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Appuntiride ii numero

Date post: 23-Feb-2016
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Il secondo numero di Appunti di IRIDE in cui sono raccolte ricerche, esperienze lavorative e spunti di riflessione...
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2 AI Numero 2 15/07/2013 1 Sommario P PRIMO PIANO R RICERCA Il calcolo delle emissioni di un’infrastruttura viaria La pianificazione portuale: indicatori per la VAS L LEGISLAZIONE La necessità di nuove Norme Tecniche per la VIA I INGEGNERIA Standardizzazione e contestualizzazione nella redazione dello SIA Il Progetto del Progetto N NOI Il Progetto del Progetto Ogni giorno che ci si dedica alla propria attività professionale si rimane colpiti dalla differenza di atteggiamento esistente tra gli attori di un iniziativa. La norma italiana prevede il noto dualismo tra proponente e valutatore. Ci si può riferire ad un semplice ed “innocuo” edificio in un centro storico per il quale si persegue una ristrutturazione di poche decine di migliaia di euro, ovvero ad un opera pubblica che implica risorse di centinaia di migliaia di euro se non di milioni ma l’atteggiamento è sempre lo stesso. Da un lato chi vuole perseguire l’intervento dall’altra chi lo deve “giudicare” e, si badi bene, la distanza e l’assenza di dialogo deve essere assicurata!!!! Dalle piccole cose, anche a titolo personale, all’esperienza professionale che culmina nell’attività di Direttore Tecnico di IRIDE non mi capacito di questo atteggiamento. Lo comprendo, ma ri- tengo che sia il caso di iniziare a muovere passi in direzioni differenti qualora si voglia pervenire in modi e tempi significativamente validi alla realizzazione di opere, qualora siano veramente utili e correttamente ideate e seriamente progettate. Se si parte dal presupposto che chi affronta un iter progettuale ed impegna risorse per vedere trasformata un’idea in “quel” documento che ne consente il perseguimento attraverso la sua realizzazione (il Progetto approvato per l’appunto) lo fa per dare riscontro ad un’esigenza che, per le opere pubbliche, vuol dire un fabbisogno della collettività, l’esperienza maturata mette in risalto che non è corretto lasciare alla prassi o ad analogie la parte più importante del processo progettuale che si ritiene sia la sua impostazione. Il Progetto con la “P” maiuscola ha bisogno di una sua attenta specificazione e non ci si riferisce agli aspetti tecnici che per la maggior parte dei casi sono ben individuati dalle leggi, dalle nor- me, dai disciplinari quanto piuttosto al suo iter approvativo. Si potrebbe pensare che anche per questo la disciplina tecnico-giuridica ed amministrativa ha delineato la gran parte dei passi da compiere ma la realtà delle cose mette in risalto che ciò non è proprio vero o per lo meno non è vero se si vuole raggiungere un obiettivo che non è scritto in nessun atto normativo ma che è tanto più essenziale quanto più l’opera in questione è di rilievo. Questo obiettivo è il raggiungi- mento del consenso, della condivisione dell’iniziativa per il successo dell’iter approvativo. Cosa intendiamo per consenso? Forse potremmo dire la convergenza di più obiettivi diversi e contrapposti. Questo potrebbe spiegare anche un altro fenomeno: la maggiore complessità nell’iter approvativo avviene durante la fase della determinazione della sua Compatibilità am- APPUNTIRIDE 6 1 3 3 4 6 7 L’opinione del Direttore tecnico IRIDE articoli e convegni... P
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Page 1: Appuntiride ii numero

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AI Numero 2 15/07/2013 1

Sommario

P PRIMO PIANO

R RICERCA Il calcolo delle emissioni di un’infrastruttura viaria

La pianificazione portuale: indicatori per la VAS

L LEGISLAZIONE La necessità di nuove Norme Tecniche per la VIA

I INGEGNERIA Standardizzazione e contestualizzazione

nella redazione dello SIA

Il Progetto del Progetto

N NOI

Il Progetto del Progetto

Ogni giorno che ci si dedica alla propria attività professionale si rimane colpiti dalla differenza di

atteggiamento esistente tra gli attori di un iniziativa. La norma italiana prevede il noto dualismo

tra proponente e valutatore. Ci si può riferire ad un semplice ed “innocuo” edificio in un centro

storico per il quale si persegue una ristrutturazione di poche decine di migliaia di euro, ovvero

ad un opera pubblica che implica risorse di centinaia di migliaia di euro se non di milioni ma

l’atteggiamento è sempre lo stesso. Da un lato chi vuole perseguire l’intervento dall’altra chi lo

deve “giudicare” e, si badi bene, la distanza e l’assenza di dialogo deve essere assicurata!!!!

Dalle piccole cose, anche a titolo personale, all’esperienza professionale che culmina nell’attività

di Direttore Tecnico di IRIDE non mi capacito di questo atteggiamento. Lo comprendo, ma ri-

tengo che sia il caso di iniziare a muovere passi in direzioni differenti qualora si voglia pervenire

in modi e tempi significativamente validi alla realizzazione di opere, qualora siano veramente

utili e correttamente ideate e seriamente progettate.

Se si parte dal presupposto che chi affronta un iter progettuale ed impegna risorse per vedere

trasformata un’idea in “quel” documento che ne consente il perseguimento attraverso la sua

realizzazione (il Progetto approvato per l’appunto) lo fa per dare riscontro ad un’esigenza che,

per le opere pubbliche, vuol dire un fabbisogno della collettività, l’esperienza maturata mette in

risalto che non è corretto lasciare alla prassi o ad analogie la parte più importante del processo

progettuale che si ritiene sia la sua impostazione.

Il Progetto con la “P” maiuscola ha bisogno di una sua attenta specificazione e non ci si riferisce

agli aspetti tecnici che per la maggior parte dei casi sono ben individuati dalle leggi, dalle nor-

me, dai disciplinari quanto piuttosto al suo iter approvativo. Si potrebbe pensare che anche per

questo la disciplina tecnico-giuridica ed amministrativa ha delineato la gran parte dei passi da

compiere ma la realtà delle cose mette in risalto che ciò non è proprio vero o per lo meno non è

vero se si vuole raggiungere un obiettivo che non è scritto in nessun atto normativo ma che è

tanto più essenziale quanto più l’opera in questione è di rilievo. Questo obiettivo è il raggiungi-

mento del consenso, della condivisione dell’iniziativa per il successo dell’iter approvativo.

Cosa intendiamo per consenso? Forse potremmo dire la convergenza di più obiettivi diversi e

contrapposti. Questo potrebbe spiegare anche un altro fenomeno: la maggiore complessità

nell’iter approvativo avviene durante la fase della determinazione della sua Compatibilità am-

APPUNTIRIDE

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L’opinione del Direttore tecnico

IRIDE articoli e convegni...

P

Page 2: Appuntiride ii numero

bientale. Con ciò non si vuole supportare una tendenza, molte volte diffusa, di porre al centro

di molte decisioni l’aspetto ambientale, ne tanto meno far assumere un ruolo troppo centrale

alle funzioni del Ministero dell’Ambiente (e commissioni collegate) ovvero agli assessorati re-

gionali dell’Ambiente, (nelle loro varie denominazioni) perché i termini della questione non

sono questi, ma è indubbio che occorre capire perché le maggiori criticità si manifestano pro-

prio in questa fase. Una cosa è certa: tutti si attendono molte risposte da questa procedura e

l’impossibilità di ottenerle manda in crisi il sistema.

Allo scopo si prova ad introdurre un ulteriore concetto: quello del “Progetto partecipato”.

Il termine è certamente forte e non si vuole fare confusione ma solo racchiudere in due paro-

le un percorso logico e culturale che, pur se personale, può ben racchiudere l’evoluzione di un

iter di “maturazione” di una disciplina molto giovane. Già negli ultimi anni diverse esigenze ed

idee sono nate e si sono sviluppate per far si che il dualismo tra il “progetto e la valutazione”

fosse sempre più limitato ma nulla da fare: la contrapposizione è strutturale. Al contempo si

assiste alla entrata in vigore di un’altra disciplina: la Valutazione Ambientale Strategica. Molti

ci insegnano che questa si differenzia sostanzialmente dalla prima perché è un processo e

non una procedura. Oltre ad un esercizio linguistico non si trova la differenza visto che in

molti casi siamo di nuovo a presentare un piano e a volerne la sua approvazione!!!!

Un più attento studio e l’applicazione a casi concreti ha invece portato ad una convinzione:

occorre esplicitare la “progettazione per obiettivi”. Si potrebbe dire: nulla di nuovo! Forse si

ma certamente con l’aumentare delle “pratiche” approvative molte cose rimangono nei cas-

setti ed invece è il caso di esplicitarle o meglio maturarle con la giusta convinzione.

Al riguardo ci si chiede: cosa ha insegnato la VAS a noi cultori ed amanti della VIA? Nella pra-

tica non lo so, ma nella logica e nella dialettica ci ha chiarito la necessità di “partecipare” e

“confrontare” le nostre idee con quelli che sono i principali assi portanti del sistema ambiente

e di lavorare manifestando gli obiettivi che si vogliono perseguire.

Ecco perché si parla di progetto partecipato, ovvero non di una soluzione unilaterale ma di

una soluzione che emerge, si definisce, matura alla fine di un percorso che vede coinvolte ed

interessate tutte quelle figure e tutti quegli interessi che nelle note che precedono si sono

definiti sistemici e per i quali occorre trovare il giusto equilibrio di convergenza.

Quanto sopra potrebbe rappresentare un importante passo in avanti per svolgere iter autoriz-

zativi in modo più efficace e rapido ma si rende necessario attribuire ad ogni attore che inten-

de partecipare al processo il proprio ruolo: non si può assistere infatti ad uno stakeholder che

mette in dubbio le istanze del proponente così come, al contempo,

quest’ultimo non deve rispondere in modo semplicistico ai quesiti

quanto piuttosto corroborare le proprie affermazioni con studi e ap-

profondimenti all’altezza della situazione. Solo per evidenziare un

tema, il primo atto di un simile processo dovrà essere la predisposi-

zione di un “disciplinare” per l’intervento al dibattito. Chiarito ciò,

quali sono le fasi e che cosa può fare il Proponente/progettista di

un’opera pubblica? E’ questo il tema sul quale si sta riflettendo e si

sviluppano i ragionamenti in atto sia nel settore di “ricerca” che in

quello della pratica di I.R.I.D.E.

Sono molte, infatti, le diverse importati occasioni per sviluppare que-

sta teoria: noi cerchiamo di proporla e di svilupparla in quanto con-

vinti che “prevenire è meglio che curare” ma certamente la mancan-

za di una struttura normativa mette in difficoltà detto processo e

fondamentalmente occorre maggior tempo e l’impego di maggiori

risorse che in un momento di crisi non è facile individuare.

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AI 2

APPUNTIRIDE n. 2/2013

La materia ambien-

tale ha un carattere

di Sistema, struttu-

rata da elementi

interagenti...

Il Progetto

Partecipato come

soluzione che

emerge da un

percorso condiviso

Page 3: Appuntiride ii numero

Argomento di spicco delle tematiche ambientali legate alle infrastrutture viarie—così come

della vita quotidiana—è l’inquinamento legato al traffico veicolare. Innovazione sui motori, sui

catalizzatori, strategie di gestione del traffico, targhe alterne, insomma chi più ne ha più ne

metta. In attesa della diffusione delle auto elettriche (ormai valutate quale panacea per i pro-

blemi ambientali legati al traffico veicolare—resterebbero poi da capire le tematiche legate

alle fonti da cui si alimentano, ma per ora accontentiamoci!!) oggi ancora ci si chiede quanto

in realtà emetta il traffico veicolare. L’analisi risale alla fonte del problema: non quanto respi-

riamo (concentrazioni) ma quanto produciamo (emissioni).

La prima tematica coinvolge processi di diffusione (dispersione, chimica dell’aria ecc) che pos-

sono favorire o peggiorare la diluizione degli inquinanti in atmosfera. Agendo sulla seconda

tematica si tenta di ridurne la produzione, assicurando con certezza la riduzione degli inqui-

nanti. Numerosi studi (JRC—IET della EU) hanno dimostrato come i cicli di omologazione dei

veicoli sottostimino le emissioni se paragonati a cicli di guida reali. Quanto agognato dalle

normative europee attraverso l’imposizione di normative sempre più stringenti nei cicli di

omologazione rischia di venire vanificato poiché non si considerano i reali cicli di guida, e le

emissioni che ne derivano. Certo in termini relativi è sicuramente meglio guidare un Euro 5

piuttosto che un Euro 0, tuttavia i benefici previsti dall’uso di tale tecnologia potrebbero

essere molto minori di quelli sperati!!!

In tale ottica, l’impegno di IRIDE continua nello sviluppo ed il miglioramento di metodi in-

novativi per la valutazione delle emissioni da traffico veicolare, grazie ad un’attiva collabo-

razione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Roma Tre, volta al superamento

degli attuali limiti dei modelli previsionali, al fine di poter giungere ad una corretta stima

degli inquinanti, e definire con efficacia ed efficienza le strategie da mettere in campo per

la loro riduzione.

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AI 2

APPUNTIRIDE n. 2/2013

Il calcolo delle emissioni di un

infrastruttura viaria

R

Lo spunto per la definizione di un nuovo metodo nasce dalla constatazione di un certo divario

tra quanto indicato dalla normativa in materia ambientale e la pratica applicazione sia da parte

del Proponente/progettista sia del “Valutatore”: se da un lato infatti all’interno delle Norme in

materia ambientale è riportato l’elenco delle informazioni che devono necessariamente essere

contenute nel Rapporto ambientale, nel campo applicativo si avverte la mancanza di un meto-

do che possa indagare e valutare in modo completo e oggettivo tutte le possibili interazioni

che la fase di pianificazione può avere con l’ambiente.

Da qui l’idea di mettere a punto una metodologia oggettivamente riconducibile alle valenze

dell’iniziativa, ed in particolare alle valenze di sostenibilità connesse con la pianificazione di un

porto commerciale.

La pianificazione portuale

Indirizzi per la VAS mediante la definizione di indicatori

Valutare le reali

condizioni di

circolazione per

giungere ad una

corretta stima delle

emissioni

I requisiti del metodo:

Oggettività

Coerenza ambientale

Ottimizzazione ambientale

Completezza degli studi

Flessibilità

Misurabilità

Aggiornabilità

Positività

Valenza del progetto

Page 4: Appuntiride ii numero

E’ certamente una disciplina abbastanza matura per la quale i professionisti e le strutture che

sviluppano i documenti necessari per i suo svolgimento si sono ormai dotati di uno standard e di

una metodica di lavoro, quale frutto di anni di applicazione e, principalmente, di confronto con le

Autorità Competenti.

Nel caso dell’Istituto per la Ricerca e l’Ingegneria Dell’Ecosostenibilità tale metodica ha permes-

so di creare un vero e proprio standard interno che viene esteso anche ai professionisti che a

vario titolo collaborano con l’Istituto stesso. Tale modo di lavorare ha portato ad indubbi vantag-

gi e buoni successi nel confronto con il Valutatore.

L’esperienza ha evidenziato che i punti centrali dello Studio di Impatto Ambientale sono diversi e

distribuiti, in modo omogeneo, in tutti e tre i quadri riferimento indicati dal DPCM 27.12.1988,

ma certamente essenziale è il modo di articolare il quadro di riferimento ambientale, in quanto

in esso occorre trovare i punti centrali dell’analisi. Allo scopo lo standard di IRIDE prevede che

ogni componente sia articolata in tre parti:

Temi e metodologia di lavoro, finalizzato ad inquadrare i termini del problema, ossia i

temi oggetto di analisi condotto, motivando le scelte operate attraverso la ricostruzione

del nesso di causalità che lega Azioni di progetto – Fattori causali di impatto – Tipologie

di impatti potenziali;

Quadro conoscitivo, volto a fornire le conoscenze riguardanti i temi oggetto di analisi così

come definiti al punto precedente;

Rapporto Opera-Ambiente, volto a documentare l’esistenza e la rilevanza degli impatti

attesi, in ragione delle informazioni sullo stato dell’ambiente, dell’esame di dettaglio delle

azioni di progetto e delle misure di mitigazione da sintetizzare anche nel Quadro proget-

tuale.

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AI 2

APPUNTIRIDE n. 2/2013

I Standardizzazione e contestualizzazione

nella redazione dello SIA

Priorità nella defini-

zione di uno stan-

dard e di una meto-

dica di lavoro per lo

sviluppo di SIA or-

mai consolidata con

successo da parte

di I.R.I.D.E.

Si sono individuati 10 macro-obiettivi di sostenibilità, per i quali sono declinati gli obiettivi

specifici di sostenibilità, le azioni ad essi correlate e i possibili effetti indotti.

Ad ogni effetto è associato uno o più indicatori per i quali vengono specificati: la definizione,

l’unità di misura, le quantità di riferimento e il metodo per stimarlo.

Dall’applicazione del metodo risulta possibile, mediante il calcolo degli indicatori, ottenere

valori direttamente correlabili con le azioni di pianificazione e gli obiettivi di sostenibilità.

I 10 obiettivi di sostenibilità dell’iniziativa portuale:

1. Migliorare la mobilità e ridurre il traffico inquinante

2. Utilizzare le risorse ambientali in modo sostenibile, minimizzandone il prelievo

3. Garantire la protezione idraulica del territorio

4. Tutelare la biodiversità e ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali

5. Promuovere il benessere sociale

6. Migliorare la qualità del waterfront

7. Ridurre l’inquinamento

8. Promuovere il confronto e l’integrazione in materia ambientale

9. Aumentare gli investimenti per la protezione e la valorizzazione dell’ambiente

10. Garantire il possibile sviluppo dell’infrastruttura portuale

Page 5: Appuntiride ii numero

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AI 2

APPUNTIRIDE n. 2/2013

Altro aspetto che si ritiene fondamentale è quello di svolgere un’accurata analisi dell’opera in

progetto con specifico riferimento alla componente indagata, in termini quindi non di generica

sintesi dell’intero progetto, ma di una sua lettura rivolta ad identificare quegli aspetti che rile-

vano rispetto alla componente in esame.

Tale lettura del progetto viene compiuta considerando l’opera rispetto alle sue tre seguenti

dimensioni:

Opera come realizzazione, comprendente l’insieme delle attività, aree e quantità che

risultano in gioco a partire dall’approntamento delle aree di cantiere/lavorazione sino al

completamento della costruzione;

Opera come manufatto, avente ad oggetto l’opera in quanto elemento fisico

Opera come esercizio, comprendente le attività e le quantità che risultano in gioco

durante il funzionamento dell’opera.

Il passo successivo è quello della definizione del rapporto opera-ambiente. Questo viene svi-

luppato per ogni singolo impatto potenziale che è stato selezionato e determinato con atten-

zione e chiarezza nei precedenti passaggi metodologici.

Ognuno degli impatti potenziali individuati è oggetto di specifica analisi per documentare se

ed in quali termini l’impatto potenziale, a fronte delle informazioni contenute nel Quadro co-

noscitivo, dia luogo ad impatti reali. Ne deriva la stima e la valutazione dell’impatto atteso,

condotta affrontando nel dettaglio le azioni di progetto e considerando anche gli interventi di

mitigazione.

In questa ottica, per ciascuno dei temi di lavoro configurati dagli impatti potenziali preceden-

temente selezionati si produce una:

Sintesi del quadro conoscitivo (principali caratteristiche);

Sintesi delle attività svolte ad approfondire le conoscenze (eventuali monitoraggi ed inda-

gini specifiche) o gli effetti

(simulazioni);

Sintesi della rilevanza degli impatti e

delle misure/interventi di mitigazio-

ne previsti, mediante schemi e ta-

belle riassuntive (ad esempio, nel

caso della componente Rumore,

tabelle con percentuali di ricettori

fuori norma nello scenario post ope-

ram ed in quello post mitigazione;

nel caso della componente Atmosfe-

ra, tabella con indicazione delle per-

centuali di variazione tra i valori di

concentrazioni per ricettori campio-

ne nello scenario ante operam e

post operam).

Passo cruciale di un

SIA è la definizione

del rapporto opera-

ambiente ivi inclusa

la determinazione

delle azioni di miti-

gazione degli im-

patti e/o della ne-

cessità di proposte

di compensazioni

Page 6: Appuntiride ii numero

E’ stato con vero piacere che ho ricevuto pochi giorni fa una lettera del nuovo Presidente

dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma (ing. Carla Cappiello) che mi comunicava la

nomina a Presidente della Commissione “Valutazioni ambientali” dell’Ordine stesso. Il motivo di

soddisfazione è senz’altro doppio. Il primo è legato al fatto che il nostro obiettivo di professioni-

sti e “cultori” della materia ambientale è nutrito dalla possibilità di esercitarsi e impegnarsi nella

ricerca del miglioramento della materia non solo in linea pratica ma anche per gli aspetti più

propriamente scientifici e teorici: senza questa nuova linfa si rischia di finire tra quelli che stan-

no burocratizzando e rendendo sempre meno nobile la materia della protezione ambientale che

invece deve trovare ampia diffusione e consapevolezza. Il secondo motivo è legato al fatto

stesso di poter operare al fianco ed all’interno del “rinato” Ordine degli ingegneri della Provincia

di Roma, Ordine senz’altro significativo ed importante nel panorama nazionale ma che per molti

anni, almeno a quello che mi risulta, ha sonnecchiato ed è, come dire, imploso. La nuova diri-

genza ha preso con energia in mano l’Ordine e il suo obiettivo è quello di arricchirlo, di renderlo

più presente non tanto e non solo nella sua sede ma principalmente verso gli iscritti e le istitu-

zioni. Finalità che sono più che condivisibili e che ben si adattano alla materia ambientale.

E’ per questo che con il Presidente, con il Coordinatore delle Commissioni Tematiche (ing. Ma-

nuel Casalboni) e con il coordinatore del settore ambiente (ing. Monica Pasca) l’idea è di svilup-

pare iniziative volte sia a dare un contributo ai colleghi iscritti ma anche e soprattutto a pro-

spettare alle istituzioni idee e chiavi di lettura utili per il miglioramento delle attività di tutti i

giorni, con l’ambizione di poter essere utili anche in caso di miglioramento della normativa (es.

norme regionali ovvero nazionali anche con un confronto con eventuali altri Ordini interessati).

E’ per questo che volentieri invito tutti i lettori del presente notiziario ad iscriversi alle commis-

sioni dell’Ordine (attraverso il sito www.ording.roma.it) e perché no a quella “Valutazioni Am-

bientali” in modo da poter dare avvio ad un serie di idee ed iniziative che ho già in mente e che

sarò ben felice di esporvi alla prima riunione utile.

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AI 2

APPUNTIRIDE n. 2/2013

N L’opinione del Direttore Tecnico

Nuove iniziative

anche in sinergia

con l’Ordine degli

Ingegneri della

Provincia di Roma

Si può affermare che questa necessità è originata da almeno 2 ordini di motivi.

Da un lato quello ufficiale che è rappresentato dalla emanazione della parte seconda del D.lgs.

3 aprile 2006, n. 152, entrata in vigore il 31 luglio 2007, che all’art.34, fa esplicito riferimento

alla revisione delle norme tecniche esistenti per la VIA, dettate, da sempre, dal DPCM del

27.12.88, e alla introduzione delle norme tecniche per la VAS, ancora mai elaborate a livello

nazionale.

Dall’altro quello operativo, visto che l’introduzione del nostro ordinamento della Valutazione

Ambientale Strategica (VAS) e il riordino della normativa esistente in materia di Valutazione di

Impatto Ambientale (VIA), coordinandola – tra l’altro - con le procedure per la VAS e con

l’autorizzazione ambientale integrata (AIA), impone di fatto l’aggiornamento e l’adeguamento

delle norme tecniche in materia di valutazione ambientale.

Occorre dire che chi si è impegnato nel finire dell’anno 1988 a disegnare e poi redigere le così

dette “norme tecniche” ha fatto un lavoro eccelso e certamente illuminato (avendo avuto il

piacere di conoscere gli autori non poteva che essere così) ma ciò nonostante credo che oc-

corre dire che la necessità di un aggiornamento è troppo evidente tanto da non poter essere

ancora procrastinata.

La necessità di nuove Norme Tecniche

per la VIA L

L’Art-34 D.lgs. 3

Aprile 2006 n°152 è

lo strumento

ufficiale per il

perseguimento

delle reali necessità

operative.

Page 7: Appuntiride ii numero

Continua il filone di ricerca sviluppato con la collaborazione del

dipartimento di Ingegneria dell’Università di Roma 3, che ha

visto la partecipazione del gruppo di lavoro alla 21st Internatio-

nal Conference on Modelling Monitoring and Management of Air

Pollution (3—5 Giugno 2013, Siena).

Gli argomenti trattati durante la confe-

renza sono stati molteplici, spaziando

dalle metodiche di analisi degli inquinanti, alle tecniche di monitorag-

gio, nonché alla definizione di modelli per la previsione delle emissioni.

Proprio su quest’ultimo tema si concentrano gli studi del gruppo di

lavoro, il quale ha presentato un contributo dal nome: “Investigating

the influence of highway traffic flow condition on pollutant emissions

using driving simulator”. Le analisi hanno riguardato lo studio delle

influenze sugli stili di guida, delle interferenze veicolari valutate su

un'infrastruttura autostradale. Gli atti del convegno sono stati raccolti

nella pubblicazione “Air Pollution XXI” ISBN:978-1-84564-718-6 J.W.S.Longhurst & C.A. Breb-

bia, WIT Press.

AIR POLLUTION - Siena 2013

7

AI 2

APPUNTIRIDE n. 2/2013

IRIDE articoli e convegni...

Le Strade: Il Progetto del Progetto

Con l’obiettivo di ampliare il dibattito relativo alla materia, è stato pubblicato sulla rivista

specializzata “Le Strade” l’articolo dal titolo “Il Progetto del Progetto”. I contenuti dell’articolo

sono stati già citati nella parte di Primo Piano del presente numero di appunti.

Per chi volesse approfondire la tematica si rimanda all’articolo del n°3/2013 di Le Strade, in

cui è ne è presentata una versione estesa.

Le Strade: Bollino verde per Terre e Rocce

In uscita nel prossimo numero di “Le Strade” l’articolo Bollino verde per Terre e Rocce. L’arti-

colo affronta la tematica, ormai sempre più attuale, delle Terre e Rocce da scavo, descriven-

do ed evidenziando le peculiarità del nuovo regolamento.

I recenti sviluppi stanno portando notevoli modifiche nel quadro normativo, che, specificata-

mente al tema in questione, vede un grande fermento, con l’emanazione di nuovi decreti e

leggi, i quali sono volti (o almeno ci provano!) a regolare l’uso di risorse non rinnovabili (quali

le terre e rocce da scavo) al fine di perseguire gli obiettivi più generali di sostenibilità, ai quali

“lo Sviluppo” ormai è costretto a tendere.

Nell’articolo vengono sintetizzate le logiche del DM 161/2012 con particolare riferimento all’e-

laborato “Piano di Utilizzo”. Quest’ultimo elaborato rappresenta la principale novità introdotta

dal DM e ne rappresenta anche il cuore metodologico.

Page 8: Appuntiride ii numero

APPUNTIRIDE n. 2/2013 8

Anteprima

P PRIMO PIANO

R RICERCA La Greenway

L LEGISLAZIONE La continua evoluzione delle norme come momento di

deresponsabilizzazione dei tecnici

I INGEGNERIA L’analisi del rischio come strumento per il controllo

dell’impatto ambientale di alcune situazioni specifiche

Lo Schema Direttore Ambientale: uno strumento per la

progettazione dell’ambiente

N NOI

La costruzione di IRIDE, come soggetto capace di coniugare teoria e prassi, ricerca ed appli-

cazione, è un’operazione che si rinnova ogni giorno e che trova nel “fare” quotidiano la sua

linfa.

Dal confronto con le problematiche che di volta in volta si prospettano nello svolgimento della

sua attività di società di ingegneria ambientale, IRIDE coglie occasione per individuare nuovi

ambiti di speculazione e per sperimentare approcci innovativi che sappiano dare risposta a

quesiti ricorrenti nella pratica professionale. Così è nata la ricerca “Sostenibilità ambientale

delle infrastrutture ferroviarie”, sviluppata insieme ad Italferr S.p.A. – UO Ambiente ed Ar-

cheologia, come anche quella riferita al “Progetto del Progetto”, ossia alla costruzione di un

processo progettuale che, percorrendo in modo differente sentieri già tracciati dal dettato

normativo, sappia giungere a mete nuove e soprattutto più sostenibili sotto il profilo ambien-

tale e sociale, così come meglio illustrato nel prossimo numero di AppuntIride.

Per questa ragione IRIDE intende porsi come una sorta di laboratorio plurale ed aperto, nel

quale possano trovare occasione di conoscenza e sperimentazione tutti colori che ritengano

che sia effettivamente perseguibile uno sviluppo ecosostenibile. Per questa ragione le porte

dell’Istituto sono aperte a tutti coloro che sono animati da passione verso le tematiche am-

bientali e che vogliono, insieme a noi, concorrere a costruire percorsi di ricerca volti a svilup-

pare approcci e metodologie innovative e, soprattutto, capaci di integrare la dimensione am-

bientale all’interno della progettazione.

APPUNTIRIDE L’opinione del Direttore tecnico

IRIDE a convegni e seminari

N Partecipare alle ricerche

di IRIDE

IRIDE srl

Via G. Trevis, 88

00147 Roma

Tel 06/51.60.60.33

Fax 06/ 83.69.20.55

[email protected]

www.istituto-iride.com

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