Date post: | 19-Dec-2015 |
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Le conseguenze dellincendio
Lincendio nel suo sviluppo porta alla produzione di:
Calore
Fumo
Gas tossici
Gas infiammabili
Deficienza di ossigeno
I prodotti della combustione
Gli effetti sulluomo
In caso di incendio le cause di morte sono
attribuite per circa il 60 % allintossicazione e alla mancanza di ossigeno.
Latmosfera dellambiente incendiato dipende da vari fattori (superficie, aerazione, temperatura, etc.)
Gli effetti sulluomo
I gas pi comuni e pi pericolosi sono il monossido
di carbonio e lacido cianidrico. Essi, insieme a grandi quantit di anidride carbonica, sviluppandosi
tolgono volume allossigeno.
Gli effetti sulluomoOssido di carbonio
Anidride carbonica E' un gas asfissiante in quanto, pur non producendo effetti tossici sull'organismo umano, si sostituisce all'ossigeno dell'aria. Quando ne determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce asfissia.
Acido cianidrico Si sviluppa in modesta quantit in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete (carenza di ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e poliammidiche.
Fosgene Gas tossico che si sviluppa durante le combustioni di materiali che contengono il cloro, come alcune materie plastiche. Particolarmente pericoloso in ambienti chiusi.
Gli effetti sulluomoLa deficienza di ossigeno e/o l'eccesso di gas asfissianti possono condurre alla perdita di conoscenza e alla morte per asfissia.
Gli effetti sulluomo
Quando la concentrazione dell'ossigeno scende intorno al 15% (la concentrazione normale dell'ossigeno alla quale siamo abituati a svolgere la nostra attivit intorno al 20%) l'attivit muscolare diminuisce, si ha difficolt nei movimenti.
Quando la concentrazione dell'ossigeno tra il 10 e il 15% l'uomo ancora cosciente, anche se, e non necessariamente se ne rende
conto, commette valutazioni errate. A concentrazioni di ossigeno tra il 6 e il 10% si ha collasso.
Sotto il 6% cessa la respirazione e la morte per asfissia ha luogo nel giro di circa 6 minuti.
Il monossido di carbonioCaratteristiche generali
Composto chimico contenente carbonio e ossigeno
Formula chimica: CO
Il monossido di carbonio un gas incolore, inodore, insapore, non irritante e altamente tossico per l'organismo
Il monossido di carbonio
Propriet fisiche
-Densit relativa: 0,954La densit del CO molto vicina a quella dell'aria (1,00) ci spiega perch stagna invece di alzarsi nell'atmosfera come farebbe un gas pi leggero.
-Massa volumica: 1,234 kg/m3
Il monossido di carbonio
Propriet fisiche
-Limite di infiammabilit:compresotra 12,5% e 74% (a 20C)
-Temperatura di accensione: 630C(a pressione atmosferica)
Il monossido di carbonio
Il monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio sono bruciate in difetto daria.
La combustione una reazione chimica in cui un combustibile (es. metano) si combina con un comburente (ossigeno) sviluppando calore e, ovviamente, prodotti della combustione.
Si ha una buona combustione quando laria ricca di ossigeno si combina in modo ottimale con il combustibile.A livello chimico si ha la seguente reazione (metano):
CH4 + 2 02 > CO2 + 2 H2 O + Calore
Il monossido di carbonio
Quando, viceversa, una combustione avviene in difetto daria la reazione di combustione diventa la seguente:
2CH4 + 3 02 > 2CO + 4 H2 O + Calore
Essa dunque incompleta, infatti una parte del combustibile non viene bruciata causando la formazione di incombusti ed in particolare del monossido di carbonio (ma anche idrogeno e NOx), oltre ad un minor rendimento.Riassumendo la combustione pu essere:
ottimale (si forma CO2 ) C + O2 CO2 incompleta (si forma CO) 2C + O2 2CO
Il monossido di carbonio legandosi allemoglobina del sangue, provoca uno stato di intossicazione
Concentrazione CO Tempo di inalazione e conseguenze
30 ppm 0,003 % Soglia del valore limite (massima concentrazione sul posto di lavoro durante una giornata di 8 ore)
200 ppm 0,02 % Leggero mal di testa entro 2 o 3 ore
400 ppm 0,04 % Mal di testa nella parte frontale entro 1 o 2 ore che si diffonde progressivamente
800 ppm 0,08 % Vertigini, nausea e spasmi agli arti entro 45 minuti, perdita di coscienza entro 2 ore
1600 ppm 0,16 % Mal di testa, nausea,vertigini entro 20 minuti, morte entro 2 ore
3200 ppm 0,32 % Mal di testa, nausea,vertigini entro 5 o 10 minuti, morte entro 30 minuti
6400 ppm 0,64 % Mal di testa, nausea, vertigini entro 1 o 2 minuti, morte entro 10 o 15 minuti
12800 ppm 1,28 % Morte entro 1 o 3 minuti
Le Fonti
Le principali fonti di presenza di CO in ambiente confinato sono:Caldaie murali a gasCaldaie di impianti centralizzatiScaldacqua a gasStufe e radiatori a gas o keroseneCaminetti e stufe a legnaFornelliMotori di autoveicoliFumo di tabacco
Affrontare lambienteNon utilizzare lascensore in caso
di incendio
In locali pieni di fumo avanzare carponi, in quanto la parte pi
bassa quella in cui il fumo non ancora arrivato.
Coprirsi le vie respiratorie con un panno bagnato
Chiudere le porte dopo il passaggio
Al buio testare le pareti e le porte con il dorso della mano
La protezione contro la temperatura
Classificazione degli inquinanti secondo lo stato fisico
Polveri particelle generate da solidi
Vapori Liquidi Nebbie
Gas (Aria - Metano Azoto Ossidi di carbonio)
I sistemi di protezione delle vie respiratorie
Maschere a filtro
Autorespiratori
Respiratori a filtroSi definiscono tali in
quanto, per mezzo di un filtro idoneo, rendono laria respirabile.
Sono costituiti da una maschera, detta granfacciale, che copre tutto il viso e da un filtro ad essa collegato mediante raccordo filettato.
Il loro utilizzo per fortemente limitato..
Respiratori a filtro: limitiI limiti tecnici sono:
minima presenza di ossigeno del 17%, concentrazione del tossico in questione non
oltre i limiti del filtro, filtro adeguato per il tipo di gas in oggetto,
assenza di aria surriscaldata.
Condizioni difficilmente a disposizione delloperatore del soccorso nel momento dellemergenza.Pi facile invece il caso di lavoratori di reparti a rischio dove tali valori sono con pi facilit quantificabili a priori.
I filtriCOLORE LETTERA APPLICAZIONI
Marrone AX Contro i gas e vapori organici con punto di ebollizione INFERIORE a 65.
Marrone A Contro i gas e vapori organici con punto di ebollizione SUPERIORE a 65.
Grigio B Contro certi gas e vapori inorganici (escludendo il monossido di carbonio).
Giallo E Contra il Anidride solforosa, diossido di zolfo ed altri gas e vapori acidi.
Verde K Contro lammoniaca e derivati organici dellammoniaca. Efficacia media.
Nero CO OSSIDO DI CARBONIO
Rosso Hg Vapori di mercurio
Azzurro NO Gas nitrosi, monossido di azoto
Arancione Reaktor Iodio radioattivo, incluso iodometano radioattivo
Bianco P Polveri
FILTRI CONTRO I GAS EN 141
I filtri
T O S S I C I SERIE C O L O R E
vapori organici A Marrone
vapori organici + aerosoli Af Marrone con fascia bianca gas o vapori acidi inorganici e alogeni B Grigio
gas o vapori acidi inorganici e alogeni + aerosoli Bf Grigio con fascia bianca
ossido di carbonio CO Alluminio con fascia nera
ossido di carbonio + aerosoli COf Alluminio con fascia nera e bianca
anidride solforosa E
Giallo
anidride solforosa + aerosoli Ef
Giallo con fascia bianca
acido cianidrico G
Azzurro
acido cianidrico + aerosoli Gf Azzurro con fascia bianca
vapori di mercurio Hf Nero con fascia bianca
ammoniaca K
Verde
ammoniaca + aerosoli Kf
Verde con fascia bianca
idrogeno solforato (acido solfidrico) L Giallo Rosso
idrogeno solforato + aerosoli Lf
Giallo - rosso con fascia bianca
idrogeno arsenicale (arsina) idrogeno fosforato (fosfina) O Grigio - Rosso
idrogeno arsenicale + aerosoli
idrogeno fosforato + aerosoli Of
Grigio - Rosso con fascia bianca
fumi e gas dincendio (escluso ossido di carbonio) Vf Bianco - rosso
universale U
Rosso con fascia bianca
Respiratori autonomi: autorespiratoriGli autorespiratori sono
apparecchi autonomi, poich isolano dallambiente circostante permettendo alloperatore di lavorare in presenza di atmosfera inquinata o dove c presenza di aria surriscaldata.
La squadra di emergenza
Il personale della squadra demergenza ha il compito di:
g raggiungere il luogo dell'evento per accertarne la natura e la
portata e intervenire senza correre alcun rischio
g in caso di incendio controllabile, tentarne l'estinzione
g
in caso di necessit collaborare nel far defluire le persone
presenti al piano o nell'ambiente in cui si verificato l'evento,
con particolare attenzione per soggetti diversamente abili;
La squadra di emergenza
gse necessario disinserire l'alimentazione elettrica nell'ambiente
in cui si verificato l'evento, disattivare gli impianti e lascensore
dopo averlo portato al piano terra;
g accompagnare sul posto dell'evento i Vigili del Fuoco
g
in via ordinaria, segnalare al responsabile ogni situazione di
pericolo riscontrata, nonch anomalie o deficienze degli impianti
di sicurezza, della segnaletica e di quanto altro dovesse incidere
negativamente sul livello di sicurezza dell'azienda
Lequipaggiamento personaleLa squadra di emergenza ha il compito di intervenire in caso di
necessit, ma senza correre il rischio di aggravare la situazione.
A questo scopo la cosa pi importante operare in sicurezza, utilizzando il proprio equipaggiamento personale costituito da:
g
Stivali antinfortunistici
g
Guanti
g
Casco protettivo con visiera o occhiali
g
Indumenti ignifughi
Lequipaggiamento va conservato accuratamente da ogni componente della squadra sul posto di lavoro in un luogo
facilmente accessibile
Purtroppo a volte prevenire non basta
La prevenzione incendi
La protezione antincendioLa protezione antincendio consiste nellinsieme delle
misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti al verificarsi di un incendio.
Gli interventi si suddividono in misure di protezione attiva o passiva in relazione alla necessit o meno
dellintervento di un operatore o dellazionamento di un impianto.
Protezione PASSIVA(NON c' il bisogno di un INTERVENTO)
Protezione ATTIVA(c' il bisogno di un INTERVENTO)
La protezione passiva
Le misure di protezione che non richiedono l'azione di un uomo o l'azionamento di un impianto sono quelle che hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell'incendio nello spazio e nel tempo
- garantire l'incolumit dei lavoratori- limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione - contenere i danni a strutture, macchinari, beni).
La protezione passivaBarriere antincendio:
- isolamento dell'edificio- distanze di sicurezza esterne ed
interne- muri tagliafuoco, schermi etc.
Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai
carichi d'incendio;
Materiali classificati per la reazione al fuoco;
Sistemi di ventilazione;
Sistema di vie d'uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile
dell'ambiente di lavoro e alla pericolosit delle lavorazioni.
La protezione passivaSono misure di protezione passiva, volte a limitare i
danni dellincendio:
Compartimentazioni
Vie di esodo
Uscite di sicurezza
Scale a prova di fumo e scale protette
Pareti e porte tagliafuoco
Rivestimenti e materiali antifiamma
La protezione attivaL'insieme delle misure di protezione che richiedono l'azione di un uomo o l'azionamento di un impianto sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell'incendio, alla segnalazione e all'azione di spegnimento dello stesso.Questo insieme costituito da:
estintorirete idrica antincendioimpianti di rivelazione automatica
d'incendioimpianti di spegnimento automaticidispositivi di segnalazione e d'allarmeevacuatori di fumo e calore
La protezione passivaIndice
Barriere antincendio
Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione
La reazione al fuoco dei materiali
Sistemi di ventilazione
Sistemi di vie di uscita commisurate al massimo affollamento
Barriere antincendioIsolamento dell'edificioGli elementi necessari e fondamentali sono le distanze di sicurezza.
Distanze di sicurezzaInterposizione di spazi scoperti tra aree potenzialmente soggette ad incendio, impedendo la propagazione per trasmissione di energia termica raggiante dello stesso.Le distanze di sicurezza si distinguono in distanze di sicurezza internedistanze di sicurezza esterne
a seconda che siano finalizzate a proteggere elementi appartenenti ad uno stesso complesso o esterni al complesso medesimo.Un altro tipo di distanza di sicurezza da considerarsi la "distanza di protezione" cio la distanza misurata orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attivit e la recinzione (ove prescritta) ovvero il confine dell'area su cui sorge l'attivit stessa.
Barriere antincendio
Muri tagliafuoco, schermo, etc.
I muri tagliafuoco sono elementi di separazione capaci di impedire la propagazione di un incendio tra area soggetta e quelle circostanti.
Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione
Resistenza al fuocoLa resistenza al fuoco delle strutture rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi che hanno funzioni strutturali nelle costruzioni degli edifici, siano esse funzioni portanti o funzioni separanti.
CompartimentazioneGli edifici devono essere suddivisi in compartimenti anche costituiti da pi piani, di superficie non eccedente alcuni valori predefiniti.Gli elementi costruttivi di suddivisione tra i compartimenti devono soddisfare i requisiti di resistenza
* = spessore rivestimento isolante in cm
Resistenza al fuoco ORE 1/2 1 2 3
Struttura S spessore minimo in cm
pareti
mattoni pieni 13 13 26 26
mattoni forati 10 20 30 30
calcestruzzo normale 8 10 12 16
solai
cemento armato 10 14 20 20
laterizio armato 16 24 30 30
metallico con riempimento di calcestruzzo
1,00 * 2,50 * 3,70 * 4,50 *
travi 1,06 * 1,91 * 3,18 * 4,03 *
pilastri 1,25 * 2,25 * 3,75 * 4,75 *
Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione
Resistenza al fuocoPi specificatamente la resistenza al fuoco pu definirsi come l'attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare:
la stabilit R attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco
la tenuta E attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare n produrre, se sottoposto all'azione del fuoco
su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco
l'isolamento termico I attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore
Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione
Pertanto:con il simbolo REI si identifica un elemento
costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilit, la tenuta e l'isolamento termico;
con il simbolo RE si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilit e la tenuta;
con il simbolo R si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilit.
Quindi in relazione ai requisiti degli elementi strutturali in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, essi vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche suindicate in funzione delle lettere R, E o I, come indicato, per alcuni casi, a lato.
Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione
Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione
Per una completa ed efficace compartimentazione i muri tagliafuoco non dovrebbero avere aperture, ma in un ambiente di lavoro necessario assicurare la comunicazione tra gli ambienti. quindi inevitabile realizzare le comunicazioni ma esse vanno dotate di elementi di chiusura aventi le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco del muro su cui sono applicati. Tali elementi di chiusura si possono distinguere in:porte incernierate: porte munite di sistemi di chiusura automatica (quali fusibili, cavetti e contrappesi o sistemi idraulici o a molla), che in caso d'incendio fanno chiudere il serramento;
porte scorrevoli: porte sospese ad una guida mediante ruote fissate al pannello. Normalmente stanno in posizione aperta trattenute da un contrappeso e da un cavo in cui inserito un fusibile che in caso d'incendio si fonde liberando il contrappeso e permettendo alla porta di chiudersi.
La reazione al fuoco dei materialiLa reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al fuoco del medesimo materiale che per effetto della sua decomposizione alimenta un fuoco al quale esposto, partecipando cos all'incendio.La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni, per la caratterizzazione dei materiali di rifinitura e rivestimento, delle pannellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende anche agli articoli di arredamento, ai tendaggi e ai tessuti in genere.
La determinazione della reazione al fuoco di un materiale viene effettuata, in laboratorio, su basi sperimentali, mediante prove su campioni presso il centro
studi ed esperienze del Comando Nazionale dei Vigili del Fuoco ed altri laboratori privati, legalmente riconosciuti dal Ministero dell'Interno.
In relazione a tali prove i materiali sono assegnati alle classi:
0 - 1 - 2 - 3 - 4 - 5
(con l'aumentare della loro partecipazione alla combustione, a partire da quelli di classe 0 che risultano non combustibili).
La reazione al fuoco dei materiali
COMBUSTIBILI
MATERIALI/MOBILI IMBOTTITI
Classificati da 1IM a 3IM in funzione della maggiore
combustibilit:Classe 1 IMClasse 2 IMClasse 3 IM
NON COMBUSTIBILICLASSE 0
MATERIALI DA COSTRUZIONE
Classificati da 1 a 5 in funzione crescente della
loro combustibilit:Classe 1Classe 2Classe 3Classe 4Classe 5
La reazione al fuoco indica come un determinato materiale, si comporta in presenza dellincendio secondo le prove effettuate sulla base delle norme contenute nel D.M. 26/06/84
Comportamento al fuoco dei materiali
RESISTENZA AL FUOCO
Capacit di un elemento da costruzione (componente o struttura) di conservare, per un determinato periodo di tempo misurato in minuti, le sue caratteristiche a fronte di un incendio.
REAZIONE AL FUOCO
Grado di partecipazione alla combustione di un materiale esposto al fuoco.
Le conseguenze dellincendio
Lincendio nel suo sviluppo porta alla produzione di:
Calore
Fumo
Gas tossici
Gas infiammabili
Deficienza di ossigeno
Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione
CEMENTO ARMATO
Il calore allinterno della massa si trasmette lentamente, quindi in una struttura esposta al fuoco, larmatura viene protetta abbastanza
efficacemente dal rivestimento in calcestruzzo.
Esso aumenta inizialmente di volume, poi si contrae perch perde lacqua; se si sgretola il copriferro si perde la solidariet di lavoro tra
ferro e calcestruzzo e larmatura viene esposta al fuoco.
T < 300 C non ci sono conseguenze
T > 300C il calcestruzzo si colora in rosa e resta tale anche dopo che si raffreddato; la profondit della colorazione rosa nel calcestruzzo permette di conoscere fin dove arrivata la temperatura superiore a
300, e se stata interessata l'armatura.
Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione
Effetti dell'incendio sul cemento armato precompressoLe notevoli caratteristiche di resistenza meccanica delle strutture in
cemento armato precompresso sono in gran parte dovute alla pretensione dei ferri di armatura.
Pertanto, se tali ferri non sono adeguatamente protetti da spessori di cemento o altri materiali coibenti, e per motivi analoghi a quanto
detto per le strutture metalliche, laumento della temperatura provoca anche in tali strutture in cemento armato precompresso
lallungamento dei ferri (con conseguente perdita della pretensione), e la diminuzione delle caratteristiche meccaniche (nel cemento
armato precompresso l'acciaio, a 400c circa, presenta una resistenza alla rottura ridotta del 50%).
Pertanto anche una struttura in cemento armato precompresso, esposta senza protezioni all'incendio, pu raggiungere il collasso in
tempi brevi.
Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione
LATERIZI/MATTONI
Hanno un ottimo comportamento in quanto durante la fabbricazione raggiungono temperature anche superiori a 1000C.
I mattoni pieni resistono fino a 1100 C, mentre a temperature maggiori iniziano a sciogliersi fino a fondere, presentando lesioni
superficiali.
Leffetto del fuoco viene risentito dalle strutture in laterizi dopo unora circa, se protette con un intonaco di 2-3 cm.
Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione
ACCIAIO
Laumento di temperatura provoca dilatazioni rilevanti e profonde modifiche nelle propriet meccaniche dellacciaio.
T < 300C non ci sono deformazioni pericolose.T > 300C la sua resistenza alla rottura diminuisce rapidamente
T = 500C circa lacciaio perde il 50% della resistenza alla rotturaT = 600C quasi si annulla la resistenza alla rottura.
Una struttura in acciaio esposta alle fiamme senza protezioni collassa anche dopo 10-20 minuti
Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione
Effetti dell'incendio sul legnoII legno un materiale combustibile a bassa conduttivit termica che
alimenta l'incendio in vari modi a seconda della pezzatura.Un elemento di grossa pezzatura brucia rapidamente in superficie formando
uno strato carbonizzato il quale agendo come un isolante influisce sulla velocit di combustione rallentandola.
Il legno esposto all'azione del fuoco non subisce deformazioni, e la sua resistenza meccanica diminuisce solo con l'aumentare dello strato carbonizzato, e la conseguente riduzione della sezione resistente.
Possiamo considerare, con buona approssimazione, che le dimensioni degli elementi strutturali, sotto l'azione del fuoco, si riducono di circa 1 mm/min (velocit di carbonizzazione superficiale del legno), e questa caratteristica conferisce ad un elemento in legno di adeguata sezione un certo grado di
resistenza, che pu essere calcolato secondo metodi analitici, e pu raggiungere anche valori elevati (es: 120 min).
Sistemi di ventilazione
Sono da considerare sistemi di ventilazione a protezione passiva tutte le aperture (porte, finestre, etc.) e le prese d'aria proveniente dall'esterno, inserite in una struttura edilizia atte ad assicurare una ventilazione naturale dei vari ambienti della struttura stessa.
Sistemi di vie duscita
Questo aspetto particolarmente delicato negli edifici dove generalmente presente un grande affollamento di persone, con presenza di portatori di handicap. In considerazione di tutto ci, il problema dell'esodo da un incendio universalmente riconosciuto di capitale importanza, a tal punto da comportare soluzioni tecniche irrinunciabili, finalizzate all'esodo delle persone dai locali a rischio d'incendio nelle migliori condizioni di sicurezza possibile in qualsiasi situazione di pericolo, reale o presunto.
Nonostante il massimo impegno per prevenire l'insorgere di un incendio e la massima attenzione nell'adozione dei pi moderni mezzi di rivelazione,
segnalazione e spegnimento di un incendio, non si pu escludere con certezza la possibilit che l'incendio stesso si estenda con produzione di calore e fumi
tale da mettere a repentaglio la vita umana.
Sistemi di vie duscitaGli elementi fondamentali nella progettazione
del sistema di vie d'uscita si possono fissare in:
1. dimensionamento e geometria delle vie d'uscita;
2. sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d'uscita;
3. sistemi di identificazione continua delle vie d'uscita (segnaletica, illuminazione
ordinaria e di sicurezza)
In particolare il dimensionamento delle vie d'uscita dovr tenere conto:
- del massimo affollamento ipotizzabile
- della capacit d'esodo dell'edificio (numero di uscite, larghezza delle uscite, livello delle uscite rispetto al piano di campagna)
La protezione attivaLinsieme delle misure di protezione che richiedono lazione di un uomo o lazionamento di un impianto
sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dellincendio, alla segnalazione e allazione di
spegnimento dello stesso.
estintorirete idrica antincendioimpianti di rivelazione automatica impianti di spegnimento automaticidispositivi di segnalazione e dallarmeevacuatori di fumo e calore
Le fasi di intervento
Dare lallarme
Intervenire se si in grado e se la gravit dellevento lo permette
Allontanarsi in fretta ma con calma se non si direttamente interessati dallevento
Essere prudenti evita gli incidenti ma quando nonostante tutto accadono occorre sapere come
comportarsi:
La tempistica di intervento
15 minutitempo (min)
Evoluzione dellincendio
La chiamata in caso di emergenzaAl verificarsi di unemergenza laddetto provveder a chiamare i
soccorsi
La richiesta dovr essere fatta in modo chiaro comunicando:
generalit di chi effettua la chiamata identificazione del luogo tipologia dellevento zona interessata dallevento presenza e numero di eventuali persone infortunate e/o
diversamente abili
Un esempio da non seguireVVF: Pronto Vigili del FuocoCentralino: E lIstituto Ortopedico Galeazziabbiamo un problema
grossissimo in camera iperbaricaVVF: S, ma cosa successo?Centralino: Non lo soVVF: S, ma io che mezzi le mando?Centralino: Aspetti che le passo la camera iperbarica
VVF: S buon giornoCam. iperb.: Guardi non so dirle niente in questo momento, mi scusi ma
adesso ho da fare con i pazientiVVF: Cosa c? Brucia?Cam. iperb.: Non lo so guardirichiami tra un quarto dora, io debbo
badare ai pazientiVVF: Avete chiamato voi noi...Cam. iperb.: Maio non ho chiamato voiVVF: Che problema c, brucia?Cam. iperb.: Il fuoco spento ma non so cos successo...VVF: Va bene mandiamo l qualcuno, salve
La protezione attivaIndice
Estintori
Rete idrica antincendio
Impianti di spegnimento automatico
Dispositivi di segnalazione e allarme
Evacuatori di fumo e calore
Lo spegnimento: il triangolo del fuoco
Mancando anche uno solo dei tre lati del triangolo: il combustibile, il comburente, o linnesco la
combustione non pu aver luogo.
Per questo per intervenire su un incendio e spegnerlo necessario che venga meno uno dei tre
elementi.
Lazione di spegnimentoper AZIONE MECCANICA
Sottraendo allincendio il materiale combustibile che lo alimenta
per SOFFOCAMENTO
Interponendo tra il materiale incendiato e laria circostante un mezzo di separazione che impedisce allaria di
andare a contatto con lo stesso
per SOTTRAZIONE DI CALORE
Raffreddando la sostanza che brucia con altra sostanza atta a sottrargli calore fino ad abbassare la temperatura al di
sotto di quella di accensione
Lazione di spegnimentoper AZIONE ANTICATALITICA
La combustione una reazione chimica, che avviene con notevole velocit secondo schemi di reazione di propagazione a catena ramificata, e viene sostenuta ed accelerata da prodotti molto attivi, generati dalla stessa reazione di combustione, chiamati induttori di reazione (atomi e radicali liberi). Alcune sostanze sono in grado di interagire chimicamente con gli induttori di reazione, provocando la rottura delle reazioni a catena, econseguentemente il rallentamento e larresto della reazione di combustione, e quindi lestinzione dellincendio. Tale azione di inibizione chimica della combustione viene definita azione di catalisi negativa o anche azione anticatalitica.
Le sostanze estinguenti
Gli agenti estinguenti sono sostanze aventi la propriet di agire sul processo di combustione mediante interazioni
fisiche e chimiche, al fine di ottenere larresto dello stesso.
Le sostanze pi comuni sono:
Lacqua
La schiuma
Lanidride carbonica
Le polveri chimiche
gli idrocarburi alogenati (HALON)
Il NAF e lINERGEN
Gli estintori
Sono mezzi di estinzione da usare per un pronto intervento
su principi di incendio.
Vengono suddivisi, in relazione al loro peso complessivo, in:
estintori portatili massa complessiva inferiore o uguale a 20 kg estintori carrellati massa superiore a 20 kg con sostanza estinguente fino a 150 kg
Gli estintori
Estintori portatili
Vengono classificati in base alla loro capacit estinguente. Infatti sono sperimentati su fuochi di diversa natura classificati in base al tipo di combustibile ( Classe "A", Classe "B", Classe "C", Classe "D").
La scelta dell'estintore va fatta in base al tipo di incendio ipotizzabile nel locale da proteggere.
Gli estintori
Su ciascun estintore sono indicate le classi dei fuochi ed i focolai convenzionali che in grado di estinguere (esempio: 34A 233 B-C). Per norma devono essere di colore rosso e riportate una etichetta con le istruzioni e le condizioni di utilizzo. L'operatore deve usare l'estintore avendo cura di mettersi sopravvento. Dovr, inoltre, cercare di colpire con il getto di scarica la base del focolaio senza provocare la fuoriuscita di liquidi infiammabili dal loro contenitore.
Nel caso in cui operino contemporaneamente due estintori, le persone che li utilizzano devono disporsi sfalsate di circa 90.
Gli estintori
Leggere lestintore
ESTINTORE6 Kg POLVERE ABC 13 A 89 B C
1) TOGLIERE LA SPINA DI SICUREZZA2) IMPUGNARE IL TUBO DI SCARICA3) PREMERE LA LEVA DI COMANDO E DIRIGERE
IL GETTO ALLA BASE DELLE FIAMME
UTILIZZABILE SU APPARECCHI IN TENSIONEDOPO UTILIZZAZIONE IN LOCALI CHIUSI, AERARE
RICARICARE DOPO LUSO, ANCHE PARZIALE VERIFICARE PERIODICAMENTE OGNI 6 MESI 6 Kg POLVERE ABC - AZOTO COSTRUTTORE: xxxxxx ; Cod. xxxxxx TEMPERATURE LIMITI DI UTILIZZAZIONE: -20 C +60 C APPROVAZIONE MINISTERO DELLINTERNO N. xxxxxx ANNO DI FABBRICAZIONE: xxxx
La capacit estinguente
prevista una vasta gamma standard di focolari tipo, ed ognuno designato con un numero seguito dalla lettera A; questo numero caratteristico del focolare rappresenta la lunghezza
del focolare in decimetri, cio la lunghezza delle travi di legno disposte secondo la lunghezza del focolare, ed anche il numero di travi di legno di 50 cm per ogni strato
disposto secondo la larghezza del focolare (es: focolare 13A [raffigurato nellillustrazione] = lunghezza del focolare 130 cm, e 13 travi di legno da 50 cm per ogni strato; focolare 21A =
lunghezza del focolare 210 cm, e 21 travi di legno da 50 cm per ogni strato)
Prove di efficacia per fuochi di classe A
I focolari tipo per fuochi di classe A sono costituiti da una catasta di travi di legno (di Pinus Silvetris o equivalente), aventi una sezione quadrata di 40 mm di lato, e poggiate su zoccolo metallico alto 25 cm. La catasta formata con 14 strati di travi; quelle disposte secondo la larghezza del focolare (strati 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14) hanno una lunghezza fissa di 50 cm per qualsiasi tipo di focolare, mentre le travi disposte secondo la lunghezza del focolare (strati 1,3,5,7,9,11,13) hanno lunghezza variabile secondo la grandezza del focolare.
La capacit estinguente
Prove di efficacia per fuochi di classe B
I focolari tipo per fuochi di classe B vengono realizzati in una serie di recipienti cilindrici di lamiera di acciaio, di dimensioni variabili e tabellate, ed ognuno designato con un numero seguito dalla lettera B; questo numero rappresenta il volume di liquido, in litri, contenuto nel recipiente (1/3 dacqua e 2/3 di benzina), in modo da avere un strato di circa 2 cm di benzina (es: focolare 89B = 30 litri di acqua + 59 litri di benzina in recipiente di diametro 190 cm e profondit 20 cm; focolare 144B = 48 litri di acqua + 96 litri di benzina in recipiente di diametro 240 cm e profondit 20 cm).
Gli estintoriEstintori carrellati
Hanno le medesime caratteristiche funzionali degli estintori portatili ma, a causa delle maggiori dimensioni e peso, presentano una minore praticit d'uso e maneggevolezza, connessa allo spostamento del carrello di supporto.
La loro scelta pu essere dettata dalla necessit di disporre di una maggiore capacit estinguente e sono comunque da considerarsi integrativi di quelli portatili.
Gli estintoriTipologie di estintori
Le varie tipologie di estintori sono:ad acqua, con sostanze filmanti ed
additivi varia schiuma, adatto per liquidi
infiammabiliad idrocarburi alogenati (halon e
sostanze alternative), adatto per motori di macchinari
a polvere, adatto per liquidi infiammabili ed apparecchi elettrici
ad anidride carbonica, idoneo per apparecchi elettrici
Gli estintoriEstintore a polvereE' un estintore contenente polvere antincendio composta da varie sostanze chimiche miscelate tra loro con aggiunta di additivi per migliorarne le qualit di fluidit e idrorepellenza. Le polveri possono essere di tipo:
ABC polveri polivalenti valide per lo spegnimento di pi tipi di fuoco (legno carta liquidi e gas infiammabili), realizzate generalmente da solfato e fosfato di ammonio, solfato di bario, etc...
BC polveri specifiche per incendi di liquidi e gas costituite principalmente da bicarbonato di sodioL'azione esercitata dalle polveri nello spegnimento dell'incendio consiste nell'inibizione del materiale incombusto tramite catalisi negativa, nel soffocamento della fiamma ed in un'azione endogena per abbattere subito la temperatura di combustione.La fuoriuscita della polvere avviene mediante una pressione interna che pu essere fornita da una compressione preliminare (azoto) o dalla liberazione di un gas ausiliario (CO2 ) contenuto in una bombolina (interna od esterna).
Gli estintoriEstintore ad anidride carbonicaE' un estintore contenente CO2 compresso e liquefatto, strutturalmente diverso dagli altri in quanto costituito da una bombola in acciaio realizzata in un unico pezzo di spessore adeguato alle pressioni interne, gruppo valvolare con attacco conico e senza foro per attacco manometro n valvolino per controllo pressioni. Si distingue comunque dagli altri estintori anche per le colorazioni dell'ogiva (grigio chiaro).E' idoneo per lo spegnimento di fuochi classe B e C; essendo un gas inerte e dielettrico la normativa di prevenzione incendi ne prescrive l'installazione in prossimit dei quadri elettrici.Al momento dell'azionamento l'anidride carbonica, spinta dalla pressione interna (55/60 bar a 20C) raggiunge il cono diffusore dal quale, attraverso il passaggio obbligato in un filtro frangivento, si espande con una temperatura di circa -78C sotto forma di "neve carbonica o ghiaccio secco". Il gas circonda i corpi infiammati, abbassa la concentrazione di ossigeno e spegne per soffocamento e raffreddamento.Il serbatoio dell'estintore ad anidride carbonica deve essere collaudato ogni 5 anni da parte dell' I.S.P.E.L.S.
Gli estintoriDeterminazione del numero degli estintori da
installareSi pu ritenere che sia sufficiente disporre di un
numero di estintori in modo che almeno uno di questi possa essere raggiunto con un percorso non superiore a 15 m circa. Ne consegue che la distanza tra gruppi di estintori deve essere circa 30 m.
Posizionamento degli estintoriDebbono essere sempre posti nella massima
evidenza, in modo da essere individuati immediatamente, preferibilmente vicino alle scale od agli accessi.
Gli estintori dovranno essere posizionati alle pareti, mediante idonei attacchi che ne consentano il facile sganciamento.
Il numero degli estintori
Il numero degli estintori dipende dalla superficie del locale e dal tipo di
rischio presente
dimensionamento della protezione con estintori
tipo di estintore
superficie protetta da un estintore
rischio basso rischio medio rischio elevato
13 A 89 B 100 m2 --- ---
21 A 113 B 150 m2 100 m2 ---
34 A 144 B 200 m2 150 m2 100 m2
55 A 233 B 250 m2 200 m2 200 m2
Caratteristiche degli estintoriGli estintori sono di colore rosso.
Se lagente estinguente un gas compresso (es CO2) logiva dovr avere il colore di legge.
Elementi costitutivi: Serbatoio metallico Gruppo valvolare Tubo pescante Manichetta con erogatore Manometro Valvola di sicurezza Leva di comando Maniglia Spina di sicurezza
Gli estintori
LestintoreSicura
Manometro che indica se lestintore carico
Lestinguente che pu essere acqua o polvere tenuto in un serbatoio in acciaio sotto pressione di azoto.
Agendo sulla valvola, dopo aver tolto la sicura, si provoca la fuoriuscita dellestinguente.
Come si usa lestintore
1. Lo si preleva
2. Si toglie la sicura
3. Si dirige il getto
alla base delle
fiamme
ErogazioneUnerogazione troppo violenta
non soffoca la fiamma ma sparpaglia il materiale incendiato.
Un particolare da non trascurare
BAR
La freccia del manometro deve trovarsi nel campo di colore verde:
ci significa che lestintore carico
Idranti e naspiE il mezzo pi diffuso di protezione attiva dagli incendi.
Un anello idrico collegato o con lacquedotto, o con riservaidrica e pompe di servizio, alimenta una serie di:
IDRANTI (a parete o fuori terra)
NASPI
Rete idrica antincendioA protezione delle attivit industriali o civili caratterizzate da un rilevante rischio viene di norma installata una rete idrica antincendio collegata direttamente, o a mezzo di vasca di disgiunzione, all'acquedotto cittadino.
La presenza della vasca di disgiunzione necessaria ogni qualvolta l'acquedotto non garantisca continuit di erogazione e sufficiente pressione. In tal caso le caratteristiche idrauliche richieste agli erogatori (idranti UNI 45 oppure UNI 70) vengono assicurate in termini di portata e pressione dalla capacit della riserva idrica e dal gruppo di pompaggio.
La rete idrica antincendio deve rispettare, a garanzia di affidabilit e funzionalit, i criteri progettuali.
Rete idrica antincendioCriteri progettuali per una rete idrica antincendio
Indipendenza della rete da altre utilizzazioni
Dotazione di valvole di sezionamento
Disponibilit di riserva idrica e di costanza di pressione
Ridondanza del gruppo pompe
Disposizione della rete ad anello
Protezione della rete dall'azione del gelo e della corrosion
Caratteristiche idrauliche pressione - portata (UNI 45 con portata di 120 lt/min e pressione residua di 2 bar, UNI 70 con portata di 300 lt/min e pressione residua di 3,5 bar ).
Idranti (a muro, a colonna, sottosuolo o naspi) collegati con tubazioni flessibili a lance erogatrici che consentono, per numero ed ubicazione, la copertura protettiva dell'intera attivit.
Utilizzo della manichettaIn linea generale luso della manichetta antincendio riservato a personale interno specificatamente informato sulle modalit
di utilizzo o ai Vigili del Fuoco.
Lutilizzo viene effettuato da due persone nel seguente modo:
Un operatore preleva la manichetta dallapposita nicchia. La srotola facendola scorrere sul pavimento. Impugna la lancia. Laltro operatore ruota in senso antiorario il volantino della
saracinesca per avere lerogazione dellacqua. Si dirige il getto alla base delle fiamme
Rete idrica antincendio
Rete idrica antincendioNaspiUna breve nota va dedicata alla rete antincendio costituita da naspi che rappresenta, per la possibilit di impiego anche da parte di personale non addestrato, una valida alternativa agli idranti, soprattutto per le attivit a rischio lieve.Le reti idriche con naspi vengono di solito collegate alla normale rete sanitaria, dispongono di tubazioni in gomma avvolte su tamburi girevoli e sono provviste di lance da 25 mm con getto regolabile (pieno o frazionato) con portata di 50 lt/min ad 1,5 bar.
Impianti di spegnimento automatico
Tali impianti possono classificarsi in base alle sostanze utilizzate per l'azione estinguente:
Impianti ad acqua SPRINKLER (ad umido, a secco, alternativi, a preallarme, a diluvio etc.)
Impianti a schiumaImpianti ad anidride carbonicaImpianti ad halonImpianti a polvere
Un impianto automatico di estinzione consta di pi parti:
- fonte di alimentazione;- centralina valvolata di controllo e allarme;- condotte montanti principali;- rete di condotte secondarie;- serie di testine erogatrici.
Impianti di spegnimento automatico
Impianto ad acqua SPRINKLERAd umido: tutto l'impianto permanentemente riempito di acqua in pressione: il sistema pi rapido e si pu adottare nei locali in cui non esiste rischio di gelo.A secco: la parte d'impianto non protetta, o sviluppantesi in ambienti soggetti a gelo, riempita di aria in pressione: al momento dell'intervento una valvola provvede al riempimento delle colonne con acqua.Alternativi: funzionano come impianti a secco nei mesi freddi e ad umido nei mesi caldi.A pre-allarme: sono dotati di dispositivo che differisce la scarica per dar modo di escludere i falsi allarmi.A diluvio: impianti con sprinkler aperti alimentati da valvole ad apertura rapida in grado di fornire rapidamente grosse portate.
Impianti di spegnimento automatico
impianto sprinkler di spegnimento automatico
Impianti di spegnimento automatico
Impianto a schiumaGli impianti a schiuma sono concettualmente simili a quelli ad umido e differiscono per la presenza di un serbatoio di schiumogeno e di idonei sistemi di produzione e scarico della schiuma (versatori).
Impianti a anidride carbonica, ad halon, a polvereGli impianti di anidride carbonica, quelli ad halon, a polvere hanno portata limitata dalla capacit geometrica della riserva (batteria di bombole, serbatoi).Gli impianti a polvere, non essendo l'estinguente un fluido, non sono in genere costituiti da condotte, ma da teste singole autoalimentate da un serbatoio incorporato di modeste capacit. La pressurizzazione sempre ottenuta mediante un gas inerte (azoto, anidride carbonica).
Dispositivi di segnalazione e allarme
Impianti di rivelazione automatica d'incendioFinalizzati alla rivelazione tempestiva del processo di combustione prima cio che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato.
Un impianto di rivelazione automatica trova il suo utile impiego nel ridurre il "TEMPO REALE" e consente:
- di avviare un tempestivo sfollamento delle persone, sgombero dei beni etc
- di attivare un piano di intervento
- di attivare i sistemi di protezione contro l'incendio (manuali e/o automatici di spegnimento).
Dispositivi di segnalazione e allarme
Dal diagramma a lato si deduce che fondamentale riuscire ad avere un TEMPO D'INTERVENTO possibilmente inferiore al
tempo di prima propagazione, ossia intervenire prima che si sia verificato il flash over; infatti siamo ancora nel
campo delle temperature relativamente basse, l'incendio non si ancora esteso a tutto il sistema e quindi ne pi facile lo
spegnimento ed i danni sono ancora contenuti.
Nel secondo diagramma si pu vedere che l'entit dei danni, se non si interviene prima, ha un incremento notevole non appena si verificato il "flash over".
Dispositivi di segnalazione e allarme
Rilevatori e rivelatori d'incendioI rivelatori di incendio possono essere
classificati in base al fenomeno chimico- fisico rilevato in: Rilevatori
- di calore - di fumo (a ionizzazione o ottici) - di gas - di fiamme
oppure in base al metodo di rivelazione: statici (allarme al superamento di un
valore di soglia) differenziali (allarme per un dato
incremento) velocimetrici (allarme per velocit di
incremento)
La suddivisione pu essere infine effettuata in base al tipo di configurazione del sistema di controllo dell'ambiente:
Rilevatori
- puntiformi - a punti multipli (poco diffusi) - lineari (poco diffusi)
Dispositivi di segnalazione e allarme
Si definisce rilevatore automatico d'incendio un dispositivo installato nella zona
da sorvegliare in grado di misurare:
come variano nel tempo le grandezze tipiche della combustione,
la velocit della loro variazione nel tempo,
la somma di tali variazioni nel tempo.
Inoltre esso in grado di trasmettere un segnale d'allarme in un luogo opportuno quando il valore della grandezza tipica misurata supera (o inferiore ad) un certo valore prefissato (soglia).
Dispositivi di segnalazione e allarme
L'impianto di rivelazione pu essere definito come un insieme di
apparecchiature fisse utilizzate per rilevare e segnalare un principio
d'incendio.
Lo scopo di tale tipo d'impianto quello di segnalare tempestivamente ogni principio d'incendio, evitando al massimo i falsi allarmi, in modo che possano essere messe in atto le misure necessarie per circoscrivere e spegnere l'incendio.
Dispositivi di segnalazione e allarme
Rilevatori e rivelatori d'incendio
opportuno sottolineare e precisare la differenza sostanziale tra i termini di "rilevazione" e "rivelazione".
La rilevazione d'incendio non altro che la misura di una grandezza tipica legata ad un fenomeno fisico provocato da un incendio.
Avvenuta la rilevazione, con il superamento del valore di soglia, si ha la rivelazione quando "la notizia" che si sta sviluppando l'incendio viene comunicata (rivelata) al "sistema" (uomo o dispositivo automatico) demandato ad intervenire.
Dispositivi di segnalazione e allarme
Componenti dei sistemi automatici di rivelazione
Un impianto rilevazione automatica d'incendio generalmente costituito da:
- rilevatori automatici d'incendio
- centrale di controllo e segnalazione
- dispositivi d'allarme
- comandi d'attivazione
- elementi di connessione per il trasferimento di energia ed informazioni.
La centrale di controllo e segnalazione garantisce l'alimentazione elettrica (continua e stabilizzata) di tutti gli elementi dell'impianto ed di solito collegata anche ad una "sorgente di energia alternativa" (batterie, gruppo elettrogeno, gruppo statico ecc.) che garantisce il funzionamento anche in caso di "mancanza ENEL".
Dispositivi di segnalazione e allarme
Avvenuto l'incendio, l'allarme pu essere
locale oppure
trasmesso a distanza
L'intervento pu essere di due tipi:
manuale (azionamento estintore o idrante, intervento VV.F.)
automatico (movimentazione di elementi di compartimentazione e/o aerazione, azionamento di impianti di spegnimento automatico, d'inertizzazione).
Tali tipi d'impianti trovano valide applicazioni in presenza di:depositi intensivi;
depositi di materiali e/o sostanze ad elevato valore specifico;ambienti con elevato carico d'incendio, non compartimentabili;
ambienti destinati ad impianti tecnici difficilmente accessibili e controllabili (cunicoli, cavedi, intercapedini al di sopra di controsoffitti etc.).
Dispositivi di segnalazione e allarme
Segnaletica di sicurezza una segnaletica capace di trasmettere una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza.Tale segnaletica suddivisa in 5 categorie:segnali di divietosegnali di avvertimentosegnali di prescrizionesegnali di salvataggiosegnali antincendio.
Dispositivi di segnalazione e allarme
Illuminazione di sicurezzaL'impianto di illuminazione di sicurezza deve fornire, in caso di mancata erogazione di energia elettrica e quindi di luce artificiale, una illuminazione sufficiente a permettere di evacuare in sicurezza i locali (intensit minima di illuminazione 5 lux a un metro dal suolo). Dovranno pertanto essere illuminate:- le indicazioni delle porte e delle uscite di
sicurezza, - i segnali indicanti le vie di esodo,
-- i corridoi e tutte quelle parti che necessario percorrere per raggiungere un'uscita verso un luogo sicuro.
Dispositivi di segnalazione e allarme
Illuminazione di sicurezzaL'impianto deve essere alimentato da una adeguata fonte di energia quali batterie in tampone o batterie di accumulatori con dispositivo per la ricarica automatica (con autonomia variabile da 30 minuti a 3 ore, a secondo del tipo di attivit e delle circostanze) oppure da apposito ed idoneo gruppo elettrogeno. L'intervento dovr comunque avvenire in automatico, in caso di mancanza della fornitura principale dell'energia elettrica, al massimo entro 5 secondi (se si tratta di gruppi elettrogeni il tempo pu raggiungere i 15 secondi).
Dispositivi di segnalazione e allarme
Evacuatori di fumo e di calore (EFC)Gli evacuatori di fumo sono di frequente utilizzati in combinazione con impianti di rivelazione e sono basati sullo sfruttamento del movimento verso l'alto delle masse di gas caldi generate dall'incendio che, a mezzo di aperture sulla copertura, vengono evacuate all'esterno.
Gli (EFC) consentono pertanto di:
agevolare lo sfollamento delle persone e l'azione dei soccorritori
proteggere le strutture e le merci contro l'azione del fumo e dei gas caldi, riducendo in particolare il rischio e di collasso delle strutture portanti
ritardare o evitare l'incendio a pieno sviluppo (flash over)
ridurre i danni provocati dai gas di combustione o da sostanze tossiche e corrosive originate dall'incendio
Dispositivi di segnalazione e allarme
Dispositivi di segnalazione e allarme
Evacuatori di fumo e di calore (EFC)
La ventilazione dei locali pu essere ottenuta con vari sistemi:lucernari a soffittoventilatori statici continui sfoghi di fumo e di calore aperture a shedsuperfici vetrate normali
Dispositivi di segnalazione e allarme
Lucernari a soffitto Possono essere ad apertura comandata dello sportello o ad apertura per rottura del vetro, che deve essere allora del tipo semplice.
Ventilatori statici continui La ventilazione avviene attraverso delle fessure laterali continue. L'ingresso dell'acqua impedito da schermi e cappucci opportunamente disposti. In taluni casi questo tipo dotato di chiusura costituita da una serie di sportelli con cerniera centrale o laterale, la cui apertura in caso d'incendio avviene automaticamente per la rottura di un fusibile.
libero
con schermo ad apertura comandata da fusibile
Aperture a shedSi possono prestare ad ottenere dei risultati soddisfacenti, se vengono predisposti degli sportelli di adeguate dimensioni ad apertura automatica o manuale.
Dispositivi di segnalazione e allarme
Sfoghi di fumo e di caloreIl loro funzionamento in genere automatico a mezzo di fusibili od altri congegni. La loro apertura pu essere anche manuale. E' preferibile avere il maggior numero possibile di sfoghi, al fine di ottenere che il sistema di ventilazione entri in funzione il pi presto possibile in quanto la distanza tra l'eventuale incendio e lo sfogo sia la pi piccola possibile.
Superfici vetrate normaliL'installazione di vetri semplici che si rompano sotto l'effetto del calore pu essere adottata a condizione che sia evitata la caduta dei pezzi di vetro per rottura accidentale mediante rete metallica di protezione.
Il presente materiale didattico di propriet esclusiva di Federica Angeli.
Ha unicamente scopo didattico interno allattivit del NUOVO MERCATO DI TARVISIO.
Non pu essere ceduta n pubblicata nemmeno a titolo gratuito senza il consenso del proprietario.
Le conseguenze dellincendioI prodotti della combustioneGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonio legandosi allemoglobina del sangue, provoca uno stato di intossicazioneLe FontiAffrontare lambienteLa protezione contro la temperaturaClassificazione degli inquinantisecondo lo stato fisicoI sistemi di protezione delle vie respiratorieRespiratori a filtroRespiratori a filtro: limitiI filtriI filtriRespiratori autonomi: autorespiratoriLa squadra di emergenzaLa squadra di emergenzaLequipaggiamento personalePurtroppo a volte prevenire non bastaLa prevenzione incendiLa protezione antincendioLa protezione passivaLa protezione passivaLa protezione passivaLa protezione attivaLa protezione passivaBarriere antincendioBarriere antincendioStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneDiapositiva numero 38Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneLa reazione al fuoco dei materialiLa reazione al fuoco dei materialiComportamento al fuoco dei materialiLe conseguenze dellincendioGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneSistemi di ventilazioneSistemi di vie duscitaSistemi di vie duscitaLa protezione attivaLe fasi di interventoLa tempistica di interventoLa chiamata in caso di emergenzaUn esempio da non seguireLa protezione attivaLo spegnimento: il triangolo del fuocoLazione di spegnimentoLazione di spegnimentoLe sostanze estinguentiGli estintoriGli estintoriGli estintoriGli estintoriLeggere lestintoreLa capacit estinguenteLa capacit estinguenteGli estintoriGli estintoriGli estintoriGli estintoriGli estintoriIl numero degli estintoriCaratteristiche degli estintoriGli estintoriLestintoreCome si usa lestintoreErogazioneUn particolare da non trascurareIdranti e naspiRete idrica antincendioRete idrica antincendioUtilizzo della manichettaRete idrica antincendioRete idrica antincendioImpianti di spegnimento automaticoImpianti di spegnimento automaticoImpianti di spegnimento automaticoImpianti di spegnimento automaticoDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDiapositiva numero 103Diapositiva numero 104Diapositiva numero 105Diapositiva numero 106Diapositiva numero 107Dispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeIl presente materiale didattico di propriet esclusiva diFederica Angeli.Ha unicamente scopo didattico interno allattivit del NUOVO MERCATO DI TARVISIO.Non pu essere ceduta n pubblicata nemmeno a titolo gratuito senza il consenso del proprietario.