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ANNO 3 Numero 5 - casafamigliagerico.it · La temperatura inizia ad alzarsi e si abbandonano gli...

Date post: 17-Feb-2019
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La primavera è il risveglio della natura, escono i primi fiorellini, le prime foglie, le gemme, l’uomo inizia a potare le piante e a preparare il terreno per la semina. In questo periodo oltre ai cambiamenti dovuti alla natura ci sono cambiamenti particolari come l’ora legale. La primavera è l’anticamera dell’estate, infatti in questo periodo il tempo viene definito pazzerello. Per questa stagione esistono tanti detti popolari, il più conosciuto è “Aprile dolce dormire”. Nei prati sbocciano le prime margherite, si possono fare le prime scampagnate e i primi pic-nic all’aperto. La temperatura inizia ad alzarsi e si abbandonano gli abiti più pesanti, mentre nel cielo si vedono le prime rondini e gli uccellini cinguettano sugli alberi. E - MAIL [email protected] www.casafamigliagerico.it ANNO 3 Numero 5
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La primavera è il risveglio della natura, escono i primi fiorellini, le

prime foglie, le gemme, l’uomo inizia a potare le

piante e a preparare il terreno per la semina.

In questo periodo oltre ai cambiamenti dovuti alla natura ci sono

cambiamenti particolari come l’ora legale.

La primavera è l’anticamera dell’estate, infatti in

questo periodo il tempo viene definito pazzerello.

Per questa stagione esistono tanti detti popolari, il più conosciuto è

“Aprile dolce dormire”.

Nei prati sbocciano le prime margherite, si possono

fare le prime scampagnate e i primi pic-nic all’aperto.

La temperatura inizia ad alzarsi e si abbandonano gli

abiti più pesanti, mentre nel cielo si vedono le prime

rondini e gli uccellini cinguettano sugli alberi.

E - MAIL [email protected]

www.casafamigliagerico.it

ANNO 3 Numero 5

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Gli animali e la primavera

La primavera per gli animali significa:

Fine del letargo

Migrazione

Fine del letargo Da novembre in poi se si va in montagna, si nota che c’è un gran silenzio nel bosco.

E nei prati non c’è la solita animazione: niente insetti, niente scoiattoli, assenza di

rumori. Questo perché da un lato abbiamo il fenomeno delle migrazioni: alcune specie di

uccelli si radunano in stormi e si dirigono verso i paesi più caldi, dove riusciranno più

facilmente a trovare cibo.

Il letargo è comportamento caratteristico di alcuni mammiferi e rettili che durante la

stagione fredda riducono le proprie funzioni vitali e rimangono in stato di dormiveglia;

durante questo periodo si ricoverano generalmente in una tana e si nutrono delle riserve

di grasso immagazzinate durante i mesi estivi e autunnali .

Nel periodo di letargo la loro temperatura corporea si abbassa notevolmente come pure

diminuiscono i battiti del cuore e il respiro.

Il periodo di letargo varia in relazione alla temperatura, più lungo è l’inverno e più dura

il letargo.

Vediamo ora il letargo di alcuni animali:

L’orso L’orso entra in letargo dopo aver accumulato una riserva di grasso

equivalente a un terzo del suo peso corporeo.

Il letargo dell’orso bruno può essere definito un

evento fuori dal comune.

Gli orsi non mangiano nè bevono per mesi. Quando lascia la

sua tana in primavera, la fame ancora non si manifesta,

inoltre in questo periodo dell’anno il cibo per gli orsi

non è abbondante.

Essi si nutrono di radici, erbe aromatiche e insetti.

Lo scoiattolo Lo scoiattolo non và in letargo

durante l’inverno ma alterna

periodi di sonno prolungato

a periodi di modesta attività

per cibarsi.

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La marmotta

Il suo letargo dura

6 mesi durante i

quali tramite la

“termoregolazione

sociale” , un

abbassamento della

temperatura corporea,

un rallentamento dei

battiti e il grasso

corporeo accumulato

durante la stagione

estiva, dorme

profondamente.

La tartaruga

Anche le tartarughe

durante il periodo di

letargo sfruttano il

grasso accumulato.

In questo modo grazie

anche ad un

abbassamento della

temperatura corporea

e un rallentamento

della frequenza

cardiaca, riescono a

sopravvivere.

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Migrazione Le migrazioni sono spostamenti che gli animali compiono in modo regolare, periodico

(stagionale), lungo rotte ben precise (ed in genere ripetute), e che coprono distanze anche

molto grandi, ma che, poi, sono sempre seguiti da un ritorno alla zona di partenza.

Sono indotte da cause legate alla riproduzione (la ricerca di un luogo adatto per

l’accoppiamento, per la nidificazione o per allevare la prole) oppure le difficoltà di carattere

ambientale che si presentano periodicamente (ad esempio il sopraggiungere della stagione

fredda nelle zone temperate).

Vediamo ora alcuni tipi di migrazione:

Migrazione degli anfibi La maggior parte degli anfibi, come per esempio le rane,

nonostante vivano sulla terraferma, annualmente compiono

migrazioni di massa durante la stagione riproduttiva, spesso,

a seconda della specie, tornando nelle stesse acque degli anni

precedenti.

Migrazione degli insetti Le piccole dimensioni rendono spesso inadatti

gli insetti a compiere attivamente grandi

spostamenti: al sopraggiungere della stagione

più fredda, la maggior parte degli insetti adulti

muore, lasciando uova, larve, o pochi individui

in grado di svernare e garantire la sopravvivenza

della maggior parte delle specie.

Solo alcuni insetti di grosse dimensioni ed alati sono in grado di

coprire anche grandi distanze.

Migrazione dei rettili Le tartarughe marine compiono spostamenti

più o meno grandi per raggiungere le spiagge

dove loro stesse sono nate.

Infatti, cosa sorprendente, ricordano con grande

precisione la rotta per raggiungere il luogo natio,

nonostante i circa trent’anni necessari per la

maturità.

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Migrazione dei pesci

Le anguille compiono degli spostamenti

molto grandi al fine di raggiungere

dalle zone lacustri e dai fiumi in

cui normalmente vivono lo stretto

di Gibilterra e alcune il Mar dei

Sargassi.

I salmoni compiono migrazioni lunghe

4.800 Km Per portarsi dai mari del Nord

in cui vivono fino ai fiumi che risalgono

avanzando con salti contro corrente.

Migrazione degli uccelli

Sembra che il fenomeno delle migrazioni sia

iniziato a partire già dalla preistoria quando

esisteva un’alternanza stagionale.

La causa che determina i movimenti migratori

degli uccelli sembra legata alla durata del giorno

(durante i mesi invernali le ore di luce si

accorciano).

L’aspetto che comunque rimane più affascinante

e meno noto nel fenomeno delle migrazioni è la

capacità di orientamento degli uccelli.

I meccanismi che consentono ai migratori di

seguire rotte costanti sono molteplici: la posizione

del sole ed i suoi movimenti, la posizione di catene

montuose, quella dei sistemi fluviali, la direzione

dei venti, la posizione della luna e delle stelle.

Sembra poi che gli uccelli possiedano una sorta di

carta geografica mentale dei territori in cui vivono,

che rapportano in qualche modo ai punti di

orientamento più generali (sole, stelle) e che

costruiscono memorizzando alcuni dati territoriali

(ad esempio i corsi d’acqua) o, per quanto riguarda

i piccioni viaggiatori, olfattivi.

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Migrazione dei mammiferi

Spostamenti periodici vengono

compiuti principalmente

dagli erbivori, soprattutto da

quelli di grandi dimensioni,

che si spostano attraverso i

territori alla ricerca di cibo.

In primavera ed in estate, sulle

montagne a clima temperato,

molti animali si spostano dalla

valle verso maggiori altitudini

per nutrirsi del cibo fornito

dalla rinascita della flora.

Gli oceani ed i mari sono

teatro delle migrazioni dei

mammiferi marini ed, in

particolare, dei grandi cetacei

(balene, balenottere e

megattere) che si spostano dai

mari tropicali a quelli artici

ed antartici al seguito degli

spostamenti di “krill”, il

plancton di cui si nutrono.

Tra i mammiferi marini che

percorrono i tragitti più

lunghi vi sono le balene

Grigie, che si stima percorrano

più di 800.000 chilometri

nell’arco di una vita, pari ad

un’andata e un ritorno tra la

terra e la luna.

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In questa stagione la natura si risveglia e chiede aiuto all’uomo: non potendo

parlare utilizza altre forme di colloquio, come lo spuntare delle geme, le prime

foglioline verdi i prime fiorellini.

L’uomo inizia i lavori che permettono la semina, che porterà al raccolto e darà

quindi la possibilità di sopravvivenza.

Vediamo ora come l’uomo per effettuare questi lavori è oggi agevolato da

macchinari che gli permettono di effettuare queste attività con meno fatica rispetto

a una volta.

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LE COLTIVAZIONI NELL’ANTICHITA’

Gli Egizi Nell’antico Egitto per le

coltivazioni si seguiva il ciclo

delle inondazioni del terreno da

parte del fiume Nilo.

Quando questo si ritirava sul

terreno rimaneva una poltiglia

chiamata “limo”, che fungeva

da concime naturale del terreno.

Avvenivano quindi l’aratura e la

Semina; i semi venivano sparsi

sul terreno a mano e quindi

premuti nello stesso dagli

zoccoli degli animali usati per

trascinare l’aratro.

Durante il raccolto gli uomini tagliavano il frumento con le falci, mentre le donne legavano le

spighe in covoni e separavano il grano dalla pula.

I Romani Nell’antichità, le leggi

agrarie prevedevano che il

terreno frutto di conquiste

militari fosse concesso in

u uso ai contadini.

Le terre erano organizzate

in grandi proprietà terriere

e le piccole fattorie erano

rare.

I metodi di coltivazione

cambiarono poco nei secoli,

i buoi tiravano l’aratro, gli

schiavi lavoravano la terra

con zappe di ferro dall’alba

al tramonto.

Il grano veniva coltivato in

Egitto, in Spagna si produceva l’olio di oliva, in Italia il vino e in Gran Bretagna la birra.

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I Greci In area egea, nell’antichità la produzione

agricola si distingueva in tre grandi settori,

agricoltura (prevalentemente cerealicola),

orticoltura (coltivazione di ortaggi verdi) e

arboricoltura (oleicoltura, viticultura e piante

da frutto).

Nel mondo antico la base dell’alimentazione era

costituita da prodotti di derivazione cereale

(orzo,frumento, farro), fra i cereali quello che

più si prestava alla coltivazione era l’orzo, che

non richiedeva a differenza del frumento

abbondanti piogge.

Le tecniche di coltivazione dei greci prevedevano

l’utilizzo della zappa al posto dell’aratro, perché,

data la limitata efficacia dell’aratro antico, la

zappa consentiva un’aratura più profonda e

permetteva una migliore frantumazione delle

zolle.

I Cinesi In Cina i contadini coltivavano

piccoli appezzamenti di terreno,

ricavati costruendo terrazze sui

fianchi delle colline.

Il raccolto serviva per sfamare

gli abitanti delle città.

In primavera si svolgeva

un’importante cerimonia in

cui l’imperatore si recava in

un campo da arare e arava il

primo solco.

I contadini del Nord coltivavano

orzo, frumento, miglio, mentre

quelli del Sud coltivavano

solo riso.

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RICETTE PER UN PRANZO

PRIMAVERILE

Involtini crudo e asparagi

INFORMAZIONI

2 persone

125 Kcal a porzione

difficoltà facile

pronta in 45 minuti

ricetta light

si può preparare in anticipo

si può mangiare fuori

INGREDIENTI

250 g di asparagi

4 fette di prosciutto crudo

2 sottilette

pepe

PREPARAZIONE

Lavare accuratamente gli asparagi sotto acqua corrente, rimuovere la

parte bianca del gambo, raschiarli con un coltello non troppo affilato

facendo molta attenzione a non toccare le punte, fragili e delicate.

Cuocerli a vapore, oppure lessarli in abbondante acqua salata per 18

minuti circa.

Ritirarli delicatamente, metterli su un tagliere e tagliare la parte terminale

del gambo se coriacea. Dividerli quindi in due.

Su un tagliere disporre le 4 fette di prosciutto ben sgrassate, mettere sopra

ciascuna ½ sottiletta e suddividere i gambi degli asparagi, distribuendo in

modo omogeneo le punte, che sono la parte più pregiata.

Arrotolare gli involtini e disporli su una piccola teglia da forno.

Cospargere con una grattugiata di pepe e passare sotto il grill del forno a

200° C per 3-5 minuti circa, finché la sottiletta non comincerà a fondere.

Servire caldi o tiepidi.

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Risotto al radicchio rosso

INFORMAZIONI

2 persone

450 Kcal a porzione

difficoltà facile

pronta in 45 minuti

ricetta vegetariana

ricetta light

INGREDIENTI

1 piccolo cespo di radicchio rosso

1 litro di brodo vegetale

1 cucchiaio di olio extravergine di oliva

1 scalogno

160 g di riso

2 dita di vino bianco

pepe

sale fino

20 g di Parmigiano Reggiano

PREPARAZIONE

Pulire il radicchio scartando le foglie più esterne e affettarlo

grossolanamente. Lavarlo e asciugarlo con uno strofinaccio pulito o con

la centrifuga da insalata. Tritarlo grossolanamente con un grande coltello

su un tagliere.

Scaldare il brodo.

In una pentola da minestra mettere l'olio e tritare lo scalogno molto

finemente. Portare la pentola sul fuoco e far soffriggere a fiamma bassa.

Quando lo scalogno sarà ben dorato, alzare la fiamma, unire il riso e farlo

tostare per un minuto.

Bagnare con il vino e lasciarlo evaporare completamente.

Unire 4-5 mestoli di brodo bollente e impostare il timer secondo i minuti di

cottura del tipo di riso che si sta usando (solitamente 15-18 minuti).

Continuare unendo il brodo man mano che viene assorbito, mescolando di

tanto in tanto, senza lasciare che il composto si asciughi troppo, altrimenti

cuocerebbe male ed in modo discontinuo.

5 minuti prima della fine del tempo di cottura del riso, unire il radicchio,

tenendone da parte qualche foglia per decorare.

Mescolare continuamente fino a fine cottura.

Mantecare con il Parmigiano grattugiato, una grattugiata di pepe, un

mestolo di brodo. Regolare di sale.

Spegnere il fuoco e tenere coperto per un paio di minuti.

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Cozze gratinate

INFORMAZIONI

2 persone

250 Kcal a porzione

difficoltà facile

pronta in 45 minuti

ricetta light

INGREDIENTI

800 g di cozze

½ limone

5-6 rametti di prezzemolo

1 spicchio d'aglio

pangrattato

2 cucchiai d'olio extravergine di oliva

pepe

PREPARAZIONE

Pulire le cozze lavandole accuratamente sotto acqua corrente. Raschiare

la superficie esterna della conchiglia per rimuovere eventuali

incrostazioni, staccare il bisso strattonandolo con la lama di un coltello.

Metterle in una capace pentola, sul fuoco a fiamma vivace ed attendere

che le cozze si aprano. Generalmente occorrono 5-7 minuti. Mescolare di

tanto in tanto.

Aprire le cozze, togliere la conchiglia senza mollusco e tenere quelle piene

da parte. Spruzzarle con qualche goccia di succo di limone.

Filtrare il liquido di cottura attraverso un colino a maglie fini per

eliminare i residui di sabbia.

Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la

mezzaluna su un tagliere assieme all'aglio spellato.

In una ciotola mescolare 4 cucchiai di pangrattato con 2 cucchiai di trito,

6 cucchiai di liquido di cottura delle cozze e 2 cucchiai d'olio. Mescolare

accuratamente fino ad ottenere un composto morbido. Unire altra acqua

di cottura delle cozze se dovesse risultare troppo secco.

Prendere le cozze, farcirle con il compostro preparato ed allinearle in un

unico strato in una capace pirofila.

Unire una grattugiata di pepe ed infornare sotto il grill del forno finché la

panatura non si sarà dorata (generalmente 10 minuti circa).

CONTORNO DI ABBINAMENTO IDEALE

Contorni a base di peperoni, cipolle, pomodori.

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Dadolata di verdure miste

INFORMAZIONI

2 persone

150 Kcal a porzione

difficoltà facile

pronta in 45 minuti

ricetta vegetariana e vegan

ricetta light

INGREDIENTI

1 piccolo peperone rosso

1 piccola melanzana

1 piccola cipolla rossa

1 pomodoro rosso

1 patata media

3-4 rametti di prezzemolo

1 spicchio d'aglio

1 cucchiaio d'olio extravergine di oliva

1 pizzico di zucchero

sale

250 ml di brodo vegetale

pepe

PREPARAZIONE

Lavare il peperone, tagliarlo a metà, rimuovere il torsolo, i semi, i

filamenti bianchi e ridurre la polpa a cubettini di un centimetro di lato.

Lavare la melanzana, rimuovere il picciolo, affettarla nello spessore di un

centimetro circa e mettere le fette in una capace ciotola piena d'acqua

fresca in cui si è sciolto un cucchiaio di aceto. Lasciarle a bagno una

decina di minuti, quindi scolarle, ricavarne dei cubetti e metterli in un

colino. Unire un pizzico di sale e lasciar perdere il liquido di vegetazione

mescolando di tanto in tanto.

Pulire la cipolla rimuovendo le estremità e lo strato esterno di consistenza

cartacea. Affettarla e ricavare dei cubettini.

Lavare il pomodoro, affettarlo, rimuovere i semi e cubettare la polpa.

Lavare la patata, spellarla e tagliarla a cubetti.

Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la

mezzaluna su un tagliere assieme all'aglio spellato.

Mettere in una padella l'olio, un cucchiaio di trito di aglio e prezzemolo e

mettere sul fuoco. Far rosolare a fiamma dolce per qualche minuto,

facendo ben attenzione a non bruciare l'aglio.

Unire le verdure, tranne i pomodori, mescolare e far rosolare per qualche

minuto. Unire un pizzico di zucchero, uno di sale, un mestolo di brodo

vegetale e cuocere a fiamma media, coperto, per 20 minuti. Mescolare di

tanto in tanto ed aggiungere altro brodo se il fondo di cottura dovesse

asciugarsi troppo.

Unire i pomodori solo a fine cottura.

Servire decorando con foglie di prezzemolo ed una grattugiata di pepe.

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Crostata fragole e mascarpone

INFORMAZIONI

8 persone

400 Kcal a porzione

difficoltà media

pronta in 2 ore

ricetta vegetariana

si può preparare in anticipo

si può mangiare fuori

INGREDIENTI

500 g di pasta frolla

250 g di mascarpone

2 cucchiai di miele d'acacia

1 cucchiaio di zucchero

qualche goccia di succo di limone

1 cucchiaio d'acqua

500 g di fragole

burro e farina per lo stampo

zucchero a velo

PREPARAZIONE

Preparare la pasta frolla secondo la ricetta di base. mentre riposa nel frigorifero preparare il

mascarpone e le fragole.

Mettere in una ciotola il mascarpone, il miele e mescolare delicatamente con una forchetta per

amalgamare gli ingredienti. Riporlo in frigorifero, ben coperto, fino al momento di utilizzarlo.

Mettere in una ciotola lo zucchero, qualche goccia di succo di limone e mescolare bene con una

frusta manuale fino ad amalgamare. Unire l'acqua e mescolare.

Lavare le fragole, togliere il picciolo ed affettarle nello spessore di mezzo centimetro. Mescolarle

delicatamente in una ciotola assieme allo sciroppo e coprirle. Riporle in frigorifero.

Imburrare uno stampo a cerniera di 22 cm di diametro e cospargerlo con un leggero strato di

farina, soffiando via le eccedenze.

Trascorso il tempo di riposo della pasta, accendere il forno a 200° C, quindi stenderla velocemente

su un tagliere ben infarinato con il matterello dello spessore di mezzo centimetro circa. Se dovesse

spezzarsi mentre la si stende, ricompattarla con la punta delle dita.

Raccogliere la pasta delicatamente con le mani o avvolgerla attorno al matterello per riporla nella

teglia senza lasciare bordo.

Pungere la superficie con i denti di una forchetta, coprire con un foglio di carta da forno e

riempire la teglia con legumi secchi, per evitare che si alzi durante la cottura.

Quando il forno è arrivato a temperatura, infornare per 15 minuti circa, quindi togliere carta e

legumi e cuocere altri 10 minuti scoperta.

Quando si ritirerà la pasta frolla dal forno, apparirà molto morbida in superficie. Deve essere così,

poiché si indurirà durante il raffreddamento.

Attendere che la pasta si raffreddi, quindi sformarla su un piatto da portata.

Cospargere la base di pasta frolla con uno strato uniforme di mascarpone, quindi disporre le

fragole ben scolate dallo sciroppo.

Cospargere la torta con lo zucchero a velo, importante per non far scurire le fragole, e riporre in

frigorifero fino al momento di servire, avendo l'accortezza di lasciarla almeno 15 minuti a

temperatura ambiente.

Chi lo desidera al termine di questo pranzo può bere il caffè.

Quelle appena pubblicate sono delle ottime ricette anche se sono in contrapposizione con ciò

che abbiamo pubblicato sul precedente numero del giornalino.

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Curiosità NOVITA’ RICERCHE

Nel calendario liturgico cattolico la

Domenica delle Palme è celebrata

la domenica precedente alla

festività della Pasqua.

Con essa inizia la settimana santa

ma non termina la Quaresima, che

finirà solo con la celebrazione

dell’ora nona del giovedì santo.

Questa festività è osservata non solo

dai Cattolici, ma anche dagli

Ortodossi e dai Protestanti.

In questo giorno la Chiesa ricorda

il trionfale ingresso di Gesù a

Gerusalemme in sella ad un asino,

osannato dalla folla che lo salutava

agitando rami di palma.

In ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al

di fuori della chiesa dove il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai

fedeli, quindi si

dà inizio alla processione fin dentro

la chiesa.

Generalmente i fedeli portano a

casa i rametti di ulivo e di palma

benedetti, per conservarli quali

simboli di pace, scambiandone

parte con parenti ed amici.

Nelle zone in cui non cresce

l’ ulivo (come l’Europa

settentrionale), i rametti

sono sostituiti da fiori e

foglie intrecciate.

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Tantissimi Auguri da tutti noi a:

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