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Angelus Una nuova sede per il centro di ascolto Caritas di Pontedera · di un mondo nuovo. È il...

Date post: 17-Feb-2019
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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 9 dicembre 2018 LA DOMENICA DEL PAPA Una fiamma di speranza DI F ABIO ZAVATTARO n cero per la Siria, per donare speranza ai bambini che chiedono pace, in un Paese martoriato da otto anni di guerra. Il Papa domenica scorsa ha acceso un cero, facendo sua l’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione voluta nel 1974 da padre Werenfried van Straaten per aiutare Chiese e cristiani perseguitati: fiamma di speranza per disperdere «le tenebre della guerra», e chiedere al Signore che converta i cuori di chi fa la guerra e fabbrica armi. Prima domenica di Avvento, inizio di un nuovo anno liturgico, tempo dell’attesa, del già e non ancora. Nelle nostre strade è già la frenesia degli acquisti, nonostante la crisi. Luca ci dice di stare bene attenti che «i cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita». Il tempo di Avvento è, dunque, invito a non guardare alla facciata, ma andare in profondità. Il mondo, affermava Benedetto XVI, «ha bisogno soprattutto di speranza: ne hanno bisogno i popoli in via di sviluppo, ma anche quelli economicamente evoluti. Sempre più ci accorgiamo che ci troviamo su un’unica barca e dobbiamo salvarci tutti insieme. Soprattutto ci rendiamo conto, vedendo crollare tante false sicurezze, che abbiamo bisogno di una speranza affidabile, e questa si trova solo in Cristo». Alzare lo sguardo e aprire il cuore per accogliere Gesù, è questo l’invito che viene dal tempo liturgico che ci prepara al Natale, perché in Avvento, ha affermato all’Angelus Papa Francesco, veniamo chiamati «a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo – quando alla fine dei tempi tornerà – preparandoci all’incontro finale con lui con scelte coerenti e coraggiose». È l’immagine dell’uomo in cammino, sorretto dalla speranza; uomo che cammina sicuro, e, come sentinella, scruta l’orizzonte per non essere colto di sorpresa. Attesa nella pazienza e nella speranza. Ha ricordato il vescovo di Roma: in questo tempo «siamo chiamati a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario, alimentando speranze, sogni per un futuro nuovo». Il Vangelo della prima domenica di Avvento va proprio in questa direzione «e ci mette in guardia dal lasciarci opprimere da uno stile di vita egocentrico o dai ritmi convulsi delle giornate». Pazienza e speranza, tempo di discernimento, per cogliere ciò che è veramente essenziale. «Stare svegli e pregare»: ecco come vivere questo tempo, per Papa Francesco. «Il sonno interiore nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma sempre girare intorno a noi stessi. E questo stanca, annoia, chiude alla speranza. Si trova qui la radice del torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo. L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità della gente, dei fratelli, e al desiderio di un mondo nuovo. È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita». Tempo da vivere nella preghiera, ha affermato ancora il Papa all’Angelus. «Si tratta di alzarsi e pregare, rivolgendo i nostri pensieri e il nostro cuore a Gesù che sta per venire. Ci si alza quando si attende qualcosa o qualcuno. Noi attendiamo Gesù, lo vogliamo attendere nella preghiera, che è strettamente legata alla vigilanza. Pregare, attendere Gesù, aprirsi agli altri, essere svegli, non chiusi in noi stessi. Ma se noi pensiamo al Natale in un clima di consumismo, di vedere cosa posso comprare per fare questo e quest’altro, di festa mondana, Gesù passerà e non lo troveremo. Noi attendiamo Gesù e lo vogliamo attendere nella preghiera, che è strettamente legata alla vigilanza». Il rischio secondo Papa Francesco: «Mondanizzarci e perdere la nostra identità, anzi, di ‘paganizzare’ lo stile cristiano. Perciò abbiamo bisogno della Parola di Dio che attraverso il profeta ci annuncia: ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto». U Francesco domenica scorsa all’Angelus: «Preghiamo e aiutiamo i cristiani a rimanere in Siria e in Medio Oriente come testimoni di misericordia, di perdono e di riconciliazione» DI ANDREA BERNARDINI na nuova sede per il centro di ascolto della Caritas a Pontedera. Sorge vicino al Duomo, nei locali della ex scuola elementare «Saffi». E sarà inaugurata il prossimo sabato 15 dicembre alle ore 15.30, presenti l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il primo cittadino di Pontedera Simone Millozzi, i comandanti di Carabinieri, Polizia di stato e Guardia di Finanza, il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli, il vicario foraneo monsignor Piero Dini e gli altri sacerdoti del territorio. In questi mesi il centro di ascolto aveva trovato ospitalità nei locali di via Magenta, un tempo abitati dalle suore di San Giuseppe e di proprietà della Misericordia di Pontedera. Circa 15 volontari, formati dalla Caritas diocesana, si sono alternati nell’ascolto dei casi che, di volta in volta, si sono presentati allo «sportello»: circa 60 persone sono state ricevute almeno una volta il martedì pomeriggio o altri giorni su appuntamento. «Più stranieri che italiani, più donne che uomini. I problemi più ricorrenti a noi raccontati: la mancanza di una casa e di un lavoro (quantomeno dignitosi) o la difficoltà a pagare le utenze» ricorda Alfonso Di Sandro, coordinatore dell’èquipe dei volontari della Caritas di Pontedera. «Cerchiamo di dare qualche risposta, per quanto è nelle nostre possibilità, lavorando in rete con l’amministrazione comunale, con gli assistenti sociali e con le altre associazioni cattoliche che operano all’interno del territorio: la San Vincenzo de Paoli, la Misericordia, il Centro di aiuto alla vita, la Comunità Papa Giovanni XXIII». Alla realizzazione del nuovo centro di ascolto della Caritas saranno destinate le offerte che saranno raccolte in diocesi domenica 16 dicembre. Le offerte potranno essere versate sul conto corrente postale n. 11989563 intestato a: Caritas Diocesana di Pisa - Piazza Arcivescovado, 18 – 56126 Pisa; o sul conto corrente bancario IBAN: IT 86 L 01030 14010 000000390954 intestato a: Arcidiocesi di Pisa – Caritas diocesana. U Una nuova sede per il centro di ascolto Caritas di Pontedera Sorge nei locali della ex scuola elementare «Saffi» vicino al Duomo. Sarà inaugurato sabato 15 dicembre. La «colletta» diocesana del giorno successivo sarà destinata a questo «Signore, donaci la grazia dell’ascolto», L’ultima omelia mai pronunciata da padre Enrico Bianucci la sera di sabato 3 novembre. Padre Enrico Bianucci è ricoverato a «Medicina 4» al «nuovo Santa Chiara» a Cisanello. Sul suo letto, il breviario e un crocifisso. L’anziano religioso carmelitano recita il rosario con una intensità sbalorditiva. Chiede a Marco Vannocci, uno dei laici che lo assistono, di prendere carta e penna e di scrivere. Non c’è molta luce. Il paziente vicino di letto di padre Enrico già sta riposando. Marco è un po’ in imbarazzo di fronte al sacerdote che non vuole chiudere occhio. Recupera un pezzo di carta di fortuna. Ascolta e appunta: «Ogni volta che diciamo un rosario - gli fa padre Enrico - avviene questo miracolo: la terra si unisce al cielo. Mentre dicendo il rosario noi chiediamo le grazie, nella realtà noi dicendo il rosario assistiamo alla grazia che il rosario stesso non diventi una catena di grazie da ricevere, ma l’esperienza del cielo unito alla terra». continua a pagina II È LA TESTIMONIANZA
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Page 1: Angelus Una nuova sede per il centro di ascolto Caritas di Pontedera · di un mondo nuovo. È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra;

NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

9 dicembre 2018

LA DOMENICA DEL PAPA

Una fiamma di speranza

DI FABIO ZAVATTARO

n cero per la Siria, per donare speranza ai bambiniche chiedono pace, in un Paese martoriato da ottoanni di guerra. Il Papa domenica scorsa ha accesoun cero, facendo sua l’iniziativa di Aiuto alla

Chiesa che Soffre, la fondazione voluta nel 1974 da padreWerenfried van Straaten per aiutare Chiese e cristianiperseguitati: fiamma di speranza per disperdere «le tenebredella guerra», e chiedere al Signore che converta i cuori dichi fa la guerra e fabbrica armi.Prima domenica di Avvento, inizio di un nuovo annoliturgico, tempo dell’attesa, del già e non ancora. Nellenostre strade è già la frenesia degli acquisti, nonostante lacrisi. Luca ci dice di stare bene attenti che «i cuori non siappesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni dellavita». Il tempo di Avvento è, dunque, invito a non guardarealla facciata, ma andare in profondità. Il mondo, affermavaBenedetto XVI, «ha bisogno soprattutto di speranza: nehanno bisogno i popoli in via di sviluppo, ma anche quellieconomicamente evoluti. Sempre più ci accorgiamo che citroviamo su un’unica barca e dobbiamo salvarci tuttiinsieme. Soprattutto ci rendiamo conto, vedendo crollaretante false sicurezze, che abbiamo bisogno di una speranzaaffidabile, e questa si trova solo in Cristo».Alzare lo sguardo e aprire il cuore per accogliere Gesù, èquesto l’invito che viene dal tempo liturgico che ci preparaal Natale, perché in Avvento, ha affermato all’Angelus PapaFrancesco, veniamo chiamati «a risvegliare l’attesa delritorno glorioso di Cristo – quando alla fine dei tempitornerà – preparandoci all’incontro finale con lui conscelte coerenti e coraggiose». È l’immagine dell’uomo incammino, sorretto dalla speranza; uomo che camminasicuro, e, come sentinella, scruta l’orizzonte per non esserecolto di sorpresa.Attesa nella pazienza e nella speranza. Ha ricordato ilvescovo di Roma: in questo tempo «siamo chiamati auscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario,alimentando speranze, sogni per un futuro nuovo». IlVangelo della prima domenica di Avvento va proprio inquesta direzione «e ci mette in guardia dal lasciarciopprimere da uno stile di vita egocentrico o dai ritmiconvulsi delle giornate».Pazienza e speranza, tempo di discernimento, per cogliereciò che è veramente essenziale.«Stare svegli e pregare»: ecco come vivere questo tempo,per Papa Francesco. «Il sonno interiore nasce dal giraresempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiusodella propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoidolori, ma sempre girare intorno a noi stessi. E questostanca, annoia, chiude alla speranza. Si trova qui la radicedel torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo.L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardandofuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore peraprirci alle necessità della gente, dei fratelli, e al desideriodi un mondo nuovo. È il desiderio di tanti popolimartoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra; è ildesiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati. Questotempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farcidomande concrete su come e per chi spendiamo la nostravita».Tempo da vivere nella preghiera, ha affermato ancora ilPapa all’Angelus. «Si tratta di alzarsi e pregare, rivolgendo inostri pensieri e il nostro cuore a Gesù che sta per venire.Ci si alza quando si attende qualcosa o qualcuno. Noiattendiamo Gesù, lo vogliamo attendere nella preghiera,che è strettamente legata alla vigilanza. Pregare, attendereGesù, aprirsi agli altri, essere svegli, non chiusi in noistessi. Ma se noi pensiamo al Natale in un clima diconsumismo, di vedere cosa posso comprare per farequesto e quest’altro, di festa mondana, Gesù passerà e nonlo troveremo. Noi attendiamo Gesù e lo vogliamoattendere nella preghiera, che è strettamente legata allavigilanza». Il rischio secondo Papa Francesco:«Mondanizzarci e perdere la nostra identità, anzi, di‘paganizzare’ lo stile cristiano. Perciò abbiamo bisognodella Parola di Dio che attraverso il profeta ci annuncia:ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse dibene che ho fatto».

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Francesco domenica scorsa all’Angelus:«Preghiamo e aiutiamo i cristiani a rimanerein Siria e in Medio Oriente come testimoni dimisericordia, di perdono e di riconciliazione»

DI ANDREA BERNARDINI

na nuova sede per il centro di ascolto della Caritas aPontedera. Sorge vicino al Duomo, nei locali della exscuola elementare «Saffi». E sarà inaugurata il prossimosabato 15 dicembre alle ore 15.30, presenti l’arcivescovo

Giovanni Paolo Benotto, il primo cittadino di Pontedera SimoneMillozzi, i comandanti di Carabinieri, Polizia di stato e Guardia diFinanza, il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli, ilvicario foraneo monsignor Piero Dini e gli altri sacerdoti del

territorio.In questi mesi il centro di ascolto avevatrovato ospitalità nei locali di viaMagenta, un tempo abitati dalle suore diSan Giuseppe e di proprietà dellaMisericordia di Pontedera. Circa 15volontari, formati dalla Caritasdiocesana, si sono alternati nell’ascoltodei casi che, di volta in volta, si sonopresentati allo «sportello»: circa 60persone sono state ricevute almeno unavolta il martedì pomeriggio o altri giornisu appuntamento. «Più stranieri cheitaliani, più donne che uomini. Iproblemi più ricorrenti a noi raccontati:la mancanza di una casa e di un lavoro(quantomeno dignitosi) o la difficoltà a

pagare le utenze» ricorda Alfonso Di Sandro, coordinatoredell’èquipe dei volontari della Caritas di Pontedera. «Cerchiamo didare qualche risposta, per quanto è nelle nostre possibilità,lavorando in rete con l’amministrazione comunale, con gli assistentisociali e con le altre associazioni cattoliche che operano all’internodel territorio: la San Vincenzo de Paoli, la Misericordia, il Centro diaiuto alla vita, la Comunità Papa Giovanni XXIII». Alla realizzazione del nuovo centro di ascolto della Caritas sarannodestinate le offerte che saranno raccolte in diocesi domenica 16dicembre. Le offerte potranno essere versate sul conto correntepostale n. 11989563 intestato a: Caritas Diocesana di Pisa - PiazzaArcivescovado, 18 – 56126 Pisa; o sul conto corrente bancario IBAN:IT 86 L 01030 14010 000000390954 intestato a: Arcidiocesi di Pisa –Caritas diocesana.

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Una nuova sede per il centro di ascolto Caritas di Pontedera

Sorge nei localidella ex scuolaelementare «Saffi»vicino al Duomo.Sarà inauguratosabato 15dicembre. La«colletta» diocesanadel giornosuccessivo saràdestinata a questo

«Signore,donacila grazia dell’ascolto»,L’ultima omelia maipronunciata da padreEnrico Bianucci

la sera di sabato 3 novembre. Padre EnricoBianucci è ricoverato a «Medicina 4» al«nuovo Santa Chiara» a Cisanello. Sul suoletto, il breviario e un crocifisso. L’anziano

religioso carmelitano recita il rosario con unaintensità sbalorditiva. Chiede a Marco Vannocci,uno dei laici che lo assistono, di prendere carta epenna e di scrivere. Non c’è molta luce. Il pazientevicino di letto di padre Enrico già sta riposando.Marco è un po’ in imbarazzo di fronte al sacerdoteche non vuole chiudere occhio. Recupera un pezzodi carta di fortuna. Ascolta e appunta: «Ogni voltache diciamo un rosario - gli fa padre Enrico -avviene questo miracolo: la terra si unisce al cielo.Mentre dicendo il rosario noi chiediamo le grazie,nella realtà noi dicendo il rosario assistiamo allagrazia che il rosario stesso non diventi una catena digrazie da ricevere, ma l’esperienza del cielo unitoalla terra».

continua a pagina II

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LA TESTIMONIANZA

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VITA NOVATOSCANA OGGI9 dicembre 2018II

DI ANDREA BERNARDINI

i ha lasciato unsacerdote in odore disantità, un innamoratodi Dio, confessore e

padre spirituale di molti pisani enon solo. Nei giorni scorsi hacessato di battere il cuore di padre Enrico Bianucci: avevainiziato a pulsare il 21 marzo del1927. Padre Enrico appartenevaall’ordine dei Carmelitani Scalzie prestava servizio nel conventodi San Torpé. In moltissimi - loscorso lunedì mattina - hannopartecipato alla celebrazionedelle sue esequie, presiedute dapadre Saverio Cannistrà,preposito generale dell’Ordinedei Carmelitani Scalzi. Hannoconcelebrato altri trentasacerdoti, carmelitaniappartenenti alla provinciadell’Italia centrale, religiosi dellanostra diocesi e della diocesi diLucca, presbiteri del clerodiocesano (e tra questi il vicariogenerale monsignor GinoBiagini). Commosse le paroledel generale dell’Ordine: «Eccociriuniti intorno a te. Siamo i tuoifratelli e le tue sorelle, i tuoi figli,i tuoi discepoli, la tua famiglia -ha affermato padre Saverio -Vedendo questa assemblea cosìnumerosa, mi vengono inmente le parole di Gesù:“Chiunque avrà lasciato case, ofratelli, o sorelle, o padre, omadre, o figli, o campi per ilmio nome, riceverà cento voltetanto e avrà in eredità la vitaeterna” (Mt 19,29). E il doloreper non poter più ascoltare latua voce gioiosa, la tua parolaamica, né incrociare il tuosguardo buono ecompassionevole, si trasformain cantico di lode e diringraziamento perché la paroladel Signore si è compiuta in te, edi questo noi tutti siamotestimoni». E poi: «Sono sicuroche non ti farebbe piacere sedicessi che ci hai lasciato, comegeneralmente ci esprimiamo perevitare la durezza del verbo“morire”. In effetti, tu haiattraversato la soglia dellamorte, ma non ci hai affattolasciato, perché - come solevidirci - noi siamo nel tuo cuore etu sei nel nostro e questo tipo divicinanza niente e nessuno puòsepararla. Quanto più ora tu seiunito a Cristo, tanto più noisiamo uniti a te e, attraverso dite, a Lui. Ora è Lui solo che ciunisce: non lo spazio e il tempofisici, ma l’Amore pieno,radicale, che ci ha amati finoalla fine. Siamo tralci della stessavite, in cui scorre la stessa linfa.E questa linfa continuiamo adattingerla da Lui ancheattraverso di te. Tu avevi ricevutoun dono grande dal Signore,non perché eri bravo o virtuoso,ma perché eri tu, prezioso a isuoi occhi, come lo è ogni usacreatura. I doni sono sempregratuiti, non sono premi oretribuzioni. Il Signore ti hafatto sperimentare la suapresenza viva in mezzo a noi, lasua incarnazione nella povertàdella nostra storia quotidiana.

Ciò che noi tutti crediamo comeverità di fede, che Gesù è Diofatto uomo morto per i nostripeccati e risorto e vivo per lanostra salvezza, per te eraesperienza da gustare, dacontemplare, da accompagnaree testimoniare». Chi veniva «date, spinto dalle fatiche delcammino, dagli errori, dallecadute, dalle paure - haproseguito padre SaverioCannistrà - trovava in te nontanto una parola o unaspiegazione, ma venivaricondotto a una presenza e auna forza di amore: quella che simuoveva in te e si comunicavafuori di te. Per questo potevaavvicinarsi a te qualsiasi generedi persona, perché il tuo mododi essere scavalcava tutte lebarriere culturali, sociali,ideologiche e andava araggiungere il cuore umano,quel “più profondo centro”dell’anima di cui parla la S.Madre Teresa. La tua semplicitàera disarmante, come quella deibambini di cui parla il vangelo,ed era liberante, come lo è ilvangelo: parola di un Dio fattouomo, carne che penetra dentrol’uomo e ne estrae l’essenza piùautentica, dove è fedelmentecustodita la sua somiglianza con

Dio. Parlavi spesso in terminisponsali del rapporto tra Dio el’uomo. In questo eri buonfiglio di san Giovanni dellaCroce. Qualcuno avrà pensatoche era un modo di parlaretroppo affettivo, tropposentimentale o troppo mistico.Ma per chi ti conosceva non eracosì. Era un modo teologale,perché l’amore di cui parlavinon era un sentimento: era loSpirito Santo, comunione deidiversi, mistero di unitàscaturito dalla Croce.Chi ticonosceva sapeva che le tueparole avevano radici profonde,che affondavano in anni distudio, immerso nella Summatheologica di san Tommaso; annidi silenzio nella solitudinedell’eremo di Campiglioni; epoi notti trascorse vegliando egiorni spesi servendo. Sempre inricerca, sempre pronto a porredomande e a cercare risposte. Lapassione della verità non ti hamai abbandonato, anchequando ti si offrivano le faciliquanto incerte scorciatoie delmisticismo miracolistico. Graziea Dio, non sei mai stato un“illuminato”, un alumbrado,come si diceva ai tempi diTeresa: i buoni studi e la solidaformazione ti hanno protetto da

questi rischi.Il rischio per te era tanto piùforte, quanto più ti chinavi sullepersone e ti facevi tutto a tutti.Non hai mai lasciato solonessuno: ti sei sempre offerto adaccompagnarci in qualsiasiavventura, per quanto incerta erischiosa fosse. Ti fidavidell’amore e a esso ti tenevi benstretto.Non posso dimenticare quandonel 1991, all’età di 64 anni, eripronto a cominciare unaesperienza nuova con ungruppetto di giovani fratelli,lasciando ogni sicurezza peraccompagnare quei giovani unpo’ idealisti, ancora immaturi,ma che tu amavi perché sentiviin essi la gioia e il desiderio chevengono dallo Spirito.Quell’avventura non si potérealizzare, ma lasciò un segnonei loro cuori, meglio: un solco,pronto ad accogliere semifecondi di bene e di vita. QuelCarmelo sognato e amato èancora in via di realizzazione.Ora tocca a noi raccoglierel’eredità che padre Enrico ci halasciato. È un’eredità grande,enorme, ma proprio per questoè anche infinitamente piccola,che sta nel palmo di una mano,una mano aperta e tesa percercare, per dare, per ricevere,per innalzarsi verso il cielo, perfar scendere benedizioni suquesta terra». La preghiera finaledi padre Saverio Cannistrà:Signore, fa’ che non la perdiamodi vista perché è troppo piccola;fa che non ci spaventiamoperché è troppo grande. Grazie,Gesù, per averci dato padreEnrico! Grazie, Enrico, per avercidato, come Maria, il tuo amatoGesù».Già nei giorni precedentimoltissime persone avevanopartecipato alla veglia funebre(la sera del sabato) e allapreghiera accanto al sepolcro dipadre Enrico (domenicapomeriggio). L’arcivescovoGiovanni Paolo Benotto eraandato in San Torpé a celebrareinsieme ai frati la mattina dilunedì.All’ingresso della chiesa icarmelitani avevano posto unquaderno. Almeno duecentopersone lo hanno «riempito» didediche a padre Enrico. Leparole più ricorrenti sono le piùsemplici: «ciao», «grazie»,«caro».

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Carmelitanoconosciutissimo a Pisae non solo, prestavaservizio nel conventodi San Torpé. Il ricordodi padre SaverioCannistrà, prepostogenerale dell’ordinedei Carmelitani scalzi:«La tua semplicità eradisarmante, comequella dei bambini di cui parla il Vangelo, ed era liberante, come lo è il Vangelo»

Addio a padre Enrico BianucciHa inondato i pisani di bene

LA TESTIMONIANZAcontinua dalla prima pagina

oco dopo, in un «messaggio» rivolto aisuoi confratelli: «Carissimi fratelli esorelle, nel mio cuore c’è una tristezzaprofonda nel non vedere i vostri volti e le

grazie che Gesù vi dona. Questo mi èimpossibile e offro tutto a Gesù. Non possonascondervi questa mia sofferenza. Pensosempre a Gesù e mi sembra, ma non so se èvero, di vivere il suo memoriale. Gesù Risortorivive la sua passione e soffre tanto. Io sento dipartecipare a questo mistero ma non so se èvero, può essere una mia fantasia. Tante volte tichiedo perdono Gesù, ogni istante penso aquesto mistero e la mia preghiera è “Signorepietà”, e la mia preghiera è “Signore pietà”. Soche tanto pregate per me. Ringrazio, ma devodirvi che non sono generoso come voi e milamento sempre. La mia preghiera preferita àquesta: “Signore pietà, Cristo pietà, Signorepietà”. Ho sempre davanti a me la presenzadella Madonna. Queste prove mi rendonobambino gradito al Signore ed in fondo io voglioringraziare. Nel mio cuore c’è il desiderioardente di vedere i vostri volti. È da unasettimana che non vedo il volto dei mieiconfratelli. Ma tutto è grazia. Così sia, perMaria». Al mattino, dopo essersi nutrito dellaParola del giorno, rivolgerà questomessaggio al priore del convento:«Carissimo priore, sarei molto contento dipresiedere la Messa stasera. Questa è l’omeliadi stasera se fossi alla Messa. Nella colletta chiediamo al Signore “donaci lagrazia dell’ascolto”. Ascoltare è un dialogoperché suppone chi parla: è quanto leggiamo nellibro del Deuteronomio. Si può ascoltare ilpadrone che parla, ma al centro c’è la parola dacompiere. Si può ascoltare l’amico che condividela mia vita. Si può ascoltare lo sposo che parla emanifesta il suo amore per la sposa. Questoreciproco parlare/ascoltare si chiama comunionema non è opera nostra, per noi cristiani, ma diDio, dello Spirito Santo. Questa comunione frasposo e sposa porta un segno prezioso: lamisericordia. La misericordia suppone il peccatoed il peccato rende più umili perché con laconversione si diventa capaci di amare, masenza Cristo questo non avviene. Il matrimoniocristiano è un tempo di grazia. Beati i poveri inspirito! Beati i cuori capaci più che di amare, disentire l’amore dell’altro. Ma senza Cristoquesto non può avvenire. Nel matrimoniocristiano i due sposi sono uniti in virtù di Cristoe della sua presenza. Cristo è potente di uniredue povere creature. Nel matrimonio cristianol’esperienza di Cristo è fondamentale, ci dona ilsuo Spirito Santo, potenza di comunione,intimità che diventa fecondità. Il canto di duesposi a Cristo: “come è bello Signore stareinsieme e amarci come ami tu. Qui c’è Dio”. Nella seconda lettura si parla del sacerdozio; ilsacerdote è amore e agnello. Io sono sacerdotenon soltanto per celebrare le liturgie, ma percamminare nel mondo ed essere strumento dicomunione. In un mondo dove regna divisione,il sacerdote passa di famiglia in famigliaportando la comunione ossia donando la graziadi costruire il regno di Dio ossia fare degliuomini una famiglia. Il sacerdote passando difamiglia in famiglia crea comunione ossia donaamore potente nello Spirito Santo. L’ultima cosa importante: la mia esperienza inospedale. Ho vissuto questi giorni nella pace eho compreso una cosa: il mistero del memorialedi Cristo. Cristo Risorto fa memoria della suapassione per gli uomini. Mentre quando morivasulla croce moriva per tutti, col memorialeCristo rivive la passione come esperienzapersonale di ciascuno. Mi sento amato da Diocome se fossi l’unico discepolo. Mi vienespontaneo dire: “mio Gesù e mio Dio”. In questigiorni ho vissuto l’esperienza di ciascuno cheportavo nel mio cuore, la sua passione e le suegioie che erano le mie, per la condivisione conloro. Sorelle e fratelli sono con voi più di prima!Vi ringrazio di quello che fate per me. Mi dàtanta pace profonda. Mi sento tanto amato ecanto con voi “come è bello Signore stareinsieme e amarci come ami tu”. Desidero tornare con voi tutti, ma questodipende da Dio. Sia fatta la Sua volontà. Mi ènato nel cuore un amore di condivisione con imiei confratelli e spero di rivedere presto il lorovolto. Questa lettera ho scritto a tutti perchétutti sono scritti nel mio cuore ed anche la miavita è scritta nel vostro cuore. In tutte lepreghiere che dico al Signore c’è la lode ossia siloda Dio riconoscendo le grandi opere che stafacendo il Signore per noi. Questa è la lode, mac’è anche il “Signore pietà” che sperimentasempre più la mia povertà. Grazie Gesù, grazieMaria, grazie Santa Chiesa e grazie, grazie,grazie a tutti voi. La Madonna è con voi tutti.Un bambino senza la mamma non può stare. Iosono bambino e la Madonna è con me.Alleluia!”». Un’omelia mai effettivamente pronunciata,ma che adesso tutti possono gustarsi graziea chi ce l’ha fornita.

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VITA NOVA TOSCANA OGGI9 dicembre 2018 III

Don Mencaraglia, l’arte per la BellezzaDI ANNA GUIDI

tornato alla casa del Padre -dopo lunga malattia - don

Mario Mencaraglia. Nato a Ripadi Seravezza il 14 gennaio del1941, vice parroco a Seravezzadal 1963 al 1970, parroco, dal1973, di Santa Maria delleGrazie in Volegno e,successivamente, pievano diSan Nicolò in Pruno e rettoredi Santa Maria Assunta inCardoso, laureatosi in Letterecon specializzazione in Storiadell’Arte, fu anche docente nellescuole di Stato e fece parte dellacommissione diocesana perl’arte sacra.È spirato nella sua casa sulMonte di Ripa nella tarda seratadel 29 novembre,amorevolmente assistito dalfratello Giorgio. La salma,esposta nella cappellinadell’Oratorio di Sant’Ansano inSeravezza, è stata visitata da unininterrotto corteo di persone.Le frasi scritte sul libro posatoai piedi della bara testimonianoun intreccio di affetti, dilegami, di opportunità, diricordi. Fra i tantiparticolarmente commovente ilsaluto di monsignor DaniloD’Angiolo: «Dall’agosto del 2017ci siamo costantemente incontratiogni settimana, per rafforzare lanostra fede nella comunioneeucaristica e nella fraterna

È

conversazione. Ora nella tua casasul Monte di Ripa andrò qualchevolta per salutare il tuo ottimofratello Giorgio. Tu, lassù conmamma Cesarina e il tuo babbo,ora ora aspettami! Beati gliinvitati alle nozze conl’Agnello.Voglio esserci anch’io».Alle esequie, celebrate la

mattina del 1 dicembre nellachiesa di Sant’Antonio in Ripa,hanno preso parte, strettiattorno ai familiari, confratellisacerdoti, diaconi,rappresentanti delleamministrazioni comunali eduna folla numerosa di fedeli edamici venuti anche da lontano.La Santa Messa è statapresieduta dall’Arcivescovo diPisa che, nel corso dell’omelia,ha richiamato l’attenzione sullaforza con cui don Mario hatestimoniato l’amore di Dioche si dimostra nelle cose ditutti i giorni, frutto di unaricerca interiore che talora ètormento e si placa nellaconsapevolezza di essere figli diDio.Nell’apprezzare la profondacultura di don Mencaraglia, monsignor Giovanni PaoloBenotto ha ricordato il grandetributo che diede alla mostra diarte sacra della Versilia Mediceaorganizzata a Seravezza nel1995, sottolineando come donMario non perseguisse il belloper il bello ma la Bellezza Vera,in un cammino di ricerca,espresso anche in terminiparadossali, che partivadall’interiorità, svelatasi nellamalattia in maniera più piena ecompiuta.Un grande applauso haaccompagnato l’uscita dellabara dalla chiesa: il caloroso

saluto ad un sacerdoteconosciuto ed amato. In molti,partito il carro funebre, si sonofermati a ricordare episodi edesperienze condivise: il presepevivente di Pruno allestito per lestrette viuzze del paese; gliincontri culturali ed artisticiorganizzati nel contesto delprogetto «Non di solo Pane»; lamusica con cui accompagnavacerimonie, riti ed incontriconviviali apparecchiati spessonella piazzetta di Volegno, leiniziative, dopo l’alluvione del19 giugno 1996, legate alsolstizio di estate e al giocodegli astri nell’arco del monteForato, con cui intesesollecitare la rinascita dellavalle di Cardoso, tantoduramente colpita. Tesseretratte dalla biografia diciascuno, intrecciatasi spessocon quella di don Mario per lasomministrazione deisacramenti, per i matrimonicelebrati, per le malattie e i luttiche lo hanno visto partecipe epresente, per l’ascolto e ilconforto: tessere per disegnareil mosaico della sua vitaterrena.E la Versilia si è accomiatatacosì da don Mario: il cieloilluminato dal sole e il cuorecolmo di amore. Proprio comea lui, che sorrideva in mododolce ed ironico, sarebbepiaciuto e piace.

È morto - dopo unalunga malattia - ilsacerdote versiliese, già pievano di Pruno e rettore di Cardoso, che vide «sconvolto» dalla alluvione del 9 giugno del 1996

La Filarmonica e la festa di Santa Cecilia

a Società Filarmonica Pisana ha celebrato la festa della propriapatrona, santa Cecilia vergine e martire. Nei giorni scorsi si è

ritrovata, al mattino, nella chiesa di San Sisto a Pisa perpartecipare ad una celebrazione eucaristica presieduta dal parrocodon Francesco Barsotti e accompagnata dal coro parrocchiale edal complesso bandistico della «Filarmonica» diretto dal maestroPaolo Carosi. Quindi la festa si è trasferita a tavola, dal ristorante«Il Turista», in particolare. Il presidente della Società FilarmonicaPisana Umberto Moschini ha ringraziato tutti i partecipanti e haletto il messaggio augurale inviato dal Presidente nazionaleAnbima, Giampaolo Lazzeri (all’incontro era presente ilpresidente provinciale Anbima Alfredo Galdieri). Un plauso

particolare al maestro Paolo Carosi, al direttore della Scuola diMusica Carlo Franceschi, al responsabile del coro Mauro Detottoe all’infaticabile Antonio BrasileIn precedenza Umberto Moschini insieme ad Antonio Brasile,come tradizione, avevano deposto un omaggio floreale sulletombe del presidente onorario Giulio Selmi, del maestro CarloLupetti, dei musicanti: Luigi Vaselli, Elio Giannetti, Sergio DelSignore, Luca Giacomelli, Alessandro Petrellese, Aldo Breghi,Giuseppe Reale, Franco Milanese, dei soci sostenitori GiovannaGiuliani, Angelo Ciucci, Benito Lisi, Alindo Bicocchi, NatalrigoGuidi e Marino Salvatori.

Nella foto: alcuni momenti della festa della Filarmonica pisana

L

LA RICORRENZA

BLOCK NOTESMONASTERO INVISIBILEPISA- È disponibile lo schema di preghiera peril «Monastero invisibile» del mese di dicem-bre. La proposta di questo mese: «offrire la no-stra preghiera e le nostre azioni al Signore perle vocazioni al matrimonio, perché gli sposicristiani siano i primi testimoni di una vita do-nata, nell’amore e nel sostegno reciproco». Einsieme ricordare «le giovani coppie che si pre-parano al matrimonio religioso, perché soste-nuti e accompagnati dalla comunità possanoessere vere “chiese domestiche”, nell’acco-glienza, nella preghiera, nell’apertura alla vi-ta».

RITIRO DEL CLERO DIOCESANOARENA METATO - Sacerdoti e diaconi in ritiroquesto giovedì 6 dicembre nei vicariati dellanostra diocesi.Quelli che prestano servizio nei vicariati di Pi-sa, Piano di Pisa, Valdiserchio, Pontedera eLungomonte si ritroveranno al Monastero del-le Benedettine, ad Arena Metato in via San Ja-copo 104 e saranno guidati dal relatore monsi-gnor Franco Cancelli.I sacerdoti ed i diaconi del vicariato della Ver-silia si ritroveranno invece con l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto nella Casa di spiritua-lità «La Rocca», a Pietrasanta in via della Rocca10.Sacerdoti e diaconi barghigiani si danno ap-puntamento con il vicario generale Gino Bia-gini alla chiesa di San Francesco, in via dei Fra-ti a Barga. Infine sacerdoti e diaconi delle Col-line pisane si ritroveranno con monsignor An-tonio Cecconi nella chiesa e nei locali dellachiesa di Orciano pisano. Il ritiro avrà inizio alle ore 9.30 con la recita didell’Ora media di Terza. Il tema generale diquesto anno Anno Pastorale 2018-2019 è:«“Serviamo il Signore in santità e giustizia”:per una santità sacerdotale alla luce della Esor-tazione Apostolica di papa Francesco “Gaude-te et exultate”». L’incontro del 6 dicembre2018 verterà su: «“Restate saldi dopo aver su-perato tutte le prove” (Ef 6, 13). “Due sottilinemici della santità”: il 2° capitolo della Esor-tazione Apostolica di papa Francesco “Gaude-te et exultate”».

IN RICORDO DI PADRE UGO DE CENSICAPRONA - L’Operazione Mato Grosso piangepadre Ugo De Censi, sacerdote salesiano emissionario valtellinese, cofondatore nel 1967del movimento di volontariato educativo mis-sionario impegnato in decine di attività a favo-re dei più bisognosi in America Latina. Aveva94 anni. Padre Ugo De Censi è scomparso poco primadella mezzanotte di domenica 2 dicembre aLima, in Perù, Paese andino a cui ha dedicatogran parte della sua vita. La sua «avventura» iniziò nell’estate del 1966quando padre Ugo, raccogliendo l’invito di unconfratello amico impegnato a Poxoreo, nelloStato brasiliano del Mato Grosso, propose aisuoi ragazzi di andare in missione, ricevendoin risposta un entusiasta «battimani»: «Fu co-me gettare un fiammifero sulla benzina: unafiammata. Così è nato l’Omg» ricordava il cari-smatico sacerdote. Padre Ugo De Censi aveva molti amici anche aPisa. Lo scorso lunedì volontari Omg e anima-tori degli oratori «gemellati» con gli oratoridelle Ande si sono uniti agli animatori di altrioratori toscani e hanno partecipato ad una ce-lebrazione eucaristica a Campi Bisenzio. La se-ra successiva, nella chiesa di Santa Giulia a Ca-prona, in molti hanno recitato il rosario ricor-dando padre Ugo.

ALTRO SERVIZIO A PAG. 9DELL’INSERTO REGIONALE

FESTA DELLA MADONNA DI LORETOPISA - Ricorre lunedì 10 dicembre la festa dellaMadonna di Loreto, patrona dell’Unitalsi. APisa la festa sarà celebrata nella chiesa di SanSisto in Cortevecchia, come da tradizione: qui,infatti, si trova un’antica copia lignea della Ver-gine di Loreto venerata all’interno della SantaCasa. Appuntamento alle ore 17 per la recitadel rosario, cui seguirà la celebrazione eucari-stica. Alla celebrazione, oltre ai parrocchiani,sono invitati, in particolare i soci dell’Unitalsi.

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VITA NOVATOSCANA OGGI9 dicembre 2018IV

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VITA NOVA TOSCANA OGGI9 dicembre 2018 V

AGENDAIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 9 dicembre 2018 ore 11: S. Messa aSs Cosimo e Damiano; ore 17: Cresime in S.Caterina.Lunedì 10 dicembre ore 9,30: incontro con iResponsabili degli Uffici di Curia.Martedì 11 dicembre ore 9,15: udienze per isacerdoti; ore 18,45: incontro con i MediciCattolici.Mercoledì 12 dicembre ore 10: S. Messa allaRSA di Via Garibaldi in Pisa; ore 18,30: in-contro con i genitori e i ragazzi della cateche-si a Putignano; ore 21,10: incontro con ACLI,CISL e Cooperative ai Cappuccini di San Giu-sto.Giovedì 13 dicembre ore 11: Cresime a Lucia-na; ore 15: presentazione di un libro conl’Ordine dei Giornalisti.Venerdì 14 dicembre ore 9,15: udienze; ore18: Riunione del Consiglio Pastorale diocesa-no; ore 21: Oratorio «Ma il canto ci salverà» aSan Nicola in ricordo di P. Renzo Spadoni.Sabato 15 dicembre ore 10: inaugurazionedell’Anno Accademico al S. Anna; ore 15,30:inaugurazione del Centro di Ascolto dellaCaritas a Pontedera; ore 18: Cresime a Colle-salvetti; ore 21: Concerto di Natale in Catte-drale.Domenica 16 dicembre 2018 ore 11: S. Messaa Riglione; ore 17: S. Messa al Carmine per laconclusione della Visita alle U.P. di Pisa sud.

IL CONCORSO DEI «DISUNITI»PISA - Si è conclusa con la proclamazione deivincitori la quarta edizione del concorso diprosa, poesia e aforismi «Nel segno di Pisa»,bandito dall’Accademia dei Disuniti della no-stra città, presieduta dal console FerdinandoCiampi. Il successo della competizione è sta-to confermato anche quest’anno dal conside-revole numero di elaborati presentati da con-correnti provenienti da tutta l’Italia. Nel corso della cerimonia, ospitata nel Salo-ne dei Dodici dei Cavalieri di Santo Stefano,sono stati premiati gli artisti Serenella Meni-chetti, Laura Barone e Giovanni Bottaro, ri-spettivamente al primo, al secondo e al terzoposto, nella sezione «poesia in lingua italia-na»; i poeti Pietro Braconi, Ivano Rosellini e Fabrizio Paolicchi, rispettivamente primo, se-condo e terzo classificato nella sezione «poe-sia in vernacolo pisano». Nell’ambito dellasezione «racconto breve» si sono distinti gliscrittori Cristian Lorenzini (primo classifica-to), Laura Dina Borromeo (seconda classifi-cata) e Susanna Gori (terza classificata),mentre non si sono registrati partecipanti allasezione «aforismi».Segnalazioni di merito sono state consegnateagli artisti Bonaventura Giovanni Tancredi (poesia in lingua), Dina Paola Cosci (poesiain vernacolo) e Francesco Feola (raccontobreve).Nel corso della serata, liriche e prose in lin-gua sono state lette e interpretate dall’attoreMassimiliano Barsotti. Le opere in vernacolosono state declamate dagli stessi autori.

A Pisa «La speranza oltre le sbarre»d aprire l’incontro -promosso da Ordinedei Giornalisti, Ordinedegli Avvocati,

Assostampa Toscana eArcidiocesi di Pisa - saranno ilpresidente dell’Odg CarloBartoli, quello dell’OdA Alberto Marchesi e il giuristacattolico Giuseppe Mazzotta. Sientrerà quindi nel vivo deldibattito con un ampio tavolodi relatori.Monsignor GiovanniPaolo Benotto, arcivescovo diPisa, parlerà di «Papa Francescoe la pena». Fabio Fineschi,presidente del Corso di laureamagistrale in Scienze per la Pacedell’Università di Pisa, rifletteràsu «perdono e speranza». LuisaProdi parlerà invece della«umanizzazione della pena peruna maggiore sicurezza sociale».Il presidente dei Corecomnazionale Filippo Lucciinterverrà sul tema «Lacomunicazione per la culturadella legalità». Infine gliinterventi dei due autori, Maurizio Gronchi e AngelaTrentini.A conclusione dei lavoriascolteremo anche letestimonianze di chi, ognigiorno, ha a che fare con idetenuti: i volontari di«Controluce», la presidente delCentro italiano femminile diPisa Maria O’ Reilly , il direttoredella Caritas diocesana donEmanuele Morelli, suor Enrica della parrocchia di Santa Martae i responsabili della casa per exdetenuti «Misericordia tua» diSant’Andrea a Lama. Porterà ilsuo contributo anche padre IuriSandrin, gesuita, responsabileServizio Cultura e Universitàdella diocesi di Pisa.Un viaggio - quello de «La

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Speranza Oltre le Sbarre» -partito a maggio da Palermo.Maria Falcone, in ogni incontro,ha voluto portare un messaggiodi partecipazione: avverrà anchea Pisa. Tra le tante voci raccoltein questi incontri anche quelledel Procuratore NazionaleAntimafia Cafiero De Raho edell’ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. Entrambi

hanno sottolineato la necessitàdi riaffermare la certezza dellapena e, allo stesso tempo, ilbisogno di una riformacarceraria che tenga presenteche c’è una cosa che ad ogniuomo non andrebbe mainegata: la propria dignità. Levoci di questi «vuoti a perdere»fanno del libro «La SperanzaOltre le Sbarre», ha affermato

De Raho, «un libro complessocomplesso e profondo perchétocca molteplici aspettiriuscendo ad approfondirlitutti» e che «magistrati eavvocati - ha aggiunto Legnini -dovrebbero leggere».L’incontro offre crediti formativia giornalisti (iscrizionepossibile su piattaforma Sigef) eavvocati.

Festa dell’Immacolataabato 8 dicembre è la solennitàdell’Immacolata Concezione della

Beata Vergine Maria. Questa festa nonci permette di approfondire la figura disan Nicola (6 dicembre) vescovo diMira in Turchia, già venerato in tuttol’Oriente nel 1087, e quella del grandesant’Ambrogio (340-397) ricordato il7 dicembre, già prefetto di Milano nel374 e poi, in un tempo di crisi,acclamato vescovo a voce di popolo,mentre era ancora catecumeno. Neparleremo un’altra volta. Su VitaNova» dell’ 11 novembre si è scritto delbeato Giovanni Scoto (Duns in Scozia1266 ca. - 1308); è stato dettovelocemente che è un filosofo e unteologo. «Rifacendosi alla teologia diGiovanni Scoto, Pio IX (GiovanniMaria Mastai Ferretti, 1792-1878, papadal 1846) l’8 dicembre 1854 proclamaMaria preservata dal peccato originalenell’ istante stesso della concezione,sorgente e fondamento della radicaleimpeccabilità della Madre di Dio,riconosciuta già nei primi secolicristiani. Già nel Concilio di Trento(tra il 1545 e il 1563) non si era fattaalcuna obiezione teologica alla tesi diGiovanni Scoto». «Benedetto Dio,Padre del Signore nostro Gesù Cristo...In lui ci ha scelti prima della creazionedel mondo per essere santi eimmacolat-i ...» (Ef 1,3-6.11-12liturgia della solennità dell’Immacolata Concezione).

a cura di Giovanni Manecchia

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ASTERISCO

iprendono da Pisa gli incontri formativi che prendono spuntodal libro neo vincitore del Premio Borsellino «La Speranza Ol-

tre le Sbarre». Nel pomeriggio di giovedì 13 dicembre (con inizioalle ore 15) , sacerdoti, volontari, operatori Caritas, giornalisti egiuristi si ritroveranno nell’auditorium delle «Officine Garibaldi» -in via Gioberti a Pisa - per riflettere prendendo spunto dal conte-nuto del libro-inchiesta scritto a quattro mani dalla giornalistadella Rai Abruzzo Angela Trentini e dal teologo pisano MaurizioGronchi. In questo libro, per la prima volta, alcuni degli assassiniresponsabili delle morti dei giudici Falcone, Borsellino e Livatinoparlano confrontandosi con le voci dei parenti delle vittime. Acca-de nel cosiddetto carcere dei suicidi di Sulmona dove la giornalistaha ascoltato quelli che Gronchi definisce «vuoti a perdere». Dandoalla riflessione sul carcere ostativo, le questioni carcerarie e il sen-so della pena, una nuova prospettiva.

R Alle «OfficineGaribaldi» - nelpomeriggio di giovedì13 dicembre -dibattito , sacerdoti,volontari, operatoriCaritas, giornalisti egiuristi si ritroverannonell’auditorium delle«Officine Garibaldi» -in via Gioberti a Pisa -per riflettereprendendo spunto dalcontenuto del libro-inchiesta scritto aquattro mani dallagiornalista della RaiAbruzzo AngelaTrentini e dal teologopisano MaurizioGronchi

Tornano alla chiesa dei Cavalierii «Thé» di «Toscana Oggi»

ornano, alla chiesa di Santo Stefanoai Cavalieri, i «Thé di Toscana Oggi»,

incontri culturali riservati ai nostriabbonati. Il prossimo «Thé» - servitodagli chef della San Ranieri srl - ce loberremo mercoledì12 dicembre insiemeal medico AndreaBartelloni,collaboratore delnostro settimanale,autore insieme aFrancesco Agnoli dellibro «Scienziati inTonaca». Un librodove sono passati inrassegna ben 35religiosi che hannofatto la storia dellascienza. Arrivando a concludere con leparole di don Giuseppe Tanzella Nitti,astronomo, interrogato dagli autori:«La storia (...) mostra che (...) lo

T sviluppo della scienza naturale non sipuò separare da idee fondamentali chederivano dalla tradizione giudeo-cristiana. C’è una interazione piùprofonda tra la teologia e la scienza di

quanto ci si renda contodi solito». L’appuntamento per inostri abbonati è alle ore16 nella chiesa di SantoStefano dei Cavalieri.L’ingresso sarà da viaConsoli del Mare.L’incontro si svolgerà nelcoro della chiesa, dietrol’altare. Il thé, invece,sarà consumato neilocali attigui alla chiesa.Chi non è ancora

abbonato, può comunque partecipareall’incontro sottoscrivendo almeno unabbonamento trimestrale alsettimanale.

Appuntamentomercoledì 12dicembre dalle ore16 con il medicoAndrea Bartelloni,coautore del libro«Scienziati intonaca»

L’INIZIATIVA

I presepi di Riparbellaviaggiano su Facebook

a ormai quindici anni di vita il concorso«L’arte nel presepe» organizzato dalla

parrocchia di San Giovanni evangelista. Ma nonfinisce mai di stupire per la qualità delle opere aconcorso. I manufatti della sezione artisticasaranno esposti nella palestra comunale dallavigilia di Natale all’Epifania. I migliori sarannopremiati domenica 7 gennaio a conclusione diun incontro conviviale all’osteria del viandante,in località La Melatina a Riparbella. Premi ancheper poesie e prose dedicate al Natale.A fianco altradizionaleconcorso, daquest’anno, è sortaun’altra iniziativa,dedicata ai ragazziresidenti nelterritorio diRiparbella: «CheNatale è senzapresepe?». I giovanisono invitati aconfezionare ilpresepe nella loroabitazione e ascattare una foto, daportare a mano allecatechiste, alparroco don BrunoChiavacci o da inviare all’indirizzo [email protected]. Tutte le foto sarannopubblicate sul sito facebook della parrocchia diRiparbella con indicato il solo nome delpartecipante, dunque saranno pubblicamentevisibili. Vincerà il concorso la foto che otterrà ilmaggior numero di «mi piace» sulla propriaimmagine pubbicata. Le foto dovranno essereconsegnate e/o inviate entro sabato 24 dicembree potranno essere votate fino al 6 gennaio.«Quindi prima si farà il presepe in casa e siscatterà e invierà la foto, prima si avrà lapossibilità di farlo votare» commenta donBruno Chiavacci.

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La proposta delparroco donBruno Chiavacciai ragazzi:«Mandateci unafoto, lapubblicheremosul profilo dellaparrocchia. Inattesa di “Mipiace”»

LA PROPOSTA

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VITA NOVATOSCANA OGGI9 dicembre 2018VI

Toscana, la bellezza del sapereanno concluso ilpercorso di studitriennale tra febbraio egiugno 2018: Adele

Silvestro, Simona Liberto,Nicoletta Di Tizio, ChiaraAdamo, Rosa Anastasio,Caterina Benedettini, JancyRani Mathias, EmanueleGiorgi, Francesca Casorio,Agatina Parrino, Rosa Narcini,Matteo Redini, MaddalenaOrabona, Dimitri Bigoni,GiuliaMaria Pierotti, Silvia Giannini,Tiziana Venè, AngelaGuglielmi, Maria RitaArcangeli, Lucilla Nuti,Francesca Decanini, TizianaPianarosa, Sara Liberto e Antonio Franchino.Elisabetta Cori, Giada DalCanto, Antonella Grande,Aurora Faleni, Virginia AnselmiDi Fazio, Matteo Amaro, suorJeeji Kallarakal Varghese,Chiara Nannini, Erica Donati,Linda Benvenuti, ZelindaGraziani, MariangelaScaringella e Patrizia Fusi ,dopo aver frequentato iltriennio formativo, hannoproseguito nel loro percorso distudi, portando a compimentoun biennio di specializzazionee ottenendo così il diploma dilaurea magistrale.Intanto il nuovo annoaccademico 2018/2019dell’Istituto superiore discienze religiose della Toscana(Issrt) «Santa Caterina daSiena» si è aperto con un buonnumero di iscritti. 131 sono glistudenti che frequentano ilpolo accademico di Firenze, 86quello di Siena e 85 quello diArezzo. Ma la sede del «SantaCaterina da Siena» piùfrequentata è quella di Pisa checonta 172 iscritti.

L’OFFERTA DELL’ISTITUTO’Istituto superiore di scienzereligiose della Toscana

(Issrt) «Santa Caterina daSiena» è una istituzioneaccademica, interna allaFacoltà teologica dell’Italiacentrale, che promuove lostudio e la ricerca scientificanell’ambito delle scienzereligiose, in dialogo con lacultura del nostro tempo.L’istituto è articolato nella sedecentrale di Firenze e nei trepoli accademici di Arezzo, Pisae Siena. Il collegamento«didattico» tra le tre diverserealtà è garantito dallaformazione a distanza,ottenuta da tecnologia digitale:i docenti, cioè, svolgono lelezioni in una sola sede e sono

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seguiti simultaneamente intutte le altre.L’Istituto è aperto a tutti coloroche - laiche, laici e religiose -desiderano avere unaqualificata preparazionenell’ambito delle scienzereligiose.Gli studenti si dividono inordinari - ovvero in coloro che,in possesso di un titolo distudio valido per l’ammissioneall’università, voglionoconseguire la laurea triennale ola laurea magistrale(quinquennale) in Scienzereligiose; in straordinari -ovvero coloro che, non inpossesso del titolo prescritto,desiderano comunquefrequentare tutto il curriculum

o buona parte delle disciplinee sostenere i relativi esami, pursapendo di non poter ottenerei gradi accademici; infine gliuditori e gli ospiti, coloro cioèche non vogliono conseguire igradi accademici, madesiderano frequentare in ognicaso questo o quel corso,ottenendo un attestato difrequenza.L’offerta formativa consiste inun percorso triennale,all’interno del quale sistudiano discipline dell’areafilosofica, storico-biblica,teologico-sistematica,teologico-morale e dellescienze umane. E in un biennio dispecializzazione, con quattro

diversi indirizzi. A Pisa, inparticolare, è attivo l’indirizzo«pedagogico-didattico» cheabilita all’insegnamento dellareligione cattolica in tutte lescuole di ogni ordine e grado.Un servizio particolare di«tutoraggio» - ci spiega ilvicedirettore dell’Istituto donTomasz Grzywacz,responsabile del poloaccademico di Pisa - è offertoai candidati al diaconatopermanente, che seguono lelezioni da ordinari o dasemplici uditori. Un servizio,questo, di cui usufruiscononon solo i «candidati» dellanostra diocesi, ma anche quellidi Lucca, Livorno, Massa,Volterra, San Miniato e Pescia.Nella sede centrale di Firenzesono attivi gli indirizzi«pastorale-ministeriale» e«cristianesimo e religioni»;nella sede di Arezzo l’indirizzodi «arte sacra».Le segreterie della sede centraledi Firenze e dei poliaccademici di Arezzo, Pisa eSiena sono aperte dal lunedì alvenerdì dalle ore 15 alle ore 18(che sono anche gli orari disvolgimento delle lezioni). Lasede del polo accademico diPisa, si trova a Pisa in via SanZeno 2. La segreteria rispondeal numero telefono 050.551477 e alla [email protected]

DI ANDREA BERNARDINI

l neonato Istituto superiore di scienze religiose della Toscana«Santa Caterina da Siena» ha, dunque, scelto il polo accademico

di Pisa per il dies academicus del suo anno di battesimo (cfr «VitaNova» del 2 dicembre). La prolusione di questo anno - avvenuta in occasione della festa disanta Caterina d’Alessandria - era affidata al professor Paul Gil-bert, gesuita, ordinario di Metafisica alla Pontificia Università«Gregoriana» a Roma, direttore della rivista «Gregorianum». A te-ma: «I tormenti nella metafisica». Allievi e docenti sono stati salu-tati dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, dal moderatore del-l’Istituto di scienze religiose della Toscana - e vescovo di Pescia -Roberto Filippini e dal pro-direttore dell’Issr della Toscana profes-sor Alfredo Jacopozzi. Dopo la prolusione sono state consegnateonorificenze ai docenti degli ex Istituti Superiori di Scienze Reli-giose di Arezzo, Firenze, Pisa e Siena. E sono stati consegnati di-plomi di laurea agli studenti che hanno concluso il loro percorsodi studi nello scorso anno accademico.

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L’aula magna del«Santa Caterina»ha ospitato il «diesacademicus» delneonato Istitutosuperiore di scienzereligiose dellaToscana. Quattro poliformativi per ununico istituto. Pisa resta «leader»per numero diiscritti. Gli studentiche hannocompletato il loropercorso di studi trafebbraio e giugnodi quest’anno

Nella foto di Gabriele Ranieri un momento del «dies academicus» dell’Istituto superiore di scienze religiose della Toscana «Santa Caterina daSiena»

L’INCONTRO

Cristina Grieco (RegioneToscana): «Santa Caterinacolonna della cultura a Pisa»

uesto istituto è una delle colonneportanti per la cultura e la

formazione scolastica a Pisa». Parole«confortanti» per l’istituto «SantaCaterina», soprattutto perché arrivate daun rappresentante delle istituzioni,l’assessore regionale con delega adIstruzione, formazione e lavoro CristinaGrieco.L’assessore - in occasione dellafesta di Santa Caterina - si era recata nelpolo formativo cattolico pisano. Polo che,oggi, ospita un asilo nido, la scuoladell’infanzia, una primaria e unasecondaria di primo e secondo grado(liceo scientifico, liceo linguistico e liceo

quadriennale). Epoi il Seminario,la sede pisanadell’Istitutosuperiore discienze religiosedella Toscana«Santa Caterinada Siena», laScuola diformazioneteologicopastorale e ilPensionatouniversitarioToniolo.L’assessoreregionale haparlato con

l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, lapreside dottoressa Roberta Cesaretti, lapresidente della cooperativa scolasticadottoressa Francesca Pacini, l’ex presideprofessor Romano Gori. Poi si èintrattenuta con gli studenti del liceoscientifico: augurando loro di seguire leloro scelte con passione e impegnocostanti perché il futuro si costruisce passodopo passo ed i traguardi si raggiungonosolo ponendosi obiettivi da perseguirecon determinazione; e consegnando loroconsegnando loro una copia dellaCostituzione, sottolineando, inparticolare, l’importanza degli articoli 3 e34 dedicati rispettivamenteall’uguaglianza tra i cittadini e alla libertàd’insegnamento in un sistema scolasticolibero e aperto a tutti. «La Regione è da sempre attenta anchealle scuole paritarie - ha conclusol’assessore Cristina Grieco, snocciolandocifre sui contributi erogati in questi anni eannunciando un prossimo stanziamentodi contributi per il 2017/2018. Bene i complimenti e gli annunci. Epperò- notiamo noi - la somma dei contributistatali e regionali non sono,evidentemente, sufficienti, a garantire unavera «parità» tra scuole pubbliche - statalie private riconosciute dallo Stato - com’èinvece garantita nel sistema scolastico inaltri Paesi europei. I (pochi) contributi sucui fanno affidamento le paritariearrivano sempre con largo ritardo. Emolte scuole sono a rischiosopravvivenza.

Andrea Bernardini

In occasionedella festa diSanta Caterinad’Alessandria,visitadell’assessoreregionale allapubblicaistruzioneal poloformativocattolico

L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto con l’assessore regionale Cristina Grieco, la presidente della cooperativascolastica Francesca Pacini, la preside Roberta Cesaretti e l’ex preside Romano Gori

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VITA NOVA TOSCANA OGGI9 dicembre 2018 VII

Migranti, prima di tutto personee relatrici sono stateinvitate, davanti ad unfolto pubblico di studentie ricercatori, a dibattere e

approfondire sulle diversescelte assunte dalle nostresocietà «occidentali» - e dallaintera compagine europea -sulla gestione del fenomenomigratorio. Direzioni politichee di indirizzo legislativo cheattualmente appaionoframmentate.Il primo intervento dellaprofessoressa Barbara Henry hariportato le notemetodologiche del suo studiosulla percezione delle migranti,fornendo anche informazionisulle «rimesse» economiche,ovvero sul denaro inviato dalledonne migranti verso il loropaese di origine. La docente di filosofia politicaha messo in chiaro come unaapprofondita analisi sul campoabbia dimostrato come ilcomplesso mondo dellemigranti appaia assai lontano enon più riconoscibile nellamera visione - di naturasociologica ed economica - postcoloniale. Lettura che hastereotipato negativamente ebloccato ogni serio tentativo dimettere in dialogo le parti.Secondo Barbara Henry occorreprima «decostruire» la vecchialettura per poi cogliere le nuovee interessanti realtà culturali delmondo femminilemussulmano.La docente del Sant’Anna daanni analizza il ruolo delledonne nelle società arabe-musulmane: per lei le donnehanno offerto un contributosignificativo nellamodernizzazione dei paesi,incoraggiando il superamentodella interpretazione «letterale»del libro sacro, retaggio di unalettura patriarcale etradizionalista. La professoressa Annalisa Furiaha continuato a dibattere sultema dell’incontro, aprendoperò un altro interessanteambito: la lettura della«mediazione politica» delfenomeno migratorio, in unquadro più ampio dellapolitica istituzionale di unpaese. La docentedell’università di Bologna haindividuato infatti unaintrinseca e crescentepoliticizzazione del fenomenodella migrazione, prescindendodalle oggettive cause che stanno

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alla base del fenomeno deimigranti.La scuola e la visione politicaeconomica occidentale - hasostenuto la ricercatrice - hainterpretato l’immigrazioneunicamente dal punto di vistafunzionale. «Riducendola», indiversi casi, ad una meraquestione di «sicurezza», che hafinito per assumere un ruolosempre più importante nelladefinizione delle politiche,delle norme e delle pratiche deipaesi europei in materia diimmigrazione. Laddove ilsignificato politico dellamigrazione e del ruolo delloStato, invece, dovrebbe esserestudiato e analizzato secondola teoria del sociologo algerinoSayad, autore di una delleteorie più originali sullacondizione del migrante. Sayadpone la questione dei migranti

- ha ricordato sempre laprofessoressa Annalisa Furia -in stretta relazione al «pensierodi Stato», inteso come un «fattoglobale e sociale» che deveessere interpretato mediante unapproccio multidisciplinare:legale, economico, politico,culturale, psicologico,antropologico, demografico estorico. Le migrazionitransazionali - afferma lostudioso algerino -costituiscono uno dei processiattraverso cui si «produce» lapolitica contemporanea.Questo approccio assaiinnovativo mette in discussionedall’interno anche lo stessoconcetto fondamentale dicittadinanza, riconoscendo ilmigrante a partire dal suo statusdi uguaglianza formale esostanziale, in quanto essereumano, ossia individuo. E

superando l’idea che essorappresenti o chi ha tradito ilproprio gruppo di provenienza- lasciando il proprio paese diorigine - o invece un soggettoestraneo, diverso, che minacciaanche l’integrità e l’identità delgruppo con cui entra incontatto.Ciò dovrebbe condurre aridefinire una politicadell’immigrazione in Europache superi la schizofrenica eparziale gestione delfenomeno: il concetto

dell’emergenza continua, odella risposta militare comemisura ordinaria sonotestimonianze di questapolitica limitata, a partire dauna narrazione del migrantecome potenziale terrorista, oinvasore dei nostri spazilavorativi o causa di perniciosimeticciamenti identitari.L’incontro è stato poi conclusodall’avvocato GaeatanaMorgante che ha ribadito dalsuo punto di vista di penalista,come il concetto di politicamigratoria venga gestito spessosolo sul mero piano dellasicurezza nazionale, e dellaazione repressiva,individuando nei fisiologiciconflitti sociali della nostrasocietà la causa scatenanteproprio nella presenza diimmigrati sul nostro territorio.

*Padre gesuita

DI FRANCESCO GERMANO*

uali indirizzi politici e quali scelte sociali possono essere ten-tati, in Europa e nei singoli suoi stati, per favorire la costru-

zione di una forma di coesione civile, in presenza di cospicue mi-noranze di cultura e tradizioni alquanto diverse?A questa domanda di fondo il Servizio diocesano «Cultura e Uni-versità» ha cercato di dare una risposta invitando nei giorni scorsiad un dibattito la professoressa di Filosofia politica Barbara Henrydella Scuola Superiore S. Anna e la dottoressa Annalisa Furia ricer-catrice in storia delle dottrine politiche dell’Università di Bolognanella Aula Magna Storica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.A moderare e presiedere l’incontro la professoressa Gaetana Mor-gante, docente di diritto penale, di casa nel prestigioso ateneo pi-sano.

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La percezione del fenomenomigratorio e le politichesull’immigrazionein Europa al centrodi un dibattitopromosso dal Serviziodiocesano «Culturae Università»ospitato nei giorniscorsi alla ScuolaSuperioreSant’Anna a Pisa

BLOCK NOTESCONFERENZE DEL MEICPISA - La biblioteca della Domus Mazzi-niana ospiterà - il prossimo mercoledì 12dicembre - dalle ore 17.30 alle ore 19.30 -una conferenza sul tema «Teocentrismomazziniano e l’Umanità». La conferenza,promossa dal Movimento ecclesiale di im-pegno culturale (Meic) di Pisa, sarà tenutada Pietro Finelli, direttore della DomusMazziniana. L’incontro - inserito nel programma dioce-sano di «Cultura e Università» - fa parte diun ciclo di appuntamenti dal titolo «Teo-centrismo e antropocene. Il ruolo del pen-siero mazziniano». Il ciclo di conferenze siera aperto lo scorso 14 novembre con unaconferenza del professor Fabio Caporali,presidente del Meic di Pisa, su «I caratteridell’Eco-teologia».

PADRE PUGLISI, MARTIRE A BRANCACCIOPONTEDERA - L’associazione culturale «IlCarrubo» organizza - per il prossimo ve-nerdì 14 dicembre alle ore 21.15 al «Cen-trum Sete Sòis Sete Luas» in via RinaldoPiaggio 82 a Pontedera - la presentazionedel libro «Padre Pino Puglisi. Un martire aBrancaccio» di Laura Panicucci. L’incontrosarà presentato da Chiara Tempestini, so-cia dell’associazione culturale «Il Carru-bo». Interverranno la professoressa LuciaStefanini e Fabrizio Tognoni, coordinatoreprovinciale di «Libera». Sarà presente l’au-trice.

MERCATINO IN SAN RANIERINOPISA - Nel periodo prenatalizio, la Com-pagnia di San Ranieri organizza un merca-tino di Natale di beneficenza per la Citta-della della Solidarietà di San Ranieri all’in-terno della cripta di San Pierino. Oggettiricamati a mano, articoli di bigiotteria e al-tri oggetti realizzati dalle consorelle del so-dalizio sono state offerte nello scorso weekend e lo saranno ancora dal 7 al 9 dicem-bre e dal 14 al 16 dicembre. Si tratta di unabella occasione per visitare la cripta di SanPierino, luogo sconosciuto alla maggio-ranza dei pisani, pensando ai più poveridel nostro territorio. La cripta è aperta nei fine settimana il ve-nerdì dalle 16 alle 19, il sabato dalle 10 al-le 19 e la domenica dalle ore 15 alle ore19.

CONFERENZA DI MALLEGNIPISA - Molte iniziative, a dicembre, nelcentro polivalente di San Zeno. La struttu-ra, recuperata dal Comune di Pisa grazie aifinanziamenti PIUSS e affidata in gestionedalla Società della salute della zona pisanaalla Uisp di Pisa, è sede di uno spazio ag-gregativo per anziani e di una ludoteca.Ma è anche punto di riferimento per le at-tività di numerose associazioni. Mercoledì5 dicembre si è tenuto l’incontro «Parlia-mo di San Ranieri» col professor FrancescoMallegni, antropologo di fama mondiale edocente emerito dell’ateneo di Pisa, all’in-terno del ciclo di incontri «Nella stanza deiricordi ho trovato...» curato dall’associa-zione «La Tartaruga» e dedicato al recuperodelle memorie storiche legate a luoghi, tra-dizioni e consuetudini della zona pisana.

CONCERTO CORO UNIVERSITÀPISA - La chiesa di Santa Maria del Carmi-ne - in Corso Italia a Pisa - ha ospitato, lasera di mercoledì 5 dicembre, il Coro del-l’Università di Pisa nel tradizionale con-certo di Natale. Il coro, diretto da StefanoBarandoni, ha proposto musiche di Men-delssohn e della tradizione natalizia. Han-no accompagnato il coro l’organista Clau-diano Pallottini, il pianista Luigi Traino el’Ensemble di fiati e percussioni dell’Or-chestra dell’Università di Pisa. Mezzoso-prano solista Sara Bacchelli.

Page 8: Angelus Una nuova sede per il centro di ascolto Caritas di Pontedera · di un mondo nuovo. È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra;

TOSCANA OGGI9 dicembre 2018VIII


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