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Anno II n. 5 - - ‘Chiesa sulla Roccia’ di Gela LA FIONDA ... in PDF/La Fionda di David...2 In...

Date post: 17-Feb-2019
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LA FIONDA DI DAVID Affrontando i giganti Anno II n. 5 - - ‘Chiesa sulla Roccia’ di Gela [email protected] BUONE NOTIZIE “Gesù mi ha liberato “Gesù mi ha liberato dalla schiavitù dalla schiavitù del videopoker” del videopoker” I muretti del quartiere Macchitella, uno dei ritrovi pre- feriti dai gelesi per amabili conversazioni TESTIMONIANZA
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Page 1: Anno II n. 5 - - ‘Chiesa sulla Roccia’ di Gela LA FIONDA ... in PDF/La Fionda di David...2 In esclusiva mondiale, va ora in pubblica-zione la seconda puntata del dizionario delle

LA FIONDA DI DAVIDA f f ro n t a n d o i g i g a n t i

Anno II n. 5 - - ‘Chiesa sulla Roccia’ di Gela

[email protected] BUONE NOTIZIE

“Gesù mi ha liberato“Gesù mi ha liberatodalla schiavitùdalla schiavitù

del videopoker”del videopoker”

I muretti del quartiereMacchitella, uno dei ritrovi pre-

feriti dai gelesi per amabiliconversazioni

TESTIMONIANZA

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In esclusiva mondiale, va ora in pubblica-zione la seconda puntata del dizionariodelle espressioni tipiche della lingua gele-se.Abbogghia. Lo si dice, a scopo di conso-lazione, a chi ha appena assaggiato l’ama-rezza di un episodio di ingiustizia subita."Abbogghia" rivolto ad un bambino signi-fica: "Quietati, non piangere, non pensarepiù a quella cosa che ti fa male".A cura! Vuol dire stai attento o fai buonaguardia a chi ti è affidato in custodia nelcompimento di un tragitto. "A cura a tòfrati, dacci ‘a manu!".Attirituppiti (adattensavutu).Improvvisamente, in modo inaspettato.Arrivare a tirituppiti, senza preavviso, disolito mettendo a disagio il padrone dicasa.A ‘un ta ricogghiri?! Frase usata esclu-sivamente dalle mamme di Gela all'indi-rizzo di figli irrequieti, uscenti di casa aqualsiasi ora e in modo perfino poco edu-cato. "A ‘un ta ricogghiri?!" è una pro-messa/minaccia di provvedimenti disci-plinari che saranno presi verosimilmentedal padre, presso il tribunale del quale lamamma avrà accusato il figlio degenere.I provvedimenti raddrizza-schiena varianoa seconda dell'età del rampollo che li devericevere (o subire) e vanno dalla classica"masciddata" (lo schiaffone) alle botte "ascanga lignu", cioè un memorabile pestag-

gio. In alcuni quartieri di Gela c'è ancorachi usa (e osa) aggiustare la schiena ai figlia bastonate o “lardiandoli” (frustandoli)con la cintura dei pantaloni. Si narra chequalche esasperato genitore si sia addirit-tura spinto ad usare la spazzola con i chio-di d'acciaio.Austusu. Gustoso.Avi 'u sivu. L’espressione si applica aquei giovincelli che, come in preda ad undelirio, sghignazzano e irridono capriccio-samente tutti coloro che gli stanno attor-no. Lo scopo di chi "avi 'u sivu" general-mente è di finire dritto dritto incontro allesonore masciddate dei genitori.Briacu 'na signa. Letteralmente dovreb-be essere tradotto così: "Ubriaco come segli avessero iniettato l'alcol nelle venedirettamente con la siringa".Calacavisi. Arachidi o noccioline ameri-cane. Il vocabolo, sicuramente pittoresco,fa riferimento agli effetti fin troppo dige-stivi del prodotto, talmente rimastiimpressi nella memoria dei gelesi da pas-sare ad indicare, per antonomasia (si dicecosì!), il prodotto stesso.Cicaredda. Tazzina. "Cummari, me laoffrite una cicaredda di cafè?".Chista è a zzita! Così stanno le cose,prendine atto! Se non ti conviene, te nevai.In alternativa, è fiorito il detto: “O timangi ‘sta minestra o ti bii da finestra!”.

Abbogghia!Dizionario dei modi di diredella solare lingua gelese.Parte seconda

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E si iungeru, pani duru e cuteddu ch’‘un tagghia! Cosa succede se si associanodue soggetti senza nessuna affinità? E’come unire il pane duro al coltello che nontaglia: assieme non funzionano.Figghioli mei! E' una espressione di stiz-za frammista a stupore. Equivale al piùdiffuso "signori miei!". "Figghioli mei, pig-ghiaiu a pinsioni e già si finiu?".Forza a iddu che è paiatu! Il dettotende a giustificare il ricorso ad una buonadose di legnate nei confron-ti di chi se la “merita”.In italiano si traduce:“Quando sei costretto adare legnate a qualcuno,non ti lasciare frenare daltimore di esagerare”.Gira e vota e si littica ‘n‘atra vota. Detto ormaiantico e incamminato aldisuso. Descrive l'atteggia-mento di quelle casalingheimpigrite che, a furia distare litticate (a letto quin-di), vengono meno, in tuttoo in parte, ai loro doveridomestici.Lividduni. Adolescenteavviato verso un buon sviluppo fisico.Lupicuviu. Persona dal carattere chiusoe malpensante, che si abbandona spesso ascatti di ira. Sembra proprio che covi unlupo nelle sue viscere.Mancu ca cucchiara ti ponu cogghi-ri! E' un esortazione, rivolta a chi ha intra-preso, o sta per intraprendere, un'azionetalmente faticosa da rischiarci le penne.Tanto che poi, figurativamente, non la sipotrà raccogliere da terra nemmeno con ilcucchiaio. Insomma, prima di intrapren-dere un’impresa bisogna valutare di nonsguaddrararisi (sgualcirsi) troppo.Maritarisi co’ cannistru. Sposarsiquando ormai il pancione è così visibileche sembra un canestro.Marrica casi. Combinaguai, malfattore,divoratore di case e di pace familiare.

Il figuro in questione può essere etichetta-to nondimeno come "torci la via".Se invece le mascalzonate sono reciprochetra due soggetti, allora è il caso di dire: “Tumi tingisti e iu ti marracaiu” (Tu mi haitinto e io ti ho insozzato).Miliniari. Mangiare una triste cena dopouna giornata costellata di brutte notizie,trascorsa miserabilmente, con tantidispiaceri nel cuore. "Fammi miliniari!"(Non ne ho nemmeno voglia, ma devo

mangiare per stare inpiedi!). Se invece la feralenotizia arriva durante ilpasto, quest'ultimo fa a chilo mangia vilenu e tossicu.Mi levu da trumma e mimettu da trummintina?Lasciare un vecchio einsoddisfacente lavoro perabbracciarne uno più pro-mettente, che invece sirivelerà una tale delusioneda far rimpiangere la situa-zione precedente. Come unmusicista che, dalla trom-ba, si ritrova declassato asuonare la trombetta.Mi scippa di l'ugna. Mi

provoca fino a farmi uscire le unghia difuori.Marissimu. Si dice di uno che sta visibil-mente male, pallido, fiacco, devitalizzatocome una protesi dentaria. Marissimuinsomma. Esiste anche il grado superlati-vo: murtizzu.Mprisiari. Essere oltremodo insistentinel sostenere la propria versione dei fatti.Mutu cu sapi ‘u iocu. Non svelate leregole del gioco.Ncupunati bonu. Copriti bene.Orbu canariu. Dicesi di uno che conti-nua a non vederci nonostante gli occhiali afondo di bottiglia.Pigghiarisi ‘i currivu. Prendersi di ran-core, rabbia e irritazione per qualcosaandata male per un soffio.

Se avete una moglie“marissima”, che, “girae vota, si littica ‘n’atra

vota”, allora vi convieneassumere una cameriera.A meno che vostro figlio

non sia un “lividduni”in grado già di dare

una mano in famiglia

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Pigghiari 'u violu. Acquistare libertàaffrancandosi dalla sorveglianza di qualcu-no.Pivilu ‘i menzannotti. Dicesi di colui ilquale usa piangersi addosso per ogni pro-blema, senza riguardo per l'ora. Un similefiguro sarebbe anche capace di “truvulia-re” (piangere ininterrottamente) anche dinotte, senza lo scrupolo di disturbare ilsonno dei vicini.Procchiu rinisciutu. Persona di umiliorigini che, venuta su dalla gavetta, ha rag-giunto il successo econo-mico. Se invece la suacondizione sociale è anda-ta peggiorando, allora…sumangianu i procchi!Quannu veni 'u iornuca ti ni vai?Già, quando viene? Pisubbitu!P a r r a s c i u n i a r i .Parlottare sottovoce conse stessi per sfogare il nervosismo.Pirdisti a mula e cerchi 'u capistru?Mancare la comprensione di un problema,essere lontano dall'afferrarne il nocciolo.Come qualcuno che, avendo appena smar-rito un animale da soma, si mette allaricerca del capestro che lo teneva legato.Quatalatu. Stare coricato, avvolto nelconfortante tepore delle coperte, non peresigenza di sonno, ma semplicemente percombattere il freddo.Scaccaniari. Ridere sghignazzando.Scriticchiarisi. Prendere parte ad unatavola ben imbandita, traendone sommasoddisfazione intestinale.Si va circannu ca’ cannila (o canni-ledda). Essere sempre in mezzo ai guai,uno tira l'altro, come andandoseli capar-biamente a cercare.Se voi a figghia lieta e maritata teni-la luntanu da soggira e da cugnata.

Se vuoi tua figlia felicemente sposata, tie-nila lontano dalla suocera e dalla cognata.Sbarattarisi. Confondersi.Spurucuddarisi. Schiodarsi da un impe-gno rivelatosi stressante, in particolare dafaccende che obbligano a fare la fila. “Mispiricuddaiu ora da posta”.Spicchiu ‘i mennila amara. Personascomoda, dal carattere difficile e maidoma.Mara cu ci ‘ngagghia.Descrive l’amara esperienza di chi ha la

ventura di “incagliare” inuna persona inaffidabile.Tampasiari.Girovagare, entrare inluoghi di ritrovo per pas-satempo o per curiosare.Testa ‘i bummulu.Duro di comprendonio,testa dura. Esiste anche laformula “Aviri a testabummili bummili”: avere

un mal di testa a percussione, fortissimo.Tortu comu ‘i curvi ‘i Vutera. Personastolta, contradditoria, poco lineare, comele famose e tortuose curve della strada pergiungere alla vicina città di Butera.Tacchimi 'u sceccu quandu mi sciar-riu. Istigare qualcuno alla lite.Un tipu sbregs (fasesu). Uno il cuicomportamento ondivago evidenzia unfunzionamento del cervello a correntealterna, con fasi brillanti e fasi calanti.Vucca cumparra si chiama cucuzza.Incitamento a parlare apertamente, senzaimbarazzi. Del resto la bocca non servesolo a mangiare frutta e verdura.

Roberto [email protected]

Se avete la testa bummilibummili, allora potrestesvagarvi tampasiando in

qualche bar. Se fa freddo,però, meglio stare quatalati

Sostienilo con una sponsorizzazione o con una donazioneInfo tel. 347.6605030 - Email: [email protected]

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Mi chiamo Klodiana Gentile, ho ventiseianni e vivo a Gela da quattordici. Un anno emezzo fa ho scoperto di avere un tumore alcervello. Quella mattina mi alzai ed ebbiun'allucinazione, poi un gran mal di testa etanta nausea. Mentre stavo così male, chiesia mio marito e a mia suocera di pregare perme. Non feci in tempo ad aprire la Bibbiache fui presa da un attaccoepilettico, caddi a terra epersi conoscenza, entrandoin uno stato di coma chedurò diverse settimane. Aquel punto chiamaronol'ambulanza. Mio marito sispaventò tantissimo vedendo che non respi-ravo più. Così si inginocchiò e invocò Diochiedendogli di salvarmi. Quando arrivam-mo in ospedale i medici comunicarono ladiagnosi: tumore cerebrale, molto grosso,non operabile. Fu un colpo durissimo.Oggi mio marito confessa che avrebbe pre-ferito morire piuttosto che sentire una noti-zia del genere, ma c'era qualcosa che lo por-tava a pensare a Dio e ad avere fiducia inLui. Mi posero in coma farmacologico e

quello stesso giorno fui trasportata aCatania con l'elisoccorso. Il medico che mivisitò disse a mio marito che il giorno dopomi avrebbe operato ma che l'intervento eramolto difficile, non c'erano garanzie di riu-scita e, nella migliore delle ipotesi, sareirimasta invalida. Infatti il tumore eragrosso come un'arancia e schiacciavail cervello. Prima che mi operassero, miomarito disse al dottore di non preoccuparsiperché Dio l'avrebbe assistito nell'interven-to. Quando il dottore uscì, dopo tre ore diintervento, disse che era andato tutto benema che non si poteva chiudere subitola testa perché il cervello era gonfio.In ogni caso, non si sapeva in che condizio-ni mi sarei svegliata, anche se i medicilasciavano intendere che le probabilità diinvalidità o demenza erano altissime. Passòancora del tempo e finalmente un giornoripresi conoscenza e cercai con lo sguardo imiei familiari. Fu grande la loro gioia nelconstatare che la mia mente era lucida.Molte chiese in Italia avevano pregato perme. E un giorno, mentre il dolore lo som-mergeva, il Signore fece capire a mio maritoche non doveva più piangere per me, perchéEgli mi avrebbe restituita alla mia famigliasana e salva, senza nessun handicap. E fucosì che Dio fece. Andai a curarmi inFrancia, ma ci fu un ritardo nel cominciarele cure, così che il tumore, che prima era

stato tolto tutto, erarispuntato. Pregai Dio chenon dovessero rioperarmicosì come mi avevano anti-cipato e, ancora una volta,Lui ascoltò la mia preghie-ra. Affrontai tutte le cure

con serenità, nonostante avessi perso icapelli. Avevo la forza di mangiare, difare le faccende domestiche, di vive-re. Quando terminai le cure il tumore si eraridotto di poco, ma dagli ultimi controlli èrisultato che, addirittura senza cure, ha con-tinuato inspiegabilmente a ridursi. Oggi lamia battaglia contro il cancro non è ancorafinita, ma ringrazio Dio che mi dà la forza divincere la paura perché so che, qualunquecosa accada, la mia vita Gli appartiene.

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"Io posso ogni cosain colui che mi fortifica".

Filippesi 4:13

LA MIA LOTTACONTRO IL TUMOREAL CERVELLO“Potevo rimanerci stecchita, invececon la fede in Gesù Cristo tutto stamigliorando”

Klodiana Gentile, 26 anni. “Con Gesù affron-to le cure serenamente e spero il meglio”

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“ERO SCHIAVO DEL VIDEOPOKER”

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Mi chiamo Giuseppe Farruggio, ho qua-rantadue anni e sono un macellaio gelese.Sei anni fa sono stato scoperto da mio suo-cero mentre giocavo al videopoker. Era unvizio che avevo preso da ragazzo, moltoprima di sposarmi, ma nessuno se ne eramai accorto. Ricordo che, di fronte allamacelleria di famiglia nella quale lavoravo,c'era un bar con una di queste infernalimacchinette. La prima volta che entrai pergiocare vinsi subito. Da quel momento lafebbre del gioco si impadronì di me: nonmi importava l'ammontare delle vincite, iodovevo assolutamente giocare. Ci presigusto. Giocavo perché desideravo più soldidi quelli che già guadagnavo, ma non mirendevo conto che stavo perdendo anchequello che avevo. Quando perdevo provavotanta rabbia per essere stato battuto da

una macchina, non accettavo l'idea di esse-re stato sconfitto da un marchingegno chenon aveva la mia stessa intelligenza e lamia furbizia. Perciò inserivo un'altramoneta e mi accanivo nel gioco. Il pocoche talvolta vincevo non bastava mai arecuperare tutto quello che avevo perso.Dopo essermi sposato, lasciavo mia mogliesola al negozio con la scusa di portare laspesa al domicilio dei clienti. Finite le con-segne, mi fiondavo a giocare tutti i soldiche avevo appena incassato.La sera, chiuso il negozio, andavo di nuovoa giocare e, quando tornavo a casa, raccon-tavo a mia moglie mille bugie per giustifi-care la mia assenza. Ero diventato talmen-te bravo a mentire che mia moglie finivasempre per credermi. La gente che mivedeva giocare non mi diceva niente, moltimi riconoscevano a causa del mio mestie-re, ma io non mi accorgevo di nessuno: perme esisteva solo l’infernale macchinetta.Qualcuno suggerì a mia moglie di aprire gliocchi sul mio vizio, ma lei inizialmentenon colse la gravità del problema. Pensavafosse un passatempo da pochi euro a setti-mana. Fino a quando non si accorse chenon c'erano più soldi per pagare i fornitorie le varie spese, che gli assegni da me fir-mati erano scoperti e che non stavo mai inmacelleria.La mia incostanza nel lavoro mi fece per-dere tutti i clienti, tanto che dovetti chiu-dere l'attività. Fui subito assunto in unsupermercato come macellaio, mentre miamoglie, per pagare i debiti, cominciò alavorare andando a fare pulizie nelle case earrangiandosi come sarta. Lavorava dinascosto, per non farmi sapere che c'eranoaltri soldi da bruciare.

Le continue perdite al gioco mi costrinsero a chiudere il mio negozio e stavanofacendo naufragare la mia famiglia. Ma quando ho accettato Gesù Cristonella mia vita tutto è cambiato

Giuseppe Farruggio, 42 anni, ge lese .“Non facevo altro che mentire a mia moglie“

Ripescatoda Gesù!

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Ovviamente io continuavo a giocare. Alsupermercato c'erano alcuni colleghi checonoscevano il Signore e che mi invitavanoad andare in chiesa, ma a me non interes-sava, la sera avevo ben altro da fare. Miamoglie voleva che le consegnassi lo stipen-dio per impedire di andarmelo a gioca-re, ma c'era sempre quellabanconota che furbamen-te riuscivo a nascondereper continuare ad alimen-tare il mio vizio. Non mirendevo conto che erosommerso dai debiti eper un anno nemmenomi accorsi che miamoglie andava a lavorare. Lo scopriisolo quando rimase incinta della nostraseconda figlia e perciò fu costretta a rac-contarmi tutto.La mia vita e quella dei miei familiariormai era un inferno ed io non ne ero con-sapevole perché non ero più padrone di mestesso: ero schiavo del videopoker. Questastoria andò avanti fino al giorno in cui, cin-que anni dopo la chiusura della macelleria,mio suocero, come detto, mi sorprese agiocare. Mi guardò arrabbiato e mi intimòdi tornarmene subito a casa. Quella fu l'ul-tima partita che giocai. Nel frattempo miamia moglie era stata avvisata di quello cheera successo. Lei si arrabbiò moltissimo:faceva molti sacrifici per liberarci dai debi-ti e per mantenere la famiglia e la casa, edio la stavo ripagando nel peggiore deimodi. Quando andai a prenderla al lavoro,non mi disse niente, ma, appena arrivam-mo a casa, preparò una valigia con le cosesue e dei bambini chiedendomi di accom-pagnarla da sua madre perché non volevapiù vivere con me.

Il mio matrimonio si stava sgretolandodavanti ai miei occhi ed io non me ne eroaccorto, tanto ero drogato di gioco. Miamoglie faceva la valigia ed io continuavo amentirle, negando ogni addebito. In quelmomento mi sentivo confuso, non sapevo

che fare. Quando arrivammo a casa deimiei suoceri, mia moglieentrò ed io la seguii, malei cominciò a spingermiper buttarmi fuori. Fu inquel momento che mi resiconto che stavo perdendoper sempre il suo affetto.Non potevo sopportaretutto questo. Non le per-

misi di lasciarmi fuori da quel portone.Così lei prese i bambini e ce ne tornammoindietro. Arrivati a casa, mi disse che sevolevo continuare a stare con lei dovevoprendermi le mie responsabilità, dovevocontribuire al mantenimento della fami-glia e dovevo andare in chiesa con lei.Infatti mia moglie aveva accettato GesùCristo già da qualche anno. Iniziammo afrequentare la chiesa dove c'erano i mieicolleghi e fu così che la mia vita cambiòradicalmente. Il Signore agì subito nelmio cuore ed io non provai mai piùla bramosia di giocare al videopo-ker.Fui liberato inoltre anche dal vizio delfumo. Dio aveva salvato il mio matrimonioe la mia famiglia. Gli sarò sempre grato perquesto.Oggi noi siamo una famiglia felice perché ilSuo amore è entrato nella mia casa. Vogliodire a tutti quelli che si trovano nella stes-sa situazione in cui ero io che c'è una spe-ranza per la vostra vita e che il Dio che hasalvato me vuole salvare anche voi.

"Cercate il Signore, mentrelo si può trovare; invocatelo,

mentre è vicino".Isaia 55:6

Chiunque ha accettato Gesù Cristo come personale salvatore,può inviarci la propria testimonianza di fede, di benedizione e di guarigione.

Info 347.6605030 - [email protected]

INVITO ALLA TESTIMONIANZA

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Ogni domenica ore 18(a luglio ed agosto viene anticipata

alle 10.30 del mattino)

Ogni giovedì ore 19

ECCO COME TROVARCI:Sede: Gela (93012) - Via Rimini 50Tel. 0933.921561 - Tel. mobile 347.6605030

E-mail: [email protected]: www.chiesasullaroccia.it

(prossimamente online)

I PRINCIPALI SERVIZI DEL CENTRO CRISTIANO “CHIESA SULLA ROCCIA”

“La Fionda di David” (di Affrontando i giganti), il giornale delle buonenotizie, è un periodico trimestrale edito dalla Chiesa sulla Roccia di Gela,via Rimini 50, a scopo di evangelizzazione. Non persegue pertanto fini dilucro. L’eventuale pubblicità serve a coprire una parte dei costi di produzio-ne. Redazione Centro Cristiano “Chiesa sulla Roccia”. Telefono0933.921561, mobile 347.6605030. E-mail: [email protected] 3.500 copie. Distribuzione gratuita. Autorizzazione Trib. di Gelan. 2 del 15/05/2008. Direttore responsabile Roberto Gerbino.

PROSSIMA USCITA SETTEMBRE 2009

“CELEBRAZIONE E ADORAZIONE”

“CONDIVISIONE DELLA PAROLA DI DIO”

Prossimamente“Tutto è

possibile!”

Estate, tempo di Grest. Organizzatodalla Chiesa sulla Roccia di via Rimini

50, a luglio torna “Stelle d’Estate”, incen-trato sul sano divertimento e sui valori

cristiani. Il tema dell’edizione 2009è “Stop al bullismo”.

Iscrizioni aperteper i bambini dai 3 agli 11 anni di età.

Info 348.7487423

GREST 2009, APERTE LE ISCRIZIONI

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Mi chiamo Adriana Fede-rico, sono di Gela, ho cin-quantadue anni e tre figlistupendi. Un bel po' di annifa attraversai un periodo ter-ribile a causa dell'improvvi-sa perdita di mio padre.Un infarto fatale se lo portòvia inaspettatamente, consi-derato che mio padre, puravendo ottant'anni, nonaveva mai accusato nessuntipo di disturbo. Il doloredella perdita mi gettò in unostato di profonda depressio-ne. In un certo senso, eracome se fossi morta anch'io,di fatto non esistevo più!Mio padre era il mio punto di riferimento e,

nonostante avessi la famiglia, per me rima-neva sempre un pilastro.Ormai ero diventata assente come moglie emadre, non avevo voglia di fare nulla,mi chiedevo il perché della vita e di tantisacrifici se poi tutto deve finire.Io stessa non mi sopportavo e chiede-vo al Signore che non ce la facevo piùa stare così. Parlavo con Dio anche se nonlo conoscevo. Mio marito cercava di spro-narmi in ogni modo, ma la mia situazionenon migliorava, anzi, peggiorava inesora-bilmente. Questo mio stato depressivo duròsette lunghi anni, durante i quali frequenta-vo una comunità religiosa dove speravo cheDio mi parlasse e mi aiutasse ad uscire fuorida quello stato di apatia cui ormai ero inca-tenata. Un bel giorno mia sorella cominciòa parlarmi di un Gesù vivente e operante, ingrado di tirare fuori gli esseri umani daqualunque problema. Cominciai a leggerela Bibbia e un verso mi toccò: "Io sonol'Eterno, Colui che ti ha creato, e dallamorte ti ha risuscitato”. Chiedevo a Dio diindicarmi in qualche modo quale fosse laverità da seguire! Ero incuriosita ma volevoresistere all'idea di mettere piede in unachiesa dove al centro di tutto c’era Gesù

Cristo. Un giorno mi decisiad andare nella nuovacomunitè: lì cominciai apiangere e vidi per la primavolta la luce di Dio.Insieme alle lacrimebuttai fuori tutto il dolo-re che avevo tenuto dentroil mio cuore per tanti, forsetroppi anni.Il miracolo di Dio nella miavita arrivò subito perchénon avvertii più la cappadella depressione. Ripresi ilbandolo della mia esistenzae l'amore per gli altri chenon avevo più, ma che Gesù

mi ha restituito.

7 ANNI DI DEPRESSIONE,POI LA RINASCITA“Grazie a Gesù Cristo sono uscitadal terribile male oscuro che mi gettavanell’apatia dopo la morte di mio padre”

Adriana Federico, gelese. “Diedi tutto il miodolore a Gesù e la depressione svanì“

"Fratelli miei,considerate una

grande gioia quandovenite a trovarviin prove svariate,

sapendo chela prova della vostra

fede producecostanza!".

Giovanni 1:2-3

Rigeneratada Gesù!

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Ti è mai capitato di rimandare a domaniqualcosa che avresti dovuto fare subito?Come, ad esempio, cambiare l'olio dellamacchina, curare un dente malato, faredegli esami clinici importanti?Il rimandare a domani ciò che potevi e/odovevi fare subito ti ha derubato, alla fine,del motore della macchina, andato in fumo;del dente, irrimediabilmente cariatosi;della salute, perché non hai "ascoltato" intempo un sintomo. Ma il rimandare adomani è un nemico in grado di provocaredanni ancora più disastrosi ed…eterni.Di recente ho ricevuto questa lettera: "Caropastore, grazie per i tuoi consigli. Oggi,per la prima volta, sento che sto crescendospiritualmente e ciò mi fa sentire bene.Prego ogni giorno e memorizzo le promes-se di Dio settimanalmente. Mi sono unitoad un gruppo di studio biblico e adesso soche Dio sta rafforzando la mia fede. Ma,onestamente, rimpiango di non aver fattotutte queste cose molto prima. Ho sprecatocosì tanti anni facendo altro e ho trascura-to la mia relazione con Dio. Ora riesco avedere il modo in cui avrei evitato tantissi-mi problemi, dolori e tante preoccupazio-ni, se avessi fatto ciò che sto facendo ades-so. Come vorrei riportare da capo la cas-setta e dare un nuovo inizio alla mia vita".Il problema è che non puoi riavvolgere ilnastro da capo. Il passato è passato, ciò cheè stato è stato. Non puoi cancellarlo, puoisolo ricominciare (con un bagaglio di espe-rienza che ti servirà ad evitare errori futu-ri). Il Dio di grazia ti dà sempre una nuovapossibilità per ricostruire la tua vita.Egli è l'Iddio delle molteplici opportunità,ma "il Suo Spirito non contenderà per sem-pre con l'uomo".Abbiamo sempre un nuovo anno, un nuovo

mese, un nuovo giorno. Allora perché rima-nere surgelato nel tuo passato?In Atti 22:16 Dio disse a Saulo: “perchéindugi nel chiedere il perdono dei tuoi pec-cati?”. Amico, Dio ti sta ponendo la mede-sima domanda: perché rimandi di mettertiin regola con Lui? Perché non accetti pub-blicamente Gesù Cristo e lo confessi cometuo Salvatore e Signore? Alcuni si "difendo-no" con scuse del tipo: Non appena saròconvinto che la Bibbia è la Parola di Dio eGesù Cristo il Figlio di Dio, lo accetteròpubblicamente. Altri aspettano di esaurireprima tutte le cartucce dei piaceri di questavita. Il mondo è pieno di queste persone el'inferno ancora di più. Persone che hannocommesso l'errore di pensare che, quandosi stancheranno della mondanità, sarannoancora in tempo per rivolgersi a Cristo. Conl'abuso di alcol, il fumo, il piacere smodato el'attaccamento al denaro, il parlare sporco eil pensare male, la tua vita prima o poidiventerà un inferno, altro che godimento!"Sto aspettando che si convertano prima imiei amici", potrebbe obiettare qualcunaltro. I giovani aspettano i loro amici, lemogli aspettano i loro mariti, il fidanzato lafidanzata, e viceversa. Taluni si autogiustifi-cano così: "Quando mi sposerò...avrò unfiglio...quando i figli cresceranno...quandoprenderò lavoro...quando finirò gli studi,allora avrò tempo per le cose spirituali".Il rimandare a domani rischia di com-promettere la tua vita, la tua eternità equella degli altri. Pensiamo a cosa sareb-be successo alla figlia di Iairo se suo padreavesse indugiato a rivolgersi a Gesù."Mentre egli parlava ancora, vennero dallacasa del capo della sinagoga, dicendo: "Tuafiglia è morta; perché incomodare ancora ilMaestro?".

E' SAGGIO RINVIARECONTINUAMENTE A DOMANI

LA RELAZIONE CON DIO?Le illuminanti risposte della Bibbia

Rubrica a cura del pastore Nuccio Iozza

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Ma Gesù, udito quel che si diceva, disse alcapo della sinagoga: "Non temere, soltantocontinua ad aver fede!" (Marco 5:35-36).Un uomo chiamato Iairo venne a Gesù e lopregò con insistenza, dicendo: "La mia bam-bina sta morendo. Vieni a posare le mani sudi lei, affinché sia salva e viva". Ma alcunicosiddetti amici vennero e gli dissero: Tuafiglia è peggiorata, anzi è morta, non inco-modare oltre il maestro".Riuscite ad immaginare cosa sarebbe suc-cesso se Iairo avesse dato ascolto ai suoiamici?In Luca 12:20 leggiamo che Dio disse al riccoepulone: "Stolto, questa notte stessa l'animatua ti sarà ridomandata; e quello che haiaccumulato, di chi sarà?".Chi di noi conosce la sua ora? Nessuno. LaBibbia descrive la brevità della vita parago-nandola ad una foglia che ingiallisce, erbache si secca, ombra, vapore. Io non so quan-to vivrò, ma so che comunque la nostra esi-stenza è breve. Perché Dio dovrebbeconsentirti di rinviare a un altro gior-no, un altro momento, la relazione conLui? Oggi Dio ti sta offrendo ancora una

volta la possibilità di conoscerLo attraversoGesù Cristo che dice: "Io sto alla porta ebusso". Ogni qualvolta ascolti l'annuncio delvangelo, Egli ti dice: "Se odi la mia voce eapri il tuo cuore, io entrerò…". Diffida dalperpetuo rinvio. E' molto facile temporeg-giare quando si tratta di scelte importanti.Guardati dal rinviare ancora la tua decisioneper entrare nell’eternità. Pensando al passa-to, a volte mi dico che sono stato uno sprov-veduto ad aver tardato così tanto ad accetta-re la nuova vita in Cristo. Il continuo riman-dare l'avvicinamento a Dio è uno dei piùgrandi nemici della vita cristiana. "Uno diquesti giorni farò sul serio con Dio" è la soli-ta autogiustificazione. Uno di questi giorni?Nessuno di noi ha garanzie sul domani. Lavenuta del Signore è sempre più vicina.Perciò, qualsiasi cosa devi fare per Cristo,non indugiare.Lo ripeto, oggi è il giorno della salvezza.Quando Dio dice "oggi", nessuno dicadomani.

Rev. Nuccio [email protected]

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