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ATENE E GERUSALEMME · i - V JH J . B S JB 7 F S [ Ï w L’obiettivo del Centro di Studi...

Date post: 01-Jul-2020
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ATENE E GERUSALEMME PENSIERO ANTICO E PALEOCRISTIANO
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ATENE E GERUSALEMME

PENSIERO ANTICO E PALEOCRISTIANO

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Direttore

Giuseppe GUniversità Vita–Salute San Raffaele di Milano

Comitato scientifico

Werner BLudwig–Maximilians–Universität München

Elisabetta CUniversità di Cagliari

Maurizio MUniversità di Macerata

Roberto RUniversità Cattolica di Milano

Comitato redazionale

Vito LUniversità Vita–Salute San Raffaele di Milano

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ATENE E GERUSALEMME

PENSIERO ANTICO E PALEOCRISTIANO

La civiltà europea occidentale è nata dall’incontro e dalla fusionedi due sorgenti originariamente distinte, la cultura ellenica ela cultura ebraica, con le rispettive punte di diamante, ossia lafilosofia greca e la religione biblica. L’avvento di Gesù Cristo,presentato nei Vangeli contemporaneamente come il Lógosdei Greci che si è fatto uomo e il Messia degli Ebrei che hacompiuto le profezie, segnò il momento culmine dell’incontrodelle due civiltà in una nuova prospettiva. Il Cristianesimo delleorigini, nelle grandi figure dei Padri della Chiesa ha svolto ilcompito di fondere insieme le due diverse radici in una nuovasintesi, facendo in modo tale che l’uomo occidentale sentaormai di appartenere contemporaneamente ad “Atene” e a“Gerusalemme”.

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Centro di Studi Patristici“Luigi Maria Verzé”

L’obiettivo del Centro di Studi Patristici “Luigi Maria Verzé”, fortementevoluto dal Fondatore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, èquello di ricostruire la storia e il pensiero dei Padri greci e latini della Chiesae dell’Europa intera, in continuità con la tradizione filosofica greca.

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Alfredo Gatto

Pier Damiani

Una teologia dell’onnipotenza

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Copyright © MMXIIIARACNE editrice S.r.l.

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via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

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Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: settembre

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A mia sorella Angela

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Quando nel medioevo venne San Pier Da-miani a proclamare che Dio può far in modoche ciò che è stato non sia stato, la sua vocerisuonò nel deserto.

— Lev Š, Atene e Gerusalemme

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Indice

Introduzione

Capitolo ILa sacra pagina e le arti: Lanfranco di Pavia e l’eretico diTours

Capitolo IIPier Damiani e la mundana sapientia

Capitolo IIILa potenza di Dio e la città di Roma

Capitolo IVLa logica dell’onnipotenza

Conclusione. Gnosticismo e onnipotenza

Bibliografia su Pier Damiani

.. Edizioni e traduzioni del De Divina Omnipotentia, – .. Edi-zioni e traduzioni di altre opere di Pier Damiani, – ... Edi-zioni e traduzioni italiane, – ... Edizioni e traduzioni ingle-si, – ... Edizioni e traduzioni tedesche, – .. Pier Da-miani e il suo tempo, – .. Studi sul De Divina Omnipotentiae su temi ad esso legati, – .. Studi sul pensiero di PierDamiani, .

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Introduzione

Don Pedro Damián, seguendo le bandiere di Aparicio Saravia,« andò dove andavano i suoi compagni, coraggioso e ignorantecome loro », e visse « la sanguinosa giornata di Masoller »:

Il colonnello Dionisio Tabaresracconta: « “Damián? Pedro Da-mián?” disse il colonnello. “Sì,servì con me” [. . . ] “Qualcu-no poteva credersi codardo edessere un coraggioso, e cosìal contrario, com’era accadutoa quel povero Damián, che siandava pavoneggiando per glispacci con la sua divisa bianca epoi venne meno a Masoller. Inqualche sparatoria s’era compor-tato da uomo, ma andò diver-samente quando gli eserciti siaffrontarono e cominciò il tirodei cannoni” ».

Il dottore Juan FranciscoAmaro racconta: « “Pedro Da-mián morì come vorrebbe mo-rire ogni uomo. Saranno statele quattro del pomeriggio. Sul-la cima della collina s’era fortifi-cata la fanteria rossa; i nostri lacaricarono, alla lancia; Damiánandava avanti tutti, gridando, euna pallottola lo prese in pienopetto. Si rizzò sulle staffe, finì ilgrido e rotolò a terra, tra le zam-pe dei cavalli. Era morto e l’ulti-ma carica di Masoller gli passòsopra. Così coraggioso, e nonaveva ancora vent’anni” ».

La penna del narratore non sa decidersi, non è in grado dioperare alcun taglio netto nei racconti che i testimoni di quellabattaglia sembrano ricordare. Vi sono solo congetture: forse èlegittimo, benché insoddisfacente, pensare a due Damián — « ilcodardo che morì ad Entre Rios intorno al , il coraggiosoche morì a Masoller nel » —, ma questa immagine nonscioglie certo l’enigma; ci si potrebbe magari affidare ad unacongettura soprannaturale, che dischiude la possibilità di unanuova rivincita, sotto la luce della grazia divina; si potrebbe,infine, trovare la ragione di questa impasse, di questo vicolo

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Introduzione

cieco del quotidiano raziocinio nelle pagine di un trattato, quelDe Divina Omnipotentia di Pier Damiani che il narratore scova,« in modo quasi magico », nel canto del Paradiso dantesco.

Nelle « vecchie dispute teologiche » racchiuse in quel librovi è la chiave per approssimarsi al mistero, e « comprendere latragica storia di Don Pedro Damián ». In un processo incom-prensibile agli uomini, nelle due vite incompossibili di questotosatore ci troviamo ad esperire, con le parole di Jorge LuisBorges, un vero e proprio « scandalo della ragione ».

In questo breve racconto contenuto ne L’Aleph, il celebrescrittore argentino, attraverso la finzione di un espediente nar-rativo, lascia intravedere le reali possibilità che la riflessionedi Pier Damiani sembra consegnare in dote al pensiero. Nelleintense pagine di questo monaco ravennate, eremita e cardinale,appare infatti una diversa modalità di rapportarsi all’essentia Deie, in modo particolare, all’attributo dell’omnipotentia.

La figura di Pier Damiani si colloca in un importante croce-via per la storia della filosofia medievale. Prima che l’eredità delpensiero greco diventasse uno strumento indispensabile pervagliare la bontà della ratio, accompagnandone il percorso diricerca e meditazione, il monaco ravennate aveva già compre-so i potenziali pericoli che un’indebita assolutizzazione dellalogica vetus avrebbero potuto comportare per la comprensionespirituale della sacra pagina.

L’onnipotenza divina posta a tema da Damiani rappresentaallora il tentativo di sottrarre alla ratio dell’uomo ogni intrinse-ca necessità. Ai dialettici del tempo, abbagliati dalle meravigliedell’ars disserendi, e convinti di poter conchiudere nei loro sillo-gismi il misterium Dei, il monaco ricorda il loro comune destinocreaturale. L’essenza divina sfugge infatti ad ogni rappresenta-zione umana, e i vincoli e le leggi che presiedono la ragionedialettica non possono costituire il limite dell’agire ad extradi Dio. Poiché il dominio della potentia Dei travalica infinita-

. J.L. B, El Aleph, Losada, Buenos Aires ; trad. it., L’altra morte, in I.,L’Aleph, T M F. (a cura di), Feltrinelli, Milano , pp. –.

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Introduzione

mente l’orizzonte che delimita le condizioni della conoscenzamondana, l’uomo non può giudicare delle possibilità divineassumendo come unico punto di riferimento i dettami dellapropria ars.

Con la lettera indirizzata all’abate Desiderio e ai monaci diMontecassino, unita a molte altre missive rivolte ad importantifigure dell’epoca, Damiani testimonia quindi la necessità didifendere il lumen della trascendenza da ogni tentativo di ricon-durre la natura di Dio nei confini dell’episteme umana. Graziealle riflessioni contenute nel De Divina Omnipotentia, il mona-co impone, al cospetto delle conclusioni vincolanti del sillogi-smo, una voluntas sottratta alle leggi che regolano la sapientiamundana.

Le libere geometrie della potenza divina si sovrappongonocosì alla rigida concatenazione logica che vincola le regole deiretori e dei grammatici, mentre l’uniformità dell’ars disserendicede il passo, come dimostra lo stesso Borges, alla narrazionemiracolosa e al racconto di infiniti prodigi, destinati a scalzarel’uniformità e la presunta trascendentalità del pensiero umano.In un universo contingente mai assicurato, infatti, le regole delgioco, ossia le norme formali da cui traggono origine le stesseconoscenze umane, possono sempre cambiare, in conformitàad un’ordinatio che dipende soltanto dalla libera ed onnipotentevolontà divina.

L’intrinseca fragilità della ratio delle creature si rivela dun-que il prezzo da pagare per preservare una comprensione dellasacra pagina sottratta ai dettami e ai precetti dell’ordo disserendi.È questa forse una delle principali ragioni per cui la riflessionedi Damiani sarà abbandonata in nome di un altro ordine di esi-genze e priorità, pronto a rivendicare la progressiva autonomiadella ragione umana.

« La filosofia medievale », come ha opportunamente sottoli-neato Lev Šestov nel suo Atene e Gerusalemme, ha finito quindiper passare, nel corso del suo cammino, « con indifferenza ac-


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