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- 1 - ANDROPOS IN ThE W RLD Koinotes A A N N N N O O V V V N N . . 7 7 D D E E L L 1 1 5 5 / / 0 0 6 6 / / 2 2 0 0 1 1 0 0 * Ruolo degli ormoni * Disoccup. giovanile * M.Teresa di Calcutta * Euripide: Il Ciclope * Carducci * Turandot * Donne e fumo * Scriv. per non morire * Battaglia della Carn. * Momento tenero * Il trapianto * Quaglietta * Ganimede * LEros in Etruria * Il cane e la conch. * Piatti tipici * Passegg. per Salerno * Il Rinasc. Musicale II * Edoardo Sanguineti * Tutta mio padre * I grandi misteri * Stroches * * Lettere al Direttore * Leviora ù IL RUOLO DEGLI ORMONI: LE GONATROPINE cura di Franco Pastore Le gonatropine sono rappresentate dall‟ ormone follicolo-stimolan- te (FSH) e dall‟ ormone luteinizzante (LH). L‟LH nel maschio sti- mola la crescita e la maturazione delle cellule di Leydig, o cellule interstiziali, che, a loro volta, secernono testosterone (T). L‟ FSH, in- sieme al T, controllano la crescita dei tubuli seminiferi e la spermatogenesi, e stimolano le cellule di Sertoli a produrre inibina, che inibisce, a sua volta, la secrezione di FSH con feed-back negativo. Poiché i tubuli seminiferi costituiscono il 90% del volume testicolare, l‟aumento di volume del testicolo che si verifica in pubertà è dovuto quasi interamente all‟aumento dei tubuli seminiferi FSH e T dipendente, e solo in minima parte all‟aumento delle cellule di Leyding, Lh dipendenti. Nella femmina, l‟FSH stimola la crescita dei follicoli ovarici e quindi delle uova, la cui maturazione avviene già durante la vita fetale; sotto lo stimolo dell‟FSH, le cellule della granulosa ovarica producono estrogeni (E), mentre i follicoli secernono inibina. L‟LH, invece, stimola la produzione di progesterone (P) da parte del corpo luteo, controllando principalmente la seconda fase del ciclo mestruale. Lo stato di maturità e la funzione ciclica, tipica della donna, vengono raggiunti però attraverso processi endocrini graduali che si verificano appunto in pubertà. Alla nascita, nella femmina le Gn sono inizialmente soppresse dal feed-back esercitato dagli steroidi placentari; come questi diminuiscono, alcuni mesi dopo, i livelli di Gn risalgono, grazie anche al venir meno dell‟effetto soppressivo esercitato dagli E materni, presentando anche una discreta pulsatilità, simile a quella del soggetto adulto. A questa secrezione consegue una produzione di steroidi sessuali. Nel maschio, invece, si osservano fin dalla nascita livelli di LH elevati, cui consegue un aumento di T, che persiste per 3-12 ore. L‟LH, inoltre, si eleva nel maschio più dell‟FSH, al contrario di quanto avviene nella donna. Il volume testicolare in tale fase aumenta leggermente, per poi tornare ai valori infantili (1-3ml). Entro i primi 6-12 mesi nel maschio ed entro i primi due anni nella femmina tale attività gonadotropinica diminuisce e si arresta a valori bassi, con conseguente caduta di E e T a livelli appena misurabili. 1 La comparsa di pulsazioni di LH è il primo segno di inizio puberale: esse si verificano in un primo tempo solo durante le ore notturne, aumentando progressivamente sia in frequenza sia in ampiezza, ed estendendosi poi all‟intera giornata. Alla fine del processo puberale la quantità di LH secreta di giorno uguaglia quella notturna, ed il numero di pulsazioni nelle 24 ore si aggira sulle 12-15. Nella femmina, si osservano, inizialmente, picchi notturni rari e di scarsa ampiezza, che in fase puberale iniziale aumentano in frequenza e in ampiezza con prevalenza dell‟LH; in una fase successiva si estendono al giorno assumendo la frequenza definitiva, con picchi della durata di 20‟ ogni 90‟-120‟ circa. Nel maschio, si osserva un andamento sovrapponibile a quello descritto, ma con livelli di LH inferiori a quelli osservati nella femmina, specie nello stadio maturo. Anche nel maschio l‟esordio è preannunciato da un incremento delle pulsazioni di LH nelle prime ore di sonno. Allora, aumentando progressi- vamente i livelli di steroidi gonadici, questi vanno ad agire sui tessuti bersaglio, determinando, tra l‟altro,la comparsa dei caratteri sessuali secondari. _____________ 1) PETTER, “PROBLEMI PSICOLOGICI DELLA PREADOLESCENZA”. ED. LA NUOVA ITALIA. 2) CARBONE TIRELLI L.;” PUBERTA‟ ED ADOLESCENZA”; FRANCO ANGELI, 2006.CHARLES SULTAN, 3) FRANCESCO ORIO; “LA PUBERTA‟ FEMMINILE ED I SUOI DISORDINI G. DE NICOLA EDITORE..
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ANDROPOS IN ThE W RLD

Koinotes

AAA NNN NNN OOO VVV ––– NNN ... 777

DDD EEE LLL 111 555 /// 000 666 /// 222 000 111 000

** RRuuoolloo ddeeggllii oorrmmoonnii

** DDiissooccccuupp.. ggiioovvaanniillee

** MM..TTeerreessaa ddii CCaallccuuttttaa

** EEuurriippiiddee:: IIll CCiiccllooppee

** CCaarrdduuccccii

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** LLeetttteerree aall DDiirreettttoorree

** LLeevviioorraa

ùù

IL RUOLO DEGLI ORMONI: LE GONATROPINE cura di Franco Pastore

Le gonatropine sono rappresentate dall‟ ormone follicolo-stimolan- te (FSH) e dall‟ ormone luteinizzante (LH). L‟LH nel maschio sti- mola la crescita e la maturazione delle cellule di Leydig, o cellule interstiziali, che, a loro volta, secernono testosterone (T). L‟ FSH, in- sieme al T, controllano la crescita dei tubuli seminiferi e la spermatogenesi, e stimolano le cellule di Sertoli a produrre inibina, che inibisce, a sua volta, la secrezione di FSH con feed-back negativo. Poiché i tubuli seminiferi costituiscono il 90% del volume testicolare, l‟aumento di volume del testicolo che si verifica in pubertà è dovuto quasi interamente all‟aumento dei tubuli seminiferi FSH e T dipendente, e solo in minima parte all‟aumento delle cellule di Leyding, Lh dipendenti. Nella femmina, l‟FSH stimola la crescita dei follicoli ovarici e quindi delle uova, la cui maturazione avviene già durante la vita fetale; sotto lo stimolo dell‟FSH, le cellule della granulosa ovarica producono estrogeni (E), mentre i follicoli secernono inibina. L‟LH, invece, stimola la produzione di progesterone (P) da parte del corpo luteo, controllando principalmente la seconda fase del ciclo mestruale. Lo stato di maturità e la funzione ciclica, tipica della donna, vengono raggiunti però attraverso processi endocrini graduali che si verificano appunto in pubertà. Alla nascita, nella femmina le Gn sono inizialmente soppresse dal feed-back esercitato dagli steroidi placentari; come questi diminuiscono, alcuni mesi dopo, i livelli di Gn risalgono, grazie anche al venir meno dell‟effetto soppressivo esercitato dagli E materni, presentando anche una discreta pulsatilità, simile a quella del soggetto adulto. A questa secrezione consegue una produzione di steroidi sessuali. Nel maschio, invece, si osservano fin dalla nascita livelli di LH elevati, cui consegue un aumento di T, che persiste per 3-12 ore. L‟LH, inoltre, si eleva nel maschio più dell‟FSH, al contrario di quanto avviene nella donna. Il volume testicolare in tale fase aumenta leggermente, per poi tornare ai valori infantili (1-3ml). Entro i primi 6-12 mesi nel maschio ed entro i primi due anni nella femmina tale attività gonadotropinica diminuisce e si arresta a valori bassi, con conseguente caduta di E e T a livelli appena misurabili. 1 La comparsa di pulsazioni di LH è il primo segno di inizio puberale: esse si verificano in un primo tempo solo durante le ore notturne, aumentando progressivamente sia in frequenza sia in ampiezza, ed estendendosi poi all‟intera giornata. Alla fine del processo puberale la quantità di LH secreta di giorno uguaglia quella notturna, ed il numero di pulsazioni nelle 24 ore si aggira sulle 12-15. Nella femmina, si osservano, inizialmente, picchi notturni rari e di scarsa ampiezza, che in fase puberale iniziale aumentano in frequenza e in ampiezza con prevalenza dell‟LH; in una fase successiva si estendono al giorno assumendo la frequenza definitiva, con picchi della durata di 20‟ ogni 90‟-120‟ circa. Nel maschio, si osserva un andamento sovrapponibile a quello descritto, ma con livelli di LH inferiori a quelli osservati nella femmina, specie nello stadio maturo. Anche nel maschio l‟esordio è preannunciato da un incremento delle pulsazioni di LH nelle prime ore di sonno. Allora, aumentando progressi-vamente i livelli di steroidi gonadici, questi vanno ad agire sui tessuti bersaglio, determinando, tra l‟altro,la comparsa dei caratteri sessuali secondari. _____________ 1) PETTER, “PROBLEMI PSICOLOGICI DELLA PREADOLESCENZA”. ED. LA NUOVA ITALIA. 2) CARBONE TIRELLI L.;” PUBERTA‟ ED ADOLESCENZA”; FRANCO ANGELI, 2006.CHARLES SULTAN, 3) FRANCESCO ORIO; “LA PUBERTA‟ FEMMINILE ED I SUOI DISORDINI G. DE NICOLA EDITORE..

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Andropos in the world

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE RENATO NICODEMO

In Italia, repubblica fondata sul lavoro ( come se le altre fossero fondate

sul capitale o, peggio, sul latrocinio), regna, sovrana, brutta e feroce, la disoc-

cupazione giovanile. E questi giovani non possono certo dire, come Peter Pan

al tremendo e infelice capitano Hook,“Io sono la giovinezza e la gioia”, perché

sono dei poveri cristi che se non sono inghiottiti dalla droga e dalla delinquenza riescono ad ottenere la prima vera occupazione quando le tempie sono spruzzate di grigio, passando così dallo stato di puer aetenus a quello di senex, con tutto il peso di un così rapido cambiamento di stato.

Bollati come “Bamboccioni”, i più fortunati vivono rinchiusi nella prigione dorata delle famiglie, mentre i più – se tutto va bene – riescono a tirare avanti con incarichi temporanei o ad orario ridotto; tutti però senza la possibilità di investire sul futuro e formarsi una famiglia.

Ma, si sa, il destino e cinico e baro, per cui nel cercare lavoro si trovano di fronte ad un ostacolo paradossale; in quasi tutti i casi, infatti, viene loro chiesto di avere un‟esperienza nel settore di almeno tre anni. Ne deriva che senza esperienza niente lavoro e senza lavoro niente esperienza.

Non ci resta che concludere con un‟amara considerazione di Carlyle: Un uomo che vuol lavorare e non trova lavoro è forse lo spettacolo più triste che l‟ineguaglianza della fortuna possa offrire sulla terra.

Renato Nicodemo è nato a Laurito (SA) nel 1941. Abilitato per l‟insegnamento di materie letterarie negli Istituti superiori, è

stato Dirigente scolastico. Saggista e mariologo, cura la pagina mariana di alcune riviste religiose. Oltre a saggi di argomento pedagogico –didattico, ha pubblicato: Umile e alta – La Vergine nelle poesie di tutti i tempi, Napoli-Roma 1992; Maria nella vita e nelle opere del beato redentorista Gennaro Maria Sarnelli, Pagani 1996; Maria nella Divina Commedia. Aspetti del pensiero teologico di Dante Alighieri, Firenze 2001. Ha curato, inoltre, la pubblicazione della Canzoncine spirituali di S. Alfonso M. de‟ Liguori, Caposele 1996.

VVVeeesssuuuvvviiiooowwweeebbb...cccooommm Cultura, arte, ricerche di sapore antropologico, sulla vasta area tra il vulcano ed il mare -

La porta di Capotorre – Villa Angelica – Le torri aragonesi – Vico Equense - Sorrento e

Capri - I Funari – La villanella – Diz.rio torrese – Eros a Pompei –

NOVITA’:

I cibi vesuviani come afrodisiaci – Composizioni sul Vesuvio, geopoesie – I Funari ed altre

storie della terra del Vesuvio – Santa Maria di Costantinopoli a Torre del Greco di

A.Langella - L‟incendio vesuviano del 26 aprile del 72 – Il monastero della SS.Trinità di

Vico Equense Gita nella valle del Sarno – La lenga turrese – Breve guida archeologica – www.vesuvioweb.com - [email protected]

COMUNICATO STAMPA

Sabato 12 giugno 2010, alle ore18,00, è stato presentato a Sant‟Elia Fiumerapido (FR), nella Sala Convegni della Villa comunale, il libro “Simplegadi o la notte” di Carmine Brancaccio. Dopo i saluti del sindaco Fabio Violi e dell‟Assessore alla Cultura Antonio Trelle, sono intervenuti:interverranno Amerigo Iannacone, poeta ed editore, e Rita Iulianis, poetessa.

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Andropos in the world

LA DONNA NELLA STORIA A cura di Andropos

MADRE TERESA DI CALCUTTA

Col nome di Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, nacque il 26 agosto 1910 in una benestante famiglia di

genitori albanesi, Kolë Bojaxhiu e Drane Bernaj, di religione cattolica, all' età di otto anni perse il

padre e la sua famiglia si trovò in gravi difficoltà finanziarie. A partire dall' età di quattordici anni

partecipò a gruppi di carità organizzati dalla sua parrocchia e nel 1928, a diciotto anni, decise di

prendere i voti entrando come aspirante nelle Dame Inglesi. Inviata nel1929 in Irlanda a svolgere

la prima parte del suo noviziato, nel 1931, dopo aver preso i voti e assunto il nome di Maria Teresa, ispiran-

dosi a Santa Teresa di Lisieux, partì per l'India per completare i suoi studi. Diventò insegnante presso il colle-

gio cattolico di Saint Mary's High School di Entally, sobborgo di Calcutta, frequentato soprattutto dalle figlie

dei coloni inglesi. Negli anni che trascorse alla Saint Mary si distinse per le sue innate capacità organizzative,

tanto che nel 1944 fu dichiarata direttrice.

L'incontro con la povertà drammatica della periferia di Calcutta spinge la giovane Teresa ad una

profonda riflessione interiore: ebbe, come scrisse nei suoi appunti, "una chiamata nella chiamata".

Nel 1948 ebbe l'autorizzazione dal Vaticano ad andare a vivere da sola nella periferia della metropoli, a

condizione che continuasse la vita religiosa. Nel 1950, fonda la congregazione delle Missionarie della carità, la

cui missione era quella di prendersi cura dei "più poveri dei poveri" e "di tutte quelle persone che si sentono

non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la

società e che sono rifuggite da tutti". Le prime aderenti furono dodici ragazze, tra cui alcune sue ex allieve alla

Saint Mary. Stabilì come divisa un semplice sari bianco a strisce azzurre, che pare fu scelto da Madre Teresa

perché era il più economico fra quelli in vendita in un piccolo negozio.

Nel 1952 si trasferì in un tempio indù abbandonato donatole dall'arcidiocesi di Calcutta che convertì

nella Casa Kalighat per i morenti (poi chiamata Kalighat, casa dei puri di cuore: Nirmal Hriday), aiutata da

funzionari indiani. La vicinanza ad un tempio indù provoca la dura reazione di costoro, che accusano Madre

Teresa di proselitismo e cercano, con massicce dimostrazioni, di allontanarla. Le persone portate all'ospizio

venivano assistite e avevano la possibilità di morire con dignità secondo i riti della fede della suorina: ai

musulmani si leggeva il Corano, agli indù si dava acqua dal Gange, e i cattolici ricevevano l'estrema unzione.

Tuttavia Madre Teresa è stata accusata di battezzare i malati in punto di morte, senza chiedere il loro parere.

Tali critiche hanno preso spunto da una dichiarazione di Madre Teresa, nella quale la suora dichiarava di

offrire ai malati "uno speciale biglietto per San Pietro". In seguito Madre Teresa aprì una casa per lebbrosi

chiamata Shanti Nagar (cioè Città della Pace), e altri lebbrosari in tutta Calcutta; poi un orfanotrofio.

La fama internazionale di Madre Teresa crebbe enormemente dopo un fortunato servizio della BBC del

1969 titolato Qualcosa di bello per Dio e realizzato dal noto giornalista Malcolm Muggeridge. Il servizio

documentò il lavoro delle suore fra i poveri di Calcutta, ma durante le riprese alla casa per i Morenti, a causa

delle scarse condizioni di luce, si ritenne che la pellicola potesse essersi rovinata. Tuttavia, quando si inserì la

pellicola nel montaggio, le riprese erano ricche di luce. I tecnici sostennero che il merito era del nuovo tipo di

pellicola utilizzata, ma Muggeridge pensò ad un miracolo: era stata la luce divina di Madre teresa ad illuminare

le riprese, e si convertì al cattolicesimo. Nel febbraio 1965, papa Paolo VI concesse alle Missionarie della

Carità il titolo di "congregazione di diritto pontificio" e la possibilità di espandersi anche fuori dall'India.

Nel 1967 fu aperta una casa in Venezuela, a cui seguirono sedi in Africa, Asia, Europa, Stati Uniti nel corso di

tutti gli anni settanta e ottanta. L'Ordine si ampliò con la nascita di un ramo contemplativo e di due

organizzazioni laicali, aperte cioè anche ai laici. Nel 1981 fu fondato il movimento Corpus Christi aperto ai

sacerdoti secolari. Nel 1979, ottenne infine, il riconoscimento più prestigioso: il Premio Nobel per la Pace. A

soli due anni dalla sua morte, Giovanni Paolo II fece aprire, per la prima volta nella storia della Chiesa, con

una deroga speciale, il processo di beatificazione che si concluse nell'estate del 2003 e fu quindi beatificata il

19 ottobre.

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II TT RR AA GG II CC II GG RR EE CC II A cura di Andropos

ll teatro tragico, per i Greci, era una rappresentazione drammatica dell'esistenza, ma soprattutto "realtà poetica" della polis. Sommi artefici della straordinaria produzione tragica furono Eschilo, Sofocle ed Euripide, che in modo differente interpretarono la coscienza religiosa e la gloria di cui viveva Atene, mettendo a nudo le ansie e le miserie del popolo greco e rappresentando tutta l'anima e lo spirito di una civiltà. Il motivo della tragedia greca è lo stesso dell'epica, cioè il mito, ma dal punto di vista della comunicazione essa sviluppa mezzi

del tutto nuovi: il mythos ( μύθος, racconto) si fonde con l'azione, cioè con la rappresentazione diretta (δρᾶμα,

dramma, deriva da δρὰω, agire), in cui il pubblico vede con i propri occhi i personaggi che compaiono come

entità distinte che agiscono autonomamente sulla scena (σκηνή, in origine il tendone dei banchetti), provvisti

ciascuno di una propria dimensione psicologica. Rimangono, però, molti punti oscuri sull'origine della tragedia,

a partire dall'etimologia stessa della parola trago (i)día (τραγῳδία): si distinguono in essa le radici di τράγος

"capro" e ᾄδω "cantare", quindi il "canto del capro", forse in riferimento al capretto consegnato in premio al

vincitore della competizione tragica.

EURIPIDE (Εὐριπίδης) Nacque, secondo la tradizione, a Salamina lo stesso giorno in cui avvenne la famosa bat- taglia, ( 480 a.C. ) da una famiglia ateniese rifugiata sull' isola per sfuggire ai Persiani. Il suo nome verrebbe dall'Euripe, il canale dove si svolse la battaglia. Aristofane sugge- risce, a più riprese, nelle sue commedie, la bassa estrazione sociale del poeta, conferma- ta da Teofrasto contemporaneo di Socrate e suo amico. Si propose pubblicamente come tragediografo, a partire dal 455 a.C.. La sua prima opera, Peliadi, ottenne il terzo premio. Divenne presto popolare. Compose: La Medea, l‟ Andromaca, l‟Ecuba, l‟Alcesti, le Supplici, l‟Eracle, Le Troia-ne, L‟ Elettra, l‟Ifigenia in Tauride, l‟Elena, Ione, Fenicie, l‟ Oreste, l‟ Ifigenia in Aulide, le Baccanti, Il Ciclope e Reso. Morì a Pella, il 406 a.C..

Il Ciclope („ Κύκλωψ) Rappresentata intorno al 407 a.C.

Ambientazione: Il paese dei Ciclopi Antagonista: I Ciclope Protagonista: Odisseo Personaggio d’aiuto: L‟equipaggio

Quando Odisseo arriva al paese dei Ciclopi, in Sicilia, incontra Sileno, capo di un gruppo di satiri

che sono stati catturati e resi schiavi dal ciclope, e gli offre di scambiare il proprio vino con del cibo.

Essendo un servo di Dioniso. Sileno non sa resistere alla tentazione del vino, ma lo scambia con cibo

non suo, bensì del ciclope. Quest'ultimo poco dopo arriva, e Sileno per giustificare la mancanza del

cibo accusa Odisseo di averlo sottratto di nascosto. Ne nasce una discussione, ma il ciclope, poco

interessato alla diatriba, porta Odisseo e alcuni uomini del suo equipaggio nella sua grotta, e divora

alcuni di loro. Per liberarsi, Odisseo imbastisce un piano: offrirà il vino al ciclope per farlo ubria-

care, e poi lo accecherà con un palo di legno.

Il ciclope e Sileno si ubriacano insieme, tanto che il primo comincia a chiamare il secondo Gani-

mede (il coppiere degli dei) e lo invita nella sua grotta. A quel punto, Odisseo decide di mettere in

atto il suo piano. I satiri prima offrono il loro aiuto, poi, si defilano con scuse assurde. Odisseo,

allora, chiede aiuto al suo equipaggio, e riesce ad accecare il ciclope, e siccome in precedenza aveva

detto di chiamarsi Nessuno, quando il ciclope, accecato, urla di dolore, al coro di satiri che gli

chiedono chi sia stato a ferirlo, risponde:- Nessuno mi ha accecato-. Una tale risposta scatena la

derisione dei satiri. Intanto, Odisseo e il suo equipaggio scappano sulla nave.

Sinossi:Dramma satirico parodistico, il ciclope d‟Euripide si differenzia molto dal suo modello, il

terribile Polifemo del canto IX dell‟Odissea. Quest‟ultimo è un essere primitivo, privo di qualsiasi scrupolo morale e a cui è ignota qualsiasi forma di progresso: la sua dieta è composta esclusivamente di latte e formaggio (a meno che non gli capiti di divorare qualche umano), ed ignora anche il vino. Il ciclope di Euripide è invece più civilizzato, e pur vivendo ai margini della società non ha nulla di bestiale. Vuole che i satiri gli puliscano bene la grotta, e mentre le sue greggi pascolano nei campi, lui se ne va a caccia, non per procurarsi il cibo, ma solo per divertimento. Mangia carne umana, è vero, ma desidera che sia cotta a puntino. Insomma non rappresenta più la selvaggia bestialità del ciclope dell‟Odissea, ma una sua forma più moderna, al punto che i satiri restano, in quest‟opera, le uniche creature veramente legate alla natura.

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Andropos in the world

OMAGGIO AD UN GRANDE POETA:

GIOSUE‟ CARDUCCI A cura di Andropos Giosuè Carducci nacque il 27 luglio 1835 a Valdicastello, nei pressi di Lucca.

Nel 1838 la famiglia si trasferì a Bolgheri, dove il padre, implicato nei moti car-

bonari del 1831, esercitava la professione di medico condotto. Nel 1849 la fa-

miglia si stabilì a Firenze dove Giosuè compì gli studi presso gli Scolopi acqui-

sendo una buona preparazione in campo letterario e retorico e, nel 1853, dopo

aver vinto il concorso per un posto gratuito presso la Scuola Normale Superiore

di Pisa, si iscrisse alla Facoltà di Lettere, dove nel 1856 conseguì la laurea in

filosofia e filologia, con una tesi sulla poesia cavalleresca e nello stesso anno pubblicò le sue prime

poesie sul mensile "L'Arpa del popolo". A venticinque anni giunse a Bologna, il 10 novembre 1860,

professore di letteratura italiana. Nell‟aula universitaria di Via Zamboni 33 non ripetè, in tanti

anni, mai la stessa lezione. Era infastidito dagli intrusi spinti da curiosità e fu proprio questo

sentimento a definire l‟allontanamento dall‟aula di Dino Campana, che lo aveva studiato a lungo.

Nel 1862 entrò in Massoneria come membro della «Loggia Severa» di Bologna, nel

1865 diverrà membro della «Loggia Felsinea» e il 21 febbraio 1888 fu elevato al 33° grado del Rito

Scozzese Antico. Nell'istituzione massonica fu sempre attivo, come testimonia il nutrito carteggio

con il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Adriano Lemmi. Negli anni del trasformismo il

poeta conquistò un posto centrale nella struttura ideologica e culturale dell'Italia umbertina,

giungendo ad abbracciare le idee politiche di Francesco Crispi. Il 30 settembre 1894 pronunciò il

discorso per l'inaugurazione del nuovo Palazzo degli Offici (ora Palazzo Pubblico) nella Repubblica di

San Marino.

Dopo la morte del fratello e del padre, il 7 marzo 1859 si unì in matrimonio con la lontana

cugina Elvira Menicucci, dalla quale ebbe cinque figli: Francesco, morto dopo pochi giorni dalla

nascita, Dante, Bice, Laura e Tittì. Nel 1870 muore la madre ed il figlio Dante, a cui dedicò la poesia

"Pianto antico". Dopo un incarico presso il Liceo Classico Niccolò Forteguerri di Pistoia, dove insegnò

per tutto il 1859 Latino e Greco, con decreto del 26 settembre 1860, venne incaricato dall'allora

Ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani Della Rovere a tenere la cattedra di Eloquenza

Italiana, in seguito chiamata Letteratura Italiana presso l'Università di Bologna, dove rimarrà in

carica fino al 1904. Pubblicò nel frattempo Juvenilia, che raccoglie tutte le poesie del decennio

precedente. Nel 1863 pubblicò con lo pseudonimo di Enotrio Romano l' Inno a Satana che, pur

ottenendo successo, fomentò vivaci polemiche. Sempre di quell'anno è la pubblicazione Delle poesie toscane di A. Poliziano.

Nel 1890, venne nominato senatore e negli anni del suo mandato sostenne la politica

di Crispi, che attuava un governo di stampo conservatore, anche dopo la sconfitta di Adua. Nel

maggio del 1890 si trasferì con Elvira nella casa delle Mura Mazzini, allora quasi fuori Bologna, la

quale denominata Casa Carducci, è oggi un importante museo e conserva la grande biblioteca dello

scrittore. Nel 1899 pubblicò la sua ultima raccolta di versi, Rime e Ritmi, che comprende, fra l'altro,

l'ode La chiesa di Polenta, con cui lega questa località alla storia di Paolo e Francesca ed alla vita

stessa di Dante. Nel 1904 fu costretto a lasciare l'insegnamento per motivi di salute. Nel 1906 l'

Accademia di Svezia gli conferì il Premio Nobel per la letteratura, il primo ad un italiano con la

motivazione: « Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica ». Morì a Bologna, il 16 febbraio del 1907. È sepolto alla Certosa di Bologna.

La poesia di Carducci per poter sorreggere il pathos patriottico inseguì più la perfezione tecnica che un profondo e intimo percorso. Per questo, ne è difficile, oggi, la lettura, così soggettiva com‟è l‟interpretazione dell‟uomo contemporaneo dopo gli stravolgimenti formali del verso libero, dell‟ermetismo. Oggi si comprende più il frammento che non la costruzione classica di poesie che sono sculture ma anche opere di architettura monumentale. «Carducci è l‟ultima tempra d‟uomo che abbia avuto la nostra poesia, l‟ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto solo se stesso, ma anche il prossimo» (Momigliano).

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Andropos in the world

NOTIZIE DAL MONDO

ROMA - Maria Luisa Busi rinuncia alla conduzione del Tg1. Lo scrive lei stessa in una lettera affissa nella bacheca della redazione. Tre cartelle e mezzo per spiegare che non si riconosce più nella testata, e per dire che come un giornalista ha come unico strumento per decidere di difendere le sue prerogative professionali, ovvero togliere la propria firma, un conduttore può solo togliere la sua faccia. Così ha deciso di fare lei, abbandonando la conduzione del Tg1 delle 20. La decisione arriva dopo una serie di scontri con il direttore Augusto Minzolini.( Corriere della sera.it - 21 maggio 2010)

LECCE - Venerdì, 4 giugno 2010, alle 21.00, al Teatro Politeama Greco, “ I concerti di Primavera ”. Si eseguiranno musiche di Mozart, Direttore Fabio Neri.

VENAFRO - Si è svolto con successo e con presenze importanti di intellettuali non solo molisani ma venuti anche dal Lazio e dalla Campania, il convegno «Umanità e Cultura in Amerigo Iannacone - Testimonianze per 30 anni di attività letteraria». Pregnanti e di notevole spessore gli interventi. Dopo i saluti che hanno voluto portare il Sindaco di Mignano Monte Lungo Roberto Campanile e l‟Assessore alla Cultura di San Vittore del Lazio, ha aperto Carmine Brancaccio il quale oltre a fare un discorso generale sull‟autore ha parlato dettagliatamente del libro, uscito ben 27 anni fa ma che ha definito sempre attuale “Dissolvenza incrociata”. Ida Di Ianni ha parlato in particolare dell‟attività di giornalismo culturale e di una pagina settimanale di cultura redatta insieme con Iannacone per un anno, elevando il tono del quotidiano che la ospitava e che poi ha dovuto cedere alla cronaca nera. Aldo Cervo si è soffermato in particolare sull‟aspetto umano dello scrittore e ha messo in evidenza la rete di amicizie letterarie creata anche con l‟ausilio del mensile “Il Foglio volante” che Iannacone redige da 25 anni. Rita Iulianis ha letto una sorta di poemetto che partiva dal dantesco “Nel mezzo del cammin di nostra vita” e si formava con l‟utilizzazione di versi di Iannacone in una simpatica e a volte toccante melange poetica. Giuseppe Napolitano ha tracciato un ritratto del «poeta che stupisce ogni giorno delle cose di ieri» e – ha detto tra l‟altro – ho scritto tanto di Amerigo che potrei limitarmi a rimandare ai miei scritti». Suo è tra l‟altro un recente volumetto intitolato appunto “Scritti per Amerigo”. Gerardo Vacana ha fatto un ampio discorso a braccio, toccando vari argomenti, e partendo dalla sua trentennale amicizia con Iannacone e parlando tra l‟altro dell‟attività di organizzatore di cultura dello scrittore venafrano. Molti, in sala, i poeti, gli scrittori, gli artisti, che con la loro presenza hanno voluto onorare la figura dello scrittore venafrano.

ATENE - Incidenti a catena sono avvenuti sulla superstrada vicino a Salonicco, la Via Egnatia, a causa dell'invasione di migliaia di rane. L'invasione delle rane, dovuta alla migrazione stagionale, ha causato panico tra gli automobilisti provocando tamponamenti a catena con danni a numerosi veicoli e l'interruzione temporanea del traffico, ma senza che vi fossero vittime. Il tratto della superstrada e' stato chiuso per alcune ore al traffico per poter rimuovere i batraci.

WASHINGTON - Momenti di panico su un aereo della United Airlines: ha incontrato turbolenze così forti da provocare dieci feriti. Il velivolo diretto da Londra a Los Angeles e' stato costretto a un atterraggio di emergenza a Montreal. I feriti sono un membro d'equipaggio e 9 passeggeri, tra cui una donna incinta; questi ultimi sono stati prelevati da alcune ambulanze dopo l'atterraggio. Gli altri passeggeri sono stati imbarcati alcune ore dopo su un altro aereo della United.

ARGENTINA - Una colossale ed entusiastica partecipazione, con milioni di persone nelle piazze di tante città del Paese, e' stata la suggestiva caratteristica dei quattro giorni in cui l'Argentina ha celebrato il Bicentenario della sua indipendenza.

GERUSALEMME - L'urlo delle sirene si è udito stamane in tutto Israele nel quadro di una preannunciata esercitazione, volta a preparare il Paese ad attacchi missilistici. Al suono delle sirene, alle ore 11 locali (le 10 in Italia), la popolazione è stata esortata a scendere nei rifugi o a entrare nelle più vicine aree protette e a restarci per una decina di minuti. La radio e la televisione hanno interrotto i programmi per trasmettere gli avvisi di scendere nei rifugi.

* BRONTOL O * Mensile satirico-culturale di Nello e Donatella Tortora –Salerno – tel. 089797917

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Andropos in the world

LA DONN A NELL A LETTER ATUR A di Andropos

Turandot Turandot, figlia dell‟ imperatore cinese, era bellissima, ma crudele ed orgogliosa. Molti principi erano venuti da ogni parte del mondo per chiederla in sposa, e lei li aveva rifiutati tutti, non ritenendone alcuno degno di lei. L' imperatore, che si sentiva diventare vecchio, voleva assicurare un erede al trono e, disperato per i capricci della figlia, la pregava di mettere giudizio e di scegliersi uno sposo fra gli illustri pretendenti, che ogni giorno affluivano alla reggia. La principessa, allora, pubblicò un bando in cui dichiarava che,a ogni principe che si fosse presentato per chiedere la sua mano,ella avrebbe proposto tre enigmi. Se questi fosse riuscito a spiegarli sarebbe diventato suo sposo; diversamente sarebbe stato condan- condannato a morte. Nonostante questa terribile condizione, i principi continuarono ad accorrere in Cina, attratti dalla bellezza di Turandot e per lei affrontavano la crudele pena. Tanti ne furono messi a morte, poi-ché nessuno riusciva a sciogliere gli indovinelli. Un giorno, si presentò alla reggia un bellissimo cavaliere, che dichiarò di essere un principe di nobile lignaggio, ma non volle dire il suo nome. Egli era venuto per sottoporsi alla prova fatale. Fu fatto entrare in un immenso salone, dove, seduta su un altissimo trono, era Turandot, più bella che mai, circondata da otto famosi sapienti del regno. La principessa sottopose allo sconosciuto i tre indovinelli... e, con gran stupore di tutti i presenti, questi, senza esitare, li spiegò uno dopo l'altro. La fanciulla rimase umiliata ed il giovane, avendone pietà le disse:- Non voglio che i tuoi bellissimi occhi si inumidiscano di lacrime per causa mia, ti offrirò una rivincita. Se entro domani mattina tu riuscirai a sapere il mio nome, sarai sciolta dalla promessa di sposarmi. Io ne morirò dal dolore, ma tu sarai libera-. Per tutta la notte Turandot si diede da fare per scoprire il nome del principe e, promise doni splendidi a chiunque riuscisse a saperlo; ma ahimè tutto ciò fu invano, nessuno riuscì a scoprire nulla. Già spuntava l'alba e ancora la fanciulla non era riuscita a conoscere il nome di quell'uomo, quando si presentò a lei, ansimante per la corsa fatta,una damigella della sua corte, la quale, essendo penetrata furtivamente nella stanza dove il principe dormiva, lo aveva sentito mormorare nel sonno il proprio nome. - E' il principe Calaf, figlio del re Timur, mia principessa- disse la ragazza. Turandot, che senza confessarlo si era invaghita del giovane sconosciuto, non fu al primo momento molto contenta di questa rivelazione, ma presto il suo orgoglio trionfò sull'altro sentimento e si recò nel salone dove, di fronte agli otto sapienti e a tutta la Corte, rivelò esulante il nome dello straniero. Ma poi, vedendo sul viso di questi rispecchiarsi un'angoscia profonda, il suo orgoglio e la sua crudeltà caddero, e, commossa, scese dall'altissimo trono, tese la mano al principe che, pallido come la morte, si era inginocchiato a terra quasi non avesse più la forza di sorreggersi ed acconsentì a sposarlo. Le nozze furono celebrate da lì a pochi giorni in forma grandiosa, e gli sposi furono felici per tutta la loro vita.

VENERDI' 11 GIUGNO ORE 16,00 CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA SESTA EDIZIONE DEL PREMIO GIORNALISTICO "CITTA' DI SALERNO"

La sesta edizione del Premio giornalistico "Città di Salerno", patrocinata dalla Provincia e dal Comune di Salerno, dall'Esercito Italiano, dall'Ente Provinciale per il Turismo di Salerno e dall'Anas S.p.A., sarà presentata a Napoli il prossimo 11 Giugno alle ore 16,00 presso la sede dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, a pochi passi da piazza dei Martiri, alla presenza del presidente Ottavio Lucarelli. Il premio che si svolgerà il prossimo 17 Giugno alle ore 18,30 al Forte La Carnale di Salerno, ha tra gli scopi la diffusione dei valori costitutivi della deontologia professionale giornalistica e la promozione del ruolo dell' informazione nella società contempo-ranea.

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Andropos in the world

Fumo: donne sempre più dipendenti L'abitudine al fumo non ha più sesso; il divario tra uomini e donne, un tempo ben definito, è sempre più ridotto. Addirittura, se la percentuale dei fumatori è in calo, le donne sono più

restie ad abbandonare le sigarette e proprio per questo motivo l'Organizzazione Mondiale della Sanità punta sulle fumatrici per celebrare la World No-Tobacco Day che si celebra nella giornata di oggi. Le donne costituiscono circa il 20% di oltre un miliardo di fumatori nel mondo, una cifra tuttavia destinata ad aumentare. In Italia le fumatrici sfiorano i 5,2 milioni (19,7%); gli uomini 5,9 milioni (23,9%). "E' la prima volta che i due sessi fumano quasi allo stesso modo e purtroppo non è un bel risultato", ha dichiarato Enrico Garaci, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità inaugurando presso l'ISS il XII Convegno Nazionale Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale, occasione per presentare i risultati del Rapporto sul fumo in Italia 2010,

realizzato dall'Osservatorio Fumo Alcol e Droghe dell'ISS. "Particolarmente preoccupante poi, è la crescente incidenza del consumo di tabacco tra le ragazze: il nuovo rapporto dell'OMS Donne e Salute prova infatti che la pubblicità del tabacco è sempre più indirizzata alle giovani donne e i dati provenienti da 151 paesi mostrano che circa il 7% delle ragazze adolescenti fuma sigarette rispetto al 12% dei ragazzini, - continua Garaci -ma che in alcuni Paesi il numero è quasi pari". "Le donne che fumano si ammalano e muoiono di tumore del polmone e altre malattie legate al fumo come gli uomini - afferma Carlo La Vecchia, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano - in termini di rischio assoluto vi è identità tra i due sessi". "Per evitare in Italia un'epidemia di malattie legate al fumo analoga a quella osservata negli Stati Uniti e in altri paesi nordeuropei, è prioritario che le

generazioni di italiane che hanno oggi tra i 40 e i 60 anni smettono di fumare - raccomanda l'esperto -. E' infatti tra queste generazioni di donne, nate tra il 50 ed il 70, che il fumo si è diffuso e cominciano ora a diffondersi le malattie e le morti associate al fumo". (AGI Sanità)

DA ALTRI GIORNALI

Dal RESTO DEL CARLINO: Tutti alleati contro la maleducazione Si combatte anche con impegno civico… Per arginare i modi di fare che sconfinano nella maleducazione esistono le sanzioni (auto parcheggiate in seconda fila e muri sporcati con i graffiti) ed esiste l‟impegno civico. (Pierluigi Visci )

Dal QUOTIDIANO NET: Napoli, 1 giugno 2010 - Omicidio colposo. È questo il capo di imputazione di cui potrebbero dover rispondere due minorenni, un 16enne e un 17enne, e un 18enne, identificati e portati in una caserma dei carabinieri a Napoli, dopo un incidente in mare in cui è morto dilaniato dall‟elica di un gommone nelle acque di Pozzuoli un 14enne. I quattro stavano recuperando il mezzo che ritenevano fosse stato abbandonato, secondo quanto hanno raccontato ai militari dell‟Arma.

D A L L ‟ E S T E R O : New Orleans,1 giugno 2010 - Gli Stati Uniti hanno aperto un‟indagine penale su quanto avvenuto nel Golfo del Messico, dove da una falla in una piattaforma petrolifera sgorgano da più di un mese tonnellate di petrolio. All‟inchiesta parteciperà anche l‟FBI, ha spiegato Eric Holder. "Se troveremo prove di comportamenti illegali, la nostra risposta sarà forte", ha sottolineato il ministro della Giustizia americano.

CORRIERE DELLA SERA: macchie solari - Il ricercatore a capo dello studio, Mike Lockwood, spiega che l'attività solare nel corso dei millenni ha sempre avuto la tendenza ad aumentare lentamente per un periodo di trecento anni per poi decrescere velocemente nel corso di un secolo. A suo parere la diminuzione di attività attuale è iniziata nel 1985 e al momento siamo a metà strada verso le con-dizioni del Minimo di Maunder. Le macchie solari sono aree della superficie del Sole che appaiono più scure, a causa di una temperatura minore rispetto a quella circostante. Il numero delle macchie è correlato con l'intensità della radiazione solare. Negli ultimi cinquant'anni sono stati registrati i valori più elevati.

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Andropos in the world

IL RACCONTO DEL MESE

SCRIVERE PER NON MORIRE di Franco Pastore

Il pendolo, nel salone, batteva l‟ultimo rintocco della mezzanotte, quando mi alzai dal letto con la fronte imperlata di sudore ed una sete tremenda. Mi mossi adagio per il lungo corridoio e raggiunsi la cucina. Barcollai, sfiorai il muro e la litografia di Puccini oscillò lievemente. Presi la bottiglia dal frigo e bevvi avidamente acqua gassata. Le bollicine mi solleticarono la gola e ruttai rumorosamente. Un ronzio insopportabile sembrava nascere dal centro del cervello ed i suoni mi giungevano ovattati, per i densi muchi catarrali, che mi affiggevano da tempo. Respiravo a fatica, con lo stomaco gonfio, che nemmeno l‟acqua riusciva più a digerire, mentre un prurito tremendo mi costringeva a grattare violentemente la testa, piena di croste rosse e squamose. Lentamente, mi portai nello studio, dove mi accomodai davanti al computer già acceso. La sedia scricchiolò, quando il fondo schiena occupò il verde cuscino di morbida lana e gli occhi, per un brevissimo istante mi si chiusero, prima di divenire lucidi e vivi, come quelli di un bambino irrequieto, che si apprestava ad iniziare un nuovo gioco. Le dita rapidamente si mossero sulla tastiera e trasformarono ciò che restava di un uomo, in qualcosa di strabiliante, un formidabile interprete dei suoi sogni, capace di vivere tutte le fantasie che riusciva a scrivere e memorizzare sul word di quel magico personal computer. Mi fermai un istante, tossii penosamente liberandomi la gola, poi, ripresi celermente il viaggio, senza consentire altri indugi. La spiaggia era splendida, baciata dal sole del primo mattino e lei era lì, come una calda venere di bronzo, incredibilmente vera, col suo sorriso morbido ed accattivante, col corpo mozzafiato ed intrigante. Era lì, bella e disponibile, che mi tendeva le braccia. Il mio sogno si stava concretizzando. Respirai a pieni polmoni e mi sentii forte, giovane e fortunato, mentre il suo seno s‟avvicinava danzando, sul corpo scolpito. Ecco, le sue braccia mi cingevano il collo, mentre le labbra morbide e salate carezzavano le mie, in un bacio lungo, tenero ed appassionato, che continuò sulla sabbia, in una girandola interminabile d‟amore. Un dolore lancinante al petto mi costrinse ad uscire dal sogno e rividi le mani rugose sulla tastiera. Tossii violentemente e respiravo a fatica. Presi la bottiglia che avevo sistemato tra il tavolo ed il fax e bevvi abbondantemente, bagnandomi la maglietta di lana. Mi sentivo meglio. Ripresi a scrivere e, nel medesimo istante, decisi che non sarei più tornato indietro. Le dita volavano sui tasti di plastica grigia e lentamente rientrai nel mio sogno. Lei era lì ad attendermi e sorridendo mi prese la mano: - Sono io il tuo sogno, Dimitriu Nicolaos !- mi disse con dolcezza. Le dita continuarono a battere con regolarità, mentre il corpo, lentamente si stava

smaterializzando, per materializzarsi in un‟altra dimensione. Intanto, la spiaggia, al

tramonto, si colorava di rosso; il mio corpo abbronzato profumava di mare e la donna, al

mio fianco, mi stringeva il braccio, come per impedirmi di scappare via. Mi giunsero echi di

voci lontane, con il ritmo incessante dei tasti, ma non vi prestai molta attenzione. Un colpo

di tosse cercò di prendermi, ma lei, il mio sogno, strinse il braccio più forte e rimasi sulla

spiaggia, che le prime ombre della sera rendevano suggestiva e misteriosa .

Rimanevano solo le mani sulla tastiera, pensai di avere la situazione in pugno. La luna era alta nel cielo e l‟acqua una tavola luccicante, quando ci immergemmo ed iniziammo a baciarci con passione.

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Andropos in the world

Il seno era sodo ed alto, come se volesse baciare la luna e mi solleticava con i

capezzoli, che giocavano con i peli del torace. Mi succhiò dolcemente il lobo, mordendomelo,

alla fine, senza farmi male.

Era solo la mia volontà che continuava a scrivere sul Word. I tasti si muovevano da

soli, avevo sconfitto la mia sorte. Intanto, non mi giungeva più alcuna voce, ero salvo ed il

mio sogno era stato scritto per intero. La presi tra le braccia e la distesi sulla sabbia ancora

calda. Entrai in lei dolcemente, mentre si aprirono le porte del paradiso e vidi l‟empireo,

mentre una musica angelica mi sconvolse l‟animo. Piansi di piacere, mentre la gioia si aprì,

inondandomi della sua essenza più sublime.

Mi giunse un vocio indistinto. Qualcuno gridò che ero scomparso. Sorrisi tra me e

me, per essere uscito di scena in quel modo. Mi cercarono a lungo, guardando giù nella

strada, nel caso fossi volato dal decimo piano, ma, in quelle ore di primo mattino, la città si

svegliava lentamente e tutto era tranquillo ed uguale a mille altri giorni passati. Passarono

alle mie carte, nel disperato tentativo di una traccia scritta, che dipanasse l‟arcano. Verso

le nove e trenta, Elsa, una stupida cameriera filippina, notò il computer acceso e lo spense.

Fu come se non fossi mai nato, il nulla mi inghiottì per sempre. Non lo avevo salvato, il mio

sogno.

( Da “ IL GUSTO DELLA VITA” di Franco Pastore – Ed. Palladio Sa 2006)

MARIA GRAZIA FALSONE "Il senso della vita"

(Libro di poesie presentato da Marzullo, su Rai uno)

Maria Grazia Falsone, nata a Campobello di Licata (AG) da Giuseppe e Carmen Camilleri, ha trascorso la prima infanzia, a causa del lavoro del padre, militare dell'arma dei carabinieri, a Sermoneta e a Gavignano, comuni in provincia di Latina l'uno e di Roma l'altro. Ha completato gli studi superiori , in successivi trasferimenti della famiglia , tra Gela e Acireale. Ha ottenuto diversi premi, segnalazioni e menzioni. Le sue poesie sono presenti in alcune antologie nazionali ed internazionali. Responsabile del "Cenacolo del galatea", ama la poesia quanto la musica. Conduttrice di una rubrica culturale nel programma " Azzurro" dell'emittente televisiva "Antenna Sicilia" ha proposto "La poesia" con il suo slogan "Quando la poesia fa spettacolo" Riscuotendo diversi pareri favorevoli dalla critica.

SALERNO HA UN NUOVO ARCIVESCOVO Il 10 giugno scorso, Benedetto XVI ha nominato mons. Luigi Moretti nuovo Arcivescovo metropolita di Salerno. Nato a Cittareale, in provincia di Rieti, nel febbraio del 1949, mons. Moretti è stato consacrato Vescovo il 12 settembre del 1998. Il 17 ottobre 2003, è stato nominato arcivescovo vice-gerente del Vicariato di Roma. Il vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Vallini, nel dare l‟annuncio della nomina, nel Palazzo Lateranense, ai parroci della diocesi e al personale del Vicariato, ha definito il religioso un « punto di riferimento sicuro per la diocesi di Roma in tanti anni » e lo ha ringraziato per la « grande dedizione alla missione della Chiesa ». A S. E. Moretti vanno i saluti di benvenuto di tutto lo staff di “ Andropos in the World”- n.d.D.

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Andropos in the world

GLI AVVENIMENTI STORICI CHE DIEDERO IL NOME

DI CARNALE ALLA TORRE CAVALLARA DI SALERNO

Corre l‟anno del Signore 871, trentamila saraceni sbarcano nel golfo di Sa- lerno e pongono la città sotto assedio. Il loro capo, è l‟ emiro Abd- Allah, acerrimo nemico della cristianità, che pone il suo comando ad oriente del- la città, nella chiesa dei Santi Martiri. Le forze salernitane, al comando del principe longobardo Guaiferio e del suo luogotenente Caio, figlio di suo fratello Maione, sono attestate alla foce del fiume Irno. La situazione è grave e la città è allo stremo. Loro eroici al- leati sono i Capuani ed i Beneventani. Intanto, Landelaica, la seconda mo- glie di Guaiferio, si preoccupa per la vita del principe suo marito e le sorti di Salerno. Caio è segretamente fidanzato con Maria Prignano; una storia d‟amore che si con-suma tra le mura di una città sofferente e stremata. Il caso vuole che Maria, incurante del pericolo, nel mentre si reca a portar pane nella casa di un salernitano, nella parte orientale della città, ove un bambino muore per fame, viene rapita con la sua ancella da due saraceni di Abdullà, tristemente famoso per il suo interesse per le fanciulle salernitane. Le forze saracene si dividono e Abdel-Menelich guida quindicimila uomini contro l‟esercito formato dalle forze congiunte di Capua e Benevento, mentre che Leopordo secondo pone l‟assedio di Bari, divenuta una roccaforte saracena. Caio, distrutto dal dolore e medita vendetta contro il capo dei saraceni. Di notte, esce dalle mura e si porta alle spalle delle linee nemiche e, con l‟aiuto di un manipolo di uomini, uccide Abd-allah e libera Maria. Le forze d‟assedio alla città di Salerno rimangono così senza capo. Di questo profitta subito Guaiferio, che guida i suoi in un attacco senza quartiere, che costringe i saraceni ad imbarcarsi rapidamente, lasciando sul terreno diecimila morti. Lo scontro decisivo avviene alla torre cavallara, difesa dal conte Caio con tremila arcieri. E lì che vi è il maggior numero di saraceni morti, tanto che Guaiferio definisce la torre una “carnaia”. Nel clima dei festeggiamenti per la vittoria, in presenza del principe e di sua moglie, il luogotenente Caio, nipote del re, sposa Maria Prignano. A dare maggiore solennità all‟avvenimento, giunge inaspettato l‟ imperatore Ludovico II, di ritorno dalla conquista di Bari, il quale dona agli sposi parte dei possedimenti sottratti ai saraceni.

( F.Pastore – La battaglia della Carnale – Trama del dramma storico)

__________ Erchemperto: Historia langobardo rum Beneventanorumque - 890

Luigi Carella – Salerno attraverso il centro antico – Reggiani Editore – 1978 Rinaldo Panetta – I saraceni in Italia – Ediz. Mursa – 1984 Vittorio Glejesis - La storia di Napoli, Soc. Edit Napoletana

UNO SPUNTO DI RIFLESSIONE

C'era una volta un vecchio contadino cinese che lavorava la terra con l'aiuto di suo figlio e di un cavallo...un giorno

il figlio arrivò trafelato dicendogli: "Che disgrazia, il cavallo è scappato!"..."Perché la chiami disgrazia figliolo" disse il

padre.."vediamo cosa ci porta il domani!"...Dopo pochi giorni il cavallo tornò accompagnato da una bellissima

giumenta..."Che fortuna, padre!" esclamò il ragazzo.." il nostro cavallo ne ha portato un altro!"....."Perché la chiami

fortuna?"escalmò il padre " vediamo cosa ci porta il domani"...Pochi giorni più tardi il ragazzo volle montare il nuovo

cavallo che però non abituato ad esser cavalcato, lo disarcionò e si ruppe una gamba..." Padre,che disgrazia! Mi son

rotto una gamba! " escalmò il ragazzo...ed il vecchio:" Perché disgrazia? Vediamo cosa ci porta il domani!"...Il

ragazzo però non era convinto e si lamentava nel suo letto...Pochi giorni dopo, passarono nel villaggio gli inviati del

re per raccogliere i ragazzi da portare alla guerra,e vedendo il giovane invalido lo lasciarono lì...

Franco Pastore

LA BATTAGLIA

DELLA CARNALE

2010

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FINE DI

UN

SOGNO

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Andropos in the world

MOMENTO TENERO

Da “Le tue labbra” di Franco Pastore (Edizioni “Andropos in the Word” Sa 2009)

ED E ‟ S ERA

APPROFONDIMENTI LINGUISTICI

La Litote, dal greco ò, "semplice " consiste nell'esprimere un concetto in forma attenuata, per

lo più negando il concetto opposto. Così, nei Promessi Sposi, Manzoni, anziché dire che Don

Abbondio era un vile, dice che "di certo non era un cuor di leone".

Enjambement, dal francese enjamber, "oltrepassare", si ha quando la fine di un verso non

coincide con la fine di una frase e la frase continua nel verso seguente. Poeti come Dante tendono a

fare coincidere l'unità metrica del singolo verso, con l'unità sintattica e concettuale di una frase, di

modo che ogni singolo verso abbia un significato compiuto ed autonomo. A partire dal Cinquecento, e

poi sempre più spesso nell'Ottocento e nel Novecento, i poeti spezzarono queste coincidenze, sia per

dare maggiore rilievo a singoli elementi, sia per creare una più intensa fluidità ritmica, che modi-

ficasse la rigida e monotona scansione dei versi. Exempli gratia, nell'Infinito del Leopardi, l'enjam-

bement produce fratture tra termini che di solito costituiscono nessi unitari del tipo sost.-aggettivo:

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi.....

Sos t .vo - complem. - sost .vo soggetto -complem. - pred.verb

ET C’EST LE SOIR

De rares nuages

dessinent l 'azur du ciel ,

pas de discours

dans le jour

qui meurt en si lence.

Le vert cache

plus vert

les rayons du soleil ,

un écho lointain

apporte

la voix de la mer.

Et c'est le soir.

( T r a d u z i o n e i n f r a n c e s e d i L e l l a Z a n u t t o )

CONCA DEI MARINI

Ti riempie di lei

nella tiepida notte,

l‟innamorata pallida

che misteriosa e tremula

lascivamente ti bacia.

Luminescenze flebili

fin sulla sabbia,

s‟allungano

con l‟eco di un respiro

lontano…vicino…

profondo come l‟eternità.

ED E‟ SERA

Nuvole rade

disegnano l'azzurro del cielo,

non vi sono discorsi

nel giorno

che muore in silenzio.

Il verde nasconde

più verde

i raggi del sole,

un'eco lontana

mi porta la voce del mare.

Ed è sera.

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude...

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Andropos in the world

PROVERBI E MODI DI DIRE

'A femmena è cumm' 'a castagna: bella 'a fora e 'a dintu cu' 'a magagna Dicette 'o ciuccio: si arrivo a ascì 'a miézo a stì mazzàte, nun esco cchiù a cacà 'e notte La canaglia cchiù fera ca nc'è a lu munno è lu sazio ca nun crede a lu rijùno La femmena è cumme „o cravòne: si è stutato te tegne, si è allummàto te coce. ESPLICATIO: La donna nasconde i suoi difetti dietro la sua bellezza. Le disgrazie insegnano. Non c‟è canaglia più feroce di chi è nella buona sorte. La donna è come il carbone: se è senza amore ti rompe l‟anima, se è innamorata cerca di farti perdere la testa.

ASPETTI SEMANTICO-ANTROPOLOGICI:

FORA: anche fore: avverbio di luogo, fuori. Etimologia: dal latino fora-s. Derivato: forèsto.

MAGÁGNA: termine piemontese, ma anche comasco, mancanza, difetto. Etimologia: dal latino mancus > manchevole; secondo altri, dal francese mahain > mutilato; altri ancora, e noi propendiamo per questa soluzione, il termine proviene dal basso latino mahamiu-m > mutilazione. Altre congetture appaiono troppo fantasiose.

CIÚCCIO: sost. masch. da ciuco; dal greco dorico kìllos (ί) asino. Altri, dal latino

cìcur > domestico, mansuefatto; altri ancora, più giustamente, in riferimento al raglio, dalla radice araba sciacarà. Metaforicamente, riferito a persona che non comprende.

MAZZÁTE: sost. femm.,da mazza; etimologia: dall‟accusativo latino matea-m, di cui è noto il diminutivo matèola.

FÉRA: sost.fem..ed agg., feroce, crudele. Etimologia: dal latino fēra-m, bestia, fiera.

MUNNO: sost. Maschile, momdo. Etomologia: dal latino mῡndu-m, mondo, con normale evoluzione

del gruppo nd>nn (cfr. onda >onna)..

CRAVÓNE: anche gravòne, sostantivo maschile, carbone; al plur. Cravùne. Etimologia: dall‟accu-

sativo latino carbòne-m, con metatesi iniziale. Composti: gravunàre.

.STUTÁTE: part. da stutà, spegnere, far cessare di ardere; usato anche allegoricamente: stutà la

collera, o le fiamme dell‟amore, o semplicemente inteso come: bloccare un avvenimento sul nascere.

Etimologia: dal latino volgare ex-tutāri > mettere al sicuro, proteggere da. Composti: stutacannéle,

stutacafé (così chiamato nel Cilento interno, il bicchiere di vino dopo il caffè)

ALLUMMÁTE: participio da allumma‟, illuminare, accendere il fuòco; usato anche in forma riflessiva: allummarse, col significato di accendesi d‟ira, adirarsi, come opposto di stutarse. Etimologia: dal francese allumér, con un raddoppiamento intervocalico mm. Derivati: lumère (prostitute), allummàta (luminarie)

TEGNE: da tégnere, tingere. Etim.: dal lat.tingere, con metatesi vocalica. Metaforicamente, sottrarre qualcosa a qualcuno.

Dora Sirica

IMPULSEART [email protected]

C i r c . C u l t u r a l e

Mario Luzi Boccheggiano (Gr)

[email protected]

LE TUE LABBRA ( Liriche )

di Franco Pastore

MBUTONZONE

http://www.mbutozone.it/

CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE -La casa Editrice Editsantoro, il sito animapersa.net, La “LAGIP Libera Asso-ciazione,Giardino dei Poeti e Letterati” indicono la seconda edizione del Concorso Lett. Intern.le “ IDEA DONNA -LUI E LEI – Inviare gli elaborati in Posta prioritaria a: LAGIP- DANIELA BRUNI C. Via Laureati 87 63039-

San Benedetto Tronto - AP - entro il 30 GIUGNO 2010. Per inf. rivolgersi a [email protected]

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Andropos in the world

LA PAGINA MEDICA

IL TRAPIANTO DI UN ORGANO E‟…

Il trapianto di un organo è una terapia sostitutiva. Quando in un soggetto un organo (per esempio cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas) perde in maniera totale ed irreversibile la propria funzione a causa di una malattia, tale soggetto può essere sottoposto a trapianto dell'organo ammalato. E' necessario distinguere trapianti cosiddetti "salvavita", come nel caso del fegato, talvolta del cuore e/o polmoni, in cui il soggetto se non trapiantato è destinato a morire ed altri trapianti "non salvavita ", in cui sicuramente viene migliorata la qualità della vita (ad esempio: trapianto di rene in paziente in dialisi). Il trapianto di un organo non guarisce, ma certamente consente una qualità di vita che nessun altro trattamento terapeutico può garantire. Migliaia di persone nel mondo sono colpite da gravi malattie ad organi vitali (cuore, polmoni, fegato, pancreas, reni). Molte, se non sottoposte a trapianto dell'organo ammalato ed ormai non più sufficiente a svolgere le propria funzione, saranno destinate a morire; per costoro il trapianto diventa sinonimo di vita. Coloro che invece sono affetti da "insufficienza renale cronica terminale" dovranno legare la propria vita ad un "rene artificiale" che per almeno tre volte a settimana "depurerà "il proprio sangue e gli consentirà di sopravvivere. Il trapianto quindi, se per alcuni rappresenta un'alternativa alla morte, per altri determina un miglioramento soggettivo della qualità di vita, interrompendo il trattamento dialitico, cioè la dipendenza da una macchina per vivere. Ogni persona può essere un donatore, di organi o solo di tessuti. Anche gli anziani con più di 80 anni possono donare, ad esempio, il fegato e le cornee. Lo stato di salute che precedeva la morte e la funzione degli organi durante le 6 ore di osservazione della morte cerebrale vengono attentamente valutati prima di proporre la donazione. Gli organi prelevati da un donatore vengono assegnati a pazienti in lista d'attesa in base a compatibilità immunologiche e criteri clinici. Gli organi e i tessuti che possono essere trapiantati sono: il cuore, il fegato, i reni, i polmoni, il pancreas, l'intestino, le cornee, le cellule, i segmenti ossei, le cartilagini, i segmenti vascolari, le valvole cardiache, la cute. Il trapianto di cuore è la terapia consolidata per molte forme di cardiopatia allo stadio terminale, che non rispondono alla terapia medica. La sopravvivenza stimata di un paziente affetto da grave cardiopatia e non sottoposto a trapianto è stimata da sei a dodici mesi. La maggior parte invece dei riceventi un trapianto di cuore raggiunge una sopravvivenza a lungo termine ed un recupero funzionale eccellenti. Il trapianto di fegato è l'opzione terapeutica di scelta per le malattie epatiche allo stadio terminale, sia acute che croniche, per alcune malformazioni congenite ed alcuni tipi di tumori, con buona sopravvivenza a breve e lungo termine. Il trapianto di rene è la terapia di scelta nella malattia renale cronica avanzata, nei pazienti idonei da un punto di vista clinico. Tale terapia migliora la qualità di vita di chi lo riceve e, negli ultimi anni, le nuove scoperte terapeutiche hanno consentito di migliorare la sopravvivenza del paziente e dell'organo trapiantato. Il trapianto di polmone, singolo o bilaterale, è effettuato in Italia dagli anni „90 ed i risultati sono molto incoraggianti. In prospettiva costituirà il trattamento più indicato per i pazienti affetti da pneumopatie allo stadio terminale. Il trapianto di pancreas e di isole pancreatiche è praticato dagli anni '80 ed è indicato spesso in associazione al trapianto di rene per un selezionato gruppo di pazienti diabetici. Il trapianto di intestino è indicato nei pazienti con grave insufficienza intestinale, quindi con impossibilità ad assorbire la gran parte dei nutrienti assunti con gli alimenti e che sopravvivono solo grazie alla nutrizione artificiale. La cornea è un tessuto privo di vasi sanguigni e pertanto può essere prelevato anche a distanza di alcune ore dal decesso, persino al domicilio del donatore. Le cornee prelevate possono essere conservate per diversi giorni, consentendo la programmazione degli innesti nei pazienti con gravi patologie corneali. Anche altri tessuti come segmenti di osso e segmenti vascolari possono essere prelevati a distanza di alcune ore dal decesso e poi conservati per il successivo innesto. La legge 91 del 1999, al fine di favorire lo sviluppo delle donazioni e conseguentemente, dei trapianti d'organo ha introdotto in Italia il principio del silenzio-assenso. In base a questa norma, ogni cittadino maggiorenne è invitato ad esprimere in vita la sua volontà, positiva o negativa, al prelievo dei suoi organi dopo la morte ed egli viene contemporaneamente avvertito che, nel caso in cui non abbia rilasciato alcuna dichiarazione, la legge considererà il suo silenzio come assenso alla donazione degli organi. Questa norma, comunque, non è ancora in vigore, mancando le condizioni per la sua applicabilità, per cui, attualmente il prelievo degli organi è possibile solo in caso di consenso esplicito, espresso in vita dal cittadino attraverso una dichiarazione scritta della propria volontà, conservata tra i documenti personali e/o registrata presso l'ASL di appartenenza. Se il cittadino non si esprime, la legge dà la possibilità ai suoi familiari di opporsi al prelievo. Attualmente possono verificarsi tre situazioni: Il cittadino esprime in vita la volontà di donazione: si procede al prelievo nel rispetto della sua volontà. Il cittadino ha espresso volontà negativa alla donazione: in questo caso non c'è prelievo di organi. Il cittadino non si espresso: in questo caso il prelievo è consentito se i familiari non si oppongono.

(pagina medica.it – medicina e prevenzione)

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Andropos in the world

NAPOLI, UNA REGIONE DA SCOPRIRE A cura d i Franco Pastore

QUAGLIETTA Feudo dei Rossi da Gesualdo, i Marchesi di Santa Lucia, dei De Vicariis, dei Baroni del Plato e dei D' Ayala-Valva rivestì notevole importanza grazie alla sua posizione strategica per il controllo della Valle del Sele. Simbolo dell' abitato è il possente castello normanno, anche se ridotto a rudere. Nel 1928, il Comune di Quaglietta fu soppresso e unito a quello di Calabritto. L'abitato sorge su uno sperone roccioso posto nella Valle del Sele fra il Monte Marzano e il Monte Boschetiello. Si trova sulla SS 165, nel punto in cui parte la diramazione stradale per la vicina Senerchia (5 km) e sorge a ridosso del confine con la provincia di Salerno; precisamente con il comune di Valva. Pur essendo in provincia di Avellino l'abitato di Quaglietta non fa parte della sub regione chiamata Irpinia. Fa parte dell'area geografica denominata Valle del Sele ed inoltre, per la vicinanza geografica alla provincia di Salerno (a meno di 1 km, oltre il fiume Sele) di cui ha fatto parte per secoli; il folklore, le tradizioni e il dialetto di questa questa terra sono di gran lunga più simili a quest'ultima che all'attuale provincia di appartenenza. Il paese è dominato da una rocca su cui si erge un poderoso fortilizio. Costruito dai Longobardi, insieme ai Bastioni difensivi di Senerchia e Valva, il Castello aveva una funzione di controllo delle importanti arterie di comunicazione che si aprivano a valle. Ancora oggi il Bastione di Quaglietta appare minaccioso ed imponente, con la sua torre quadrata, il “mastio”, che si eleva al centro della costruzione. Il Castello era stato ampliato verso la fine del XVII secolo dal Barone de‟ Rossi, che provvide soprattutto a restaurare ed innalzare la torre centrale. Attigua al Castello è la chiesa di San Rocco. Consacrata in origine a San Nicola, fu successiva-mente dedicata a Santa Maria della Ripa, quando, alla fine del Seicento, divenne chiesa baronale. Ebbe anticamente una veste tardo-romanica, di cui conserva la pianta a croce greca. L‟interno è arricchito dal solo altare maggiore, di egregia fattura settecentesca, e da un sarcofago del XVII secolo. Collocato sulla destra reca il bassorilievo di un nobiluomo con gorgiera e abiti seicenteschi. Quaglietta, si caratterizza per il territorio argilloso, che grazie alla presenza di corsi d'acqua (il Sele ed il torrente Senerchiella, un tempo copioso di trote squisite) consente la produzione di frutta, cereali, olio, vino di ottima qualità e legumi, un tempo oggetto di esportazione.

TRANEZZE E PINZILLACCHERE:

Santa Croce in Camerina in provincia di Ragusa - Lui 33 anni, lei 50. rispettivamente il

genero e la suocera. E per coronare il loro sogno d'amore sono anche fuggiti lasciando i rispettivi coniugi con un palmo di naso. I rispettivi consorti sedotti ed abbandonati hanno esposto denuncia ai carabinieri per abbandono del tetto coniugale. Almeno in questa occasione l'eterno dissidio, tra generi e suoceri, si è tramutato in probabile eterna passione.

Edinburgo - Secondo lo scienziato Calum MacKellar, docente di bioetica e biochimica

all'università di Edimburgo, anche gli uomini potranno rimanere incinti e in tempi non troppo lontani. Le tecniche genetiche impiegate sarebbero quelle che hanno permesso la clonazione della pecora Dolly. Lo studioso e' convinto che le ricerche sull'infertilità e le malattie del metabolismo potrebbero condurre la scienza verso questo risultato. I dubbi? Tanti. A partire da che punto del corpo uscirà il bebè.

Egitto- In un nosocomio che sorge circa 320 chilometri a Sud del Cairo, sono stati trovati serpenti e scorpioni, entrati forse dalle condutture dell'aria condizionata. Il direttore del Policlinico universita-rio di Assiut, per eliminare gli ospiti indesiderati, si e' affidato alla tradizione, ingaggiando alcuni incantatori di serpenti. Il risultato - ha affermato il dottor Mursi Mohammad Mursi - e' stato incoraggiante: "Gli incantatori di serpenti hanno catturato 6 serpi e 1 scorpione da quando e' cominciata la disinfestazione.

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MITOLOGIA GRECO-LATINA A cura di Andropos

GANIMEDE (Γανυμήδης)

Nell' Iliade, Diomede racconta che Zeus, preso dalla bellezza del ragazzo,lo rapì, ripagando il padre, con una magnifica coppia di cavalli divini ed un tralcio di vite d' oro. Zeus per sottrarre Ganimede alla vita terrena si sarebbe camuffato da aquila e si avven- tò sul giovane, nel mentre questi pascolava un gregge sul monte Ida, sacro alla titanide Rea, moglie di Crono e madre dei primi dei, tra cui Zeus. Lo portò sull' Olimpo, dove ne fece il suo amante. Per questo motivo nelle opere d' arte antiche Ganimede è raffigu- rato abbracciato ad un‟aquila, o in volo su di essa. Nell' Olimpo Ganimede divenne il coppiere degli dei, sostituendo Ebe, e in varie opere di arte è quindi raffigurato con la coppa in mano. La leggenda di Ganimede fu menzio-nata per la prima volta da Teognide, poeta del VI secolo a.C., anche se la tradizione potrebbe essere più antica. Di essa ne parla anche il poeta romano Publio Ovidio Nasone (43 - 18 a.C.) nella sua opera “ Metamorphoseon libri XV”. l neoplatonici ci offrono una rappresentazione mistica del rapimento di Ganimede: il rapimento dell'anima e in questo senso è stato usato sia in opere funerarie, che nell'arte fi-gurativa ed in letteratura. Si veda, per un esempio, il Ganymed di Goethe del 1774.

NOTE ANTROPOLOGICHE : il maquillage e la civiltà egizia

Nella civiltà egizia la cosmesi era considerata una necessità per la cura ed igiene del corpo, la bellezza esteriore aveva un fine religioso e una funzione funeraria. Il solo valore ornamentale della cosmesi divenne molto importante, donne e uomini cercavano di migliorare la propria immagine usando trucchi, creme, unguenti in modo quotidiano, e la maggior parte dei prodotti aveva spesso un fine curativo oltre che estetico. L'igiene e la cura della persona erano fondamentali ma la pulizia del corpo era collegata anche alla purezza dello spirito tanto da far costruire nelle case bagni e servizi igienici. Plinio scriveva che l'Egitto era il più grande produttore di unguenti e pomate, le sostanze più raffinate venivano dal Delta del Nilo ed erano custodite in vasetti molto belli, realizzati in alabastro, ceramica o vetro, decorati con pezzi di pietre colorate che formavano dei disegni geometrici. La purificazione del corpo del faraone era il primo rituale al quale il re si sottoponeva ogni giorno, il rito o “cerimonia di toeletta” era diviso in tre fasi: 1. Il lavacro: semplicemente un bagno che alludeva alla nascita dal Nun del dio sole. 2. L'incensamento del corpo del re: riproduceva la metamorfosi del faraone in Horus. 3. Il natron: i sacerdoti davano al faraone delle piccole palline di natron da masticare per mantenere una

buona igiene orale, riproduceva la rinascita del re al mondo superiore.

Gli unguenti erano considerati importanti. Donne e uomini per motivi igienici si radevano il capo ma erano

le donne che indossavano parrucche di capelli umani intrecciati, sulla cui sommità veniva posto un cono

profumato che con il calore si scioglieva e inumidiva i capelli di profumo. Attraverso l'analisi dei resti ritrovati

nelle sepolture abbiamo scoperto alcune composizioni dei loro profumi e cosmetici, che divennero una

preziosa merce di scambio con i paesi confinanti. Nella loro composizione venivano usate piante provenienti

dalle oasi e fragranze, importate dall'attuale Somalia. I fenici procuravano agli egizi l'essenza di terebinto,

ricavata da un albero con foglie dalla consistenza resinosa e fiori di color rosso porpora. Le essenze erano

usate da tutti i ceti sociali,quelle più raffinata alla portata delle sole classi agiate; il profumo più famoso era il

Kyphi, ottenuto con l'estrazione di 16 piante selvatiche diverse. I colori utilizzati per il trucco degli occhi erano

due, il verde ricavato dalla malachite e il nero ricavato dalla galena, ma particolare cura era dedicata alla

protezione degli occhi dal sole e dalle infezioni. l bistro, oggi chiamato khol o kajal, composto da polvere di

galena, veniva mescolato con grassi, resine e linfa di sicomoro serviva per tracciare una linea nera sulla

palpebra donando agli occhi uno sguardo magnetico. Per ringiovanire la pelle si usava stendere sul corpo una

miscela di creme a base di natron, alabastro, miele e sale marino, mentre per alcune donne che avevano una

pelle più scura si usava schiarire l'incarnato con polvere di alabastro e di carbonato di soda mista a miele.

Anche le rughe veniva “combattute” con una crema applicata per ben sei giorni consecutivi, composta di cera

d'api, incenso, olio di oliva amalgamati a latte fresco. Per colorare il corpo, le unghie e le labbra si usava

mescolare ocra rossa diluita con grasso e resine, mentre per dipingere le unghie e tingere i capelli si usava

l'henné, la cui varietà più pregiata cresceva nel delta del Nilo.

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Andropos in the world

L’EROS NEI SECOLI

L‟EROS NELL‟ ANTICA ETRURIA A cura di Andropos

Innanzitutto non si è ancora diradata, intorno agli etruschi, quell'aura di mistero che molto ha contribuito alla loro fortuna storiografica. E' sembrato quindi più urgente a studiosi, storici e archeologi cercar di far luce sugli aspetti che di questa civiltà risultano ancora oscuri, a cominciare dalla dibattutissima que- stione delle origini, per non dire della lingua, mai pienamente decifrata, piuttosto che approfondire la conoscenza in ambiti ritenuti meno determinanti. In secondo luogo occorre rilevare la scarsità delle fonti: quelle di prima mano, vale a dire di diretta provenienza etrusca, sono infatti pressoché esclusivamente di tipo iconografico o plastico (affreschi nelle necropoli, raffigurazioni sulle ceramiche, rilievi dei sarcofagi, reperti vari) e ci forniscono un quadro necessariamente parziale e disorganico dei costumi sessuali degli etruschi. Le fonti di altra provenienza, essenzialmente opere di scrittori greci e latini contenenti riferimenti sul tema, risultano non sempre pienamente attendibili, essendo spesso condizionate da orientamenti culturali pregiudizievoli.

Tutto quello che sappiamo sull'eros degli etruschi, dunque, ci proviene dalle tombe e da poche altre testimonianze di seconda mano. Queste sono le nostre fonti. E' anche evidente che questa ricerca non ha pretese di completezza o di organicità. Il nudo per gli etruschi, come del resto per molti popoli antichi, non era un problema. Era piuttosto una condizione quasi naturale. Gli etruschi affatto o poco vestiti si sentivano a loro agio. Non provavano imbarazzi o condizionamenti psicologici. Nelle raffigurazioni sepolcrali, principalmente a Tarquinia ma anche a Vulci (Tomba François) o a Chiusi, personaggi e figuranti vengono spesso rappresentati completamente nudi o precariamente coperti da una fascia annodata sui fianchi o da un variopinto scialle semplicemente appoggiato sulle spalle o sulle braccia; altre volte sono vestiti con una sorta di giubba che copre solo "dalla cintola in su" (tanto per invertire i termini culturali del nostro senso del pudore): giovani, adulti, fanciulli, coppieri, servitori, cavalieri, lottatori, musici, flautisti, danzatori, guerrieri, prigionieri, atleti, astanti, pescatori, aristocratici e gente comune, divinità marine e personaggi mitologici … come del resto appare assolutamente evidente negli affreschi di Tarquinia, che la nudità decontestualizzata dal rapporto sessuale è per gli etruschi una prerogativa pressoché esclusivamente maschile. Le donne, al contrario, sono quasi sempre rappresentate con abiti ricchi e sfarzosi, truccate, ingioiellate, e con tanto di elaborate acconciature. Pur con qualche significativa eccezione, come ad esempio la danzatrice della Tomba delle Leonesse che balla con un partner nudo vestita solo di un velo completamente trasparente, la donna etrusca non scopre il suo corpo; non assume atteggiamenti provocanti o marcatamente seduttivi; il suo tratto distintivo è la femminilità, e una dote di vitalità amministrata con compostezza.

Le donne etrusche avevano in grande considerazione il matrimonio e il rapporto esclusivo con il coniuge; non praticavano la poligamia e la struttura dei loro rapporti familiari non era poi così lontana e dissimile rispetto a quella odierna. Esisteva in Etruria il divorzio? Non abbiamo elementi per dirlo, ma la domanda non appare ben posta. Presso i popoli antichi non possiamo parlare di divorzio quanto di ripudio (tutt'oggi praticato in alcuni paesi islamici). L'uomo esercita il suo dominio sulla donna, che non ha capacità giuridica ed è perciò assimilabile ad un bene suscettibile di proprietà, anche allontanandola dalla propria abitazione. Quando si parla di divorzio si presuppone invece una parità tra i soggetti interessati ad accedere a questa opportunità; il ripudio, al contrario, è un atto di carattere esclusivamente unilaterale e maschile. Io credo che il matrimonio in Etruria fosse fondato sulla persistenza e sulla protezione del vincolo. E quindi, se di divorzio si deve parlare, questo va inteso nella sua accezione moderna: vale a dire come un mezzo per garantire la libertà e la parità di trattamento dei coniugi.

VICENNA

GARIBALDINA

All‟unnici di maju „nto sissanta tuccau a Petru Missu - chi piscava - di pilutàri “I Milli” pi Marsala: (mimìu chi scantu!... quasi ci attisàva!). All‟arba, a rima, trainava a occhiati: sbucca d‟ „u Faragghiuni, „a trarimentu „n mezz‟‟a faiddi e fumu un gran vapuri, l‟omini comu muschi a centu a centu. Cantavanu…D‟u ponti c‟u mecafanu unu „n cammisa russa e „na gran varva mi fa: “Voi della barca…per Marsala?” “Prua a sciloccu e chi Diu vi sarva!”

Mi vennu quasi „a mmestiri: “‟Na cima, chi v‟accumpagnu!” Genti d‟ogni etati..Ribbelli pimuntisi! Maria Virgini !... Parinu foddi !... Allegri… Tutti armati!... Chiddi di Sapri (Botta e lu Nicòtera) „nfussati ae ferri a Santa Catarina cumprènninu c‟arriva Garibaldi. Vasanu „i carciareri e la catina.

Giovanni Formisano (Da Epuca nostra di N.Barone)

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AAEESSOOPPOOSS EETT PPHHAAEEDDRRUUSS i n n a p o l e t a n o

« L‟etimologia di "favola" implica la fusione di termini appartenenti a differenti lingue antiche : il vocabolo de -riva dal latino "fabula", che, a sua volta, lega con il verbo latino "fari“, e dal greco "jemi" entrambi col significato di " dire, parlare, raccontare". Termini che trovano la loro origine nell'antica radice indoeuropea bha. L'etimologia ci dimostra, in maniera

indiretta, quanto antica sia questa forma letteraria, e come si incunea negli usi e costumi di popoli che amavano trasmet-tere alle nuove generazioni abitudini, costumanze e credenze popolari. Questo genere letterario è di origine popolare ed annovera tra i suoi maggiori autori ed iniziatori il Greco Esopo (VII sec. a. C.) ed il latino Fedro (I sec. d. C.).In questo contesto si colloca la favola greca con Esiodo e in seguito compare soprattutto nei poeti giambici come Archiloco e Simo-nide, in Aristofane, Erodoto, Platone, Aristotele ed altri ancora. Nella letteratura greca la favola comparve sempre a descri-vere, con atteggiamento critico, il mondo e a dare esempi, alla stessa stregua del mito e dell'aneddoto ….»

„O CANE E „A CONCHIGLIA1

Da “ Esopo e Fedro in napoletano” di Franco Pastore) ____________

1) Αἴσωπος- KύίόTìs Kύ ίέίόχόό ύϋήή έύ

LO SAPEVATE CHE

Per ammorbidire la carne dura, basta strofinandola sui due lati con aceto e olio di oliva, ed aspettare due ore prima di cuocerla? La frutta, consumata dopo i pasti, inibisce la secrezione gastrica e, se è acida, inattiva

gli enzimi che digeriscono le proteine; per questo motivo prolunga la digestione, producendo una sgradevole fermentazione degli amidi (pane e pasta). Al contrario, consumata da sola e lontano dai pasti, la frutta risulta altamente digeribile, poiché favorisce il transito intestinale svuotando l‟intestino dai residui dei pasti precedenti.

Il vero polpo deve avere sui tentacoli due file di ventose; se ne ha solo una si tratta del sinisco; ugualmente commestibile, però cambiano il pregio e il prezzo?

Nel pompelmo, il flavonoide più abbondante è la ninirgina, che fluidifica il sangue e ha azione antiossidante e anticancerogena. Il pompelmo è anche ricco di limonene, respon-sabile della sua provata azione anticancerogena. Combatte l'insufficienza cardiaca, grazie concentrazione di potassio, e l'ipertensione, per il blando effetto diuretico.

„Nu cane zucarùlo

magnàve sule „òve

„o pigliancùlo.

„Nu iuòrno,

affamate e chìn‟‟e suònne,

Pigliàje pe‟ „òve

„na conchiglia tònna.

Senza pensà, quel desso

se la schiaffàje „ncuòrpe,

come un fesso.

In poco tempo,

cuminciàje la danza:

ce schiaffàine

certi male „e panza.

Fu allòra che capì

ca dìnte „o mùnno

nunn‟è uovo

tutto ciò ch‟è tùnno.

TRADUCTIO IN VULGARE

Un cane, ghiotto di uòva,

un giorno, mentre che era

affamato e pieno di sonno, scambiò per uovo

una conchiglia tonda.

Senza pensarci su

La mandò giù come un sciòcco.

In poco tempo,

cominciarono i guai: gli vennero atroci

dolori di stomaco.

Allora capì Che non tutto ciò

che è tondeggiante

è un uovo

da mangiare.

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Andropos in the world

PIATTI TIPICI NELLA TERRA DEGLI AUSONI a cura di Rosa Maria Pastore

La Campania - Terra degli Ausoni e degli Opici, verso l' VIII sec. a.C., fu invasa, sulle coste, dai Greci,

i fondatori di Cuma e di Partenope, rifondata poi come Neapolis, tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C.

Ma nel VI sec., le zone interne della regione furono occupate dagli Etruschi, che diedero vita ad una lega di do dici città con a capo Capua. Nella seconda metà del V sec. a.C., iniziò l'invasione dei Sanniti, che conquistarono Capua (nel 440 circa) e Cuma (425 circa). Gli invasori imposero il loro dominio e la loro lingua,diventando così un solo popolo: gli Osci Con la discesa di Annibale, a nulla valse organizzarsi contro Roma, durante la secon- da guerra punica, la regione subì un profondo processo di romanizzazione, e solo Napoli e Pompei conservarono le loro radici elleniche. La Campania divenne sotto Diocleziano una provincia a sé, mantenendo la sua unità anche sotto gli Ostrogoti e i Bizantini. Con l'occupazione longobarda di Benevento (570 circa), la regione fu divisa tra il ducato di Benevento, compren-dente Capua, Salerno e Napoli e la regione costiera centrale. Amalfi, invece, arricchitasi coi traffici marittimi, riuscì nei sec. IX-XI a divenire un fiorente ducato indipendente. Dopo la definitiva conquista di Napoli, da parte dei Normanni, nel 1139, la Campania, nei sec. XII e XIII, fu compresa nel regno di Sicilia, divenendo prima un possedimento degli Angioini e poi degli Aragonesi. Dal 1503 al 1707, fu dominio della Spagna e, subito dopo, degli Austriaci (dal 1707 al 1734). Questa fusione di radici culturali, di usi e costumi di popoli diversi, ha avuto una influenza benefica sulla bellezza delle donne campane e sull‟arte culinaria.

PRIMO PIATTO

RIGATONI AL BASILICO

Ingredienti e preparazione (x 6):

Lessare 300 grammi di rigatoni in abbondante acqua salata e scolarli al dente. Versarli in una terrina e condirli con abbondante olio, metà di un mazzetto di basilico tritato e 1 cucchiaio di pane grattugiato. In una pirofila a bordi alti mettere un po‟ d‟olio e uno strato di pomodori pelati tagliati a fette, cospargerli di basilico tritato, olio e sale. Mettere poi uno strato di rigatoni e un altro di pomodori, sempre cosparsi con olio sale e basilico (occorre in tutto un chilo di pomodori). Finire con uno strato abbondante di pomodori e mettere al forno per tre quarti d‟ora circa.

SECONDO PIATTO

COSTOLETTE D‟AGNELLO FRITTE

Ingredienti e preparazione (x 4):

Preparare le costolettine battute dando loro una bella forma rotonda. Passarle nel pane grattugiato, poi nell‟uovo sbattuto, dove è stato aggiunto un cucchiaio di burro fuso e il sale, poi ancora una volta nel pane grattugiato. Buttarle nel padellone di frittura quando l‟olio fuma e, appena dorate, servirle calde, magari fasciando la costina con una una strisciolina di carta frastagliata da un lato.

MELANZANE FRITTE

Ingredienti e preparazione :

Lavare e togliere il calice verde a 500 gr. di melanzane. Tagliarle a grosse fette alte ½ centimetro, infarinarle e buttarle nella padella di frittura quando l‟olio comincerà a fumare. Tenere il fuoco vivo, rivoltarle sovente e lasciarle diventare croccanti. Scolarle, spruzzarle di sale e servirle con altre verdure fritte, zucchine, patate, cipolle.

Oggi pranziamo a Quaglietta, feudo dei Rossi da Gesualdo, i Marchesi di Santa Lucia, dei De

Vicariis, dei Baroni del Plato e dei D'Ayala-Valva rivestì notevole importanza grazie alla sua posizione strategica

per il controllo della Valle del Sele. Simbolo dell' abitato è il possente castello normanno, anche se ridotto a rudere.

della Festa dei Gigli, in onore del compatrono della città San Paolino.

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Andropos in the world

Un dolce

CROSTATA DI AMARENE

Ingredienti e preparazione :

Rivestire di pasta frolla una teglia imburrata ed infarinata, stendervi sopra 400 gr. di marmellata di pesche e sopra a questa le amarene private del nocciolo con l‟apposito snocciolatore. Cospargere le amarene con 50 gr. di zucchero, spruzzare con 1 bicchierino di rhum e mettere in forno a calore moderato per 30 minuti circa. Lasciar raffreddare la crostata, sformarla e spruzzarla con zucchero a velo vanigliato.

Un vino campano

CAMPI FLEGREI ROSSO D.O.C.

Vino di grande storia e tradizione, lodato da Plinio il Vecchio e, successivamente, inserito nella "carta dei vini" della corte di Napoli e di quella papale. La zona di produzione, che include 7 comuni, tutti in prossimità di Napoli. Dal colore rosso rubino più o meno intenso, è un vino gradevole, dal sapore asciutto,e armonico. ______________ La cucina della Campania “I nostri chef”, Il Mattino - Gastronomia salernitana di A. Talarco, ed. Salernum - Cucina dalla A alla Z di L.

Carnacina, Fabbri Editori - Le mille e una… ricetta, S. Fraia Editore - Mille ricette, Garzanti - L’antica cucina della Campania , Il Mattino -

Giorni ricchi d’ una cucina povera, ricette…/M. F. Noce, Editore Galzerano .

UNA FOTO D‟ALTRI TEMPI

La mattina dell‟8 agosto 1956 in una miniera di carbone a sud di Charleroi, alle 8.10, un ascensore a gabbia si ferma al livello 975 del

pozzo di areazione. Incurante del fatto che quell‟ascensore non era

destinato a lui, l‟addetto di turno decide di caricarvi i vagoncini pieni arrivati dai cantieri. A causa di un freno difettoso, il primo vagoncino

caricato è bloccato da un carrello vuoto presente nell‟ascensore,

carrello che sarebbe dovuto essere spinto fuori dal compartimento dal

carrello pieno. L‟addetto agli ascensori non ha il tempo di sbloccare a mano il meccanismo e l‟ascensore si mette in moto bruscamente

portando con sé i due vagoncini che sporgono. Risalendo, una putrella

del sistema di invio trancia una condotta d‟olio a pressione, i fili te-

lefonici e due cavi dell‟alta tensione, oltre alle condotte dell‟aria compressa che servivano per gli strumenti di lavoro usati in fondo alla

miniera: tutti questi eventi insieme provocarono un imponente incendio.

Essendo avvenuto nel pozzo di entrata dell‟aria, il fuoco e il fumo rag-giunsero ben presto ogni angolo della miniera, provocando 262 morti.

Belgio - Marcinelle

Pellegrinaggio a piedi al Santuario della B.M.V. di Pompei ATTRAVERSO IL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO ( DAL 25 AL 27 GIUGNO 2010 )

_______

Un nuovo itinerario nel Parco Nazionale del Vesuvio studiato per raggiungere il San-

tuario della B.M.V. di Pompei attraverso uno scenario incomparabile ed incontaminato, vie

più mediante una rete di stradelli, in gran parte chiusi al traffico, adatti a soddisfare i

bisogni di meditazione dei pellegrini. Il percorso è quasi esclusivamente in discesa e in

pianura per una lunghezza complessiva è di circa 18 km . Ciascun pellegrino dovrà dotarsi

a sua cura del seguente corredo minimo obbligatorio: scorta d‟acqua di almeno un litro

procapite; cappello e occhiali da sole, mantellina parapioggia, pedule da escursionismo. Per

informazioni e prenotazioni rivolgersi al Centro turistico Acli (081.5634967), sede provinciale

di Napoli. Il pellegrinaggio è sconsigliato alle persone affette da patologie cardiovascolari.

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Andropos in the world

PASSEGGIANDO PER SALERNO A cura di Rosa Maria Pastore

LA CARNALE

Sin dall’antichità, sui litorali marittimi, vennero edificate delle tor-

ri costiere con funzione di avvistamento contro i pirati. Erano de-

finite “cavallare” perché custodivano i cavalli necessari per corre

re ad avvisare gli abitanti dell’entroterra del pericolo imminente.

Anche il Forte La Carnale è una torre cavallara, costruita su di

un costone roccioso una volta lambito dal mare , presso la foce del fiume Irno.

Nel corso dei secoli il “ Torrione” è stato partecipe di molti significativi episodi; né

mancano numerose leggende che lo riguardano, tra cui quella dell’esistenza di un

sotterraneo passaggio segreto che lo unisce al castello Arechi.

L’episodio più significativo, da cui deriva il nome “La Carnale”, è senza dubbio

quello avvenuto nell’anno 872, quando un esercito di trentamila Saraceni, comandati dal

terribile Abd-Allah, assediò Salerno.I guerrieri longobardi, guidati dal principe

Guaiferio, si scontrarono con l’esercito saraceno nella vasta pianura che circondava la

collina; dopo un sanguinoso corpo a corpo i Salernitani vinsero, ma il terreno fino al

mare rimase coperto di morti e feriti saraceni. Da allora il “Torrione” fu detto “La

Carnaia”.

Nel Seicento il Forte fu scelto da Ippolito da Pastena quale sede del Comando

Popolare di una rivolta contro gli Spagnoli, mentre dal 1861al 1924 fu usata dai Borboni

come deposito di armi e munizioni, perciò la torre viene anche chiamata “La

Polveriera”. Oggi il Forte, completamente ristrutturato, è provvisto di saloni per mostre,

spettacoli ed esposizioni culturali, di belvedere e locali di ristoro, ai quali si accede

tramite ascensore _____________

Bibliografia: L. Carucci: “Salerno” - www.insalerno.com - www.salernoturismo.it - www.incampania.com/beniculturali

LEE BERK: RIDERE FA BENE ALL‟ORGANISMO E MIGLIORA LA SALUTE

Ridere favorisce l’equilibrio ormonale e rafforza il sistema immunitario nonché aiuta i pazienti affetti da

malattie croniche ad affrontare meglio la propria malattia e spesso a vincerla.Le conferme scientifiche al valore

terapeutico della risata sono ormai numerose. Lo studioso californiano Lee Berk ha condotto parecchi studi in

proposito e l’ultimo sembra aver dimostrato come ridere aumenti la produzione di grelina, l’ormone che favorisce la fame, e riduca i livelli di leptina, l’ormone che spezza l’appetito Gli americani non hanno perso tempo e hanno

coniato il termine Laughercise per indicare l’esercizio del sorriso che, se fatto regolarmente e con frequenza,

favorisce l’appetito e può rivelarsi molto utile in soggetti che soffrono di disturbi legati all’inappetenza, ad esempio

gli anziani debilitati a causa della sedentarietà e dello scarso appetito. ridere favorisce la circolazione sanguigna e

l’ossigenazione del sangue, migliora i livelli di colesterolo e soprattutto stimola la produzione di adrenalina e

dopamina, ormoni che regolano la produzione di endorfine e encefaline, autentici antidolorifici naturali che non

solo migliorano la risposta del sistema immunitario (e attivano l’azione di cellule immunitarie, soprattutto

quelle che combattono il cancro) ma favoriscono anche il buonumore.

L‟Associazione Lucana di Salerno è lieta di annunciare, per lunedì 14 Giugno, ore 18.30, nella Sede Sociale di Via Cantarella ,un incontro culturale, nell‟ambito

della rassegna “Caffè Letterario”, con Mario Mastrangelo, Virginia Di Filippo e la partecipazione straordinaria degli artisti : Pina Plaitano, pittrice e Vincenzo Pagliara, musicista (Ex scuola media “A. Gatto”) Il Presidente Rocco Risolia

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Andropos in the world

PER NON PIANGERE

UNA SERATA DI GIUGNO

Siamo in una delle tante piazze di Salerno, in una tiepida serata di questo incerto giugno. Diecine di anziani prendono aria e vita sulla panchine affollate, mentre, nella zona più interna, gruppi di malati in carrozzella e vecchi malandati con le badanti, contemplano gli alberi sparuti, illudendosi di sopravvivere. Qualche mamma coraggiosa culla il bimbo nel passeggino. Ad un tratto, arrivano: sono i giovanissimi di periferia, figli di famiglie morte ed alunni di una scuola alla sbando, che, debellata da riforme “illuminate”, non insegna più nulla. In breve tempo, l‟intero spazio diviene un campo di battaglia: due gruppi giocano al pallone, altri due iniziano una vera battaglia con sofisticate pistole ad acqua, mentre un commando più ristretto si sollazza con mitra ad aria compressa e pallini di piombo. Sono ragazzi “fantasiosi”, figli di buone donne, che offrono il meglio di loro, in un momento storico, caratterizzato dall‟assenza di ogni diritto, di ogni controllo, di ogni forma di difesa per il debole e per l‟anziano. In meno che non si dica, una vecchietta settantatreenne, colpita pesantemente da un pallone, finisce in ospedale, l‟anziano rivenditore di libri, quasi viene accecato da una pioggia di pallini ed altri due signori sono letteralmente accerchiati, per aver osato sottrarre a due “bambini” le pistole ad acqua. - „E peccerìlle se so‟ mise appaùra! – grida un energumeno quarantenne al mio inerme amico, che tenta di spiegare la funzione educativa del suo gesto. - Omm‟è mmèrd, ie te régne „e mazzate! – grida un giovinastro grassoccio, con la faccia di vitello morto. - Tiéne „e capille janche, vavatténne, và… arretìrete!... – concluse un altro con alterigia napoleonica, e spinge il mio amico verso il bordo del marciapiedi. - Ascolti, il mio amico non intendeva far del male a nessuno - cerco di dire al tizio, bloc-candolo con una mano al petto. - Nun me tuccàte! – è la risposta minacciosa del “simpaticone” . Mentre ci dibattiamo come tra Scilla e Cariddi, un maresciallo in pensione chiama i carabinieri, un altro signore compone il numero della polizia metropolitana, ma nessuno viene in nostro soccorso e solo una sapiente ritirata ci salva la pelle. Franco Pastore

Assettate „miézz‟a piazza,

chiena „e ggènte „e palummèlle,

ce faceveme „a parlàta,

senza dìcere chianèlle.

Ma na bbànda „e guagliunciélle,

pigliancùle e scostumate,

cu „na torma „e femmmenelle

ce facevene „a frizziàta.

Sì „e pistole erano ad acqua,

ma puteve esse cagnàta

cu „na cosa ca nu‟ sciacqua,

e fa rima cu pisciàta.

Il mio amico se „ncazzàie

e sgridàie chélla ggènte,

ma dicèttere:- Vavattènne,

tu si scème e si fetènte! -

Natu strùnze s‟accustaie,

frezziànne a più non posso,

pure a me c‟o sicutàie,

me bagnàie mmiézz‟e còsse.

Fu così che c‟infujàmmo

con la massa malcreata,

senza avere la speranza,

di tirare una mazzata.

Dissi allora ad un latrino,

scostumato, malandrino:

-E‟ tuo padre il poverino

che alleva un bel cretino!-

Ed a quello più ribelle

„nce vuttàie „na palatella.

Il mio amico viperino

diede ad uno arrète „e rine.

Pa‟ Marònna, all‟improvviso,

fu un segnale di battaglia:

certi facce e scolarìse,

con la faccia di canaglia,

arrivère in più di cento,

cumbinànne trieste e Trento:

fràte, padri, coi cugini

giuvinàstri coi padrini…

Un amico preoccupato

chiàmme allora „e forze armate;

Rafilùcce, un buon cazzòne,

s‟aiutàie co‟ bastòne,

Solo la diplomazia

tenne a freno „a compagnia.

E così ci allontanammo

e salvammo culo e scanno.

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Andropos in the world

CITTÁ DI MONTELEPRE

IV EDIZIONE PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA

“Mons Aureus”

SEZIONE A “Silloge poetica Edita”: possono partecipare tutti i poeti residenti in Italia o all’Estero con

una Silloge Poetica, pubblicata tra il 1° gennaio 2009 e il 28° febbraio 2010 .

SEZIONE B “Poesia Inedita”: possono partecipare poeti residenti in Italia o all’Estero con uno componimento in lingua italiana o straniera con traduzione a fronte, a tema libero.

SEZIONE C “Poesia Donna”: può partecipare ogni donna di qualunque età con numero uno (1)

componimento in lingua italiana, non superiore a trentacinque (35) versi, che contenga un messaggio

“Contro la violenza sulle donne. Il componimento che partecipa a questa sezione non concorrerà per il “Premio Mons Aureus”, ma per il premio CIF. Le opere dovranno pervenire per posta entro e non oltre il

7 Agosto 2010,alla segreteria del premio, presso PRO-LOCO MONTELEPRE - Premio Internazionale di

Poesia “Mons Aureus” Città di Montelepre -via Roma n.5, 90040 - Montelepre (PA) Sicilia, Italia. La partecipazione è gratuita. La premiazione avverrà nel mese di Settembre presso la prestigiosa Torre

Ventimiglia di Montelepre I premi verranno consegnati esclusivamente il giorno della premiazione al

diretto interessato, la presenza è indispensabile per l‟assegnazione del premio.

LO SGUARDO SORNIONE DELL‟INNOCENZA CRITICA Recensione di ROSA MATTEUCCI

Il reame etrusco dei morti è localizzato nell‟imperscrutabile mondo sotterraneo dove la mistica unità del mondo celeste e del mondo terrestre prendono forme arcaiche. È proprio in questo reame, dove nella più sobria stanza da pranzo, è da tempo allestito il banchetto etrusco; ed è lì che si attenderà, per partecipare al convivio di famiglia, l‟arrivo, tardo, della nostra autrice di “Tutta mio padre” che elegantemente vestita, siederà alla destra del capotavola… il suo cane! E al banchetto certamente non le toccherà come cibo… il cacio cotto! Rosa Matteucci è nata a Orvieto nel 1960, vive a Genova e soggiorna a Roma. Ha pubblicato tre romanzi, tutti da Adelphi: Lourdes (1998), Libera la Karenina che è in te (2003), Cuore di mamma (2006) e per Rizzoli India per signorine (2008). Collabora come editorialista con “La Stampa” e “Corriere dell‟Umbria”. Scrive sceneggiature cinematografiche e ha partecipato come attrice ai film “Mi piace lavorare” di Francesca Comencini (2004) e “La tigre e la neve” di Roberto Benigni (2005). Con “Tutta mio padre”, edito dalla Bompiani, è tra i 12 candidati al Premio Strega 2010. Le pagine di questo romanzo evidenziano il rapporto di ambiguo affetto che l‟autrice ha sempre avuto con la figura paterna così sfuggente da sembrarle una, nessuna, centomila vite “non vissute” pienamente da quel padre tanto amato nell‟illusione di una vicinanza insperata. La ricerca inconscia di un essere forte a cui affidarsi la fa navigare nel gran mare dell‟esistenza! Eppure l‟aver generato lei, così “sensibile”, gli ha dato la sicurezza della sua immortalità, e sembra che quest‟uomo dai perigliosi viaggi, dalla follia artistica, abbia calcolato nel più minimo particolare la possibilità, di tramandare ai posteri le stravaganti sue vicissitudini, ora realizzata dal racconto, dei suoi “nascosti” affetti, della sua “misteriosa” vita. Aveva recitato la parte di se stesso solo per ispirare l‟unica persona che potesse raccontarla, la figlia, che un giorno, con questo romanzo, lo avrebbe reso davvero un eroe classico, quale nella realtà mai lo era stato, dove il riso più sfrenato suona dal profondo degli abissi della commozione. «Il sacco con le spoglie di mio padre lo caricherò sulle spalle e lo porterò via. Piccola e ostinata come una formica che trasporti la carcassa di un cervo volante. Lo custodirò con cura, mi accaparrerò i suoi resti e la sua memoria». Il romanzo cartaceo, purtroppo, è destinato a dissolversi nel tempo e a vanificare così nel nulla qualsiasi rimembranza, se non si riversasse il sentimento qui scritto, nella rete dell‟on web!

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Andropos in the world

IL RINASCIMENTO ITALIANO

e la legittimazione dell‟arte musicale Di William Borrelli

Parte seconda - Nella seconda metà del XIV la Chiesa Cattolica decise di reagire ferma- mente alla Riforma Luterana. I duri provvedimenti di Roma, nel timore degli abusi profani e delle contaminazioni, influenzarono anche la produzione musicale dell'epoca. I rigidi schemi formali impo-sti da una rinnovata severità che rischiava di spegnere la vitalità culturale ed ingabbiare lo sviluppo artistico proprio dell'inizio del secolo, rappresentarono degli ostacoli con cui dovette confrontarsi anche il più grande compositore romano Giovanni Pietro Aloysi, detto il Palestrina. Nell'opera di questo musicista convissero i valori della tradizione ed il progresso del linguaggio musicale, che si orientò verso un'impostazione equilibrata della polifonia, conscia dell' eredità medievale. Le celebri Messe, i mottetti e le altre composizioni liturgiche o profane, furono influenzate, oltre che dal canto gregoriano, dalla rifioritura del madrigale. Il continuo riferimento alla tradizione rappresentò la premessa per rendere solida la nuova produzione musicale, e non un tentativo di impedire lo svilup-po di nuove forme artistiche. La lezione del Palestrina, come era prevedibile, segnò la nascita di una vera e propria scuola, che si identificava nel maestro e di cui fece una vera e propria auctoritas, indiscussa ed indiscutibile; ciò contribuì a dare una distorta interpretazione dello stile palestriniano, etichettato come conservatore. La presenza della musica sacra, e l'influenza della scuola del Palestrina, determinarono la nascita di cappelle, in cui poterono studiare numerosi musicisti, sotto la guida di validi maestri. La produzione artistica conobbe, in questo modo, un periodo di particolare ricchezza. Il panorama musi-cale dell'Italia rinascimentale, oltre che dalla scuola romana fu ravvivato dalla presenza di numerosi e insigni maestri nel centro e nel settentrione della penisola. La musica della Riforma si arricchì, in Germania, della nuova forma del corale, influenzata dal mottetto e dal contrappunto, ovvero dal-l'arte dell'imitazione, della sovrapposizione e del “ricamo” musicale. Lo stesso Lutero, educato fin da bambino alla musica, in ossequio il principio dell'ordine agostiniano secondo cui “ quis cantat bis orat”, si cimentò nella composizione. La musica strumentale, in questo periodo, iniziò ad acquisire autonomia ed a delineare la propria identità, di pari passo con il perfezionamento degli strumenti musicali, in particolare quelli polivoci, che permettevano, cioè, di produrre più suoni contempora-neamente. I compositori videro ampliate le possibilità tecniche degli strumenti, tra i quali iniziarono ad affermarsi l'organo, il clavicembalo ed il liuto (citando i principali), e per i quali nacque un repertorio ad hoc; la pratica strumentale si era, fino a quel momento, limitata a trascrizioni di brani per voce, o per organici vocali. Nonostante ciò, per un primo momento prevalse l'impiego degli stru-menti come sostegno ed accompagnamento al canto; in seguito si affermarono organici stru-mentali, per i quali nacque un ampio repertorio, che diede vita allo “stile concertato”, in cui l'unione e la sovrapposizione delle varie voci contribuivano al messaggio d'insieme. Avremo modo di parlare nello specifico della nascita e dello sviluppo degli organici da camera e dell'orchestra, sottolineando come esse rispecchino le tendenze musicali dei vari periodi storici e degli ambienti culturali che li accolsero. Come già nell'antichità, la danza fu fonte di ispirazione per i musicisti, i quali contribui-rono con le loro composizioni a dare dignità ad un arte che doveva essere legittimata, svincolandosi dall'eredità di menestrelli e guitti, che si erano esibiti nelle piazze e nelle corti medievali. Il teatro sacro mantenne il contatto con la celebrazione nei riti, nella forma della passione, che si trasformò da lettura intonata del racconto secondo uno dei quattro evangelisti ad una rappresentazione teatrale che metteva in scena anche altri episodi della Bibbia, accompagnati da canti tradizionali o da musiche appositamente composte. Molto importante fu anche la sacra rappresentazione, svilup-po della lauda drammatica, avente come soggetti prediletti leggende di santi, miracoli, sogni apoca-littici e visioni di mondi celestiali ed infernali. Per quanto riguarda il teatro profano e gli spettacoli allestiti a corte, la musica, inizialmente intesa come semplice contorno alla rappresentazione, di-venterà parte integrante dello spettacolo, anzi, esso diventerà integralmente musicale, come vedre-mo parlando del melodramma. Feste e festeggiamenti, predisposti per ogni genere di avvenimento, richiedevano l'esecuzione di un repertorio appositamente scritto; i professionisti della musica, e ciò sarà particolarmente evidente nei grandi nomi che incontreremo, dovranno cimentarsi, quindi, con il sacro ed il profano, e, molto spesso, anche con il frivolo.

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Andropos in the world

LUTTO NEL MONDO DELLA CULTURA Per la scomparsa del poeta Edoardo Sanguineti

Edoardo Sanguineti, scrittore, poeta e critico genovese, è morto, nel capoluogo ligure, all'età di 79 anni. Docente di letteratura italiana all'Università di Genova, fu il teorico di spicco del gruppo «Gruppo 63», che sconvolse la scena letteraria italiana degli anni '60. Sanguineti, letterato per antonomasia, fu professore di letteratura all'Università di Torino e Salerno, autore di teatro, critico, saggista, la cui attività è continuata fino all'ultimo. Capofila della neoavanguardia poetica, la sua poesia sperimentale rappresenta la «dissoluzione» del linguaggio quotidiano, come dimostrazione dell'impossibilità del comuni-care nella società dei consumi. Dal linguismo folgorante dei primi lavori e dalla bulimia senza razionalità di parole e immagini, Sanguineti elaborò nel tempo un regime satirico e grottesco di ispirazione psicoanalitica che grande influsso ebbe su di lui. Di questa fase sono: Wirrwar, Postkarten, Stracciafoglio, Segnalibro, Bisbidis, Senzatitolo, Per musica. La sua capacità critica ha spaziato da Dante, al '900 (Tra liberty e crepuscolarismo, Guido Gozzano, …), approdando nella cura dell'antologia “Poesia italiana del novecento”. MolFecondo anche nella narrativa, ricordiamo:Capriccio italiano ed Il gioco di Satyricon. Non ultima la sua passione per il teatro: K. E le altre cose, Faust, Un travestimento. Molte le riduzioni teatrali, come quella dell'Orlando Furioso per il regista Ronconi.

Andropos

Una storia d‟altri tempi LA BATTAGLIA DEL PIAVE

La parte meridionale del corso del Piave divenne una linea strategica importante nel novembre 1917 in corrispondenza della ritirata avvenuta in seguito a Caporetto. Dopo il passaggio sulla riva destra del resto delle armate italiane e la distruzione dei ponti, il fiume divenne la linea di difesa contro le truppe austriache e tedesche che, nonostante svariati tenta-tivi, non riuscirono mai ad attestarsi stabilmente oltre la spon-da destra del fiume, pur riuscendo a varcarla in più punti, penetrando in profondità in territorio "destra Piave" in partico-lare presso Meolo. La linea di difesa italiana resistette fino all'ottobre 1918 quando, in seguito alla battaglia di Vittorio Ve- neto, gli avversari furono sconfitti e si giunse all'armistizio. Dopo l'armistizio del 4 novembre 1918, il generale Lorenzo Barco si occupò del problema della riparazione e del ripristino degli argini del Piave e di altri fiumi veneti e friulani (Monti-cano, Livenza, Tagliamento), danneggiati in seguito alle vicen-de belliche. L'opera di ricostruzione, che si mantiene ancora ai giorni nostri, fu terminata in tempo per proteggere le popola-zioni dalle possibili inondazioni a seguito delle piene invernali e primaverili. Furono impiegati 9500 uomini e 330 ufficiali.

CIVIDALE - Le indagini archeologiche, condotte nel 2010, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici, del Friuli Venezia Giulia e finanziate dal Comune di Cividale, hanno seguito progressivamente i lavori di sistemazione della rotonda e della viabilità ad essa adiacente. Dal sondaggio nell‟area occidentale sono emerse cinque sepolture disposte in file parallele orientate est-ovest, purtroppo gravemente compromesse dalla posa di infrastrutture moderne, ma anche da sbancamenti effettuati nel XIX secolo in concomitanza alla creazione della viabilità esistente. Il rinvenimento, ai piedi di una delle sepolture, di una bottiglia in vetro blu con filamenti in pasta vitrea bianca, un manufatto di lusso databile agli inizi del VII sec., indica che alcune di queste tombe dovevano appartenere ad individui di rango e che le stesse siano state, presumibilmente, depredate in passato dei loro ricchi corredi...

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Andropos in the world

I GIOVANI SONO LA PROIEZIONE DEGLI ADULTI Di Sofia Gargano

Può sembrare la solita minestra, ma il problema degli adolescenti è sarà sempre attua- le, oggi più di ieri. Ciò che voglio sottolineare è il fatto che con la chiusura delle scuole, gli adolescenti, vittime di madri spesso troppo assenti ( il lavoro è una scusa), questi ragazzini sono sempre più soli e senza un punto di riferimento. Se da una parte ciò li rende liberi di scorazzare tutto il giorno senza controllo, dall‟altra incorrono non solo in pericoli, ma spesso il loro comportamento troppo “audace” nei parchi pubblici infastidisce coloro che escono per una boccata d‟aria fresca. C‟è da chiedersi come sia possibile che, in un‟epoca che offre così tanti beni e servizi, i nuovi adolescenti si annoino al punto di compiere atti e vandalismi, che si ascrivono a vergogna di un gruppo sociale, di una qualsivoglia città. Il problema dipende veramente da carenza di edu-cazione o c‟è dell‟altro? Guardandomi un po‟ intorno, come è ormai mia abitudine, ho notato che dietro il loro atteggiamento spavaldo e, diciamolo pure, “maleducato” si nascondono sguardi inquieti e smarriti, pieni di solitudine. Nessuno ha provato ad ascoltarli ve lo dico io! Basta fermarsi a dare un‟occhiata ai margini dei parchi:giovanissimi vengono fatti scendere dalle auto, da genitori troppo frettolosi, che devono correre a fare qualche cosa, o da qualcuno, sia pure dagli amici al bar, e lasciano i loro figli a pascolare, come si fa con gli animali, liberi di fare ciò che vogliono, o ciò che la fantasia giovanile suggerisce loro. Non è mia intenzione fare la morale, però, mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore di questi ragazzi, prima che qualcuno inverta i termini del problema: non sono i giovani che nascono male, ma è la società degli adulti che è in crisi.

RECENSIONE AL LIBRO "STROKES" DI STEFANO PITINO Di Michela Zanarella

Originale e sorprendente "Strokes", il romanzo di Stefano Pitino, giovane scrittore milanese, che sta calcando le scene della letteratura odierna. Si tratta di un narrato davvero interessante, che offre a chiunque la possibilità di interpretare e mantenere il controllo delle tante sfumature scritturali. Un lezzo di morte mette radici profonde in una dimensione ignota, minacciando dodici ragazzi rinchiusi in tre stanze bianche e vuote. E' un orologio a pendolo nero che ogni ora convoca a sé i protagonisti; le loro anime. Ogni individuo ha una sua unicità, un suo fascino e questo fa in modo che tutto si trasformi in un mondo misterioso, dove le apparenti diversità emotive dei protagonisti possono rivelarsi imprevedibili spinte nell'evoluzione della storia. Coesistono figure tra loro antitetiche in un ambiente dai canoni "noir", dove è continuo un confronto-scontro di sentimenti ed emozioni, tali da intrigare il lettore. Una quotidianità scandita da un terrore costante nega la voglia ed il gusto pieno del vivere, a volte sembra quasi che il ritmo del libro sia segnato da una sorta di finzione. Sogno ed incubo ci proiettano in una realtà parallela, dove la chiave è forse nell'azione interiore dei singoli personaggi. C'è chi non ha più fiducia nell'amore e chi lo sta cercando, chi fa del denaro la sua arma vincente, chi usa la forza come possibile salvezza, chi crede in se stesso e chi invece è completamente privo di certezza ed autostima. Il libro indaga i sottili tracciati psicologici di uomini e donne, messi a dura prova nel loro cammino esistenziale, stimola a continue riflessioni il lettore, lo porta a scoprire i variegati processi emozionali di un'umanità eternamente complessa. "Strokes" è stato costruito con un linguaggio semplice, asciutto, adatto a più generazioni. Lo si può leggere tutto d'un fiato, senza mai cadere nell'ovvio. Stefano Pitino riesce a modulare parole ed immagini in modo lineare e spontaneo, fa parlare il cuore dei suoi protagonisti, li fa riaccostare alla loro natura di uomini, nutrendoli d'amore, luce e speranza. Per vincere le tenebre bisogna difendere la vita e dare ascolto a quell'io che ci appartiene. _____________

Michela Zanarella è nata a Cittadella (Padova) il 01-07-1980. Alcuni suoi articoli sono presenti sul Mattino di Padova, sul Gazzettino di Padova, sul Padova e sulla voce dei Berici. Ha partecipato a "Poeti e Poesia" di Elio Pecora su Televita, a Roma, ed

ha pubblicato:"Credo", ed. Medusa, "Risvegli", ed. Nuovi Poeti, e "Vita, infinito, Paradisi", ed.Stravagario.

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Andropos in the world

I GRANDI MISTERI

1492 – Dal giornale di bordo di Cristoforo Colombo, mentre era in rotta per il Nuovo Mondo.– “ Giovedì 13 settembre: in questo giorno, all' inizio della notte, gli aghi delle bussole si spostavano verso Nord Ovest, e alla mattina volgevano alquanto verso Nord Est (...)". "Sabato 15 settembre: al cominciar della notte vi- dero cader dal cielo una meravigliosa striscia di fuoco, a quattro o cinque leghe dai navigli (...)". "Lunedì 17 settembre: i piloti fecero il punto, e riconobbero che le bussole non indicavano la giusta direzione; e i marinai se ne stavano timorosi e accorati, e non dicevano di che. L'Ammiraglio se ne accorse, ed ordinò ai piloti che allo spuntar del giorno tornassero a fare il punto, e, preso il Nord, trovarono che gli aghi erano buoni." In quei giorni le tre caravelle navigavano nel bel mezzo di un triangolo di mare, delimitato a nord dalle attuali Bermuda, a ovest dall'isola di Grand Bahama e a sud da Portorico. Fu forse

proprio allora, in quel lontano settembre 1492, che ebbe inizio la sinistra fama di quella

zona ora nata come “Triangolo Maledetto” o Triangolo delle Bermuda: un posto dove le

bussole smettono di funzionare e “meravigliose strisce di fuoco” cadono dal cielo.

Florida, ore 14 del 5 dicembre 1945 - Cinque aerei TBM Avengers della marina americana partirono dalla base di Fort Lauderdale per una eser- citazione di tiro al bersaglio. La squadriglia puntò verso est, in direzione delle Bahamas, raggiunse il bersaglio, completò l'esercitazione e imboccò la strada del ritorno.O, almeno, credette di imboccarla. Alle15.15, infatti la torre di controllo di Fort Lauderdale ricevé un messaggio dal coman- dante, il tenente Charles Taylor: “Chiamo la torre. Emergenza. A quanto sembra siamo fuori rotta. Non riusciamo a vedere la terra …”. Ed ancora: “ Non sappiamo la nostra posizione! Non sappiamo dove sia l'ovest … Qui non funziona più niente … Anche il mare non è dove do- vrebbe essere!”. La base di Fort Lauderdale ricevette qualche altro confu- so messaggio: “Tutte le mie bussole sono guaste”, “Non so dove ci troviamo”, “Nessuna terra è in vista”. Le comunicazioni, sempre più disturbate e contraddittorie continuarono fino al- le 16. Poi, più niente. Un apparecchio di ricognizione fu inviato immediatamente sulla zona dove gli aerei avrebbero dovuto trovarsi. Era un grosso Martin Mariner. L'apparecchio inviò un messag-gio a proposito dei venti che soffiavano con intensità al di sopra dei 1800 metri. Furono le ultime parole del suo comandante, il tenente Kane. Anche il Martin Mariner interruppe ogni contatto con la base, senza alcuna apparente ragione. Trecentosette aeroplani, quattro cacciatorpediniere, diciotto vedette della guardia costiera, centinaia di aerei e imbarcazioni private parteciparono alla più colossale ricerca della storia. Novecentottantacinque miglia quadrate di mare furono perlustrate palmo a palmo ma non fu rinvenuta nessuna traccia (macchie di olio, zattere di salvataggio, relitti galleggianti o altro) che potesse far pensare a un incidente. La commissione d'inchiesta che si occupò del caso non espresse un parere. Ascoltò cinquantasei testimonianze in quattordici giorni di udienze; esse vennero verbalizzate e il caso fu chiuso. Per la cronaca, il 18 Maggio 1991 la stampa ha dato ampio risalto al ritrovamento della squadriglia perduta, dichiarando così definitivamente risolto il mistero; qualche giorno dopo però la notizia è stata smentita: i relitti rinvenuti nelle profondità marine appartenevano ad aerei più recenti. __________ Il triangolo delle Bermude è una zona di mare di forma per l'appunto triangolare, i cui vertici sono:vertice nord - il punto più

meridionale della costa dell'arcipelago delle Bermude;vertice sud - il punto più occidentale dell'isola di Porto Rico;vertice ovest - il

punto più a sud della penisola della Florida.

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LETTERE AL DIRETTORE

Le donne costituiscono circa il 20% di oltre un miliardo di fumatori nel mondo, una cifra

tuttavia destinata ad aumentare. In Italia le fumatrici sfiorano i 5,2 milioni (19,7%); gli uomini 5,9 milioni (23,9%). Le donne che sono riuscite a smettere di fumare sono 2,6 milioni (il 9,8% di ex fumatrici) contro 3,9 milioni di uomini (il 15,7%). In totale si fuma di più nella fascia d'età tra i 45 e i 64 anni e l'età media della prima sigaretta è 17 anni. Cosa ha da dire in merito?

La sigaretta contiene sostanze ossidanti, tossiche e irritanti, di cui almeno 55 sono cancerogene,

e tutti sanno che "il fumo uccide", eppure le persone continuano ad iniziare a fumare e

continuano ad essere schiave del fumo, avvelenandosi lentamente. Il prezzo che si paga per

fumare è davvero alto: un fumatore su due morirà a causa del fumo e la sigaretta accorcia

la vita di dieci anni; non ci sono dubbi che il fumo provochi malattie cardiovascolari e tumore ai

polmoni (l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha classificato come cancerogeno di classe

A e lo ha inserito tra le 88 sostanze sicuramente cancerogene). Inoltre, la sigaretta è

responsabile di alito cattivo, denti gialli, raucedine, tosse e catarro. le donne sono maggiormente

esposte alle malattie causate dal tabacco, basti pensare che le fumatrici hanno il doppio delle

probabilità di andare incontro a una gravidanza extrauterina, nelle donne fertili e fumatrici

l’aborto spontaneo è più frequente del 50% e il rischio di parto prematuro aumenta del 70%.

Inoltre le fumatrici entrano in menopausa con due anni di anticipo. Comunque, ci si può

ampiamente documentare su www.pagimemediche.it .

NOSTALGIE NAPOLETANE

ARIA „E MARE Di Luciano Somma

Se so‟ stutate „e lluce „int‟‟a nuttata

Povere „e luna „ncopp‟a sta città

„o viento nun asciutta sti paure

E l‟aria „e mare trase „int‟‟e pulmune

Zitte, stanno durmenno sti criature.

Chest‟aria e‟ mare

Ma comme sape „e chianto st‟aria ‟e mare

Na vranca e‟ fronne gialle „int‟‟e penziere

Cu na speranza appesa a na scugliera.

P‟‟e viche cchiù nun sonano „e chitarre

Se so‟ addurmute „e ddete „ncop‟‟e corde

So‟ nuvole luntane sti ricorde

So‟ ragge „e luna stise „nterra „a rena.

Chest‟aria „e mare

Profuma „e suonno antico st‟aria „e mare

Fantasma arruzzunuto dint‟‟a varca

Ca chianu chiano se ne va luntana

Lenta scumpare macchia all‟orizzonte

E resta „o mare…sulamente „o mare…

A.L.I.A.S. ACC. LETTERARIA ITALO-

AUSTRALIANA

SCRITTORI -

http://www.alias.org.au/ MELBOURNE - AUSTRALIA

ATENEUM UN OSSERVATORIO SUL MONDO

DELL‟UNIVERSITA‟ ---------

http://www.andropos.eu/PAGINAU

NISA.html

RICERCA E SVILUPPO PER

LE POLITICHE SOCIALI

Direttore Scientifico

Natale Ammaturo

IL BASILISCO PERIODICO DI CULTURA

PRESID. ROCCO RISOLIA

E-mail:[email protected]

Tel./fax 089.750196-

089.7014561

Luciano Somma, nato a Napoli il 18 Marzo 1940, ha ottenuto centinaia i premi ottenuti, numerosissimi primi premi assoluti, per due volte ha conseguito

la medaglia d'argento del Presidente della Repubblica. Inserito in moltissime antologie, anche scolastiche, e nella prestigiosa NATI PER LA VITA

stampata in Russia dall'edizione Raduca di Mosca dove figurano firme come Quasimodo, Pasolini, Saba, Bevilacqua, De Filippo.Pubblica, ed ha pubblicato, sui periodici e sui quotidiani più importanti d'Italia, oltre 150 testate giornalistiche hanno ospitato sui articoli o suoi versi. Ha pubblicato anche

qualche breve racconto. Dal Mattino di Napoli alla Nazione di Firenze, da Men a Topolino, Intimità, Il Roma, Frate Indovino, La Disfida, Il Pungolo Verde, L'Eco del Popolo, il Club Degli Autori, Brontolo, Miscellanea , Cronaca Filatelica. Come paroliere iscritto ha all'attivo oltre 500 canzoni edite o incise.

Si sono spente le luci nella notte, Polvere di luna su questa città. Il vento non asciuga le paure E l‟aria di mare entra nei polmoni; Zitti, stanno dormendo i bambini. Quest‟aria di mare, Ma come sa di pianto quest‟aria di mare, Un pugno di foglie gialle nei pensieri, Con una speranza sospesa ad una scogliera. Per i vicoli non suonano più le chitarre: Si sono addormentate le dita sulle corde. Sono nuvole lontane questi ricordi, Sono raggi di luna stesi sulla sabbia. Quest‟aria di mare, Profuma di sogno antico quest‟aria di mare, Fantasma arrugginito in un barca, Che, piano piano, se ne va lontana; Scompare lenta, quale macchia all‟orizzonte E resta il mare…solamente il mare.

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REPORTAGE DALL‟OASI DEL WWF La valle della caccia

Siamo partiti da Salerno alle 10,30, con la comoda autovettura di Carlo, li ho attesi davanti casa mia, in via Posidonia ed abbiamo dovuto superare il traffico di Pastena, prima di imboccare la superstrada, che ci ha condotti sulla Salerno- Reggio Calabria. Nonostante il traffico sostenuto, per la secolare presenza dei cantieri autostradali, riusciamo a superare l‟ intasatissimo svincolo di Battipaglia. Il sole poderoso dell‟ ora, picchia sul tettuccio dell‟ auto, con la forza di Vulcano in persona, mentre il sigaro del mio amico am- morba l‟ abitacolo ed i miei malandati polmoni. Capisco in quel mo-mento critico il motivo per il quale il dolce Flavio mi cede il posto davanti, ogni qual volta che noi tre si esce insieme. Una mezz‟ora appena di cammino e la veloce auto di Carlo ci porta allo svincolo per Contursi; e menomale! L‟autostrada avanti è tutta bloccata. In quindici minuti raggiungiamo Quaglietta, e con l‟aiuto di Amedeo, dopo pranzo, raggiun-giamo Sinerchia e ci portiamo nella “ Valle della caccia”, all'interno del Parco regionale dei Monti Picentini. A questo punto, incominciamo a salire in alto, ma così in alto che la macchina arrancava, poi, magicamente, si è aperto davanti a noi un altopiano tra i monti, un corollario di bellezza incontaminata, dove era ancora presente la mano sapiente di Dio. Ero senza fiato. Abbiamo preso a salire per una stradina alle falde della montagna e lì, in un anfratto primordiale della contrada Serrapiano, tra indicibili odori di stalla e versi di un nutrito esercito di bovino ed ovino, siamo entrati nell‟azienda LULLO. Antonio era lì che gestiva il lavoro faticoso della lavorazione del latte, proveniente dalle sue mandrie e greggi, aiutato dai figli e dalla sua signora, intenta a girare in un tino, ciò che di li a qualche ora sarebbero diventate caciotte di pecorino bagnolese e caciocavalli podolici. L‟uomo, dall‟aspetto duro, come un bandito del tempo dei Borboni, con la pelle bruciata dal sole, ma con lo sguardo aperto e sincero di un bambino, mi invita ad entrare nel suo laboratorio; lo seguo ed un profumo di cacio m‟investe, portandomi indietro nel tempo, e mi perdo tra ceste e strumenti centenari degni delle più antiche tradizioni. - Non possiedo un marchio della mia azienda, ma è tutta qua, in queste mani consumate dal latte, lavorato così come lo lavorava mio padre e suo nonno prima di lui- mi dice Antonio con una luce negli occhi che nasce solo da una passione sincera. - Qual è il segreto per fare prodotti così eccezionali? – gli chiedo con un pizzico di malizia. - Latte dei miei animali, che si nutrono della buona erba di queste montagne incon-taminate, e caglio naturale! - mi risponde rapidamente, scegliendo con cura un buon caciocavallo, tra i tanti che pendono dal soffitto. - Questo ve lo regalo, mangiatelo alla mia salute…!- Prendo il caciocavallo, salutiamo e ci rimettiamo in macchina per far ritorno a Salerno, dove siamo arrivati, accompagnati dal profumo stupendo del formaggio. Franco Pastore

AZIENDA AGRICOLA “LULLO ANTONIO” . CONTRADA SERRAPIANO 83030 RENERCHIA (AV) – TEL. 3341409955 – 3339704407 - Per arrivarci:

Napoli Salerno Contursi Zona Industriale Oliveto Citra

contrada Serrapiano Oasi WF Azienda agricola ANTONIO LULLO

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Come è dura la felicità Cenerentola ora ha 75 anni, e si trova agli sgoccioli di una vita passata felicemente assieme a suo marito, il Principe Azzurro, che è morto da pochi anni. Passa le sue giornate nel terrazzo di casa sua, seduta in una sedia a dondolo, osservando il mondo con il suo gattone Bob sulle ginocchia, felice. Una bella sera, da dentro a una nuvola scende all'improvviso la Fata Madrina. Cenerentola le domanda: - Cara Fata Madrina!! Dopo tanti anni ti rivedo!! Cosa ci fai qui? E la Fata risponde: -Cenerentola, dall'ultima volta che ti ho vista hai vissuto una vita esemplare. C'è qualcosa che io potrei fare per te? Qualche desiderio che ti potrei concedere? Cenerentola è confusa, allegra e arrossendo dall'emozione, dopo aver pensato per un po' mormora: - Mi piacerebbe essere immensamente ricca. In un istante la sua vecchia sedia a dondolo diventa d'oro massiccio. Cenerentola è impressionata. Il suo fedele gatto Bob si spaventa e si allontana dalla sedia. Cenerentola grida: - Grazie Madrina! La Fata allora dice: -Non è niente, te lo meriti! cosa ti piacerebbe come secondo desiderio? Cenerentola china il capo, osserva le impronte che il tempo ha lascia-to nel suo corpo, e dice: - Mi piacerebbe essere giovane e bella di nuovo.- E lei ritrova la sua bellezza giovanile. Cenerentola comincia allora a sentire cose che ormai non ricordava quasi più: passione, ardore, ecc. Allora la Fata le dice: -Ti resta un ultimo desiderio. Che cosa vuoi? Cenerentola osserva il suo povero micione spaventato e dice: - Vorrei che tu trasformassi il mio fedele Bob in un bellissimo giovanotto. Magicamente, Bob si trasforma in un magnifico uomo, così bello che le rondini non possono evitare di fer-mare il loro volo per ammirarlo. La Fata Madrina dice: -Auguri,goditi la tua nuova vita!- E parte veloce. Cenerentola e Bob si guardano con tenerezza, poi Bob le si avvicina, la prende tra le sue possenti braccia e le mormora teneramente nell'orecchio: "... Scommetto che sei pentita di avermi castrato, cretina!"

Sui nostri simpatici carabinieri Due carabinieri, finito il loro turno di lavoro, si fermano al bar per prendersi un aperitivo. Ordinano due prosecchi che gli vengono serviti con un po' di salatini. Uno dei due nota che l'altro ogni volta che beve un sorso di prosecco chiude gli occhi. Allora incuriosito gli chiede: - Scusa, ma perché quando bevi chiudi gli occhi? - - Perché il dottore mi ha detto che l'alcool non lo devo nemmeno vedere! -

Cose di questo mondo Un passerotto, che vuole esplorare il mondo,prende i suoi averi e se ne va. Ad un tratto, incontra un ani-male e gli chiede: "Ma tu chi sei?" "Sono il cane lupo" allora scandalizzato il passerotto gli dice: "E' impossibile... o sei un cane o sei un lupo!!" "No, mia mamma era una cagna, mio papà era un lupo, hanno fatto sesso e sono nato io!!" L'uccellino perplesso allora si va ad abbeverare ad un ruscello. Vede un pesce e gli chiede: "Ma tu chi sei? "Sono la trota salmonata!" E il passerotto: "E' impossibile o sei una trota o sei un salmone!! "Non è vero perché mia mamma era una trota, mio papà un salmone hanno fatto l'amore e sono nata io!!" Dopo qualche ora l'uccellino incontra un insetto e allora gli chiede "E tu chi sei?" Sono la zanzara tigre!!" E lui: "Ma vaffan…!”

Quano è troppo è troppo! Una donna guardandosi allo specchio comincia a lamentarsi del suo seno troppo piccolo. Il marito (come al solito) al posto di dirle "ma no dai cara che sei fantastica così" le dice di prendere un po' di carta igienica e strofinarsela in mezzo ai due seni una volta al giorno per almeno 10 anni, ed allora il seno sarà più grosso. La donna è titubante, ma decide comunque di provarlo essendo ormai disposta a tutto. Qualche giorno dopo chiede al marito: "ma sei sicuro che funzioni?" E il marito con molto tatto rispose: "ma certo cara, se ha funzionato con i glutei...!"

Freddure Ogni mattina un piccione si alza e tuba, un canarino si alza e cinguetta, una cornacchia si alza e

gracchia. Non importa che uccello hai, l'importante è che si alzi, Un tizio entra in un locale vede una donna bellissima vestita di rosso, l'avvicina e dice: Se vedo rosso

divento un toro "Lei". Se vedo 100 € divento una mucca. Sapete perché le donne stanno tanto a telefono? Per mantenere la linea!

ASSOCIAZIONE

CULTURALE

GUIZART http://www.guizart.com

TUTTOVENETO Per promuovere

L’Arte http://www.tuttoveneto.it

PARTECIPIAMO.IT portale d’arte e letteratura

www.partecipiamo.it

www.dentroroma.it

[email protected]

Cancello ed Arnone

News di Tilde Maisto

http://www.cancelloedarnonenews.c

om/

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umana e contro ogni forma d‟idiosincrasia. Pro pace, sempre contra bellum.

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