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ANNO XIII – N.123 – OTTOBRE 2017 - appacuvi.org · UN POPOLO CHE CAMBIA LA STORIA”, ... di...

Date post: 18-Feb-2019
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Direttore editoriale: Livio Trivella - Direttore: Stefania Pedrazzani Hanno collaborato: L. Facchin, F. Rizzi, L. Schiavetti, A. Spiriti, G. Terragni, L. Trivella La spedizione de La Voce dell'Appacuvi è riservata ai Soci in regola col pagamento della quota associativa dell’anno in corso. Eccezionalmente questo numero viene inviato a tutti i Soci. Si raccomanda di regolarizzare la posizione! Sommario Il Punto ........................................................................................................................................... 2 I progetti culturali e sociali d’interesse associativo di nuova approvazione – L. Trivella .............. 2 Dialogo con la Storia- I Magistri ..................................................................................................... 3 La dinastia dei Falconi di Rovio tra gli stati della penisola italiana e la Polonia – L. Facchin ....... 3 Aloisio Novi, un architetto intelvese nella Russia di Basilio III – A. Spiriti ............................... 10 Vita Sociale .................................................................................................................................. 11 A Villa Lagarina, sulle orme dell'architetto Santino Solari. ........................................................ 11 Visita alla Mostra e al Borgo di Ponna Inferiore ........................................................................ 12 Servizio RAI su Lanzo .............................................................................................................. 13 Sguardo sull’Ambiente .................................................................................................................. 13 Brienno diventa un Paese-Albergo? ........................................................................................... 13 Le lettere-Recensioni .................................................................................................................... 14 I Santi del mantello – G. Terragni.............................................................................................. 14 Frammenti di pensieri di Franco Rizzi ....................................................................................... 15 Piccole Italie di Enrico Borghi................................................................................................... 16 La Rivista ARKOS a disposizione dei Soci APPACUVI ........................................................... 16 Preghiera a Maria – F. Rizzi ...................................................................................................... 17 Forum –Corrispondenza ................................................................................................................ 18 Cos’è Art bonus ........................................................................................................................ 18 La Deposizione di Domenico Retti – L. Schiavetti .................................................................... 19 Avvisi ........................................................................................................................................... 19 ANNO XIII N.123OTTOBRE 2017
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Direttore editoriale: Livio Trivella - Direttore: Stefania PedrazzaniHanno collaborato: L. Facchin, F. Rizzi, L. Schiavetti, A. Spiriti, G. Terragni, L. Trivella

La spedizione de La Voce dell'Appacuvi è riservata ai Soci in regola col pagamentodella quota associativa dell’anno in corso. Eccezionalmente questo numero vieneinviato a tutti i Soci.

Si raccomanda di regolarizzare la posizione!

SommarioIl Punto ........................................................................................................................................... 2

I progetti culturali e sociali d’interesse associativo di nuova approvazione – L. Trivella .............. 2Dialogo con la Storia- I Magistri ..................................................................................................... 3

La dinastia dei Falconi di Rovio tra gli stati della penisola italiana e la Polonia – L. Facchin ....... 3Aloisio Novi, un architetto intelvese nella Russia di Basilio III – A. Spiriti ............................... 10

Vita Sociale .................................................................................................................................. 11A Villa Lagarina, sulle orme dell'architetto Santino Solari. ........................................................ 11Visita alla Mostra e al Borgo di Ponna Inferiore ........................................................................ 12Servizio RAI su Lanzo .............................................................................................................. 13

Sguardo sull’Ambiente .................................................................................................................. 13Brienno diventa un Paese-Albergo? ........................................................................................... 13

Le lettere-Recensioni .................................................................................................................... 14I Santi del mantello – G. Terragni.............................................................................................. 14Frammenti di pensieri di Franco Rizzi ....................................................................................... 15Piccole Italie di Enrico Borghi................................................................................................... 16La Rivista ARKOS a disposizione dei Soci APPACUVI ........................................................... 16Preghiera a Maria – F. Rizzi ...................................................................................................... 17

Forum –Corrispondenza ................................................................................................................ 18Cos’è Art bonus ........................................................................................................................ 18La Deposizione di Domenico Retti – L. Schiavetti .................................................................... 19

Avvisi ........................................................................................................................................... 19

ANNO XIII – N.123– OTTOBRE 2017

Il PuntoI progetti culturali e sociali d’interesse associativo di nuovaapprovazione – L. Trivella

Mi sembra opportuno presentare agli Associati alcune recenti proposte che ci sonopervenute da Studiosi, Enti ed Associazioni.Trattasi di pubblicazioni, eventi, temi degni di essere affrontati in Convegno, Conferenze,Viaggi Studio, che vanno ad arricchire, se presi in carico, il nostro già ampio programmaculturale.Essi saranno presentati per la valutazione alla Direzione Scientifica, per quanto di suacompetenza, ad un prossimo Consiglio e successivamente all’Assemblea degli Associati.Va sottolineato che quanto proposto è oggetto da anni dell’interesse istituzionale diAPPACUVI.Già operativa l’organizzazione della visita studio a Pavia nell’occasione imperdibile dellaMOSTRA “LONGOBARDI. UN POPOLO CHE CAMBIA LA STORIA”, programmata per ilprossimo sabato 7 ottobre (vedi oltre i dettagli).

Ecco un stralcio dei progetti.

La Pubblicazione di una ricerca sulla chiesa di S. Pietro di Zuri (Sardegna), opera diMagistri Intelvesi del XII secolo, propostaci dal signor Cau, studioso sardo, della scuola delProf. Giorgio Cavallo, nostro Socio onorario.La partecipazione alla realizzazione di una Green Way intelvese, da sottoporre a LarioGAL, di cui Appacuvi è socio fondatore.L’attuazione, in collaborazione con Poste Italiane di una Giornata Filatelica, da proporre inoccasione di una speciale occasione della Valle Intelvi (ad esempio l’apertura di PalazzoScotti) o di una ricorrenza (ad esempio il 45° anniversario della fondazione di Appacuvi).Il restauro dei Graffiti che ornano alcune antiche case di Claino, opera di estremointeresse storico ed artistico e che versano in uno stato di gravissimo degrado.L’organizzazione di un Convegno sull’importantissima presenza degli Intelvesi (gli storiciAntelami) a Genova e nelle colonie della signoria genovese in tutto il Mediterraneo e sulMar Nero. Studiosi delle Università di Genova e israeliani di Tel Aviv sarebbero disponibilia portare i loro contributi.Come sempre programmi aderenti alla nostra filosofia istituzionale!

Livio Trivella - Presidente

Dialogo con la Storia- I MagistriLa dinastia dei Falconi di Rovio tra gli stati della penisola italiana e laPolonia – L. Facchin

Il saggio è dedicato alla memoria del prof. Mariusz Karpowicz

PRIMA PARTE

L’espressione “Artisti dei laghi”, ormai diffusa negli studi internazionali di architettura earte, comprende pittori, scultori, architetti e tutte le tipologie di maestri a vario titolo deditiall’attività costruttiva, provenienti dai laghi Maggiore, di Como e di Lugano. La loropresenza è documentata dall’alto Medio Evo (VII secolo) sino alla prima metà delNovecento. Dal XVI secolo emersero gruppi famigliari specializzati, attraverso unaformazione interna, a svolgere tutte le mansioni di un cantiere, in grado cioè di offriremanufatti architettonici e artistici completi in tempi ben definiti. Questa strutturazione dellavoro si è accompagnata a un progressivo ampliamento delle loro aree di attività: dallegrandi città italiane, come Genova, Venezia, Palermo, Napoli, Roma, Firenze, all’Europameridionale e soprattutto centrale.

All’interno di questo vasto fenomeno si inserisce la dinastia dei Falconi i cui esponentiad oggi noti hanno lasciato il proprio contributo principalmente nel “secolo d’oro” perl’attività degli artisti originari dell’area lombardo-ticinese in Europa: il seicento. È ancorada ricostruire l’albero genealogico di questa famiglia, molto probabilmente originaria diRovio, dove è attestata la loro presenza tra Cinque e Settecento. Qui mancano,purtroppo, i registri delle nascite e dei morti per i primi decenni del XVII secolo. Membridel casato sono documentati in altre località del Canton Ticino, in particolare Bissone eMaroggia. La mappatura dei loro percorsi di spostamento e dei campi di attività rispecchiapienamente le tendenze prima delineate: dalle città della penisola italiana e, perestensione, da centri, regioni e nazioni del bacino del Mediterraneo, prima fra tutte laSpagna, i Falconi estesero la loro presenza nelle nuove realtà principesche italiane di etàmoderna, quali gli stadi padani dei Savoia, degli Este e dei Farnese e nei fruttuosi cantieridella Mitteleuropa.

I Falconi e Genova

Dagli atti notarili conservati nella Superba, risalenti alla prima metà del Seicento,almeno tre sono le distinte personalità rilevate, due delle quali in diretto rapporto diparentela, che portano il cognome Falconi. Tutte e tre sono indicate come provenienti daRovio e risultano impegnate nel commercio e lavorazione dei marmi per cantieri diimportanti edifici religiosi del capoluogo ligure e per committenti di prestigio, appartenential patriziato cittadino. Secondo logiche tipiche degli “Artisti dei laghi”, operarono in societàcon altre dinastie. Dalla fine del Cinquecento sino a tutta la prima metà del secolosuccessivo, il settore fu controllato da tre principali famiglie: gli Orsolino di Ramponio,Valle Intelvi (Como)1, i Casella di Carona2 e i Carlone di Rovio3, entrambe località delCanton Ticino.

1 L’unico studio complessivo sulla dinastia rimane L. Alfonso, Tomaso Orsolino e altri artisti di«Natione Lombarda» a Genova e in Liguria dal sec. XIV al XIX , Genova 1985. Nel recente profilobiografico sul principale esponente della famiglia,Tomaso (1591 ca .-Genova 1675), è incluso un accuratoaggiornamento bibliografico: cfr. D. Sanguineti, voce Orsolino, Tomaso, in Dizionario Biografico degliItaliani, Roma 2013, vol. 79, pp. XX-XX.

2 cfr . I Casella di Carona, Lugano 2002 e L. Facchin, I Ticinesi, in Dalla Sardegna all’Europa. Attivitàartistica e architettonica dei Magistri dei laghi, a cura di G. Cavallo e Livio Trivella, atti del convegnointernazionale di studi (Cagliari, Facoltà di Architettura, 25 settembre 2009), Como 2012, pp 34-36.

Il primo personaggio è Giovanni Angelo Falcone di Giovanni Battista. Nel 1621 si sposòcon Maria Casella, figlia di Oberto4. Non si conosce la sua specifica professione nellaSuperba, ma la parentela con lo scultore caronese lo pone a pieno titolo nel novero dicoloro che lavoravano con la pietra5.

Meglio ricostruibili i profili di un suo omonimo, ma nato da Giacomo e di suo fratelloFrancesco6. Il primo, anteriormente al 1624, fu sposato con una certa Tobbia, forseappartenente alla dinastia dei Carlone. Tra il 1630 e il 1632 lavorò per la costruzione delCollegio dei Padri Gesuiti di san Gerolamo, in via Balbi, in qualità di fornitore di pietrelavorate e grezze. I lavori proseguirono fino al 1651 quando una società di artisti lacualimise in opera la facciata dell’edificio (fig. 1)7. Lo stesso nel 1631 si mise in società con Bernardo Cantone fu Battista e GiovanniQuadro, fu Bartolomeo, per la costruzione di una parte delle nuove mura incorrispondenza della Bastia di Peraldo8. il contenzioso seguitone procedette sino al 1640.Nel 1637 è menzionato in svariati contrasti per debiti riguardanti il cantiere della chiesa disan Francesco da Paola9. Nel 1643 provvide due colonne in marmo per la fabbricadell’Oratorio della Confraternita della Morte e Orazione presso Santa Sabina, della qualefacevano parte esponenti del patriziato delle famiglie dei Doria, Lomellini, Grimaldi10. Treanni più tardi è documentata la sua attività nel viceregno di Napoli e di Sicilia. Nel 1646Giovanni Angelo “scultore di marmi” pagava un acconto per le casse in cui si dovevacollocare il pulpito della Chiesa dei Serviti di Palermo per conto del reverendo CarloPellegrino11. L’episodio riflette relazioni e rotte commerciali risalenti al Medioevo, bastipensare al caso dei Gaggini di Lugano, che furono ulteriormente consolidate nella fase dicontrollo dell’Italia Meridionale da parte degli Asburgo-Spagna, entro la cui orbita politicaera inserita anche la Repubblica di Genova12. Tra il 1643 e il 1649 Falconi fu impegnatonei lavori di costruzione del palazzo di Stefano Balbi, oggi noto come Reale, provvedendo

3 Per una panoramica sull’attività plurisecolare della dinastia, cfr . M. Bartoletti, L. Damiani Cabrini, ICarlone di Rovio, Lugano 1997. Per un’analisi della loro presenza nello stato sabaudo: A. Spiriti, I Carlonedi Rovio. Elogio della maniera, in Svizzeri a Torino nella storia, nell’arte, nella cultura, nell’economia dalQuattrocento ad oggi, a cura di G. Mollisi e L. Facchin, numero speciale di «Arte&storia», 11, 2011, 32, pp.226-233; L. Facchin, I Carlone. Biografia e bibliografia, ivi, pp. 234-245.

4 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 238.5 Per l’attività di Oberto Casella, tra il 1602 e il 1618, in Liguria e in Spagna: cfr. M . Bartoletti,

Documenti inediti sull’attività di alcuni «scultori di marmi» lombardi e ticinesi nei territori di Ventimiglia,Sanremo e Taggia nel Sei e Settecento, in «Quaderni Franzoniani», 1990, pp . 93-94.

6 Questo ramo del casato non è ricordato nelle voci biografiche dei principali repertori italiani.7 Alfonso, Tomaso Orsolino cit, pp. 115, 125. Per le sedi gesuitiche genovesi: E. De Negri, Del Collegio

dei Gesuiti o del Palazzo dell’Università di Genova, in L’Università di Roma “La Sapienza” e le universitàitaliane, a cura di B. Azzaro, Roma 2008, pp. 201-210.

8 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., pp. 213-214. Mancano notizie biografiche su Bernardo Cantoni nel purrecente e ricco studio monografico cfr . S. Bianchi, I cantieri dei Cantoni. Relazioni, opere, vicissitudini diuna famiglia della Svizzera Italiana in Liguria (secoli XVI-XVIII), Genova 2013, poiché l’unico ricordatocon questo nome, architetto e probabilmente il primo a giungere a Genova, risulta già deceduto nel 1580.

9 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 213. Sulla chiesa dei Minimi: L. Pancrazi, La Basilica di S.Francesco da Paola in Genova: santuario dei marinai, Genova 1971.

10 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 214. L’area sotto la parrocchia di Santa Sabina era tradizionalmenteil quartiere dei Lombardi a Genova.

11 Alfonso, Tomaso Orsolino cit.., p. 213. M. Marafon Pecoraro, Barocco e Controriforma nella Siciliadel XVII secolo; la ricca decorazione marmorea nelle chiese di Palermo durante il dominio spagnolo, in Lacatedral guía mental y espiritual de la Europa Barroca Católica, a cura di G. Ramallo Assenzio, atti delconvegno di studi (Universidad de Murcia del 19 al 23 de octubre de 2009), Murcia 2010, pp. 395-438.

12 Per una panoramica sulle aree di attività dei Gaggini, almeno dal XV secolo attestati a Genova e anchein Sicilia, cfr. L. Facchin, I Ticinesi cit., pp. 33-34.

marmi e altre pietre lavorate13. Nel 1649 è documentato in qualità di perito nella baraccaattigua alla chiesa di Nostra Signora del Vastato per valutare la qualità dei marmi diproprietà della società di Tommaso Orsolino, Giovanni Giacomo Porta, Giovanni BattistaOrsolino e Giovanni Domenico Casella che detenevano cave a Narbonne14. Un anno piùtardi rinunciò, in favore di Giovanni Battista Orsolino, ad un appalto per lavori sucommissione della famiglia Spinola, ossia un contraltare ed altri rivestimenti in marmi perla cappella dell’Immacolata nella chiesa del Gesù (fig. 2)15. L’ultimo documento lo vedesegnalato nel 1654 come maestro presso la corporazione dei «Magistrorum Anthelami,Architectorum et sculptorum lapidum» del Banco di San Giorgio16.

Minori, ma degne di interesse, le notizie sul fratello Francesco. Nel 1649 tenevabottega in società con Battista Barberini di Filippo che morì l’anno seguente17. Due annipiù tardi, il “lapicida” avviò un’associazione con Pietro Bianco di Santino per l’erezione deipilastri della chiesa di sant’Anna dei Carmelitani18. L’ultima menzione risale al 1657quando Tommaso Orsolino fu padrino di battesimo di Giovanni Tommaso, figlio diFrancesco Falcone e di Isabella.

Giovanni Battista Falconi in Polonia. Si colloca nello stesso periodo, tra il 1630 e il 1658, l’attività in Polonia dello scultore instucco Giovanni Battista Falconi, figura tra le più incisive e meglio documentate. Fuoggetto di uno studio monografico già nel 1925 ed il suo nome è presente in tutti irepertori degli artisti “forestieri” operosi nel territorio della confederazione polaccolituana19. Tuttavia non si possono ancora definire con sicurezza i suoi rapporti di parentelacon altri esponenti del casato, né la sua esatta data di nascita. E’ stato ipotizzato che suopadre possa essere Giovanni Maria, stuccatore, documentato negli anni settanta delCinquecento in cantieri dell’architetto Baldassarre Maggi di Arogno, in Boemia eMoravia20.

Innovativi, all’interno delle strategie della dinastia, furono sia il suo trasferimento epermanenza per decenni in Polonia, sia la scelta di operare nel settore della plastica. Inmerito al primo aspetto, va ben evidenziato che l’attività dell’artista si inseriva in unacospicua presenza, per quantità, qualità e durata nel tempo, di artisti provenienti dall’areadei laghi lombardo - ticinesi nel regno, a partire dagli ultimi decenni del Cinquecento esino a buona parte del Settecento, soppiantando gradualmente, nell’ultimo quarto del XVI

13 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 357. Per la costruzione del Palazzo Balbi, poi Durazzo, acquisitoquindi dai Savoia e denominato Reale, cfr . L. Leoncini, Palazzo Balbi Durazzo Reale. Note per la storia diun museo, in Palazzo Reale di Genova. Studi e Restauri 1993-1994, a cura di L. Leoncini, Genova 1997, pp.43-64.

14 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., pp . 68-69.15 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 221. Sulla chiesa dei santi Ambrogio e Andrea (del Gesù): cfr . La

chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea a Genova vicende, arte e restauri, a cura di G. Bozzo,Genova 2004.

16 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 94. Per il patrimonio del Banco di san Giorgio: cfr. A. Assini, Ilpatrimonio artistico tra committenza e confische, in «Atti della società ligure di storia Patria», n.s , 46,2006, 2, pp. 143-154.

17 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., pp. 270-271. Non è certo se questo personaggio appartenesse al ramodei Barberini di Laino o a quello di Mendrisio, entrambi documentati nel settore del commercio elavorazione dei marmi a Genova da decenni. Lasciò due figli maschi già maggiorenni alla sua morte,Giacomo e Domenico.

18 Alfonso, Tomaso Orsolino cit., p. 344.19 Si vedano almeno: M. Karpowicz, voce Falconi, Giovanni Battista, in Dizionario Biografico degli

Italiani, Roma 1994, vol. 44, pp. 366-369; M . Karpowicz, Artisti ticinesi in Polonia nella prima metà del‘600, Lugano 2002, pp. 193-200; M . Kurzej, Siedemnastowieczne sztukaterie w Małopolsce, Krakowie2012, pp. 124-137.

20 Limitata è anche la bibliografia sull’architetto di Arogno (1550/ante-1625), cfr . Krčálová, J.Renesanční stavby Baldasara Maggiho v Čechách a na Moravě, Praga 1986.

secolo, artisti di provenienza centro-italiana, in particolare fiorentina. Spiccato fu il numerodi Valsoldesi, attratti dalle potenzialità di costruzione della nuova capitale del regno,Varsavia, la cui attività esplose soprattutto dopo la fine della Guerra dei Trent’anniò.Alcuni di loro, come ben noto, raggiunsero ragguardevoli posizioni a corte, ottenendo lanomina di architetti regi, si pensi solamente agli Affaitati di Albogasio21. In merito alsecondo aspetto, Falconi fu molto probabilmente tra i primi artisti di origine lombardo-ticinese a dedicarsi in Polonia alla lavorazione dello stucco, tecnica convenienteeconomicamente e di rapida esecuzione, tipicamente impiegata da queste maestranzeche per lungo tempo ne detennero quasi il monopolio di esecuzione in Europa. Tuttavia,uno dei documenti più significativi emersi sul suo conto, ovvero l’atto di “servitoriat”,concesso il 13 novembre 1639 da re Ladislao IV, che consentiva l’esenzione dai pesantiobblighi imposti dalle corporazioni, si riferiva all’esecuzione di opere nel più costosomarmo. Ciò implica che, come molti artisti dell’area comasco-ticinese, Giovanni Battista siproponesse alla committenza, probabilmente con l’ausilio di soci, come figura in grado dipoter gestire una molteplicità di specializzazioni professionali, secondo dinamichetradizionali per questo genere di maestranze.

1. Genova, Collegio dei Gesuiti di San Gerolamo, facciata (Foto M. Traverso)

21 M. Karpowicz, Artisti Valsoldesi in Polonia nel ‘600 e nel ‘700, Menaggio 1996. Un’ultima sintesi inM. Smolinski, Gli artisti della regione dei laghi lombardi in Polonia, in Dalla Sardegna all’Europa cit., pp.77-85. Si noti, tuttavia, che il primo personaggio di origini lacuali a ricoprire la prestigiosa carica fu MatteoCastello, progettista del castello di Varsavia, originario di Melide in Canton Ticino, che introdusse a cortesoprattutto dinastie dall’area del Sottoceneri, cfr . idem, Matteo Castello l’architetto del primo Barocco aRoma e in Polonia, 2003 .

2. Genova, chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea, facciata (foto M. Traverso).

Operò costantemente in un’area precisa del regno, forse ancora poco “colonizzata” daaltri gruppi famigliari, ovvero quella tra Cracovia e Lublino, dove si conservano le sueopere documentate, non ultima la sua partecipazione alla realizzazione della decorazioneplastica del castello di Łańcut, probabilmente introdotto dai potenti principi Lubomirski.

Il repertorio messo in opera da Falconi nelle due cappelle di san Sebastiano (cupola equattro Evangelisti nei pennacchi) e di santa Croce (cupola e quattro Padri della Chiesanei pennacchi) nella chiesa dei Camaldolesi a Bielany presso Cracovia, eseguite fra il1630 e il 1642, oppure gli ornati modellati nella cappella funebre per il cancelliere edetmano Jan Zamoyski nella collegiata di Zamość, datata al 1634 - 1635, bene mostranoquella cultura artistica di transizione tra il tardo manierismo internazionale, ovvero quellainterpretazione elaborata alla corte di Rodolfo II d’Asburgo in Praga, dei modelli figurativie ornamentali centro italiani22, e le prime manifestazioni del barocco. Si tratta di scelte chesvariate famiglie di “Artisti dei laghi” proposero con fortuna sino alla metà del Seicento indiverse corti italiane ed europee. Si vedano, ad esempio, gli stucchi e i dipinti di alcunesale del Castello del Valentino di Torino (fig. 3), eseguiti su commissione della duchessaCristina di Francia, la prima Madama Reale, da un’équipe di scultori appartenenti allefamiglie dei Bianchi di Campione e dei Casella di Carona negli anni trenta del Seicento23.Analoghi per gusto sono gli interventi sopravvissuti della parzialmente perdutaornamentazione delle sale del palazzo ducale di Parma sotto Ranuccio Farnese, lavoro

22 sulle decorazioni in stucco in questa fase tra Boemia e Moravia: cfr . M . Krummholz, Baroquestucco in Bohemia and Moravia, in Decorative plasterwork in Ireland and Europe. Ornament and the EarlyModerna Interior, a cura di C . Casey e C . lucey, atti del convegno di studi (Dublin, trinity College, aprile2010), Portland 2012, pp . 93-99 .

23 cfr . l . Facchin, I Bianchi di Campione a Torino in Svizzeri a Torino cit., pp . 284-288 e G . Mollisi, ICasella marmorai, scultori e stuccatori, in ivi, pp . 206-210 .

delle famiglie dei Frisoni e dei Retti di Laino Intelvi24. Si privilegia la ricchezza di elementiornamentali, talvolta creando un vero e proprio effetto di “horror vacui”, con l’uso dicartelle, nastri, caratteristiche composizioni di frutti, disposti secondo rigide simmetrie chedescrivono fantasiose geometrie, con una minore incidenza dell’elemento figurativo,costituito per la maggior parte da figure angeliche o putti che rivelano una certa durezzanelle anatomie e fissità nelle pose, pur, talvolta, come nel caso dell’intervento nellacappella della chiesa dei francescani di Krosno, realizzato nel 1647 su commissione diStanislaw Ońwięcim,

3. Dinastiadei Campione edei Casella,Decorazione instucco, Torino,Castello delValentino (fotoG. Mollisi)

cortigiano del re e diplomatico, riconosciuto come uno dei suoi capolavori, con una sceltadi maggiore vivacità negli angeli che reggono sul capo i cesti di fiori, seguendo un modellodecisamente anticlassico.

Ulteriori raffronti si possono evidenziare anche nella terra di origine di questi artisti, piùprecisamente nelle chiese da loro stessi qui costruite e decorate come segnodell’avvenuta affermazione sociale attraverso le molteplici attività stagionali all’estero. Sivedano gli altari laterali dalla parrocchiale di Rovio, ove è dominante la presenza degliesponenti di diverse generazioni della famiglia Carloni. In particolare, la cappella delCrocifisso, di diretto patronato di Giacomo Carlone, fregiata dello stemma in stucco con illeone che trattiene la caratteristica pannocchia (carlon), fu ricostruita dai nipoti Giuseppee Andrea, e ornata di una pala firmata dallo stesso Giovanni e datata al 1614 (fig. 4)25.Rimandi ancora più stringenti si possono leggere negli stucchi del santuario di SantaMaria dei Ghirli a Campione d’Italia26,

24 su questi temi, da ultimo l . Facchin, La dinastia dei Retti di Laino tra Sei e Settecento, in Passaggi anordest: gli stuccatori dei laghi lombardi tra arte, tecnica e restauro, a cura di l . Dal Prà, l . Giacomelli, A. spiriti, atti del convegno di studi (trento, Biblioteca Civica, 12-13-14 febbraio 2009), trento 2011, pp .168-171 .

25 L. Damiani Cabrini, La famiglia Carlone a Rovio, in I Carlone di Rovio cit., p. 40.26 L. Facchin, Nuove ipotesi per la cronologia della decorazione a stucco di S. Maria dei Ghirli a

Campione d’Italia, in L’arte dello Stucco nel Parco dei Magistri Comacini (Intelvesi, Campionesi, Ticinesi)delle Valli e dei Laghi: valorizzazione, conservazione e promozione (Progetto interreg IIIA), atti delconvegno, Campione d’italia 2006, Como 2007, pp. 109-118.

4. Dinastia dei Carlone, Cappella del Crocifisso, Rovio, chiesa parrocchiale deiSanti Vitale e Agata (fot. G. Mollisi)

messo in opera tra gli anni venti e trenta del seicento da Isidoro Bianchi e dai suoi figli (fig.5), artista che proprio nella fase iniziale della sua attività, purtroppo perduta, avevalavorato a Praga. Ritroviamo per altro il nome di un Bartolomeo Falconi, personalità deltutto da approfondire, attiva tra l’ultimo decennio del Cinquecento e i primi del seicentonella città di Graz, in Austria, in società con il ticinese Antonio della Porta di Riva SanVitale27.

FINE PRIMA PARTE

Laura FacchinUniversità degli Studi di Verona

27 cfr. G . Martinola, Lettere dai paesi transalpini degli artisti di Meride e dei villaggi vicini (XVII-XIX),Lugano 1963, p. 187.

Aloisio Novi, un architetto intelvese nella Russia di Basilio III – A. Spiriti

La confusione onomastica e la stessa pluralità di grafie non hanno certo giovato alriconoscimento di Aloisio Novi come esponente della seconda generazione di artisti deilaghi lombardi attivi in Russia, e in particolare nell’edificazione di Mosca come città-capitale dei granprincipi. In realtà, dopo la presenza forte di Pietro Antonio Solari (di unramo della grande stirpe intelvese) accanto al bolognese Aristotele Fioravanti e ilprolungamento cronologico del milanese Luigi Carcano accanto ai molti Ceresini, ilpassaggio dal periodo del Velikij Knjaz' – Gosudar’ Ivan III (1462-1505) al successoreBasilio III (1505-1533) vede l’arrivo del Novi, membro, come si può ora affermare, dellanota dinastia pure intelvese. La stessa provenienza dalla corte di Crimea di Meñli I Giraynel 1504 (al tempo cioè in cui i suoi congiunti erano operosi nella Certosa di Pavia) indicauna spiccata capacità di far dialogare linguaggi architettonici diversi che caratterizzerà ilsuo lungo periodo moscovita (1504-1531) e in particolare l’attività nel Cremlino: lacattedrale dell’Arcangelo Michele, il portale della cattedrale dell’Annunciazione, parti delPalazzo delle Faccette e del Palazzo Ducale; e poi a Mosca la cattedrale della Dormizionenel monastero Simonov e quella di San Pietro nel monastero Vysoko-Petrovskij. Il datocentrale è la capacità, tipicamente lacuale, di fondere la propria cultura (ossia quellacomasca innervata da quel mondo veneto dove i Lombardo del Solaro e i caronesidominavano) con una grande capacità di comprensione della realtà locale; introducendoquindi novità (la rotonda di San Pietro) ma anche valorizzando schemi russi (le cinquecupole, tre navate e sei piloni di San Michele) e impostando, con riconoscibile coerenza,modelli destinati a influenzare l’evoluzione dell’architettura russa almeno fino all’inizio delXVII secolo ed allo stabilizzarsi della nuova dinastia dei Romanov (1613).

Prof. Andrea SpiritiUniversità degli Studi dell’Insubria

La comunicazione è stata oggetto di una conferenza al Palalanzo di Lanzo Intelvi.

Vita SocialeA Villa Lagarina, sulle orme dell'architetto Santino Solari.Cronaca di un breve viaggio studio

Sono innumerevoli le Visite che si possonoorganizzare, dalla durata anche di una solagiornata, alla ricerca e godimento di opere di nostriMagistri.Eccone un esempio, già collaudato con una visitaorganizzata e ben guidata dai nostri Soci RosaMaria Corti e Giorgio Terragni.Partenza da Argegno di primo mattino (ore 7.30),arrivo alle ore 11.00 alla Chiesa di Brancolino, rarescagliole in bianco e nero-

Chiesetta di Brancolino: uno scrigno di rarescagliole

Pranzo “Osteria de le Strie” a Nogaredoalle ore 12.00, visita alle ore 14.00 alMuseo Diocesano di Villa Lagarina, visitaalle ore 15.45 Chiesa di Santa MariaAssunta di Villa Lagarina (TN) CappellaLodron). Piacevole e istruttiva sosta alleore 17.30 alla Distilleria Marzadro.

Cupola della Cappella di S. Ruperto progettatadall’intelvese Santino Solari

Durante la visita alla distilleria la famiglia Marzadro tiene un minicorso di esperienzasensoriale tra le botti della sala di invecchiamento al quale segue una degustazioneguidata di grappe giovani ed affinate con accompagnamento di prodotti tipici trentini.

La vite si prepara per un’ottima vendemmia …

Per maggiori informazioni vedi articoli diRosa Maria Corti su la VOCE di

APPACUVI

Palazzo progettato dal Solari

Visita alla Mostra e al Borgo di Ponna Inferiore

In occasione della annuale Mostra dei Decoratoria Ponna Inferiore, che anche quest’anno haavuto un grande successo di espositori e dipubblico, il nostro Presidente Trivella si è messoa disposizione per la visita guidata all’anticoborgo storico.

La visita è stata preceduta da quella guidata dalPresidente Emerito Ernesto Palmieri, alla ChiesaParrocchiale

il gruppo dei visitatori

l

un omaggio al Can.Vincenzo Barelli

Servizio RAI su Lanzo

Abbiamo il piacere di trasmettervi il link, comunicatoci dal CIRCOLO LEGAMBIENTEVALLE INTELVI "LAURA SCOTTI, del servizio sul LanzArogno 2017, andato in onda il 19agosto nel TG3 RAI delle 19:30. (il servizio è al minuto 16:58 della registrazione).

http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/liste/ContentSet-c210f09b-abbf-404a-abd5-1f524d6be645-V-0.html

www.legambientevalleintelvi.com

Sguardo sull’AmbienteBrienno diventa un Paese-Albergo?

In questo stesso numero de La Voce viene annunciata l’opportunità che offre il Lago diComo GAL per ottenere fondi per la riqualificazione di edifici.Ecco un esempio già in attuazione a Brienno che, da quando è stata aperta la galleria cheevita alla Statale l’attraversamento del paese, è ritornato ad essere l’antico romantico,silenzioso borgo antico, dove si sta attuando quel progetto, per ora unico del genere inLombardia, ma già fiorito nelle regioni dell’Italia Centrale. E con ottimi risultati.In verità anche in Valle Intelvi si sta studiando qualcosa del genere: l’ospitalità diffusa, masiamo ai primi passi.Il Paese- Albergo è qualcosa di molto più complesso: una rete che racchiude le casevacanze del borgo e una reception unica. Il tutto gestito da una coop apposita.Nella reception unica, all’arrivo viene assegnata la casa o l’appartamento.La cooperativa, impresa turistica extra alberghiera organizza, promuove e coordina iservizi di alloggio, di ristorazione, di animazione di tutto il Comune.I turisti avranno selezionato la casa o l’appartamento o il bed and breakfast in base allefasce di prezzo.Non meno importante dovrà essere l’offerta di opportunità culturali e turistiche: offerta dipubblicazioni che presentino il territorio, disponibilità di fascicoli illustrativi di singoli itinerario dei tanti monumenti e siti di pregio ambientale.Qui potrebbe entrare in gioco Appacuvi con la sua lunga esperienza nel campo.

Le lettere-RecensioniI Santi del mantello – G. Terragni

Un’antichissima suggestiva leggenda coinvolge in qualche maniera le sponde o più chealtro le montagne spesso boscose che si affacciano sul Lario, quella dei cosiddetti “Fratellieremiti”. Ci si potrà chiedere quale sia il loro legame con San Martino ma, un fil rouge legaquesti santi tradizionali, voluti più che altro dal popolo e non sempre riconosciuti dallaChiesa. Infatti, San Miro e San Giulio usavano spostarsi sulle onde del lago sostenuti dalloro mantello. È probabile che la leggenda dei fratelli eremiti risalga addirittura all’epocadell’ultimo impero romano e cioè dopo l’Editto di Costantino. La tradizione popolare cinarra che sulle vette e sugli speroni rocciosi che si protendono verso il lago vivessero dei“Fratelli eremiti” che la sera si salutavano accendendo fuochi. Certo è però che fra il X el’XI secolo vi fu un sorgere, nei luoghi sopraelevati al Lario, di cappellette ricovero perviandanti che, generalmente, erano custodite da religiosi o conversi con vocazioneeremitica. La memoria dei “Fratelli eremiti” è andata nel corso dei secoli un pocosbiadendo e soprattutto variando notevolmente da sponda a sponda del lago. Vale però lapena di ricordare almeno San Sfirio, particolarmente venerato nella zona di Colico, la cuiveridicità fu confermata nel 1935 dal Cardinale Schuster. Anche San Primo, ufficialeromano all’epoca di Diocleziano, fu venerato per secoli e continuamente invocato per laprotezione delle greggi. Ancora oggi sono numerosi i pellegrini che raggiungono la suachiesetta alpestre che vigila sul basso Lario. Il più misterioso tra i “fratelli eremiti” è certoSant’Amate, la cui chiesetta sorge a circa a un’ora di cammino da Breglia, sopraMenaggio, alle falde del Monte Grona e vigila su tutto il centro lago. Il nome stesso diAmate è di derivazione greca, ma essendo Mames di difficile pronuncia per i nostriprogenitori di stirpe celtica, fu trasformato in Amate e più tardi in Mamete, protettore dellaValsolda. San Miro, vissuto verso la metà del1300, è figura meno leggendaria, tanto chene parlò diffusamente il vescovo Carafino di Como. Nato da genitori anziani, gli fu impostoil nome di Miro proprio per ricordare la meraviglia della sua nascita. Allevato da uneremita, poiché rimasto orfano in giovanissima età, alla morte del suo maestro, si recò inpellegrinaggio a Roma da dove ritornò dopo sette anni. Giunto a Canzo trascorse quattroanni in una grotta digiunando e pregando ma dovette abbandonare quel luogo per evitarela troppa curiosità della gente. Sceso a Onno chiese a un barcaiolo di traghettarlo sull’altrasponda, ma questo, vedendolo molto male in arnese e temendo di non essere pagato, sirifiutò. Ecco allora il miracolo: Miro stese sull’acqua il suo mantello e attraversòvelocemente il lago in tempesta fermandosi a Sorico dove, salendo per circa trenta minutila montagna, trovò una grotta che divenne la sua dimora fino a pochi anni orsono visitatain periodi di siccità per implorare la grazia della pioggia. Ecco dunque il mantellocomparire tra i santi eremiti come mezzo di unione e come ponte gettato da un’opera dibene all’altra. Impossibile infine non citare San Giulio che, ottenuto dall’imperatoreTeodosio il permesso di predicare il cristianesimo con il fratello Giuliano, dopoinnumerevoli miracoli e peripezie, giunse di fronte all’isola del Lago d’Orta dove decise dicostruire la sua centesima chiesa. Nessun barcaiolo però accettò di trasportarlo sull’isolapoiché la stessa era infestata da serpenti velenosi e draghi. Ed ecco ancora il miracolo delmantello… Giulio, come fece più tardi San Miro, lanciò sulle acque il suo mantello che loportò sull’isola dalla quale, con la preghiera e un esorcismo, scacciò ogni rettile, simbolodel male e del demonio. Il mantello dunque visto come simbolo di bene e carità così comeabbiamo visto nelle opere che sono state esposte, soprattutto in quelle di Gandola e diNonelli, a Cerano dal 15 luglio al 16 agosto c/o Museo della Scagliola e dal 2 al 17settembre c/o Monastero del Lavello di Calolziocorte (Lc).

Giorgio Terragni

Frammenti di pensieri di Franco Rizzi

Il volume “Frammenti di pensieri” di Franco Rizzi, giornalista pubblicista, per le EdizioniGR di Besana in Brianza, con la bella copertina che riproduce due dipinti del pittoreClaudio Elli, è giunto in libreria a fine novembre 2016.Dopo i volumi di storia locale, in particolare i due sul mondo della Cooperazione e quellorelativo alla parte storica del Novecento nel volume “Alle radici del presente”, edito daBellavite Editore, finalmente un libro diverso.Non più storia locale, ma un volume dove l’autore ha potuto esprimere se stesso o,meglio, lasciar parlare il se stesso che si nasconde nel profondo dell’animo. La parolascritta così diventa carne, diventa sostanza, anche quella più semplice, al punto che,leggendo, si avrà alla fine la sensazione di trovarsi di fronte a una vita in versi.E’ un volume di poesie, anche se l’autore non vuole chiamarle poesie. Preferisce infattidefinirle Frammenti di pensieri, racconti in versi, quindi una poesia - prosa, senza l’obbligodelle rime e della metrica che sarebbero risultate di inciampo alla scrittura. Un libro in cuiemerge la centralità dell’io…… Un io sempre presente, attento, che si turba, un io che nonsi chiude. Un io dialogante, che si rivolge a un tu con il quale interagisce. Un io che sitrasforma, lasciando spazio a un noi che ha due valenze: la prima prevalente, asottolineare l’intensità del rapporto.La seconda offre alla scrittura un respiro più ampio, un respiro sociale, civile.Accanto a questo io/ noi, che si augura un sussulto di dignità, troviamo un insieme dipersone evocate, che non diventano mai personaggi, ma sono sicuramente degliinterlocutori, disponibili a un dialogo a volte segreto, a volte manifesto.La loro presenza non è una presenza di contorno. Al contrario è una presenza concreta,reale, partecipata. Le persone abitano i luoghi, le situazioni, ci sono dentro con il lorocarico di mistero e, anche quando la parola è frammentaria, hanno dei tratti che lerendono vicine. Una scrittura capace di leggere le immagini nella parte legata a eclatantivicende di cronaca. L’immagine offre all’autore la possibilità di essere giornalista, di esserepresente con la penna in mano e l’animo aperto in posti, luoghi, situazioni che non glisarebbe stato possibile raggiungere fisicamente.Ne è nato un libro che fa esplodere le paure e le angosce, ma accoglie anche momenti diserenità e di gioia, in cui anche l’eros ha un suo spazio. È un eros familiare, di coppia, cheva ricercato nella parola nascosta e nella simbologia.

S. S.

Franco Rizzi è nato a Milano, il 12 agosto 1939. Nella sua attivitàlavorativa ha ricoperto il ruolo di Purchasing Manager pressoimportanti aziende nazionali del settore meccanico edelettromeccanico.Appassionato cultore della poesia del novecento, ha tenuto e tienecicli di conferenze in diverse località della Regione. GiornalistaPubblicista ha collaborato con il quotidiano L’Ordine della Brianzae con la rivista Brianze. Dal 1986 al 1994 è stato Redattore delsettimanale L’Esagono e dal 1995 al 2005 Responsabile per l’areadell’Alta Brianza per Il Cittadino di Monza.Dal 1995 insegna all’Università della Terza Età di Carate e dal2009 anche in quella di Muggiò.Tra le sue pubblicazioni, “90° di Fondazione Cooperativa diConsumo fra lavoratori e agricoltori”, “Novant’anni di ginnastica -Pro Carate”, “Un secolo di storia caratese - Banca di CreditoCooperativo di Carate Brianza”Per il volume “Alle radici del presente”, edito da Bellavite Editore inMissaglia, ha curato le vicende del novecento.

Piccole Italie di Enrico BorghiIl libro, dell’Onorevole Enrico Borghi PD, Capogruppo della VII Commissione Ambientee Territorio della Camera, è stato presentato presso l’Aula Magna dell’Università dellaMontagna, distaccamento di Edolo dell’Università degli Studi di Milano.Il libro è il frutto di una riflessione sulla politica territoriale e in particolare su cosapossano rappresentare i nostri territori, montani e marginali, nella sfida dellamodernizzazione italiana. Innovazione dal basso, nuova agricoltura, idee per il rilanciodelle Alpi e dell’Appennino, partendo dalle Comunità Locali come guardiane delterritorio in una funzione nazionale.Il messaggio che parte dalle pagine di “Piccole Italie” è positivo: dalle aree interne emontane si ricostruisce l’identità e il senso di comunità di un Paese straordinario efragile come l’Italia”.La questione territoriale è un tema cardine per il futuro dell’intero Paese.L’Università della Montagna, luogo aperto di elaborazione, ricerca e formazione sullespecificità e risorse dei territori montani, la pone al centro di riflessione e confronto sucome rendere questi territori una “risorsa” in uno scenario complesso, diversificato e sumolti fronti critico, in cui è essenziale concentrare le attenzioni su asset strategicipromettenti per il futuro”.

La Rivista ARKOS a disposizione dei Soci APPACUVIPer speciale concessione la collezione della prestigiosa Rivista Arkos, specializzatanella diffusione di notizie, tecniche, descrizioni di restauri eccellenti è a diposizione deinostri Soci.

Ecco il link per accedere al sito da cui scaricare copie della rivistaArkos in italiano ed in inglese per gli anni 2015 - 2016 - 2017

https://www.dropbox.com/sh/tppppq6wb6vk1hc/AABpoKT8XK4nz8rJ4qR3G_EPa?dl=0

Sentiti ringraziamenti alla Direzione di Arkos

Preghiera a Maria – F. RizziUna “Preghiera a Maria” per ricordare tutte le immagini della Madonna che la pietàpopolare venera nelle Chiese della Valle d’Intelvi e nei Santuari sparsi sulle rive delLario e del Ceresio.Nello scrivere questa preghiera, mi sono rifatto ad alcune immagini del film “Il Vangelosecondo Matteo” di Pasolini.L’avevo dentro da diverso tempo, ma non riuscivo a raccordare la forza di dueimmagini che avevo visto nel film e mi erano rimaste scolpite nella mente: l’immaginedi Maria bambina, che si vedeva nelle prime scene, dolce, innocente, purissima,mentre scende a piedi nudi le scale della casa di Nazareth, e la figura della madre diPasolini, vecchia, sdentata, con i capelli scomposti, urlante, che drammaticamenteimpersonava Maria, vinta dal dolore, ai piedi della Croce.La soluzione è venuta da una terza immagine, La Madonna della Misericordianell’opera di Piero della Francesca, che apre il suo grande manto in segno diprotezione per tutti coloro che intendano rivolgersi a Lei, dipinto che avevo visto inmostra a Forlì nel giugno del 2016.

Preghiera a MariaAccogliendo l’imprevedibilesaluto dell’Angelo, rimanesti turbatanel profondo. Solo una timidadomanda uscì dalle tue esili labbra:Come è possibile avvengatutto questo? Non temere Maria…Giovane donna,Tu che a piedi nudiscendesti gli scalini della casadi Nazareth per andarea visitare Elisabetta,insegnaci a varcare soglie,ad abbattere muri, ad andareincontro all’altro che viene.Tu incinta di Dio, donnain attesa, docile gestante,che hai accolto il Verboe l’hai portato in grembo,insegnaci a non avere paura.Le tue viscere gemettero per il parto,lasciandoti splendente di intattaverginità. Tu culla fertile,annuncio di novità, prega per noiche ricorriamo a Te.Madre dolente, madre del dolore,

donna del cammino,percorresti il sentiero più impervioe rimanesti immobiledavanti alla Croce.Tu che mescolastile tue lacrime al Sanguedi tuo Figlio,soccorri noi che ti fummoaffidati là sul Calvario.Maria, Madre di misericordia,aiutaci a superarele prove della vita,insegnaci Tu la Sapienzae la Tenerezza - infinita -di Dio.

E’ una preghiera di tipo argomentativo, costruita su vari momenti: l’annuncio, l’attesa, ilmomento del parto, il cammino di dolore, le lacrime mischiate al sangue del figlio sottola Croce e poi la chiusura, con l’invocazione a Maria, madre della Misericordia.Anche in questo caso, la parola dà vita, rende vivo il pensiero, senza pensiero non c’èpoesia.Non è però un pensiero astratto… c’è dentro l’emozione.L’emozione, quando è vera, riesce a farsi preghiera….

Franco Rizzi

(Dal testo della conferenza tenuta presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di

Ramponio Verna il 10 agosto 2017)

Forum –Corrispondenza

Cos’è Art bonusAl fine di favorire il mecenatismo culturale, all’interno del D.L. 31.5.2014, n. 83,"Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della culturae il rilancio del turismo", è stato introdotto un credito d'imposta per le erogazioni liberaliin denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il c.d. Art bonus.In parole povere:chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previstodalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.Ecco lo schema delle principali caratteristiche illustrate della norma.

La legge di stabilità 2016 del 28 dicembre 2015, n. 208 ha stabilizzato e reso permanentel’ “Art bonus”, agevolazione fiscale al 65% per le erogazioni liberali a sostegno dellacultura.

Per saperne di più, questo è il link ufficiale: http://artbonus.gov.it/cose-artbonus.html

La Deposizione di Domenico Retti – L. Schiavetti

L’artista di Laino, del XVIII secolo è autore di questa magnifica opera nella Chiesa diS. Francesco di Piacenza.

Avvisi

Chi desiderasse ricevere la pubblicazione cartacea ne faccia espressa richiesta allaDirezione. Gli saranno date tutte le informazioni utili.


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