La primavera è il risveglio della natura, escono i primi fiorellini, le
prime foglie, le gemme, l’uomo inizia a potare le
piante e a preparare il terreno per la semina.
In questo periodo oltre ai cambiamenti dovuti alla natura ci sono
cambiamenti particolari come l’ora legale.
La primavera è l’anticamera dell’estate, infatti in
questo periodo il tempo viene definito pazzerello.
Per questa stagione esistono tanti detti popolari, il più conosciuto è
“Aprile dolce dormire”.
Nei prati sbocciano le prime margherite, si possono
fare le prime scampagnate e i primi pic-nic all’aperto.
La temperatura inizia ad alzarsi e si abbandonano gli
abiti più pesanti, mentre nel cielo si vedono le prime
rondini e gli uccellini cinguettano sugli alberi.
E - MAIL [email protected]
www.casafamigliagerico.it
ANNO 3 Numero 5
Gli animali e la primavera
La primavera per gli animali significa:
Fine del letargo
Migrazione
Fine del letargo Da novembre in poi se si va in montagna, si nota che c’è un gran silenzio nel bosco.
E nei prati non c’è la solita animazione: niente insetti, niente scoiattoli, assenza di
rumori. Questo perché da un lato abbiamo il fenomeno delle migrazioni: alcune specie di
uccelli si radunano in stormi e si dirigono verso i paesi più caldi, dove riusciranno più
facilmente a trovare cibo.
Il letargo è comportamento caratteristico di alcuni mammiferi e rettili che durante la
stagione fredda riducono le proprie funzioni vitali e rimangono in stato di dormiveglia;
durante questo periodo si ricoverano generalmente in una tana e si nutrono delle riserve
di grasso immagazzinate durante i mesi estivi e autunnali .
Nel periodo di letargo la loro temperatura corporea si abbassa notevolmente come pure
diminuiscono i battiti del cuore e il respiro.
Il periodo di letargo varia in relazione alla temperatura, più lungo è l’inverno e più dura
il letargo.
Vediamo ora il letargo di alcuni animali:
L’orso L’orso entra in letargo dopo aver accumulato una riserva di grasso
equivalente a un terzo del suo peso corporeo.
Il letargo dell’orso bruno può essere definito un
evento fuori dal comune.
Gli orsi non mangiano nè bevono per mesi. Quando lascia la
sua tana in primavera, la fame ancora non si manifesta,
inoltre in questo periodo dell’anno il cibo per gli orsi
non è abbondante.
Essi si nutrono di radici, erbe aromatiche e insetti.
Lo scoiattolo Lo scoiattolo non và in letargo
durante l’inverno ma alterna
periodi di sonno prolungato
a periodi di modesta attività
per cibarsi.
La marmotta
Il suo letargo dura
6 mesi durante i
quali tramite la
“termoregolazione
sociale” , un
abbassamento della
temperatura corporea,
un rallentamento dei
battiti e il grasso
corporeo accumulato
durante la stagione
estiva, dorme
profondamente.
La tartaruga
Anche le tartarughe
durante il periodo di
letargo sfruttano il
grasso accumulato.
In questo modo grazie
anche ad un
abbassamento della
temperatura corporea
e un rallentamento
della frequenza
cardiaca, riescono a
sopravvivere.
Migrazione Le migrazioni sono spostamenti che gli animali compiono in modo regolare, periodico
(stagionale), lungo rotte ben precise (ed in genere ripetute), e che coprono distanze anche
molto grandi, ma che, poi, sono sempre seguiti da un ritorno alla zona di partenza.
Sono indotte da cause legate alla riproduzione (la ricerca di un luogo adatto per
l’accoppiamento, per la nidificazione o per allevare la prole) oppure le difficoltà di carattere
ambientale che si presentano periodicamente (ad esempio il sopraggiungere della stagione
fredda nelle zone temperate).
Vediamo ora alcuni tipi di migrazione:
Migrazione degli anfibi La maggior parte degli anfibi, come per esempio le rane,
nonostante vivano sulla terraferma, annualmente compiono
migrazioni di massa durante la stagione riproduttiva, spesso,
a seconda della specie, tornando nelle stesse acque degli anni
precedenti.
Migrazione degli insetti Le piccole dimensioni rendono spesso inadatti
gli insetti a compiere attivamente grandi
spostamenti: al sopraggiungere della stagione
più fredda, la maggior parte degli insetti adulti
muore, lasciando uova, larve, o pochi individui
in grado di svernare e garantire la sopravvivenza
della maggior parte delle specie.
Solo alcuni insetti di grosse dimensioni ed alati sono in grado di
coprire anche grandi distanze.
Migrazione dei rettili Le tartarughe marine compiono spostamenti
più o meno grandi per raggiungere le spiagge
dove loro stesse sono nate.
Infatti, cosa sorprendente, ricordano con grande
precisione la rotta per raggiungere il luogo natio,
nonostante i circa trent’anni necessari per la
maturità.
Migrazione dei pesci
Le anguille compiono degli spostamenti
molto grandi al fine di raggiungere
dalle zone lacustri e dai fiumi in
cui normalmente vivono lo stretto
di Gibilterra e alcune il Mar dei
Sargassi.
I salmoni compiono migrazioni lunghe
4.800 Km Per portarsi dai mari del Nord
in cui vivono fino ai fiumi che risalgono
avanzando con salti contro corrente.
Migrazione degli uccelli
Sembra che il fenomeno delle migrazioni sia
iniziato a partire già dalla preistoria quando
esisteva un’alternanza stagionale.
La causa che determina i movimenti migratori
degli uccelli sembra legata alla durata del giorno
(durante i mesi invernali le ore di luce si
accorciano).
L’aspetto che comunque rimane più affascinante
e meno noto nel fenomeno delle migrazioni è la
capacità di orientamento degli uccelli.
I meccanismi che consentono ai migratori di
seguire rotte costanti sono molteplici: la posizione
del sole ed i suoi movimenti, la posizione di catene
montuose, quella dei sistemi fluviali, la direzione
dei venti, la posizione della luna e delle stelle.
Sembra poi che gli uccelli possiedano una sorta di
carta geografica mentale dei territori in cui vivono,
che rapportano in qualche modo ai punti di
orientamento più generali (sole, stelle) e che
costruiscono memorizzando alcuni dati territoriali
(ad esempio i corsi d’acqua) o, per quanto riguarda
i piccioni viaggiatori, olfattivi.
Migrazione dei mammiferi
Spostamenti periodici vengono
compiuti principalmente
dagli erbivori, soprattutto da
quelli di grandi dimensioni,
che si spostano attraverso i
territori alla ricerca di cibo.
In primavera ed in estate, sulle
montagne a clima temperato,
molti animali si spostano dalla
valle verso maggiori altitudini
per nutrirsi del cibo fornito
dalla rinascita della flora.
Gli oceani ed i mari sono
teatro delle migrazioni dei
mammiferi marini ed, in
particolare, dei grandi cetacei
(balene, balenottere e
megattere) che si spostano dai
mari tropicali a quelli artici
ed antartici al seguito degli
spostamenti di “krill”, il
plancton di cui si nutrono.
Tra i mammiferi marini che
percorrono i tragitti più
lunghi vi sono le balene
Grigie, che si stima percorrano
più di 800.000 chilometri
nell’arco di una vita, pari ad
un’andata e un ritorno tra la
terra e la luna.
’
In questa stagione la natura si risveglia e chiede aiuto all’uomo: non potendo
parlare utilizza altre forme di colloquio, come lo spuntare delle geme, le prime
foglioline verdi i prime fiorellini.
L’uomo inizia i lavori che permettono la semina, che porterà al raccolto e darà
quindi la possibilità di sopravvivenza.
Vediamo ora come l’uomo per effettuare questi lavori è oggi agevolato da
macchinari che gli permettono di effettuare queste attività con meno fatica rispetto
a una volta.
LE COLTIVAZIONI NELL’ANTICHITA’
Gli Egizi Nell’antico Egitto per le
coltivazioni si seguiva il ciclo
delle inondazioni del terreno da
parte del fiume Nilo.
Quando questo si ritirava sul
terreno rimaneva una poltiglia
chiamata “limo”, che fungeva
da concime naturale del terreno.
Avvenivano quindi l’aratura e la
Semina; i semi venivano sparsi
sul terreno a mano e quindi
premuti nello stesso dagli
zoccoli degli animali usati per
trascinare l’aratro.
Durante il raccolto gli uomini tagliavano il frumento con le falci, mentre le donne legavano le
spighe in covoni e separavano il grano dalla pula.
I Romani Nell’antichità, le leggi
agrarie prevedevano che il
terreno frutto di conquiste
militari fosse concesso in
u uso ai contadini.
Le terre erano organizzate
in grandi proprietà terriere
e le piccole fattorie erano
rare.
I metodi di coltivazione
cambiarono poco nei secoli,
i buoi tiravano l’aratro, gli
schiavi lavoravano la terra
con zappe di ferro dall’alba
al tramonto.
Il grano veniva coltivato in
Egitto, in Spagna si produceva l’olio di oliva, in Italia il vino e in Gran Bretagna la birra.
I Greci In area egea, nell’antichità la produzione
agricola si distingueva in tre grandi settori,
agricoltura (prevalentemente cerealicola),
orticoltura (coltivazione di ortaggi verdi) e
arboricoltura (oleicoltura, viticultura e piante
da frutto).
Nel mondo antico la base dell’alimentazione era
costituita da prodotti di derivazione cereale
(orzo,frumento, farro), fra i cereali quello che
più si prestava alla coltivazione era l’orzo, che
non richiedeva a differenza del frumento
abbondanti piogge.
Le tecniche di coltivazione dei greci prevedevano
l’utilizzo della zappa al posto dell’aratro, perché,
data la limitata efficacia dell’aratro antico, la
zappa consentiva un’aratura più profonda e
permetteva una migliore frantumazione delle
zolle.
I Cinesi In Cina i contadini coltivavano
piccoli appezzamenti di terreno,
ricavati costruendo terrazze sui
fianchi delle colline.
Il raccolto serviva per sfamare
gli abitanti delle città.
In primavera si svolgeva
un’importante cerimonia in
cui l’imperatore si recava in
un campo da arare e arava il
primo solco.
I contadini del Nord coltivavano
orzo, frumento, miglio, mentre
quelli del Sud coltivavano
solo riso.
RICETTE PER UN PRANZO
PRIMAVERILE
Involtini crudo e asparagi
INFORMAZIONI
2 persone
125 Kcal a porzione
difficoltà facile
pronta in 45 minuti
ricetta light
si può preparare in anticipo
si può mangiare fuori
INGREDIENTI
250 g di asparagi
4 fette di prosciutto crudo
2 sottilette
pepe
PREPARAZIONE
Lavare accuratamente gli asparagi sotto acqua corrente, rimuovere la
parte bianca del gambo, raschiarli con un coltello non troppo affilato
facendo molta attenzione a non toccare le punte, fragili e delicate.
Cuocerli a vapore, oppure lessarli in abbondante acqua salata per 18
minuti circa.
Ritirarli delicatamente, metterli su un tagliere e tagliare la parte terminale
del gambo se coriacea. Dividerli quindi in due.
Su un tagliere disporre le 4 fette di prosciutto ben sgrassate, mettere sopra
ciascuna ½ sottiletta e suddividere i gambi degli asparagi, distribuendo in
modo omogeneo le punte, che sono la parte più pregiata.
Arrotolare gli involtini e disporli su una piccola teglia da forno.
Cospargere con una grattugiata di pepe e passare sotto il grill del forno a
200° C per 3-5 minuti circa, finché la sottiletta non comincerà a fondere.
Servire caldi o tiepidi.
Risotto al radicchio rosso
INFORMAZIONI
2 persone
450 Kcal a porzione
difficoltà facile
pronta in 45 minuti
ricetta vegetariana
ricetta light
INGREDIENTI
1 piccolo cespo di radicchio rosso
1 litro di brodo vegetale
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 scalogno
160 g di riso
2 dita di vino bianco
pepe
sale fino
20 g di Parmigiano Reggiano
PREPARAZIONE
Pulire il radicchio scartando le foglie più esterne e affettarlo
grossolanamente. Lavarlo e asciugarlo con uno strofinaccio pulito o con
la centrifuga da insalata. Tritarlo grossolanamente con un grande coltello
su un tagliere.
Scaldare il brodo.
In una pentola da minestra mettere l'olio e tritare lo scalogno molto
finemente. Portare la pentola sul fuoco e far soffriggere a fiamma bassa.
Quando lo scalogno sarà ben dorato, alzare la fiamma, unire il riso e farlo
tostare per un minuto.
Bagnare con il vino e lasciarlo evaporare completamente.
Unire 4-5 mestoli di brodo bollente e impostare il timer secondo i minuti di
cottura del tipo di riso che si sta usando (solitamente 15-18 minuti).
Continuare unendo il brodo man mano che viene assorbito, mescolando di
tanto in tanto, senza lasciare che il composto si asciughi troppo, altrimenti
cuocerebbe male ed in modo discontinuo.
5 minuti prima della fine del tempo di cottura del riso, unire il radicchio,
tenendone da parte qualche foglia per decorare.
Mescolare continuamente fino a fine cottura.
Mantecare con il Parmigiano grattugiato, una grattugiata di pepe, un
mestolo di brodo. Regolare di sale.
Spegnere il fuoco e tenere coperto per un paio di minuti.
Cozze gratinate
INFORMAZIONI
2 persone
250 Kcal a porzione
difficoltà facile
pronta in 45 minuti
ricetta light
INGREDIENTI
800 g di cozze
½ limone
5-6 rametti di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
pangrattato
2 cucchiai d'olio extravergine di oliva
pepe
PREPARAZIONE
Pulire le cozze lavandole accuratamente sotto acqua corrente. Raschiare
la superficie esterna della conchiglia per rimuovere eventuali
incrostazioni, staccare il bisso strattonandolo con la lama di un coltello.
Metterle in una capace pentola, sul fuoco a fiamma vivace ed attendere
che le cozze si aprano. Generalmente occorrono 5-7 minuti. Mescolare di
tanto in tanto.
Aprire le cozze, togliere la conchiglia senza mollusco e tenere quelle piene
da parte. Spruzzarle con qualche goccia di succo di limone.
Filtrare il liquido di cottura attraverso un colino a maglie fini per
eliminare i residui di sabbia.
Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la
mezzaluna su un tagliere assieme all'aglio spellato.
In una ciotola mescolare 4 cucchiai di pangrattato con 2 cucchiai di trito,
6 cucchiai di liquido di cottura delle cozze e 2 cucchiai d'olio. Mescolare
accuratamente fino ad ottenere un composto morbido. Unire altra acqua
di cottura delle cozze se dovesse risultare troppo secco.
Prendere le cozze, farcirle con il compostro preparato ed allinearle in un
unico strato in una capace pirofila.
Unire una grattugiata di pepe ed infornare sotto il grill del forno finché la
panatura non si sarà dorata (generalmente 10 minuti circa).
CONTORNO DI ABBINAMENTO IDEALE
Contorni a base di peperoni, cipolle, pomodori.
Dadolata di verdure miste
INFORMAZIONI
2 persone
150 Kcal a porzione
difficoltà facile
pronta in 45 minuti
ricetta vegetariana e vegan
ricetta light
INGREDIENTI
1 piccolo peperone rosso
1 piccola melanzana
1 piccola cipolla rossa
1 pomodoro rosso
1 patata media
3-4 rametti di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio d'olio extravergine di oliva
1 pizzico di zucchero
sale
250 ml di brodo vegetale
pepe
PREPARAZIONE
Lavare il peperone, tagliarlo a metà, rimuovere il torsolo, i semi, i
filamenti bianchi e ridurre la polpa a cubettini di un centimetro di lato.
Lavare la melanzana, rimuovere il picciolo, affettarla nello spessore di un
centimetro circa e mettere le fette in una capace ciotola piena d'acqua
fresca in cui si è sciolto un cucchiaio di aceto. Lasciarle a bagno una
decina di minuti, quindi scolarle, ricavarne dei cubetti e metterli in un
colino. Unire un pizzico di sale e lasciar perdere il liquido di vegetazione
mescolando di tanto in tanto.
Pulire la cipolla rimuovendo le estremità e lo strato esterno di consistenza
cartacea. Affettarla e ricavare dei cubettini.
Lavare il pomodoro, affettarlo, rimuovere i semi e cubettare la polpa.
Lavare la patata, spellarla e tagliarla a cubetti.
Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la
mezzaluna su un tagliere assieme all'aglio spellato.
Mettere in una padella l'olio, un cucchiaio di trito di aglio e prezzemolo e
mettere sul fuoco. Far rosolare a fiamma dolce per qualche minuto,
facendo ben attenzione a non bruciare l'aglio.
Unire le verdure, tranne i pomodori, mescolare e far rosolare per qualche
minuto. Unire un pizzico di zucchero, uno di sale, un mestolo di brodo
vegetale e cuocere a fiamma media, coperto, per 20 minuti. Mescolare di
tanto in tanto ed aggiungere altro brodo se il fondo di cottura dovesse
asciugarsi troppo.
Unire i pomodori solo a fine cottura.
Servire decorando con foglie di prezzemolo ed una grattugiata di pepe.
Crostata fragole e mascarpone
INFORMAZIONI
8 persone
400 Kcal a porzione
difficoltà media
pronta in 2 ore
ricetta vegetariana
si può preparare in anticipo
si può mangiare fuori
INGREDIENTI
500 g di pasta frolla
250 g di mascarpone
2 cucchiai di miele d'acacia
1 cucchiaio di zucchero
qualche goccia di succo di limone
1 cucchiaio d'acqua
500 g di fragole
burro e farina per lo stampo
zucchero a velo
PREPARAZIONE
Preparare la pasta frolla secondo la ricetta di base. mentre riposa nel frigorifero preparare il
mascarpone e le fragole.
Mettere in una ciotola il mascarpone, il miele e mescolare delicatamente con una forchetta per
amalgamare gli ingredienti. Riporlo in frigorifero, ben coperto, fino al momento di utilizzarlo.
Mettere in una ciotola lo zucchero, qualche goccia di succo di limone e mescolare bene con una
frusta manuale fino ad amalgamare. Unire l'acqua e mescolare.
Lavare le fragole, togliere il picciolo ed affettarle nello spessore di mezzo centimetro. Mescolarle
delicatamente in una ciotola assieme allo sciroppo e coprirle. Riporle in frigorifero.
Imburrare uno stampo a cerniera di 22 cm di diametro e cospargerlo con un leggero strato di
farina, soffiando via le eccedenze.
Trascorso il tempo di riposo della pasta, accendere il forno a 200° C, quindi stenderla velocemente
su un tagliere ben infarinato con il matterello dello spessore di mezzo centimetro circa. Se dovesse
spezzarsi mentre la si stende, ricompattarla con la punta delle dita.
Raccogliere la pasta delicatamente con le mani o avvolgerla attorno al matterello per riporla nella
teglia senza lasciare bordo.
Pungere la superficie con i denti di una forchetta, coprire con un foglio di carta da forno e
riempire la teglia con legumi secchi, per evitare che si alzi durante la cottura.
Quando il forno è arrivato a temperatura, infornare per 15 minuti circa, quindi togliere carta e
legumi e cuocere altri 10 minuti scoperta.
Quando si ritirerà la pasta frolla dal forno, apparirà molto morbida in superficie. Deve essere così,
poiché si indurirà durante il raffreddamento.
Attendere che la pasta si raffreddi, quindi sformarla su un piatto da portata.
Cospargere la base di pasta frolla con uno strato uniforme di mascarpone, quindi disporre le
fragole ben scolate dallo sciroppo.
Cospargere la torta con lo zucchero a velo, importante per non far scurire le fragole, e riporre in
frigorifero fino al momento di servire, avendo l'accortezza di lasciarla almeno 15 minuti a
temperatura ambiente.
Chi lo desidera al termine di questo pranzo può bere il caffè.
Quelle appena pubblicate sono delle ottime ricette anche se sono in contrapposizione con ciò
che abbiamo pubblicato sul precedente numero del giornalino.
Curiosità NOVITA’ RICERCHE
Nel calendario liturgico cattolico la
Domenica delle Palme è celebrata
la domenica precedente alla
festività della Pasqua.
Con essa inizia la settimana santa
ma non termina la Quaresima, che
finirà solo con la celebrazione
dell’ora nona del giovedì santo.
Questa festività è osservata non solo
dai Cattolici, ma anche dagli
Ortodossi e dai Protestanti.
In questo giorno la Chiesa ricorda
il trionfale ingresso di Gesù a
Gerusalemme in sella ad un asino,
osannato dalla folla che lo salutava
agitando rami di palma.
In ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al
di fuori della chiesa dove il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai
fedeli, quindi si
dà inizio alla processione fin dentro
la chiesa.
Generalmente i fedeli portano a
casa i rametti di ulivo e di palma
benedetti, per conservarli quali
simboli di pace, scambiandone
parte con parenti ed amici.
Nelle zone in cui non cresce
l’ ulivo (come l’Europa
settentrionale), i rametti
sono sostituiti da fiori e
foglie intrecciate.
Tantissimi Auguri da tutti noi a: