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Anno XXI n° 6 - novembre-dicembre 2013 · 2014. 3. 17. · APOFRUIT NOTIZIE 1 NOTIZIE Anno XXI n°...

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APOFRUIT NOTIZIE 1 NOTIZIE Anno XXI n° 6 - novembre-dicembre 2013 Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50 ANNATA COMPLESSIVAMENTE POSITIVA PER I PRODOTTI ESTIVI ACCORDO STRATEGICO FRA APOFRUIT E TERREMERSE IL KIWI ‘SOLEMIO’ VOLA IN ESTREMO ORIENTE
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APOFRUIT NOTIZIE 1

NOTIZIE

Anno XXI n° 6 - novembre-dicembre 2013

Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50

ANNATA COMPLESSIVAMENTE POSITIVA PER I PRODOTTI ESTIVI

ACCORDO STRATEGICO FRA APOFRUIT E TERREMERSE

IL KIWI ‘SOLEMIO’ VOLA IN ESTREMO ORIENTE

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SOMMARIOApofruit ha liquidato ai soci le produzioni estive

Accordo strategico tra Apofruit e Terremerse

Il kiwi “Solemio” vola in Estremo Oriente

PAGINE TECNICHEI marciumi delle drupacee: il punto sulla prevenzione

DALL’EMILIAIncontri sul futuro della frutticoltura emiliana

DAL METAPONTOLiquidazione estiva: eccellenti risultati per il prodotto precoce

DALLA SICILIAProdotti orticoli ragusani: al via la piena produzione di gamma

DAL LAZIOSusino: liquidazione delle varietà estive

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BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editore: Prima Comunicazione - Cesena (in corso di variazione)

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APOFRUIT HA LIQUIDATO AI SOCI LE PRODUZIONI ESTIVE

Meno produzione, buona qualità e prezzi di liqui-dazione più alti del 2012: sono questi, in sintesi,

i tre aspetti fondamentali che hanno caratterizzato la campagna estiva di Apofruit, che ha liquidato ai soci 586 mila quintali di prodotto, per un valore della pro-duzione di 34 milioni di euro (+ 9%). I listini di liquidazione sono stati presentati alle Assem-blee dei soci che si sono svolte a inizio dicembre nelle diverse aree di produzione (Emilia, Romagna, Meta-ponto, Puglia e Lazio). Se, da un lato, si è registrato un calo produttivo del 22% rispetto all’annata precedente, i prezzi medi di liquidazione al chilogrammo sono cresciuti in media del 40%. La stagione è stata quindi nel complesso positiva, anche se con qualche differenziazione, in particolare per quanto riguarda pesche e nettarine, che nella seconda parte della campagna hanno avuto un mercato più stagnante dovuto a una contrazione generale dei consumi.“Benché condizionati da un trend delle vendite che ha visto contrapposti due momenti molto diversi, ossia mercato effervescente fino a fine luglio e domanda più contratta rispetto alla media in agosto e settembre con quotazioni in calo, i prezzi di liquidazione ai soci di Apofruit hanno premiato la politica condotta in questi anni dalla cooperativa - esordisce Ilenio Bastoni, diret-

tore commerciale di Apofruit Italia - Una politica che ha puntato sull’innovazione varietale, sulla crescita dei prodotti a marchio proprio e sullo sviluppo delle specie strategiche destinate al mercato internazionale ”.

PESCHE E NETTARINENel 2013 la produzione su questo comparto ha re-gistrato un calo del 22%. La maturazione a scalare fra le diverse zone produttive ha evitato nella prima parte della campagna una sovrapposizione di prodot-to, determinando quindi un esordio di mercato molto positivo, con prezzi interessanti fino alla fine di luglio. Da agosto invece si è registrata una sensibile riduzio-ne delle quotazioni, dovuta principalmente a un clima avverso nei vari mercati esteri di destinazione, che ha condizionato in negativo i consumi, e in parallelo a una maggiore concorrenza sul mercato da parte delle re-gioni del Nord Italia e del prodotto spagnolo medio tar-divo. Favorite quindi le varietà precoci, mentre quelle medio tardive hanno seguito un trend simile al 2012. “Da evidenziare - sottolinea Bastoni - il buon anda-mento delle nuove varietà introdotte negli ultimi anni, che hanno dimostrato di essere apprezzate dal mer-

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Bene pesche e nettarine, che mostrano però un finale di campagna critico. Andamento positivo anche per albicocche, susine e pere. Annata stimolante per i prodotti biologici

Pesche e Nettarine 425.265 q.liAlbicocche 41.242 q.liSusine 37.732 q.liPere 15.029 q.liUva 12.635 q.liCiliegie 15.480 q.liFragole 3.730 q.liMeloni e Cocomeri 15.189 q.liOrtaggi 19.402 q.li

CONFERIMENTO PRODOTTI ESTIVI

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cato per i miglioramenti nel colore e nel gusto, regi-strando un differenziale di prezzo che va dai 10 ai 15 centesimi in più in tutti i periodi di produzione. Questo a conferma che l’innovazione varietale è sempre un fattore premiante nel nostro settore”.

ALBICOCCHEAnche su questo comparto si è registrata una scarsa produzione, con cali produttivi che si aggirano - anche se in modo differenziato fra le diverse aree e le diverse varietà - su un valore medio del 40%. I prezzi sono stati sostenuti per tutta la campagna, con quotazioni interessanti. Anche per le albicocche va sottolineato che l’innovazione varietale è un fattore premiante, che determina una differenziazione di prezzo importante fra le varietà tradizionali e le nuove cultivar introdotte negli ultimi anni. Particolarmente positivi si sono ri-velati anche i prezzi ottenuti sul comparto industriale.

SUSINE Produzione superiore del 10% circa, ma liquidazio-ne positiva anche per le susine, che hanno registrato prezzi mediamente superiori rispetto al 2012. “L’inserimento di nuove varietà su questo comparto ci ha permesso di affrontare i nuovi mercati esteri, che richiedono un livello qualitativo superiore - sottolinea il direttore commerciale di Apofruit - Nonostante i mer-cati particolarmente positivi di quest’anno ci abbiano permesso di collocare anche un prodotto con difetti di buccia, torniamo a sottolineare l’importanza di inve-stire nelle coperture antigrandine, in quanto in annate meno favorevoli il prodotto danneggiato esteticamente ha un valore che spesso non copre i costi di raccolta”.

PERE ESTIVEDegno di nota l’andamento delle pere estive, che han-no avuto un’annata particolarmente positiva, questo grazie a una scarsissima presenza di prodotto pro-veniente dall’emisfero sud. Il mercato è partito molto bene, con quotazioni molto interessanti che hanno premiato soprattutto i calibri medio grossi. Da segnalare un’apertura anche sui mercati europei, dove la cultivar Carmen sta riscontrando un crescente interesse da parte dei consumatori.

UVA DA TAVOLALa campagna 2013 per l’uva da tavola è stata in ge-nerale molto difficile. Nonostante l’andamento di forte competizione, i risultati sono stati accettabili grazie alle nuove varietà senza semi destinate prevalentemente al mercato estero. Già da diversi anni si è rivelata strategica la scelta da parte di Apofruit di puntare sulle uve apirene, che gra-dualmente stanno sostituendo il prodotto con i semi sui banchi dei supermercati. “Occorre - aggiunge Bastoni - in tutte le fasi di produ-zione adottare quelle tecniche che ci permettano di avere un prodotto adatto a essere esportato in quei mercati molto esigenti, ma in grado di valorizzare al meglio la nostra uva”.

CILIEGIEIl 2013 si posiziona, sia in termini di quantitativi che di risultati economici, fra il 2011 e il 2012. La produzione quest’anno è stata superiore del 35% rispetto al 2012. Apofruit, grazie alla sua presenza sui principali area-li produttivi di ciliegie, oggi è considerata un’azienda specializzata in questo comparto. L’andamento climatico durante il periodo di commer-cializzazione è stato favorevole, con una ricaduta po-sitiva anche sui consumi e sui prezzi di vendita. Anche su questo comparto vanno sottolineati i buoni risultati conseguiti dalle nuove varietà, che il mercato inizia a conoscere e apprezzare. Apofruit intende continuare la crescita su questa spe-

Un momento delle Assemblee dei soci durante le quali sono stati presentati i listini della liquidazione estiva

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cie, puntando su innovazione varietale e sviluppo di nuovi mercati.

ORTAGGIL’annata è stata particolarmente positiva per il com-parto patate e cipolle, con quotazioni interessanti. Stagnante la situazione del comparto pomodoro, che per tutto il periodo estivo ha risentito di una forte con-correnza da parte del prodotto di importazione.

BIOLOGICOAnnata stimolante anche per il biologico, che ha avu-to un andamento di mercato decisamente superiore rispetto al 2012 e che vede un forte sviluppo dell’ex-port, grazie anche all’inserimento di nuove varietà che hanno permesso di affrontare i mercati europei con esiti molto positivi. Sul comparto pesche e nettarine vanno segnalate performance positive anche nella se-conda parte della stagione, dove comunque l’offerta rimane inferiore alla domanda. Per le albicocche si conferma un’annata positiva, con prezzi medi superiori dall’80 al 100% rispetto al 2012. E anche sul comparto biologico si registrano quota-zioni interessanti per l’albicocca da industria. “In conclusione - aggiunge Ilenio Bastoni - i risultati di questa campagna estiva sono il frutto dell’aumento dell’export, della segmentazione dei mercati di desti-nazione anche per la frutta estiva, degli anni di investi-menti nella politica di marca. Se Almaverde Bio, leader consolidato per i prodotti biologici nel mercato italia-no, a fine ottobre mostra un +6% sul fatturato, Solarelli sale addirittura all 16%. E i produttori di Apofruit bene-ficiano di queste scelte”.

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LA PAROLA AI SOCIAZ. AGR. DE TOMASO

GIUSEPPE Pollice alto per l’azienda agricola De Tomaso Giuseppe, che può guardare alla campagna 2013 con soddisfa-zione. Cinque dei 22 ettari aziendali situati a Turi, in provincia di Bari, sono ricoperti da ciliegi: quest’anno ha conferito ad Apofruit 350 quintali di

prodotto, ottenenedo un prezzo medio di liquidazione 2,10-2,20 euro al kg. “Siamo riusciti a ottenere un buon quantitativo di ciliegie su tutte le varietà - commenta Michele De Tomaso, figlio di De Tomaso Giuseppe e membro del comitato giovani Apofruit - e anche dei buoni calibri. Il 2014 potrebbe essere un anno addirittura migliore, con un aumento di prodotto di circa 50 quintali, dal momento che un ettaro di terreno è andato in produzione per la prima volta quest’anno”.

AZ. AGR. GHIBERTI CHIARA Esperimento riuscito per l’azienda agri-cola Ghiberti Chiara, che per la prima volta nel 2013 ha proceduto alla rac-colta delle nettarine bianche con il me-todo extra. In 5,5 ettari di terreno a San Bartolo di Ravenna, l’azienda produce nettarine gialle e bianche: delle prime ne sono state conferite ad Apofruit un

migliaio di quintali, mentre delle seconde 628 quintali, gran parte dei quali raccolti con il metodo extra. “Una buona allegagione e un’adeguata diradatura - spiega Chiara Ghiberti - ci hanno per-messo di avere una pezzatura e un colore notevoli e di poter rac-cogliere direttamente nelle casse. Un lavoro molto duro dal punto di vista fisico e più lungo, ma anche soddisfacente per il risultato finale. Siamo riusciti a spuntare infatti 68 centesimi al kg rispetto ai 37 delle nettarine gialle raccolte tradizionalmente. Se le piante lo permetteranno, nel 2014 adottremo questo tipo di raccolta anche per le nettarine gialle”.

AZ. AGR. BIONDI MASSIMO È stata un’annata complessivamente soddisfacente per Massimo Biondi, membro del Comitato Giovani di Apo-fruit e titolare di un’azienda a condu-zione biologica nelle campagne di Ce-sena, a Settecrociari. Qui, nei 12 ettari totali di terreno, coltiva pesche e netta-rine (6 ettari) e albicocche (1,7 ettari).

“I prezzi sono stati molto buoni, la media della prima categoria è stata di 85 centesimi al kg per le nettarine precoci e 70 centesimi al kg per quelle medio tardive. Le pesche precoci mi sono state liquidate con una media di 1 euro al kg, quelle medio tardive di 65 centesimi al kg; le albicocche con una media di 1,40 euro al kg. La nota dolente quest’anno è stata la quantità: su pesche e albicoc-che precoci ho avuto un calo produttivo del 35%, inoltre a causa della grandine in fase di diradamento, sempre per quanto riguarda il prodotto precoce, c’è stata una percentuale maggiore di prodot-to di seconda categoria, coperto comunque da assicurazione”.

Pesche e Nettarine 37.963 q.liAlbicocche 5.108 q.liSusine 6.458 q.liPere 2.041 q.liUva 6.262 q.liCiliegie 387 q.liMeloni e Cocomeri 1.673 q.liOrtaggi 13.240 q.li

CONFERIMENTO PRODOTTI ESTIVI BIO

Un momento delle Assemblee dei soci durante le quali sono stati presentati i listini della liquidazione estiva

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ACCORDO STRATEGICO TRA APOFRUIT E TERREMERSEApofruit e Terremerse alleate per affrontare al meglio

le sfide del mercato globale. È stato presentato a Bagnacavallo (Ra) lo scorso 29 novembre l’accordo strategico sulle filiere dell’ortofrutta e delle agroforni-ture siglato dai due gruppi per meglio posizionarsi sul mercato e creare valore a favore dei rispettivi soci. Se è chiaro ormai da tempo che strategie sinergiche d’attac-co e una filiera efficiente e specializzata sono i requisiti indispensabili per imporsi sul mercato internazionale, Apofruit e Terremerse hanno deciso di “fare insieme” seguendo queste due direttrici, con un’intesa che sal-vaguarda l’identità attuale dei due gruppi e con un’inte-grazione a rete che permetterà di sviluppare le rispettive competenze e ridurre i costi. Gli obiettivi dell’accordo mettono in fila almeno cinque punti rilevanti: la politica di marca, quale elemento di distintività dei prodotti verso i consumatori e i clienti; la segmentazione dell’offerta per posizionare al meglio il prodotto nel canale commerciale di riferimento; l’innovazione varietale per offrire al con-sumatore un prodotto di qualità più elevata; il biologico come scelta strategica; lo sviluppo dell’export, in par-ticolare verso i nuovi mercati asiatici e i Paesi del Golfo Persico. “Il nostro Gruppo negli ultimi anni - dichiara il Direttore Generale di Apofruit Italia, Renzo Piraccini - è cresciuto incorporando altre imprese cooperative, razio-nalizzando i processi produttivi e commerciali. Ora quel-la fase è finita. Attualmente ci proponiamo di crescere promuovendo la creazione di una rete di imprese spe-cializzate ed efficienti, ognuna autonoma nella propria gestione, che si riconoscano in un progetto commercia-le e gestionale condiviso. L’accordo con Terremerse va in questa direzione”.Il nuovo partner scelto da Aporfuit opera nei settori della distribuzione di agroforniture, della trasformazione car-ni, dello stoccaggio e commercializzazione di cereali e dell’ortofrutta. Associa 5.271 aziende agricole, svilup-pando 157 milioni di euro di fatturato. Con 63 milioni di euro di fatturato il comparto principale è quello delle agroforniture che fanno di Terremerse un distributore

nazionale, con attività in gran parte delle regioni d’Italia. Segue l’ortofrutta con 35 milioni di euro, i cereali con 33,5 milioni e le carni con 25,5 milioni. Nello specifico, per quanto riguarda il settore dell’ortofrutta, l’accordo tra le due aziende prevede l’adesione di Terremerse a Mediterraneo Group, la società consortile che vede come capofila Apofruit per la realizzazione di sinergie commerciali sull’export e sui prodotti a marchio, e allo stesso tempo acquisti centralizzati dei materiali di con-fezionamento e dei servizi connessi (trasporti, ecc..) e l’adozione di un modello comune di gestione dei ma-gazzini, uniformando i sistemi informatici e il controllo dei costi. Per i produttori soci, per quanto riguarda il kiwi e i prodotti biologici, le modalità di conferimento e campionatura, i tempi di acconto e le liquidazioni saran-no le stesse, mentre per tutte le altre produzioni, com-presi i prodotti a uso industriale, le procedure gestionali verranno gradualmente armonizzate. Ogni cooperativa manterrà il rapporto nei confronti dei propri soci, anche se le procedure di conferimento, acconto e pagamento verranno gradualmente armonizzate. Infine, si procede-rà all’armonizzazione dei programmi operativi delle ri-spettive Organizzazioni di Produttori di riferimento: Apo-fruit e Pempacorer. Dal 2015 si ipotizza di costituire una AOP tra le due OP di riferimento e l’aperta all’adesione anche di altre OP del settore che vogliano integrarsi commercialmente. Per quanto concerne il settore delle agroforniture, tra le due cooperative saranno sviluppa-te una serie di azioni finalizzate a migliorare l’efficienza e la competitività delle aziende agricole dei produttori associati rendendo strategica la collaborazione. In par-ticolare si faranno sinergie e armonizzazioni nelle linee tecniche di difesa, nella progettazione e realizzazione dell’impiantistica sia per gli impianti frutticoli che ortico-li (irrigazione, reti antigrandine, serre ecc.) mettendo a servizio delle aziende agricole associate il know-how e l’attività di ricerca e sviluppo di entrambe le strutture e come ultimo, ma non meno importante, poter pagare le agroforniture in conto conferimento.

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IL KIWI “SOLEMIO” VOLA IN ESTREMO ORIENTE

Sono partiti il 25 novembre scorso dallo stabilimento Apofruit di San Pietro in Vincoli i primi container di

kiwi “Solemio”, la nuova variante di kiwi di qualità della linea Solarelli studiata ad hoc per i mercati asiatici, con destinazione Cina, Taiwan, Hong Kong, Malesia e Sin-gapore. Arrivati dopo circa 30 giorni di viaggio nei porti di Shanghai e Taichung, i kiwi vengono poi distribuiti da alcuni importanti operatori all’ingrosso e dalle principali catene della distribuzione organizzata.“Si tratta di un rafforzamento della presenza dei nostri kiwi sui mercati dell’Estremo Oriente - spiega Ilenio Ba-stoni, direttore commerciale di Apofruit Italia - Una real-tà commerciale abituata ai prodotti di alta qualità, dove in questo momento si registra una forte richiesta di kiwi, anche in relazione all’anticipo con cui sono terminate quest’anno le scorte di prodotto dell’emisfero sud”.Il kiwi “Solemio”, si ricorda, è stato presentato con suc-cesso nel corso dell’ultima edizione di Asia Fruit Logisti-ca a Hong Kong. Oltre al nuovo marchio, sinonimo della più autentica italianità in ortofrutta, il prodotto è passato anche attraverso un’articolata rielaborazione del packa-ging, per andare incontro alla cultura e ai gusti dei po-poli asiatici. Le confezioni sono da 9 kg in cartoni e 3,6 kg in padelle, queste ultime dotate anche di un elegan-te e pratico coperchio. I colori sono più vivaci e brillanti, con prevalenza di rosso e giallo, che la cultura asiatica associa alla fortuna e alla ricchezza. Inoltre ogni pedana è caratterizzata da un pannello 90 x 140 cm e ulteriore materiale pubblicitario per distinguere l’area espositiva e veicolare in maniera efficace il marchio all’interno dei punti vendita. La produzione di kiwi di qualità di Apofruit per l’Asia nel 2011/2012 ha registrato un’esportazione di oltre 30 container da 22 tonnellate ciascuno, ma l’o-biettivo immediato, stimolato dal nuovo marchio, è di 70 container all’anno, che potrebbero superare i 100 nei prossimi tre anni. La raccolta dei kiwi si è conclusa

a dicembre. “Registriamo - continua Bastoni - volumi leggermente inferiori rispetto allo scorso anno: princi-palmente questo calo produttivo è avvenuto in Veneto, dove nel 2012 si era registrata al contrario un’annata di produzione particolarmente abbondante. La qualità dei frutti è molto buona e si registra anche una percentuale di prodotto di prima categoria più elevata rispetto allo scorso anno, questo grazie anche all’andamento cli-matico favorevole”.

Partiti dal porto di Ravenna i primi container di kiwi di qualità della nuova linea studiata ad hoc per il mercato asiatico, con destinazione Cina, Taiwan, Hong Kong, Malesia e Singapore

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HE I MARCIUMI DELLE DRUPACEE:

IL PUNTO SULLA PREVENZIONE

La campagna estiva appena trascorsa è stata se-gnata da una particolare recrudescenza dei mar-

ciumi causati da funghi patogeni del genere Monilinia sulle produzioni di pesche, nettarine e drupacee in ge-nere. Le perdite di prodotto si sono evidenziate sia in fase di coltivazione, in prossimità della raccolta, che nel periodo di conservazione e lavorazione dei pro-dotti in magazzino. La portata delle perdite ascrivibili a tali funghi patogeni non è di semplice quantificazione, tuttavia è incontestabile il fatto che questo tipo di mar-ciumi rappresentino dal punto di vista economico uno dei rischi maggiori per le produzioni di frutta estiva.Nelle pagine tecniche di questo numero torniamo su questo argomento sia per puntualizzare elementi noti, sia per informare di alcune possibili novità nell’attività di contrasto e profilassi contro queste malattie.

GLI AGENTI PATOGENI I principali agenti patogeni che causano perdite da marciumi appartengono al genere Monilinia e le tre specie riconosciute e diffuse nei nostri ambienti di col-

tivazione sono M. laxa, M. fructigena e M. fructicola. Quest’ultima in particolare, pur essendo stata rileva-ta nei nostri frutteti solo di recente, sembra costituire ad oggi la specie prevalente. Si tratta in ogni caso di funghi dal profilo ubiquitario, ovvero ampiamente dif-fusi, presenti su un vasto spettro di matrici vegetali e in grado di sopravvivere in maniera saprofitaria (non infettiva) su residui vegetali. Le mummie dei frutti in-fetti rimaste sulle piante costituiscono generalmente la principale fonte primaria di inoculo grazie alla quale avvengono le prime contaminazioni sugli organi sen-sibili (fiori e frutticini allegati, frutti diradati e lasciati a terra). Le infezioni secondarie che seguono procurano via via altro inoculo che normalmente esprime il mas-simo del proprio potenziale distruttivo sui frutti in ma-turazione sia in pre che in post raccolta. Le monilinie sono funghi policiclici il cui inoculo si riproduce e infet-ta continuamente durante tutto il periodo primaverile estivo e i principali fattori che influenzano l’aggressività di questi patogeni sono di natura ambientale. Le con-dizioni climatiche ottimali per le monilinie prevedono elevati tassi di umidità relativa e temperature estive cir-

di GIANNI CEREDI

A sinistra gli effetti della monilia su foglie e germogli; a destra manifestazioni della malattia su frutti in campo.

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coscritte su valori medi di 24-28° C. Bastano queste due semplici informazioni per comprendere le ragioni che hanno portato questi funghi a essere così virulenti nel corso della stagione passata. Se osserviamo infatti il grafico sopra, che riporta l’an-damento delle variabili meteo climatiche durante il pe-riodo primaverile estivo, notiamo che le condizioni ve-rificatesi sono state prossime all’optimum di sviluppo per questo tipo di funghi. È evidente, e non ci si può stancare di ripeterlo, che la predisposizione a questi patogeni trova una valida sponda in tutte quelle pra-tiche agronomiche e colturali che potenziano la viru-lenza del patogeno sia direttamente, favorendone lo sviluppo, che indirettamente, esaltando la suscettibili-tà dei frutti. L’elevato vigore vegetativo e l’errata espo-sizione delle piante, la scarsa insolazione e arieggia-mento dei frutti come conseguenza di potature errate o dell’orientamento sbagliato dei filari, l’eccesso di azoto e la conseguente carenza di calcio, improvvide irrigazioni per aspersione con erogazione di eccessivi volumi di acqua, raccolte prolungate, rappresentano alcuni dei più importanti fattori che possono condizio-nare concretamente lo sviluppo di marciumi.L’inoculo di questi funghi può contaminare i frutti du-rante tutti gli stadi della loro crescita; le spore tuttavia possono rimanere latenti sulla superficie o progredire in una fase infettiva che porta al marciume. L’evolu-

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zione in un senso o nell’altro dipende dalle condizioni climatiche (temperatura e bagnatura) ma anche dalla suscettibilità dei frutti che risulta essere molto eleva-ta nelle prime fasi di sviluppo che precedono l’indu-rimento del nocciolo e nella fase corrispondente alla maturazione.

LA DIFESAQuanto descritto dal punto di vista epidemiologico ci consegna un quadro non sempre facilmente concilia-bile con alcuni principi che regolano una corretta dife-sa integrata. Le monilinie infatti, essendo ampiamente diffuse su svariati ospiti, presentando innumerevoli potenziali fonti di inoculo primario e secondario e non evolvendo necessariamente verso una fase infettiva, ma restando in una condizione di latenza, vanificano le diverse forme di monitoraggio dell’inoculo stesso e impediscono la realizzazione e l’applicazione di mo-delli previsionali in grado di formulare soglie di rischio.Il rapido susseguirsi di cicli infettivi e della relativa pro-duzione di spore, la costante presenza di organi vege-tali suscettibili e il permanere di condizioni climatiche favorevoli ai patogeni che causano marciumi rendono irrazionale l’ipotesi di dovere intervenire chimicamen-te ogni qualvolta si verifichi una condizione di rischio potenziale. Ci si troverebbe infatti nella condizione di dover calendarizzare una serie di interventi con tutti i

Grafico 1: Andamento delle variabili meteo durante il periodo primaverile-estivo

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rischi di natura ambientale, salutistica e fitoiatrica che ne conseguirebbero. Fatte salve tutte quelle buone pratiche agronomiche-colturali sopra descritte, una corretta profilassi deve necessariamente ricorrere alla difesa chimica, che tuttavia non può porsi come obiettivo quello di “sa-nificare” il frutteto, bensì quello di abbassare l’inoculo potenziale, presente in corrispondenza di periodi chia-ve: la fioritura e le due settimane che precedono la raccolta. Il panorama fitoiatrico a tale fine si presenta piuttosto assortito, anche se di fatto la gestione delle richieste dei clienti relative al numero e al livello di resi-dui di fitofarmaci vincola fortemente le scelte. La famiglia chimica dei triazoli (tebuconazolo, difeno-conazolo, ciproconazolo, fenbuconazolo) mantiene un ruolo importante nella difesa dagli agenti dei marciumi. Si tratta di fungicidi che hanno una lunga storia, un vasto impiego e un livello di efficacia discreto seppur differenziato all’interno del gruppo. Tebuconazolo, in particolare, ha rappresentato e rappresenta tuttora uno dei pilastri su cui poggia la difesa dalle monilinie. Su questo principio attivo, come su altri, pesa il so-spetto di un’efficacia indebolita le cui cause vengono frettolosamente e impropriamente ascritte a fenomeni di resistenza. Nella consapevolezza che l’argomento sia delicato e vada affrontato con cognizione di causa e da persone competenti, possiamo affermare sere-namente che non sussistono conferme scientifiche a tale proposito e che la corposa attività sperimentale condotta nella passata stagione estiva ha confermato buoni livelli di efficacia, contestuali alla forte pressione esercitata dai patogeni in oggetto. Anche il monito-raggio del livello di sensibilità di diversi ceppi di monili-nie, prelevati da campioni di frutti raccolti sul territorio, sembra confortare quanto detto. È altrettanto vero, tuttavia, che il tipo di resistenza ascritto comunemen-te alle sostanze chimiche appartenenti alla famiglia dei triazoli, essendo di tipo “quantitativo” e implicando a livello genico più siti, si esprime con una evoluzione progressiva. Pertanto anche fenomeni di attenuazio-ne dell’attività fungicida possono destare preoccupa-zione e imporre una vigilanza attenta e l’adozione di strategie di impiego dei prodotti in grado di prevenire

tali fenomeni. La tendenza delle ditte fitofarmaceutiche a licenziare con sempre maggiore frequenza formulati commer-ciali costituiti da miscele di due principi attivi rappre-senta una possibile strategia preventiva nei confronti dell’insorgenza delle resistenze dei funghi ai fitofarma-ci, ma anche una maniera proficua e funzionale per ot-timizzare le risposte dei prodotti in termini di efficacia. Le più attuali acquisizioni commerciali in tale senso, a cominciare da Bellis® drupacee (Signum®) per continuare con Flint® max e concludendo con il più recente Luna® experience, vanno in tale direzione. Bellis®drupacee (Boscalid + piraclostrobin) per lo specifico profilo tossicologico ha trovato spazio nelle linee di difesa integrata. Uno spazio guadagnato sul campo grazie all’ottimo livello di efficacia, ma parzial-mente schiacciato dal fatto, comune agli altri formulati citati, di contribuire al profilo residuale dei prodotti frut-ticoli con due principi attivi. Flint® max (tebuconazolo + trifloxystrobin) e Luna® experience (tebuconazolo + fluopyram) presentano un ottimo bilancio in termi-ni di efficacia ma all’inserimento nelle linee di difesa integrata ostano allo stato attuale elementi legati alla classificazione tossicologica.L’utilizzo dei fungicidi appartenenti al gruppo della ani-lino-pirimidine (ciprodinil) e dei fenil-pirroli (fludioxonil) (Switch® o Geoxe®) per la lotta alle moniliosi viene confinato alla fase fenologica di fioritura per la mag-giore debolezza di efficacia evidenziata da questi pro-dotti e confermata anche dall’attività sperimentale di quest’anno.Anche la formulazione nota come Teldor®, funzionale per il breve periodo di carenza e la bassissima resi-dualità, non garantisce costantemente una efficacia all’altezza dei migliori standard.Ricordiamo, infine, che l’attività di sperimentazione condotta nel 2013 ha acceso nei confronti della difesa chimica contro i marciumi da monilinie ulteriori speran-ze con sostanze attive che tuttavia al momento non sono ammesse all’impiego su drupacee.Il grafico nella pagina seguente fa riferimento a dati medi ottenuti attraverso le valutazioni sperimentali condotte dall’ufficio tecnico negli ultimi cinque anni.

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Essi hanno un valore che possiamo considerare pu-ramente indicativo, tuttavia racchiudono due elementi profondamente significativi. Il primo, relativo all’inci-denza di frutti marci nella tesi testimone (senza l’au-silio di trattamenti fungicidi), ci ricorda che, sebbene amplificata da esigenze sperimentali, la presenza di marciumi è tutt’altro che occasionale bensì diffusa e di proporzioni ingenti. Il secondo elemento, attinente alla disponibilità di formulazioni fungicide, ci consegna un quadro ancora sufficientemente tranquillizzante. La prevenzione nei confronti dei marciumi da monilinie (così come per altre malattie fungine in cui la contami-nazione avviene prevalentemente durante la coltiva-zione, mentre la manifestazione dei sintomi si esprime principalmente in fase di stoccaggio e lavorazione) trova un valido supporto anche nella corretta gestione del prodotto in post raccolta e nell’eventuale possibi-lità di ridurre il rischio potenziale. Il rischio di marciumi sui frutti in conservazione è direttamente correlabile al processo di maturazione e quindi ai tempi di perma-nenza, la cui durata, per ovvi motivi di natura commer-ciale, non è facilmente prevedibile. Ciò detto ci sembra doveroso ricordare che, al fine di comprimere le perdite in postraccolta, la nostra coo-perativa è seriamente impegnata nel settore operativo

anche nella valutazione di pratiche e metodologie atte a ridurre questi rischi. Sono soprattutto le tecniche di “sanificazione” in li-nea di lavorazione o nelle celle di conservazione che ci hanno tenuto occupati nell’ultimo biennio: ioniz-zazione degli ambienti, impiego di acqua ozonizzata per abbassare l’inoculo presente sui frutti, termote-rapia sono alcune delle ipotesi prese in considera-zione.

Grafico 2: Dato medi ottenuti attarverso le valutazioni sperimentali condotte dall’ufficio tecnico di Apofruit negli ultimi cinque anni

Monilia su frutticini

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APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA12

INCONTRI SUL FUTURO DELLA FRUTTICOLTURA EMILIANA

sviluppo della coltura del ciliegio. Anche in questo secondo incontro il Vicepresidente di Apofruit Claudio Biondi e i tecnici della cooperati-va hanno esposto le iniziative concrete che vengono rese fruibili ai cerasicoltori a sostegno del settore: contributi Ocm per i nuovi impianti, modalità di rac-colta, assistenza tecnica per i produttori, liquidazio-ni in tempi rapidi e certi, consigli varietali tesi anche all’introduzione di nuove varietà costituite dal profes-sor Lugli dell’università di Bologna.Al termine delle relazioni si è sviluppato un interes-sante confronto con i produttori presenti.

di FRANCO GIROTTI

Programmi di sviluppo e strategie per il futuro della cooperativa sono fattori che Apofruit vuole

rendere noti alla propria base associativa, ma anche al mondo agricolo, nel senso più ampio del termine. Con questo obiettivo Apofruit ha incontrato un co-spicuo numero di aziende agricole del territorio emi-liano in occasione di due appuntamenti che si sono tenuti nel mese di novembre e dicembre 2013.Il primo incontro si è organizzato a Nonantola il 20 novembre e in questa sede il vicepresidente di Apo-fruit Claudio Biondi e il direttore commerciale Ilenio Bastoni hanno descritto i piani per il futuro relativi alla pera e mela emiliana, futuro che va affrontato con acute strategie commerciali, valorizzando sempre più i prodotti a marchio come Solarelli per il prodotto convenzionale e Almaverde Bio per il biologico. Si vuole poi puntare a incrementare le vendite sui mercati dell’Est europeo sia su quelli asiatici. Apofruit inoltre ha da quest’anno inviato i primi con-tainer di pere negli Stati Uniti, primo passo rivolto a un mercato che presenta certamente delle grandi potenzialità di collocamento.Un ulteriore elemento sul quale Apofruit sta puntan-do sono le cosiddette varietà di Club (come la mela Pink Lady e la pera Falstaff), che attualmente stanno consegnando ai produttori le migliori risposte anche in termini economici.La serata è stata conclusa dall’assessore alle attività produttive della regione Emilia Romagna Giancarlo Muzzarelli che, con il suo intervento, ha spronato le aziende agricole, indicando alcuni punti fondamen-tali come l’innovazione e la competitività, proponen-do di porsi degli obiettivi da raggiungere anche attra-verso l’attrattività del nostro sistema regionale.Martedì 17 dicembre presso lo stabilimento di Vi-gnola si è tenuto il secondo incontro, incentrato sullo

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APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO 13

A nnata positiva per le produzioni estive dei soci Apo-fruit in Metaponto: al termine della campagna la coo-

perativa ha ritirato complessivamente circa 64 mila quintali di prodotto, di cui 54 mila di pesche e nettarine e 10 mila di albicocche. “Il ritardo nella maturazione del prodotto della Romagna, che ha determinato una non sovrappo-sizione di prodotto sul mercato e una concorrenza meno significativa da parte del prodotto spagnolo hanno creato le condizioni per un andamento commerciale molto posi-tivo nella prima parte della campagna - esordisce Nicola Serio, consigliere delegato di Apofruit in Metaponto- Fino a fine giugno abbiamo avuto prezzi da incorniciare per il prodotto convenzionale, e performance ancora migliori per il comparto biologico. Da sottolineare l’importanza del rinnovamento varietale, che ci ha permesso di introdurre sul mercato un prodotto bello e buono da mangiare, dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, in grado di sod-disfare i gusti del consumatore”. Un altro fattore che ha caratterizzato la campagna 2013 è stata una minore pro-duzione, inferiore del 20% nel caso di pesche e nettarine e del 40% per quanto riguarda le albicocche, in quest’ul-timo caso per le gelate che hanno colpito gli impianti in fase di fioritura. Per quanto riguarda il comparto pesche e nettarine, la varietà Big Bang è stata liquidata con una me-dia della prima categoria di 1,03 euro al kg per il prodotto convenzionale e 1,31 per il bio; Necta Prima con una me-dia di 99 centesimi per il prodotto convenzionale e 1,35 centesimi per il bio; May Crest di 1 euro per il convenzio-nale e 1,44 euro per il bio; Springcrest di 1,03 euro per il

convenzionale e 1,38 per il bio. Le albicocche sono sta-te liquidate con una media della prima categoria di 1,95 euro al kg per la varietà Silver Cott; 1,27 euro per Orange Rubis; 89 centesimi per la varietà più vecchia Vitillo. I prez-zi del comparto albicocche biologiche sono stati di 1,38 euro al kg per la varietà Vitillo, 2,08 per Orange Rubis e 2,35 per Flopria. “I prezzi medi di liquidazione in alcuni casi sono raddoppiati rispetto al 2012 - continua Antonio Ru-bolino, responsabile d’area di Apofruit Italia - In particolare per quanto riguarda le nuove varietà di albicocche rosse, che hanno registrato risultati davvero eccellenti”. Premiato quindi il prodotto precoce e medio, mentre per quello tardivo proveniente dalla Sicilia ci sono stati dei pro-blemi legati principalmente al maltempo, che nella secon-da parte della campagna ha colpito parte del nord Italia e i Paesi del Nord Europa. “In questi mercati, a cui il prodot-to era destinato, c’è stata una contrazione dei consumi - continua Rubolino - Il prodotto è rimasto stoccato nelle celle, a causa di un’offerta superiore alla domanda”. I risul-tati economici per i produttori della Sicilia non sono stati soddisfacenti, il prodotto è stato liquidato con una media di poco inferiore ai 30 centesimi al kg per le vecchie varietà e di circa 40 centesimi al kg. per le nuove varietà: prezzi non adeguati per fare reddito. “A parte la nota negativa con cui si è chiusa la seconda parte della campagna, l’an-nata 2013 è comunque da considerarsi ottima - conclude Nicola Serio - E il clima che si è respirato fra i nostri soci durante le assemblee di liquidazione che si sono tenute lo scorso 5 dicembre è stato di soddisfazione”.

LIQUIDAZIONE ESTIVA: ECCELLENTI RISULTATI PER IL PRODOTTO PRECOCE

LA PAROLA AI SOCIAZ. AGR. POSTA CRUSTA SRLLa campagna 2013 ha più che soddisfatto Vincenzo Man-gione, titolare dell’azienda Posta Crusta Srl di Cerignola (Foggia). Nei suoi 5 ettari di terreno coltivati ad albicocche - a cui se ne aggiungono circa altri 3 ricoperti da vigne-to - ha raccolto e conferito 485 quintali di prodotto, che sono stati liquidati con una media per la prima categoria di 1,31 euro al kg. “Da zero a dieci - commenta - il voto che do alla campagna 2013 è undici. Ho raccolto le varietà

Flopria e Orange Rubis con ottimi risultati, se non ci fossero state le gelate i risultati sarebbero potuti essere addirittura migliori. E dal prossimo anno produrremo anche la varietà Margottina”.

AZ. AGR. AIELLO FRANCESCO Annata soddisfacente anche per Fran-cesco Aiello, titolare di un’azienda di 160 ettari a Tursi (Matera), dove ha destinato 22 ettari - fra cui impianti giovani - alla produzione di pesche e nettarine, varie-tà precoci e medio-precoci. Al termine della campagna ha conferito alla coope-rativa, a causa delle gelate, solo 1.600

quintali di prodotto, che gli sono stati liquidati con una media di 90 centesimi al kg. “È stata un’annata positiva per le vendite - sottoli-nea - negativa per le aziende, perchè la produzione è stata inferiore”.

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PRODOTTI ORTICOLI RAGUSANI: AL VIA LA PIENA PRODUZIONE DI GAMMA

APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA14

È iniziata a dicembre la piena produzione di gamma per il comparto orticolo siciliano, che

ha ampliato l’offerta dei prodotti tradizionalmente lavorati nello stabilimento di Donnalucata inseren-do nel paniere anche verdure quali zucchine (bian-che e verdi), peperoni (gialli e rossi) e cetrioli. “Si tratta di una scelta voluta per diversificare l’offerta e andare incontro alla richiesta dei con-sumatori, che si sono mostrati particolarmente in-teressati a questo tipo di produzioni - esordisce Alfonso D’Aquila, responsabile d’area di Apofruit Italia - Insieme alla già consolidata melanzana, ora zucchine, peperoni e cetrioli coprono il 30% della produzione di Sicilia; il restante 70% è costituito dal pomodoro, che per la varietà Datterino viene commercializzato quasi esclusivamente sulla li-nea Solarelli”. La campagna a piena produzione di gamma è iniziata più lentamente del previsto a causa delle condizioni climatiche non favorevoli, che hanno visto un improvviso e repentino calo delle temperature a fine novembre, con un’escur-sione di oltre 10 gradi in appena 24 ore. “Ora però il mercato sta rispondendo in modo abbastanza positivo - continua D’Aquila - sia quello interno che quello estero, a cui è destinata una piccola

percentuale delle nostre produzioni. Il mercato te-desco in particolare si mostra molto interessato”.“Anche sul comparto orticolo stiamo puntando da alcuni anni a sviluppare l’export - aggiunge a que-sto proposito il direttore commerciale di Apofruit Italia, Ilenio Bastoni - Ai mercati europei destinia-mo un prodotto di nicchia, altamente selezionato, venduto con il marchio Solarelli, che si sta affer-mando come brand di qualità anche all’estero. Quest’anno con l’ampliamento della gamma ab-biamo completato l’offerta anche verso la grande distribuzione italiana, con l’obiettivo di essere rico-nosciuti come specialisti di mercato per il compar-to orticolo”. In crescita anche la produzione a regime biologi-co: lo sviluppo di questo settore segue anch’esso la linea di potenziamento dell’export. Le prospettive future appaiono quindi chiare: “Bi-sogna continuare a investire su tre fronti - conclu-de Renzo Antimi dell’ufficio commerciale di Apo-fruit - ampliamento della gamma per soddisfare le esigenze dei nostri clienti, consolidamento della linea Solarelli, attraverso un’attenta selezione va-rietale, al fine di ottenere un prodotto di elevata qualità, e sviluppo dell’export”.

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APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO 15

SUSINO: LIQUIDAZIONE DELLE VARIETÀ ESTIVE

La campagna 2013 delle susine estive è descrit-ta in modo positivo dai produttori.

La produttività è stata buona per tutte le varietà estive, comprese le nuove selezioni piantate 4-5 anni fa, con una qualità tendenzialmente molto ele-vata, in particolare nei frutteti coperti da rete anti-grandine. Le quantità prodotte sono state in linea con le aspettative. Analizzando le singole varietà notiamo che tutte le nuove selezioni hanno avuto una produttività che va dai 200/250 q.li per ettaro per quelle a raccolta precoce (entro il mese di giugno), fino a 270/300 q.li per ettaro per quelle a maturazione media (entro la fine di luglio/primi di agosto). Se consideriamo la resa per ettaro delle precoci, questa potrebbe essere considerata poco soddisfacente: tuttavia va considerato che, per ottenere delle buone pezza-ture, non si può esagerare con i quantitativi e si deve procedere a un diradamento molto forte.Dobbiamo però focalizzare l’attenzione sull’aspet-to economico delle singole varietà. I prezzi sono nettamente differenti in base all’epoca di raccolta e alle caratteristiche varietali. Per le varietà a buccia scura andiamo dagli 80/90 cent/kg delle precoci a 50/60 cent/kg delle varietà a maturazione media (fine luglio/primi di agosto). Per le varietà a buccia gialla dobbiamo distinguere come sempre tra la Tc Sun e Anna. La prima ha ancora una redditività per ettaro molto interessante soprattutto per i calibri grossi. La varietà Anna si presenta ancora con una discreta redditività solo perché i quantitativi come cooperativa sono molto limitati, ma rimane una cultivar superata da altre di maggior pregio come gusto e conservabilità. Le tecniche utilizzate (impianti ad alta densità, fer-tirrigazione, copertura antigrandine, ecc.) e l’alta professionalità raggiunta dai produttori hanno per-

messo di conferire un prodotto con un alto profilo qualitativo e percentuali di scarto o seconda in par-tita vicine allo zero. Questo ha permesso all’ufficio commerciale della cooperativa di posizionare il prodotto su mercati che richiedono un alto standard qualitativo e che pagano per questa qualità. In ultima analisi il ritorno economico al produttore garantisce una redditività per ettaro molto soddi-sfacente. In particolare le varietà precoci necessi-tano di un numero esiguo di interventi di difesa; pertanto anche i costi sono ridotti. Da sottolineare l’aspetto del gioco di squadra. Ci teniamo a ribadire che gli ottimi prezzi spuntati dai produttori sono frutto della collaborazione tra tutti i settori della cooperativa. Questo gioco di squadra ha permesso di sviluppa-re le nuove varietà, di migliorare le tecniche colturali e diffonderle ai produttori e, in ultima analisi, di ave-re un ritorno economico soddisfacente.

di FABIO MAROCCHI

LA PAROLA AI SOCIAZ. AGR. BLASETTO MONICADalle campagne di Latina arriva un buon esempio di come le indicazioni produtti-ve fornite da Apofruit ai soci portino i loro frutti. Gianni Zoppellaro è produttore di susine (estive e Angeleno) nell’azienda di dieci ettari intestata alla moglie: qui ha destinato 5,5 ettari alla produzione di varietà estive, che per il prossimo

anno passeranno a 6,5. “Sono molto soddisfatto degli esiti della campagna 2013, in particolare delle performance ottenute con le nuove varietà precoci introdotte lo scorso anno su consiglio della coope-rativa. Complessivamente ho raccolto 1.100 quin-tali di susine estive, che mi sono state liquidate con una media di 58 centesimi al kg”.

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