Autore: Masoni Consulting S.r.l. – Copyright Gennaio 2014 Formazione sul Decreto legislativo 231 del 2001 … Corso introduttivo
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Autore: Masoni Consulting S.r.l. Copyright Gennaio 2014
Formazione sul Decreto legislativo 231 del 2001 Corso
introduttivo
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Perch sono qui? Per svolgere un corso base sul Decreto
legislativo 231 del 2001, questo essenziale per linserimento in
azienda e prevede un questionario di verifica dellapprendimento.
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Come funziona il corso 1.Il corso completamente on-line ed
riservato esclusivamente al personale ATI SERVIZI che ha ricevuto
specifica comunicazione con le credenziali di accesso. 2. Le slide
devono essere lette e laudio ascoltato, il corso dura circa due
ore, previsto un test di verifica apprendimento con domande vero e
falso che pu essere ripetuto pi volte fino al superamento. 3.Per
ogni informazione contatta lufficio del personale. 2
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Prime istruzioni generali 1.Lattivit verr registrata
esclusivamente sulla piattaforma on-line in conformit a tutte le
regole in materia di privacy, devono essere rispettati i tempi ed
il corso deve essere completato nei tempi previsti. 2.Il corso
completamente in lingua italiana e comprende delle parti audio, per
la fruizione sufficiente un collegamento internet con velocit dati
media ed un programma di accesso ad internet (browser), se
richiesto. 3.Vi ricordiamo che il corso di formazione a distanza
assolutamente personale per questo deve essere svolto dal soggetto
individuato nel caso questo presenti una validit legale, di
attestazione della competenza o requisito contrattuale o del
rapporto di lavoro. Eventuali comportamenti non corretti possono
essere sanzionati secondo le disposizioni vigenti. 4.Il presente
documento propriet esclusiva degli autori, non pu essere riprodotto
in nessuna forma senza espresso consenso. Documento per uso interno
e riservato. 3
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Facciamo un percorso insieme Il corso prevede due parti 1.I
concetti generali e gli aspetti essenziali del Decreto a.Modello e
codice etico b.Organismo di vigilanza c.Sistema disciplinare e
segnalazioni 2.Cosa ha fatto ATI SERVIZI per essere conforme 4
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Obiettivi formativi Capire come il Decreto legislativo 231 del
2001 funziona ed influenza lattivit delle aziende e dei lavoratori!
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Il decreto aspetti base Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n.
231 ha introdotto la Disciplina della responsabilit amministrativa
delle persone giuridiche, delle societ e delle associazioni anche
prive di personalit giuridica, derivante dalla commissione di
specifici reati commessi nellinteresse o a vantaggio dellente da
determinate persone fisiche indipendentemente dalla loro posizione
nellazienda (vertice, lavoratori o collaboratori). In base al
principio costituzionale per il quale la responsabilit penale
ascrivibile solo ad una persona fisica, la nuova disciplina ha
introdotto una figura di responsabilit non penale (di qui si
giustifica laggettivazione di responsabilit amministrativa discussa
in sede penale) delle societ o degli enti che si avvalgono del
reato come strumento per affermare la loro posizione sul mercato
(interessi o vantaggi). Si tratta di una figura di responsabilit
autonoma dellente che si aggiunge alla responsabilit penale della
persona fisica autrice del reato e permette di colpire direttamente
la societ o gli enti che abbiano avuto un interesse o tratto un
vantaggio. 6
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I reati In base al principio di legalit (articolo 2 del
Decreto) lente non pu essere ritenuto responsabile per un fatto
costituente reato se la sua responsabilit amministrativa in
relazione a quel reato e le relative sanzioni non sono
espressamente previste da una legge entrata in vigore prima della
commissione del fatto. Da questo principio discende che la
responsabilit non connessa alla semplice commissione di un reato
previsto come tale dallordinamento penale, ma solo per determinati
reati (definiti reati presupposto) che il legislatore ha introdotto
con il Decreto, ma che ha successivamente ampliato con ulteriori
fattispecie di responsabilit e che continuamente aggiorna e
corregge sia su indicazione dellUnione Europea sia per esigenze
nazionali. Su questa base i reati-presupposto possono essere
schematizzati per aree, questa classificazione essenziale al fine
di creare una relazione fra un approccio giuridico ed una fattiva
applicazione aziendale. La classificazione per aree permette di
individuare i processi e le attivit dellorganizzazione che possono
essere coinvolti e definire quindi procedure e controlli. 7
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Elenco dei reati presupposto per aree Reati commessi nei
rapporti con la pubblica amministrazione Reati societari e di abuso
dei mercati Reati con finalit di terrorismo o di eversione
dellordine democratico Reati contro la personalit individuale Reati
collegati alla sicurezza sul lavoro Reati di ricettazione,
riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilit di provenienza
illecita Reati informatici Reati riguardanti i delitti di
criminalit organizzata (reati transazionali e dichiarazioni
mendaci) Reati riguardanti i delitti contro lindustria e il
commercio Reati in materia di violazione del diritto di autore
Reati ambientali Cittadini privi di permesso di soggiorno 8
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Appartenenza allorganizzazione Fermo restando che per il
diritto italiano la responsabilit penale configurabile solo con
riferimento ad una persona fisica, per fondare la responsabilit da
reato delle societ o degli enti ai sensi del Decreto occorre che il
reato-presupposto sia commesso da una persona fisica che appartenga
allorganizzazione di impresa della societ o dellente. Questo
presupposto fissato dallarticolo 5 del Decreto quando si prevede
che lente responsabile per i reati commessi da due categorie di
persone fisiche: - da persone che rivestono funzioni di
rappresentanza, di amministrazione o di direzione dellente o di una
sua unit organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale
nonch da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il
controllo dello stesso (soggetto in posizione apicale); - da
persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei
soggetti in posizione apicale (cosiddetti soggetti sottoposti).
Questa distinzione essenziale quando si parler dellesenzione di
responsabilit che il legislatore ha definito in modo diverso se
apicale o non apicale. 9
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Il presupposto dellinteresse Altro presupposto oggettivo della
responsabilit da reato delle societ e degli enti che il reato sia
commesso nel suo interesse o a suo vantaggio (articolo 5). Questo
principio rafforzato dalla previsione per la quale la societ non
risponde se le persone indicate hanno agito nellinteresse esclusivo
proprio o di terzi (sempre articolo 5). Questo comporta che se
lautore del reato ha agito perseguendo tanto linteresse proprio,
quanto quello dellente, questultimo passibile di sanzione. Nel caso
in cui, invece, sia prevalente linteresse della persona fisica
autrice del reato rispetto a quello dellente al quale appartiene,
lordinamento prevede unattenuazione della sanzione (pecuniaria o
interdittiva) qualora lente non abbia tratto vantaggio o abbia
tratto vantaggio minimo dalla commissione del reato. 10
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A chi si applica: in estrema sintesi Societ di capitali e di
persone Associazioni anche prive di personalit giuridica Enti
pubblici economici Ne sono esclusi, per espressa previsione
normativa: - lo Stato - gli enti pubblici territoriali - gli enti
pubblici non economici - gli enti che svolgono funzioni di rilievo
costituzionale: sindacati e partiti politici. un obbligo : no, un
opportunit! (spesso richiesta) Infatti la legge non prevede che le
aziende le applichino, ma permette di ridurre i rischi di condanna
in caso di reati presupposto. Diventa essenziale in alcuni settori
come le aziende quotate o laccreditamento regionale per esempio in
materia di formazione finanziata. In alcune aree per essere
qualificati come fornitori del settore pubblico o per grandi
committenti privati. 11
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Le sanzioni Il Decreto pone a carico della societ nel cui
interesse o a cui vantaggio sia stato commesso un reato-presupposto
sanzioni che possono essere classificate nel seguente modo: -
sanzioni pecuniarie fino ad un massimo di Euro 1.549.370 (e
sequestro preventivo in sede cautelare); - sanzioni interdittive :
interdizione dallesercizio dellattivit; sospensione o revoca delle
autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione
dellillecito; divieto di contrarre con la pubblica amministrazione;
esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi ed
eventuale revoca di quelli concessi; divieto di pubblicizzare beni
o servizi; - confisca del profitto che la societ ha tratto dal
reato (comunque disposta, anche per equivalente); - pubblicazione
della sentenza di condanna, che pu essere disposta in caso di
applicazione di una sanzione interdittiva. 12
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Presupposti per lesonero Il Decreto Legislativo 231 del 2001 in
estrema sintesi, dispone che lente non risponde se prova che:
lorgano dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della
commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione
idonei a prevenire i reati della specie di quelli verificatisi; il
compito di vigilare sul funzionamento, lefficacia e losservanza dei
modelli nonch di curare il loro aggiornamento stato affidato ad un
organismo interno dotato di autonomi poteri di iniziativa e
controllo; sia stata svolta adeguata formazione ed informazione ai
destinatari del modello; le persone fisiche hanno commesso il reato
eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di
gestione; non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da
parte dellorganismo di vigilanza. 13
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Le buone pratiche: ossia cosa fare Il modello di organizzazione
e di gestione, utile per lesonero da responsabilit, deve rispondere
a specifiche caratteristiche che possono essere cos esemplificate:
individuare le attivit nel cui ambito possono essere commessi i
reati (analisi del rischio per le attivit sensibili); predisporre
specifici protocolli (procedure) diretti a regolare la formazione e
lattuazione delle decisioni della societ in relazione ai reati da
prevenire; individuare modalit di gestione delle risorse
finanziarie idonee ad impedire la commissione di reati (controlli
base per tutti i processi e controlli specifici inseriti nelle
procedure); prescrivere obblighi di informazione nei confronti
dellorganismo deputato a vigilare sul funzionamento e
sullosservanza del modello organizzativo (regolamento Organismo di
Vigilanza e flussi informativi); introdurre un sistema disciplinare
idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel
modello organizzativo (sistema disciplinare). 14
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Funzioni del Modello I modelli di organizzazione e gestione,
introdotti dal legislatore italiano sulla scorta di esperienze
maturate nellambito di ordinamenti stranieri, principalmente di
stampo anglosassone (conosciuti anche come compliance programme ),
costituiscono un complesso organico di principi, disposizioni e
schemi organizzativi e connessi compiti e responsabilit, funzionale
alla realizzazione ed alla diligente gestione di un controllo e
monitoraggio delle attivit sensibili al fine della prevenzione del
rischio della commissione (anche tentata) di un reato-presupposto
previsto dal Decreto Legislativo 231 del 2001. Lindividuazione
delle attivit esposte al rischio di reato e la loro
regolamentazione in procedure accompagnate da un efficiente sistema
di controlli interni deve avere le seguenti precipue finalit:
rendere, tutti coloro che operano in nome e per conto della Societ,
consapevoli dei rischi di poter incorrere, nel caso di violazione
dei dettati del modello, in illeciti passibili di sanzioni, non
solo nei propri confronti, ma anche nei confronti della societ;
affermare che ogni condotta illecita fermamente condannata dalla
Societ in quanto, anche nei casi in cui la societ potesse in
ipotesi trarne vantaggio. 15
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Organismo di vigilanza AllOrganismo di Vigilanza (ODV), organo
interno alla societ, il legislatore ha assegnato limportante e
fondamentale compito di promuovere lattuazione del modello,
attraverso il monitoraggio dei comportamenti aziendali,
lacquisizione di informazioni sulle attivit e sui connessi rischi
rilevanti. Tale organo ha inoltre la responsabilit di
sensibilizzare e diffondere i principi contenuti nel Codice etico e
la verifica in concreto del funzionamento del modello. Il corretto
ed efficace svolgimento dei complessi compiti che lODV chiamato a
svolgere costituisce il presupposto imprescindibile per lesonero
dalla responsabilit amministrativa della societ. per questo che
lODV deve necessariamente caratterizzarsi per autonomia,
indipendenza, professionalit e continuit di azione. Lorgano
amministrativo deve nominare lODV che opera sulla base di uno
specifico regolamento. LOrganismo di Vigilanza dotato per lo
svolgimento dei propri compiti di un budget annuo. LOrganismo di
Vigilanza annota in specifici verbali lattivit eseguita e deve
essere sempre prevista una apposita procedura per comunicare con
lODV. 16
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Il sistema disciplinare La predisposizione di un adeguato
sistema disciplinare, idoneo a sanzionare la violazione dei
principi del Codice etico e delle procedure previste all'interno
del Modello o ivi richiamate, costituisce requisito essenziale ed
imprescindibile e per garantire leffettiva ed efficace attuazione
dei modelli di prevenzione dei reati. L'applicazione del sistema
disciplinare e delle relative sanzioni indipendente dallo
svolgimento e dall'esito di un eventuale procedimento penale, in
quanto le norme comportamentali imposte dal Modello sono assunte
dalla Societ in piena autonomia, a prescindere dalla rilevanza
penale della condotta tenuta. I destinatari del sistema
disciplinare coincidono con i destinatari del Modello e delle
procedure, che hanno lobbligo di uniformare la propria condotta
alle regole suddette. 17
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Conclusione prima parte Gli obiettivi formativi - Capire come
il Decreto legislativo 231 del 2001 funziona ed influenza lattivit
delle aziende e dei lavoratori! Questa la sintesi di quanto
appreso: - Il Decreto introduce in Italia la responsabilit penale
delle imprese che si aggiunge a quella della persona, tale
responsabilit si applica solo per i reati espressamente previsti
dal decreto 231 del 2001 o richiamati da altre leggi. I reati
devono portare un vantaggio per lorganizzazione ed essere commessi
da soggetti a questa collegabili. - La responsabilit pu essere
eliminata se applicano modelli di gestione e procedure atte a
prevenire i reati. Tali modelli oltre alle suddette procedure
devono prevedere: un organismo di vigilanza, un sistema
disciplinare, adeguata formazione. 18
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Cosa ha fatto ATI SERVIZI : i tre pilastri Ha definito un
modello con parte generale e speciale divisa per tipologie di reati
Ognuno per la parte di sua competenza deve conoscere il modello e
le relative procedure Modello e codice etico del gruppo
personalizzato al contesto italiano Nominato e presente con attivit
di verifica e controllo Relaziona in modo periodico al Consiglio di
amministrazione, pu essere contattato per ogni informazione.
Organismo di vigilanza e le verifiche interne Inserimento di regole
per chi viola le procedure previste dal modello in particolare per
gli esterni, che non hanno il CCNL che invece specifico per i
dipendenti La possibilit di segnalare ogni problema attraverso i
canali di comunicazione predisposti Sistema disciplinare e punto
etico 19
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Conclusioni seconda parte Cosa devo fare 1. Leggere
attentamente il materiale consegnato in fase di assunzione o
allinizio del rapporto di lavoro, in particolare il codice etico ed
il sistema disciplinare. 2.Conoscere le procedure di prevenzione
dei reati che mi riguardano. 3.Conoscere le procedure per
contattare lorganismo di vigilanza e segnalare aspetti
potenzialmente critici, chiedere informazioni al mio superiore in
caso di dubbi. 20
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Cosa fare adesso .. Il test di verifica 21
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Grazie per il tempo che ci avete dedicato, speriamo sia stato
utile ed interessante. 22