Date post: | 02-May-2015 |
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ASIS-NPTI - Confindustria
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Strumenti europei per le politiche di sviluppo regionale e industriale per
il dopo 2006 Prospettive finanziarie dell’UE e Fondi
strutturali Nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato a
finalità regionale
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La proposta di bilancio 2007-2013 della Commissione
• Disponibilità di Bilancio (risorse proprie):1,24% del PIL dell’Unione
(1,14% in termini di pagamenti)• Rafforzamento delle politiche diverse dalla
PAC• Maggior peso alle Azioni strutturali
(Coesione e Sviluppo regionale) e alla Competitività (Lisbona)
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… e gli Obiettivi prioritari della politica di Coesione
1) Convergenza socioeconomica tra Stati e Regioni
Stati (Fondo Coesione) e Regioni in ritardo di sviluppo (FESR, FSE)
2) Competitività regionale e occupazione Altre regioni con problemi strutturali (FESR) e
politiche sociali (FSE): abbandono della zonizzazione e concentrazione tematica
3) Cooperazione territoriale europea Stati e regioni di confine (FESR)
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Le criticità del negoziato: building blocks e “questione” finanziaria
• Proposta Stati “riduzionisti” (DE, FR, UK, NL, AT, SE) delle “risorse proprie”:– Budget all’1,00% del PIL dell’Unione– Mantenimento della PAC e concentrazione delle Azioni
strutturali sui nuovi Stati membri, ma con alcune “riserve” (Germania per l’obiettivo “convergenza” e Francia per l’obiettivo “competitività”)
– Ri-nazionalizzazione delle Azioni strutturali negli attuali Stati membri
• Stati sostenitori della proposta della Commissione: ES, GR, PT e 10 nuovi Partner
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La posizione “intermedia” del Governo Italiano
• Nessuna preclusione ad affrontare il tema della riduzione del budget UE, ma senza riserve precostituite (PAC)
• Agire anche sulle entrate del budget UE (rivedere i meccanismi compensativi del contributo UK), per ridurre la posizione di crescente contribuente netto
• Preservare Coesione e Sviluppo rurale (rubriche a saldo positivo per l’Italia)
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Le posizioni “istituzionali”sul Bilancio UE
Commis-sione
Miliardi € Miliardi €Var. %
Commis-sione
Miliardi €Var. %
Commis-sione
Competitività 132 120 -9,1% 72 -45,5%Coesione 344 338 -1,7% 306 -11,0%Ambiente e PAC 404 396 -2,0% 377 -6,7%Politiche interne 18 19 5,6% 11 -38,9%Politiche esterne 95 70 -26,3% 50 -47,4%Amministrazione 28 28 0,0% 50 78,6%TOTALE 1021 971 -4,9% 866 -15,2%
ParlamentoPresidenza Consiglio
UERubrica
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… e il “vero” peso attribuito alle diverse politiche UE
12,90% 12,40% 8,30%
33,70% 34,80%35,30%
39,60% 40,80% 43,50%
0%
25%
50%
75%
100%
Commissione Parlamento Presidenza delConsiglio UE
Amministrazione
Politiche esterne
Politiche interne
Ambiente e PAC
Coesione
Competitività
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Gli ultimi risultati dell’Italia prima del “fallimento”
• Riduzione del contributo netto:da 0,41% a 0,36% del PIL
• Aumento delle risorse sulla Coesione:da 16 a 24,3 miliardi di € (di cui 17,7 per le regioni della Convergenza e 6,6 per Competitività regionale e Occupazione)
• E dopo?Incertezza sulle risorse e certezza delle politiche comunitarie?
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Finanziamento e Programmazione della Coesione
• Tre soli Fondi europei• FESR, FSE, Fondo Coesione
• Programmazione “politica”• Strategia comunitaria di coesione e sviluppo
regionale sulla base dei piani strategici nazionali
• Programmazione operativa• Nazionale e regionale (semplificata), abbandono dei
complementi di programmazione
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Obiettivo Convergenza: le aree
• Stati membri (PIL per abitante inferiore al 90% della media UE 25)
• Regioni (PIL per abitante inferiore al 75% della media UE 25): attualmente Campania, Puglia, Calabria e Sicilia
• Regioni escluse (in phasing out) per “effetto statistico” (PIL per abitante inferiore al 75% della media UE 15, ma superiore al 75% della media UE 25): attualmente Basilicata
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Obiettivo Competitività e Occupazione: le aree
• Interventi regionali– Regioni fuori dall’Obiettivo Convergenza
colpite da problemi strutturali (aree urbane, industriali e rurali)
– Regioni (in phasing in) uscite dall’Obiettivo Convergenza per “effetto economico” (PIL per abitante oltre il 75% della media UE 15)
• Interventi nazionali: Strategia europea per l’occupazione
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… gli interventi
• Riferimento alla programmazione regionale complessiva
• Concentrazione “tematica” su alcune priorità
• Concentrazione territoriale eventuale (abbandono della zonizzazione)
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… le priorità tematiche
• Innovazione ed economia della conoscenza
• Accessibilità e servizi di interesse economico generale
• Ambiente e prevenzione dei rischi
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Obiettivo Cooperazione territoriale
• Cooperazione transfrontaliera (regioni NUTS 3 situate sui confini interni ed esterni)
• Cooperazione transnazionale (macro-aree tra Stati)
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I Fondi UE per l’Italia: la nuova mappa della politica regionale
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I Fondi UE per l’Italia: una stima molto ottimistica delle risorse (mld. €)
24,4
6,9
31,3
17,7
6,6
24,4
0
5
10
15
20
25
30
35
2000-2006 2007-2013
Obiettivo Convergenzaregioni
Obiettivo Competitivitàregionale e Occupazione
Totale
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Le prossime scadenze interne: elaborazione del Quadro Strategico• I fase (gennaio-settembre 2005): seminari
tematici preparatori e stesura dei Documenti strategici preliminari (nazionale e regionali)
• II fase (ottobre-dicembre 2005): Confronto strategico Centro-Regioni
• III fase (febbraio-giugno 2006): Stesura della bozza di Quadro Strategico Nazionale (QSN), approvazione e invio alla Commissione UE, anche di eventuali Programmi Operativi
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Gli impegni per Confindustria• Ampio coinvolgimento del partenariato
economico e sociale fin dalla I fase, sia al centro sia a livello regionale/locale
• Per l’Obiettivo Convergenza:– Partecipazione all’elaborazione dei Documenti
strategici delle singole regioni e delle Amministrazioni Centrali
– Elaborazione con il DPS-MEF delle Linee per il nuovo Programma Mezzogiorno
• Per l’Obiettivo Competitività e Occupazione– Partecipazione all’elaborazione dei Documenti
strategici delle singole regioni
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Gli aiuti a finalità regionale per il periodo 2007-2013
Le proposte di revisione degli Orientamenti comunitari
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Concentrazione sulladeroga ex art. 87.3.a
• Sostanziale conferma dell’attuale impostazione• Concentrazione sulle regioni in ritardo (cioè con un
PIL per abitante fino al 75% della media UE a 25)• Massimali d'aiuto più bassi degli attuali• Trasformazione dell’aiuto da ESN a ESL• Aumento del massimale ESL per Piccole (da 15% a
20%) e Medie imprese (da 7,5% a 10%)
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La deroga ex art. 87.3.c• Eliminazione dell'attuale zonizzazione, nel
cui ambito saranno invece inserite le regioni escluse dalla deroga ex art. 87.3.a:– per effetto "statistico" (con un PIL regionale per
abitante al disotto del 75% della media UE a 15, ma al disopra della media UE a 25)
– per effetto "economico" (crescita del PIL regionale per abitante al disopra del 75% della media UE 15)
– ultraperiferiche (come i Dipartimenti francesi d'Oltremare, le Azzorre, le Canarie, ecc.),
– a scarsa densità di popolazione (come le regioni sub-polari di Finlandia e Svezia)
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Sostegno regioni in difficoltà fuori dalle deroghe
• Aiuti "orizzontali“ (PMI, R&S, Ambiente, Occupazione, Formazione, …)
E forse:• “Aiuti di Stato di lieve entità" (ASLE):
montante di aiuto di 1 milione di euro in 3 anni• Aiuti che hanno effetti limitati sugli scambi
intracomunitari (ELS)
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I nuovi massimali propostiDeroga Trattato UE Criteri di individuazione
PIL regionale per abitante (su media UE 25)
Aiuto baseMedie
impresePiccole imprese
fino al 45% 40% +10% +20%45% - 60% 35% +10% +20%60% - 75% 30% +10% +20%
Regioni escluse dalla deroga 87.3.a per
Aiuto baseMedie
impresePiccole imprese
Effetto statistico (*) 30% (15%) +10% +20%Effetto economico 15% +10% +20%A bassa densità di popolazione
20% +10% +20%
Fuori deroga --- +10% +20%(*) Fuori parentesi il massimale iniziale; tra parentesi il massimale a regime.
Deroga 87.3.a
Deroga 87.3.c
Massimale d'aiuto in equivalente
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Il confronto Italia – Nuovi Partner UE: situazione attuale
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Il confronto Italia – Nuovi Partner UE: situazione dal 2007
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Le priorità di Confindustria per le politiche di Coesione
• Bilancio UE: mantenimento di risorse adeguate• NO alla ri-nazionalizzazione• Priorità alle regioni in ritardo, ma mantenimento
dell’intervento per quelle in difficoltà• Maggiore attenzione alle specificità geografiche
(zone insulari, montane, ecc.)• Più equità nell’allocazione regionale delle risorse
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… e per gli aiuti di Stato
• Coordinamento tra Fondi strutturali e aiuti di Stato a finalità regionale– Mantenere un livello di intervento simile a
quello per le attuali zone ex art. 87.3.c– Possibilità di sostenere in tali zone i grandi
investimenti
• Rafforzamento della partnership socioeconomica
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… e in particolare per regioni come l’Abruzzo
• Più integrazione tra Fondi nell’Obiettivo Competitività regionale e Occupazione
• Più flessibilità alla concentrazione tematica: NO a eccessive rigidità
• Più sussidiarietà verso la scala regionale e locale: possibilità di mix tra concentrazione tematica e territoriale
• Condivisione della programmazione “politica” comunitaria e nazionale, ma su basi di opportuna flessibilità