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Atlante dei suoli parte1

Date post: 07-Apr-2016
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Teaching | Didattica_ Instant book | Atlante dei suoli_ Disegni di programma relazioni architettura e suolo. Lab. IV Prog. Arch LM4 UniPa AA 2013-2014
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ATLANTE DEI SUOLIdisegni di programma

RIDISEGNO INDIVIDUALE_1 tav. A1testo_8000 caratteri | 2000 caratteri

OBIETTIVI DELL’ESERCIZIO:- Costruire una base di riferimenti comune a tutto il laboratorio

- Descrivere il programma di progetti esistenti- Costruire un atlante comparativo delle relazioni architettoniche fra edi�ci e suolo

La tavola comprenderà:

- un ridisegno dell’opera che permetta una piena comprensione del progetto.Il ridisegno dovrà evidenziare: gli elementi essenziali del progetto; i suoi principi di de�nizione

formale; il rapporto con il suolo; i dispositivi principali (livelli, connessioni verticali, sistemi di distri-buzione, struttura, etc.)

- Il disegno del programma con particolare riferimento alle relazioni fra l’edi�cio (o il progetto in genere) e il suolo.

- Un testo (max. 8000 caratteri spazi inclusi per la tavola del seminario; 2000 per la tavola A4) che metta in luce le questioni fondamentali del progetto attraverso:

1. Breve biogra�a del progettista (max 1000 battute); 2. Temi di progetto e principi di de�nizione formale (max 5000 battute);

3. Rapporto del progetto con il luogo (max 2000 battute); 4. Bibliogra�a (3 testi/articoli)

Per il ridisegno occorre disporre di:- Tutti i disegni esistenti in letteratura (seguire le indicazioni bibliogra�che date e ampliarle): plani-

metrie, piante, sezioni, prospetti, schizzi, etc. - Immagini, foto , fotomontaggi, render del progetto.

- Testi (monogra�e, saggi, articoli, capitoli di libri di storia dell’architettura) sul progetto e l’autore

La ricerca si e�ettua in biblioteca e in emeroteca.

Page 4: Atlante dei suoli parte1

INDICE

Le Corbusier Maison des jeunes et de la Culture (Casa dei giovani e della cultura)

Firminy, 1956-1962

5

Alvaro Siza y Vieira Piscina alla Quinta da Conceiçao

Leça da Palmeira, Porto, 1958 - 1965

6

Alvaro Siza y Vieira Piscine comunali a Leça da Palmeira

Porto, 1961-1962,

7

Le Corbusier Carpenter Center for the Visual Arts

Harvard University, Cambridge, Massachussets,, 1961-1964

8

Ludwig Mies van der Rohe Neue Nationalgalerie

Tiergarten, Berlino, 1962-1968

9

Gordon Bunshaft (SOM) Biblioteca Beinecke library of rare book and manuscript

Yale University, New Haven, Connecticut, 1963

10

Lina Bo Bardi Museo de Arte de Sau Paulo (MASP)

Sao Paulo, Brasile, 1968

11

Vittorio Gregotti, Gino Pollini Dipartimenti di Chimica, Fisica e Biologia al Parco d’Orléans

Palermo, 1969-1988

12

Renzo Piano, Richard Rogers, Gentre Georges Pompidou (Centre de Création Industrielle_CCI)

Parigi, 1976

13

Juan Navarro Baldeweg Centro per servizi sociali e biblioteca San Francisco el Grande a Puerta de Toledo

Madrid, 1985-1995

14

Toyo Ito Tower of winds

Yokohama, 1986 (demolita)

15

Paulo Mendes da Rocha Museo Brasieliro da Escultura (MuBE)

Sao Paulo, 1986

16

Tadao Ando Children’s Museum

Himeji, Giappone, 1987-89

17

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Juan Navarro Baldeweg Palazzo per congressi e esposizioni

Salamanca, 1988-1995

18

Paulo Mendes da Rocha Praça do Patriarca e viaduto do Chà

Sao Paulo, 1992-2002

19

Alberto Campo Baeza, Cassa di Risparmio di Granada,

Museo della Memoria Andalusa (MAA) Granada, Spagna, 1993- 2009

20-21

Jean Nouvel Fondation Cartier

Parigi, 1994

22

Guillermo Vazquez Consuegra Lungomare di Vigo

Vigo, Portogallo, 1994- 2000

23

Guillermo Vazquez Consuegra Museo nazionale di archeologia marittima

Cartagena, Spagna,1995-2008

24

Foreign Office Architecture Yokohama International Port Terminal

Yokohama, Giappone,1995- 2002

25

Joao Carrilho da Graça Padiglione della conoscenza dei mari

Lisbona, 1995-1998

26

Xaveer de Geyter Îlot Saint-Maurice

Lille, Francia,1995-2005

27

Alessandro Anselmi Nuovo municipio in via Portuense

Fiumicino, Roma, 1997-2002

28

Arata Isozaki Nuovo ingresso al Caixa Forum

Barcellona,Spagna, 1999-2002

29

Zaha Hadid Parcheggio multimodale Hoenheimm Nord

Strasburgo,Francia, 1999-2001

30

Renzo Piano Auditorium Parco della musica

Roma, 2002

31

Carlos Ferrater Lungomare di Benidorm

Spagna, 2002

32

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MVRDV Donau kissing towers

Vienna, 2002, (concorso)

33

Peter Eisenman Giardino dei passi perduti

Museo di Castelvecchio, Verona, 26-6-2004 / 3-10-2004 (demolito)

34

Xaveer de Geyter (OMA) Progetto per Les Halles

Parigi 2004, (concorso)

35

Oma & Rem Koolhaas Casa da musica, Oporto, Portogallo, 2005

Josep Luis Mateo

Piazza e centro culturale, Castelo Branco, Spagna, 2013

36 - 37

James Corner & Field Operationds; Diller & Scofidio + Renfro High Line Elevated Parkway Manhattan, NYC, 2006 – 2013

38

Jean Nouvel Kilometro rosso

Bergamo, 2008-2009

39

Alberto Campo Baeza Sede del Consiglio di Castilla y Leon

Zamora, 2012

40

Steven Holl Museum of Natural History

Los Angeles County, California, 2012

41

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Le CorbusierMaison des jeunes et de la Culture Firminy,1956-1962 Nel 1954, Claudius-Petit, sindaco di Firminy affida a Le Corbusier, la proget-tazione del centro cultura-le e sociale della città. Le Corbusier dispone gli edi-fici intorno ad una conca ovoidale, tra cui lo stadio. Il rialzamento roccioso della cava di pietra farà da basamento. L'edifi-cio comprende: teatro, bi-blioteca, sala musica, au-ditorium, sala d'arte, sala espositiva, sala danza e un bar. Come una rocca dalla pietra ha forte rela-zione con il suolo, leggi-bile al piano terra, zona lasciata vuota scandita solo dai pilotis e che divie-ne basamento della hall e dell’ingresso. L’edificio è organizzato da una maglia strutturale regolare scan-dita ogni 7 metri, e si com-pone di tre livelli orizzonta-li. I prospetti evidenziano il rapporto con il luogo: uno rivolto alla città si estende sopra il campo di calcio ed è formato da due bloc-chi fusi tra loro, con l'alter-narsi di pieni e vuoti; il se-condo blocco viene fuori con l'estrusione orizzon-tale della testata ed un di-segno senza vincoli geo-metrici crea una copertu-ra curva sostenuta da cavi d'acciaio inseriti nell'in-tradosso del solaio. I pro-spetti corti in cemento e le arti murali in quello Sud.

Bibliografia:

- Boesiger Willy (a cura di), BàleLe Birkhäuser Verlag, vol.7, p. 130-134.- Oeuvre complete 1975-1965/Le Corbusier et son atelier rue de Sevres 35, p.152-157.- Le Corbusier Architect of theCentury, p.338-342.www.fondationlecorbusier.fr/

1 Maison des jeunes et de la Culture2 Stadio3 Piscina4 Chiesa5 Teatro6 Tribune dello stadio

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

MAISON DES JEUNES ET DE LA CULTURE -Le CorbusierFirminy,1956-1962

All. arch.: Costanza RandazzoATLANTE DEI SUOLI 5

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A’

AB

B’

C

C’

30m

25m

2,3m

3,5m

45°

4,7m

Alvaro Siza y Vieira, Piscine a Leca da Palmeira,Matosinhos, circa 1960

0

ATLANTE DEI SUOLI

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

ALVARO SIZA Y VIEIRA_PISCINE A LEÇA DA PALMEIRA Porto, Portogallo, 1961- 962

All. arch.: Andrea Agnello ATLANTE DEI SUOLI 07

SEZIONE C-C’

SEZIONE B-B’

SEZIONE A-A’

SEZIONE A

SEZIONE C

SEZIONE D

SEZIONE B

SPAZI VERDI(ZONA A BASSADENSITÀ)

ZONA URBANIZZATA(ALTA DENSITA’)

Alvaro Siza y VieiraPiscine comunali a Leça da Palmeira Porto, 1961-1962,

Realizzate sulla spiaggia di Leca de Palmeira, nel comune di Matosinhos, le piscine sono un tentativo ben riuscito di realizzare un’architettura perfettamen-te integrata nell’ambiente naturale in cui è inserita. Il complesso è costituito da due piscine, spogliatoi e un bar. L’idea era, quella di realizzare una piscina di acqua salata proprio di fronte al mare di cui i bagnanti potessero usufruire in un contesto più sicuro e protetto dalle forti correnti dell’oceano Atlantico. La piscina, realizzata con il minimo intervento possibile, oggi si presenta immersa nella scogliera come se fosse sempre stata in quel luogo, minimamente invadente alla visuale degli automobilisti, cercando di rispettare il luogo e mante-nere inalterata la vista sull’oceano. L’architetto non condivide la sottomissione al contesto, ma “le nuove strut-ture devono inserirsi nell’ambiente come una ballerina in una coreografia, senza creare niente ma trasformando ciò che già esiste”.

Bibliografia:

- Alvaro Siza – professione poetica, quaderni di Lotus n°6,Milano,Electa, 1986, 191 p.

- Alvaro Siza 1958 – 2000, El croquis, Madrid, croquis editorial, s.d.,507 p.

- Frempton Kenneth, Alvaro Siza. Tutte le opere, Milano, Electa, 2005

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Università degli studi di Palermo _ Cdl LM4 _ A.A. 2013-2014Re_urban | De_fragLABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICAProf. arch. Zeila Tesoriere

ATLANTE DEI SUOLI

PIANO INTERRATO

SECONDO PIANO

PIANO TERRAPRIMO PIANO

TERZO PIANO

QUARTO PIANO

ESPLOSO ASSONOMETRICO

SEZIONE A-A’

SEZIONE B-B’

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

LE CORBUSIER_CARPENTER CENTER FOR VISUAL ARTSCambrige, 1963

All. arch.: Egidio Di Bianca ATLANTE DEI SUOLI 08

Le Corbusier Carpenter CenterFor the visual artsHarvard University, 1961-64

Il Carpenter Center for the Visual Arts (CCVA) alla Har-vard University è l’unico edi-ficio di Le Corbusier in tutto il Nord America e uno degli ultimi a essere completato durante la vita dell’architetto. L’edificio fu concepito per diventare un laboratorio di pensiero criti-co, una struttura di supporto per tutta l’università. Il cuore dell'edificio è un volume cubico, alla cui diagonale sono appese le aule studio. Si entra dal piano terra, dove trovano spazio una sala per esposizioni e l’amministrazione. Al piano interrato, che inizialmente non era previsto, si trovano le sezioni di cinema e foto-grafia, mentre ai piani supe-riori ci sono i laboratori.Grazie alla strut-tura puntiforme in cemento armato, Le Corbusier riesce a creare grandi spazi aperti che invitano a uno scambio perpetuo tra esterno e in-terno dell’edificio. Il tutto è tagliato da una rampa a forma di S che sale da una strada e scende verso l'altra. I cinque piani dell'edificio hanno pareti mobili, creando spazi flessibili. Si crea un sistema di collegamento, di circolazi-one, di compenetrazione e di scambi di percezione tra gli ambienti interni, le aule di lavoro e l’ambiente esterno.

Bibliografia:

- Boesiger, Willy (a cura di), Le Corbusier, Oeuvre Complète, vol. 7, p. 54 – 67.- Iori, Massimo, Le Corbusier : Carpenter Visual Art Center, Milano, Edizioni Unicopli , 1998 , p. 95. - Edward F. Sekler, William JR Curtis, Le Corbusierat Work: The Genesis of the Carpenter Center for the Visual Arts.

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LUDWIG MIES VAN DER ROHE _ NEUE NATIONALGALERIE Tiergarten, Berlino, 1962-1968

All. arch.: Graziella VetranoATLANTE DEI SUOLI 09

PIANTA PIANO TERRA

Ludwig Mies van der RoheNeue NationalgalerieTiergarten, Berlino,1962-1968

Ludwig Mies van der Rohe con la Neue Nationalgalerie riportò in Europa la sua ar-chitettura di classica elegan-za, formata solo da ampie vetrate ed elementi in accia-io. Dal punto di vista compo-sitivo è una variazione sul tema del grande salone iso-lato, dal volume puro e tra-sparente, senza pilastri inter-ni. Ai due lati dell'ampio podio ci sono due scalinate esterne che conducono al basamento in pietra. Su di esso è appoggiata la grande sala vetrata delle mostre temporanee la cui pianta è organizzata secondo un reti-colo modulare di 3,6x3,6 m. La struttura portante, in ac-ciaio, è formata da otto pila-stri a croce, leggermente ra-stremati verso l’alto che sor-reggono la copertura che è una semplicissima piastra metallica quadrata. Questa struttura sembra ricordare un soffitto classico rinascimen-tale a cassettoni. Lo spazio espositivo è solo un pretesto che Mies van der Rohe usa per annullare lo spazio archi-tettonico interno a favore di quello esterno. Due spazi di-stinti che, grazie al dislivello presente sull'area di proget-to, egli riesce a sovrapporre. E' proprio la volontà di stu-diare un modello per rivolu-zionare il modo di esporre le opere d'arte che lo convince a riproporre il modello basa-mento hall.

Bibliografia:

- Zimmerman, Claire, Mies van der Rohe, Taschen, 2007, pp.7-17, 82-87 - Cohen, Jean Louis, Mies van der Rohe, 3°ed., Laterza, 2004, 149 p.- Calzà, Gianni, Mies van der Rohe, La galleria nazionale di Berlino, 1988, 36p.

PIANTA PIANO INTERRATO

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GORDON BUNSHAFT_BIBLIOTECA BEINECKEYale University,New Haven, CT, USA, 1963

All. arch.: Sefora BonannoATLANTE DEI SUOLI 10

PLANIMETRIA GENERALE DEL CONTESTO

PIANTA PRIMO LIVELLO

SEZIONE LONGITUDINALE

SEZIONE TRASVERSALE

Gordon Bunshaft (SOM)Biblioteca Beinecke library of rare book and man uscriptYale University, New Haven, Connecticut, 1963

L'edificio, progettato da Gordon Bunshaft tra il 1960 e il 1963 si colloca sull'Hewitt Quadrangle ed è collegata all'esistente complesso neogotico della Sterling Li-brary grazie ad un percorso sotterraneo.L'intero complesso è com-posto da due elementi princi-pali. Il primo, assimilabile ad una scatola contenente una scatola, imponente involucro caratterizzato da una sala con al suo interno uno "scrig-no" vetrato. Tale parallelepipedo traslu-cido da l'impressione di essere sospeso grazie all'effetto della luce che viene filtrata dai pannelli di marmo rendendo lo spazio intimo. L'edificio ha una struttura reticolare di acciaio rivestita in granito bianco e tamponato da pannelli ot-tagonali di marmo bianco venato in grigio. L'intero volume poggia su quattro grandi pilastri a base piramidale dall'aspetto mas-siccio. Il secondo elemento che determina il complesso si trova in un ambiente ipogeo ed è caratterizzato da una corte rettangolare entro cui si affacciano i servizi della biblioteca.Dai due livelli di piazze otte-niamo una differente per-cezione dell'edificio.

Bibliografia:

- Pavan Vincenzo, Le scritture dellapietra: linguaggio tettonico e linguaggio decorativo, Skira, Milano, 2001

- Adam, Nicholas, Skidmore, Owings, Merrill: SOM, Electa, Milano, 2006

PRINCIPIO INSEDIATIVO

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MUSEO DE ARTE DE SAO PAULO-Lina Bo Bardi Sau Paolo, Brasile, 1968

All. arch.: Salvatore Bonanno

ATLANTE DEI SUOLI 11

ll museo d'arte sorge all'incrocio di due notevo-li assi viari della città: l'A-venida Paulista, tracciato rettilineo con grattacieli, l'altro è l'Avenida 9 de Jlho in direzione del nucleo antico della città. Rispetto ai grattacieli il MASP è un edificio anco-rato a terra a sviluppo orizzontale e risulta in parte sospeso e in parte incassato nel suolo. I portali assumono il ruolo di elementi totemici; la volontà di dare risalto alla casseratura del cemento, ha indebolito il materiale nei confronti delle intemperie renden-do necessario l'utilizzo di una vernice rossa impermeabilizzante. La Hall Civica, contenuta nel basamento incassato nel pendìo naturale, ha per copertura il piano del Belvedere. Questo rivestito in parallelepipedi di granito sistemati diret-tamente su uno strato di terra al fine di permettere la crescita di piante spon-tanee ha al suo interno, altri elementi naturali: vasche d'acqua, centri di raccolta delle acque piovane che cadono da quattro grandi doccioni e che risolvono il punto di contatto tra i portali e il suolo. Il volume della Hall Civica si adatta all'irrego-larità del sito. Verso valle lunghe finestre a nastro.

Bibliografia: - Antonella Gallo (a cura di), Lina Bo Bardi Architetto, Venezia, Marsilio, 2004

- Lina Bo Bardi - Obra constru-ida, Olivia De Oliveira www.fondationlecorbusier.fr

Lina Bo BardiMuseo de arte de Sao Paulo, Brasile, 1968

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Vittorio Gregotti,Gino PolliniDipartimento di chimica, fisica e biologiaParco d’Orléans, Palermo,1969-1988

Tra il 1969 e il 1970 Vittorio Gregotti e Gino Pollini, redigono il pro-getto per i nuovi i Di-partimenti localizzati nell’area del Parco d’Orleans. L’insieme dell’intervento è rag-gruppato attorno ad una serie di tre piazze pedonali allungate a base rettangolare di-sposte su diversi livelli, collocate a tre diverse quote crescenti secon-do l’andamento natu-rale del terreno. Ogni dipartimento è costitui-to da due corpi tra loro collegati ed è fondato su un modulo base strutturale e di impianti di 7,20x7,20.Questo progetto è il risultato di uno studio progettuale a scala ter-ritoriale.

Bibliografia:

- Manfredo Tafuri, Vittorio Gregotti Progetti e architetture, 1982, Electa Mondadori.

-Guido Morpurgo, Gregotti Associati 1953/2003, 2004, Rizzoli. - Zeila Tesoriere, MUTAZIONI tipo carattere e forma in architettura, Palermo, 2011.

VITTORIO GREGOTTI_Dipartimenti di Chimica, Fisica e BiologiaParco d’Orleans, Palermo, 1969-1988 all. arch.: Michele Cassata

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

Parco d’Orléans, Palermo, 1969-1988

All. arch.: Michele CassataATLANTE DEI SUOLI 12VITTORIO GREGOTTI,GINO POLLINI_DIPARTIMENTO DI CHIMICA,FISICA E BIOLOGIA

427m

58m

SEZIONE A

12m

SEZIONE B

0 50 100

7,20m

A

B

6 m

Page 14: Atlante dei suoli parte1

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RENZO PIANO, RICHARD ROGERS_CENTRE POMPIDOUParigi, 1971-1977

All. arch.: Roberta Di NotoATLANTE DEI SUOLI 13

CONDOTTI DELL'ARIACOLLEGAMENTI VERTICALICONDOTTI DELL'ACQUA

R. Rogers - R. PianoCentro PompidouParigi, 1971-1977

La proposta progettuale per il concorso venne elaborata nella primavera del 1971 dal team di Richard Rogers e Renzo Piano. Il progetto dal punto di vista funzionale è un ampio edificio a loft, la struttura, infatti, è conce-pita come una intelaiatura regolabile a ponteggio in cui ogni particolare rivela la prorpia funzione. Sei piani di ampi interni senza colonne si estendono per tutta la larghezza dell’edificio (169x48m) grazue a lunghe travi iin acciaio profonde tre metri. Un nastro di vetro corre dietro le colonne. L’edificio è formato in lunghezza da 13 campate, aventi ciascuna una larghezza di 12,9 metri e una estensione di 48 metri. Queste sono sostenute da travi a traliccio sospese tra gerberet-tes, travi a sbalzo in acciaio fuso che riducono la flessione delle principali travi strutturali. Le travature della pavimenta-zione, di una consistente profondità, sono state progetta-te in modo tale da incontrare la struttura verticale. All’estremità sono alzate fino a un giunto posto in corrispondenza della pellicola esterna e sorretta da gerberettes giganti. L’accesso da Rue Beaubourg è a quota stradale, invece in corrispon-denza della piazza il progetto prevede un abbassamento di quota pari a 3,5 metri.

Bibliografia:

- Richard Rogers Partnership. Opere e progettiElecta, Milano, 1995, p. 162-177

- Richard Rogers. Complete Phaidon, 1999, p. 102-133

- Renzo Piano Building todayTashen,2002, p. 39-41

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Juan Navarro BaldewegCentro per servizi sociali e bibliotecaMadrid, 1985-1995

Tra i progetti di J. N. Bal-deweg, il centro di servi-zi sociali e la biblioteca si sviluppano intorno alla Rotonda della Porta di Toledo. Per comprendere l’orientamento di questo progetto per una parte si è ridefinito il suolo, che ac-quisisce importanza nella formazione della parte po-steriore della Rotonda, la quale si trova si trova ad una quota maggiore. L’elemento caratterizzan-te di entrambi i progetti è il basamento, mentre il col-legamento col suolo è ga-rantito da scale che condu-cono all’accesso dei servi-zi. L’equilibrio dei volumi si integra nella conformazio-ne di un anello di poca al-tezza intorno alla Porta ed il vuoto della piazza alta dall’altro lato di via Toledo dialoga con il pieno del tamburo della Biblioteca. Gli edifici del Centro di ser-vizi Sociali, uno basso di sei piani e l’altro basso di tre, sono stati trattati diffe-renziando il carattere delle loro attività. La biblioteca, di quattro piani, si distin-gue nella piazza disegnan-do con chiarezza il suo profilo. I rivestimenti ester-ni del basamento sono co-stituiti da granito grigio eda una pietra naturale bianca.

Bibliografia:

- Juan Navarro Baldeweg, El croquis 54, Madrid, Editorial El Croquis, 1992

- Gonzalez Garcia, Angel; José Lahuerta, Juan, Juan Navarro Baldeweg, opere e progetti, Milano, Electa, 1990

- Marinoni, Giuseppe, Metamor-fosi del progetto urbano, Milano, Franco Angeli/DIAP, 2004

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

Juan Navarro Baldeweg_CENTRO PER SERVIZI SOCIALI E BIBLIOTECA Madrid, 1985-1995

All. arch.: Rosalba RuggeriATLANTE DEI SUOLI 14

BIBLIOTECA

BASAMENTO

ORTOFOTO

Calle Toledo

Puerta de Toledo

SEZIONE CENTRO SERVIZI SOCIALE

PLANIMETRIA E PROSPETTO GENERALE

CENTRO PER SERVIZI SOCIALI

BASAMENTO

PROSPETTI SUD DEL CENTRO SOCIALE E DELLA BIBLIOTECA

PIANTA SEMINTERRATOPIANTA SEMINTERRATO

PIANTA PIANO TERRA PIANTA PIANO TERRA

SEZIONE BIBLIOTECA

PROSPETTI OVEST CENTRO SOCIALESCHIZZO PARTICOLARE RIVESTIMENTO

Page 16: Atlante dei suoli parte1

PLANIMETRIA GENERALE DEL CONTESTO

PIANTA 1° LIVELLO

PIANTA 5° PIANO

PIANTA 13° PIANO

PIANTA 14° PIANO

SEZIONE

SISTEMA FUNZIONALE

SISTEMA DI CAMUFFAMENTO

SISTEMA LUMINOSO

CONFIGURAZIONE PRIMADELL’INTERVENTO

NUOVA CONFIGURAZIONE CON L’INSERIMENTO DI UNA STRUTTURA METALLICA

RIVESTIMENTO CONUN VELO METALLICO

GIOCO LUMINOSO

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014Re_urban | De_fragLABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICAProf. arch. Zeila Tesoriere

ATLANTE DEI SUOLI

TORRE DEI VENTIYokohama-Shi, Kanagawa, 1986

All. arch.: Ignazio Verentino

La Torre dei Venti è un progetto i e

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Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

TOYO ITO_TOWER OF WINDSYokohama, 1986, opera demolita

All. arch.: Ignazio VerentinoATLANTE DEI SUOLI 15

Toyo ItoTower of windsYokohama, 1986

La Torre dei Venti è un progetto indicativo dell'approccio di Toyo Ito verso l’architettura, in parti-colare esprime il ruolo della tecnologia, fondamentale nel futuro dell'architettura . Il progetto abbraccia non solo la tecnologia ma coinvolge la città dialogando con essa e stabilisce anche un rap-porto simbolico diretto tra la natura e l'installazione. Di giorno la torre , rivestita in pannelli di alluminio perfora-ti , riflette la città attraverso le superfici riflettenti che co-prono l' anima in acciaio. La torre alta 21 metri, situata al centro di una rotatoria vi-cino la stazione centrale di Yokohama, è il nuovo guscio di una vecchia torre per im-pianti. Una serie di pannelli specchianti ne costituisce lo strato profondo, a contatto diretto con la vecchia costru-zione, racchiusa in un cilin-dro a sezione ovale formato da pannelli di alluminio per-forato che permettono ai sis-temi di illuminazione posti nell’intercapedine di pro-durre una sorta di effetto ca-leidoscopico. Di notte, lam-padine e anelli di luce al neon disposti verticalmente offrono un gioco luminoso di luci riflesse. Trenta riflettori regolati da computer creano effetti di luce dentro la torre che variano secondo l’ora del giorno. Altri elementi che regolano l’intensità dei riflet-tori sono il numero di decibel prodotti dal traffico circos-tante e dalla forza del vento: la torre cangiante produce una sorta di musica ambien-tale.Bibliografia:

- Maffei, Andrea, Toyo Ito. Le opere, i progetti, gli scritti, Milano, Electa, 2003

Page 17: Atlante dei suoli parte1

SEZIONE B-B’

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

MUSEO BRASIELIRO DA ESCULTURA (MUBE)-Paulo Mendes de RochaiSao Paolo, Brasile 1986

All. arch.: Enrica Calabrese

ATLANTE DEI SUOLI 16

Paulo Mendes da RochaMuseo Brasieliro da Escultura (MuBE) Sao Paulo, 1986

Nel progetto per il MuBE, il museo di scultura brasiliana di Paulo Mendes da Rocha, gli spazi espositivi non configurano un volume a sé stante ma, essendo ricavati al di sotto della quota più elevata del lotto, costituis-cono il frutto sensibile del ridisegno del suolo, apren-dosi di tanto in tanto su di un esterno che si ritrova allo stesso livello della città. Esternamente, la scelta di Mendes da Rocha è di concentrare tutto in un unico segno, un’unica trave di 60 metri di luce, dimensionata sulla scorta di un semplice ragionamento che verte sul rapporto tra il museo e il suo intorno. Essa al contempo dà un volto al museo, fornisce alle sculture un utile termine di confronto sotto il profilo dimensionale, dà riparo. La trave poggia solo agli estremi e Mendes da Rocha opta per lasciare tra questa e i due setti su cui si poggia, una fascia libera utile a distinguere visiva-mente l’idea di “pietra nel cielo”. Area lotto: 6.935.91 m Area tot edific: 3.478.80 mq

Bibliografia:

- Pisani Daniele, Paulo Mendes da Rocha: tutte le opere, Milano,

Electa,2013

- Rosa Artigas, Paulo Mendes da Rocha: projects 1957-2007,New York, rizzoli, 2007

- Carlos Brillembourg Tamayo, Una visita allo studio di Paulo Mendes da Rocha, Domus intervista, 2013Parigi, 1999.

- Yokohama port terminalCasabella, n.708, Milano, 2003.

0 50m 5 10N

SEZIONE C-C’ 0

20m 2 4

SEZIONE A-A’

PIANTA QUOTA - 4.00

PIANTA QUOTA + 0.00

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TADAO ANDO_ CHILDREN’S MUSEUMHimeji, Giappone, 1987-89

All. arch.: Federica CatalfioATLANTE DEI SUOLI 17

VISTA DALL’ALTO

Tadao AndoChildren’s MuseumHimeji, Giappone, 1987-89

Un esempio dove la natura gioca un ruolo determinante nel progetto è il Children’s museum. I bambini sono al centro del progetto, che si sviluppa lungo un percorso nel paesaggio: il museo è stato costruito su una collina boscosa che affaccia su un lago e una serie di specchi d’acqua circonda l’edificio e mette l’architettura in rappor-to con lo scenario. Il com-plesso consiste in tre blocchi: la sede museale principale, una piazza e un fabbricato che ospita i labo-ratori. I volumi degli edifici sono smontati, aperti e ricomposti come se fossero un gioco ad incastro, in stret-to contatto con il paesaggio circostante. Il percorso com-prende anche una piazza con sedici colonne che funge da cerniera tra i due edifici ma che ambiguamente vuole essere un gioco per i bambi-ni. Diversi spazi si sovrap-pongono arrivando in coper-tura dove una terrazza funge da laboratorio all’aperto e da osservatorio panoramico. Un sentiero lineare, segnato da un muro, connette le tre parti, costeggia l’acqua e attraversa il bosco diventan-do un elemento architettoni-co: qui è possibile conversa-re con la natura. Lo scopo di questa struttura culturale e didattica è di incoraggiare la creatività, il senso estetico dei bambini. La natura pene-tra questi edifici fin nei loro interstizi, la circolazione assume particolare valore e il movimento è protagonista.

Bibliografia:

- Dal Co, Francesco (a cura di), Tadao Ando 1-2, Milano, Electa, 2010.- Casabella 582, settembre 1991, Milano, Elemond, 2005.

IL SUOLO L’ELEMENTO NATURALE: L’ACQUA

I VOLUMI: IL COMPLESSO E’ FORMATO DA TRE FORME GEOMETRICHE, DUE BLOCCHI CUBICI E UNA TORRE

IL PERCORSO: IL COMPLESSO E’ ORGANIZZATO LUNGO UN PERCORSO CHE SI SNODA NEL PAESAGGIO. LA PIAZZA INTERMEDIA FUNGE DA SNODO TRA I DUE BLOCCHI PIU’ GRANDI

LA GRIGLIA: L’USO DELLA GRIGLIA NON SERVE PER LA DISTRIBUZIONE DEI VOLUMI MA PER L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO

PIANTA PIANO TERRA

MODELLO COMPLESSIVO. A SINISTRA IN PRIMO PIANO L’EDIFICIO PRINCIPALE, DA CUI PARTE IL PERCORSO CHE PORTA ALLA PIAZZA E AI LABORATORI

SEZIONE LONGITUDINALE. A SINISTRA I DUE TEATRI, UNO COPERTO E UNO ALL’APERTO, A DESTRA IL CORTILE ALL’APERTO

SEZIONE TRASVERSALE. L’EDIFICO SI COMPONE DI DUE CORPI RETTANGOLARI, CON LA CIRCOLAZIONE AL CENTRO; A DESTRA LE SCALINATE ESTERNE, UNA DELLE QUALI SI CONCLUDE NELLE PISCINE D’ACQUA

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RELAZIONI L’ANTICO ED IL NUOVO

N

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PALAZZO DEI CONGRESSI DI SALAMANCA-Juan Navarro BaldewegSalamanca, Spagna, 1983, concorso

All. arch.: Lorena Picone

ATLANTE DEI SUOLI 18

Juan Navarro BaldewegPalazzo dei congressi di Salamanca, Spagna, 1983

Il palazzo compatto situa-to nel fondovalle della Va-guada della Palma, limite topografico e naturale, si pone come soglia urbana con le linee nette dà risal-to alla città storica. Ne è regola la successione base alzato e coronamen-to. Vi si accede su due lati grazie a due ampi ac-cessi e terrazze collega-te agli assi viari attraver-so gradonate e rampe, sul lato corto da un acces-so disposto su gradona-ta. Il suolo è inclinato ed il basamento seminterrato eleva il palazzo e la picco-la galleria per esposizio-ni distaccata. La base in pietra ospita sale minori, spazi espositivi e dispositi-vi di risalita come rampe e gradonate. Proprio lungo la quota intermedia del suolo vi deposita la piazza pavimentata, e il piccolo auditorium all’aperto (430 persone) e la piccola gal-leria per esposizioni con rampa interna. Il palazzo contiene l’atrio a tutta al-tezza e la grande sala dei congressi (1300 perso-ne) sulla quale si erge la grande cupola striata in legno,con oculo centrale e forature a lunetta capaci di conferire una luce diffusa. Gli archi leggibili nei para-metri in facciata.

Bibliografia: - Juan Navarro Baldeweg, El croquis 54, Madrid, Editorial El Croquis, 1992, II, 227 p

- Marinoni, Giuseppe, Metamor-fosi del progetto urbano, Milano, Franco Angeli/DIAP;2004, 367p.

- Gonzalez Garcia, Angel; José Lahuerta, Juan, Juan Navarro Baldeweg, opere e progetti, Milano, Electa, 11996,

SEZIONE D-D’

B

A

PIANTA QT 0,00 mCOLLEGAMENTI VERTICALI

AUDITORIUM

COLLEGAMENTI

AUDITORIUM E PIAZZA ALL’ APERTO

GALLERIA

D

SERVIZI

PROSPETTO PRINCIPALE

REGOLA IN FACCIATA

BASE - ALZATO - CORONAMENTO Base -alzatoPelle di rivestimento in materiale lapideo

Asimmetria Analogie

Simmetria

SEZIONE A-A’PRINCIPIO DISTRIBUTIVOE FUNZIONI

SEZIONE B-B’

C’

C

PIANTA QT -5,50

0

10mB

A

SPAZI COMUNI AL PUBBLICO

DISPOSITIVI DI COPERTURA

N

ATTACCO AL SUOLO

PRINCIPIO INSEDIATIVO

CORONAMENTO

GRIGLIASTRUTTURALE

BASAMENTOLIVELLO IN SCAVOQT 5,50m

Corpo principale n°5 livelli f-t

Corpo secondario n°2livelli f-t.

Spazio pubblico

ALZATO

CUPOLASPAZI COLLEGAMENTI SERVIZI

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PAULO MENDES DA ROCHA _PRAÇA DO PATRIARCA E VIADUTO DO CHÀ Sao Paulo, 1992-2002

All. arch.: Rosalia IppolitoATLANTE DEI SUOLI 19

RAPPORTO DISCONTINUO CON IL SUOLO

NUOVA PORTA DELLA CITTA’

MEDIAZIONE TRA SCALA UMANA ED URBANA

Paulo Mendes da Rocha Praça do Patriarca e viadu-to do Chà Sao Paulo, 1992-2002

Nel progetto per la sistema-zione di Praça do Patrirca, Mendes da Rocha lavora a più scale: umana, architetto-nica-urbana e metropolitana. Sull'ingresso della galleria, viene realizzata una copertu-ra in acciaio bianco a forma di vela, che ha la funzione pratica di riparare i pedoni dalle intemperie e rappre-senta il nuovo punto focale della piazza. La struttura, ha dimensioni ridotte rispetto agli edifici che prospettano sulla piazza. Ha curvatura di-versa nei due lati corti quasi a volersi chiudere; rispetto all'edificio Unibanco crea invece uno spazio aperto, che invita a percorrere la gal-leria sottostante. La vela, studiata come se fosse l'ala di un aereo è realizzata con due lamine al cui interno corre un'orditura di nervatu-re. La struttura diventa una vera e propria nuova porta sulla città e rappresenta una sorta di pausa rispetto alla frenesia della metropoli. E' un intervento di mediazione in tutti i sensi, si oppone allo slancio verticale dei gratta-cieli attraverso una struttura morbida che si estende in orizzontale, fa da filtro tra la città vecchia e quella antica affinché il passaggio non sia netto ma graduale, e riporta uno stralcio di città ad una scala più umana quasi a ridare la piazza ai suoi abi-tanti che adesso la possono anche fruire oltre che attra-versare.

Bibliografia:

- Annette Spiro, Paulo Mendez da Rocha, Zurigo, Niggli, 2002.- Bruand Yves, A margem do racio-nalismo: a Corrente Organica e o Brutalismo Paulista, Sao Paolo, 1981.

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21ALBERTO CAMPO BAEZA_CASSA DI RISPARMIO DI GRANADA | MUSEO DELLA MEMORIA ANDALUSA (MAA)Granada, Spagna 1993-2009

All. archh.: Rachele Atanasio | Elisabetta Caruso20ATLANTE DEI SUOLI

0 10 50 100 mt

0 10 50 100 mt

PROSPETTIVA DELLA CONTINUITÀ DEGLI EDIFICI E DEL RAPPORTO COL TERRITORIO

ASSONOMETRIA ACCESSIBILITÀ E DISTRIBUZIONE

ESPLOSO ASSONOMETRICO

SCHIZZO DI STUDIO SULL’ALLINEAMENTO DELLE ALTEZZE

PLANIVOLUMETRICO D’INSIEME

ESPLOSO ASSONOMETRICO

BASAMENTO

STEREOTOMICO

TETTONICO

IMPLUVIUM DI LUCE

PIANTA PIANO TERRAAUDITORIUM E SISTEMA DISTRIBUTIVO

PIANTA PIANO TIPOUFFICI E SISTEMA DISTRIBUTIVO

ANALOGIE DIMENSIONALI CON IL PALAZZO DI CARLO V

A. CAMPO BAEZACassa di risparmio di GranadaGranada, Spagna, 1993

L’edificio trae dal suolo la sua potenza comunicativa: una grande scatola di cemento si imposta infatti su un basamento che recupera il salto di quota tra le arterie di collegamento che lambis-cono l’area. Questo podio, scavato da due corti alber-ate, amplifica la monumen-talità dell’edificio e lo eleva rispetto alla strada, renden-dolo visibile dalla grande infrastruttura. Tettonica e stereotomia si combinano nella compo-sizione geometrica dettata da una griglia di maglia rego-lare che misura le parti e ne assegna le funzioni. Due corpi ad L, si incastrano perfettamente, formando la grande corte centrale a tutta altezza, un “impluvium di luce”, dal quale emerge il volume puro dell’auditorium in cemento a facciavista. Quattro imponenti colonne cave si stagliano dal pavimento per raggiungere la copertura, forata da grandi lucernai che convogliano all’interno i raggi del sole. Lo spazio interno è rarefatto, modellato e scavato dalla luce. Le facciate rivolte a sud sono scandite da una griglia di maglia cubica 3x3x3 m, che diventa un brise soleil.

Bibliografia:

- Documenti di Architettura, saggio di Antonio izza, Alberto Campo Baeza. Progetti e costruzioni, Electa;- Abitare, n.420, 2002;- A+U, n.7, 2003;- A+U, n.337, 1998;- AV, n.93-94;- The Architecture Review, n.1266,2002;- Casabella, n.697,2002;

A. CAMPO BAEZAMuseo della MemoriaAndalusa (MAA)Granada, Spagna, 2004

Il MAA è un centro culturale testimone della storia della Andalusia. Il lotto si pone come porta della città stagli-andosi sul fondale delle montagne in continuità con la Caja.Il basamento cela altri due piani ipogei e viene svuotato dai volumi di corte centrale ellittica e hall di ingresso.I tre livelli ospitano la sala espositiva e locali di servizio, sull’ultima fascia un audito-rium a tripla altezza. Il fronte rivolto al fiume è l’ingresso principale, qui la porta si apre sul grande volume bianco che si alza per 6 livelli. Cuore del progetto la corte interna. Questa è un’ellisse come quella della corte circolare del palazzo di Carlo V all’Alhambra.Anche l’altezza coincide, costruendo uno spazio capace di essere visto nella sua interezza catturando l’osservatore. E’ il congeniale contenitore di una doppia rampa che distribuisce i livelli. Il corpo per gli uffici si staglia sul basamento stereotomico. L’ultimo livello è bucato dal ristorante con visione pano-ramica. Il fronte opposto diventa schermo.L’architettura diventa porta di una città moderna che non può fare a meno dell’infrastruttura.

Bibliografia:

- Casabella n°785, 2010;

-The Architectural Review n°1350,2009;

www.campobaeza.com

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JEAN NOUVEL_ FONDATION CARTIERParigi, 1994

All. arch.: Simona GiulianiATLANTE DEI SUOLI 22

uffici

spazio per ufficio

ascensorispazio dei parcheggi

spazio espositivo

sala conferenzesala conferenzeascensoriscale di emergenza

ascensori per i vari spazi lavorativiscale di emergenza

servizi

receptionascensori

ascensori

spazio espositivoscale di emergenzaservizi

spazio espositivo

area privataarea comunearea di comunicazionepercorsi e circolazioni

PIANTA TIPOPIANI UFFICIO

MEZZANINO

PIANO TERRA

SEMINTERRATO

BELVEDERE

PLANIMETRIA GENERALE

Jean NouvelFondation CartierParigi, 1994

La Fondation Cartier pour l'art contemporain è stata creata nel 1984 da Alain-Do-minique Perrin. Precedente-mente situata a Jouy-en-Jo-sas, dal 1994 è ospitata nell'edificio sito in boulevard Raspail. L'opera architettoni-ca si caratterizza per essere basata sulle idee di traspa-renza, dissolvenza e smate-rializzazione. Il lotto aveva anche uno storico albero, detto albero della vita pianta-to da Chateaubriand più di 200 anni prima. Jean Nouvel propone una semplice scato-la in vetro a nove piani con lunghezza doppia della pro-fondità, che si relaziona col boulevard attraverso una grande parete vetrata che in-quadra il vecchio albero di cedri che segna l'ingresso dell'edificio. Disposta lungo la strada, permette una per-cezione obliqua della sua in-terezza, tanto che sembra quasi che al di là dell'immen-sa parete vetrata non ci siano volumi costruiti ma solo riflessi o immagini di una natura fatta di verde e cielo. Ospita uffici privati, una sala esposizione con un bo-okshop, un giardino interno ed un garage meccanizzato sotterraneo. Concepita in funzione della luce, traspa-renza e riflessione fanno della Fondation Cartier una cassa di risonanza delle con-dizioni atmosferiche, che con la loro mutevolezza ne esal-tano le caratteristiche del materiale. Gli alberi hanno presenza ambigua poiché non è chiaro se sono dentro o fuori; sono leggeri dietro una recinzione trasparente e incorporati nella struttura at-traverso le finestre scorrevoli dello spazio espositivo che può essere rimosso in estate, svestendo la struttura per rivelare le colonne.

Bibliografia

- El Croquis, n. 65-66, Madrid, Edito-rial El Croquis, 1994, 234 p.- Lotus, Jean Nouvel, 46-63 p.

Page 23: Atlante dei suoli parte1

Toyo ItoTower of windsYokohama, 1986

La Torre dei Venti è un progetto indicativo dell'approccio di Toyo Ito verso l’architettura, in parti-colare esprime il ruolo della tecnologia, fondamentale nel futuro dell'architettura . Il progetto abbraccia non solo la tecnologia ma coinvolge la città dialogando con essa e stabilisce anche un rap-porto simbolico diretto tra la natura e l'installazione. Di giorno la torre , rivestita in pannelli di alluminio perfora-ti , riflette la città attraverso le superfici riflettenti che co-prono l' anima in acciaio. La torre alta 21 metri, situata al centro di una rotatoria vi-cino la stazione centrale di Yokohama, è il nuovo guscio di una vecchia torre per im-pianti. Una serie di pannelli specchianti ne costituisce lo strato profondo, a contatto diretto con la vecchia costru-zione, racchiusa in un cilin-dro a sezione ovale formato da pannelli di alluminio per-forato che permettono ai sis-temi di illuminazione posti nell’intercapedine di pro-durre una sorta di effetto ca-leidoscopico. Di notte, lam-padine e anelli di luce al neon disposti verticalmente offrono un gioco luminoso di luci riflesse. Trenta riflettori regolati da computer creano effetti di luce dentro la torre che variano secondo l’ora del giorno. Altri elementi che regolano l’intensità dei riflet-tori sono il numero di decibel prodotti dal traffico circos-tante e dalla forza del vento: la torre cangiante produce una sorta di musica ambien-tale.Bibliografia:

- Maffei, Andrea, Toyo Ito. Le opere, i progetti, gli scritti, Milano, Electa, 2003

SEZIONE TUNNEL BEIRAMAR

PROFILO EDIFICIO - INGRESSO

GIARDINI DI ELDUAYEN

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ATLANTE DEI SUOLI

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GUILLERMMO VAZQUEZ CONSUEGRA_LUNGOMARE DI VIGOVigo, Portogallo, 1994-2000

All. arch.: Marcello Pavone ATLANTE DEI SUOLI 23

G.V. Consuegra Lungomare di VigoVigo, Portogallo,1994-2000

L’ intervento proposto da Guil-lermo Vazquez Consuegra per la città di Vigo affronta il tema del percorso e il rappor-to fra centro cittadino e mare. L'interramento della viabilità principale (per un tratto di circa due chilometri), e la rea-lizzazione di parcheggi sotter-ranei, ha consentito la crea-zione di un sistema di percor-si pedonali capaci, anche at-traverso la realizzazione di servizi, di garantire le giuste connessioni tra il porto e il nuovo sistema urbano, per-mettendo dunque un attento studio del suolo-basamento, in cui la ridefinizione architet-tonica opera come una sorta di spartito sul quale le singole architetture sono disposte in armonia come note musicali. La fontana circolare, il casello di controllo e d'ingresso al porto, gli accessi al tunnel di Beiramar, gli arredi dei giardi-ni di Elduayen sono tutti ele-menti puntuali che ripropon-gono attraverso una scena urbana fatta di sequenze, il percoso come soggetto: la promenade. Al fine di atte-nuare l’impatto del traffico è stata prevista una gradinata a zig-zag che concludendosi tra gli alberi forma una terrazza elevata in cui è situata una caffetteria. Nel punto in cui il mare incontra i giardini, una lunga rampa, sale raggiun-gendo la quota della piazza panoramica. Sopra la darse-na della Laxe e nell’ area del porto troviamo, di contrap-punto, una gradinata che en-fatizza il contatto tra mare e città. Il carattere unico dell’ in-tervento dona una compo-nente di anonimato all’area, l’architettura si “nasconde” nel progetto in un incessante dialogo tra l’intensa relazione che il luogo intesse con i suoi elementi e la volontà del co-struito di annullarsi. Bibliografia - Guillermo Vasquez Consuegra, opere e progetti, Milano, Electa, 2005, p. 225-262

Page 24: Atlante dei suoli parte1

SEZIONE B-B

SEZIONE A-A

PIANTA PIANO TERRA 1:500

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ATLANTE DEI SUOLI

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GUILLERMMO VAZQUEZ CONSUEGRA_MUSEO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA MARITTIMACartagena, Spagna, 1995-2008

All. arch.: Luca Impellizzeri ATLANTE DEI SUOLI 24

G.V. Consuegra Museo nazionale di archeologia marittimaCartagena, Spagna, 1995-2008

Il Museo Nazionale di Arche-ologia Subacquea è situato a Cartagena; il primo pro-getto risale al 1996 ma è stato inaugurato nel 2008.Il sito si trova al margine della città così il limite di-venta il principale tema pro-gettuale insieme all’idea di fessura, crepa, intese come quella porzione di spazio che si interpone tra il cos-truito urbano e il mare. In questo modo, l’autore pone in dialettico confronto due corpi: il primo è un lungo prisma lineare; il secondo è un volume dinamico, infatti cerca di riecheggiare il moto del mare ed è configurato attraverso una sequenza di piani inclinati variamente di-rezionati, in parte vetrati e trasparenti proprio come l’acqua. Lo spazio tra i due volumi è una frammentazione equiv-oca, poiché i volumi emer-genti sono protuberanze di un complesso spazio inter-rato che li unisce. La fessura diventa una piazza, poichè è uno spazio pubblico dal valore urbano che media tra il museo e la città. Bibliografia: - Guillermo Vazquez Consuegra, Electa architettura, 2005; AV monografìas n.52, 2008

Page 25: Atlante dei suoli parte1

ponte rivestito in legno

spazi verdi

anfiteatro

sala d'aspetto

ristorante

spogliatoi

caffetteria

ascensore

salone civico

ponte d'imbarco

negozi

area parcheggio

sala panoramica

check-in internazionali

uffici

check-in nazionali

piazzastazione autobus

locali tecnici

percorso lento

percorso sul tetto giardino

percorso veloce

accesso al terminal

percorso interno al terminal

sbarchi internazionali

sbarchi nazionali

accesso al parcheggio

rampe

PLANIMETRIA GENERALE DELLA PENISOLA ARTIFICIALE DEL TERMINAL

COSTRUZIONE GEOMETRICA DELLA LINEA DI UNA SCIA D’ACQUA CHE SI FORMA VICINO A UNA NAVE MENTRE E’ IN MOVIMENTO. LA SI PUO’ VEDERE RIPROPOSTA PER ANALOGIA NELLE LINEE IN PIANTA E IN SEZIONE

PIANTA

SEZIONI

SCHEMA FUNZIONI SCHEMA PERCORSI

SCIA AL PASSAGGIO DI UNA NAVE

PARTICOLARE SCIA

LINEA DELLA SCIA RIPROPOSTA NEL TERMINAL

F.O.A. Terminal di YokohamaGiappone, 1995-2002

L’International Port Terminal è un complesso destinato ai trasporti, un luogo di continuo flusso, tanto da essere collocato ad un’ estremità dell’arteria che identifica il centro e che ha all’altro estremo opposto lo stadio, divenendo così il un elemento chiave per la città. I due architetti nel progettare il terminal cercano di trasfe-rire nei loro disegni ciò che accadrà intorno a dove sarà costruita l’opera, ossia lavorano in analogia al movi-mento che fa l’acqua al passaggio di un’ imbarca-zione, e così ci si ritrova ad avere dei lineamenti fluidi, riconoscibili sia in pianta che in sezione, molto simili ad una scia che lascia una nave mentre è in navigazione. Il tutto è costruito sopra l’acqua, su un molo, un luogo fra terra e mare.Niente è nascosto, la struttura d’acciaio è anche la superfi-cie, rivestita in legno solo nei piani di calpestio. Proposero un’organizzazione nella quale l’edificio avesse molte variazioni nel percorso. Il progetto assolve tutte le esigenze di parcheggio, attracco e servizio di termi-nal portuale, ma si caratte-rizza anche come un vero e proprio parco urbano.

Bibliografia:

- The Yokohama terminalArchitectural record, n.11, New York, 2002.- Yokohama: terminal del Puerto internacionalQuaderns d’arquitectura i urban-isme, n.236, Barcellona,2003.- Punto dipartenzaDomus, n.851, Milano, 2002.- Un port médiateur L’architecture d’aujourd’hui, n.324, Parigi, 1999.- Yokohama port terminalCasabella, n.708, Milano, 2003.

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FOREIGN OFFICE ARCHITECTS_YOKOHAMA INTERNATIONAL PORT TERMINALYokohama, Giappone 1995-2002

All. arch.: Giusi Stagnitta

ANALOGIA

ATLANTE DEI SUOLI 25

Page 26: Atlante dei suoli parte1

Sezione B-B’

PIANTA PIANO TERRA PIANTA PRIMO PIANO SEZIONE C-C’

SEZIONE A-A’

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JOAO CARILLHO DA GRAÇA _PADIGLIONE DELLA CONOSCENZA DEI MARILisbona, Portogallo, 1995-1998

All. arch.: Maria Letizia ScimecaATLANTE DEI SUOLI 26

RELAZIONE CON IL SUOLO

ASSEMBLAGGIO

SCOMPOSIZIONE DELVOLUME

Joao Carrilho da GraçaPadiglione della conoscenza dei mariLisbona, 1995-1998

Costruito per l’Esposizione Mondiale di Lisbona del 1998 e posizionato vicino al molo dos Olivais, il Padiglione della Conoscenza dei Mari appare come un monolite dall’immagine chiara e nitida. La grande nave, immobiliz-zata lungo il fiume Tejo e trasformata in cemento e pietra, rimanda idealmente alla torre di Belém. Essa in-corpora l’idea della durata ed evoca il tema del viaggio, della scoperta, mentre con-duce lo spettatore attraverso il suo percorso. Il programma prevedeva funzioni esposi-tive temporanee mentre in una fase successiva,l’edificio è stato trasformato in Museo della Scienza. La matrice compositiva del Padiglione risulta dalla compenetrazi-one di un corpo verticale con uno orizzontale. Quest’ultimo è virtualmente sospeso, ren-dendo possibile la continu-ità dello spazio pubblico e dei percorsi compresi tra la strada principale e il molo. Una sottrazione di volume scava il corpo orizzontale dando vita a un patio quadra-to all’interno del quale si av-volge una rampa che prolun-ga il percorso pubblico della quota terra collegandolo con l’accesso situato al livello su-periore. La piazza individua un momento di sospensione e di silenzio, segnato dalla presenza di una vasca che evoca la presenza dell’acqua nel porto e duplica il patio per poi incontrare il cielo attra-verso lo scavo che sfonda il volume.

Bibliografia:

- Albiero, Roberta; Simone, Rita, Luis carrilho da Graça. Tutte le opere, Milano, Electa

SEZIONE B-B’

SEZIONE A-A’

Page 27: Atlante dei suoli parte1

Paulo Mendes da Rocha Praça do Patriarca e viadu-to do Chà Sao Paulo, 1992-2002

Nel progetto per la sistema-zione di Praça do Patrirca, Mendes da Rocha lavora a più scale: umana, architetto-nica-urbana e metropolitana. Sull'ingresso della galleria, viene realizzata una copertu-ra in acciaio bianco a forma di vela, che ha la funzione pratica di riparare i pedoni dalle intemperie e rappre-senta il nuovo punto focale della piazza. La struttura, ha dimensioni ridotte rispetto agli edifici che prospettano sulla piazza. Ha curvatura di-versa nei due lati corti quasi a volersi chiudere; rispetto all'edificio Unibanco crea invece uno spazio aperto, che invita a percorrere la gal-leria sottostante. La vela, studiata come se fosse l'ala di un aereo è realizzata con due lamine al cui interno corre un'orditura di nervatu-re. La struttura diventa una vera e propria nuova porta sulla città e rappresenta una sorta di pausa rispetto alla frenesia della metropoli. E' un intervento di mediazione in tutti i sensi, si oppone allo slancio verticale dei gratta-cieli attraverso una struttura morbida che si estende in orizzontale, fa da filtro tra la città vecchia e quella antica affinché il passaggio non sia netto ma graduale, e riporta uno stralcio di città ad una scala più umana quasi a ridare la piazza ai suoi abi-tanti che adesso la possono anche fruire oltre che attra-versare.

Bibliografia:

- Annette Spiro, Paulo Mendez da Rocha, Zurigo, Niggli, 2002.- Bruand Yves, A margem do racio-nalismo: a Corrente Organica e o Brutalismo Paulista, Sao Paolo, 1981.

QUALITÀ SPAZIALE

SEZIONE

ACCESSO PEDONI

ACCESSO PARCHEGGI

SCHEMA DEI SUOLI

ATLANTE DEI SUOLI

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XAVEER DE GEYTER_ILOT SAINT MAURICELille, Francia 2004

All. arch.: Francesco FerraraATLANTE DEI SUOLI 27

Xaveer de GeyterIlot Saint MauriceLille, 2004

L'intero complesso è conce-pito come un blocco di città aperta, con una rete di spazi aperti che rende la zona ac-cessibile su tutti i lati. Un ritmo ordinato di strisce par-allele costruite e non costru-ite contrasta con la tessitura irregolare degli alberi esisten-ti, rendendo le zone costruite interrotte e lo spazio aperto continuo. Quest'ultimo è costituito da una successione di giardini, piazze e percorsi. Il programma prevede un’alta densità di edifici residenziali, uffici e negozi, con un'altezza massima di nove piani, su un sito che fa parte di una cintura verde intorno alle ex mura della città. L’andamento ondulato del terreno con-figura due diversi livelli di ac-cesso, che ospitano parcheg-gi, negozi e uffici. La vastità del progetto conferisce una notevole diversità di caratteri dell’edificato, l’attacco a terra si differisce a secondo della quota del terreno, vi sono primi piani integrati al suolo, dove si affacciano gli ingressi dei parcheggi a quota zero o posti nei primi piani degli edifici, e primi piani composti da pilotis dove si aprono gli ingressi agli edifici. L’area, circondata da un anello di strade è resa accessibile da due vie carrabili che attraver-sano l’edificato seguendo l’orientamento parallelo degli edifici, mentre vicoli e corti si aprono tra le diverse strut-ture, caratterizzate da tipi di-versi di vegetazione.

Bibliografia:

- Xaveer de Geyter, El croquis n. 126, p. 44-60.

ESPLOSO ASSONOMETRICO

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PIANTA PIANO TERRA PIANTA PRIMO PIANO

RAPPORTO

COL SUOLO

STRUTTURA

ELEMENTI

ASSEMBLATI

SUOLO ARTIFICIALE

(PIAZZA-

COPERTURA)

SEZIONE CONCETTUALE _ “MATERIA E RELAZIONI”

SEZIONE A-A _ RAPPORTO DELL’EDIFICIO CON IL LUOGO

PRINCIPIO DI DEFINIZIONE FORMALE _ “L’ORIGAMI ARCHITETTONICO” Alessandro Anselmi Nuovo Municipioin via Portuense Fiumicino, Roma, 1997-2003

Il nuovo Municipio di Fiumicino è localizzato all’ingresso del centro urbano, occupa un lotto di forma trapezoidale e si affac-cia sul canale Pio-Clementino dal quale è separato dall’antica via Portuense. Lo studio della condizione contestuale di par-tenza pone in evidenza gli ele-menti fondamentali con i quali la nuova opera avrebbe dovuto mettersi in relazione: il fiume Tevere invisibile dal piano stra-dale; la via Portuense; il mare. "Bisognava quindi ricostruire una continuità, una sorta super-ficie piegata che da edificio di-viene piazza, spazio pubblico, e si fa poi percorso, argine, fondo del fiume"; e così, in una zona pianeggiante, Anselmi sceglie di configurare una sorta di collina artificiale, la quale offre, l’occasione di fruire il luogo e il paesaggio secondo prospettive inedite: la piazza si conforma prima a piano continuo legger-mente inclinato che si innalza in una gradinata a ventaglio e poi diviene facciata, per protendersi infine sopra i due volumi costru-iti. Il principio formale corrispon-de al progressivo definirsi di una sorta di origami architettonico: Anselmi ha lavorato le superfici come fogli di carta geometrica-mente piegati, creando piani e superfici che si intersecano e si increspano, determinano spazi interni ed esterni tramite movi-menti obliqui e negano i volumi tradizionali. Tutti gli ambienti funzionali si trovano al di sotto della predetta collina artificiale e molti di essi sono concepiti come un’architettura ipogea.

Bibliografia:

- A. Anselmi, Progetto per il Municipio, Comune di Fiumicino, in Casabella n. 660, ottobre 1998

- M. Argenti, Alessandro Anselmi, progetti romani, in "Area" n. 48, 2000.

- A. Anselmi, Il nuovo municipio di Fiumicino: una storia, in Casabella n. 709, marzo 2003.

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

ALESSANDRO ANSELMI_NUOVO MUNICIPIO IN VIA PORTUENSEFiumicino, Roma, 1997-2002

All. arch.: Silvia FerraraATLANTE DEI SUOLI 28

Page 29: Atlante dei suoli parte1

PRINCIPIO DI DEFINIZIONE FORMALE _ “L’ORIGAMI ARCHITETTONICO”

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

ARATA ISOZAKI_NUOVO INGRESSO AL CENTRO CULTURALE CAIXIAFORUMBarcellona, Spagna 1999-2002

All. arch.: Alessandro De SantisATLANTE DEI SUOLI 29

PLANIMETRIA GENERALE CON CONTESTO

SEZIONE LONGITUDINALE

SEZIONE TRASVERSALE

VISTA ASSONOMETRICA SEZIONE ASSONOMETRICA

COLLEGAMENTI VERTICALI

SISTEMA DELLE PERCORRENZE

Arata IsozakiNuovo ingresso al Caixa ForumBarcellona, Spagna, 1999-2002

Il nuovo ingresso al Centro Culturale CaixaForum, è un intervento semplice e lineare di circoscritte dimensioni, che si accosta in maniera sempli-ce e diretta all'ex opificio Ca-saramona, oggi trasformato in Centro Culturale. L'opera è un interessante intervento sul piano figurativo e spaziale, perchè si sviluppa su due di-verse quote: quella stradale e quella inferiore. Si tratta di un' importante variazione volta a recuperare il suo vasto spazio interrato. Tale intento porterà a riposizionare l'ac-cesso sull'Avenida Marqués de Comillas, trovandosi pa fare i conti con un prospetto laterale non adeguato alle esigenze di tipo rappresenta-tivo della nuova struttura. L'impegno dell'architetto sarà quello d'impostare la soluzio-ne progettuale dell'ingresso su due diversi registri: nel primo caso, un intervento, di tipo simbolico e funzionale, risolto costruendo un tessuto di assonanze di tipo materico e formale. Nel secondo caso, individuando gli elementi iconici atti a risignificare il fronte secondario dell'opificio attraverso la presenza della "pergola", una pensilina a forma d'albero che segnala l'ingresso del CaixaForum.

Bibliografia:

- Casabella n. 705, Milano, Ele-mond, 2002

- Laura Andreini, Arata Isozaki – Opere Architettoniche, Motta Archi-tettura, 2008

Sitografia:- Hortus, Ingresso del centro cultura-le CaixaForum a Barcellona, La Sa-pienza, Università di Roma, 2007-2014

Page 30: Atlante dei suoli parte1

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

ZAHA HADID_ PARCHEGGIO MULTIMODALE HOENHEIMM NORDStrasburgo, 1999-2001

All. arch.: Daniele Lo PrestiATLANTE DEI SUOLI 30

architettura

struttura

disegno sul suolo

campi di linee

linea tranviaria B

area parcheggio veicoli

terminal nord

arteria inter-urbana

FERMATA PER GLI AUTOBUS.UNICO PUNTO DI CONTATTO CONTINUO TRA COPERTURA E SUOLO.

UN PIANO INCLINATO DI CALCESTRUZZO SORGE DAL SUOLO PER FORMARE UNA “TENDA” CHE PROTEGGE I VIAGGIATORI DALLE INTEMPERIE E SI ESTENDE IN ORIZZONTALE LUNGO IL SITO SEGUENDO UNA FORMA A Z.

Zaha HadidParcheggio multimodale Hoenheimm NordStrasburgo, Francia,1999-2001

In questo progetto, la città ha ritenuto opportuno sviluppa-re una nuova rete tranviaria per favorire il parcheggio in aree appositamente proget-tate fuori città e tutelare il centro storico di grande valore artistico dall'inquina-mento, invogliando la gente a proseguire in tram verso il centro. Il concetto generale si basa sulla sovrapposizio-ne di campi di linee che si in-trecciano per formare un totale e costante movimento che unisca una serie di vuoti. Questi campi sono le linee guida del movimento gene-rato dai veicoli, dalla linea tranviaria, dalle biciclette e dai pedoni. La stazione ha una grande forma irregolare che vista dall'alto ricorda una sorta di sghemba lettera Z. I sostegni sono "elisi" pali ci-lindrici che creano l'illusione di sostenere una copertura leggera. Il gioco delle linee continue trattate ora come vere e proprie linee di luce sul suolo, ora come frange di luce sul tetto derivanti dall'illuminazione artificiale e naturale, conferisce al par-cheggio un carattere total-mente permeato dallo spazio. Ci si propone così di offrire una nuova "natura arti-ficiale" capace di spezzare le barriere fra ambiente natu-rale e artificiale.

Bibliografia:

- El Croquis, n 103, Madrid, Editorial El Croquis, 1994.

- Av Monografias, n 91, Madrid, 2002.

Sitografia:- www.urbipedia.comwww.zaha-hadid.com/architecture/ hoenheim-nord-terminus-and-car-park/


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