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Anno 4, numero 3, maggio/giugno 2013 storie -...

Date post: 15-Feb-2019
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1 Bambini al centro del nostro agire storie Anno 4, numero 3, maggio/giugno 2013 cani, gatti... a proposito di cucina ... Scopriamo il mondo
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Inserire qui il messaggio. Non super are l e due o tre frasi.

Bambini al centro

del nostro agire

storie Anno 4, numero 3, maggio/giugno 2013

cani,

gatti...

a proposito di cucina ...

Scopriamo il mondo

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La parola a… La nostra sezione ospedaliera è un importante tassello del nostro Istituto. Essa rappresenta concretamente e quotidianamente l’attuazione delle no-stre finalità: scuola dell’accoglienza, scuola delle pari opportunità, dell’apertura al terri-torio e della continuità. Grazie all’entusiastico impegno della nostra docente Alessandra Guanzani, alla disponibi-lità del Primario Dottor Alberto Podestà, della Caposala Claudia Papapicco, del Dot-tor Giovanni Ruggeri, responsabile della co-municazione, di tutti i medici e del personale del reparto, ma, a tutti i livelli, dell’intero O-spedale, siamo riusciti a garantire agli alunni ricoverati la possibilità di vivere la difficile esperienza dell’ospedalizzazione in una di-mensione affettiva e di sostegno emotivo, improntata alla condivisione. Le numerose iniziative realizzate durante tutto l’anno scolastico, tra cui il concerto di Natale, la giornata sull’alimentazione, l’inau-gurazione della serra della pediatria, la mo-stra in occasione della giornata del Sollievo e molte altre esperienze di vita in ospedale, so-no state preziose, per coinvolgere i piccoli degenti e consentire loro di proseguire in un percorso di crescita individualizzato, foca-lizzato sul-l’attenzione ai bisogni, per lo svi-luppo del sapere, saper essere e saper fare, senza soluzione di continuità, da sempre sco-po del nostro agire pedagogico e didattico!

Cari Lettori Siamo giunti alla fine dell’anno scolasti-co, un anno colmo di attività, di impegni e di grandi soddisfazioni. Anche questa volta troverete vari testi dei pazienti e dei ragazzi che danno il lo-ro contributo alle varie proposte didatti-che che il reparto offre. L’impegno e la bravura dei nostri pazienti ci hanno portato alla conquista sia del I° premio nel “Campionato di giornalismo”, organizzato dal quotidiano Il Giorno, grazie a un articolo apparso nel mese di marzo sulle attività presenti in Pediatria, sia del prestigioso “I° premio nazionale stampa a scuola E. I. P.” per il nostro giornalino. In tale contesto sono state premiate anche alcune poesie. Tra le attività svolte ricordo l’inaugura-zione dell’orto e della serra, ma anche del nuovo atrio dell’ospedale con una mostra di opere dei ragazzi del Liceo Ar-tistico “Fontana” di Arese. Se abbiamo svolto tante attività un gra-zie speciale va al personale medico e in-fermieristico, alle volontarie ABIO, a quanti in ospedale lavorano sempre con tanto impegno, in particolare ai giovani che collaborano con me, Alessia, Tho-mas, Nadia e Serena, che con costanza mi hanno aiutato a realizzare tante pic-cole cose per il reparto. Un grazie anche a Giovanni Ruggeri, che mi sostiene in tutte le iniziative. Buona estate a tutti e buona lettura!

Alessandra

Dott.ssa Valeria Ciampitti Vicaria dell’I.C. “Luciano Manara”

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Divertiti e colora i personaggi di questo giornalino

SOM

MA

RIO

• Morena racconta...

• Racconti in corsia

• Abio news e...

• La ricetta del mese

• Scopriamo il mondo: Germania

• Cani, gatti e...

• Vacanze

• Mostra ingresso

• Piccoli scrittori

• Interviste

• Vigile

• Inaugurazione orto

• Evviva le rime

• Enigmistica

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La piantina di ravanello

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Body building, per scolpire il fisico

Mi chiamo Sharon, ho 16 anni e la mia passione è il body building. Ho iniziato circa un anno fa; mia mamma ha iniziato a far gare dal 2008 e io l’ho accom-pagnata. Lei è nella nazionale italiana, così è nata la passione. Ha disputato gare a Malta e a Budapest. Ho deciso di avvicinarmi a questo sport perché molto emozionante. Salita sul palco tremavo come una foglia. Poi quando mi hanno chiamata per la sfilata, mi sono lasciata un po’ andare; si sono compli-mentate con me per come ho posato. Era la prima gara, sono entrata nelle prime dieci, ed è buono. Adesso se sono sotto gare mi alleno tutti i giorni, dalle 14.30. Altrimenti 3-4 volte la settimana. Ho una scheda che mi fa un preparatore. Ogni volta che vado alleno un gruppo muscolare. Mi dà molta soddisfazione. Comporta anche tanti sacrifici.

Sharon M. (16 anni)

Passione twirling Mi chiamo Valentina e ho 13 anni. Da quando ne ho 5 fac-cio twirling, che è ginnastica ritmica eseguita con l’utilizzo del bastone da “majorette”. Vado tre volte alla settimana, il pomeriggio, nella palestra della scuola insieme a due mie compagne di classe. Questa disciplina l’ho scoperta per caso, quando andavo ancora all’asilo, vedendo un manife-sto che invitava a provarla.

Ho partecipato a tante gare sia regionali sia nazionali vincendone parecchie. Rovesciate, verticali, ruote, ruote senza mani, ribaltate e ribaltate senza ma-ni sono tutte difficoltà presenti nell’esercizio a corpo libero. Sono concen-trata quando eseguo l’esercizio, ma molto emozionata prima di entrare in ga-ra. All’inizio mi sono appassionata a questo sport perché era divertente ed emozionante, è parte integrante della mia vita. Mi piace tantissimo, mi sento libera, mi sento felice. E’ uno sport poco conosciuto, ma lo consiglio proprio perché è “speciale”! È anche maschile!

Valentina D.M. (13 anni)

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Clown: un sorriso per aiutare a guarire I clown alleggeriscono, per quanto è possibile, la permanenza in ospedale, perché portano un po’ di serenità e allegria ai bambini sofferenti che, pur-troppo, non hanno alcune volte la forza di sopportare il peso di gravi malat-tie. I bambini vedendoli così strani e particolari considerano il loro essere fantastico magico e surreale, perché vedono in loro cose inaspettate un po' come i maghi delle fiabe. I clown dell’ospedale San Carlo riescono a mettere grandi e piccini di buon umore, sono simpaticissimi e molto in gamba. Il mercoledì mattina i bambini aspettano con gioia il loro arrivo per sollevarsi un po’ da ciò che è il motivo della loro degenza in reparto, anche perché, si divertono a fare delle magie che i bambini, ma anche gli adulti apprezzano moltissimo. Grazie ai clown, la permanenza in ospedale è più sopportabile, perché ridere con loro e per loro, è una gioia e un’ottima cura per tutti.

Marco Gallucci

Hip Hop, una musica per … volare Mi piace molto ascoltare la musica, soprattutto l’hip hop, appena sento la musica mi scateno . A scuola ho una maestra che mi insegna a ballare. A casa ballo da sola e faccio vedere alla mamma cosa ho imparato. Mi piace davvero tanto ballare a tempo di musica: “Ballare è come Volare!”

Lara T.

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La farfalla sul viso Oggi è venuta Barbara, con i suoi colori mi ha trasformato in una farfalla fucsia, arancione e gialla. I maschi hanno voluto disegnare la loro squadra del cuore, ma la mia farfalla aveva più colore! In questo ospedale mi sto divertendo, e ogni giorno faccio un disegno. Però a scuola vorrei tanto tornare, perché con i miei compagni mi piacereb-be giocare!

Nicole Zuffoli (6 anni)

Dolci ricordi Abbiamo potuto conoscere la realtà del reparto avendo trascorso un po’ di tempo ricoverati. Ogni mattina, quando si sentivano arrivare dei tacchi frettolosi, giungeva lei la dottoressa Scalfaro che con il suo sorriso, con i suoi modi affettuosi e la sua simpatia rallegrava la mattinata. Si allontanava con la dottoressa Gibelli, anche lei sempre molto dolce e di-sponibile con noi. Mi hanno dato tanto supporto sempre, anche nei momenti di sconforto. Mi sono sentita come a casa, quando sono stata dimessa ho quasi avuto una lacrimazione, sul lasciare un ambiente così accogliente. Ringrazio tutti, dagli infermieri ai medici ai volontari e anche il dottor San-germani e la dottoressa Ruzza, che pur non essendo sempre in reparto, han-no mostrato la loro disponibilità e il loro interesse verso di noi. Alla vostra competenza e professionalità si accompagna anche una grande sensibilità. Un abbraccio a Claudia e un grande grazie a tutti!

Michela Zuffoli, mamma di Nicole

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Il pittore dell’ospedale Mi chiamo Mattia ho 9 anni e mi piace anda-re a scuola perché mi diverto molto, imparo

tante cose. Le mie maestre si chiamano Cecilia, Emma, Marianna, Katia e sono bravissime! Arte e immagine mi piace tantissimo, anche se sono bravo in tutte le materie. Amo disegnare, uso tutte le tecniche e quello che creo pia-ce a tutti. In questi giorni sono ricoverato in ospedale, ma non ho paura. Qui mi curano bene. Ho voglia di tornare a scuola, mi mancano i miei compa-gni e le maestre.

Mattia C. (9 anni)

Sognando di diventare medico Dalla tremenda e ossessionata paura che avevo dell'ospedale, sono stata ca-tapultata in un altro parallelo, dove trovo che sia quasi vitale poter venire a far volontariato, ascoltando e cercando di aiutare al meglio alcuni ragazzi e bambini. All'ingresso oggi ho provato una strana emozione, proveniente proprio dallo stomaco. Credo che sia quello il punto fondamentale dal quale provengono tutti i nostri maggiori sentimenti. Comunque, quando tre medici mi sono

passati davanti mi sono bloccata immediata-mente, immedesimandomi in ciò che vorrei diventare. Gran parte di questo mio cambia-mento lo devo ad una persona davvero im-portante per me, un dottore molto speciale. Lui ha risvegliato in me quel mio obiettivo nascosto che spero di poter raggiungere un giorno: diventare un medico.

Elena Pavia (14 anni)

La mia mamma La mamma è la più brava. Io me la tengo sempre cara, gentile e preziosa. È sempre un po’ premurosa ed è forte e coraggiosa come non so che cosa. Lei ha dei capelli così belli che di quelli non son più belli, si fa sempre la co-da molto bella e sfiziosa e lei è la più bella cosa!

Gabriella (9 anni)

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Lego… che passione

Cari amici, mi chiamo Romeo, ho 11 anni e so-no un appassionato di lego. Sì, mi piace costruire delle scene e riprender-le, per realizzare dei piccoli filmati. Andando su youtube legobattleofhurtgensi appaiono tanti filmati! Nella foto vi mostro quello che ho costruito nella mia camera 4. Ciao a tutti!

Romeo (11 anni)

Il sogno: diventare fumettista La mia grande passione sono i fumetti: non solo leg-gerli, ma anche disegnarli. Mi piace moltissimo im-medesimarmi nelle avventure di guerrieri, pirati, ninja o studenti che vogliono diventare bravi in qualcosa e puntare alla vetta del mondo. Secondo me il miglior tipo di fumetto viene dal Giappone: il manga, che racconta di storie con argomenti pro-fondi e educativi molto legati alla cultura giappone-se. Il mio sogno è diventare fumettista… e spero che un giorno diventi realtà!

Paolo F.

Una mamma proprio brava Alla mia mamma piace tanto quando lei vince, brava a cucinare, a comprare i vestiti mi piace quando stiamo insieme a disegnare, mi piace farle regali.

Claudia (5 anni)

Disegnare … il futuro Mi chiamo Dalia, ho 16 anni, frequento una scuola a indirizzo professionale, ma la mia passione in realtà è il disegno. Fin da piccola amavo usare i colori, ricoprire un foglio bianco, liberare la fantasia. Disegnare per me è la mia per-sonalità. E’ qualcosa che mi piace molto e mi riempie.

Dalia (16 anni)

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Il profumo del mio ospedale… L’ attesa aumenta, guardo e riguar-do l’ orologio ... non sono una mam-ma apprensiva, ma oggi devo ammet-tere mi sento un po' così ... agitata. Nonostante Niccolò non sia cosi piccolo, pensare comunque ad un intervento mi fa sentire impotente e priva di mezzi per impedire che sof-fra. È già da qualche ora che siamo in camera, conoscevo il reparto di pe-diatria del San Carlo, il suo staff di medici, degli infermieri ed ausiliari, tutti molto attenti ad ascoltare i piccoli malati ed i loro genitori in appren-sione per la salute dei propri bimbi. L’atmosfera non è quella classica di un ospedale, è il reparto dei bambini ed è ricco di immagini colorate che riesco-no a trasmettere un po’ di gioia e di serenità . E' bello scoprire che vengono pianificate delle giornate con volontari, coor-dinate da Alessandra, un’insegnante che aiuta i bambini a trascorrere un po’ di tempo giocando, ma anche imparando, il tutto mescolato da una grande professionalità e umanità.

Oggi abbiamo ripassato alcune regole stradali insieme al vigile Roberto, di Quartiere Olmi, ed è stato molto bel-lo giocare imparando; domani è previ-sto un incontro con i clown, ma se devo essere sincera preferisco rien-trare a casa, dato che Niccolò ha superato bene l’intervento. Questo posto non ha odori né di far-maci, né di "ospedale", ma ha un pro-fumo speciale, quello che mi ha sor-preso in queste lunghe ore, il profu-mo di speranza e coraggio, perché la vita è meravigliosa e va vissuta inten-samente anche in questi momenti ! !

Rossella, Mauro e Niccolò

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Alla mia mamma Carissima, dolcissima e amatissima mamma sei un fiore magico che dura in eterno. Il sole ha cominciato a baciarti alla nascita, poi sono arrivato io e ci ha uniti con l’amore di una madre e di un figlio, ci ha baciati tutti e due in-sieme, ci ha regalato un cuore enorme che ci unisce e ci fa innamorare: ma-dre e figlio le mie emozioni sono in particolare il coraggio che hai di scherza-re con me, per esempio l’altra sera che dicevi: <<ti voglio maciullare>>. Io l’avevo capito che era di baci, perché avevi un grande sorriso sulla faccia. Inoltre, ti voglio dire che gli altri fan-no di te una persona non fa-cile, ma per me sei e rimarrai il mio fiore magico nella buo-na e nella cattiva sorte, ma ricordati che quando ci vo-gliono le forti maniere è buo-no essere così proprio come fai tu.

Marco Gallucci

Il sollievo

A te bambino, Non perdere mai il sorriso, ci sarà sempre un raggio di sole dopo giorni di tempesta. Non abbatterti davanti a un letto d’ospedale o alle medicine che devi pren-dere, preoccupati di sognare e di lottare contro ciò che non ti rende felice. Non pensare di essere diverso dagli altri, fa che la tua situazione ti renda unico e speciale. Trova la speranza poiché un giorno il sollievo ti avvolgerà, sarà un abbraccio caldo che ti farà gioire il cuore. Le tue lacrime e la tua tristezza svaniranno e il tuo unico pensiero sarà essere un bambino.

Debora Lombardo

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Danza, tra passione e sacrifici Ho iniziato a praticare danza all’età di 3 anni e mezzo. E da li ho continuato fino ad ora. Ho fatto danza classica per 9 anni e solo l’anno scorso ho fatto un anno di hip hop. “Vivo per lei da quando sai, la prima volta l’ho incontrata, non mi ricordo co-me mai mi è entrata dentro e c’è restata”.

Ho cambiato negli anni diverse scuole di danza. La mia è una vera passione. Mi piace molto ballare, ma sono timida nell’esibirmi davan-ti alla gente. Sto bene quando bal-lo e mi piace molto la musica. Ho anche suonato per un anno il pianoforte. Per il futuro ho altri interessi, anche se la danza mi pia-ce molto. L’insegnante è severa, ma ha confidenza con le alunne. Ho fatto gare e concorsi nella vec-chia scuola. La danza è un sacrifi-cio, devi lavorare molto, ma nel saggio si vedono i risultati di un anno di lavoro.

Michelle (13 anni)

Il ritmo in corpo Ciao, il mio nome è Nora e mi piace ballare. Fin da quando avevo 4 anni mio papà mi faceva ballare e molto spesso ballavo Michael Jackson. Mi sono iscritta a scuola di danza moderna quando avevo 8 anni. La mia maestra era bravissima, ma poi è andata via ed è arrivato un maestro antipatico. Siccome non mi piaceva fare le cose che mi dicevano, e nemmeno le persone, ho deciso di smettere. La mia passione per il ballo è rimasta, e amo ballare a ritmo di musica

Nora (10 anni)

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S Tombola Martedì 9 maggio, presso il nostro reparto di pe-diatria, si è svolta una super, mega tombola che ha visto la partecipazione di tutti i bambini ricoverati e dei loro genitori, dei volontari ABIO del Dott. Sergio Clerici, segretario generale dell'associazio-ne ABIO, e della Sig.ra Giorgia Pace come rappre-sentante del progetto "Un gioco per un bimbo". Le fantastiche cartelle che, al posto dei numeri, avevano tanti colorati disegni, hanno permesso ai bambini in gioco di fare tombola tutti insieme, contemporaneamente, e vincere così uno dei me-ravigliosi premi offerti dalla Signora Gloria, cosa che non è riusci-ta ai partecipanti adulti che, come premio, hanno avuto l'opportu-nità di giocare e divertirsi ritor-nando bambini.

Daniela

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TORTA DI PANE Ingredienti: pane secco, latte, cacao in polvere amaro, zucchero, biscotti(preferibilmente savoiardi), qualche amaretto (da frullare), pinoli (una man-ciata), uva sultanina.

Preparazione: immergere il pane nel latte e lasciare am-morbidire il composto. Aggiungere cacao, zucchero, biscotti e amaretti in quantità desiderata. Frullare il tutto. Aggiungere pinoli e uvetta. Mettere l’impasto cremoso in una teglia an-tiaderente o tortiera unta leggermente di burro. Infornare a 150/170 gradi e lasciar cuocere per almeno un’ora e mezza. Se si aumenta la cottura la torta diventa più friabile e meno morbida.

Mamma di Francesca

TORTA DI PERE AL CIOCCOLATO Ingredienti: 3 vasetti di farina, 3 uova intere, 1 yogurt (vaniglia o cocco), 2 vasetti di zuc-chero, 2/3 pere, 100g di cacao amaro in polvere, 1 vasetto di olio di arachidi, 1 bustina di lievito, 1 pizzico di sale, Zucchero a velo Preparazione: In un contenitore rompere le uova, u-nire lo zucchero e lo yogurt, aggiunge-re poi la farina setacciata, in modo da non formare grumi, il lievito e l’olio. Mettere il composto in una teglia, rive-stita con la carta da forno: tagliare le pere a spicchi e inserirle nell’impasto. Cuocere la torta per circa 30/35 minuti circa a 180g

Letizia, mamma di Giorgia Marculli (2 °C)

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GERMANIA La Germania è il paese dell’UE con il maggior numero di abitanti. Il suo territorio si estende dal Mare del Nord e dal Mar Baltico, nella parte settentrionale, alle Alpi in quella meridionale ed è attraversa-to da alcuni dei principali fiumi europei quali il Reno, il Danubio e l’Elba. Dopo la Seconda guerra mondiale, la Germa-nia è stata divisa in due: una parte occidenta-

le (democratica) e una parte orientale comunista (la Repubblica democratica tedesca). Il muro di Berlino divenne il simbolo di tale scissione. Il muro è ca-duto nel 1989 e la Germania si è riunificata un anno dopo.

Il tedesco è la prima lingua più parlata nell’Unione europea. La Germania rappresenta la terza potenza economica a livello mondiale. Si producono au-tomobili, prodotti dell’ingegneria di precisione, apparecchiature elettroni-che e per le comunicazioni, sostanze chimiche, prodotti farmaceutici e mol-to altro ancora. Le imprese tedesche hanno effettuato ingenti investimenti nei paesi dell’Europa centro-orientale che hanno aderito all’UE nel 2004.

Con i suoi celebri musicisti, tra cui Johann Sebastian Bach, Ludwig Van Be-ethoven, Johannes Brahms e Richard Wagner, la Germania ha fornito un contributo prezioso alla musica classica in Europa. In ambito filosofico e letterario, l’enorme patrimonio della Germania comprende tra l’altro le opere di Lutero, Goethe, Schiller, Nietzsche, Kant, Brecht e Thomas Mann.

La Germania è il secondo produttore mondiale di luppolo ed è rinomata per le sue birre di qualità. Il vino viene prodotto nelle valli della Mosella e del Reno. Le ricette della Germania offrono una varietà di piatti tipici che hanno co-me ingrediente principale la carne, come i wurstel con i crauti e le cotolet-te, le patate son servite in tanti modi diversi e tra i dolci ricordiamo lo strudel di mele. La bevanda nazio-nale è la birra, che risale al Medioevo. Ogni zona ha una sua produzione locale e si contano ben 5000 tipi diversi di birra. L'Oktoberfest è un festival popolare che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera, negli ulti-mi due fine settimana di Settembre e il primo di Otto-bre, dove si possono assaggiare vari tipi di birra, a-scoltando musica, stile tradizionale.

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Shila, la sbrana pantofole Shila è un cucciolo di 8 mesi di pitbull. Ha le zampe bianche, una “piramide” sul collo bianca e per il resto è marroncino chiara. È la sbrana pantofole del-la famiglia: scava i vasi e toglie tutta la terra.

Christian R. (11 anni)

Il criceto Alex

Io invece ho un criceto: si chiama Alex. Il pelo è grigio scuro. Mangia i semini. Di mattina è sveglio ed è un po’

rumoroso: come nella ruota. Dobbiamo chiudere la porta altrimenti ci sve-glia. Una volta è scappato dalla gabbia e con la mano abbiamo cercato di ri-prenderlo: ci siamo divertiti un po’ e alla fine l’abbiamo bloccato in un ango-lo.

(Matteo S. (8 anni)

Tequila alla … banana Tequila è un cucciolo di jack russel di 10 mesi, vivace e affet-tuosa. Di giorno la porto fuori io. Dorme in una cuccia. Solo da cucciola ha fat-to qualche disa-stro, ma adesso non più. Tequila mi fa ri-dere quando si ribalta. Quando è seduta abbassa le orecchie e non mi piace molto. Mangia i croccantini e gli piace molto la banana.

Lucia G. (6 anni)

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Birba, gattina salterina Mi chiamo Karima, ho compiuto da poco 6 anni e ho a casa un gatto bianco e grigio che si chiama Birba. È una femmina, graffia un po’ la pelle quando la faccio giocare con il topo finto. Dorme sempre su una sedia quando è notte. Una volta è venuta sul mio letto. Fa dei salti altissimi, fino in alto sul letto a castello. Solo una volta ha preso le scale. Mangia le scatolette dei gatti. Una volta l’abbiamo lavata nel lavandino e voleva nuotare! Ho anche dei pesci e Birba passa un po’ di tempo ad osservarli. Non li può mangiare, perché sono nella vasca. Gli ani-mali mi piacciono molto e adesso mi mancano davvero tanto.

Karima (6 anni)

I miei amici animali Alex è un cane nero di 13 anni, un pitbull affettuoso e sensibile. Per giocare mordicchia la mamma, dalla quale prende sempre i croccantini. E’ fidanzato con Akira, la nostra gatta. E’ tutta nera anche lei, dor-me in una cuccia rossa. Oppure dorme sul divano e sui cuscini della cucina. Sono molto felice di avere questi due animali perché mi ten-gono compagnia.

Nicole Zuffoli (6 anni)

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Le vacanze sono arrivate Evviva, è finta la scuola: finalmente non dobbiamo più studiare Iniziano le vacanze, e andiamo tutti al mare. Giochiamo sempre con la sabbia, ma dobbiamo mettere la crema, se no la mamma si arrabbia! Nell’acqua possiamo nuotare, ma dalla riva non ci dobbia-mo allontanare. Con la sabbia costruiamo un castello, e ci impegniamo perché sia sempre il più bello. Al mare ho molti amici , e stare insieme ci rende felici. Buone vacanze a tutti i bambini del reparto di pediatria!

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Dal dolore al colore… Una mostra per celebrare

la Giornata nazionale del Sollievo Domenica mattina alle 9.00 è stata inau-gurata la mostra “Dal colore al dolore” di opere realizzate dagli studenti del Liceo ar-tistico “L. Fontana” di Arese. Durante l’anno scolastico i ragazzi seguiti dagli insegnanti Gabriele Poli, Nadia Brivio e Bian-ca Visentin, hanno lavorato sul progetto “Il sollievo e l’arte”. Le opere rea-lizzate dai ragazzi sono state esposte nel nuovo atrio del San Carlo, renden-dolo colorato e luminoso. Bravi, proprio bravi, anche perché molti sono delle

classi prime e seconde del Liceo. Durante l’anno un’e-quipe di medici che si occupa della terapia del dolore, ha presentato nella scuola l’attività che viene proposta in ospedale, con approfondimenti e riflessioni sul dolo-re e sul sollievo. Grande affluenza, meritata dopo tanto lavoro… anche quello dell’allestimento, che ci ha impe-gnato molto.

Risultato più che soddisfacente, visto che le opere, rappresentanti i vari stadi del dolore sono ancora in mostra. Si passa dalla rielaborazione di lavori appartenenti alla classicità ellenica, il Laoconte, a quella rinascimentale con le Prigioni di Michelangelo, ma anche opere individuali di libera interpreta-

zione dei singoli allievi. Ope-re in bianco e nero e opere colorate… uno splendido risultato in una cornice di un ospedale. Ecco come sentirsi in un altro ambien-te, nonostante siamo in una struttura ospedaliera. L’o-spedale e il territorio, un passo in più per conoscerlo.

Alessia e Marco

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La storia di Chiaralis Viveva un tempo, nel Paese del Vento, una bambina molto sola, di nome Chiaralis. Chiaralis abitava in una piccola casa, con un immenso giardino cintato da un’alta siepe; il nonno della piccola era un viaggiatore e quando tornava dai suoi lunghi viaggi in terre lontane riportava a casa un seme o una piantina del luogo dove era stato. Così, in pochi anni, la casa di Chiaralis era stata soprannominata dagli abi-tanti del luogo “Regno delle Piante e dei Fiori”. Chiaralis giocava sola, arrampicandosi sugli alberi e correndo tra i fiori, ma la cosa che più la affascinava di quella sorta di paradiso erano le straordina-rie foglie multicolori che affollavano gli alberi del giardino. La bimba si era sempre divertita ad osservarle, ad inseguire quelle trasporta-te dal vento, ad animarle con la sua fantasia, rendendole attrici di curiose storielle che popolavano le sue giornate, facendola sentire meno sola. Un giorno, però, le venne un’idea: decise di dipingere alcune delle foglie più belle ed affidarle al vento perché le accompagnasse oltre il giardino, lungo le strade della sua città e forse ancor più lontano. Cominciò dunque da una setosa foglia di faggio. La bimba vi dipinse un magnifico cavallo bianco, poi, mentre la sollevava verso il vento, le disse: “Corri, fogliolina, fa’ galoppare il tuo cavallo fino alle lontane praterie”. E la foglia si alzò in volo, allontanandosi sempre più dal giardino. Chiaralis lasciò passare qualche giorno, poi rac-colse una foglia ovale di gelso, dove dipinse una maestosa aquila imperiale. La bimba accompagnò la foglia al vento dicendo-le: ”Corri fogliolina, fa’ volare la tua aquila fino alle lontane montagne”. Anche stavolta il vento aiutò il suo desiderio e la foglia si sollevò sempre più in alto, scomparen-do presto dalla sua vista. Chiaralis lasciò passare ancora qualche giorno, poi trovò una foglia di fico e su ognuno dei suoi cinque lobi dipinse un piccolo delfino; aspettò che il vento soffiasse maestoso, e gli affidò la foglia dicendo: “Corri, fogliolina, fa’ nuotare i

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tuoi delfini fino al lontano Oceano”. E l’amico vento sollevò la foglia con i simpatici animaletti. Trascorsero i giorni e Chiaralis tornò a giocare con le piante del giardino; passava le sue giornate a correre sul grande prato. Spesso le tornavano in mente le foglie che aveva dipinto e lasciato volar via dal giardino. Presto la nostalgia e la curiosità di sapere dove fossero arrivate si fecero tanto forti che Chairalis un mattino in cui il vento soffiava particolarmente impetuoso lasciò che gonfiasse la sua vestina blu e si lasciò librare in aria: in un attimo fu sopra il tetto della sua casa, dove atterrò dolcemente richiu-dendo la veste con le sue braccia. Aveva scoperto che poteva manovrare facilmente la direzione del suo percorso, così decise di proseguire il viaggio. Lo spettacolo del panorama che si apriva sotto i suoi occhi la lasciava quasi senza fiato. Decise di seguire il corso di un fiume che scorreva sotto di lei, e pian piano arrivò sopra una pianura, oltrepassò una foresta e atterrò su una prateria, dove, essendo molto stanca, si addormentò. Quando riaprì gli occhi si trovò circondata da un branco di cavalli multico-lori. Fra tutti Chiaralis ne vide uno bianco, magnifico, che assomigliava tan-tissimo a quello che aveva dipinto sulla prima foglia. Guardandolo meglio vide che sulla fronte aveva impressa una piccola foglia di faggio. Il cavallo le si avvicinò e sembrava tanto docile che la bambina

provò a salirci sopra e l’animale cominciò a muo-versi verso il fiume. Dopo essersi abbeverato Chiaralis gli chiese di continuare a costeggiare la riva, e così poco dopo arrivarono ai piedi di una montagna. La bambina incitò il cavallo a salire, ma arrivati a un certo punto l’animale si fermò e la fece scen-dere su una roccia: salutò con la coda e tornò verso valle. Chiaralis allora si sentì perduta e non sapendo cosa fare, si addormentò. Quando si risvegliò si sentì osservata da due oc-chi che la scrutavano dalla cima della roccia. Era un’aquila, una maestosa aquila imperiale che ricordava molto quella che Chiaralis aveva dipin-to qualche tempo prima. Da così vicino la bambina si accorse che in mez-zo agli occhi l’animale aveva impressa una picco-la foglia di gelso e tutto a un tratto si sentì al sicuro e si aggrappò all’aquila, che la trasportò fino alla cima della montagna.

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I Quando arrivarono la bambina poté vedere quello che c’era oltre il monte: era l’immenso Oceano, che Chiaralis non aveva mai visto. Come era vasto, non si riusciva a vederne i contorni, o forse non ne aveva! L’aquila scese la scogliera con rapidità, poi planò un po’ sull’acqua fino a trovare un isolotto dove lasciò la piccola che, vinta dalla stanchezza, si ad-dormentò. Quando si svegliò andò verso il mare, si chinò a cogliere qualche conchiglia e a sentire con i piedi la piacevole freschezza dell’acqua. Tutto a un tratto vide saltare davanti a sé un piccolo branco di delfini, che si immergevano e ricomparivano, mostrando ora la testa, ora la coda. Chiaralis rideva e batteva le mani, incantata dallo spettacolo. I delfini attirati dalla novità si avvicinarono alla riva e la bambina andò lo-ro incontro nuotando. Quando li raggiunse i delfini si disposero in circolo intorno a lei. Ormai sapeva cosa cer-care: li guardò attentamente e sulla fronte di ognuno di loro trovò impressa una piccola foglia di fico. Uno dei delfini invitò Chiaralis a salire su di lui e, seguito dagli altri che si alternavano nel trasporto della bambina, continuò la traversata fin dall’altra parte del mare: lì la lasciarono scendere, aspettarono che arrivasse a riva, la salutarono con i loro salti e tornarono verso le profondità dell’Oceano. Ora Chiaralis era di nuovo sola e, non sapendo cosa fare, si addormentò. Al risveglio aprì gli occhi e poco lontano vide una figura curva sul terreno che le dava le spalle. Anche vedendolo girato Chiaralis non aveva dubbi: quello era proprio il suo caro nonno, intento a cogliere una piantina di una specie esotica. La piccola gli corse incontro e, quando si riconobbero, grande fu la commo-zione di entrambi. Chiaralis gli raccontò del suo incredibile viaggio, e il non-no le spiegò che la sua spedizione era terminata e poteva tornare a casa. Così, per la prima volta il nonno e la nipotina fecero un lungo viaggio insieme e tornati a casa, nel Regno delle Piante e dei Fiori, Chiaralis aiutò il nonno a piantare i semi e le piantine del suo ultimo viaggio ed insieme si presero cura del giardino per tutta l’estate.

Pietro e Bianca con la mamma Alessandra

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Il villaggio dei dolci Nel villaggio dei dolci c’è un fiume di cioccolato.

Le case sono di gelato e dentro hanno i letti di zucchero filato. Ogni giorno cento persone andavano a tuffarsi nel fiume, per bere il cioccolato fuso. Per muoversi nel villaggio gli abitanti (fatti di zenzero) usavano le macchine fatte di caramelle. C’erano però una strega cattiva, fatta di panna montata, e un drago di liqui-rizia. Per sconfiggere i malvagi serviva il gelato al pistacchio. A occuparsi della giustizia c’era un cavaliere di fragola con lo scudo di gela-to al puffo. Grazie a lui il villaggio è salvo dai cattivi e gli abitanti possono vivere felici con i loro dolci.

Luca (6 anni)

Non avere paura Non avere mai la paura di poter perdere tutto, di rimanere rinchiuso in un mondo a parte, privo di colori, divertimenti, gioie e passioni. Non avere pau-ra di perdere ciò che sei. La paura, le lacrime, la tensione e il dolore non so-no altro che continui prelievi del sangue; magari all’inizio possono dare un lieve fastidio, ma ripetuti in continuazione non fanno altro che prosciugare. Quei piccoli e fastidiosi aghi si nutrono del tuo sangue, proprio come il dolo-re e la paura si alimentano con i tuoi sorrisi e le tue risate. Ricordati che non sei solo e non lo sarai mai. Se sorridere ti viene difficile non chiudere gli occhi, non abbandonarti alle lacrime, perché il vero sole della tua vita sei tu. “Stare bene”, è sicuramente il miglior rimedio, la più rapida e utile delle medi-cine, il più forte anestetico. Il sollievo che si prova nel non lasciarsi andare ma continuare a lottare, continuare ad essere ciò che sei, il sollievo che si prova nelle risate, ma soprattutto nel veder ridere alcune persone, è il bene più grande e prezioso che possa esistere. Non temere di essere diverso, coloro che lo sono per davvero sono le perso-

ne che decidono di non voler sorride-re, o di non far sorridere. Ricorda, non sei diverso e non lo sarai mai, perché sei unico.

Elena (15 anni)

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Ma scoprendo la realtà guardando ogni giorno con occhi nuovi ti renderai conto di quanto sia bello avere un piccolo posticino di vita su tutta la grande terra.

Dalla finestra della mia casa pur essendo in una grigia città chi sa apprezzare la bellezza del colore gioisce al crepuscolo del sole.

Gli innumerevoli raggi d’oro giocano con le sfumature del fogliame.

Laggiù innevate e resistenti le montagne rispecchiano contente la bellezza di essere al mondo.

Al tramonto, che par sempre lontano, mille colori si affollano in quello che prima era un cielo triste e solo. questo spettacolo inevitabilmente gonfia di gioia i nostri cuori.

Se ne mancasse un solo colore non sarebbe la stessa cosa.

Carla M.

Alla finestra

Non pensare al futuro, pensa al presente e quando il futuro sarà presente allora dovrai pensarci.

Ecco l’ultimo fiocco solitario che bacia il nudo suolo. La tempesta è finita.

Scintille luminose, riflessi di sole danzano sul calmo piano del mare lo specchio delle emozioni del cielo.

Immagino il vento che s’infila tra i capelli respiro finalmente aria.

Volare è libertà: volo nel cielo dell’armonia.

A volte, quando siamo tristi e soli, ci sembra di essere le uniche persone al mondo ad avere difficoltà.

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Libertà e vita: inseparabili L'uomo ha sempre pensato che esistessero delle divinità, entità superiori con straordinari poteri. Inoltre, ha sempre creduto di non poterli mai eguagliare e si è definito come un comune mor-tale. Quello che è sempre sfuggito alle genera-zioni passate è che l'uomo, in realtà, è sempre stato quasi alla pari di un dio! Combinando sag-gezza e potere si ottiene l'uomo. Con questo in-tendo che l'uomo è molto più che semplice car-ne ed ossa. Oltre ad un'anima, ha una mente. Avere potere non significa soltanto fare cose soprannaturali e impartire pene ad ognuno; non bisogna essere frettolosi nell'elargire giudizi, perché anche il più saggio potrebbe sbagliarsi. Il potere più grande non è privare le persone della loro libertà o togliere loro la vita, ma è

quello di DARLA! La VITA è un concetto astratto, difficile da definire. Per secoli filosofi di fama mondiale hanno provato a definirla, ma nessuno sa se ci sono riusciti, esprimendo tutte le emozioni adatte e cogliendone il vero significato. Una cosa però è certa: la vita può essere gestita da noi stessi. Questo è un altro grandissimo potere; essere liberi e poter fare ciò che si vuole, agire nel bene o nel male. Gli antichi greci pensavano che esistesse qualcosa a cui tutti sono sotto-messi, a cui non si può sfuggire e che ha addirittura più potere degli dei stessi. Questo insieme di concetti veniva definito con il nome FATO. Il fato è il destino; è qualcosa che ha sviluppato nei secoli nuove forme reli-giose e ispirato nuove culture. Secondo molti, ad ognuno di noi è stato dato un compito e siamo venuti al mondo solo per svolgerlo. Io non so se esista, ma credo che siamo noi tutti i giorni, con le nostre pic-cole scelte a cambiare il nostro futuro. Non dimentichiamoci che l'uomo è libero e che può gestire questa libertà! "Traghettati in questo mondo senza tempo da un destino incerto, viviamo il nostro presente tra inferno e paradiso!" Sono dunque le nostre libertà a permetterci di vivere la nostra vita, e le no-stre scelte a consentirci di determinarne il bello!

Stefano Berasi (14 anni)

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Cavalli e volley: le passioni di Nora V. Come ti trovi? Mi trovo piuttosto bene, le infermiere sono sorridenti e portano allegria. Quando sono arrivata non vedevo l’ora di essere operata, per fortuna che il dott. Perilli è stato così disponibile da operarmi subito. La mia compagna di stanza è molto simpatica e ci siamo trovate molto bene insieme. Quali sono i lati positivi di questo soggiorno in ospedale? Il primo è che mi hanno operata subito il secondo è che posso riposare nella giornata e la terza che posso mangiare in camera senza che i miei mi sgridi-no. E posso leggere tutto il tempo che voglio. E i negativi? (se ci sono) 1. che sto male. 2.non posso andare a pallavolo e neanche a cavallo. Sono le tue passioni? Sì, ho sempre avuto fin da piccola una grande passione per gli animali e, fi-nalmente, posso stare a contatto con i cavalli. Mentre pratico pallavolo da cinque anni circa e diventa ogni anno più impegnativa, ma è gratificante.

Conosciamo meglio il dott. Zamana

Intervistando il Dott. Costantino Zamana abbiamo avuto l’opportunità di scoprire il suo percorso professionale, cercando anche di capire gli aspetti negativi e positivi della sua attività di chirurgo pediatra. Chiacchierando a-michevolmente ci ha rivelato che ha intrapreso questa specialità casualmen-te, in quanto ha iniziato il suo percorso di studio nell’ambito della chirurgia generale, appassionandosi poi alla chirurgia urologica pediatrica. Lavora al San Carlo dal 2004, trovandosi molto bene sia con i colleghi che con il resto del personale. Alla domanda relativa alla preferenza tra sala ope-ratoria e la quotidianità dell’ambulatorio, ha mostrato il suo particolare inte-resse per l’”affascinante” sala operatoria. Nonostante questo, però, durante le visite in ambulatorio ritiene fondamen-tale instaurare delle relazioni sia con i bambini, sia con i genitori: il primo contatto avviene attraverso lo sguardo con il piccolo e soltanto in un secon-do momento si instaura una comunicazione con il resto della famiglia. Importante è sottolineare che ogni bambino, qualsiasi sia la sua età, interagi-sce con piccoli gesti, movimenti, parole e versi. Per svolgere al meglio questo lavoro è bene entrare in empatia con i piccoli pazienti e collaborare, consul-tandosi e chiedendo consigli ai propri collaboratori. Alla fine di questa intervista ci ha colpito particolarmente la sua passione e lo spirito che lo accompagna anche in quei giorni in cui il lavoro risulta più impegnativo e faticoso di altri.

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Intervista a Massimiliano (zio Max) Piras Durante il periodo di tirocinio abbiamo ritenuto interessante fare una chiacchierata con l’infermiere del pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale San Carlo: Max, soprannominato da tutti i piccoli pazienti Zio Max, in quanto sa come comportarsi con i bambini, rendendo il più piacevole possibi-le la loro, anche se breve, permanenza in ospedale. Parlando con lui, abbiamo scoperto il percorso che l'ha portato a ottenere l'impiego che oggi svolge, ma ci è stata data anche l'opportunità di cogliere i suoi metodi particolari. Nel corso dell'intervista, infatti, ci ha spiegato che prima di lavorare all'interno del pronto soccorso pediatrico è stato in altri Ospedali e poi nel reparto di Neurologia. Successivamente ci ha evidenziato l'importanza di instaurare subito un rapporto con il bimbo e solo in un se-condo momento con i genitori. Questo perché, secondo lui, la principale causa di paura e stress avvertita dai piccoli pazienti in situazioni particolari, come può essere l'ambiente ospedaliero, è rappresentata dall'ansia dei geni-tori, che spesso rende difficile anche il lavoro di medici e infermieri. Max, a quanto ci è parso di capire, ama i bambini e ama entrare in empatia con loro, aiutandoli a superare, oltre che il dolore, anche il loro eventuale disagio emotivo. In merito a ciò ha sottolineato come la bellezza e lo splen-

dore dei piccoli permane anche durante la malattia, quando stanno poco bene. In ultimo, ha evidenziato che se il ps pe-diatrico funziona alla perfezione è merito anche delle altre collaboratrici, Rita, Mo-rena, Debora, Stella, Nunzia, Grazie e Flo-ra sempre molto presenti e competenti.

Chiara C. si scatena con l’hip hop Come ti trovi? Qui al San Carlo mi trovo bene, le infermiere sono tutte mol-to disponibili e ho fatto delle nuove amicizie Quali sono i lati positivi di questo soggiorno in ospedale? Sono grata di avere persone che mi curano e che mi fanno stare bene, ma ci sono anche dei lati negativi… Ad esempio? Lunedì solitamente ho la lezione di danza e oggi non ci sono potuta andare perché ero qui Ti piace tanto danza? Sì, è la mia passione! Faccio danza come sport da tre anni, ma mi scateno con la musica fin da piccola. Non mi piace molto la dan-za classica, perciò ho scelto l’hip hop. Secondo me la danza è un modo per esprimere le proprie emozioni e tirare fuori il meglio di sé.

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La patente della bici Al martedì mattina arrivano i Vigili della Polizia Municipale di Milano, per proporci i Vigili in corsia! Roberto ha lavorato con noi. Ci ha fatto giocare e ci ha spiegato tante regole della strada, per cui dobbia-mo sempre fare attenzione. Roberto è il vigile che mi fa attraversare quando vado a scuola, in via Airaghi.

E' stata una lezione divertente: ci ha spiegato i tipi di segnali e abbiamo dise-gnato cartelli immaginari! Ci ha fatto un test finale con tante domande e ci ha dato la patente per an-dare in bicicletta a Milano!! Mi sono divertito molto e per un po' ho dimenti-cato il motivo per cui ero ricoverato in ospedale. Grazie a tutti!

Federico Tanzi (7 anni)

I vigili della città sommersa Alle 7 di mattina mi trovavo in ospedale. La maestra ho incontrato e con i vigili ho lavorato. Mi hanno subito presentato delle giovani ra-gazze, che mi son sembrate un tantino pazze. In un batter d’occhio SINDACO son diventa-to e un progetto ho elaborato! Antonino e Robertino i due vigili con palette e cappellino, divertivano i bambini con spiegazio-ni e disegnini. La città sommersa ci sembrava un po’ diversa dalle solite città, e chi ci abita lo sa! Se ci andrai potrai incontrare un cavalluccio e con lui un trattore. Per poter andare a scuo-la sullo SQUALOBUS dovrai salire, ma per im-parare a ballare dalla sirenetta dovrai andare. In questa magica città potrai andar di qua e di là. Ma i cartelli stradali do-vrai rispettare, sennò con i vigili avrai a che fare.

Stefano F. (17 anni)

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15 maggio 2013 è nato l’orto in Ospedale

Finalmente è arrivato il gran giorno: tutti insieme abbiamo preparato la festa per inaugura-re l’orto dell’Ospedale. Noi in pediatria in effetti riusciamo a far germogliare le piantine nella nostra serra, che poi vengono in parte messe a dimora nell’orto. Oggi per l’occasione sono venuti a trovarci i bambini dell’infanzia della scuola Carlo Marx e una classe della primaria della San

Giusto. Sono stati sorpresi nel vedere la grande organizzazione e… le piantine dell’orto! Prendersi cura di una piccola pianta aiuta il pa-ziente nel periodo della degenza. Quando poi si viene dimessi si porta a casa sempre un vasetto con un germoglio, con il compito di continuare a curarlo e farlo crescere. E’ stata l’occasione per unire il reparto di Psichia-tria, quello di Diabetologia, Dietologia, Oncologia e Pediatria. Abbiamo festeggiato con i Clown di Dottor Sorriso e con un ricco buffet! Ci siamo

divertiti a regalare piccole piantine e un segna libro fatto a mano dal nostro caro Marco.

Alessia, Nadia, Thomas,

Valeria, Nicole

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Filastrocca dei clown

In un abbraccio c’è una risata In una risata c’è affetto Nell’affetto c’è amore Nell’amore c’è un cuore In un cuore c’è luce di un sole che splende ogni mattina e illumina le giornate calde e colorate di felicità. I clown danno tante gioie Le gioie tanto amore come i bimbi del Signore

Marco Gallucci

Un grazie speciale Siamo alla fine del percorso, che bel periodo che abbiam trascorso! Clown, vigili, truccatrici e dottori rimarranno sempre nei nostri cuori! Un grazie speciale alla nostra mitica Ale!

Le ragazze del Rebora

Il bello della natura

C’erano gli alberi che sembravano neri Con lo sfondo dorato del cielo. E sembrava che era la parte delle fate e tutto intorno l’oscurità delle tenebre Come una persona in mezzo al male.

Stella

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Il cuore

Il mio cuore aiuta i sofferenti. Il mio cuore sprizza simpatia. Il mio cuore è l’amore. di un figlio verso la mamma. Il mio cuore è il coraggio per i bisognosi. Il mio cuore è l’amore per gli amici e per tutte le persone care della mia vita. Il mio cuore è la gioia della vita. Il mio cuore ha un colore, quello del sole.

Marco Gallucci

Aiuta il topolino Squik a raggiungere il formaggio

Eleonora

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Via Pio II, 3 - 20153 Milano Tel. 02/4022.1

www.sancarlo.mi.it

Azienda Ospedaliera Azienda Ospedaliera Ospedale San Carlo BorromeoOspedale San Carlo Borromeo U.O.C. U.O.C. didi Pediatria Pediatria -- tel. 02/4022.2278 tel. 02/4022.2278

Maggio - Giugno 2013

Il Reparto di Pediatria contribuisce alla realizzazione di questo giornalino bimestrale, con propri suggeri-menti e indicazioni. Solo il frutto di una stretta collaborazione fra tutto il personale sanitario, il corpo insegnanti, gli angeli del vo-lontariato e i frequentatori, ha reso possibile questa pubblicazione. REDAZIONE: Primario - Alberto Podestà Caposala - Claudia Papapicco Medici - Fabio Caccia, Luciano Cucchi, Laura Fiori, Maddalena Gibelli, Vittoria Locatelli, Cristina Marcellino, Marco Nebdal, Daniele Perilli, Stefano Rizzi, Maria Lorena Ruzza, Roberto Sangermani, Concetta Scalfaro, Mo-nica Tonella, Vaglia Paolo, Costantino Zamana. Infermieri e Puericultrici Insegnanti - Alessandra Guanzani Responsabile ABIO - Rita Ferranti Lavoro grafico - Thomas Nicola Coordinamento redazionale a cura del Servizio Relazioni Esterne, Comunicazione e Marketing Caporedattore - Giovanni Ruggeri


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