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Atti del III convegno sui rapporti economici e commerciali con il continente africano || Intervento...

Date post: 23-Jan-2017
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Intervento dell'On. Quintieri Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 14, No. 5/6, Atti del III convegno sui rapporti economici e commerciali con il continente africano (SETTEMBRE-DICEMBRE 1959), pp. 328-329 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40759350 . Accessed: 15/06/2014 20:14 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.129 on Sun, 15 Jun 2014 20:14:06 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: Atti del III convegno sui rapporti economici e commerciali con il continente africano || Intervento dell'On. Quintieri

Intervento dell'On. QuintieriSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 14, No. 5/6, Atti del III convegno sui rapporti economici e commerciali conil continente africano (SETTEMBRE-DICEMBRE 1959), pp. 328-329Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40759350 .

Accessed: 15/06/2014 20:14

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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delle materie prime occorrenti. Quale risultato della politica di sviluppo alla quale ci stiamo attualmente dedicando si può sperare che potranno presto rea- lizzarsi numerose condizioni preliminari alla possibi- lità di sviluppo delle industrie manifatturiere. E* per- ciò probabilmente nell'interesse dell'Italia inviare in Sierra Leone dei pionieri per garantire che, anche quando le nostre aspirazioni nazionali saranno realiz- zate, l'Italia avrà una parte, per quanto possibile este- sa, nella produzione industriale del Paese .

Gli italiani del tempo di Giulio Cesare furono un popolo intraprendente mai sgomentato dalle distanze, dalle difficoltà e dalla barbarie. La barbarie oggi non esiste più; il cammino della scienza ha risolto i pro- blemi delle distanze, e noi stiamo facendo in Sierra Leone tutto quel che possiamo per ridurre al minimo le difficoltà commerciali. Noi possiamo soltanto spe- rare che l'Italia, come le altre Nazioni del mondo, non lascerà nulla di intentato per cercare di espandere le sue attività industriali e commerciali in Sierra Leone.

Il commercio è un processo che si svolge almeno in due direzioni. Ho già indicato le linee secondo le quali l'Italia può accrescere la sua espansione econo- mica attraverso più intensi contatti con la Sierra Leone ma anche noi vorremmo ricavare un diretto beneficio dalle nostre relazioni con l'Italia. Attualmente, come abbiamo rilevato, noi acquistiamo merci dall'Italia per una valore di circa un milione di Lst. ogni anno, e noi vorremmo che l'Italia acquistasse in maggior quantità i nostri prodotti. Poiché questo Convegno non è una Fiera dove la Sierra Leone possa propa- gandare i suoi prodotti, non cercherò qui di vantarli come eccellenti e di convincervi del danno che è per voi trascurarli. Vi darò soltanto un breve elenco dei principali prodotti che noi esportiamo e che credo potrebbero interessare i vostri importatori. I vostri operatori potranno rivolgere quesiti circa i prezzi etc. al Ministero dell'Industria e del Commercio a Free- town. Voi potete acquistare da noi banane, noci di cocco, caffè, semi di cacao, pepe, zenzero, semi di pal- ma, minerali di ferro, rottami di ferro, piassava per la fabbricazione di cordami e di fibre, e cera d'api; a questo elenco posso aggiungere scimmie e scimpanzè per i vostri circhi e per altri scopl.

Dei suddetti prodotti l'Italia acquista soltanto mo- deste quantità di caffè (Lst. 30.461 nel 1957), di mi- nerale di ferro (Lst. 30.015 nel 1957) e di rottami di ferro (Lst. 9.895 nel 1958). Noi vorremmo invece che l'Italia fosse uno dei mostri maggiori acquirenti.

Nel concludere vorrei permettermi di osservare che l'Italia è stata a lungo famosa come una delle culle della civiltà ed anche come il Paese che più ha con- tribuito allo sviluppo dell'arte nel mondo. Se si con- sidera la genialità e la maestria: nella musica, nella pittura, nei!' arredamento ed in altre arti e capacità, l'Italia è sempre stata all'avanguardia nel mondo. Noi siamo persuasi che, anche se la vita è breve, il valore delle opere d'arte è destinato a durare a lungo. Noi siamo anche convinti che è essenziale per noi svilup- pare le capacità dei nativi come requisito preliminare per acquisire quella esperienza tecnica necessaria al nostro sviluppo industriale. Sono certo che il nostro popolo accoglierà a braccia aperte ogni assistenza che

il vostro Paese deciderà in futuro di offrirci, special- mente per lo sviluppo artistico; sono sicuro che noi trarremo beneficio da visite di moderni artisti, musi- cisti, architetti, arredatori, artigiani italiani. Noi desi- deriamo naturalmente il meglio per il nostro Paese, e noi possiamo scegliere il meglio solo attraverso occa- sioni di contatti con artisti, tecnici e disegnatori di nu- merosi altri Paesi.

Posso indicare ancora una strada di contatti com- merciali : gli italiani hanno sviluppato quasi alla per- fezione l'arte culinaria; a causa della posizione del nostro territorio noi accogliamo visitatori da differenti Paesi, visitatori che sono abituati ad un ragionevole livello di « comfort » ed hanno gusto per il buon cibo; noi desideriamo costruire buoni alberghi ed impian- tare moderni ristoranti capaci di soddisfare i vari gu- sti dei visitatori. L'Italia non può ben essere interes- sata a tutto ciò?

Siete già stati informati degli sforzi che il nostro Governo sta facendo per incoraggiare le industrie pioniere. Gli industriali e commercianti non devono però riporre tutte le loro speranze solo nei Governi. Il Governo può assicurare ed assicura l'incoraggia- mento ufficiale ma, in ultima analisi, è più importante l'atteggiamento psicologico della popolazione. Non ho potere per parlare a nome di tutti i Sierralionesi, ma posso assicurarvi che difficilmente vi sarà in Sierra Leone qualcuno che non accolga favorevolmente uno straniero, specialmente quando quello straniero è giunto per commerciare con onestà, per lavorare con impegno, per promuovere comunque in qualche mo- do lo sviluppo economico del nostro Paese. L'ama- rezza dei conflitti razziali non ha preso piede sui no- stri lidi. Noi siamo, credo, l'unico Paese in quella che i francesi chiamano « l'Africa nera » che abbia volon- tariamente e spontaneamente eletto un bianco - un mercante molto rispettato - a sindaco della propria città. Molti libanesi ed arabi si sono sistemati fra di noi ed alcuni dei loro figli si contano adesso fra i nostri legislatori, i nostri funzionari ed i nostri ono- rati cittadini.

Ho fiducia che i missionari italiani che operano in mezzo a noi e che hanno conosciuto anche altri Paesi, potranno assicurarvi del rispetto, dell'armonia e del senso di sicurezza, di pace e di soddisfazione che pervadono l'atmosfera della Sierra Leone. Questa situazione continuerà sempre, ed io posso ancora as- sicurarvi che il denaro che pensate di investire in Sierra Leone sarà assolutamente al sicuro come se lo aveste posto nelle casseforti della Banca d'Inghilterra o del Banco di Roma.

PRESIDENTE (On. Foderare) - Devo ringraziare Mr. Pratt per questa esauriente relazione - esauriente e uti- le - che, e lo ripeterò nelle conclusioni del Convegno, ci ha preparati a visitare nelle migliori disposizioni d'animo e con delle idee abbastanza precise la Sierra Leone, che è compresa, come sapete, nell'itinerario della nostra Missione. Vedo che Fon. Quintieri desidera rivolgere una domanda al nostro Mr. Pratt.

Intervento delPOn. Quintieri

Ringrazio anch'io il sig. Pratt della sua interes- sante relazione, che ha acuito in me il desiderio di

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visitare la Sierra Leone. Ma vorrei dire che discordo totalmente da lui sulla questione delle materie prime.

PRESIDENTE (On. Foderaio)- L'ing. Ventura deside- ra porre due quesiti al Ministro della Sierra Leone.

Quesiti del dott. Ventura al Ministro Kamara

Desidero chiedere al Ministro dell'Industria e Commercio della Sierra Leone due cose: 1) quali so- no i programmi relativi alla creazione di industrie (impianti industriali, impianti elettrici, cementifici, zuc- cherifici, cotonifici ecc.) che lascino prevedere l'impor- tazione di 'beni strumentali; 2) quali sono i mezzi fi- nanziari disponibili ed ai quali si intende ricorrere per la realizzazione degli anzidetti programmi.

Risposta del Ministro Kamara Per quanto si riferisce alla domanda che mi è

stata posta circa l'importazione di beni strumentali in Sierra Leone per la creazione di industrie nel quadro del programma nazionale di sviluppo economico, dirò anzitutto che c'è un problema di dogana. In altre parole, occorre distinguere i beni strumentali e i ma- teriali che rientrano in una voce doganale libera e quelli che rientrano invece in una voce doganale ri- dotta. Ma trattandosi di beni strumentali che dovreb-

bero essere importati per l'impianto di industrie pio- niere, dobbiamo ritenere che la legge di cui si attende l'approvazione assicurerà a questi beni strumentali, ed anche alle materie prime necessarie, una totale esenzione fiscale. Ma fin d'ora invitiamo le aziende straniere a portare in Sierra Leone i beni strumentali occorrenti, perché le tariffe doganali non sono, nean- che oggi, elevate e tali da scoraggiare le aziende dal venire nel nostro Paese ad investire i loro capitali e dal portarvi beni strumentali.

Precisazione delPavv. Pratt Vorrei aggiungere che la fornitura di macchinari

è possibile con pagamenti dilazionati garantiti dalla Barklays Bank.

PRESIDENTE (On. Foderaro) - Ringrazio il Ministro Kamara e il dott. Pratt per le cortesi precisazioni. Ed ora pongo una domanda a tutti gli intervenuti. Ci sono ancora sei oratori di Paesi africani che devono parlare. E' ovvio che non possiamo neppure per un istante turbare il naturale sviluppo dei nostri lavori, sopratutto ora che il nostro interesse si sta acuendo. Penso invece che dovremo spostare Fora di chiusura del Congresso fino alle 14. Siete d'accordo? (Tutti sono d ac- cordo). Prego allora il prof. Spagnoletti, che ringrazio ancora una volta per essere stato laminatore e l'organizzatore dei servizi logistici del Convegno, di prender nota che, se voglia- mo effettuare la gita offerta dall'Ente Provinciale per il Tu- rismo, non potremo partire prima delle 14, magari a costo di cambiare l'itinerario. Grazie. Ed ora la parola è al signor Asaboro.

Suggerimenti per la collaborazione italiana in Nigeria JOSEPH ASABORO

Signor Presidente, Signore e Signori, Sono un uomo di affari, un privato cittadino che

non fa parte della Delegazione ufficiale, ma che si interessa di questioni economiche e che è stato lieto di accettare l'invito di recarsi a Bari per queste due giornate. Però, fino a due ore prima della partenza da Lagos, non mi era stata confermata la stanza d'al- bergo, cosicché mi ero ormai rassegnato a non ve- nire, e quindi non avevo preparato alcuna relazione.

So bene quale parte hanno avuto e hanno tuttora in Nigeria gli italiani. I due Paesi si sono scambiati delle Missioni economiche. Il popolo della Nigeria considera la presenza degli italiani come benemerita: gran parte dell'attività edilizia è affidata a loro. Que- sto per chiarire subito con quale animo guardiamo all'Italia.

Orbene, pur non essendo un governativo, ma un uomo d'affari privato non posso parlare senza riferir- mi alla situazione governativa del nostro Paese, che, come sapete, è diviso in tre parti: nord, est e sud. Io appartengo alla regione est. Ognuna di queste tre regioni ha il suo Governo regionale, che si occupa delle questioni locali. A Lagos risiede un Console italiano, ed egli potrà confermarvi ciò che, per la mia esperienza di uomo d'affari credo di potervi dire, e

cioè il mio paese offre grandi opportunità per gli operatori economici italiani. Pur % non avendo por- tato con me elementi statistici, che non ho avuto il tempo di preparare, so per mia esperienza privata che compriamo moltissimo da voi: tutte le attrezzature per la costruzione delle strade arrivano nel mio paese dall'Italia. Anche su questo la vostra rappresentanza consolare a Lagos potrà darvi ogni informazione utile.

Il nostro Paese è molto popolato e rappresenta quindi un mercato abbastanza grande per i vostri uomini d'affari. E', inoltre, un paese che ha bisogno di^ sviluppare le sue attività commerciali. Conoscendo gl'imprenditori italiani, il loro carattere, il loro spi- rito di intraprendenza, so che possono lavorare bene da noi, anche pefcchè trovano delle convenienti facili- tazioni governative, delle quali già in passato molti si sono valsi. Molte industrie classificabili come pio- niere hanno la possibilità di installarsi nel nostro Pae- se in pieno regime di libertà ed in esenzione fiscale di una certa durata. A questo proposito non dovete temere né inconvenienti né sorprese. Aggiungo che i nostri contatti con gli italiani sul piano umano si sono svolti sempre nel migliore dei modi. Perciò non dovete avere alcun timore di investire nel nostro Pae- se, tanto più che lo avete già fatto in passato. L'Italia

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