Date post: | 21-Nov-2014 |
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UNIVERSITA’ degli studi di TORINOUNIVERSITA’ degli studi di TORINOFacoltà di psicologiaFacoltà di psicologia
Corso di laurea magistrale inCorso di laurea magistrale in
Psicologia dello sviluppo e dell’educazionePsicologia dello sviluppo e dell’educazione
Corso diNeuropsicologia dello
sviluppoAnno Accademico: 2007/08
Dott.ssa S. Stefanini
Realizzato da :
Gloria FallicaPaola
Meirana
L’Autismo
“Autismo”, termine coniato da Eugene Bleuler per
descrivere la chiusura in se stessi dei pazienti
schizofrenici.
Leo Kanner (1943) ipotizzava l’esistenza di autismo infantile inteso come sindrome distinta dalle altrecondizione psichiatriche.
Descrisse 11 casi il cui denominatore comune era l’incapacità di mettersi in rapporto con le persone e con le situazioni sin dalla nascita.
Eziopatogenesi: fattori ambientali
LE PRIME SCOPERTE E LA DIAGNOSI
Kanner, caratteristiche distintive del disturboautistico:
1. Incapacità di relazione sociale;
2. Abilità linguistica sviluppata in ritardo e senza funzioni comunicative;
3. Ripetitività monotona;
4. Potenzialità cognitive;
5. Panico per alcuni rumori e per gli oggetti in movimento;
6. Disturbo dell'alimentazione;
7. Disturbi nella coordinazione motoria.
Asperger (1944) studiò un disturbo molto simile all'autismo a cui ora è legato
il suo nome , egli osservò le stesse difficoltà comunicative e sociali
riscontrabili nell'autismo ma in esso non vi era ritardo mentale o linguistico.
Distinguere un autismo con ritardo linguistico da uno senza ritardo nel linguaggio (ad alto funzionamento);
Distinguere la sindrome di Asperger dall’autismo sia a quantitativamente che qualitativamente.
Lorna Wing, Disturbi dello spettro autistico (DSA)
La differenza tra le persone affette da autismo e disturbi simili e persone con ST è
di tipo quantitativo (continuum)
Attualmente alla base dell’autismo vi sono
fattori organici che determinerebbero un difetto precoce dello
sviluppo a livello biologico.
Esso compare prima dei tre anni e permane in età adulta
Nell’interazione sociale
Nella comunicazione
Nel repertorio di interessi
L’autismo è un disturbo dello sviluppo che si manifesta in
marcate e persistenti difficoltà:
La diagnosi di autismo dovrebbe essere formulata seguendo i criteri internazionali
stabiliti dall’ ICD-10 o dal DSM IV.
Gli strumenti che il clinico ha a disposizione sono la conoscenza dei criteri, la sua esperienza nel campo infantile, l'osservazione diretta, le informazioni ottenute dai genitori e da chi si prende cura del bambino.
Il DSM IV prevede che le anomalie comportamentali siano comparse nei primi tre anni di vita anche se poi nella maggioranza dei casi le diagnosi vengono fatte successivamente.
Il DSM IV prevede siano osservati almeno due dei seguenti sintomi:
Anomalie nei comportamenti non verbali che regolano l’interazione sociale;
Mancato sviluppo di appropriate relazioni con i coetanei;
Mancanza di tentativi di condivisione di esperienze , piaceri e interessi;
Mancanza di reciprocità sociale ed emotiva.
Interazione sociale
Comportamenti non verbali: uso scarso o anomalo dello sguardo e violazione delle regole pragmatiche sulla distanza prossemica.
Condivisione di esperienze e interessi: scarsa attenzione alle persone presenti in una stanza e, se consapevoli della loro presenza, manifestano verso di loro meno interesse rispetto ad oggetti inerti.
Relazioni con i coetanei : assenza di amicizie e isolamento sociale, ricercato attivamente dal bambino o come conseguenza ai suoi inefficaci tentativi di inserimento nel gruppo dei coetanei.
Reciprocità sociale ed emotiva : non offre conforto e tende a non ricercare le consolazioni della mamma nei momenti di difficoltà (capacità di sostegno emotivo si manifesta nello ST già a 2 anni a fondamento del senso morale).
Il DSM IV prevede sia osservato almeno uno dei seguenti sintomi:
Ritardo o mancanza totale del linguaggio espressivo;
Difficoltà nell’iniziare o continuare una conversazione;
Uso ripetitivo o anomalo del linguaggio;
Mancanza di giochi di finzione e di imitazione tipici del livello evolutivo.
Comunicazione
Ritardo nello sviluppo del linguaggio: il 70 % dei bambini autistici ha un ritardo nello sviluppo del linguaggio che riguarda in modo non omogeneo i vari aspetti del linguaggio: sono più colpite le componenti pragmatiche e conversazionali. Non manifestano tentativi di sostituire il codice linguistico con altri sistemi (tipico invece dei bambini sordi).
Iniziare o continuare una conversazione: non iniziano mai una conversazione se non vengono stimolati e una volta avviata la conversazione essa si arresta velocemente a causa di risposte monosillabiche. Non contribuisce in modo creativo allo scambio con espansioni dell’argomento.
Uso stereotipato e ripetitivo del linguaggio: ripetizione letterale di frasi sentite pronunciare da altri, ecolalie (in alcuni casi l’ecolalia può assolvere ad una funzione comunicativa). Uso di parole non convenzionali, inventate dal bambino.
Imitazione e gioco di finzione: mancato sviluppo delle capacità imitative e del gioco di finzione.
Il DSM IV prevede sia osservato almeno uno dei seguenti sintomi:
Interessi stereotipati e molto ristretti;
Aderenza inflessibile a routine o rituali disfunzionali;
Manierismi motori e movimenti stereotipati;
Interesse intenso e persistente per le parti di oggetti.
Interessi e attività ludiche
Anomalie negli interessi stereotipati: risultano interessati ad argomenti insoliti, caratteristica che avvicina l’autismo ad altri disturbi mentali come il disturbo ossessivo- compulsivo.
Baron-Cohen Studio sulle differenze fra cervello femminile e cervello maschile:
donne mediamente superiori agli uomini nella capacità empatica;
uomini mediamente superiori nelle capacità di individuare le regole che governano sistemi astratti, meccanici e biologici (sistematizzare).
Bambini autistici caratterizzati da alcuni aspetti del cervello maschile presenti a livelli più elevati di
quelli osservati in soggetti con ST.
Aderenza inflessibile a routine o rituali: reagisce con grave ansia ad imprevisti cambiamenti nell’ambiente, nel luogo e nell’ordine con cui si svolgono le attività.Prova piacere nel ripetere semplici azioni o percorsi familiari (prevedibilità, controllo).
Manierismi motori e movimenti stereotipati: movimenti e semplici azioni ripetute la cui funzione è spesso oscura (sfarfallamento delle mani e contrazione muscoli facciali)
Interesse intenso e persistente per le parti di oggetti: attenzione focalizzata sui dettagli e su parti di oggetti piuttosto che alla configurazione complessiva.
Nella fase di screening si può usare la CHAT (check list for autism in toddlers) una guida all'osservazione
del bambino e alla sua valutazione:
es: “Il bambino si diverte a giocare al gioco del cucù?”“Lo avete mai visto giocare a far finta?”
L’assenza all’età di 18 mesi di alcuni comportamenti quali l’attenzione condivisa, la dichiarazione protodichiarativa e il gioco simbolico ha un alto valore diagnostico.La valutazione diagnostica non può fondarsi solo su questi indicatori.
La diagnosi si avvale prevalentemente:
Delle informazioni fornite dai genitori → ADI (Autistic diagnostic interview) intervista semistrutturata creata per facilitare la diagnosi;
Dall’osservazione del bambino → ADOS (Autistic Diagnostic Observation Schedule).
L’autismo è in aumento?
Incidenza di bambini sotto i 5 anni è 8 per 10.000 (1 bambino ogni 1000)Più frequente nei maschi che nelle femmine con una proporzione de 4:1, nei pazienti senza ritardo mentale 5:1, nelle persone con sindrome di Asperger 9:1.
Sbilanciamento coerente con le spiegazioni eziologiche che risaltano i fattori biologici, genetici e intrauterini
LE CAUSE DELL’AUTISMO
Per molto tempo si è ritenuto che il disturbo autistico fosse una psicopatologia, cioè un disturbo della mente, conseguente a problemi relazionali dei
genitori nei confronti dei loro bambini (es: madri anaffettive).
Ciò era dovuto al fatto che non esistevano prove dirette di anormalità cerebrali, nonostante alcuni “segni” potessero già far pensare ad una causa organica, come l’epilessia, il ritardo mentale e la
scarsa coordinazione motoria.Tale convinzione era una conseguenza della mancanza di strumenti che permettessero di
analizzare le strutture cerebrali.
Tomografia ad Emissione di Positroni (PET)
Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)
Risonanza Magnetica (MRI)Risonanza Magnetica funzionale (RMf)
Per rilevare possibili anomalie nelle strutture cerebrali oggi si fa ricorso prevalentemente alle tecniche di neuroimmagine:
Anomalie strutturali: grandezza o densità di una strutturaAnomalie funzionali: quali aree sono coinvolte in una certa funzione
Un altro strumento utile è il microscopio, utilizzato anche in passato nelle analisi
autoptiche. Esso permette di scoprire se sono presenti anomalie nella formazione dei neuroni e
nel funzionamento delle sinapsi
Associazione positiva
AUTISMODIMENSIONI
DEL CERVELLO
Le persone con autismo tendono ad avere un cervello leggermente più grande. Questa caratteristica non è evidente alla nascita ma intorno ai 3-4 anni e tende a diminuire durante l’adolescenza.
Perché?
Insufficiente processo selettivo di pruning (eliminazione dei collegamenti inutili o dannosi)
Scarsa regolazione del
normale processo di
"morte neurale" (perdita
programmata di neuroni).
Elevata presenza di dendriti e
sinapsi
Utilizzando le tecniche di neuroimmagine sono state evidenziate, nelle persone autistiche, irregolarità nel
volume di molte aree cerebrali, nella densità delle cellule cerebrali e nelle loro organizzazione.
La Corteccia cerebrale
Anomalie nei lobi frontali Deficit cognitivi
Resistenza al
cambiamento
Problemi nelle abilità
sociali
Difficoltà nella
conversazione
LOBO FRONTALE
Anomalie nei lobi temporali (scarso afflusso sanguigno)
Tendenza a focalizzarsi sui particolari degli oggetti
Anomalie nel solco temporale superiore ( importante per la formazione delle rappresentazioni mentali relative alle intenzioni e per la comprensione delle azioni)
Difficoltà sociali, cognitive e comunicative
Scarsa attivazione del giro fusiforme, importante per l’elaborazione dei volti e per le inferenze sugli stati mentali
Le “colonne” di cellule neurali dei lobi frontali e temporali sono molto sottili, determinando interferenze
dei segnali sui circuiti limitrofi.
L’AmigdalaScarsamente attivata
Difficoltà nell’attribuire stati
mentali
Difficoltà nel riconoscere le
emozioniIl Cervelletto
Dimensioni leggermente superiori rispetto al resto della popolazione ma inadeguato funzionamento
Scarso coordinamento motorio
Deambulazione goffa
Difficoltà a regolare l’attenzione
Difficoltà a integrare
informazioniCERVELLETTO
AMIGDALA
I Neurotrasmettitori
Sostanze chimiche che regolano la trasmissione degli impulsi nervosi tra
neuroniDOPAMINA: eccessiva produzione e scarso assorbimento
Stereotipie motorie
Interessi ristretti
Attenzione per i dettagli
Fissazione su certe informazioni
Difficoltà di comprensione sociale e
psicologicaSEROTONINA: presente a livelli molto alti, ma il suo legame con i sintomi non è ancora chiaro
Da molti studi è emerso che diversi fattori contribuiscono a determinare l’insorgere
dell’autismo (genetici, prenatali, perinatali), ma non è ancora chiaro il loro grado di influenza
Studi su fratelli gemelli.
E’ stato scoperto che alcune caratteristiche psicologiche dei bambini autistici si trovano anche, in forma lieve, nel comportamento e nelle funzioni cognitive dei loro padri (propensione al ragionamento su problemi fisico-meccanici piuttosto che su quelli psicologici; elaborazione dei dettagli piuttosto che degli aspetti globali; isolamento, rigidità, mancanza di amicizie strette).
Coinvolgimento dei cromosomi 2, 7, 15, 16 e del cromosoma sessuale X.
FATTORI GENETICI
Presenza di farmaci nell’ambienteintrauterino (Talidomide negli anni ‘60)
Rosolia Stress della madre
Alterazione nelle quantità di dopamina in alcune strutture del
cervello
Ordine di nascita: la percentuale di bambini autistici è maggiore tra i primogeniti
Parto con il forcipe o complicazioni alla nascita
Altre ipotesi: encefalite dovuta ad infezioni virali (es: citomegalovirus); deprivazione fisica e sensoriale; vaccinazione trivalente , ma non vi sono prove
dirette della loro validità.
FATTORI PRENATALI
FATTORI PERINATALI
Bibliografia
Luca Surian, L’autismo, Il Mulino, 2005 Uta Frith, L’autismo, spiegazione di un enigma, Laterza, 2005 Maria Bruna Fagiani, Lineamenti di psicopatologia dell’età evolutiva, Carocci, 2002 American Psychiatric Association, DSM-IV-TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali – Text Revision), Masson, 2002