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Astrattismo

Date post: 15-Apr-2017
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ASTRATTISMO L’arte astratta crea immagini che non appartengono alla nostra esperienza visiva.
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Page 1: Astrattismo

ASTRATTISMO

L’arte astratta crea immagini

che non appartengono alla nostra esperienza

visiva.

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Questione 1 Esprimere i propri contenuti nella libera composizione di linee, forme, colori, senza imitare la realtà concreta in cui viviamo.

Kandinskipaesaggio con pioggia

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Questione 2 L’astratto nasce agli inizi del Novecento. Ma era già presente in molta produzione estetica precedente, anche molto antica, la figurazione astratta al solo fine estetico: quello della decorazione.

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Questione 3 Un fine completamente diverso: quello della comunicazione.Vuole esprimere contenuti e significati, senza prendere inprestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi.

Kandinski-composizione IV 1911

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Questione 4

L’esperienza estetica delle avanguardie storiche è un modo tendenzialmente astratto di rappresentare la realtà.

Cubismo-Picasso

Futurismo-Boccioni

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Questione 5

L’arte astratta nasce come volontà di espressione e di comunicazione, ma lo fa con un linguaggio di cui difficilmente si conoscono le regole.

Kandinski-composizione VII-1909

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Questione 6 Il problema interpretativo dell’arte astratta è stato in genere impostato su due categorie essenziali: la prima si affida alla psicologia gestaltica, la seconda all’esistenzialismo

De kooning

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A La psicologia gestaltica studia l’iterazione tra l’uomo e le forme.

Ossia, come la percezione delle forme diviene esperienza psicologica. Il modo come si struttura questa esperienza psicologica segue leggi universali. Ad esempio, il cerchio tende ad esprimere sempre la medesima sensazione, indipendentemente da cosa abbia forma circolare. E così avviene per i colori. In sostanza l’atto percettivo, affidandosi ad esperienze già possedute e a meccanismi di fondo, tende a interpretare le cose che vede indipendentemente da cosa esse rappresentino.

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B L’altro metodo di decifrazione dell’arte astratta è quello di rintracciare l’esperienza esistenziale da cui è nata la specifica opera.

L’artista, come qualsiasi altra persona di questo mondo, vive la medesima realtà di tutti. Riceve le medesime sollecitazioni, le interpreta con la sua specifica sensibilità, e, in più rispetto agli altri, le sa tradurre in forma. Il gesto creativo, sostanziandosi in un’opera, diviene traccia esistenziale.

Paul Klee, Senecio - 1922

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LINEE GUIDA CHE DETERMINANO LO SVILUPPO DELL’ASTRATTISMO LIRICO

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Il termine "lirico" fa riferimento ad un atteggiamento poetico del pittore che si sostanzia nei segni e nei colori stesi sulla tela, quale relazione tra l’uomo e le forme.

Kandinsky - Giallo, rosso e blu -1925

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Kandinsky tiene un corso pratico-teorico di pittura, pubblica il suo saggio più importante sulla pittura astratta, "Il punto e la linea in funzione della superficie" in cui descrive la teoria dei rapporti fra la pittura e la musica, interpretando i colori come un "coro" da fissare sulla tela, paragonando le regole a cui si attengono i musicisti nel comporre a quelle che un pittore deve rispettare.

Composizione VIII - 1925

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L'unico senso da trovare sta in ciò che l'esperienza delle immagini prevede, e che richiede la contemplazione prolungata. Quello che alcuni trovano difficile dell’ arte astratta è il lavoro molto impegnativo, in termini di tempo che è implicitamente viene richiesto. Eppure, se non guardiamo a lungo e con un cuore aperto, non vedremo altro che carta da parati superiore.

Composizione VII - 1913

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Paul Klee – strada principale e strade secondarie -1929

Il dipinto dividendo lo spazio, sembra suggerire una traccia principale quasi regolare al centro della composizione, sembra di immergersi in un paesaggio di terreni coltivati. Eppure il soggetto viene trattato al limite della leggibilità e qui dobbiamo recuperare l'economia di dettaglio desiderato da Klee.E come se volassimo sulla scena alla maniera di un paesaggio aereo con un senso limitato di onniscienza, nel senso dell’andare avanti, o secondo un punto di vista frontale se lo guardiamo appeso come un arazzo.

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Paul Klee – il giardino di Tunisi-1919

Klee ha scritto, «il presente lavoro pittorico per il profano ha lo svantaggio di non sapere da dove cominciare (la lettura), ma per gli intenditori, il vantaggio di un abbondante varietà nell'ordine di lettura e di avere ben consapevolezza della molteplicità di significati [..] l'occhio segue i percorsi che si sono formati nel lavoro.» Questo dimostra che questo tema dell’occhio dello spettatore e della lettura dell'opera è la questione principale, che molti prima di lui nella storia dell'arte si sono posti.

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Paul Klee - Parnas 1932

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Paul Klee – Senecio - 1922

Interpretata in svariati modi, Senecio è anche un autoritratto metaforico, di chi si sente vicino alla vecchiaia: in essa si rivela un sottile umorismo e la capacità di trasformare la realtà in un mondo poetico di favole e sogni.Ci rivela l’attenzione per le espressioni «artistiche» dei bambini e per l’arte primitiva extraeuropea, in particolare per le maschere tribali africane alle quali si ispira.

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Paul Klee - polifonia -1932

La pittura di Klee nasce nella sua immaginazione. In un'accezione totale, come analisi estrema di figure e sensazioni, fisiche e psicologiche, condotta incessantemente come esercizio spirituale necessario e vitale per esplorare e giustificare la propria presenza nel mondo. Un esercizio che talora prende forma di progetto e che genera la materializzazione di un'immagine. L'immagine è il frutto ultimo di una riflessione strenua su di sè e sul proprio pensiero, frutto generato con cura e attenzione estreme.

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LINEE GUIDA CHE DETERMINANO L’ASTRATTISMO GEOMETRICO

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Mondrian si ispira inizialmente alla pittura fauvista, eseguendo paesaggi vivacemente colorati, densi di espressività. Tra il 1911 e il 1914 l’artista vive e

lavora a Parigi, in un gruppo di tele di questo periodo, il cui soggetto sono alberi isolati, mostra la semplificazione del soggetto naturalistico: riduce foglie e rami a una serie di segni schematici su una superficie piatta, sviluppando un’immagine

che sembra tenuta insieme da frammenti di linee verticali e orizzontali intersecate.

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Secondo la teoria che lo stesso Mondrian definì Neoplasticismo, lo scopo ultimo dell’artista consiste nel ridurre la rappresentazione alla sua funzione più

elementare: “In pittura si deve cercare, in primo luogo, di vedere la composizione, il colore e la linea, e non la rappresentazione in quanto tale. Alla

fine si perverrà a percepire il soggetto come un impedimento”.

Mondrian, Blu, bianco e giallo, 1932

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Composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu - 1914

Per Mondrian, l’arte tradizionale prendeva come modello il mondo naturale, determinando un equivoco di fondo, l'illusione di poter trovare un equilibrio tra l’individuale e l’universale, mentre in realtà le forme, i colori naturali, il ritmo naturale, le relazioni naturali tra loro esprimono, nella maggioranza dei casi, un senso tragico, che non può essere risolto puntando su forme diverse di rappresentazione della realtà naturale, ma rinunciando definitivamente a conciliare gli opposti.

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Composizione rosso giallo blu (1921)

L’artista evita di proposito ogni simmetria, che a suo parere rende la composizione troppo statica e prevedibile: al contrario si sforza di darle un

ritmo, quasi musicale, giocando sui contrasti tra le linee e i colori.

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Sala Mondrian al MoMA, New York

“Non cercate il quadro nella tela... è invece lì... nel muro bianco che lo circonda...”.

PRESENTAZIONEa cura di

ANTONIO CURRELI


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