ANALISI DELLE POLITICHE PUBBLICHE
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Testo di riferimento: Howlett e Ramesh, Come studiare le politiche pubbliche, 2003, Il Mulino, Bologna
La formulazione delle politiche
• Formulazione delle politiche
- Dopo che il governo ha riconosciuto l’esistenza di un problema… i
policy makers devono decidere quale corso di azione adottare
(seconda fase)
- Per Jones (1984): la formulazione consiste nel proporre i mezzi per
soddisfare un’esigenza della società
- Le proposte possono nascere all’interno del processo di agenda-
setting: quando abbiamo problema&soluzioni insieme; oppure dopo:
quando il governo decide di affrontare il problema per trovare le
soluzioni
- Obiettivo: considerare tutta la gamma di soluzioni disponibili, ma
restringere solo a quelle accettabili per i policy makers
La formulazione delle politiche
• Ricerca delle soluzioni
- In genere è la fase in cui aumentano in maniera esponenziale le
pressioni esterne.
- La ricerca delle soluzioni consiste nell’individuare le azioni ritenute
possibili
- Innanzitutto vengono eliminate le soluzioni ritenute inefficaci o
inaccettabili dagli attori del processo di policy (o anche la fattibilità)
- Es. ridurre i costi della sanità: soluzioni da scartare diminuire i salari
dei medici oppure eliminare dall’assistenza gli anziani
La formulazione delle politiche
• Jones, individua altre caratteristiche generali della formazione delle
politiche
1) Nessun limite al numero di attori: possono esserci due o più gruppi
che propongono soluzioni contrastanti
2) Formulazione anche senza la definizione esatta del problema
3) Non necessariamente collegamento tra formulazioni e istituzioni (in
genere però spetta agli organi burocratici)
4) La formulazione può richiedere tempo senza che si trovi la
soluzione
5) Possibilità di appello per gli «sconfitti» durante il processo di
formulazione
6) Il processo non ha mai effetti neutrali
La formulazione delle politiche
• Vincoli
N.B. gli attori non sempre valutano le soluzione in base ai fatti: possono
decidere che qualcosa non funzioni o sia inaccettabile in base a
valutazioni proprie.
- Vincoli Sostanziali
Sono insisti nella natura stessa del problema. Sono problemi oggettivi
ed è difficile porvi rimedio in maniera definitiva.
Es. eliminazione della povertà: non si può stampare moneta (rischio
inflazione)
- Vincoli Procedurali
Riguardano le procedure derivanti dall’adozione o dal compimento di
un’opzione (es. Vincoli istituzionali: le misure costituzionali,
l’organizzazione dello stato e della società e le strutture consolidate di
idee e convinzioni Inibiscono la scelta di determinate policy e ne
favoriscono altre)
La formulazione delle politiche
• Policy Subsystem
Nella fase di agenda: i membri del pubblico sono coinvolti più
direttamente
Nella fase di formulazione: sono convolti solo quelli che hanno un
livello minimo di conoscenza nell’area di oggetto di analisi
Importante per gli studiosi di policy:
- Identificare gli attori chiave nei sottosistemi di policy
- Individuare gli elementi in comune fra gli attori
- Analizzare le interazioni tra gli attori e l’impatto sulle politiche
Esistono diversi modelli (contraddittori)
La formulazione delle politiche
• Sub-governments
• Il concetto di policy subsystem elaborato negli USA dai critici del
pluralismo
• Nozione di sub-governement: raggruppamenti di attori sociali e
statali in schemi di interazione routinaria (deHaven-Smith e Van
Horn 1984)
• Osservazione: Negli Usa, gruppi di interesse, le commissioni del
congresso e le agenzie governative avevano sviluppato un sistema di
sostegno reciproco delle loro interazioni nelle attività legislative e
regolative=triangoli di ferro
• Principale accusa: i triangoli catturano il processo di policy e
sovvertono il sistema democratico assicurando gli interessi particolari
• Primi riscontri: in realtà i triangoli non erano così forti (potere
limitato nel tempo e soprattutto a determinate policy)
La formulazione delle politiche
• Issue-network
• È uno sviluppo della teoria dei sub-governments
• Heclo (1978): alcune aree della vita politica americana erano
organizzate secondo un sistema istituzionalizzato di rappresentanza
degli interessi (altre no)
• Il potere e l’influenza nascono dalle configurazioni con cui si
muovono e trattano reciprocamente i policy makers principali (non
triangoli chiusi, ma reti aperte)
• I sottosistemi sono un continuum di cui i triangoli di ferro
costituiscono un’estremità, dall’altra: issue networks
• I triangoli sono piccoli gruppi, piccole cerchie di partecipanti
diventate autonome. Numero partecipanti stabili nel tempo
• Gli issue networks hanno un grande numero di partecipanti
caratterizzati da un livello variabile di impegno reciproco o di
dipendenza rispetto al proprio ambiente (compenetrati tra loro). Sono
meno stabili. Alto tasso di ricambio dei partecipanti
La formulazione delle politiche
• Advocacy coalitions
• È un sottoinsieme di attori di un sottosistema di policy
• Un gruppo di attori provenienti da una serie di istituzioni pubbliche e private a tutti i livelli di governo che condividono un insieme di credenze di base (es. obiettivi di policy, percezioni causali identiche) e che cercano di manipolare le regole, i budget e il personale delle istituzioni di governo per raggiungere nel tempo quegli obiettivi (Jenkins-Smith e Sabatier 1993)
• Dunque attori sociali e statali uniti da credenze comuni (conoscenza del problema e soluzioni): partecipano al processo di policy al fine di utilizzare l’apparato governativo per il raggiungimento dei propri fini.
• Credenze e interessi determinano le politiche
• Capacità di successo invece è influenzata da:
- Fattori interni: risorse della coalizione (denaro, competenze specifica, numero di sostenitori e autorità legali)
- Fattori esterni:
a) stabili: natura del problema, valori culturali e norme costituzionali, ecc.
b) poco stabili: opinione pubblica, tecnologia, inflazione e disoccupazione, partiti e governi, ecc.
La formulazione delle politiche
• Policy networks
• Sono quei legami che uniscono gli attori dello stato e della società nel processo di policy (Katzenstein1977)
• Per Rodhes (anni’80): le interazioni tra i vari dipartimenti e rami del governo e tra il governo e le altre organizzazioni presenti nella società
• Le reti variano a seconda del loro livello di integrazione: funzionale a sua volta alla stabilità della membership, selezione operata sui membri, livello di interdipendenza dei membri, ecc.
• Per Willks e Wright i networks variano in base a cinque dimensioni chiave: gli interessi dei membri dei networks, la membership, il livello di interdipendenza dei membri, la misura in cui il network è isolato da altri networks e la variabilità della distribuzione delle risorse tra i membri
• Network fortemente integrati: stabilità della membership e delle relazioni tra membri; interdipendenza; isolamento
• Network debolmente integrati: strutture ampie e libere, legate a molteplici reti
• Problema dei Policy networks
• Nucleo vuoto= anche i networks più istituzionalizzati sembravano non avere una chiara leadership
La formulazione delle politiche
• Policy communities
• Spesso considerati intercambiabili con i policy networks
• In realtà, communities identificano quegli attori e potenziali attori
dell’universo di policy che condividono un comune policy focus
(comunity=categoria più ampia)
• Il network è il processo di collegamento all’interno della policy
community o tra due o più communities (network=interazione tra
membri della comunità nel sottoinsieme)
La formulazione delle politiche
• Classificare i policy sub-systems
• Anni ‘80 tentativo di fare chiarezza e classificare le diverse
prospettive
1) Atkinson e Coleman: schema basato sull’organizzazione dello stato
e della società e sui collegamenti reciproci. (questione
fondamentale: livello di autonomia dello stato rispetto alla società)
2) Per va Waarden esistono sette criteri: numero e tipo di attori,
funzioni dei networks, struttura, istituzionalizzazione, regole di
condotta, relazioni di potere e strategie degli attori.
La formulazione delle politiche
• Fondamentale: la distinzione tra community e network
• I membri della policy community condividono conoscenza condivisa (un identico frame) (es. beni comuni)
• I membri dei network oltre la conoscenza hanno anche interessi materiali
• Le policy communities variano in base:
- Visione del mondo (dominante: sì o no)
- Consenso stato-società (sì o no)
Quadro epistemico più o meno condiviso
POLICY COMMUNITY
Interazioni stabili tra gli attori
della/e comunità
POLICY NETWORKS
La formulazione delle politiche
• Esempio acqua
• Al livello centrale spetta l‘emanazione della normativa-quadro
• Il Comitato di Vigilanza sulle Risorse Idriche (CoViRI) svolge un compito di raccolta, diffusione e coordinamento di dati relativi al sistema idrico nazionale
• Alle Regioni spettano la maggior parte delle funzioni di pianificazione e di regolazione
• Province amministrano le concessioni
• fino al 1994, anno della riforma dei servizi idrici, è possibile identificare con chiarezza una policy community che, insieme agli attori istituzionali, include un ristretto numero di interessi forti.
• Dopo entra anche l‘industria dell‘acqua, costruendo un‘advocacy coalition che da questo momento in poi impiegherà le sue molteplici risorse per influenzare il policy-making
• Nel frattempo si va anche consolidando il network degli attori ambientali. E infatti a partire dal 1994, con il Comitato di consultazione, Legambiente, LIPU e WWF Italia , ecc.
La formulazione delle politiche
• Comunità egemonica (o monopolio di stato): lo stato e la società sono in accordo sui parametri di un problema o di una issue, all’interno di una visione del mondo dominante.
• Comunità imposta: episteme dominante, ma stato e società non in accordo sull’adeguatezza di un’idea.
• Comunità di pari senza leadership: episteme non dominante con consenso
• Comunità anarchica: nessun episteme dominante e non consenso
• In ogni community può svilupparsi una forma di interazione regolarizzata tra i sottosistemi dei membri della community
Visione del mondo dominante
sì no
Consenso stato-
società
sì Comunità egemonica Comunità priva di leader
no Comunità imposta Comunità anarchica
La formulazione delle politiche
• Network burocratico: le principali interazioni tra i membri del
sottosistema si verificano all’interno dello stato
• Issue network: interazioni principali tra un numero ampio di attori
sociali
Numero/tipi di partecipanti
Agenzie
statali
1 gruppo
sociale
preminente
2 gruppi sociali
preminenti
3 o + gruppi
sociali
preminenti
Relazio
ne
stato-
società
all’inter
no del
network
Direz
ione
statal
e
Network
burocratic
o
Network
clientelare
Network
triadico
Network
pluralistico
Socie
tà
domi
nante
Network
statalista
partecipati
vo
Network
catturato
Network
corporativista
Issue network
La formulazione delle politiche
• Statalisti partecipativi: attori statali svolgono un ruolo primario, ma
sono dominati da membri della società non organizzati
• Pluralistico: molti attori coinvolti, ma dominano quelli statali
Numero/tipi di partecipanti
Agenzie
statali
1 gruppo
sociale
preminente
2 gruppi sociali
preminenti
3 o + gruppi
sociali
preminenti
Relazio
ne
stato-
società
all’inter
no del
network
Direz
ione
statal
e
Network
burocratic
o
Network
clientelare
Network
triadico
Network
pluralistico
Socie
tà
domi
nante
Network
statalista
partecipati
vo
Network
catturato
Network
corporativista
Issue network
La formulazione delle politiche
• Clientelare: stato domina l’attore sociale; Catturato: l’attore sociale
domina lo stato.
• Triadico: stato domina il sottosistema; corporativista: società domina
Numero/tipi di partecipanti
Agenzie
statali
1 gruppo
sociale
preminente
2 gruppi sociali
preminenti
3 o + gruppi
sociali
preminenti
Relazio
ne
stato-
società
all’inter
no del
network
Direz
ione
statal
e
Network
burocratic
o
Network
clientelare
Network
triadico
Network
pluralistico
Socie
tà
domi
nante
Network
statalista
partecipati
vo
Network
catturato
Network
corporativista
Issue network
La formulazione delle politiche
• Conoscenza vs interessi (community vs network)
• Usati nelle policies: pesca, politiche a favore delle donne, protezione
ambiente, produzione farmaceutica, informazione.