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Anno 2013, n°1 – Gennaiotecnologiainazione.altervista.org/alterpages/files/01_GENNAIO2013... ·...

Date post: 17-Feb-2019
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Diciamo No alla Diciamo No alla Diciamo No alla Diciamo No alla discriminazione!!! discriminazione!!! discriminazione!!! discriminazione!!! Pag.7 IL NOSTRO GIORNALINO Q Cronaca Locale LADRI DALLE SUORE RUBATI OLTRE 3.000 EURO: E’ SHOCK ALL’ISTITUTO MAESTRE PIE VENERINI Pag.2 La classe 3 a della Scuola Stella Maris visita il Resto del Carlino Giovani in Redazione La classe 3 della Scuola Secondaria, accompagnata dalle docenti Ragnetti Lucia e Ciacci Fabiana, dell’Istituto Maestre Pie Venerini di Fano, martedì 6 novembre hanno fatto visita alla re- dazione del Resto del Carlino a Pesaro. I ragazzi hanno esposto le loro doman- de su come lavorino il giornalista e la redazione, visto che hanno aderito ad un progetto che si chiama “giornalista in rete” diventando giornalisti “in er- ba”. E’ stata fatta loro anche una foto e consegnata una targa in argento che riproduce la prima stampa del giornale uscita il 21 marzo 1885, insieme ad una copia cartacea. Per i ragazzi è stata una bella esperienza in cui hanno ap- preso come diventare giornalisti. Gli alunni sono stati entusiasti dei preziosi consigli...e non vedono l’ora di metterli “su carta”. Matteo Matteo Matteo Matteo Anno 2013, n°1 – Gennaio Scuola Secondaria “Stella Maris” - Classe III Sport GINNASTICA ARTISTICA UNA PASSIONE CHE CONTINUA! Intervista all’istruttrice dell’Alma Juventus Pag.4 Storia... Storia... Storia... Storia... e consigli e consigli e consigli e consigli Pagg. 4-5 Viaggi nel mondo Viaggi nel mondo Viaggi nel mondo Viaggi nel mondo In viaggio sotto il sole del Marocco alla scoperta del- la città di Fes! città di Fes! città di Fes! città di Fes! Pag. 6
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Page 1: Anno 2013, n°1 – Gennaiotecnologiainazione.altervista.org/alterpages/files/01_GENNAIO2013... · preso come diventare giornalisti. Gli alunni sono stati entusiasti dei preziosi

Diciamo No alla Diciamo No alla Diciamo No alla Diciamo No alla

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Pag.7

IL NOSTRO GIORNALINO

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Cronaca Locale

LADRI DALLE SUORE RUBATI OLTRE

3.000 EURO:

E’ SHOCK

ALL’ISTITUTO

MAESTRE PIE

VENERINI

Pag.2

La classe 3a della Scuola Stella Maris visita il Resto del Carlino

G i o v a n i i n R e d a z i o n e

La classe 3 della Scuola Secondaria, accompagnata dalle docenti Ragnetti Lucia e Ciacci Fabiana, dell’Istituto Maestre Pie Venerini di Fano, martedì 6 novembre hanno fatto visita alla re-dazione del Resto del Carlino a Pesaro. I ragazzi hanno esposto le loro doman-de su come lavorino il giornalista e la redazione, visto che hanno aderito ad un progetto che si chiama “giornalista in rete” diventando giornalisti “in er-ba”. E’ stata fatta loro anche una foto

e consegnata una targa in argento che riproduce la prima stampa del giornale uscita il 21 marzo 1885, insieme ad una copia cartacea. Per i ragazzi è stata una bella esperienza in cui hanno ap-preso come diventare giornalisti. Gli alunni sono stati entusiasti dei preziosi consigli...e non vedono l’ora di metterli “su carta”.

MatteoMatteoMatteoMatteo

Anno 2013, n°1 – Gennaio Scuola Secondaria “Stella Maris” - Classe III

Sport GINNASTICA ARTISTICA

UNA PASSIONE CHE CONTINUA!

Intervista all’istruttrice dell’Alma Juventus

Pag.4

Storia... Storia... Storia... Storia...

e consiglie consiglie consiglie consigli

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Pagg. 4-5

Viaggi nel mondoViaggi nel mondoViaggi nel mondoViaggi nel mondo In viaggio sotto il sole

del Marocco alla scoperta del-la città di Fes!città di Fes!città di Fes!città di Fes!

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Giovedì 8 novembre, durante i colloqui , la scuola “Maestre Pie Venerini” di Fano ha subito un furto: «I malviventi hanno agito tra le 20 e le 21 e noi non ci siamo accorte di nulla» dice suor Lucia Filippi la superiora della scuola «Sono entrati dal cancello sul retro scavalcandolo e sono entrati nell’edificio dalla porta di emergenza; salite le scale sono saliti al

secondo piano e con un piede di porco hanno forzato 6 porte e sono entrati nelle nostre camere». La prima persona ad accorgersi del furto è stata Suor Lucia Antonini che, salita in camera dal refetto-rio (le suore avevano appena finito di cenare) ha visto la sua porta aperta: «mi chiamò alle 21:05 tramite un citofono interno dicendomi quasi scherzosamente

che forse c’era stato qualcuno, anche perché si continuava a chiedere perché la porta fosse aperta , essendo sicura di averla inchiavata». Non sappiamo ancora a quanto ammontino i danni, ma sono stati rubati molti oggetti d’oro, due asse-gni valenti uno 339 euro e l’altro oltre 200 e infine un borsello di Suor Lucia contente 2500 euro con i quali doveva pagare gli insegnanti. Le suore, dopo questo avvenimento, hanno anche preso delle precauzioni: «Abbiamo chiamato l’ingegnere che tutela la nostra casa e con un tecnico hanno deciso di mettere delle sbarre nelle porte principali con la serra-tura solo interna». La Suora conclude: «8 giorni prima, durante la notte di hallo-ween abbiamo trovato una faccia rita-

gliata sulla rete del cancello sul retro (dove sono passati i ladri) e secondo me era un segnale dei malviventi per infor-marci che ci stava per capitare qualcosa, le altre non mi hanno creduto ed è suc-cesso».

Stefano

LADRI DALLE SUORELADRI DALLE SUORELADRI DALLE SUORELADRI DALLE SUORE RUBATI OLTRE 3.000 EURO E’ SHOCK ALLE MAESTRE PIE VENERINI

Conosciamo la casa per anziani “Familia Nova” Intervista alla dott.ssa De Angelis

pagina 2 CRONACA LOCALE Gennaio 2013

La superiora dell’Istituto, Suor Lucia Filippi

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DOTTORESSA QUAL E´ STATO IL SUO CICLO DI STUDI? Mi sono diplomata al Liceo Linguistico di Fano e poi mi sono laureata al corso triennale in Servizi Sociali. Per diventare assistente sociale è anche necessario superare un esame di stato per l’iscrizio-ne all’albo degli assistenti sociali. Attualmente sto ancora studiando: sono iscritta ad un Master biennale in Media-zione Familiare. HA FATTO ALTRI LAVOI PRIMA DI LA-

VORARE PER QUESTO CEN- TRO? Tanti lavori! A 18 anni ho iniziato a lavo-rare prima in un negozio di generi ali-mentari, poi in un negozio di ottica. Ho lavorato tanti anni come cameriera e come barista in diversi ristoranti e locali fanesi. I primi lavori inerenti al mio titolo di studi sono stati in ambito di educazio-ne scolastica e domiciliare, per bambini e ragazzi, ho lavorato in tutti i gradi di scuole; asilo, disabilità o piccole difficol-tà scolastiche o familiari disabili, ma soprattutto con minori e famiglie pro-blematiche. Era un lavoro faticoso, ma molto gratifi-cante. COME E PERCHÉ È DIVENTATA DIRET-TRICE DI FAMILIA NOVA? Mi trovavo molto bene nel territorio di Carpegna e anche il lavoro mi piaceva molto, ma dista settanta km da casa mia (Calcinelli) e si trova in un territorio montano (per cui neve, gelo e strade poco praticabili). Stavo organizzando il mio matrimonio e

cercavo qualunque lavoro che potesse avvicinarmi a casa per stare di più con la mia famiglia, quando sul sito del Centro per l’Impiego di Fano ho visto un annun-cio per questo posto di lavoro. Inizial-mente non sapevo se mi sarebbe piaciu-to, ma lavorare a Fano era diventato “un sogno”. Ho inviato il curriculum e poi sono stata controllata dai dirigenti della Coop. Asscoop (che gestisce &'()*)' +,-') e sono stata sottoposta a tre colloqui pri-ma che mi proponessero il lavoro. DA QUANTO TEMPO È DIRETTRICE? Ho iniziato ad Aprile 2011 con un con-tratto part-time, in affiancamento alla vecchia direttrice (per avere tempo utile per imparare a conoscere il lavoro e le persone). Poi da Agosto 2011 il contrato si è tra-sformato a tempo pieno per sostituire completamente la vecchia direttrice. 5) QUALI SONO STATI ALL’INIZIO I RAPPORTI CON LE DIPENDENTI? E CON GLI OSPITI? I rapporti con le dipendenti sono stati

A sinistra la Dott. Debora De Angelis

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abbastanza facili, nel seno che probabil-mente da parte loro c’era la curiosità e la voglia di qualcosa di nuovo rispetto al vecchio metodo di gestione. Il fatto di essere giovane mi ha facilitato la vici-nanza con gli operatori, anche se qual-cuno ha probabilmente pensato di po-tersene approfittare! Non e stato facile farsi rispettare, ma tutto sommato cre-do di esserci riuscita, a volte con mezzi meno “simpatici”, come può essere un richiamo. Ho imparato, conoscendo meglio gli operatori, che con alcuni il migliore atteggiamento da usare è quel-lo della disponibilità, con altri la rigidità. E comunque cerco sempre di tirare fuori le risorse migliori da ciascuno. Con gli ospiti è andata subito bene: sono un po’ “ la nipotina” di tutti. Alla fine i nostri anziani hanno solo desiderio di attenzio-ne. Essere ascoltati, rispetto ai loro biso-gni e , perché no, coccolati. Con i fami-liari degli ospiti è stato più difficile. Ognuno ha il proprio stile di vita e le proprie necessità, che talvolta vengono rivendicati con modalità più o meno condivisibili. Per i familiari degli anziani purtroppo entra in gioco anche una par-te di “senso di colpa” rispetto alla sensa-zione di abbandono, per il proprio ca-ro ,che noi operatori non dobbiamo mai

dimenticare. E’ DIFFICILE ORGANIZZARE LA STRUTTURA? L’organizzazione della struttura è piut-tosto complessa. Come si fa? Non so dirtelo bene. Si fa un po’ alla volta, cer-cando di n0n farsi travolgere dall’ ansia di far tutto in fretta, cercando di aver sempre chiaro che ogni cosa che si fa deve raggiungere l’obiettivo primario che è il benessere degli anziani. Attual-mente siamo 3o operatori e 65 anziani. Io devo occuparmi dei turni degli opera-tori, degli acquisti (generi alimentari), dei rapporti con i medici e di procurare i farmaci, del rispetto dei regolamenti , del rapporto con i famigliari, dell’ orga-nizzazione delle attività di animazione , delle vigilanze sul lavoro… insomma non saprei dirti precisamente quante cose vengono fatte. Immagina la gestione di una casa: ci si preoccupa di far la spesa, pagare le bollette, ricordarsi gli impegni dei bambini, accompagnarceli, organiz-zare la giornata… Familia Nova è un grande casa in cui vivono 65 persone. Ed io cerco di fare un po’ il “regista” delle cose che occorrono, perché la vita della casa vada al meglio, coordinando il lavo-ro degli operatori. E’ SODDISFATTA DEL LAVORO

CHE SVOLGE? PERCHE? All’ inizio ci sono stati del momenti di crisi, ma ora posso dirmi soddisfatta. La gratificazione la trovo ogni giorno della fiducia che gli anziani mi dimostrano e anche la maggior parte dei famigliari. Con gli operatori c’è ancora da costruire, ma stiamo facendo belle cose e secon-do me è solo questione di tempo. Alcuni dimostrano fiducia e affetto. È il rappor-to con le persone che mi fa sentire di amare questo lavoro. IN CONCLUSIONE, UN PENSIERO DI LAVORO PER I PROSSIMI ANNI? Per i prossimi anni spero in un clima di maggiore collaborazione tra operatori, di maggiore entusiasmo e poi… chissà. Alcune cose van già bene così e forse è opportuno saperlo riconoscere . Se fra qualche anno mi rifarai queste domande forse saprò risponderti meglio. HA SENTITO UNA FRASE DAGLI OSPITI CHE L’ HA COLPITA MAG- GIORMENTE? Così su due piedi una frase vera e pro-pria non ce l’ho, forse sono gli sguardi quelli che mi toccano il cuore e che a volte valgono più di mille grazie.

Giulia

Gennaio 2013 CRONACA LOCALE pagina 3

Rubrica a cura di

Sasha

Lo scimpanzé comune è un mammifero facente parte dell'ordine dei primati e della famiglia degli ominidi o scimmie antropomorfe. Insieme al bonobo costituiscono le uniche specie viventi del genere. Allo stato naturale gli scimpanzé vivono solo in Africa centro-occidentale, nella zona

equatoriale, e il loro habitat tipico è la foresta tropicale. I maschi sono più grossi delle femmine, e quando si alzano sulle zampe posteriori raggiungono anche i 160 cm di altezza, mentre le seconde in genere non superano i 130. La colorazione del pelo è di solito molto scura e tendente al nero,

anche se si sono registrati casi eccezionali di scimpanzé albini. La specie, in base ai criteri della Lista rossa IUCN è considerata in pericolo di estinzione, il divieto La specie, in base ai criteri della Lista rossa IUCN è considerata in pericolo di estinzione, il divieto La specie, in base ai criteri della Lista rossa IUCN è considerata in pericolo di estinzione, il divieto La specie, in base ai criteri della Lista rossa IUCN è considerata in pericolo di estinzione, il divieto

assoluto di commercio tranne che per documentate esigenze di ricerca scientifica.assoluto di commercio tranne che per documentate esigenze di ricerca scientifica.assoluto di commercio tranne che per documentate esigenze di ricerca scientifica.assoluto di commercio tranne che per documentate esigenze di ricerca scientifica.

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Abbiamo intervistato la

Prof. Lucia Ragnetti,

nonché Preside dell’Istitu-

to Paritario “Maestre Pie

Venerini”.

Scopriremo qualcosa

in più sul suo per-

corso di s tudi e c i

darà qualche drit ta

per af f rontare l ’esa-

me di Terza media .

Dove ha frequentato le elementari, le medie e le superiori? Ho frequentato la scuola elementare a Bari, all’Istituto Paritario “Preziosissimo Sangue”. Poi mi sono trasferita a Barletta e ho passato i primi due anni delle medie lì, questa volta in un istituto statale. In seguito mi sono di nuovo trasferita per finire a Bari, dove oltre aver fatto la terza media, ho passa-to i miei anni al liceo Classico. Che attitudini ha scoperto di avere? Ho sempre provato grande interesse per le materie umanistiche, mi affascinava tutto ciò che aveva a che fare con la storia, il latino, la nostra lingua...Non che avessi problemi verso le materie scientifiche anzi andavo bene, ma le trovavo aride. Che rapporto aveva con gli insegnan-ti? I professori di ieri erano molto più di-staccati e freddi. Non si percepiva mol-ta umanità, insegnare era più un dovere che una passione. Ovvio, questo discor-so non vale per tutti, ma la maggior parte si comportava così. E’ per questo che mi ero ripromessa di non assumere questo atteggiamento, perché io amo insegnare. C’erano differenze tra il numero del-le materie rispetto a oggi? Sinceramente no. Non era molto diver-so, ma due differenze c’erano: non si studiava informatica, dato che i compu-ter non c’erano...al liceo poi l’inglese veniva insegnato solo nei primi due anni, perché non gli si dava grande pe-so. Mio padre ha però voluto che conti-nuassi a prende lezioni di inglese priva-tamente, poiché sosteneva che sapere le

lingue straniere sarebbe stato molto utile negli anni a venire. E non aveva torto! Quando ha scoperto la sua vocazione di insegnante? E’ una passione che coltivavo già dalle superiori. Che università ha frequentato? Ho iniziato la facoltà di lettere a Bari per poi finirla a Urbino, dove mi ero trasferita nuovamente con la mia fami-

glia. Allora però si facevano solo quat-tro anni. Dopo l’università, qual è stato il suo percorso lavorativo? Dopo l’università ho fatto varie sup-plenze al liceo scientifico e al profes-sionale. Poi ho iniziato a lavorare fisso qui alle Pie Venerini. Quando le è stato proposto l’incarico di preside, come ha reagito? Perché ha accettato?

pagina 4 LE INTERVISTE DEL MESE Gennaio 2013

SSSSTORIATORIATORIATORIA EEEE … C… C… C… CONSIGLIONSIGLIONSIGLIONSIGLI Interv ista a l l a Prof . Raghett iInterv ista a l l a Prof . Raghett iInterv ista a l l a Prof . Raghett iInterv ista a l l a Prof . Raghett i

Perché ha deciso di fare questo la-

voro? Perché era la mia passione ed ho trasformato la mia passione in la-

voro. Da piccola praticava questo sport? Si, ho fatto anche agonismo, ma per poco tempo perché non mi divertivo più come mi divertivo nei

corsi normali. Che percorso di studi ha affrontato? Ho frequentato l’Isti-tuto d’arte con specificazione in archi-tettura poi l’Università di scienze mo-

torie. Ci sono

altri percorsi

possibili? Aver fatto questo sport e poi dei corsi di forma-

zione Le piace stare insieme

ai ragazzi? Si, perché io impa-ro qualcosa da loro e loro im-parano qualco-sa da me e in-sieme ci divertiamo e giochiamo; poi stare insieme ai ragazzi mi fa sentire

più giovane. Che rapporto ha con loro? Bello, perché imparano e allo stesso tempo si divertono, e in base alla loro età differenzio anche il mio modo di essere con loro per esempio se hanno due, tre anni scherzo sempre e faccio loro dei giochini per allenarli, invece se sono un po’ più grandi scherzo sempre, ugualmente, ma in modo più giovanile

ma li faccio anche lavorare duramen-

te. Cosa l’appassiona di questo

sport? L’individualismo, cioè fai tutto da sola quindi se perdi sai che tu devi migliorare, ma se vinci sai che è merito tuo e quindi hai un orgoglio personale perché sai di essere stata brava e di

esserti impegnata. Da bambina vole-

va fare questo lavoro? Si, ho sempre chiesto alle mie istruttrici cosa dovevo

fare per svolgere questo lavoro. Si e m o z i o n a

quando dei

suoi allievi

vincono una

gara? Certo, però anche quando miglio-rano di giorno in giorno, anzi sono più felice perché nelle gare alcuni c o n c o r r e n t i imbrog l iano .

Che consiglio darebbe ad un ragaz-

zo che vorrebbe fare questo lavoro? Di seguire il proprio sogno e di studiare con tutta la sua passione per questo sport.

Il messaggio dunque è chiaro: ci

vuole molta passione e bisogna esse-

re bravi a relazionarsi con i ragazzi.

Chiara

UNA PASSIONE CHE CONTINUA !

Intervistiamo l’istruttrice di ginnastica artistica

Monia Vagnini, della palestra Alma Juventus Fano per conoscere

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IL MONDO DELLA SCUOLA

Qual è il colmo per un professore di matema-Qual è il colmo per un professore di matema-Qual è il colmo per un professore di matema-Qual è il colmo per un professore di matema-

tica?tica?tica?tica? Farsi troppi problemi nella vita! Qual è il colmo per un professore di italia-Qual è il colmo per un professore di italia-Qual è il colmo per un professore di italia-Qual è il colmo per un professore di italia-

no? no? no? no? Camminare saltando le virgole! Qual è il colmo per una Qual è il colmo per una Qual è il colmo per una Qual è il colmo per una

scuola? scuola? scuola? scuola? Essere scritta male dagli alunni!

I MESTIERI

Qual è il colmo per un elettricista? Qual è il colmo per un elettricista? Qual è il colmo per un elettricista? Qual è il colmo per un elettricista?

Sentirsi isolato! Qual è il colmo per un fotografo? Qual è il colmo per un fotografo? Qual è il colmo per un fotografo? Qual è il colmo per un fotografo?

Mettere a fuoco un ghiacciaio! Qual è il colmo per due piloti?Qual è il colmo per due piloti?Qual è il colmo per due piloti?Qual è il colmo per due piloti?

Capirsi al volo! Qual è il colmo per un fantino? Qual è il colmo per un fantino? Qual è il colmo per un fantino? Qual è il colmo per un fantino?

Avere una febbre da cavallo!

Gennaio 2013 LE INTERVISTE DEL MESE pagina 5

Ora intervisteremo la Prof. Barbara Seppia per capire meglio le caratteri-stiche del suo mestiere.

S i g n o ra B a r b a ra S i g n o ra B a r b a ra S i g n o ra B a r b a ra S i g n o ra B a r b a ra S e p p i a l e i c h e S e p p i a l e i c h e S e p p i a l e i c h e S e p p i a l e i c h e lavoro svolge?lavoro svolge?lavoro svolge?lavoro svolge? Faccio l’insegnante di tecnologia ed informatica, ma sono anche Architetto. Quale scuola ha frequentato?Quale scuola ha frequentato?Quale scuola ha frequentato?Quale scuola ha frequentato? Alle superiori l’Istituto Tecnico per Geometri e poi ho frequentato l’Università diArchitettura specialistica in Ingegneria, a Cesena, . Perché ha scelto questa scuola?Perché ha scelto questa scuola?Perché ha scelto questa scuola?Perché ha scelto questa scuola? Perché mi piacciono la progettazione, il disegno (tecnico ed artistico) e le attività laboratoriali pratiche. Lei ha detto che è Lei ha detto che è Lei ha detto che è Lei ha detto che è insegnante ed architetto,insegnante ed architetto,insegnante ed architetto,insegnante ed architetto, ma qual è il sogno che aveva da bambina, dima qual è il sogno che aveva da bambina, dima qual è il sogno che aveva da bambina, dima qual è il sogno che aveva da bambina, diventare architetto o insegnante?ventare architetto o insegnante?ventare architetto o insegnante?ventare architetto o insegnante? Fin da piccola volevo fare l’architetto, quando poi, mi hanno proposto di insegnare ho accettato subito e questa esperienza mi è piaciuta molto; già dalle scuole superiori mi piaceva studiare con i miei compagni aiutandoli a comprendere alcune materie più ostiche. Ora le piace di più fare l’architetto o Ora le piace di più fare l’architetto o Ora le piace di più fare l’architetto o Ora le piace di più fare l’architetto o l’insegnante?l’insegnante?l’insegnante?l’insegnante? Ora preferisco insegnare perché lavorare con i ragazzi è molto stimolante e gratificante, ci si mette sempre in gioco in prima persona. Preferisce lavorare alle scuole medie o Preferisce lavorare alle scuole medie o Preferisce lavorare alle scuole medie o Preferisce lavorare alle scuole medie o alle scuole superiori?alle scuole superiori?alle scuole superiori?alle scuole superiori? Alle scuole medie perché si istaurano più rapporti tra insegnante e alunni. è difficile spiegare alle classiè difficile spiegare alle classiè difficile spiegare alle classiè difficile spiegare alle classi? Dipende da quanto la classe collabori e quanto essa sia curiosa. è difficile fare l’insegnante?è difficile fare l’insegnante?è difficile fare l’insegnante?è difficile fare l’insegnante? Abbastanza, soprattutto nella scuola media, perché i docenti non devono solo spiegare un argomento, ma far emergere la parte migliore di ogni singolo ragazzo, incuriosendolo, stimolandolo, gratificandolo eaffrontando anche problemi di carattere più personale e relazionale. Considero inoltre fondamentale per la crescita dell’alunno, un buon rapporto

scuola−famiglia, ma costruirlo non è sempre facile. Si guadagna di più da architetto o da Si guadagna di più da architetto o da Si guadagna di più da architetto o da Si guadagna di più da architetto o da professore?professore?professore?professore? Si guadagna di più facendo l’architetto, ma io preferisco fare un lavoro che paga meno, ma più stimolante dal punto di vista umano. C’è qualche caratteristica in comune tra C’è qualche caratteristica in comune tra C’è qualche caratteristica in comune tra C’è qualche caratteristica in comune tra l’insegnante e l’architetto?l’insegnante e l’architetto?l’insegnante e l’architetto?l’insegnante e l’architetto? tantissimi, ad esempio in entrambi per produrre un buon "risultato" serve lavorare bene in "squadra"; occorre rinnoversi ed essere sempre aggiornati, pronti a progettare ma anche a rimettere tutto in gioco al variare delle dinamiche.. la "curiosità" intesa a 360° deve essere una parola chiave per entrambi i mestieri. In questo periodo di crisi, l’architetto In questo periodo di crisi, l’architetto In questo periodo di crisi, l’architetto In questo periodo di crisi, l’architetto trova facilmente clienti?trova facilmente clienti?trova facilmente clienti?trova facilmente clienti? No, perché l’edilizia è in crisi essendo strettamente legata a fattori dell’economia. Lei ha del tempo libero per dedicarsi al Lei ha del tempo libero per dedicarsi al Lei ha del tempo libero per dedicarsi al Lei ha del tempo libero per dedicarsi al lavoro dell’architetto?lavoro dell’architetto?lavoro dell’architetto?lavoro dell’architetto? Si, ma preferisco dedicarmi alla mia famiglia in quanto mamma e moglie. Se dovesse dare un consiglio ad un suo Se dovesse dare un consiglio ad un suo Se dovesse dare un consiglio ad un suo Se dovesse dare un consiglio ad un suo alunno che vorrebbe intraprendere la alunno che vorrebbe intraprendere la alunno che vorrebbe intraprendere la alunno che vorrebbe intraprendere la carriera di architetto cosa gli direbbe?carriera di architetto cosa gli direbbe?carriera di architetto cosa gli direbbe?carriera di architetto cosa gli direbbe? lo incoraggerei sicuramento se lo vedo apPassionato e curioso. Gli direi che ci sarà molto da impegnarsi ma che nonostante la fatica dovrà stringere i denti e non mollare mai.

La professoressa ha spiegato molto dettagliata-mente le differenze e le analogie tra i suoi due mestieri mettendone in evidenza le caratteristiche positive e negative di entrambi.

Maria Laura

ARCHITETTO O INSEGNANTE? Intervista all’Arch. Seppia

Quando la Madre Generale di Roma mi ha proposto di diventa-re la preside di questo istituto, ero molto felice, perché è un ambiente sereno in cui riuscivo a lavorare bene. Quindi ho accet-tato di buon grado. Lei come ha affrontato l’esame di terza media? L’ho affrontato in modo sereno. Si, c’era un po’ l’emozione, però ero tranquilla perché le cose le sapevo. L’esame di terza media era più facile o difficile rispetto a quel-lo di oggi? Credo più facile, anche perché c’erano meno materie da esami-nare. Cosa consiglierebbe agli stu-denti per affrontare l’esame di terza media? Dovete star sereni. Se avete stu-diato, le cose le sapete. I profes-sori non vi chiederanno niente di più di quello che sapete. Però bisogna aver sviluppato anche una certa capacità riflessiva e critica. E per quanto riguarda le prove INVALSI ? Beh, diciamo che le prova inval-si sono un grande punto interro-gativo. Non sai mai che cosa aspettarti, dato che sono prove uguali per tutti a livello naziona-le. L’unico consiglio che posso dare è quello di gestire bene il tempo, cosa che ripeto agli stu-denti anche in occasioni come normali prove di verifiche. Quale consiglio darebbe ad un ragazzo o ad una ragazza che deve scegliere la scuola supe-riore? Su che cosa si dovrebbe basare la scelta dello studente? Beh, innanzitutto bisogna capire se la persona in questione prefe-risce il “saper fare” al sapere. Il liceo è molto impegnativo, biso-gna avere molta voglia di studia-re, essere curiosi, voler aumenta-re il proprio bagaglio culturale. Quindi dopo aver superato que-sto primo passo, bisogna vedere le proprie attitudini.

Serena

a cura di Luca ed Enrico

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Fes è una delle più grandi e più belle città arabe. Situata nel centro nord del Marocco, questa metropoli ospita oltre 2 milioni di abitanti . Fes deve il suo nome ai picconi che molti uomi-ni comprarono per contribuire alla costruzione della città (i picconi in arabo si chiamano fehs),al contrario di molta gente che crede che il nome derivi dal nome del vicino fiume Fas. Questa città è famosa per la sua medina (città vecchia) dove si trovano le vecchie abitazioni, le bot-teghe degli artigiani e dei vari artisti. A Medina puoi rimanere estasiato dai colori che saltano all’occhio per la loro vivacità e dagli odori delle varie spezie. Fes è la capitale culturale del Marocco, è ricca di moschee con

relativi minareti, solo a Medina 114, la p i ù f amos a è l a mos ch ea Al-Qarawiyyin fondata da Fatima nell’857; questo luogo di culto è la sede della più antica università cora-n i c a d e l m o n d o a r a b o . Fes ospita una varia popolazione: si parte dal povero che ha poco più di un pezzo di pane, al più ricco con l’auto di lusso. Gli abitanti a Medina vivono di artigianato mentre nella città nuova ci sono molte aziende moderne. Fes è famosissima anche per la lavorazione delle pelli e per la tintoria effettuata con solo colori naturali. Il turista non può evitare di visitare queste stupende tintorie!

Fes è una città affascinante e piena di storia e cultura.

Ayman

FES : TRA PASSATO E PRESENTEFES : TRA PASSATO E PRESENTEFES : TRA PASSATO E PRESENTEFES : TRA PASSATO E PRESENTE

Qui sopra conciatori di Fes. Nella veduta in alto Porta della Medina, a sinistra le mura e qui di seguito immagine del Palazzo Reale con la porta d’accesso interamente in oro.

pagina 6 CULTURA Gennaio 2013

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Stai aspettando un tuo amico nel parco, sei stanco, ma sulla panchina c’è un uo-mo di colore e quindi non ti siedi; appena se ne va invece lo fai. E tu non saresti razzista? Noi pen-siamo di non esser-lo, ma nella vita di ogni giorno, anche senza accorgercene, ci comportiamo da veri e propri razzisti: non con grandi azio-ni come ad esempio fece Hitler, ma trami-te piccoli gesti, che però hanno un grande significato, soprattutto per chi è la causa di questi atteggiamenti. Il razzismo è una tra le tante forme di discriminazione esistenti, come ad esempio l’omofobia, il sessismo e la xenofobia. “La xenofobia (dal greco ξενοφοβία, xenophobia, ossia "paura del diverso"; composto da ξένος, xe-nos, "estraneo, insolito" e φόβος, phobos, "paura") è la paura di ciò che è distinto per natura, razza o specie. A volte questo atteggiamento non si ferma alla sem-plice paura, ma sfocia in una vera e propria intolle-ranza e discriminazione nei confronti dell'oggetto della propria paura” spiega l’enciclopedia on-line Wikipedia, infatti “il diverso fa paura soprattutto per-ché mette in discussione la nostra identità,” è scritto sul sito arci.it “e la paura finisce per generare odio, incitando alla discriminazione e alla alla violenza.” Viviamo in un mondo sviluppato in tutti i campi, ma anche questo nostro mondo perfetto e super avan-zato ha qualche difetto, tra cui le discriminazioni presenti tra diverse popolazioni (razzismo, speci-smo…) o, addirittura, all’interno di esse (omofobia, sessismo…). Ma come possiamo individuare una discriminazione? Ce lo spiega Wikipedia: “Due ca-ratteristiche principali necessarie a definire discrimi-nazione un atteggiamento nei confronti di un indivi-duo o un gruppo di individui sono: un trattamento particolare, diverso rispetto agli altri individui o grup-pi di individui e un'assenza di giustificazione per questo differente trattamento.” Oltre al razzismo che ,come afferma Ph. Essed, “più che struttura e ideologia è un processo che si crea e si riproduce nella routine degli atti della vita quotidiana”, un’ altra forma di discriminazione è l’omofobia. Questa “è la paura e l'avversione irrazionale nei confronti

dell'omosessualità e di persone gay, lesbiche, bi-sessuali e transessuali (LGBT), basata sul pregiudi-zio.” afferma ancora Wikipedia. Secondo alcune in-chieste svoltesi in molti paesi del mondo riguardo al consenso delle persone all’omosessualità, il nostro paese si trova in una delle fasce con la percentuale di persone contro l’omofobia abbastanza alta (tra il 61-70%), infatti in Italia la non discriminazione è re-golata dall’articolo 3 della Costituzione che cita così: “ tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali “. Un’altra forma di discriminazione oggi molto diffusa in tanti paesi è il sessismo, più precisamente la misoginia, cioè l’odio per le donne, giustificato dalla convinzione che i due sessi abbiano predisposizione naturale per diverse attività. Sul termine sessismo Wikipedia afferma che “venne coniato dalle femministe statunitensi verso la fine degli anni Sessanta in opposizione al termine misoginia. Laddove infatti il termine misoginia rinvia a motivazioni psicologiche, il termine sessismo (coniato sulla falsariga di razzismo), vuole sottoli-neare il carattere sociale e politico di questo siste-ma: degli argomenti di tipo biologico (il sesso per le donne, il colore della pelle per i "non-bianchi"), sono stati storicamente usati per giustificare sistemi di discriminazione, subordinazione e devalorizzazione”. Esistono ancora molte altre forme di discriminazione verso gli atri, ma non serve elencarli tutti, sere capi-re che abbiamo tutti gli stessi diritti, indipendente-mente da alcune nostre caratteristiche fisiche o mo-rali, quindi perché rimanere ad aspettare in piedi se sulla panchina c’è posto?

Diletta

SULLA PANCHINA C’È POSTO Discriminazione ogni giorno, ma non ce ne accorgiam o

Gennaio 2013 CULTURA pagina 7

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La classe terza media sta partecipando ad un progetto denominato “Il Quotidiano in classe”, istituito da tre

grandi redazioni italiane: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e Il Quotidiano.net. Attraverso tre diversi

temi settimanali, gli studenti delle superiori e noi (unica scuola secondaria di I grado) sono chiamati ad espri-

mere le loro idee a riguardo attraverso articoli, foto, vignette o video. Noi infatti siamo un’eccezione poiché

abbiamo avuto l’opportunità di partecipare nonostante la nostra “giovane” età! Le inchieste si possono vota-

re e commentare, cosa molto utile perché ci aiuta ad avere una visione più consapevole del mondo che ci

circonda e che ci fa accumulare punti preziosi che potrebbero condurre anche ad una vittoria; inoltre i premi

in palio sono molto allettanti (viaggio a New York, un iPad al mese e abbonamenti ai quotidiani).

pagina 8 QUOTIDIANO IN RETE Gennaio 2013

Accendi il computer, ti colleghi a internet ed ecco

fatto. Questo è quello che fa il 75% dei ragazzi fra i 6 e i 17 anni. Mille e mille facce attaccate a uno schermo, c’è chi chat-ta, chi si fotografa sul web, chi scrive stati su Twitter o Fa-cebook, chi ascolta musica…è ormai ovvio il fatto che il pc lo si usi più per svago che per doveri, quali ricerche scolastiche per esempio. Già una decina di anni fa i bambini giocavano ancora nei cortili dei palazzi, nei parchi con gli amici o duran-te l’intervallo a scuola, svolgendo giochi come nascondino, calcetto, lupo mangia frutta, campana e altri di fantasia mentre ora il 50% dei bambini con età inferiore ai 10 anni possiede un cellulare. Banale dire che i tempi sono cambiati, ma quali conseguenze hanno portato? Ormai internet ha investito le nostre abitudini, il nostro modo di ragionare ecc. a tal punto che, alcune persone, ne sono dipendenti e “in Italia l’80% di loro sono adolescenti”, secondo l’hardware.blog. Gli effetti sulla salute sono evidenti: le ore al computer sostituiscono quelle che po-trebbero essere dedicate ad una passeggiata o ad un’uscita con gli amici, impigrendo i muscoli e comportando obesità, se questa malsana abitudine persiste. Le relazioni sociali cambia-no: si passa dal chattare solo con i tuoi amici, al parlare con persone estranee che non conosci. Ovvio, non è detto che tutte le persone che non si conoscono siano dei maniaci criminali pedofili e altro, ma ciò c’impone a farci certe domande: perché non pensare a costruirsi una nuova amicizia reale piuttosto che una virtuale? Inoltre, gli studi dell’università svedese di Gote-

borg hanno dichiarato che un uso eccessivo delle tecnologie è causa di disturbi mentali, come per esempio stress, problemi col sonno e altri sintomi depressivi. Si può costatare che gli adolescenti di oggi sono più turbati interiormente, magari anche tristi. Oltre alle varie complica-zioni che si hanno nella vita di tutti i giorni, internet (e in par-ticolare i social network) ha fatto la sua parte. Dietro ad uno schermo si sentono dei leoni, perché protetti. E’ più facile of-fendere in una conversazione su Facebook che di persona. Ebbene, ci sono persone che abusano del potere informatico per danneggiare psicologicamente altre persone: questo feno-meno si chiama cyberbullismo. Accade quando le persone attaccano da sole o insieme un altro gruppo o individuo singo-lo. Un motivo in più per essere inquieti, considerando che solo nel 2008, secondo una ricerca italiana, hanno constatato che il 14% dei ragazzini delle scuole medie sono state vittime di questo nuovo tipo di bullismo, mentre la percentuale sale al

16% per i ragazzi delle scuole superiori, su un totale di 1047 studenti. Coloro che hanno montato il primo computer pensavano ad un’innovazione, non di certo ad un mezzo che rendesse le persone schiave di esso. Perché usarlo non è un crimine, ma ormai una necessità. E come per tutte le cose, ci vuole mo-derazione e consapevolezza.

SerenaElisa

Grandi e piccoli, uomini e donne… tutti hanno bisogno di svago ogni tanto, tra un’attività e l’altra. Soprattutto in questa nostra civiltà dei “frettolosi”, dove nessuno ha mai tempo, divertirsi è molto importante. Questo verbo non verrà mai cancella-to dal dizionario italiano, perché è essenziale per vivere: divertirsi fa bene, libera la mente e distoglie dai problemi e dalle preoccupazioni di ogni giorno. Anche tra milioni di anni (se non ci estingueremo prima) ci si divertirà: cambierà il modo, certo, ma il divertimento non man-cherà mai! Col tempo i giochi si sono “evoluti” e siamo

Avanza la tecnologia… Avanza la tecnologia… Avanza la tecnologia… Avanza la tecnologia… l’importante è la compagnia!!!

l’importante è la compagnia!!!l’importante è la compagnia!!!l’importante è la compagnia!!!

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Gennaio 2013 QUOTIDIANO IN RETE pagina 9

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Chiara

passati dai sassolini nelle buche del terreno, alla bambola e al pallone di pezza, poi al trenino elettrico, fino ad arrivare ai videogiochi e ai giocattoli ultratecnologici di oggi. Poi per i più grandi, gli adolescenti come noi, c’è internet, con mi-lioni di siti e social net-work, dove ogni ragazzo e ragazza della Terra vive la sua vita parallela: social net-work, giochi online, siti… Tempo fa i ragazzi si diver-tivano con un pallone o una gita in bicicletta in campa-gna…divertimenti semplici! Ora è cambiato molto: console supertecnologiche e com-plesse, videogiochi completamente creati e programmati al computer… e poi la rete, un complicatissimo sistema di collegamenti invisibili che raggiunge ogni angolo del mondo e che ci permette di comunicare con i nostri amici sparsi in ogni continente. Ma non è vero che noi ragazzi di oggi siamo difficili da accontentare, perché anche se la tecnologia avanza, noi amiamo sempre uscire insieme, giocare all’aperto o fare un giro in bici, perché la cosa più importante del divertimento non è la tecnologia, ma la compagnia: cosi è sempre stato, lo è oggi e lo sarà per sempre (anche quando avremo mini razzi giocattolo tele-comandati in grado di raggiungere la luna e quando po-tremo entrare nei computer, dentro i videogiochi).

Diletta

RISCOPRIAMO IL DIVERTIMENTO!RISCOPRIAMO IL DIVERTIMENTO!RISCOPRIAMO IL DIVERTIMENTO!RISCOPRIAMO IL DIVERTIMENTO!

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Quante cose inu-

li abbiamo nella nostra vita? Cose di cui possiamo fare

a meno, come l’ul mo modello del cellulare, oppure l’i-

Pad …insomma, la nuova generazione offre molte cose

superflue. Le dipendenze ormai colpiscono un adolescen-

te su tre ed è un dato preoccupante perché vuol dire che

i giovani di oggi non sono liberi. Le dipendenze sono tan-

te e anche gravi, come la droga, il fumo e l’alcool. Ma

nell’era del 2000 si fa sempre più strada la dipendenza

dalle tecnologie. S amo parlando i computer, cellulari,

social network, televisione

ecc. Queste non sono cose

indispensabili, ed è anche

un po’ triste che tu,o ciò ci

renda schiavi. Ormai non

abbiamo più una nostra

volontà. Il nostro umore è

condizionato dall’energia

della ba,eria del telefoni-

no, se abbiamo ricevuto o

meno dei “mi piace” alle foto…Penso che tu,o questo si

possa ro,amare: preferire una passeggiata all’aria aperta

al posto di stare incolla al pc, usare un’enciclopedia car-

tacea al posto di Wikipedia, uscire con gli amici invece di

cha,are sui social-network ecc. Ma fino ad ora abbiamo

parlato di cose materiali, e se fossero proprio le persone

a dover essere eliminate? Spesso ci capita di incontrare

persone “false”, che si comportano da amici ma in verità

vogliono solo sfru,arci dietro le spalle; persone che ci

feriscono con ges e parole…ecco, tu,e queste persone

si possono ro,amare, perché le cose e le persone spesso

non fanno altro che danneggiarci o cambiarci, togliendoci

l nostra iden tà. Noi non abbiamo bisogno di ciò, ma solo

di circondarci di cose che sono realmente necessarie:

persone che ci vogliono bene e ogge9 o sostanze u li.

Perciò siate veramente liberi e ro,amate ciò di cui non

avete bisogno.

SerenaElisa

pagina 10 QUOTIDIANO IN RETE Gennaio 2013

VUOI ESSERE LIBERO

? ROTTAMA!

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SerenaElisa

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Discutere è uno dei modi più belli per esprimere le proprie idee senza, alza-re la voce cercando di prevalere. Di-scutere è anche un modo per dialoga-re tra due persone ed ascoltarsi a vi-cenda senza che l’altro voglia aver ragione. Ma adesso rispondiamo alla domanda che c’eravamo posti all’ini-zio: sappiamo ancora discutere? Per me no, perché ormai siamo entrati in un mondo così informatico ed astratto che non ci fermiamo più a parlare e quelle poche volte che lo facciamo gridiamo. Quindi discutere sarà sem-pre un modo di dialogo sempre più raro da vedere tra persone. Una dei rimedi per far venir voglia di discute-re sarebbe trovare argomenti che pos-sano piacere a quella persona. Non è nemmeno la prima volta che vediamo i partiti, lo stato, i parlamentari e le società, discutere. Tutti dovremmo discutere senza alzare la voce, ma stando tranquilli, sapendo che nessu-no ci giudicherà per come parliamo e per ciò che diciamo. La discussione dovrebbe possedere questo fine: ma-turare i nostri pensieri, i nostri com-portamenti, il nostro “Io”.

Luca

La classe terza ha realizzato un simpatico fumetto per sensibilizzare tutti noi al problema

dello smaltimento dei rifiuti. Questo elaborato ha partecipato anche al concorso

Usa&Progetta inserito nell’iniziativa ECO City-EXPO.

Gennaio 2013 QUOTIDIANO IN RETE pagina 11

DiscutereDiscutereDiscutereDiscutere o GRIDARE?

Il FUMETTO ECOIl FUMETTO ECOIl FUMETTO ECOIl FUMETTO ECO----LOGICOLOGICOLOGICOLOGICO

Questo mese il nostro chef, su consiglio della nonna, ci invita a preparare un’ottima marmellata di albicocche da preparare in casa. Se la conservate al buio durerà per molti mesi.!!!

INGREDIENTI:

1 Kg di albicocche

snocciolate

700 g di zucchero

(per chi invece prefe-risce una marmellata

non eccessivamente

dolce consiglio 500g

di zucchero)

PREPARAZIONE

♦Lavate le albicocche e dividetele a metà.

Togliete il nocciolo. Non sbucciatele e non

tagliatele a pezzetti altrimenti la marmellata

diventerebbe troppo liquida.

♦ Pesatele (1 kg) e versatele in una casse-

ruola di acciaio inox e fate cuocere a fuoco

bassissimo, non appena le albicocche rila-

sciano l’acqua versate lo zucchero. Continua-

te a girare con un mestolo di legno e togliere

via la schiuma quando necessario. La mar-

mellata è pronta dopo circa 45 minuti. Per

controllare il punto di cottura, versate una

goccia di confettura su un piattino freddo.

♦Lasciate intiepidire e versate in vasetti.

♦Successivamente avvolgete i barattoli in teli

puliti e poneteli in una grande pentola. Versa-

te acqua fredda e fate bollire, per 10 minuti.

Nel caso in cui l’acqua si fosse consumata,

aggiungetene dell’altra bollente. Fate sempre

in modo che i vasetti siano ricoperti d’acqua.

♦Fate raffreddare i vasetti nell’acqua e…

BUONA MERENDA!!!BUONA MERENDA!!!BUONA MERENDA!!!BUONA MERENDA!!!

LA MARMELLATA DELLA N

ONNALA MARMELL

ATA DELLA NONNA

LA MARMELLATA DELLA N

ONNALA MARMELL

ATA DELLA NONNA

Continua nel prossimo numero...

Page 12: Anno 2013, n°1 – Gennaiotecnologiainazione.altervista.org/alterpages/files/01_GENNAIO2013... · preso come diventare giornalisti. Gli alunni sono stati entusiasti dei preziosi

pagina 12 GIOCHI Gennaio 2013

Trova le sei differenze...Trova le sei differenze...Trova le sei differenze...Trova le sei differenze...

...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? ...un libro di matematica? Avere troppi problemi!!!

...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? ...una rosa? Avere tante spine ma non trovare la presa!!!

Soluzioni degli indovinelli: 1-La camicia; 2-il for-giugno; 3-La neve; 4-la valigia

si porta ma la porta non si valigia.; 5-Il pettine

Soluzioni dei REBUS: La bARCA NAVIga; Le REnNE VEloci

b ga

Re bus

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5-Cos’è che ha i denti ma non morde?

4-Che differenza

c’è tra una po�a

e una valigia?

2222----Lo sai cosa vien

e Lo sai cos

a viene Lo sai cos

a viene Lo sai cosa viene

dopo il formaggio?

dopo il formaggio?

dopo il formaggio?

dopo il formaggio?

1-Cos’è che ha il collo ma non ha la testa e ha le

braccia ma non ha le mani?

3-Più scende p

iù sale:

che cos’è?


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