Date post: | 11-Mar-2016 |
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ANNO I numero 1 del 6 settembre 2011
* Editoriale
* Il punto
* La nostra storia
* É purtòn
* Massimi Sistemi
* Un giochino facile
facile………………..IX
* I vini senza Tessera
* Sull’inno Rimini Vai!.......X
* La partita dai Distinti
* Risultati & Classifiche
SOMMARIO
In un‟intervista di qualche
giorno fa Amati è intervenuto
sulla questione della TDT e
degli abbonamenti. Ora, è vero
che i toni più duri e preoccupati
dell‟intervista erano riferiti ad
altri soggetti, ma è altrettanto
vero che alcune parole sono
state quanto meno avventate
ed hanno creato dei malumori.
La nostra lettera (una dichiara-
zione d‟amore, nonostante tut-
to, nei confronti di maglia,
squadra e società) non era un
appello “contro”, ma la moti-
vazione di una scelta dolorosa
anche per chi l‟ha fatta; senza
volontà polemica, almeno non
nei confronti della Rimini Cal-
cio.
Si può comprendere, in parte,
l‟amarezza del presidente che
sognava grandi numeri, ma va
detto che quei numeri erano
molto lontani dalla realtà. La
TDT ha fatto danni, e gravi.
Basta guardarsi attorno per
vedere cali di abbonamenti e
biglietti in tutta Italia, con
pochissime eccezioni. È di pochi
giorni fa lo sfogo del presidente
del Carpi, che dopo due promo-
zioni dovrà accontentarsi di 50
abbonati; possiamo ricordare
poi che a Viareggio sono stati
commentati con soddisfazione i
200 abbonamenti, e esempi di
questo tipo potrebbero essere
tanti. I dati parlano chiaro: per
la legapro è stato un danno
enorme, in termini di presenze e
colore. Forse, in percentuale,
più che per A e B.
Esistono davvero, in queste
categorie, delle valide ragioni
per costringere alla sottoscrizio-
ne della TDT? Ci sono proble-
mi di ordine pubblico tali da
consigliare uno strumento i cui
danni evidenti? C‟è però una
nota stonata. Si leggono gli
sfoghi dei presidenti verso la
risposta tiepida delle tifoserie, e
non si riesce mai a leggere una
parola contro l‟assurdità della
TDT applicata in questo modo
ed in tutte le categorie. Manca-
no insomma delle prese di posi-
zione da parte delle piccole
società, che pure subiscono il
danno. Hanno qualche timore?
E perché mai? D‟altra parte si
legge che gli abbonamenti sono
non importanti per gli introiti
immediati, ma per il “peso” che
danno alle società in Lega; pare
anche che siano decisivi nella
spartizione della “torta” dei
diritti tv (quegli spiccioli che la
serie A lascia alle serie inferio-
ri). Sembra quasi un ricatto:
“se sei bravo, se fai fare tante
TDT, sarai ripagato; e non ti
sognare di dire una parola con-
tro la tessera, beninteso…”
Intanto, anche da noi, i danni
ci sono. Gli abbonamenti sono
stati pochi e le file per il bigliet-
to scoraggiano i meno assidui.
Difficile che le cose possano
cambiare con la protesta dei
tifosi, senza che le società inter-
vengano. Noi ci sentiamo dalla
stessa parte dei presidenti che
con passione mettono a disposi-
zione soldi, tempo e impegno
per il calcio della loro città.
Sarebbe bello farne una batta-
glia comune.
Intanto aspettiamo ciò che
Amati ha anticipato in
un‟intervista, ovvero uno stru-
mento per chi vuole garantirsi
il biglietto senza fare la tessera.
Vedremo.
www.riminivai.org - contatti: [email protected]; FB: facebook.com/RiminiVai
Presidenti, tessera e abbonamenti
Il forum RIMINI VAI !!
appoggia l’iniziativa
Fuori casa…….....VII
Quando si giocava al “Prato
della Sartona”
…e il pallone veniva sparac-
chiato nel “Pio Felice”…IV
Presidenti, tessera e
abbonamenti………..I
Buona la prima!......II
va da Fucci a dmandè
una punta… ………VI
Prof
a Buggiano tra Chianti e
la fatal Pistoia……......X
Le pagelle……............XI
LegaPro2 2011-12........XII
II
Sono passati poco più
di 60 giorni dal tripu-
dio di Terni ma per il
nostro Rimini è già
tempo di rimboccarsi
le maniche e guardare
avanti.
È settembre, le sgam-
bate estive lasciano il
posto al campionato,
al calcio vero.
Il calendario prevede
l‟esordio casalingo
contro la Sambonifa-
cese, formazione che
inaugura il quarto an-
no consecutivo tra i
professionisti dopo
essersi salvata con
qualche fatica di trop-
po la scorsa stagione; i
veneti chiusero
quint‟ultimi nel girone
A dopo una prima me-
tà di campionato a
ridosso della zona play
-off.
Il cielo minaccia piog-
gia e c‟è ancora qual-
che disagio di troppo
al botteghino, ma
niente e nessuno può
tenere gli aficionados
biancorossi lontani dal
vetusto Neri. Arrivano
alla spicciolata, ma già
a metà primo tempo
gli spalti sono gremiti
da oltre 1.500 tifosi.
Nessuno, va detto, nel
settore ospiti.
I rossoblu di mister
Carnovelli giocano un
calcio semplice, fatto
di pressing e riparten-
ze, sperando di coglie-
re impreparato
l‟avversario. Mister
D‟Angelo mette in
campo un undici ordi-
nato, nel
quale spic-
cano le
geometrie
di Brighi e
Valeriani e
la velocità
esplosiva
di Spighi e
Baldazzi –
anche oggi
tra i mi-
gliori. Sen-
za dimen-
ticare due marpioni
come Mastro e “The
Wall” Zanetti, che alla
velocità preferiscono il
„mestiere‟. Magari non
bellissimi alla vista,
ma tanta sostanza.
Pronti via ed i nostri
hanno subito
un‟occasionissima per
portarsi avanti nel
punteggio, ma Baldaz-
zi e Buonocunto non
trovano la zampata
decisiva. Chi temeva
che i tanti giovani in
campo potessero paga-
re l‟emozione del de-
butto tra i „pro‟ è co-
stretto a ricredersi:
sono sempre i bianco-
rossi a condurre le
danze e solo la giorna-
ta di grazia del portie-
re ospite Bonato evita
agli ospiti di capitola-
re. Se proprio voglia-
mo trovare un difetto
a questo Rimini, è la
mancanza di concre-
tezza sotto porta; un
vero peccato, conside-
rata la quantità indu-
striale di palloni pro-
dotta da Spighi e Bal-
dazzi sulle fasce. Serve
la punta, pensano in
molti, e allora si potrà
sognare davvero. Ma
intanto bisogna fare
con quel che c‟è, che
comunque male non è.
Dopo tanto spingere, i
biancorossi vedono
premiati i loro sforzi
col goal dell‟uno a zero
a fine primo tempo: le
cronache racconteran-
no di un‟autorete, ma
noi vogliamo premiare
Baldazzi. Tanto, con
Palazzi in agguato, la
palla sarebbe entrata
comunque.
Inizia la ripresa e gli
ospiti si rendono conto
che per portare a casa
il pari servirà qualcosa
in più del semplice
compitino. Alzano il
baricentro riversando-
si con maggior convin-
zione nella metà cam-
po riminese, ma a par-
te qualche mischia
Scotti è inoperoso: una
parata plastica su cal-
cio da fermo (più per
la platea che per al-
tro…) e niente più. Il
Rimini capitalizza un
corner col „solito‟ Va-
leriani, poi sfrutta una
leggerezza degli ospiti
in disimpegno e chiude
la contesa con Baldaz-
zi. Tre a zero e tutti a
casa, ma ciò che rin-
Rimini, buona la prima!
III
cuora maggiormente i
tifosi è l‟aver
visto
dell‟ottimo
calcio:
l‟avversario
forse non era
un granchè,
ma se il
buongiorno
si vede dal
mattino è lecito sogna-
re. Se poi, come si di-
ceva, arriva anche la
punta…
Archiviata la pratica
Sambo, è
ora di pen-
sare al
Borgo a
Buggiano
neopro-
mosso dal
CND.
I toscani
hanno
strappato un pari a
Cuneo nella prima
giornata, per cui non
vanno sottovalutati.
Tuttavia, Noi siamo il
Rimini: rispetto per
tutti, paura di nessu-
no!
Avanti Rimini!!
Ivan
Buonocunto in azione (foto Bove - Pietrangeli)
Baldazzi festeggia con i compagni (foto RomagnaNOI)
Squadre in campo (altarimini.it)
IV
Vi sono espressioni
tipicamente popo-
lari, entrate a far
parte del gergo
sportivo riminese,
in grado di evocare
come per magia
lontani angoli di
memoria e di resti-
tuire colore a foto-
grammi ormai
sbiaditi di una sto-
ria lunga cento an-
ni.
Una storia, quella
del calcio cittadi-
no, che ha a corol-
lario anche luoghi
e personaggi quali
quelli che di segui-
to andremo a pre-
sentarvi.
Vi sarà capitato
non di rado di ve-
der attribuito al
rettangolo verde
del Romeo Neri
l‟appellativo di “è
prè dla Sartouna”.
L‟origine di questo
toponimo nostrano
è da ricercarsi nel
fatto che nell‟anno
1812 l’intero sito
collocato nelle a-
diacenze
dell‟attuale palaz-
zetto Flaminio e
attigua piscina co-
munale, venne ac-
quistato dalla con-
tessa Teresa Sarto-
ni, appartenente
ad una delle fami-
glie nobiliari più in
vista della città,
figlia del conte Fe-
derico Sartoni, uo-
mo colto e raffina-
to ed ex capo-
console.
Sulla figura della
contessa Sartoni e
del suo contrastato
matrimonio in gio-
vane età col nobile
Quando si giocava al “Prato della Sartona”
…e il pallone veniva sparacchiato nel “Pio Felice”
Veduta dello stadio comunale nel 1935 e sito ex Villa Sartoni-Garattoni
V
Paolo Garattoni,
si intrecciano, at-
traverso le crona-
che dell‟epoca, te-
stimonianze dai
toni in chiaroscuro.
Si narra infatti che
dietro alla rocam-
bolesca fuga
d‟amore dei due
giovani, che creò
all‟epoca non pochi
imbarazzi negli
ambienti cittadini,
altro non si celasse
in realtà che il ten-
tativo di affrancar-
si verso ranghi so-
ciali più prestigiosi
da parte dello spo-
so, aggregato
all‟aristocrazia ri-
minese solo qual-
che tempo prima,
in quanto discen-
dente da una fami-
glia del contado.
Le cronache narra-
no che la contessa,
di lì a poco rimasta
vedova, in maniera
alquanto prosaica,
volle per così dire
cambiare la desti-
nazione d‟uso a
quello che in origi-
ne fu un luogo sa-
cro, convertendo la
propria dimora a
meta di ben altri
pellegrinaggi: vale
a dire in casa di
piacere.
Infatti, come affer-
ma lo storico Toni-
ni, con gran sdegno
dei riminesi tutti,
sulle ceneri di quel-
lo che fu antica-
mente il complesso
di San Gaudenzo,
uno dei santuari
religiosi più impor-
tanti che la nostra
città abbia mai
posseduto, di diffi-
cile datazione ma
probabilmente e-
retto intorno al IV/
V secolo sulla base
di un tempio paleo-
cristiano e dedicato
al Vescovo martire
divenuto poi Patro-
no della città, la
Signora ebbe in ani-
mo di edificare una
magnifica “Villa di
delizia”.
La contessa, ribat-
tezzata volgarmen-
te dal popolo “la
Sartona”, caduta
di lì a poco in di-
sgrazia e toccata in
punto di morte da
un qualche senso di
pietà, con atto te-
stamentario volle
ridare i propri pos-
sedimenti alla chie-
sa, facendone lasci-
to alle monache
Orsoline.
Successivamente,
la Congregazione
delle Figlie della
Carità istituì su
quel sito
l‟ “Orfanotrofio Pi-
o Felice”, per il ri-
covero, il manteni-
mento, l’educazione
e l’istruzione di fan-
ciulli poveri ed orfa-
ni della città e dei
suoi sobborghi, i cui
ruderi rimasero
ben evidenti sino
in epoca recente,
allorchè nei primi
anni ‟70 partirono i
lavori per la co-
struzione del nuovo
palazzo dello sport
e le ruspe demoli-
rono insieme a quel
che rimaneva della
vecchia Villa Sar-
toni-Garattoni, coi
suoi affreschi del
decoratore Felice
Giani, annoverato
fra i massimi espo-
nenti dell‟epoca
della pittura neo-
classica, anche
buona parte degli
antichi resti arche-
ologici ivi preesi-
stenti.
Questa la storia. Se
un giorno dunque,
seduti sugli spalti a
fianco di qualche
attempato tifoso,
sentirete che un
calciatore dai piedi
ruvidi avrà sparac-
chiato il pallone int
è Pio Felice, cerca-
telo con lo sguardo
là…dietro la curva
ovest…
int è fond de Prè dla
Sartouna…
Old Fan
Squadre in campo e su sfondo edificio Pio Felice
VI
ionato va da Fucci a dmandè una punta...
"ma nun isà ripeschè, te
tat ci da butè in te port
cun ti ripesca nisun! su-
mar da cursa!"
“rid rid che tve a sbat
contra un pel dop a rid
me! Pataca!”
Così è scivolato il dopo
"Sanbonifastese", come
ha detto lo speacker,
così è stato salutato l'
arbitro.
Me purton tiene banco
la punta che non arriva,
oggi è stata richiesta
direttamente al presi-
dente che ha glissato con
la classica battuta
“vinciamo 3 a 0 e volete la
punta?”,“un ti venga un
increcc mal meni a forza
ad cazè fura di sold” la
risposta.
Prima del presidente
uno ad uno sono usciti i
giocatori, applausi me-
ritati per tutti.
La squadra ha ben gio-
cato e vinto, il popolo de
purton apprezza e ri-
cambia.
Mercoledì scorso l' intero
piazzale del popolo si è
"purtonizzato" e sincro-
nizzato sul tema punta
in arrivo. Si era diffusa
la voce che Nassi era
pronto per essere annun-
ciato dopo o durante
Rimini Spal, la gente nel
dopo gara arrivava e
chiedeva.
"Alora ia tolt la punta?"
"sè , cume na? va da Fuc-
ci a dmandè una punta,
da fer, da legn, tan trov
piò nient ia tolt tot lor, chi
vaga in te casein valà".
"Alora uiera Nassi oz?"
"alè , un'ent sora ma un
fig che coi al nespli! Sa
vot Nassi, ut va ben Pip-
pi? na? alora tat tin Bu-
falo e zet!!".
“Nassi prima ad firmè l'
à da sintì sla moi, li la vo
andè a Piacenza clè drì
ma Milen” “sel cla a'
paura che a Remni l'
amenca e birel? Ui né
cume a Milen e piò!!”
Ad un certo punto
prende corpo la voce che
la punta in arrivo sareb-
be tale Pippi.
"Di le vera chia tolt Pip-
pi?" "se, la ariva se caval
o sla berca de su ba me
port? fam una pugneta
valà, te e pippi".
Tutto sommato il tre a
zero di oggi ha rassere-
nato gli animi di parec-
chio e ha dissolto l'aria
un po‟ pesante che si
respirava nel dopo gara
di mercoledì scorso.
L'arrivo di una punta è
considerato necessario
da tutti ma oggi prevale
l'allegria post vittoria.
La prossima in casa sarà
contro i “magnazvolla ad
santarcanzul”, chissà che
aria si respirerà all'om-
bra del grigio portone
dopo la partita.
Drugo
VII
La trasferta è sempre
stata l‟indice rivela-
tore della fede e della
passione di un tifoso.
Chi ha una lunga sto-
ria di viaggi al segui-
to della propria squa-
dra, ricorderà
l‟andare in trasferta
quasi come un paral-
lelo della vita. Aspi-
razione e quasi sogno
da bambini, le prime
volte si doveva chie-
dere il permesso ai
genitori, e
l‟avventura aveva
quasi il sapore di una
fuga (un tempo, pe-
raltro, non esistevano
i cellulari e bastava
andare a Riccione per
essere lontano). Si os-
servavano i più gran-
di, si cercava di capi-
re il rito, si comincia-
va a esperire il mal-
trattamento polizie-
sco dei tifosi. E si as-
sumevano vere e pro-
prie lezioni, non solo
di geografia (seguire
il Rimini ha sempre
comportato un accu-
rato studio degli at-
lanti alla ricerca delle
località più improba-
bili), ma anche di vi-
ta. Si imparava che le
cronache dei giornali
del lunedì (spesso ac-
quistati al solo scopo
di verificare se c‟era
una foto di gioco coi
tifosi sullo sfondo)
non coincidevano con
quello che si era vi-
sto: nulla di vero,
nulla di autorevole,
nulla in cui credere
ciecamente, specie se
parlavano di tifosi.
È (o meglio, era) in
trasferta che si allac-
ciavano profondi le-
gami con altri tifosi.
La condivisione por-
tava spesso a creare
liasions tra persone
che nella vita difficil-
mente si sarebbero
incontrate o parlate.
Ancor più nelle tra-
sferte a rischio
l‟adrenalina di alcuni
momenti ha finito per
cementare amicizie,
gruppi, accomunare
storie, creare un mi-
to, o semplicemente
un‟affabulazione con-
divisa: quella volta a
Pistoia… o quella vol-
ta a La Spezia… o
l‟abusata ma mitica
quella volta a Ponsac-
co… Le trasferte sono
(erano) diverse: quel-
le in treno, coi cortei,
o quelle in pullman,
spesso con viaggi di
ore e ore, dal fascino
sempre particolare.
In ogni caso, ogni
spostamento prevede-
va una serie di usanze
che solo chi ha vissu-
to e chi è entrato in
questo gioco può com-
Fuori casa...
VIII
prendere. Il discrimi-
ne tra chi capisce e
chi non sa, sta pro-
prio nello stupore dei
non adepti, che non si
capacitavano di tutti
i disagi che si affron-
tavano, in domeniche
nelle quali si era tira-
ta mattina e solo do-
po poche ore si saliva
su un pullman sgan-
gherato e cigolante
per diverse ore di
massacrante viaggio
al seguito di una
squadra a metà clas-
sifica. Se ci si era or-
ganizzati (ma quasi
mai si riusciva) si a-
veva uno zaino con
birre calde e panini
gommosi del giorno
prima (quasi imman-
giabili a mezzogiorno,
diventavano squisiti
nel viaggio di ritor-
no). Quando pioveva
si tornava fradici al
mezzo che diventava
una fungaia. Spesso si
era costretti a nume-
rose soste-pisciata
che rendevano il vi-
aggio interminabile.
Per i non fumatori, la
nebbia interna al pul-
lman era un vero sup-
plizio. Se ci si ferma-
va a un autogrill, la
“sosta di un quarto
d‟ora” si dilatava ine-
sorabilmente diven-
tando tripla. Quando
ci si fermava, inoltre,
si dovevano tenere gli
occhi aperti per vede-
re se c‟erano altre ti-
foserie (o le si cerca-
va…), sempre che
non si fosse costretti
a soste in piazzole-
pisciatoio senza alcun
ristoro.
Eppure, dopo le pri-
me evasioni verso
questa strana forma
di libertà, ci si accor-
geva che non si pote-
va più fare a meno di
questa serie di incre-
dibili disagi, tanto
funzionali alla riusci-
ta e al mito della tra-
sferta quanto i mo-
menti di divertimen-
to, condivisione, go-
liardia, in quei viaggi
dove insieme si me-
scolavano speranze,
timori, aspettative
per la partita, per il
tifo e per le sorprese
lungo il cammino.
Nei lunghissimi ritor-
ni, spesso al buio, per
lo più si cercava di
digerire l‟ennesima
sconfitta commen-
tando la partita, il
contesto, l‟altra tifo-
seria, per far intanto
scorrere i chilometri
sotto le ruote. Col
crescere dell‟età e col
mutare delle esigenze
e della logistica della
vita, dovendo spesso
andare in trasferta in
macchina, sono (ero)
confortato nel vedere
quel pullman sgan-
gherato che portava i
ragazzi, proseguendo
una tradizione prati-
camente immutata.
Era una certezza, un
grido di libertà dei
nuovi ventenni.
Nel vissuto di ogni
tifoso, i ricordi epici
sono legati alle tra-
sferte. Allo stesso mo-
do, del resto, la storia
delle squadre annove-
ra gran parte delle
imprese in partite gio-
cate lontano, su cam-
pi difficili e in condi-
zioni ostili, quasi co-
me un topos. Oggi leg-
gi speciali, assurde
restrizioni, la tessera
del tifoso negano alle
nuove generazioni la
trasferta. Impedisco-
no così alle tifoserie
di esistere, tarpando
la sua componente
giovanile e quindi la
sua esistenza futura.
Togliendo di fatto le
trasferte, oggi si vuol
rimuovere la ragione
profonda che lega la
gente e la storia di
ognuno alla propria
squadra. Il vissuto,
l‟avventura, l‟epica,
le delusioni, le gioie,
le migliaia di chilo-
metri, tutto quello
che ogni tifoso arriva-
to a una certa età ha
impresso a fuoco nel-
la sua storia di
supporter. La condivi-
sione, che è una gran-
de forza, fa paura.
Presto, il calcio non
sarà più uno sport
popolare legato per le
viscere alla gente,
proprio perché – co-
me in generale questo
paese – colpisce ine-
sorabilmente i giova-
ni, impedendo loro di
viaggiare, vedere,
provare, cimentarsi,
sbagliare, urlare di
rabbia, confrontarsi,
battersi e scontrarsi
anche, ed insomma di
esistere.
Ciro di Pers
IX
Squadra 2009-2010 2010-2011 saldo
Bologna 12583 10823 -1860
Catania 10668 9283 -1385
Fiorentina 20349 16077 -2742
Genoa 24289 19358 -4904
Inter 40327 42315 +1988
Juventus 19048 14290 -4758
Lazio 25579 12877 -12702
Milan 27865 29413 +1548
Napoli * 11820 ---
Palermo 16370 16906 +536
Parma 13691 10578 -3113
Roma 24454 18657 -5797
Udinese 13960 11122 -2838
TOTALE -36027
Albinoleffe 2512 1321 -1191
Ascoli 2688 4555 +1867
Cittadella 1718 1662 -56
Crotone 3086 1962 -1124
Empoli 2338 1462 -876
Frosinone 2351 1911 -440
Grosseto 1602 1355 -247
Modena 3796 2765 -1031
Padova 4038 3512 -524
Piacenza 1915 1617 -298
Reggina 5184 3565 -1619
Sassuolo 1704 1473 -231
Torino 9434 5263 -4171
Triestina 5060 3189 -1871
Vicenza 5932 4387 -1545
TOTALE -13357
Saldo abbonamenti serie A e B dopo TDT -49384
Un giochino facile faci-
le, che nessuno sembra
aver pensato, è quello
di confrontare i dati
disponibili della serie A
e della serie B tra i due
anni “fatidici”, cioè tra
il 2009-2010, l‟ultimo
senza la tessera del ti-
foso, e il 2010-2011, il
primo con il nuovo
“strumento di fideliz-
zazione”. I dati sono
stati reperiti sul sito
stadiumpostcard, spe-
cialista di presenze di
pubblico. Le squadre
scelte a campione sono
quelle che tra le due
annate non hanno ot-
tenuto promozioni o
subìto retrocessioni, si
sono cioè scelte le com-
pagini che hanno, co-
me si suol dire,
“mantenuto la catego-
ria” (ad esclusione dei
dati del Chievo Vero-
na, non disponibili). Si
scopre allora che la fi-
delizzazione ha portato
solo tre incrementi nel
numero di abbonamen-
ti in A (Inter, Milan,
Palermo), per lo più di
poche centinaia di tifo-
si. Il segno che predo-
mina è il meno, e spes-
so con numeri che in-
vece coinvolgono mi-
gliaia di spettatori. E-
clatante è il dato di
Napoli, che si è voluto
mantenere, pur man-
cando la possibilità di
confronto: 11820 abbo-
nati nella metropoli
partenopea nell‟anno
della Champions Lea-
gue sono davvero cla-
morosi. I numeri parla-
no in totale di una per-
dita di 36027 abbonati.
E non va meglio in B,
dove a fronte del solo
incremento dell‟Ascoli,
si hanno solamente se-
gni meno.
Il saldo in questo caso
è di –13357, che som-
mati ai dati della serie
A comportano una per-
dita per le squadre che
nei campionati 2009-
2010 e 2010-2011 han-
no mantenuto la stessa
categoria di quasi cin-
quantamila tifosi ab-
bonati.
I dati sono ufficiali, la
contabilità dei numeri
impietosa. Ma se nelle
serie maggiori questa
falcidie di abbonati è
generalmente soppor-
tata per i proventi tele-
visivi dati in cambio,
che dire della Lega
Pro? I dati sono pochi,
ma è facile capire che a
caduta anche nelle se-
rie minori l‟impatto
della TDT deve essere
stato devastante. Lo si
legge nelle dichiarazio-
ni praticamente di tut-
ti i presidenti di cate-
goria, dalle minacce di
quello del Carpi, alla
pragmatica rassegna-
zione sull‟inevitabile
calo del pubblico del
patron del Borgo a
Buggiano.
Ecco allora che, con la
forza dei numeri, ap-
parirà meno stupefa-
cente che a Rimini,
dopo i 1500 abbonati
in D, si siano riscon-
trati numeri minori, e
una diffusa resistenza
alla TDT, che non ha
coinvolto solo la cur-
va. Siamo di fronte a
un problema genera-
lizzato, che i presiden-
ti, specie quelli di Le-
ga Pro dove il calo di
abbonati non è com-
pensato da introiti te-
levisivi, dovranno af-
frontare dalla parte
dei tifosi, ripristinan-
do una facilità di an-
dare allo stadio (senza
TDT) indispensabile
in categorie “non tele-
visive”.
Ciro di Pers
Un giochino facile facile...
X
a Buggiano tra Chianti e la fatal Pistoia...
Sull‟inno RIMINI VAI!
Inauguriamo una
nuova rubrica,
all'insegna dell'e-
nogastronomia,
che proverà a
descrivere, in
maniera semi-
seria, le tipologie
dei vini legati
alla zona della
squadra che il Rimini
affronterà in trasferta.
Borgo Buggiano. Bre-
ve "gugolata" e scopro
che si trova in provin-
cia di Pistoia, zona
famosa per epici taffe-
rugli o per aver dato i
natali a Beppe Fagni,
ma sui
vini in
Tosca-
na po-
tevamo
trovare
di me-
glio...
Faccia-
mo di
necessità virtù e ci
guardiamo un pò in-
torno, evitando maga-
ri la solita virata sul
Chianti.
A pochi chilometri da
Borgo Buggiano
(siamo però in provin-
cia di Lucca) c'è la col-
lina di Montecarlo con
il suo piacevolissimo e
abbastanza sconosciu-
to, MONTECARLO
ROSSO.
Il Montecarlo Rosso è
un vino toscano più
che convincente, di
sapore sapido, asciutto
e vellutato. è ottenuto
da un uvaggio che
comprende Sangiovese
(50-75%), Canaiolo
Nero (5-15%), Cilie-
giolo, Colorino, Mal-
vasia Nera e Syrah
soli o congiuntamente
(15-20%). Il Sangiove-
se costituisce la base
del vino a cui comuni-
ca corpo e caratteristi-
che aromatiche.
L‟unico vitigno impor-
tato è il Syrah.
Bel "vinellino" da car-
ni rosse o formaggi,
non esagerato nella
gradazione alcolica e
un pre-partita con
pappardelle al cin-
ghiale permetterà, a
chi "potrà" andare allo
stadio, di non sbaglia-
re tribuna o di non
chiedere perchè non
gioca Cascione...
Saluti/e a tutti !!
Forza Rimini ! Oste
Il tifo, si sa, prescinde
quasi sempre da considera-
zioni di logica e razionali-
tà. È una forma di amore,
in fin dei conti. Chi va
allo stadio sa bene quanto
sia difficile, ad esempio,
far capire ai “normali”
come sia possibile (ed affa-
scinante, perché no?) re-
carsi in una giornata in-
vernale a prendere due ore
di pioggia torrenziale per
vedere uno “spettacolo”
improponibile, più simile
alla lotta nel fango che ad
uno sport con la palla.
Pagando, persino. Un tifo-
so può essere legato da
folle amore anche ad una
semplicissima marcetta
dal testo ingenuo, tanto da
provare qualche volta un
brivido quando la sente;
oppure amare così tanto i
colori ed il disegno della
maglia della propria squa-
dra da arrivare a volerla
indossare, benché normal-
mente sia considerato un
adulto serio e responsabile.
È che siamo fatti così.
Siamo legati a “Rimini
Vai!”, anche se sappiamo
che non è la più bella can-
zone del mondo. Vogliamo
vedere i nostri sempre in
campo con la maglia a
scacchi, convinti che sia
(quella sì) la maglia più
bella del mondo.
Senza nulla togliere alla
nuova canzone di Miami
and the Groovers, chiedia-
mo che prima e dopo la
partita si suoni SEMPRE
“Rimini vai!”, lasciando
all‟altra canzone lo spazio
dell‟intervallo. Chiediamo
anche che, almeno in casa,
si veda SEMPRE la ma-
glia a scacchi. Possibile
che la casa produttrice
ogni anno debba farci a-
spettare come minimo fino
a Natale?
Siamo fatti così: ci volete
ammazzare?
La Redazione
XI
SCOTTI 6,5 – Poco impegnato dagli attaccanti
avversari ma in ogni intervento da‟ sicurezza al
reparto, sullo 0-0 salva il risultato con
un‟ottima uscita bassa
PALAZZI 6 – Un po‟ imballato ma spinge bene
e sul primo gol ha il merito di essere al posto
giusto al momento giusto per infastidire Visko-
vic
MASTONICOLA 6,5 – Dove non arriva la tecni-
ca arriva l‟esperienza,
qualche sbavatura ma su
di lui si può sempre conta-
re ciecamente
ZANETTI 7 – Sempre
puntuale e concentrato,
da‟ sostanza e di testa
svetta su tutti, una lieta
sorpresa dopo le prime
uscite un po‟ sottotono
dovute alla precaria con-
dizione fisica
VITTORI 6 – Un po‟ timo-
roso ma fa il solito compi-
tino che piace tanto a
mister D‟Angelo
BRIGHI 7 – Quelli la‟ da-
vanti danno spettacolo
ma è lui il braccio e la
mente della squadra, im-
posta come un regista e
corre come un medianac-
cio….. sbaglia il suo primo
passaggio al 15esimo del
secondo tempo…. Clona-
telo!!
VALERIANI 7 – Il “golden-boy dell‟Ina-casa”
parte un po‟ in sordina ma col passare dei mi-
nuti si scioglie e sforna la solita bella prestazio-
ne confermandosi implacabile sotto porta… che
sia l‟anno della sua definitiva consacrazione?
SPIGHI 7 – Da avversario ce lo ricordavamo
proprio cosi…. Rapido e generoso, quando pun-
ta l‟avversario è devastante! Se il buon giorno
si vede dal mattino ci farà davvero divertire
BUONOCUNTO 7 – E‟ già in formissima, sem-
bra non si sia mai fermato dai PlayOff del giu-
gno scorso dimostrando di essere uno dei fari di
questa squadra. L‟assist per il terzo gol è da
manuale del calcio
BALDAZZI 7 – Secondo tempo un po‟ sulle
gambe dopo una prima frazione da applausi in
cui ha dato tutto quello
che si può dare alla pri-
ma partita di campiona-
to. Si adatta ad un ruolo
non abituale per lui u-
sando tutte le qualità
del suo repertorio, i di-
fensori della Sambonifa-
cese se lo ricorderanno a
lungo
GASPERONI 7 – Un'al-
tra bella sorpresa che
sta confermando il finale
della scorsa stagione, da
quando è stato spostato
qualche metro più avan-
ti ha cambiato passo, a
destra o sinistra con la
sua velocità può essere
un‟altra freccia impor-
tante a disposizione del
mister
ROSINI 6 – Entra a de-
stra per sostituire Palaz-
zi, dimostra di non avere
il piede fino ma ci mette
fisico e sostanza…. Ben ritornato
ONESCU 6 – 20 minuti per il jolly rumeno in
cui si fa vedere poco ma in cui ha il tempo di
cambiare 2 volte posizione in campo
CARDINALE ng
Distinto
Le pagelle
XII
LegaPro2 - Stagione 2011/12 Prima giornata - 4 settembre 2011 : Alessandria - Renate…………………2-1
Bellaria - Virtus Entella……………..2-1
Casale - San Marino………………….4-3
Cuneo - Borgo a Buggiano…………...1-1
Rimini - Sambonifacese………………3-0
(44' pt aut. Viskovic, 35' st Valeriani, 38' st Baldazzi)
Lecco - Valenzana…………………….0-0
Mantova - Giacomense……………….3-3
Poggibonsi - Treviso..………………...2-2
Pro Patria - Santarcangelo…………...0-3
Savona - Montichiari………………….1-0
Prossimo turno - 11 settembre 2011 ore 15.00: Borgo a Buggiano - Rimini
Giacomense - Cuneo
Montichiari - Poggibonsi
Renate - Pro Patria
Sambonifacese - Casale
San Marino - Mantova
Santarcangelo - Alessandria
Treviso - Savona
Valenzana - Bellaria Igea Marina
Virtus Entella - Lecco
Rimini
Santarcangelo
Casale
Alessandria
Bellaria Igea M.
Savona
Giacomense
Mantova
Poggibonsi
Treviso
Borgo Buggiano
Cuneo
Lecco
Valenzana
San Marino
Renate
Virtus Entella
Montichiari
Sambonifacese
Pro Patria
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3
S q u a d r a P u n t i G V N S GF GS
Classifica - girone A
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G: Partite giocate | V: Partite vinte | N: Partite pareggiate | S: Partite perse | GF: Gol fatti | GS: Gol subiti