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Baldovinetti Tolomei di Martiarchivi.beniculturali.it/archivi_old/safi/Sito/inventari/... · 2013....

Date post: 27-Jan-2021
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12 Inventario dell’Archivio Baldovinetti Tolomei di Marti a cura di Rita Romanelli (1996-1997) L’ARCHIVIO BALDOVINETTI A MARTI (R. Romanelli, settembre 2000) Le pergamene della famiglia fiorentina dei Baldovinetti si trovano oggi, e dal 1863, nell’Archivio di Stato di Firenze, in un consistente nucleo che raccoglie documenti relativi alla famiglia e ad altre famiglie fiorentine ad essa collegate 1 . Delle pergamene più antiche, Giovanni di Niccolò Baldovinetti di Poggio, vissuto fra 1695 e 1772, che nutriva interessi per l’antiquaria, ha ricostruito la prima ‘storia’ della sua famiglia e ne ha costituito il suo archivio, ci ha lasciato alcuni estratti. La prima pergamena da lui annotata risale al 1162 e descrive la donazione di alcuni beni immobili fatta a Borgognone di Ugo di Giuda da parte dei suoceri. Si trattava di case con torre a Firenze, di case, ville, capanne e castelli nei contadi fiorentino e fiesolano: a Capo di Carza, l’attuale Calicarza di Partolino, e nel monte Regio, oggi Monte- reggi di Fiesole, dove la famiglia conserverà a lungo alcuni diritti 2 . * Le carte dell’Archivio Baldovinetti sono state raccolte e sistemate in una stanza al secondo piano della Villa Majnoni di Marti, di proprietà degli eredi diretti della famiglia Baldovinetti, dal marchese Massimiliano Majnoni a partire dal 1948. Questi, una volta liberatosi dagli impegni di lavoro, aveva idea di riordinare l’intero Archivio Baldovinetti, quello del padre Achille, noto architetto lombardo, e il suo archivio personale. A tale sco- po, aveva chiesto la collaborazione di Gino Corti, giovane paleografo fiorentino. Purtroppo, la precoce scompar- sa del marchese Majnoni, nel 1957, ha impedito la conclusione di tale progetto. I documenti, fascicolati e collo- cati entro raccoglitori in cartone, sono rimasti privi di un inventario. La loro presenza nella villa è inoltre rimasta ignota agli studiosi per molti anni, fino a quando il figlio di Massimiliano, Stafano Majnoni, ha iniziato ad occu- parsene. Egli, nel 1996, ha chiesto la mia collaborazione per riordinare le carte dell’Archivio Baldovinetti non ancora sistemate e per stilarne l’inventario. Il mio lavoro è stato facilitato dal fatto che una gran parte dei documenti fosse già stata letta e interpre- tata negli anni Cinquanta, ma complicato dalla perdita della fascicolatura originale e quindi delle segnature rela- tive all’ultimo ordinamento dell’archivio. Questo intervento era stato compiuto nel 1843 ed è documentato dall’Indice allora compilato da Domenico Puccini che si trova ancora in archivio. La struttura data oggi alle carte è quindi stata costruita, per lo più, ex novo, esemplandola su quella degli archivi familiari toscani coevi. Ora che il lavoro è giunto al termine, vorrei ringraziare i miei committenti, la Sovrintendenza Archivisti- ca per la Toscana che lo ha seguito e finanziato, la Fondazione della Cassa di Risparmio che ha finanziato la pubblicazione dell’inventario (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2000) e gli organizzatori di questo conve- gno che mi hanno chiamato a renderne testimonianza (Antonino Baldovinetti e il riformismo toscano religioso del Settecento, atti del seminario (Marti - Montopoli, 2000) a cura di Daniele Menozzi, Roma edizioni di Storia e Letteratura, 2002). 1 Archivio di Stato di Firenze (d’ora in avanti ASFi), Diplomatico, Baldovinetti, spogli 81, con 657 do- cumenti dal 1162 al 1747; ivi, Brini Baldovinetti, spogli 86, c. 89, con 76 documenti dal 1340 al 1776; ivi, La- schi Baldovinetti, spogli 86, c. 184, con 42 documenti dal 1431 al 1792. 2 Archivio Baldovinetti Tolomei di Marti (d’ora in avanti ABTM), 125.19, Spoglio de’ contratti in
Transcript
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    Inventario dell’Archivio

    Baldovinetti Tolomei di Marti

    a cura di

    Rita Romanelli

    (1996-1997)

    L’ARCHIVIO BALDOVINETTI A MARTI (R. Romanelli, settembre 2000)∗

    Le pergamene della famiglia fiorentina dei Baldovinetti si trovano oggi, e dal 1863,

    nell’Archivio di Stato di Firenze, in un consistente nucleo che raccoglie documenti relativi

    alla famiglia e ad altre famiglie fiorentine ad essa collegate1. Delle pergamene più antiche,

    Giovanni di Niccolò Baldovinetti di Poggio, vissuto fra 1695 e 1772, che nutriva interessi per

    l’antiquaria, ha ricostruito la prima ‘storia’ della sua famiglia e ne ha costituito il suo archivio,

    ci ha lasciato alcuni estratti. La prima pergamena da lui annotata risale al 1162 e descrive la

    donazione di alcuni beni immobili fatta a Borgognone di Ugo di Giuda da parte dei suoceri. Si

    trattava di case con torre a Firenze, di case, ville, capanne e castelli nei contadi fiorentino e

    fiesolano: a Capo di Carza, l’attuale Calicarza di Partolino, e nel monte Regio, oggi Monte-

    reggi di Fiesole, dove la famiglia conserverà a lungo alcuni diritti2.

    * Le carte dell’Archivio Baldovinetti sono state raccolte e sistemate in una stanza al secondo piano della

    Villa Majnoni di Marti, di proprietà degli eredi diretti della famiglia Baldovinetti, dal marchese MassimilianoMajnoni a partire dal 1948. Questi, una volta liberatosi dagli impegni di lavoro, aveva idea di riordinare l’interoArchivio Baldovinetti, quello del padre Achille, noto architetto lombardo, e il suo archivio personale. A tale sco-po, aveva chiesto la collaborazione di Gino Corti, giovane paleografo fiorentino. Purtroppo, la precoce scompar-sa del marchese Majnoni, nel 1957, ha impedito la conclusione di tale progetto. I documenti, fascicolati e collo-cati entro raccoglitori in cartone, sono rimasti privi di un inventario. La loro presenza nella villa è inoltre rimastaignota agli studiosi per molti anni, fino a quando il figlio di Massimiliano, Stafano Majnoni, ha iniziato ad occu-parsene. Egli, nel 1996, ha chiesto la mia collaborazione per riordinare le carte dell’Archivio Baldovinetti nonancora sistemate e per stilarne l’inventario.

    Il mio lavoro è stato facilitato dal fatto che una gran parte dei documenti fosse già stata letta e interpre-tata negli anni Cinquanta, ma complicato dalla perdita della fascicolatura originale e quindi delle segnature rela-tive all’ultimo ordinamento dell’archivio. Questo intervento era stato compiuto nel 1843 ed è documentatodall’Indice allora compilato da Domenico Puccini che si trova ancora in archivio. La struttura data oggi alle carteè quindi stata costruita, per lo più, ex novo, esemplandola su quella degli archivi familiari toscani coevi.

    Ora che il lavoro è giunto al termine, vorrei ringraziare i miei committenti, la Sovrintendenza Archivisti-ca per la Toscana che lo ha seguito e finanziato, la Fondazione della Cassa di Risparmio che ha finanziato lapubblicazione dell’inventario (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2000) e gli organizzatori di questo conve-gno che mi hanno chiamato a renderne testimonianza (Antonino Baldovinetti e il riformismo toscano religiosodel Settecento, atti del seminario (Marti - Montopoli, 2000) a cura di Daniele Menozzi, Roma edizioni di Storia eLetteratura, 2002).

    1 Archivio di Stato di Firenze (d’ora in avanti ASFi), Diplomatico, Baldovinetti, spogli 81, con 657 do-cumenti dal 1162 al 1747; ivi, Brini Baldovinetti, spogli 86, c. 89, con 76 documenti dal 1340 al 1776; ivi, La-schi Baldovinetti, spogli 86, c. 184, con 42 documenti dal 1431 al 1792.

    2 Archivio Baldovinetti Tolomei di Marti (d’ora in avanti ABTM), 125.19, Spoglio de’ contratti in

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    Le altre pergamene riassunte da Giovanni di Niccolò riguardano ancora doti, acquisti,

    divisioni ed eredità e citano più volte i beni di Calicarza, di Montereggi, di S. Cresci a Ma-

    ciole e le proprietà fiorentine3. Nel 1310, Borghino di Bieco, bisnipote di Borgognone, posse-

    deva, oltre ai beni extraurbani, una parte di case, botteghe e torre nel popolo fiorentino di S.

    Stefano al Ponte, che, in una glossa al regesto settecentesco, Giovanni di Niccolò spiega esse-

    re «alcune di queste case […] comprese nella nostra, che tuttavia sabita, sicome è nostra tutta

    la torre, che qui si nomina posta sul canto di Borgo S. Apostolo verso Porta S. Maria in mezzo

    le predette nostre case»4.

    Le case di Por S. Maria, nel 1310, erano ancora in parte confinanti con i beni della fa-

    miglia ghibellina dei Giudi, da cui i Baldovinetti si erano emancipati con Baldovinetto di Bor-

    gognone, che alla metà del Duecento si era fatto guelfo e aveva dato nome e arme propri ai

    suoi discendenti5. Negli anni successivi, furono accresciute le proprietà della famiglia intorno

    al nucleo della torre, situata in una zona centrale e di estrema importanza per la vita cittadina

    fiorentina. L’attività prevalente dei Baldovinetti era allora quella finanziaria, che dette ric-

    chezza alla famiglia e un ruolo di primo ordine nella vita politica della città.

    Cucita insieme alla prima pergamena, quella del 1162, ce n’era una del 1375, «acciò

    perché si conservi con più attenzione», come avverte Giovanni di Niccolò a margine della sua

    trascrizione. Si trattava dell’autentica di due reliquie, acquistate da Niccolò di Alessio Baldo-

    vinetti a Urbino, mentre vi dimorava come ambasciatore della repubblica fiorentina. Le reli-

    quie erano state da lui donate all’altar maggiore della chiesa di S. Piero a Calicarza, di patro-

    nato della famiglia, ma al momento delle ricerche di Giovanni di Niccolò risultavano già

    scomparse6.

    Oltre alle pergamene della famiglia, negli archivi e nelle biblioteche fiorentini, posso-

    no essere rintracciati alcuni antichi libri di ricordi o memoriali. Il primo, dei fratelli Alessio e

    Francesco di Borghino Baldovinetti, risale al 1285, ma deve essere stato compilato solo a par-

    tire dal 1330. Si trova nell’Archivio di Stato di Firenze, nel fondo miscellaneo di Manoscritti,

    Cartapecora che abbiamo in casa, Sacculo 1: «Donazione di Bieco d’Abate di Fante e di Bulazza sua moglie,figlia d’Ugo di Giovanni, fatta a Borgognone d’Ugo di Giuda et a Ottamilia di lui moglie e loro figlia, di diversiterreni Case, Ville, Capanne, Castelli posti nel Contado fiorentin. Fiesolano, e nel Vescovado di Bologna, e diCase, e Torre poste in Firenze, schiavi, e schiave. Ationi, ragioni, Juspatronati».

    3 Ibidem, passim.4 Ivi, in nota alla pergamena del 2 ott. 1310, con la descrizione dei beni di Borghino di Bieco Baldovi-

    netti. La torre dei Baldovinetti si è miracolosamente salvata dalle mine tedesche del 1944 che hanno invece di-strutto le case adiacenti, antica proprietà della famiglia.

    5 ABTM, 125.6, Discorso su Firenze e la casa Baldovinetti di Giovanni di Poggio: «La famiglia de’Giudi è stata numerata tra le più antiche e le più potenti della nostra città di Firenze, e di quelle che vi venne adabitare ne’ primi antichissimi tempi da’ vicini monti della già distrutta Fiesole, dove era padrona di fortilizi, terree castella sparse per lungo tratto di quel paese». Per la storia dei primi Baldovinetti vedi Gino Corti, Le ricordan-ze trecentesche di Francesco e di Alessio Baldovinetti, “Archivio Storico Italiano”, CXII (1954), pp. 110-111;Introduzione, in Inventario dell’Archivio Baldovinetti Tolomei, a cura di Rita Romanelli, Edizioni di Storia eLetteratura, Roma 2000, pp. XV-XX.

    6 ABTM, 125.19, Spoglio de’ contratti in Cartapecora che abbiamo in casa, Sacculo 1: «Nota che que-sta chiesa è unita in oggi alla chiesa vicina di S. Jacopo in Pratolino, e le dette Reliquie vi dovrebbero essere tuttavia, o nell’una o nell’altra chiesa, [ma] fatta diligenza non vi si trovano più».

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    ed è stato pubblicato nel 1954 da Gino Corti7. Nel Memoriale, i due fratelli, ma Francesco ri-

    sulta quello che più volte ha scritto in prima persona, ci hanno lasciato nota degli avvenimenti

    familiari, delle operazioni finanziare e degli acquisti conclusi da loro e dai parenti, anche gra-

    zie alle operazioni di prestito garantite da proprietà immobiliari. I poderi del contado venivano

    ceduti in affitto, in città si pensava soprattutto a ingrandire il nucleo di case di Por S. Maria.

    Nel 1333, Alessio ha descritto nel memoriale la piena dell’Arno del 4 novembre, che portò

    con sé il ponte Vecchio e le case costruite sull’Arno. Egli ricordava l’acqua che correva in

    borgo S. Apostoli, trascinando con sé botti di vino, forzieri e altre merci: «corse borgho

    Sancto Apostolo sì forte, che menava le botti piene di vino e forzieri e altre maserizie asai

    […]. Gienti asai afogaro; ed anche n’andaro per Arno di quelli che camparo in su’ legni»8

    Le ricordanze di Niccolò di Alessio, nato da Alessio di Borghino e da Diana Spinellini

    nel 1335, sono conservate nella Biblioteca Nazionale di Firenze - insieme a un nucleo consi-

    stente dell’Archivio Baldovinetti - e possono essere considerate il seguito del libro preceden-

    te9. Egli, dal 1375, acquistò botteghe e case nel popolo di S. Stefano al Ponte, su cui fece co-

    struire il primo nucleo del palazzo di Borgo S. Apostoli, dimora fiorentina della sua famiglia

    per i secoli a venire10.

    I successivi libri di ricordi dei Baldovinetti si trovano ora, come il primo,

    nell’Archivio di Stato di Firenze, ma in un fondo diverso da quello del libro dei fratelli Ales-

    sio e Francesco. Vi sono pervenuti, infatti, come dono da parte dei Pasqui, nell’aprile 188611.

    Si tratta di una filza legata in cartone che all’interno reca due libri di ricordi, quello di Guido

    di Francesco, nipote di Niccolò di Alessio, e quello del figlio Giovanni che, a sua volta, fu pa-

    dre di Francesco lo «scrittore di tutte le memorie di nostra Casa», come spiega in un biglietto

    che si trova all’interno del volume, il nostro Giovanni di Niccolò Baldovinetti di Poggio,

    l’antiquario, che ci guida, con la sua inconfondibile calligrafia, nella lettura di tutti i docu-

    menti della sua famiglia. Il memoriale di Francesco di Giovanni è conservato nella Biblioteca

    Nazionale in due versioni e in copia12. Nell’incipit del libro, l’autore ce ne ha lasciato il titolo,

    Memoriale di Francesco di Giovanni Baldovinetti, si è scusato per i suoi eventuali errori, lui

    che non aveva studiato neppure il latino, e ha segnato la data d’inizio «a di 25 febbraio 1513

    in Firenze in casa mia in Borgo Santo Apostolo d’età d’anni trentasei e più mesi - et fenillo

    7 Gino Corti, Le ricordanze… cit., pp. 109-124 che, purtroppo, non ha dato seguito ai suoi studi sulla

    famiglia. Il libretto è conservato in ASFi, Manoscritti, 76.8 Ivi, p. 121.9 Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (d’ora in avanti BNCF), Ms. Palatini serie Baldovinetti, 37.10 Ivi, cc. 11 v, 13 v, 22 v, 26 v, 34 v-35 v, 37 r. Le note degli acquisti sono rese esplicite con gli schizzi

    degli edifici tracciati dallo stesso Niccolò, di notevole qualità: le torri merlate con grandi porte ad arco legger-mente ribassato e il paramento in pietra squadrata, la casa grande, di quattro piani, con la teoria delle finestre adarco e i portoni bullonati dei fondachi con grandi serrature. Piccoli bambini in fasce segnano le notizie delle na-scite dei suoi numerosi figli, spade quelle sui fatti d’arme e così via.

    11 ASFi, Acquisti e Doni, 190.12 BNCF, Ms. Palatini serie Baldovinetti, 44-45, 244. Nell’ABTM ne esiste una buona copia fotografica,

    rilegata in tre volumi.

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    quasi tutto in mesi quattro cioè de casi della casa nostra»13. Più che un memoriale, questo è un

    vero e proprio libro di storia familiare. Lo scopo di Francesco di Giovanni, infatti, non era

    quello di annotare i fatti giornalieri, ma quello di narrare, attraverso notizie «tratte dai docu-

    menti originali e copie»14, come lui stesso dice, le vicende della sua famiglia. Il 1513, quindi,

    può essere considerato l’anno di nascita dell’Archivio Baldovinetti, perché proprio in

    quell’anno, per la prima volta, questo viene giudicato come una raccolta di documenti che,

    oltre a quello contingente, assumono valore per la ricostruzione storica dei fatti della famiglia.

    Il ramo di Francesco, però, era destinato ad estinguersi un secolo dopo, nel 1633. È

    quello dello zio Piero, fratello di suo padre Giovanni di Guido, il ramo che avrà seguito e di

    cui rimangono ora i documenti nella villa di Marti, antica dimora extraurbana preferita alle

    altre dai Baldovinetti per la villeggiatura15. In verità, era stato Paolo di Francesco di Borgo-

    gnone, di un altro ramo ancora, ad acquistare ufficialmente il primo nucleo delle case di Marti,

    nel 1553, anche se già da tempo la famiglia teneva in quel luogo beni a livello16. A quello, ri-

    scattato dal ramo principale nel 1588, vennero aggiunti altri edifici con gli acquisti conclusi

    nel 1628, nel 1650 e nel 171417. È poi dovuta al capitano Vincenzo di Giovanni Baldovinetti,

    la riunificazione dell’intero palazzo dietro un unico fronte, pressappoco come lo vediamo og-

    gi18.

    13 ASFi, Acquisti e Doni, 190: «Il quale libro voglio che sia chiamato et così l’intitolo il Memoriale di

    Francesco di Giovanni Baldovinetti et chi leggerà detto memoriale et trovassi in esso alcuno errore o verba discorretti […] le prego m’habbia per scusato» perché «a comporre libro alcuno o latino d’alcuna sorte mai imparai[…] et ho cominciato detto libro a di 25 febbraio 1513 in Firenze in casa mia in Borgo Santo Apostolo d’etàd’anni trentasei e più mesi – et fenillo quasi tutto in mesi quattro cioè de’ casi della Casa Nostra».

    14 Ibidem.15 ABTM, 118.8, Libro di ricordi, c. 35, nota di Giovanni di Jacopo Baldovinetti sulla casa di Marti

    «dove habbiamo sempre villeggiato»; ABTM, 82.15, Nota di spese di muramenti (1668-1706), con portata deibeni stabili fra cui «una casa nel castello di Marti serve per loro uso di vilegiare».

    16 Sin dai primi del Quattrocento, Francesco di Niccolò Baldovinetti aveva concluso i primi acquisti diterre nelle zone di Marti e di Usigliano (vedi ABTM, 1.1, con la nota dell’acquisto di terreni a Marti, concluso il14 dic. 1417 fra Francesco di Niccolò e donna Giovanna, vedova di Bernardo di Paolo da Usigliano, la venditri-ce. Il figlio di Francesco, Borgognone , nella decima del 1469, già dichiarava il possesso di «un podere posto nelcomune di Marti, popolo di S. Maria Novella, contado di Pisa, con casa da signore e da lavoratore, terre vignate,ulivate, boscate e sode» (Maurizio D’Amato, La villa di Varramista, p. 5, dattiloscritto conservato nell’ABTM).Tali beni erano stati presi a livello dal monastero di S. Matteo di Pisa, in cambio di 16 sacchi di grano, 3 barili diolio e 10 di vino all’anno (ABTM, 78, Decimari e fedi di decime).

    17 ABTM, 1.53, contratto dell’11 giu. 1628 della casa «sotto la casa grande della Villa di Marti» daparte di Vincenzo di Jacopo Baldovinetti; ABTM, 1.54, copia del contratto del 20 ott. 1650 di «una casa postanel castello di Marti accanto al palazzo di detti eredi», cioè Jacopo, Benedetto, Vincenzo e Niccolò di Giovanni;ABTM, 1.59, copia del contratto del 4 mag. 1714 di una casa «posta in Marti, appoggiata alla nostra Villa» daparte di Vincenzo di Giovanni.

    18 ABTM, 118.8, Libro di ricordi, c. 45, nota di Vincenzo di Giovanni: «Questo anno 1689 si murò, anzisi fece le facciate alla nostra Villa di Marti, e si li aggiunse due stanze da cima a fondo che son quelle di verso ilgranaio, e vi si fece altri acconciami»; ivi, c. 49, nota del medesimo: «Ricordo come l’anno 1691 si fece alla Villadi Marti altro mutamento dalla parte della vigna, ove prima era la stalla, tirandovi sopra due e poi due stanze finoal tetto, e altri acconciami di alzare, adopiare palchi e refare molte altre cose, che si può dire fata di pianta». Perl’edificio, vedi Loredana Brancaccio, Villa Baldovinetti, Majnoni di Marti, in Maria Adriana Giusti, Le Ville delValdarno I, Pacini Editore, Ospedaletto Pisa 1996, pp. 87-89.

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    Anche nell’archivio di Marti, è conservato un libro di ricordi dei Baldovinetti, che co-

    pre i secoli XVII e XVIII, iniziato da Giovanni di Jacopo della linea principale che allora già

    aveva ereditato la primogenitura di Poggio. Questa era stata fondata nel 1586 da Jacopo di

    Poggio, figlio di quel Vincenzo, lucchese, che nel 1522 aveva attentato, insieme ad altri - an-

    che della sua stessa famiglia - al governo oligarchico della città uccidendo il gonfaloniere

    della Repubblica19. Nel lungo periodo di esilio da Lucca, durato tutta la vita, Vincenzo era ri-

    uscito a guadagnarsi le simpatie di Cosimo I dei Medici, aveva avuto due mogli e dalla secon-

    da, Maria Cicciaporci, molti figli. Uno di questi, Jacopo, per salvare la proprietà dei beni ac-

    quistati sino ad allora - per lo più situati nella zona di S. Miniato - e per garantire al suo ramo

    la continuità, nonostante la mancanza di discendenza diretta, legò i beni a un fidecommesso

    che comportasse anche l’acquisizione del nome e dell’arme della sua famiglia e, nel 1586, ne

    lasciò erede il nipote Vincenzo, primo nato dalla sorella Caterina e dal marito Jacopo di Jaco-

    po Baldovinetti, e i suoi discendenti primogeniti20.

    Dal memoriale di Marti, si traggono molte impressioni personali dei Baldovinetti che

    lo hanno compilato, sui fatti e sulle genti. Il primo, Giovanni di Jacopo, risulta un uomo assai

    mite e poco propenso agli impegni pubblici che, solo dopo una lunga questione con il fratello

    Vincenzo, il primogenito di Poggio, e ormai cinquantenne, nel 1635 sposò Camilla di Bene-

    detto Rucellai che gli darà molti figli e che gli sopravviverà a lungo21. Nonostante nel 1633,

    alla morte di Giovanni di Bernardo del ramo collaterale della famiglia, i fratelli Giovanni e

    Vincenzo fossero entrati in possesso della casa con botteghe e torre di Firenze in Borgo SS.

    Apostoli, Giovanni portò la moglie nella casa dei Baccelli in via dell’Anguillara, che aveva

    preso appositamente in affitto. Giovanni di Jacopo, ci ha inoltre lasciato notizie sulla sua fa-

    miglia, sui figli e sui furti subiti e scaltre impressioni sulle magistrature pubbliche fiorentine.

    Nel 1631, egli era stato eletto come capitano di giustizia a Montepulciano, ma al termine del

    mandato aveva concluso: «questo è stato il primo, e spero in Dio che sarà anco l’ultimo uffi-

    zio che io habbia fatto o sia per fare fuori di città, non avendo mai hauto inclinatione, né vo-

    lontà, né forse attitudine e forze bastanti a queste cariche»22. Nel 1638 rifiutò l’incarico di go-

    vernatore a Fivizzano, liberandosene «nel modo migliore che seppi». Di giudizi altrettanto se-

    veri, Giovanni si manifesta nei confronti delle magistrature fiorentine: una volta eletto fra gli

    19 Ha studiato l’episodio Marino Berengo, Nobili e mercanti nella Lucca del 500, Einaudi, Torino 1975,

    pp. 84-107, con l’ausilio di un memoriale sulla vita di Vincenzo di Poggio scritto dal di lui nipote Bartolomeo econservato presso la Biblioteca Statale di Lucca, Manoscritti, 101, ma anche la BNCF, Ms. Palatini serie Baldo-vinetti, 163.

    20 Le vertenze nate a questo proposito fra Vincenzo di Jacopo Baldovinetti e gli eredi degli altri ramilucchesi dei di Poggio furono il pretesto alla raccolta della grande mole di carte conservata presso l’ABTM nellebuste 8-11. La questione si risolse con un accomodamento fra il figlio di Vincenzo, un altro Jacopo Baldovinetti,e Vincenzo e Francesco di Filippo di Poggio.

    21 ABTM, 118.8, Libro di ricordi, c. 4, nota al 5 giu. 1621 della donazione di Vincenzo di Poggio deisuoi beni stabili e mobili al fratello Giovanni a patto che entro un anno e mezzo avesse preso moglie; c. 5, nota al3 set. 1634 della scritta di parentado con Camilla di Benedetto Rucellai e al 9 gen. 1636 del matrimonio «permantenimento della casa nostra, ridotta ormai al verde bene, non ci essendo del nostro ramo vero e legittimo altriche mio fratello e me, quello di anni sessantadua e io finito i cinquanta alli 6 di novembre prossimo passato».

    22 Ivi, c.12.

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    Otto di Pratica nel 1644, dopo una sua prima esperienza del ’16, ebbe a dire che «allora mi

    parve una buona scuola di criminalità utilissima per quelli in particolare che vanno fuora per

    gli uffizi, oggi mi pare una scuola di otio e di mormoratione, perché non vi avendo da fare il

    magistrato quasi che nulla, vi si perde la maggior parte del tempo»23. Fra le notizie da lui ri-

    portate, leggiamo anche una nota sul prete Francesco Furini, noto pittore fiorentino, in occa-

    sione della morte dell’artista avvenuta il 19 agosto 164624. Questi, sin dal 1634, era stato

    eletto priore della chiesa di S. Ansano in Mugello, di patronato dei Baldovinetti. Giovanni di

    Poggio, in una nota a margine del memoriale, ha precisato che il pittore si fosse trasferito a Fi-

    renze, in via delle Ruote, da S. Ansano, il 30 aprile 1645, e che nella chiesa avesse dipinto una

    Nostra Signora a fresco fuori, nella facciata25.

    Nel frattempo, a Giovanni, erano nati Jacopo, il primogenito, e, a fila, Benedetto, Vin-

    cenzo e Niccolò, destinato quest’ultimo a continuare la casata. Vincenzo, invece, fu avviato

    alla carriera militare e a soli 3 anni fu presentato ai cavalieri di S. Stefano perché gli accordas-

    sero la carica di paggio, in attesa di diventare cavaliere a tutti gli effetti. Proprio lui iniziò una

    folgorante carriera nei mari di Toscana salvando, nel 1675, la nave ‘capitana’ del generale

    Guidi dall’assalto del corsaro Ciriffo Moro che fu nell’occasione preso prigioniero. Purtroppo,

    dopo gli onori della vittoria, il capitano Vincenzo fu messo da parte e, come racconta il nipote

    Giovanni di Niccolò nel medesimo libro di ricordi, nel riposo forzato il suo spirito vivace gli

    causò degli eccessi, finché, ormai malato, trasferitosi nella villa di Marti conobbe un periodo

    di pace26. Lo descrive poi come uomo liberale, risoluto, di bella presenza e «molto sottile nel

    discorso et in carta, benché non avesse studiato». Una biografia del capitano Vincenzo di Gio-

    vanni, scritta di sua mano e conservata nell’archivio di Marti, ci dà una descrizione diretta e

    più appassionata dei fatti della sua vita, ma neanche da qui si traggono i motivi del suo allon-

    tanamento dall’attività militare27. Forse questi erano resi espliciti nelle ultime pagine del li-

    bretto, tagliate dal nipote Giovanni che si è giustificato in una breve nota: «queste 3 carte si

    sono tagliate per contenere affari domestici di nissun rilievo», e firmato «Gio. di Niccolò Bal-

    dovinetti e nipote di chi scrisse questo libretto, fece questo ricordo»28.

    Fu proprio Vincenzo, durante il suo soggiorno obbligato in villa, a interessarsi

    all’acquisto degli edifici adiacenti al primo nucleo, per poterlo poi ingrandire fino alle dimen-

    sioni attuali. È lui stesso ad annunciare, nel libro di ricordi, il termine dei lavori, nel 1689,

    l’anno in cui furono murate le facciate alla Villa di Marti, dopo avere aggiunto due stanze ver-

    23 Ivi, cc. 21, 27.24 Ivi, c. 33: «muore prete Francesco Furini pittore de’ nostri tempi forse il primo».25 Ibidem. Francesco Furini (1603-1646) era stato presentato per la prioria di S. Ansano, il 9 gen. 1634,

    da Lionello di Alessio Baldovinetti, alla morte del priore Giovanni Pasqui, come si trae da una nota di Diego diLuca nel Quaderno di ricordi della Biblioteca Marucelliana di Firenze (d’ora in avanti BMF), Manoscritti, D.41.

    26 ABTM, 118.8, Libro di ricordi, c. 77: «Nel riposo che fu costretto a prendere nel fiore della gioventù,il suo spirito così vivace si voltò a disturbare la pace e la quiete della casa, che durò qualche anno fino che ridot-tosi a Pisa e poi in Villa per la sua indisposizione si riconciliò gli animi tra fratelli e ritornarono nella buona cor-rispondenza di prima».

    27 ABTM, 118.7, Parte della vita del cav.re cap. no Vincenzo.28 Ivi, c. 12.

  • 18

    so il granaio, da cima a fondo. I lavori, oltre che nel libro di ricordi, sono documentati dalle

    ricevute di spese fatte dal capitano, dalle lettere che i fratelli si scambiavano e dai contratti di

    acquisto, tutti conservati nell’archivio di Marti29.

    Come il padre, anche il fratello giovane di Vincenzo, Niccolò, si sposò tardi, nel 1694,

    all’età di 47 anni, con Francesca di Francesco Sanminiati. Il giorno delle nozze, Niccolò ri-

    corda il desinare in casa del padre della sposa, la consegna dell’anello e di aver condotto la

    sposa nella casa con «torre in facciata» al canto degli Alberti, affittata dai Bartolini, perché la

    casa di Borgo S. Apostoli «si rifaceva con muratori»30. Solo due anni dopo, la famiglia rientrò

    nella propria dimora dove, nella sala della torre, era situato lo scrittoio di Niccolò, probabile

    sede delle carte di famiglia che già allora dovevano aver assunto una certa consistenza31. Nic-

    colò, morto nel 1717, è ricordato dal figlio, quel Giovanni che già conosciamo, come uomo

    «molto esperto in mercatura per la quale stiede in gioventù anni 14 tra Messina e Palermo nel

    Banco dei Rondinelli, dove v’erano allora molti nobili fiorentini per tale effetto, de quali ne fu

    console». Il suo impegno e le onorificenze acquisite erano provate, sempre a detta del figlio,

    dal «baule che è nello stanzino della Villa diverso il prato», dove «sono tutte scritture di nego-

    zi passati per le sue mani in quel Regno»32. Negli anni successivi, Giovanni di Niccolò si pro-

    digò, non solo per ricostruire la storia della sua famiglia con notizie tratte dagli archivi fioren-

    tini, ma anche per aumentare il nucleo già esistente dell’Archivio Baldovinetti situato nella

    dimora di Borgo S. Apostoli. In una glossa autografa a lato della notizia sulle carte del padre,

    Giovanni stesso, qualche anno dopo la prima stesura, si corresse dicendo che «le scritture sono

    oggi in nostra casa di Firenze»33. Oggi, quelle scritture sono ritornate, insieme all’intero ar-

    chivio nella villa di Marti. Nella sezione di Niccolò di Giovanni si trovano ben 9585 lettere a

    lui pervenute, e numerose carte di corredo ai suoi affari34.

    Oltre agli interessi mercantili e antiquari, le carte di archivio testimoniano anche un

    certo rigore religioso della famiglia. I fratelli Jacopo, Benedetto e Vincenzo Baldovinetti in-

    trattenevano uno stretto rapporto con il frate cappuccino Francesco Maria Venuti da Cortona,

    acceso predicatore. Il reverendo Carlo Dandi, dal cui libro di memorie Giovanni di Niccolò ha

    annotato le parti salienti, ricorda il frate cappuccino a Marti nel 1669, ospite del cavalier Vin-

    cenzo Baldovinetti35. «Questo religioso», a detta del Dandi, «si dimostrò molto zelante della

    salute dell’anime, con avere fatto fare al popolo diverse processioni di penitenza con li uomo-

    ni incappati e le donne coperte con veli, mentre che elli sermoneggiava con grande fervore di

    spirito». E ricordava che «alle dette processioni interveniva il sig. Jacopo Baldovinetti, fratello

    29 Per la nota dei lavori, vedi sopra, nota 18. Le ricevute sono riportate in ABTM, 82.15, Nota di spesedi muramenti (1668-1706); le lettere si trovano in ABTM, 150.10 (di Vincenzo al fratello Niccolò, da Marti, del4 e 23 lug. 1717), ABTM, 186.1 (di Giovanni di Poggio al fattore Giuseppe Barcucci, da Marti del 15 e 16 nov.1717).

    30 ABTM, 118.8, Libro di ricordi, c. 54, nota di Niccolò di Giovanni Baldovinetti.31 Ivi, c. 56.32 Ivi, c. 73, nota di Giovanni di Poggio.33 Ibidem.34 ABTM, 119-123, 153-180.

  • 19

    maggiore del suddetto sig. Vincenzo, con la sua cappa indosso con invigilare al buon ordine di

    esse»36. Le lettere intercorse fra Vincenzo e il predicatore, a cui Giovanni di Niccolò fa cenno

    in una nota a lato del foglio e che si trovavano allora tra le loro scritture di Firenze, sono oggi

    nell’archivio di Marti37.

    Il capitano Vincenzo, durante il suo soggiorno a Marti, si interessò anche alla salute

    della locale pieve di S. Maria Novella, ne promosse alcuni restauri e finanziò la creazione

    dell’altare della Vergine nella cappella per la Compagnia del Corpus Domini, fondata, insieme

    ad altri cittadini di Marti, nel 1582 da Paolo di Francesco Baldovinetti38. Il 30 aprile del 1673,

    tutto il popolo di Marti si recò in processione al convento dei francescani di S. Romano e se

    ne tornò con il Crocifisso, donato dai fratelli Baldovinetti e giunto da Firenze col ‘navicello’,

    per riporlo nel nuovo altare della pieve, il primo a sinistra, eretto da Vincenzo a tale scopo.

    Alla notizia, da lui tratta dal libro di ricordi di Carlo Dandi, Giovanni di Niccolò ne aggiunse

    altre, e cioè che il Crocifisso, grande al naturale, era formato di carta pesta, «tinta di color pal-

    lido e livido»39. La scultura, prima di essere trasferita a Marti si trovava nella casa di Borgo

    SS. Apostoli, in una camera del primo piano, vicino alla torre, ma neppure Giovanni sapeva di

    che epoca fosse e quanto tempo fosse rimasta nella sua casa40.

    Le ville furono fornite di cappelle pubbliche solo più tardi, nel corso del XVIII secolo,

    da Jacopo di Niccolò, fratello di Giovanni e canonico del Duomo fiorentino. Nel 1736, fu co-

    struita quella della villa del Fusaio, situata nella pianura pisana nei pressi di Cascina, località

    S. Giorgio41, e fu restaurato l’antico oratorio con l’immagine della Madonna delle Grazie a

    Usigliano, eretto da Francesco di Niccolò nel 1586 e situato nei pressi del castello, allora pro-

    prietà della famiglia42. Nel 1741 fu costruito l’oratorio della villa di Marti e il 22 ottobre be-

    nedetto ufficialmente dopo l’autorizzazione vescovile43.

    35 ABTM, 125.11, Appunti dal Libro di Ricordi di Carlo Dandi, alla data 24 apr. 1669.36 Ibidem.37 ABTM, 185.4. Si tratta di 15 lettere del Venuti ai fratelli Benedetto e Vincenzo Baldovinetti, dal 1669

    al 1670.38 ABTM, 125.11, Miscellanea di notizie sulla pieve di Marti, alla data 11 apr. 1582: Paolo di France-

    sco Baldovinetti, con 21 persone del Castello di Marti, decisero di fondare la Compagnia del Corpus Domini.Quattro di loro iniziarono a formarne i capitoli, ma non ne fecero di niente fino al 1591, quando altri quattro ven-nero incaricati del medesimo lavoro.

    39 Ivi, Appunti dal Libro di Ricordi di Carlo Dandi, alla data 30 apr. 1673.40 Ibidem: «Nota come la figura di questa sacra immagine è grande al naturale, formata di carta pesta,

    tinta di color pallido e livido. Stava nella nostra antica casa di Borgo SS. Apostoli […], non abbiamo memoria diquanto tempo sia stata in casa nostra, né quando fusse acquistata da nostri antenati- Laus Deo». Di recente, ilCrocifisso è stato attribuito a Ferdinando Tacca e datato alla seconda metà del XVII secolo, da Marco Campigli,Visibile pregare, arte sacra nella diocesi di San Miniato, a cura di Roberto Paolo Ciardi, Pacini Editore, Ospe-daletto Pisa 2000, p. 174.

    41 ABTM, 98.12, Decreti sulle cappelle private, alla data 10 apr. 1736, richiesta del canonico Jacopo dipoter «fabbricare un decente oratorio annesso alla loro Villa» del Fusaio.

    42 Ivi, alla data 13 aprile 1736, richiesta del canonico Jacopo che «avendo fatto risarcire e decentementeadornare una sua cappella o sia oratorio entravi dipinta una miracolosa effige di Maria Santissima detta delleGrazie collocato a fronte della strada che conduce al Castello d’Usigliano», voleva renderlo oratorio pubblico.

    43 Ivi, alla data 9 giu. 1741, richiesta del canonico Jacopo che «avendo fabbricato un decente pubblicooratorio prossimo alla loro villa e pieve di Marti» ne chiedeva l’autorizzazione vescovile per farvi celebrare mes-

  • 20

    Giovanni di Niccolò, ormai sposo di Caterina Maria Bartolommei e padre di molti figli

    - fra cui Antonino Baldovinetti -, alla metà del secolo dimorava abitualmente a Firenze, ma

    come i suoi predecessori, trascorreva volentieri il tempo della villeggiatura a Marti44. Le sue

    premure per l’edificio sono provate dalle lettere ai fattori, ai quali raccomandava anche di

    controllare i cassettoni e di aprire e chiudere le finestre delle camere al tempo opportuno45. Da

    Firenze, mandava poi, col navicello per via d’Arno, pezzi antichi per il ‘museo’ che intendeva

    allestire nella villa46. Dal 1760, nello spazio al primo piano sopra il magazzino dell’olio,

    l’orciaia, egli aveva fatto costruire un teatro per lo svago e il divertimento dei figli e degli

    amici47.

    La casa di Firenze, nonostante i lavori di restauro del primo settecento, doveva invece

    essere assai austera, ma Giovanni di Niccolò vi aveva allestito l’archivio di famiglia e, proba-

    bilmente, non si sarebbe mai allontanato da «quelle case Loggia e Torre state abitate e posse-

    dute per il continuo corso di più secoli da’ suoi antenati, e da essi state fabbricate sul canto di

    Borgo SS. Apostoli intorno alle mura del primo cerchio della città, le quali tuttavia passano

    dentro le medesime sue case», come egli stesso descrisse la dimora di famiglia nella domanda

    passata alla Deputazione per la Nobiltà istituita dal Granduca nel 175048. Nell’albero genealo-

    gico dipinto in sala - forse ad affresco - erano iscritti i versi, BALDOVINETTI DOMUS ANTI-

    QUISSIMA PRIMA INCOLA ROMANUS FESULANI MONTIS, che ritroviamo anche nella copia in tela

    conservata nella villa di Marti49, ma vi erano anche il sunto delle antiche pergamene che da-

    vano lustro e provanze alla famiglia, una breve storia della dimora fiorentina, il ricordo dei

    Baldovinetti più importanti, il disegno dell’arme dei Giudi, con una banda bianca trasversale

    in campo rosso, e quella dei Baldovinetti con il leone rampante dorato in campo rosso50.

    sa. L’oratorio era dedicato alla Vergine del Soccorso e ai santi Giovanni Battista e Giacomo Apostolo e fu bene-detto il 22 ott. 1741.

    44 ABTM, 85.2, Istanza presentata da Giovanni di Poggio, del 26 dic. 1776, dove descrive la villa diMarti come «casa destinata per abitazione delle loro villeggiature».

    45 ABTM, 186.1, lettera di Giovanni di Niccolò, da Firenze, al fattore Giuseppe Barcucci, del 14 gen.1763: «vi si ricorda di rivedere i cassettoni per conto de topi, aprir le finestre delle camere a tempi buoni, e te-nerle ben serrate a tempi cattivi, perché i venti non fracassino le vetrate, e non piova dentro le camere a flagello,e vi si ricorda il fumo del forno, che non voliate giri per tutta la casa a sciupare ogni cosa».

    46 Ivi, lettera del 18 lug. 1763, dove Giovanni di Niccolò ricorda di aver inviato a Marti, fra le altre cose,«un bacile di terra fiorito rotto e incatenato, con un buccale di maiolica bianca»; lettera del 16 feb. 1766, doveannuncia di avere spedito «un bacile di alabastro grande bianco e un piattino di terra dipinto a fiori, i quali mette-rete nel cammino dove sono le altre terre simili».

    47 Ora non più esistente. Vedi Loredana Brancaccio, Villa Baldovinetti… cit, pp. 87-89, e le tavole dellepp. 12-13, 25, 88 con la riproduzione dei disegni per le scene del teatro dei Baldovinetti legate in una filza diSpese di vitto per la villa di Marti e per la costruzione del Teatro nello stanzone dell’orciaia (1760), in ABTM84, nell’occasione della pubblicazione attribuiti al pittore Alessandro Masini.

    48 ASFi, Deputazione sopra la Nobiltà, 8.38, c. 5; BNCFi, Ms. Palatini serie Baldovinetti, 14.49 E nell’originale pergamenaceo conservato nell’ABTM, Pergamene, 46, Albero genealogico della fa-

    miglia Baldovinetti (sec. XVII con aggiunte del sec. XVIII).50 ABTM, 125.19, Copia dell’iscrizioni sono nel nostro albero (1727), a cura di Giovanni di Niccolò.

    Un pietrino con l’arme dei Giudi si trova murato nella parete adiacente alla chiesa del chiostro di S. Stefano alPonte. L’arme in pietra dei Baldovinetti è visibile nel prospetto meridionale della villa di Marti, nella versionecon i segni della cavalleria di Niccolò di Alessio Baldovinetti, forse quella che si trovava sopra la porta della ca-sa di Borgo SS. Apostoli; ma anche nella facciata della chiesa di S. Ansano in Mugello, semplice, con il solo leo-

  • 21

    Sta di fatto che nel 1767, cinque anni prima della morte, Giovanni di Niccolò acquisì

    parte dell’eredità di Camillo Dati, suo cugino primo. Questa comprendeva le tenute e le terre

    di Cerreto nel Valdarno superiore, nei pressi di Castelfranco di Sopra, ma anche il palazzo di

    famiglia dei Dati situato in via dei Serragli, al Canto alla Cuculia, dove Carlo Dati aveva fon-

    dato, alla metà del Seicento, la società letteraria Cuculiana51. L’edificio, data la mole e la po-

    sizione, si prestava a una ristrutturazione in stile ‘moderno’ che lo trasformasse in un palazzo

    comodo e adatto alla vita sociale consona alle aspirazioni di quel tempo. Così, a partire dal

    1776, i figli di Giovanni, Giuseppe Maria e Francesco Maria, fratelli di monsignor Antonino

    che già allora era stato eletto a capo della propositura di Livorno, dettero inizio a imponenti

    lavori di ristrutturazione del palazzo di via dei Serragli. L’architetto Bernardo Fallani progettò

    l’intervento, il maestro muratore Carlo Antonio Bencini diresse il cantiere, tanti altri prestaro-

    no la loro opera, e in poco più di due anni venne murato un nuovo scalone, vennero creati

    nuovi appartamenti, una galleria, accomodate più stanze, rifatta la cucina e altri comodi nei

    sotterranei, tirati su i nuovi mezzanini e altro, come risulta dal sunto delle spese52.

    Il nuovo palazzo diventò così la residenza ufficiale del Baldovinetti. Nel 1790, infatti,

    l’antica dimora di Borgo SS. Apostoli venne venduta per acquistare il palazzo adiacente a

    quello di via dei Serragli, in angolo con via S. Agostino53. Era un’antica proprietà degli Anti-

    nori che alla morte del priore Donato Maria passò ai Capponi, poi in vendita ai Baldovinetti

    che, nel 1836, la cederanno a Serafino Michelangioli54.

    Che l’archivio di famiglia, arricchito dalle carte della cospicua eredità del fondo Dati,

    fosse stato trasferito nella nuova sede è provato dai numerosi inventari redatti in occasione

    delle divisioni patrimoniali del primo Ottocento. Nel frattempo, però, monsignor Antonino,

    costretto a lasciare Livorno nel 1790, si era trasferito a Marti e qui aveva portato alcuni dei

    suoi libri e delle sue carte. In un Inventario dei mobili et altro della Villa di Marti, del 18 giu-

    gno 1805, sono descritte cassapanche antiche, cassoni antichissimi, armi della famiglia55.

    Nell’ultima stanza sul prato del primo piano, probabilmente quella verso la cappella, si trova-

    va ancora il museo di antichità di Giovanni di Poggio, raccolto su «scaffali diversi contenenti

    produzioni naturali e anticaglie disposte in museo». La prima stanza sul prato, salendo a de-

    stra, era detta la Scuola. Vi si trovavano, oltre alla lavagna, alle carte geografiche, ai tavolini e

    ne rampante.

    51 Carlo Roberto Dati (1619-1676), nonostante il suo impegno costante nell’attività familiare di battilori,coltivò lo studio delle scienze e delle lettere e fu tra i più importanti collaboratori delle accademie fiorentine deltempo.

    52 Una minuziosa descrizione delle spese sostenute a tale scopo si trova in ABTM, 111.8, Dimostrazionegenerale di conteggi fra i due fratelli (1777-1779).

    53 ABTM, 3.6, Acquisto di un palazzo degli Antinori, nel contratto, del 13 ott. 1790, è allegato un bi-glietto con la nota della spesa di 10030 lire: «si dibatte la somma di lire 3000 importare in circa della vendita delPalazzo di Borgo SS. Apostoli».

    54 ABTM, 253.15, Ricorso di Serafino Michelangioli contro Giovanni Tolomei Baldovinetti (1865), conil ricordo dell’acquisto da parte del primo «dell’antico Palazzo Antinori posto in via dei Serragli sulla cantonatadi via S. Agostino», nel 1836 da Vittoria Baldovinetti nei Contucci.

    55 ABTM, 37.17, Inventario dei mobili et altro della Villa di Marti (1805).

  • 22

    alle sedie, «un armadio per uso di Archivio» e «tre scaffali con libri» di monsignor Antoni-

    no56. Anche dopo la sua morte, avvenuta a Marti - accidentalmente - nel 1808, l’arredo della

    villa non mutò per molti anni: i libri di Antonino rimasero collocati nella Scuola per lo meno

    fino al 182757. Si trattava per lo più di libri di carattere ecclesiastico, ma c’erano anche i filo-

    sofi, i poeti romani, Tito Livio, il Codice di Napoleone, i viaggi del Targioni Tozzetti, le anti-

    chità del Muratori, libri di storia e di commercio. Altri libri di Antonino si trovavano, invece,

    nella casa di via dei Serragli. Alla sua morte, infatti, come si legge nelle carte relative

    all’eredità, «i mobili e argenti che esistevano in Firenze nella casa di abitazione di detto mon-

    signor Antonino sono stati divisi infra i signori coeredi a riserva del Museo e Libreria che re-

    sta tuttora indivisa»58.

    Un catalogo della Libreria del palazzo di via dei Serragli del 1828, redatto in ordine al-

    fabetico per autore, reca, in calce, anche la descrizione dei documenti dell’archivio59. Primi,

    sono elencati i manoscritti di Carlo Dati: collezione composta «da 18 volumi mezzo-legati in

    cartapecora e da 16 fagotti sciolti», che ora si trovano, tutti, nel fondo Baldovinetti dei Mano-

    scritti Palatini della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze60. Seguono poi i manoscritti in

    pergamena e in carta, fra cui molti libri di preghiere miniati, le Storie Fiorentine di Poggio

    Bracciolini, i classici fra cui Dante e Boccaccio, i filosofi, libri di aritmetica, geometria, agri-

    mensura. L’elenco continua con i volumi compilati da Giovanni di Poggio con Storie di fami-

    glie e tradizioni fiorentine, una vera e propria enciclopedia nobiliare toscana, e la Vita di mes-

    ser Vincentio di Poggio nobile lucchese, oggi tutti nella Biblioteca Nazionale61, e termina con

    la descrizione di «due armadi contenenti vari libri manoscritti assai ben legati spettanti

    all’istoria o agli interessi della cospicua Famiglia Baldovinetti fra i quali quelli di Giovanni di

    Poggio Baldovinetti contenenti croniche delle Storie Fiorentine, memorie, miscellanee

    d’antiquaria». Vi si trovavano inoltre «50 volumi di memorie del proposto Antonio Baldovi-

    netti, 23 volumi di lettere a lui dirette da vari suoi amici», molti più di quelli oggi divisi fra la

    Biblioteca Marucelliana e l’Archivio di Stato di Firenze62.

    56 Ibidem.57 ABTM, 17.5, Inventario e stima dei beni mobili esistenti nelle ville e nel palazzo (1827), con «Nota

    dei libri che sono nelli scaffali esistenti nella prima stanza sul prato detta la Scuola».58 ABTM, 15.20, Divisione dell’eredità di monsignor Antonino (1808-1810).59 ABTM, 18, Inventario dei libri conservati nella biblioteca delle sorelle Baldovinetti (1828).60 Ivi, pp. 111-112. Oggi, nella BNCF, Ms. Palatini serie Baldovinetti, sono conservati i 18 volumetti,

    fra cui La Sfera di Leonardo Dati (n. 26 e i Ricordi n. 153), il Libro segreto di Ricordi domestici di Stagio Dati(n. 77), i 15 volumi relativi a Carlo Dati (nn. 127-139); e i 16 ‘fasci’ di lettere e ‘cose diverse’ del medesimo (nn.252-253, 255-258).

    61 Ivi, pp. 113-122. I volumi che si trovano oggi nella BNCF, Ms. Palatini serie Baldovinetti, in tutto,compresi i manoscritti Dati, sono 258. Le Notizie genealogiche di Giovanni di Niccolò sono al n. 75 e compren-dono cinque grandi tomi; la Vita di Vincenzo di Poggio al n. 163. Al n. 70 si trovano Conti e ricordi di Maso eGiovanni figlioli di Bartolomeo da Firenze (1449) che Giovanni di Niccolò raccomandava «per essere interes-santissimo per l’istoria di quel tempo» (ABTM, 18, n. 49).

    62 Nella BMFi, Manoscritti, C.394-397, si trovano quattro volumi rilegati in cartone di componimenti acarattere religioso di monsignor Antonino. La tipologia della legatura, successiva alla stesura dei documenti, e laparticolarità della segnatura propria della Biblioteca tracciata dalla medesima mano che scrisse l’intitolazione deivolumi sulla costola fanno pensare che tale condizionamento sia avvenuto successivamente all’acquisto, per la

  • 23

    Tale preziosa descrizione, che ci dà un perfetto spaccato della consistenza del patrimo-

    nio librario e documentale dei Baldovinetti, prelude, però, alla sua imminente dispersione, de-

    cretata nel 1829. L’annuncio apparve, per la prima volta, sulla “Gazzetta di Firenze” di sabato

    8 agosto e nei sabati successivi: «verranno esposti in vendita al Pubblico Incanto nel palazzo

    di abitazione», «non [sol]tanto un museo di medaglie antiche e moderne, Bronzi e altri oggetti

    di antichità, quanto ancora una Libreria Scientifica, Letteraria, Ecclesiastica»63. Sabato 26 di-

    cembre, comparve il medesimo annuncio per la libreria; il medagliere, quindi, doveva già es-

    sere stato assegnato. Il 26 gennaio, il 6 aprile, il 9 dicembre 1830 e, di nuovo, il 22 gennaio

    1831, l’annuncio era invece ormai riferito solo a «quella porzione di libreria rimasta invendu-

    ta»64. Nell’inventario dei beni della famiglia redatto nel 184865, quando ormai dei Baldovinetti

    era rimasta solo la nipote di Francesco Maria di Giovanni, Teresa di un altro Giovanni, la li-

    breria risulta composta esclusivamente da manoscritti: le miscellanee storiche più volte citate

    con alberi di antiche famiglie fiorentine notati da Giovanni di Niccolò, l’Archivio Baldovinetti

    vero e proprio formato da circa 147 volumi, comprese le carte di Giovanni di Niccolò e del fi-

    glio Antonino, e l’Archivio di Carlo Dati. La dispersione che ha interessato le parti più appe-

    tibili dell’Archivio Baldovinetti è infatti successiva a quella data, ma precedente alla vendita

    del palazzo fiorentino di via dei Serragli avvenuta nel 189066. Dopo il 1848, anno della morte

    di Alfonsina Landi, vedova di Giovanni di Francesco, i beni Baldovinetti furono affidati a un

    curatore nell’attesa della maggiore età del figlio di Teresa di Giovanni e di Luigi Tolomei

    Gucci, un altro Giovanni, che aveva rinunciato al proprio nome per assumere quello della fa-

    miglia della madre. Egli, nel 1866, sposò Giulia di Ferdinando Bartolommei, e il palazzo dei

    Bartolommei di via Lambertesca divenne la sede fiorentina degli sposi. I Baldovinetti ritorna-

    vano dunque dove era nata la loro storia, nel popolo di S. Stefano al Ponte.

    Nel 1852, la raccolta Baldovinetti che oggi si trova alla Biblioteca Nazionale, con le

    carte Dati, i manoscritti di Giovanni di Niccolò e di altri Baldovinetti, fu acquistata per volere

    del Granduca Leopoldo II per 9600 lire, pagate ad Antonio Mazzei, agente di Giovanni Bal-

    dovinetti67. Il blocco più consistente delle pergamene Baldovinetti venne venduto nel 1863 cui datazione vedi oltre. Nell’ASFi, Acquisti e doni, 144-159, si trovano invece 15 filze di lettere dirette al mede-simo da vari corrispondenti, in ordine cronologico, a cui mancano le annate 1787-1788, 1790-1791 (in parte),quelle successive al 1797, una filza contiene lettere direttegli da Scipione dei Ricci (1774-1794), l’ultima, carte escritti personali. Un altro nucleo di carte di monsignor Antonino si trova presso l’Archivio di Stato di Livorno(d’ora in avanti ASLi), Collegiata di Livorno, 1-7. Sono documenti relativi alla gestione della propositura e ap-punti personali, corrispondenza e trattati di materie religiose, ma provengono senz’altro dall’archivio fiorentinodella famiglia perché a Livorno sono giunte per acquisto presso l’antiquario che, allo stesso tempo, stava ven-dendo le altre carte di monsignor Antonino all’ASFi.

    63 ABTM, 17.10, Vendita della libreria Baldovinetti (1829-1830).64 Ibidem.65 ABTM, 233, Inventario dei beni mobili trovati nel palazzo di via dei Serragli alla morte di Alfonsina

    Landi (1848).66 Il compromesso di vendita a Tommaso Del Turco, il cui palazzo confinava con quello dei Baldovi-

    netti, fu stipulato il 16 apr. 1890, il 31 lug. fu pagato a Giovanni Tolomei Baldovinetti il secondo acconto, il 19ago. saldato il prezzo per l’acquisto, vedi ABTM, 222, Libro di cassa del patrimonio Tolomei Baldovinetti(1879-1891), pp. 148, 152-153.

    67 I codici Palatini della R. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, a cura di Adolfo Bartoli, vol. I,

  • 24

    all’Archivio di Stato di Firenze dal maestro di casa Baldovinetti, Emilio Turchi. La balla di

    pergamene fu prelevata da Remigio Milanesi, fratello di Carlo, direttamente dalla casa del

    Turchi68. Nello stesso anno, altri piccoli nuclei di pergamene Baldovinetti giunsero

    all’Archivio di Stato per altre strade, quelle conosciute come Laschi Baldovinetti e Brini Bal-

    dovinetti, dal nome dei loro venditori69. I manoscritti di Antonino Baldovinetti sono passati

    alla Biblioteca Marucelliana in data imprecisata, ma dalla segnatura data ai documenti al loro

    ingresso in biblioteca può essere individuato il 1860 come post quem70. Gli altri piccoli nuclei

    di documenti Baldovinetti conservati nell’Archivio di Stato sono frutto di acquisti da antiquari

    e di donazioni di privati che molto probabilmente vennero in possesso di tale materiale pro-

    prio in occasione della dispersione di parte dell’archivio di famiglia consumata fra 1850 e

    1870. Nel 1871, la vedova di Pietro Bigazzi, noto libraio antiquario, cedette in vendita all’ente

    la raccolta delle 15 filze di lettere di monsignor Antonino71; nel 1886 l’ingegnere Alessandro

    Pasqui donò il Libro di ricordi di Guido e altri Baldovinetti72. Alla vendita Bigazzi del 1871,

    sono collegabili i documenti di monsignor Antonino conservati nell’Archivio di Stato di Li-

    vorno. Nell’introduzione all’Inventario dattiloscritto di tale raccolta si dice infatti che «i pezzi

    di cui ai nn. 1-6 vennero acquistati presso l’antiquario Pietro Bigazzi di Firenze, insieme a

    parte dei fascicoli componenti l’attuale filza 7»73. Gli altri spezzoni Baldovinetti dell’Archivio

    di Stato, tutti firmati dalle inconfondibili glosse di Giovanni di Niccolò, sono gli strascichi

    della dispersione avvenuta, e non è ancora detto che questo sia tutto74.

    I documenti rimasti, molto probabilmente, in occasione della vendita del palazzo di via

    dei Serragli e dello sgombero dell’edificio, vennero trasferiti nella dimora di Marti, trasfor-

    mata nel frattempo in una ricca tenuta per la produzione del vino. E, nonostante le perdite, le

    fasc. I, Roma 1885-1889, p. XIX; Giovanna Lazzi, Isabella Truci, Le carte di Carlo Dati nella Raccolta Baldovi-netti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dattiloscritto, s. d., per la cui segnalazione ringrazio le au-trici.

    68 ASFi, Soprintendenza Generale agli Archivi, 42, affare 40, il pagamento di 500 lire è del 19 ott. 1863e riguarda le 607 pergamene Baldovinetti.

    69 ASFi, Soprintendenza Generale agli Archivi, 42, affare 39, il pagamento di 36 lire e 12 centesimi aSettimio Laschi è del 27 lug. 1863 e riguarda 43 pergamene; il pagamento di 33 lire e 60 centesimi a Carlo Briniè del 1° ago. 1863 e riguarda 42 pergamene; il pagamento di 6 lire a Federigo Cesi è del 14 nov. 1863 e riguardadue diplomi in pergamena, uno dei quali si riferisce ai Baldovinetti.

    70 I quattro volumi di Antonino e i sei volumi del padre di questi, Giovanni di Niccolò, sono segnatiC.394-403. Monica Maria Angeli ha studiato la provenienza dei manoscritti della biblioteca e ne ha tracciato unelenco nel suo saggio, Contributi ad uno studio sulla provenienza di alcuni manoscritti Marucelliani,“Copyright”, 1986-87, Roma 1987, pp. 87-117. I nostri volumi, vengono dopo gli acquisti della gestione Del Fu-ria (1809-1855) e subito dopo una donazione del Fabbrini del 1860 e alcuni acquisti dalla biblioteca Gori.

    71 ASFi, Soprintendenza Generale agli Archivi, 96, affare 299, il pagamento di 810 lire a Maria Cala-mandrei è del 16 gen. 1871. Nella minuta del soprintendente al Ministero si legge: «Finalmente le 15 filze dellacorrispondenza di mons. Baldovinetti che di per sé non avrebbero una grande importanza, l’acquistano relativa-mente all’Archivio di mons. Ricci, vescovo di Pistoia e Prato che dall’Archivio Segreto de’ Ricci passò nel 1860a questo Centrale di Stato».

    72 ASFi, Soprintendenza Generale agli Archivi, 42, affare 40, la lettera di ringraziamento del soprinten-dente Cesare Guasti è del 29 apr. 1886.

    73 Tale vendita risulta dunque essere stata conclusa dallo stesso Bigazzi, prima del 1871.74 Si ricordano in ASFi, Manoscritti, 70, Copialettere di Jacopo di Poggio Baldovinetti (sec. XVII);

    Manoscritti, 113, Entrata e uscita del sig. cav. Giuseppe Baldovinetti (1730).

  • 25

    carte che oggi vi sono custodite formano ugualmente un corpo apparentemente integro. Un

    Indice delle Scritture, Documenti, Processi esistenti nello scrittoio dei Signori Baldovinetti di

    Firenze, redatto da Giuseppe Maria di Giovanni nel 1788, una volta che l’archivio era stato

    trasferito in via dei Serragli, fotografa una situazione non molto diversa dall’attuale75. Le carte

    erano state descritte suddividendole in Affari di Campagna, di Marti, di Bassa (S. Miniato) e

    del Fusaio (Cascina), Affari contenziosi, Affari domestici, Affari esteri e Processi, ed erano

    quelle che più direttamente riguardavano la costituzione e il mantenimento del patrimonio. Di

    quelle descritte, quasi tutte le voci sono riscontrabili oggi nell’inventario che fissa la consi-

    stenza attuale dell’Archivio Baldovinetti di Marti. A quelli, sono stati aggiunti oggi tutti quei

    documenti prodotti successivamente al 1788 dai fratelli Baldovinetti, dal nipote Giovanni, fi-

    glio di Francesco Maria e di Marianna Guerrieri Bocchineri, dalle figlie di Giovanni e dalla

    moglie Alfonsina Landi, che ha portato anche molte carte del padre Ottavio, noto avvocato

    fiorentino. Per non parlare delle carte Tolomei Gucci, che costituiscono un nucleo a parte

    nell’intero corpo dell’archivio.

    75 ABTM, 85, Indice delle scritture «da potersi rinvenire secondando le lettere dell’alfabeto e semplici e

    doppie, che sono qui poste con quelle che appariscono in ciaschedun Fascio o sia Filza». Giuseppe, figlio del no-stro Giovanni di Niccolò, aveva ereditato dal padre l’amore per le carte di famiglia ed era riuscito a fissare laconsistenza dell’Archivio in un vero e proprio inventario.

  • 26

    INVENTARIO DELL’ARCHIVIO

    Pergamene dell’Archivio Baldovinetti Tolomei di Marti

    1. Nomina del curatore Buono del fu Dietigueri per il minore Panzodel fu Ghino del popolo di S.Felice in Piazza

    9.9.1286, Firenze

    2. Bolla di papa Bonifacio VIII rivolta ad alcune comunità ecclesia-tiche di Pistoia per il pagamento delle tasse. Con trascrizione diG. Corti.Manca il sigillo ma ci sono i fori della corda che lo sosteneva

    7.12.1296, Perugia

    3. Uberto de Baldaria restituisce parzialmente un debito a Cenno diRomeo di Firenze della Società degli Acciaioli

    16.3.1308, Ferrara

    4. Procura al notaio Alamanno del fu Ghino di Signa di saldare undebito contratto da Benedetto di Puccio Ughetti barlettaio versoGiovanni Buonaccorsi fiorentino. Con trascrizione di G. Corti

    12.4.1312, Firenze

    5. Nomina di Giovanni di Saba di Sabatino a procuratore di Paolo diRuggero Romanuccio e di Angelo del fu Jacopo di Stinco in no-me proprio, di Ruggero di Romanuccio e di Saba di Sabatino,mercanti romani. Con trascrizione di G. Corti

    23.8.1322, Roma

    6. Diodato di Baronte del popolo di S.Maria Maggiore riceve da serRicco del fu Peghorino, notaio del popolo di S.Maria Novella,300 ducati per un cambio di 1000 fiorini.Pergamena bucata al centro **

    8.10.1327, Firenze

    7. Elezione di Ghino del fu Simone da Pistoia come procuratore diRodolfo del fu Berlinguccio Panciatichi di Pistoia per riscuoteredalla Compagnia degli Acciaioli di Firenze. Con trascrizione diG. Corti

    19.1.1337, Pistoia

    8. Deliberazione dei Priori di Giustizia di Firenze per l'elezione diUgolino di Lando di Città di Castello a capitano dei cento famigliper un anno, estratta dai libri del Comune fiorentino.Pergamena corrosa e sbiadita in alcuni punti *

    24.6.1348, Firenze

    9. Ugolino di Bonso, Bongiannetto di Puccio e Tommaso di Ugoli-no, sindaci e ufficiali del Comune di Firenze, sono incaricati dialcuni affari relativi ai beni del fu Antonio di Mannuccio di Fi-renze.Pergamena tagliata in due parti in senso parallelo alla scrittura e moltosbiadita

    22.9.1366, Firenze

    10. Ugolino di Bonso, Bongiannetto di Puccio e Tommaso di Ugoli-no, sindaci e ufficiali del Comune di Firenze, sono incaricati di

    9.1.1367, Firenze

  • 27

    alcuni affari relativi al credito del fu Antonio di Mannuccio di Fi-renze.Pergamena tagliata in due parti e mancante di una terza

    11. Sentenze di condanna in denaro di cittadini fiorentini, fra cuiGiovanni di Domenico di S.Martino a Brozzi, emanate dal nobileGuidone di Ugolino, capitano del Comune di Firenze.Pergamena usata come coperta di un registro e mutila

    1372, Firenze

    12. Bando di Lanfreduccio e Matteo di Giovanni, giudici pisani, conil quale si rende noto che Antonio del fu Giovanni chiedel’assegnazione di vari beni posti nella zona di Vecchiano.Pergamena tagliata in due e usata come coperta di un registro

    1385-1386, Pisa

    13. Giudizio di papa Innocenzo su una vertenza nata fra il monasterovallombrosano di S.Giovanni fuori le mura di Firenze e il localeospedale degli Innocenti espostagli dal canonico fiorentino Jaco-po Mannelli. Con trascrizione di G. Corti

    8.3.1406, Roma

    14. Ricevuta di dote di Antonio del fu Nuto di Pistoia dalla moglieLisa del fu Benedetto di Pistoia, estratto del 9 ago. 1426. Con tra-scrizione di G.Corti

    14.2.1409, Pistoia

    15. Lodo dato da Niccolò d’Ugolino Martelli, Zanobi di Matteo diGentile e Cione di Lorenzo di Cione, arbitri eletti dai fratelliGentile e Niccolò di Baldassarre di Giovanni Boni, nella divisadei beni loro spettanti per l’eredità paterna.Pergamena mutila alla base

    3.12.1415, Firenze

    16. Approvazione dell'amministrazione dei beni dei fratelli minoriMainardo e Donato del fu Carlo di Mainardo Cavalcanti tenutadal curatore Tommaso di Francesco dei Medici da parte degli uf-ficiali dei pupilli dei quartieri di S.Spirito e S.Croce

    26.2.1421, Firenze

    17. Riconoscimento della fideiussione concessa da Bartolomeo del fuAntonio a Geri del fu Antonio in occasione della vendita di unacasa a Piero del fu Filippo di Leonardo Strozzi

    2.4.1421, Firenze

    18. Atti civili dell’Arte della Mercanzia di Firenze emessi dal giudiceFrancesco di Sicilia e rogati da ser Leonardo di Antonio di Sare-tano. Una delle cause riguarda Lorenzo di Palla Strozzi.Pergamena tagliata in due parti

    18.8.1422, Firenze

    19. Bolla di Martino V per la concessione a enfiteusi di alcuni terreniposti a Monterinaldi di Fiesole a Andreola moglie di Giovanni diMatteo fiorentino e ai loro discendenti.Pergamena tagliata in due parti, all'estremità c'è la corda a cui era appesoil sigillo

    1425, Roma

    20. Attestazione da parte dei Cinque delle Vendite del Comune fio-rentino della vendita a Neri di Bene di Neri di un podere con casada lavoratore a S.Bartolomeo a Montecuccoli

    26.1.1446, Firenze

  • 28

    21. Ser Romualdo di Bartolomeo di Firenze (recupera la dote) didonna Filippa vedova di Lapo del popolo di S.Simone a Firenze.Frammento di pergamena

    metà del XV secolo(post 1412)

    22. Ammonizione dei Consoli del Mare di Pisa agli uomini della co-munità di Peccioli di riconoscere la proprietà di alcuni terreni aGiuliano di Bergo di Germano pisano.Pergamena tagliata alla base **

    3.5.1473, Pisa

    23. Istanza di Giovan Battista cardinale amalfitano nella chiesa ro-mana di S.Cecilia al collegio dei cardinali romani. Con trascri-zione di G. Corti

    16.1.1484, Roma

    24. Arnaldo presbitero, rettore di cappellania, nomina un procuratore.Pergamana tagliata in due pezzi in senso longitudinale

    5.4.1486, Francia

    25. Breve di papa Innocenzo VIII destinato a Jacopo Mannelli, cano-nico fiorentino, relativo alle monache vallombrosane diS.Giovanni Evangelista fuori le Mura di Firenze.Pergamena tagliata e forata al centro *

    22.2.1485, Roma

    26. Procura di due prelati francesi per riscuotere certa somma di de-naro dalla compagnia mercantile di Salvi Borgherini e compagnidi Roma

    31.8.1499, Briançon

    27. Atto di procura che riguarda mercanti fiorentini.Pergamena acefala riutilizzata come coperta di un registro con “Notiziedel Baldinucci tomo IV” nella costola

    6.12.1499, Lione

    28. Filippo Sclafenatis, milite dell’Ordine Gerosolimitano, risultacreditore nei confronti dei mercanti fiorentini Salvo Borgherini esoci della curia romana, nonché del mercante Alessandro dellaCasa e soci, di cui viene richiesto il sequestro di beni.Pergamena con taglio circolare al posto del sigillo in carta

    15.5.1500, Francia

    29. Albertino vescovo di Pisa, ospedaliere di S.Spirito in Sassia aRoma, dichiara di aver ricevuto del denaro dai frati Giovanni diBertino e ... dell’ospedale di S.Spirito, per mano del mercantefiorentino Francesco Borgherini

    14.6.1511, Roma

    30. Geronimo di Gurtino, dottore in diritto e auditore generale dellaCamera Apostolica, dà notizie a Carlo dei Pitti e compagni mer-canti fiorentini in merito ai beni del fu Andrea Tornaquinci, postinelle mani dei mercanti Pietro di Francesco Borgherini e soci,Giovanni Balducci e soci e Gabriele del ..., mercanti fiorentini.Sul verso: il 6 maggio 1512, Bartolomeo Mei notaio autentica ilrecto del documento di fronte a Carlo Pitti.Pergamena tagliata in due parti e scritta anche sul retro

    1.4.1512, Roma

    31. Claudio Gambini di Lione nomina suoi procuratori Pietro diFrancesco Borgherini e Baldassarre (?) Milanesi

    9.12.1518, Lione

  • 29

    32. Bando di Geronimo di Gurtino, auditore generale della CameraApostolica, al governo fiorentino per il saldo di un debito a caricodi Enrico di Francesco Sassolini e Volterrano di Palude

    31.1.1517, Roma

    33. “François par la grace de Dieu Roi de France ...” al tredicesimoanno del regno.Pergamena lacunosa a destra, nel punto in cui si trovava il segno auto-grafo del re

    5.10.1517, Parigi

    34. Protesta di una cambiale da parte di Raffaello Orsini in nomedella compagnia di Bartolomeo Panciatichi e compagni di Lionecontro gli eredi di Piero Pucci di Firenze

    7.9.1518, Lione

    35. Bolla di papa Clemente VII diretta a Stefano priore dell’ospedaledella Misericordia di Prato.Pergamena strappata in due parti in senso trasversale con i foriper il sigillo

    5.3.1524, Roma

    36. Quaderno membranaceo di cc.10, mutilo in fine, contenente i se-guenti contratti:1) 1524, 19 ottobre, vendita di beni del pupillo Bartolomeo fuZanobi Salvetti2) 1524, 8 novembre, nomina dei compratori dei beni suddetti deifratelli Pierfrancesco e Giovanni del fu Salvi di Francesco Bor-gherini3) 1525, 12 settembre, permuta di alcuni beni fra Giovanni diAntonio Buontalenti e Pier Francesco Borgherini

    1524-1525, Firenze

    37. Breve del vescovo Lorenzo indirizzata a Domenico di Antonio diMonteficalle, camarlingo della locale società di S.Stefano, in me-rito a un terreno della società dato a livello a Dionisio di Antoniodi Giovanni.Rimangono i fori del sigillo

    9.5.1529, Roma

    38. Testamento di Raffaello del fu Jacopo di Giovanni di Firenze.Pergamena mutila **, riusata come coperta per una filza

    9.8.1530, Firenze

    39. Protesta di una cambiale di Aynard Chevallier per Lorenzo Stroz-zi, contro Giovan Battista Carnesecchi e Simone Panciatichi

    2.9.1534, Lione

    40. Bolla di Francesco Sforza Riario, vescovo di Lucca, in favore diFrancesco Zeffro, chierico fiorentino, al quale concede il benefi-cio vacante dell’ospedale di S.Giacomo fuori Cerreto Guidi (PierFrancesco di Salvo Borgherini è patrono dell’ospedale).Pergamena bucata **, con i fori per l’apposizione del sigillo

    15.2.1542, Firenze

    41. Bolla di Ascanio Sforza, cardinale di S.Fiora a Roma, destinataalle monache di S.Brigida del Paradiso, fuori Firenze, che sonotenute a pagare alla Camera Apostolica 90 fiorini d’oro ogni 15anni.

    12.7.1564, Roma

  • 30

    42. Raccomandazione del vescovo di Fiesole Alessandro Marzi Me-dici in favore di Domenico di Antonio Cioni, del terz'ordine fran-cescano, in occasione del suo pellegrinaggio a S.Jacopo di Cam-postella

    17.8.1600, Firenze

    43. Cosimo Antellesi, vicario generale della diocesi fiorentina, dàatto di una lettera apostolica dell’anno precedente che prevede lapermuta di due cappellanie della diocesi fiorentina, a favore delsacerdote Vincenzo Querci.Pergamena strappata in due parti in senso parallelo alla scrittura

    8.11.1605, Firenze

    44. Bolla di Giovanni Domenico Spinola, protonotario apostolico,relativa alla cappella di S.Caterina nella parrocchiale di Modi-gliana, in diocesi di Faenza

    7.5.1620, Roma

    45. Albero genealogico della famiglia Baldovinetti, completato dopoa sua prima redazione, nel XVIII secolo.Pergamena acquerellata di cm.93,5 per cm.60,5

    metà del secoloXVII

    46. Collazione di una cappella nel Duomo fiorentino a favore di Gio-van Battista Garzelli, presentato dai Capitani di Orsammichele,da parte di Leonardo Dati, vicario generale della curia fiorentina.Presenta i quattro fori del sigillo pendente, ora mancante

    10.11.1649, Firenze

    47. Investitura di una cappella nella chiesa di S.Chiara a CastiglionFiorentino di patronato dei Catani.Pergamena acefala

    5.3.1661

    48. Bolla di Lapo Alessandro Pascio, canonico della cattedrale diColle Val d’Elsa, con la concessione del beneficio legato allapievania di S.Agnese in Chianti a Luigi Borgherini, a seguitodella morte dell’ultimo pievano Francesco Ganucci

    12.4.1698, Colle

    49. Cartelle di “luoghi di monte” intestate per lo più a Giovanni diPoggio di Niccolò Baldovinetti, cc.13.Quasi tutte le cartelle hanno il sigillo a secco

    1707-1800, Firenze

    50. Bolla di papa Clemente XII diretta al chierico fiorentino Jacopodi Niccolò Baldovinetti con la concessione dell’esonero dal ser-vizio mattutino in Duomo, a causa della sua infermità.Pergamena con sigillo in piombo e filo serico intatto

    30.12.1733, Roma

    51. Bolla di Orazio Mazzei, canonico e vicario dell’arcivescovo fio-rentino, che applica la lettera apostolica di cui sopra.Pergamena con sigillo pendente in cera lacunoso entro teca completa

    27.1.1733, Firenze

    52. Decreto di nomina a capitano nel reggimento reale della fanteriaitaliana di Vincenzo Baldovinetti con sottoscrizione autografa delre Luigi XIVPergamena con sigillo in cera

    1.4.1735, Versailles

    53. “Bolla di indulgenza plenaria per la nostra chiesa di S.Ansano in 26.11.1738, Firenze

  • 31

    Mugello data l’anno 1738 per 7 anni”

    APPENDICE - FRAMMENTI DI ATTI

    54. Frammento di atti civili al tempo del podestà di Firenze Lodovicodi Giovenate, rogati da ser Matteo di Angelo di Matteo di Figline.Pergamena tagliata in cima e in fondo per riusarla in una legatura

    sec.XIV

    55. Frammento di un libro di estimo del popolo pisano, con elencodei popoli e delle cifre da versare nei pievanati di S.Donato inPacis, S.Maria di Celisaula, S.Ippolito

    1397-1399

    56. Frammento di copia delle provvisioni del Comune di Firenze, conrelativa verbalizzazione delle sedute in cui interviene il camarlin-go Jacopo Lapi

    fine del secolo XIV

    57. Frammento di convocazione di testimoni appartenenti a variecompagnie religiose (fra le altre S.Giovanni Forcunti,S.Anastasio, S.Michele) del Comune di Pistoia (?), da parte diBomnapare (?) di Soffredo

    inizi del secolo XV

    58. Frammento di un codice in folio, di carattere religioso, con ini-ziale miniata.Pergamena riusata come camicia per fascicolo di atti amministrativi deiBaldovinetti nel 1645

    fine del secolo XV

    59. Rinaldo Orsini, vescovo di Firenze, ammette tra i suoi familiari ilsuo primo medico Oliviero di Michele, dottore in medicina e cit-tadino fiorentino. Copia autentica del secolo XVI con inizialeminiata e copia del sigillo della cancelleria imperiale di Carlo IVPergamena tagliata in due parti e mancante del sigillo

    22.12.1485copia del secolo XVI

    60. Frammento del testamento del marito di monna Sandra di Barto-lomeo Barbadori, abitante a Firenze nel popolo di S.Lucia

    inizi del secolo XVI

    61. Frammento di laurea in diritto canonico e romano rilasciata dalloStudio Pisano a Tolomeo di Bello Aldobrandini di Pistoia.Pergamena mancante di oltre la metà e del sigillo che vi si cita

    s.d., ma 1545

    62. Frammento di un contratto

    63. Frammento di atto, forse rogato dal medesimo notaio delle per-gamene nn. 9 e 10

    64. Frammento di atto relativo alla terra di Pratella

    65. Frammento di atti rogati da ser Nozzo di ser Piero Nozzi, cittadi-no fiorentino, relativi a contratti di procura, dote ... di donnaFrancesca.Sei pergamene legate insieme a libretto di cui rimane non più del 10 per

  • 32

    cento

    Sezione I: Scritte patrimoniali

    COMPRAVENDITE E PERMUTE

    1. 1 Sunto della cartapecora relativa all’acquisto di terreni aMartiErrore. Il segnalibro non è definito. da parte diFrancesco di NiccolòErrore. Il segnalibro non è definito.Baldovinetti

    14.12.1417

    1. 2 Acquisto della quarta parte di una casa e frantoio a Usi-glianoErrore. Il segnalibro non è definito. da parte diNiccolò di GuidoErrore. Il segnalibro non è definito.Baldovinetti

    7.3.1446

    1. 3 Vendita di parte di una bottega in S.Stefano al Pon-teErrore. Il segnalibro non è definito. da parte di Niccolòdi GuidoErrore. Il segnalibro non è definito. che l’avevaavuta da sua nonna NannaErrore. Il segnalibro non è de-finito. GuiducciErrore. Il segnalibro non è definito. il 3ott. 1453

    18.9.1460

    1. 4 Vendita di tre botteghe in via Por S.MariaErrore. Il se-gnalibro non è definito. all’ospedale di via S.Gallo daparte di Niccolò di GuidoErrore. Il segnalibro non è de-finito. che l’aveva avute da sua nonna Nanna Guiducci il 3ott. 1453

    10.3.1462

    1. 5 Acquisto dei 16/36 di una torre con bottega in BorgoSS.ApostoliErrore. Il segnalibro non è definito. da partedi Niccolò di GuidoErrore. Il segnalibro non è definito.da Girolamo e Cristoforo di SolettoErrore. Il segnalibronon è definito. di Pera Baldovinetti

    7.6.1464

    1. 6 Acquisto di terre a PratiglioneErrore. Il segnalibro non èdefinito. da parte di Guido di FrancescoErrore. Il segna-libro non è definito. dalla Comunità di MartiErrore. Ilsegnalibro non è definito., “vedi il memoriale grande diFrancesco di GiovanniErrore. Il segnalibro non è defini-to. a c.216”. Contiene anche carta s.d. con le pretese diGuido di Francesco su tali proprietà

    23.4.1478

    1. 7 Acquisto di un terreno alla VallinaErrore. Il segnalibro 8.1.1490

  • 33

    non è definito. di Marti da parte di Antonio di Gui-doErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti

    1. 8 Nota di acquisto di terreni a MartiErrore. Il segnalibronon è definito. da parte di Francesco di NiccolòErrore. Ilsegnalibro non è definito. Baldovinetti. Contiene anchecopia della portata di Francesco di GiovanniErrore. Il se-gnalibro non è definito.

    1417-1529

    1. 9 Ricordo di Paolo di FrancescoErrore. Il segnalibro non èdefinito. di BorgognoneErrore. Il segnalibro non è defi-nito. Baldovinetti delle terre acquistate dal padre

    prima metà del sec.XVI

    1. 10 Baratto fra i fratelli Niccolò e Francesco di Giovan-niErrore. Il segnalibro non è definito.Errore. Il segna-libro non è definito. per la proprietà della torre dei Baldo-vinettiErrore. Il segnalibro non è definito. a Firenze, connota di Francesco: “dove si dimostra la torre di Firenze es-sere tutta mia”

    primi anni del sec.XVI

    1. 11 Acquisto di un terreno a MontepattiErrore. Il segnalibronon è definito. di Marti da parte di Fioretta LottiErrore. Ilsegnalibro non è definito. moglie di Francesco di Borgo-gnoneErrore. Il segnalibro non è definito. da Antonio diMatteoErrore. Il segnalibro non è definito.

    3.8.1504

    1. 12 Acquisto di un terreno a MartiErrore. Il segnalibro non èdefinito. da parte di Antonio di GuidoErrore. Il segnali-bro non è definito. Baldovinetti da Luca di Stefano Tante-riErrore. Il segnalibro non è definito.

    3.2.1506

    1. 13 Vendita di un terreno al Piano della RoccaErrore. Il se-gnalibro non è definito. di MontecatiniErrore. Il segna-libro non è definito. da parte del vescovo di Pisto-iaErrore. Il segnalibro non è definito. al sacerdote Do-menico TuriniErrore. Il segnalibro non è definito. di Pe-sciaErrore. Il segnalibro non è definito.

    15.2.1520

    1. 14 Dichiarazione di prete Francesco del baratto di terre per uncavallo con Marco BadiiErrore. Il segnalibro non è defi-nito. da Trevigna (75 aspri per un cavallo)

    3.2.1525

    1. 15 Acquisto di un terreno nel piano di PisaErrore. Il segnali-bro non è definito. da parte di Francesco di Giovan-niErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti

    15.12.1534

  • 34

    1. 16 Baratto di un orto a UsiglianoErrore. Il segnalibro non èdefinito. fra Francesco di GiovanniErrore. Il segnalibronon è definito. Baldovinetti e i figli del fratello Niccolò

    14.11.1535

    1. 17 Permuta di beni tra i PupeschiErrore. Il segnalibro non èdefinito. di Marti e i fratelli Piero e Filippo Cappo-niErrore. Il segnalibro non è definito.

    19.4.1536

    1. 18 Procura dei Baldovinetti per la vendita della casa di Ro-maErrore. Il segnalibro non è definito.

    29.7.1547

    1. 19 Acquisto di terreni alla FagianaErrore. Il segnalibro nonè definito. di Pisa da parte di Jacopo di FrancescoErrore.Il segnalibro non è definito. Baldovinetti da RaffaelloRiccardiErrore. Il segnalibro non è definito.

    3.12.1547

    1. 20 Acquisto di un terreno alla Collinella di Usigliano da partedi Giovanni e Bernardo di FrancescoErrore. Il segnalibronon è definito.Errore. Il segnalibro non è definito. Bal-dovinetti da Vincenzo Bernarnardini

    7.6.1549

    1. 21 Acquisto di una casa a MartiErrore. Il segnalibro non èdefinito. da parte di Paolo di FrancescoErrore. Il segnali-bro non è definito. Baldovinetti

    27.9.1553

    1. 22 Acquisto di terreni a UsiglianoErrore. Il segnalibro non èdefinito. da parte dei fratelli Giovanni e Bernardo di Fran-cescoErrore. Il segnalibro non è definito.Errore. Il se-gnalibro non è definito. Baldovinetti

    25.4.1555

    1. 23 Acquisto di una casa a UsiglianoErrore. Il segnalibronon è definito. da parte di Giovanni di FrancescoErrore.Il segnalibro non è definito. Baldovinetti da Ulivieri diMarianoErrore. Il segnalibro non è definito..Fascicolo

    13.2.1559-2.4.1559

    1. 24 Ricordo dell’acquisto di una casa a MartiErrore. Il se-gnalibro non è definito. da parte di Paolo di France-scoErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti edel livello di terreni a ValvecchiaErrore. Il segnalibronon è definito.

    12.11.1559

    1. 25 Vendita di alcuni terreni a Fonte dell’Olmo di Calcinaia daparte di Alessandro ZatiErrore. Il segnalibro non è defi-nito. a Simeone RosselminiErrore. Il segnalibro non èdefinito.

    29.10.1561

  • 35

    1. 26 Carte relative all’acquisto di beni (casa e podere) a Gel-loErrore. Il segnalibro non è definito. da parte di Gio-vanni di FrancescoErrore. Il segnalibro non è definito.Baldovinetti dagli AnsaldiErrore. Il segnalibro non è de-finito..Fascicolo

    16.2.1565-7.9.1565

    1. 27 Acquisto di un terreno da parte di Giovanni di France-scoErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinettidalla chiesa di CollegoliErrore. Il segnalibro non è defi-nito.

    25.1.1570

    1. 28 Acquisto di due terreni nella valle del ChiecinaErrore. Ilsegnalibro non è definito. da parte di Jacopo di Jaco-poErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti daVeronica VeroniciErrore. Il segnalibro non è definito.

    8.3.1570-7.9.1570

    1. 29 Acquisto di un terreno a GelloErrore. Il segnalibro non èdefinito. di Palaia, detto al Gabro, da Lazzero di Benedet-toErrore. Il segnalibro non è definito. da Gello

    16.10.1571

    1. 30 Sunto del contratto di vendita del terreno alla Fossa Nuo-vaErrore. Il segnalibro non è definito. di Macera-taErrore. Il segnalibro non è definito. da parte di Guidoe Gabriello di PaoloErrore. Il segnalibro non è definito.Baldovinetti a Cristofano PuntormiErrore. Il segnalibronon è definito.. Contiene anche la ricevuta di un acconto(30 lug. 1582) a Guido di PaoloErrore. Il segnalibro nonè definito.

    6.10.1575

    1. 31 Acquisto del podere e case di Daniello a PontederaErrore.Il segnalibro non è definito. da parte di Jacopo di Jaco-poErrore. Il segnalibro non è definito. e Piccina di Fran-cescoErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti,vedova Cerretani, dai fratelli Riccardi

    7.8.1576

    1. 32 Acquisto di un terreno a TottonaErrore. Il segnalibro nonè definito. di Marti da parte di Jacopo di JacopoErrore. Ilsegnalibro non è definito. Baldovinetti. Contiene anchenota della vendita di un terreno a MontopoliErrore. Il se-gnalibro non è definito. a Francesco di Battista Care-siErrore. Il segnalibro non è definito.

    30.6.1578-7.7.1578

    1. 33 Vendita della metà di una casa a Borgo alla RenaErrore. Ilsegnalibro non è definito. di Marti da parte di FrancescoJacopiErrore. Il segnalibro non è definito. di Marti a Lo-renzo PasquiniErrore. Il segnalibro non è definito. di

    30.8.1579

  • 36

    LuccaErrore. Il segnalibro non è definito.

    1. 34 Acquisto dei beni appartenuti ad Alessandro di Pao-loErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti e in-corporati dal fisco perché bandito, da parte del fratelloFrancesco di PaoloErrore. Il segnalibro non è definito.(vedi n.115.19)

    19.12.1581

    1. 35 Copia del contratto di acquisto di un terreno a Mar-tiErrore. Il segnalibro non è definito. in Porta Pisa-naErrore. Il segnalibro non è definito. da parte di Jacopodi JacopoErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovi-netti

    28.4.1582

    1. 36 Permuta di beni a MontepattiErrore. Il segnalibro non èdefinito. di Marti fra Francesco e Guido di PaoloErrore.Il segnalibro non è definito.Errore. Il segnalibro non è

    definito. Baldovinetti e Lucrezia MediciErrore. Il segna-libro non è definito. vedova Zati

    10.12.1582

    1. 37 Procura di Jacopo di JacopoErrore. Il segnalibro non èdefinito. a Guido di PaoloErrore. Il segnalibro non è de-finito. Baldovinetti per l’acquisto del podere della Margi-nettaErrore. Il segnalibro non è definito. da AlessandroManniniErrore. Il segnalibro non è definito.

    19.11.1584

    1. 38 Acquisto di una casa a Porta PisanaErrore. Il segnalibronon è definito. di Marti da parte di Jacopo di Jaco-poErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti daMaria e Ortensia di FrancescoErrore. Il segnalibro non èdefinito. e dallo zio Guido di PaoloErrore. Il segnalibronon è definito.

    20.12.1588

    1. 39 Attestazione dell’acquisto di alcuni beni posti a Bassa daparte di Vincenzo di PoggioErrore. Il segnalibro non èdefinito.

    16.6.1589

    1. 40 Vendita della metà di un terreno a MontopoliErrore. Il se-gnalibro non è definito. da parte di Piccina di France-scoErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti neiLorini

    2.7.1590

    1. 41 Acquisto di una casa a GelloErrore. Il segnalibro non èdefinito. da parte dei fratelli Bernardo e Bendetto di Gio-vanni Baldovinetti

    1.10.1591

  • 37

    1. 42 Acquisto di un terreno a S.Frediano di MartiErrore. Il se-gnalibro non è definito., poi venduto ai Pucci, da partedei figli di Jacopo Baldovinetti

    26.6.1593

    1. 43 Acquisto di un terreno a S.FredianoErrore. Il segnalibronon è definito. di Marti da parte di Vincenzo di Pog-gioErrore. Il segnalibro non è definito. da Giovanni Ca-resiErrore. Il segnalibro non è definito.

    18.4.1595

    1. 44 Carte relative all’acquisto di case a Porta PisanaErrore. Ilsegnalibro non è definito. di Marti da parte di Guido diPaoloErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti,poi cedute dai figli Paolo e Gabriello alle suore diS.Matteo di PisaErrore. Il segnalibro non è definito.(1608)Fascicolo

    1596-1611

    1. 45 Permuta di beni della MarginettaErrore. Il segnalibronon è definito. e VallinaErrore. Il segnalibro non è de-finito. di ChiecinaErrore. Il segnalibro non è definito.fra Vincenzo di PoggioErrore. Il segnalibro non è defini-to. Baldovinetti e Giuliano Capponi

    25.12.1606

    1. 46 Vendita di due terreni a CollepattiErrore. Il segnalibronon è definito. dei fratelli BartoliErrore. Il segnalibronon è definito. ad Andrea Incontri

    24.5.1609

    1. 47 Acquisto di beni a Palaia da parte di Fabio di PieroErrore.Il segnalibro non è definito. Baldovinetti da Stefano Go-gniErrore. Il segnalibro non è definito. di Bientina

    31.7.1612

    1. 48 Acquisto di un terreno a BuccianoErrore. Il segnalibronon è definito. in Val d’Evola da parte di Fabio di Pie-roErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti

    7.7.1614

    1. 49 Baratto di terre del podere di VallecchioErrore. Il segna-libro non è definito. di Marti fra Francesco di Jaco-poErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti eLuigi Filippo CapponiErrore. Il segnalibro non è defini-to.

    Fascicolo segnato IV.1

    7.1.1615

    1. 50 Procura di Cammilla di Guido Baldovinetti al marito Pom-peo IncontriErrore. Il segnalibro non è definito. per ven-dere il podere la Doccia di SettignanoErrore. Il segnali-bro non è definito.

    16.3.1616

  • 38

    1. 50 Contratto di vendita del podere di SaldinoErrore. Il se-gnalibro non è definito. che non ebbe luogo perché sotto-posto alla primogenitura di PoggioFascicolo segnato IV.2

    24.1.1619

    1. 51 Acquisto di metà del podere con case alla Doccia di Teren-zanoErrore. Il segnalibro non è definito. da parte diCammilla di Guido e del fratello Paolo di GuidoErrore. Ilsegnalibro non è definito. Baldovinetti dai PoltriErrore.Il segnalibro non è definito.. Contiene anche procure diCammilla al marito Pompeo IncontriErrore. Il segnalibronon è definito. (16 mar. 1616) e al fratello (21 nov. 1619)

    17.2.1620

    1. 52 Acquisto di due case a Marti da parte di Vincenzo di Pog-gioErrore. Il segnalibro non è definito. di Jacopo Baldo-vinetti

    11.6.1628

    1. 53 Carte relative all’acquisto di terreni a UsiglianoErrore. Ilsegnalibro non è definito. da parte di Giovanni di Jaco-poErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti daGiuliano BaldereschiErrore. Il segnalibro non è definito.

    13.4.1642

    1. 54 Acquisto di una casa a MartiErrore. Il segnalibro non èdefinito. da parte dei fratelli e figli di Giovanni di Jaco-poErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti daSabatino FalleriErrore. Il segnalibro non è definito.

    20.10.1650

    1. 55 Fede del contratto di acquisto di una casa a Porta Pisa-naErrore. Il segnalibro non è definito. di Marti da partedi Camilla RucellaiErrore. Il segnalibro non è definito.da Frosino FrosiniErrore. Il segnalibro non è definito.

    27.4.1654

    1. 56 Acquisto di una casa a Porta PisanaErrore. Il segnalibronon è definito. di Marti, in via di Mezzo, da Orazio Mac-cantiErrore. Il segnalibro non è definito.

    5.12.1654

    1. 57 Carte relative alle vendite di beni a Marti dai Nencioni aiBaldovinetti sui quali gravava un obbligo di messe alla lo-cale Cappella del Rosario. Contiene anche schizzo di albe-ro genealogico dei NencioniErrore. Il segnalibro non èdefinito.Fascicolo

    1.11.1666-11.1741

    1. 58 Contratto di acquisto da parte del capitano Vincen-zoErrore. Il segnalibro non è definito. Baldovinetti dellacasa a MartiErrore. Il segnalibro non è definito. a PortaPisanaErrore. Il segnalibro non è definito. da Giovan

    10.11.1696

  • 39

    Battista CaramelliErrore. Il segnalibro non è definito..Contiene anche dichiarazioni relative all’immobile delconfinante NencioniErrore. Il segnalibro non è definito.(1705-1717)Fascicolo

    1. 59 Carte relative all’acquisto di una casa posta accanto allavilla di MartiErrore. Il segnalibro non è definito., daparte del capitano VincenzoErrore. Il segnalibro non èdefinito. Baldovinetti da Alessio PolliniErrore. Il segna-libro non è definito.Fascicolo

    1711-1714

    2. 1 Carte relative all’acquisto del podere di Vallecchi-noErrore. Il segnalibro non è definito. a Marti da partedi Benedetto di GiovanniErrore. Il segnalibro non è de-finito. Baldovinetti da Girolamo GagnolantiErrore. Il se-gnalibro non è definito. di PisaFascicolo segnato IX.7

    16.9.1711

    2. 2 Carte relative all’acquisto della casa di MartiErrore. Il se-gnalibro non è definito. a Porta PisanaErrore. Il segnali-bro non è definito. e alla vertenza nata per la presenza diun contratto livellario con la chiesa di S.Giovanni Battistadi ToianoErrore. Il segnalibro non è definito., tenuto na-scosto dal venditore Alessio PolliniErrore. Il segnalibronon è definito. (vedi anche il n.2.6)Fascicolo

    4.5.1714-21.08.1765

    2. 3 Acquisto di un terreno al Fosso sotto il BorghettoErrore.Il segnalibro non è definito. di Marti da parte di Giovannidi PoggioErrore. Il segnalibro non è definito. da AntonioBaccheretiErrore. Il segnalibro non è definito.

    18.2.1726

    2. 4 Carte relative all’acquisto di una casa a EmpoliErrore. Ilsegnalibro non è definito. da parte di Giovanni di Pog-gioErrore.


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