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Arpa Emilia-Romagna · Pag. 1 di 35 ... La definizione delle Zone di allertamento è stata condotta...

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Arpa Emilia-Romagna ISTRUZIONE OPERATIVA I70519/ER Criteri valutazione criticità idrogeologica Revisione 1del 21/10/05 Pag. 1 di 35 ___________________________________________________________________________________________________________________________ Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 1 CRITERI VALUTAZIONE CRITICITA’ IDROGEOLOGICA INDICE 1. SCOPO 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RIFERIMENTI 4. RESPONSABILITA' 5. PROCEDURA 5.1 Definizioni 5.2 Procedure operative per la valutazione della criticità idraulica 5.3 Procedure operative per la valutazione della criticità idrogeologica 5.4. Strumenti operativi di supporto 6. ALLEGATI n.1: Pluviometri significativi per la valutazione della criticità idrogeologica 7. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE REVISIONI
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ISTRUZIONE OPERATIVA

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Criteri valutazione criticità idrogeologica Revisione 1del 21/10/05 Pag. 1 di 35

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Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 1

CRITERI VALUTAZIONE CRITICITA’ IDROGEOLOGICA

INDICE 1. SCOPO 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RIFERIMENTI 4. RESPONSABILITA' 5. PROCEDURA 5.1 Definizioni

5.2 Procedure operative per la valutazione della criticità idraulica

5.3 Procedure operative per la valutazione della criticità idrogeologica

5.4. Strumenti operativi di supporto 6. ALLEGATI n.1: Pluviometri significativi per la valutazione della criticità idrogeologica 7. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE REVISIONI

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1. SCOPO

Il presente documento costituisce un Allegato Tecnico alle Procedure Operative che il

Centro Funzionale della Regione Emilia Romagna ha predisposto, e ha lo scopo di definire

l’insieme dei metodi e degli strumenti per la valutazione della criticità idrogeologica e

idraulica sul territorio, connessi agli eventi meteorologici. Tale valutazione è propedeutica

alle attività di allertamento di competenza delle strutture di Protezione Civile, che hanno lo

scopo di fronteggiare operativamente le situazioni di possibile pericolo per la vita umana,

gli abitati, i beni e le infrastrutture. La valutazione della criticità viene effettuata tutti i giorni

per ognuna delle otto Zone di allertamento in cui è suddiviso il territorio regionale,

prendendo in esame una serie di indicatori, che concorrono all’identificazione di predefiniti

scenari di evento ed alla stima degli effetti idrogeologici e idraulici prodotti sul territorio

(livello di criticità).

Il Centro Funzionale, secondo quanto stabilito dalla Direttiva P.C.M del 27 febbraio 2004,

effettua le sue valutazioni in tempo reale, sia in fase di previsione degli eventi per le 24

ore successive, sia in fase di monitoraggio e sorveglianza degli eventi in corso di

accadimento.

2. CAMPO DI APPLICAZIONE

La valutazione della criticità idrogeologica ed idraulica è effettuata dal personale del

Centro Funzionale, in stretta collaborazione con il Servizio Geologico Regionale, con

l’Agenzia di Protezione Civile Regionale, con i Servizi Tecnici di Bacino, i Consorzi di

Bonifica e l’AIPO. Al termine di tale processo il Centro Funzionale elabora l’Avviso di

Criticità, contenente una generale valutazione della criticità degli effetti al suolo indotti da

condizioni meteorologiche avverse.

3. RIFERIMENTI

Direttive e documenti nazionali

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- Direttiva P.C.M del 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e

funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio

idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”.

- Direttiva P.C.M. el 25/2/2005 “Ulteriori indirizzi operativi per la gestione organizzativa e

funzionale del siste,a di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio

idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile

a. Delibere di Giunta n. 2001/2515 del 26/11/2001, n. 2003/347 del 17/3/2003 e n.

2004/975 del 24/5/2004, che affida ad ARPA SIM il ruolo di Centro Funzionale.

b. Delibera di Giunta n. 2004/15050, che formalizza una Convenzione tra ARPA-SIM, CF

della Regione Emilia Romagna e il Servizio Geologico regionale

c. Delibera di Giunta n. 2005/1427, che formalizza la data di inizio delle attività del CF

d. Circolare del 20/9/2005 del Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale dal

titolo: “Stato di attuazione delle Indicazioni Transitorie e Temporanee”, chiarimenti,

interpretazioni ed ulteriori indicazioni operative”

e. Documento redatto dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale dal titolo

“Procedure per la Diramazione di previsione meteorologiche e di criticità, avvisi ed

allarmi nel caso di rischio idrogeologico ed idraulico nelle more della costituzione del

gruppo tecnico”

Documenti procedurali interni

P70519/ER: Gestione Centro Funzionale Regione Emilia Romagna

All.1:I70518.ER: Stralcio documento Pronta Disponibilità (ARPA-SIM)

All.4:I70521.ER: Dettaglio tecnico dei criteri per l’attivazione della Pronta Disponibilità

Mod1-I70521/ER: Format Avviso di Criticità

Mod1-I70524/ER Format Bollettino quotidiano di Vigilanza idro-geologica

Mod1-IT0525/ER Format Bollettino di Monitoraggio Idrogeologico

4. RESPONSABILITA’

La valutazione della criticità idrogeologica ed idraulica sul territorio viene predisposta da

un gruppo tecnico, coordinato dal Dirigente Referente del Centro Funzionale.

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Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 1

Il gruppo tecnico è composto dagli idrologi e geologi di ARPA-SIM, dal personale del

Servizio Geologico Regionale e dal personale della Protezione Civile Regionale, la cui

operatività viene definita dai responsabili di ciascuna struttura. Ove necessario il gruppo

tecnico si avvale della consulenza dei Servizi territoriali regionali (Servizi Tecnici di Bacino,

Consorzi di Bonifica, etc), al fine di acquisire maggiori informazioni su particolari condizioni

di vulnerabilità presenti sul territorio interessato.

Il gruppo tecnico, sulla base delle procedure descritte in questa Istruzione Operativa e nei

documenti e allegati tecnici a cui essa rimanda, predispone dell’Avviso di Criticità

all’attenzione del Dirigente Referente del Centro Funzionale (rif. Master: P70519/ER;

All.1:I70518.ER; All.4:I70521.ER) il quale lo valuta in merito alla correttezza procedurale

con cui è stato predisposto, lo sigla e cura che venga diffuso secondo le modalità previste

e se ne assume quindi la responsabilità.

5. PROCEDURE OPERATIVE

5.1. DEFINIZIONI

Per il presente documento valgono le seguenti definizioni :

Evento

Si definisce evento l’occorrenza di un fenomeno naturale:

- In relazione agli effetti sui versanti si intende per evento la attivazione o

riattivazione del movimento di una frana.

- In relazione agli effetti idraulici si intende per evento un progressivo innalzamento

dei livelli idrometrici in più punti di un corso d’acqua o delle reti di drenaggio, nei

quali è identificabile un idrogramma di piena.

Scenario di evento

Per scenario di evento si definisce la evoluzione nello spazio e nel tempo dell'evento

stesso atteso e/o in atto.

Livelli di criticità

La combinazione della intensità degli eventi previsti e degli effetti sugli elementi (persone,

beni e infrastrutture e ambiente) esposti agli eventi stessi, con la loro estensione sul

territorio in oggetto determina i livelli di criticità.

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In riferimento alla Direttiva (Dir.P.C.M 27 febbraio 2004), sono individuati tre livelli di

criticità: criticità elevata, criticità moderata e criticità ordinaria, cui corrispondono predefiniti

scenari di rischio idrogeologico ed idraulico (cfr. § 5.2.2.).

Indicatori

Grandezze che descrivono le condizioni del territorio , della situazione meteorologica ed

idrologico-idraulica funzionali alla previsione e al monitoraggio dello stato di criticità.

Zone di allertamento

La Regione Emilia Romagna è stata suddivisa in 8 Zone di allertamento, come indicato nel

Dir.P.C.M del 27 febbraio 2004, ovvero in ambiti territoriali omogenei sotto il profilo

meteoclimatico e idrologico. La dimensione delle aree risponde alle esigenze dettate dagli

strumenti di previsione meteorologica ad oggi disponibili, mentre i criteri utilizzati per la

loro individuazione sono di natura meteorologica, idrologica, orografica; in misura minore

si è tenuto conto dei criteri amministrativi (figura 1 e tabella 1). Il criterio meteorologico ha

portato ad individuare zone sufficientemente grandi da rendere significativa la prevedibilità

dei fenomeni meteorologici; il criterio idrologico tiene conto dell’omogeneità territoriale in

termini di regime pluviometrico e di evoluzione dei processi di piena a livello di bacino

idrografico. Quindi è risultato necessario introdurre una suddivisione orografica con la

quale si è cercato di separare aree montuose-collinari da quelle di pianura.

La definizione delle Zone di allertamento è stata condotta da un gruppo di lavoro cui

hanno preso parte Arpa - Servizio IdroMeteorologico Regionale, l’Agenzia di Protezione

Civile della Regione Emilia-Romagna e ARPA Piemonte.

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Figura 1: Zone di Allertamento della Regione Emilia-Romagna

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ZONE DI ALLERTAMENTO

BACINI PROVINCE COMUNI

A Bacini montani dei Fiumi Romagnoli

Ravenna e Forlì Brisighella, Sarsina, Verghereto, Civitella di Romagna, Galeata, Rocca S.Casciano, Tredozio, Portico, Mercato Saraceno, Meldola, Sogliano sul Rubiconde, Dovadola, Bagno di Romagna, Sarsina, Predappio, Premilcuore, Sarsina, S.Sofia, Modigliana, Castrocaro.

B Pianura di Ravenna, Forlì e Rimini

Ravenna, Forlì e Rimini

Montescudo, S.Clemente, Coriano, Torriana, S.Giovanni in Marignano, Monte Colombo, Gemmano, Saludecio, Marciano di Romagna, Montefiore Conca, Verucchio, Sogliano al Rubicone, Riccione, Montegridolfo, Mondaino, Saludecio, Misano, Cattolica, Borghi, Cesenatico, Poggio Berni, Svignano sul Rubicone, Gatteo, Roncofreddo, Forlimpopoli, Santarcangelo, Montiano, S.Mauro Pascoli, Gambettola, Russi, Forlì, Longiano, Cervia, Belluria, Rimini, Cesena, Faenza, Bertinoro, Ravenna

C Bacino montano del Reno

Bologna e Ravenna

Pianoro,Sasso Marconi, Granaglione, Monterenzio, Casalecchio di Reno, Dozza, Zocca, Porretta Terme, Savigno, S.Lazzaro di Savena, Ozzano, Castello di Serravalle, Monteveglio, Monte San Pietro, Bazzano, Marzabotto, Zola Predosa, Castel San Pietro Terme, Castel Bolognese, Crespellano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Gaggio Montano, Casola Valsenio, Vergato, Monzuno, Fontanelice, Castiglione dei Pepoli, Borgo Tossignano, Castel di Casio, Castel d’Aiano, Grizzana, Riolo Terme, Camugnano, Angola, San Benedetto Val di Sembro, Loiano, Monghidoro, Imola,

D Pianura di Bologna e Ferrara

Bologna, Ferrara e Ravenna

Imola, Ferrara, Cento, Miarbello, Sant’Agostino, Jolanda di Savoia, Comacchio, Massa Fiscaglia, Voghiera, Mesola, Tresigallo, Ro, Formignana, Ostello, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda, Lagosanto, Copparo, Goro, Pieve di Cento, Galliera, Migliaro, Portomaggiore, Masi Torello, Codigoro, Migliarino, Solarolo, Medicina, S.Pietro in Casale, Conselice, Malalbergo, Argenta, Minerbio, Cotignola, Bagnara di Romagna, Budrio, Mordano, S.Agata sul Santerno, Castel Guelfo, Bagnacavallo, Massalombarda, Fusignano, Varicella, Castenaso, Castello d’argile, Bologna, Molinella, Lugo, S.Giorgio di Piano, Sala Bolognese, Castello d’Argile, Alfonsine, Bentivoglio, Berra, Castel Maggiore, Calderaia

E Bacini montani di Panaro, Secchia ed Enza

Modena, Reggio Emilia e Parma

Pavullo, Sestola, Montechiarugolo, Riolunato, Montecreto, Contese, Traversatolo, Pievepelago, Fanano, S.Paolo d’Enza, Palagano, Buana, Maranello, Montefiorino, Monchio delle Corti, Frassinoro, Collagna, Scandiano, Guiglia, Lizzano in Belvedere, Casalgrande, Ligonchio, Ramiseto, Formigine, Villa Minozzo, Serramazzoni, Palanzano, Castellarano, Vignola, Fiorano, Ciano d’Enza, Fiumalbo, Sassuolo, Castelnuovo ne Monti, Toiano, Casina, Neviano degli Arduini, Lama Mocogno, Castelnuovo Rangone,.Viano, Vetto, Spilamberto, Svignano sul Panaro, Frignano sulla Secchia, Baiso, Marano sul Panaro, Polinago, Castelvetro, Carpiteti.

Tabella 1: Bacini idrografici, Comuni e Province appartenenti a ciascuna Zona di allertamento

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F Pianura di Modena e Reggio Emilia

Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia

Poviglio, Cavezzo, Castelnuovo di sotto, Bagno di Piano, Soliera, Campogalliano, Cadelbosco di sopra, Carpi, S.Felice sul Panaro, S.Giovanni in Persiceto, Modena, Campegine, Ravarino, Vezzano sul crostoso, Bomporto, Cavriago, Luzzara, Novellara, Nonantola, Campagnola Emilia, Fabbrico, Finale Emilia, Crevalcore, S.Possidonio, Correggio, Castelfranco Emilia, S.Cesario sul Panaro, Camposanto, Brescello, Gualtieri, Quattro Castella, Rolo, Novi, Pastiglia, Midolla, Bibbiano, Gattatico, Bondeno, Mirandola, S.Martino in Rio, Reggilo, Reggio Emilia, S.Prospero, Sant’Ilario d’Enza, Rio Saliceto, Guastalla. S.Agata Bolognese, Concordia, Rubiera, Albinea.

G Bacini montani di Parma, Taro e Trebbia.

Parma e Piacenza Parma, Bore, Tornolo, Albareto, Borgo Val di Taro, Tizzano Val Parma, Corniglio, Compiano, Berceto, Bedonia, Valmozzola, Calestano, Bettola, Terenzo, Ottone, Lesignano de Bagni, Bardi, Cerignale, Solignano, Varsi, Corte Brugnatella, Langhirano, Ferriere, Zerba, Fornivo di Taro, Felino, Varano de Melegari, Sala Baganza, Farini d’Olmo, Rivergaro, Medesano, Ponte dell’Olio, Collecchio, Coli, Vigolzone, Bobbio, Travo, Tornolo

H Pianura di Parma e Piacenza

Parma e Piacenza Parma, Lugagnano val d’arda, Fontevivio, Monticelli d’Ongina, Pellegrino Parmense, Salsomaggiore, Noceto, Morfasso, Vernasca, Sorbolo, Gropparello, Caminata, Fontanello, Fidenza, Castell’arquato, Torrile, Trecasali, Alseno, Piozzano, Carpaneto Piacentino, Mezzani, Pecorara, Nibbiano, S.Secondo Parmense, Pianello Val Tidone, S.Giorgio Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Gazzola, Soragna, Colorno, Besenzone, Podenzano, Sissa, Agazzano, Busseto, Cadeo, Ziano Piacentino, Gossolengo, Cortemaggiore, Pontenure, Roccabianca, Gragnano Trebbiense, Borgonuovo val Tidone, Polesine, Zibello, S.Pietro in Cerro, Villanova sull’Arda, Caorso, Castel S.Giovanni, Sarmato, Piacenza, Rottofreno, Calendasco, Castelvetro Piacentino.

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5.2 PROCEDURE OPERATIVE PER LA VALUTAZIONE DELLA CR ITICITA’ IDRAULICA

5.2.1 PREMESSA

Per criticità idraulica si intende il possibile manifestarsi di condizioni di rischio idraulico sul

territorio, in corrispondenza di fenomeni di piena fluviale.

La previsione di criticità idraulica viene dunque effettuata per le otto Zone di allertamento,

valutando in maniera speditiva la pericolosità dei fenomeni di piena che possono verificarsi

sui corsi d’acqua principali, e lungo la rete idrografica minore , in relazione alla

vulnerabilità del territorio interessato.

Ricordiamo in questa sede che le condizioni di criticità idraulica sui corsi d’acqua di una

Zona di allertamento possono essere determinate sia dalle precipitazioni che cadono

all’interno della Zona stessa (è il caso delle Zone montane), sia da quelle che cadono in

una Zona immediatamente a monte di quella per cui si esprime la previsione di criticità (è il

caso delle Zone di pianura, attraversate da corsi d’acqua alimentati da precipitazioni

cadute nei rispettivi bacini montani).

5.2.2 SCENARI DI CRITICITÀ IDRAULIC A

In riferimento alla Direttiva (Dir.P.C.M 27 febbraio 2004), sono individuati due livelli di

criticità idraulica: elevata e moderata , più un terzo livello di criticità ordinaria , in cui le

criticità possibili sono comunemente ed usualmente accettabili dalle popolazioni.

La prevedibilità dei fenomeni di piena è legata alla prevedibilità degli eventi di pioggia, in

termini di durata, intensità e distribuzione spaziale, oltre che alla conoscenza delle

caratteristiche idrologiche dei bacini e dello stato di saturazione degli stessi. Poiché allo

stato attuale gli strumenti disponibili per la previsione meteorologica non sono in grado di

fornire previsioni di pioggia affidabili su aree più piccole delle cosiddette Zone di

allertamento, né di prevedere con sufficiente accuratezza gli eventi pluviometrici intensi e

di breve durata, non è possibile effettuare una efficace previsione di fenomeni alluvionali

sui corsi d’acqua che sottendono bacini più piccoli di 400 km2, né sul reticolo idrografico

minore, entrambi caratterizzati da tempi di corrivazione molto brevi.

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Scenario di ordinaria criticità

Le condizioni di ordinaria criticità sono generalmente determinate da eventi

meteoidrologici intensi e di breve durata, che riguardano porzioni di territorio limitate, in

grado di generare:

- Rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici nei i piccoli bacini montani (superficie

inferiore a 400 km2) in seguito ad eventi temporaleschi di particolare intensità,

talvolta accompagnati da limitati fenomeni di erosione localizzata o smottamenti

superficiali.

- Possibili incrementi dei livelli idrometrici nei principali corsi d’acqua, anche con

superamento dei livelli di attenzione.

- Fenomeni di allagamento localizzato in seguito ad eventi temporaleschi di

particolare intensità, per incapacità di smaltimento del reticolo idrografico minore di

pianura e delle reti fognarie urbane.

Scenario di moderata criticità

Le condizioni di moderata criticità sono generalmente determinate da eventi meteorologici

diffusi e persistenti, con valori di pioggia cumulata media nelle Zone di allertamento tali da

superare i relativi valori di soglia, e da generare sul territorio:

- Possibili incrementi dei livelli idrometrici nei tratti montani dei principali corsi

d’acqua, con raggiungimento e superamento delle condizioni di piena ordinaria;

moderati fenomeni di trasporto solido ed erosione localizzata.

- Possibili incrementi dei livelli idrometrici nei tratti di pianura dei principali corsi

d’acqua, con raggiungimento e superamento delle condizioni di piena ordinaria;

possibili fenomeni di limitata inondazione connessi al passaggio della piena, con

coinvolgimento delle aree golenali; moderati fenomeni di erosione.

- Possibili fenomeni di allagamento nei territori di pianura, connessi ad incapacità di

drenaggio del reticolo idrografico minore.

Scenario di elevata criticità

Le condizioni di elevata criticità sono generalmente determinate da eventi

meteorologici diffusi e persistenti, di carattere eccezionale sia in intensità che in durata,

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Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 1

con valori di pioggia cumulata media nelle Zone di allertamento tali da superare i

relativi valori di soglia e da generare sul territorio:

- Possibili incrementi dei livelli idrometrici nei tratti montani dei principali corsi

d’acqua, con raggiungimento dei livelli di allarme o dei massimi storici conosciuti;

possibili fenomeni di trasporto solido, erosione ed alluvionamento, nonchè

occlusione delle opere di attraversamento.

- Possibili incrementi dei livelli idrometrici nei tratti di pianura principali corsi d’acqua,

con raggiungimento dei livelli di allarme o dei massimi storici conosciuti; possibili

fenomeni di sifonamento o rotture arginali in concomitanza con il passaggio della

piena e conseguenti inondazioni diffuse, possibili intensi fenomeni di erosione ed

alluvionamento; possibili danni alle opere idrauliche e di attraversamento.

- Possibili fenomeni di allagamento diffuso nei territori di pianura, connessi alla

impossibilità di drenaggio del reticolo idrografico minore, con possibili danni agli

insediamenti abitati e produttivi ed alla rete viaria.

5.2.3. FASE DI PREVISIONE

Tutti i giorni, ed in particolar modo nel caso sia stato emesso un Avviso Meteo per elevate

precipitazioni in una o più Zone di allertamento del territorio regionale, il gruppo tecnico

effettua la valutazione degli effetti al suolo che potranno manifestarsi per effetto delle

condizioni meteorologiche previste.

La procedura di valutazione si articola in tre attività successive:

1. analisi dei dati osservati e della previsione meteorologica;

2. previsione degli effetti al suolo.

3. valutazione del livello di criticità idraulica atteso.

L’analisi dei dati osservati e della previsione met eorologica viene effettuata con

riferimento alle Zone di allertamento per le quali è stato emesso l’Avviso Meteo, verranno

analizzati:

- i dati idrometrici delle 48 ore precedenti in sezioni significative, al fine di valutare le

condizioni iniziali del deflusso nel reticolo idraulico (condizioni di magra, morbida,

esaurimento di una piena precedente, etc.);

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- i valori osservati di pioggia media areale nei 15 giorni precedenti e l’informazione

sintetica sullo stato di saturazione dei suoli in ciascuna Zona di allertamento;

- i dati termometrici e nivometrici dei giorni precedenti, e l’andamento dello zero

termico previsto, al fine di valutare la possibilità di precipitazione nevosa o eventuali

fenomeni di scioglimento della neve, nel caso sia di copertura nevosa già esistente.

- i valori previsti di pioggia media areale – cumulata in 6 e 24 ore – in ciascuna Zona

di allertamento, al fine di valutare l’entità dell’afflusso previsto;

- le informazioni fornite dalla Sala Operativa circa l’attendibilità della previsione

numerica e l’evoluzione dei fenomeni meteorologici prevista.

La previsione degli effetti al suolo sarà effettuata in maniera speditiva, tramite il

confronto delle piogge medie areali previste con le soglie pluviometriche, a livello di Zona

di allertamento. Le informazioni fornite dalla Sala Operativa circa l’intensità e le

caratteristiche spazio-temporali delle piogge previste forniranno ulteriori elementi per la

valutazione.

Qualora sui bacini idrografici interessati siano disponibili modelli afflussi-deflussi per la

previsione idrologica in tempo reale, saranno presi in esame i livelli idrometrici previsti

nelle sezioni di controllo, al fine di valutare la possibile risposta idrologica dei bacini

idrografici alla previsione di pioggia.

La previsione degli effetti al suolo su ciascuna Zona di allertamento verrà completata con

le informazioni fornite dai Servizi Tecnici di Bacino e dai Consorzi di Bonifica sullo stato

della rete idrografica e sulla la presenza di eventuali criticità locali del territorio (es. cantieri

in prossimità dei corsi d’acqua, sbarramenti provvisori naturali o artificiali, particolari

elementi antropici esposti al rischio, etc.). Tali informazioni, ove disponibili, concorreranno

a completare gli scenari di evento.

La valutazione del livello di criticità al suolo nei tre livelli di ordinaria, moderata o

elevata, viene condotta in fase di previsione attraverso un sistema di soglie pluviometriche

sulle Zone di allertamento, facenti riferimento agli scenari di rischio definiti nel § 5.2.2..

Le soglie pluviometriche sono definite come pioggia media areale cumulata nelle 24 ore;

ad esse è associato – oltre che un livello di criticità prevista – anche un valore di

probabilità di accadimento in termini di Tempo di ritorno, calcolato attraverso l’analisi

statistica delle serie storiche di pioggia, occorse in corrispondenza degli eventi di piena

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passati, che nei bacini in esame hanno dato luogo a condizioni di criticità (A. Brath, 2004 –

“Sistema regionale di monitoraggio, valutazione speditiva del rischio idraulico e

allertamento ai fini di Protezione Civile”; ARPA Piemonte, 2004 – “Soglie pluviometriche”).

Poiché la corrispondenza tra una soglia pluviometrica ed il livello di criticità dipende anche

dalla riposta idrologica del bacino, strettamente legata alle condizioni di saturazione

iniziale del suolo, per una la valutazione speditiva (ARPA Piemonte, 2004) di tale

indicatore, in ciascuna Zona di allertamento vengono analizzate le piogge cumulate nei 15

giorni precedenti, discriminando:

- condizioni di suolo asciutto: quando la pioggia cumulata nei 15 giorni precedenti

risulta inferiore all’8% della pioggia media annua, per almeno il 50% dei pluviometri

contenuti nella Zona di allertamento.

- condizioni di suolo saturo: quando la pioggia cumulata nei 15 giorni precedenti

risulta superiore all’8% della pioggia media annua, per almeno il 50% dei

pluviometri contenuti nella Zona di allertamento.

Stabilite le condizioni di saturazione, la corrispondenza tra Tempo di ritorno delle soglie

pluviometriche ed i livelli di criticità idraulica moderata ed elevata è definita nella Tabella 2.

Tabella 2: Soglie pluviometriche e corrispondenti l ivelli di criticità in funzione delle condizioni di saturazione del suolo

CONDIZIONI DEL SUOLO SOGLIE PLUVIOMETRICHE

SUOLO ASCIUTTO SUOLO SATURO

CRITICITÀ MODERATA Tr = 5 anni Tr = 2 anni LIVELLO DI CRITICITA’

CRITICITÀ ELEVATA Tr = 20 anni Tr = 5 anni

Per quanto riguarda la valutazione del livello di criticità ordinaria, alla luce del

corrispondente scenario di evento descritto nel § 5.2.2., esso verrà identificato dal

verificarsi di una delle seguenti condizioni:

- previsione di eventi meteorologici a carattere temporalesco, con intensità

localmente elevate, caratterizzati da notevoli elementi di incertezza nella

localizzazione spazio-temporale;

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- previsione di eventi meteorologici con valori medi areali al di sotto delle soglie di

criticità moderata, ma che possono comunque generare fenomeni di piena diffusi di

modesta entità, con possibile superamento dei livelli di attenzione nelle sezioni

idrometriche.

Nel caso in cui sia stato emesso un Avviso Meteo per piogge elevate o molto elevate, al

termine della fase di previsione sarà emesso un Avviso di Criticità (cfr. Allegato…..),

contenete informazioni sul livello di criticità previsto in ciascuna delle otto Zone di

allertamento, sugli effetti al suolo di tipo idraulico connessi allo scenario di evento previsto,

nonché sulla pioggia media areale prevista nelle successive 24 ore.

In tutti i giorni dell’anno nei quali non viene emesso dalla Sala Operativa un Avviso meteo

per piogge elevate o molto elevate, verrà emesso un Bollettino di vigilanza

idrogeologica (cfr. Allegato…), contenente la previsione di criticità di effetti al suolo per le

successive 24 ore.

5.2.3 FASE DI MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA

La fase di monitoraggio e sorveglianza segue l’emissione di un Avviso di criticità almeno

ordinaria, ha inizio quando l’evento meteorologico previsto si manifesta in una o più Zone

di allertamento e termina con l’Avviso di cessata criticità.

Il manifestarsi dell’evento meteorologico critico è legato all’osservazione al suolo di piogge

intense e/o persistenti, in grado di generare un rapido innalzamento dei livelli idrometrici in

più di una sezione fluviale, con incrementi tali da far prevedere un’evoluzione del

fenomeno nelle ore successive.

Lo scopo del monitoraggio meteo-idrologico è quello di fornire, in tempo reale,

informazioni sull’evoluzione dei fenomeni previsti e osservati ai soggetti che gestiscono

l’evento di piena e gli interventi sul territorio (STB, AIPO, APC). Allo scopo verranno

predisposti Bollettini di monitoraggio (cfr. Allegato …..), specifici per ciascuna Zona di

allertamento interessata, emessi con la periodicità richiesta dall’intensità dell’evento, in

ogni caso non superiore alle 12 ore.

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L’attività di monitoraggio e sorveglianza viene effettuata attraverso:

1. l’analisi della distribuzione e delle caratteristiche dell’evento meteorologico in corso

sulle Zone di allertamento e la previsione della sua evoluzione nelle ore successive;

2. l’osservazione dei dati pluviometrici, idrometrici, nivometrici e termometrici,

provenienti in tempo reale dalla rete regionale dei sensori in telemisura;

3. la previsione dell’evoluzione della piena lungo la rete idrografica;

4. la valutazione del livello di criticità.

L’analisi delle caratteristiche dell’evento meteoro logico in corso sulle Zone di

allertamento , in termini di cumulate medie areali, localizzazione spazio-temporale ed

evoluzione dell’evento, conferma o modifica la valutazione del livello di criticità effettuata in

fase di previsione e fornisce fondamentali informazioni sui fenomeni meteorologici in atto e

previsti nelle ore successive.

L’osservazione dei dati della rete in telemisura viene effettuata ad intervalli di tempo

regolati dall’intensità dell’evento in corso; per una maggiore immediatezza della

valutazione, l’osservazione è limitata ad un sottoinsieme di sensori idrometrici ritenuti

significativi nella descrizione del processo idrologico a scala di bacino. I dati idrometrici

osservati vengono confrontati con i dati storici registrati dagli stessi sensori nel passato

(archivio piene) e con i riferimenti geometrici delle singole sezioni di misura.

La previsione della propagazione della piena viene condotta analizzando gli andamenti

idrometrici lungo tutta l’asta fluviale, allo scopo di valutare l’evoluzione del fenomeno in

termini di tempi di trasferimento delle onde e di valori di livello e portata massimi

prevedibili. La previsione verrà condotta in maniera speditiva, attraverso metodi

semplificati di calcolo dell’idrogramma di piena a partire dagli afflussi, e attraverso il

confronto dei livelli dell’evento in corso con i livelli ed i tempi di trasferimento delle piene

storiche in casi simili (archivio piene); qualora sui bacini interessati siano disponibili anche

modelli idrologici e idraulici in tempo reale, essi forniranno ulteriori informazioni per la

valutazione quali-quantitativa dell’evoluzione della piena.

La valutazione del livello di criticità dell’evento di piena in corso è condotta

confrontando gli andamenti idrometrici osservati e previsti con i livelli di riferimento definiti

in ciascuna sezione idrometrica; in particolare saranno considerati come riferimento i livelli

di “attenzione” “guardia” ed “allarme” utilizzati dai Servizi Tecnici di Bacino.

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Nella Tabella 3 viene schematizzata la corrispondenza tra il livello di criticità in atto ed i

livelli idrometrici di riferimento, nel caso in cui essi risultino osservati o previsti in più

sezioni dello stesso corso d’acqua.

Tabella 3: Livelli idrometrici corrispondenti ai di versi livelli di criticità

LIVELLI IDROMETRICI DI RIFERIMENTO IN FASE DI

MONITORAGGIO

CRITICITÀ ORDINARIA > Livello di attenzione < Livello di guardia

CRITICITÀ MODERATA > Livello di guardia < Livello di allarme LIVELLO DI CRITICITA’

CRITICITÀ ELEVATA > Livello di allarme

Ai fini di una valutazione della criticità idraulica puntuale sul territorio, a livello di singola

sezione idrometrica dei corsi d’acqua interessati, i livelli idrometrici osservati e previsti

saranno confrontati anche con i livelli geometrici di riferimento delle singole sezioni (quota

del franco arginale, quota dell’intradosso di eventuali ponti presenti, quota della massima

piena conosciuta, etc.).

In fase di monitoraggio vengono mantenuti i contatti con i Servizi Tecnici di Bacino, al fine

di acquisire ulteriori informazioni sui reali effetti al suolo prodotti dall’evento in corso, sulle

attività di svolte in campo (manovre, sorveglianza idraulica, criticità locali) e sugli eventuali

elementi a rischio presenti in prossimità delle aree coinvolte dal passaggio della piena.

Le informazioni raccolte e le valutazioni effettuate durante tutta la fase di monitoraggio

dell’evento in corso saranno sintetizzate e comunicate all’esterno attraverso i Bollettini di

monitoraggio (cfr. Allegato….), contenenti l’aggiornamento della situazione meteo-

idrologica in atto osservata e prevista, nonché informazioni sui livelli idrometrici nei corsi

d’acqua interessati dalla piena, e sulla possibile evoluzione della piena.

Nel caso in cui durante la fase di monitoraggio si registra un cambiamento del livello di

criticità, rispetto a quello dichiarato in fase di previsione (es. passaggio da ordinaria a

moderata), l’aggiornamento sulla criticità e gli scenari in atto verrà comunicato all’interno

del Bollettino di monitoraggio per le Zone di allertamento interessate.

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La fase di Cessata Criticità, che determina la fine della fase di monitoraggio, ha luogo

quando:

- i fenomeni di piena risultano in esaurimento lungo tutto il corso d’acqua,

- si prevede che i livelli idrometrici rientrino al di sotto dei valori di attenzione

- non si prevedono ulteriori fenomeni meteorologici significativi nelle 36 ore

successive.

La cessata criticità viene segnalata attraverso una nota nell’ultimo Bollettino di

monitoraggio, essa determina una situazione di rientro al livello di criticità assente nelle

Zone di allertamento interessate dalla piena.

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5.3 PROCEDURE OPERATIVE PER LA VALUTAZIONE DELLA CR ITICITA’ IDROGEOLOGICA

5.3.1 PREMESSA

Le frane sono eventi arealmente circoscritti e di dimensioni limitate, che possono

raggiungere solo raramente estensioni maggiori di un Kmq. Sul territorio regionale

risultano definite arealmente oltre 30.000 frane nella Cartografia regionale a scala

1:25000, delle quali quasi la metà attive o recentemente attivatesi. Ciascuna frana

risponde alle sollecitazioni fisiche esterne, quali precipitazioni intense e shock sismici in

modo unico, complesso e non riproducibile. Per tale ragione, allo stato attuale delle

conoscenze, l'unico approccio previsionale possibile per determinare gli scenari di evento

sulle zone di allertamento definite è quello statistico, illustrato nel I Rapporto interno

(Giugno 2005) sulla determinazione di soglie per l’innesco di frane nell’Appennino

Settentrionale. Si definirà pertanto la possibilità/probabilità che su una data unità

territoriale si attivino movimenti franosi senza definire però il singolo movimento: l’unità

territoriale di riferimento su cui prefigurare scenari di evento è quella di ogni singola zona

di allertamento , con la possibilità, eventuale e in particolari condizioni, di specificare

scenari di evento fino alla scala del singolo sottobacino o del territorio di uno o più

Comuni.

La valutazione della criticità viene fatta tutti i giorni con conseguente emissione del

Bollettino di Vigilanza Idrogeologica e di Avviso di Criticità in seguito a un Avviso Meteo

per precipitazioni elevate. Talvolta è possibile emettere un Avviso di Criticità in assenza di

Avviso Meteo per all’avverarsi di condizioni meteorologiche particolari che verranno

inseguito illustrate.

Dato il ritardo con cui si possono attivare movimenti franosi, in particolare quelli di

dimensioni medio – grandi ( indicativamente con area > 1 ha) è possibile che a

conclusione di un evento meteo le condizioni di criticità perdurino anche successivamente,

per alcuni giorni . In tali condizioni la validità dell’Avviso di Criticità idrogeologica emesso

può estendersi fino a al permanere delle condizioni favorevoli al verificarsi di eventi

franosi. Può in alternativa, essere reiterato un avviso precedentemente emesso, anche

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sulla base di valutazioni derivanti sia dai dati osservati che dalle informazioni provenienti

dai tecnici operanti sul territorio .

5.3.2 SCENARI DI EVENTO

In riferimento alla Direttiva (Dir.P.C.M 27 febbraio 2004), sono individuati due livelli di

criticità idrogeologica elevata e moderata , più un terzo livello di criticità ordinaria , in cui le

criticità possibili sono comunemente ed usualmente accettabili dalle popolazioni.

La distinzione tra le situazioni di criticità moderata e criticità elevata si basa sulla intensità

degli effetti attesi (misurabile in numero di fenomeni di dissesto attesi per unità di

superficie ) e sull’estensione del territorio colpito da fenomeni di instabilità, mentre la

situazione del livello di criticità ordinaria si riferisce a condizioni in cui non si generano

fenomeni rilevanti.

Scenari di Criticità Ordinaria

Gli scenari di criticità ordinaria prevedono l’ occorrenza di:

1) fenomeni localizzati e improvvisi di erosione/deposizione superficiale dovuta a

diffuso ruscellamento con possibile attivazione di frane che interessano la coltre

alterata di suolo in contesti privi di copertura vegetale o facilmente erodibili,

frequentemente legati alle pratiche colturali ( arature recenti); fenomeni localizzati e

improvvisi di cadute massi;

2) occasionali movimenti franosi legati a condizioni idrogeologiche locali

particolarmente fragili, quali riattivazioni di frane sospese o intermittenti, o

accelerazioni di movimenti di frane già attive, o a altre condizioni più suscettibili che

non sono valutabili se non a scala locale;

Lo scenario 1) è generalmente conseguente a eventi meteoidrologici localizzati e

intensi, quali temporali e rovesci di pioggia di incerta previsione.

Lo scenario 2) si può accompagnare anche a eventi meteoidrologici deboli ma diffusi,

in seguito a cumulate di pioggia antecedenti particolarmente elevate o a fusione rapida

di neve.

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L’effetto di tali fenomeni , può localmente provocare crisi interruzioni provvisorie della

viabilità, perdita di suolo e danni all'agricoltura e accompagnarsi a occasionale e

temporanea pericolosità per l'incolumità delle persone.

Scenario di Criticità Moderata

Sono possibili:

- limitate attivazioni o riattivazioni di fenomeni franosi (sono attese indicativamente <20-25

segnalazioni da parte degli Enti territoriali per Zona di allertamento), che possono essere

anche di dimensioni medio grandi (superficie almeno > 1 ha ). I fenomeni considerati

possono produrre danni di gravità rilevante in aree limitate, quali lesioni di edifici, danni

strutturali alla viabilità in più tratti, con possibile pericolosità per l'incolumità delle persone.

Scenario di Criticità Elevata

Sono possibili attivazioni o riattivazioni di numerosi fenomeni franosi, (sono attese

indicativamente > 20-25 segnalazioni da parte degli Enti territoriali per Zona di

allertamento), anche di dimensioni medio grandi e su depositi quiescenti anche da lungo

tempo. I fenomeni considerati possono produrre, in un numero significativo di casi, danni

di gravità rilevante in aree limitate, quali lesioni di edifici, danni strutturali alla viabilità in

più tratti, con possibile pericolosità per l'incolumità delle persone. Localmente possono

originarsi situazioni di criticità complessa quali sbarramenti d'alveo, o coinvolgimento di

nuclei abitati;

5.3.3. PROCEDURA DI VALUTAZIONE DELLA CRITICITA'

Tutti i giorni, ed in particolar modo nel caso sia stato emesso un Avviso Meteo per elevate

precipitazioni in una o più Zone di allertamento del territorio regionale, il gruppo tecnico

effettua la valutazione degli effetti al suolo che potranno manifestarsi per effetto delle

condizioni meteorologiche previste.

Il Gruppo Tecnico effettua la valutazione degli effetti al suolo che potranno manifestarsi

nelle successive 72 ore;

La procedura di valutazione si articola in tre attività successive:

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1. Analisi dello stato attuale del territorio, relativamente allo stato di saturazione

del suolo e Analisi della previsione meteorologica circa la natura, l’intensità e

l’estensione dei fenomeni pluviometrici attesi.

2. Previsione degli effetti che l’evento Meteorologico previsto potrebbe determinare

in termini di attivazione o riattivazione di movimenti franosi e individuazione del

territorio interessato dai fenomeni.

3. Definizione del livello di criticità idrogeologica complessivamente atteso in

ciascuna Zona di allertamento, anche in relazione alla vulnerabilità del territorio

interessato dai fenomeni.

1 Analisi dello stato attuale del territorio e dell a previsione meteorologica

Questa fase prevede l’analisi delle condizioni di saturazione del suolo prima dell’inizio

dell’evento meteorologico previsto sulla base dei dati disponibili di osservazione. Una

stima indiretta del grado di imbibizione del suolo viene fatta valutando le altezze di pioggia

cadute nei 30 giorni precedenti ad oggi e, nella stagione invernale il contributo eventuale

fornito dalla fusione del manto nevoso nello stesso intervallo di tempo. I dati considerati

sono quindi:

- dati pluviometrici giornalieri cumulati nei 30 giorni precedenti.

- dati nivometrici e termometrici e nei 30 giorni precedenti.

Sulle stesse Zone di allertamento verrà analizzata la previsione meteorologica per le

successive 72 ore, esaminando:

- i valori di pioggia media areale – cumulata in 24, 48 e 72 ore – previsti in ciascuna

Zona di allertamento, al fine di valutare l’entità della precipitazione prevista;

- i valori dei coefficienti statistici associati alla previsione su ciascuna Zona, al fine di

valutare l’attendibilità della previsione (valore massimo, probabilità di superamento

dei 50 mm/24 h);

- l’andamento dello zero termico, al fine di valutare l’eventuale presenza di

precipitazione nevosa o di scioglimento del manto nevoso esistente.

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2. Previsione degli effetti

La previsione degli effetti al suolo causati da precipitazioni viene fatta incrociando i valori

osservati a quelli previsti e gli strumenti utilizzati in questa fase sono:

- Funzione soglia definite nel “I Rapporto interno (Giugno 2005) sulla

determinazione di soglie per l’innesco di frane nell’Appennino Settentrionale” a cura

di ARPA-SIM e Servizio geologico , sismico e dei Suoli RER.

- Modello Sigma – modello statistico di previsione delle frane superficiali e profonde

realizzato da Università di Firenze, Arpa Servizio IdroMeteorologico e Protezione

Civile Regionale.

2.1 Previsione degli effetti mediante l’utilizzo delle funzioni soglia

Con l’utilizzo delle Funzioni soglia definite da Arpa - SIM e Servizio Geologico Sismico e

dei Suoli della Regione Emilia Romagna, la valutazione del livello di criticità viene fatto

unendo le condizioni iniziali di stima del grado di saturazione del suolo con la previsione

meteorologica dell’evento atteso. Questa operazione viene eseguita in modo puntuale

utilizzando i dati misurati da tutti i pluviometri in telemisura presenti in ciascuna zona di

allertamento. Il grado iniziale di saturazione del suolo viene stimato confrontando la

pioggia caduta negli ultimi 30 giorni con la media annua di precipitazione. Sono stati

identificati i seguenti casi che sono rappresentativi di condizioni di saturazione

rispettivamente secche e umide:

1) Nel caso in cui nella stazione n-esima nell’ultimo mese siano caduti quantitativi inferiori

al 3,5 % della pioggia media annuale le condizioni antecedenti possono essere definite

secche. Il livello di criticità del territorio di riferimento viene in questo caso definito

esclusivamente dal Tempo di ritorno della precipitazione prevista per le durate da 1 a 5

giorni. Vengono quindi identificati, per ogni pluviometro 2 possibili livelli di criticità puntuali:

livello moderato : quando l’evento previsto ha Tempo di ritorno uguale o maggiore di 5

anni a seconda della durata dell’evento.

livello elevato : quando l’evento previsto ha Tempo di ritorno uguale o maggiore di 20 anni

a seconda della durata dell’evento.

Nel caso in cui il Tempo di ritorno sia compreso tra 2 e 5 anni il livello di criticità puntuale è

definito ordinario.

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2) Nel caso in cui nella stazione n-esima nell’ultimo mese siano caduti quantitativi

maggiori del 3,5 % della pioggia media annuale le condizioni antecedenti possono essere

definite umide. Il livello di criticità del territorio di riferimento viene in questo caso definito

combinando la precipitazione prevista cumulata fino alle prossime 72 ore, con quella

osservata nei 30 giorni antecedenti. I valori di pioggia previsti ed osservati vengono

normalizzati rispetto alla media annua e rappresentati nel grafico (figura 2). Vengono

quindi identificati, per ogni pluviometro 2 possibili livelli di criticità puntuali:

livello moderato : quando il valore di pioggia previsto e osservato supera la curva

ordinaria.

livello elevato : quando il valore di pioggia previsto e osservato supera la curva ordinaria.

È da notare che a parità di evento previsto le condizioni di saturazione del suolo iniziali

influenzano di gran lunga il grado di criticità.

Figura 2: curve di criticità ordinaria e criticità moderata determinate in base alla pioggia

antecedente e la pioggia d’evento. La retta separa il campo della pioggia antecedente <3,5% da

quella pioggia > 3,5%.

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Previsione degli effetti secondo il modello Sigma

Il modello Sigma di previsione frane individua tre livelli di pericolosità così tradotti in livello

di criticità:

- livello 0 = non c’è criticità

- livello 1 = criticità ordinaria

- livello 2 = criticità da moderata a elevata .

Il modello sigma divide la fascia collinare montuosa della regione in 20 zone per ognuna

delle quali la previsione è effettuata considerando un solo pluviometro significativo

associato ad essa.

3. Valutazione dei livelli di criticità

La valutazione della Criticità idrogeologica prevede la stima del livello di criticità totale per

ogni zona di allertamento facendo riferimento agli scenari di evento definiti nel paragrafo

5.3.2.

I due modelli sopra descritti costituiscono i principali strumenti di valutazione della criticità

e in caso di contrasto delle risultanze tra i modelli gli operatori effettuano una motivata

valutazione della attendibilità dei risultati e decidono sulla base della propria esperienza.

Il livello di criticità ordinaria viene attribuito, per ogni zona di allertamento, ogni

qualvolta si verificano le seguenti condizioni:

- emissione di avviso meteo per precipitazioni a carattere temporalesco, con intensità

localmente elevate, caratterizzati da notevoli elementi di incertezza nella

localizzazione spazio-temporale. Questa situazione potrebbe dar luogo a scenari di

criticità di tipo 1) del paragrafo 5.3.2

- emissione di avviso meteo ma le condizioni sono tali da non determinare il

superamento delle soglie per la criticità moderata in nessuno dei due modelli. In

questa situazione però non si esclude la possibilità che accadano fenomeni franosi

occasionali in contesti idrogeologici particolari come definito nel paragrafo 5.3.2;

- precipitazioni previste non sufficienti alla emissione dell’avviso Meteo ma condizioni

antecedenti tali da determinare il superamento delle soglie per criticità moderata nel

modello Soglie. In condizioni di elevata saturazione del suolo è possibile che nuove

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precipitazioni, anche inferiori a quelle necessarie a fare emettere un avviso meteo

possono determinare criticità idrogeologica. Applicando il modello Soglie se le

precipitazioni cumulate negli ultimi 30 giorni sono mediamente superiori al 16 %

bastano precipitazioni previste inferiori ai 50 mm per superare la soglia di criticità

moderata. In tal caso è raccomandabile, pur in mancanza di avviso meteo, la

emissione di Bollettino di vigilanza idrogeologica.

Livello di criticità moderata

Valutazione mediante l’utilizzo delle funzioni soglia:

Ogni Zona di allertamento contiene "n" pluviometri per i quali, secondo quanto descritto

precedentemente, è stato previsto un livello di criticità. Ogni pluviometro possiede un peso

(da 1 a 1,5) attribuito in base alla significatività idrogeologica dell’area di influenza:

pertanto i pluviometri con maggiore numero e maggiore superficie di frana pesano di più di

pluviometri con meno frane e in minore numero.

Si verifica se almeno che il 50% del peso totale dei pluviometri ricade nel livello di criticità

moderata puntuale.

Valutazione degli effetti mediante l’utilizzo delle modello sigma.

La valutazione degli effetti è legata al risultato del modello precedentemente descritto in

fase di previsione.

Livello di criticità elevata

Valutazione mediante l’utilizzo delle funzioni soglia:

Si verifica se almeno il 50% del peso totale dei pluviometri ricade nel livello di criticità

moderata puntuale.

Valutazione degli effetti mediante l’utilizzo delle modello sigma.

La valutazione degli effetti è legata al risultato del modello precedentemente descritto in

fase di previsione.

E’ da sottolineare il seguente aspetto:

Nel caso che sia possibile individuare con chiarezza la esistenza di un’area, all’interno di

una zona di allertamento in cui sussiste un livello di criticità superiore a quello calcolato

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per l’intera zona, è possibile richiamare tale situazione nella parte descrittiva dell’avviso di

criticità, affidando all’operatore una valutazione di sintesi.

5.3.3 CRITICITA’ PER FUSIONE DEL MANTO NEVOSO

Se negli ultimi 30 giorni si sono verificate fusioni di manto nevoso è importante stimare il

quantitativo di neve eventualmente sciolta in base all’aumento della temperatura o in base

a misurazioni dirette ed aggiungere, utilizzando il modello Soglie, una quantità di

precipitazione supplementare alla pioggia cumulata antecedente in modo da comprendere

anche il surplus idrico derivante dalla fusione della neve stessa. Analogamente se viene

previsto un rapido aumento di temperatura, nelle precipitazioni previste vanno indicate le

altezze di pioggia equivalenti alla possibile entità della fusione della neve In attesa di una

maggiore copertura territoriale di strumenti adatti alla misura dello scioglimento della neve

questa stima viene fatta in modo qualitativo empirico.

In tali condizioni è possibile pertanto la emissione di avviso di criticità anche in assenza di

avviso Meteo. Si elencano quindi gli indicatori principali da valutare:

a) altezza di neve al suolo presente nella fascia appenninica dai 2000 ai 100 metri di

quota;

b) altezza di neve fusa nella fascia appenninica dai 2000 ai 100 metri negli ultimi 30

giorni,

c) Temperatura dell’aria in atto e prevista nei giorni successivi.

Sulla base degli elementi disponibili il livello di criticità deriva da una valutazione

affidata all'operatore di sala.

5.3.4 FASE DI MONITORAGGIO

Il monitoraggio del numero e della distribuzione degli eventi franosi movimentati durante

l’evento Meteo dipende allo stato attuale dalla disponibilità dei servizi Tecnici di Bacino e

del Servizio regionale di Protezione Civile a trasmettere al Centro Funzionale tutte le

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eventuali informazioni in loro possesso. Attualmente la raccolta e la trasmissione dei Dati

al Centro Funzionale avviene in tempo differito, prevalentemente in fase post-Evento.

l monitoraggio è distinto in due parti, una durante evento e una post evento;

5.3.4.1. Monitoraggio dell’evento meteorologico Il Centro Funzionale effettua il monitoraggio dell’Evento Meteo, in particolare delle

precipitazioni effettivamente verificatesi, allo scopo di confermare o aumentare il livello di

criticità precedentemente descritto.

Il monitoraggio viene fatto tramite:

- osservazione della pioggia media sulle Zone di Allertamento

- osservazione della pioggia registrata dai pluviometri disponibili almeno ogni 6 ore

se necessario.

La valutazione della criticità viene fatta ogni 24 ore e la pioggia osservata deve essere

confrontata con le soglie pluviometriche per valutare il tempo di ritorno e normalizzare la

pioggia annua. Alla pioggia osservata verranno poi aggiunti i quantitativi di pioggia previsti

per le prossime 24 ore o 48 o 72 ore in base alla previsione della durata di evento. Le

risultanze di tale attività produrranno un aggiornamento della valutazione del grado di

criticità. Se a termine di validità del precedente avviso sussistono condizioni critiche, verrà

emesso un nuovo Avviso di Criticità che potrà confermare o modificare il livello di criticità

precedentemente emesso.

5.3.4.2. Monitoraggio post-evento meteorologico Il monitoraggio post evento riguarda la raccolta delle informazioni riguardanti l’occorrenza

di frane innescate dalla pioggia dell’evento. Questo prevede la raccolta delle segnalazioni

di dissesti pervenute ai Servizi Tecnici di bacino regionali e Protezione Civile Regionale.

E’ in corso di sviluppo da parte del Servizio Geologico, sismico e dei suoli di un

applicativo software che faciliti la segnalazione e la raccolta degli eventi da parte dei

tecnici dei Comuni, Comunità montane e degli Enti sopra citati, in ambiente GIS.

I Dati raccolti verranno utilizzati per una analisi dell’evento al fine di verificare i livelli di

criticità previsti e poi effettivamente verificatisi.

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5.4 STRUMENTI OPERATIVI DI SUPPORTO

Gli strumenti operativi di supporto, che forniscono in tempo reale tutte le informazioni

necessarie allo svolgimento della procedura operativa, sono:

1. la pagina web per il calcolo della pioggia prevista, osservata e dello stato di

saturazione del suolo nelle Zone di allertamento;

2. la rete dei sensori pluviometrici, idrometrici, termometrici, nivometrici in

telemisura;

3. i modelli di previsione idrologica e idraulica in tempo reale.

La pagina web “Allerte su macroaree” , fornisce in tempo reale:

- La previsione di pioggia prevista su ciascuna Zona di allertamento, cumulata nelle 6

e nelle 24 ore, per le 72 ore successive, nonché le informazioni statistiche

associate alla previsione (Figura 3).

- Le condizioni di saturazione del suolo su ciascuna Zona di allertamento, tramite il

calcolo della pioggia cumulata nei 15 giorni precedenti (Figura 4.).

- La pioggia osservata nelle 24 ore precedenti, cumulata ad intervalli successivi di 6

ore.

- La pioggia osservata cumulata nei 30 giorni antecedenti per ogni pluviometro in

telemisura in modo da valutare il livello di criticità idrogeologica in base alla pioggia

prevista.

- Le soglie di pioggia areale associate ai Tempi di ritorno 2, 5, e 20 anni; il

superamento dei diversi valori di soglia su ciascuna Zona in fase di previsione, che

tiene conto anche delle condizioni di saturazione dei suoli, viene segnalato

attraverso la colorazione arancione, se è superata la soglia di criticità moderata,

rossa se è superata la soglia di criticità elevata.

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Figura 3: Pagina web per le previsioni di pioggia s ulle Zone di allertamento

Figura 4: Pagina web per la valutazione delle condi zioni di saturazione del suolo nelle Zone di allertamento

Figura da inserire!!!

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La rete dei sensori in telemisura fornisce in tempo reale:

- l’andamento della pioggia in termini di intensità oraria e pioggia cumulata osservata

puntualmente dai pluviometri;

- l’andamento della temperatura osservata puntualmente dai termometri;

- lo spessore della copertura nevosa osservata puntualmente dai nivometri;

- l’andamento dei livelli idrometrici osservati puntualmente ed il confronto automatico

con i livelli di riferimento definiti in ciascuna sezione idrometrica.

I modelli di previsione idrologica in tempo reale, alimentati con i dati di pioggia

osservata e prevista nelle successive 72 ore, forniscono nelle sezioni di controllo:

- i livelli idrometrici previsti e l’intervallo di confidenza della previsione,

- il confronto automatico con i livelli di riferimento definiti in ciascuna sezione;

- le portate previste.

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6 ALLEGATI

6.1 PLUVIOMETRI SIGNIFICATIVI PER LA VALUTAZIONE DELLA CRITICITÀ IDROGEO LOGICA

In tabella sono riportati i pluviometri che sono utilizzati in fase di previsione per la

valutazione della criticità idrogeologica. A questi pluviometri è stato associato un peso da

1 a 1.5 in base alla significatività idrogeologica dell’area di influenza: pertanto ai

pluviometri con maggiore numero e maggiore superficie di frana è associato un peso 1.5 e

quelli localizzati in aree con meno frane un peso 1.

CODICE ID STAZIONE ZONA DI ALLERTAMENTO

NOME DELLA ZONA DI ALLERTMANETO

PESO

17384 211600 Ponte Cavola E Bacini Secchia-Panaro 1.5 13948 60500 Frassinoro E Bacini Secchia-Panaro 1.5 13945 60800 Castelnovo Ne'Monti E Bacini Secchia-Panaro 1.5 13919 60100 Pievepelago E Bacini Secchia-Panaro 1.5 13916 60300 Sestola E Bacini Secchia-Panaro 1.5 21897 291500 Campora di Sasso E Bacini Secchia-Panaro 1.5 16778 210100 Collagna E Bacini Secchia-Panaro 1.5 16771 209900 Farneta E Bacini Secchia-Panaro 1.5 16768 209800 Febbio E Bacini Secchia-Panaro 1.5 23609 192000 Guiglia E Bacini Secchia-Panaro 1.5 23299 324100 Piandelagotti E Bacini Secchia-Panaro 1.5 23306 335200 Polinago E Bacini Secchia-Panaro 1.5 21955 291200 Ramiseto E Bacini Secchia-Panaro 1.5 17381 212400 Villa Minozzo E Bacini Secchia-Panaro 1.5 17229 210400 Ponte Samone E Bacini Secchia-Panaro 1.5 13951 60700 Succiso E Bacini Secchia-Panaro 1 13953 60900 Isola Palanzano E Bacini Secchia-Panaro 1.5 15152 194200 Monteacuto Nelle Alpi E Bacini Secchia-Panaro 1 23605 205600 Baiso E Bacini Secchia-Panaro 1.5 22997 325700 Canossa E Bacini Secchia-Panaro 1.5 23292 326100 Cerreto Laghi E Bacini Secchia-Panaro 1 23249 325300 Civago E Bacini Secchia-Panaro 1 20587 195400 Doccia di Fiumalbo E Bacini Secchia-Panaro 1 18686 206600 Lago Ballano E Bacini Secchia-Panaro 1 23041 324300 Lago Pratignano E Bacini Secchia-Panaro 1 16686 207000 Ligonchio E Bacini Secchia-Panaro 1.5 16783 210300 Montese E Bacini Secchia-Panaro 1.5 23231 325500 Ospitaletto E Bacini Secchia-Panaro 1 23311 338600 Rifugio Bargetana E Bacini Secchia-Panaro 1 23613 181400 Sassostorno E Bacini Secchia-Panaro 1.5 23523 292500 Ca' de Caroli E Bacini Secchia-Panaro 1 13921 60400 Pavullo E Bacini Secchia-Panaro 1 21946 291000 Carpineti E Bacini Secchia-Panaro 1 16765 209700 La Stella E Bacini Secchia-Panaro 1

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19009 207400 Neviano Arduini E Bacini Secchia-Panaro 1.5 21960 291300 Predolo E Bacini Secchia-Panaro 1 23515 335100 Roncovetro E Bacini Secchia-Panaro 1 21950 291100 S.Valentino E Bacini Secchia-Panaro 1 19914 280200 Serramazzoni E Bacini Secchia-Panaro 1 25092 294600 Vignola E Bacini Secchia-Panaro 1 13927 61300 Ferriere G Bacini Trebbia-Taro 1.5 14009 176200 Mangiarosto G Bacini Trebbia-Taro 1.5 21921 292000 Bettola G Bacini Trebbia-Taro 1.5 21933 292300 Cassimoreno G Bacini Trebbia-Taro 1.5 21893 291400 Musiara Superiore G Bacini Trebbia-Taro 1.5 17386 66800 Farini G Bacini Trebbia-Taro 1.5 19011 210600 Trebbia Valsigiara G Bacini Trebbia-Taro 1.5 22268 293800 Salsominore G Bacini Trebbia-Taro 1.5 18543 66500 Borgotaro G Bacini Trebbia-Taro 1.5 13929 61100 Bardi G Bacini Trebbia-Taro 1.5 13956 135200 Lagdei G Bacini Trebbia-Taro 1 13960 135300 Marra G Bacini Trebbia-Taro 1.5 19877 212300 Berceto G Bacini Trebbia-Taro 1.5 22947 326600 Bobbiano G Bacini Trebbia-Taro 1 23575 337700 Bore G Bacini Trebbia-Taro 1 16752 209300 Bosco di Corniglio G Bacini Trebbia-Taro 1 23563 335900 Casalporino G Bacini Trebbia-Taro 1.5 23590 337900 Farfanaro G Bacini Trebbia-Taro 1.5 23461 338700 Frassineto G Bacini Trebbia-Taro 1.5 21901 291600 Grammatica G Bacini Trebbia-Taro 1 23567 336100 Mormorola G Bacini Trebbia-Taro 1.5 18689 195200 Nociveglia G Bacini Trebbia-Taro 1.5 23038 334300 Noveglia G Bacini Trebbia-Taro 1.5 23553 335600 Perino G Bacini Trebbia-Taro 1 23058 334500 Pessola G Bacini Trebbia-Taro 1.5 23061 334600 Pione G Bacini Trebbia-Taro 1.5 21925 292100 Selva Ferriere G Bacini Trebbia-Taro 1 22026 293500 Varano Marchesi G Bacini Trebbia-Taro 1.5 23594 338100 Varsi G Bacini Trebbia-Taro 1.5 11021 109400 Bobbio G Bacini Trebbia-Taro 1 13931 61000 Bedonia G Bacini Trebbia-Taro 1 13966 135400 Langhirano G Bacini Trebbia-Taro 1 13971 135500 Calestano G Bacini Trebbia-Taro 1 23578 337800 Albareto G Bacini Trebbia-Taro 1 21905 291700 Casaselvatica G Bacini Trebbia-Taro 1.5 16706 207600 Montegroppo G Bacini Trebbia-Taro 1 23076 333400 Riglio G Bacini Trebbia-Taro 1 22010 293400 Tarsogno G Bacini Trebbia-Taro 1 23601 338200 Valdena G Bacini Trebbia-Taro 1 16759 209500 S.Maria di Taro G Bacini Trebbia-Taro 1 17070 249800 M. Romano A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17044 252200 Rontana A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17074 249400 Lastra A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17111 250600 Montriolo A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17042 249600 M. Grosso A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17079 252400 Rullato A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17048 249100 Corsicchie A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5

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Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 1

17077 249700 M. Iottone A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17075 253700 Trebbio A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17068 249500 Lodolone A Bacino Alto del Lamone-Savio 1 17102 248600 Castrocaro A Bacino Alto del Lamone-Savio 1 17072 253900 Voltre A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17125 248300 Caminate A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17054 251300 Pratacci A Bacino Alto del Lamone-Savio 1 17085 249000 Corniolo A Bacino Alto del Lamone-Savio 1 17055 248800 Civitella A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 17071 253800 Vallicelle A Bacino Alto del Lamone-Savio 1 25026 252200 Brisighella A Bacino Alto del Lamone-Savio 1.5 22049 290900 Vergato C Bacino del Reno 1.5 17283 285500 Monte Ombraro C Bacino del Reno 1.5 17306 255600 Casoni di Romagna C Bacino del Reno 1.5 13505 147900 Madonna dei Fornelli C Bacino del Reno 1.5 17286 290500 Monghidoro C Bacino del Reno 1.5 13328 17100 Loiano C Bacino del Reno 1.5 13495 151400 Invaso Sambro C Bacino del Reno 1.5 13490 151000 Porretta C Bacino del Reno 1.5 25051 17100 Loiano Arpa C Bacino del Reno 1.5 21199 287300 S.Cristoforo C Bacino del Reno 1.5 13483 182400 Ca'Bortolani C Bacino del Reno 1.5 17285 290100 Cottede C Bacino del Reno 1 15148 17500 Varignana 2 - Lago Rio

Rosso C Bacino del Reno 1.5

13324 21400 Monte Ceresa C Bacino del Reno 1 21432 278800 Le Taverne C Bacino del Reno 1 21470 287800 Monte Albano C Bacino del Reno 1 21206 287200 Monte S.Pietro C Bacino del Reno 1.5 22195 320200 Pianoro C Bacino del Reno 1 21464 287400 S.Clemente C Bacino del Reno 1.5 25262 115000 Sasso Marconi Arpa C Bacino del Reno 1 25356 288000 Sasso Marconi C Bacino del Reno 1 22193 294600 Bazzano C Bacino del Reno 1 13416 175000 Casalecchio Canale C Bacino del Reno 1 13521 175000 Casalecchio Canonica C Bacino del Reno 1 17002 136200 Casalecchio T.Volo C Bacino del Reno 1 13493 151100 Imola C Bacino del Reno 1 25046 151100 Imola Mario Neri C Bacino del Reno 1 18612 287200 S.Martino in Casola C Bacino del Reno 1 23166 330300 S.Ruffillo D Pianura di Bologna e Ferrara 1.5 13517 171300 Bologna Meteo D Pianura di Bologna e Ferrara 1 22196 233000 Ponte Verucchio B Pianura di Forly'-Ravenna 1.5 17067 247800 Bertinoro B Pianura di Forly'-Ravenna 1.5 17081 252300 Roversano B Pianura di Forly'-Ravenna 1.5 18850 233300 Badia Tedalda B Pianura di Forly'-Ravenna 1.5 25034 252300 Carpineta B Pianura di Forly'-Ravenna 1.5 25089 233000 Vergiano B Pianura di Forly'-Ravenna 1 25037 325800 Cavriago F Pianura di Modena-Reggio

Emilia 1

23246 325800 Quattro Castella F Pianura di Modena-Reggio Emilia

1

23005 333700 Case Bonini H Pianura di Parma-Piacenza 1.5 23543 335400 Gropparello H Pianura di Parma-Piacenza 1.5

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ISTRUZIONE OPERATIVA

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Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 1

23054 334400 Pellegrino H Pianura di Parma-Piacenza 1.5 16743 209000 Pianello Val Tidone H Pianura di Parma-Piacenza 1.5 22002 293300 S.Michele H Pianura di Parma-Piacenza 1.5 16756 209400 Salsomaggiore H Pianura di Parma-Piacenza 1.5 23546 335500 Teruzzi H Pianura di Parma-Piacenza 1.5

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Criteri valutazione criticità idrogeologica Revisione 1 del 21/10/05 Pag. 35 di 35

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Arpa Emilia-Romagna - DOCUMENTO INTERNO I70519.ER – Rev. 0

7 TABELLA RIASSUNTIVA DI REVISIONE

Nella tabella seguente sono riportate le revisioni della presente procedura.

Natura della modifica Rev.

del Punto Descrizione

0 12/05/2005 - Prima emissione

1 21/10/2005 Seconda emissione


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