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Anni20 e-30

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1919-1938 L’avvento dei REGIMI TOTALITARI Georg Grosz, L’agitatore (1930) Sfondo economico e sociale
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1919-1938

L’avvento dei REGIMI

TOTALITARI

Georg Grosz, L’agitatore (1930)

Sfondo economico e sociale

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno2

I principali REGIMI TOTALITARI che si affermano in Europa tra le due guerre mondiali furono:

Prima di affrontarli uno per uno, vediamo per linee generali il contesto economico

nel quale si svilupparono.

lo STALINISMOin Unione Sovietica

(1924-1953)

il REGIME FASCISTAin Italia

(1922-1945)il REGIME NAZISTAin Germania (1933-1945)

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno3

Il dopoguerra: la crisi economicaAlla fine della prima guerra mondiale, si erano determinate le seguenti condizioni:

• il centro economico del mondo si era spostato– non più l’Europa, ma gli Stati Uniti, detenevano il primato economico mondiale

– la politica estera statunitense si orientò verso l’isolazionismo, non assumendo quel ruolo-guida nelle relazioni internazionali che si sarebbe dovuto accompagnare alla fondazione della Società delle nazioni (alle cui riunioni non parteciparono mai)

• l’Europa era in piena crisi economica– la guerra aveva prosciugato tutte le ricchezze e le risorse

– per riconvertire l’industria di guerra in industria “di pace”, servivano investimenti di capitali che i paesi europei avevano difficoltà a reperire

– l’inflazione ( = svalutazione del potere d’acquisto della moneta) strozzava i consumi e aumentava vertiginosamente il costo del denaro e la povertà dei singoli cittadini

• i domini coloniali europei erano in rapido declino– i paesi che avevano conservato domini coloniali (Francia e Inghilterra) facevano fatica

a controllare le spinte antimperialiste e indipendentiste delle loro colonie• le colonie britanniche a prevalenza demografica bianca divennero “dominions” =

comunità autonome legate all’impero britannico da un vincolo di “fedeltà commerciale” (Canada, Australia, Nuova Zelanda e Unione sudafricana: paesi del Commonwealth, fondato nel 1926)

• l’Irlanda centro-meridionale fu riconosciuta indipendente nel 1922

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno4

Gli anni Venti: la ripresa• Alla crisi post-bellica fece seguito un periodo di grande sviluppo

dell’economia internazionale, che vide protagonisti sia gli USA (in testa) che i principali stati europei (con la Germania in coda)

• si avvia un ciclo economico positivo fondato su:– la produzione industriale di massa

– l’estensione del taylorismo (teoria del management esposta da Frederick Taylor nel 1911)

• analisi delle mansioni, creazione del prototipo di lavoratore ideale per quelle mansioni, selezione del lavoratore ideale -> catena di montaggio, altissima crescita della produttività del lavoro

– ampliamento dei consumi

– dilatazione dei commerci internazionali

• integrazione dei mercati e delle economie mondiali

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno5

The Roaring TwentiesSono i “ruggenti anni Venti”, nei quali negli

USA si diffonde la musica Jazz, si balla il

Charleston, la moda femminile si trasforma

(capelli corti a caschetto, gonne sempre più

corte: nascono le cosiddette “flappers”, o

“maschiette”, spregiudicate e disinvolte).

In generale, le classi agiate, anche in Europa, vivono di lusso e divertimenti.

L’attrice e showgirl americana Louise Brooks

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno6

Secondo alcuni dei suoi protagonisti,

questa vita fatta di “parties” e di spregiudicatezza morale celava, al suo interno, un grande vuotoesistenziale.L’ “età del Jazz” è stata descritta alla perfezione dallo scrittore e sceneggiatore statunitense Francis Scott Fitzgerald.

Flappers and Philosophers, New York, 1920

Tales of the Jazz Age, New York, 1920

The Beautiful and Damned, New York, 1922

The Great Gatsby, New York, 1925

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno7

Il proibizionismoGli anni Venti furono anche il periodo in cui, negli USA, era legalmente proibito produrre, importare, esportare e vendere bevande alcoliche.

In un periodo di crescente puritanesimo e di unasempre più vistosa presenza di disordini socialicausati dall'alcol, il Governo si vide costretto a ratificare, il 16 gennaio 1919, tramite il XVIII emendamento, la legge relativa al proibizionismo, che divenne effettiva l'anno seguente.

Col massimo dissenso della popolazione americana, che continuò a far uso di alcolici ritrovandosiin appositi bar clandestini (chiamati speak-easy), negli anni Venti il proibizionismo diede linfa vitaleal fenomeno del gangsterismo, che si dedicò al contrabbando di alcolici.

Il proibizionismo, che provocò più danni di quanti ne volesse sanare, fu abolito nel 1933.

Una flapper nasconde una bottiglietta d’alcol nello stivale

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno8

Gangster, mafia e cinema

I gangster sono criminali organizzati che svolgonoaffari che offrono un prodotto od un servizio più o meno richiesto, benché illegale (alcol, droga, gioco d’azzardo, prostituzione, ecc.)

Fra le maggiori organizzazioni criminali è la Mafia, chenegli USA si era diffusa già alla fine dell’Ottocento, e che era (ed è) prevalentemente composta da italo-americani.

Negli anni Venti, la Mafia lottò con le altre organizzazioni criminali irlandesi-americane perassicurarsi il monopolio nel traffico di alcolici:

tristemente famosa è rimasta la cosiddetta “strage diS. Valentino” del 14 febbraio 1929, quando la gang mafiosa di Al Capone sterminò a colpi di fucile, in un garage, la gang avversaria.

Nel corso degli anni, i mafiosi sono stati fattooggetto di una nutritissima bibliografia e filmografia.

Si va dai vecchi film hollywoodiani in bianco e nero al Il Padrino – I, II, e III - di Coppola,a Scarface e Gli intoccabili di De Palma e a Quei bravi ragazzi di Scorsese.

Paradossalmente, questa produzione artistica ha avuto l’effetto di favorire il processo diauto-identificazione ed integrazione culturale degli immigrati di origine italiana, che si sono potuti identificare in uno stereotipoforte e culturalmente riconosciuto.

Robert De Niro nel ruolo di Al Capone ne Gli Intoccabili, 1987

Al Capone nel 1931

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno9

La crisi degli anni TrentaIl 24 ottobre 1929, il crollo di Wall Street (la Borsa di New York), il cosiddetto giovedìnero, segna l’inizio della più famosa e nefasta delle crisi economiche globali che caratterizzano lo sviluppo economico (inevitabilmente ciclico) dei paesi capitalisti.

Come già era accaduto nella crisi precedente (la “Grande Depressione” del 1873-96), si verificò una sovrapproduzione di merci che i mercati non riuscivano più ad assorbire: calo delle vendite, licenziamenti, scarsezza di acquirenti delle azioni industriali diffusero – in un contesto di economia globale aperta – la crisi e la povertà a macchia d’olio, dall’epicentro (USA) fino alle più remote periferie coloniali.

Nel 1931, negli Usa, i disoccupati erano 8 milioni; nel 1932, erano 13 milioni. Molte famiglie contadine, colpite dal ribasso dei prezzi, furono costrette ad abbandonare le loro terre ed a vagare per tutto il paese in cerca di lavori saltuari.

La nuova Grande Depressione durò un decennio (1929-40) e trascinò con sé le economie europea e giapponese, trasformandosi rapidamente in un fattore di INSTABILITA’ POLITICA e contribuendo a spingere l’Occidente verso una nuova guerra generale.

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno10

“Hobos” (vagabondi senzatetto) a Chicago nei primi anni Trenta

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno11

Origini e meccanismo della crisi

crollodella Borsa

caduta degliinvestimentinelle aziende

contrazionedella

produzione

disoccupazione

cadutadella domanda

smania del “denaro facile”: si comprano azioni anticipando solo il 10% del loro valore (sistema del margin) e poi si rivendono subito, con la complicità di aziende e banche

il capitale delle aziende che risulta dalla quotazione raggiunta dai loro titoli in Borsa non corrisponde più al capitale reale (i titoli diventano “pezzi di carta”)

il mercato è saturo (tutti hanno frigorifero, lavatrice, radio e automobile), gli stipendi medi non aumentano, i consumi diminuiscono, i magazzini restano pieni di invenduto

il “gioco” viene scoperto, la notizia si diffonde

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno12

Dorothea Lange, “Migrant Mother” (1936)

Dorothea Lange (1895-1965), fotografa statunitense co-fondatrice dell’agenzia Magnum, realizzò un reportage completo del periodo della depressione, su commissione della Farm Security Administration. In particolare, documentò la situazione di immigrati, braccianti e operai.

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno13

Coda di disoccupati a New York

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno14

LA CRISI DILAGA IN EUROPALa crisi colpì tutta l’Europa (e il mondo), ma le conseguenze più gravi si ebbero:

• in INGHILTERRA: – la paralisi del commercio internazionale privò il paese della sua fonte tradizionale di

reddito– la sterlina subì una forte svalutazione – il Governo adottò misure protezionistiche per difendersi dalla concorrenza,

contribuendo così ad aggravare la crisi mondiale

• in GERMANIA: – già colpita da una devastante inflazione negli anni Venti (a seguito della “pace

punitiva” inflittale da Clemenceau e Alleati)– aveva appena cominciato a riprendersi grazie ai finanziamenti concessi dagli USA

(piano Dawes del 1924: l’intento era di aprire la strada ai capitali stranieri nella ricostruzione post-bellica del paese)

– fu precipitata dalla cessazione dell’afflusso di capitali americani (dopo il 1929) in una nuova, drammatica condizione di crisi

• sospensione dei lavori pubblici e dei piani di edilizia popolare• crollo dell’occupazione e di ogni fiducia nel partito di governo (i Socialdemocratici moderati)• drastica riduzione dei salari• crescita dei consensi al Partito nazionalsocialista fondato da Adolf Hitler

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno15

La SVALUTAZIONE è la perdita di valore di una moneta nei confronti di una o più altre monete, in regime di cambi fissi.

Dove vi è un cambio fisso, la base monetaria è data da una quantità fissata d'oro (gold standard). Il cambio tra monete dipende dal rapporto tra le quantità d'oro sottostanti a ciascuna moneta. Se per esempio un'unità della moneta A vale 0,1 grammi d'oro, e un'unità della moneta B vale 1 grammo d'oro, per acquistare un'unità di moneta B occorrono 10 unità di moneta A. Il valore della moneta B è quindi pari a 10 unità di moneta A. (Le monete che fanno da “pietra di paragone” sono quelle dei paesi maggiormente sviluppati e potenti dal punto di vista economico).

L’oro corrispondente alla quantità di moneta emessa da un paese è conservato nella sua banca centrale. In situazioni di grave deficit pubblico, o di notevole passivo della bilancia dei pagamenti (cioè, quando le entrate in valuta straniera per crediti e merci vendute ed esportate all'estero sono molto scarse, mentre le uscite, sempre in valuta straniera, per debiti e merci acquistate e importate dall'estero sono molto alte), il governo, in accordo con la banca centrale, svaluta la moneta, cioè ne ridefinisce il valore in modo più adeguato alla effettiva disponibilità d’oro del paese.

La svalutazione rende più costose le merci importate e di conseguenza può avere conseguenze sull'inflazione del paese che svaluta.

Il termine INFLAZIONE indica un incremento generalizzato e continuativo del livello dei prezzi nel tempo, che determina una perdita di potere d'acquisto della moneta: con la stessa quantità di denaro si può acquistare una minore quantità di beni e servizi.

Per esempio, 1 Lira italiana del 1861 (la Lira coniata al momento della proclamazione del Regno d'Italia) equivale ad oltre 6.000 lire del 1999 e ad oltre 3 Euro del 2006.

«Inflazione significa essere povero con tanti soldi in tasca.» (Ugo Tognazzi)

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno16

Germania, 1923:

bambini usano

come giocattoli

pacchi di

banconote prive

di ogni valore.

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno17

Germania, 1923:

Una donna usa

mazzi di banconote

per accendere

la stufa.

Page 18: Anni20 e-30

Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno18

Germania, 1930:

manifesto

elettorale del

Partito Nazional-

Socialista.

TRADUZIONE:

Madre o Compagna?

Uomo o Macchina?

Dio o Diavolo?

Sangue o Denaro?

Razza o Ibrido?

Canto popolare o Jazz?

Nazionalsocialismo o Bolscevismo?

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno19

Tre risposte alla crisi:

CRISI

del 1929

Stati Uniti

fascismoe nazismo

UnioneSovietica

New Dealdi Roosevelt

protezionismo

controllodella società

spese militari

pianificazionecentralizzata

interventisociali

regolamentazionedi banche

e corporations

collettivizzazionedelle campagne

industrializzazioneforzata

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno20

Il New Deal di Franklin Delano Roosevelt

Il New Deal (letteralmente, “nuovo corso”) fu il piano di interventi statali elaborato dal presidente Franklin Delano Roosevelt (un democratico, eletto nel 1932) per fare frontealla grande crisi iniziata nel 1929.

Il New Deal si fondava su due principi:

• rilancio della domanda interna– interventi sociali contro la disoccupazione– rialzo e difesa dei redditi– miglioramento delle condizioni di vita delle classi lavoratrici

(dunque, innalzamento della loro capacità di spesa)• controllo del sistema bancario e delle grandi corporations

(le compagnie industriali e finanziarie associate mediante trust, talmente ricche e potenti da condizionare la politica economica nazionale)

Veniva così fondato lo “stato sociale” (welfare state), che per la prima volta proteggeva i lavoratoricon un sistema di assicurazioni per la vecchiaia e di sussidi; inoltre venne anche effettuata unariforma tributaria improntata ad una maggiore equità.

L’intervento dello stato nell’economia rappresentò un mutamento molto significativo per una nazione che aveva sempre considerato come uno dei suoi principi costitutivi la totale libertà di mercato. F.D. Roosevelt fu rieletto a pieni voti nel 1936: una vittoria politica con un significato internazionale, ovvero il fatto che fosse possibile superare la crisi in modo democratico...

Roosevelt

Page 21: Anni20 e-30

Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno21

Una serie di lavori pubblici, indetti nel contesto del New Deal,

assorbirono tra i 2 e i 3 milioni di lavoratori disoccupati

F.D. Roosevelt per la messa a punto del suo piano si affidò ad un brain trust (letteralmente, "gruppo di fiducia di cervelli") che basò la propria strategia sulle teorie dell'economista britannico John Maynard Keynes, già autore delle Conseguenze economiche della pace (1919).

L'opera di Keynes e del suo gruppo, poi sintetizzata nel volume Teoria generale dell'Occupazione, dell'Interesse e della Moneta, penetrò sensibilmente nei reticolati della cultura economica liberale americana, dando luogo ad un lungo dibattito protrattosi negli anni.

L’economista britannico sosteneva l'incapacità del mercato di autoregolamentarsi: in una situazione di inflazione galoppante ed evidente recessione, l'intervento da parte dello stato nell'attività produttiva e nel processo economico diveniva determinante per risollevare le sorti del paese e ridistribuire verso il basso la ricchezza, evitando dunque la sproporzione evidente nel dato periodo.

Secondo alcuni economisti della cosiddetta “scuola austriaca”, tra i quali spicca Murray N. Rothbard, l'effetto del New Deal non fu miracoloso come da molti sostenuto, dato che già nel 1937 ci fu un'ulteriore depressione che fermò nuovamente l'economia statunitense, e che l'occupazione in quegli anni aumentò al massimo di un paio di milioni di lavoratori, lasciando senza lavoro (nel 1939) più di dieci milioni di americani.

La conclusione di Rothbard, quindi, è che l'occupazione americana non aumentò grazie al New Deal di Roosevelt, ma grazie alla Seconda guerra mondiale, che assorbì l'enorme sacca di disoccupati. (M. N. Rothbard, America's Great Depression, 1963).

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Prof. Carola Catenacci - STORIA 3° anno22

Le “risposte totalitarie” alla crisi

Sono quelle date:

• in Unione Sovietica, con lo stalinismo;• in Italia, col fascismo;• in Germania, col nazismo.

Nonostante le rispettive differenze, esse furono accomunate da:• un orientamento autarchico in economia

– creazione di un ecosistema economico nazionale autosufficiente, chiuso, indipendente dalle tendenze internazionali: protezionismo, nazionalizzazioni

– rafforzamento dell’industria “pesante” e bellica

• una politica interna incentrata sul culto della personalità di un “capo”– organizzazione verticistica del potere

– controllo sociale – repressione del dissenso

Dobbiamo, innanzitutto, vedere come nacquero i tre regimi in questione.


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