ASSEMBLEA DOMENICALE IN ASSENZA
DEL PRESBITERO
«celebrazioni domenicali» o «assemblee domenicali»?
La questione fondamentale: Una comunità locale può vivere
senza assemblea periodica/domenicale?
INTERROGATIVI PRINCIPALI
Partecipare alla celebrazione dell’eucaristia in una parrocchia vicina o celebrare la liturgia della parola nella propria parrocchia? (con o senza la distribuzione della comunione?)
Significato dell’assemblea (domenicale) per la Chiesa.
Svolgimento di una celebrazione domenicale senza presbitero.
Disposizioni della Chiesa universale:
SC 35.4 (1963)
IO 37 (1964)
CIC 1248 §2 (1983)
Christi ecclesia (1988)
Eccl. de myst. 6-7 (1997)
Redemptionis sacr. (2004)
Disposizioni delle Chiese locali
Le ADAP sono un fenomeno nuovo o esistono precedenti?
MODUS PROCEDENDI
Storia
Teologia e sociologia (necessità dell’assemblea domenicale)
L’assemblea senza sacerdote
Disposizioni della Chiesa universale
1.1. BIBLIOGRAFIA
2. ASSEMBLEA DOMENICALE SENZA
PRESBITERO NELLA STORIA
Ci sono esempi di assemblee domenicali in assenza del
presbitero che – per i fedeli – sostituivano l’eucaristia
domenicale?
2.1. LA VITA LITURGICA DELLA CHIESA FINO AL SEC. XIX
2.1.1. La guida delle prime comunità nelle case e la loro liturgia
2.1.1. LA GUIDA DELLE PRIME COMUNITÀ NELLE CASE E LA LORO LITURGIA
Il «raduno nel giorno del signore» = un raduno regolare, ogni domenica e non un’assemblea casuale
Il contenuto di questi raduni?
Catechesi, preghiera, ascolto della parola di Dio, convitto
Culmina nella celebrazione dell’eucaristia
Chi guidava le comunità? Chi dirigeva la liturgia?
L’apostolo, quando era presente (At 20,7-11)
Profeti, insegnanti (dotati con il carisma di guida)
La comunità nella casa: guidata dall’ospite
Non si possono dire «laici» nel senso odierno.
Non si trova nel NT un’assemblea domenicale senza il ministero della presidenza!
2.1.2. IL DIACONO: GUIDA DELLA COMUNITÀ E DELLA SUA LITURGIA
Fino all’anno ~ 1000: non abbiamo testimonianze per liturgie
eucaristiche domenicali ufficiali non presiedute dal vescovo o
dal presbitero
2.1.3. DAL SEC. XI IN POI
Assemblee domenicali non eucaristiche presiedute dal presbitero
Alsazia intorno all’anno 1200
Divieto di presiedere l’eucaristia più di una volta al giorno fino al sec.
XVII-XVIII
Regola nell’Europa centrale:
Ogni comunità deve avere la propria assemblea.
Ogni cristiano è invitato a partecipare all’eucaristia.
2.1.3. DAL SEC. XI IN POI
L’Ungheria sotto il dominio dei turchi (1526-1731): i «licenziati»
Assemblea domenicale con le letture della Messa (facoltà di
predicazione)
Battesimo
Matrimonio
Funerali
Processioni
2.1.3. DAL SEC. XI IN POI
La Francia dopo la rivoluzione (1790- ): le «messe bianche»
I maestri delle scuole presiedono delle assemblee domenicali
Lettura dei testi della messa ad eccezione delle preghiere riservate al sacerdote
Germania nel sec. XIX
Uomini dotti ed educati presiedono delle assemblee domenicali
Lettura del vangelo della domenica con commento, canti e preghiera
2.1.3. DAL SEC. XI IN POI
Conclusioni:
Nel caso di mancanza di sacerdoti (testimonianze dal sec. XVI):
Insistenza nell’AD delle comunità
Laici presiedono liturgie di preghiera/della parola
Legame con la messa tramite canti/preghiere/letture
2.2. LA SITUAZIONE PRIMA DEL VAT. II
Prima del Vat. II, il problema si avvertiva soprattutto:
Nei territori di missione.
Nella Germania orientale.
2.2. LA SITUAZIONE PRIMA DEL VAT. II
Il problema si poneva soprattutto:
Nei territori di missione.
Necessità di rendere possibile a tutte le comunità una celebrazione liturgica domenicale.
1957: La proposta di P. Johannes Hofinger SJ e P. Joseph Kellner SJ (Liturgische Erneuerung in der Weltmission, Insbruck 1957)
Uno schema fondamentale.
2.2.1. LA PROPOSTA DI HOFINGER E
KELLNER
Liturgia della parola Preghiera d’ingresso o canto
Lettura 1: epistola della messa
Salmo o preghiera
Lettura 2: vangelo della messa
Salmo responsoriale
Lettura 3: catechismo
Simbolo apostolico
Liturgia della preghiera Preghiera universale
Canto di supplica: «Agnus Dei»
Orazione colletta della messa
Preghiera «di ringraziamento»
«Sanctus»
Preghiera «commemorativa»
Padre Nostro, formula di benedizione, canto finale
2.2. LA SITUAZIONE PRIMA DEL VAT. II
Il problema si avvertiva ,prima del Vat. II, anche:
Nella Germania orientale.
Le «stazioni» e la loro liturgia:
Le «celebrazioni stazionali» presiedute dai «diaconi ausiliari»
Alla fine del sec. XX ancora in più di 2000 «stazioni»
Dopo il Vat. II con distribuzione dell’eucaristia
1965: concesso con indulto per un anno (per la prima volta nella
Chiesa)
1966: proroga per tre anni
1967: permesso esteso a tutta la Chiesa e facoltà di portare l’eucaristia
agli infermi
La storia dimostra:
1. Grande stima dell’unica celebrazione eucaristica domenicale della
chiesa locale = rappresentazione dell’unico corpo di Cristo
2. Grande stima e necessità dell’assemblea domenicale di ogni
comunità cristiana
APPROCCI ALLA REALTÀ DELL’ASSEMBLEA
Assemblea
Approccio
storicoApproccio
sociologico
Approccio
teologico
3.1. IL RADUNO UMANO COME TALE
Leggi fondamentali per le associazioni/società umane:
1. Riunione periodica
2. Invito
3. Regolamento
4. Ordine del giorno
5. Presidente (che guida da un posto visibile/elevato – non può fare
ciò che vuole, è sottomesso all’ordine del giorno)
6. Collaboratori
7. Sostituto
8. Passato
9. Futuro
3.2. IL RADUNO CRISTIANO
L’applicazione delle leggi fondamentali:
1. Riunione periodica = il peccato separa – la grazia riunisce
2. Invito = «Fate questo in memoria di me». (Lc 22,19; 1 Cor 11,25)
3. Regolamento = la parola di Dio
4. Ordine del giorno =
1. apertura – liturgia della parola – liturgia eucaristica – invio (messa)
2. apertura – liturgia della parola – lode/ringraziamento (anàmnesi) – invio (ADAP)
5. Presidente = vescovo/presbitero (diacono) – (laico delegato)
6. Collaboratori = i ministeri dell’assemblea
7. Sostituto = il carisma di guida nei membri della comunità
8. Passato = il memoriale (anàmnesi) dell’opera di salvezza
9. Futuro = componente escatologica della liturgia
Di tutte queste leggi anche l’ADAP deve tener conto!
4. I DOCUMENTI UFFICIALI DELLA CHIESA
4.1. Sacrosanctum Concilium 35.4
Una teologia dell’apostolato dei laici ripristinata: cfr. LG 10 e 33.
4.2. Inter oecumenici 37-39
Un «ordine del giorno» di provata efficacia
4.3. Liturgicae instaurationes 6
Distribuzione della comunione suggerita
4.4. Il directorium «Christi Ecclesia»
Assicurare nel migliore dei modi la celebrazione cristiana della domenica
4.5. Ecclesiae de mysterio 6-7 e can. 1248 CIC/1983
Il problema del precetto domenicale
7. ECCLESIAE DE MYSTERIO E IL CIC DEL 1983
Eccl. de myst. 7 §2: vedi citazione n. 22
Can. 1248 CIC/1983
§1: Praecepto de Missa participanda satisfacit qui Missa assistit ubicumque celebratur ritu catholico vel ipso die festo vel vespere diei praecedentis.
§2: Si deficiente ministro sacro aliave gravi de causa participatio eucharisticae celebrationis impossibilis evadat, valde commendatur ut fideles in liturgia Verbi, si quae sit in ecclesia paroeciali aliove sacro loco, iuxta Episcopi dioecesani praescripta celebrata, partem habeant, aut orationi per debitum tempus personaliter aut in familia vel pro opportunitate in familiarum coetibus vacent.
Qui non si può dedurre una graduatoria delle soluzioni. Secondo il testo del canone sono equivalenti. – Tenere però presenti i dati provenienti dalla storia, dalla sociologia e dalla teologia.
Can. 1245 CIC/1983
Firmo iure episcoporum dioecesanorum de quo in can. 87, parochus, iusta de causa et secundum Episcopi dioecesani praescripta, singulis in casibus concedere potest dispensationem ab obligatione servandi diem festum vel diem paenitentiae aut commutationem eiusdem in alia pia opera […].
Il parroco (singulis in casibus) e il vescovo quindi possono commutare l’obbligo di
partecipazione all’eucaristia all’obbligo di partecipazione all’ADAP.
4.6. LA DISTRIBUZIONE DELLA
COMUNIONE?
Argomenti in favore:
Pratico: l’esperienza della Germania orientale
Magisteriale: i documenti romani fino al Direttorio del 1988
Teologico: partecipazione alla mensa eucaristica
4.6. LA DISTRIBUZIONE DELLA
COMUNIONE?
In contrario:
Pratico: l’esperienza in Svizzera e altrove…
Magisteriale: l’istruzione «Redemptionis sacramentum» 165
Teologico: la presenza di Cristo nella parola
l’offuscamento del significato della celebrazione
dell’eucaristia
4.6. LA DISTRIBUZIONE DELLA
COMUNIONE?
Gli argomenti si controbilanciano, forse perché non esiste
soluzione con valore universale.
Bisogna trovare soluzioni adatti alle chiese particolari
Traguardo:
Sottolineare presenza di Cristo nella sua parola
Evidenziare l’importanza della partecipazione alla celebrazionedell’eucaristia
Assicurare il raduno settimanale della comunità locale!
6. LA CELEBRAZIONE
Celebrazione della parola di Dio
Distribuzione della comunione
6. LA CELEBRAZIONE
Riti iniziali
Celebrazione della parola di Dio
Risposta alla parola proclamata:
Professione di fede
Preghiera universale
Rendimento di grazie
Padre nostro
Riti della comunione (e rendimento di grazie se non è fatto già prima)
Riti di conclusione