.
Il sistema del credito:
gli strumenti finanziari dell’Unione Europea
per il 2014 - 2020
Energia
Efficienza energetica (dall’acquisizione delle materie prime allo smaltimento
finale) ed uso razionale delle risorse;
Autosufficienza energetica nei nuovi insediamenti industriali, promuovendo la
realizzazione di reti che consentano di recuperare le risorse energetiche ed
ambientali che provengono da impianti limitrofi (acqua, calore, freddo, ecc.);
Miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici che costituiscono la
sede delle PMI, per attività produttive o commerciali;
Uso delle energie rinnovabili, introducendo misure di maggiore favore per le
applicazioni più innovative, che implicano un uso limitato del suolo in rapporto
all’energia prodotta.
Il sistema del credito:
gli strumenti finanziari dell’Unione Europea
per il 2014 - 2020
TIC tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Salute e cura degli anziani, invecchiamento ed inclusione sociale
Pubblica amministrazione, servizi pubblici, aree finanziate: - potenziamento dei
servizi pubblici
Economia a basso consumo di carbonio e mobilità intelligente
Sostegno / incentivi ad ampie partnership per la ricerca di soluzioni nel campo
dell’ICT finalizzate a trovare nuovi approcci alla problematiche della società.