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ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - non …2001/11/10  · ANNO VIII N. 10/11...

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ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - Sped. A. P. comma 20 art. 2 L.23.12.96 n. 662 Roma/Romanina (o ferrovia) Estero: Taxe percue - Rome - Italy Tipolitografia - Lavori offset Stampa editoriale e commerciale Pieghevoli, opuscoli, riviste e giornali - Fotocomposizione computerizzata Macintosh Rilievo a secco - Termorilievo Partecipazioni Lungotevere Prati, 16 - Roma Tel./Fax 06/6879867 Tipolitografia - Lavori offset Stampa editoriale e commerciale Pieghevoli, opuscoli, riviste e giornali - Fotocomposizione computerizzata Macintosh Rilievo a secco - Termorilievo Partecipazioni Lungotevere Prati, 16 - Roma Tel./Fax 06/6879867 MENSILE MOLISANO DI INFORMAZIONE FONDATO DAL GRUPPO “INSIEME PER DURONIA” Cammina, Molise! UN PROGETTO CHE DURA NEL TEMPO, UNA SVEGLIA PER CHI E’ IMMERSO NEL SONNO di ENZA SANTORO REALE Un’esperienza quella di ‘Cammina, Molise!’ che resiste nel tempo, conser- vando l’entusiasmo dei primi anni e con- cretizzandosi ogni volta con piena soddi- sfazione dei partecipanti; questo baste- rebbe a confermarne la validità e a grati- ficare gli organizzatori, stimolandoli a continuare in azioni, la cui complessità aumenta, quando si mira a coinvolgere le forze politiche. Ma ‘Cammina, Molise!’, al di là della fruizione offerta ai marciatori in termini di bellezze naturali, prelibatezze culina- rie, cordialità semplice e schietta, si è posto da sempre un compito molto arduo, quello di risvegliare chi, adagiato in un sonno soporifero, ha le membra immerse in una completa inerzia. L’invito ‘Muoviti che la strada è lunga’, dopo sette anni, è ancora attuale, perché le membra che cominciano a destarsi sono ancora a mezz’aria, in attesa di un coordinamento sano e lungimirante che dovrebbe assecondare i segni del risveglio, con un nutrimento continuo ed efficace, più che con stimolanti che danno un’euforia transitoria, ma non rafforzano le energie in modo duraturo. La speranza che lo scorso anno era alimentata dal riscontro di un movimento in atto nel vecchio Molise dormente, que- st’anno viene ancora sostenuta dalla con- sapevolezza che quel movimento conti- nua, anche se non ancora ha prodotto un effetto globale e risolutivo. E’ vero i piccoli paesi molisani nei mesi estivi riacquistano un’anima che li ridesta a una nuova vita; grande è l’af- flusso degli emigrati e dei turisti, il cui numero pare si rafforzi nel tempo; grande è l’animazione: giochi, feste popolari, offerte culinarie, sagre che la Pro Loco e le Associazioni di Volontariato organizza- no con apprezzabile impegno; note indubbiamente positive che rianimano il paese per un periodo limitato, lasciano il piacere della festa, ma non il segno inci- sivo di un rinnovamento economico. segue a pag. 3 GRIDO D’ALLARME di GIOVANNI GERMANO Cari amici, collaboratori e marciatori, sindaci e sostenitori, grazie! Sarò presuntuoso, ma vi ringrazio a nome della nostra terra. Questa terra molisana, tanto bella per le sue risorse naturali e storico- culturali, quanto straziata per l’inet- titudine politica di quanti, a livello nazionale e regionale, negli ultimi decenni hanno avuto la responsabi- lità di decidere quali strade dovesse prendere lo sviluppo per la rinascita di una Regione, falcidiata dall’emi- grazione. I risultati di questa inefficienza sono catastrofici. I giovani, come negli anni ‘50 e ’60, continuano ad andar via dai loro paesi d’origine, perché privati di ogni prospettiva. L’entroterra si svuota e le città capo- luogo si gonfiano a dismisura, con tutte le nefaste conseguenze. L’abbandono delle terre ha procura- to da una parte il declino demografi- co indistintamente di tutti piccoli centri, parecchi di questi ridotti a poche centinaia di persone, e dall’al- tra ha innescato il degrado idro-geo- logico del territorio. Un territorio prima salvaguardato dall’oculata economia agricola dei nostri contadi- ni, forse troppo parcellizzata ma capace di far fruttare pure le pietre, ed ora compromesso dai funesti interventi, frutto delle elargizioni pubbliche, non coordinati da un ade- guato progetto di sviluppo però pro- mossi il più delle volte unicamente per foraggiare la politica clientelare di sempre, l’unica attività produttiva della nostra Regione. In questo quadro l’attività di quel- li che come noi, associazioni culturali ed ambientaliste di base, operano nel territorio, a stretto contatto con le realtà locali, ma fuori dagli schemi collaudati imposti dalle referenze politiche, rischia di apparire come il necessario folclore adatto per le occa- sioni più prelibate dell’”apparenza”, senza che si vada ad intaccare mini- mamente la realtà territoriale, e que- sto nonostante il forte impegno, quali- ficato e passionale, di un numero sem- pre crescente di persone che a queste associazioni fanno riferimento. segue a pag. 3 non pensarci! cammina, Molise! Questo numero è interamente dedicato alla settima edizione della manifestazione naturalistica e socio-culturale “cammi- na, Molise!”, che per quattro giorni, nel mese di agosto del 2001, ha coinvolto centinaia di persone, tra marciatori e par- tecipanti a latere, per andare a conoscere, camminando, il ter- ritorio ed i Paesi del Molise Centrale attraverso le tre fondo- valle regionali. Anche l’edizione della manifestazione di que- st’anno ha avuto un successo enorme grazie innanzitutto all’entusiasmo ed alla fatica dei marciatori, all’ospitalità dei paesi attraversati, all’impegno degli organizzatori e dei colla- boratori ed al sacrificio di chi ha voluto contribuire. IL RACCONTO DEI QUATTRO GIORNI a cura di CLAUDIO DI CERBO (a pag. 6 e seguenti) SOMMARIO COMUNICATO DELL’EDITORE pag. 2 DALLA PRIMA pag. 3 LE CARATTERISTICHE... E I CARATTERI pag. 4/5 PRIMA TAPPA pag. 6/7 SECONDA TAPPA pag. 8/9 IL CALENDARIO 2002 DEI MARCIATORI pag. 10/11 TERZA TAPPA pag. 12/13 QUARTA TAPPA pag. 14/15 LE IMPRESSIONI DEI MARCIATORI pag. 16/18 AUGURI E ARRIVEDERCI pag. 19 Un marciatore mentre illustra a dei bambini le finalità di “cammina,Molise!”
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Page 1: ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - non …2001/11/10  · ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - Sped. A. P. comma 20 art. 2 L.23.12.96 n. 662 Roma/Romanina (o ferrovia)

ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - Sped. A. P. comma 20 art. 2 L.23.12.96 n. 662 Roma/Romanina (o ferrovia) Estero: Taxe percue - Rome - Italy

Tipolitografia - Lavori offsetStampa editoriale e commerciale

Pieghevoli, opuscoli, riviste egiornali - Fotocomposizionecomputerizzata Macintosh

Rilievo a secco - TermorilievoPartecipazioni

Lungotevere Prati, 16 - RomaTel./Fax 06/6879867

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Pieghevoli, opuscoli, riviste egiornali - Fotocomposizionecomputerizzata Macintosh

Rilievo a secco - TermorilievoPartecipazioni

Lungotevere Prati, 16 - RomaTel./Fax 06/6879867MENSILE MOLISANO DI INFORMAZIONE FONDATO DAL GRUPPO “INSIEME PER DURONIA”

Cammina, Molise!UN PROGETTO CHEDURA NEL TEMPO,UNA SVEGLIA PERCHI E’ IMMERSO

NEL SONNOdi ENZA SANTORO REALE

Un’esperienza quella di ‘Cammina,Molise!’ che resiste nel tempo, conser-vando l’entusiasmo dei primi anni e con-cretizzandosi ogni volta con piena soddi-sfazione dei partecipanti; questo baste-rebbe a confermarne la validità e a grati-ficare gli organizzatori, stimolandoli acontinuare in azioni, la cui complessitàaumenta, quando si mira a coinvolgere leforze politiche.

Ma ‘Cammina, Molise!’, al di là dellafruizione offerta ai marciatori in terminidi bellezze naturali, prelibatezze culina-rie, cordialità semplice e schietta, si èposto da sempre un compito molto arduo,quello di risvegliare chi, adagiato in unsonno soporifero, ha le membra immersein una completa inerzia.

L’invito ‘Muoviti che la strada èlunga’, dopo sette anni, è ancora attuale,perché le membra che cominciano adestarsi sono ancora a mezz’aria, in attesadi un coordinamento sano e lungimiranteche dovrebbe assecondare i segni delrisveglio, con un nutrimento continuo edefficace, più che con stimolanti chedanno un’euforia transitoria, ma nonrafforzano le energie in modo duraturo.

La speranza che lo scorso anno eraalimentata dal riscontro di un movimentoin atto nel vecchio Molise dormente, que-st’anno viene ancora sostenuta dalla con-sapevolezza che quel movimento conti-nua, anche se non ancora ha prodotto uneffetto globale e risolutivo.

E’ vero i piccoli paesi molisani neimesi estivi riacquistano un’anima che liridesta a una nuova vita; grande è l’af-flusso degli emigrati e dei turisti, il cuinumero pare si rafforzi nel tempo; grandeè l’animazione: giochi, feste popolari,offerte culinarie, sagre che la Pro Loco ele Associazioni di Volontariato organizza-no con apprezzabile impegno; noteindubbiamente positive che rianimano ilpaese per un periodo limitato, lasciano ilpiacere della festa, ma non il segno inci-sivo di un rinnovamento economico.

segue a pag. 3

GRIDOD’ALLARME

di GIOVANNI GERMANOCari amici,collaboratori e marciatori, sindaci

e sostenitori, grazie! Sarò presuntuoso, ma vi ringrazio

a nome della nostra terra. Questa terra molisana, tanto bella

per le sue risorse naturali e storico-culturali, quanto straziata per l’inet-titudine politica di quanti, a livellonazionale e regionale, negli ultimidecenni hanno avuto la responsabi-lità di decidere quali strade dovesseprendere lo sviluppo per la rinascitadi una Regione, falcidiata dall’emi-grazione.

I risultati di questa inefficienzasono catastrofici. I giovani, comenegli anni ‘50 e ’60, continuano adandar via dai loro paesi d’origine,perché privati di ogni prospettiva.L’entroterra si svuota e le città capo-luogo si gonfiano a dismisura, contutte le nefaste conseguenze.L’abbandono delle terre ha procura-to da una parte il declino demografi-co indistintamente di tutti piccolicentri, parecchi di questi ridotti apoche centinaia di persone, e dall’al-tra ha innescato il degrado idro-geo-logico del territorio. Un territorioprima salvaguardato dall’oculataeconomia agricola dei nostri contadi-ni, forse troppo parcellizzata macapace di far fruttare pure le pietre,ed ora compromesso dai funestiinterventi, frutto delle elargizionipubbliche, non coordinati da un ade-guato progetto di sviluppo però pro-mossi il più delle volte unicamenteper foraggiare la politica clientelaredi sempre, l’unica attività produttivadella nostra Regione.

In questo quadro l’attività di quel-li che come noi, associazioni culturalied ambientaliste di base, operano nelterritorio, a stretto contatto con lerealtà locali, ma fuori dagli schemicollaudati imposti dalle referenzepolitiche, rischia di apparire come ilnecessario folclore adatto per le occa-sioni più prelibate dell’”apparenza”,senza che si vada ad intaccare mini-mamente la realtà territoriale, e que-sto nonostante il forte impegno, quali-ficato e passionale, di un numero sem-pre crescente di persone che a questeassociazioni fanno riferimento.

segue a pag. 3

non pensarci!

cammina, Molise!Questo numero è interamente dedicato alla settima edizionedella manifestazione naturalistica e socio-culturale “cammi-na, Molise!”, che per quattro giorni, nel mese di agosto del2001, ha coinvolto centinaia di persone, tra marciatori e par-tecipanti a latere, per andare a conoscere, camminando, il ter-ritorio ed i Paesi del Molise Centrale attraverso le tre fondo-valle regionali. Anche l’edizione della manifestazione di que-st’anno ha avuto un successo enorme grazie innanzituttoall’entusiasmo ed alla fatica dei marciatori, all’ospitalità deipaesi attraversati, all’impegno degli organizzatori e dei colla-boratori ed al sacrificio di chi ha voluto contribuire.

IL RACCONTODEI QUATTRO

GIORNIa cura di

CLAUDIO DI CERBO(a pag. 6 e seguenti)

SOMMARIO• COMUNICATO DELL’EDITORE pag. 2• DALLA PRIMA pag. 3• LE CARATTERISTICHE...

E I CARATTERI pag. 4/5• PRIMA TAPPA pag. 6/7• SECONDA TAPPA pag. 8/9• IL CALENDARIO 2002

DEI MARCIATORI pag. 10/11• TERZA TAPPA pag. 12/13• QUARTA TAPPA pag. 14/15• LE IMPRESSIONI

DEI MARCIATORI pag. 16/18• AUGURI E ARRIVEDERCI pag. 19

Un marciatore mentre illustra a dei bambinile finalità di “cammina,Molise!”

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COMUNICATO DELL’EDITORE

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

2OTT-NOV 2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

L’Associazione Culturale LA TERRA,editrice del periodico la vianova,

ritieneche il successo raccolto a livello regionale dalla settima edizione della manifestazione di

cammina, Molise! continuerà, nei limiti delle risorse finanziarie, a vincolare i suoi Soci ad incentivare l’impegno per ogni attività, compresa quella di non pococonto de la vianova, che sia di stimolo alla valorizzazione ed alla tutela delle risorse naturali ed ambientali del territorio molisano, ricerchi le possibili connessioni

con quanti, singoli o riuniti in altre Associazioni, operano sul territorio con identiche finalità.Più di 140 persone, tra fissi ed occasionali, di ogni ceto ed età e di varia provenienza, hanno partecipato quest’anno alla marcia: un grosso successo, se si considerache la manifestazione volutamente non è stata pubblicizzata per via della mancanza di strutture ricettive sufficienti a garantire l’accoglienza a più di 150 persone!Anche quest’anno i sindaci (tranne il Sindaco del comune di Duronia), le associazioni culturali e la cittadinanza dei paesi attraversati hanno riservato ai marciatori

una accoglienza forte e commovente insieme che ha avvalorato il nobile senso di ospitalità della gente molisana. Il fatto che tanti Enti amministrativi e tanti operatori commerciali (quest’anno anche locali) hanno voluto

contribuire alla riuscita di questa iniziativa, denota finalmente la volontà di premiare gli sforzi genuini che vengono dal volontariato, anche quando (come nel casodi questa manifestazione) questi sono rivolti verso finalità di interesse naturalistico e culturale.

Pertanto, a fronte delle tante energie spese in questa “avventura” in modo disinteressato e con tanti sacrifici,RINGRAZIA

per il coordinamento:l’arch. Giovanni GERMANO

per l’organizzazione generale:Michelino MANZO (pubbliche relazioni)

Geom. Michele CIANCIULLO (sentieristica)Silvana ADDUCCHIO e Alfredo CIAMARRA (servizi logistici)

dr. Silvio ADDUCCHIO (servizio medico)Odorino MANZO e Erminia DI MARZO (sponsor)

Pietro BERARDO (folclore in itinere)Prof.ssa Enza SANTORO REALE (ufficio stampa)

ED INOLTRE- per la collaborazione all’organizzazione generale:

ITALIA NOSTRA, sezione di Isernia (presidente: arch. Claudio DI CERBO);l’A.I.I.G. (Associazione Insegnanti Italiani di Geografia), sez. Molise (referente: prof. Domenico LUCARELLI);

PUNTO E ACCAPO (Associazione Giovanile di Fossalto-Responsabile: Giovanni MASCIOLI)per la collaborazione all’organizzazione locale:

a) Comune di Colletorto: l’Amministrazione comunale, la Pro-Loco ed il prof.Antonio Mucciaccio;b) Comune di S. Giuliano di Puglia: l’Amministrazione comunale, la cittadinanza ed il sig.Giustiniano Pappone;

c) Comune di Bonefro: l’Amministrazione comunale e la Pro-Loco;d) Comune di Montelongo: l’Amministrazione comunale e la Pro-Loco;

e) Comune di Montorio nei Frentani: l’Amministrazione comunale;f) Comune di Casacalenda: l’Amministrazione comunale;

g) Comune di Larino: l’Assessorato alla Cultura e l’arch. Enzo Di Mariah) Comune di Palata: l’Amministrazione comunale e il Circolo Auser “Non solo anziani”;

i) Comune di Acquaviva Collecroce: l’Amministrazione comunale ed il sig. Spatanuda;l) Comune di Montefalcone del Sannio: l’Amministrazione comunale e Don Nicola D’Amico;

m) Comune di Salcito: L’Amministrazione comunale;n) Comune di Pietracupa: l’Amministrazione comunale e Don Orlando Di Tella;o) Comune di Duronia: i cittadini della contrada Cappiello e gli amici di sempre.

per il contributo:Enti pubblici: a) i comuni di Colletorto, S. Giuliano di Puglia, Bonefro, Montelongo, Montorio nei Frentani, Casacalenda, Larino, Palata,

Acquaviva Collecroce, Montefalcone del Sannio, Salcito e Pietracupa;b) la Provincia di Campobasso;

c) E.P.T. di Campobasso;d) le Comunità Montane: “Cigno Valle Biferno” di Casacalenda e

“Trigno-Medio Biferno” di Trivento.Sponsor: Città dell’Olio; F.lli Berardo-porte blindate; Gaudianello; La Molisana; B.C.C. del Molise della Valle del Trigno; Fattoria Latte Sano; Graziella Gioielli diCercemaggiore; Park Hotel Larino; Tipografia Gemmagraf di Manzo Fiore; Latte S. Giorgio; S.E.A.C. Autoservizi di Campobasso; A.T.S. di Roma; Panoiva s.r.l. e

Italsystel s.r.l. di Roma; Rammit s.r.l. di Ariccia (RM).per il patrocinio:

a) Ministero per i Beni e le Attività Culturali; b) Regione Molise; c) l’Università degli Studi del Molise; d) la Diocesi di Trivento.

per l’informazione regionale:a) RAI 3 e GR Regione; b) Telemolise; c) Teletrigno; d) Telenorba;

e) Il Quotidiano del Molise; f) Nuovo Molise; g) Il Corriere del Molise.

per la partecipazione:I Cavalieri Triventini;

Gli Scacciapensieri - Gruppo di ricerca Ballo Popolare; Associazione Filatelica N. Cugino;

ed inoltreI suonatori di organetto: Mancini Antonio e Di Cosmo Carmine;

Gruppo folcloristico “la Palatisella” di Palata;L’Altritalia Ambiente di CB;

CAI di CB;GR.ES.ALP. di Roma;

Italia Marathon Club di Roma.

ed infineTUTTI I MARCIATORI

CAMMINA,MOLISE!

2001

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DALLA PRIMA

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

3OTT-NOV 2001

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

In quasi tutti i paesi è evidente l’attua-zione di progetti, finalizzati ad utilizzare ifondi europei, per allestire aree attrezzate,curare i sentieri nei boschi, recuperare l’a-spetto antico delle abitazioni, ma ancoratanto c’è da operare per sottrarre alla deca-denza i bei palazzi signorili, vuoti e abban-donati, per cancellare le appendici detur-panti della modernità che hanno compro-messo il manufatto antico, per un restaurodei beni adeguato al contesto di apparte-nenza, per il recupero e la valorizzazionedei reperti necessari a riorganizzare interes-santi percorsi storici, archeologici; azioniqueste necessarie, ma troppo ambiziose inrapporto alle risorse finanziarie del territo-rio, e poco vantaggiose se non si pensa adun lavoro di rete, attuando un circuito turi-stico bene organizzato ed adeguatamentepubblicizzato.

Si va riaccendendo in molte localitàun’orgogliosa consapevolezza dei beni pos-seduti.

Quasi ovunque, infatti, ‘un Cicerone‘appassionato – il sindaco, il parroco, il cul-tore di storia locale – illustra le operesopravvissute al tempo ed all’incuria, esaltale vicende del proprio paese, inserendolenell’ampio tessuto storico nazionale, men-tre la cittadinanza mostra le sue potenzia-lità in termini di accoglienza e di affabilità.

In effetti l’incontro coi Sindaci, que-st’anno, ha posto in evidenza una condivi-sione non solo formale, ma convinta edoperativa del messaggio di ‘Cammina,Molise!’. Infatti coinvolgere la cittadinanzanell’organizzazione dell’accoglienza, affi-dare ai concittadini esperti il compito diguidare la visita al centro storico, illustrarei progetti in fieri e le problematiche cittadi-ne sono segni evidenti della volontà dirompere gli steccati, perché la comunità siriappropri della propria identità ed acquistichiara consapevolezza che può ‘cammina-re’ e progredire. Tra l’altro la risposta deiMarciatori all’accoglienza è stata un’inie-zione di coraggio, uno stimolo forte a coo-perare, per organizzare sinergicamenteun’offerta turistica appetibile.

Ciò che oggi è improcrastinabile è ilsuperamento dell’individualismo che ètanto più possibile, quanto più si guarda adun modello progettuale integrato che, inse-rendo le realtà locali in un itinerario ricco evariegato, soddisfi in pieno le aspettativedegli ospiti. Il momento è favorevole e

un’azione integrata è possibile, purchè lacooperazione fra le forze politiche e cittadi-ni sia leale, efficiente e duratura.

E’ apparso evidente che là dove l’ammi-nistrazione è nelle mani dei Giovani, edove i ‘Don Camillo ed i Peppone’, pur tracontrasti ideologici e divergenze di vedute,tendono ad un’operatività costruttiva, fon-data sull’interazione delle energie produtti-ve e tesa verso una promozione culturale,sociale ed economica, si può asserire che ilrisveglio è iniziato e lascia ben sperare inun oculato recupero del territorio, ne sonoun esempio Colletorto, S.Giuliano,Bonefro, Pietracupa, Salcito, Palata,Montelongo e tanti altri; là dove, invece, leforze sono divise, in vista di una politicadai bassi orizzonti, tesa alla conservazionedi un potere fondato sulla divisione palaz-zo/piazza, il tutto ristagna; restano glianziani che ormai non hanno più la volontàdi reagire, mentre i giovani fuggono dispe-rati per poter sopravvivere. Ma paesi siffat-ti rischiano di rimanere in un sonno profon-do che è preludio di morte.

Purtroppo tali realtà esistono ancora; neè un esempio Duronia, la patria degli orga-nizzatori di ‘Cammina, Molise!’, dove, consomma meraviglia, è mancato l’incontrocon l’autorità locale, dove non è stata con-cessa la piazza e lo spazio per l’accoglien-za. E’ la contrada Cappiello ad accogliere imarciatori, senza l’ufficialità della politica,ma con la familiarità e schiettezza degliabitanti. Quale il motivo? La risposta sicoglie sul volto sconsolato dell’Arch.Germano.

E’ una forma di protagonismo alienanteche rifiuta il confronto, si arrocca su unpotere conservatore che ostacola ogni pro-posta innovativa, negando ai giovani spazidi affermazione, di protagonismo costrutti-vo. E’ questa la politica che uccide impe-dendo alle ‘fiammelle’ di sviluppare unaluce che unisce e fa vedere oltre il campolimitato del proprio orizzonte, per progredi-re verso una meta più alta con l’operativitàdi tutti e la lungimiranza di chi guida.

Pur tra tante lentezze e difficoltà la spe-ranza non muore; la speranza di oggi èquella di poter affermare, un domani nonlontano:

Il Molise, uscendo dal sonno profondo,ha indossato la veste dell’alacrità, i calzaridella velocità, il cappello dell’intelligenzae dell’azione proficua’.

Cammina, Molise!UN PROGETTO CHE DURA NEL TEMPO, UNASVEGLIA PER CHI E’ IMMERSO NEL SONNO

di ENZA SANTORO REALE

Noi crediamo che la politica debbaessere il frutto della partecipazione deicittadini. Noi, con le nostre associazioni,siamo cittadini che vogliono partecipare,abbiamo chiare le idee di come si possasostenere lo sviluppo delle aree interneper essere appieno recuperate e formulia-mo proposte e promuoviamo iniziative.

Ma i nostri Politici non ci ascoltano,perché continuano a marciare imperterri-ti su strade che non sono le nostre, ancheper questo non li incontriamo mai sugliitinerari di cammina, Molise!. Basta apri-re uno qualsiasi dei nostri giornali locali esi capisce subito qual’è l’attività preferitadi questi Signori: la corsa sfrenata versol’accaparramento di poltrone, sedie estrapuntini. Quando arrivano a sedersiriescono pure ad ascoltarti, ma solo persapere quanti voti riuscirai “portare”(come usano dire Loro), pronti per lefuture corse. E corrono, corrono, sisgambettano, si rialzano, si rimettono acorrere, schiaffi, sputi, tradimenti, incra-vattati e impomatati, corrono e finalmen-te si siedono, a me questo a te quello e poicascano e poi di nuovo a correre. Provatea leggere nella cronaca delle ultime ele-zioni regionali e appurerete come sia fati-coso, ma sinceramente ignobile, questoSport. E mentre Loro giocano alle Corse,peraltro lautamente rimunerati con isoldi (udite, udite!) delle nostre tasche,noi, a gratis, camminiamo, semplicemen-te camminiamo per le nostre terre allaricerca del tempo perduto, tempo perdu-to da questi Signori, e di qualche seggiolacon ospitale leggerezza offertaci da spa-ruti contadini unitamente ad un buonbicchiere di vino per asciugare il sudore.

Prelevando soldi dalle nostre tasche etempo al lavoro, alla famiglia, al tempolibero, da anni cerchiamo di testimoniareun impegno sincero a favore delle nostreterre. Lo scorso anno lanciai, dalle colon-ne di questo giornale, un appello ultimati-vo, a chè il nostro lavoro non venissedisperso nel vento delle nostre montagne.Un altro anno è passato. Non è successoassolutamente niente. Noi con la nostrapassione ed i nostri progetti ad asciugarcile tasche ed a raccattare gli spiccioli perpromuovere le nostre iniziative, Loro coni loro assessorati, con le loro deleghe, conle loro commissioni, con i loro manager,con i loro partiti, con i loro giornali adintruppare i signorsì portatori di borse,tergipoltrone e sgabbelliferi onde perpe-tuare il circolo vizioso della staticità moli-sana.

Sia chiaro, noi non faremo più dalustrino a nessuno. Non saremo più labancarella dove si mettono in mostra le“facce tipiche” della nostra regione. Finquando avremo le forze necessarie conti-nueremo ad andare avanti, con l’aiuto ela collaborazione degli amici di sempre,delle associazioni ambientaliste e cultura-li di base con cui entriamo in sinergia, deitanti sindaci che senza clamore si rimboc-cano le maniche nella strenua ed eroicadifesa dei loro piccoli centri, dei piccolioperatori economici che da anni ci hannoaccordato fiducia. La nostra è una batta-glia volta si alla riscoperta ed alla valoriz-zazione delle nostre terre, ma saldamenteimperniata sulla coscientizzazione degliindividui, sulla restituzione della dignità

ai tanti cittadini molisani, resi amorfidalla scomparsa della cultura contadina esottoposti da decenni ai viscidi ricattidella cultura politica familistica e cliente-lare, sull’insegnamento ai più giovani diun nuovo messaggio, sganciato da quelloasfittico e statico dell’ambiente in cuivivono, capace di ricondurli a riappro-priarsi delle proprie origini culturali,della propria storia e del senso di appar-tenenza, perché la propria terra può esse-re salvata solo se amata.

Basta leggere attentamente le paginedi questo numero monografico de la via-nova, che è la sintesi descrittiva di unamanifestazione durata quattro giorni cheha richiesto però un intero anno di prepa-razione, per capire come sia alto il mes-saggio che portiamo a favore del nostroMolise! leggete, leggete attentamente trale righe delle tante lettere dei partecipantie capirete come ormai non si possa pre-scindere da un lavoro come il nostro se sivuol costruire la strada giusta per la rina-scita delle nostre terre.

Eppure tutto questo lavoro, che duraormai da otto anni, rischia seriamente diandare alle ortiche. Sarebbe una vera iat-tura! Non abbiamo più le risorse econo-miche nemmeno per iniziare a prepararela manifestazione del 2002! Sapete benis-simo che il cammina, Molise! e la vianovasono iniziative promosse dall’A.C. LaTerra e sapete pure che le due iniziativesono complementari sia sotto il profilo deicontenuti sia sotto il profilo economico.Finanziariamente in pratica quando unadelle due iniziative risulta deficitaria sup-plisce l’altra, e viceversa. Le spese per ilcammina, Molise! dell’anno appena tra-scorso, forse per una visione un po’ trop-po ottimistica circa un numero maggioredi partecipanti che non c’è stato e circapossibili finanziamenti che non sono arri-vati, hanno prosciugato le cassedell’Associazione, togliendo vieppiù lerisorse al prosieguo della pubblicazionede la vianova.

Un vero grido d’allarme il nostro!Gli amici che ci sono più vicini sanno

che ancora una volta tocca a loro rimet-terci in piedi, per continuare la strenuabattaglia della nostra difficile testimo-nianza sul territorio. E se dovessimorimetterci in piedi, come è nella speranzadi tutti voi e di tutti noi, tutti insiemedobbiamo dar forza ai nostri progetti edalle nostre proposte perché acquistinoconsistenza con legittimi finanziamenti.

I marciatori, che hanno capito che noinon siamo i tour-operators di riferimentoper una vacanza alternativa, i sindaci,che hanno capito che noi non siamo glianimatori delle fiere dei loro paesi, i col-laboratori, che hanno capito l’importan-za del partecipare e del far partecipare, isostenitori, che hanno capito l’importan-za dei frutti della nostra manifestazione,sono i nostri referenti di base; essi costi-tuiscono la robusta ossatura del cammina,Molise!. E’ anche con loro che il Molisedovrà abituarsi a camminare nel futuroper iniziare a svegliarsi da un torpore,politico e culturale, che dura ormai datroppi decenni. A loro e a tutti nostri let-tori grazie e Buon Anno e Buon 2002, misi permetta, anche al cammina, Molise! ea la vianova!

GRIDO D’ALLARMEdi GIOVANNI GERMANO

CAMMINA, MOLISE! 2001: VETERANI E NEOFITI

Costantino Giovanni Leonardo Angelo

INVITO A PARTECIPARE ...

... ALL’EDIZIONE 2002 DEL “CAMMINA, MOLISE!”Per informazioni: Tel. 06/630734 - 06/632828 - 338/3063300

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LE CARATTERISTICHE E ...I CARATTERI

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

4OTT-NOV 2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

Dall’otto all’undici agosto èstata realizzata la settima edi-zione di ‘Cammina, Molise!’, icui obiettivi possono sintetiz-zarsi nell’espressione ‘Vivere ilMolise per vivervi meglio’.

Anche quest’anno‘Marciatori coraggiosi’, nelnumero di 130/140 unità,affrontano quotidianamente,per quattro giorni, dai 10 ai 24chilometri di percorsi varia-mente accidentati, allo scopo discoprire una parte del territoriomolisano. Provengono da varieregioni d’Italia ed alcuni ancheda paesi stranieri; sono giovanie meno giovani che, fedeliall’appuntamento di agosto, siritrovano in numero crescentedi anno in anno, per conoscerenuove caratteristiche fisiche esocio-culturali del Molise.

E’ una regione piccola ilMolise e poco conosciuta cheracchiude tesori di bellezza neitanti Comuni che, di giorno, sifanno ammirare arroccati sullerocce come sentinelle vigili edintaccabili e, di notte, acquista-no il fascino del mistero,segnando l’oscurità di luci edelineando l’andamento ondu-lato delle alture. Sembrano luo-ghi lontani, inaccessibili, senzavita, eppure sono ormai colle-gati da strade asfaltate e rag-giungibili attraverso sentieriantichi che tagliano vallate,seguono gli antichi tratturi o lecurve di livello delle alture,quelli percorsi dai Marciatori di‘Cammina, Molise!’; sono abi-tati da una popolazione anzianae da pochi giovani, volitivi eimprenditivi, i quali con capar-bietà continuano a vivervi, perperpetuarne la vita, perché nericonoscono le potenzialità e ladimensione sociale più umana,quella che si ricerca da parte dichi vive nel caos dei grandicentri.

Sono paesi che hanno resi-stito nel tempo attraverso com-plesse vicende millenarie, dacui sono segnati nella differen-ziazione etnica, gastronomica,culturale.

Conservano la forza e laresistenza dei Sanniti, la menta-lità feudale di potere e di rasse-gnata servitù, la tenacia degliemigranti, l’intelligenza acutache caratterizza la capacitàorganizzativa dei contadini eche distingue intellettuali e pro-fessionisti, molti dei quali sonocostretti a trovare altrove spazidi affermazione.

Hanno risorse che, adegua-tamente utilizzate, potrebberosegnare il salto di una qualità diuna regione che si pone inalternativa con realtà geografi-che compromesse da malisociali ed ambientali, offrendol’esempio di una vita semplice,non sofisticata, il contatto conun ambiente naturale sano,quello che dà una carica dienergia, di fiducia, di ottimi-smo, il gusto di vivande ebevande genuine, per i quali ladefinizione di biologico, oggitanto inflazionata, non si legaalla moda del momento e aduna pubblicità ossessionante,ma è radicata nell’arte alimen-tare ereditata dai padri e rispet-tosa dei lenti processi ciclici

della Natura.Colletorto, S.Giuliano di

Puglia, Bonefro sono i paesidella prima tappa, collocati inun terreno sostanzialmente pro-duttivo, i cui abitanti si distin-guono per un apprezzabile spi-rito d’iniziativa, per un’opero-sità costruttiva nella conduzio-ne di aziende agricole modernee nel saggio utilizzo dei mezzitecnologici.

Montelongo e Montorioaccolgono i marciatori, nellaseconda giornata, in un conte-sto di festosa accoglienza,mostrando come in piccolerealtà sia possibile vivere inamicizia cooperando gioiosa-mente per renderle più ospitalie tutelarne il decoro;Casacalenda e Larino comple-tano la seconda tappa in unacordiale cornice che racchiudesegni storici notevoli ed un fer-mento culturale teso a valoriz-zare le risorse locali.

Palata, AcquavivaCollecroce, Montefalcone ren-dono la terza tappa particolar-mente interessante: il gruppofolcloristico ‘la Palatisella’,formato da alunni di scuolamedia, dà brio all’accoglienza emostra come il retaggio delleantiche tradizioni possa raffor-zare il legame con la propriaterra e garantirne la sopravvi-venza; molto forte negliAcquavivesi il senso di appar-tenenza alle origini croate,come si evidenzia nell’appas-sionata narrazione delle vicen-de storiche e nel bilinguismomanifesto in tutte le insegne;particolare la posizione diMontefalcone, raccolto sullasommità di un’altura da cui lavista spazia lontano nella valla-ta del Trigno e verso i massiccimonti dell’Abruzzo.

Salcito e Pietracupa accol-gono i marciatori con la legge-rezza di un aria purissima chedà benessere e con testimonian-ze storiche interessanti. La con-trada Cappiello di Duronia con-clude la tappa con un’acco-glienza favolosa e con l’indi-menticabile esibizione delgruppo folkloristico ‘loScacciapensieri’.

Un attestato di ammirazionee di ringraziamento per la per-fetta organizzazione vaall’Associazione ‘La Terra’ diDuronia, a ‘Italia Nostra’ sezio-ne di Isernia, all’Associazioneinsegnanti diGeografia, sezioneMolise, all’Assessorato allaCultura della Regione Molise edalla Provincia di Campobasso,alle Comunità montane ed alleamministrazioni comunali,inoltre ai tanti sponsor chehanno dato un sostanziale con-tributo per la realizzazione diun manifestazione degna dinota.

All’Architetto GiovanniGermano l’augurio di persisterein iniziative che stanno dandodei frutti e che sicuramentelasciano una carica di vitalitànei Marciatori, ma anche negliAmministratori e negli abitantidei paesi attraversati.

VIVERE IL MOLISEPER VIVERVI MEGLIO

di ENZA SANTORO REALE Gli organizzatori sono gli stessi temerari delle passate edi-zioni, più ricchi di esperienze, desiderosi di migliorare la qua-lità del progetto, senza stravolgerne lo spirito.

L’accoglienza nei singoli paesi è calorosa: la cit-tadinanza si lascia piacevolmente coinvolgere alpassaggio dei marciatori che portano un’ondata diallegria con canti, suoni, balli: le donne rimangonoa guardare, rifiutando l’invito alla danza, altre corri-spondono gioiosamente; gli uomini osservano com-piaciuti; le signore mature al balcone ascoltano laserenata talora con volto impenetrabile e voluta-mente crucciato, mentre quelle giovani mostrano unvolto sorridente, compiaciuto, divertito.

L’incontro con le autorità è all’insegna di un’af-fettuosa partecipazione, di un apprezzamento vivoper iniziative che intendono dar vita alle piccolerealtà per troppi anni dimenticate; il messaggio di‘Cammina, Molise!’ viene compreso, condiviso,recepito con un entusiasmo che chiaramente esplici-ta la volontà di rinnovamento, la disponibilità acogliere ogni stimolo che porti a riaffermare la pro-pria identità, a potenziare le risorse interne, a vita-lizzare il tessuto culturale.

Ammirevole il coinvolgimento festoso dei citta-dini, soprattutto in alcuni paesi; un prodigarsi affet-tuoso che commuove; tanti i volontari che parteci-pano all’organizzazione in una gara sostenuta dalladisponibilità a dare con generosità, ad ospitare conautentica semplicità, a proporre con orgoglio i piattitipici che conservano il sapore genuino di un tempo.

Una gran varietà di forme e di sapori di vivanderustiche e dolci, propinate in abbondanza con bibitefresche e vino inebriante, fa bella mostra di sé sutavolate lunghissime, dove la ‘fila dei marciatori’scorre continua ed interminabile; si vuol provare ditutto per soddisfare non tanto la fame che non hatempo di farsi sentire, quanto invece il palato allaricerca di sapori antichi che i cibi cittadini ormaiomologati, pur nella varietà di pubblicità occulta-mente suasive, non riescono più a soddisfare.

E’ questo mangiare con gusto il segno più alto diapprezzamento e di riconoscenza che compensa lagioiosa laboriosità degli organizzatori; il commiato,fatto di applausi, ringraziamenti, strette di mano,promesse di ritorno, è confluenza naturale di unaduplice soddisfazione: quella di aver ritrovato ilsenso dell’ospitabilità pura e disinteressata, quelladi aver offerto il meglio di sé, di aver dato al pro-prio paese una nota positiva di attrazione.

Animoso Giovanni Germano,promotore dell’iniziativa; marciapensoso, all’ombra del cappello

di paglia a falde larghe,preoccupandosi di tutto in

silenzio, con malcelata tensione,accennando ad un sorriso ed

esplodendo talora in un’acutarisata, intrattenendo l’occasionale

compagno di strada inconversazioni gradevoli e

costruttive.

Dinamico e scattante MicheleManzo che sfoggia sorrisismaglianti tra i baffi neri e

l’incarnato scuro. Coordina e dàordini, sempre presente e

sempre il primo con la suainseparabile auto.

Pacione e calmo AlfredoCiamarra sistema tutto con la

sua presenza ingombrante epacifica e, con battute spiritose,

spesso siluranti, ricompone ognicontroversia, riportando serenità

nei cuori.

Il Decano Domenico Lucarellimarcia con passo alacre, senzatrascurare i richiami all’ordine,

cui si sente autorizzato dalla suaannosa esperienza di

escursionista; in salita rallenta efa soste, di cui approfitta per

trasmettere conoscenze precise edaccattivanti.

Claudio Di Cerbo, col sorrisoammiccante fra i baffetti, illustra i

percorsi e dà consigli; procedescattante alla ricerca di nuovi

scorci da riprendere e si divertead immortalare la lunga teoria di

marciatori che arrancano per leripide salite.

Bonario procede MicheleCianciullo che ama raccontare i

particolari della faticaorganizzativa, le accoglienze

programmate, le prelibatezze checi attendono.

Non è agevoledescrivere quattrogiorni intensi diattività, incontri,

curiositàsoddisfatte,

desideri riaccesi,speranze,

promesse; sirischia di

trascurare alcuniaspetti, di

enfatizzare altri.Tuttavia ritengoutile e piacevole

annotareimpressioni,

pensieri,osservazioni,incentrandoli

intorno ad alcunetematiche cardine:

gli obiettivi,l’organizzazione,

l’accoglienza,gli itinerari.

GLI OBIETTIVI

L’ACCOGLIENZA

L’ORGANIZZAZIONE

CAMMINA,MOLISE!

2001

continua a pag. 5

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LE CARATTERISTICHE E ...I CARATTERI

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

5OTT-NOV 2001

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

CAMMINA,MOLISE!

2001

Ci sono state diffi-coltà nell’individuarepercorsi con caratteristi-che adatte al “Cammina,Molise!”, quali ombra,alberature, salite, tratticespugliati. Anche se ilterritorio può sembraredi facile percorribilità inogni direzione, in quan-to costituito da grossiappezzamenti a latifon-do, quindi senza ostacolinaturali, rispetto ad unterritorio collinare rico-perto di boschi, siepi diseparazione e piccoliappezzamenti protetti dafilo spinato, presentatuttavia difficoltà chepossono frenare la cam-minata.

Sono estesi appezza-menti di terreno coltivatia cereali, soprattutto afrumento, a girasole cheingannano l’occhio;inoltre in cartografianon appaiono subito evi-denti e le curve di livel-

lo (le isometriche)appaiono più marcate, ead una lettura superfi-ciale, pur se si puòosservare la mancanzadi soprassuolo vegetaleboschivo, queste dannoun’idea di un territorioscosceso, non solo privodi soprasuolo vegetaleboschivo, se paragonato,ad esempio, a quellocollinare dell’altoMolise.

Il territorio in realtàè stato modificato, spia-nato, attraverso i secoli,per darlo all’agricoltura.Privato dei suoi boschi,pratica lamentata già nelpassato da illustri com-paesani, quali il Pepe, ilterritorio è stato addol-cito, “stirato” come lapelle soggetta ad un “lifting” accurato che halasciato solo qualcheruga più profonda rap-presentata dai valloni,testimonianza di un

Da ricordare i CavalieriTriventini, giovani aitanti,conquistatori di cuori, dallosguardo profondo e dallalingua tagliente;accompagnano i marciatoriper tutto il percorso,indicando i sentieri,ricompattando il gruppoquando l’erta difficile farallentare l’andatura. Ritti suiloro cavalli imponenti destanoammirazione e i Bambini sifermano estasiati ad osservaregli esemplari di razza.

Insostituibile Santino, ilrifornitore di acqua, che è‘una manna dal cielo’, quandola sua auto, avvisata dalontano sotto gli alberi, vienepresa d’assalto e lui, semprepacato e disponibile, accoglie,sorridente, i ringraziamenti,se l’acqua è fresca, e…sel’acqua è calda, incassa,sempre sorridente, improperie rimostranze.

A dare un tocco di vivacità, allegria e gioia coinvolgente alle varietappe sono: Il gruppo folk dello ‘Scacciapensieri’, coordinato daSilvio Adducchio, appassionato ricercatore e ripropositore di cantie balli popolari delle diverse località italiane;I ‘du bott’ con Pietro Berardo, abile suonatore di Bufù, edAntonio, giovanissimo suonatore di organetto, che sostituiscedegnamente il dinamico Gino Lancianese, di cui tutti ricordano lavivacità coinvolgente, la capacità di ‘insinuarsi’ negli angoli delpaese e convincere le Donne, anche le più riottose, adabbandonarsi alla gioia sfrenata dei balli; lo sostituiscono inquesto il distinto Signore di Trieste ed il simpaticone ‘Mimmo’,nonché alcune dinamiche Signore romane che invitano al giro didanze donne e uomini del paese, suscitando meraviglia e speranzenei ‘Maschietti’.

IL RACCONTODEI QUATTRO GIORNI

a cura di CLAUDIO DI CERBO

Un tenero ringraziamento a Claudio da parte di Enzo

apparato idrograficoanche complesso edella originaria morfo-logia movimentata deiluoghi.

Il paesaggio hasubito quindi notevolitrasformazioni. Sonoscomparsi quei segnipiccoli ma di notevoleimportanza sia per ildecoro che per il sensoestetico del paesaggioche danno la gioia diosservare la varietà deiluoghi naturali e ancoraPepe auspicava, dandoconsigli sull’agricoltu-ra, il ritorno dellenostre terre ad un giar-dino. Ma non è statoprofeta, le trasforma-zioni sono continuatesenza lasciare ”una evi-dente traccia genetica”usando una espressionedi Massimo de VicoFallani dellaS o p r i n t e n d e n z aArcheologica di Roma.

Le trasformazionisono state agevolatecon l’impiego di capita-le pubblico e la stessacomunità europea elar-gisce fondi per inter-venti mirati a curare ilpaesaggio ma che pos-sono anche avere effettinon sempre positivi intal senso. Tutto ciò èsintomatico di un mododi operare per opposticome agevolare la rea-lizzazione di struttureagricole biologiche conl’impianto di fruttetibiologici, che si posso-no osservare in moltiluoghi del Basso comenel Molise Centrale insimbiosi con le centralieoliche, strutture ditutt’altro genere e dialtro effetto sul paesag-gio.

Vengono distruttequelle macchie dicespugliato, quellesiepi di delimitazione,diminuendo la qualitàdel paesaggio ma chesoprattutto eliminandoelementi fondamentaliper la conservazionedella biodiversità sia alivello faunistico chevegetazionale procura-no riflessi negativi sullaquantità e qualità deiprodotti.

La lettura dei carat-teri originari di un pae-saggio è ancora possi-bile in un ambiente cheha conservato i suoi

elementi integri dati dailuoghi in cui l’uomo haoperato leggere trasfor-mazioni: le stradinealberate, i tracciati deli-mitati da arbusti, lesiepi di delimitazione,gli antichi tracciati, iconfini separati damuretti, alberi svettantidal sottobosco, macchiedi colore come quellodelle ginestre o dellerose canine, della sulla,dei prati di ranuncolo.

Le trasformazioniavvenute nel tempoinvece hanno reso piut-tosto monotono il pae-saggio attraversatodalle tappe del“Cammina, Molise!”privandolo di quellevarietà di colori e difigure frastagliate,paragonabili alle tesse-re di un mosaico o diun puzzle, che costitui-scono un insieme gra-devole allo sguardo enello stesso tempo sonosegno della millenariaattività contadina.

Nel Molise coesisto-no due paesaggi regio-nali geograficamentediversi; infatti dallealture di Duronia lavista spazia su due ter-ritori nettamente dissi-mili; una linea immagi-naria congiungenteP i e t r a b b o n d a n t e ,Salcito, Duronia,Torella, Castripignano,Roccaspromonte, deli-mita due regioni. Dauna parte, verso sud-est, dopo una fascia ditransizione, la visionedei campi di grandeestensione che hannousato violenza al terri-torio; dall’altra la pre-senza, quasi interrotta,del manto boscoso, diun territorio che ha unordine agrario diverso,in cui l’uomo, piùrispettoso delle caratte-ristiche morfologiche,ha apportato lentiaggiustamenti millena-ri, con indirizzi diversinel tipo di colture

Il paesaggio delBasso Molise comun-que cambia radical-mente e rapidamenteaspetto con il trascorre-re delle stagioni, con ilpassaggio dal periodoprimaverile a quelloestivo.

continua

Da sottolineare il brio,l’entusiasmo dei 130/140Marciatori che, ognuno perun verso, contribuisce allariuscita della marcia. Ilpodista veloce, il cammina-tore comodo, il borbottone,il pacifico, il chiacchierone,il solitario, il contemplatore,il riflessivo tutti si esprimo-no con immediata sponta-neità, riacquistando unanaturalezza spesso compres-sa dalle convenzione sociali.

La straordinaria varietàfisica e psicologica deiMarciatori si ricompone inun’onda verde screziata dialtri colori che avanza taloradispersa, talora compatta,ma sempre tesa alla conqui-sta della meta, tanto piùdesiderata, quanto più lonta-na e difficile; è una varietàche si ricompone nella ricer-ca di un piacere che la natu-ra forte ed intatta può conce-

dere, facendo dimenticare lospazio inquinato e rumorosodel centro cittadino, il tempoche, scorrendo veloce, dàun’ansia che sfibra e rendenevrotici, gli odori esalantidi smog, le viste deturpateche si osservano a malincuo-re, constatandone il degrado.

La tensione vien meno, ilfisico affaticato diventa piùleggero e scattante, il sudorelibera dalle tossine, la mentesi scarica, riacquistando laflessibilità del libero pensa-re, dell’ampio immaginare,dello scorrere il tempo, pun-tando sul passato, sorvolanosul presente, proiettandosinel futuro.

E’ superata ogni differen-za anagrafica, sociale e pro-fessionale, etnica, regionale;si vive insieme un’esperienzache ridà il senso della socie-volezza e della solidarietà.

Enza Santoro Reale

Per questa edizione la scelta delpercorso è stata fatta in modo

cooperativistico con l’assistenza deifamiliari ed in particolare di altri

“personaggi” non appartenenti adalcuna associazione e definitisi

“indipendentisti” per sentirsi soddisfattial pari di campane stonate in un

concerto.

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IA TAPPA: COLLETORTO - BONEFRO

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

6OTT-NOV 2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

IL RACCONTO(a cura di CLAUDIO DI CERBO)

L’incontro avviene aColletorto nella splendida piaz-zetta racchiusa da quinte ediliziedi origine antica e storica: la chie-sa Madre dedicata a S.GiovanniBattista, il palazzo Marchesale esul lato la Torre Angioina ancoradotata di beccatelli. E’ statarecentemente restaurata e vi sipuò accedere per ammirare dal-l’alto la visione completa delpaese, le piantagioni di ulivo,parte qualificante del paesaggio e,oltre la valle del Fortore, in lonta-nanza le terre del Gargano.

La Torre Angioina è stata sceltacome simbolo della cartolina conannullo speciale postale.L’interessante novità è scaturitadalla fertile fantasia di Michele, eMichele riceve anche la prima delleaccortezze delle quattro giornate daparte del gentil sesso; giustamentegli viene offerta da una gentile eaccorta signora, che ha percepito lasituazione, lo sgabello per la “risali-ta” verso le punesse per affiggere ilmanifesto illustrativo del percorsodella giornata predisposto dallaSezione di Italia Nostra.

Qualche veterano delle prece-denti camminate non è presente,mancano: Giovanni, Rosalba,Rocco, Gino, Mimmo, PadreAntonio, Anna ed Antonella, lagiovane signora dalle entusia-smanti movimenti da “ pitonessa”e la” marziana” per le notevoliperformances atletiche, mancanopoi i giovani “bersaglieri”; s’incontrano nuovi volti che espri-mono la voglia di iniziare i primipassi. La esuberante coppiaErminio ed Enrica, invertendo ifattori il prodotto non cambia,non ha difficoltà a farsi spazio.Dopo il saluto del Presidentedella Provincia, natio del posto, ilSindaco ed il prof. Mucciaccio, ciguideranno ad ammirare le bellez-ze architettoniche del paese e leantiche case con le facciate degliedifici in pietrame.

Nel fresco androne dalla volta avela del palazzo marchesale vieneservita la tipica pietanza del posto abase di peperoni ed è proprio un“piatto di rinforzo”, come si dicedalle parti dell’isernino, a base dipeperoni, già assaporato l’annoscorso nella prima giornata di Jelsi.Non ci sono però le due amichedella longilinea dottoressa Silvana??, che avevano gustato, ognuna edall’alba, tre piatti di “ciabotta”, equalche bicchiere di buon vino.Quest’anno si sente la loro mancan-za perché nella pentola qualchepeperone ancora riesce a galleggia-re nel saporito condimento.

Dopo la necessaria degusta-zione, la partenza da Colletorto èimmediata, paese noto per l’olioinsieme ad altri del Basso Molise.

Il sindaco ci lascia all’iniziodel tracciato in discesa, che sisnoda lungo una stradina interpo-derale, poi interrotta dalla statale;in basso, sulla sinistra, si imboccail sentiero che risale, verso ilcolle. Sono presenti i CavaliereTriventini sui loro splendidiesemplari le loro criniere e lecode cavalline formano un connu-bio con le criniere umana quasi avolere rafforzare la simbiosi trauomo e amato animale, simbiosiche diventerà perfetta con la piog-gia a Duronia.

segue a pag.7

CARATTERISTICHE• LUNGHEZZA Km. 9,5• QUOTA PARTENZA slm 500• QUOTA ARRIVO slm 600

IL PERCORSO- COLLETORTO- S.GIULIANO DI PUGLIA- BONEFRO

LA SCHEDA

STORIAFonti storiche fanno risalire

la sua edificazione a non primadel secolo XIII.

Il toponimo latino a cui sifa risalire il nome originario èCollis Tortus, nonostante com-paia nei testi storici un ColleForte che rimanderebbe allaposizione strategica occupata.Radicata è la convinzione, nonsostenuta da documenti storici,che il paese venne fondato aseguito di un forte terremotoche distrusse gli antichi casali,tra cui, il più importante quellodi Laureto, dove oggi e’ situatala Cappella di Santa Maria diLoreto.

Il nucleo originario Campodei Fiori si andò sviluppandoattorno alla chiesa, alla torre eil suo castello, secondo il tipicoimpianto medioevale a venta-glio, caratterizzato da viuzzestrette e tortuose, tanto angusteda consentire appena il passag-gio delle persone.

Alle pendici del colleCrocella, distaccato dal borgomedioevale, su un preesistenteconventino venne edificato ilMonastero con la adiacentechiesa. Agli inizi dell’800 i dueborghi, la Terra ed il Colle,vennero collegati dall’attualeCorso Vittorio Emanuele chefinisce per determinare l’im-pianto urbano del paese. ARCHITETTURA

La Chiesa Parrocchiale,intitolata a San GiovanniBattista, patrono del paese,venne costruita nel 1730 nell’a-rea occupata dalla vecchia chie-sa non più adeguata.

L’interno è ad una navatacon 8 altari laterali in cui sonoconservate tra l’altro due statuelignee raffiguranti SanGiovanni Battista e SanGiuseppe opere di GiacomoColombo.

La Torre Angioina probabil-mente venne edificata su unimpianto normanno durante ilregno di Giovanna I d’Angiò(1343-1382) in un punto diosservazione strategico alloscopo di difendere tutta la zonadagli assalti dei nemici. LaTorre, la cui origine angioinarisulta chiaramente dalla formacilindrica e dal coronamentodei beccatelli in sommità,sovrasta e definisce il nucleomedioevale. Sviluppa la suaaltezza (circa 25 m.) su piùlivelli, due dei quali, a piantaquadrata, nettamente divisidagli altri sovrastanti. Questiultimi (uno a pianta quadrata,due a pianta circolare) condu-cono al terrazzo dal quale e’possibile ammirare tutto l’agroolivetato e l’ampia vallata delFortore con in fondo ilGargano. Sul terrazzo una rosadei venti indica ai visitatori ipunti cardinali e li orienta sullaposizione dei paesi vicini.

Nel corso dei secoli la Torrepassa da padrone a padronefino a diventare di proprietà

della famiglia D’Antini che ladona al comune nel 1959.All’esterno cingono la costru-zione i ruderi dell’antico castel-lo sulla cui area sorse poi il set-tecentesco palazzo Marchesaledei Rota, molto più ampio, condue ingressi su due diversipiani stradali.

Il Monastero costituito dauna chiesa e da un convento,occupa l’area in cui in epocamedioevale era collocato unconventino dei Carmelitani,soppresso al tempo diInnocenzo X (1644-1655).

La chiesa intitolata aSant’Alfonso dei Liguori vennecostruita nel 1730, grazieall’impegno economico delmarchese Bartolomeo Rota chefece ampliare anche l’edificioammesso, in modo da poterviospitare 42 francescani. Dopovarie vicende, nel 1822, il con-vento fu adibito a Monasterodelle Suore dellaCongregazione del SS.Redentore dette Liguorine edinfine le Immacolatine. TRADIZIONI

In tutto l’agro l’attivitàagricola e’ prevalente.L’ovicoltura e’ di gran lunga lapiù praticata.

Il Comune, spinto dallavolontà di valorizzare e farconoscere la bontà dell’olioprodotto nell’agro diColletorto, nel 1994 ha contri-buito, quale socio fondatore,alla costruzionedell’Associazione Nazionale“CITTA’ DELL’OLIO”.

I ritmi che impone la vitamoderna non scalfiscono gliappuntamenti tradizionali cheColletorto offre durante l’anno.

A partire dai primi giornidell’anno iniziano i preparativiper la festa che si tiene il 17Gennaio in onore diSant’Antonio Abate con i tradi-zionali fuochi di Sant’Antonioche segna l’inizio del carneva-le. Ogni rione si adopera nellaraccolta della legna e nell’alle-stimento del falò che vieneacceso all’imbrunire. Si da cosìil via ad una festa che vede lasentita partecipazione dell’inte-ro vicinato con canti, balli edegustazioni di prodotti tipici.Non manca il cosiddetto “giro”:una visita a tutti i fuochi chemira a decretare il fuoco piùbello, ma soprattutto saggia l’o-spitalità dei vari vicinatidispensata con l’offerta di vinoe scarpelle. Il carnevale e’ salu-tato da Colletorto anche allasua conclusione con la tradizio-nale “mascherata” che neltempo ha subito una notevoleevoluzione. Da una decina dianni si può assistere ad unavera e propria sfilata di carriallegorici che rappresentano inmaniera satirica personaggi esituazioni della vita quotidiana.

Tutta l’estate, poi e’ costel-lata di feste legate a ricorrenzereligiose e non: vari appunta-menti, nel mese di Agosto, dicarattere canoro, sportivo egastronomico riescono a soddi-sfare pienamente le esigenze dinumerosi turisti ed emigrati.SPORT E TEMPO LIBERO

Non manca un campo spor-tivo dotato di iluminazione peri giochi serali.

Colletorto dista 50 km. daCampobasso e 100 km. daIsernia.

COLLETORTOProvincia CBCAP 86044Altezza slm 508Superficie Kmq 35Abitanti 2678Santo Patrono San GiovanniFesta S. Patrono 29 Agosto

CAMMINA,MOLISE!

2001

In un paesaggio brullo, chefa rimpiangere quello verdeprimaverile dei campi coltivatia grano, ravvivato a tratti dalledistese verde argenteo degliuliveti, si elevano su alture col-linari i paesi della 1° tappa:

Colletorto, S.Giuliano,Bonefro; si ergono comevedette nella vallata, quasi aperpetuare una funzione divigilanza e difesa del territorio,un territorio ricco per le risor-se del terreno e, soprattutto,per la laboriosità e l’intrapen-denza degli abitanti, impegnatiin una riorganizzazione effi-ciente delle aziende agricole.

E’ il Presidente dellaProvincia Chieffo a dare ilbenvenuto ai Marciatori e adesprimere apprezzamento perl’iniziativa, di cui sottolinea lospessore culturale, ed è ilSindaco a porgere il saluto ead illustrare alcune peculiaritàinteressanti della cittadina.

La piazza Giuseppe Verdi ègremita di collecortesi cheacclamano alla manifestazio-ne mentre le divise della ‘Proloco’ si muovono premurose.

Appassionato Cicerone è ilPreside Antonio Mucciaccioche, con loquela sciolta e condovizia di citazioni letterarie,illustra la storia e mostra itratti significativi del luogo.

Insolita la colazione delmattino, ricca di specialitàlocali: una gustosa peperona-ta, salsiccia piccante ed otti-mo pane e pomodoro.

Satolli e soddisfatti i mar-ciatori iniziano la marcia, inun percorso che si fa semprepiù faticoso e che ha il culmi-ne nella salita rapidissima cheporta all’ingresso di S.Giuliano, dove una pompa di

acqua corrente dona refrigerioagli accaldati ed assetati.L’accoglienza gioviale conti-nua per tutto il paese; genero-samente le Signore offronobibite fresche e i laboratori diprodotti biologici invitanoall’assaggio.

A Bonefro, la visita delpaese è guidata dal Sig.Giustiniano Pappone chemostra tutta la sua passione dicultore di storia locale con lapuntualità di chi cura il detta-glio ed ama la notizia precisae documentata.

L’accoglienza al palazzomarchesale si realizza inun’atmosfera di festa e dieuforia; oltre alla squisitezzaed alla varietà delle pietanzeofferte con generosa cordia-lità, colpisce la partecipazionecorale di tutto il paese cherivela un forte senso di ospita-lità e l’orgogliosa consapevo-lezza del proprio benessere.

L’ITINERARIO(a cura di E. SANTORO REALE)

Colletorto.Concentramento sotto

la Torre Angioinadei marciatori

IL CONCENTRAMENTOColletorto. È subito festa.

Le donne di Colletorto danno cosìil benvenuto ai marciatori

L’ANIMAZIONE

Colletorto.Gli amici della pro-loco guideranno i marciatori ad una interessante visita al paeseLA PRO-LOCO

Colletorto. Il Dr. Giammaichella guida la fila per le iscrizioni e ...Carletto “O’ Schiupatiello” non vede l’ora di partireLA FILA E ...L’ATTESA

Colletorto. Il saluto del Sindaco, qui assieme al Presidente(ex) della provincia di (CB), al Prof. A. Mustaccio e all’Arch. Germano

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IA TAPPA: COLLETORTO - BONEFRO

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

7OTT-NOV 2001

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

LA SCHEDA

Bonefro. Il Sindaco Saluta i Marciatori nell’aula magna dell’edificio scolastico

STORIASi è potuto dedurre soprattut-

to dagli oggetti antichi che il ter-ritorio di Bonefro fu abitato intempi antichi.Il centro è nomina-to per la prima volta in un docu-mento medievale nel 1409. Nelperiodo normanno appartenevaalla contea di Loritello il primofeudatario conosciuto del luogo èAtenolfo De Stipite (1155-1170),successivamente vi si alternaronoi Boccapianola (XV secolo) e iDe Guevara (XVI secolo). Ilcastello medievale fu realizzatoin posizione più elevata rispettoagli altri edifici pur denotandovari rimaneggiamenti subiti nelcorso degli anni, reca ancoral’immagine della superba resi-denza del signore locale. Ilmaniero, costruito in epoca lon-gobarda mostra parte della corti-na muraria originale e due torrio-ni difensivi, la cui altezza nonsupera quella della stessa cortina.La chiesa si S.Maria delle Rose èil maggior edificio di culto del

centro dai vari restauri subitisembra essere stato preservato ilsolo campanile che richiamamodelli medievali.TRADIZIONI

E’ consuetudine a Bonefro, ilgiorno dell’Epifania costituiregruppi spontanei di cittadini chedotati di vari strumenti a percus-sione e di una fisarmonica, nelcorso della serata, girano in casacantando tipiche canzoni. Questeultime iniziano con temi religiosie terminano in modo augurale, lefamiglie visitate ringrazianooffrendo cibarie. E’ una tradizio-ne comune ad altri paesi molisaniche esprime in modo sincero lanatura allegra degli abitanti deipiccoli centri. Le “ballate” inter-pretate dagli improvvisati cantorihanno il pregio di generare alle-gria e in qualche caso, di suscita-re ilarità. Abbondano in Estate leserate gastronomiche che valoriz-zano i prodotti e la cucina localeiniziative queste, promosse dallaPro Loco.SPORT E TEMPO LIBERO

Il campo di calcio e l’impian-to per il tennis saranno i luoghipreferiti dagli sportivi, i più pre-tenziosi potranno usufruire delcampo di tiro a piattello ubicatonell’agro. Sarà possibile trascor-rere ore piacevoli e divertentipresso il ritrovo estivo “Sticco”.

Bonefro dista 42 km daCampobasso e 92 km da Isernia.

BONEFROProvincia CBCAP 86041Altezza slm 668Superficie Kmq 31Abitanti 1934Santo Patrono S. NicolaFesta S. Patrono 6 Dicembre

CAMMINA,MOLISE!

2001

segue da pag. 6I Cavalieri vigilano dall’alto su tutto e su tutti, e non

sfugge al loro occhio attento e vigile la situazione e chela fila dei partecipanti si è già “diluita”.

La salita, uno strappo di poco più di 500 metri ciriporta in quota; da qui si scende in lunga fila lungo icampi ormai arati, godendo della visione completa del-l’abitato di S. Giuliano, isteso lungo il crinale e le cuicase ne fanno parte integrante.

Il percorso è stato breve ma vario per il paesaggioche, alla periferia di S. Giuliano di Puglia s’impreziosi-sce della vigna ben curata ed ordinata di Michelangeloche, incontrato durante i sopralluoghi per la individua-zione del tracciato, ci offrì da gustare dell’ottimo vino.

Si scende poi a valle utilizzando una stradina fian-cheggiata da siepi di rovi sino al letto asciutto del vallo-ne Grande, 375 m, che si percorre per un centinaio dimetri prima di arrivare ai piedi dell’erta finale.

E’ uno strappo che fa risentire qualche effetto su chideve vincere la forza di gravità, sono fatiche non indiffe-renti, ma quando si giunge alle prime case, incoraggiatidall’alto dagli spettatori locali, c’è questa volta un verorinfresco: una “storta” che spruzza acqua su tutti.

E’ una sosta dovuta per ricomporre il gruppo eritemprare le membra all’ombra. Il giovane Sindaco ciaccoglie, poi tutti insieme visitiamo il paese apprezzan-do la schietta e gentile ospitalità dei paesani che offrono,affacciandosi con riservatezza dagli usci, fette di coco-mero e birra e si visita l’azienda che produce prodottibiologici, con l’assaggio di pesche al naturale e di sapo-rita marmellata.

Si oltrepassa l’ingresso della cinta muraria e pocodopo è accattivante, per noi di “Magna Molise”, il profu-mo che si percepisce all’avvicinarsi alla chiesa parroc-chiale con lo splendido portale.

Voltato l’angolo, come si usa dire, alcuni stand occu-pano la piazza e la gradinata della chiesa, sono la fontedegli odori ma accontentano anche l’altro senso, quellovisivo per la varietà, dei profumi e dei colori delle decinee decine di prodotti: dai sott’olio, ai formaggi, dai latticinifreschi a quelli passiti, dai dolci alle paste secche, alle frit-telle; nota di colore danno le olive nere e verdi, la fruttasecca e fresca, un insieme meraviglioso di colori di saporie di odori. Non sono stati messi lì per accontentare solo lavista e l’olfatto ma anche l’altro senso: il sapore.Oltrepassato l’arco della torre colombaia, posta di frontealla facciata della chiesa, entriamo nelle piazzetta e le bel-lezze artistiche svaniscono per cedere il posto al saporedel cibo tradizionale locale, anche questa è cultura.

La marea di Maglie Verdi prende posto ai tavoli pro-tetti dal sole dalla cortina edilizia della corte rettangolaree da ombrelloni per assaporare la squisita pasta e fagioliofferta con grazia. Ad Amedeo rimane anche il tempoper l’assaggio della ventricina.

La frase “rispettiamo i tempi” non viene nemmenomormorata, ci si può soffermare, tra un dolce ed unlimoncello, a chiacchierare con il Sindaco a cui vanno iringraziamenti in rappresentanza dell’impegno di tutta lapopolazione. Intanto Michelangelo ed il gruppo di cantopopolare, allietano il nostro udito, accompagnando ilchiacchierio, con le note della fisarmonica.

Si ascoltano le parole del Sindaco, che, entrato pie-namente nello spirito del Cammina Molise, fa notare chenel territorio sono presenti anche altre “chicche” minoridiffuse come fontanili, caseggiati rurali, cappelline ededicole religiose.

Al suono dell’organetto l’allegria si diffonde fra ipartecipanti ed Amedeo che si esprime in vorticose esinuose danze con grazia che non fa rimpiangere, lemovenze aggraziate dell’ infermiera sempre sorridente.

Si riparte, con qualche grammo in più, accompagnatianche dalla guardia municipale, si percorre il largo vialedi ingresso e imboccato un sentiero sterrato tra campiancora con la stoppie si arriva sino al passo. Salendo ilpanorama si apre con la visione in primo piano dell’abi-tato di San Giuliano, in secondo piano il centro diColletorto e sullo sfondo si perde nella caligine il pae-saggio pugliese.

Una volta sulla cima si percorre il crinale in direzio-ne del bosco con un tracciato panoramico; sulla destra inpiano c’è l’abitato di Bonefro, che si nasconde pocodopo oltre il bosco sino a quando si scorge la cabina delmetano che indica l’inizio del sentiero.

E’ un sentiero in terra battuta, ripido, ombroso per-ché costeggia il bosco sulla destra; nella parte finale pic-coli pannelli illustrano la vegetazione presente in zona.Il sentiero ci conduce sulla strada statale al di sotto del-l’abitato, ma imbocchiamo subito, sulla sinistra, l’altrosentiero che sale all’area attrezzata, distante qualchecentinaio di metri, per trascorrere la serata allegramentedegustando salsicce arrostite. L’arrivo al paese è sull’im-brunire, nella scuola ci riceve l’AmministrazioneComunale. Poi c’è l’interessante visita guidata al palaz-zo marchesale ed al centro storico.

LA SCHEDA

STORIANel X secolo, i principi longo-

bardi di Benevento, Landolfo ePandolfo, fecero costruire unabadia dedicata a Sant’Elena.Successivamente fu donata aiBenedettini. Quest’ultimi occupa-rono il fertile territorio circostante,attirando le varie popolazioni chesi trovavano nelle vicinanze. Inquesto modo San Giuliano, sorseintorno ad una fortezza, nell’XIsecolo. Il paese si trovò da princi-pio sotto il potere del ducato diBenevento, in seguito altri titolariebbero il compito di governarla.Citiamo alcuni di essi: Conti diLoritello, Conti di Molise, ISanframondo e infine le famigliedei Montalto e degli Orefici.ARCHITETTURA

San Giuliano di Puglia, è cir-condato da estesi oliveti che insie-me alle rive del lago di Occhito,formano un caratteristicopaesaggio.

Una parte importante delpaese è rappresentata dal castello.Questi in passato aveva unaforma di un robusto palazzo resi-denziale. Altro pezzo importanteè rappresentato dal portalemedioevale della chiesa di SanGiuliano. Il portale presentadecorazioni sculturee che raffigu-rano leoni, idre, e l’agnello cruci-fero. Completano le decorazionialtri temi decorativi, dalle caratte-ristiche di opere d’arte risalentiallo stile romanico e gotico.TRADIZIONI

Il 12 e 13 Giugno, si celebracon una sfilata di carri addobbatiper la festa di Sant’ Antonio. Nelpaese si possono effettuare delleescursioni, grazie ad un territoriocosparso di numerosi sentieristrettissimi, i quali percorrendolisi giunge alle rive del lago diOcchitto. Ovviamente data la pre-senza del lago, si può praticare losport della pesca. Da non trascu-rare nell’agro la presenza dimolte tipiche dimore rurali ormaiabbandonate.SPORT E TEMPO LIBERO

Nel paese si trovano impiantiper il tennis e per il calcio.

San Giuliano di Puglia dista60 km. da Campobasso e 116 km.da Isernia

S.GIULIANO DI PUGLIAProvincia CBCAP 86040Altezza slm 462Superficie Kmq 45Abitanti 1195Santo Patrono S.Giuliano MartireFesta S. Patrono 21 Maggio

E POI DICONO... “MAGNA, MOLISE!”!

S. Giuliano. Il Sindaco saluta i marciatoridurante l’eccezionale tavolata preparata per l’accoglienzaLucarelli

alla testa dei marciatoriall’uscita del paese

SI LASCIACOLLETORTO

S. Giuliano. Tre momenti della gioiosa e prelibata ospitalitàofferta dai cittadini ai marciatori

UN’ACCOGLIENZAINDIMENTICABILE

I Cavalieri chiudono lafila dei marciatori la cui

testa è già entrata in paeseALLE PORTE

DI S. GIULIANO

Riprende la marciacon la pancia piena

e il cuore gonfioS. GIULIANO

ARRIVEDERCI

Bonefro. Accoglienza dei marciatorida parte dell’amministrazione comunale nell’area attrezzata.

Si mangia di nuovo e si riposa un pò prima di entrare in paeseUN PÒ

DI RIPOSO

Bonefro. Durante la visita al centro storicogli “Scacciapensieri” tentano di movimentare la piazza

“SCACCIAPENSIERI”IN AZIONE

Carmela guida la cordatadel terzo blocco

VERSOBONEFRO

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STORIAIl comune di Montorio nei

Frentani è di origine longobarda.In quel periodo apparteneva allacontea di Larino poi nel periodonormanno, passò alla contea diLoritello. I primi due feudatariconosciuti furono Vito Avalerioed Enrico Cena. Il feudo perqualche tempo rimase nella con-tea di Molise amministrato dasignori inviati sul luogo dal pote-re centrale. Infine si appropriaro-no del paese i De Molisio che virimasero per discendenza sino alXIII secolo. In seguito vi si alter-narono i Di Capua (XV sec.), iDe Raho (XVI sec.), i Castelletti(XVII sec.) e nel XVIII secolocon l’abolizione della feudalità iCeva Grimaldi. ARCHITETTURA

Un edificio sacro di grandeinteresse e importanza è rappre-sentato dalla chiesa dell’Assuntadove è custodita una tela raffigu-rante l’Assunta realizzata daAntonio Solario detto lo “zinga-ro” a principio del XVI secolo. TRADIZIONI

La festa in onore di SanCostanzo è legata soprattutto airacconti sulla traslazione dellereliquie del santo oltre che allemanifestazioni di piazza. Le reli-quie infatti giunsero a Montorionel 1742 e al viaggio che portò isacri attributi in loco sono legatinumerosi aneddoti. Il primo èlegato ai buoi che assetati stava-no per cedere, quando nei pressidi Montorio, come per miracolo,

sgorgò l’acqua dal suolo che per-mise così agli animali di ripren-dere forza ed energia.Successivamente, una volta espo-ste le reliquie in chiesa, una gio-venca, che era stata devoluta alsanto, si pose in genuflessionesulla gradinata della chiesa senzacurarsi di coloro che cercavanodi distoglierla. Ancora oggi nelcentro si tengono diverse mostre.Nel periodo giugno-luglio sitiene una mostra archeologica-fotografica e nel periodo estivo laPro Loco organizza una mostrafotografica. Sempre nello stessoperiodo hanno luogo numerosemostre culturali organizzatedall’Assiciazione Culturale“Mons Aurens”. Una ricorrenzatradizionale a Montorio è la“Sagra delle Pannocchie” che sitiene la seconda domenica diagosto.SPORT E TEMPO LIBERO

Per gli amanti dello sport esoprattutto del calcio il camposportivo polivalente comunale è illuogo più idoneo per trascorrereore all’insegna del divertimento.

Montorio nei Frentani dista70 km. da Campobasso e 70 km.da Isernia.

IIA TAPPA: MONTELONGO - LARINO

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

8OTT-NOV 2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

IL RACCONTO(a cura di CLAUDIO DI CERBO)

Alla partenza da Montelongo,paese di 700 abitanti a quota 580m, la popolazione è ad attendercinella piazza che fa da perno tra ledue parti del paese che si sviluppain lunghezza sul crinale.

Il Prof. Mucciaccia e ilresponsabile della Pro loco illu-strano le bellezze storiche delluogo e, nel trattare della popola-zione e dei quartieri che venivanoabitati da precise categorie econo-miche e sociali, riportano i nomidi “La Croce”, “Calvario” “LaTerra”; nomi che ritroviamo iden-tici in altri paesi anche in provin-cia di Isernia.

Il giro culturale ci riporta inpiazzetta ove sono stati scoperti iveli che coprivano i piatti digustose pietanze a base di prodot-ti locali, caratterizzati da peperon-cini secchi fritti, pizze varie,olive, ventricina e numerosi dolcilocali.

La guida mette in evidenzacome in tutto il territorio, a testi-monianza dell’antica frequenta-zione, sia possibile trovare repertidi epoca preromana e romana masoprattutto pesi per telai.

Il paesaggio in quel periododoveva essere diverso, forse finoa qualche secolo fa, con boschi incui era frequente anche il tigliopresente in più di una località.

All’uscita del paese la edicolareligiosa con ampio pannello inceramica raffigurante è postaall’imbocco della strada comuna-le in direzione di Montorio, nonmolto lontano. Il tratto non pre-senta difficoltà altimetriche, l’uni-ca problema è causato dal caldo,si cammina fra grossi appezza-menti già brulli e altri a girasoleche danno una macchia di coloreche durerà ancora per poco.

Ma la verde fila dei parteci-panti si è lo stesso sfilacciata econtribuisce a dare colore alluogo.

Le uniche strisce verdi naturalisono quelle lungo i valloni in cuila fitta ma stretta vegetazione creadifficoltà all’attraversamento,l’uso dei mezzi meccanici e quindila dissueta pratica di camminare apiedi, ha richiuso i varchi che unavolta dovevano esserci.

Si oltrepassa il ValloneGrande, uno dei rigagnoli d’acquache fa sempre piacere incontrare,e con tracciato in leggera penden-za si sale sino alla strada stataleove si sosta al fresco di una rove-rella e Lucarelli illustra il perchédelle colture di girasole che stan-no sostituendo il frumento: “Ilterritorio è stato violentato con lacoltura del frumento ed ora sicontinua con il girasole”.

Si continua con una traccia interra battuta per circa un chilome-tro per incontrare il Sindaco con ilquale si sale al paese.

L’abitato di Montorio, quota656 m, racchiuso entro la cintamuraria medioevale ancora benvisibile, offre un panorama checon “visione a 360 gradi” com-prende 48 comuni non solo dellaprovincia di Campobasso maanche di quella di Isernia epugliesi ”.

segue a pag. 9

CARATTERISTICHE• LUNGHEZZA Km. 23• QUOTA PARTENZA slm 580• QUOTA ARRIVO slm 347

IL PERCORSO- MONTELONGO- MONTORIO NEI FRENTANI- CASACALENDA- LARINO

LA SCHEDA

Il ringraziamento agli amministratori e alla cittadinanza

STORIAPer mezzo di un documen-

to scritto da Papa Lucio III, sipuò risalire all’epoca di esi-stenza di questo luogo, che èattestata nella seconda metàdel XII secolo. Il periodo dimaggior brillantezza delluogo, è dovuto a un capitanodi ventura che prende il nomedi Landolfo di Montelongo.Infatti il capitano, difese il ter-ritorio sotto la guida del nor-manno Tancredi che cercava oper meglio dire, tentava, diconservare le ricchezze guada-gnate dai propri avi nell’Italiameridionale, alle crescenti

pretese degli Svevi. Dal 1561al 1811 Montelongo era com-preso nella Capitanata.TRADIZIONI

La manifestazione piùimportante del paese è quellarelativa all’evento religioso diSan Rocco. Infatti la manife-stazione che prende il nomedel “Palio delle Contrade”,richiama non solo gli abitantidel centro, ma anche visitatoridel circondariato e non solo.La manifestazione consistenella gara tra cavalli diContrade diverse che si con-tendono il tradizionale“Palio”.SPORT E TEMPO LIBERO

Il campo da calcio e lapalestra polivalente consento-no ai giovani del luogo unosvago alternativo durante iltempo libero. Montelongodista 76 km. da Campobasso e120 km. da Isernia.

MONTELONGOProvincia CBCAP 86040Altezza slm 591Superficie Kmq 12Abitanti 516Santo Patrono San RoccoFesta S. Patrono 6 Agosto

Il saluto del Sindaco

MONTORIO NEI FRENTANIProvincia CBCAP 86040Altezza slm 654Superficie Kmq 31Abitanti 605Santo Patrono San Costanzo

e Sant’AntonioFesta S. Patrono 11-12 Giugno

CAMMINA,MOLISE!

2001

Montelongo, Montorio neiFrentani, Casacalenda,Larino sono i paesi del bassoMolise che si fanno ammirare,nella seconda tappa, in unpaesaggio collinare chedegrada verso la fecondapiana di Larino.

Nell’aria frizzante del mat-tino Montelongo riserva unasorpresa gradita: una piazzaaccogliente in cui fervono ipreparativi; è un andirivieni diSignore sorridenti che vannoallestendo la tavola con i cibiappetitosi, arricchendola divivande, stuzzichevoli nell’ap-parato, negli odori, nei sapori.

Dopo la visita al centrostorico, che si fa ammirare peril lindore delle strade e depre-care per l’incuria nella con-servazione del patrimonio sto-rico, per cui una torre anticaappare oggi inglobata in un’a-bitazione moderna, la degu-stazione è resa più gradevoledalla gioiosa ospitalità delle

Signore che invitano a provarei manicaretti da loro prepara-ti, con un volto che non accu-sa stanchezza, anche se orgo-gliosamente affermano diessere reduci da una festa not-turna in una delle sette con-trade che si alternano nell’or-ganizzare sagre di forterichiamo, per la bontà dei cibiofferti.

Gioiosi si parte per un per-corso di circa 10 km attraver-so sentieri impervi e sotto latorrida canicola; la stanchez-za è tanta, ma il contattto conla natura è piacevole.

Montorio nei Frentaniplaca l’arsura con varietà difrutta fresca e di bibite disse-tanti e ci offre la vista di uncentro storico ben conservato,che il Preside AntonioMucciaccio illustra, raccon-

tandone la storia e le storie.Indimenticabile anche

l’accoglienza di Casacalenda,il cui Sindaco ci intrattiene nelconfortevole teatro per unossequioso ringraziamento eper sottolineare la potenzialitàdi una terra, in cui il risveglioè cominciato e, si spera, possamaturare una consistente pro-mozione culturale ed economi-ca; l’interessante visita delcentro storico e un calorosocommiato segnano la conclu-sione di una fase della giorna-ta e l’inizio di un tragitto checi conduce alla città di Larino,quando il sole è ormai per tra-montare.

Larino, più che visitata, civiene raccontata dall’Arch. DiMaria, il quale unisce allapassione del Larinate, le spe-cifiche e documentate cono-scenze del Professionista,accendendo in molti il deside-rio di tornare a visitare unacittà tanto ricca di Storia.

L’ITINERARIO(a cura di E. SANTORO REALE)

Montelongo. Prodotti tipici dolcie salati prelibati e in abbondanza L’ACCOGLIENZA per caricare i marciatori e gli “Scacciapensieri”

Montorio.Il Prof. Mucciaccio in due momenti delle sue dotte cattedre itineranti

IL PRESIDEMUCCIACCIO

Montorio.Amicizie con locali andate in porto ed amicizie non andate in portoFAMILIARIZZAZIONI

Montelongo. Visita guidata

al centro storicoCATTEDRA

ITINERANTEMontorio. Siesta sullagradinata della chiesa

MEGLIOSEDUTI

Montorio.Riconoscimento allaguida e alle signore

GRAZIE

LA SCHEDA

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STORIALarino ha origini Etrusche, che pensa-rono di dargli come nome “Frenter” o“Frentum” da cui si può risalire allavasta area appartenente alla Frentania.Larino fu centro di scontro frontale fraRoma ed il Sannio ed oltre ad esserescenario di questi scontri, possedevaanche una propria civiltà cittadina,infatti era sviluppata in monumenti epossedeva una zecca. Larino conobbecol la romanizzazione un’ulteriore svi-luppo e divenne “Municipium” questoaccadde alla fine del IV secolo a.C..Larino era nota anche per i suoiimpianti termali ed anche per il diffu-sissimo culto Pagano essendo sede dinumerosi templi dedicati a Venere,Marte, Giunone e Mercurio. Era unimportante centro di sviluppo per bot-teghe di artigiani ed era anche un cen-tro sicuro in cui tutto il Frentano trova-va il suo punto di sicurezza.Nonostante la particolare attenzioneche nei tempi passati la cittadinanzalarinese diede al culto pagano divennesede di importanti diocesi ecclesiasti-che dedicate al culto religioso cristia-no. Larino lamentò delle incursioniSaracene nel 842. Con queste invasio-ni il territorio Frentano fu diviso in 34contee da cui veniva diviso il ducatolongobardo di Benevento. In seguito inormanni divennero conti di Loritelloe cercarono di appropriarsi della città edel territorio. Larino nel secolo XIVtornò sotto il dominio degli Orsini, poinel XV secolo divennero titolari i

Pappacoda e si chiuse la lunga lista dititolari del feudo Frentano con i Carafanel XVI secolo. ARCHITETTURAUno dei maggiori monumenti risalentiall’epoca romana è l’anfiteatro e furealizzato tra il III e il II secolo a.C.L’anfiteatro presenta quattro ingressiprincipali ed anche degli ingressisecondari, questi permettevano l’in-gresso alle gradinate. La cavea è stataricavata nel tufo ed è caratterizzata dagradini in pietra in basso che poiandando verso l’alto gli stessi doveva-no sicuramente essere di materialelegnoso, molto importante era la formadell’anfiteatro in questione che era una

forma ellittica. Il monumento oggi èsede di restauri e di studi archelogici.Sicuramente quello che desta maggio-re attenzione ed è degno importanzastorica-medioevale è il monumentoposto al centro di Larino è laCattedrale di San Pardo che poi èanche il protettore della cittadina.L’edificio è una salda struttura diepoca romana ed è rappresenta egre-giamente l’architettura gotica che siaveva nella prima metà del XIV seco-lo. La facciata molto particolare è divi-sa in due sezioni, nella prima parte siapre un maestoso portale con arcatura

a lunetta con due sculture che raffigu-rano la crocefissione di nostro SignoreGesù Cristo, mentre nella secondasezione viene valorizzato il rosonecentrale che gode di un’ottima fatturaed è costituito da eleganti bifore late-rali. Entrando all’interno di essa sco-priamo che è divisa in tre navate, lequali sono divise in evidenti arcature.Sempre all’interno rimane il segno diaffreschi trecenteschi che portano ilnome di artisti come De Riberta, LucaGiordano e Solimeana e anche scultu-re che sono risalenti a varie epoche.Un’altro monumento artistico è ilpalazzo ducale che gode di una costru-zione rinascimentale ricavata certa-mente da un medioevale impianto. Ilpalazzo mostra all’interno due ordinidi arcature che creano un notevoleeffetto chiaroscurale. Larino gode diun museo civico che è ubicato all’in-terno del palazzo e raccoglie numerosireperti archeologici che sono frutto dinumerosi studi archeologici condottinei circondari di Larino. TRADIZIONIL’appuntamento tradizionale a Larinonel corso dell’anno ricorre i giorni 25-26-27 del mese di maggio in cui sifesteggia il santo patrono di Larino SanPardo. In questi tre giorni si svolgonoin maniera conseguenziale e tradiziona-le i festeggiamenti in onore del patronoSan Pardo. Il primo giorno come diconsueto i larinesi si recano in proces-sione verso l località del monte Aronain cui è situata un statua in onore di SanPriamo, il ritorno dei partecipanti allaprocessione è previsto a sera ormaitarda ed è caratterizzata da una sugge-stiva e particolarissima fiaccolata sera-le. Il secondo giorno che è forse l’attra-zione che denota l’attenzione dei devotie dei turisti è quella dell’addobbo dicirca 80 carri trainati da buoi che giun-gono davanti alla cattedrale dove pren-de luogo la celebrazione di una benedi-zione. Con questo evento inizia quindila tradizionale processione che ha comesuo fulcro tradizionale la sfilata degliantichi carri a capanna, da tenere pre-sente che l’ultimo carro ha il doverosoe particolare compito di trasportare inprocessione i resti di San Pardo, inseguito viene riportata al suo posto lastatua di San Priamo e quindi vi èun’altra processione verso il luogosopraenunciato. Altra manifestazioneda non perdere è la più caratteristicadelle fiere che si svolgono nel Molise ècade il 7-12 del mese di ottobre. SPORT E TEMPO LIBEROLarino gode di attrezzature sportivecome un campo da calcio e uno da ten-nis, inoltre di una palestra polivalenteche è un gioiellino per gli amanti dellosport. Larino dista 46 km. daCampobasso e 100 km. da Isernia.

IIA TAPPA: MONTELONGO - LARINO

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

9OTT-NOV 2001

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

CAMMINA,MOLISE!

2001

LA SCHEDA

L’Assessore Lozzi riceve i ringraziamenti dagli organizzatori

LARINOProvincia CBCAP 86035Altezza slm 341Superficie Kmq 88Abitanti 8189Santo Patrono San PardoFesta S. Patrono 25-27 Maggio

STORIALe origini di Casacalenda

risalgono alle prime guerrepuniche, cio’ e’ reso verosimiledal fatto che i consoli romanipensarono bene di piazzare ipropri eserciti in un luogo allo-ra chiamato “KALENE”, ed e’anche da questo che si fa risali-re il nome moderno di

Casacalenda. Dell’epocadescritta non resta quasi nulla,eccetto la famosa fortezzadenominata “La terribile fortez-za di GERUNIO”. Da un puntodi vista storico e’ importantericordare il periodo in epocaBorbonica nel quale il paeseaccolse con entusiasmo le ideeliberali del tempo. ARCHITETTURA

Testimonianza di una mar-cata architettura medioevale e’il palazzo Ducale che e’ unamassiccia costruzione posta nelcentro di Casacalenda; partico-lare e’ la chiesa di Santa MariaMaggiore avente un portale alunetta con due statuerAffiguranti San Giovanni e laMadonna. Ulteriore interesseartistico ha il convento diSant’Onofrio fondato nel 1407nel quale sono raffigurati “l’ul-tima CENA” e la particolarerappresentazione dell’annuncia-zione di San Francesco e SanOnofrio risalenti alla scuola

VENETA del XVII secolo. TRADIZIONI

Il 31 Dicembre lungo lestrade della cittadina viene suo-nato il “ BUFU’ “ uno strumen-to folcloristico formato da unvecchio bidone, una pelle e unacanna bagnata. Suonandolo sisaluta l’anno che se ne va e sida il benvenuto al nuovo anno eall’Epifania. La celebrazioneviene svolta sia nelle strade delpaese che nelle case di amici eparenti. Tradizione rispettata e’anche la “Sacra Famiglia” doveSan Giuseppe e’ impersonatoda un uomo sposato, laMadonna da una donna preferi-bilmente nubile ed il Bambinoda un ragazzo necessariamentecelibe.Ogni ultima Domenica diSettembre ha luogo aCasacalenda la festa dellaMadonna della Difesa. Dal cen-tro del paese parte una proces-sione fino alla piazza del san-tuario posta a 3 km dal paese.Dopo il rito si prosegue con una

veglia notturna durante la qualeviene degustato del baccala’. SPORT E TEMPO LIBERO

Le manifestazioni non man-cano a Casacalenda, infatti inestate il paese diventa centro discambi culturali ed artistici.Molto importante e’ la mostrad’arte a livello internazionaleche qui viene organizzata, atti-rando innumerevoli turisti. Il 13Giugno, in occasione della festadel santo patrono si disputa ilgiro del Cigno che e’ una garaciclistica a livello dilettantisti-co. Non mancano gli impiantisportivi come una palestra poli-valente, un campo di bocce,uno di calcio , uno di tennis edinfine una pista per automobiliradiocomandate.

Nei pressi del convento diSan Onofrio e’ stato realizzataun’oasi per la protezione degliuccelli.

Casacalenda dista 41 km. daCampobasso e 91 km. daIsernia.

LA SCHEDA

Il saluto del Sindaco all’interno del teatro comunale

CASACALENDAProvincia CBCAP 86043Altezza slm 620Superficie Kmq 67Abitanti 2557Santo Patrono S. OnofrioFesta S. Patrono 12 Giugno

segue da pag. 8Non si può fare a meno di

visitare la chiesa di S. MariaAssunta, colma di tesori d’arte tracui 12 opere di Paolo Gamba edun pregevole organo del 1779.

Segue il rinfresco a base difette di cocomero, molte bevandefresche ….

L’astinenza dei mass media,in particolare delle televisioni, sifa sentire; nell’udire la parolaRAI, Filippo risponde al richiamoma è presto deluso perché ad essasi aggiunge “mondo” come com-pletamento del nome Raimondo.Qualcuno ha chiamato Raimondo.

Poca strada è stata fatta, iltempo è trascorso, Casacalenda èlontana per cui si decide di noneffettuare il percorso individuatocon Michele che quest’anno haeffettuato un super lavoro e meri-ta di essere portato alla ribaltainsieme alla famiglia di Marzo.

Ci si ferma sulla SS. nei pres-si del Convento di S. Onofrio, chedista un paio di chilometri dalpaese e del quale si può ammirarelo sky-line. La parte bassa delpaese è raggiunta verso le 14 edin poco spazio sono racchiusepreziose opere d’arte (Fontana delduca di Sangro del 1645, il super-bo palazzo della famiglia DiSangro e numerosi portali),Casacalenda, l’antica Kalena, èun paese di memorie storiche, siaper il patrimonio architettonicoche per le vicende di epoca prero-mana e romana. Come sempre altermine della visita, ci attende latavolata che offre un buon piattodi pastasciutta oltre che prodottilocali di ogni genere; i due standdi prodotti biologici suscitanopurtroppo solo interesse.

Si riparte percorrendo la stra-da in terra battuta che fiancheggiala linea ferroviaria e di cui sitrova una sintetica ma significati-va descrizione nell’opuscolo rea-lizzato da Michele ed Erminia.Tracciato pianeggiante, per circa2 km, poi segue una traccia inombra con una serie di impennatee discesa sino in località Civitellaa quota ancora elevata.

Qualche campo di meloniattira Silvio “il furetto” che conmossa rapida fa sparire succosicocomeri.

Qualche chilometro prima diLarino ci aspettano Lozzi,l’Assessore alla Cultura delComune, ed alcuni Cavalieri lari-nati, che si uniscono ai nostriTriventini. Per giungere al centrofrentano c’e ancora strada da per-correre, ma gli ultimi chilometrinon spaventano Galasso, Odorinoe Liberato che “se la danno agambe”. Raggiungono Larino alleore 20, mezz’ora prima del grossodella truppa.

Nell’attesa qualcuno ha pen-sato bene di rinfrescarsi in alber-go ed Alfredo, sempre “tomotomo”, placido come al solito,regala un tipo di rinfresco di altrogenere al gruppetto indisciplinatoappena di ritorno.

Si scende nella parte bassa diLarino, cittadina di 9000 abitanti,capitale dei paesi dell’olio come silegge su alcune tabelle, le cui vesti-gia e fasti vengono illustrate conperizia dall’Arch. Di Maria durantela sosta nella piazza delimitata dallacattedrale dallo stupendo portalegotico e dal palazzo ducale sede diun fornito museo. All’interno lachiesa mostra il suo scrigno di teso-ri d’arte con tele del Solimena edopere di Luca Giordano.

Siamo all’imbrunire, si va nelmunicipio, ove nel portico, como-damente seduti, continua ladescrizione delle importanti testi-monianze dell’area.

Visitare Larino per molti èstata una scoperta così come lo èil museo in cui si possono ammi-rare i numerosi reperti venuti allaluce nelle campagne di scavo.Purtroppo non si fa in tempo avisitare la zona dell’anfiteatro.

La giornata si conclude conuna tavolata a base di pasta e fagio-li e poi a nanna nei vicini alberghi.

L’Arch. De Maria illustra il Duomo

Casacalenda.L’ingresso in paese dei marciatori in pieno solleone

L’ARRIVO ACASACALENDA

Larino. Nonostante la stanchezza, l’ingresso in città è festoso più che maiIN CITTÀ Larino. Finalmente seduti davanti... a pasta e fagioliLA CENA

Larino.Quando arrivano i marciatori è già buio

ma la serata è lunga a LarinoALLE PORTE

DI LARINO

Dopo l’accoglienza,frettolosa (purtroppo)visita al centro storico

LAVISITA

Casacalenda. Appena fuoriil paese, rimangono poche

ore di luceÈ

TARDI!

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MARCIATORI: ADDUCCHIO COSTANTINO - ADDUCCHIO FRANCO - ADDUCCHIO GERMANO SILVANA - ADDUCCHIO SILVANA - ADDUCCHIO SILVIO - ALBERTI ALBERTO - ANELLI FILIPPO - ARMATO ANTONINO - AUCIELLO MARISA - AUCIEL-LO PAOLA - AUCIELLO PINA - BELLUCCI MAURO - BERARDO CINZIA - BERARDO PIETRO - BERNABEI FERNANDO - BONIFACIO MARIA ROSARIA - BOTTINI STEFANIA - BRUNO LUIGI MASSIMO - BUSICO ANGELO - CAMPO GIUSY - CAPUTO

CARLO - CAPUTO SERGIO - CATENI VALERIO - CAVALCA ALTAN EMANUELA - CECCARANI SERGIO - CHERILLO ALDO - CIABURRI GIUSEPPE - CIACCI LEONARDO - CIAMARRA ALFREDO - CIAMMAICHELLA FRANCESCO - CIANCIULLOMICHELE - CIARNIELLO ROBERTA - CIRELLI COSTANTINO - CIRINO CARMELA - COLAGIOVANNI DOMENICANTONIIO - DE ANGELIS CLARA - DE LISIO MARIAGRAZIA - DE ROSA ANNAMARIA - DELLI COLLI GIUSEPPINA - DI CERBO ALES-

SANDRA - DI CERBO ANTONIO - DI CERBO CLAUDIO - DI CHIRO FILOMENA - DI MARTINO FRANCESCA - DI MARZO ANGELINA - DI VINCENZO BICE - DISCENZA VINCENZO - EMILIANI ASSUNTA - FALASCA CRISTINA - FELICITA NICOLA - FISI-CHELLA ANNAMARIA - FUCCI LUIGI - GALASSO FERNANDO - GALASSO LORENZO - GALASSO NICOLINO - GALASSO PASQUALE - GALDIERO ROSETTA - GALLI DOMENICO - GERMANO GIOVANNI - GERMANO MARIO - GIOIA MARIO - GIOR-DA ANNALISA - GIUDITTA ANGIOLINA - GRIECO ANTONIO - LECCE VINCENZO - LUCARELLI DOMENICO - MANCINI ANTONIO - MANZO ADELE - MANZO ANGELO - MANZO LIBERATO - MANZO MARIA - MANZO MICHELINO - MANZO ODORI-

NO - MANZO SANTINO - MATTEI RITA - MEZZA CONCETTA - MILONE ANTONIETTA - MONTEFUSCO IRMA - MORSELLA MARIA LUCIA - MUCCIACCIO ANTONIO - OCCHETTI ANDREA - OCCHETTI MAURIZIO - PASQUI MARIA - PETRONE ENRICO- PETTINE ROCCO - PITORRI ANGELA - PITORRI LUCIA - POLEGGI FILIPPO - PULSELLI CALOGERO - RICCIUTO FEDERICO - RINALDI FABIANA - ROCCIO AMEDEO - ROSSI LINA - RUSSINO CARMELA - SANTORO REALE ENZA - SEVESO STEFA-NO - SPARANO DOMENICO - SPARANO GIOVANNA - SPERADDIO GIUSEPPE - SPOSI NADIA MARIA - TAMBURRO ANNINA - TARSITANI RITA - TECCE ANTONIO - TIMPANI GIORGIO - TROPEANO ROSA GRAZIA - TULLO GIOVANNI - TULLO OSTI-

LIA - VAILLANT DOMINIQUE - VALENTINI SANDRA - VENDRAMIN PAOLA - VINCI VINCENZO - VINCIGUERRA MARIA - VIRGULTI CLARA - VITONE SILVIO - ZAPPALA’ FRANCESCO - ZERBESI GIANFRANCO - ZIBELLINI STEFANIACAVALIERI TRIVENTINI: FIORE LORENZO - FLORIO ENZO - FOCCHITTO PASQUALE - MASTROIACOVO ALBERTO - MASTROIACOVO ENZO - SCARANO NICOLA - SERRICCHIO NICOLA

Febbraio

Gennaio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

CAMMINA,MOLISE!

2001 IL CALENDARIO 2002 DEI MARCIATORI

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ILVANA - ADDUCCHIO SILVIO - ALBERTI ALBERTO - ANELLI FILIPPO - ARMATO ANTONINO - AUCIELLO MARISA - AUCIEL-ONIFACIO MARIA ROSARIA - BOTTINI STEFANIA - BRUNO LUIGI MASSIMO - BUSICO ANGELO - CAMPO GIUSY - CAPUTODO - CIABURRI GIUSEPPE - CIACCI LEONARDO - CIAMARRA ALFREDO - CIAMMAICHELLA FRANCESCO - CIANCIULLOO - DE ANGELIS CLARA - DE LISIO MARIAGRAZIA - DE ROSA ANNAMARIA - DELLI COLLI GIUSEPPINA - DI CERBO ALES-GELINA - DI VINCENZO BICE - DISCENZA VINCENZO - EMILIANI ASSUNTA - FALASCA CRISTINA - FELICITA NICOLA - FISI-PASQUALE - GALDIERO ROSETTA - GALLI DOMENICO - GERMANO GIOVANNI - GERMANO MARIO - GIOIA MARIO - GIOR-NTONIO - MANZO ADELE - MANZO ANGELO - MANZO LIBERATO - MANZO MARIA - MANZO MICHELINO - MANZO ODORI-MARIA LUCIA - MUCCIACCIO ANTONIO - OCCHETTI ANDREA - OCCHETTI MAURIZIO - PASQUI MARIA - PETRONE ENRICOCO - RINALDI FABIANA - ROCCIO AMEDEO - ROSSI LINA - RUSSINO CARMELA - SANTORO REALE ENZA - SEVESO STEFA-A - TARSITANI RITA - TECCE ANTONIO - TIMPANI GIORGIO - TROPEANO ROSA GRAZIA - TULLO GIOVANNI - TULLO OSTI-ARIA - VIRGULTI CLARA - VITONE SILVIO - ZAPPALA’ FRANCESCO - ZERBESI GIANFRANCO - ZIBELLINI STEFANIASTROIACOVO ALBERTO - MASTROIACOVO ENZO - SCARANO NICOLA - SERRICCHIO NICOLA

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

CAMMINA,MOLISE!

20012002 DEI MARCIATORI

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IIIA TAPPA: PALATA - MONTEFALCONE DEL SANNIO

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

12OTT-NOV 2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

CAMMINA,MOLISE!

2001

IL RACCONTO(a cura di CLAUDIO DI CERBO)

La tappa odierna, con trasferi-mento in pullman, ci fa superareil fiume Biferno nei pressi dell’in-vaso del Liscione per cui si rag-giunge Palata dopo le ore 9.

Due chilometri prima delpaese, ci si avvia per la stradina,che passando nei pressi delcampo sportivo, conduce verso ilpaese. E’ un sentiero in buonaparte alberato ai lati, con fondomisto, fra campi di girasole,panoramico per la visione cheoffre dell’abitato, dominato dallatorre del serbatoio idrico.

Prima dell’ingresso, ci riceveun gruppo di ragazze in costumetradizionale dai decisi colori rossoe nero e ci danno il benvenuto. Sisale verso il paese e tra le stretteviuzze i cavalli passano appena,siamo accompagnati dal suonodel nostro gruppo musicale edanche da giovanetti in costume.

Giunti nella piazzetta, l’interogruppo folcloristico ci conduce alcospetto del maestoso e simpaticosindaco con baffi, immagine d’al-tri tempi, in doppio petto scuroabbottonato che rievoca la miticafigura di don Peppone,

Quando si giunge nella piazzaprincipale, i paesani sono prontiad accoglierci ben disciplinati suun lato della stessa. Il ballatoio,che si sviluppa su tutto un lato, èil luogo ideale per la foto ricordodi tutti i partecipanti.

Le parole del Sindaco ci con-fermano la volontà degli ammini-stratori di tutelare il patrimonioarchitettonico abitativo, forse conqualche idea da valutare per larealizzazione di un’area teatralenella parte più antica e degradata,proprio per rivitalizzarla.

Peccato che non ci sia iltempo per visitare il palazzo diAmodio Ricciardi, martire del1799 e di cui sarebbe stato mae-stro nell’illustrarne la figura ilprof. Renato Lalli.

E’ l’ora della degustazionevengono offerti dei prodotti localicon anche le pannocchie cotte digranoturco, la ventricina piccante,panini rinforzati con salumi, dolcie del buon vino.

Alla partenza la si intravedel’importanza della manifestazioneanche come funzione sociale,qualche disabile osserva o seguela comitiva, guidata sempre dalnumeroso gruppo folcloristicofino all’uscita del paese.

La chiesetta di Santa Giusta sivede sul versante del colle di frontee sarebbe raggiungibile con unapista in terra battuta che scenderipida nel vallone Fosso Strani, aquota 320 m, per poi risalire inmodo altrettanto deciso. Decidiamodi visitarla con un percorso piùlungo che si svolge parte su sentie-ro e parte sulla abbandonata stradaprovinciale, passando presso alcunefontane, si raggiunge la chiesettaverso le 13, un piccolo edificio inuna macchia boscosa con areaattrezzata.

Qualche minuto di sosta perraccogliere i primi e si continuasulla pista in terra che è tangente, adestra alla strada statale, e la si puòpercorrere a buona andatura poichésegue le leggere ondulazioni dellecolline. Si superano alcune masse-rie e dopo aver raggiunto sulcocuzzolo le case si può scendereverso Acquaviva Collecroce, paesenascosto a differenza degli altriposti in evidenza sulle alture.

segue a pag. 13

CARATTERISTICHE• LUNGHEZZA Km. 22• QUOTA PARTENZA slm 515• QUOTA ARRIVO slm 637

IL PERCORSO- PALATA- ACQUAVIVA COLLECROCE- MONTEFALCONE

DEL SANNIO

LA SCHEDA

Il Sindaco riceve i complimenti degli Organizzatori

STORIARoberto della Rocca fu il

primo feudatario di Palata che nelmedioevo faceva da centro fra ivari casali abitati. Nel 1269 diven-ne titolare del feudo Francescodella Posta, mentre all’abolizionedella feudalità ne erano leggittimipossessori gli Azor PallavicinoZapata, duchi di Villahermosa. ARCHITETTURA

Di antichi origini è la chiesa diSanta Giusta che sorge a qualchechilometro dall’ attuale centro abita-to dove al tempo dei Normanni esi-steva un insediamento che venneabbandonato nel XVI secolo. Lachiesa ancora oggi è meta di pelle-grinaggi a cui partecipano anche i

fedeli del circondario. TRADIZIONI

Il 13 Giugno si svolge la festadi Sant’Antonio animata da una sfi-lata di carri trainati da buoi opportu-namente addobbati. Gli ornamentidei carri e dei buoi sono molto parti-colari, infatti sono caratterizzati dacolori che colpiscono facilmentel’attenzione. Questa tradizione èforse una reminescenza delle tradi-zioni slave, considerando che agliinizi del XVI secolo a Palata giunse-ro coloni slavi che vennero succes-sivamente assorbiti dalla localepopolazione.La festa del patrono(16-17 Giugno) prevede spettacolidi piazza e si conclude con splendidifuochi pirotecnici.Anche nel perio-do di Carnevale si hanno numerosimomenti di vivacità con una sfilatadi trattori festosamente addobbati. PORT E TEMPO LIBERO

A Palata non mancano di certole possibilità per divertirsi, è pre-sente infatti un pub e sono disponi-bili inoltre il campo di calcio, ditennis, da bocce e di tiro con l’arco.

Palata dista 60 km. daCampobasso e 110 km. da Isernia.

PALATAProvincia CBCAP 86037Altezza slm 527Superficie Kmq 43Abitanti 2093Santo Patrono San RoccoFesta S. Patrono 16 Agosto

Palata, AcquavivaCollecroce, Montefalcione delSannio caratterizzano la terzatappa, che si preannuncia inte-ressante, sia per le peculiaritàpaesaggistiche, sia per le carat-teristiche etniche e culturali.

Un percorso fuori pro-gramma ci porta dall’areaattrezzata di S. Leucio alleporte di Palata, dove il benve-nuto viene dato da splendideragazze in costume; festosal’accoglienza nella piazza,gremita di gente, dove ilSindaco, oltre ad un affettuososaluto, illustra con passione ildinamismo degli abitanti chevogliono vivere nella propriaterra e si adoperano permigliorarne le condizioni edarginare la fuga dei giovani.Encomiabile il progetto realiz-zato nella scuola media per laformazione del gruppo folklo-ristico ‘La Palatisella’; sicura-

mente per questi giovani impa-rare e capire i canti popolarisignifica rafforzare il vincolocon la propria terra e coltivareenergie per il futuro progresso.

In una coreografia di festo-sa accoglienza si consumanoappetitosamente i prodotti tipicie si dà l’addio al paese, alritmo dei canti e delle danze delgruppo folk ‘La Palatisella’ cheallegramente ci accompagnafuori del paese per affidarci adun percorso faticoso.

Acquaviva Collecroceostenta la sua identità croata,attraverso la duplice scritturadelle insegne e delle vie in lin-gua italiana ed in lingua slavaed attraverso l’appassionatointervento del sig. Spatanova,il quale illustra la gloriosa sto-

ria di Acquaviva, capitaledegli insediamenti slavi, chenon ha rinnegato le sue originie che oggi tenta di potenziarela sua economia tramite un’in-tesa economica con la madre-patria; è un paese che incurio-sisce e che stimola all’ap-profondimento di una culturache, se pur integrata in quellamolisana, custodisce gelosa-mente le sue specificità.

Dura la tappa perMontefalcone del Sannio, stu-penda la vista del paese postosu un’altura di 650 mt sul livel-lo del mare e magicamente cir-condato dai monti con squarciincantevoli che mostrano nellavallata il tortuoso luccicar delTrigno ed in alto le imperiosemontagne abruzzesi.

Suggestiva la serata all’a-perto per consumare, nell’areaattrezzata del lago, una gusto-sa cena.

L’ITINERARIO(a cura di E. SANTORO REALE)

Michele Cianciullo, ancora arzillo, guida il gruppo alla volta di PalataVERSO PALATA

Palata. Cavalli e Cavalieri sull’attenti,posano per il SindacoSULL’ATTENTI

Palata. Giovani e anziani del gruppo “Palatisella”in alcuni momenti della loro esibizione durante l’accoglienza ai marciatoriFOLKLOREPalata. Un momento dell’eccezionale

accoglienzaL’ACCOGLIENZA

Palata. Il Sindaco attorniato dai marciatori posa in ricordo del passaggio di “Cammina, Molise!” per il suo paeseFOTO RICORDO

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OOOOOOOO

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

13OTT-NOV 2001

IIIA TAPPA: PALATA - MONTEFALCONE DEL SANNIO

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

CAMMINA,MOLISE!

2001

LA SCHEDA

Il Saluto del Sindaco e del Parroco

STORIAIl rinvenimento di una cinta

muraria di epoca italica sulmonte che sovrasta il centro, hadato luogo ad una serie di ipotesirelative ad una sua identificazio-ne con la città di Maronea che fuassaltata dal console romanoMarcello per debellarvi una colo-nia di Cartaginesi. Montefalconein epoca angioina fu dominatodai Cantelmo, tra il XIV e l’ini-zio del XV secolo passo ai Zurloai quali nello stesso secolosubentrarono i Gambatesa. ARCHITETTURA

L’edificio di maggior interes-se del comune è senza dubbio lachiesa di San Silvestro. La deco-razione del portale richiama iden-tiche opere di arte gotica nellaattuale regione. Nella torre cam-panaria a testimonianza di unedificio preesistente all’attuale, èmurato un concio (XI - XII seco-lo) sul quale è rappresentato uncervo in corsa.

TRADIZIONIIn occasione della vigilia di

Natale è tradizione degli abitantidel luogo sfolgiare in processionegrosse torce lignee cioè le far-chie. Giunti nei pressi della chie-sa, con le torce viene acceso ungrande falò che viene benedettoin occasione della sacra funzione.A carnevale saltuariamente ven-gono addobbati carri allegoricicon giovani che declamano fila-strocche ironiche sui personaggidel luogo. Inoltre nel pomeriggiodel Venerdì Santo nel periodo ditempo che precede la funzione inchiesa, si sfila per le strade delpaese suonando un tipico stru-mento “la racanella” il cui suonorichiama atmosfera di lutto. SPORT E TEMPO LIBERO

Per gli appassionati dellanatura, Montefalcone offre fittiboschi abitati da una ricca fauna.Lungo il corso del fiume Trignosi presenta in’oltre una buonaopportunità di pesca. Nei pressidel lago di Montefalcone è possi-bile fare delle scampagnate e pra-ticare dello sport. L’area attrezza-ta per pic-nic trova corrisponden-za con il campo da tennis e lospazio con giochi per bambini. Ilcampo di calcio è vicinissimo alcentro abitato, dove è disponibileil campo da bocce.

Montefalcone nel Sanniodista 56 km. da Campobasso e 58km. da Isernia.

MONTEFALCONEDEL SANNIO

Provincia CBCAP 86033Altezza slm 659Superficie Kmq 32Abitanti 1925Santo PatronoS. Antonio di PadovaFesta S. Patrono 13 Giugno

segue da pag. 12Così facendo, abbiamo attraversato anche il

braccio tratturale Ateleta – S.Andrea e si scendeal paese ove la colta guida Spatafora che ciaccoglie dà le prime notizie sulle etnie slave.Acquaviva è di origine croata come gli altri duepaesi Montemitro e S. Felice. Nel piazzale, anti-stante la scuola elementare, è stato innalzato direcente un monumento raffigurante una prua dinave che attesta la venuta degli Slavi dal mare.Galasso ritiene che gli Slavi siano arrivati nellostesso anno in cui veniva scoperta l’Americaper cui nel loro linguaggio non sono presentialcune parole: pomodori, patate, mais e pepero-ni perché prodotti originari del nuovo mondo.

Altre curiosità ce le riporta l’erudito accom-pagnatore, nella piazza antica, come l’originedel nome cravatta e di “crucchi”, pane nella lorolingua. Per farci avvicinare alla lingua ci offredue interessanti volumi; uno è il primo diziona-rio, poiché la lingua veniva solo parlata ma nonscritta.

Ci si può poi soffermare a gustare i panini.Si offre la dieta vegetariana in segno di ricono-scimento o di gratitudine alla bionda giornalistadel Corriere della Sera, che segue “Cammina,Molise!”, con pazienza per le manifestazionid’affetto dimostratele durante tutto il tragitto.La dieta vegetariana, forse un velato auspicio,viene accolta con eleganza e “ bon ton” senzaprodurre alcun effetto .

Si attraversa il paese sino alle ultime caseove alla fontana monumentale in pietrame squa-drato i partecipanti riempiono le loro bottiglie diacqua fresca in assenza di Santino che lo incon-treremo dopo.

Alla destra della fontana ci attende per rag-giungere il vallone un sentiero erboso che all’i-nizio custodisce un’altra testimonianza del pas-sato: un fontanile coperto di buona fattura.

Di fronte alle grosse “lenze” c’è un alternar-si di colori: il verde dei campi di foraggio, ilbruno delle terre arate ed il giallo delle stoppie.

L’ultimo tratto per raggiungere il vallone èattraverso un campo arato, superato il fosso, sirisale per raggiungere le masserie, poste sullaStrada Statale 87, attraverso un campo nero perle stoppie bruciate. Qui ci si riunisce, si ricom-batta il gruppo per decidere, in base al tempo adisposizione, il tragitto da percorrere.

Il percorso in salita, le tre ore di camminoda affrontare ed il caldo fanno decidere il cam-biamento del percorso. Per raggiungereMontefalcone si propende per il tragitto piùbreve, in tutto 6 km, utilizzando sentieri chetagliano la strada statale. Certo che il sentieroindividuato precedentemente era più lungo e piùfaticoso ma più suggestivo e affascinante, corre-va lungo un tratturello con ai margini una anticafontana, dimenticata ed in stato di degrado.L’anno 1870 non sfugge a Michele, che leggenella data l’attività svolta dal governo piemon-tese nelle reintegre sul nostro territorio.

Fra Castelmauro e Montefalcone il tragittoera previsto al fresco della vegetazione boschivae dopo aver superato la casermetta forestale,quota 700 m, si scendeva verso il Lago Grande,gioiello incastonato nella piccola conca, a quota540 m; nel ristorante, IL TRATTURO, a condu-zione familiare si possono gustare, senza temadi smentita, le migliori pietanze a livello nazio-nale a base di pesce, e non solo. Non si può farea meno di assaporare i numerosi primi piatti daldelicatissimo condimento con pasta fatta in casadalla Signora Mamma, il pesce di mare cucinatoin modo sapiente dai fratelli Nicola e Pasquale.

Mangiare il tutto ogni volta diventa “diffi-coltoso” per la arguzia di Pasquale, personaggiotravolgente, che snocciola battute ad ogni istan-te. Nemmeno la nascita di Luigino, nome inonore del simpatico nonno è riuscito a calmarlo,e meno male!

Insomma di quei ristoranti unici e tradizio-nali in cui il sapore del cibo è pari a quello dellospaccato della vita che vi si riesce a trascorrere.

Quando riparto verso Isernia (non sono scesoal laghetto con grande dispiacere per una evidenteincomprensione) scorgo un gruppetto, già allaperiferia del paese, che era convinto che il lagofosse sparito. “Ma l’acqua nel lago c’era o nonc’era?”. Tale dubbio mi era sorto quando la “voci-na” di Giovanna dice che il professore aveva datola notizia certa che l’acqua era sparita.

Non posso dire direttamente come sia andatala serata, ma penso che nello incantevole scena-rio ambientale, con la disponibilità delle attrezza-ture presenti, sarà stata senz’altro splendida.

STORIAAcquaviva Collecroce e’ uno

dei paesi piu’ affascinanti e carat-teristici del Molise. Il luogo, gia’frequentato in epoca molto anti-ca, assunse dei lineamenti bendefiniti soltanto nel periodoMedioevale. Dopo il XII secolofu l’ordine dei Cavalieri di Maltaa governare in quella zona. Dal1446 al 1553 i Cantelmo preseropossesso di quel luogo, ma dellaloro presenza oggi rimane solo ilportale. Vari studi ed ipotesi sonostate fatte su una lapide medieva-le chiamata quadrato “sator”sulla quale e’ stato scritto: “RotasOpera Tenet Arepo Sator”. Leparole, tutte di cinque lettere,sono disposte in modo tale dapoterle leggere in qualsiasi modoe direzione (da sinistra a destra,dall’alto in basso). Il significatodi questa frase e’ tutt’oggi scono-sciuto e quindi la stessa resta cir-condata da un alone di mistero.TRADIZIONI

La piu’ importante e’ la Festadel Maja (01 Maggio). E’ unaantica tradizione per propiziareun buon raccolto: un fantoccio aforma di cono viene portato da

un uomo attraverso le strade delpaese mentre i giovani del postocantano in coro. Molto particola-re anche l’usanza della Smarcekache avviene nel periodo natalizio.Su un tronco di albero vieneaccesa una grande torcia fatta dipezzetti di legno, la stessa poiviene posata sul portale dellachiesa parrocchiale.SPORT E TEMPO LIBERO

Da visitare la chiesa dedicataa Santa Maria Ester. Ricostruitanel 1715, conserva al suo internodue statue: una della Concezionee l’altra di San MicheleArcangelo tutte e due dello scul-tore Paolantonio di Zinno. Acquaviva Collecroce dista 60km. da Campobasso e 106 km. daIsernia.

Il saluto del’ Etnologo,Dr. Spatanuda, in rappresentanzadell’amministrazione comunale

ACQUAVIVA COLLECROCEProvincia CBCAP 86030Altezza slm 413Superficie Kmq 28Abitanti 856Santo Patrono San MicheleFesta S. Patrono 29 Settembre

LA SCHEDA

Manca poco per arrivare ad Acquaviva, ma l’ombra degli ulivi attrae imarciatori, che approfittano per riposare un poSOTTO L’ULIVO

Acquaviva C.Durante l’accoglienza si scatena l’allegria dei marciatori

che coinvolge come al solito anche i localiL’ALLEGRIA

Acquaviva C.I marciatori fanno il loro ingresso

nel paese slavofonoL’ARRIVO

Acquaviva C.I cavalieri

sempre in testaNEL PAESE

I marciatori arrancano in salitaalla volta di MontefalconeIN SALITA

MontefalconeUna serenata

in centroBELLISSIMI

Montefalcone.Alberto spiega ai

bambini cos’è“Cammina, Molise!”

CATTEDRAITINERANTE

Montefalcone.Il Parroco Don Nicola,ritrova i compaesani

UNBELL’INCONTRO

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IVA TAPPA: SALCITO - CAPPIELLO DI DURONIA

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

14OTT-NOV 2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

CAMMINA,MOLISE!

2001

IL RACCONTO(a cura di CLAUDIO DI CERBO)

Si parte dalla fontana “DelTrocco” che conserva ancora lepietre “stiulatore” con la facciarigata ben lisciata dalla fatica digomito delle lavandaie, quandovenivano a lavare panni dell’inte-ro paese.

Siamo ormai nelle collinedell’Appennino con il manto con-tinuo di vegetazione boschiva chescende fino al fiume Trigno; lequote altimetriche sono aumenta-te e l’attività agricola non è statasnaturata per cui il paesaggiocambia aspetto.

Si percorre un paio di chilo-metri utilizzando la strada provin-ciale per Bagnoli del Trigno,un’antica viabilità che attira sicu-ramente l’attenzione di Micheleper le pietre miliari con gli etto-metri , i chilometri, i cantoni.

Salcito, centro sorto ai margi-ni del Tratturo Castel di Sangro –Lucera, posto in posizione domi-nante sulla sommità del colle, aquota 700 , accoglie la “verde”compagnia.

Le scalinate in pietra, unacaratterista del paese invitano ascattare la foto di gruppo con loscenario della quinta degli edifici,chiusa in fondo dalla facciatadella chiesa incompleta. Un edifi-cio dalle grosse dimensioni,diventato cava di pietre lavorateper i locali che le hanno utilizzateper le loro abitazioni, e che nonpuò essere lasciato in abbandonoe alla distruzione ma che non siriesce a recuperare nonostante itentavi del parroco.

Bella è anche la chiesa di SanBasilio, posta sulla sommità del-l’abitato, dalla semplice facciatama che all’interno ha arredi di uncerto valore con statue lignee edun altare con intarsi in legno.Testimonianza arcaica in uno deivicoli gradinati è una piccola pie-tra che conserva il diritto del for-natico dovuto al signore dagli abi-tanti; poco dopo nella farmaciadella famiglia Pietravalle, è statoallestito un museo proprio difronte al palazzo della stessafamiglia gentilizia, con portaledalla bella chiave d arco. Pocodistante, stupendo è quello trilo-bato, che la gioia di Michele, veroesperto di portali e croci viarie,che inizia a dare spiegazioni sullasimbologia del segno, ma chedopo qualche istante rimane isola-to in accorato e riflessivo silenziopensando “ma chi me lo fa fa”.

Il sindaco offre, a nome del-l’amministrazione, un “pensiero”insolito: una raccolta di spartitimusicali che già portava nel titoloun presagio dei futuri accadimen-ti. Uscendo dal paese, a metà dellargo viale sulla sinistra, si utiliz-za la stradina che sale al colle ealla zona sportiva. Il panoramadal cocuzzolo del paese è bellissi-mo, lo sguardo si spinge e versola vallata del Trigno a cui fannoda sfondo i monti di Capracotta,quelli verso Schiavi d’Abruzzo e,sulla destra, verso le inconfondi-bili catene dei monti de La Meta edelle Mainarde. E’ uno spettacolosuggestivo deturpato dalla lineaelettrica per cui sorge una rifles-sione personale: quanto costava,come in altri casi, interrarla pernon rovinare stupende viste pano-ramiche?

continua a pag; 15

CARATTERISTICHE• LUNGHEZZA Km. 20• QUOTA PARTENZA slm 575• QUOTA ARRIVO slm 850

IL PERCORSO- SALCITO- PIETRACUPA- CAPPIELLO di Duronia

LA SCHEDA

Il Sindaco ed il Parroco salutano i marciatori

STORIAL’attuale comune nel

1269 apparteneva ad Ugo diBrianzio, designato dagliangioini, nel XIII secolopasso ai D’alemagnia, nelXIV secolo ai Carafa, succes-sivamente ai Gaetani e iDella Marra, la serie dei tito-lari fu chiusa dalla famigliaFramcone. Pietracupa sorgesu di un roccione e l’immagi-ne che se ne ricava è moltosuggestiva, cosi come lo è ilsuo centro storico. ARCHITETTURA

L’edificio più caratteristi-co è sensa dubbio la chiesa

del Santissimo Sacramentodove si conservano le pregie-voli statue di Ortisei. Tra cuiil “Cristo Morto”. All’internodell’agro è da visitare il roc-cione, le cui caratteristichepreludono a vere e propriecaverne, probabilmente abita-te dalla notte dei tempi. TRADIZIONI

In prossimità della vigiliadi Natale è usanza per gli abi-tanti di Pietracupa realizzaredelle torce, le quali vengonoarse la notte del 24 dicembreper riscaldare simbolicamen-te il corpicino di Gesù, la tra-dizione prende il nome di“nducciata” SPORT E TEMPOLIBERO

Durante il periodo estivo,per gli sportivi più affiatati ilpaese mette a disposizionecampi da calcio, da tennis ebocce. Pietracupa dista 30km da Campobasso e 70 kmda Isernia.

PIETRACUPAProvincia CBCAP 86020Altezza slm 695Superficie Kmq 9Abitanti 276Santo Patrono S. Gregorio P.Festa S. Patrono 10 Settembre

STORIANicola Evoli era il mag-

gior rappresentante dellacasata, infatti gli Evoli inMolise detenevano un rile-vante prestigio che risale almedioevo.

Successivamente a Salcitodopo la scomparsa degli Evolidivennero titolari feudatari iDi Capua fra il XV secolo einizio XVI secolo. Ma furonogli ultimi padroni inFrancone. Dal punto di vistamigratorio, Salcito è un cen-tro molto colpito, infatti, inmolti sono emigrati e si sonorecati in paesi esteri o verso ilLazio e nella stessa Roma.L’unico periodo in cui si riav-viva il paese è nell’agosto sal-cinese. ARCHITETTURA

I segni medioevali aSalcito sono sicuramentemolto evidenti, questo è con-fermato acora di più dal fattoche nell’agro salcinese sonostati rinvenuti casualmentedue reperti: una base tronca euna cornice di tipo a tortiglio-ne che porta datata 1358,mentre il secondo reperto è uncapitello ornato con motivivegetali riconducibili sicura-mente all’epoca romana. Ilcapitello dai disegni così par-ticolari, purtroppo a causa delsuo ritrovamento casuale non

ne permette la correlazione adun ben determinato edificioed ad altre opere scolpite.Rende ancora più incerta ladata incisa sulla cornice.Attualmente insieme alla basesono custoditi all’internodella chiesa parrocchiale. TRADIZIONI

La festa dell’incoronatache viene festeggiata nell’ulti-ma domenica di aprile èanche caratterizzata dallafiera delle merci e del bestia-me. A Salcito non mancanoaltre fiere infatti se ne svolgo-no ben altre tre: una nel mesedi giugno San Basilio, un’al-tra nel mese di settembre SanDomenico, l’ultima nel mesedi ottobre a Sant’Emilio. Nelmese di luglio Salcito vengo-no organizzate mostre dicarattere popolare e culturale. SPORT E TEMPOLIBERO

A Salcito è presente soloun campo da calcio. Salcitodista 38 Km. da Campobassoe 38 Km. da Isernia.

Il Sindaco con il Direttorede “la vianova”

SALCITOProvincia CBCAP 86026Altezza slm 706Superficie Kmq 28Abitanti 708Santo Patrono Basilio MagnoFesta S. Patrono 14 Giugno

LA SCHEDASalcito, Pietracupa,Duronia sono i paesi piccoli,caratteristici, invitanti dell’ul-tima tappa.

Salcito ci accoglie con ladolcezza della sua aria e labellezza della sua piazza, conla semplicità del giovaneSindaco, animato da tante ideeinnovative, contrastanti con lescarse risorse economiche, conla passione del Parroco, culto-re dei preziosi reperti storicisottratti all’abbandono.

Un percorso accidentato ciporta sul tratturo, il direttissi-mo Pescasseroli-Candela, trale zolle inaridite dalla calurae, nei pressi della chiesettatratturale, viene consumato unpasto saporito; rinfrancate leforze, si riparte alla volta diPietracupa.

Lo sguardo è attratto dallarupe che sembra in bilico,destinata a precipitare ad un

soffio di vento, eppure restasalda sull’altura, vigile senti-nella dell’ampia e suggestivavallata, gelosa custode di teso-ri storici, che MonsignorOrlando illustra nella criptarupestre, unica nel suo genere.

Ospitale e gentile ilSindaco che si rammarica perla brevità della visita; ma lastrada è tanta ed il tempo scor-re veloce.

Il commiato è acceleratoda un vento impetuoso e da uncielo che minaccia temporali;tuttavia la marcia continua,almeno per i più temerari.

Imperversa la pioggia;l’onda verde diventa blu, aven-do ognuno indossato l’imper-meabile, e procede abbastanza

compatto, arrancando per lastrada tortuosa in salita, finchèil profilo di Duronia non allar-ga il cuore alla speranza dellafine della pioggia e dellatappa. Ma ancora tanto è ilcammino, mentre la pioggia sidirada, si interrompe, sì dadare anche ai più prudenti ilpiacere di percorrere vivace-mente il paese, i cui abitanti ciguardano tra il meravigliato,l’indifferente e di continuare ilpercorso fino alla ContradaCappiello, dove l’accoglienzacalorosa, il fuoco scoppiettanteasciuga la nostra umidità e cidispone a consumare le pietan-ze caratteristiche locali conl’allegria di sempre. Lo spetta-colo folk dello‘Scacciapensieri’ sigla la con-clusione di un’esperienza edifi-cante, sicuramente da ripetere.L’appuntamento è per‘Cammina, Molise! 2002’.

L’ITINERARIO(a cura di E. SANTORO REALE)

Pietracupa.Ingresso festoso in paese

IL PENULTIMOPAESE

Pietracupa.Don Orlando tiene una dottalezione nella rupestre chiesa

LA CHIESARUPESTRE

Alcuni marciatori in un momento di meritato rilassamento...BELLISSIMI...

Salcito. Ingresso mattiniero in paeseINIZIAL’ULTIMA TAPPA

Salcito.Il Parroco fa da

CiceroneLA VISITA

Salcito.I marciatori sono accolti in un’area

attrezzata fuori il paeseL’ACCOGLIENZASalcito. Un edificio che

da due secoli aspetta diessere completato

PORTEAPERTE

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IVA TAPPA: SALCITO - CAPPIELLO DI DURONIA

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

15OTT-NOV 2001

VERSA IL TUOABBONAMENTO

salva la vianova

CAMMINA,MOLISE!

2001

segue da pag. 14Dalla zona del campo

sportivo, con attigua areaattrezzata, si continua a saliresino a quota 850 m su pistasterrata; il sole ancora picchiama la quota rende l’aria piùfresca e si respira. Sulla cima,ora la vista è sul versante delBiferno, si gira a destra, lam-bendo la zona boscosa dellacima, in direzione del tratturoCastel di Sangro-Lucera, gui-dati sempre con perizia daiCavalieri Triventini.

E’ un tratto ben conservatoe lo si percorrere in discesasino alla chiesetta di S. Nicolanei pressi della Fonte DelliFrassi, ove ci aspetta la degu-stazione ma anche una sorpre-sa.

L’infortunato di quest’an-no, dopo Mimmo il dispersodello scorso anno, è Michele,che ha avuto una “carezza”,un po’ troppo pesante, da unasplendida cavalla. Ben accudi-to da Silvio il medico e sotto-posto ai massaggi di una infer-miera, Michele si riprende riu-scendo a considerare anche leesigenze dei fotografi, illumi-nando il volto malconcio conun sorriso e rinunciando al“ricovero” al fresco della cap-pellina .

La festa continua con pen-toloni di pasta e fagioli eduova sode, una novità piace-vole; basta vedere infatti i gio-chi di prestigio per farle scom-parire eseguiti con maestria daAlfredo, emulo del magoCasanova.

Il sindaco di Salcito è unsindaco un po’ fuori dellanorma, silenzioso e schivoanche quando consegna aGiovanni i ricordi della gior-nata.

Il tracciato odierno erastato organizzato per ammira-re una splendida fontana, interritorio rurale ma con carat-teristiche monumentali e dipregiata fattura architettonica,e visitare poco oltre la stupen-da ed eccezionale, dal puntostorico e ambientale, Morgiadi Pietravalle, posta al confinecon il comune di Pietracupa.

La morgia, un blocco dipietra, s’ innalza come unacuspide emergendo al di sopradell’ondulato altipiano, cesel-lata da antri, caverne e localiricavati nella roccia abbastan-za tenera.

Si sarebbe potuto raggiun-gere Pietracupa con un percor-so prevalentemente in terrabattuta che da Fonte li Frassirisaliva verso localitàMasserie e toccare in sequen-za le due testimonianze e ridi-scendere lungo un sentiero oper i prati sino al valloneDella Difesa, ma ciò non èstato possibile; Pietracupa èraggiunta in autobus.

A Pietracupa, quota 750m, abitato dominato dallaMorgia che mostra i segni diutilizzazione per scopi abitati-vi lungo le pareti, ci riceve ilSindaco che è stato semprepresente nelle passate edizioniove non poteva passare inos-servato per il suo cappello atese. Quest’anno è stato sosti-tuito dal copricapo di Galasso,raffinato, in fibre di palma eportato con l’innata eleganza

ma che non sembra avere sor-tito effetti.

Il paese è raggruppatoattorno a questa cuspide roc-ciosa che nasconde alla base,ricavata nella roccia, la fanta-stica cripta.

Si prende posto nellacaverna ed il pathos vieneaumentato dalla “omelia” didon Orlando, con fare schiettoe deciso, che nella foga apre ilbavero bottone dopo bottone;la sua mimica ci ricorda lasimpatica figura del donCamillo della finzione cine-matografica, ed illustra comeil luogo fosse stato sede deltribunale dell’inquisizione,indicando con precisione iluoghi di “sollecitazione” e ditortura. Il suo discorso rimaneimpresso anche per due con-cetti che meritano una nota diattenzione: il riferimentoall’operato del Genio Civile,che può essere senz’altro“Genio ma non civile”, per laprassi di demolire tutto ciòche mostra i segni di scarsasicurezza statica, senza distin-zione del valore storico oarchitettonico, così sono statedemolite alcune torri che fun-zionavano come i fax modernifra Pietracupa, Bagnoli,Torella, Duronia. L’altro con-cetto espresso è relativo allacura nel non buttare e nelvalorizzare ciò che in appa-renza può sembrare di nessunvalore e fa riferimento al pic-colo crocifisso ligneo che fabella mostra appeso alla voltadella grotta. Un discorso inap-puntabile ad eccezione del neorelativo al luogo di nascita delSantone di Isernia, il papaCelestino quinto, PietroAngelerio, i cui natali ora ven-gono rivendicati anche da S.Angelo Limonano. Una notapiacevole ed inaspettata è datadal dolce suono del flauto diAlberto Alberti, le cui dolcinote vengono ascoltate da tuttiin ossequioso silenzio.

All’uscita il rinfresco conpizze di ogni genere, frutta ebevande. L’infortunatoMichele ci ha lasciato ed iltempo è cambiato rapidamen-te. Il sole ha ceduto il posto alnuvolo ed all’uscita del paeseè necessario ricorrere agliimpermeabili. La pioggia cadelungo il percorso, il coloreazzurro dei k-way si snodalungo la stradina che saleverso le Masserie Mustaccio.

Siamo nel territorio dellamassa dei camminatori è qual-che bicchiere di buon vinomette il buonumore.

Quando si attraversa l’abi-tato di Duronia, la popolazio-ne, particolarmente attenta aquesta manifestazione cheormai ha travalicato i confiniregionali, ci riceve con il soli-to e gradito entusiasmo.

Lo stesso entusiasmo ciaccoglie alla contradaCappiello, sul tratturo Lucera- Castel di Sangro, versoMolise piccolissimo centroabitato, ove il clima non pro-prio clemente non sconvolgela serata finale organizzatacon grossa lavorio dagli abi-tanti della frazione.

Macchia Berardi (Duronia). Gli abitanti dellacontrada (Vittorio, Leondina, Franco, Teresa)

offrono ristoro ai marciatori bagnati

SOSTAPER MARCIATORI

E PIOGGIA

Cappiello. I marciatori, uniti alla gente della borgata,bagnati e infreddoliti ascoltano la messa da campo, celebrata da Don Gino D’OvidioINFREDDOLITI

Salciro. Una zoccolata sullo zigomocostringe il valoroso Michele ad abbandonare in barella... la marciaFERITO SUL CAMPO

Duronia. Ingresso ed uscita veloce dal paese,mentre gli amministratori sono impegnati a

festeggiare lo “scudetto della Roma”ANDATA E RITORNO

Tratturo Lucera - Castel di Sangro. Sotto lapioggia, i marciatori si avviano verso la tappa

finale di CappielloSUL TRATTURO

STORIADai ritrovamenti effettuati

si capisce come Duronia nac-que molto anticamente. Infattialcuni resti tombali sono statiritrovati in localita’ Civita,mentre segni di fortificazionisannitiche si trovano nelle zonedi Montagnola e Lucera-Casteldi Sangro. E’ stata rinvenutapoi una villa romana in locali-ta’ Casaglivune. Altri resti sonostati riportati alla luce nellezone di Casale, San Basilio eVicenne. ARCHITETTURA

Duronia e’ uno dei paesipiu’ suggestivi della provinciadi Campobasso. Tutt’intornosono disseminati i resti dellecostruzioni rurali che moltotempo fa furono abitate. Infattila loro struttura e’ quella dicase costruite a secco e coperte,per quanto riguarda il tetto, conlastroni di pietra, le quali sonotipiche costruzioni di inizio‘900. Vi e’ ancora traccia delcastello che si ereggeva in cimaall’altura. Vicino al castello sinota la “Chiesa di San Nicola”,sorta pressappoco nello stessoperiodo del maniero, che pero’oggi giorno e’ chiusa al culto.

Nel centro del paese vi e’ unacroce di pietra probabilmentedel XV secolo, simile a quelladi Civitanova del Sannio. TRADIZIONI

Il 16 e il 17 Agosto si orga-nizzano le sagre dello“Scattone” e della “pasta efagioli”. Da ricordare la festadel patrono San Rocco il 16Agosto e la fieradell’Incoronata che si svolgel’ultimo sabato di Aprile. SPORT E TEMPO LIBERO

Oltre a poter praticare i gio-chi del calcio, tennis e bocce,gli amanti della natura possonorecarsi nella pineta dove e’ pos-sibile effettuare piacevoli sosteo pic-nic. I piu’ giovani potran-no usufruire del parco giochi. Duronia dista 36 km. daCampobasso e 35 km daIsernia.

Cappiello (Duronia).Il parroco celebra la messa da campo,

a conclusione della marcia

DURONIAProvincia CBCAP 86020Altezza slm 918Superficie Kmq 22Abitanti 538Santo Patrono S. NicolaFesta S. Patrono 06 Dicembre

LA SCHEDA

Cappiello.Due momenti della calorosa accoglienza finale organizzata da tutta la popolazione della borgataL’ACCOGLIENZA

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LE IMPRESSIONI DEI MARCIATORI

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

16OTT-NOV 2001

CAMMINA,MOLISE!

2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

Egregio architetto, grazie!Da ben sette anni, con il

“Cammina, Molise!”, la cui

organizzazione le richiedeimmenso lavoro, ci fa cosaveramente gradita.

Il viaggio che si propone,proprio perché a piedi, ci pro-cura attesa e tensione per laricerca di posti nuovi, e poitanta sorpresa e tanto stupore.

Nel viaggio, proprio per-ché attraversiamo i luoghidella diversità, abbiamo l’op-portunità di fare una pluralitàdi esperienze che ci consen-tono di ritrovare noi stessi,ma anche e soprattutto ildesiderio di cambiamento.

Cambiamento, si intende,

nel senso che tutti si riappro-pino delle proprie radici, chetutti operino per lo svilupposocio-economico e culturaledella regione, che tutti siadoperino per aiutare i gio-vani a superare lo stato didisagio in cui versano.

La CRISI in cui versa laregione, certamente, non èuna situazione chiusa a qual-siasi soluzione; essa se accet-tata e affrontata con coraggioè occasione di crescita e di

apertura di “libertà”.Se sono stata chiara, avrà

inteso il Viaggio comemetafora del cambiamento enoi viandanti come i prota-gonisti.

Ognuno faccia la suaparte.

Nel mio cammino quoti-diano di insegnante sonoaccompagnata, costantemen-te, da ciò che scrisse J.Saramago: “Il viaggio nonfinisce mai: Solo i viaggiato-

ri finiscono. E anche loropossono prolungarsi inmemoria… Bisogna vederequel che non si è visto, vede-re di nuovo quel che si è giàvisto. Bisogna ritornare suipassi già dati, per ripeterli eper tracciarvi a fianco nuovicammini. Bisogna ricomin-ciare il viaggio. Sempre.”

Con la speranza che qual-cosa cambi, arrivederci all’VIII Edizione e, di nuovo,grazie!!!

UN VIAGGIOPER IL

CAMBIAMENTOdi ERMINIA DI MARZO

(Campobasso)

Cari organizzatori di“cammina, Molise!”,

da 12 anni visito l’Italiauna o due volte l’anno: unacittà per volta, con incursioni

nella campagna circostante.Ma torno sempre in

Spagna con una certa insod-disfazione. Nipote di viticol-tori borgognesi, il contatto

con la terra e i contadini èper me essenziale. Eppurenei viaggi turistici, ci sono lecittà da vedere con i lorotesori culturali, i paesaggi; lacampagna però si scorge die-tro un vetro, tranne qualchebreve ed occasionale sosta.

Da quando ho saputo cheavrei partecipato alla vostraMarcia (grazie all’invito del-l’amico Angelo), mi sonoallenata nelle pianure sivi-gliane. Sono quindi arrivataal raduno di Colletorto conun senso d’angoscia: quanticolli da vincere, mio Dio!

Ma questi quattro giornisono stati tra i più belli dellamia vita. Fra di voi, ho trova-to gentilezza, educazione,comunicazione, cultura, alle-gria, amicizia, cooperazione,spiritualità, gastronomia,serietà. In questa scuola divolontà e malgrado la brevitàdella manifestazione, misono fortificata fisicamente emoralmente in contatto conle buone qualità dei parteci-panti alla marcia.

Toccare la vostra bellaterra per ore con i piedi, con ipolmoni pieni d’aria pulita,

mi ha fatta sentire parte dilei. Del Molise conoscevosolo Antonio Di Pietro…adesso, non saprei dire perquale miracolo mi sento unpo’ molisana. E’ un po’ mia(scusate) questa terra gialla everde, ondeggiante e con lecreste coronate di paesini adesse aggrappati, per me tuttiuguali, ma che voi riconosce-te da lontano, da un partico-lare che mi sfugge; quantapace dà all’anima questabella armonia delle sueforme! L’ho toccata e l’homangiata, questa terra diven-

tata cibo sulle tavolate attrez-zate artisticamente dallemeravigliose e sorridentidonne molisane.

Non finirei mai di vantarei tesori accumulati nella miamemoria durante questi quat-tro giorni, così pieni da sem-brarmi settimane.

Mi resta solo che felicitar-mi per la vostra fantastica ini-ziativa e per la buona organiz-zazione della Marcia inMolise. Vi ringrazio ancoraper avermi dato la possibilitàdi conoscere al vostra terra.Vi saluto cordialmente

QUATTROGIORNI

TRA I PIÙBELLI DELLA

MIA VITAdi DOMINIQUE VAILLANT

(Siviglia - Spagna)

Lungo le stradine delcentro storico le porte delleabitazioni, a piano terra,presentavano in piedi ocoricata una bottiglia di pla-stica piena d’acqua. Alcunicamminatori cercavano didarne una spiegazionerazionale. Era comunquedifficile capirne il verorecondito significato. Avevointuito, però, che ci dovevaessere un intendimento sca-ramantico-magico e funzio-nale. Ma quale? Quando,però, sei emotivamenteinteressato al filo degliaspetti marginali dell’esi-stenza del tessere e valoriz-zare il cammino sognantedella vita, la sorte ti aiuta acaptare luoghi, presenze,persone e messaggi che tiguidano ad ampliare laconoscenza della umanità equindi di te stesso.

Essa ti illumina. Lui eralì. Sicuramente settantenne,in pigiama, canotta e pan-tofole, in piedi lungo lastradina pavimentata in pie-

tra richiamato dalla cacca-vella, dalla “tammorra”,dall’organetto e dal cantodei camminatori. Capellibianchi all’insù. Occhi cele-sti, intelligenti di uno cheha studiato ed anche soffer-to. L’ho salutato. Senza pre-sentazioni con nome e titoli,mi ha invitato ad entrarenella sua casa antica, digni-tosa, arredata con essenzia-lità ultracinquantennale. Siavvertiva che era uno sca-polo. La voce all’internonon proveniva dal televiso-re, ma da un vecchio appa-recchio radio forse è perchél’immagine – video disturbala capacità di attivare visio-ni. Come fa, invece, lamagia del sonoro. “Le botti-glie piene di acqua le met-tono per impedire ai cani eai gatti di pisciare davantialla porta d’ingresso”.L’affermazione mi risultòrispettosa del modo di pen-sare, del portamento e delcarattere degli altri. “Manon ve ne so dare spiega-

zione. Se lo fanno significache funziona”.

Subito, notata la miacapacità all’ascolto, mi haraccontato di quando giova-ne idealista, seguì la stradae i sogni della Repubblicadi Salò. E tutti i guai subitidi conseguenza. Il ritardoper conseguire la laurea el’essere stato esaminatoall’Università da professori,ex suoi colleghi studenti daldestino più fortunato. Senzarecriminazioni! Vittimadegli eventi! Forte e digni-toso!

Perciò ritornerò nelMolise!

Peppino e Mario e lealtre signore cominciaronoa portarci tutte le specialitàgastronomiche del paese equindi avere grandi atten-zioni per noi tre seduti esenza tavolo. Erano moltopremurosi ed affettuosi.Non volevano che il grandee spontaneo senso di ospita-lità potesse apparire appan-nato. Lo capimmo subito.Tavoli non ce n’erano più.Portarono un capace vas-soio. Me lo poggiaronosulle gambe pieno di ogniben di Dio. Giuseppina,interessata all’arte sacra, eMaria, la dolce e grintosasaracena, sceglievano emangiavano insieme a me. Ibicchieri di vino venivanosubito riempiti. Oramai gli

amici ospiti s’erano passatila voce. Tutti ci portavanoqualcosa. Pino, il ballerinocanterino di tango, comin-ciò ad esibirsi. Anche Marioballava molto bene.Simpatici ed ospitali.

Perciò ritornerò nelMolise!

La grande pietra eracava! All’interno venivausata come chiesa. Era statautilizzata in passato cometribunale dell’Inquisizione.Lì dentro, dopo un processosommario, venivano imme-diatamente impiccati gliinquisiti. Sui sedili di legnoconficcati nella pietra ascol-tavamo il racconto di unalto e robusto prete. Colto epassionale. La pietà aleg-giava nell’antro illuminatoda finestre a bocca di lupo eda lampade a luce artificia-le. La sofferenza dei tortu-rati e dell’umanità si con-cretizzava in un Cristo dilegno mancante di unagamba e di mezzo braccioappeso alla volta penzolonicon una catenella come gliinquisiti impiccati senzacroce. Il Cristo l’aveva tro-vato lui, il prete, in unadiscarica. L’aveva recupera-to alla visione degli uomini.La ruota di un mulino avento fungeva da altare.L’aveva fatta portare lì. Ilsuo racconto affascinava.Ogni tanto faceva afferma-

zioni in favore degli oppres-si e dei diseredati. Non permestiere. Lo sentiva profon-damente dentro il suoanimo.

Perciò ritornerò nelMolise!

Il sole picchiava fortesul tratturo largo 111 metri.La paglietta bianca proteg-geva la mia testa.

Al ristoro all’aperto homangiato poco. Solo pane epomidoro. Cercavo un po’d’ombra. L’ho trovata inuna cappellina dove c’eral’effige di una madonna“oliva speciosa in campis”.Sentivo il dolce suono di unflauto. Allucinazione sonoraper il caldo? No!

Lo stava suonando lui, ilcamminatore Alberto, conl’occhio attento allo sparti-to. Silenzioso mi sono sedu-to sull’inginocchiatoio. Luirivolto verso l’altare, ioverso l’ingresso con lavisiera del cappello sugliocchi per proteggermi dallaviolenta e abbagliante lucedell’esterno. Non si eraaccorto della mia presenza econtinuava a suonare! Altermine ho con discrezioneapplaudito. E’ rimasto sor-preso. Io non sono invecerimasto sorpreso quando hosentito suonare la stessamelodia nella chiesa-caver-na al termine del raccontodel prete.

Perciò ritornerò nelMolise!

Ci stavamo infilando,uno alla volta, in un vicolostrettissimo. Una persona dispalle più ampie non riusci-va ad attraversarlo. Glizaini ci davano fastidio.Una donna ci offriva pomi-dorini rotondi e freschi,saporiti e ricchi di acqua.Subito dopo si è avvicinataun’altra donna anziana chesi appoggiava con la manodestra ad un bastone. Dalpugno della sua mano sini-stra sporgeva discretamenteil lembo di una mille lire.“Figli miei non ho niente dadarvi. Prendete questa!”

I due che mi precedeva-no l’hanno guardata trase-colati. Pensavano ad unaelemosina e si sono allonta-nati meravigliati. L’ho chia-mata. “Zia, ti ringraziamo.Ma non abbiamo bisogno diquesti soldi. Teneteveli pervoi. Vi prego!” E’ andatavia pacata. Senza risponde-re. Mi sono mortificato. Hosbagliato. Non le abbiamodato la possibilità di farciun dono. Forse il più pre-zioso. Orgoglio. Maledettoorgoglio! Perdonaci prete!Perdonaci Cristo appesonella caverna.

Perciò ritornerò nelMolise!

MILLE LIRE...PER

RITORNARENEL MOLISE

di LUIGI FUCCI(Solopaca - BN)

Caro architetto,Le rinnovo i ringrazia-

menti per l’idea del“Cammina, Molise!” e perla grande cura ed impegnousati da Lei e dai Suoi colla-boratori nel realizzarla.Anche quest’anno è stato ungrande successo, da void’altronde ben meritato.

Ancora una volta sonorimasto incantato dalla bellez-za dei luoghi visitati, dal lorogrande valore storico ed arti-stico e dalla calda ospitalitàdegli abitanti. Grazie ancora.

Un timore: sono giàdiversi anni che si svolgequesto bel programma.Poiché il Molise non è infi-

nito, non capiterà che siinterromperà per avereormai esaurite tutte le loca-lità visitabili?

Sarebbe una iattura, poi-ché ormai è abitudine miaportare, dopo il “Cammina,Molise!” la famiglia e qual-che altro amico della miacittà Trieste a vedere i luo-

ghi precedentemente da mevisitati a piedi. Così anchequest’anno siamo tornati aBonefro, Casacalenda,Larino, Palata e Pietracupa.

Spero proprio non vistanchiate di organizzarequesto programma neglianni futuri.Con riconoscenza,

LA FINE DI“CAMMINA,

MOLISE!”SAREBBE UNA

JATTURAdi ALBERTO ALBERTI

(Trieste)

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LE IMPRESSIONI DEI MARCIATORI

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

17OTT-NOV 2001

CAMMINA,MOLISE!

2001VERSA IL TUO

ABBONAMENTOsalva la vianova

Nell’ora più infuocata del-l’assolato meriggio il gruppodi marciatori si presentò alleporte del borgo molisano,silenzioso e deserto, cominciòa prepararsi per un ingressofestoso e trionfale, tra unondeggiare di magliette verdi.

Se per i neofiti del“Cammina, Molise! 2001”,(quest’anno non troppo nume-rosi) l’apparato e la parata, contanto di cavalieri e di musica,destavano qualche visibilesegno di stupita emozione, glialtri, i veterani delle passateedizioni, ostentavano la sicu-

mera di chi sa come va a finirela festa e già pregustavanol’incontro con i paesani, ildiscorso del sindaco a la sim-patica abbuffata doviziosa diprodotti locali.

Diciamolo, in verità, chi ètornato anche quest’anno nonlo ha fatto per ripetere un rito,per filmare una sagra e nem-meno, forse, per lasciarsi sug-gestionare da atmosfere convi-viali altrove impensabili. Perchi è tornato c’è una motiva-zione in più che ti spinge apassare sopra i limiti organiz-zativi, il caldo e la stanchezza.

Fra questi marciatori, iveterani in particolare, c’è chinon ha particolari legami conil Molise, forse c’è chi soffrenon poco nel doversi accon-tentare di una dieta a basecaciocavalli e sopressate inpiena estate, e c’è chi magaripreferirebbe alle colline spo-glie di vegetazione, sulle qualici siamo inerpicati quest’anno,le fresche faggete di altre mon-tagne appenniniche. Eppuretorna, perché?

Sta di fatto che non si tornain Molise per caso: ci si prepa-ra anche dal punto di vistaatletico, ma in particolare dalpunto di vista psicologico per-ché il copione è quasi semprelo stesso, ma il modo di viver-lo è diverso. Insomma i vetera-ni sono quelli che non mollanoe che con un’espressione nonfelice, che ci riporta alle tenzo-ni politiche, ne rappresentanolo zoccolo duro. Sono loro inuovi arcadi, i transumantisenza gregge, i viandanti in

“goretex”, i messaggeri di unabuona novella suggestiva edimpalpabile, i sognatori disempre. Potevano andare alleMaldive, ma all’esotismo ed alvillaggio turistico e globalizza-to hanno preferito una vacanzadiversa (ammesso che si possachiamare vacanza rilassante ilresistere per ore sotto il sole eriuscire ad arraffare un panino,gentilmente offerto dalla proloco di turno, sottraendolo alcompagno di avventura piùimbranato). Goliardia e tensio-ne ideale!

Se si può usare una parolapiuttosto impegnativa hannofatto una scelta di campo, anzidi tempo: in agosto si va inMolise, per ritrovare sé stessi,quegli degli anni passati equalcuno di nuovo, per arric-chire un’esperienza, che crescenel proprio cuore, anche sepesa sulle gambe.

Il fatto è che ci siamolasciati alle spalle lo stereotipodel vacanziere, curioso e

superficiale, avido e goloso,che tutto vuol vedere, ma chealla fine risulta abbastanzaimpreparato a confrontarsi eda capire la realtà culturale, cheincontra.

Già la cultura, parola nellaquale sempre si inciampa. Perusare un’espressione di IvanIllich è una di quelle parole diplastica, che talvolta dannoprestigio a chi le usa, ma chepiù spesso banalizzano il lin-guaggio. Ma i marciatoriormai lo sanno (o dovrebberosaperlo): il piatto che vieneloro servito è troppo vario,ricco e condito. Perciò hannoimparato che in una stessagiornata debbono muoversi,senza soccombere, tra le dotteargomentazioni geografichedel professor Lucarelli, idiscorsetti ben confezionati deisindaci, le dissertazioniarcheologiche e quelle sui trat-turi, gli incontri, mai casuali,con pastori edagricoltori…oltre il resto. E

questo non è cultura?Ma il merito, oltre le criti-

che, ce l’hanno, gli organizza-tori del “Cammina, Molise!”perché hanno scoperto (conche grado di consapevolezza?)che l’importante è far vivere aipartecipanti un’esperienza per-sonale, che si articola in varimomenti ed in diversi gradi divalore. L’importante è chequeste attese e aspettative ven-gano soddisfatte. Rimangonosullo sfondo (anzi nel sot-tofondo) quelle che dovrebbe-ro essere le motivazioni idealie cioè il progetto “vianovista”,il messaggio di risveglio e dirinnovamento delle terre moli-sane, che dovrebbero scuoteremente, cuore e coscienza deimarciatori. Quelle possonoaspettare? Non lo so, per oragodiamoci la festa in questipaesi incantati, che non tolleramalinconie e che rappresentaessa stessa un’aspettativa dasoddisfare.

QUELLIDEL

“CAMMINA,MOLISE!”

di SILVIO VITONE(Roma)

Mi domando perché ad ago-sto di quest’anno ho sentito ilbisogno di mettermi a cammina-re per 4 giorni, insieme con altre120 persone, raggiungendo alcu-ni paesi del Molise, di cui nonavrei mai immaginato l’esisten-za e che non avrei mai incontra-to nella vita, se non scrutandouna sia pur particolareggiatacarta geografica.

Penso che la motivazionefondamentale sia quella umana esentimentale di stare insieme adamici cari ed a persone che con-dividono gli stessi ideali di vita,dando un senso alla propria sto-ria e scoprendo quella comunitàe dei paesi Molisani e Sanniti, dicui si vuole preservare l’inte-grità culturale e favorire unosviluppo compatibile con lerisorse effettive del territorio.

Il bello di questo viaggio“Cammina, Molise! 2001” èstato quello di lasciarmi traspor-tare dalla corrente casuale degliincontri con le persone ed i variconoscitori ed esperti del posto,senza mai perdere le spiegazionibotaniche – economiche – stori-che del saggio itinerante, mitico,

Prof. Lucarelli, già conosciutonel 1995 e 1997.

Scoprire alcuni segreti dellastoria di Collotorto, di S.Giuliano di Puglia, Bonefro,Casacalenda, Larino, Pietracupae l’esistenza di comunità Croatenel Molise è stato come aprireuno scrigno ed immagazzinaretesori di conoscenze:storia Romana, Longobarda eAngioina, usi e costumi, fram-menti di archeologia (vedi imosaici romani della città diLarino e la facciata del Duomo).

L’immagine pittorica deitratturi, come autostrade del pas-sato che consentivano all’econo-mia agropastorale di prosperaree sopravvivere, rimane scolpitanella mente solo se dentro i trat-turi ci cammini e ne sai ricono-scere il tracciato orografico ed irelativi confini.

Ma la storia dei tratturi èstoria dei nostri antenati, è lastoria delle nostre radici conta-dine, di cui forse a volte ci ver-gogniamo, ormai inseriti irrever-sibilmente nella cultura urbanapiccola e medio-borghese.

E, non far conoscere le

nostre radici ai nostri figli, credoche sia un misfatto culturalemolto dannoso perpetrato a lorosfavore.

Pertanto mi domando in checosa abbiamo fallito, se nelcorso di questo viaggio, su 120camminatori, i partecipanti gio-vani erano costituiti solo da unsimpatico dodicenne e da unasignorina di 21 anni.

Dove erano i giovani? In checosa stiamo sbagliando? A qualifattori dobbiamo attribuire laloro assenza?

Sono quesiti seri sui qualidobbiamo interrogarci conpreoccupazione.

Forse siamo irrimediabil-mente vittime del colonialismoculturale anglosassone, ma noicinquantenni dobbiamo intestar-dirci a non far scomparire inostri dialetti meridionali, per-ché sono ricchi di parole greche,latine, longobarde, spagnole,francesi e quindi custodi di unastoria millenaria.

Altrimenti, il famoso foto-grafo italoamericano TonyVaccaro, i cui genitori erano diBonefro e che è stato testimonedello sbarco in Normandia per laU.S. Army, nonché interpretepoliglotta, non avrebbe potutosalvare dalla fucilazione un con-tadino che aveva tagliato i fili deltelefono dell’Armata Statunitensein un “vallone”, per legare le pro-prie mucche agli alberi e tentaredi salvarle dalle battaglie della IIguerra mondiale.

Incontrare a Bonefro TonyVaccaro è stato come vedersimaterializzare un pezzo impor-

tante della storia Europea, di cuilui è stato documentatore foto-grafico ufficiale e vi assicuro cheho sentito forte il desiderio, strin-gendogli la mano, di ringraziarloper aver contribuito a liberarel’Europa e il mondo intero dalpossibile, tragico, dominio delladittatura nazitedesca.

Sarebbe stato brillantissimoed interessantissimo un dialogo,al riguardo, tra Tony Vaccaro edil Professore molisano diDuronia Giancarlo D’Amico cheinsegna italiano a Caen ( inFrancia) presso l’Università diNormandia e che, purtroppo,quest’anno non ha potuto parte-cipare con la sua simpatia allacamminata.

Ma l’operazione culturaleche Tony Vaccaro ha voluto com-piere è stata quella, finita la guer-ra, di tornare dall’America aBonefro sulle tracce della propriastoria, di quella dei suoi parentiemigrati negli USA tra la fine del1800 ed i primi del 1900, svilup-pando una collezione di fotogra-fie, scattate negli anni ’50 sul suopaese d’origine, di rara espressi-vità relativamente a diversimomenti della vita quotidiana,lavorativa e religiosa.

Tale mostra era inserita nelcontesto di un museo-collezionedi storia contadina, organizzatacon intelligente meticolosità daun encomiabile professore difilosofia sempre di Bonefro.

Entusiasmante ho trovatol’incontro con la comunitàCroata di Acquaviva Collecroce,durante il quale ho scoperto l’e-timologia e la genesi delle

seguenti tre parole: cravatta,crucco e schiavoni.Cravatta deriva dallo slavo‘krvat’ (croato), per il fatto che isoldati croati anticamente porta-vano al collo una sciarpa.

Crucco deriva dal serbocroa-to ‘kruh’ (pane), ed il nome datoai soldati serbocroati inseritinell’esercito austriaco durante laI guerra mondiale, che chiedeva-no il pene ai contadini veneti sulfronte di guerra, e da allora iltermine ‘crucco’ è diventatosinonimo spregiativo di chiappartiene a popolazioni di lin-gua tedesca.

Schiavoni non significagrossi schiavi, ma è la modifica-zione nel linguaggio parlatodella parola ‘Slavonia’, cioèdegli abitanti di regioni slaveche nel corso degli ultimi ottosecoli si sono insediati in Italia aseguito di eventi storici accadutiin quelle terre.

Ora, posso capire, ad esem-pio, perché esiste nel Sanniovicinissimo a Benevento unpaese che si chiama Ginestradegli Schiavoni, o perché esistea Venezia Riva degli Schiavoni.

Mentre facevo queste consi-derazioni è successa la tragediadi New York e della guerra inAfghanistan e nessuno mi potràmai convincere che è proprio lanon conoscenza della Storia deipopoli, il non rispetto per l’an-tropologia culturale e gli usi ecostumi di tutte le etnie delmondo e l’ignoranza su comesono strutturate le Religionidiverse della nostra, che deter-mineranno sempre future guerre,

unitamente al disinteresse sullecondizioni economiche e demo-grafiche nei paesi in via di svi-luppo da parte dei paesi dove,addirittura, già ci si configuracome società post-industriali.

Parlando di religioni, miviene in mente l’interessantissi-mo incontro avuto con il parrocodi Pietracupa all’interno dellachiesa ipogea, scavata nella pie-tra, dal valore storico immenso,se si considera che quel puntodel Molise rappresentava, pur-troppo, il luogo più importantedell’Italia meridionale per quan-to riguardava le riunioni ed iprocessi svolti dalla santaInquisizione nel 1500.

Questa scoperta sulla storiadi Pietracupa mi ha colpito mol-tissimo, così come la visita aCasacalenda, con la perfetta acu-stica del suo teatro e, che, solonel suo nome, già viene evocatala storia dai Romani in poi.

Ma come far capire ai nostrigiovani l’importanza di cono-scere profondamente la storiadelle nostre terre rimane un pro-blema in sospeso, da approfon-dire da parte degli organizzatorie degli amici del ‘Cammina,Molise!’; altrimenti, diventasempre più crescente il sospettoche questa lodevolissima inizia-tiva si trasformi in un pretestoper assaggiare e gustare i genui-ni prodotti tipici che le comunitàci offrono generosamente alnostro arrivo, piuttosto che unaoccasione di fraterna socializza-zione culturale e di stimolo perla rinascita non solo economicadel Sannio nel suo complesso.

STORIADI UN VIAGGIO,

VIAGGIONELLA STORIA

di ROCCO PETTINE(Roma)

RAPPRESENTANZE

Gli affiatati del “GR.ES.ALP. Veterani del “A.I.I.G.” Romani in ordine sparso

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LE IMPRESSIONI DEI MARCIATORI

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

18OTT-NOV 2001

CAMMINA,MOLISE!

2001

COME FARE PER ABBONARSIVERSARE UNA CIFRA MINIMA DI € 15,00

SUL C/C POSTALE N° 20459004 INTESTATO A:

la vianova - Lungotevere Prati, 1600193 Roma

A volte nella vita le scelte sifanno per esigenza ultima, percaso fortuito, insopportabilità opura incoscienza ed io, verso lametà di Luglio del 2001, forsevinto dalla stanchezza di unanno initerrotto di lavoro, e dauna sana incontrollabile curio-sità, ho scelto di iscrivermi aquella manifestazione di cuiavevo sì sentito parlare nelleestati duroniesi, ma che in fondonon conoscevo abbastanza bene.

Sapevo che si camminava,si incontrava gente e si visita-vano paesi nuovi letti forsesolo su di un Atlante…

Ecco, in quel momento, inme è nata l’intraprendenzasenza mai lasciarmi sfiorare daldubbio e mi sono buttato acapofitto in un’impresa che nonsapevo mi desse tanto.

Molte volte avevo cercatoin passato di mettere in compe-tizione le mie potenzialità equesta volta, il ‘Cammina,Molise!’ mi sembrava davveroun’occasione unica, irripetibile.

Certo, l’insufficiente cono-scenza della manifestazione, hagiocato un bel tiro a mio favorema non si può sempre rinuncia-re sperando di sapere tutto sullenovità.

Non si può sempre avere adisposizione ogni elemento pereffettuare una scelta giusta eponderata.

…e come in tante altreavventure della vita, mi sono

lasciato trasportare dal cuore ealmeno in questo caso, con ilsenno di poi, so di non aversbagliato.

I mondi lontani che anniindietro ero andato a cercare,anche all’estero, improvvisa-mente avevano assunto contor-ni così deboli da farmi rimpian-gere tutti quei momenti (esoldi!!!) passati a fare viaggiesotici alla ricerca di me stessoperché in fondo il mio vero IOera lì, a portata di mano, inquella terra sconosciuta chedista pochi chilometri da casamia ma che infondo, è più riccadi suggestioni di quello chepossono regalarti, freddamente,un Tour Operator da catalogopatinato o una Guida RossaMichelin.

Naturalmente in questaoccasione vorrei evitare di fareclassico Diario di Bordo ma,quello che ha caratterizzato queigironi, va al di là di nozioni pae-saggistiche o architettoniche chepossono essere facilmente scrit-te su di un foglio di carta.

Diciamo in realtà che iltutto è più legato a momenti,difficilmente ripetibili, odori,sapori e suoni che in moltiabbiamo dimenticato, quandoinvece sono a portata di mano.

Vorrei invece sottolinearequella parte dell’avventura cheha il suono antico e che in certimomenti, vinto dalla stanchez-za, avrei preferito non aver ini-

ziato mai, ma che ora sonoscritti nel mio cuore a caratteriindelebili e desidererei davveroche in molti approfittassero diquesta opportunità per cono-scersi meglio..

In tutta franchezza, misento in dovere di avvertire chenon si tratta proprio di una pas-seggiata, anzi, si tratta di unosforzo davvero consistente,soprattutto per chi come meviene da un anno fatto disedentarietà, scrivania e com-puter, ma cosa non è faticosonella vita per assumere poicontorni di vera soddisfazione?

Che cosa passa e lascia unsenso di euforia se non è pro-prio con la fatica e l’impegnoche lo abbiamo raggiunto?

Ecco, ogni volta che si rien-trava in albergo, con i piedidoloranti, il sudore e tantavoglia solo di dormire, midomandavo il perché di tantamia ostinazione e la rispostaera proprio lì vicino a me, aquella stanchezza che il giornodopo, almeno all’inizio, si tra-mutava in una nuova forza perscoprire e soddisfare quellacuriosità che, nel bene e nelmale, mi porto appresso daquando sono nato.

Ecco quello che ho impara-to, saper contare su di me ementre il sudore colava copiosoe la salita davanti a me erasempre più ardua, io mi incapo-nivo ed osservavo, cogliendo levoci dei miei compagni diavventura che poi, in fondo,sono stati la vera scoperta.

Sì, gli altri mi hanno galva-nizzato ancora di più perché, seda una parte mi vedevomeschino per la poca propen-sione alla fatica ( e vi assicuroche ne abbiamo sopportatomolta) loro, gli altri, nonostanteun caldo africano, erano tuttibelli pimpanti, allegri, contenti

e spensierati…A onore delvero, bisogna sottolineare chesto parlando di gente più gran-de di me che, a dispetto diindagini conoscitive della Doxao di studi scientifici estrapolatida un freddo censimento, alle 8di sera, sembravano che si fos-sero appena svegliati.

Che forza d’animo e checoraggio!

Li dovete vedere con glizaini e gli scarponi da monta-gna che ballavano, cantavano,in un sussiego di sonorità pae-sane che impegnano molto,almeno con il fiato, e di fiato inquei giorni ne avevamo biso-gno davvero molto.

Io camminavo scorgendolida lontano quando rimanevoindietro, ed è capitato diversevolte (lo dico senza vergogna)e loro lì ad intonare le canzoni,a ballare festanti all’entrata delnuovo paesino come se nientefosse, e pronti già per riprende-re il cammino.

Se, li ho amati tutti per quel-la forza e dentro di me sorridevopensando a quando avrei rac-contato l’avventura agli amiciche, venendo da viaggi esotici oda vacanze Last Minute orga-nizzate chissà da chi, non avreb-bero di certo capito e forse,anche un po’ compatito.

Ma io sono un testa dura.Certi valori mi scorrono

nelle vene con la stessa potenzatrasmessami dai miei genitoriche so, in quei momenti, eranofieri di me e dal paese miseguivano, legati da un cellula-re che, in certi punti delMolise, non voleva propriosapere linea…

E già, la modernità in queigiorni non ci serviva proprio.

Bastavano piedi buoni edun fazzoletto per coprirsi dalcaldo e poi, via, su quelle saliteperpendicolari che mostravano

solo in lontana quella chesarebbe stata la nostra meta…

Sì perché, manco a farloapposta, c’era un caldo insop-por5tabile e mai un albero perun poco d’ombra; mai unadiscesa per arrivare al paese masempre una salita, soprattuttocontando che spesso ci si arri-vava intorno a mezzogiorno.

Paesini minuti ma meravi-gliosi ci hanno accolto conogni ben di Dio ed ognuno hafatto a gara per essere megliodi quello che lo aveva precedu-to, regalandoci una ospitalitàinsospettabile, mista ad orgo-glio per le proprie bellezze,culinarie o artistiche; soloDuronia ha VOLTUO DELI-BERATAMENTE negarci.

Già, c’era da festeggiare loscudetto della Roma!!!!!

A Duronia?A metà agosto?E che vor di’!!Sono solo C….te!!!Vecchi Rancori?Stupide lotte fra casati, con-

trade e parentele? Invidie,Gelosie?

Non mi interessa perchénon si può essere più meschinidi così ma, in fondo, non misono nemmeno meravigliato diquest’atteggiamento perchésolo ora so che il Duroniese sadare solo questo.

Scusate la vena polemicama dovevo dirlo.

Io sono un po’ testa matta,soprattutto quando mi toccanoquello che amo ma, certe sen-sazioni debbo esternarle perchévadano a colpire là dove il solenon riesce ancora a fare luce.

Certo ho generalizzato,quando so che non è così pertutti, ma dovevo farlo.

Per fortuna c’è chi ancorariesce a ragionare con il cervel-lo e con il cuore, non solo conil portafoglio, e i quattro giorni

del ‘Cammina, Molise!’ fareb-bero davvero bene a molti permisurarsi, confrontarsi; soprat-tutto a quelli che dicono diamare le proprie radici ed inve-ce, stanno conducendo Duronianel dimenticatoio.

Ho finito davvero e ringra-zio tutti, compreso chi mi dàl’opportunità di apparire suqueste pagine, ma non me nevoglia nessuno se non faccionomi; sarebbe troppo lungo erischierei di dimenticare qual-cuno o storpiare generalità checonosco a malapena.

Il mio intento era ricordare,tra le righe, proprio tutti ecredo che qualcuno si ricono-scerà davvero.

Vi ho impressi qui nelcuore, senza distinzione di etào di sesso perché, diciamocelo,siamo stati davvero formidabilie, da Milano fin giù alla Siciliatutti quelli che hanno partecipa-to a questa avventura.

Di voi ho delle fotografiestupende che, alla prossimaedizione Vi farò vedere.

Negli altri spero di averinfuso parte della mia gioia edella mia curiosità e spero dav-vero che quel nostro paese,arroccato su quella collina frasogno e realtà, come ebbi a direin un mio vecchio scritto, viillumini e vi faccia davverofieri di essere ciò che la terra ciha insegnato e che ha saputosapientemente regalare.

P.S. Prima di chiudereaggiungo una piccola postilla.

Un nome su tutti vogliofarlo.

Lei, CAMILLA, la nostracagnetta che ha partecipatocon devozione a tutta la sfac-chinata e che dalla sua cuccet-ta dice ancora a tutti: “BAUBAU”, che in linguaggio cani-no vuol dire: “Grazie e al pros-simo ‘Cammina, Molise!’”.

“CAMMINA,MOLISE!”

RIFLESSIONIA RUOTALIBERA

di ANGELO MANZO(Roma)

UN PÒ DI RIPOSO

Federico e Odorino... e “Gli Scacciapensieri”

Santino e Liberato... e la tavola imbandita

Cinzia e roberta... e l’ombra dell’ulivo

COPPIE...IMPROBABILI

Lucarelli e Maria...Piè-veloci?

Annalisa e Silvio... Fotomodelli? Sig.ra di Palata e Silvio... “None, dottò!” Francesco e Fabiana... Solisti?

Nicola e Filomena... Danzatori? Angelo e Silvana...Affabulatori? Rita e Michele... “Ma è mai possibile?”

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AUGURI E ARRIVEDERCI

ANNO VIII N° 10/11 PAGINA

19OTT-NOV 2001

CAMMINA,MOLISE!

2001VERSA IL TUO

ABBONAMENTOsalva la vianova

GIOVEDÌ 8 AGOSTOPrima tappa: SANT’AGAPITO (IS)

GALLO (CE)Ore 07:00 - Concentramento in piazza davanti almunicipio di Sant’Agapito per la “punzonatura”.Ore 08:30 - PartenzaOre 19.00 - Arrivo a GalloTrasferimento in pullman a Isernia perpernottamentoLocalità e centri interessati all’attraversamento:SANT’AGAPITO - MONTERODUNI -LONGANO - Monte Alto - GALLO VENERDÌ 9 AGOSTOSeconda tappa: GALLO (CE)

ROCCAMANDOLFI (IS)Ore 08:00 - Partenza da GalloOre 18:00 - Arrivo a RoccamandolfiTrasferimento in pullman a Isernia perpernottamentoLocalità e centri interessati all’attraversamento:GALLO - Lago di Gallo - LETINO - MonteMorzone - ROCCAMANDOLFI

SABATO 10 AGOSTOTerza tappa: ROCCAMANDOLFI (IS)

CARPINONE (IS)Ore 08:00 - Partenza da RoccamandolfiOre 19:00 - Arrivo a CarpinoneTrasferimento in pullman a Isernia perpernottamentoLocalità e centri interessati all’attraversamento:ROCCAMANDOLFI - Area naturale TorrenteCallora - Colle di Mezzo - Monte Patalecchia -SANTA MARIA DEL MOLISE - Sant’Angelo inGrotte - CASTELPETROSO - Colle dellaMacchia - CARPINONE DOMENICA 11 AGOSTOQuinta tappa: CARPINONE (IS)

DURONIA (CB)Ore 08:00 - Partenza da CarpinoneOre 19:00 - Arrivo a DuroniaLocalità e centri interessati all’attraversamento:ARPINONE - Lago di Carpinone - Montagna diFrosolone - FROSOLONE - Colle Carrise -MOLISE - Tratturo Lucera-Castel di Sangro -DURONIA

IL PROGRAMMA PROVVISORIO

IL PERCORSO

Arrivederci alla prossima edizioneCAMMINA, MOLISE! 2002

UN INVITO A PARTERCIPAREdi ENZA SANTORO REALE

Quattro giorni di amene passeggiate – da giovedì 8 agosto a domenica 11 agosto 2002 – allascoperta delle bellezze paesaggistiche e dei segni storici che sfidano il tempo e confermano il valo-re di una regione piccola, ma ancora tutta da riscoprire.

E’ la ottava edizione di cammina, Molise’ che, nato dal bisogno del ‘ritorno’ per placare l’amarezzadel distacco e per ridar vita ai paesi abbandonati, ha acquistato col tempo uno spessore più consistente,sia per la ricchezza e la varietà degli itinerari, nuovi ed interessanti, sia per la partecipazione allargata dimarciatori molisani e provenienti da luoghi al di là dei confini del Molise ed anche dell’Italia.

A conclusione di ogni edizione la stanchezza è tanta, ma ben presto si rinnovano le energie e lastruttura organizzativa riparte con obiettivi più ambiziosi, quale quello di conoscere, valorizzare ilpatrimonio locale e coinvolgere gli enti istituzionali nella realizzazione di progetti integrati permigliorare l’offerta turistica, nonché quella ben più importante di svegliare le coscienze ed indiriz-zare i più giovani ad amare la propria terra.

L’entusiasmo dei pionieri si trasforma col tempo in azione, in un’operatività sempre più effi-ciente e costruttiva e contagia un numero sempre più ampio di ‘audaci’ che piacevolmente silasciano coinvolgere in imprese faticose, ma gratificanti.

In prima linea è l’arch. Giovanni Germano, saggio organizzate, ottimo animatore e stimolatoredi nuovi interessi istituzionali, il quale, delegato a Coordinare dall’A.C. La Terra, ricerca la coope-razione delle altre Associazioni di base – AIIG, Italia Nostra, CAI, I Cavalieri Triventini, A.G.Punto e Accapo, etc. – dei Sindaci e delle pro loco dei paesi attraversati, degli Enti amministrativi eturistici provinciali e regionali, degli operatori economici locali al fine di potenziare le risorse e lestrutture presenti sul territorio, affinchè la testimonianza della manifestazione sia la più efficace.

Gli itinerari, studiati con cura dagli organizzatori e percorsi in anteprima dall’arch. Di Cerbo edal geom. Cianciullo, sono allettanti e ci porteranno a conoscere il Matese, che sta a cavallo tra laprovincia di Isernia e quella di Caserta, e la montagna di Frosolone, anche se le alture e le disceseda percorrere non si presentano agevoli e la cartografia evidenzia dei punti scabrosi.

Non bisogna scoraggiarsi, bisogna invece misurarsi con sforzi che saranno indubbiamente ripa-gati dalla bellezza selvaggia dei paesaggi, dalla peculiarità dei luoghi, dal vivere in stretto contattocon una natura che attira e ritempra.

Cammina, Molise! è un’esperienza da non perdere per la possibilità che offre: percorrere itine-rari ricchi di suggestioni, curiosità, imprevisti; socializzare, condividendo fatiche e gioie; gustare icibi caratteristici che ogni paese visitato si prodigherà ad offrire; apprezzare la semplicità e schiet-tezza dell’ospitalità; conoscere le piccole cose che fanno grande la nostra regione.

Un invito a partecipare! L’appuntamento è per l’edizione del 2002.

AUGURIDI BUON ANNO

A TUTTI I LETTORI

AUGURI A TUTTI I MARCIATORI

Tutti i rappresentanti delle amministrazioni comunalidei paesi attraversati dal “Cammina, Molise! 2001”AUGURI AI SINDACI

I Cavalieri Triventini in grand’uniforme e poi, in ordine,Enzo Mastroiacovo, Enzo Florio, Lorenzo Fiore e Alberto MastroiacovoAUGURI AI CAVALIERI

I fotografi ufficiali del “Cammina, Molise! 2001. nell’ordine:Alfredo Ciamarra, Gianfranco Zerbesi e Costantino CirelliAUGURI AI FOTOGRAFI

Page 20: ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - non …2001/11/10  · ANNO VIII N. 10/11 Ottobre-Novembre 2001 - Sped. A. P. comma 20 art. 2 L.23.12.96 n. 662 Roma/Romanina (o ferrovia)

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Per l’ItaliaUtilizzare il C/C postale n° 20459004 intestato a la vianova - Lungotevere Prati, 16 - 00193 Roma

Per l’EsteroVersamento sul C.C. 02/00722/03 presso la Banca

di C.C. del Molise di Bagnoli del Trigno intestato a:A.C. “La Terra” - Via Roma, 30 - 86020 Duronia (CB)

chi si abbona ha diritto ad essere iscritto come socio all’AssociazioneCulturale “La Terra”

ITALIA ESTERO

€ 15,00 normale $ (USA)30

€ 30,00 ordinario $ (USA)40

€ 50,00 sostenitore $ (USA)70

COME FARE PER ABBONARSI O RINNOVARE L’ABBONAMENTOCAMPAGNAABBONAMENTI

2002

SVEGLIATI!IL MOLISE

CHEVOGLIAMO

NOIHA BISOGNO

ANCHE DI TE.ABBONATI Ala vianova!

Comunicato dell’editoreUna crisi economica senza precedenti, dovuta principalmente ai seguenti motivi:

a) sono mancati molti degli introiti (il consuntivo è in perdita) previsti per la manifestazione del “cammina, Molise!” di quest’anno, che come ogni anno contribuisce afinanziare questo giornale; b) non sono stati elargiti, fino ad oggi, i finanziamenti regionali previsti per legge alle attività delle associazioni culturali (la vianova è una

delle attività dell’A.C. La Terra, che come Associazione Culturale no-profit è regolarmente iscritta al Registro Regionale); c) l’appello lanciato all’inizio dell’anno “100abbonati per ogni paese che ha la propria pagina sul giornale”, ad eccezione di Duronia, non ha funzionato; d) le persone e gli enti (Comuni, Comunità Montane,

scuole, parrocchie), a cui il giornale viene spedito in regalia per promozione, (tranne qualche rarissima eccezione) non hanno mai fatto gli abbonamenti; e) molti degliamici che contribuiscono con le inserzioni pubblicitarie purtroppo non sono mai puntuali con i pagamenti (ci sono arretrati di anni);

ci potrebbe costringere inesorabilmente e, potete immaginare, con grandissimo rammarico, a chiudere la vianova e a rinunciare alla organizzazione della prossimaedizione di “cammina, Molise!”.

Le casse sono al secco: gli ultimi soldi li abbiamo spesi per stampare questo numero di giornale.Se il giornale chiuderà, l’A.C. La Terra, editrice de la vianova, si troverà costretta ad indebitarsi per restituire i soldi a tutti coloro che già hanno rinnovato

l’abbonamento per il 2002.Per stampare un altro numero de la vianova servono 2,5 mila euro e mille ne servono per mettere in moto tutto l’apparato organizzativo di “cammina, Molise!”, se

riusciamo a ripartire abbiamo la speranza di poter continuare.Questo quindi è l’ultimo appello che facciamo, secco e sfrontato, se volete, ma vitale per le nostre iniziative.

50 euro e salvi la vianovama se ti sembrano troppi sono sufficienti anche 30 euro, e se sono troppi anche questi ne versi solo 15, ma versali.

Il conto corrente e l’indirizzo sono sempre gli stessi.L’A.C. La Terra, editrice de la vianova. periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!

ACQUISTATE LE CARTOLINE DEL “CAMMINA, MOLISE! 2001” CON L’ANNULLO POSTALESono disponibili cartoline del cammina,Molise! 2001 nelle tre versioni quiriprodotte con l’annullo postale e quindidi valore per i collezionisti.Chi avesse intenzione di acquistarle puòtelefonare ai numeri tel. 06/630734-06/632828, verranno fornite notizie sulladisponibilità, sul costo, sulla modalità dipagamento e sulla spedizione N° 1 N° 2 N° 3


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