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AREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e …...La giornata è proseguita con vari incontri: il...

Date post: 13-Aug-2020
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GI futuro GIOVANI IMPRENDITORI CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO associazione associazione Progetto Leadership Academy 2017 Start-Uperitivi, un proficuo confronto CENA DI NATALE Una grande serata in una cornice molto particolare CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena
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GIfuturo

G I O VA N II M P R E N D I T O R IC O N F I N D U S T R I AE M I L I A A R E A C E N T R O

associazione

associazione

Progetto Leadership Academy 2017

Start-Uperitivi,un proficuo confronto

CENADI NATALE

Una grande serata in una cornice molto particolare

CONFINDUSTRIA EMILIAAREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena

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Marco Arletti

sommario

L’11 dicembre abbiamo concluso la prima edizione del percorso LEADERSHIP ACADEMY. Si tratta di uno dei progetti più significativi rivolti alla scuola e al territorio che abbiamo realizzato in questo primo anno di attività insieme. Questo percorso, rivolto a studenti universitari, è stato studiato con le Università di Bologna, Modena e Ferrara e nasce con l’obiettivo di trasmettere competenze trasversali, cosiddette soft skill, e per far conoscere più da vicino il mondo dell’impresa.

Le nostre università, infatti, sono riconosciute a livello nazionale e internazionale come riferimento in termini di competenze, ricerca e eccellenza dell’insegnamento. Chi vive l’impresa sa, d’altronde, che oggi il mercato chiede anche competenze diverse. Oltre alle basilari ed indispensabili competenze tecniche sono sempre più apprezzate le soft skill, che normalmente si sviluppano con l’esperienza. Quelle competenze che raggruppano le qualità personali, l’atteggiamento in ambito lavorativo e le conoscenze nel campo delle relazioni interpersonali come ad esempio la capacità di gestione del team, di motivazione dei propri collaboratori e di gestione dello stress. In una parola, la leadership.

Con questo percorso pensiamo di aver contribuito ad accorciare la distanza tra la fase di studio e l’operatività nel mondo del lavoro, provando a trasmettere pillole di soft skill grazie al contributo di figure accademiche ma anche formatori del mondo aziendale e noti imprenditori che hanno condiviso con gli studenti coinvolti le loro esperienze e le loro competenze.

Ci siamo resi conto di un ulteriore risultato raggiunto con questo progetto. Grazie infatti alle testimonianze, in particolare degli imprenditori, i ragazzi hanno potuto scoprire il mondo dell’impresa e rendersi conto delle opportunità che possono nascere con le idee, con un po’ di coraggio e di fiducia per il futuro.

Sono tempi complicati, lo sentiamo dire da tutti e dappertutto. Lo sono per le imprese, per le famiglie e per tutti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Ma questo tempo è anche un tempo di grandi opportunità, un tempo pieno di possibilità di conoscenza, di formazione, di relazioni commerciali e umane una volta impensabili.

È emerso forte che mai come adesso, in un’epoca di industria e sistemi connessi e di intelligenze artificiali, il confine tra successo ed insuccesso di ogni progetto si definisce anche tramite la qualità delle persone. Questi i concetti che sono arrivati agli studenti, che dalle esperienze raccontate hanno potuto acquisire un po’ di fiducia e maggiore consapevolezza sulle opportunità per il futuro.

Per questo progetto sono stati selezionati 130 ragazzi che hanno partecipato al percorso sulle tre province e si è sviluppato attraverso due incontri plenari, il primo di lancio a Modena e il secondo di chiusura a Bologna, e quindici incontri provinciali.

La mission del nostro gruppo giovani è anche quella di trasmettere i valori di impresa al territorio. Riteniamo di aver perseguito questo obiettivo grazie a questo progetto che vorremmo diventasse una nuova tradizione da ripetere e arricchire negli anni del nostro Gruppo.

FUTURO - Rivista dei Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Area CentroSupplemento di “Fare” N. 38 dicembre 2017

Direttore Responsabile: Raffaella MazzaliCoordinatore Editoriale: Francesca VillaniRedazione: Giovanni Billeci, Ivan Franco Bottoni, Eugenio Burani, Giulia Cataldi, Vittorio Cavani, Mariacarla Maccaferri, Antonio Mirabella, Eleonora Missere, Maria Ginevra Piana, Elena Sabattini, Giada Valente

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla stesura degli articoli.

Editore: FARE S.r.l. - Via San Domenico, 4 - 40124 BolognaDirezione e Redazione: Confindustria Emilia sede di Bologna - Via San Domenico, 4 - 40124 BolognaPubblicità: FARE S.r.l. - Via San Domenico, 4 - 40124 BolognaPubbli S.r.l. - Corso Vittorio Emanuele, 113 - 41100 Modena - Tel: 059 212194 - [email protected]

Progetto Grafico: MIG - Moderna Industrie Grafiche - Via dei Fornaciai, 4 - 40129 BolognaStampa: Labanti e Nanni Industrie Grafiche S.r.l. - Via Giuseppe di Vittorio, 3 - 40053 Valsamoggia - Loc. Crespellano (BO)

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26/11/1998Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.

ASSOCIAZIONE

L’Italia nel mondo, il mondo in Italia

VARIE

TEDx Bologna

ASSOCIAZIONE

Progetto Leadership Academy 2017

I Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia in visita in Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna

CULTURA

Palazzo Ducale di Sassuolo… una delizia tutta da scoprire

ECONOMIA-DIRITTO

100 indicazioni geografiche europee pronte per essere protette in Cina

ASSOCIAZIONE

Start-Uperitivi

Cena degli auguri di Natale

I filari di Castelvetro

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Oltre

L’Italia nel mondo, il mondo in Italia

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Il 20 e 21 ottobre scorsi si è svolto il 32° convegno dei Giovani Imprenditori nella piccola grande Capri e come sempre la location è stata l’intramontabile Grand Hotel Quisisana.

Apre la giornata di venerdì pomeriggio Francesco Giuseppe Palumbo, presidente G.I. Confindustria Campania, seguito dal presidente dei G. I. di Confindustria Alessio Rossi, che ha portato subito dati relativi alla posizione dell’Italia nel mondo: prima per numero di beni UNESCO, settima potenza industriale. Il Paese si trova proiettato oltre ai limiti geografici e politici, in un clima di espansione ed export sempre crescente. Infatti nel 2013 si sono investiti solo 23 milioni, già nel 2015 i dati riportano un rialzo per l’internazionalizzazione a 200 milioni.

Da gennaio ad agosto si è assistito a un incremento del 7,6% nelle esportazioni con 293 miliardi di prodotti, più della Germania e della Francia. Di questi, poi, 1.200 prodotti Made in Italy sono andati a riempire gli scaffali americani. Sono inoltre stati aperti inoltre ben 676 cantieri nel mondo.

Cosa vuol dire portare l’Italia nel mondo? Il significato è sorprendente, e corrisponde all’aver protetto i posti di lavoro nella crisi e nei bilanci!

Nell’ultimo anno 51.000 italiani, tra laureati e diplomati, sono andati all’estero: si deve puntare invece con tutte le forze ad esportare prodotti e ad importare cervelli. Si devono moltiplicare le opportunità creando nel nostro Paese un “hub”

dove passino infinite occasioni, un punto attraverso il quale si incontrino infinite rette, un vero e proprio centro di gravità economico-culturale. Per fare ciò serve tra l’altro la resilienza dell’imprenditore, caratteristica da implementare.

A seguire un ospite d’onore, Silvio Berlusconi, che ha promesso, dati i preoccupanti numeri che emergono tra i giovani (1mln e 200mila ragazzi disoccupati), promette una maggiore tutela, sicurezza e garanzie per questa fascia di età della popolazione. Ha proposto una più equa flat tax per agevolare

gli imprenditori, sempre più oberati.

La giornata è proseguita con vari incontri: il primo aveva come titolo “Vivere ai tempi dell’economia mondiale” e ha visto l’intervento di Antonio Alunni, amministratore delegato Fucine Umbre, convinto che il nostro Paese non abbia ancora la consapevolezza della sua condizione, nonostante l’industria italiana dimostri un’ottima capacità combinatoria nei momenti di difficoltà.

In accordo Maurizio Molinari, direttore de “La Stampa” e moderatore, ha asserito che il 90% delle piccole aziende, non ancora protetto nell’export, abbia comunque grandi potenzialità.

Stefano Venturi, presidente di American Chambers of Commerce Italy, ha fornito alla platea qualche consiglio su come esportare l’azienda italiana in America: ha infatti prospettato grandi opportunità dal momento che ad oggi i numeri dell’esportazione sono al massimo di sempre, avendo

associazioneEleonora Missere

L’Italia è entrata nella giusta direzione, verso la strada della crescita

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superato il picco del 2016 prima del crollo. L’Italia tra un vantaggio in questa situazione, “bagnandosi” nelle culture altrui. I settori che spiccano sono il food e le tecnologie italiane che risultano sempre più competitive, sia nel campo della ricerca (CNR ed università) sia nel campo delle startup che rischiano.

A seguire, Ennio Doris ha illustrato il ruolo delle banche nel cambio d’epoca, da cui le imprese italiane, volenti o nolenti, dipendono: si stanno dunque progettando piani individuali di risparmio per mettere in moto la macchina finanziaria ed evitare in futuro i crediti in sofferenza che portano al rischio di una nuova recessione.

Ivan Scalfarotto, sottosegretario del Ministero per lo Sviluppo economico, ha ripreso il tema della crescita confermando i

dati illustrati da Rossi del + 7,6% dell’export (il doppio dei francesi, 3,8%). “Dovunque andiamo, il nostro prodotto è ‘aspirazionale’. Le nostre esportazioni hanno tenuto in piedi il Paese durante la crisi”.

Durante il pomeriggio sono stati inoltre proposti un excursus su un tema sportivo dal titolo “Facciamo squadra” e il confronto tra Luca Lotti, ministro per lo sport, e Mauro Baldissoni, direttore generale As Roma.

In chiusura, in uno degli ultimi dibattiti, si sono confrontati sul palco vari imprenditori italiani forti nell’export: Costantino Vaia, che con il suo prodotto marchiato Pomì esporta all’estero ben il 70% della produzione, Davide Bollati, farmacista e presidente di Davines, che con prodotti professionali per capelli punta sulla chimica verde ed esporta all’estero l’85% della produzione.

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associazioneEleonora Missere

Nella giornata successiva, quella di sabato 21 ottobre, è stato affrontato un tema sfidante per superare gli ostacoli e spingersi oltre grazie ad un confronto sul palco tra Alessandra Ricci, amministratore delegato di SIMEST, e Liborio Stellino, ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi: la Ricci ha sostenuto che aprire un’azienda in un Paese estero sia già una sfida nonché la messa in campo di tanti sforzi e del know-how italiano. Liborio Stellino le ha fatto eco rassicurando sul fatto che gli sforzi sono ben ripagati, in particolare negli Emirati, e che la tenacia tenacia, la resilienza e la flessibilità dell’imprenditore italiano portano i loro frutti, al contrario del business mordi e fuggi.

E quindi a chi interessa l’Italia oggi? Luca Caracciolo, direttore Limes, ha affermato che se l’Italia interessasse agli italiani quanto interessa al mondo, staremmo tutti molto meglio. La “Via della seta” collega la Cina all’Europa proprio passando attraverso l’Italia, dove si è trovato un approdo, anche se il processo in passato non è stato per niente facile. Caracciolo ha infine concluso con un monito: se sapremo coltivare le connessioni che ci sono con gli altri Paesi, allora sì, saremo un vero Paese.

La giornata è proseguita sul tema del convegno e ha visto susseguirsi gli ospiti Paolo Scudieri e Bernardo Mattarella durante il fishbowl debate “A trazione Sud”. A seguire Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, che ha tirato le somme: si deve recuperare l’identità nazionale, non siamo un Paese coeso, e ci si deve occupare con urgenza dei

bisogni dando merito a chi ce l’ha.

Ha preso infine la parola sul palco Angelino Alfano, ministro degli esteri, che ha affermato che in questi anni l’Italia è entrata nella giusta direzione verso la strada della crescita, evidenziando che nell’ultimo periodo della crisi abbiamo avuto una straordinaria capacità di internazionalizzare: nel momento in cui l’Italia ha vissuto il periodo più buio, il 2008-2016, ha esportato per il 13%. Come ha sostenuto Alfano: “È stato preso fuori quell’ossigeno che non c’era dentro. Noi siamo la superpotenza della bellezza, la superpotenza della cultura”.

Terminando così la giornata di incontri e ospiti, dando un gusto di conclusioni ottimistiche sul tema trattato.

Nell’ultimo anno 51.000 italiani tra laureati e diplomati sono andati all’estero

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Il TEDx di Bologna del 2017 si è tenuto il 21 ottobre, come oramai da tradizione, al Teatro Comunale. Il titolo di quest’anno era INIMMAGINABILE ed è stato efficacemente utilizzato da ognuno degli speaker in chiavi originali, inaspettate e illuminanti.

Andrea Accomazzo, capo della Divisione Missioni Interplanetarie di ESA, ci ha affascinato con una delle missioni a cui tiene di più: la Missione Rosetta, che ha permesso in 30 anni di studio, realizzazione della sonda e navigazione di raggiungere la cometa Rosetta (intrappolata tra Giove e la terra), di lanciare su di essa un lander e di raccogliere campioni risalenti fino a 4.7 miliardi di anni fa, che tanto potranno raccontarci dell’origine dell’universo e del nostro sistema solare.

Andrea Accomazzo, nel tentare di darci una misura dell’impresa, ce l’ha così riassunta: “Quello che abbiamo fatto è stato comandare da una pallina da tennis (la terra), una sonda grande come un’unità di emoglobina su una frazione di un capello umano (Rosetta), situato alla

distanza che c’è tra il Teatro in cui siamo e il Santuario di San Luca (500 milioni di Km)”. Una missione inimmaginabile, appunto.

Germana Lavagna, la seconda speaker, è esperta di co-living e promotrice di un nuovo modello di convivenza tra profughi e cittadini italiani. Ci ha raccontato della propria esperienza di vita e di accoglienza di una profuga albanese quando lei era ragazzina e di come questo l’abbia cambiata profondamente. Le testimonianze di alcune famiglie italiane che hanno accolto dei profughi presso le loro

Un viaggio nell’innovazione

Questo il TEDx, un pomeriggio trascorso tra viaggi, esperienze e racconti davvero inimmaginabili

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varieElena Sabattini - foto credits Nicola Soric

case e di quanto questo abbia cambiato la loro prospettiva ci ha fatto immaginare un mondo in cui le tragedie del singolo possono paradossalmente tramutarsi in esperienza e vissuto da trasmettere alla società, per crescere e migliorare tutti. Insieme.

Sul tema della fiducia, addirittura della Trust Economy, ha impostato il suo intervento anche Casey Fenton, uno dei fondatori di Coachsurfing. Casey Fenton, con fare entusiasta e trascinante, ci ha illustrato passo passo tutte le esperienze che hanno cambiato in meglio la sua vita e lo hanno portato a creare le sue startup, tutte con un’unico denominatore comune: la fiducia verso sconosciuti. Dai suoi viaggi in giro per il mondo fino ai più moderni sistemi di valutazione dell’affidabilità online (da Ebay, a Aibnb, Coachsurfing appunto e molti altri siti), risulta evidente come il meritare la fiducia altrui diventerà sempre di più una vera e propria moneta di scambio, un vero fondamento dell’economia. Anche se oggi ci sembra ancora inimmaginabile, siamo già

sulla buona strada.

Altri interventi legati al mondo virtuali sono stati quelli di Rudy Bandiera e Andrea Benedetti, seppur con modalità molto diverse l’uno dall’altro. Rudy Bandiera, con la giusta dose di ironia, ha introdotto un tema controverso e di grande attualità: la responsabilità che ognuno di noi ha sui social, sia quando pubblica qualcosa su se stesso, sia quando interviene su contenuti altrui, commentando. I casi di cyber bullismo e il proliferare degli hater hanno fatto confessare allo stesso Bandiera di essersi trovato una sera a piangere, nel leggere i perfidi commenti seguiti alla celebre vicenda #UnaMacchinaperRudy. Rudy ha raccontato di essere solito parte dall’assioma: “Non possono giudicarmi come individuo”. Stila poi 7 regole base per un corretto comportamento online e per una nuova etica condivisa dei social media: il mezzo è contenuto; il vincere a tutti i costi non è essere vincenti, è essere arroganti; resta sempre lucido e concentrato su chi hai davanti; non devi calpestare B per andare da A a C; non sei obbligato a partecipare a TUTTE le discussioni; hai una responsabilità, verso tutti; sei sempre in pubblico, anche quando sei in privato.

Ha poi chiosato: “Sul web date informazioni utili e di valore, siate responsabili di quello che fate e per i vostri amici più stretti rimanete sempre i soliti amabili pirla”.

Più incentrato sull’innovazione l’intervento di Andrea Benedetti, la cui qualifica ufficiale è altisonante: Director of Technical Evangelism presso Microsoft. Ci ha intrattenuti con la tecnologia Hololens, mostrandoci dal vivo le potenzialità di uno strumento che combina realtà virtuale (ovvero una realtà immaginaria nella quale immergersi completamente) e realtà aumentata (ovvero

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costituita da elementi virtuali inseriti nella realtà, ma che non subiscono variazioni se quest’ultima in qualche modo cambia). La Mixed Reality, dunque, combina efficacemente elementi virtuali all’interno della realtà, permettendo un’interazione continua tra questi due livelli e molteplici applicazioni possibili: nel design, nell’assemblaggio, nella medicina, nell’ entertainment…

Alcuni esempi: nella stazione spaziale orbitante, gli astronauti provano in maniera realistica gli interventi di manutenzione che dovranno realizzare all’esterno su rotture verificatesi in navigazione e non prevedibili dalla terra. Gli ingegneri di una nota ditta che si occupa di aeronautica possono fare formazione indipendentemente da dove si trovano nel mondo sui nuovi modelli prodotti da uno solo degli stabilimenti dell’azienda, senza dover spedire motori d’aereo in altri continenti. In ospedale: un chirurgo sta operando e nel contempo trasferisce tramite le sue lenti tutto ciò che vede ad un collega oltreoceano in modo da poter fare un intervento congiunto.

Il solo limite è la fantasia, ha sottolineato Benedetti. Ma anche altri interventi hanno avuto la creatività umana come focus.

La voce più artistica e sensoriale del TEDx è stata portata avanti da Arianna Porcelli Safonov, Edoardo Tresoldi e Francesca Faruolo.

Porcelli Safanov ha regalato a tutti noi momenti di ilare consapevolezza, veicolando con l’ironia verità immense: l’unica persona che può cooperare a rendere migliore la nostra vita siamo noi, dunque non concediamo agli altri il privilegio di scegliere al posto nostro ma scegliamo il divertimento come stile di vita. Un divertimento che ci faccia scoprire la diversità, il dissenso, la leggerezza, che ci faccia accogliere a braccia aperte tutte le opportunità che la vita ci offre, inaspettate, a volte grottesche come ha raccontato la relatrice con quel suo tipico autocompatimento sagace e buffissimo.

E poi Edoardo Tresoldi, un giovanissimo artista che ha accompagnato attraverso paesaggi da lui valorizzati e ricreati grazie alla sua particolare tecnica di utilizzo della rete metallica: un modo di rispettare l’ambiente senza forzarlo, di esaltare la sacralità dei luoghi, di evidenziare la “materia assente”, cioè il lato immateriale più poetico delle cose. Attraverso le trasparenze Tresoldi ha ricostruito la Basilica di Siponto e ce l’ha restituita in una maniera inconsueta e pittoresca, così come pittoresco è stato il vecchio in riva al mare, anch’esso trasparente, con il tramonto che gli passa attraverso. Scolpire il paesaggio è proprio questo, e tutti noi siamo rimasti affascinati dalle immagini che Tresoldi ha proiettato e che ci trasportano quasi in un’altra realtà.

Per finire questo viaggio nei sensi, Francesca Faruolo,

che si definisce “Osmonauta”, ossia viaggiatrice degli odori, ci ha accompagnati in un viaggio erudito attraverso la storia dell’olfatto, i pregiudizi legati al naso, organo considerato poco nobile, e le recenti scoperte in ambito neurologico, che hanno invece dimostrato come l’olfatto sia indissolubilmente legato alla nostra evoluzione.

Faruolo ha suggerito a tutti noi di creare degli ambienti olfattivamente stimolanti: gli odori si associano ai ricordi rendendoli più vividi e tenaci nella nostra memoria e permettendoci quindi di immagazzinarli con più efficacia e più a lungo.

Infine, elemento distintivo di questo TEDx, è stata la presenza di ben due membri del nostro Gruppo Giovani: Sara Roversi, consigliere dei GI e fondatrice di You Can Group insieme al marito Andrea Magelli, e Stefano Fratepietro, di Tesla Consulting.

Roversi ci ha raccontato del suo percorso, che dalla Food Valley emiliana l’ha portata a contatto con tutti i più grandi innovatori mondiali

del settore food, grazie alla sensibilità sulle tematiche dello spreco, dello scarseggiare delle risorse e della necessità di innovare coltivazioni, processi e somministrazione per andare insieme verso un futuro in cui nel giro di una trentina d’anni vivremo quasi tutti in grandi centri urbani e necessiteremo del 60% in più di cibo per poter sfamare tutta l’umanità.

Queste consapevolezze e questo “viaggio” hanno portato i fondatori di You Can Group a fondare il Future Food Program, che attraverso un master permette ai giovani di incontrare i food inventors di tutto il mondo.

Elemento distintivo di questo TEDx, è stata la presenza di ben 2 membri del nostro Gruppo Giovani: Sara Roversi e Stefano Fratepietro

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Un programma ambizioso cominciato nel 2015 con l’Expo e che continua con successo e dedizione.

Anche Fratepietro ci ha prospettato scenari futuri non sempre tranquillizzanti: la sua speech è iniziata con alcune scene della famosa serie TV “Mr. Robot”, in cui una casa governata dalla domotica di colpo “impazzisce” a causa dell’azione di un gruppo di hacker. Scenario inquietante: sempre di più i dispositivi informatici controllano parti della nostra vita, dei nostri processi, degli strumenti che utilizziamo ogni giorno e una situazione come quella paventata da Fratepietro non è così inimmaginabile, appunto.

Cosa fare per prevenirla? Innanzitutto, evitare che il “fattore uomo” costituisca il rischio principale in ogni sistema, facendo

attenzione a chi e come gestisce i dati, alle procedure, agli antivirus, a tutte quelle vulnerabilità tipiche dei sistemi informatici che con la nostra imprudenza possiamo solo peggiorare.

Una dimostrazione molto eloquente dataci da Fratepietro è il caso di Wanna Cry, un virus che ha causato danni enormi in tutto il mondo poco tempo fa. Come sottolinea il relatore, oggi, nonostante tutte le campagne mediatiche seguite a quegli eventi, nel mondo sono ancora 900 mila i sistemi vulnerabili a Wanna Cry, benché si sappia esattamente come evitarlo. Anche della tecnologia va promosso un uso consapevole e responsabile.

Questo il TEDx Bologna 2017, un pomeriggio trascorso tra viaggi, esperienze e racconti davvero inimmaginabili.

varieElena Sabattini - foto credits Nicola Soric

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Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro si è fatto promotore, insieme alle Università degli Studi di Bologna, di Ferrara e di Modena-Reggio Emilia del progetto “Leadership Academy”: un ciclo di sei seminari tecnico-pratici su leadership e soft skills rivolto agli studenti dei dipartimenti di Economia e Management delle tre università.

Ogni seminario ha previsto un lectio magistralis su un tema specifico da parte di un relatore (un accademico o un consulente aziendale) e, a seguire, una testimonianza della propria esperienza diretta del tema trattato da parte di un imprenditore/professionista.

I seminari si sono svolti in tutte e tre le università tra ottobre e dicembre 2017 e hanno coinvolto oltre 150 studenti; a conclusione del ciclo, gli studenti partecipanti sono stati chiamati a consegnare un project work per l’ottenimento dei crediti formativi ad esso correlati.

Particolarmente interessante è stata la conferenza di apertura e di presentazione del progetto che si è svolta nella suggestiva cornice dell’Accademia Militare di Modena lo scorso 9 ottobre.

Ha aperto i lavori il Generale Stefano Mannino, Comandante dell’Accademia, che dopo i saluti di rito ha

raccontato alla platea gremita di studenti come è organizzata la vita in Accademia sottolineando che, per diventare un leader, sono imprescindibili la perseveranza, il rispetto delle regole e la determinazione nel raggiungimento degli obiettivi.

È seguito il saluto di Marco Arletti, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, che ha sottolineato come il Gruppo abbia sempre dato molta importanza alla formazione quale elemento fondamentale per la crescita professionale degli imprenditori di oggi e di domani.

Progetto Leadership Academy 2017

Leader si nasce o si diventa? Difficile rispondere, ma sicuramente dall’esperienza si può apprendere

Un leader non è chi comanda, ma chi sa condurre, guidare il proprio team verso il raggiungimento degli obiettivi

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Mariacarla Maccaferri, Giovanni Billeciassociazione

La presentazione del progetto Leadership Academy è stata affidata a Silvia Pecorari, consigliere del Gruppo Giovani che, insieme ad altri colleghi del Gruppo, ha ideato e organizzato questo percorso, e ai professori che lo hanno reso possibile all’interno dei tre atenei: Massimo Pilati dell’Università di Modena-Reggio Emilia, Marco Maria Mattei dell’Università di Bologna e Federico Frattini dell’Università di Ferrara.

Leonardo Milani, mental trainer della Pattuglia Acrobatica Italiana Frecce Tricolori, ha tracciato l’”Identikit del leader 4.0”: quali sono le caratteristiche che contraddistinguono i leader di oggi? Un leader non è chi comanda, ma chi sa condurre, guidare il proprio team verso il raggiungimento degli obiettivi, instaurando un clima positivo e di fiducia e cercando di motivare e valorizzare le persone di cui è responsabile. Ma non solo: un leader deve essere in grado di rispondere velocemente ai cambiamenti di scenario, essere sempre aggiornato sulle esigenze organizzative in evoluzione e saper adattare ad esse la propria leadership. Come farlo? Con la capacità di coniugare il proprio know-how con l’innovazione e con l’aspetto umano delle relazioni.

A Luca Cordero di Montezemolo sono state affidate le conclusioni dell’incontro: la capacità di unire competenze “hard” a competenze “soft” permette di mantenere una leadership nel tempo. L’intervento dell’avvocato è stato ricco di aneddoti ed esperienze vissute nell’arco della sua importante carriera di imprenditore e di presidente di numerose aziende leader nel mondo. Una testimonianza di grande stimolo per i ragazzi che, grazie agli studi intrapresi, stanno gettando le basi per il proprio futuro e per l’economia e la prosperità del nostro Paese.

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Incontro con l’amministratore delegato Mauro Sirani Fornasini

I Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia in visita in Philip Morris Manufacturing & Technology BolognaLo scorso 22 novembre si è tenuta la visita dei Giovani Imprenditori di Confindustria presso il nuovo stabilimento della Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, a Crespellano.

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associazioneAntonio Mirabella, Giada Valente

Una nutrita rappresentanza di imprenditori dell’area centro dell’Emilia ha visitato il nuovo sito di Philip Morris, inaugurato nel settembre 2016, primo al mondo per la produzione su larga scala e per la prototipazione dei nuovi “prodotti senza fumo”. Durante la visita, il gruppo ha avuto la possibilità di osservare da vicino le varie fasi del ciclo di produzione: dalla lavorazione del tabacco, fino all’assemblaggio del prodotto finito, pronto per la commercializzazione. Un “Factory Tour” a 360 gradi, guidato dagli stessi manager delle aree produttive visitate, che ha offerto agli ospiti una visione completa e approfondita del complesso lavoro che viene svolto a Crespellano.

La giornata del 22 si è rivelata anche un’importante occasione di incontro e di confronto tra il Gruppo dei Giovani Imprenditori e l’amministratore delegato della Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, Mauro Sirani Fornasini, che ha dato il benvenuto alla delegazione composta da 60 rappresentanti della zona con un discorso motivante in cui ha raccontato non solo la storia dell’azienda, profondamente radicata nel territorio emiliano, ma ha anche affrontato gli elementi fondamentali che hanno reso Philip Morris un contesto lavorativo stimolante e performante, tanto da acquisire, per quattro anni consecutivi, la certificazione Top Employer che viene conferita alle aziende riconosciute eccellenti per le condizioni di lavoro e per l’impegno nel far crescere le persone non solo professionalmente, ma anche a livello personale.

Mauro Sirani Fornasini, ha inoltre evidenziato l’importanza di lavorare in un contesto aziendale capace di trasmettere benessere attraverso la cura delle persone, una cura che passa anche dal saper creare le giuste opportunità di crescita per far emergere il vero talento.

“Questa visita è anche un invito a tutte le aziende ad aprire le

loro porte, nei limiti della confidenzialità, un invito a condividere le loro best practices” ha commentato. “Trovo molto utili queste occasioni perché ci aiutano a riflettere sull’ambiente aziendale che stiamo costruendo, ci aiutano a capire i diversi punti di vista relativi a come creare un ambiente di lavoro capace di far esprimere le persone. Un ambiente di questo tipo deve essere sostenuto, naturalmente, da una leadership di supporto”.

Durante la presentazione, tenutasi presso il Conference Center dello stabilimento di Crespellano, è stata inoltre discussa la rivoluzionaria trasformazione che il gruppo Philip Morris sta mettendo in atto, nella costruzione di un futuro “senza fumo”. Una trasformazione che ha mosso i primi passi proprio a Bologna, con un investimento complessivo di 1 miliardo di euro ed il lancio di Iqos, la prima piattaforma dei prodotti “smoke- free”, presente in più di 31 mercati nel mondo. Iqos è un sistema rivoluzionario, che grazie alla tecnologia HeatControl, sviluppata da Philip Morris International, scalda il tabacco a una temperatura controllata evitando la combustione e generando un vapore al gusto di tabacco. Poiché non avviene combustione come nelle tradizionali sigarette, non produce

fumo, né cenere, né odore persistente. Iqos è un sistema utilizzabile esclusivamente con le Heets o HeatSticks, gli stick di tabacco prodotti proprio nello stabilimento di Crespellano per il mercato mondiale.

La visita dei Giovani Imprenditori di Confindustria presso lo stabilimento della Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna del 22 novembre è sintomo non solo di un prezioso sentimento di apertura e condivisione che sta investendo l’imprenditoria in generale, ma anche di un tessuto produttivo desideroso di conoscere e di conoscersi. Una preziosa opportunità di interscambio, tra imprenditori e manager, per scoprire una realtà di successo,

altamente innovativa che rappresenta una fonte di stimolo per un territorio in continua crescita.

Trovo molto utili queste occasioni perché ci aiutano a riflettere sull’ambiente aziendale che stiamo costruendo

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Sassuolo è nota ai più per essere la capitale di uno dei maggiori distretti ceramici a livello globale, affermatosi definitivamente negli anni del boom economico come antesignano del comprensorio industriale diffuso.

Per gli appassionati di sport più o meno accaniti la cittadina è, invece, celebre per le gesta della locale squadra di calcio, assurta negli ultimi anni agli onori delle cronache europee.

Di certo pochi sanno che nel cuore di Sassuolo sorge una delle più importanti residenze barocche italiane, ovvero Palazzo Ducale.

La reggia è oggi parte integrante delle Gallerie Estensi, nate nel 2014 come istituto dotato di autonomia speciale nell’ambito di una riforma generale del MIBACT, promossa dal ministro Franceschini, che ha ridefinito l’assetto del

sistema museale statale del nostro Paese.

Si tratta dell’ultima, fortunata, tappa di una vicenda secolare a dir poco tormentata, cominciata con l’arcinota “vendita di Dresda”. Protagonistail duca Francesco III, il quale per risanare le esauste finanze statali dopo le guerre di successione polacca

e austriaca, vendette per 100.000 zecchini i più pregiati quadri della propria collezione ad Augusto III, re di Polonia e principe elettore di Sassonia, che li trasferì a Dresda. A seguito di questo ingentissimo depauperamento, Palazzo Ducale, insieme a chiese e conventi del territorio, fu oggetto di pesanti prelievi per rimpinguare il patrimonio personale del sovrano.

A segnare definitivamente le sorti del Palazzo fu però l’arrivo, mezzo secolo più tardi, delle truppe napoleoniche. Nel 1796 venne requisito da parte dei francesi e alienato alla famiglia

Nel cuore di Sassuolo sorge una delle più importanti residenze barocche italiane ovvero Palazzo Ducale

I Giovani Imprenditori a contatto con il territorio

Palazzo Ducale di Sassuolo…una delizia tutta da scoprire

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D’Espagnac. Come se non bastasse, nei primi decenni del Novecento divenne poi sede di una fabbrica di calcina e del salumificio della ditta Bellentani. Solo nel 1941 il futuro re Umberto II, innamoratosi del Palazzo in occasione di una visita in città, acquistò l’edificio per destinarlo alla Scuola di Cavalleria. La reggia entrò così nella compagine del Ministero della Difesa. Nel maggio del 2004 viene girata, come bene demaniale, al MIBACT.

Ha così trovato felicemente compimento la storia del Palazzo, progettato dall’architetto ducale Bartolomeo Avanzini e da Gaspare Vigarani, a cui il duca Francesco I affidò la direzione dei lavori nel 1634. Il precedente castello medievale fu trasformato in una vera e propria delizia, ovvero un luogo di svago e di villeggiatura. Cronologicamente parlando la realizzazione si colloca negli anni immediatamente successivi alla perdita di Ferrara, sofferta dagli Estensi nel 1598 e al conseguente trasferimento della corte in quel di Modena.

Esternamente la planimetria è caratterizzata dall’imponente peschiera o fontanazzo, architettura “a grottesca”. Di grande impatto l’articolata scenografia ripartita in tre ordini e ornata da statue, grotte, nicchie, mosaici, stucchi, fontane e balconate. Un vero e proprio “teatro d’acqua”, un tempo alimentato dal canale di Modena, chiuso sullo sfondo da un’alta quinta a forma di montagna, sormontata dall’aquila simbolo della casata estense. Nel complesso rappresenta una tipica espressione della poetica barocca, a metà tra la natura pietrificata e la costruzione andata in rovina.

Sul lato meridionale si possono ammirare gli ultimi lembi del grande parco, adagiato a ridosso del fiume Secchia e proiettato verso i primi rilievi collinari. A metà del XVIII secolo grazie ad acquisti ed espropri raggiunse la sua massima estensione, pari a 10 km di lunghezza. La notevole estensione

consentiva di aderire ai nuovi modelli “alla francese”, proposti da André Le Notre prima a Vaux-le-Vicomte poi a Versailles. Proprio a questi illustri prototipi si ispirò l’architetto e scenografo veneziano Pietro Bezzi.

In una spirale crescente di stupore e di meraviglia, gli interni lasciano di stucco i visitatori, grazie agli straordinari affreschi, opera di un’équipe di artisti, fra i quali spiccano il francese Jean Boulanger, pittore ufficiale della corte estense, ed alcuni tra i maggiori pittori quadraturisti bolognesi, come Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli.

“Nelle pareti e nei soffitti delle sale si intrecciano temi allegorici ed episodi della storia estense; si incontrano eroi mitologici e della letteratura classica e cavalleresca, tutti uniti per esprimere il programma esaltante della nobiltà e del ‘buon governo’ estense. Le raffigurazioni sono inserite all’interno di ‘quadrature’: una delle prove meglio riuscite dell’architettura dell’inganno.

Uno studiatissimo effetto prospettico e una sorprendente moltiplicazione virtuale degli spazi che dimostra quanto fosse alta la passione per la capacità della pittura nell’imitare artificiosamente i materiali e la natura”.

Grazie al supporto ed alla disponibilità della direttrice delle Gallerie Estensi, Martina Bagnoli, Palazzo Ducale ha ospitato sabato 28 ottobre un nutrito gruppo di Giovani Imprenditori accompagnati nella visita da Matteo Ruini, storico volontario del FAI Giovani di Modena. L’iniziativa rientra nel ciclo “Forse non tutti sanno che…”, promosso dalla Commissione Marketing del Gruppo Giovani Imprenditori di

Confindustria Emilia Area Centro, con l’obiettivo di (ri)scoprire eccellenze culturali più o meno note del nostro territorio.

culturaVittorio Cavani

Gli interni lasciano letteralmente e metaforicamente di stucco i visitatori, grazie agli straordinari affreschi

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Indicazioni geografiche: accordi bilaterali UE-Cina

100 indicazioni geografiche europee pronte per essere protettein Cina

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Giulia Cataldieconomia-diritto

L’iter per l’accordo bilaterale tra UE e Cina è stato avviato nel 2010 e finalmente entro la fine del 2017 dovrebbe essere ratificato per la protezione di 200 indicazioni geografiche, di cui 100 dall’Unione Europea e 100 dalla Cina.

È già avvenuta, infatti, la pubblicazione della lista dei prodotti a indicazione geografica per i quali è stato avviato formalmente l’iter di protezione e sono ormai trascorsi i termini prefissati entro cui le parti interessate avrebbero potuto presentare eventuali osservazioni e obiezioni.

È quindi sempre più prossima la ratificazione di questo accordo, che ha come scopo la protezione da imitazioni e usurpazioni, sia in UE che in Cina, dei prodotti interessati, nonché la sensibilizzazione dei consumatori e l’incoraggiamento alla crescita della domanda di prodotti di alta qualità da entrambe le parti. La Commissione Europea e il governo di Pechino hanno espresso soddisfazione per questo importante traguardo, riconoscendo che l’accordo porterà vantaggi commerciali reciproci e ribadendo che il rafforzamento della tutela delle indicazioni geografiche influirà positivamente sullo sviluppo rurale promuovendo i valori, la cultura e le tradizioni locali.

La lista dei 100 prodotti europei comprende 26 eccellenze italiane, tra cui le indicazioni geografiche della nostra regione: Aceto Balsamico di Modena, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, e Prosciutto di Parma.

Mentre tra i prodotti cinesi figurano ad esempio: Yantai Ping Guo (mela Yantai), Hengxian Mo Li Hua Cha (tè al gelsomino Hengxian), Panjin Da Mi (riso Panjin) e Baise Mang Guo (mango Baise).

Lo scorso 2 giugno, in occasione dell’accordo per la pubblicazione della lista dei 200 prodotti selezionati, il commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan ha dichiarato: “I prodotti europei protetti da un’indicazione geografica rappresentano un vero successo e la loro vendita è in aumento a livello mondiale. I consumatori di tutto il mondo hanno fiducia nel nostro sistema di classificazione delle indicazioni geografiche; ciò significa che si fidano dell’origine e della qualità dei prodotti, che sono disposti a pagare un prezzo più alto per questi prodotti e quindi che anche gli agricoltori saranno pagati di più. Una stretta collaborazione con i nostri partner commerciali globali come la Cina è un approccio vincente: avvantaggia i nostri agricoltori e le aziende agricole; sviluppa relazioni commerciali più forti tra operatori affini e naturalmente costituisce un guadagno per i consumatori di entrambe le parti dell’accordo”.

Il mercato cinese di prodotti agroalimentari è uno dei maggiori al mondo e cresce di anno in anno, sostenuto da una classe media in aumento che apprezza le bevande e i prodotti alimentari europei, spesso in seguito a viaggi internazionali.

Infatti, la Cina sta diventando uno dei maggiori importatori al mondo nel settore alimentare e il Ministero del Commercio cinese ha previsto una crescita annua del 15%.

Tuttavia, la Cina è indietro rispetto ad altri Paesi nel proprio sistema di protezione delle indicazioni geografiche, dato che fino al 2001 (con l’ingresso nel WTO) non c’era distinzione tra la protezione di marchi e la protezione di marchi collettivi. Attualmente le indicazioni geografiche in Cina sono protette con un sistema duale che fa affidamento da una parte sul deposito dei marchi collettivi e dall’altra su un registro abbastanza sui generis delle indicazioni geografiche, cosa che sostanzialmente non impedisce che sul mercato cinese sia presente un prodotto che come marchio abbia il nome dell’indicazione geografica stessa, con tutti i problemi che ne possono derivare.

Pertanto, con questo accordo c’è la speranza di rafforzare e coadiuvare il sistema attualmente in vigore in Cina, dato che le parti si impegnano a intraprendere attività di monitoraggio e a predisporre gli adeguati strumenti legali per assicurare la

protezione dei consumatori (da etichette ingannevoli) e dei produttori (dalla concorrenza sleale).

D’altro canto, la Cina vanta una ricca tradizione di prodotti agroalimentari in gran parte sconosciuti ai consumatori europei e la cui diffusione dovrebbe aumentare grazie all’accordo. C’è infatti la speranza da parte della Cina di diffondere nell’Unione Europea maggiormente i propri prodotti.

Attualmente nell’UE sono registrate oltre 3.300 denominazioni e vi sono circa 1.250 denominazioni di Paesi terzi protette nell’UE, principalmente grazie ad accordi bilaterali come quello che ci si accinge a concludere con la Cina. In termini di valore, il mercato delle indicazioni geografiche dell’UE è di circa 54,3 miliardi di euro e complessivamente rappresenta il 15% di tutte le esportazioni UE di prodotti alimentari e bevande.

La ratifica di questo accordo segna quindi un importante passo negli accordi commerciali tra UE e Cina, il cui impatto è legato principalmente agli elevati standard di qualità che devono essere soddisfatti.

La Cina vanta una ricca tradizione di prodotti agroalimentari in gran parte sconosciuti agli europei

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Proficui confronti tra startupper innovativi ed imprenditori

Start-Uperitivi

Un elevato numero di imprese e di partecipanti ha dato vita ad un proficuo confronto

Si è tenuta martedì 28 novembre presso la sede del Tecnopolo dell’Unione Terre di Castelli a Spilamberto (Modena), un’altra edizione dello Start-Uperitivo, un evento organizzato dal Gruppo Giovani di Confindustria Emilia Area Centro. Il Tecnopolo, che ospita anche l’incubatore di startup hi-tech Knowbel, fa parte della Rete “Alta Tecnologia” della Regione Emilia-Romagna, costituita da altri nove Tecnopoli dislocati in 20 sedi nel territorio dell’Emilia-Romagna che ospitano ed organizzano attività e servizi per la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale ed il trasferimento tecnologico. Il Tecnopolo di Modena si dirama sul territorio attraverso tre sedi distinte: quella di Modena, collocata all’interno del campus del Dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, la sede dell’Unione Terre di Castelli, che ha ospitato l’evento organizzato dal Gruppo Giovani di Confidustria Emilia, e la sede di Mirandola, denominata TPM. Il Tecnopolo di Modena, caratterizzato da laboratori ed attrezzature scientifiche all’avanguardia e da

moderne strumentazioni di ricerca, è gestito dalla Fondazione Democenter ed è proprio per questo motivo che è stato scelto come sede dell’evento organizzato dal Gruppo Giovani di Confindustria Emilia. Gli Start-Uperitivi costituiscono una proficua occasione di incontro informale tra startupper innovativi ed imprenditori per un reciproco scambio di modelli di business e distributivi, progetti, idee innovative e soluzioni all’avanguardia. Il format dell’evento, già sperimentato in precedenti edizioni, ha suscitato notevole interesse e si articola

in due momenti particolari. In una prima fase viene data la possibilità ad alcune startup o innovativi progetti d’impresa di presentarsi in una sessione di pitch nella quale ogni startup ha cinque minuti di tempo per presentarsi, descrivere il proprio modello di business nonché esporre il carattere di innovatività che caratterizza il proprio progetto imprenditoriale. Le startup vengono selezionate con l’assistenza ed il contributo di incubatori ed acceleratori d’impresa locali, su uno specifico argomento da trattare. Al termine di ogni presentazione

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Eugenio Buraniassociazione

L’evento ha avuto come tema di approfondimento ed analisi quello della realtà aumentata

viene poi previsto un momento di confronto e dibattito tramite domande, stimoli o suggerimenti che possono essere posti alle startup da parte degli imprenditori in platea. Una volta conclusa questa parte si apre la seconda fase, nella quale è previsto un momento di networking informale tra gli startupper innovativi e gli imprenditori presenti in platea, i quali possono così conoscersi personalmente e confrontarsi su idee innovative e soluzioni all’avanguardia. L’evento ha avuto come tema di approfondimento ed analisi quello della realtà aumentata. Tale argomento riveste una sempre maggiore rilevanza in numerosi settori industriali in quanto ha una forte componente innovativa. L’arricchimento della percezione sensoriale umana, infatti, mediante la manipolazione e la gestione elettronica di informazioni aggiuntive e diverse, è un ambito molto innovativo che può essere declinato in molteplici aspetti industriali e produttivi. Gli elementi che «aumentano» la realtà possono essere aggiunti attraverso un dispositivo mobile, come uno smartphone, oppure con l’uso di un PC dotato di webcam o altri sensori, con dispositivi di visione (per es. occhiali a proiezione sulla retina), di ascolto (auricolari) e di manipolazione (guanti) che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già normalmente percepita. Le informazioni “aggiuntive” possono in realtà consistere anche in una diminuzione della quantità di informazioni normalmente percepibili per via sensoriale, sempre al fine di presentare una situazione più chiara o più utile all’operatore. La realtà aumentata può inoltre essere affiancata da un software di intelligenza artificiale in grado di fornire e prevedere le informazioni di cui l’operatore può avere necessità nell’ambito delle proprie funzioni ed attività. Tali ambiti risultano essere inoltre strettamente attinenti al tema Industria 4.0. Sono state quattro le startup specializzate in questo settore presentate nell’evento del 28 novembre: “Pikkart”, “JoinPad”, “Verso” e “Ast4”. “Pikkart” è una startup fondata a Modena nel 2014 che

si occupa di progettazione digitale “taylor made” sviluppando algoritmi per la creazione di applicativi app, di realtà aumentata, geo-localizzazione, internet of things e marketing di prossimità. “Joinpad”, invece, è attiva nel settore industriale dal 2010, sviluppando e distribuendo soluzioni software di realtà aumentata e context computing, volte a semplificare i processi di business industriale tramite la progettazione di strumenti innovativi per interagire con l’ambiente. “Verso” è un innovativo progetto d’impresa che sta sviluppando un dispositivo indossabile che funziona come un controller di gesti universali per progettare gesti e giochi, musica e sport, o interagire con software professionali, su PC e smartphone. “Ast4”, infine, è una startup innovativa che sta disegnando e progettando una piattaforma software che integra il concetto di industry 4.0 per le macchine e gli impianti di produzione, raccogliendo, analizzando ed elaborando in modo continuo i dati sensibili di macchine e impianti e segnalando in modo preventivo eventuali fermi o riduzioni sensibili di produttività.

L’evento svolto ha riscosso particolare successo, registrando l’affluenza di un elevato numero di imprese e di un livello di

partecipanti superiore ai 50 presenti, dando così vita ad un proficuo confronto su innovazione digitale, realtà aumentata, intelligenza artificiale ed industria 4.0 tra startup ed imprenditori. In funzione del successo ottenuto, il Gruppo giovani di Confindustria sta organizzando altre tre edizioni di Start-Uperitivi: a Gennaio in collaborazione con Aster, a Bologna, sul tema dell’intelligenza artificiale - deep learning - machine learning, a febbraio a Ferrara, in collaborazione con Sipro e Ufficio Trasferimento Tecnologico dell’Università di Ferrara, sul tema della digitalizzazione dei servizi in ambito turistico ed artistico, ed infine a marzo in sinergia con Almacube, a Bologna, sul tema

della stampa 3D, dell’additive manufacturing e dei processi e strumenti di prototipazione rapida.

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Il Gruppo Giovani di Confindustria Emilia Area Centro ha realizzato, lo scorso 5 dicembre, la seconda cena di Natale che ha riunito i Giovani di Bologna, Ferrara e Modena e la prima dopo l’ufficiale fusione di maggio. L’idea è quindi stata di creare una giornata degli auguri di Natale intensa e piena di contenuti, non solo all’insegna dello svago.

La location non poteva che essere FICO - Fabbrica Italiana Contadina a Bologna, nuovissima attrazione e fiore all’occhiello emiliano e italiano. La struttura, al momento dell’evento aperta da una ventina di giorni, si presenta a pieno regime, un luogo decisamente affascinante che merita di essere visitato.

Molto particolare la presenza di serre e vivai, che sono stati messi in opera già da quasi tre anni e che quindi, come nel caso del vigneto, daranno presto i frutti. Tutto all’interno è fatto

per stupire ma anche per istruire, si ha sempre la possibilità di vedere i macchinari che sono normalmente relegati ai laboratori o alle industrie agroalimentari.

Un luogo di cui il Gruppo Giovani ha potuto esplorare tutta la complessità e grandezza, nello stupore di doversi interfacciare con una struttura dalle dimensioni di un aeroporto e con buona probabilità molti più addetti.

Una giornata cominciata all’insegna degli impegni istituzionali con l’assemblea annuale in forma privata, in cui è stato fatto un punto sugli eventi passati e sulle proposte future, proseguita con un incontro in forma di intervista all’imprenditore e conclusa con la tanto attesa cena degli auguri di Natale.

L’incontro con l’imprenditore ha avuto un successo importante di pubblico, l’arena degli incontri ha visto il tutto esaurito e molto

Cena degli auguri di Natale

FICO Eataly World

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seguito di visitatori del parco agroalimentare, inoltre ha avuto una apertura di eccezione grazie al “proprietario di casa” che ha ospitato i Giovani a FICO: l’istrionico Oscar Farinetti, il quale ha condiviso per una buona mezz’ora la sua visione di cos’è FICO: un punto di contatto tra la campagna e la città, dove i giovani possano capire da dove viene ciò che mangiamo e osservare il normale ciclo dei cibi dalla “creazione” fino all’ultima lavorazione.

Un frase particolare del suo intervento è rimasta impressa, relativa al suo metodo personale per far funzionare le cose: individuare le priorità e semplificare le problematiche.

L’intervento di Oscar Farinetti ha poi lasciato lo spazio alla vera e propria intervista con l’imprenditore, che ha visto protagonisti: Franz Senfter, presidente Grandi Salumifici Italiani e Giampiero Calzolari, presidente Gruppo Granarolo, egregiamente intervistati da Marco Arletti, presidente GGI, Enrica Gentile e Enrico Zuffellato, entrambi vicepresidenti GGI.

Molto interessanti le visioni di entrambi, piacevole notare i punti in comune, come la necessità di alcune aziende di attuare delle fusioni in modo da creare una massa critica sufficiente per essere competitive a livello internazionale, ma

anche i punti di disaccordo, come le strategie commerciali: il Gruppo Granarolo ha puntato molto sulla diversificazione del prodotto (creando linee vegetariane ad esempio) mentre i Grandi Salumifici Italiani ha puntato tutto nella espansione dei nuovi mercati (ad esempio quello cinese).

Una volta salutati gli imprenditori il GGI ha potuto prendere posto nella sala debitamente addobbata e allestita del Bell’Italia, unico ristorante abbastanza grande per contenere i 140 partecipanti.

Un menù ricco ma molto vicino alla tradizione come ci si aspetterebbe da FICO: il direttore ci ha infatti spiegato che la maggior parte delle materie prime servite deve provenire dall’interno di FICO stesso e questo ha portato ad avere un po’ meno scelta nel numero di piatti proposti, ma una altissima qualità e soprattutto freschezza. I tortellini che il GGI ha potuto gustare erano stati fatti dalla sfogline proprio il giorno stesso a pochi metri dal ristorante. Così come anche il vino e tutti i vegetali proposti provenivano da fornitori interni e selezionati di FICO.

Una grande serata in una cornice molto particolare che andrà sicuramente approfondita con visite ad hoc.

Ivan Franco Bottoni - foto credits Francesca Aufieroassociazione

Una giornata degli auguri di Natale intensa e piena di contenuti, non solo all’insegna dello svago

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Ivan Franco Bottoni - foto credits Francesca Aufieroassociazione

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Ivan Franco Bottoni - foto credits Francesca Aufieroassociazione

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Ivan Franco Bottoni - foto credits Francesca Aufieroassociazione

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Ivan Franco Bottoni - foto credits Francesca Aufieroassociazione

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associazioneMaria Ginevra Piana

Sabato 27 settembre si è tenuto a Castelvetro di Modena il picnic d’ autunno, per festeggiare, immersi in una sinfonia di colori caldi, l’avvento della stagione più cozy dell’anno.

Castelvetro è parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino, la quale annovera al suo interno città e paesi noti nel firmamento enogastronomico di tutta Italia da nord a sud.

Castelverto rappresenta in toto la filosofia dell’Associazione in quanto nota per le sue attrattive paesaggistiche vitivinicole ed enogastronomiche.

Gian Marco Messori ha fatto da cicerone al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro e tra le dorate vigne e le dolci colline del paese ci ha gentilmente accompagnati in un gradevolissimo brunch a base di Parmigiano e Lambrusco grasparossa, successivamente ci siamo incamminati presso il bed and breakfast “La Vedetta”, suggestivo casale della famiglia Venturelli.

Il picnic svoltosi nella suddetta vigna segreta ha visto protagonisti prodotti locali e gustosi manicaretti e un’atmosfera

famigliare caratterizzata da amichevoli conversazioni e risate spensierate. Al termine del pranzo la visita è proseguita presso la storica acetaia di famiglia, che tramanda di generazione in generazione l’antica tradizione dell’aceto balsamico di Modena.

I filari di Castelvetro

Aperitivo tra i vigneti

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futuro redazioneFrancesca VillaniCoordinatore Editoriale

Marta [email protected]

Maria Eleonora MisserePoliambulatorio Giardini [email protected]

Eugenio BuraniTellure Rota [email protected]

Ivan Franco BottoniSuono e Immagine [email protected]

Giada ValentePhilip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.p.A. [email protected]

Mariacarla MaccaferriS.E.C.I [email protected]

Elena SabattiniTecnostudi [email protected]

Vittorio [email protected]

Maria Ginevra PianaArturo [email protected]

Giulia CataldiStudio Torta [email protected]

Giovanni [email protected]

Antonio MirabellaPhilip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.p.A. [email protected]


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