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ANNO XXIX N 38 4 Novembre 2012

Date post: 06-Mar-2016
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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO
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ANNO XXIX N° 38 - 4 Novembre 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO FEDE È CREDERE ALL’AMORE DI DIO CHE TRASFORMA OGNI FORMA DI SCHIAVITÙ La fede e il suo significato nel mondo contemporaneo è stato l’argomento della catechesi di Be- nedetto XVI per l’Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro. “Nel nostro tempo - ha detto il Papa - è necessaria una rinnovata educazione alla fede, che comprenda certo una conoscenza delle sue verità e degli eventi della salvezza, ma che soprattutto nasca da un vero incontro con Dio in Gesù Cristo”.”Oggi, in- sieme a tanti segni di bene, cresce intorno a noi anche un certo deserto spirituale. (...) Le stesse idee di progresso e di benessere mostrano anche le loro ombre. Nonostante la grandezza delle scoperte della scienza e dei successi della tecnica, oggi l’uomo non sembra diventato veramente più libero (...); permangono tante forme di sfruttamento, (...) di violenza (...) di ingiustizia… (...). D’altra parte, però, cresce anche il numero di quanti si sentono disorientati e, nella ri- cerca di andare oltre una visione solo oriz- zontale della realtà, sono disponibili a credere a tutto e al suo contrario. In questo contesto riemergono alcune domande fon- damentali (...): che senso ha vivere? C’è un futuro per l’uomo, per noi e per le nuove generazioni? (...) Che cosa ci aspetta oltre la soglia della morte?”. “Da queste insopprimibili domande - ha affermato il Pontefice - emerge che “il sapere della scienza, pur importante per la vita dell’uomo, da solo non basta. Noi abbiamo bisogno non solo del pane materiale, abbiamo bisogno di amore, di significato e di speranza, di un fondamento sicuro, (...) che ci aiuti a vivere con un senso autentico anche nella crisi, nelle oscurità, nelle difficoltà e nei problemi quotidiani. Dalla Conferenza Episcopale Italiana un invito a sostenere la raccolta di firme per proporre una legge di iniziativa popolare volta a contra- stare l’indiscriminata liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali mediante l’abrogazione dell’art 3, comma 1, lett. D bis, del DL n. 223/2006, come modificato dall’art. 31 del DL n.201/2011. Nello spirito del comunicato finale dell’As- semblea Generale (maggio 2012), di quanto evocato nell’Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano (giugno 2012), oltre agli espliciti ri- chiami del Santo Padre, “a liberare la domenica dal lavoro, a tutela della dignità delle persone – della donna soprattutto – e dei tempi della fa- miglia”, si invita a favorire tale raccolta di firme, anche davanti i sagrati delle chiese, domenica 25 novembre p.v. “Non c’è uomo o donna che, nella sua vita, non si ritrovi, come la donna di Samaria, ac- canto a un pozzo con un’anfora vuota, nella speranza di trovare l’esaudimento del deside- rio più profondo del cuore, quello che solo può dare significato pieno all’esistenza”. Parte dal profondo di questa considerazione il messaggio del Sinodo dei vescovi al Popolo di Dio, inviato oggi a conclusione della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Il messaggio è caratterizzato dalla “urgenza” di “condurre gli uomini e le donne del nostro tempo a Gesù, all’incontro con lui”. Perché “molti sono oggi i pozzi che si offrono alla sete dell’uomo”, ma occorre “orientare bene la ricerca, per non cadere preda di delusioni, che possono essere rovi- nose”. Il messaggio fa il punto sui problemi e le sfide che attraversano l’umanità e che sono stati oggetto di discussione in questi giorni di Sinodo, ma lascia un segno di spe- ranza. “Il nostro - scrivono i padri sinodali - è un mondo colmo di contraddizioni e di sfide, ma resta creazione di Dio, ferita sì dal male, ma pur sempre il mondo che Dio ama, terreno suo, in cui può essere rinnovata la se- mina della Parola perché torni a fare frutto. Non c’è spazio per il pessimismo nelle menti e nei cuori di coloro che sanno che il loro Si- gnore ha vinto la morte e che il suo Spirito opera con potenza nella storia”. Umiltà. “Umiltà” è la parola che risuona nei primi paragrafi del testo, perché “l’invito ad evangelizzare si traduce in un appello alla conversione”. “Dobbiamo riconoscere - si legge - che le povertà e le debolezze dei di- scepoli di Gesù, specialmente dei suoi mini- stri, pesano sulla credibilità della missione. Siamo certo consapevoli, noi Vescovi per primi, che non potremo mai essere all’altezza della chiamata da parte del Signore e della consegna del suo Vangelo per l’annuncio alle genti. Sappiamo di dover riconoscere umil- mente la nostra vulnerabilità alle ferite della storia e non esitiamo a riconoscere i nostri peccati personali. Siamo però anche convinti che la forza dello Spirito del Signore può rin- novare la sua Chiesa e rendere splendente la sua veste, se ci lasceremo plasmare da lui. Lo mostrano le vite dei santi, la cui memoria e narrazione è strumento privilegiato della nuova evangelizzazione. Se questo rinnova- mento fosse affidato alle nostre forze, ci sa- rebbero seri motivi di dubitare”. Le famiglie di fatto. Nel paragrafo dedicato alla famiglia, i padri sinodali rivolgono un pensiero particolare alle “situazioni familiari e di convivenza in cui non si rispecchia quell’immagine di unità e di amore per tutta la vita che il Signore ci ha consegnato. Ci sono coppie che convivono senza il legame sacramentale del matrimonio; si moltiplicano situazioni familiari irregolari costruite dopo il fallimento di precedenti matrimoni: vi- cende dolorose in cui soffre anche l’educa- zione alla fede dei figli. A tutti costoro vogliamo dire che l’amore del Signore non abbandona nessuno, che anche la Chiesa li ama ed è casa accogliente per tutti, che essi rimangono membra della Chiesa anche se non possono ricevere l’assoluzione sacra- mentale e l’Eucaristia. Le comunità cattoliche siano accoglienti verso quanti vivono in tali situazioni e sostengano cammini di conver- sione e di riconciliazione”. Giovani, economia e politica. “Testimoniare il Vangelo non è privilegio di alcuno. Rico- nosciamo con gioia la presenza di tanti uo- mini e donne che con la loro vita si fanno segno del Vangelo in mezzo al mondo”. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno MESSAGGIO SINODO Il desiderio più profondo I vescovi al Popolo di Dio: “Non c’è spazio per il pessimismo’’ Segue a pag. 2 Segue a pag. 3 La Chiesa si muove in favore dei lavoratori della domenica
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ANNO XXIX N° 38 - 4 Novembre 2012 € 1.00 Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

FEDE È CREDERE ALL’AMORE DI DIO CHE TRASFORMA OGNI FORMA DI SCHIAVITÙ

La fede e il suo significato nel mondo contemporaneo è stato l’argomento della catechesi di Be-nedetto XVI per l’Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro. “Nel nostrotempo - ha detto il Papa - è necessaria una rinnovata educazione alla fede, che comprenda certouna conoscenza delle sue verità e degli eventi della salvezza, ma che soprattutto nasca da un vero

incontro con Dio in Gesù Cristo”.”Oggi, in-sieme a tanti segni di bene, cresce intornoa noi anche un certo deserto spirituale. (...)Le stesse idee di progresso e di benesseremostrano anche le loro ombre. Nonostantela grandezza delle scoperte della scienza edei successi della tecnica, oggi l’uomo nonsembra diventato veramente più libero (...);permangono tante forme di sfruttamento,(...) di violenza (...) di ingiustizia… (...).D’altra parte, però, cresce anche il numerodi quanti si sentono disorientati e, nella ri-cerca di andare oltre una visione solo oriz-zontale della realtà, sono disponibili acredere a tutto e al suo contrario. In questocontesto riemergono alcune domande fon-damentali (...): che senso ha vivere? C’è unfuturo per l’uomo, per noi e per le nuovegenerazioni? (...) Che cosa ci aspetta oltre

la soglia della morte?”. “Da queste insopprimibili domande - ha affermato il Pontefice - emergeche “il sapere della scienza, pur importante per la vita dell’uomo, da solo non basta. Noi abbiamobisogno non solo del pane materiale, abbiamo bisogno di amore, di significato e di speranza, diun fondamento sicuro, (...) che ci aiuti a vivere con un senso autentico anche nella crisi, nelleoscurità, nelle difficoltà e nei problemi quotidiani.

Dalla Conferenza Episcopale Italiana un invitoa sostenere la raccolta di firme per proporreuna legge di iniziativa popolare volta a contra-stare l’indiscriminata liberalizzazione degliorari degli esercizi commerciali mediantel’abrogazione dell’art 3, comma 1, lett. D bis,del DL n. 223/2006, come modificato dall’art.31 del DL n.201/2011.Nello spirito del comunicato finale dell’As-semblea Generale (maggio 2012), di quantoevocato nell’Incontro Mondiale delle Famigliedi Milano (giugno 2012), oltre agli espliciti ri-chiami del Santo Padre, “a liberare la domenicadal lavoro, a tutela della dignità delle persone– della donna soprattutto – e dei tempi della fa-

miglia”, si invita a favorire tale raccolta difirme, anche davanti i sagrati delle chiese,domenica 25 novembre p.v.

“Non c’è uomo o donna che, nella sua vita,non si ritrovi, come la donna di Samaria, ac-canto a un pozzo con un’anfora vuota, nellasperanza di trovare l’esaudimento del deside-rio più profondo del cuore, quello che solopuò dare significato pieno all’esistenza”.Parte dal profondo di questa considerazioneil messaggio del Sinodo dei vescovi al Popolodi Dio, inviato oggi a conclusione della XIIIAssemblea generale ordinaria del Sinodo deivescovi. Il messaggio è caratterizzato dalla“urgenza” di “condurre gli uomini e le donnedel nostro tempo a Gesù, all’incontro conlui”. Perché “molti sono oggi i pozzi che sioffrono alla sete dell’uomo”, ma occorre“orientare bene la ricerca, per non caderepreda di delusioni, che possono essere rovi-nose”. Il messaggio fa il punto sui problemie le sfide che attraversano l’umanità e chesono stati oggetto di discussione in questigiorni di Sinodo, ma lascia un segno di spe-ranza. “Il nostro - scrivono i padri sinodali -è un mondo colmo di contraddizioni e disfide, ma resta creazione di Dio, ferita sì dalmale, ma pur sempre il mondo che Dio ama,terreno suo, in cui può essere rinnovata la se-mina della Parola perché torni a fare frutto.Non c’è spazio per il pessimismo nelle mentie nei cuori di coloro che sanno che il loro Si-gnore ha vinto la morte e che il suo Spiritoopera con potenza nella storia”.Umiltà. “Umiltà” è la parola che risuona neiprimi paragrafi del testo, perché “l’invito adevangelizzare si traduce in un appello allaconversione”. “Dobbiamo riconoscere - silegge - che le povertà e le debolezze dei di-scepoli di Gesù, specialmente dei suoi mini-stri, pesano sulla credibilità della missione.Siamo certo consapevoli, noi Vescovi perprimi, che non potremo mai essere all’altezzadella chiamata da parte del Signore e della

consegna del suo Vangelo per l’annuncio allegenti. Sappiamo di dover riconoscere umil-mente la nostra vulnerabilità alle ferite dellastoria e non esitiamo a riconoscere i nostripeccati personali. Siamo però anche convintiche la forza dello Spirito del Signore può rin-novare la sua Chiesa e rendere splendente lasua veste, se ci lasceremo plasmare da lui. Lomostrano le vite dei santi, la cui memoria enarrazione è strumento privilegiato dellanuova evangelizzazione. Se questo rinnova-mento fosse affidato alle nostre forze, ci sa-rebbero seri motivi di dubitare”. Le famiglie di fatto. Nel paragrafo dedicatoalla famiglia, i padri sinodali rivolgono unpensiero particolare alle “situazioni familiarie di convivenza in cui non si rispecchiaquell’immagine di unità e di amore per tuttala vita che il Signore ci ha consegnato. Cisono coppie che convivono senza il legamesacramentale del matrimonio; si moltiplicanosituazioni familiari irregolari costruite dopoil fallimento di precedenti matrimoni: vi-cende dolorose in cui soffre anche l’educa-zione alla fede dei figli. A tutti costorovogliamo dire che l’amore del Signore nonabbandona nessuno, che anche la Chiesa liama ed è casa accogliente per tutti, che essirimangono membra della Chiesa anche senon possono ricevere l’assoluzione sacra-mentale e l’Eucaristia. Le comunità cattolichesiano accoglienti verso quanti vivono in talisituazioni e sostengano cammini di conver-sione e di riconciliazione”.Giovani, economia e politica. “Testimoniareil Vangelo non è privilegio di alcuno. Rico-nosciamo con gioia la presenza di tanti uo-mini e donne che con la loro vita si fannosegno del Vangelo in mezzo al mondo”.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

MESSAGGIO SINODO

Il desiderio più profondoI vescovi al Popolo di Dio: “Non c’è spazio per il pessimismo’’

Segue a pag. 2

Segue a pag. 3

La Chiesa si muove in favore dei lavoratori della domenica

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Anno XXIX

4 Novembre 2012

2PAG

dalla prima pagina

Anno de 2012

PAROLA DEL SIGNORETRENTUNESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B

TI AMO, SIGNORE, MIA FORZA

Dal VANGELO secondo MARCO

Allora si accostò uno degli scribi che li aveva

uditi discutere, e, visto come aveva loro ben ri-

sposto, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i

comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è:

Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico

Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con

tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con

tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai

il prossimo tuo come te stesso. Non c’é altro co-

mandamento più importante di questi”. Allora

lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e

secondo verità che Egli è unico e non v’é altri all’infuori di

lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta

la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti

gli olocausti e i sacrifici”. Gesù, vedendo che aveva risposto

saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”.

E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. (MARCO

12,28-34)

Uno scriba, un uomo della TORAH, la LEGGE, sicuramentediverso da altri, che hanno incontrato Gesù, fa al Maestro unadomanda fondamentale: qual’è la cosa più importante da fare,da seguire per vivere “ bene ” ? Gesù risponde con la preghierafondamentale d’ Israele, lo SHEMA, detta anche ASCOLTA,ISRAELE. Questa preghiera doveva essere ripetuta più volteal giorno da ogni pio israelita, proprio perché è fondamento

stesso del suo legame con il Dio deipadri. E’ una bellissima preghierache recita: Ascolta, Israele: il Signore è il nostroDio, il Signore è uno solo. Tu ameraiil Signore tuo Dio con tutto il cuore,con tutta l’anima e con tutte le forze.Questi sono i precetti che oggi ti do,ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai aituoi figli, ne parlerai quando sarai se-duto in casa tua, quando ti coricherai

e quando ti alzerai. Gesù partendo da questa preghiera, ma altempo stesso comandamento, risponde allo scriba attualizzan-dola, associando all’amore per il Signore anche l’amore versoi fratelli. Questa verità é così radicata nell’insegnamento di Gesù, e cosìben recepita dai discepoli, che l’apostolo Giovanni nella suaprima lettera scrive: Se uno dicesse: - io amo Dio -, e odiassesuo fratello, egli è un mentitore. Chi infatti non ama il propriofratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo èil comandamento che abbiamo da Lui: chi ama Dio, ami anchesuo fratello.Da qui possiamo capire come l’amore verso Dio, si realizzaamando i fratelli, il nostro prossimo, cioè la moglie, il marito,i figli, i genitori, i suoceri, i parenti, gliamici, e tutti quelli cheincontriamo nella nostra vita e che hanno bisogno di noi, del

nostro aiuto.La parola “prossimo” sta proprio ad indicare quelli che cistanno vicini. Quelli che percepiamo come bisognosi del no-stro aiuto.Grande è l’impegno che questo comandamento del Signore cichiede: trasformare il nostro egoismo in altruismo, questa è laconversione più grande che si possa fare, ma è anche l’unicastrada che porta al Regno dei Cieli, è la strada maestra cheporta al Monte delle Beatitudini. Lungo questa strada, Gesù cichiede di seguirlo: prendete la vostra croce ogni giorno e se-guitemi.Chiediamo al Signore, di starci vicino, di aumentare la nostrafede e di prenderci per mano, affinché in sua compagnia il no-stro coraggio sia più forte, così da poterci liberare dalle catenedell’egoismo, per acquisire la libertà dei figli di Dio ed esseredisponibile all’amore e al servizio del nostro prossimo, dei no-stri fratelli. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA:

L’AMORE DI DIO CI TOGLIE IL NOSTRO IO, MA SOLOPER APRIRCI, PER FARCI PIU’ GRANDI

(JEAN-MARIE PERRIN)IL GIORNO IN CUI LA GIOIA DEGLI ALTRI DIVENTALA TUA GIOIA, E IL LORO DOLORE DIVENTA IL TUO

DOLORE, ALLORA POTRAI DIRE DI AMARE. (M. QUOIST)

FEDE È CREDERE ALL’AMORE DI DIO CHE TRASFORMA OGNI FORMA DI SCHIAVITÙLa fede ci dona proprio questo: è un fiduciosoaffidarsi a un ‘Tu’, che è Dio, il quale mi dà unacertezza diversa, ma non meno solida di quellache mi viene dal calcolo esatto o dalla scienza.La fede non è un semplice assenso intellettualedell’uomo a delle verità particolari su Dio; è unatto con cui mi affido liberamente a un Dio che

è Padre e mi ama; (...) mi dona speranza e fidu-cia”.. “Certo questa adesione a Dio non è privadi contenuti: con essa siamo consapevoli cheDio stesso si è mostrato a noi in Cristo (...). Conil mistero della Morte e Risurrezione di Cristo,Dio scende fino in fondo nella nostra umanitàper riportarla a Lui, per elevarla alla sua altezza.La fede è credere a questo amore di Dio che nonviene meno di fronte alla malvagità dell’uomo,di fronte al male e alla morte, ma è capace ditrasformare ogni forma di schiavitù, donando lapossibilità della salvezza”. “E questa possibilitàdi salvezza attraverso la fede è un dono che Diooffre a tutti gli uomini. Penso che dovremmomeditare più spesso - nella nostra vita quoti-

diana, caratterizzata da problemi (...) sul fattoche credere cristianamente significa questo ab-bandonarmi con fiducia al senso profondo chesostiene me e il mondo, quel senso che noi nonsiamo in grado di darci, ma solo di riceverecome dono, e che è il fondamento su cui pos-siamo vivere senza paura. E questa certezza li-

berante e rassicurantedella fede dobbiamo es-sere capaci di annunciarlacon la parola e di mo-strarla con la nostra vita dicristiani”.”Alla base delnostro cammino di fedec’è il Battesimo, il sacra-mento che ci dona lo Spi-rito Santo, facendocidiventare figli di Dio inCristo, e segna l’ingressonella comunità della fede,

nella Chiesa: non si crede da sé, senza il preve-nire della grazia dello Spirito; e non si crede dasoli, ma insieme ai fratelli. Dal Battesimo in poiogni credente è chiamato a ri-vivere e fare pro-pria questa confessione di fede, insieme ai fra-telli”. “La fede - ha concluso il Santo Padre - èdono di Dio, ma è anche atto profondamente li-bero e umano. (...) Non è contrario né alla li-bertà né all’intelligenza dell’uomo. Anzi, leimplica e le esalta (...) Credere è affidarsi intutta libertà e con gioia al disegno provviden-ziale di Dio sulla storia, come fece il patriarcaAbramo, come fece Maria di Nazaret”.

Città del Vaticano, 24 ottobre 2012 (VIS)

– Riportiamo di seguito l’intervento in scriptis di S. Em.

R. Card. Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tri-

bunale della Segnatura Apostolica, alla quinta Sessione

dei Circoli Minori del Sinodo dei Vescovi (23 ottobre

2012).

L’Instrumentum laboris ci ricorda che la testimonianzadella fede cristiana è una risposta sommamente adeguataai problemi esistenziali, specialmente perché tale testimonianza supera la falsa frattura esistente trail Vangelo e la vita (cfr. n° 118). Ma, perché abbia luogo la testimonianza della fede, di cui il mondooggi ha urgente bisogno, all’interno della Chiesa si richiede la coerenza tra la vita e la fede.Tra lepiù gravi ferite della società di oggi si rileva nella cultura giuridica il distacco dalla sua radice obiet-tiva ovvero metafisica, che è la legge morale. In questi ultimi tempi questo distacco si è di molto ac-centuato, manifestandosi come un vero antinomismo, che pretende di rendere legali azioniintrinsecamente cattive, come l’aborto procurato, il concepimento artificiale della vita umana alloscopo di procedere a sperimentazioni sulla vita dell’embrione umano, la cosiddetta eutanasia di co-loro che godono del diritto preferenziale alla nostra assistenza, il riconoscimento legale delle unionidi persone dello stesso sesso equiparate al matrimonio, e la negazione del diritto fondamentale dellacoscienza e della libertà religiosa. L’antinomismo affermatosi nella società civile purtroppo ha con-tagiato nel post-Concilio anche la vita ecclesiale, associandosi malauguratamente alle cosiddette no-vità culturali. L’euforia postconciliare, tesa all’instaurazione di una Chiesa nuova all’insegna dilibertà e amore, ha favorito fortemente un’attitudine di indifferenza verso la disciplina della Chiesa,se non addirittura una ostilità. Pertanto la riforma della vita ecclesiale auspicata dai Padri Conciliariè stata in certo senso impedita, se non tradita. Dediti alla odierna nuova evangelizzazione, abbiamoil compito di porre a fondamento la conoscenza della tradizione disciplinare della Chiesa e il rispettodel diritto nella Chiesa. La cura della disciplina della Chiesa non equivale ad una concezione contrariaalla missione della Chiesa nel mondo, ma è una giusta attenzione per poter testimoniare coerente-mente la fede nel mondo. Il servizio, umile certamente, del Diritto Canonico nella Chiesa è anchedel tutto necessario. Come potremmo infatti testimoniare la fede nel mondo qualora ignorassimo otrascurassimo le esigenze della giustizia nella Chiesa? La salvezza delle anime, fine principale dellanuova evangelizzazione, deve anche essere sempre nella Chiesa “la legge suprema” (can. 1752).

“La cultura giuridica si è distaccata dalla legge morale”

Secondo il Prefetto del Supremo Tribunale della Se-

gnatura Apostolica, intervenuto “in scriptis” al Si-

nodo, si tratta di “una delle più gravi ferite della

società di oggi”

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Il messaggio ha quindiuna parola per tutti:per i giovani, per iquali i vescovi chie-dono di “non mortifi-care, la potenza deiloro entusiasmi”. Almondo dell’economiae del lavoro, invece, ipadri sinodali chiedono di “riscattare il lavoro dallecondizioni che ne fanno non poche volte un peso in-sopportabile e una prospettiva incerta, minacciataoggi spesso dalla disoccupazione, specie giovanile”.Al mondo della politica, l’esortazione ad “un impe-gno di cura disinteressata e trasparente del bene co-mune”; “una limpida testimonianza” e “il precettodella carità”.I cristiani perseguitati. Il messaggio sinodale siconclude con un pensiero che abbraccia tutta la terrae la cristianità. Rivolge “una considerazione tuttaparticolare, colma di affetto fraterno e di gratitu-dine”, ai “cristiani delle Chiese Orientali Cattoli-che”. “In non pochi contesti - scrivono i padrisinodali - le vostre Chiese sono in mezzo a prove etribolazioni, in cui testimoniano la partecipazionealla croce di Cristo”. “Il Signore continui a benedire

la vostra fedeltà e sul vostro futuro si staglino oriz-zonti di serena confessione e pratica della fede inuna condizione di pace e di libertà religiosa”. Il mes-saggio è indirizzato anche ai “cristiani, uomini edonne, che vivete nei paesi dell’Africa”: “Vi di-ciamo la nostra gratitudine per la testimonianza cheoffrite al Vangelo spesso in situazioni di vita uma-namente difficili”. C’è una parola per tutti, per leAmeriche del Nord e del Sud, per l’Oceania, per leminoranza cristiane in Asia, per l’Europa. “Giuntial termine di questa esperienza di comunione tra Ve-scovi di tutto il mondo e di collaborazione al mini-stero del Successore di Pietro - conclude ilmessaggio -, sentiamo risuonare per noi attuale ilcomando di Gesù ai suoi apostoli: ‘Andate e fate di-scepoli tutti i popoli [¼]. Ed ecco io sono con voitutti i giorni, fino alla fine del mondo’ (Mt

3Anno XXIX

4 Novembre 2012 PAG

Nella nostra let-tura di Matteosiamo giunti alquarto Discorsodi Gesù, il penul-timo della serie.

1. Il Di-

scorso sulla vita nella Chiesa. Si compone divari brani, messi insieme senza un rigoroso or-dine logico, ma uniti dal fatto che ciascuno, amodo suo, indica la condotta che i discepolidevono tenere nelle loro riunioni religiose enella loro vita ecclesiale.

Rivolto ai capi, Gesù indica chi è ilpiù grande nel Regno dei Cieli (18,1-5); presenta poi la gravità dello scan-dalo (18.6-11), l’attenzione per lapecora che si è smarrita (18,12-14), lacorrezione fraterna (18,15-17), la pre-ghiera in comune (18,18-20), il per-dono delle offese (18,21-22) e laparabola del servo spietato (18,23-35).In questo contesto compare ancora,come già in 16,18, la parola ekklesía:le altre due uniche occorrenze di ekkle-

sía nei Vangeli. Matteo 19,1 conclude il Di-scorso.

2. Chi è il più grande nel regno dei cieli?

Senza indicare il tempo e il luogo Mt rac-conta: “In quel momento i discepoli si av-

vicinarono a Gesù dicendo: ‘Chi dunque è

più grande nel regno dei cieli?’” (Mt18,1). Evidentemente i discepoli ritengono– totalmente? in misura rilevante? - “ilregno dei cieli” una entità anche terrena,nel quale si occupano posti più o meno alti.Essi pensano che sia importante sapere fin daora chi si collocherà al suo vertice. Quindi,sono ancora molto contaminati dalla mentalitàdel tempo che vedeva risvolti materiali e diprestigio anche in cose spirituali.

3. La grandezza di chi si fa piccolo. La ri-sposta di Gesù, in contrasto con le aspettative,prende un rilievo straordinario. “Allora

chiamò a sé un bambino (paidíon), lo pose in

mezzo a loro 3e disse: ‘In verità io vi dico: se

non vi convertirete e non diventerete come i

bambini (paidíon, plurale) non entrerete nel

regno dei cieli. 4Perciò chiunque si farà pic-

colo come questo bambino, costui è il più

grande nel regno dei cieli’” (Mt 18,2-4). Gesù chiama un fanciullo e lo fa diventare

paradigma della grandezza nel regno: compie,come i profeti, una “parabola in azione”. Edice: “Se non vi convertirete” e usa epistréfô

(cong. aor. pass.), che indica propriamente il“tornare indietro” di chi, dopo essersi allonta-nato da Dio, si incammina di nuovo verso Dio.Diversamente da metanoéô, cambiare mente,epistréfô ha come equivalente ebraico il verboshub, che indica propriamente “inversione di

marcia”, qui, per andare verso il regno percor-rendo una via impensabile: “farsi piccolo”. E’il famoso tapeinóô, diventare “tapino”, umile,ricettivo. “come questo bambino”. Qui il bam-bino non viene caratterizzato per la sua inno-cenza, purezza, ma per la sua mancanza dipretese e per la sua capacità ricettiva.

4. La santa dell’infanzia spirituale. Teresadi Gesù Bambino e del Volto Santo (1852-1897) ha vissuto e insegnato questa spiritua-lità. Il 10 ottobre 1997, proclamandola dottoredella Chiesa, Giovanni Paolo II ha presentato

così l’infanzia spiritualequale risulta dagli scritti diquesta grande santa. Ci per-mettiamo una lunga citazioneda questo alto documento diMagistero.

“Il nucleo del suo mes-saggio [riguardante l’infan-zia spirituale], infatti, è ilmistero stesso di Dio Amore,di Dio Trinità, infinitamenteperfetto in se stesso. Se la ge-nuina esperienza spiritualecristiana deve coincidere conle verità rivelate...,, occorreaffermare che Teresa ha fattoesperienza della divina rive-lazione, giungendo a con-templare le realtàfondamentali della nostrafede unite nel mistero dellavita trinitaria. Al vertice,come sorgente e termine,l’amore misericordioso delle

tre Divine Persone, come essa lo esprime, spe-cialmente nel suo Atto di offerta all’Amore mi-sericordioso. Alla base, dalla parte del soggetto,l’esperienza di essere figli adottivi del Padre inGesù; tale è il senso più autentico dell’infanziaspirituale, cioè l’esperienza della figliolanza di-vina sotto la mozione dello Spirito Santo. Allabase ancora e di fronte a noi, il prossimo, glialtri, alla cui salvezza dobbiamo collaborarecon e in Gesù, con lo stesso suo amore miseri-cordioso. Mediante l’infanzia spirituale si spe-rimenta che tutto viene da Dio, a Lui ritorna ein Lui dimora, per la salvezza di tutti, in un mi-stero di amore misericordioso. Tale è il messag-gio dottrinale insegnato e vissuto da questaSanta” (Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica

“Divini amoris scientia” (n. 8).Preghiamo. “Signore, non si esalta il mio

cuore / né i miei occhi guardano in alto; /... /Io invece resto quieto e sereno: / come unbimbo svezzato in braccio a sua madre, / comeun bimbo svezzato è in me l’anima mia”(Salmo 131).

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Il discorso ecclesiale, quarto della serie89. IL PIÙ GRANDE NEL REGNO DEI CIELI

Domenica 4 novembreOre 10.00 S. Benedetto Tr.

Convegno Fides Vita: S. Messa

Mercoledì 7 novembreOre 09.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Messa per la Scuola Media Sacconi-Manzoni

Ore 21.15 S. Benedetto Tr. - Caritas: Incontro con don Francesco Soddu, Direttore della Caritas Italiana, su “La testimonianza della carità”

Giovedì 8 novembreOre 9.30 S. Benedetto Tr. - Caritas:

Riunione del Clero

Venerdì 9 novembreOre 21.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Penitenziale per il Liceo Classico

Sabato 10 novembreOre 8.45 S. Benedetto Tr.

Cattedrale: S. Messa per il Liceo Classico

Ore 11.00 S. Benedetto Tr.Inaugurazione del Centro Polivalente Caritas

Ore 21.00 S. Benedetto Tr. - Cristo Re: Ordinazione diaconale

Domenica 11 novembreOre 10.30 S. Benedetto Tr.

Ospedale: S. Messa, in occasione della Festa Patronale

Ore 21.00 S. Benedetto Tr.Parrocchia S. Filippo Neri: Chiusura del Corso Donne dei Cursillos

COMUNICATO DELLA CURIAIl Vescovo Diocesano

S.E. Mons. GERVASIO GESTORIcon Decreto del 26 ottobre 2012 (Prot. n. 59/2012)

ha nominato

P. Bonaventura FEBBO, OFM Conv.Vicario Parrocchiale della Parrocchia Santa Maria in Montesanto e Sant’Angelo,

in Ripe di Civitella, nel Comune di Civitella del Tronto (TE),con decorrenza dal 1 novembre 2012.

Incontri Pastorali del Vescovo

DuRANtE LA sEttIMANA 4-11 NOVEMbRE 2012

dalla prima pagina

ella Fede 2013

MESSAGGIO SINODO

Il desiderio più profondoI vescovi al Popolo di Dio: “Non c’è spazio per il pessimismo’’

AVVISO

Sarebbe bello

e utile

pubblicare le

varie iniziative

parrocchiali

in questo anno

della fedeIL GRUPPO DI MONTELPARO

LA SERA DELL’11 OTTOBRE IN CATTEDRALE

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4 Anno XXIX

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La realtà politica che balza agli occhi in questigiorni è quella di una grande incertezza nel centrodestra,di una fluidità incandescente nel centro e di un procederepieno di incognite nel centrosinistra. C’è da augurarsiche il passo indietro di Berlusconi permetta ai suoi erediuna franca scelta del metodo delle primarie che facciaemergere un nucleo di sicuro indirizzo di una linea libe-rale al di fuori di ogni paternalistica protezione. La di-sorientante fluidità del Centro è data dai tanti movimenti chestanno emergendo attorno e contro il partito centrista per anto-nomasia, quello di Casini. Vedasi in particolare le ansie dei cat-tolici di Todi 2, quelle del Manifesto dei Cento “Verso la TerzaRepubblica”. Vedasi il correre dei Luca di Montezzemolo e degliOscar Giannino senza che si riesca a capire quale sarà il neces-sario contenitore per arrivare in parlamento. Il centrosinistra pro-cede tra singulti interni preoccupanti verso l’attuazione delleprimarie, un metodo già collaudato da tempo, ma che per laprima volta diventa una chiara sfida fra diversi. Certo, questabattaglia potrebbe essere sgonfiata del suo più rilevante signifi-cato qualora la tanto attesa legge elettorale adottasse un metodopiuttosto che un altro. Così le primarie, al momento, fanno i contisenza l’oste. Fiduciosi che il parlamento riuscirà, finalmente, arisolvere questo problema, dobbiamo prendere atto con piacereche il metodo delle primarie sta vivacizzando la politica sia dei

partiti direttamente interessati,sia di quell’elettorato sfidu-ciato ex militante in impegnisociali, che riscopre la possi-bilità di una partecipazione ef-

ficace e di dibattiti fortemente mirati all’innovazione. È che nelcentrosinistra la battaglia ha assunto una effettiva ricerca demo-cratica del prossimo leader di palazzo Chigi. Il tornado MatteoRenzi ha creato una reale contesa con il segretario del suo stessopartito, Pier Luigi Bersani. Il termine “rottamazione”, usato aproposito e a sproposito, è stata l’arma psicologica che ha per-messo al sindaco di Firenze di porsi con prepotenza alla ribaltadelle novità politiche del momento. Ed ha ragione quando af-ferma che il vento non si può fermare con le mani. Ma c’è daconsiderare se c’è veramente il vento e se, eventualmente, la suadirezione sia quella giusta, a favore cioè di un rinnovamento po-litico di base. La posatezza di Bersani e la sua debolezza a cam-biar le regole in itinere pro bono pacis, può lasciar veramenteperplessi di fronte alla virulenza di iniziative e di linguaggio chenon permettono ancora di verificare contenuti e capacità perso-nali. In forza di una realtà di fatto creata da Renzi, il Pd si è la-

sciato sfuggire la più preziosa finalità del metodo delle primarie:scelto il leader, sarà questo stesso a governare se riuscirà a farvincere il suo partito. E’ la prima e più elementare regola chetroviamo in Gran Bretagna, in Francia, in Germania, in Spagna.Il leader di partito, da noi già scelto con le primarie, diventacapo del governo. Perché due volte le primarie? Il grande meritodel Pd che procede ancora con primarie non addolcite, potrebbecostar caro allo stesso partito comunque vadano le cose, perchéresta il fatto che, dopo le primarie, il più grande partito del mo-mento avrà due vertici, chiunque sarà il vincitore. Se vinceràRenzi i rapporti diventeranno acuti per le naturali difficoltà d’in-tesa con il partito (vedi formazione del governo e sue iniziative).Se vincerà Bersani, la parte avversa potrebbe avere reazioni difondo fino alla spaccatura. Al di là di ogni attuale buona inten-zione. Come poi sia stato possibile ammettere alle stesse prima-rie il segretario di Sel Vendola con il quale non c’è comunità diprogramma, è un mistero superiore a qualsiasi dogma.La storia – vedi i governi Prodi – non insegna proprio niente.

Vittorio Massaccesi

[email protected]

C’è tutto, nel compatto documento di Todi 2, unanno dopo la prima iniziativa convergente delleassociazioni cattoliche impegnate nel sociale. C’èla constatazione della grave crisi in corso, che nonè solo economica, ma politica e morale. C’èl’esperienza del governo Monti e la necessità dinon disperderla, ma di rilanciarla ridando centra-lità al lavoro, all’imprenditorialità, alla crescita,ad un nuovo welfare. C’è il tema delleriforme istituzionali strutturali e della ri-forma elettorale. Ci sono i valori dellavita, della famiglia e dell’educazione.C’è l’ispirazione cristiana declinata insenso non confessionale e messa a dispo-sizione di tutti. C’è l’esigenza di onestà,rigore morale e sobrietà, prima di tuttoper la classe politica, di cui si afferma lanecessità di reale rinnovamento. Infinec’è il vero nodo. Viene affermata la ne-cessità di “un percorso che consenta,entro i prossimi appuntamenti elettorali,di generare propostenuove tanto nel con-tenitore quanto neicontenuti”. È il punto, e la sfida.È un documento sin-tetico e completo,ben scritto, non reto-rico. 683 parole,compresa la data, perpoco più di 4.000 bat-tute, al netto deglispazi: la lunghezzagiusta. È un docu-mento forte ed equilibrato: difficile non conve-nire. Posta questa solida base tuttavia comincianole incognite. Due su tutte. Il vero punto e la vera sfida è che questi nuovicontenitori per nuovi contenuti si manifestino: èla differenza tra la cultura e la politica: occorre“mettere la faccia”, individuale o collettiva. E in fretta, se nel documento la scadenza è fissataper i prossimi appuntamenti elettorali, cioè entroaprile 2013. Anche perché si parla di contenitorial plurale: se ne prefigurano due, in un sistemabipolare, oppure di più? Molto dipenderà dallalegge elettorale, che viaggia a fari spenti in attesa

di input politici. Forse qualche segnale verrà dairisultati delle imminenti elezioni siciliane: l’Isolainfatti è sempre stata un laboratorio molto inte-ressante. In ogni caso il tempo stringe, tanto piùse si resterà in un ambito maggioritario, comesembra nell’interesse dell’alleanza Pd-Sel. D’altra parte non ci muoviamo nel vuoto, ma inun terreno ingombro, anche di macerie e detriti,

oltre che di molte,moltissime aspi-razioni ed auto-candidature. Eccoallora il secondopunto. Queste nuoveproposte devonosapere parlare allatesta, ma anche alcuore ed alla pan-cia degli elettori.Allo stato attuale,

un buon terzo degli italiani è tentato dal voto diprotesta puro e semplice, costi quel che costi. Per-ché è stanco dei soliti noti, non si fida e perché èmolto, ma molto deluso e adirato, a costo di fare,sbagliando, di tutti i politici e gli amministratoritanti Batman in salsa ciociara. Todi 2 insomma,come già accadde un anno fa, afferma con chia-rezza delle esigenze. Allora era per la disconti-nuità, che si è prodotta. Ora per trarne leconseguenze ed andare verso una nuova offerta,il terzo sistema politico nella ormai lunga storiadella Repubblica, ancora avvolto nelle speranzee nelle incognite.

CATTOLICI IN POLITICA

Il vero nodoTodi 2: generare entro breve tempo proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti

Francesco Bonini

Le previste primarie tra novembre e dicembre possono determinare

rilevanti novità di metodo e di sostanza nei partiti

Il magma della vita politica dominato da primarie e incertezze

Un’alleanza costruttiva

Convegno Cei a Bari: famiglia, lavoro e festa sono tre “doni’’Famiglia, lavoro, festa: realtà, anzi“doni” che devono trovare un loro equi-librio per una vita dignitosa. Il tema èstato posto all’ordine del giorno, nellaseconda giornata del convegno nazio-nale dei direttori diocesani della pasto-rale sociale, in corso a Bari (dal 25 al28) per iniziativa dell’Ufficio Cei per iproblemi sociali e il lavoro.L’autunno e le radici. “Coniugare fedee vita, la Bibbia con il giornale” è l’in-dicazione “pastorale” data da mons.Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo diCampobasso-Bojano e presidente della Commis-sione episcopale per i problemi sociali e il lavoro.L’arcivescovo ha evidenziato il bisogno di un “ri-torno alla fede e all’etica”. Il nostro tempo, ha os-servato mons. Bregantini, può essere paragonatoalla stagione autunnale, nella quale cadono le fo-glie, “ma l’albero non muore se mantiene le sueradici”. L’autunno è anche il tempo della semina,“momento per essere intraprendenti e consape-voli”. In questa realtà come porre i tre “doni diDio”: famiglia, lavoro e festa? “La famiglia – harisposto il presule – non può essere concepitasenza gli altri due doni, che vanno visti come duegrandi ali, dove lavoro è sinonimo di dignitàmentre festa di gratuità, e per poter volare ser-vono entrambi”. “Famiglia, lavoro e festa nonpossono essere lasciate a se stesse, richiedono unlavoro pastorale fiducioso e propositivo”, ha pre-cisato mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo diAcerenza e segretario della medesima Commis-sione Cei. Vera Negri Zamagni, docente di sto-ria economica all’Università di Bologna, haricordato come “attraverso il lavoro le personepartecipino all’attività creatrice di Dio”, anno-tando però che “il lavoro è un diritto molto par-ticolare”, per il quale “non basta unalegislazione”. Nel tempo e nello spazio. PerFrancesco Belletti, presidente nazionale delForum delle associazioni familiari, “famiglia elavoro vanno considerati come due alleati, dueluoghi nei quali si costruisce il concetto di adultoe, in particolare, di adulto educato alla fede”.“Quando si parla di famiglia e lavoro – ha sotto-lineato – imprescindibile è l’inserimento neltempo e nello spazio”. Il tempo, perché “le so-cietà devono pensare prima di tutto per genera-zioni, avendo come primo obiettivo un progettosociale ambizioso”. “Per esempio – ha precisato– alcune grandi aziende hanno proposto d’inse-rire un part-time per le persone prossime allapensione, agevolando così l’assunzione dei gio-vani”. Ma anche considerare il tempo in rela-zione all’agenda quotidiana, “permettendo diarmonizzare il lavoro con le esigenze della fami-glia”. Poi lo spazio, che va visto – ha rilevato ilpresidente del Forum – come l’insieme di “luo-ghi relazionali”, poiché “le persone si ricono-scono nei luoghi che frequentano”. Ed è perquesto che, a suo avviso, andrebbe rilanciato ilconcetto di “localismo”, visto però non in ma-

niera “competitiva e conflittuale, ma finalizzatoalla costruzione del bene comune”. Famiglie sempre più povere. Andando ad ana-lizzare, dati alla mano, il rapporto tra distribu-zione del reddito e famiglie, l’economista Luigi

Campiglio ha rilevato che “la riduzione del red-dito familiare è oggi uno dei problemi più delicatie sensibili per la ripresa economica del Paese”.Il “reddito disponibile per le famiglie – ha illu-strato Campiglio – è in diminuzione già dal2002”; nel 2010 “il 20% delle famiglie con red-diti elevati ha generato il 64% del risparmio”,mentre “la quota d’indebitamento è aumentata”.“Il fatto che la famiglia non venga considerata uncentro di decisione economica per la spesa – haprecisato – è un errore gravissimo perché depo-tenzia ogni politica economica, che pensa ai sin-goli individui quando a decidere è proprio lafamiglia”. D’altra parte, pure la situazione gio-vanile è “sofferente” già da prima della crisi,come ha notato Carlo Dell’Aringa (docente dieconomia politica alla Cattolica) e il rischio è“che le situazioni s’incancreniscano”, creandonei giovani “ferite che difficilmente si rimargi-nano”. Il valore della maternità. Sul dato de-mografico si è concentrata Barbara Imperatori,docente di economia aziendale all’UniversitàCattolica, che ha sottolineato il basso tasso di oc-cupazione femminile del nostro Paese. “Pur-troppo in Italia ben il 76% dei top managerpercepisce la maternità come un inconveniente,con un relativo aumento dei costi e una diminu-zione della produttività”. Non a caso sono sem-pre di più le donne che abbandonano il lavorodopo una gravidanza, mentre coloro che restanorilevano un forte grado di conflittualità interna.Sulla base di un progetto di ricerca portato avantida Imperatori emerge però che, in realtà, la ma-ternità può essere un’opportunità per l’aziendapiù che un limite, ma questo implica “una riedu-cazione del datore di lavoro e del sistema azien-dale”. “Se le future madri si sentono supportatedai loro capi e possono contare su un dialogo tra-sparente e costruttivo i costi si abbassano note-volmente”. Torna quindi, il concetto di“flessibilità”, più volte emerso nel corso di questegiornate, secondo il quale “bisogna tener contoanche delle esigenze dei lavoratori, superando irapporti conflittuali in favore di alleanze costrut-tive”.

a cura di Nike Giurlani e Francesco Rossi,

inviati Sir a Bari

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Ricordiamo don Oreste Benzi a 5 anni dalla morte (2 novembre 2007) e lo facciamo con alcuni suoi pensieri

“Vivendo una vita nuova su questa terra non posso non incontrare la resistenza del malein me prima di tutto, e fuori da me, non posso non “scocciare coloro” che tengono incate-nata la verità nell’ingiustizia.Non si può fare nuovo il mondo agendo secondo il modo umano, ma ragionando secondoCristo che è via, verità e vita il mondo cambia, però cambia nella misura in cui cambio io.Prima di tutto la devo fare dentro di me questa rivoluzione.L’inferno è un rifiuto d’amore. L’inferno c’è già su questa terra così come il Paradiso c’ègià su questa terra e la morte non è altro che una continuazione di quello in cui noi siamo.Il Paradiso è l’accettare di amare, è vivere come Gesù, questa è la cosa stupenda che an-diamo a dire nel mondo con la vita e con i fatti.Quando tu dici benedi coloro che dicono male di te,quando tu ami coloro che ti odiano,quando tu preghi per chi ti perseguita,quando tu vinci il male con il bene,manifesti che Cristo è venuto,sei testimone con i fatti che Dio c’è,che Dio è dentro la tua vita!L’amore disarma: quando uno si sente amato del tutto, sempre, ovunque, a qualsiasi costo,non teme più, lascia cadere le armi e al posto dell’odio subentra l’amore, al posto della men-zogna subentra la verità, al posto della morte entra la vita.

Un evento di grande spessore sociale cui hapartecipato un gran numero di persone quali-ficate a dimostrazione dell’interesse suscitatonel territorio dall’argomento proposto. Intendiamo ritornarci proponendo il salutopronunciato, nell’occasione, dal nostro Ve-scovo, Mons. Gervasio Gestori:“Solo una parola di saluto alle Autorità, ai medicied a tutti i partecipanti. Mi complimento viva-mente con il Dr. Alfredo Fioroni, Presidente deiMedici Cattolici, sezione diocesana di SBT, peravere organizzato con i suoi collaboratori questoConvegno. Il sottotitolo del Convegno è estrema-mente chiaro: “Cosa fare quando sembra non cisia più nulla da fare”. Non entro nel tema, mentremi limito a sottolineare l’importanza e l’attualitàdel discorso, da vescovo. Il 25 ottobre prossimol’Orchestra sinfonica del Conservatorio di Milanoterrà un concerto in onore del Dr. Gianni Bona-donna. Ho letto ieri su “Sette”, supplemento delCorsera, che questo grande oncologo, scopritoredella cura al tumore di Hodgkin, pungola i colle-ghi dicendo: “Fate tesoro degli errori passati epresenti, ora è tempo di ascoltare i pazienti”.Ascoltare i pazienti! E aggiungeva: “Cari medici,gli uomini non sono solo molecole”. Cose abba-stanza ovvie. Che cosa dire? Come ci prendiamocura della nascita, così occorre prendersi cura dichi muore e dei suoi familiari. Con tutte le nostrerisorse umane, sanitarie, psicologiche, spirituali,che abbiamo a disposizione, occorre accompa-gnare la vita fino alla morte. Tutti noi, personalesanitario, volontari, assistenti spirituali, possiamofare molto per questo accompagnamento dellavita di una persona fino all’ultimo respiro. Unproblema grave, ciò che fa veramente paura, è lasolitudine delle persone in fin di vita e, quandosono presenti, delle famiglie. Mi hanno colpito ipensieri di una accompagnatrice: “Essere accantoa qualcuno che sta morendo... le persone sentonoquando se ne devono andare e vivono statid’animo che corrispondono al loro essere in quelpreciso istante: stanchezza, delusione, rabbia,paura, rassegnazione, emozioni diverse. Credoche il ruolo dell’accompagnatore sia quello di es-sere accanto al malato terminale, in semplicità ecomplicità. . . In ospedale viene spesso dimenti-cato che un malato è comunque ANCORA una

persona, con sentimenti ed emozioni, forse an-cora più nitidi e decisi, è importante che ci siaqualcuno che possa ascoltare quanto c’è ancorada dire... con l’intenzione di essere un libroaperto, dove il malato possa scrivere quanto de-sidera... Un contatto, a volte anche fisico, è di vi-tale importanza per chiunque, soprattutto per chisente che la vita lo sta abbandonando... Tantevolte basta un sorriso, un lampo negli occhi e ilcontatto è stabilito.. .Personalmente trovo fasti-dioso il rumore eccessivo dei reparti, le luci forti,il disagio che prova una persona ad essere espostaagli occhi di tutti in un momento così intimo... Avolte il letto di un malato terminale diventa unapiccola isola dove veniamo ospitati e condotti permano in realtà diverse e sconosciute.. .Vorrei chequest’isola fosse un poco più grande e più quieta,meno rumore, più attenzione da parte di tutti”.(Questi i pensieri di una accompagnatrice). Pen-sieri ricchi di umanità, di attenzioni delicate, diamore. Amore: ecco la parola che deve guidarechi sta accanto ai malati terminali. Amore vero,non comodo. Aiutare a dare un senso anche allavita dei malati terminali, “illuminare il tempo”,come ha scritto il Dr Fioroni. Ecco che cosa fare.Grazie.”

“Cosa fare quando sembra non ci sia più niente da fare”

Dal Convegno tenuto il 20 ottobre 2012 presso l’Auditorium “Tebaldini”

Pubblichiamo un’interessante intervista

del prossimo Cardinale Tagle delle Filippine dove operano

come missionarie le nostre Suore Teresiane di Ripatransone

L’arcivescovo di Manila, tagle:

mia nomina a cardinale, dono per l’evangelizzazione in Asia2012-10-24 Radio Vaticana

Un sorriso che esprime emozione, gioia e gratitudine al Papa per averlo scelto tra i nuovi cardinali.E’ quello disegnato sul viso di mons. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila nelle Filippine,vicepresidente della Commissione per il messaggio del Sinodo. Paolo Ondarza lo ha incontratosubito dopo l’annuncio dato ieri mattina da Benedetto XVI:

R. - Non sono ben preparato per ricevere questo onore dal Santo Padre! E’ un segno di fiducia eper me è un’esperienza spirituale. Quando il segretario di Stato mi ha chiamato per comuni-carmi la decisione del Papa, volevo rispondere con le parole della preghiera prima della Comu-nione: “non sono degno di partecipare alla tua mensa…”. Però ho sentito anche che Qualcuno,più grande di me, è venuto a chiamarmi.D. - Dopo quella al sacerdozio, quella all’episcopato, questa è una nuova chiamata…R. - Sì, questa chiamata non è per me come individuo ma è per la Chiesa di Manila e la Chiesadelle Filippine.D. - Qual è stato il suo primo pensiero appena saputa la notizia?R. - Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stata la mis-sione della Chiesa delle Filippine, in particolare la Chiesa diManila. Questa Chiesa ha un compito e un impegno per lagrande missione nel vasto continente dell’Asia. Forse questodono che ho ricevuto è per promuovere la missione della Chiesafilippina nell’evangelizzazione dell’Asia.D. - A questo proposito quale augurio per l’Anno della fede?R. - La metà di tutti i cristiani in Asia si trova nelle Filippine. E’gente semplice, la maggioranza è povera, ma la loro ricchezza èla fede: la fede, la musica e il sorriso! Dobbiamo condividerequesto dono della fede con gli altri.D. - La nuova evangelizzazione da chi deve partire, da quale cat-egoria di persone?R. - Ognuno, ogni battezzato, è chiamato ad essere evangelizza-tore: l’età non importa, il livello di educazione non importa. Lagrazia e la determinazione di far conoscere Cristo: questo è tuttociò che costituisce il motore per l’evangelizzazione.

Un aiuto speciale all’inizio dell’anno scolastico

Gli studenti dell’ITC, come abbiamo documentato in altro numero del nostro setti-manale, sono andati a piedi fino al Santuario di S.Giacomo, per iniziare, in coerenzacon il proprio battesimo, l’anno scolastico chiedendo aiuto a Dio per intercessione delSanto della nostra diocesi. Mercoledì,7 novembre sarà la volta della Scuola MediaSacconi-Manzoni: gli alunni parteciperanno alla S.Messa nella Basilica-Cattedrale,celebrata dal Nostro Vescovo. Sabato, 10 novembre, il Nostro Vescovo celebrerà unaS.Messa in lingua latina e greca nella Basilica-Cattedrale per gli studenti del LiceoClassico “Leopardi”. A tutti è noto come il patrono degli studenti è San Giuseppe daCopertino, particolarmente venerato ad Osimo. Nel fare gli Auguri a tutto il mondodella scuola, ci piace riportare questo scritto sul Santo di Papa Giovanni Paolo II: “SanGiuseppe da Copertino incoraggia il mondo della cultura, in particolare della scuola, afondare il sapere umano sulla sapienza di Dio”, disse Giovanni Paolo II, ricordando,con queste parole, che proprio questo amore per Dio e questa sua continua tensioneverso il divino, portarono l’umile frate “illetterato” a comporre poesie, “parabole” ecantici, il più noto dei quali fu Il Cantico del bene, che nemmeno lui avrebbe mai so-gnato di scrivere. San Giuseppe da Copertino, in sostanza, è la dimostrazione che aDio nulla è impossibile. Un esempio di come il Signore possa realizzare cose conside-rate irrealizzabili e umanamente impensabili. La prova che se uno fa la volontà di Dioe si affida pienamente a Lui, non avrà nulla di che temere e che il Signore donerà laforza per affrontare qualsiasi tipo di “impresa”. “San Giuseppe da Copertino incoraggiail mondo della cultura, in particolare della scuola, a fondare il sapere umano sulla sa-pienza di Dio”, disse Giovanni Paolo II, ricordando, con queste parole, che proprio que-sto amore per Dio e questa sua continua tensione verso il divino, portarono l’umilefrate “illetterato” a comporre poesie, “parabole” e cantici, il più noto dei quali fu Il Can-tico del bene, che nemmeno lui avrebbe mai sognato di scrivere. San Giuseppe da Co-pertino, in sostanza, è la dimostrazione che a Dio nulla è impossibile. Un esempio dicome il Signore possa realizzare cose considerate irrealizzabili e umanamente impen-sabili. La prova che se uno fa la volontà di Dio e si affida pienamente a Lui, non avrànulla di che temere e che il Signore donerà la forza per affrontare qualsiasi tipo di “im-presa”.

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HALLLOWEEN? Ma sappiamo veramente in qualefesteggiamento coinvolgiamo i nostri bambini?

Ogni 3 anni, quando a Grottammare si svolge il “Cristomorto” il Venerdì Santo, è sempre più difficile reclutare bam-bini e ragazzi. “Papà ha detto che non posso venire, perché

è troppo tetro”, rispondono spesso le bambine, a cui qualchevolenteroso adulto, chiede di prendere parte alla Sacra Rap-presentazione, risalente al ‘700, una delle più antiche del cen-tro Italia. Per contro, oggi come oggi quasi tutti i bambinifesteggiano piacevolmente “Halloween”. Nei supermercatigià dal mese di settembre vediamo sugli scaffali costumi dizombi, strega e mostro, morto vivente o dolci a forma dizucca. In più i telefilms americani ci propongono spessobambini mascherati da morti che bussano per le case pro-nunciando la sibillina frase: “Dolcetto o scherzetto?” ( in re-altà è la promessa di una maledizione), alla quale

prontamente i proprietari delle case visitate rispondono consegnandoil “pegno” dei dolci. Tutto sembra innocuo, così innocente, una sorta di carnevalata autunnale,ma non è come sembra. Halloween in realtà è la festa satanica di “Samhain”, rappresenta la finedi ogni ciclo , la morte che sopraggiunge senza spazio, ne’ tempo, ne’ speranza, è la morte nonsolo fisica, ma anche la morte dello spirito. E’ il contrario della Resurrezione. Non solo: i gattili(cioè ricoveri per gatti randagi) sono subissati di telefonate di persone che desiderano urgente-mente “adottare” un gatto e lo vogliono (guarda un po’) nero o bianco. Ciò ha allertato ormai daalcuni anni i responsabili delle adozioni di gatti nel mese di ottobre, in quanto poi i proprietari, ri-contattati nelle procedure del “post-affido” per sapere l’andamento dell’adozione, generalmentedichiarano che purtroppo il gatto non c’è più perché scappato. A questo punto, anche dopo il ri-trovamento di “cerchi di satana”, ossia luoghi dove vengono effettuate le messe nere il 31 ottobree il macabro ritrovamento di gatti “sacrificati” al maligno, soprattutto di colore nero o bianco, siè capito che c’era ben altro sotto questa pressante richiesta di gatti nel mese di ottobre.. La gentenon lo sa. Quando ci fu l’avvento del cristianesimo, essendo radicata nella popolazione questa fe-stività pagana, venne fatta coincidere con la fine e l’inizio del ciclo agricolo e con un momentodi “ricordo” dei nostri estinti, tutto qua. Ma non dimentichi il cristiano che la nostra speranza ac-cesa è la Resurrezione, alla quale prelude anche la Sacra Rappresentazione del Cristo morto diGrottammare del venerdì Santo, la quale non è una celebrazione della morte, ma un’ “Attesa”della Rinascita e della Vita Eterna. Susanna Faviani

Silvia ha il giornale in mano, indica l’articolo della sentenza suigeologici che non hanno previsto il terremoto a L’Aquila, o chenon hanno avvertito la popolazione del pericolo imminente, nonmi è ben chiaro. Silvia ha il giornale in mano e mi parla di Mat-teo che non c’è più. Ha ancora un ricordo vivo di lui. Matteo stu-diava e non aveva paura di stare là, perché dicevano che nonc’era nulla da temere, perché la situazione era tranquilla, perchéera tutto normale: “una scossetta al giorno c’è sempre”. Lo leg-geva sui giornali, al bar dell’Università. Magari, tra amici, ci sischerzava anche su… Ne parlava con Silvia, pure il giorno primane aveva parlato. Si fidavano dei geologi, della televisione, delbuon senso. Forse se avessero dato un piccolo allarme, se aves-sero trasmesso un minimo dubbio, non sarebbe andata così.Certo, le case sarebbero crollate, ma molti si sarebbero salvati.Forse il suo amico si sarebbe salvato. Forse… già, forse… Provoa dirle qualcosa, con il dubbio di sbagliare, un dubbio umano.Parto da una domanda.Cara Silvia, questa sentenza, oggi, cosa ci sta dicendo? A mesembra che sia una sentenza che rispecchia una mentalità benprecisa. A me sembra che ci sia un pensiero dominante ormai,un pensiero che si è diffuso negli ultimi decenni secondo il qualel’uomo può tutto: non c’è un Dio, non c’è un fato, non c’è undestino... ognuno lo chiami come vuole... A me sembra che cisia sempre bisogno di trovare una colpa umana a tutto ciò che ciaccade e un uomo colpevole, forse perchè ci aiuta ad affermarel’onnipotenza umana rendendoci più tranquilli.Io questo modo di pensare lo trovo un inganno, un’illusione bellae buona. In verità, a me capita il contrario: se tutto dipendesse

da me, non mi sentirei molto tranquillo. Anzi, hoproprio bisogno di dipendere da qualcun’altro. Lamia è una logica diversa, strana direi per questitempi. È la logica della fede. Solo la porta della

fede (come la chiama Benedetto XVI nella sua ul-tima lettera) può darci una possibilità in più e cioèquella di aprirci all’ignoto, in quanto non riusciamoa spiegarci tutto, e affidarci a un Altro.In una puntata del Dr. House, il Dr. House è sottoispezione perché, a causa dei suoi metodi diagno-stici poco ortodossi, un paziente è morto. Di fronteall’ispettore, il Dr. House dice che gli ispettorihanno sempre bisogno di trovare un colpevole, manon è detto che ci sia sempre questo colpevole.Anzi! Egli è certo, invece, che i suoi metodi fun-zionano proprio perché molti si salvano e qualcunomuore. Pensare di salvare tutti sarebbe solo presun-zione che porterebbe ad un delirio di onnipotenza.Qualche volta il fallimento ci ricorda la nostra umanità, la nostrafragilità con la quale dobbiamo purtroppo fare i conti. Ed è quiche la fede mi sostiene.Purtroppo c’è anche un aspetto ironico in tutta questa storia, per-chè è stata una parte della comunità scientifica ad aver sostenutosempre di più, negli ultimi decenni, un diffuso positivismo, ecioè l’idea che tutto è sotto il controllo dell’uomo, che nulla cisfugge, dalla genetica all’Universo, fidandosi ciecamente nellascienza stessa. Ed è proprio la scienza che oggi viene bastonatadalla sua mentalità. Ora Matteo non c’è più e forse non ha biso-

gno delle sentenze umane per sen-tirsi in pace, non ha bisogno di tro-vare un colpevole. Queste cosesono necessarie a noi, giustamente,ma altrettanto giustamente va cer-cata la verità e non un colpevole.Tutti vogliamo giustizia, anche sesappiamo che nessuno mai ci ridaràl’affetto delle persone care, perchèla giustizia che trova la verità èsempre un bene, ma non è detto chela verità sia necessariamente quelladei tribunali che ragionano con leleggi (umane) e non con lo sguardosulla realtà tutta.Se poi, cara Silvia, vogliamo la-sciar perdere tutti questi discorsi erestare intrappolati tra le colonne

dei giornali e i commi delle leggi, forse qualche colpevole pos-siamo trovarlo veramente. Io magari lo cercherei tra chi avrebbedovuto controllare gli edifici, e non tra chi avrebbe dovuto pre-vedere un terremoto e dare un profetico allarme su qualcosa chenon è prevedibile...Lo so, Silvia, che non riesco ad entrare nel tuo cuore, che le mieparole non sanno alleviare le tue sofferenze, non ricolmano unvuoto, ma non era questo il mio intento. Spero semplicementeche ti aiutino a guardare la realtà da una prospettiva nuova. Tuttoqui.

E se la fede c’entrasse anche con i terremoti?(Alessandro Ribeca – autore del romanzo La luce nei tuoi occhi)

A qualche giorno di distanza dall’incontro-manifestazione“Giù le mani dalle Marche” svoltosi sabato 20 Ottobrepresso la Fiera della Pesca in Ancona, a cui hanno parteci-pato 29 tra comitati cittadini ed associazioni e 4 formazionipolitiche, siamo in grado di tracciare un primo bilancioconsuntivo.1. Possiamo con orgoglio e soddisfazione rimarcare la to-tale riuscita della manifestazione: vi  hanno preso parteoltre 500 cittadini marchigiani, dando vita ad una “bolgia”ordinata ed attenta agli interventi dei relatori che si sonosucceduti.2. Forte è stata la presenza dell’Associazione Ambiente e Salute nel Piceno, che insieme alComitato “Aria Pulita “ di Colonnella ha partecipato all’incontro allestendo un intero pul-lman.3. Il segnale lanciato è chiaro: di fronte alla montagna di soldi per interventi lesivi dei dirittidei cittadini si è formato un fronte unico di Comitati, amministrazioni locali (una dozzina diSindaci ed amministratori hanno partecipato , tra questi anche l’assessore Canducci ha presola parola) ed associazioni quali la Coldiretti.4. Ambiente e Salute nel Piceno torna più forte ed impegnata che mai.5. Abbiamo incontrato i capigruppo consiliari esponendo loro la necessità che il ConsiglioComunale faccia propria la vertenza per la tutela del patrimonio e delle attività produttivedella città.6. Altre  amministrazioni lo hanno già fatto e lo stanno facendo: significativo l’in-tervento dei Sindaci di Fano e di Sant’Elpi-dio a Mare.

L’Associazione “Ambiente e Salute”

ci porta a conoscenza ...

Dopo l’Happening nazionale degli Oratori(in Italia sono 6.000) svoltosi a Bergamo eBrescia nel settembre scorso al quale hannopartecipato 70 tra educatori e animatori delle300 strutture operanti nelle Marche è iniziatoa livello regionale un importante percorso diricerca-azione che ha lo scopo di valorizzareal massimo tali strutture nell’interesse dellacrescita sociale della comunità.E’ con questo obiettivo che il Forum degliOratori delle Marche, il coordinamento Ora-

tori Fermani e l’Istituto Teologico Marchi-giano hanno promosso per sabato 3 e dome-nica 4 novembre prossimi un seminarioaperto al pubblico che avrà luogo a Fermo.La due giorni ha come messaggio “Voglia diOratorio” e si articola in due sessioni centratesu un vero e proprio “LAB-Oratorio”: laprima sabato pomeriggio 3 novembre dalle15,30 alle 19,00 sviluppa il tema “Per unacondivisione di sguardi, progetti e azioninegli Oratori marchigiani”, la seconda dome-

nica mattina dalle 9,30 alle 12,30 su“Scambi, connessioni tra gli Oratori, le As-sociazioni, i Movimenti e le Pastorali. En-trambe le sessioni (si svolgeranno pressoVilla Nazareth) sono coordinate da donFrancesco Pierpaoli del Forum degli Ora-tori Marchigiani, don Sebastiano Serafinidel coordinamento Oratori Fermani, Mas-similiano Colombi sociologo docentepresso l’Istituto Teologico Marchigiano eSilvia Brena dell’Università degli studi diBergamo.Il seminario si concluderà domenica pome-riggio presso l’Auditoriumo “G. France-schetti”, dalle 15,30 alle 18,00, con ilconfronto su “Istituzioni, Chiesa e Univer-sità in dialogo intorno agli oratori marchi-giani”: interverranno mons. EdoardoMenichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo,Paolo Petrini, vice presidente della RegioneMarche, don Marco Mori, presidente delForum Oratori Italiani e Ivo Lizzola, peda-gogista dell’Università di Bergamo. (s.b.)

“LAB-Oratorio” a FERMO il 3 e 4 NOVEMBRE 2012

Istituzioni, Chiesa e Università in dialogo sugli Oratori marchigiani

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7Anno XXIX

4 Novembre 2012 PAG

Da Ripatransone a cura di A.G. – I.A.

A Ripatransone, dal 27 Settembre al 17 Otto-bre 2010 hanno soggiornato 15 studenti delleclassi IV-A e IV-C dell’Istituto Tecnico Statale“Giustino Fortunato” di Eboli in provincia diSalerno, (settore tecnologico, indirizzo: agra-ria, agroalimentare, agroindustria), per fre-quentare lo stage aziendale “Laboriosa…mente 2”, nell’ambito delle attività del pro-gramma operativo nazionale F.S.E. “Compe-tenze per lo Sviluppo”, con l’obiettivospecifico di migliorare i livelli di conoscenzae di competenza dei giovani. Le escursioni-le-zioni si sono svolte principalmente pressovarie aziende, come: a Ripatransone: Cantinadei Colli Ripani, Cantina Le Caniette della fa-miglia Vagnoni, Laura Frattini, Frigotecnica

Internazionale, Texon; aMontefiore dell’Aso:Azienda Porrà (carnemarchigiana); ad Offida:la sede della VINEA(Associazione produttorivinicoli); ad Ascoli Pi-ceno: il caseificio “Sa-belli” e la sededell’Istituto Tecnico Sta-tale Agrario “Ulpiani”.Durante la lunga perma-nenza, ai ragazzi è statadata l’opportunità di visi-

tare il centro storico di tre città: Recanati, Ri-patransone, Ascoli Piceno. Gli insegnantiaccompagnatori-istruttori sono stati: AlfredoPisaturo e Giovanna Tomeo (per il primoturno); Antonio Menza e Pietro De Chiara (peril secondo turno); tutors per tutto il periododello stage: Concetta Di Ciao e Francesco-paolo Perillo titolare del B&B “La Casa delPrete” e dell’agriturismo “La Casa nel Bosco”,strutture dove i ragazzi hanno trovato comodoalloggio; i pasti sono stati serviti presso il ri-storante “La Petrella”. Studenti, docenti e tu-tors hanno lasciato Ripatransone pienamentesoddisfatti per l’accoglienza ricevuta e per lariuscita dello stage.

Ospiti della Città 15 stagisti

di un Istituto Tecnico di Eboli

Nella giornata di mercoledì 24 ottobre, si è svolta, nelle acque del Compartimento Marittimo di San Benedetto del Tronto, un’esercitazione marittimacomplessa antinquinamento denominata “POLLEX 2012”.

Lo scenario ipotizzato è stato rappresentatodallo sversamento accidentale in mare di 1000 litridi gasolio a seguito della rottura di una linea di aspi-razione della pompa di rilancio dalla Piattaforma off-shore “Pennina”, situata a circa 20 km dalla costasambenedettese. L’attività addestrativa ha coinvoltoun totale di 4 unità navali ( 2 unità navali della Capi-taneria di Porto, una dei Carabinieri ed una dellaGuardia Di Finanza), con l’intervento di due battellidisinquinanti della Società Adriatica Idrocarburi(concessionaria della piattaforma) che hanno proce-duto al recupero del prodotto sversato mediante l’im-piego di panne galleggianti e di un “oil skimmer”.

L’esercitazione ha permesso di testare la prontezza operativa e la capacità di coordinamento dellaCapitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto nel fronteggiare incidenti che comportino l’in-quinamento marino da idrocarburi e da sostanze nocive in ottemperanza a quanto previsto dalPiano Operativo di Pronto Intervento Locale nonché la capacità della società concessionaria diattivare il proprio piano di emergenza. “Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti che hanno eviden-ziato l’ottima capacità di collaborazione tra Stato e privati che uniscono le proprie risorse per of-frire la migliore risposta all’emergenza” ha dichiarato il Comandante Michele Castaldo.-

A Ripatransone, lunedì 22 Ot-tobre 2012 è stato ricollocatosulla facciata della chiesa co-munale di San Rocco, l’arti-stico portone in noce, dopo ilrestauro fatto ad Urbino dallalocale Ditta Maurizio Ciaroni,che l’aveva prelevato nelloscorso mese di Giugno pertrasferirlo nel suo laboratorio.I lavori, eseguiti a regolad’arte, sono stati autorizzati econtrollati dalla Sovrinten-denza ai Beni Storici, Artisticied Etnoantropologici delle Marche, con sede adUrbino. Per il restauro si sono particolarmenteinteressati: Pasquale Zazzetta, priore della Con-fraternita del Sacro Cuore, che ha la sede nella

stesa chiesa, ed il sindacoProf. Remo Bruni. A sostenere le spese hannocontribuito la medesima Con-fraternita, l’Am ministrazioneMu ni cipale e la Banca di Ri-patransone-Credito Coopera-tivo. Il Comune ha provveduto ailavori di carattere strutturaledell’ingresso della chiesa.Con il portone “rimesso anuovo”, esteticamente ha as-sunto un aspetto migliore,

l’intera facciata del luogo sacro e soprattutto ilportale in arenaria con lo stemma del Municipionel timpano, opera realizzata nel 1569 da Gia-como da Varese.

Restaurato l’artistico portone della chiesa di San Rocco

Parrocchia Madonna di Fatima

ELISABETTA, NUOVA DOTTORESSAIN ECONOMIA

di Anna Cannella

In queste settimane alcuni giovani della nostra Comunità Parroc-chiale hanno conseguito brillanti risultati nel proprio percorso distudi. Sabato 20 ottobre 2012, Elisabetta Cannella ha conseguitola laurea triennale in Economia e Commercio con il voto di105/110, presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona,con la tesi “Etica e Responsabilità del Revisore Contabile”. Alladiscussione della tesi della nostra Elisabetta ed alla cerimonia diproclamazione dei risultati hanno partecipato i genitori Giuseppee Mariella, la sorella Anna, i nonni, parenti e amici che congra-tulandosi, per lo splendido risultato conseguito, le augurano unfuturo pieno di successo e soddisfazioni.

Parrocchia Madonna di Fatima

PREMIO AGLI STUDENTI MERITEVOLI ALL’ISTITUTO FAZZINI - MERCANTINI

Di Alessio Rubicini

“Solo la forza della ragione, non altra, apre al rispetto altrui, sal-vaguarda l’integrità e la dignità di ciascuno. È la conoscenza lamigliore arma a difesa della libertà!” È stata questa la motiva-zione con cui la Prof.ssa Rosanna Moretti, Dirigente dell’Istituto

Scolastico Fazzini – Mercantini di Grottammare eRipatransone, ha assegnato delle borse di merito perl’anno scolastico 2011 – 2012 ad alcuni studentidell’Istituto che la stessa Prof.ssa Moretti dirige.Tra gli studenti che hanno ricevuto tale premioanche 3 ragazze dellanostra Comunità Par-rocchiale: GiorgiaMori e Giorgia Pic-ciola, studentessepresso il Liceo Mer-cantini di Ripatran-sone, e TaniaBonanno, che fre-quenta l’Istituto Faz-zini di Grottammare.La notizia di questopremio ricevuto èstata, ancora unavolta, l’occasione pertutta la Comunità Par-rocchiale di compli-mentarsi con queste nostre ragazze e con tutti iGiovani della nostra Parrocchia che non esitano amettere tutto il loro impegno nello studio per con-seguire simili brillanti e gratificanti risultati, oltre-tutto, senza far mancare la loro presenza al serviziodella nostra Comunità. Forza ragazzi, continuatecosì!

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8 Anno XXIX

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“Nel week end arriva Cassandra che porterà pioggia in tutto il weekend …”: così hanno annunciato tutti i telegiornali nelle ultime setti-mane. “Cassandra”però ha permesso che sabato 27 Ottobre la parroc-chia Madonna del Suffragio si riempisse di colori, di musica, di tantiragazzi, genitori ed educatori accorsi tutti per partecipare alla “Festadel CIAO 2012”. Questo momento di gioia e di festa è ormai un ap-puntamento annuale non solo nella nostra parrocchia, nella nostra dio-cesi ma in tutta l’Azione Cattolica Italiana. Tanti sono stati giochi preparati per i ragazzi dai giovanissimi della par-rocchia. Ognuna delle attività rappresentava una caratteristica fonda-mentale per la vita di teatro (in legame con il tema dell’anno associativo“IN CERCA DI AUTORE”): espressione artistica, agilità, lavoro disquadra, interpretazione ecc. E’ stato fantastico vedere come i nostriragazzi si avvicinavano ai giochi con stupore, interesse e tanta tanta voglia di divertirsi. Anchegli educatori hanno affrontato le varie sfide accompagnati dal tifo dei ragazzi del proprio gruppo,fronteggiandosi e mostrando le proprie abilità. Il Signore ha proprio voluto che la nostra comunitàsi arricchisse di questo mo-mento di allegria e vivacità.Grazie a tutti i ragazzi chehanno partecipato, grazie aigiovanissimi e agli educatori,grazie a tutti i genitori (per letante prelibatezze che ab-biamo potuto gustare nellamerenda). Grazie a tutti!!! Lorenzo De Angeli

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16

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Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

28 Ottobre 2012

I ragazzi della Cresima della Parrocchia di S. Pio V di Grottammare

La mamma, il babbo con Daniela,Carlo e  Pietro  fanno i piú sinceriauguri alla neo-dottoressa

Francesca Lucadei,

laureatasi presso l’Universitá Politecnica delle Marche, alla Facoltà di Medicina con 110 e Lode, il bacio accademico é stato datoda tutta la famiglia e dagli amici presenti.


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