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Anno XXI · N. 62 · Settembre 2013 - Banca della Marca...5 Innovazione e efficienza organizzativa 8...

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Periodico quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale della Banca della Marca Credito Cooperativo Società Cooperativa. Anno XXI · N. 62 · Settembre 2013 Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV 62 Tre nuove filiali Il servizio Marcain Contatto Storia e arte locale periodico di Marca Solidale ALL’INTERNO
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Periodico quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura localedella Banca della MarcaCredito CooperativoSocietà Cooperativa.

Anno XXI · N. 62 · Settembre 2013

Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV

62

Tre nuovefiliali

Il servizioMarcainContatto

Storia e artelocale periodico

di Marca Solidale

ALL’INTERNO

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S O T T O V O C E

Durante l’intera estate, avrò visto in tutto una decinadi volte delle rondini in volo e, in un numero di pocosuperiore, dei balestrucci e dei rondoni saettare nel cielo.Ho dato la colpa al fatto che, con i pericoli esistenti sullenostre strade, non mi sembrava opportuno fermarmi aguardare in alto prestando attenzione al volo degli uccelli.Ma anche a scrutare il cielo dal terrazzo di casa,l’impressione di trovarmi di fronte a una diminuzionedi volatili estivi è stata altrettanto forte. Così, allungandoil tratto della mia passeggiata quotidiana, sono andatoa cercarle – senza però trovarle – in un vecchio casolarecon la linda ancora in legno, sotto la quale nelle passatestagioni ancora si vedevano i loro nidi. «Addio alle rondini» riportava l’articolo su un quotidianodi qualche mese fa, aggiungendo senza mezzi terminiche il simbolo della primavera è fuggito dai cieli italiani,trasformati in un campo di battaglia avicola. Leggo infattiche il pappagallo parrocchetto, uccello fortementeaggressivo e in aumento nelle nostre città, scalza l’upupase è di ostacolo al suo nido, e che la cornacchia non tollerala presenza dei passeracei che a volte non esita a uccidere;vita difficile anche per l’usignolo che fatica a trovareun posto dove nidificare.Leggo inoltre che «c’è una guerra nei cieli italiani,combattuta sui rami degli alberi e sui tetti, nelle fessurenascoste dei muri, tra resti archeologici e nuove strutture divetro. C’è un mondo parallelo, quello dei volatili, che lottaogni giorno per la sopravvivenza, un universo dove vecchiespecie si estinguono e altre si insediano». L’habitat si ètrasformato e alcune specie sono entrate in difficoltà, altrehanno trovato riparo nei pressi urbani (falco pellegrino,gabbiano reale, sparviere, gazza) e altri, esotici importati ofuggiti o liberati (parrocchetto dal collare) sono entrati inconflitto con la fauna autoctona.Incuriosito, ho voluto prestare attenzione al fenomenoavicolo scoprendo che, nella mia via, i piccioni hannonidificato in massa nelle scanalature dei sottotetti; qui tracondomini moderni, le rondini non avevano mai nidificatoma solo sfrecciato alte sopra i tetti ed ora neanche piùquesto; qui da un paio di stagioni si sono installati gli stornicacciando i molti merli che da tempo occupavano parchi eorti vicini. Sono infatti gli storni – a detta degli etologi –i vincitori del momento, uccelli grossi e neri, abituati a spaziaperti e ora adattatisi ai centri urbani dove, nei buchi caldidei lampioni stradali, lasciano le loro uova comein una incubatrice. Ieri, viaggiando verso la pianura,un magnifico grosso uccello bianco, elegante e affusolato,si è alzato dai campi attraversando l’orizzonte: forse eraun airone o forse altro. Ho però compreso che, per quantopoco interessato ai destini degli animali, dovrò aggiornarmisull’avifauna del mio territorio.

I nuovi dominatoridell’aria

sommario

ANNO XXI · N. 62 · SETTEMBRE 2013

2 I nuovi dominatori dell’aria

3 L’Europa riparte… e l’Italia?

5 Innovazione e efficienza organizzativa

8 Notizie in breve

11 La bicicletta degli abbracci

13 MarcainContatto

15 «All'impresa che vuole crescere»

nuove opportunità e nuovi metodi di finanza

18 La città del sole

21 Ciclovia dell’Amicizia

23 La magica zucca

24 Una Villa con cento storie

26 In difesa dei beni culturali sacri

29 Itinerario dei Castelli

30 I nostri anziani raccontano

32 Viva Verdi

35 Felicita Sartori

38 Il Santuario Madonna delle Grazie

In copertina. Il Meschio nella campagna vittoriese (foto Vittorio Janna).

Foto. Archivio Banca della Marca, Dario Bordin, Eweik.it, Norma grafica,Vittorio Janna.

Quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale della Banca della Marca

Direzione e redazionevia G. Garibaldi, 46 · 31010 Orsago/Tv

Direttore responsabileAngelo Roman

Segretaria di redazioneMariapia Biscaro

In redazioneLuciano Baratto, Sergio Dugone,Michele Franceschin, Vittorio Janna,Luigino Manfrin, Piergiovanni Mariano,Mario Meneghetti, Gianpiero Michielin,Amerino Rasera, Enrico Travaini.

Progetto Janna/Pn

Stampa Tipografia Carlet s.a.s.Orsago/Tv

Registrazione Tribunale Treviso n. 911 del 27 maggio 1993

Le opinioni esposte in articoli firmati o siglati esprimono il punto di vista dei singoli autori e non quello dell’Am-ministra zione della Banca. Gli articoli inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non si restituiscono. È con-sentita la riproduzione dei testi purché venga citata la fonte. L’Editore si rende disponibile ad assolvere agli obbli-ghi in materia di diritto d’autore con i soggetti interessati non individuati che avanzino legittima richiesta.

Garanzia di riservatezza. I dati personali dei destinatari della rivista saranno utilizzati dall’Editore, titolare del trat-tamento, unicamente per l’invio della pubblicazione e di eventuali offerte commerciali secondo le finalità e i mo-di consentiti dalla D. Lgs. n. 196/2003. Pertanto, i dati potranno essere trattati con mezzi informatici o manual-mente anche da parte di terzi che svolgono attività strumentali (etichettatura, spedizione) e potranno essereconsultati, modificati, integrati o cancellati in ogni momento dagli interessati inoltrando richiesta al responsabile,nominato per la carica, sig. Patrizio Pillon all’indirizzo della redazione.

Internet: www.bancadellamarca.it · e mail: [email protected]

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È ormai da un lustro che le crisi, prima finanziaria econseguentemente quella economica, stanno imper-versando in maniera pesante mietendo ogni giornoimprese e posti di lavoro, fiaccando l’economia del no-stro Paese con una distruzione di valore talmente ele-vata che non sembra esserci fine al deterioramento diquesta, già insostenibile, situazione.Alle timide affermazioni di economisti, uomini politi-ci ed autorevoli alte istituzioni che (forse per rinfoco-lare le speranze collettive ormai affievolite) ipotizza-no la imminente fine del tunnel, non corrisponde daparte degli operatori del nostro territorio nessunapercezione che vi possa essere una inversione di ten-denza alle viste.

E d’altra parte, pur ascoltando con rispetto certe dot-te dissertazioni, gli imprenditori e tutti coloro che vi-vono nel mondo del lavoro o che ne sono stati vio-lentemente espulsi, ritengono a giusta ragione che ilprimo e più efficace osservatorio previsionale sia quel-lo che rinviene dalla operatività sul campo, quel vis-suto cioè, che giorno dopo giorno permette di capiredai segnali reali dell’economia del proprio ambientee del contesto generale, cosa potrà cambiare in posi-tivo nell’imminente futuro e cosa piuttosto sarà diffi-cile che migliori.L’aria che continua a tirare, a questo proposito, non ècertamente incoraggiante e ciò innesca una spirale dipessimismo, di paura e di disorientamento che costi-

E D I T O R I A L E

l’Europa riparte...e l’Italia?

NOSTRE PROPOSTE PER LA SOLUZIONE DELLA CRISI

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tuiscono un ulteriore fardello da portare e che nonagevola quel già difficile cammino che stiamo facendoalla ricerca di una positiva soluzione.Già la positiva soluzione!... gli ingredienti per perse-guirla sono contenuti in una prospettiva incorag-giante e cioè: – che la fiducia nelle proprie forze sia corroborata dal

ruolo che deve svolgere il Governo del Paese nel-l’infondere la percezione che strutturalmente l’Ita-lia cambia regole ed attenzioni per il mondo delleimprese e del lavoro in generale,

– che finalmente il denaro pubblico non venga piùsperperato in sprechi, abusi e rendite di posizioniingiustificate,

– che la burocrazia e la macchina statale allegeri-scano il loro peso soffocante sia in termini di ridu-zione di costi diretti, che di adempimenti impostiai cittadini,

– che le cause civili si concludano con tempistiche si-mili a quelle degli Stati nostri competitori,

– che si individuino soluzioni idonee per aggredirel’evasione fiscale… ecc. ecc. ecc.

Fin tantoché la Politica non si renderà conto che quan-to appena detto deve essere il suo primo ed impre-scindibile compito da svolgere (per altro nel più brevetempo possibile), fino a quando non lo interpreteràcome un dovere ineludibile, saremo sempre tra gli ul-

timi e se inversioni di tendenza a questo stato di crisiavverranno, saranno tardive e non durature.Il mondo delle imprese e del lavoro stanno nel frat-tempo continuando a combattere una battaglia gior-naliera per agganciare ogni occasione di migliora-mento possibile, la determinazione con la qualeoperano è encomiabile e deve essere favorita da chiun-que sia nelle condizioni di portare valore aggiunto al-la causa ed anche il Credito Cooperativo sta facendola sua parte con grande convinzione, con senso di re-sponsabilità ed affrontando a viso aperto una situa-zione non proprio facile.Dicono in molti che gli Italiani, nei momenti più diffi-cili, hanno sempre dimostrato una capacità di reazio-ne straordinaria e risolutiva, anche questa volta già cisiamo quasi tutti e per ultimare la squadra manca so-lo la Politica: …l’attendiamo quanto prima veramentein campo.

Gianpiero MichielinPRESIDENTE

4 INSIEMECON FIDUCIA

L’esterno della filiale di Oderzo.�

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Da qualche anno la nostra Banca si sta impegnandoper migliorare l’efficienza organizzativa, ridurrei costi di funzionamento incrementandocontemporaneamente la qualità del servizio allaclientela. Questa politica di miglioramento continuosull’organizzazione ha portato importanti risultativisibili anche negli ultimi bilanci, ci stiamoavvicinando ai migliori competitor presenti nel nostroterritorio.

Analizzando a posteriori questa scelta, viene da direche è stata quanto mai opportuna perché tuttoil sistema bancario sta compiendo un’autenticametamorfosi, l’imperativo per tutti è ridurre i costiper far fronte a un importante calo della redditività.Spread tra raccolta e impieghi ai minimi storici,peggioramento del rischio di credito, bisognodi maggiore capitale a disposizione per rispettarei parametri dettarti da Basilea 2, sono alcuni dei motivi

efficienza organizzativainnovazione e

TRA SVILUPPO TECNOLOGICO E NUOVE FILIALI

E D I T O R I A L E

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del ridimensionamento dei risultati reddituali e causadi questa generalizzata rivoluzione organizzativa.Per realizzare questo obiettivo, solo nel 2012,il sistema bancario ha fatto registrare circa 1.200filiali in meno rispetto all’anno precedente, terzoanno consecutivo di forte riduzione. In parallelo poi,le banche italiane stanno anche sfoltendo il numerodei dipendenti, scesi negli ultimi tre anni di circa20 mila unità. Quindi tutti riducono gli organici e chiudono puntidi vendita mentre Banca della Marca punta sulpersonale e apre nuove filiali.Effettivamente è un comportamento incontrotendenza che però fa parte di una strategiaprecisa che l’azienda sta perseguendo da alcuni anni:

cercare la massima efficienza organizzativa.Per la nostra Banca è strategico lo sviluppo internodelle competenze e delle professionalità perchéil valore del personale è direttamente proporzionaleal successo di un’azienda. Le nuove filiali offrirannoda subito un orario prolungato, dalle 8,15 delmattino fino alle ore 19,30 della sera, grazie allapresenza dell’innovativo servizio «MarcainContatto».Anche in queste filiali saranno disponibili tuttii servizi finanziari evoluti che da semprecaratterizzano Banca della Marca, oltre ovviamente,a Marca Solidale, il fiore all’occhiello della Bancanell’ambito sociale e sanitario.Le tre nuove filiali sono inserite in tre località simbolodel nostro territorio di competenza: Porcia, Oderzo

Le tre nuove filiali a Porcia, Oderzo e Montebelluna.Esse rappresentano un atto di fiducia sulle possibilità del nostro

Immagini d’esterni e interni delle nostre nuove filiali a Porcia, Oderzo e Montebelluna, territori con una diffusa imprenditorialità.�

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e Montebelluna. Sono tutte città note per l’elevatolivello tecnico delle proprie imprese e perla diffusa imprenditorialità della gente che vi risiede.Per noi questa scelta rappresenta l’ennesimo,concreto atto di fiducia sulle enormi possibilitàdel nostro territorio, sulle sue capacità di superarela crisi attuale, per riproporsi nel prossimo futurocome un nuovo modello di sviluppo economico, unavolta ancora motore di innovazione per l’Italia intera. Sembra quindi che i vecchi modelli non reggano più,la crisi economica e l’innovazione tecnologica stannospingendo la banche verso una progressivariorganizzazione che combini la riduzione dei costidella struttura alle esigenze concrete della clientela.Il filo rosso che percorre questo rinnovamento

organizzativo risiede nell’impegno di realizzareprogetti concreti che mettano al centro il cliente,come queste nuove filiali. Nei prossimi anni,le banche che vorranno sopravvivere nell’intensaconcorrenza dovranno portare al minimo i costie al massimo la qualità, non ci sono più gli spaziper sopportare costi non produttivi.In tutto questo Banca della Marca vuole esserci,fedele alla propria mission di soggetto attivo nellosviluppo economico e sociale del territorioin cui opera.

Luigino ManfrinDIRETTORE

territorio di superare l’attuale crisi.

[email protected]

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P R I M O P I A N O

8 INSIEMECON FIDUCIA

NOTIZIEBREVEinin

a cura di Mario Meneghetti

Guardia di Finanza

IL CONTRIBUTO DEI CITTADININei cittadini è cresciuta di molto la sensibilità a dareuna mano agli organi di controllo sul gravefenomeno dell’evasione fiscale. È un’intolleranzadeterminata dalla convinzione che quello chenon paga l’evasore lo deve sborsare il cittadinoonesto. I dati, riferiti al 2012, resi noti dalla Guardiadi Finanza, sono eloquenti e riguardano le chiamateal 117, il numero di pubblica utilità in funzione24 ore al giorno. Le segnalazioni fiscali sono state23.895 (un più 228% sul 2011 che registrò n. 7.381chiamate); quelle per i distributori di prodottienergetici 2.332 (+ 152% sul 2011); le chiamate perstupefacenti n. 749 (con un aumento del 24%sul 2011); altre chiamate per giochi, scommesse,monopoli, tabacchi sono state n. 728 conun aumento del 73% rispetto l’anno prima.In totale gli italiani nel 2012 hanno chiamatole Fiamme Gialle per segnalazioni al 117 ben 49.596volte contro le 25.898 del 2011 con una crescitaquindi del 91,5%. Va giustamente sottolineatoanche che nella mappa del rischio evasione,recentemente pubblicata da «Il Sole 24 Ore»,la regione Veneto e quella del Friuli Venezia Giuliaappaiono ancora aree virtuose, fedeli al fisco.È stato anche aggiornato il sito internet delle FiammeGialle: www.gdf.gov.it dove i cittadini potrannorivolgersi rendendo più moderno e facile il dialogo.

Associazione Nazionale Alpini

AVVICENDAMENTIL’86a adunata nazionale degli alpini «Piacenza 2013»ha avuto, come sempre ha questo evento,un successo enorme per l’ottima organizzazionee l’elevato numero di presenze. L’impegno perla prossima adunata del 2014 spetta alla cittàdi Pordenone. Alla conclusione della manifestazioneil presidente del gruppo A.N.A. di Piacenza haconsegnato la simbolica stecca a quello del gruppo

A Conegliano

UN RESTAURO SIMBOLOL’impresa «Dottor Group» ha provveduto al restaurodell’antica fontana del Nettuno posta tra Corso

Dalla pesca e dalla danza

TITOLI NAZIONALIA fine giugno Alberto Giolo di Vidor è divenutoil nuovo campione italiano di pesca alla trota conesche artificiali, conquistando il titolo nella finaledisputata nel torrente Chiese in Comune di Valbarno(Brescia). Alla due giorni di competizione hannopartecipato oltre un centinaio di concorrenti da tuttaItalia. Il neo campione ha vinto pescando 20 troteil primo giorno e 17 il secondo. Alberto Giolo haappreso la passione seguendo da ragazzino il nonnosul Piave; nel 2007 è stato anche cofondatoredell’A.S.D. Pescatori Montello.Un titolo italiano è arrivato anche a Volpagodel Montello grazie al team del «Desperatos CountryFriend» che a Rimini ha vinto il campionato di ballocountry nella specialità dance in line. Ad impreziosireil successo del team volpaghese è stato ancheil titolo individuale femminile che si è aggiudicataMonica Chittò.

di Pordenone, alla presenza dei sindaci delle duecittà. Il 2 luglio scorso, a 93 anni, nella sua Bergamoè «andato avanti» Leonardo Caprioli, uno degliultimi reduci di Russia e per 14 anni (dal 1984 al1998) presidente dell’Associazione Nazionale Alpini.Era venuto a Cordignano nel 2003 in occasionedell’inaugurazione della locale sede degli alpini.Nel direttivo nazionale dell’Associazione c’è statoanche un altro importante avvicendamento:al presidente Corrado Perona (insignito il 13 maggioscorso dell’Ambrogino dell’esercito 2013) èsubentrato Sebastiano Favero, eletto a grandemaggioranza (458 voti su circa 600 votanti)dall’assemblea dei delegati riunitasi a Milano.Favero è nato a Possagno (Tv) il 24 agosto 1948, èingegnere libero professionista, è iscritto all’A.N.A.dal 1974 ed è stato sottotenente al 7° rgt alpini, btg.Pieve di Cadore. Un impegno sicuramente fortequello del nuovo presidente che però troveràla strada spianata perché gli alpini rappresentanoil meglio dei valori dell’italianità e sono da semprericonosciuti, oltre che grandi lavoratori, anche onestie solidali. Auguri presidente!

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Vittorio Veneto

ADDIO AL 1° FOD.Già da tempo sono state chiuse le caserme Gotti eTandura ed ora, dal 1° ottobre prossimo, chiudeanche il Comando Forze di Difesa, l’ex V Corpod’Armata, presente a Vittorio Veneto da ben59 anni. Non sono serviti gli appelli al Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitano: questadecisione rientra nel ridimensionamentoe riorganizzazione voluto dalla spending review.Il comando ed il controllo sulle unità dipendenti saràdi competenza della costituenda Divisione «Friuli»,attiva dal 1° luglio alla caserma «Predieri» di Firenze,la gestione dei concorsi operativi (sicurezza,

Parè di Conegliano

AVVIO DELLA BRETELLADopo una serie di ricorsi al Tribunale perl’assegnazione dell’appalto, nel giugno scorso sonoiniziati i lavori per la costruzione della bretelladi Parè, affidati alla ditta Emaprice spa di Possagno.Nel 2007 la Soprintendenza aveva imposto dellevarianti al progetto per far rispettare i vincoliambientali e paesaggistici, iter che aveva imposto deiritardi. Quest’opera, che è una variante alla stradaprovinciale n. 38 di collegamento Conegliano-Pievedi Soligo, permetterà di dirottare il traffico pesantefuori dal quartiere e per molti residenti sarà la finedi un incubo per i disagi ed il pericolo.L’intervento supera il costo di 11 milioni di euro.

In provincia di Treviso

INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIEUno recente studio della C.G.I.A. di Mestre inerentel’indebitamento delle famiglie del Triveneto, harilevato che la provincia di Treviso occupa il secondoposto con un dato medio pari a 24,283 milioni di euro,subito dopo quella di Trento. L’indagine rilevaanche che gli impieghi medi per famiglia sonocresciuti, dal 2007 al 2012, del 45,3%, ponendocosì Treviso al primo posto nella crescita tra quelle piùesposte a livello bancario. La provincia di Pordenonerimane a metà classifica con 20,649 milionied una crescita nel quinquennio del 38,8%.A livello nazionale Treviso si pone al 10° postoe Pordenone al 35°. In campo nazionale, la provinciapiù esposta con il sistema bancario è quella di Lodicon 27,831 milioni di euro, seguita da quelladi Monza-Brianza con un indice pari a 27,628e terza Milano con 27,407. Con la contrazionediffusa del prestito bancario c’è il pericolo chele famiglie cadano nella ricerca di prestiti informali,spesso vicini all’usura.

Vittorio Emanuele II e la Salita Marconi, sfregiatalo scorso anno da ignoti. Un delicato intervento,realizzato da personale con alta competenza,ha permesso al complesso scultoreo di ritrovarela completezza. Sono stati, infatti, rimessi al loroposto, pezzi della conchiglia, un orecchio diun cavallo, la mano ed il forcone di Nettuno ed altripezzi minori; l’impresa ha provveduto poi anche allapulizia ed al consolidamento delle parti lesionate eda proteggere la pietra da possibili danni atmosfericicon appositi prodotti. Questo manufatto può essereconsiderato il simbolo della città del Cima ed eraimportante che ritornasse all’antico splendore.Contro il ripetersi di atti vandalici verrà installata unavideocamera.

Silvia de Colle

IL CORAGGIO DI RISCHIARELa sacilese Silvia De Colle, figlia del nostro Socio, unalaurea in Economia dell’arte conseguita alla Bocconidi Milano, non si è fermata a «Lode al profitto»ma coraggiosamente ha saputo mettersi in giocoaffrontando, tra Parigi e San Paolo (Brasile),un ignoto di grandi disagi pur di conseguire quellaesperienza lavorativa che le permettesse di coniugarela sua passione per l’arte con il mondo più concretodel management e dell’economia. Dopo gli studimilanesi e un master alla HEC School ofManagement di Parigi, Silvia ha intrapreso

interventi in caso di calamità naturali) del ComandoInterregionale di Padova. Per l’intera città èsicuramente una grave perdita che scalfisce la storiae le motivazioni dell’insediamento.

9INSIEMECON FIDUCIA

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P R I M O P I A N O

10 INSIEMECON FIDUCIA

Riforma della giustizia

CONEGLIANOSENZA TRIBUNALELa Corte Costituzionale, respingendo con il suoverdetto del 3 luglio scorso il ricorso presentato,ha di fatto messo la parola fine alla presenza delTribunale a Conegliano. Tutto aveva preso inizio conla revisione della distribuzione territoriale dei tribunalifatta dall’allora ministro Paola Severino, revisioneche prevedeva la soppressione di ben 220 sezionidistaccate entro il 13 settembre 2013. I dibattimentinon ancora conclusi prima della pausa estivaproseguiranno pertanto a Treviso. Per Conegliano edil suo territorio viene meno un importante serviziocon l’aggravante che l’accorpamento allungheràla durata dei procedimenti con ricadute non certo

Daniele Gregoris

PREMIATO DALL’ACCADEMIADEI LINCEIL’Accademia dei Lincei fondata nel 1603 da FedericoCesi – massima istituzione culturale italiana nonchél’accademia più antica del mondo – ha premiatoil giovane neo-laureato Daniele Gregoris di Brugnera.Il neo dottore è figlio di un Socio di Banca della Marcaed ha visto riconosciuto il suo impegno scolasticoanche con la borsa di studio «Lode al profitto».Daniele Gregoris, classe 1987, dopo aver ottenuto lamaturità scientifica presso il liceo «Leopardi-Majorana»di Pordenone nel 2006, ha conseguito la laureatriennale in Fisica presso l’Università di Trieste nel 2009e la laurea magistrale cum laude in Fisica Teorica pressol’università «La Sapienza» di Roma nel 2011. Il premiodi laurea «Tito Maiani» 2013 gli è stato riconosciutoper la tesi in Fisica «Equazione di Boltzmann in unospazio curvo: formulazione e applicazioni in relativitàgenerale» concernente l’analisi di un problema nuovodi meccanica statistica in spazi curvi con particolareriferimento ad alcuni modelli cosmologici (Milne,Robertson) e in presenza di buchi neri. La premiazioneè avvenuta a Roma il 21 giugno scorso durantel’adunanza solenne di chiusura dell’anno accademicodell’Accademia Nazionale dei Lincei. Al neo-dottorele felicitazioni anche dal nostro giornale.

Nel mese di agosto

I NOSTRI LUTTI

Domenica 4 agosto è improvvisamente scomparsoil professor Giorgio Mies, da molti anni collaboratoreartistico della nostra rivista.Già professore di lettere alla scuola media, si era fattoconoscere e apprezzare per la passionee la competenza con le quali si è dedicato allo studiodell’arte locale. Numerosi sono i suoi interventi inriviste specializzate, come altrettanto fondamentalirisultano le sue pubblicazioni e monografie sugli artistie gli aspetti culturali locali. Dobbiamo alla sua attivitàdi ricercatore e divulgatore se oggi conosciamoampiamente la misura del patrimonio artistico e

la sua carriera alla Sothersby’s France di Parigiproseguendo con un intermezzo brasiliano – allaGalleria d’arte contemporanea e all’ENIT diSan Paolo – per poi far ritorno a Parigi pressola Fondazione Cartier per l’arte contemporanea equindi di nuovo alla Sothersby’s France dove tutt’orasi occupa di marketing e di rapporti con la stampa.«È un lavoro molto stimolante – ha dichiarato Silvia aun giornale economico italiano – che mi consente dientrare in contatto con opere d’arte straordinarie.L’équipe è internazionale e lavoriamo regolarmentecon i colleghi di Londra, New York e Hong Kong».Ecco un altro esempio di «fuga all’estero di giovani»da un Paese d’arte, dovuto alla mancanza distrutture scientifiche e manageriali atte a stimolareinvestimenti con procedure fiscali attrattive.

positive per i cittadini; si spera che almeno questopossa portare veramente a un contenimento dei costidella giustizia. Anche sull’ufficio vittoriese del Giudicedi Pace pende il rischio della chiusura a settembre,con il possibile accorpamento alla sede di Conegliano.

culturale del nostro territorio. La redazione del nostrogiornale, che ha conosciuto Giorgio nel suo impegnoculturale e artistico, lo ricorda non solo per i suoi lavoricon la nostra Banca, ma anche come persona gentile edisponibile, ricca di umanità e di fede.Alla moglie e figli le nostre sentite condoglianze.

Martedì 13 agosto è mancata Lucia Rasi, mogliedel nostro Socio Sergio Dugone. Donna di eccezionalivirtù e di profonda Fede, ha lasciato le sue cornee:ultimo dono di quel suo carattere espansivo e semprepronto alla Carità e all’aiuto dei bisognosiche ha contraddistinto la sua breve esistenza.Al marito Sergio, collaboratore e redattore del nostrogiornale, e ai famigliari giungano le espressionidel nostro sentito cordoglio.

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11INSIEMECON FIDUCIA

S O C I E T À O G G I

la biciclettadegli abbracci

Pedalando in bicicletta abbracciati?Ora è possibile con HUGBIKE®, lanuova bici completamente proget-tata e prodotta in Italia che offreun’opportunità davvero unica dipedalare in due. Non si tratta delsolito tandem, ma di un particolaremodello dove il conducente, se-dendo sul sellino posteriore «ab-braccia» il passeggero, garanten- dogli la più totale protezione, inparticolare se è con un bambino. Labicicletta è quindi particolarmente

adatta per chi vuole portare in giroun bambino affetto da qualchehandicap, ma le opportunità sonomolte altre, aperte a tutta la fami-glia: alla coppia desidera pedalarevicino e godersi il relax del paesag-gio, del papà che ama portare in bi-cicletta il piccolissimo figlio. Perquesto il nuovo mezzo – che ha fat-to il suo primo «debutto» pubblicoil 12 luglio scorso a Conegliano nel-l’ambito di «Festalonga» – è statosubito definito la «bicicletta degli

Una costruzionerealizzatacon il contributo di«Opera della Marca»

A CONEGLIANO

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S O C I E T À O G G I

12 INSIEMECON FIDUCIA

abbracci» destando curiosità e in-teresse da parte della gente e degliappassionati delle due ruote.È questa una delle prime realizza-zione della Cooperativa Opera del-la Marca da poco sorta nel nostroterritorio con particolare attenzioneverso i soggetti affetti da autismo.La «bicicletta degli abbracci» è in-fatti anche una bicicletta etica, es-

operatori. Si tratta dunque un pri-mo avvio a quella sostenibilità che èelemento indispensabile per la so-pravvivenza del Villaggio, il cuicompito è quello di avviare i giova-ni autistici, con l’aiuto della comu-nità, un percorso di autonomia. La bicicletta è stata nuovamentemessa in mostra e fatta provare an-che domenica 15 settembre a SanPolo di Piave, nell’ambito di «Noi cisiamo... senza barriere». Ma l’even-to clou è in programma per dome-nica 13 ottobre al Teatro Accade-mia di Conegliano in occasione del28° Gran Gala Ciclistico Internazio-nale. Quest’anno l’evento sarà se-guito da Rai Sport che trasmetteràintegralmente la serata su RaiSport2.

LAURA TUVERI

sendo assemblata dalla Cooperati-va sociale Opera della Marca pressoil Villaggio CoHousing 4Autism, aGodega di Sant’Urbano e da altrerealtà che si occupano di disabilità edi disagio sociale. Qui l’assemblag-gio della bicicletta vede riuniti inun’unica fase lavorativa sia il perso-nale specializzato che i ragazzi au-tistici seguiti dai loro educatori e

Sicurezzanel pedalaree relax conuna personaamica

Operai specializzati e ragazzi disabili nella costruzione della bicicletta.�

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T E R R I T O R I O

MarcainContattoDai primi giorni di luglio, Bancadella Marca offre alla propria clien-tela la possibilità di poter accedereai servizi bancari fino alle ore19,30. Questa opportunità è per ilmomento disponibile nelle filiali diConegliano via Carducci, Treviso,Porcia, Oderzo e Montebelluna.Successivamente, se troverà rispo-sta e gradimento da parte della

clientela, verrà valutata l’estensio-ne del servizio anche ad altre filiali.L’apertura fino alle 19,30 è stataresa possibile dallo sviluppo, inte-ramente progettato in casa, di unsofisticato sistema di videoconfe-renza ad alta definizione che con-sente lo svolgimento di tutte lenormali operazioni bancarie cheavvengono presso uno sportello

bancario. Questa innovativa moda-lità di fare banca è stata chiamata«MarcainContatto» proprio a se-gnalare la volontà di Banca dellaMarca di proiettarsi nel futuro sen-za venir meno alla propria tradizio-nale vocazione relazionale, di con-tatto con la gente.Come detto, «MarcainContatto» èun innovativo servizio che prevede

Un nuovo servizio virtuale per operazioni fuori orario.

Il servizio mediatico MarcainContatto nella nuova filiale di Montebelluna.�

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un operatore bancario dislocatopresso la Sede Centrale ad Orsagoche, tramite un sistema di video-conferenza ad alta definizione, dia-loga e si relaziona con la clientela adistanza, presso le cinque filiali so-pra elencate. La clientela che si pre-senta «fuori orario» troverà un pul-

sante con cui segnalerà la propriaintenzione di voler effettuare unao più operazioni bancarie. L’opera-tore dalla Sede Centrale, tramite si-stemi avanzati di domotica, apriràla porta, accenderà le luci e farà ac-comodare il cliente in un ufficio ap-positamente attrezzato. Tutte lesuccessive operazioni si svolgeran-no in modo molto simile a quantosuccede negli sportelli tradizionali.Il risultato pratico, superati i primisecondi di sorpresa, è assoluta-mente identico a quanto abitual-mente sperimentato presso unosportello ordinario. «Con questa innovazione – rac-conta visibilmente soddisfatto Lui-

gino Manfrin, direttore generale diBanca della Marca – siamo in gra-do di offrire un servizio di orarioprolungato che pochissimi istituti dicredito in Italia sono oggi in gradodi erogare, perché troppo costoso.Noi con questa soluzione tecnolo-gica siamo riusciti invece a conte-nere moltissimo i costi operativiconsentendo l’attivazione del ser-vizio a vantaggio di tutti i nostriclienti. Questa opportunità si pro-pone principalmente per coloroche con il computer ancora nonhanno familiarizzato appieno op-pure continuano a preferire un ser-vizio assistito da operatori profes-sionali».«MarcainContatto» è anche unpunto di contatto di Marca Solida-le, la mutua fondata dalla Banca.Presso le cinque filiali citate sarà co-sì possibile prenotarsi fino a seraagli screening di prevenzione cheperiodicamente vengono organiz-zati, così come sarà possibile por-tare le fatture delle visite speciali-stiche per ottenerne il rimborso edogni altro servizio previsto per iquasi 6.000 Socio aderenti.«Questo servizio consente anchel’apertura di nuovi rapporti – con-tinua il direttore Manfrin – è quin-di un canale per attirare nuovaclientela che potrà, non solo acce-dere al servizio per sperimentarlo,ma anche aprire tutti i propri rap-porti bancari con Banca della Mar-ca, usufruendo di interessanti age-volazioni. Agevolazioni sono statepreviste anche per i già clienti. Tut-ti coloro che utilizzeranno il servi-zio beneficeranno di un periodo digratuità del proprio conto corren-te. Un motivo in più per dareun’occhiata in anteprima al mon-do con cui ci confronteremo nelprossimo futuro».

LUCA PIN

Un servizioa vantaggiodi tutti i nostriclienti

[email protected]

Il servizio MarcainContatto installato nelle nuove filiali, a Porcia (foto sopra) e a Oderzo (foto sotto).�

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15INSIEMECON FIDUCIA

T E R R I T O R I O

In un mondo in evoluzione cheinevitabilmente condiziona i com-portamenti delle persone e delleimprese, dobbiamo chiederci qua-li strumenti e prodotti abbiamo asostegno del cambiamento e qua-le strategia possiamo sviluppareper precedere o quantomeno ac-compagnare l’evoluzione dei mer-cati. In un contesto di crisi econo-mica e di difficoltà di accesso alcredito, le aziende che voglionosoddisfare la propria voglia di cre-scita sono indotte a ricercare nuo-vi strumenti per reperire liquiditàe capitali. Ed è in questa ricercache si snoda un problema fonda-

mentale destinato a cambiare irapporti tra Banca ed impresa. Maprocediamo con ordine.Il Decreto Sviluppo n. 83 del 2012ha fornito alle imprese uno stru-mento interessante che crea nuo-ve opportunità per affrontare la ca-renza di liquidità e tornare acrescere: il Minibond. Il Minibondè un’obbligazione finanziaria chepuò essere emessa anche daaziende non quotate, ma che con-sente di cogliere le opportunità fi-no a ieri riservate solamente allecosiddette «grandi imprese» e allebanche. Per favorire tali opportuni-tà, anche Borsa Italiana ha costitui-

NUOVE OPPORTUNITÀ E NUOVI METODI DI FINANZA

Minibond:nuovi strumentiper reperireliquiditàe capitali

“all’impresache vuole crescere”

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to un apposito mercato riservatoad investitori professionali, deno-minato ExtraMot PRO, destinatoad accogliere le emissioni di Mini-bond. Le particolarità dello stru-mento sono l’economicità e la fles-sibilità: ciò che lo rende adattoanche per una piccola media im-presa.Sul nostro territorio abbiamo an-cora esempi di aziende con unastoria importante, con solidità, conpropensione agli investimenti e conattitudine all’approccio ai mercatiesteri. Per queste aziende si è aper-ta la possibilità di accedere adun’importante opportunità: unanuova fonte di finanziamento, unguadagno d’immagine decisamen-te non di poco conto anche suimercati esteri e la possibilità di ac-cedere ad un network di investito-ri italiani ed internazionali.Per questo il 19 giugno 2013 pres-so la propria sede di Orsago Ban-ca della Marca ha organizzato, incollaborazione con la società diconsulenza finanziaria Kep Con-sulting di Milano, una tavola ro-tonda (il video dell’incontro è sul si-to www.bancadellamarca.it) perdare alle aziende del territorio unapanoramica completa su questostrumento. Alla tavola rotonda,condotta in veste di moderatore daMaurizio Crema, responsabile dellapagina economica de Il Gazzettino,

T E R R I T O R I O

16 INSIEMECON FIDUCIA

sono intervenuti i rappresentanti diBorsa Italiana (per la presentazionedella piattaforma di mercato), diVeneto Sviluppo Spa (la finanziariaregionale del Veneto), di Muzinich& Co Fondo d’Investimento Globa-le (società che ha costituito uncomparto specifico dedicato ai Mi-nibond italiani), di Crif Spa (perquanto riguarda il rating), dello Stu-dio CTS Bolla Quaglia e Associati(per quanto concerne gli aspetti fi-scali) e dello Studio Hogan Lovells

Alcune immagini della tavola rotondatenutasi sui Minibond.Dall’alto: l’intervento del DirettoreGenerale Luigino Manfrin,il tavolo degli oratorie la partecipazione di operatorieconomici del nostro territorio.

(per gli aspetti legali). Sono inoltreintervenuti di rappresentanti di ol-tre cento aziende del territorio equelli della stampa locale e nazio-nale. La finalità della tavola rotondaè stata quella di alimentare dialogo,confronto e informazione su unostrumento concreto, utile per rea-gire alla crisi e ridare il via al mo-tore economico di questo Paeserappresentato in gran parte dallepic cole medie imprese. Dal cantosuo la Banca della Marca – da sem-

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to dai cittadini e dalle imprese chelo compongono, le imprese ed i la-voratori che vi lavorano sono la«rappresentazione» dello Statonell’economia. Aiutando le impre-se, lo Stato aiuta se stesso.Pertanto l’impegno di Banca dellaMarca sarà volto in due direzioni,ossia nell’attuazione degli altri duepilastri di cui la stampa per altro hagià più volte ribadito la necessità: ilsostegno delle garanzie di Stato ela ricerca di possibili agevolazioniche avrebbero un doppio vantag-gio di rendere ulteriormente inte-ressanti i Bond sia per chi investesia per chi si finanzia.Qui oggi stiamo anticipando il fu-turo e stiamo mettendo le basi peravventurarci in qualcosa di nuovo,qualcosa che la normativa ha dapoco regolamentato. Banca dellaMarca è consapevole che nel no-stro territorio ci sono molte impre-se meritevoli per le quali questanovità rappresenta sicuramenteun’interessante opportunità. Essapertanto assicura il massimo impe-gno nel portare avanti questa edaltre iniziative, dando continuità al-l’informazione anche attraversoquesto periodico.

Giuliano BarelVICE DIRETTORE GENERALE

stione veloce di pratiche e rapporticon le istituzioni è stato immedia-tamente messo a disposizione del-la clientela per supportare le impre-se e gli imprenditori sia in termini difinanziamenti concessi sia in termi-ni di informazioni sulle possibilità diaccedere a contributi pubblici eagevolati. Tutto questo con un ser-vizio di consulenza nell’emissionedei Minibond offerto in partnershipcon Kep Consulting Finance.Siamo però consapevoli che affin-ché il nuovo strumento di finanzasi diffonda nel mercato è impor-tante che sia sorretto da tre pilastrisui quali si baserà il suo successo sularga scala:

1. La fiscalità, che è il tema domi-nante per ogni sorta di opera-zione. A seconda di casi, la fi-scalità condiziona, assiste opremia le scelte degli operatorieconomici e delle persone.

2. Il sostegno che ci viene messo adisposizione delle Istituzioni percalmierare i costi della finanza.

3. Il sostegno dello Stato a favoredelle imprese a supporto dei lo-ro bisogni di finanza straordi-naria.

Fino ad ora la normativa introdottadal suddetto decreto ha dato unacertezza relativamente al primofondamentale pilastro. Partendodal concetto che lo Stato è forma-

pre attenta alle esigenze e allo svi-luppo economico del territorio epronta alla ricerca di soluzioni avantaggio della propria clientela,soprattutto nei momenti critici co-me gli attuali – ha deciso di offrireun aiuto concreto alle imprese met-tendo a loro disposizione, con ungruppo di lavoro qualificato, un ser-vizio finalizzato all’emissione e quo-tazione di Minibond. Un team dipersone qualificate, di pluriennaleesperienza, specializzate nella ge-

[email protected]

Il Vice Direttore Generale Giuliano Barel nel suo intervento conclusivo.�

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Il prototipo avanzato di impianto fotovoltaico installato sul terrazzo degli uffici della Unitek di San Vendemiano.

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T E R R I T O R I O

Sul terrazzo degli uffici della Uniteksrl di San Vendemiano è installatoda alcuni mesi un pezzo del nostrofuturo. Si tratta di un prototipoavanzato di impianto fotovoltaicoconcepito non più con pannelli so-lari, ma con parabole grandi quan-to un faro d’automobile nelle qua-li sono state inserite due celle diventicinque millimetri quadrati do-ve è possibile concentrare la lucesolare fino a mille volte. Le celle aconcentrazione usate sono le stes-se impiegate per i satelliti e i volispaziali, ma la ricerca, la progetta-zione, la produzione sono fruttodella genialità e del lavoro di uomi-ni di questo angolo del nostro Ve-neto dove per altro non sono man-

cati, anche nel passato, esempi as-sai significativi. Quando incontriamo Adriano Sar-tor, giovane presidente del GruppoUnitek e fondatore della società in-sieme ad Antonio Da Rios, ci sor-prende la semplicità con la quale ciinforma sul «percorso storico» del-la sua azienda, creata nel 1994 perla progettazione di stampi atti allarealizzazione di particolari di plasti-ca per il settore dell’automobile, inparticolare per i fari. Poi, a partiredal 2000, con l’ingresso di un nuo-vo socio e l’affidamento a varie of-ficine locali, ecco una prima espan-sione con la Unimold srl, unasocietà di produzione che consen-te contatti diretti con le maggiori

la città del soleA SAN VENDEMIANO

Ideatoun nuovo sistemafotovoltaicoin collaborazionecon l’Universitàdi Padova

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ra Sartor – siamo in grado di por-tare assistenza ai nostri clienti intutte le parti del mondo e soprat-tutto in mercati nuovi come Brasi-le, Messico, Turchia, Spagna e Rus-sia». Oggi il Gruppo Unitek, leaderdel settore della progettazione ecostruzione di stampi per materieplastiche, dà lavoro a centosettan-ta tra tecnici e operai, registra unfatturato intorno a ventina di mi-lioni di euro e amministra un por-tafoglio clienti internazionali digrande prestigio: BMV, Audi, Mer-cedes, Fiat. E tutto ciò in fase dicrescente espansione.Sembra quasi una favola tra le tan-te che in passato hanno costellatolo sviluppo industriale del Nord Estse non fosse che questa di SanVendemiano è una realtà fatta dilavoro, capacità, intuizione e co-raggio, elementi indispensabili diuna imprenditorialità locale chenon teme il rischio pur di uscire daquesta pesante crisi economica checi sta attanagliando. Una impren-ditorialità che si connette a una

nuova fase lavorativa che ha al-la base la ricerca e la progetta-zione, e che sembra essere og-gi peculiare di una generazionedi giovani imprenditori con ideedel tutto diverse rispetto aquella del recente passato. Diquesto se n’è accorto subito ilCern di Ginevra per il qualel’azienda ha creato alcuni parti-colari di altissima precisione di-ventandone fornitrice ufficiale(2008); l’anno dopo è avvenu-to l’incontro con il prof. SandroCentro del Dipartimento di fi-sica dell’Università di Padova edall’idea di adattare al sistemafotovoltaico la tecnologia uti-lizzata per i fanali è nata la so-cietà AtemEnergia srl, spinoff universitario che coinvolgeinoltre il Centro Ricerche «E.Fermi» di Roma, la RegioneVeneto e il polo fotovoltaicodel l’Università patavina. LaAtemEnergia srl non pre vedeattività di produzione ma solodi sviluppo delle nuove tecno-

case automobilistiche mondiali econ i mercati esteri. «A questopunto – ci spiega Adriano Sartor –per fare fronte alla concorrenza deiPaesi asiatici occorreva mettere in-sieme le forze di più aziende chenon fossero in concorrenza fra lo-ro, ma che, ciascuna con la propriaspecificità, potesse concorrere adare un contributo per migliorare ilservizio alla clientela. Così alla Uni-tek srl (progettazione) e alla Uni-mold srl (produzione stampi) si so-no unite Unica srl di Coneglianoper la fase di stampaggio di artico-li tecnici in termoplastico e PiazzaRosa srl di Pieve d’Alpago per la lu-cidatura dei pezzi, la saldatura e fo-toincisione laser. Le quattro azien-de del Gruppo, hanno vinto le loroscommesse in Europa e nel restodel mondo, dimostrando che lacollaborazione tra imprese, il capi-tale privato e i finanziamenti pub-blici possono portare molto lonta-no. Con la fondazione, tre anni fa,dell’azienda di servizi, la WorldClient Service (Wcs) – ci dice anco-

Particolare del nuovo impianto fotovoltaico a concentrazione (CPV), capace di produrre più energia rispetto a quello tradizionale al silicio.�

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logie per impianti di fotovoltaico aconcentrazione (CPV). Accompagnati da Adriano Sartorentriamo nel reparto progettazio-ne dove finalmente veniamo acontatto con queste parabole chetanto ricordano quelle di un alvea-re, ma che non sono più ingom-branti di un faro d’auto: esse sipresentano come un insieme di ot- tiche a basso costo costruite conmateriali completamente riciclabili(plastica, vetro, allumino) che sop-portano, diversamente dal silicio,una concentrazione di 700 volte laluce solare e che può arrivare finoa 1000 volte. «In questo modo – ci

informa Sartor – possiamo usarearee più ristrette di materiale foto-sensibile producendo più energiarispetto al silicio. Ma il nostro obiet-tivo è puntare tutto sulla capacitàdi mettere in campo un progettoauto sostenibile che per costi diproduzione sia realmente concor-renziale con l’energia prodotta dasistemi tradizionale».Ma è ora di salire sul terrazzo dellaUnitek dove sono installati due tra-ker dotati di un sistema di punta-mento che li mantiene costante-mente orientati verso il sole. Ognitraker è composto da 640 parabo-le che attirano la luce del sole nel-

le due piccole celle (cinque milli-metri di lato) a tripla giunzione consensibilità spettrale da 300 a 1800nanometri. «È il nostro progettoTwinFocus – conclude Adriano Sar-tor – il primo impianto di solare fo-tovoltaico ad alta concentrazioneche abbandona il tradizionale sili-cio per una tecnologia più avanza-ta e capace di maggiori rese. Puravendo ottenuto dei risultati mol-to buoni fin dalla prima versione,stiamo già realizzando dei nuovitraker che, rispetto al progetto ini-ziale, riportano una serie di inno-vazioni tali da migliorare sensibil-mente il rendimento e ridurre icosti di produzione. La sfida allaquale siamo chiamati è quella direalizzare una produzione in serietra pochi mesi». Il futuro quindinon è più tanto lontano e forse stasegnato fra le righe della motiva-zione con la quale la Società Italia-na di Fisica ha assegnato alla Uni-tek nel mese scorso l’ambitissimopremio «Guglielmo Marconi».Nell’accomiatarci la dottoressaAn na Orlando ci illustra alcune ini-ziative attuate sul territorio per farconoscere le nuove strutture fo to-voltaiche. «Alla pubblicità preferia-mo essere presenti in modo diver-so, promuovendo il più possibileuna cultura dell’energia. Per que-sto lavoriamo molto sui giovani –ci dice – perché non si tratta solodi promuovere o informare sulleenergie rinnovabili ma anche di su-scitare la loro curiosità e guardarecon loro all’ambiente che ci circon-da e ad averne rispetto. Oltre aquanto fatto fino ad ora abbiamoin programma con le scuole unbando di concorso dal titolo Elio-polis, la città del sole: un invito aigiovani a rendersi partecipi della vi-ta civile e alle tanti problematichecollegate all’energia pulita». Anchein questo, il nuovo si fa avanti.

NINO ROMAN

Realizzati già alcuni impiantima il traguardoè la produzione in serietra pochi mesi

Altra immagine del traker mosso da computer dotato di puntatore sul sole.�

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SOCIO SOSTENITORE

L’attuale veste giuridica di Associa-zione di Marca Solidale si attagliaperfettamente, e meglio che nel pas-sato, alla principale attività di CassaMutua vera e propria.Nella nuova denominazione di MarcaSolidale è stato affiancato appuntoesplicitamente e formalmente il termi-ne «Cassa Mutua».Le varie Casse Mutue che operanonel territorio nazionale riguardano nor-malmente determinate categorie dipersone, facenti parte a varie asso-ciazioni.Marca Solidale invece, come noto, èaperta a tutte le categorie di personeche vi possono aderire liberamente;l’unico vincolo è essere un cliente diBanca della Marca, Socio sostenitoredell’Associazione.Questo vincolo è del resto naturalecon siderando che tutta la gestionedella Cassa Mutua è effettuata nellesedi della Banca che, oltre a soste-nere l’iniziativa, mette a disposizionela struttura organizzativa ed appuntola propria logistica.Marca Solidale, sta sempre di piùampliando e soddisfacendo il proprioscopo istituzionale di erogazione ai

propri Soci ed agli aventi diritto diprestazioni sanitarie integrative e/osostitutive a quelle del servizio sani-tario nazionale.Il continuo e progressivo aumento delnumero di Soci (ad oggi 6.000), veroed autentico indicatore di apprezza-mento delle varie iniziative da partedella collettività, evidenzia la buonariuscita del nostro lavoro.Marca Solidale continuerà con il con-solidamento e lo sviluppo delle attivi-tà di prevenzione sanitaria, conside-rate da sempre parte vitale dei nostriservizi agli Associati, e ad erogarerimborsi a fronte di spese sostenuteper visite mediche specialistiche edanalisi diagnostiche.Rispetto agli scorsi anni, dal giugno2013, la Mutua rimborsa anche il10% delle fatture emesse dalla retenon convenzionata. Il Consiglio di Amministrazione di Mar -ca Solidale, attraverso uno specificoStaff Operativo, analizza con conti-nuità l’opportunità di nuove iniziativeed anche l’allargamento del campodi attività, sempre coerentementecon i principi definiti nello Statuto.Le varie iniziative di Marca Solidale

ANNO 2 · NUMERO 6 · SETTEMBRE 2013 · Supplemento al periodico «INSIEME CON FIDUCIA» n. 62

di Adriano Ceolin, Presidente

sono continuamente gestite, svilup-pate e monitorate, allo scopo di offri-re con continuità, compatibilmentecon le disponibilità economiche, lemigliori prestazioni possibili.Vista la critica situazione economicagenerale e progressiva riduzione del-le prestazioni dello Stato sociale chestiamo un po’ tutti vivendo, riteniamoche le Associazioni tipo Marca Soli-dale, possano offrire nel futuro, unnotevole contributo che diventeràsempre più utile e necessario per lacollettività.Marca Solidale continuerà natural-mente, come entità plurisettoriale, asviluppare anche le iniziative di tipoculturale e ricreativo, con attenzioneparticolare ai giovani.

Supplemento di informazionesulle iniziative e sulla gestionedi Marca Solidale.

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MARCA SOLIDALE: CASSA MUTUA

IL NUOVO SITODI MARCA SOLIDALE:LA RELAZIONE È ANCHE ONLINE

INIZIATIVE PERMANENTIE PERIODICHE 2013

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www.marcasolidale.it

MARCA SOLIDALE

Cassa Mutua

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Dopo Banca della Marca anche MarcaSolidale si è dotata di un nuovo sito in-ternet caratterizzato da una veste grafi-ca moderna e funzionale. Il nuovo por-tale da un’identità propria alla CassaMutua coordinata con l’immagine dellaBanca, favorendo la continuità e l’espres-sione dei valori mutualistici che le con-traddistinguono.Così anche per Marca Solidale il nuovosito internet si presenta come uno stru-mento importante per comunicare lanuova immagine, i suoi valori intrinsechi,i prodotti e i servizi offerti.È stato strutturato in maniera modernacon spazi interattivi come una veracommunity di aggregazione e rapportocon i Soci, soprattutto quelli più giovani,facendolo diventare strumento base dicomunicazione e trasferimento dellenuove proposte.Il sito internet si caratterizza per l’emo-tività trasmessa soprattutto dai box,

che descrivono brevemente il contenu-to della sezione, e per la facile fruizio-ne dei contenuti. Già dalla home page èpossibile avere sott’occhio un quadrogenerale e chiaro della struttura del pia-no di offerta dei servizi ed iniziative (Sa-lute e Prevenzione, Attività culturali eServizi). Allo stesso tempo è possibilenavigare in maniera rapida e intuitivaspostandosi da una sezione all’altrasenza che l’utente abbia la sensazionedi ‘perdersi’.Caratteristica importante è la possibilitàdi interagire direttamente con MarcaSolidale all’interno di ogni sezione,attraverso l’Assistente Personale.In questo modo l’utente può relazionar-si con la Cassa Mutua anche senzapassare in filiale, ogni richiesta farà rife-rimento ad una categoria precisa pertrasmettere l’informazione con la giustaconnotazione valorizzando l’interattivitàe la vicinanza alle persone.

LA RELAZIONE È ANCHE ONLINE

Vicino alla Fam

Tempo liberocultura,viaggi,spettacoli

Gita

Riseria di Isola della Scala e mostra «Verso Monet»

domenica 1 dicembre 201Visita ad una riseria di Isola della il mondo del riso: dalla coltivazio fino alla sua lavorazione.Nel pomeriggio visita alla mostra dedicata alla storia del paesaggdal Seicento al Novecento in Eu

quota Socio 65,00 euro

Museo Canovadi Possagno

Per tutto l’annobiglietto ridotto allapresentazionedella tessera per l’ingressoal Museo Canovadi Possagno e scontisulle cene a tema.

il nuovo sitodi Marca Solidale

2013 INIZIATIVE

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Viaggi

Sconti dal 5 al 15%con Alpitour.

Cultura

ARCI Conegliano:riduzioni e sconti sull’iscrizioneai corsi e campi scuolaalla semplice presentazionedella tessera.

iglia Seggiolino Auto

Un bellissimo ed utilissimoseggiolino auto per tuttii bambini nati almeno90 giorni dopo la datadi ammissione del genitorea Marca Solidale.

Finanziamenti «600 a 0»

Prestito fino a 800 euro, a spese e tasso zero,per sostenere l’educazione e il tempo libero dei figlidei Soci di Marca Solidale(computer, attività sportiva, testi scolastici, scuoladi musica, strumenti musicali, spese universitarie, ecc).

GARDALAND

MagicHalloween

domenica 3 novembre 2013Gardaland il parco divertimenti a tema n. 1 in Italia,ripropone anche per la stagione 2013Magic Halloween: l’ormai immancabileappuntamento autunnale con il brivido…, quandoil parco sarà interamente tematizzato con scenografiein perfetto stile horror: zucche, covoni di fieno,e inquietanti personaggi come spaventapasseri,pipistrelli, zombie, fantasmi, streghe e vampirirenderanno «terrificante» l’atmosfera per una dellefeste più eccitanti e diffuse nel mondo.Quest’anno a Gardaland si potranno incontrareanche bizzarri scheletri impegnati nelle piùstrampalate attività: giocheranno a pallacanestro,suoneranno, staranno a bordo di un furgoncino chesembra uscito da un film dell’orrore, o, ancora,guideranno una bizzarra Cadillac rosa in tenutada Elvis Presley.

quota Socio 30,00 euro

Fiera ABILMENTE a VicenzaMostra Atelier della Manualità Creativa

domenica 20 ottobre 2013 La grande kermesse vicentina con le 53.500presenze registrate nell’ultima edizione autunnalee oltre 41.000 nell’edizione di marzo 2013si conferma ancora una voltacome la manifestazione leader in Italia nel settoredella manualità creativa.Un evento ricco di iniziative originali ed eventispeciali per soddisfare tutte le visitatrici anchele più esigenti!

quota Socio 18,00 euro

a (Verona)

3 a Scala per scoprire

one alla raccolta, a «Verso Monet»

io ropa e in America.

Terme

Settimane a prezzo speciale!dal 22 settembre al 26 ottobre 2013dal 3 novembre al 7 dicembre 2013Al prezzo esclusivo di 59 euro al giorno(per settimane intere) per persona, pensione completa,con agevolazioni nei trattamenti.Nuovissima piscina termale panoramicainterna ed esterna, ad uso esclusivo dei Clientidell’Hotel.Disponibile anche uno spazio dedicato ai bambini.Inoltre l’Hotel è attrezzato anche per ricevere gli amicia quattro zampe degli ospiti.

HotelTerme PreistoricheMontegrotto (Pd)

PERMANENTIMaggiori informazioni relative ai periodi, alle prenotazioni e modalità di esecuzioneverranno comunicate di volta in volta per mezzo del sito www.marcasolidale.itdegli sms e delle filiali di Banca della Marca.

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Rimborsi

In base a quanto stabilito dal Rego-lamento UE n. 260/2012 del 14 marzo2012, entro il 1° febbraio 2014 il ser-vizio nazionale di addebito diretto inconto corrente (cosiddetto «RID») sa-rà dismesso, e sarà sostituito da unservizio Europeo denominato SEPADIRECT DEBIT (SDD; SEPA è la siglache identifica la Single Euro Pay-ments Area, ovvero l’Area Unica deiPagamenti in euro, creata con l’obiet-tivo di costituire in Europa un merca-to integrato per i pagamenti in euro,senza distinzione tra pagamenti na-zionali e transfrontalieri).La informiamo pertanto che, neiprossimi mesi, tutti i pagamenti ba-sati sul servizio RID domiciliati sulsuo conto (quota annuale, adesioniiniziative, ecc…) saranno eseguitimediante il nuovo servizio di Addebi-to Diretto SEPA «Core» (SDD «Core»)e continueranno ad essere gratuiti,senza variazioni rispetto ai paga-menti precedenti. Tale variazione non comporterà atti-vità aggiuntive da compiere in quan-to il citato Regolamento europeo haprevisto il principio della continuitàdelle autorizzazioni già sottoscritte asuo tempo che verranno, pertanto,trasferite in mandati SDD conservan-do la loro piena validità legale.Come sempre, Le confermiamo lapie na disponibilità da parte del no-stro personale per qualsiasi ulteriorechiarimento in merito alla presentecomunicazione.

Supplemento a «Insieme con fiducia» quadrimestraledi Banca della Marca

Direzione e redazionevia G. Garibaldi, 46 · 31010 Orsago/[email protected] · tel. 0438.993212Direttore responsabileAngelo RomanDirettore editorialeAdriano CeolinSegretaria di redazioneMariapia BiscaroComitato di redazioneLuigino Manfrin, Piergiovanni Mariano,Guglielmo Mazzer, Mario Meneghetti,Vittorio Janna, Luca Pin, Gino Zanatta.

Rimborsi del 25%Su fatture per visite specialistiche, esami ed accertamenti, anche per i figli minorenni di Soci, emesse– dai centri convenzionati (vedi Network Sanitario), – dalle ULSS del territorio di Marca Solidale: ULSS 7 (Pieve di Soligo), ULSS 8 (Montebelluna), ULSS 9 (Treviso), ASS 6 (Pordenone).

Esclusi Ticket e le prestazioni dentistiche.

Rimborso 25% della spesa sostenuta sulla reteconvenzionata e ULSS (indipendentemente dal medicoche esegue la visita)

Detrazione fiscale pari al 19%

Sconto 10% (mediamente) sulle tariffe a listino graziealle convenzioni, in presenza di medici aderenti

100,0022,50

17,10

10,00

(visita medica)

(rimborso 25%con Marca Solidale su 90 euro)

(detrazione fiscale pari al 19%su 90 euro)

(sconto 10% su 100 euro)

euro - euro -

euro -

euro =

50,40

Risparmio di 49,60 euro

euro totale

UN ESEMPIO DEL BENEFICIO ECONOMICO

Maggiori informazioni relative ai periodi,alle prenotazioni e modalità di esecuzioneverranno comunicate di volta in voltaper mezzo del sito www.marcasolidale.itdegli sms e delle filiali di Banca della Marca.

... ALCUNE INIZIATIVEPERIODICHE

Esami del sangue [disponibili fino a dicembre · 35,00 euro]Check-up generale di secondo livello con esame delle urine ed anche un monitoraggio dello sta-to elettrolitico. L’elenco completo del tipo di analisi è disponibile nel sito e presso gli sportelli diBanca della Marca.

Screening Medico Sportivo bimbi [nei mesi di agosto e settembre · 20,00 euro]Riproponiamo anche quest’anno le visite medico sportive per i bimbi, a tariffe agevolate, utili perl’attività sportiva dei nostri figli.

Screening Ecografico [nei mesi di settembre e ottobre · 40,00 euro]L’ecografia addominale è un’indagine che consente di esplorare gli organi dell’addome (com-presa vescica). Utile a tutti, uomini e donne, si basa sull’uso di onde acustiche e, quindi, l’esa-me diagnostico è assolutamente innocuo.

Screening Cardiologico [nei mesi di ottobre e novembre · 45,00 euro]La prevenzione cosiddetta primaria (cioè prima dell’evento morboso) inizia già in età giovane(soprattutto per l’obesità) e continua nell’età più adulta nell’identificazione dei fattori a rischio car-diovascolare. Importante è la diagnosi precoce.

IN COLLABORAZIONE CON

Centro MedicinaCONEGLIANO · TREVISOMONTEBELLUNA

Centro MedicoEsperiaPORCIA

Centro Medico 0-18MONTEBELLUNA

SEPA DIRECT DEBITil nuovo AddebitoDiretto Europeo

AVVISOIMPORTANTE

Rimborsi del 10%Su fatture per visite specialistiche, esami edaccertamenti, anche per i figli minorenni di Soci,emesse dai centri non convenzionati.Esclusi Ticket e le prestazioni dentistiche.

Visite Medico Sportive per adultiin collaborazione con i centri convenzionati tariffeagevolate per gli sportivi ed anche il rimborsodel 25% presentando la fattura a Marca Solidale.

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NOVITÀ

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T E R R I T O R I O

Nel 1930 Albert Einstein scrivevaal figlio Eduard: «La vita è comeandare in bicicletta. Per mantenerel’equilibrio devi muoverti».Una considerazione condivisibileper molti e di certo maggiormenteapprezzata da chi, per cercaresvago e fare un po’ di motogodendo magari anche diun tonificante paesaggio verde,ama inforcare la bicicletta.Una pratica sempre più diffusa,soprattutto quella del cicloturismoche un tempo era prerogativadi pochi ma che negli anni hasaputo conquistare molti. Sempre più spesso giovani,famiglie ed anche maturiappassionati della due ruote

preferiscono lunghi e rilassantiviaggi in bicicletta, per le lorovacanze ed è a questo target dituristi che è dedicata la futuraCiclovia dell’Amicizia da Monacodi Baviera a Venezia. L’iniziativa faparte del progetto comunitarioInterreg Baviera-Austria e siprefigge di collegare la capitaleeuropea della birra alla perladell’Adriatico, passando daInnsbruck, superando il Passo delBrennero, la Valle Isarco, Bolzano,la Val Pusteria, per arrivare aCortina d’Ampezzo,attraversando poi Belluno eTreviso. Un itinerario tra paesagginaturali e storico-artistici davverospettacolare che certo non

DA MONACO A VENEZIA

Cicloviadell’Amicizia

mancherà di destare interessetra i cicloturisti. Sotto il profilo operativol’iniziativa stabilisce di collegare,con una adeguata segnaletica,tutte le ciclovie esistenti, in mododa creare un lungo percorsounitario da promuovere anchecon pacchetti turistici ad hoc, perle diverse tipologie di viaggiatori.Saranno quindi coinvolti, con glioperatori del turismo, i ristoratorie naturalmente le strutturericettive nonché le numeroseassociazioni di promozioneterrito riale, grazie ad un’intesasottoscritta di recente anche dallaProvincia di Treviso.«Il progetto intende integrare

21INSIEMECON FIDUCIA

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sul territorio austriaco e italiano,specificamente quello trevigiano,le attività previste all’internodel progetto trilaterale – si leggein una nota della Provincia – daltitolo «Pista ciclabile dell’amicizia –Un processo sistemico»(Programma europeo Interreg IVGermania Austria) cuil’Amministrazione di Treviso haaderito in qualità di partner e cheintende identificare percorsiciclabili transalpini, da sviluppare

insieme ai partner, conuna gestione e un centro dicoordinamento pianificatocomuni. I percorsi ciclabiliattraverso le Alpi hanno un grandepotenziale che prevede un flussotra i 500 e i 1.000 cicloturistigiornalieri in attraversamento sulconfine Veneto». La connessione delle moltepliciciclovie esistenti non saràcosa facile tant’è che peril completamento del progetto si

prevedono due anni di tempo, nelcorso dei quali sarà studiato coni diversi partner, anche un pianodi marketing e ven dita dei diversipacchetti turistici al fine di fornireun servizio organico ai cicloturisti,accrescendo la qualità dell’offerta.Bellezze naturali, storia,patrimonio artistico e culturalema anche gastronomie e folclore:sono i motivi di richiamo dellaCiclovia dell’Amicizia da Monacodi Baviera a Venezia che non hasolo finalità economiche,poiché incentivare un tu rismolento e sostenibile rappresenta unvantaggio ulteriore non solo perchi lo pratica ma anche per chilo promuove. La bicicletta, infatti,non è solo emblema di risparmioenergetico e riduzione dello smogma anche di uno stile di vita piùsalutare e dinamico nonché diuna maggiore attenzione versociò che ci circonda. Le stime dei visitatori chela Ciclovia dell’amicizia porterànel nostro territorio sonoottimistiche ma le potenzialitàdell’iniziativa sono tali chepotrebbero esserci esiti superiorialle pur rosee attese, vistala dilagante diffusionedel cicloturismo. Non va, infatti,dimenticato che se in Italia questapratica è tutto sommato recente,viceversa nel resto d’Europa hauna tradizione consolidata, bastipensare all’Olanda, alla Germaniao all’Austria.La Ciclovia rappresenta quindianche un’opportunitàdi diffusione di questa modalitàturistica nel nostro paese,recuperando magari il tempoperduto in questo ambitodi promozione del territorio.

INGRID FELTRIN

22 INSIEMECON FIDUCIA

Cicloturismo e valorizzazionedi culture differenti

[email protected]

Nella pagina precedente e in questa, alcuni aspetti del mondo cicloturistico.�

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T E R R I T O R I O

L’autunno si presenta con i suoifrutti che sono tra i doni più gradi-ti perché, a volerli cercare, ci porta-no verso la campagna e la collinaammantate di mille colori suscitan-do in noi sensazioni che, per quan-to appaiono scontate, sono invecesempre nuove e appaganti. Diver-samente dai frutti estivi, quelli au-tunnali richiedono tempi di matu-razione assai lunghi e per questo siprestano ad essere facilmente con-servati; e, quasi a voler allungare isapori di una estate particolarmen-te solare, spesso risultano imman-giabili appena raccolti dall’albero.Ma niente appaga in questa sta-gione più di poter raccogliere per-sonalmente le diverse varietà della

zuccala magica

Tra i frutti dell’autunno è quello che più si presta a prepararei deliziosi piatti della cucina popolare e contadina.

frutta che cresce spontaneamentenella nostra suggestiva pedemon-tana, muovendosi dentro una fan-tasmagorica visione arborea. Labellezza dell’autunno sta infatti inqueste occasioni che ci portano araccogliere le cose più semplici (nonsolo dunque funghi), veri tesori di-menticati che si chiamano uva spi-na, pera volpina e pera spadona,lazzeruolo, nespole, sorba, giug-giola, corbezzolo, prodotti di pian-te spontanee o alberelli ai limiti deicampi e delle radure boschive; op-pure con maggior facilità raccoglie-re quei frutti di bosco la cui memo-ria ci riporta a una età lontana,quando more, mirtilli, lamponi era-no appannaggio di una serena for-

tunata ricerca pomeridiana e la lo-ro fragranza assumeva il sapore diuna intera stagione. D’accordo, og-gi questi ultimi prodotti di bosco litroviamo anche nelle vaschette deisupermercati, provenienti da colti-vazioni specializzate, ma cercarseliè altra cosa, come altra cosa è sco-prire che dentro una radura o unpascolo di montagna, oltre alle pic-cole bacche, si nasconde il fascinodi una natura disposta a rivelare isuoi segreti a chi sa coglierli. Mal’autunno ha anche i suoi frutti tra-dizionali più comuni – pere, mele,cachi, kiwi, melograni, noci e ca-stagne – e soprattutto la zucca, bi-strattata protagonista della tavolaautunnale, frutto dalla crescita fa-cile, adatto a ogni terreno, una ve-ra riserva di sali minerali, zuccheri evitamina. Certo, a evocarla non èproprio un bel dire, perché la zucca,come si sa, è il frutto che più deglialtri è stato toccato dalla maldicen-za popolare al punto che la sua ri-valutazione, anche sotto l’aspettoculinario, è piuttosto recente. Dasempre caricata di simboli – i piùnoti sono quelli legati alla stupiditàumana o all’esoterismo – la «cu-curbita» è stata protagonista diogni sorta di immaginario popola-re: ovunque nel mondo essa ha su-scitato la fantasia di popoli antichi emoderni, dando vita a una infinitàdi miti e credenze. Da noi, la sucamata, quella a polpa gialla, era rite-nuta addirittura il ricettacolo di ani-me dei defunti e la tradizione po-

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polare la voleva svuotata e bucatadi occhi, naso, bocca e lumino ac-ceso all’interno con cui celebrare ilrito ancestrale per fugare antichepaure. In realtà la zucca ha, tra gli ortaggi,un trascorso millenario che la ren-de, almeno sotto l’aspetto storico,assai più interessante della sua stes-sa polpa, seppure considerata dasempre cibo povero e poco nu-triente. La sua origine dovrebbe es-sere asiatica o tutt’al più africanaessendo già conosciuta nel mondogreco romano. Purtroppo il termi-ne generico di «cucurbita» usatodal alcuni autori latini è quanto maivago e potrebbe essere stato riferi-to in passato a ortaggi simili o ras-somiglianti o addirittura diversi dal-

la zucca che conosciamo. Di certosappiamo che i Romani conosceva-no la Lagenaria Vulgaris, chiamataanche zucca del pellegrino perché,essiccata e svuotata, serviva comeboraccia o come ciotola; la trovia-mo infatti con la capasanta legataal bastone di San Rocco in alcuneimmagini sacre precedenti la sco-perta dell’America.Quelle che oggi coltiviamo – da noinon crescono in natura – sono pro-dotti cultivar generati da piante ori-ginarie dell’America Centromeridio-nale: la semina si fa in aprile, pochisemi in una piccola buca, da dovesuccessivamente le piantine si dira-mano per crescere tra grandi fiori dicolore arancio e quindi fruttificaretra la fine dell’estate e l’inizio del-

l’autunno. Le varietà più note sonola zucca di Chioggia (Cucurbita Ma-xima) e quella di Napoli (CucurbitaMoschata) entrambi mangerecce;esiste quindi una vasta gamma dizucche da ornamento o da mangi-me per animali. Come per tanti al-tri ortaggi, della zucca si utilizzatutto, fiori, polpa e semi trovano im-piego in cucina e nella farmacologiae cosmesi popolare. Ma il suo verotrionfo sta nella riscoperta dei cibidel passato: zuppe e risotti, ripieni edolci, prelibati piatti e delicati des-sert che ci vengono direttamentedalla civiltà contadina. Un mondodove la zucca, col suo colore giallopastoso, segnava la voglia di perdu-ti calori estivi.

(EDC)

T E R R I T O R I O

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Per coloro che velocementetransitano lungo la Pontebbana,Spresiano appare come uno deitanti Comuni del nostro Venetotoccato da una industrializzazioneche ne ha modificato ampiamentelo sviluppo urbanistico,trasformandolo in un centro assaimoderno. In realtà, a benguardare, anche Spresiano ha unsuo cuore verde, antico e solenne,residuo di una storia che tuttora

PUBBLICAZIONE SU SPRESIANO

una Villacon cento storie

vive nella memoria della suagente. È il parco maestoso edelegante di Villa Giustiniani, anticadimora di questa famiglia patriziaveneziana che qui, intornoalla prima metà del ’600, fececostruire la villa per dare vita auna intensa attività economicarurale sull’esempio di quantoavveniva in tante altre partidel territorio veneto. Accanto allavilla, in un felice contesto

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naturale, sono rimasti il vecchioborgo, la casa del fattore, le areedi servizio ricorrenti tra aie, cortili,portici, edifici vari, manufatti ruralie un vecchio solitario pozzo: segnidi un mondo lontano ma nondimenticato. Oggi infatti VillaGiustiniani, protetta dal traffico darigogliosa vegetazione, conservaancora la sua funzione economicaospitando diverse attività agricole,quasi a rappresentare, seppure informe assai ridotte, quel lo strettolegame che ha sempre unitol’uomo alla natura. Ma c’è anche dell’altro intorno aVilla Giustiniani: sono le traccedi vita e di esperienze – basate sustoria, identità, memoria – che hacontraddistinto l’intera comunitàspresianese nel corso di questiultimi tre secoli di vita della villa;perché «il legame profondo cheintercorre tra un territorio e la suapopolazione consente di andareoltre il semplice godimento dato

dalla vista o dai benefici diun paesaggio per giungere apercepire un ambiente comeproprio, quale patrimoniocostitutivo della storiae della condizione di ognuno».Proprio partendo da questoconcetto, Barbara Frate ha volutoregalarci questo semplice masignificativo volume «Una villacento storie. Villa GiustinianiRecanati a Spresiano» cherappresenta il recupero di unamemoria – non solo come ricercad’archivio – ma come vissutofondante per l’identità di un interopaese. Il libro si divide in due parti:nella prima la Frate ci dàun quadro, accompagnatoda un’accurata iconografia, dellaespansione veneziana interraferma, della conformazionedella campagna, delle condizionidella popolazione nel corso del’700, della costruzione della villae del parco, delle vicende delle

famiglie Dolfin, Giustiniani eRecanati e, infine, dei fatti storicisuccedutesi nel territorio. Il tuttoesposto con chiarezza citandostralci da archivi e branidi cronaca. Nella seconda partela Frate raccoglie oltre cinquantaracconti di persone diverse –suddivisi fra «protagonisti» e«testimonianze» – che hannovissuto o lavorato in quel contestoagricolo (o che anche hannoavuto parenti). Sono racconti chefanno di questo volume unqualcosa di unico ed irripetibile,fatto di esperienze semplici chehanno segnato il passato del nostro Veneto: la campagna,le case isolate, le famiglienumerose, il lavoro pesante,le sventure e le calamità, l’aiutoreciproco. Da questi raccontiemergono immagini vivide, aspettiche mettono in evidenzai caratteri peculiari della gentespresianese, piccole storieinnestate dentro quella «civiltàcontadina» che rappresentòla coscienza e i sentimenti diun’Italia povera e onesta.Un libro dunque intelligente eutile, che merita davveroattenzione perché ogni opera cherecupera la memoria anchedel recente passato è un tasselloche permette di conoscere ovela nostra generazione ha messoradici e quali sono i valori verida salvaguardare. Non a casoquesto volume viene edito a curadall’Associazione Culturale«Sassi del Piave» di Spresiano,presieduta da Eros Tonini.Nei suoi tre anni di vital’associazione si è distintaper una promozione culturalevaria, articolata in quattro indirizzi:didattica (università per adulti),laboratori, eventi e plain aire(mostre e gite culturali). Non c’èche dire: proprio un buon inizio.

Contadini al lavoro alla fine degli anni ’30 nelle tenute di Villa Giustiniani.�

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T E R R I T O R I O

Nella primavera di quest’anno,dall’interesse di alcune personesensibili alla presenza nel nostroterritorio di beni culturali, è natal’associazione «Grazie Quartier delPiave – Onlus». L’organizzazione èsenza scopo di lucro ed intendeoperare a Colbertaldo, Moriago eVidor con scopi di utilità socio-cul-turale, indirizzando il proprio lavo-ro in particolar modo verso i beniculturali sacri. Questi gli estremiscarni di una carta d’identità similea quella di tanti gruppi formalizza-ti che operano nel settore cultura-le del nostro territorio, ma con una«personalità» già molto decisa eper certi versi atipica. Tra i socifondatori ed tra i membri del pri-

mo consiglio direttivo sono infattipresenti persone provenienti dallecomunità di Vidor, Colbertaldo eMoriago della Battaglia, e questodetermina fin da subito l’approcciocooperativo e l’indirizzo interpar-rocchiale. Sono decisi e compatti imembri dell’associazione, un pic-colo esercito le cui armi si chiama-no amore verso le proprie radici,entusiasmo, voglia di fare e soprat-tutto consapevolezza che tutto ciòche ci circonda è un bene preziosoche bisogna tutelare dal naturaledecadimento. Sono amici, parenti,persone che sono nate e hanno la-vorato nel nostro territorio, oppuresono andate via e poi ritornate,consapevoli che il legame con la

dei beni culturali sacriNASCE “GRAZIE QUARTIER DEL PIAVE · ONLUS”

Madonna in trono fra angeli e santi, pala di Giovanni Antoniode’ Sacchis detto il Pordenone, Chiesa parrocchiale di Moriago.

in difesa

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Già individuatenel territorioalcune prioritàper un prossimointerventodi restauro

propria terra è uno dei più preziosilegami che ogni uomo possa colti-vare. Desiderano trovare le stradeper operare insieme e per unirsi atante altre persone, giovani, vecchi,adulti e bambini, dagli scolari dellescuole elementari fino agli studen-ti delle superiori e dell’università,per preservare da una lenta quan-to inevitabile fine i monumenti checostellano il nostro territorio, ren-dendolo unico agli occhi e al cuoredi ogni suo abitante.L’associazione intende tutelare,promuovere e valorizzare beni diinteresse culturale ed artistico, dinatura pubblica e non privata. Lospettro di intervento è ampio e glioggetti di attenzione sono tutti

L’associazione Grazie Q.d.P. – Onlus ha sede legale aVidor. Fondata in poco tempo, superando tuttele difficoltà burocratiche del caso, l’associazione vienepresentata alle associazioni e alle autorità civilidelle comunità di Vidor e Moriago della Battagliail 7 maggio 2013.Successivamente, il 5 luglio, nei locali parrocchialidi Colbertaldo viene presentata alla popolazionein una serata allietata anche dalle poesie e i raccontidi Terenzio Gambin e dai canti popolaridei Cantori da Filò.I soci fondatori provenienti dalle tre comunità sonoMario Adami, Paolo Baron, Dario Bordin, Livio Bottega,Claudio Brustolin, Renzo Colomberotto, Elvira Fantin,Giuseppe Fornasier, Maurizia Manto, Martino Nardi,Pietro Possamai.

Presentata al pubblicol’Associazione

Chiesa parrocchiale di Colbertaldo (foto Dario Bordin).�

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quegli elementi che, mescolandoarte e storia, appartengono ad unpassato intenso da continuare apercepire come condivisibile.L’azione prevista comprende inizia-tive di studio, promozione, ricercae documentazione strettamente le-gate ad interventi di tutela e di ma-nutenzione, ma anche di conserva-zione, conoscenza, valorizzazionee fruizione di ciò che caratterizza lapiù coinvolgente geografia del luo-go. Parliamo dei tanti aspetti delpaesaggio che amiamo: edicole,sacrari, monumenti, chiese e letante architetture disseminate quae là che si pongono come segnavia

di memoria e identità. Cosa faràconcretamente l’associazione? Sifarà carico di quelle che più neces-sitano di protezione e si metterà ingioco per reperire tutti i mezzi e lerisorse finanziarie necessarie a sal-vaguardarne l’esistenza. Tutto in unsistema di squadra e di sussidiarie-tà. È molto importante capire chenon tutti si occupano di tutto, mache ogni gruppetto è chiamato aelaborare un progetto per venire in-contro ad un problema, riscontratoin un monumento o bene culturaledella propria zona. Vidor ha individuato come unapriorità assoluta la Chiesa Castello

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posta alla sommità del monte alquale il paese si appoggia. Edifica-ta dopo la Grande Guerra dovesorgeva l'antico castello dei signo-ri da Vidor con annessa cappella diSanta Maria, la chiesa dedicata al-la Beata Vergine Addolorata è an-che monumento ai caduti in quan-to nella cripta sono custodite lespoglie dei caduti di Vidor.All’interno di una progettualità dipiù ampio respiro, l’arch. MarcoMerello ha elaborato un progettodi manutenzione, già approvatodagli enti preposti, in cui si prevededi intervenire sull’intero complessoin particolare per contrastare l’umi-dità da risalita che sta irrevocabil-mente danneggiando le superficied i materiali. Ora si tratta di trova-re fondi e di lavorare. A Colbertaldo c’è il problema delcomplesso monumentale costitui-to da Chiesa e Campanile, operad’arte unica e insostituibile sia nel-la struttura che nel significato, perla quale i parrocchiani e il parrocosi sono già dati molto da fare.A Moriago della Battaglia si stapensando agli interventi necessariper la pala de Il Pordenone, inseri-ta nella magnifica Chiesa dallapianta ottagonale.Dopo la sua nascita, l’associazio-ne ha già avviato serate di infor-mazione e di divertimento ben riu-scite perché, quello che conta piùdi tutto per i membri dell’associa-zione, è informare, coinvolgere esensibilizzare le persone della co-munità. Altre iniziative sono previ-ste per il tardo autunno, con unprogramma molto interessante,come è ormai nello stile di questaassociazione.Come diceva un vecchio saggio:Se vuoi costruire una nave non in-cominciare facendo raccogliere aituoi uomini le assi di legno, masuscita in loro la nostalgia del ma-re, aperto e sconfinato.

Chiesa monumento ai caduti dedicata alla Beata Vergine Addolorata a Vidor.�

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T E R R I T O R I O

Domenica 13 ottobre tornerà per la 41a edizioneil tradizionale «Itinerario dei Castelli» organizzatodallo Sci Club Orsago. Un modo per aiutare ragazzie adulti a vivere in maniera sana, riscoprendola natura, i percorsi paesaggistici e storici della nostracampagna veneta. Lo slogan coniato negli ultimianni è «Un paese in marcia» poiché accantoagli innumerevoli appassionati provenienti da tuttoil triveneto, si aggiunge un numero sempre maggioredi orsaghesi che hanno portato nella passataedizione, al record storico di 3.230 partecipanti.Negli ultimi anni la Marcia vede anchela partecipazione di marciatori con le racchette«Nordic Walking» che permettono di muovereil corpo in modo più completo.«L’itinerario dei Castelli» è un percorso tra la naturae dentro la storia, il tracciato di 24 km lambiscel’antico «Castelàt» di Cordignano e poi raggiungeanche il Castello di Caneva. Castelli e non solo,anche Ville storiche quali: Villa Belvedere visibiledai marciatori iscritti ai km 13 e 24; Villa Brandolinid’Adda oggi Zanussi a Cordignano; infine a pochipassi dall’arrivo Villa «Ninfa Priuli» ora Da Rea Orsago. Per dare modo a tutti di conoscerela storia di questi luoghi, vengono messea disposizione le notizie storiche sia sul volantinoche su appositi pannelli affissi a Villa Brandolinia Cordignano, assieme ad una ampia rievocazionedi proverbi veneti. Per coniugare infine la cultura ela storia con l’enogastronomia, da sempre la marcia

offre in ogni ristoro ai partecipanti tè, bibite, acqua,biscotti utili a continuare la camminata.Giunti all’ultimo ristoro, i partecipanti che desideranopossono concedersi una pausa più lunga a base di«Muset e Fasioi»: una tradizione delle nostre terre...Tagliato l’agognato traguardo in Piazza a Orsago,i podisti saranno accolti da una selezione di quattrotipi di vino, formaggi e salumi nostrani, offerti dallecantine, latterie e salumifici locali, cosicché annodopo anno, alla storia e alla cultura locale si abbinala tradizione dei nostri piatti tipici.Per non dimenticare la giornata, ai partecipantiche la richiedono, viene data in premio una caciottanostrana, mentre i marciatori, che si sono distintiper le loro capacità atletiche, saranno premiati.Premiazioni peraltro simboliche, destinate ai primicinque maschili e femminili di ogni percorso e ancheai primi tre ragazzi e ragazze fino a 10 anninei km 7, così da incrementare lo sport anche frai più giovani. L’edizione di quest’anno vedràinoltre la partecipazione dell’Associazione«Gli Amici del Cuore» che presso il loro gazeboall’arrivo, misureranno la pressione sanguigna a chilo richiederà e daranno informazioni utiliper la salute.Cosa rimane ancora da dire se non partecipare!

LEONELLO DA RE

Itinerario dei CastelliSCI CLUB ORSAGO

Foto sopra. Due momenti della scorsa edizione.�

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Per trovare le origini della a Parrocchia di Orsago,dedicata a San Benedetto Abate, bisognaretrocedere molto nei secoli passati, nel periodo incui una piccola comunità di Frati Benedettini decisedi fermarsi da queste parti per evangelizzaregli abitanti sparsi nel territorio.Dopo il periodo benedettino, furono tanti i Sacerdotiche si susseguirono per reggerne le sorti, nomi ancheillustri, come quel Don Antonio Possamai, resosibenemerito per le sue iniziative benefiche.Negli anni venti (del secolo scorso), e per un lungoventennio, lo scettro della Parrocchia fu consegnatoad un Sacerdote proveniente da altra Diocesi:Don Oreste Orsolan. Colto e buon parlatore,concludeva le sue Omelie, concedendosi allorauna tabaccata di Macuba, citando appropriatianeddoti al tema discusso, soprattutto legati allaStoria dei Regnanti di Francia. Veniva coadiuvatonel suo Ministero da due parrocchiani: Toni Zanin(campanaro), Gijo Rui (sacrestano). Quest’ultimo,dall’intelligenza acuta e dalla memoria infallibile,conosceva, virgola più virgola meno, tuttele prediche sentite e risentite nell’anno ecclesiale!Peculiare sua caratteristica: odiava il vino rosso!Aveva una bella voce Barba Gijo, ben intonata,baritonale e Don Oreste lo ingaggiava ormaiper consuetudine nel mattutino duetto per il cantodelle esequie destinate alla commemorazione e alsuffragio dell’anima di questo o quest’altro defunto,durante la cosiddetta «Messa da requiem cantata».La scenografia dell’ambiente era appropriata alla

circostanza! Al centro del transetto, coperto daun funereo drappo nero dai contorni bianchi,troneggiava il catafalco, il simulacro della bara:seduti, uno dirimpetto all’altro a destra e a sinistradel Coro e ben intabarrati – nei Paramenti il Parrocoe nel vecchio e logoro mantello il sacrista – sialternavano cantando a memoria ad occhi chiusile arcinote sequenze delle esequie: botta e risposta!Le frasi latine rimbalzavano veloci da uno all’altrocome la palla rimbalza da una racchetta all’altranel campo di tennis e le tremule voci dei cantici,tremule come le fiammelle delle due candele acceseaccanto alla bara, salivano in alto propiziatricinel buio gelato della Chiesa quasi vuota! Se i giornidell’anno sono tanti, il numero dei Fedeli defuntiè pressoché infinito e, come tale, inesauribili le lorocommemorazioni, spesso richieste «solennementecantate», anche se l’offerta per questa Cerimoniaveniva leggermente maggiorata rispetto alla «SantaMessa bassa».Erano anni di generalizzata povertà, di miseria, maper l’anima dei defunti si raggranellava semprequalche minuto risparmio per onorarne degnamentela memoria. Erano piuttosto scarse le offertein Chiesa durante le funzioni, anche della domenicae la borsa dal lungo manico si infilava tristementevuota tra un banco e l’altro, alla ricerca di un’offerta.Quella borsa però diventava improvvisamentepesante quando, dal didietro, ci veniva pestatasul cranio dall’inflessibile «Toni campanèr» qualeammonimento allo sconveniente contegno di noiragazzini davanti all’Altare.I sacristi non avevano alcun stipendio dalla Parrocchia.Fruivano della riconoscenza dei parrocchianicon la raccolta delle uova in prossimità della Pasqua,quando accompagnavano entrambi il Parroco, casaper casa, in occasione della Benedizione Pasquale e,in autunno, come questuanti nella raccoltadi qualche pannocchia di granoturco e di qualchelitro di vino ...annata agricola favorevolepermettendo. Giravano più giorni, accompagnandosiad uno stanco somarello trainante un carrettosul quale traballavano due damigiane semivuote,destinate alla raccolta, l’una del bianco, l’altradel rosso, senza presunzione se di diverso boccatoe colorito!Per tutto l’anno, nessun altro introito. Era semmaia cantico dei Vesperi domenicali concluso cheil Parroco, a volte distribuiva loro qualche monetina,perché potessero santificare la domenica con unaombretta o un mezzo sigaro toscano! Non sempre,però! Il più delle volte uscivano dalla Sacrestia amuso lungo: significava non aver ricevuto nemmenoquei pochi centesimi da spartire poi con i figliolio con nonno Toni, da tempo in fiduciosa attesa,

I NOSTR I

R A C C O N T A N Oanzianianziani

laParrocchia

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là fuori, sul Sagrato. Con quei redditi, non avrebberopotuto mantenere la famiglia se non avessero avutoaltro guadagno: Toni campanèr coltivava il suocampetto e barba Gijo faceva il sarto da uomo.Nella sua accogliente bottega, pazientemente,ospitava noi ragazzi nelle ore libere da impegni distudio e solitamente ci intratteneva, senza smettereun attimo di imbastire, cucire o stirare, raccontandocicon gustosa verve, coloritissimi aneddoti della sualunga vita militare «i me ani de soldado»!Si interrompeva solo di tanto in tanto per controllarel’ora della sua cipolla da tasca, per essere semprepuntuale nel suono delle campane quandogli spettava di turno. Ci divertivano i suoi raccontiperché sapeva puntualizzare e mettere in rilievoi suoi accorgimenti, le sue astuzie imparate a propriespese nel lungo periodo di ferma e di richiamoalle armi durante la guerra ’14-’18.Per noi erano ore di relax e di libero sfogo dellanostra esuberanza giovanile. Ma pretendevaun conveniente silenzio, per la necessaria

concentrazione, quando stava segnando la pezzadi tessuto per il taglio di un vestito e, a volte,interrompeva i suoi calcoli chiedendoci sornione,per esempio: «Quale è la metà di 140?».Noi conoscevamo il trucco e rispondevamo in coro«35» ...perché lui intendeva la metà della metà eallora, di rimando, ci gratificava sorridente: «Bravi!Intelligenti!».Era spassoso, di sobria e divertente comicità.Caro zio Gijo! Ti ricordiamo sempre con immutatoaffetto, anche per averci accolti e rallegrati i giornidella nostra scialba adolescenza vissutanella semplicità di un borgo campagnolo!

TONI MICHIELIN

Parrocchia di San Benedetto di Orsago nel 1904.

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S T O R I A E A R T E

Delle opere degli anni 1840 di Giu-seppe Verdi si parla spesso come dimelodrammi d’occasione; opereche il musicista avrebbe scritto sul-l’onda dell’entusiasmo patriottico,trasmettendolo alle folle che fre-quentavano i teatri lirici; folle chepoi divulgavano arie, recitativi e ca-riche emotive, nelle piazze e sullestrade delle città, anche con lacomplicità degli organetti che gira-vano per i quartieri e perfino si av-venturavano nei sobborghi, e pae-si vicini, riempiendo terrazze ebalconi di popolo infervorato e ac-calorato dal susseguirsi degli avve-nimenti. Ed è facile dirlo a cartescoperte; ma si potrebbe ribattere:«Perché allora né Donizzetti, né Sa-verio Mercadante, né tanto menoBellini non hanno anch’essi appro-fittato dell’occasione, facendo diun complesso di arie popolari il lo-ro repertorio di successo?» La ri-sposta sembra abbastanza ovvia:«Perché nessuno dei tre possedevala forma mentis né la natura popo-lare di questo artista, nato povero,cresciuto nell’indigenza che, solo ingrazia di un borghese benevolo egeneroso, poté compiere gli studi

musicali; peraltro irregolari e nonaccademici, essendo stato rifiuta-to, come del resto molti uomini ge-niali, da Accademie e Atenei delsuo tempo. Verdi, infatti, non riuscì a entrare inConservatorio; mentre altri aspi-ranti meno dotati furono accolticome allievi, egli fu giudicato im-maturo, non idoneo agli studi mu-sicali e a causa della scomposta po-sizione delle mani sulla tastiera:questa è stata la goccia che ha fat-to traboccare il vaso della boccia-tura. Come si vede, spesso la scuo-la con docenti ottusi si ferma suidati esteriori, non riuscendo (perpigrizia o malafede) a capire quel-le che sono le vere qualità di un uo-mo: l’apertura mentale, la concen-trazione intellettuale, la cristallinapassione per l’arte e la tenace ap-plicazione allo studio. Così il successo di Nabucco, de ILombardi alla prima crociata edella Battaglia di Legnano, nonè dovuto soltanto alla commozio-ne, all’agitazione, allo spirito crea-tivo gonfiato del momento e di tut-to ciò che può suscitare un’impresapatriottica come quella che visse

VivaVerdi

Ricordo del «Cigno di Busseto» nel bicentenario della nascita.

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una parte degli italiani negli anni1840-49, bensì alla duttilità delgiovane maestro e alla sua caricageniale di cui l’aveva largamentefornito madre Natura. Perciò la«Cara patria, già madre e regina»dell’opera lirica Attila o la «Patriaoppressa!» e la «Patria tradita» diMacbeth vanno ad aggiungersi aquel coro immortale di «Va’ pensie-ro» appunto di Nabucco o a quel«O signor che dal tetto natio», chefece saltare i nervi agli austriaci oc-cupanti, perché se li sentivano ri-petere in tutte le salse e in tutte leadunanze, riunioni, mercati e sagrepopolari; mentre loro scoppiavanodi rabbia non potendo proibirequesti canti, dato che si trattava ditesti che esaltava l’esilio del popo-lo ebraico, in terra di Babilonia, ola sofferenza degli appartenenti al-la Lega Lombarda del periodo me-dievale. Un tempo lontano di lottetra papato e impero, soprattuttodurante l’impero di Federico Bar-barossa. Il segreto del successo di questearie, diventate famose in tutta Eu-ropa, sta e si evidenzia nella musi-calità trasparente, nel bilancia-

La grandiositàdel Maestrosta nell’aver agitocon la sua musicanella coscienzadegli Italiani

Giuseppe Verdi con famigliari e amici.�

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mento delle note con l’alternarsidell’im mediatezza che non è quel-la della facile aria da canzonetta,ma piuttosto quell’altra dell’ordinelogico delle melodie, dei flussi e ri-torni di toni e ritmi, della cantabili-tà che raggiunge, nella semplicità,il sommo dell’arte: Insomma il pre-gio sta in quelle doti che Verdi pos-sedeva d’istinto e che si ritrovanoin tutti i suoi spartiti, nei momentiin cui l’estro e la fonte dell’ispira-zione caricavano le note e gli ac-cordi di quel quid, quel di più chenon si spiega a parole, ma che ap-partiene alla funzione primaria delgenio creativo, nella sua missionedi artista. Si tratta delle qualità diun musicista che applica alla mu-sica quello che Pascal affermavadella letteratura (ma vale per ognisettore dello scibile): «Ciò che sipos siede in modo perfetto, si espri-me chiaramente».Questi sono i connotati dell’aureasemplicità di Verdi, che sa passaredall’empito patriottico ai temi piùumani e di grande valore civile esociale, come quelli di Rigoletto,Traviata, Vespri Siciliani, trasferen-do la sua musica dai testi degli ita-liani di Cammarano, Piave e Sole-ra a quelli francesi di Hugo, Dumase Sardou. Per non parlare delleopere della maturità, quando ilsuo librettista sarà Arrigo Boito chegli propose i drammi shakespea-riani Otello e Falstaff; capolavoriche espri mono una forte intensitàdrammatica e umana, dove la mu-sica eguaglia la poesia dell’immen-so Shakespeare. Non dimentichia-

mo neppure il Requiem, scritto al-la morte di Alessandro Manzoni;meditazione musicale e opera su-blime, capace di interpretare il te-sto liturgico con una intensità de-gna di uno spirito eletto, come fuquello dello scrittore cristiano cheaveva creato il romanzo storico nel-la lingua popolare, ma soprattuttoaveva composto gli Inni Sacri, altoesempio di poesia religiosa.

Possiamo quindi affermare che ilpatriottismo di Verdi non è la fortu-nata espressione dell’infatuazionesentimentale di una fase storica,bensì l’interpretazione illuminata diun credo profondamente radicatonell’anima, che peraltro era in queimomenti privilegio di pochi; mache, grazie alla potenza espressivae coinvolgente della musica, ha ca-ricato gli animi anche dei più fred-

VivaVerdi

I patrioti inneggiano a Verdi (Vittorio Emanuele Re d’Italia).�

Giuseppe Verdi dirige l’orchestra.�

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di o tiepidi uomini del momento,agganciandoli con forza alle idee dilibertà, unità, fratellanza. Così gliideali politici e unitari di Mazzini,Garibaldi e Cavour, pur diversi nel-la loro concezione di base, sonoserviti ai giovani del tempo, spin-gendoli al sacrificio, per la patriauna e indivisa.Questo non fu privilegio del soloGiuseppe Verdi. Tutti sappiamoquanti giovani abbiano dedicato ri-sorse, forze intellettuali e moraliper far circolare le idee patriottiche

nel popolo, più legato alla propriaterra, al borgo, alla famiglia chealla Patria. I nomi che ricorronocontinuamente nella nostra storiaRisorgimentale sono quelli di Ma- roncelli, Pellico, D’Azeglio, Nievo,Mameli, i fratelli Bandiera, i Marti-ri di Belfiore, la lunga schiera deipatrioti fucilati o impiccati, e di tut-ti coloro che non hanno lasciatotraccia perché il loro nome è statotroppo presto dimenticato.La novità di Giuseppe Verdi è stataquella di avere agito sulle coscien-

ze, non attraverso i giornali, i libri ola poesia, bensì in forza della musi-ca. Una musica dirompente, im-provvisa, orecchiabile e trascinatri-ce che ha fatto fremere il sanguedegli italiani e che continua a crear -ci i brividi o ci fa salire le lacrimeagli occhi con gioiosa violenza,ogni volta che la riascoltiamo.«Viva Verdi» era il motto degli ita-liani e tale resta nella fantasia po-polare il grido glorioso e gioiososulle sue ceneri immortali.

LUIGI PIANCA

S T O R I A E A R T E

Felicita

Avendo narrato nei numeri scorsidelle opere d’arte conservate inpalazzi e chiese sacilesi – realizzatepesso da maestri di passaggio –non possiamo ora non ricordareanche alcuni artisti locali chehanno goduto in passato diuna certa notorietà e le cui opereoggi sono esposte in vari museieuropei. Tra questi una particolareattenzione merita la sacilese

Felicità Sartori, incisore eminiaturista della prima metà delSettecento, di cui si è occupatodi recente Mario Albanesein un studio che porta nuova lucesulla vita e sulla personalità diquesta artista. Allieva della grande RosalbaCarriera, nella seconda metà deglianni trenta del XVIII secolola Sartori raggiunse una buona

padronanza tecnica nell’artedell’incisione (acquaforte esoprattutto bulino) che le diedesubito una certa notorietà, tantoche l’editore Giovan BattistaAlbrizzi le affidò di realizzarealcune illustrazioni per un’edizionedi lusso delle Oeuvres di Bussuet.Fu l’inizio di un periodo artisticoricco di soddisfazionie di riconoscimenti, nel corso

Sartori

UN’ARTISTA SACILESE DEL ’700

Felicita Sartori,Finalino con putti, incisione.

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Rosalba Carriera, Ritratto di dama in costume turco, presuntoritratto di Felicita Sartori.

del quale l’artista venne accoltanella Corporazione degliintagliatori di rame; appartenenzaonorata dalla bella tavola (1740)raffigurante una Allegoriadi Venezia, opera di GiambattistaPiazzetta che la sacilese «tradussee modellò morbidamente inun segno sottilissimo, i cui tratti didiverso spessore – ora precisi enetti, ora tremuli – non alteravanole tonalità della composizioneoriginale, pervasa da un briotipicamente settecentesco».Sono di questi anni i molti lavoritratti dai disegni del Piazzetta,eseguiti sia per l’Albrizzi che peraltri editori: alcuni finalini, varisoggetti religiosi, i celebri ritrattidi Gaspara Stampa (in Rimepubblicate dal Piacentini) e diCollantino di Collalto (in Memoriepubblicate dal Sedelmayr).Si tratta in gran parte, come è benstato sottolineato, «di salottierelanguidezze decorative, tuttaviaesse erano in piena sintonia con itempi, e la leggerezza virtuosisticadella grafia di Felicita rispondevaottimamente alla propensione,tutta rococò, per le immaginidelicate in cui il contenuto venivasempre subordinato allapiacevolezza della raffigurazione,finalizzata quasi esclusivamenteal puro divertimento visivo».Felicita era nata nel 1714 a Sacile,(più precisamente nella parrocchiadi San Giovanni del Tempio),da Felice Sartori e Tommasa Scotti,una famiglia originaria dalla Bassafriulana, giunta in loco qualeamministratrice della commendagerosolimitana. Incline all’artepittorica, fu seguita dallo ziogoriziano Antonio Dall’Agata dalquale apprese i primi rudimentidi disegno e forse di intarsio.Nel 1728, grazie alle buonerelazioni dello zio con Venezia,risalenti alla sua formazione

S T O R I A E A R T E

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presso Antonio Balestra, Felicitapoté trasferirsi nella città lagunare,in casa di Rosalba Carriera dove,con altre ragazze della sua età,ebbe la possibilità di seguirele lezioni dell’artista. Ben presto«divenne la sua migliore allievariuscendo ad affiancarla comecollaboratrice e fedele imitatrice».Nel suo apprendistato seguìprincipalmente i dettamidel disegno e del pastello, nonmancando quelli dell’incisione«giacché il bulino, abituandola mano al segno leggero, entravamolto nell’istruzione degli artistidi quel tempo». A questa attivitàsono legate diverse lettereintercorse tra lo zio e Felicita,lettere che Mario Albanese riportaper segnalare i progressidella giovane la quale, a partiredal 1736, si incamminerà sullastrada della notorietà artistica.Ma ecco nel 1739 la svoltadecisiva. In visita a Veneziaera giunto quell’estate il principeelettore di Sassonia FedericoCristiano, giovane figliodi Augusto III, re di Polonia.Il regal padre, preoccupato dalladiceria secondo la quale le donneveneziane altro non erano cheprocaci accaparratrici di visitatoristranieri, aveva messo accantoal figlio il suo consigliere FranzJoseph von Hoffmann, personaanziana e di malferma salute.Stando a quanto ci raccontalo storico Malamani, era costuiun vero e proprio «manualeambulante di etichetta,che doveva frenare gli impetiamorosi del giovane principe,imponendogli serietà conl’aspetto della sua venerandacanizie. Invece gli capitò diinnamorarsi come un collegialedi Felicita Sartori dando luogoal poco edificante spettacolodell’anziano attratto dalle grazie

Felicita Sartori, Ritratto ideale di Gaspara Stampa, incisioneper la pubblicazione delle «Rime» di Gaspara Stampa.

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vedova nel 1747, sposò l’annoseguente un suo giovane nipote,dopo aver ottenuto dalla curiaromana l’opportuna dispensa. A Dresda Felicita venne chiamataa corte in qualità di pittrice daAugusto III di Sassonia il quale,fanatico ammiratore delle operedi Rosalba Carriera, «volle averepresso di sé almeno la suamigliore amica».A corte lavorò moltissimo,a miniatura e a pastello,modellando il proprio stile suquello di Rosalba, rendendoparticolarmente preziose le suemi niature. Successivamente,Felicita lasciò Dresda per stabilirsia Bamberga e quindi di nuovo aDresda dove morì nel 1760 a soliquarantasei anni.I numerosi lavori della pittricesacilese (19 opere), insiemea quelli della Carriera,costituiscono oggi la famosacollezione di pastelli e miniaturedella Gemaldegalerie di Dresda.Altri lavori della Sartori sono ripostiin musei e biblioteche a Venezia,Go rizia, Udine, Bassano, New York.

della giovane e avvenentepittrice». Il pover’uomo, «per noncompromettersi durante ladelicata missione affidatagli, tentòdi dissimulare e tornò a Dresdapersuaso che nessuno se ne fosseaccorto, mentre – figurarsi!– la piccante avventura facevale spese di tutti i Caffè diVenezia». Da qui Hoffmanntempestò di lettere e propostematrimoniali la povera Felicita contanta insistenza da far scriverea Rosalba Carriera nel suo diario:«Le vieux conseiller de l’electeurde Saxe, réputé come typeachevé, est le plus precieuxmodèle des hommes de coeur».Alla fine Felicita cedettee nel luglio del 1741 lo sposòstabilendosi a Dresda; rimasta Un suo «Autoritratto in costume

turco» è andato distruttonel bombardamento di Dresdanel 1945 per cui non possediamoalcuna sua immagine.Un «Ritratto di dama in costumeturco» di Rosalba Carriera, oggiagli Uffici di Firenze, viene indicatonel catalogo come presuntoritratto di Felicita Sartori.«Ma non siamo certi – scriveMario Albanese – che sia il suovolto». A noi invece piace pensareche lo sia, che tutto questo possaessere un caso del destino,una bella e reale circostanzache gira intorno a quella «carazingaretta», il vezzeggiativocon il quale l’anziano Hoffmannchiamava nelle sue letterela giovane Felicita.

NINO ROMAN

Le sue operesono espostea Dresdae a New York

Felicita Sartori, Giuseppe e la mogliedi Putifarre, particolare, copiada Carlo Cignani, Dresda, Gemäldegalerie.

Felicita Sartori, Finalino con donna all’abbeveratoio, incisione.�

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località vicine si cimentavano allaconquista dei premi (un paio di sa-lami, delle bottiglie).Chiesa e convento furono costruitinella seconda metà del XV secoloin seguito alla presenza dei FratiOsservanti giunti in città su interes-samento delle famiglie nobili Mon-talbano e Malvolti. Si legge infattinel Libro delle Parti dell’Archivio

storico del Comune che «la religio-ne dei R. Padri dell’osservanza diSan Francesco fu sino l’anno 1460da questo Magnifico Consiglio ac-cettata in questa patria, et fu delpubblico a quella assegnato il fon-do, ove hora è costructa la chiesadi S. Maria delle Gratie, et fabrica-to l’honorato loro convento».Verso il 1530 il convento e la chie-

Il piccolo Santuario della Madon-na delle Grazie di Conegliano, untempo legato al convento dei pa-dri Francescani Riformati (Zocco-lanti), dopo un principio d’incendioscoppiato nei mesi scorsi, è ora deltutto inagibile e abbisogna di unpronto intervento restaurativo.Particolarmente legato al cuore deiconeglianesi, il santuario ha vissutouna intensa vita religiosa soprat-tutto nel mese di maggio quandola chiesa ospitava alla sera i fedeliper la recita del rosario. Nella pri-ma settimana di luglio si celebravala festa religiosa con l’intervento dinumerosi pellegrini provenienti dalFelettano, dal Sanfiorese e dal altrelocalità del Trevigiano, mossi dalladevozione del culto della Madon-na delle Grazie. La domenica si ce-lebrava la sagra con il concorso dibancarelle con i dolci poveri del-l’epoca (bussolà, frittelle con lozucchero, biscotti al cioccolato) equelle con i primi giochi di plasticaper bambini. Nell’angolo verde del-la Carpenè Malvolti, di fronte allachiesa, veniva piantato l’albero del-la cuccagna – ben unto – sul qua-le i giovani della Calpena e di altre

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A CONEGLIANO

il Santuario

Madonna

S T O R I A E A R T E

delle Grazie

Conegliano: Madonna delle Grazie.�

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La chiesaha bisognodi un prontointerventodi restauro

sa vennero ceduti ai Padri MinoriRiformati della provincia di Veneziache ne fecero anche un luogo diformazione e di studio per giovanireligiosi. La presenza dei frati in cit-tà ebbe un risvolto assai positivo invirtù non solo delle loro opere dicarità e ospitalità a pellegrini e am-malati (assistiti anche a domicilio)ma anche per la vita culturale delconvento. Nella chiesa, ampia econ numerosi altari dotati di opered’arte, trovarono posto le tombe dialcune famiglie nobili coneglianesicome i Del Giudice, i Graziani, iDall’Ava e altre; tombe venute allaluce in seguito agli ultimi interven-ti di restauro dei pavimenti. Nel 1769, con la soppressione degliordini religiosi voluta dalla Repub-blica Veneta, il convento vennemesso all’incanto e nel 1772 defi-nitivamente venduto mentre lachiesa veniva nel 1773 demolita ele nove pale degli altari trasferiti aVenezia. Contro queste decisioni iconeglianesi avviarono istanza aVenezia ottenendo la restituzionedella pala dell’altare maggiore,opera del pittore coneglianeseFrancesco Beccaruzzi, che fu collo-

cata provvisoriamente nella chiesadi San Giovanni. Con la ricostruzio-ne dell’attuale chiesa di Santa Ma-ria delle Grazie, avviata dal 1774, lapala del Beccaruzzi trovò finalmen-te stabile sistemazione nell’altaremaggiore, unitamente «ad altredue pale in tela, una rappresentan-te la Trinità e l’altra San Tiziano conalcune figure di mano buona», col-locate negli altari laterali.Le tre opere storiche dell’anticoconvento furono rubate dagli au-striaci durante l’invasione 1917-1918; rintracciate a Udine, torna-rono nella chiesa il 30 luglio 1921.Bisognose di accurato e delicato in-tervento di restauro, furono in an-ni più recenti affidate a laboratorie tecnici specializzati che le hannoriportate all’originaria bellezza. Ora però è la chiesa che ha biso-gno di un pronto intervento e la fa-miglia Dugone, nel ricordo di LuciaRasi Dugone, ha avviato una sotto-scrizione destinando le offerte fu-nebri al progetto di restauro delSantuario, ricordando a quanti vo-lessero contribuire a tale obiettivoche possono ancora farlo.

con una offerta al parroco

via Martiri Cecoslovacchi 2,tel. 0438.21275

con bonificosu Banca della Marca

IBAN IT44 UO 70846 162000 8000 912597

causale«in memoria di Lucia,progetto santuario»

COME CONTRIBUIREPER IL RESTAURO

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