+ All Categories
Home > Documents > BCE IL VOLTO DELLA CRISI - newassetmanagement.it · 2020 Marzo / Aprile 3 SOMMARIO Protagonisti 6...

BCE IL VOLTO DELLA CRISI - newassetmanagement.it · 2020 Marzo / Aprile 3 SOMMARIO Protagonisti 6...

Date post: 23-May-2020
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
76
9 772532 966000 ISSN 2532-9669 00015 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LOM/MI/5193 -Prima immissione 31/03/2020 - Bimestrale | www.newassetmanagement.it | N°15 marzo - aprile | € 9.00 ITA IL VOLTO DELLA CRISI ALTERNATIVI Una risposta ai tassi zero PANDEMONIO Gestire il cigno nero BCE Christine Lagarde
Transcript

9772532

966000

ISSN

2532-9669

00015

Pos

te It

alia

ne s

.p.a

. -

Sp

ediz

ione

in A

bb

ona

men

to P

osta

le -

70

% -

LO

M/M

I/5

193

-P

rima

imm

issi

one

31/

03

/202

0 -

Bim

estr

ale

| w

ww

.new

ass

etm

ana

gem

ent.i

t | N

°15

ma

rzo

- a

pril

e | €

9.0

0 IT

A

IL VOLTO DELLA CRISI

ALTERNATIVIUna risposta ai tassi zero

PANDEMONIOGestire il cigno nero

BCE

Christine Lagarde

2020 Marzo / Aprile 3

SOMMARIOProtagonisti

6 Madame inadeguatezza

Scenari

8 Pensare fuori dagli schemi

10 Mercati in picchiata sulle ali del cigno nero

Mercati e Business

18 Alternativa a tassi bassi e alta volatilità

26 Chi vince e chi perde nell’economia reale

32 Il continente degli estremi tra rischi e opportunità

38 I bond ora tutti li vogliono green

42 Come investono gli enti di previdenza privati

Prodotti e Servizi

54 Un anno certificato

Consulenza Finanziaria

56 La voce del consulente

Digital e Innovazione

60 Gestione e consulenza obbligate a essere smart

Lifestyle

62 Divertimento sostenibile

64 Un salotto tra le onde

66 Luxury gadget

68 Fuga nell’oasi più esclusiva

DIRETTORE RESPONSABILEGuido Giommi | [email protected]

COORDINAMENTO EDITORIALEPaolo Tomasini | [email protected]

REDAZIONE GRAFICAGiulia Andreoli | [email protected]

COLLABORATORIMargherita Abbate Daga, Annabella D’Argento, Jonathan Figoli, Leopoldo Fiore, Nino Gavioli, Annalisa Lospinuso, Samy Muaddi, Pasquale Orlando, Alessandro Ruocco, Sara Silano, Alex Soldati

COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNEAlessia Annicchiarico | [email protected]

COORDINAMENTO INTERNAZIONALE Alessia Liparoti | [email protected]

PROGETTI SPECIALI E MARKETINGRiccardo F.T. Valerio | [email protected]

La rivista del Risparmio Gestito | Marzo - Aprile 2020

REDAZIONE E STUDI TELEVISIVIVia Dante 4, 20121 Milano - tel. 02 87386306Per comunicati stampa inviare a: [email protected]

EDITORIAL OFFICESLondra - Milano - New York - Singapore - Dubai - Hong Kong

TIPOGRAFIAArti Grafiche Fiorin AGF. S.p.A.

UFFICIO ADV [email protected]

DISTRIBUZIONE PER L’ITALIAMePe - Distribuzione Editoriale | Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano

SERVIZIO ABBONAMENTITelefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: [email protected]

EDITORE

Le Fonti S.r.l. | Via Dante, 4 | 20121, Milano

RUBRICHE

4 Carriere

5 News

16 Women in Finance

28 Market Star

40 The Next Unicorns

48 Il lato oscuro

CAMBIO INDIRIZZOSi prega di comunicarci entro il 20 del mese precedente il nuovo indirizzo via mail a: [email protected]

GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONAMENTILe Fonti garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo ad [email protected] bimestrale registrata presso il Tribunale di Milano il 09 Giugno 2017, numero 183. La testata Asset Management è di proprietà di Le Fonti. Direttore Responsabile Guido Giommi.

Prezzo di copertina € 9,00 | www. newassetmanagement.it

Marzo / Aprile 20204

RUBRICHE | CARRIERE

WAVE FINANCIAL GROUPUn presidente tutto nuovo

ETICADue promozioni interne

RIZE ETFTutto pronto per lo sbarco in Italia

GENERALI INVESTMENTSSi consolida il progetto multi-boutique

Wave Financial Group ha annunciato la nomina di Matteo Dante Perruccio nel ruolo creato ex novo di president international. Vanta un’esperienza di oltre 30 anni nell’investment management durante i quali ha ricoperto vari incarichi, tra cui quello di ceo di Pioneer Investments, ceo e fondatore di Hermes Bpk Partners, e più recentemente di presidente di Secofind multi fa-mily office.

Etica Sgr ha nominato Arianna Magni responsabile dell’area institutional and international business development e Davide Mascheroni responsabile dell’area partner commerciali.Magni ha maturato una lunga esperienza nel settore finanziario iniziata presso Radiocor e proseguita in Online Sim a partire dal 2000. È in Etica dal 2015.Mascheroni ha iniziato la sua carriera nel 2004 lavorando in società di asset management dove ha ricoperto sempre ruoli di carattere commerciale. È entrao in Etica a giugno 2018.

Rize Etf ha scelto Emanuela Salvadè come head of italian speaking regions, con il compito di guidare le attività sul mercato italiano. La nomina è un passo fondamentale nel piano stra-tegico della società inglese per la costruzione del business in Italia e il successivo sviluppo su questo mercato. Salvadè vanta oltre dieci anni di esperienza nel settore finanziario, in parti-colare degli Etf, insieme a una vasta conoscenza del mercato italiano. La manager proviene da Macquarie Bank dove si è occupata delle attività di vendita e trading degli Etf per i mercati europei e asiatici. In precedenza è stata Etf sales associate di WisdomTree Europe per il mer-cato italiano e svizzero, e per cinque anni ha operato in Efg Bank, prima nell’area strategy & research e poi come investment specialist nella consulenza di portafoglio, in cui ha anche supportato il team Swiss Private Banking.

Generali Group Investments, Asset & Wealth Management ha scelto Filippo Casagrande (foto) come head of insurance por-tfolios investment strategy. Collaborerà con il group chief investment officer, Timothy Ryan, nella supervisione degli investimenti dei portafogli assicurativi del gruppo, fornendo supporto su transazioni di investimento e disinvestimento. Si occuperà inoltre di guidare gli investimenti in asset manager esterni, tramite la selezione e l’implementazione di nuove opportunità di investimento e l’analisi di potenziali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi delle compagnie assi-curative. Tra i ruoli ricoperti in precedenza da Casagrande quello di head of investments in Generali Investments che vie-ne assunto da Antonio Cavarero, che era responsabile fixed income in Generali Insurance Asset Management.

2020 Marzo / Aprile 5

RUBRICHE | NEWS

FRANKLIN TEMPLETON & LEGG MASONNasce un colosso da 1,5 trilioni di dollari

Che l’industria dell’asset management vada verso il consolidamento è ormai noto. E la notizia che riguarda l’accordo siglato da Franklin Templeton per l’acquisizione di Legg Mason ne è la conferma più evidente. Il deal prevede l’acquisto a 50 dollari ciascuna delle azioni ordi-narie di Legg Mason, un’operazione completamente cash da 4,5 miliardi di dollari. Frankiln Templeton assumerà anche circa 2 miliardi di dollari di debito in essere di Legg Mason. L’ac-quisizione di Legg Mason e delle sue molteplici affiliate, che gestiscono collettivamente oltre 806 miliardi di dollari al 31 gennaio 2020, faranno di Franklin Templeton uno dei maggiori gestori indipendenti al mondo con un patrimonio complessivo di 1,5 trilioni di dollari di asset under management. «I nostri punti di forza complementari miglioreranno il nostro posizionamento strategico e il potenziale di crescita a lungo termine, pur mantenendo il nostro obiettivo di creare un’orga-nizzazione più equilibrata e diversificata che sia posizionata in modo competitivo», ha detto il presidente esecutivo di Franklin Templeton, Greg Johnson.«Questa acquisizione aggiungerà capacità diversificate alle nostre strategie di investimento esistenti con una modesta sovrapposizione tra affiliate di livello mondiale, team di investi-mento e canali di distribuzione, aggiungendo notevole leadership e forza nel reddito fisso core, nelle strategie attive sull’equity e negli investimenti alternativi. Espanderemo anche le nostre soluzioni multi-asset, un’area di crescita chiave per noi, vista la crescente domanda i di soluzioni di investimento complete e orientate ai risultati», ha aggiunto Jenny Johnson, presidente e ceo di Franklin Templeton.

ALLIANZ BANK FA 25 milioni in supporto alla rete

EURIZON CAPITALAl via una società dedicata agli alternativi

Allianz Bank Financial Advisors varato un pacchet-to articolato di ini-ziative per un totale di 25 milioni di euro di liquidità per soste-nere economicamente la propria rete di consulenti finanziari. Paola Pietrafesa, amministratore delegato di Allianz Bank Fa ha commentato: «In questo momento difficile per il nostro paese e per i mercati è importante essere vicini ai propri clienti e alla propria rete, con iniziative concrete e tempestive. Grazie a questo investimento di 25 milioni di euro, i nostri consulenti avranno da subito risorse finanziarie per affrontare con maggiore respiro la loro costante attività a supporto della nostra cliente-la che, specialmente in momenti come questi, richiede la massima cura e attenzione».

La divisione asset management di Intesa Sanpaolo lancia una nuova Sgr dedicata a investimenti alter-nativi di private market, Eurizon Capital Real Esta-te (Ecra). Si tratta di una joint-venture partecipata al 51% da Eurizon Capital Sgr e al 49% da Intesa Sanpaolo Vita. La nuova società ha un patrimonio di 3,4 miliardi, ricevuto in delega di gestione da In-tesa Sanpaolo Vita, e una struttura che comprende 10 professionisti, specializzati in private equity, pri-vate debt, infrastrutture e real estate.

AZIMUT WEALTH MANAGEMENT Una divisione per i patrimoni più importanti

Azimut Wm ha ampliato le proprie attività con una nuova struttura totalmente dedicata al family busi-ness. Il progetto punta ad aggregare le diverse esi-genze di gestione e ottimizzazione del patrimonio delle grandi imprese e famiglie italiane attraverso servizi fortemente personalizzati.

Marzo / Aprile 20206

Madame INADEGUATEZZA

PROTAGONISTI | BCE

Breve storia triste di una giornata disastrosa e di parole a vanvera che rischiano di segnare per sempre il mandato (che a questo punto si spera breve) di Christine Lagarde, presidente per caso della Banca centrale europea

Leopoldo Fiore

Forse senza nemmeno rendersene conto - e sia chiaro: non è un’attenuante bensì un’aggravante - Christine Lagarde, pre-sidente della Banca centrale europea, alle 14.30 di giovedì 12 marzo, in quel di Francoforte sul Meno, è ufficialmente diven-tata il volto della crisi. Parte integrante della pandemia che sta mettendo in ginocchio l’Italia, l’Europa e il mondo intero.Al termine di un’attesissima riunione del board della Bce, chia-mata a rispondere alle mosse della Fed e della Bank of England, nei giorni dei grandi timori per l’economia e del panico sui mercati, ecco, Madame anziché rassicurarli ha deciso di ter-rorizzarli. «Non siamo qui per chiudere gli spread. Questa non è la funzione né la mission della Bce, ci sono altri strumenti e altri attori per interventi su questi aspetti», ha detto senza fare un plissé. E ancora: «Nessuno dovrebbe attendersi che sia la Bce a essere la prima linea nella risposta al coronavirus». Insomma: «Fatti vostri».Risultato? Il differenziale tra Btp e Bund è schizzato sopra quota 260 (ma anche in Francia, Belgio Irland gli spread si sono impennati) e le borse, tutte, sono andate in picchiata. I listini europei hanno perso intorno al 10% e Piazza Affari è crollata addirittura del 17%. Bel lavoro Madame!Alla prima prova decisiva, la nuova Bce di Madame Lagarde s’è dimostrata del tutto inadeguata. E chissà ora quali altre sor-prese bisogna aspettarsi per il prosieguo del suo mandato.Le reazioni, durissime, sono arrivate un po’ da ovunque. Alan Friedman, giornalista, scrittore, esperto di economia statuni-tense, sul canale della web tv di Le Fonti (lefonti.tv) Alan Fri-edman ha voluto prendere una posizione molto netta, seguito da tanti altri economisti e politici europei. «Christine Lagarde ha fatto un flop. Si è dimostrata indegna della sedia che è stata di Mario Draghi. Dovrebbe dimettersi».Il collaboratore di Le Fonti ha poi ricordato a chi se ne fosse dimenticato chi è davvero Madame: «È una politica france-

2020 Marzo / Aprile 7

se, una fedelissima di Nicolas Sarkozy, che ha fatto il gioco sporco contro l’Italia durante il famoso G20 di Cannes del 2011, quando cercò di impor-re un prestito del Fmi, che avrebbe distrutto il paese in quel momento. Non è un ban-chiere e non sa parlare, è più un salottiere di Washington, un personaggio molto ambi-guo». E ancora: «Lagarde è stata condannata a Parigi, la cui sentenza è tutt’ora sospe-sa, per la “malagestione” di oltre 400 milioni di euro dei contribuenti francesi insieme a una persona vicina all’ex premier Sarkozy». La vicenda a cui si riferisce Friedman risale al 2007, quan-do Madame, allora in carica come ministro, fu accusata di aver favorito Bernard Tapie, pluricondannato ed ex mini-stro francese vicino a Sarkozy, nella sua richiesta di inden-nizzo nei confronti del Cre-dit Lyonnais per la cessione del marchio Adidas. Lagarde, contro il parere dell’organo consultivo, avrebbe deciso di ricorrere all’arbitrato privato che deliberò in favore di Tapie. I soldi furono poi restituiti a seguito di un’altra sentenza e Madame fu immediatamente processata e condannata per «negligenza». La pena, che prevedeva un anno di car-cere, 15mila euro di multa e l’iscrizione nel casellario giu-diziario, fu sospesa a causa del «ruolo rivestito» e della sua «reputazione internazionale». Secondo Friedman il fatto più grave consiste nell’incapacità comunicativa fondamentale per il ruolo che ricopre il pre-sidente della Bce. «Ha fatto un grave errore e lo ha fatto con

Christine Lagarde presidente della Bce

arroganza, dicendo con tono compiaciuto che non si potesse aspettare da lei un altro “whatever it takes”. Quando un ban-chiere centrale parla con i mercati, può affossare i mercati e di-struggere la situazione. Mi auguro che da tutto questo impari a fare il suo mestiere». E infatti, dopo essersi scusata con i colleghi del consiglio di-rettivo della Bce, come ha rivelato il Financial Times, e dopo aver evidentemente ascoltato le voci critiche come quella di Friedman, Madame ha cambiato (o le hanno fatto cambiare?) radicalmente rotta. E nella notte tra il 18 e 19 marzo la Bce ha infine deciso di lanciare un nuovo quantitive easing da 750 miliardi di euro. «Tempi straordinari richiedono azioni stra-ordinarie», ha detto. «Non ci sono limiti all’impegno della Bce per l’euro», contraddicendo quello che aveva detto meno di una settimana prima. Ecco, forse non è tardi per i mercati e per l’economia europea (anche se serve ben altro, e serve subito, come spiega nell’articolo seguente l’economista Paul De Grau-we), ma ormai è troppo tardi per ricostruire la «reputazione internazionale» di Madame.

Marzo / Aprile 20208

Pensare fuori dagli SCHEMIAvendo assistito alla crisi finanziaria del 2008 e alla successiva crisi del debito dell’Eurozona, ipolitici europei dovrebbero già rendersi conto di cosa potrebbe significare la pandemia da coronavirus per l’economia. E agire subito per evitare una spirale discendente che si perpetua da sé. A cominciare dalla Banca centrale europea

Paul De Grauwe

La pandemia da coronavirus ha innescato un doppio choc di inten-sità senza precedenti, sia sull’offerta sia sulla domanda. Entrambi stanno avendo un impatto significativo sulla produzione di beni e servizi e poiché alla fine il reddito di tutti deriva dalla produzio-ne, i redditi delle famiglie stanno rapidamente diminuendo. Con molte economie già in una spirale discendente e dirette verso la recessione, il pericolo è che la recessione diventi una rotta che si autoalimenta e si approfondisce sempre di più.Gli choc di domanda e offerta probabilmente scateneranno molti «effetti domino». Le aziende con costi fissi elevati che subiscono un improvviso calo delle entrate dovranno affrontare rapida-mente difficoltà finanziarie o persino il fallimento. Quando ciò accade, anche le banche e le altre entità che hanno prestato denaro a queste società saranno nei guai. Questo è il motivo per cui enor-mi choc economici possono spesso portare a crisi bancarie.Ma l’effetto domino non si ferma qui. Anche i governi possono af-frontare pericoli fiscali quando intervengono per mitigare la crisi. Nel caso dell’attuale pandemia, i governi nazionali dovranno sal-vare le imprese dalla bancarotta concedendo sostegno finanziario e sussidi, aiutando i lavoratori con piani di disoccupazione tem-poranea e forse anche soccorrendo grandi banche. Peggio anco-ra, tutto ciò deve essere fatto in un momento di calo delle entrate fiscali, il che significa che i disavanzi pubblici e i livelli del debito saliranno alle stelle.Abbiamo visto come funzionano questi effetti domino duran-te la crisi finanziaria del 2007-2008. La differenza ora è che lo choc iniziale non è iniziato nei mercati finanziari per poi river-sarsi nell’economia reale. Piuttosto, gli choc di oggi sono emersi dall’economia reale e hanno rovesciato i mercati finanziari. Ma, come in passato, questa crisi richiede misure urgenti per mettere più spazio tra i pezzi del domino in caduta. Bisogna pensare a un «allontanamento sociale» macroeconomico.Cosa significa in pratica? In primo luogo, i governi nazionali devono intervenire su vasta scala per fornire sostegno finanzia-

SCENARI | L’APPELLO DELL’ECCONOMISTA

2020 Marzo / Aprile 9

rio alle imprese e alle famiglie in difficoltà i cui guadagni sono a rischio. La maggior parte dei governi europei sembra già essere disposta a farlo. Il problema è che espansioni fiscali su larga scala da parte degli Stati membri della zona euro potrebbero rivelar-si difficili. È quindi fondamentale che la Banca centrale europea intervenga per prevenire la caduta dell’ultimo domino: i governi degli Stati membri.Poiché non hanno altra scelta che sostenere aziende in fallimento, banche illiquide e famiglie in difficoltà, i governi nazionali po-trebbero entrare in un territorio pericoloso. Più aumenta il loro debito, maggiore è il rischio che i loro obbligazionisti si lascino prendere dal panico, come abbiamo visto durante la crisi del debito sovrano 2010-2012. E i paesi che registrano il maggiore aumento del debito a causa della «coronacrisi», Italia, Spagna e Francia, sono tra le quattro maggiori economie dell’Eurozona.Per evitare il rischio di panico nel mercato obbligazionario, la Bce dovrebbe prepararsi ad acquistare titoli di stato in difficoltà. Durante la crisi del 2012, la Bce ha posto le basi per tale risposta con il suo programma di operazioni definitive monetarie (Omt). Ma all’inizio di marzo, la presidente della Bce, Christine Lagarde, sembrava suggerire che la banca non sarebbe venuta in soccor-so degli Stati membri indebitati, solo per tornare alle sue osser-vazioni il giorno dopo. Tuttavia, dato che la sua dichiarazione iniziale è stata applaudita dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, permangono seri dubbi sul fatto che la Bce offrirà un sostegno diretto ai governi nazionali.A dire il vero, la Bce ha promesso di servire come prestatore di ul-tima istanza per le banche europee e ha riattivato il suo program-ma di quantitative easing, attraverso il quale acquisterà ulteriori titoli di Stato nei mercati secondari. Ma mentre il Qe fornirà un po’ di sollievo ai governi nazionali, non sarà sufficiente. La Bce deve fare un ulteriore passo, preparandosi ad acquistare titoli di stato nei mercati primari, emettendo denaro per finanziare i defi-cit di bilancio degli Stati membri durante la crisi.Se la Bce si impegna nel finanziamento monetario dei deficit di bi-lancio degli Stati membri, sarà probabilmente affiancata da molte

altre banche centrali in tutto il mondo. La virtù di tale approc-cio è che risparmia i governi nazionali dal dover emettere nuovi debiti. Poiché tutti i nuo-vi debiti sarebbero monetizzati, la crisi non aumenterebbe i rap-porti debito pubblico/Pil. Per quei paesi che soffrono il peg-gio della pandemia, la minaccia del panico di un obbligazionista sarà rimossa dall’equazione.Sì, si potrebbero sollevare mol-te obiezioni a questa proposta. Dal punto di vista giuridico, il trattato sul funzionamento dell’Unione europea vieta alla Bce di impegnarsi nel finanzia-mento monetario dei disavanzi del bilancio nazionale. Ma gli avvocati della Bce, con la loro ingegnosità illimitata, potreb-bero sicuramente trovare un modo per aggirare questa re-strizione. Dopotutto, il futuro stesso della zona euro dipende da questo.Si potrebbe anche obiettare sul fatto che il finanziamento mo-netario produrrebbe inflazio-ne. Tuttavia, nelle circostanze attuali, non c’è alcuna possibi-lità che questo accada. Semmai, l’Europa sta affrontando una spirale deflazionistica; il finan-ziamento monetario sarebbe contrario a questa tendenza. Non appena la dinamica defla-zionistica fosse fermata, la Bce potrebbe bloccare il proprio fi-nanziamento monetario.Prima o poi, la Bce deve accet-tare che il finanziamento mo-netario a sostegno della spesa per deficit è una necessità non solo per mitigare la crisi Co-vid-19, ma anche per evitare un ciclo deflazionistico verso il basso che potrebbe spaccare la zona euro. È tempo di pensare fuori dagli schemi.

Paul De Grauwe è professore di politica economica e capo del dipartimento Europa alla London School of Economics

Marzo / Aprile 202010

Mercati in picchiatasulle ali del CIGNO NERO

SCENARI | PANDEMONIO

La volatilità è massima e le Borse sono in preda al panico. Ma vendere ora potrebbe danneggiare la possibilità di raggiungere gli obiettivi di lungo periodo. Meglio anzi continuare a investire, ora che i titoli vengono negoziati con circa il 30% di sconto

Nino Gavioli

Oltre al tributo di vite umane, altissimo, l’epidemia da co-ronavirus ha già avuto, sta avendo e continuerà ad avere a lungo un devastante impatto sull’economia planetaria. E di riflesso sui mercati finanziari.La recessione globale non è più un’ipotesi. È già tra noi. «Vedere l’Europa e buona parte degli Stati Uniti abbas-sare le saracinesche ha fugato ogni dubbio», dice Joseph V. Amato, president e chief in-vestment officer - equities di Neuberger Berman. «Contra-riamente a quanto accadde nel 2008, non occorre conoscere i meccanismi più sofisticati del sistema bancario per ca-pire che cosa sta succedendo. Siamo tutti bloccati in casa. Nessuno va più in giro. Si la-vora poco. Si compra poco. Il tentativo di appiattire e al-lungare la curva dei contagi mediante il distanziamento sociale e l’autoisolamento sal-verà vite umane e consentirà,

2020 Marzo / Aprile 11

ce lo auguriamo tutti, di evita-re il collasso dell’infrastruttu-ra sanitaria. Ma tutto questo ha un prezzo e cioè una fles-sione più lunga e più marcata dell’attività economica. Parte della domanda perduta nei prossimi mesi farà prepoten-temente ritorno, ma non tutta. Chi ha posticipato l’acquisto di una nuova automobile, pri-ma o poi la comprerà comun-que. Ma chi ha annullato due prenotazioni al ristorante, difficilmente consumerà due pasti la prossima volta che an-drà a mangiare fuori. Questa recessione sarà devastante in termini di posti di lavoro. A risentirne saranno soprattut-to le piccole imprese. In diver-si paesi registreremo un calo del Pil senza precedenti». Ma la domanda chiave resta: quanto durerà tutto ciò? «Lo choc della domanda a cui stiamo assistendo», prosegue il responsabile degli investi-menti azionari di Neuberger Berman a livello globale, «sol-leva un interrogativo crudo e brutale: la liquidità di bilan-cio è sufficiente per coprire le spese per tre mesi? Per nume-rose piccole e medie imprese di tutto il mondo, poco im-porta quanto prudenti siano state, la risposta è negativa. Se necessario, una grande multi-nazionale può ridurre tempo-raneamente il proprio orga-nico e poi procedere a nuove assunzioni quattro mesi più tardi. Ma se un’azienda con 50 o 100 dipendenti va in dif-ficoltà, ci metterà degli anni per ritornare a un livello che le consenta di ricreare i posti di lavoro perduti».Alcune aziende falliranno (ne-gli Usa si stima una percen-

tuale di default intorno al 10%, lo stesso in Europa), il tasso di disoccupazione s’impennerà (negli Stati Uniti, secondo il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, salirà dall’attuale 3,5% al 20%) e il Pil, inevita-bilmente, calerà. Secondo S&P Global la crescita globale nel 2020 non supererà l’1,5% dal +3,3% previsto a febbraio, se-condo Morgan Stanley scen-derà all’1,25%, ancora meno per Goldman Sachs, lo 0,9%. Anche per il Fondo monetario internazionale le prospetti-ve di crescita mondiale sono negative (sotto il 3% secondo i parametri del Fmi l’econo-mia globale è in decrescita): si tratta di «una recessione come quella della crisi finanziaria o peggio. Anche se ci aspettiamo la ripresa nel 2021», ha detto il direttore generale Kristalina Georgieva.

LA REAZIONE DELLA FED E DELLA BCEE in tutto questo che fanno i governi e le istituzioni finan-ziarie? Iniziano a rispondere, chi più chi meno. La Fed ha sfoderato immediatamente il bazooka, tagliando i tassi a zero e predisponendo un pro-gramma di quantitative easing potenzialmente illimitato. E dopo un inizio lento e con-traddittorio, anche la Banca centrale europea si è attivata. «Il Pandemic emergency pur-chase programme (Pepp) del-la Bce», commenta Andreas Billmeier, sovereign research analyst di Western Asset, af-filiata Legg Mason, «rappre-senta due passi avanti nella reazione di politica monetaria europea: uno quantitativo, vi-sto che la cifra annunciata da

RECESSIONEGLOBALES&P Global +1,5%

Morgan Stanley +1,25%

Goldman Sachs +0,9%

Marzo / Aprile 202012

qui a fine anno corrisponde, per ora, al 6% del Pil dell’eu-rozona; un altro qualitativo, essendo uno strumento molto flessibile, che di fatto elimina alcune restrizioni precedenti. Finché il covid-19 minaccerà la trasmissione regolare del-la politica monetaria, il che costituisce uno scudo impor-tante da questioni regolamen-tari e legali che sicuramente emergeranno, la Bce ha ampia discrezione nella scelta de-gli asset da comprare e può aumentarne le quantità se lo ritiene necessario. Inoltre, an-nunciando questo program-ma, la Bce ha essenzialmente comunicato che l’istituzione è disposta a rinunciare ai limiti autoimposti per l’acquisto di titoli sovrani che, vista la quo-ta più alta di acquisti mensile, sarebbero diventati una gab-bia prima della fine del Pepp».Grazie a questa mossa Bil-lmeier si aspetta che «i paesi periferici, Grecia compresa, possano trarne beneficio da questo programma, come il restringersi degli spread già sembra dimostrare. Ma il vero valore di questo programma sta nel fatto che rappresenta un impegno di fondo a sup-portare i responsabili delle politiche fiscali nella lotta contro una minaccia al mec-canismo di trasmissione mo-netaria, a livello nazionale ma anche sovranazionale se il dibattito su un bond europeo riprenderà. In altre parole, si è fatto un parziale dietrofront dallo sfortunato commento di Christine Lagarde sull’allar-gamento degli spread: finché gli spread si allargheranno a causa del covid-19, la Bce ver-rà in aiuto».

Tutte queste azioni, comprese quelle della Bank of England e della Bank of Japan, sottoli-nea Amato, «si sono verificate a velocità supersonica, come l’aggravarsi della crisi sani-taria. A titolo di confronto, durante la crisi finanziaria del 2008-2009, la Fed tagliò i tassi allo 0% solo nel dicembre 2008. E nonostante l’imple-mentazione di diversi provve-dimenti specifici negli ultimi mesi del 2008, fu necessario aspettare fino all’aprile 2009 (cioè ben sette mesi dopo che la crisi aveva raggiunto il culmine) per assistere al pia-no di salvataggio del settore bancario, all’importante pro-gramma di stimolo fiscale de-gli Stati Uniti e alla riunione del G20 che diede il via a una risposta coordinata a livello globale». Insomma, finora tutto bene. Forse.In una situazione di emer-genza come questa, dice Ales-sandro Tentori, cio di Axa Im Italia, bisogna agire su tre livelli. In prima istanza serve «coordinazione a livello di singolo paese, vitale per de-stinare le nuove risorse allo scheletro produttivo, che per definizione varia da paese a paese. E bene o male tutti i paesi si sono già mossi in que-sta direzione». Ma ci vuole anche coordinazione fiscale tra paesi: «Questa dimensio-ne è importante per preveni-re che ci siano paesi al traino e paesi che invece usano gli strumenti di bilancio in ma-niera appropriata. Sul tema dell’integrazione della rispo-sta economica alla crisi siamo parecchio indietro, in partico-lare in Europa. Ma pensare di creare un Eurobond in poche

2020 Marzo / Aprile 13

ore, dopo che in 20 anni non siamo riusciti a dare vita a una ar-chitettura di risk-sharing è pura utopia. Spero di sbagliarmi». Infine, aggiunge Tentori, ci vuole coordinazione tra banche centrali: «Limitare la fragilità finanziaria dei singoli paesi o delle singole aziende è un passo necessario per non aggiungere incertezza ai mercati. Il problema potrebbe essere la credibilità di quelle banche centrali che già hanno i tassi negativi e già fanno Qe». Purtroppo, è la sua conclusione «non disponiamo ancora di stime precise sull’entità di questo choc negativo e quindi si impone un approccio “trial and error”, per calibrare al meglio la risposta di politica economica. Stiamo ancora la-vorando sulla base di eventi passati, come per esempio il terzo trimestre del 2008, quando l’Ism statunitense scese da oltre 50 a circa 35 punti e il Pil si contrasse da +1,5% a -8,5%. Una con-trazione trimestrale di questa entità non è da escludere. Però, si ha anche la percezione sui mercati che finalmente i pacchetti messi sul tavolo dalle banche centrali e dai singoli stati possa-no assomigliare a una risposta più o meno seria e coerente con lo scenario economico che stiamo via via affrontando».

BORSE SULL’OTTOVOLANTEIn tutto questo, naturalmente, le borse sono affondate. A metà marzo, a un mese dall’inizio dell’epidemia in Europa, lo S&P 500 aveva perso il 27%, come il Nikkei. Peggio hanno fatto il Dax 30 (-40%), l’Eurostoxx 50 (-40,12%), e l’Ftse Mib (-44,21%). La volatilità è alle stelle, sia in discesa che in salita, gli inve-stitori, soprattutto quelli non avvezzi al rischio, si sono fatti prendere dal panico, esponendosi a perdite ancora più grosse. Ecco, in una situazione di questo tipo, invece, il modo migliore per preservare il proprio patrimonio è mantenere i nervi saldi. E rimanere investiti per assicurarsi i benefici di una ripresa che potrebbe essere altrettanto rapida. È fondamentale non agire di impulso e gestire al meglio le prossime settimane. «In questo momento», dice Erik Knutzen, chief investment officer, multi-asset slass, di Neuberger Berman, «è quasi im-possibile interpretare correttamente i movimenti giornalieri del mercato. Ma questo perché avere una chiara visibilità sui nove mesi a venire è diventato altrettanto difficile. Quando alla fine dello scorso anno abbiamo puntato lo sguardo ver-so il 2020, abbiamo sostenuto che la volatilità sarebbe stata probabilmente più marcata e sarebbe durata più a lungo. Ne abbiamo indicato le cause nelle presidenziali Usa e nell’effi-cacia sempre più limitata delle politiche monetarie, fattori di probabile incertezza nel medio anziché breve termine. L’epide-mia di coronavirus fa sua questa tesi e l’amplifica. Quando la diffusione di nuovi dati economici determina una correzione dei prezzi, ciò avviene nel giro di pochi giorni, se non di ore. I principali temi che oggi, interagendo, producono una distor-sione dei mercati sono tutt’altro che omogenei. Non sono solo una fonte di fortissima incertezza, ma rimarranno tali ancora per molti mesi a venire. Gli investitori farebbero bene a prepa-

S&P 500 -27%Nikkei -27%.

Dax 30 -40%Eurostoxx 50 -40,12%

Ftse Mib -44,21%

LE PERDITE DEL PRIMO MESE

DI PANDEMIA

Marzo / Aprile 202014

rarsi perché questa situazione durerà a lungo».Non bisogna credere che i mi-nimi siano ormai alle spalle o che la volatilità farà ora mar-cia indietro. «Al momento», prosegue Knutzen, «ci tro-viamo di fronte a incertezze, non a puri e semplici rischi: è il frutto dell’interazione di incertezze binarie, una situa-zione che durerà a lungo. Se i rischi di portafoglio non sono già bilanciati per affrontare queste incertezze, non è anco-ra troppo tardi per utilizzare i rally come opportunità per ridurre il rischio. Per il mo-mento, a nostro avviso, è an-cora consigliabile utilizzare la volatilità del mercato a fini di ribilanciamento anziché di posizionamento aggressivo».Vendere ora potrebbe dan-neggiare la possibilità degli investitori di raggiungere i loro obiettivi di lungo pe-riodo, confermano Pascal Blanqué, group cio, Vincent Mortier, deputy group cio, e Monica Defend, global head of research di Amundi. «I mercati rimarranno volatili alla ricerca di un “vero” even-to catalizzatore che possa far intravedere una soluzione della crisi (un chiaro segnale di contenimento in Europa in un momento di spinta fi-scale e monetaria coordinata, o la scoperta di una terapia medica). In questa situazione, manteniamo una visione pru-dente sulle attività rischiose e una forte attenzione sulla liquidità. Nei mercati del cre-dito, è probabile un aumento dei tassi di default così come una nuova ondata di declas-samenti, in particolare tra le società statunitensi con rating

BBB, che potrebbero cadere in territorio high yield. A livello settoriale, quello energetico sarà il più colpito tra gli emittenti Hy statunitensi dal momento che anche i prezzi del petrolio stanno crollando. Nel complesso, c’è ancora spazio per un am-pliamento dello spread, ma una volta calmata la tempesta, ci saranno opportunità per modelli di business più robusti. Un focus sulle aziende con buoni fondamentali sarà necessario per attraversare questa fase». Nei mercati azionari, proseguono gli esperti di Amundi, «il mercato ribassista potrebbe rivelarsi insolito e probabilmente di estrema intensità, ma non durerà così a lungo come quel-lo del 2008-2009. Manteniamo una visione costruttiva sulla parte finale dell’anno, prevedendo una forte ripresa dei prezzi di mercato, insieme a un miglioramento delle condizioni eco-nomiche».Potrebbe anche essere il momento per comprare. Infatti, se-condo i ricercatori di Mornigstar, «i mercati sono troppo pessimisti perché si aspettano che la debolezza economica durerà a lungo. Ma un abbattimento dei contagiati, insieme a una cura, potranno essere catalizzatori di un ritorno di fidu-cia». La paura, evidenziano ha spinto i titoli sotto il loro fair value. L’universo coperto dalla ricerca Morningstar a livello globale è negoziato a 0,72 volte il valore equo, ossia con circa il 30% di sconto (al 19 marzo 2020). All’inizio dell’anno, i titoli erano mediamente sopravvalutati del 7% (fair value a 1,07, al 17 gennaio 2020). A questi livelli, vediamo più opportunità di acquisto che di vendita. I mercati sembrano avere una visione diversa dalla nostra. I forti sconti in alcuni settori suggerisco-no che gli operatori si attendono una situazione critica molto più a lungo nel futuro. Questo offre occasioni agli investitori che vogliono staccarsi dal frastuono di questi giorni e valutare in modo disciplinato quanto è giustificato il pessimismo sugli utili a lungo termine».

LA CINA GUARDA AVANTIIntanto qualche notizia positiva inizia ad arrivare dall’Asia, con Cina e Taiwan che già iniziano a guardare al dopo-cri-si. «Per quanto le notizie sembrino oggi drammatiche», dice Fabrice Jacob, ceo di JK Capital Management, affiliata di La Française, «i mercati in ultima istanza troveranno il proprio assetto una volta che il virus si sarà stabilizzato, soprattutto grazie ai massicci stimoli monetari e fiscali in praticamente tutti i maggiori hub finanziari globali. In un segnale incorag-giante nel mercato high yield asiatico, abbiamo iniziato a ve-dere annunci di buy back di obbligazioni societarie e, sebbene queste offerte siano state presentate sino a ora a valutazioni significativamente scontate, questo trend si è rivelato uno dei catalizzatori chiave per la stabilizzazione finale del mercato durante l’analogo crollo del 2008. Con i mercati globali del credito dominati da poca liquidità, come evidenziato dagli amplissimi spread fra domanda e offerta, mantenere la massi-

2020 Marzo / Aprile 15

ma attenzione sui fondamen-tali societari e conservare un atteggiamento freddo nelle valutazioni dei prezzi sarà in cruciale per affrontare questi tempi estremamente diffici-li».La situazione è leggermente migliore sul fronte azionario, spiega Jacob, «poiché i listini asiatici sono rimasti molto li-quidi. Il mercato delle A-share cinesi (Shanghai e Shenzhen) spicca in questo senso, avendo sovraperformato in modo si-gnificativo il resto del mondo da inizio anno. Vale la pena di ricordare che il mercato A-share è guidato largamen-te dagli scambi domestici (la partecipazione straniera ri-mane modesta), e che la Cina è la nazione più avanzata nella lotta al coronavirus. Il gover-no di Pechino è riuscito a ri-aprire all’incirca l’80% della propria economia dopo più di due mesi di lockdown e ora è concentrato sugli stimoli eco-nomici».

IN CERCA DI EQUILIBRIO«In questo momento», è l’ana-lisi di David Eiswert, gestore di T. Rowe Price, «dobbiamo ricorrere all’immaginazio-ne per pensare come sarà il mondo tra un anno. Verremo messi tutti in quarantena, smetteremo di volare e tutte le nostre riunioni si svolgeranno in videoconferenza? Si tratta di un’eventualità estrema e improbabile. In sintesi, non riteniamo che il mondo sia entrato in un nuovo paradig-ma, nell’ambito del quale non si viaggia e non ci si riunisce con altre persone, anche se il mercato è in grado di prezza-re questo timore. Di certo, i

viaggi e le riunioni caleranno sensibilmente nei prossimi sei mesi circa, così come l’attività economica».Ecco perché, conclude, «indi-pendentemente dall’incerto contesto attuale, crediamo che il modo corretto di ope-rare consista nel continuare a investire nelle idee migliori, accettando la realtà che tale decisione comporta scelte dif-ficili. La paura delle perdite è forte e può tradursi in decisio-ni sbagliate. La paura del rim-pianto futuro è più difficile da gestire. Di cosa ci pentiremo in futuro? Ciò riguarda sia la vita che gli investimenti. Nel-la mia carriera ho notato che gli investitori si pentono di non aver acquistato asset di valore in tempi di crisi. An-che se a breve termine può succedere di tutto, la storia ci insegna che, nel lungo perio-do, se ci si focalizza su asset di valore, i risultati arrivano. Il virus ha messo in discussione la possibilità di una moderata accelerazione economica, che avevamo previsto per il pri-mo semestre del 2020. Tutta-via, dato il livello di liquidità globale e la probabile risposta politica, riteniamo molto pro-babile che l’accelerazione eco-nomica venga solo posticipata anziché azzerata. D’altro can-to, in seguito all’epidemia po-trebbe verificarsi un impor-tante rimbalzo dell’attività, uno scenario per il quale vo-gliamo nutrire un cauto otti-mismo. Nel frattempo, ci stia-mo impegnando per prendere decisioni ragionevoli, cercan-do un punto d’equilibrio non solo tra rischio e rendimento, ma anche tra paura delle per-dite e rimpianti».

TITOLI A SCONTO

All’inizio dell’anno, i titoli erano mediamente

sopravvalutati del 7%, il 19 marzo 2020 venivano negoziati con circa il 30%

di sconto

Marzo / Aprile 202016

Il potere transitivo dei VESTITI

Annabella D’Argento

bbattere il pregiudizio della «cura dell’immagine» intesa come esercizio di pura vanità. È uno degli impegni di Stefa-nia Fornoni, consulente d’im-magine strategica e personal stylist, con certificazione in-ternazionale Aici ospite a Wo-men in Finance per parlare di empowerment femminile an-che attraverso l’abbigliamen-to e di come le aziende siano sempre più attente a percorsi di personal branding.«Il tema dei bias e dei pregiudi-zi è molto caldo per donne che si stanno costruendo un’auto-nomia e si stanno prendendo o ri-prendendo la possibilità di affermarsi sotto tanti profili», ha esordito Stefania, titolare di LookBeautiful-consulenza di immagine e docente, con un’esperienza di 15 anni alle spalle nei servizi finanziari, ma che da oltre dieci anni ha intrapreso una carriera nuova e di grande valore. «Uno dei profili che è stato

A

PROTAGONISTI | WOMEN IN FINANCE

Ogni venerdì alle 10.30 su www.lefonti.tv

Il look è il filtro attraverso il quale gli altri ci leggono. E un tema su cui le donne, soprattutto, dovrebbero soffermarsi per rendersi più forti e immuni ai pregiudizi. Lo spiega la fondatrice di LookBeautiful

sempre sottostimato e giudi-cato come lavoro di superficie è proprio quello del look. Se vogliamo dire che è superfi-cie ok, ma è il filtro attraver-so il quale gli altri ci leggono. Parlare di immagine da un punto di vista comunicativo significa mettere le persone in condizione di capire che linee, colori, volumi, abbinamenti comunicano qualcosa di noi e allo stesso tempo danno a noi l’attitudine giusta per sentirci bene. Quando indossiamo ciò che è nelle nostre corde, libe-riamo energie».

Cosa vuol dire curare l’imma-gine in maniera strategica?L’autenticità è un cardine. Non significa camuffarsi o sembra-re qualcun altro. Ma tenere presente la doppia lettura tra ciò che fa sentire a proprio agio e ciò che gli altri percepiscono. Se mi sento bene con ciò che indosso e so modulare il mio abbigliamento ai contesti e alle

situazioni, la mia immagine è fortissima.

L’importanza dell’autoperce-zione…Un grafico piuttosto noto che è il grafico di Johari divide in 4 segmenti le aree di comunica-zione che individuano l’intera-zione tra il soggetto e gli altri. Tra queste, la cosiddetta “area cieca” (blind spot) dove rien-trano le situazioni in cui gli altri vedono di me qualcosa di cui non mi rendo conto. Lavo-rare di più su questa area aiuta a minimizzare la disparità tra il pensare di comunicare qual-cosa e un feedback totalmente diverso per avere un’immagi-ne davvero efficace. Questo è un tema su cui le donne di oggi hanno bisogno di soffermarsi per rendersi più forti e immuni ai giudizi e ai pregiudizi lega-ti alla femminilità. Credo nel potere transitivo dei vestiti, nel liberare energie positive e non sprecarle per camuffarsi

2020 Marzo / Aprile 17

Il potere transitivo dei VESTITI

delle relazioni sono fattori chiave per il successo di un’azien-da. Le persone all’interno delle organizzazioni sono sempre più chiamate a sostenerne i valori e il branding, a instaurare e mantenere relazioni, ispirare fiducia, creare engagement (den-tro e fuori l’azienda, sia online che off-line), favorire il successo dell’azienda.

Tornando alle donne ai vertici, non sono immuni da giudizi sul loro abbigliamento. Il problema, semplificando, è che le donne sono arrivate dopo. Dagli anni ’70 in poi le donne hanno iniziato a farsi largo nel mondo delle aziende e del lavoro strutturandosi e vestendosi come gli uomini. Ora i ruoli, le competenze, la presenza delle donne è un fatto acquisito ma esistono ancora certe letture. Ri-mando al concetto di tight rope/corda tesa, la scomoda situazio-ne di cercare l’equilibrio per soddisfare una doppia aspettativa: dover mostrare qualità “maschili” (essere assertive, competitive e ambiziose), ma allo stesso tempo anche qualità “femminili” (es-sere empatiche, gentili, curate). Alle donne che spingono troppo sul lato maschile vengono rimproverate durezza e aggressività, e se spingono troppo sul lato femminile sono bollate come trop-po morbide o considerate meno autorevoli. Senza parlare del costante giudizio sull’aspetto fisico. C’è un’evoluzione in atto, maggior voglia di espressione personale meno omologata. E’ importante mantenersi centrate, rafforzate e competitive, darsi più coraggio anche attraverso l’abbigliamento. Esiste ancora la “divisa del potere”, pensiamo a Mary Barra ceo Gm, per molte però è un modo di neutralizzarsi e non sempre gratifica... ma ci sono tante leader con uno stile che esce dalla divisa maschile come Sheryl Sandberg, coo di Facebook, piuttosto informale, con poche giacche e zero accessori; o come Marissa Mayer, ex ceo di Yahoo, con i suoi golfini e vestitini bon ton».

Stefania Fornoni consulente d’immagine strategica

o vivere sottotono la propria bellezza/unicità dentro e fuori.

I bias e le difficoltà comunica-tive legate al look non riguar-dano solo persone inesperte…Niente affatto. Colpiscono anche le donne ai vertici della politica internazionale. Vi ri-cordate dell’ex premier ingle-se � eresa May? Avendo una grande passione per la moda, si è sempre cimentata con questa creatività estrosa indossan-do capi di grandi firme senza rendersi conto che dall’ester-no veniva percepita come “pa-sticciona” che divenne anche un suo soprannome. Quando fu nominata premier, alcuni esperti l’hanno aiutata a ride-finire un look più pulito. Non si può veicolare un messaggio di confusione quando devi go-vernare un paese. Rafforzare la comunicazione attraverso l’abbigliamento, la gestualità, lo stile e gli aspetti che riguar-dano le persone nelle loro re-lazioni arricchendo percorsi di storytelling, personal bran-ding, leadership: è di questo che mi sto occupando con molte aziende che richiedono, oggi, implicitamente o esplici-tamente che le persone con cui lavorano siano loro stesse am-bassador dell’azienda.

Una nuova soft skill?Sì certo. Lavorare sulla propria immagine complessiva come strumento di consapevolez-za e flessibilità al servizio dei propri obiettivi professionali (otre che personali) è la nuo-va importante soft skill. Ogni persona è parte di un network di relazioni, e sappiamo be-nissimo che oggi più che mai, la comunicazione e la qualità

Marzo / Aprile 202018

Ecco l’ALTERNATIVA a tassi bassi e alta volatilità

MERCATI E BUSINESS | FOCUS

Sono decorrelati dalle asset class tradizionali, possiedono una maggior capacità di diversificazione e offrono un extra rendimento. Ecco perché gli investimenti alternativi crescono a un ritmo annuo superiore al 12%, contro meno dell’8% dei fondi comuni

Margherita Abbate Daga

Hedge fund, private equity e venture capital. Ma anche materie prime e real estate, infrastrutture e private debt. E ancora: auto d’epoca, monete, opere d’arte e francobolli. Insomma, qualunque asset che non faccia parte delle tre classi tradizio-nali: azioni, obbligazioni e liquidità. Eccoli gli investimenti alternativi, sempre più “di moda”, sempre più apprezzati dagli investitori. Dal 2008 a oggi, infatti, il flusso di investimenti in questo set-tore è aumentato a un ritmo annuo superiore al 12%, contro meno dell’8% dei fondi comuni. La sottolinea una ricerca di Citigroup che aggiunge: se si considerano le quattro tipologie principali di alternativi (il private equity, l’immobiliare, le infrastrutture e il private debt), la previsione è che l’ammon-tare possa raggiungere a fine 2023 quota 8.500 miliardi di dollari, quasi 2mila in più rispetto al 2019.Rispetto agli asset tradizionali, gli investimenti alternativi sono più complessi, meno regolamentati e, spesso, meno li-quidi. Di conseguenza, gli investitori in alternativi tendono a essere istituzionali o high net worth individuals, con una maggiore tolleranza al rischio e portafogli più consistenti. Ma sono anche sono favoriti di tassi bassi, dalla volatilità e dai timori inflattivi. Ecco perché piacciono molto in questo difficile periodo anche alla clientela retail.Lo conferma anche il sondaggio effettuato dal Centro Studi Le Fonti tra i banker e i consulenti finanziari, che afferma-no come oltre il 70% della loro clientela sia più interessati a questo tipo d’investimenti rispetto agli anni passati, partico-larmente per quanto riguarda il private equity e il real estate (i risultati del dettagliati della survey sono nelle pagine se-guenti).

2020 Marzo / Aprile 19

In alto, da sinistra, Matthieu David, head of italian branch di Candriam; Roberto Bottoli, investment director di Gam; Andrea Ghidoni, amministratore delegato e direttore generale di Pramerica Sgr. Qui sopra, da sinistra, Luca Tenani, country head Italy di Schroders; Emanuele Ottina, presidente esecutivo, ed Evarist Granata, ceo, di Alternative Capital Partners Sgr

Marzo / Aprile 202020

Abbiamo sentito anche le so-cietà di gestione. Ecco la loro view e le loro strategie.

PRIVATE ASSET«Dalla nostra ultima ricerca Schroders Institutional Inve-stor Study, mette in luce Luca Tenani, country head Italy di Schroders, «emerge che i private asset attualmente rappresentano circa il 10-15% dei portafogli istituzionali e che questa percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi tre anni. Un primo aspetto che li rende attraenti è l’extra-rendimento che of-frono rispetto ai mercati pub-blici. Si tratta del cosiddetto “premio di illiquidità”, un compenso aggiuntivo fornito agli investitori per il fatto che il capitale viene necessaria-mente vincolato per periodi prolungati. In secondo luogo, questi strumenti possiedono una capacità di diversifica-zione e una minore volatilità difficilmente replicabili con asset quotati, caratteristiche molto interessanti in una fase in cui le preoccupazioni ma-croeconomiche influenzano sempre più i mercati». Schroders è stata tra i pionie-ri dei private asset, avendo lanciato la prima strategia nel 1971. Oggi la società offre so-luzioni per investire in tutto lo spettro dei mercati privati, gestendo masse per 40 mi-liardi di dollari in questo am-bito, suddivise tra real estate (21,2 miliardi), private equity (10 miliardi), private debt (3,5 miliardi), infrastrutture (2,1 miliardi) e strumenti insu-rance-linked (3,2 miliardi). «Nell’ambito dei private as-set», continua Tenani, «è

in corso un processo di de-mocratizzazione, che anche Schroders sta sostenendo, per ampliare in modo guidato il target per questi investimen-ti da una ristretta nicchia di operatori istituzionali a una platea sempre più ampia di investitori finali, compatibil-mente con i profili di rischio e la regolamentazione italia-na. Ad esempio, di recente abbiamo lanciato un fondo di private equity parzialmente liquido, lo Schroder Gaia II Specialist Private Equity, con finestre di disinvestimento trimestrali e una soglia mini-ma di investimento più bas-sa per alcune classi, proprio nell’ottica di poter coinvol-gere nel tempo investitori che solitamente non hanno acces-so a questo tipo di asset».

MERGER & AQUISITION«Una delle caratteristiche principali degli investimenti alternativi è la correlazio-ne molto bassa con le altre principali asset class, come azioni e obbligazioni», dice Matthieu David, head of ita-lian branch di Candriam. «In generale, gli investimenti al-ternativi riducono il rischio attraverso la diversificazione del portafoglio e limitano il drawdown dell’intero por-tafoglio». Ecco perché nel caso di una crisi dei mercati azionari, «queste strategie rimarrebbero impassibili alle variazioni del mercato».Candriam ha tre strategie azionarie alternative non correlate e di lunga durata con un ottimo track record. La principale è il fondo Can-driam Risk Arbitrage: «È una strategia risk arbitrage pura»,

Da 0 a 100 quanto consiglierebbe l’inserimento di una componente

in investimenti alternativi all’interno del portafoglio del suo cliente?

37%

2020 Marzo / Aprile 21

IL PANEL INTERVISTATO La survey, realizzataattraverso la piattaforma online del centro studi Le Fonti, ha visto la partecipazione di 982 tra private banker e consulenti finanziari. I risultati del sondaggio si riferiscono al 22 marzo 2020

illustra David, «con un focus unicamente su operazioni di m&a ufficialmente annunciate. Questo fondo Ucits ha un team di investimento stabile con un track record di 15 anni di generazione di alfa. Nell’arco di 5 anni, ha raggiunto uno sharpe ratio di 1,2 e più di 850 milioni di euro di aum al 29 febbraio 2020. Il 2019 è stato un anno positivo per l’attività globale di m&a, con operazioni annunciate per un totale di circa 1.400 miliardi di dollari, all’incirca lo stesso risultato ottenuto nel 2018».L’attività di m&a, prosegue il manager, «è stata guidata da diversi fattori: i finanziamenti a tassi convenienti; i mercati azionari forti che consentono agli acquirenti di pagare l’ac-quisizione con titoli propri; la pressione dei fondi attivisti sui consigli di amministrazione delle società per semplificare e riorganizzare le linee di business; l’innovazione di prodotto soprattutto nel settore tecnologico e farmaceutico. Rispet-to al 2018, il 2019 ha visto una crescita dei deal di leveraged buyout, soprattutto in Europa, dove hanno contato per un quarto degli accordi annunciati. È interessante notare come sempre più operazioni siano pagate in azioni o con una com-binazione di contanti e azioni in scia alla buona salute dei mercati azionari in uno scenario di tassi bassi». Nel caso di una crisi di mercato e di un aumento della vo-latilità, prevede David, «potremmo assistere a un calo delle operazioni di m&a. In questo caso, lo spread sui deal tenderà ad allargarsi, poiché il numero di attori nel campo del risk arbitrage sarebbe inferiore. Poiché le operazioni sono di tipo opportunistico, anche il bump rate aumenterà e questa si-tuazione gioverà alla nostra strategia. Con oltre 15 anni di esperienza nella gestione di portafogli, abbiamo sviluppato una vasta expertise nell’attuazione di questa strategia. La chiave del suo successo risiede in un rigoroso processo di in-vestimento caratterizzato da: una doppia analisi qualitativa e quantitativa di ogni operazione; una selezione conservativa delle operazioni; un portafoglio altamente diversificato in termini di aree geografiche, settori e persino tipi di opera-zioni; un’attenta gestione dei ribassi in caso del fallimento di una transazione. Abbiamo inoltre creato un database che co-pre le operazioni annunciate negli Stati Uniti e in Europa dal 1998 e che contiene più di 5mila operazioni. Questo database proprietario, chiamato Magma, ci permette di analizzare i fattori di fallimento e di rischio associati alle fusioni e alle acquisizioni su un lungo periodo. In definitiva, il tasso medio di fallimento delle operazioni del portafoglio è la metà della media del mercato. A riprova del successo, il nostro processo di investimento ci ha permesso di ridurre del 49% il tasso di fallimenti sul mercato».Anche Roberto Bottoli, investment director di Gam, eviden-zia come il 2019 si sia rivelato «un anno ricco di accordi, nonostante i venti contrari come i negoziati commerciali Usa-Cina e la lenta crescita economica. L’S&P Merger Arbi-

Rispetto agli anni scorsi i suoi clienti sono

28,99% | Piùinteressati agli investimenti alternativi

46,38% | Abbastanzainteressati agli investimenti alternativi

17,39% | Per nullainteressati agli investimenti alternativi

7,25% | Menointeressati agli investimenti alternativi

Marzo / Aprile 202022

trage Index, che misura la performance dei titoli interessati da operazioni di fusione in corso, ha chiuso l’anno in positi-vo. Contrariamente agli anni precedenti, un numero maggio-re di transazioni nazionali ha compensato il minor numero di fusioni transfrontaliere». Certo, ora i mercati hanno adottato un approccio attendista, in gran parte a causa della minaccia del coronavirus e del ral-lentamento della produzione industriale. Ma bisogna restare ottimisti e guardare alla seconda metà dell’anno.Negli ultimi mesi intanto, prosegue Bottoli, «la mediana de-gli arbitrage spread, la differenza tra il prezzo delle società target e il prezzo offerto dagli acquirenti, si è attestata intor-no al 3%. Gli spread hanno toccato il minimo dopo il vertice del G7 di giugno, con l’esito positivo dell’incontro tra fun-zionari statunitensi e cinesi. A nostro avviso, l’allargamento degli spread sembra limitato dalla ricerca globale di rendi-mento in un contesto di tassi in calo o negativi. Dal punto di vista geografico, gli Stati Uniti continuano a essere il mercato principale in termini di attività, anche se vediamo interes-santi opportunità in Asia e in mercati emergenti selezionati. Al di fuori del segmento delle large-cap, vediamo l’opportu-nità di sfruttare spread significativi su base corretta per il ri-schio nei mercati azionari di piccola e media capitalizzazio-ne. In quest’area, il rischio antitrust è notevolmente ridotto e il finanziamento è generalmente semplice se confrontato con le società con elevati valori di mercato. Riteniamo che una strategia di risk arbitrage diversificata e conservativa possa offrire rendimenti corretti per il rischio interessanti, indi-pendentemente dalla direzione del mercato».

REAL ESTATE E INFRASTRUTTURE«È ancora possibile trovare valore in un mondo a tassi zero?», si chiedono Evarist Granata, ceo, ed Emanuele Ottina, pre-sidente esecutivo di Alternative Capital Partners Sgr. La risposta è sì, «ma andando a sfruttare al meglio nicchie di mercato ancora inesplorate o poco considerate, come quel-la dei private asset. È in questo contesto che abbiamo deciso di andare a colmare un vuoto nel mercato, quello degli in-vestimenti alternativi illiquidi tematici, a elevato impatto sull’economia reale. A questo puzzle abbiamo però aggiunto un ulteriore tassello: quello dell’impatto ambientale per un “New Green Deal”. Questo perché i cambiamenti climatici e demografici, ma anche la disruption tecnologica in atto, rappresentano trend ormai imprescindibili, con una porta-ta rivoluzionaria per le nostre vite. Crediamo che l’industria del risparmio gestito possa giocare un ruolo fondamentale nel finanziare i progetti infrastrutturali che contribuiranno a rendere il mondo un posto migliore per le attuali e future generazioni.Nel dettaglio, sono due le aree nei private asset che secondo Alternative Capital Partners presentano «un forte potenzia-

21,26%

16,43%

21,26%

11,59%

18,84%

Quale delle seguenti società, a suo parere, ha le migliori

soluzioni per gli investimenti alternativi?

2020 Marzo / Aprile 23

le per gli investitori, specialmente istituzionali in Italia, alla ricerca di rendimenti decorrelati dai cicli di mercato con ri-dotta volatilità, in forma tecnica sia di strumenti di equity che di debito. La prima riguarda lo sviluppo di infrastrutture immobiliari sociali urbane a servizio delle nuove generazio-ni (millennial e centennial). Il nostro fondo Infrastructure Real Estate Recovery Fund si focalizza infatti sul real estate innovativo, acquisendo progetti, in corso o già ultimati, di rigenerazione e riconversione di immobili prevalentemente problematici in infrastrutture sociali urbane da gestire quali green building tramite stili innovativi come il coworking, lo student housing, l’hostelling e il co-living». Il secondo fronte sul quale punta Alternative Capital Part-ners riguarda lo sviluppo di nuove infrastrutture a supporto della transizione energetica. «Un altro nostro fondo di inve-stimento alternativo chiuso di private debt tematico in rampa di lancio andrà a finanziare progetti di efficienza energetica, rinnovabili ed economia circolare, segmenti che in Italia, da qui al 2030, avranno bisogno di circa 400 miliardi euro di investimenti per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, a beneficio soprattutto di pmi e operatori del settore che oggi faticano ad accedere al credito sui canali bancari tradiziona-li».In conclusione, sostengono Granata e Ottina «l’adozione di

strategie alternative mul-ti-asset, tematiche e diversi-ficate, permette di offrire a investitori pazienti un mix di strumenti di che combi-nano, da una parte, interes-santi rendimenti anticiclici e dall’altra, un elevato impatto positivo su ambiente ed eco-nomia reale». SILVER ECO-NOMYL’attuale complessità dei mer-cati, dice Andrea Ghidoni, amministratore delegato e direttore generale di Prame-rica Sgr, «ha fatto crescere la richiesta di diversificazio-ne dei portafogli e, in questo scenario, crediamo che gli investimenti in infrastrut-ture siano particolarmente interessanti per vari motivi: in primo luogo, i tassi bassi riducono i costi di finan-

Capita di frequente e le consiglio 4,35%

No, non le utilizzano e non le consiglio 56,52%

Capita di rado e le consiglio solo sporadicamente 37,68%

Molto spesso, le consiglio spesso per le

opportunità in economia reale1,45%

I suoi clienti hanno mai investito o hai mai consigliato loro di investire attraverso forme di crowdfunding?

Marzo / Aprile 202024

Un’asset class illiquida alternativa ad alto rendimento. Pensata per gli investitori isti-tuzionali, ma anche retail, si tratta del progetto “Bond per crescita” ideato dalla boutique finanziaria svizzera Swiss Mer-chant Corporation. La prima operazione, ribattezzata Tortellino Bond, riguarda una minibond emesso da Alibert 1967, società trevigiana attiva nella produzione di pasta ri-piena, destinato a finanziare il piano di crescita dell’azienda per gli anni 2019-2025. «Si tratta», spiega dice Francesco Caputo Nassetti, ammi-nistratore Delegato di Smc, «di un nuovo strumento finan-ziario molto premiante poiché a uno yield fisso ne somma uno variabile legato alla performance economica».

Come funziona il “Bond per la crescita”?Possono beneficiare di “Bond per la crescita” solo le pmi che non presentano sofferenze e necessitano di liquidità per investimenti legati allo sviluppo. È quindi una parti-colare tipologia di minibond il cui obiettivo è creare una partnership tra società emittente e investitori che contri-buiscono così alla crescita dell’azienda. Al tempo stesso, per le pmi, l’operazione risulta economi-camente sostenibile, proporzionale e commisurata perché legata ai risultati. La filosofia di “Bond per la crescita” è offrire al mercato una risorsa alternativa e sicura: pmi e investitori benefi-ciano di un meccanismo di remunerazione con yield alti e maggiormente tutelati poiché correlati alle performance positive. Il contrario di quello che avviene nel sistema obbligaziona-rio attuale per cui cedole generose e ad alto rischio sono

MINIBOND E TORTELLINIFinanziare la crescita delle pmi garantendo agli investitori una cedola fissa del 5% annuo, che può arrivare fino

al 10%. Ecco come funziona il programma «Bond per la crescita» di Swiss Merchant Corporation

spesso promesse da aziende poco perfor-manti e con rating basso.

A quanto ammonta la cedola per gli inve-stitori? E quali sono i pro e contro?I pro sono nell’alto tasso di rendimento. Ha una cedola fissa minima e garantita pari al

5% alla quale va aggiunta una percentuale variabile legata ai risultati dell’emittente che

può accrescere il valore complessivo dello yield fino a un massimo del 10%. I contro, se ci fossero, sareb-

bero legati alla performance della società emittente ma come detto “Bond per la crescita” viene messo a disposi-zione solo di aziende che non presentano passivi di bilan-cio e propongono un piano industriale concreto.

Come è andata, sta andando, la prima operazione che avete fatto con Alibert ?L’operazione Tortellino bond di Alibert ha concluso con successo a dicembre 2019 la sua prima fase di raccolta con una sottoscrizione e quotazione di 1,3 milioni di euro; Il mercato ha reagito positivamente a questo nuovo stru-mento e l’obiettivo è completare l’emissione nel 2020 con una nuova tranche di circa 1 milione.

Ne avete in programma altre? Quali?Molte pmi hanno manifestato interesse verso “Bond per la crescita” e si sono rivolte a noi così come sono tanti i fondi, le Sgr ma anche i private banker che hanno preso contatto perché incuriositi da questo nuovo prodotto. Al momento stiamo predisponendo il materiale relativo a nuove emissioni che interessano società che operano nel settore It, real estate, automotive e pharma.

2020 Marzo / Aprile 25

ziamento dei progetti infrastrutturali; secondo, la curva di rendimenti piatta aumenta l’attrattività del debito a lungo termine, solleticando l’interesse degli investitori verso scelte di media-lunga durata che sono proprio quelle tipiche del set-tore infrastrutturale; non da ultimo, veicoli finanziari inno-vativi stanno incoraggiando la partecipazione all’economia reale anche da parte degli investitori privati. Gli investimenti nelle infrastrutture, inoltre, presentano una limitata correla-zione con il ciclo economico e, avendo come sottostanti asset che in molti casi sono regolamentati, sono in grado di offrire una certa protezione dall’inflazione».Per questo la Sgr guidata da Ghidoni sta portando sul merca-to Pramerica ITEЯ, un fondo chiuso riservato dedicato agli investitori istituzionali e focalizzato sulle infrastrutture, in collaborazione con ITEЯ Capital Partners. È inoltre in cor-so di esame da parte di Banca d’Italia un fondo gemello in-frastrutturale, nella formula dell’Eltif, dedicato alla clientela privata. «Pramerica ITEЯ», spiega Ghidoni, «investirà in Italia e Sud Europa; si focalizzerà sia sulle infrastrutture tradizionali, sia su quelle indirizzate a soddisfare le nuove esigenze sociali: oltre ad aree più tradizionali (energia, trasporti, ambientali e It), Pramerica ITEЯ guarderà, infatti, anche al settore della sanità, nel comparto dedicato principalmente alla silver eco-nomy, ossia al soddisfacimento delle esigenze della terza età (in particolare, network specializzati nell’assistenza, cura e benessere dei pensionati). Quello della silver economy è un ambito su cui abbiamo de-ciso di focalizzarci partendo da un semplice presupposto: si stima una crescita dei cittadini sopra i 65 anni di qualche mi-lione di unità nei prossimi anni, aumenterà quindi anche la loro domanda di servizi dedicati e di qualità, dato che queste fasce della popolazione saranno anche quelle con le maggio-ri disponibilità finanziarie. In aggiunta, il nostro obiettivo è unire più punti per creare delle reti: valorizzare singole infrastrutture esistenti mettendole a sistema, considerando anche che in Italia vi è ancora molto spazio per un consolida-mento in questo mercato».La scelta strategica di Pramerica «deriva dalla volontà di fornire una soluzione pensata per indirizzare verso l’eco-nomia reale una componente dei portafogli degli investito-ri, orientandoli verso un’asset class potenzialmente in grado di generare rendimenti costanti e interessanti. La sfida delle infrastrutture rappresenta una grande occasione di crescita per tutti gli stakeholder coinvolti: dagli investitori agli ope-ratori, dalle società ai paesi, poiché impatta in modo diretto sulle persone e sul loro stile di vita. Saper cogliere all’interno di questo settore i trend che più di tutti saranno cruciali nei prossimi anni potrà creare opportunità di grande valore non solo per gli investitori finanziari, ma anche per il suo impatto sulla società nella sua interezza».

Quali ritiene siano i principali rischi/difetti legati agli investimenti alternativi

Mancanza di sufficienti informazioni sugli strumenti

Gestione più lunga per acquisizione e vendita

Maggior livello di rischio

Oneri superiori legati al bene

Altro

55,07%

50,24%

29,47%

8,70%

6,76%

Marzo / Aprile 202026

Chi VINCE e chi PERDEnell’ECONOMIA REALE

PRODOTTI E SERVIZI | LA CLASSIFICA

ALTERNATIVE

ISIN

IE00BWFRC140

LU0988402490

LU0218909108

LU1531596614

LU0105717663

ISIN

Perf Ytd

1,63

3,65

99,02

2,92

0,7

Perf Ytd

Perf 1Y

6,35

10,69

10,34

12,23

6,81

Perf 1Y

Perf 3Y

5,6

5,77

3,76

9,47

7,62

Perf 3Y

Perf 5Y

N/A

13,49

-3,49

N/A

1,53

Perf 5Y

Score

100

99,44

99,08

98,74

97,62

Score

Name/Issuer Name

Lyxor Newcits IRL II Lyxor/Chenavari Credit A Acc EUR

Lyxor Asset Management Ltd

Pictet Absolute Return Fixed Income R Acc USDPictet SICAV

Vontobel Value Bond B Acc CHFVontobel Fund SICAV

M&G (Lux) IF 1 Absolute Return Bond AH Acc Hdg USD

M&G (LUX) Investment Funds 1 SICAV

Vontobel Absolute Return Bond (EUR) A Dis EUR

Vontobel Fund SICAV

Name/Issuer Name

LU0875418351

LU1055185877

LU1476611428

LU1063391988

LU1297942754

-5,35

-7,97

-6,81

-8,52

-4,16

-4,23

-9,98

-11,79

-13,44

-25,12

-11,95

-14,34

-22,58

-13,39

-34,18

-11,26

-24,44

N/A

-10,66

N/A

44,80

26,85

18,30

3,19

0

JPMF Diversified Risk Fund D Acc Hdg EURJPMorgan Funds SICAV

MSIF Global Multi-Asset Opportunities A Acc EUR

Morgan Stanley Investment Funds SICAV

SISF QEP Global Equity Market Neutral B Acc Hdg EUR

Schroder International Selection Fund SICAV

BSF Emerging Mkts Absolute Return E2 Acc Hdg EUR

BlackRock Strategic Funds SICAV

Invesco FS Global Equity Market Neutral R Acc EUR

Invesco Funds SICAV

2020 Marzo / Aprile 27

SMALL - MID CAP

ISIN

LU0525285697

CH0117983848

LU1308316303

CH0019087177

LU1336953622

ISIN

Perf Ytd

3,17

-2,60

-1,32

-3,23

-0,94

Perf Ytd

Perf 1Y

4,82

19,66

14,84

19,19

19,00

Perf 1Y

Perf 3Y

22,87

25,13

17,91

28,95

20,38

Perf 3Y

Perf 5Y

15,37

55,07

N/A

72,95

N/A

Perf 5Y

Score

100

90,50

88,78

88,39

87,73

Score

Name/Issuer Name

CS IF 2 (Lux) Small and Mid Cap Alpha Long/Short B Acc EUR

Credit Suisse Fund Management S.A.

UBAM (CH) - Swiss Small and Mid Cap Equity I Dis CHF

Union Bancaire Privee

Mirabaud Equities Europe Ex Uk Small&Mid I Acc GBP

Mirabaud & Cie

Pictet CH - Swiss Mid Small Cap I-dy Dis CHFPictet Funds SA

Lombard Odier FS Con. Europe Small & Mid Leaders M Acc Hdg USD

Lombard Odier Funds SICAV

Name/Issuer Name

LU0171289068

LU0644935313

LU0493246424

LU0207947044

LU0607522496

-15,84

-15,83

-13,80

-13,96

-20,19

0,61

-5,65

-9,23

-13,08

-10,59

2,02

10,79

-11,79

-22,06

0,35

23,30

35,77

8,76

-1,75

34,05

30,16

27,40

16,36

0,64

0

BGF Japan Small & MidCap Opportunities A2 Acc EUR

BlackRock Global Funds SICAV

Swisscanto (LU) SMALL AND MID CAPS JAPAN B Acc EURSwisscanto (LU) Equity Funds Management

Company S.A.

AB SICAV I US Small and Mid-Cap Portfolio A Acc EUR

ACMBernstein SICAV

FPM Funds Stockpicker Germany Small/Mid Cap C Dis EUR

FPM Funds SICAV

Invesco FS Nippon Small/Mid Cap Eq. A Dis USD

Invesco Funds SICAV

Il calcolo dello scoring è stato effettuato al 28 febbraio. Vengono utilizzati in totale 5 indicatori: Performance Ytd | Performance 1 anno | Performance 3 anni | Volatilità | Max drawdownLe performance vengono calcolate con un time frame di un giorno lavorativo, non annualizzate ed eurizzate in caso di strumenti in currency diversa dall’euro. La volatilità viene calcolata con un time frame di una settimana e orizzonte temporale di un anno. Anche in questo caso vengono prese le serie convertite in euro. Per quanto riguarda il Max Drawdown, valgono le medesime caratteristiche della volatilità. I valori di ogni indicatore contribuiscono al calcolo del valore finale di scoring secondo i seguenti pesi:Performance Ytd: 30% | Performance 1 anno: 20% | Performance 3 anni: 10% | Volatilità: 20% | Max drawdown: 20%I valori di scoring calcolati vengono poi ribasati su una scala da 0 a 100.

Marzo / Aprile 202028

I TEMATICI piaccionoma possonoanche DELUDEREL’Europa è il mercato principale con il 54% del patrimonio globale. Tecnologia, ma anche acqua e demografia sono tra i trend più popolari. Difficile, però, trovare un tema vincente a lungo

Sara SilanoEditorial Manager Morningstar Italy

obotica, intelligenza artificiale, agricoltura biologica, ac-qua, invecchiamento della popolazione, millennial. Chi non rimarrebbe affascinato da questi e altri trend che ca-ratterizzano il mondo contemporaneo? Lo siamo come cit-tadini, consumatori e anche investitori, come testimonia la popolarità dei fondi tematici che negli ultimi tre anni hanno quasi triplicato il loro patrimonio a livello globale, passando da 75 a quasi 195 miliardi di dollari (a fine 2019). Nonostante rappresentino ancora una “goccia nel mare” dei comparti azionari globali (1%), il loro peso è aumentato nel decennio (prima era dello 0,1%).

IL PRIMATO EUROPEOI dati sono contenuti in uno studio Morningstar dal titolo Global thematic funds landscape, dal quale emerge anche che l’Europa è il mercato più importante, dal momento che de-tiene il 54% del patrimonio totale, contro il 2% di vent’anni fa. Nello stesso periodo, il peso del nord America è sceso dal 28 al 16%. Nel Vecchio continente sono domiciliati 293 fon-di tematici. La maggior parte è gestita attivamente (90%), come nel resto del mondo a eccezione degli Stati Uniti, dove prevalgono gli Etf. Le strategie passive stanno comunque guadagnando terreno anche da questa parte dell’Oceano.Il primato europeo in termini patrimoniali (105 miliardi

R

Ogni mese solo su www.lefonti.tv

MERCATI E BUSINESS | MARKET STAR

2020 Marzo / Aprile 29

I TEMATICI piaccionoma possonoanche DELUDERE

di dollari, circa 95 miliar-di di euro) ha le sue radici, non solo nell’andamento del mercato, ma anche in una raccolta che nel trien-nio è sempre stata positiva (+43 miliardi di dollari, 38,7 miliardi di euro). Le case di gestione hanno risposto lanciando nuovi prodotti di questo tipo: solo nel 2019 ci sono stati 47 debutti in Eu-ropa su un totale globale di 154.

DIGITAL ECONOMY, FINTECH, MA NON SOLOMa quali sono stati i temi più popolari in Europa? Quello tecnologico, che comprende tra gli altri la digital eco-nomy, i social media, la si-curezza informatica, la ro-botica, l’automazione, i big data e il fintech, ha ricevuto i maggiori flussi di capitali (il 51% del totale). Seguono i trend legati a consumi, be-nessere, demografia e quelli del cosiddetto mondo fisico, ossia l’agribusiness, la nu-trizione, l’acqua, l’efficienza energetica, la transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 ecc. (17% della raccolta).In termini patrimoniali, tuttavia, il tema che domi-na è quello dell’acqua e più in generale della gestione delle risorse (21 miliardi di dollari, 19 miliardi di euro a fine 2019). Seguono i fondi che investono in modo più ampio sui megatrend, quindi la robotica e l’automazione. Da questo punto di vista, l’Europa si differenzia dal resto del mondo dove la tec-nologia cattura circa la metà degli asset, segue il resource

management, quindi le tematiche legate alla connettività (smart city e internet delle cose). PICTET STACCA TUTTIÈ europea la prima società di gestione per patrimonio in fondi tematici. Si tratta di Pictet, che ha quasi 34 miliardi di dollari (30,6 miliardi di euro) in questi prodotti nel Vec-chio continente e una piccola porzione in Asia. In Europa, al secondo posto con distacco si colloca Bnp Paribas (quarta a livello globale) e al terzo iShares (BlackRock). Fanno capo a Pictet i cinque più grandi comparti tematici della regione per

CRESCITA DEL PATRIMONIO DEI FONDI TEMATICI EUROPEI (MLD $)

Fonte: Morningstar Research - dati al 31 dicembre 2019

PATRIMONIO DEI FONDI TEMATICI PER SOCIETÀ DI GESTIONE IN EUROPA (MLD $)

Fonte: Morningstar Research - dati al 31 dicembre 2019

Marzo / Aprile 202030

patrimonio gestito (global megatrend, water, robotics, securi-ty e digital). «Non c’è una casa di investimento che domina a livello globale nei fondi tematici», commenta Kenneth La-mont, senior analyst di Morningstar e co-autore dello studio. «La maggior parte dei player è forte solo in una determinata regione». COSTI E PERFORMANCE NON VANNO A BRACCETTOInnamorarsi di un fondo tematico può avere un caro prezzo per gli investitori europei, dal momento che il profilo commis-sionale tende a essere superiore a quello dei comparti tradizio-nali sia nelle strategie attive sia in quelle passive. Un discorso analogo vale per gli Stati Uniti e aiuta a comprendere in parte le performance nel complesso deludenti nel lungo periodo. Gli studi Morningstar dimostrano, infatti, come i costi siano il miglior fattore predittivo dei risultati futuri. «Il tasso di so-pravvivenza dei fondi lanciati prima del 2010 è del 40%», com-menta Lamont. «Di questi, solo uno su tre è riuscito a battere l’indice azionario globale (Msci World)». I dati sono analoghi a livello internazionale: tra i comparti nati dieci anni fa solo il 45% esiste ancora e uno su quattro ha fatto meglio dell’equity. Nel grafico qui sopra sono illustrati i tassi di sopravvivenza (in blu) e di liquidazioni (in rosso) dei fondi tematici europei su diversi orizzonti temporali. La linea nera marcata indica il tasso di successo dei comparti ancora esistenti a confronto con l’Msci World. TROVARE IL GIUSTO TEMA«Presi insieme, questi numeri suggeriscono che le probabilità di trovare un tema che durerà nel tempo e darà soddisfazio-ni in termini di rendimenti non sono molto alte», spiega La-

mont. Di fatto, gli investitori si trovano di fronte a tre sfi-de: trovare un trend vincente, selezionare un fondo che è in grado di cavalcarlo bene e identificare il giusto momen-to di ingresso, ossia quando il mercato non ha ancora del tutto valutato le potenziali-tà di quel determinato tema (quest’ultimo è l’aspetto più difficile). Gli analisti di Morningstar suggeriscono, dunque, di fare un’analisi accurata per capi-re quanto un investimento è robusto e capace di adat-tarsi ai cambiamenti sociali ed economici. È necessario comprendere la “fedeltà” del portafoglio di un determinato fondo alla tematica replicata. Spesso, ad esempio ci sono poche aziende specializzate per cui il gestore si trova co-stretto a cercarne di affini. Infine, è utile tenere a mente alcune caratteristiche piut-tosto diffuse degli strumenti tematici: attualmente circa l’88% dei fondi di questo tipo globali ha titoli con una ca-pitalizzazione più bassa degli indici azionari mondiali, a causa di una maggior pre-senza di small cap. Inoltre, lo stile prevalente (due terzi del totale) è quello growth (so-cietà con alti tassi di crescita). È bene mettere in conto anche una volatilità superiore all’e-quity internazionale a fronte della quale non sempre si è premiati con rendimenti più elevati. Le statistiche mo-strano, però, che i gestori che sanno creare valore e perse-guono temi robusti possono dare buone soddisfazioni agli investitori. Ciò che conta è trovarli.

TASSO DI SOPRAVVIVENZA E DI SUCCESSO DEI FONDI TEMATICI EUROPEI

Fonte: Morningstar Research - dati al 31 dicembre 2019

Marzo / Aprile 202032

Nel continente degli ESTREMItra RISCHI e OPPORTUNITÀ

MERCATI E BUSINESS | SUD AMERICA

Mentre il Brasile si prepara a fare il salto definitivo e abbandonare l’etichetta di mercato emergente, Cile e Colombia fanno passi da gigante. E anche l’Argentina ha potenzialità enormi. Ecco gli asset disponibili per investire nella regione, con le opportune precauzioni

Alessandro Ruocco

Quasi 430 milioni di abitanti (429.753.102, per l’esattezza, secon-do le stime dell’Onu) distribuiti su circa 19 milioni di chilome-tri quadrati (18.841.000). Si passa dalle zone subtropicali del nord e del centro a quelle prepolari del sud. Vi si trovano la più alta cascata del mondo, il Salto Angel, e quella più grande e bella, l’Iguaçu. Può annoverare la città più a sud del mondo, Ushuaia e, al contempo, le più grandi riserve di petrolio del pianeta, quelle sotto al lago di Maracaibo. Ancora, annovera il più grande serbatoio di biodiversità della terra, l’Amazzo-nia, che è anche la seconda massa forestale del nostro mondo, seconda solo alla taiga siberiana e canadese. Vi si trovano la più lunga cordigliera montuosa del mondo, le Ande, ed è qui, alle Galápagos, territorio dell’Ecuador, che Charles Darwin elaborò le basi della teoria dell’evoluzione, la quale cambiò per sempre la percezione che abbiamo del mondo. Chiaramente stiamo parlando del Sud America, continente ben noto e allo stesso tempo misconosciuto, con nazioni ben conosciute e sulla bocca di tutti come il Brasile, l’Argentina, il Cile, la Co-lombia, l’Uruguay, il Perù, il Venezuela, e altre che non com-paiono mai nei newsfeed delle agenzie di stampa mondiali, come il Paraguay o il Suriname.Quindici stati diversi compongono questo continente, an-dando dall’immensità del Brasile, che da solo è quasi la metà del medesimo, e che contiene più della metà dell’intera po-polazione, alle microscopiche Isole Sandwich e della Geor-gia del Sud, protettorato britannico d’oltremare situato nella parte meridionale dell’Oceano Atlantico, senza popolazione permanente, ma con solo scienziati in visita periodica. Un continente di estremi, insomma, forse più di tutti gli altri del pianeta.

2020 Marzo / Aprile 33

UN’ECONOMIA CHE CRESCEEconomicamente parlando, il Sud America è stato ca-ratterizzato, in questi ultimi decenni, da una bassa cresci-ta e una bassa competitività rispetto ai ben più dinamici mercati emergenti di Cina e India. Tuttavia, a partire dal 2004, si è verificato un enor-me aumento della crescita del Pil e anche della competiti-vità. Vi sono, però, enormi differenze regionali e un’ac-centuata disparità nella distri-buzione del reddito. La maggior parte della ric-chezza è concentrata nelle mani di una minoranza della popolazione, mentre milio-ni di individui sperimenta-no livelli di privazione che raggiunge, in casi estremi, la povertà assoluta. Il divario economico tra ricchi e pove-ri, nella maggior parte delle nazioni del Sud America, è considerato superiore rispet-to alla media dei paesi degli altri continenti. In Venezuela, Paraguay, Bolivia e molti al-tri paesi sudamericani, il 20% della popolazione più ricca detiene più del 60% della ric-chezza nazionale, mentre il 20% della popolazione più po-vera ne possiede meno del 5%.Questa realtà però non è omo-genea: esiste infatti un gruppo di paesi, chiamati «del Cono Sud» (Argentina, Brasile me-ridionale, Cile e Uruguay), che presentano indicatori so-cio-economici più positivi e tassi più elevati di sviluppo umano, tali da classificarli nella categoria degli stati più sviluppati. In particolare il Cile, l’Argentina e l’Uruguay vanno considerati come paesi

pienamente sviluppati con bassi tassi di povertà e reddito me-dio-alto, e le loro capitali presentano indicatori socioeconomi-ci molto simili ad alcune città europee come Milano, Madrid e Lisbona. Il Brasile è invece annoverato nei Brics, ovvero il gruppo delle cinque più grandi e «promettenti» economie in via di sviluppo a livello mondiale (insieme a Russia, India, Cina e Sudafrica). Attualmente, i fattori che ostacolano un’ulterio-re crescita dell’economia sudamericana e l’espansione dei suoi prodotti sui mercati internazionali sono la classe dirigente, che sostiene lo status quo, le interferenze politiche dei paesi occi-dentali (naturali residui dell’epoca coloniale) e degli Usa (stato neocolonialista per eccellenza), e minor competitività sul pia-no dei prezzi e in termini di produttività rispetto ai principali competitor (in primis la Cina).L’economia sudamericana è ripartita tra le estrazioni minera-rie della regione amazzonica e l’agricoltura, presente in tutti i paesi. L’industrializzazione è a un livello medio in varie regio-ni, anche se è molto forte la presenza di gruppi multinazionali. L’estrazione e l’esportazione di petrolio è importante in Vene-zuela, che possiede le più grandi riserve mondiali, in Argentina e nell’oceano Atlantico, prospiciente Rio de Janeiro. La Bolivia si distingue per la produzione di gas naturale (fatto assoluta-mente sconosciuto ai più).Le più ricche e industrializzate regioni del continente sono in primo luogo lo Stato di San Paolo, in Brasile, che possiede la più grande economia del Sud America, dove è presente il principa-le centro finanziario del paese, e i principali poli tecnologici (São Carlos, São José dos Campos e Campinas) e il più grande e movimentato porto; segue per importanza la zona industriale lungo il fiume Paraná, tra Rosario e La Plata in Argentina, con Buenos Aires come fulcro (secondo maggior porto e seconda città in termini di Pil più alto) e dallo Stato brasiliano di Rio de Janeiro. Dopo il Brasile, l’Argentina rappresenta la secon-da più grande economia in termini di Pil. Secondo i dati della Banca Mondiale, cinque paesi sono stati classificati fra i primi cinquanta in termini di Pil (nominale): Brasile, Argentina, Co-lombia, Cile e Perù. Utilizzando il Pil nominale nel confronto, i paesi con una moneta svalutata nei confronti del dollaro ap-paiono come meno produttivi. Per questo si utilizza anche il confronto con la parità di potere d’acquisto (Ppa). Fra i paesi con Pil (Ppa) pro capite più elevato, secondo quanto pubblicato dal Fondo monetario internazionale, il Brasile (7° al mondo in entrambe le classifiche) continua a superare l’Argentina, che a sua volta sopravanza il Venezuela, la Colombia e il Cile.A causa di uno storico tasso d’inflazione elevato in quasi tut-ti i paesi sudamericani, si registrano alti tassi di interesse che comportano conseguentemente bassi livelli di investimento. I tassi d’interesse sono spesso a due cifre. L’eccezione positiva è il Cile, che vanta una discreta stabilità economica da parecchio tempo, con tassi di interesse a un’unica cifra. Solo Argentina e Brasile fanno parte del G20 (il gruppo dei paesi più indu-

Marzo / Aprile 202034

strializzati e le nazioni emer-genti), mentre solo il Brasile fa parte del G8+5 (i paesi più industrializzati del pianeta e i più influenti). Tra le principali metropoli del Sud America si contano San Paolo, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Santiago del Cile, Lima, Caracas, Qui-to e Bogotà. L’Unasur (l’orga-nizzazione intergovernativa regionale costituita dai paesi dell’America meridionale) sta pianificando la creazione di una zona di libero scambio in grado di unire le due comuni-tà già esistenti, il Mercosur e la Comunità andina.

CILE E COLOMBIALE VERE SORPRESEContinente dimenticato, dice-vamo. In effetti, sulla mappa finanziaria mondiale, il Sud America è ai limiti estremi, ma a torto. Come visto dai dati economici, il Brasile ha le carte in regola per essere tra le nazioni che, nel corso dei prossimi trent’anni, faranno un salto definitivo di sviluppo, abbandonando certamente l’etichetta di «mercato emer-gente». Come effetto delle po-litiche economiche allineate all’economia di mercato e di impegno nel controllo fiscale messe in atto dall’attuale, sep-pur molto discusso, governo, in aggiunta al graduale mi-glioramento delle prospettive per l’economia, il paese sta recuperando fiducia degli in-vestitori e riconoscimento in-ternazionale dopo i numerosi scandali degli ultimi anni. Già oggi la Borsa di San Paolo è di gran lunga la più importante e capitalizzata del continente, potendo annoverare, nell’in-dice principale, l’Ibovespa, so-

cietà conosciute a livello mon-diale come AmBev, Banco do Brasil, Bradesco, Eletrobras, Embraer, Itaù Unibanco, Jbs, Localiza, Petrobras, Telefôn-ica Vivo, Tim Participações e Vale. L’Argentina ha e avrebbe delle potenzialità enormi, sia a li-vello industriale che agricolo, ma sconta una classe dirigente purtroppo non all’altezza, che ha piagato la nazione sin dal XIX secolo, costringendola a ripetuti default, uno dei qua-li, nel 2001, ben noto anche ai risparmiatori italiani, e con la prospettiva di un’ulteriore fallimento proprio in questi mesi. L’economia dell’Argenti-na è caratterizzata da grande ricchezza e varietà di risorse naturali, una popolazione con un elevato grado di alfabetiz-zazione, un sistema agricolo ben sviluppato e una solida base industriale, che la pone come la nazione più svilup-pata dell’America del Sud in-sieme al Cile. Grandi perciò, dicevamo, le sue potenzialità. La borsa argentina è, per di-mensioni e volumi, la secon-da del continente, e anch’essa presenta società quotate ben conosciute dagli addetti ai la-vori che si occupano di mer-cati internazionali, e di ampio respiro, come Banco Bbva Ar-gentina, Banco Macro, Grupo Financiero Galicia, Pampa Energia e Ypf. Il Cile, forse la nazione più sorprendente del continente, è stata quella che è più miglio-rata negli indici economici nel corso degli ultimi decenni, principalmente in virtù della presenza di alcune tra le più importanti miniere, ed alcuni dei più grandi giacimenti, di

Bovespa Brasile-9,84% / +12,5%

Igpa Cile +10,48% / +21,47%

Merval Argentina -9,77% / +14,69%

Ibc Venezuela +12,55% / +936,41%

YTD / 1Y

dati al 3 marzo 2020

2020 Marzo / Aprile 35

rame. L’oro rosso, infatti, ha permesso a questa nazione di scalare le classifiche mondia-li e continentali. L’economia cilena è oggi riconosciuta in-ternazionalmente come una delle più solide del subconti-nente latinoamericano. Tutta-via, durante il corso della sua storia, il Cile ha conosciuto diversi periodi di crisi e altri di elevata crescita ed espan-sione economica. Durante la dittatura militare del generale Pinochet è stata applicata una politica neoliberista che è sta-ta profondamente modificata durante i governi successivi, attraverso diverse riforme sociali progressiste in campo sanitario, previdenziale ed educazionale, e adottando la strategia della cosiddetta eco-nomia sociale di mercato, che ha portato, appunto, al cosid-detto miracolo cileno. Dopo anni di isolamento, il Cile è un mercato aperto al mondo, e la sua borsa valori è la terza del Sud America per scambi e volumi.Altra sorprendente nazione, almeno per i più, è la Colom-bia, terza forza economica del continente in termini di Pil (l’avreste mai detto, prima?). L’economia ha sperimentato una fase di crescita continua dal 2002, nonostante i pro-blemi legati all’ordine pubbli-co, a un ritmo annualizzato del 4,3%, impensabile per le nazioni sviluppate, e chiaro riflesso dell’appartenenza della nazione ai cosiddetti mercati emergenti, appunto. La recente pace tra il gover-no e i guerriglieri della Farc presenta buone prospettive per la nazione, che può dun-que contare su una rinnovata

PIL (in mln di $)

esposizione e credibilità in-ternazionale.

I FONDI E GLI ETF Detto tutto questo, come po-trebbe un risparmiatore no-strano avvicinarsi a questo splendido, affascinante, mi-sconosciuto e, per certi versi, ancora misterioso continente, tanto vicino per lingue (spa-gnolo e portoghese sono la quasi totalità di quelle che vi si parlano) e per popolazione (ol-tre metà degli argentini hanno origini italiane, e in Brasile sono il 15%)? Chiaramente, ci sono sia fondi che Etf che possono permettere un’espo-sizione ai mercati e alle borse valori, sia a livello continen-tale che di singolo paese. Per quanto concerne i fondi che investono sull’America Lati-na, il migliore è lo Stewart In-vestors Latin America Fund, disponibile anche in euro, fondo ad accumulazione con 5 stelle Morningstar e 4 globi di sostenibilità, gravato però da spese annuali dell’1,90%, superiori allo yield dell’1,13% che viene reinvestito nel fon-do stesso, ma con performan-ce annualizzate, negli ultimi 10 anni, del 6,32%. Lo yield più alto lo distribuisce il Bnp Paribas Fund Latin Ameri-ca Equity, 1 stella e 3 globi Morningstar, con un notevo-le 3,08%, ma gravato da spese annuali del 2,20% e un track record annualizzato a 5 anni di un mero +0,40%. Buoni anche i rendimenti dei fondi di Fidelity (1,71%), Janus Hen-derson (1,38%), BlackRock (1,19%) e Franklin Templeton (1,11%). Ovviamente, i fondi di investimento, lo strumento ancora più diffuso a livello sia

Brasile 1.869Argentina 520Colombia 331Cile 298Perù 222

Marzo / Aprile 202036

azionario che obbligazionario, consentono anche una esposi-zione-paese, limitata purtroppo al solo Brasile (almeno sulla Borsa Italiana). Si può altresì investire in Sud America attraver-so fondi esposti ai Brics (per la parte brasiliana) o a quelli sui mercati emergenti in general (dove il Sud America è comunque ben rappresentato). In ambito obbligazionario, l’esposizione è raggiungibile per lo più con bond che si rivolgono ai paesi emer-genti o a emissioni corporate specializzate.Venendo agli Etf, l’Hsbc Msci Em Latin America, con spese an-nuali dello 0,60% e uno yield del 2,61% rappresenterebbe una buona scelta. Delude un po’ la performance, che annualizzata a 5 anni è solo dell’1,77%, di poco superiore all’inflazione. L’iSha-res Msci Brazil di BlackRock, 3 stelle e 3 globi Morningstar, fa quasi altrettanto bene come yield (2,52%), ma è più interessante a 5 anni annualizzati, con un risultato del 4,71%, sebbene abbia spese leggermente più elevate, allo 0,74% annuale. In Italia, pur-troppo, a livello di nazione si può investire solo sul gigante suda-mericano, come già detto. Chi volesse e potesse operare, tramite il proprio broker o la propria banca, sul mercato britannico o su quello americano, potrebbe invece investire anche sull’Argenti-na, sul Cile, sulla Colombia e sul Perù, o su un mix delle 40 più importanti società sudamericane. Quest’ultimo è un prodotto di iShares, quindi BlackRock, con spese annuali dello 0,48% (ma non è il più economico, palma che va all’Etf sul Brasile di Fran-klin Templeton, con solo lo 0,19% annuale di spese, ma ancora troppo giovane come prodotto per avere statistiche affidabili), e con un ritorno annualizzato a 5 anni del 3,98%.Concludendo, il Sud America rappresenta da sempre una buona occasione di investimento. Gli asset disponibili per investire sui paesi della regione sono tanti, a partire dalle azioni delle bor-se più promettenti. Molti paesi di questa zona fanno parte del gruppo dei mercati emergenti e tante nazioni sudamericane, sia pure tra alti e bassi, hanno mantenuto ottimi trend di crescita. Nonostante l’America del Sud sia una buona occasione di inve-stimento è comunque consigliabile non farsi prendere troppo la mano ma, anzi, adottare le opportune precauzioni. Per loro natura, i paesi del Sud America sono soprattutto esportatori di materie prime e, appunto per questa ragione, sono molto dipen-denti dalle prospettive di crescita dell’economia globale. È quin-di scontato che un eventuale rischio di rallentamento mondiale (praticamente sicuro in quest’epoca ammorbata dal deleterio ef-fetto economico dell’epidemia di coronavirus) avrà un impatto sullo stato di salute dell’America Latina, e di quella sudamerica-na in particolare. Attenzione però a non cedere al pessimismo, perché il rallentamento inevitabile dell’economia cinese causerà un nuovo piano di intervento dello Stato con sostegno al settore infrastrutture. Questo si tradurrà in un aumento della richiesta di metalli che, a sua volta, avrà un effetto positivo sulle economie del Sud America. Alla luce di tali prospettive, si consiglia di ana-lizzare con attenzione i fondamentali e le dinamiche interne dei diversi paesi dell’area.

POPOLAZIONEBrasile 212.162.757

Colombia 50.819.826

Argentina 45.076.704

Perù 32.880.332

Venezuela 28.258.770

Messaggio pubblicitario. Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione nonché il Prospetto pubblicato e disponibile presso la sede della società, i soggetti incaricati della distribuzione e sul sito internet www.animasgr.it. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito.

Top gestore fondi Italia Bigdell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza.Per maggiori info:www.istituto-qualita.com

E se lo strumento più innovativo per i tuoi investimenti fosse questo?

Ci sono tanti modi per costruire il tuo portafoglio di investimenti, ma c’è un aspetto che spesso non viene considerato: il tempo.ANIMA applica un approccio graduale a molte soluzioni di investimento: piani di accumulo del capitale, switch programmati e fondi a finestra.Perché il punto non è solo dove investire, né come.Il punto è anche quando.

Contatta il tuo consulente per gli investimentio visita il sito tempo.animasgr.it

Messaggio pubblicitario. Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione nonché il Prospetto pubblicato e disponibile presso la sede della società, i soggetti incaricati della distribuzione e sul sito internet www.animasgr.it. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito.

Top gestore fondi Italia Bigdell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza.Per maggiori info:www.istituto-qualita.com

E se lo strumento più innovativo per i tuoi investimenti fosse questo?

Ci sono tanti modi per costruire il tuo portafoglio di investimenti, ma c’è un aspetto che spesso non viene considerato: il tempo.ANIMA applica un approccio graduale a molte soluzioni di investimento: piani di accumulo del capitale, switch programmati e fondi a finestra.Perché il punto non è solo dove investire, né come.Il punto è anche quando.

Contatta il tuo consulente per gli investimentio visita il sito tempo.animasgr.it

Marzo / Aprile 202038

Ora i BOND tutti li vogliono GREEN

PRODOTTI E SERVIZI | ESG

Il mercato della obbligazioni verdi è esploso nell’ultimo anno, e ora vale 566 miliardi (170 nell’area euro, +50%). E Le prospettive per il 2020 vanno in direzione di un’ulteriore espansione. Intanto nascono nuovi fondi

Tommaso Paoli

Funzionano esattamente come tutte le altre obbligazioni, ma riescono a compiere un piccolo miracolo: trasformare i sol-di dei risparmiatori in progetti con un impatto positivo per l’ambiente. come la produzione di energia pulita, l’uso so-stenibile dei terreni, il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, la realizzazione di trasporti ed edifici eco-compatibile... E allora perché preferire i bond tradizionali?Devono esserselo chiesti in molti nel corso dell’ultimo anno, visto che le emissioni di green bond dell’area euro hanno segnato un nuovo record nel 2019: 170 miliardi di euro, in aumento del 50% rispetto all’anno precedente, con lo stock in circolazione di titoli green a livello globale che a fine gen-naio 2020 ha raggiunto 566 miliardi. Il mercato appare in ulteriore forte crescita: nel solo mese di gennaio di quest’an-no sono stati collocati sul mercato titoli per 20 miliardi, pari al 75% di quanto emesso nel primo trimestre 2019. È quanto si legge nell’ultimo report sui green bond predi-sposto dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che prevede un’ulteriore espansione per le emissioni governati-ve green dell’area euro nel 2020. Per ora quelle governative rappresentano solo il 9% di tutto l’ammontare in circolazio-ne, ma hanno una storia più recente, iniziata con la prima emissione da parte della Polonia nel dicembre 2016. Oggi, su un totale di 50 miliardi di euro di titoli governativi in circolazione a livello globale, 21 miliardi sono rappresenta-ti dall’Oat francese (emesso nel 2017 e successivamente ri-aperto sette volte), mentre 23 miliardi sono costituiti dalle emissioni governative dell’Olanda, del Belgio, dell’Irlanda e della Polonia. Ma nuovi emittenti si stanno già preparando a entrare nel mercato sulla spinta del Green New Deal, ap-provato dal Parlamento europeo a metà gennaio, che si pone come obiettivo l’azzeramento dell’impatto climatico entro il

2020 Marzo / Aprile 39

2050 e richiede la mobilitazione di nuove risorse pubbliche e private da parte degli stati membri.A fare la parte del leone, però, dominando il mercato delle obbligazioni verdi, sono sempre gli emittenti societari. Non solo: a differenza degli anni precedenti, la base è diventata sempre più diversificata, con aziende industriali, tecnologi-che e delle comunicazioni che si sono rivolte al mercato dei green bond per finanziare progetti verdi, tra cui nomi noti come PepsiCo. Anche le assicurazioni hanno emesso i primi green bond e i produttori di automobili che stanno passando a soluzioni a basse emissioni di carbonio potrebbero essere i prossimi. Questo aumento delle emissioni societarie e il suo effetto sull’ampiezza e la liquidità del mercato - è l’analisi di Nn Investment Partners (Nn Ip) - rendono il momento per-fetto per un fondo dedicato ai green bond corporate. E infat-ti l’asset manager olandese ha deciso di rafforzare la propria gamma dedicata ai green bond con il lancio del fondo Nn (L) Corporate Green Bond, che applica la stessa strategia del Nn (L) Green Bond, ma con un focus specifico sulle obbligazioni societarie. «Il mercato dei green bond è davvero decollato nel 2019 ed è ora più grande del mercato high yield europeo, ad esempio, in termini di volumi», dice Bram Bos, lead portfolio mana-ger green bonds di Nn Ip. «Ciò lo rende a pieno titolo un vero e proprio segmento obbligazionario. Siamo certi che questa crescita sia destinata a continuare. La nostra recente analisi sulle performance degli indici dei green bond rispet-to ai normali indici obbligazionari, dalla quale emerge una migliore performance dei primi rispetto ai secondi, costi-tuisce un argomento convincente per l’utilizzo dei green bond in un contesto più ampio, non solo per gli investitori che hanno uno specifico focus di investimento a impatto». E ancora: «La nostra analisi mostra che, nel caso delle obbli-gazioni societarie, la volatilità dell’indice green bond si è co-stantemente avvicinata a quella di un indice obbligazionario tradizionale. Ciò rende i green bond corporate sempre più interessanti dal punto di vista puramente finanziario e del profilo rischio/rendimento».Nn Ip è attiva nel mercato delle obbligazioni verdi dal 2014 ed è stato uno dei primi asset manager a lanciare un fondo green bond dedicato. Il suo Nn (L) Green Bond, è uno dei più grandi fondi comuni sui green bond del mercato e si colloca nel primo decile del suo peer group. Fin dall’inizio ha otte-nuto una sovraperformance annualizzata rispetto al bench-mark dello 0,6%. La gamma dedicata ai green bond di Nn Ip include anche un fondo short duration per gli investitori che desiderano proteggere il proprio portafoglio dall’aumento dei tassi di interesse e avere comunque un impatto positi-vo. Tutte e tre le strategie green bond di Nn Ip applicano gli stessi rigorosi criteri di selezione per determinare l’universo d’investimento e assumere una visione ad alta convinzione

sui singoli candidati all’inve-stimento da una prospettiva fondamentale. Il patrimonio complessivo delle strategie e dei mandati sui green bond di Nn Ip ammonta attual-mente a circa 2,4 miliardi di euro in totale.Anche Generali Investments ha da poco lanciato un nuovo comparto che offre una stra-tegia di investimento liquida e trasparente in obbligazioni green: Generali Investments Sicav (Gis) Euro Green & Su-stainable Bond. Investe prin-cipalmente in obbligazioni green e sostenibili invest-ment grade denominate in euro, e fa riferimento all’in-dice Bloomberg Msci Bar-clays Euro Green bond come universo di investimento e benchmark ufficiale. Il com-parto, registrato in Italia, Francia, Germania e Austria, è gestito da Mauro Valle, cfa, head of fixed income in Ge-nerali Investments Partners, con 24 anni di esperienza nell’industria del risparmio gestito e gestore dei pluripre-miati fondi Gis Euro Bond che investono nell’obbliga-zionario governativo in euro. Carlo Trabattoni, ceo di Generali Investments Part-ners Spa Società di gestione del risparmio (investment manager del comparto), ha commentato: «I mercati fi-nanziari possono essere molto efficaci nello spostare il capitale dove serve, noi mi-riamo a far leva sulla nostra esperienza nella gestione di oltre 405 miliardi in attivi obbligazionari in euro per affrontare tematiche legate alla sostenibilità». E il pianeta ringrazia.

Marzo / Aprile 202040

Riflettori su BIOTECH e CYBERSECURITY

Leopoldo Fiore

onsiderato l’attuale contesto dei mercati finanziari tradizionali, caratterizzati fino a qualche settimana fa da valutazioni piuttosto elevate, poi scontate a seguito dell’attuale emergenza sanitaria, diventa quasi imprescindibile avere un portafoglio altamente diversificato. E diversificare, sottolinea Tommaso Baldiseera Pacchetti, founder e ceo di Crowdfundme, piattaforma di equity crowdfunding quotata all’Aim di Borsa Italiana, «significa miti-gare il rischio complessivo attraverso l’investimento in diverse asset class, decorrelate tra loro e con un’esposizione geografica internazionale. Il crowdfunding rappresenta senza dubbio una strategia d’investimento alternativa, decorrelata dai mercati tradizionali e che accelera la crescita e lo sviluppo del contesto nazionale».

L’economia reale è stata per lungo tempo trascurata dagli inve-stitori, ora l’attenzione verso i cosiddetti investimenti alterna-tivi sta crescendo. Qual è il motivo di questo ritrovato slancio?C’è sicuramente un tema culturale da prendere in considerazio-ne, l’investitore italiano storicamente è sempre stato attratto da flussi cedolari che per decenni hanno contribuito ad accrescere i suoi risparmi. Diversamente, gli altri paesi, europei e non, hanno mostrato anche in passato più interesse nei confronti delle stra-tegie alternative e più nello specifico negli investimenti in econo-mia reale. Ma non è affatto un caso che negli ultimi anni l’atten-zione verso i cosiddetti investimenti alternativi si sia accentuata: il mercato obbligazionario è infatti caratterizzato da rendimenti pari a zero e in alcuni casi negativi, sul fronte azionario c’è una forte incertezza dovuta a valutazioni eccessive prima e storni davvero elevati di mercato poi. In questo contesto l’investitore

C

MERCATI E BUSINESS | EQUITY CROWDFUNDING

Negli anni passati i settori di maggiore interesse sono stati il food delivery, il fintech e il cleantech. Oggi il focus è su real estate e sharing economy, sicurezza informatica e biotecnologie

Ogni mese solo su www.lefonti.tv

2020 Marzo / Aprile 41

va alla ricerca di nuove fonti di rendimento e trova nella finan-za alternativa una asset class complementare a quella tradi-zionale.

Quali sono, nella vostra espe-rienza, i settori che hanno go-duto del maggiore interesse da parte del pubblico?Sono più di 100 i progetti lan-ciati tramite Crowdfundme dal 2016 a oggi. Di questi l’80% circa ha riscosso un grande successo da parte degli investi-tori. L’elemento comune a tutti è sicuramente la presenza di un business model scalabile, appli-cato a settori in forte crescita e un team competente e affidabi-le. Negli anni passati i settori di maggiore interesse sono stati il food delivery, il fintech e il cle-antech. Oggi c’è un focus par-ticolare su biotech, real estate e sharing economy.

Ci sono settori ancora sotto-valutati e che potrebbero rap-presentare un nuovo trend per i prossimi mesi?È piuttosto difficile prevede-re quelli che saranno i nuovi trend per il crowdfunding, è infatti necessario contestua-

lizzare e calare il business nel panorama nazionale. Il tema della cybersecurity è assolutamente un trend che in Italia non ha anco-ra raggiunto il suo apice e che potrebbe essere oggetto di grandi investimenti nei prossimi mesi.

Le startup possono rappresentare una buona opportunità o sono una grossa incognita con un alto livello di rischio?Oggi in Italia si contano oltre 10mila startup regolarmente regi-strate su Infocamere e che presentano un fatturato complessivo di circa 1 miliardo di euro. Questo dimostra che tale ecosistema è in costante crescita e rappresenta un terreno fertile per attrar-re nuovi investitori. È chiaro che si tratta di strumenti illiquidi ad alto rischio, di conseguenza la componente in portafoglio detenuta deve essere commisurata al profilo di rischio dell’inve-stitore. In Crowdfundme riteniamo che investire in startup sia un’ottima opportunità per diversificare e allo stesso tempo per supportare quel tessuto imprenditoriale italiano caratterizzato da tecnologie all’avanguardia, servizi innovativi e prodotti di qualità eccellente.

Come vedete il settore degli investimenti alternativi nei pros-simi anni? Possono rappresentare un trend di lungo periodo o sono da sfruttare come investimento tattico di breve periodo?L’andamento degli investimenti alternativi in startup e Pmi è strettamente correlato alla conferma di forme di agevolazione fi-scali. L’incentivo fiscale, a oggi, è una variabile fondamentale nel processo decisionale dell’investitore. Ci aspettiamo che in futuro il legislatore continui con questa linea, concedendo tali benefici a fronte del rischio che l’investitore in strumenti di finanza alter-nativa si assume. Chiaramente parliamo di orizzonti temporali di lungo periodo: aderire a una campagna di equity crowdfun-ding significa entrare nella compagine sociale di una startup o Pmi, investire nel potenziale di un’azienda, partecipare ai risulta-ti della stessa e tutto ciò richiede il giusto tempo.

Qual è a vostro parere il periodo medio per mantenere in portafoglio un investimento di questo tipo? Non esiste un periodo medio ideale o di riferimento, ogni società ha una storia e un percorso di crescita unici. È importante com-prendere che generalmente si tratta di tempi piuttosto dilatati, poiché gli investimenti avvengono nelle primissime fasi di vita della società e di conseguenza è necessario attendere alcuni anni prima di essere remunerati, ma ci sono anche casi specifici in cui in un paio di anni gli investitori hanno assistito a eventi di liqui-dità come quotazioni in borsa o acquisizioni da parte di gran-di gruppi industriali. Crowdfundme conta oggi tre exit tramite quotazione in borsa: CleanBnb e Crowdfundme su Aim e i-Rfk su Euronext. È un ottimo risultato ma non vogliamo fermarci qui: continueremo a lavorare sodo per portare a bordo società di alto livello grazie a un accurato processo di selezione e onboar-ding composto da più fasi e attività ben definite.

Tommaso Baldissera Pacchetti founder e ceo di CrowdFundMe

Marzo / Aprile 202042

COME investono gli enti di PREVIDENZA privati

MERCATI E BUSINESS | ISTITUZIONALI

Gestiscono un patrimonio di 87 miliardi di euro, che negli ultimi sei anni è cresciuto del 32,5%. Nei portafogli scende la quota di titoli di Stato e di immobili direttamente posseduti. Sale la componente azionaria e cresce l’attenzione per gli strumenti Esg

Leopoldo Fiore

Negli ultimi cinque anni il patrimonio delle casse di previ-denza ha registrato una crescita continua e costante passan-do dai circa 65,6 miliardi di euro del 2013 ai circa 87 miliar-di di euro di fine 2018, con un incremento complessivo del 32,5%. è quanto emerge dal «IV Rapporto sugli investimenti degli enti di previdenza privati», realizzato dal Centro studi Adepp (l’Associazione degli enti di previdenza privati). La crescita, va analizzata alla luce di due fattori intercon-nessi: ovvero, da un lato i contributi complessivamente in-cassati sono superiori alle uscite derivanti dalle prestazioni erogate (per un saldo positivo complessivo di circa 17 mi-liardi nel periodo di analisi) e dall’altro i rendimenti conse-guiti sugli attivi che ammontano a circa l’1,4% netto annuo in media. Tutte le casse di previdenza hanno adottato, negli anni, una gestione del patrimonio volta a ridurre il rischio di esposizione proprio degli investimenti. In particolare, utilizzano tecniche di risk managment che permettono, tra-mite una diversificazione oculata degli investimenti (asset liability managment), di diminuire il rapporto rischio/ren-dimento, riducendo il primo pur mantenendo accettabile il secondo.Il patrimonio, infatti, è necessario a garantire stabilità agli enti che hanno come compito principale quello di garantire le prestazioni pensionistiche agli iscritti. Mantenere bassa la rischiosità degli investimenti è, quindi, di primaria im-portanza. Per raggiungere un basso rischio è stato quindi necessario, negli anni, diversificare il portafoglio, ridistri-

2020 Marzo / Aprile 43

buendo in maniera appro-priata il patrimonio nei di-versi asset. A questo scopo, la percentuale investita in immobili si sta assottiglian-do sempre di più lasciando maggior spazio ad altri tipi di investimento. Anche le modalità di investimento stanno cambiando. Le casse, infatti, investono sempre di più in fondi comuni di inve-stimento.Vi sono, sottolinea il rappor-to, tre componenti predomi-nanti: i fondi di investimento mobiliari, per una quota del 25,6%, altri fondi di investi-mento per il 21,7% e titoli di Stato con una quota del 16,8%.Nel corso degli anni si è ve-rificato un importante cam-biamento degli investimenti nelle diverse asset class: i fondi mobiliari sono passa-ti dagli 8,3 miliardi di euro del 2013 ai circa 22,3 di fine 2018, quindi quasi triplicati; gli immobili direttamente posseduti, invece, sono scesi da 11,5 miliardi di euro del 2013 ai circa 4,9 miliardi attuali; la componente azio-naria al contrario è quasi raddoppiata (da 4,1 miliardi di euro a circa 7,1) anche se in flessione nell’ultimo anno.I titoli di Stato, pur rimanen-do uno dei veicoli d’investi-mento maggiormente utiliz-zato, hanno perso peso: la parte investita in tale asset è passata dal 19,7% del 2013 al 16,8% del 2018, mentre i fon-di di investimento (mobiliari e non) oggi rappresentano il 47,3% degli investimenti delle casse: nel 2013 rappre-sentavano il 28,6% del patri-monio.

IMMOBILII dati relativi al valore complessivo degli immobili diretta-mente e indirettamente detenuti dagli enti (viene quindi in-clusa la componente investita in immobili attraverso fondi immobiliari) ammonta a circa 19,8 miliardi di euro.In valore assoluto, gli investimenti in immobili, sono rima-sti costanti negli anni, ma è cambiato considerevolmente il loro peso in termini percentuali dell’attivo, che pur rimane alto, ha comunque subito un decremento significativo negli anni oggetto d’analisi. Infatti, nel 2013 la componente im-mobiliare complessiva si attestava al 29,7% e si è ridotta al 22,8% nel 2018.Le casse investono circa 4,9 miliardi di euro (5,6% delle atti-vità totali) in immobili in modo diretto. Il dato va confron-tato con il 2013, anno in cui il patrimonio investito in questo asset ammontava a circa 11,5 miliardi di euro (il 17,6%).La maggior parte degli immobili sono ormai detenuti in maniera indiretta attraverso l’investimento in fondi im-mobiliari. Vi è stato, infatti, un andamento quasi speculare rispetto agli investimenti diretti in immobili. La compo-nente investita in fondi immobiliari è infatti passata dai 7,4 miliardi di euro del 2013 ai 14,4 miliardi di euro del 2018. Tale fenomeno è direttamente attribuibile alla politica di di-smissione degli immobili detenuti per via diretta dagli enti previdenziali.

65,671,9

75,580

85,3 87

2013 2014 2015 2016 2017 2018

L’EVOLUZIONE DEL PATRIMONIO

fonte: Centro Studi Adepp (dati in miliardi di euro)

Marzo / Aprile 202044

Dal punto di vista della di-stribuzione geografica, gli immobili complessivamente detenuti sono ubicati prin-cipalmente in centro Italia (circa il 55%, di cui l’87% a Roma); il 41% nel nord del paese e il residuale 4% nel sud. La maggior parte degli immobili posseduti è a uso uffici (45%) e residenziale (25%).

OBBLIGAZIONIUna quota molto rilevante del patrimonio delle casse è investita in titoli obbligazio-nari, se si considera anche la componente inclusa nei fon-di mobiliari, questa ammon-ta, a fine 2018, a circa 32,3 miliardi di euro costituendo il 37,1% delle attività. No-nostante in valore assoluto siano aumentati rispetto ai 22,4 miliardi del 2013, il loro peso percentuale è rimasto sostanzialmente invariato negli anni.Sommando i titoli di Stato alle altre obbligazioni diret-tamente detenute, tale asset ammonta a circa 19,5 miliar-di di euro (22,6% del totale delle attività). Rimanendo costanti in valore assoluto. Sono invece aumentati note-volmente, soprattutto negli ultimi anni, gli investimenti in obbligazioni tramite fon-di mobiliari. Una compo-nente molto rilevante degli investimenti obbligazionari riguarda i titoli di Stato ita-liani, infatti, le casse, a fine 2018, avevano investito in Btp circa 9 miliari di euro, su un totale di circa 14,6 miliar-di di euro investiti in titoli di Stato (quindi circa il 65%).Gli altri investimenti obbli-

gazionari ammontano a cir-ca 5 miliardi di euro, il 5,8% delle attività. Si registra una diminuzione consistente tra il 2013 ed il 2018. Infat-ti, tale quota passa dal 9,9% del 2013 al 5,8% del 2018. La componente obbligazionaria investita per mezzo di fondi mobiliari ammonta a 12,7 miliardi di euro (il 14,6% del valore delle attività) in costante aumento dal 2013. Questa componente è per lo più costituita da titoli cor-porate (59%) ed è investita in paesi dell’area euro diversi dall’Italia con una quota del 37%o, negli Stati Uniti (26%) e nei paesi non aderenti all’Ocse (16%).

AZIONINegli ultimi sei anni, si è re-gistrata una considerevole crescita degli investimenti in azioni che, inclusa la compo-nente investita tramite fondi mobiliari, sono passati dal 9,8% degli attivi a un più ri-levante 15,7%. Incremento giustificato anche dalla ne-cessità di accrescere i rendi-menti e compensare i bassi rendimenti sugli altri asset.Gli investimenti in azioni, a fine 2018, ammontano a cir-ca 13,7 miliardi di euro. La componente azionaria, come nel caso delle obbligazioni, è costituita da: investimenti diretti in azioni (circa 7,2 mi-liardi di euro che costituisce l’8,2% delle attività comples-sive); componente azionaria dei fondi di investimenti mo-biliare (6,5 miliardi di euro e rappresenta il 7,5% delle attività).Il peso della componente azionaria è cresciuto costan-

55%CENTRO

NORD

SUD

41%

4%

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

DEGLI IMMOBILI

2020 Marzo / Aprile 45

temente negli ultimi anni, tranne che nell’ultimo anno preso in esame. Una riduzione di peso che va imputata anche alla riduzione di valore delle azioni causato dal crollo del merca-to nel 2018, che, anche se non hanno generato minusvalenze, sono comunque valutate ai valori di mercato.

ESGLe scelte di allocazione delle casse non perseguono scopi speculativi ma sono improntate ai criteri di prudenza, ren-dimento, salvaguardia e garanzia delle prestazioni future agli iscritti. Per questo anche le casse di previdenza possono valutare aspetti di natura ambientale, sociale o di governan-ce, oltre il profilo di rischio e rendimento.Il mondo della finanza sta attribuendo sempre più valore agli investimenti Esg (environmental, social, governance), e secondo l’Onu, la Ue, i principali economisti e le banche centrali la sostenibilità non è più una nicchia tra la filantro-pia e l’ambientalismo ma è il nuovo traguardo dell’economia mondiale e sta generando investimenti per 59mila miliardi di dollari. Per la Global sustainable investment association, gli investimenti mondiali in società reputate sostenibili dal

L’ASSET ALLOCATION

fonte: Centro Studi Adepp (dati a fine 2018)

Fondi di investimento mobiliare

Azioni

Altri titoli obbligazionari

Titoli di Stato

Polizze assicurative

Altre attività

Partecipazioni in società immobiliari

Immobili direttamente posseduti

Altri fondi di investimento

Liquidità

25,6%

8,2%

5,7%

16,8%

6,6%

0,6%8,6%

0,6%

5,6%

21,7%

mercato sono passati dai 21.400 miliardi di dollari del 2014 ai quasi 40mila nel 2017. Assumendo una vision che punta a una maggiore sostenibilità finanziaria sul lungo periodo, le casse han-no iniziato a considerare gli investimenti Esg come di fondamentale importanza nelle loro politiche di inve-stimento.A scopo di esempio, il rap-porto di Adepp evidenzia come Inarcassa al 2017 abbia investimenti in titoli clas-sificabili Esg una quota del patrimonio pari a circa 472 milioni di euro. Enpam ha destinato una quota fino al 5% della sua asset allocation

Marzo / Aprile 202046

(circa 1 miliardo di euro) a in-vestimenti correlati alla pro-pria missione istituzionale e in grado di generare ricadute positive sulle professioni de-gli iscritti e quindi sull’eco-nomia reale. Inoltre, la cassa dei medici e degli odontoiatri ha avviato un monitoraggio del patrimonio complessivo, che ha messo in mostra una rispondenza ai parametri Esg più elevata rispetto alla media del mercato. In particolare, prendendo in considerazione i cinque principali indici Esg su Bloomberg (Sustainalytics Esg, Bloomberg Esg disclosu-re score, Iss, Esg governance, Carbon disclosure project), il patrimonio Enpam ha una valutazione di 7/10. Un altro esempio decisamen-te virtuoso è quello dell’En-pap, la cassa degli psicologi, che ha una quota importante del proprio patrimonio (pari al 46% del totale, per un con-trovalore di oltre 576 milioni di euro) investito in fondi se-lezionati anche tenendo con-to della effettiva implementa-zione, nei rispettivi processi di investimento, dei criteri Esg. Cassa forense svolge una valutazione di sostenibilità del portafoglio dei fondi li-quidi dell’ente; a giugno 2018 gli Aum complessivi valuta-ti sotto il profilo Esg sono il 58% degli oltre 4 miliardi in gestione. Di questi il 12%, pari a circa 504 milioni di euro, presentano un portafoglio titoli che supera ampiamente la verifica dei principi Esg e dell’indice delle controversie.I titoli nei quali sono inve-stite le risorse tengono in considerazione il comporta-mento dell’azienda nei con-

COMPOSIZIONE DELL’ATTIVO A VALORI DI MERCATO

fonte: Centro Studi Adepp

LIQUIDITÀ ALTRI TITOLI OBBLIGAZION.

TITOLI DI STATO

AZIONI FONDI INVESTIMENTO

MOBILIARE

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

7,5%

9,2%

8,5%

8,1%

7,2%

6,6%

19,7

%21

,2%

18,8

%18

%16

,5%

16,8

%

9,9%

9,2%

8,3%

6,4%

5,9%

5,7% 6,

2%8,

1%10

,8%

9,6%

9,5%

8,2%

12,7

%12

,2%

15,8

%20

,8%

25,3

%25

,6%

2020 Marzo / Aprile 47

ALTRI FONDIINVESTIMENTO

PARTECIPAZ.IN SOCIETÀIMMOBILIARI

IMMOBILI DIRETTAMENTE

POSSEDUTI

POLIZZE ASSICURATIVE

ALTRE ATTIVITÀ

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2013

2014

2015

2016

2017

2018

15,9

%17

,8%

19,1

% 19,7

%19

,9%

21,7

%

17,6

%12

,2%

8,9%

7,3%

6%5,

6%

0,9%

0,7%

0,6% 0,7%

0,6%

0,6% 0,7%

0,6%

0,5% 0,6% 0,6%

0,6%

9% 8,9%

8,8%

8,9%

8,6%

8,6%

fronti dell’ambiente (rispetto a fattori quali cambiamenti climatici, emissioni di CO2, inquinamento dell’aria e dell’acqua, gli sprechi e la de-forestazione), del sociale (ri-spetto a fattori quali politiche di genere, i diritti umani, gli standard lavorativi e i rap-porti con la comunità civile) e delle pratiche di governo societario, (rispetto a fattori quali le politiche di retribu-zione dei manager, la compo-sizione del consiglio di am-ministrazione, le procedure di controllo, i comportamen-ti dei vertici e dell’azienda).Ora più che mai il sociale, la difesa dell’ambiente, il ri-spetto delle regole e il buon governo rappresentano asset tangibili di un’azienda, che generano valore economi-co oltre che sociale. Inoltre, gli investitori istituzionali hanno una visione più inte-grata e realistica dell’impre-sa e possono così valutare agevolmente la sostenibilità del modello aziendale, e sui rischi, diversi da quelli fi-nanziari, al fine di ottenere un maggior beneficio anche nel processo di allocazione dei capitali (a titolo cioè sia di finanziamento sia di in-vestimento) in un orizzonte temporale di lungo periodo.In conclusione, l’integrazio-ne sistematica dell’analisi finanziaria con quella Esg nella valutazione delle im-prese consente una miglior analisi dei rischi e delle op-portunità di investimento dispiegando i propri effetti positivi nel corso degli anni e consentendo di cogliere le tendenze di fondo delle di-namiche rilevanti.

Marzo / Aprile 202048

Perché NATIXIS contina a scottarsi con i fondi H2O?

MERCATI E BUSINESS | GESTIONI SPREGIUDICATE

A dispetto del nome, la boutique specializzata in strategie di rendimento assoluto, quest’estate era salita agli onori della cronaca per le posizioni illiquide dei suoi fondi. Ora concede il bis

Nino Gavioli

nche nel pieno dell’emergenza coronavirus e del panico dei mercati globali, con i listini che segnavano perdite in doppia cifra, H2O, boutique di asset manageement con sede a Lon-dra fondata da Bruno Crastes e controllata dalla banca d’in-vestimento francese Natixis, ha trovato il modo di salire agli onori della cronaca. Era il 9 marzo e H2O registrava perdite fino al 30% tra i suoi fondi, una débâcle che si aggiungeva ai forti cali che avevano messo a dura prova le sue strategie nell’ultimo mese. Cancellando in un colpo sei anni di gua-dagni. In quel lunedì nero il fondo Multiequities di H2O è crolla-to del 30,5%, il fondo Vivace del 26%, il fondo Multibonds ha perso il 20% e Allegro, la nave ammiraglia della società, è sceso del 18%. Prima del selloff di lunedì, H2O aveva già visto tre delle sue strategie più performanti, tra cui Allegro, scendere in fondo alla classifica degli oltre 500 fondi mo-nitorati da Kepler Partners che usano tattiche tipiche degli hedge fund per fare soldi. Vivace, era crollato di circa il 29% nel mese precedente alla chiusura di lunedì, mentre il fondo MultiReturns aveva perso quasi il 17%.Il motivo? Uno stile d’investimento “probabilmente” un po’ troppo spregiudicato. Lo stesso che alla fine dello scorso anno, quando H2O aveva un corposo portafoglio da 34 mi-liardi di dollari, era riuscito a ottenere performance stupefa-centi. Nel 2019 il fondo Multiequities ha registrato un cresci-ta del 41,8%, poco meno Allegro (39,6%), 33,6% il Multibond e 30,1% Vivace.E dire che qualche segnale d’allarme era già arrivato. Inascol-

Awww.lefonti.tv

2020 Marzo / Aprile 49

tato. La scorsa estate Crastes era già finito nel vortice me-diatico. Colpa delle posizioni illiquide dei suoi fondi, oltre che di un potenziale conflit-to di interessi. Intervenendo per dire la sua, il fondatore di H2O aveva serenamente spie-gato che «nel mondo vengono gestiti 85mila miliardi di dol-lari di asset. Di questi, soltan-to 25mila si possono ritenere sicuri: i bond governativi giapponesi, le obbligazioni core in euro e i Treasury sta-tunitensi». Insomma, «non ci sono sufficienti asset sicuri per riempire i nostri portafo-gli». Ergo: non ci rompete le scatole.Ma che cosa è successo la scorsa estate? A lungo H2O aveva fatto faville, passando dai 3 miliardi di euro gesti-ti nel 2013 agli oltre 30 del 2019. Le performance dei fondi erano ottime (fino a oltre il 30% netto), tanto da ricevere le 5 stelle Mornin-gstar e da dover aumentare, all’inizio del 2019, le com-missioni d’ingresso per bloc-care i flussi in entrata. Fino allo scorso giugno, quando il Financial Times ha segna-lato la presenza di una dose consistente di titoli illiquidi (aggirando le regole Ue che permettono ai fondi di de-tenere soltanto fino al 10% delle attività in titoli meno liquidi) e senza rating nei fondi Adagio, Allegro e Mul-tibonds. Non solo: secondo il quotidiano finanziario al-cuni dei bond nei portafogli erano emessi da società colle-gate al controverso finanzie-re tedesco Lars Windhorst (n Italia conosciuto soprattutto per aver acquisito nel 2018 La

Perla) e alla sua holding Tennor, nel cui comitato consultivo sedeva anche Crastes (che poi ha dovuto dimettersi) .In un colpo le azioni Natixis hanno perso oltre l’11% alla Borsa di Parigi, e quando Morningstar ha sospeso il rating sul fondo Allegro, sottolineando le preoccupazioni sulla li-quidità di alcune obbligazioni, è partita un’ondata di riscatti che in un paio di settimane è arrivata a 8 miliardi di dollari. Negli ultimi anni l’Italia è stata tra i principali mercati per i fondi H2O Grazie ad accordi di distribuzione che la società di gestione ha in essere con parecchi intermediari, tra cui Azimut, Banca Generali, Bper, Bnl Bnp Paribas, Fineco, Che-Banca!, IwBank, Kairos, Mediolanum e Widiba, nel nostro paese sono stati raccolti circa 5 miliardi di euro. Anche se con il polverone che si è sollevato nell’estate del 2019, alcune banche (tra cui Banca Generali, Bnl - Bnp Paribas, Fineco e Mediolanum) hanno consigliato ai clienti di azzerare o ri-

durre considerevolmente l’esposizione su H2O.È invece più recente la notizia della partnership distributiva tra Natixis Im e Banca Consulia che include un totale di oltre 70 fondi (tra cui quelli di H2O) sulle principali asset class ge-stite da alcune affiliate del gruppo Natixis Investment.Ecco la domanda è come il gruppo Bpce, che è il secondo gruppo bancario francese, un colosso che controlla 14 ban-che popolari regionali e 15 casse di risparmio, che vanta circa 30 milioni di clienti nel mondo in 40 paesi, e che controlla Natixis, si ancora disposto ad associare il suo nome (e la sua reputazione) con quello della boutique di Bruno Crastes.

Bruno Castres ceo di H2O Asset Management

Debora Rosciani

LA REDAZIONE TELEVISIVA

Annalisa Lospinuso

Giuseppe Di Vittorio

Annabella D’Argento

Manuela Donghi

Simona Vantaggiato

Aleksandra Georgieva

Alex Soldati Angela Maria Scullica Gabriele Ventura

Alessia Liparoti

Federica Chiezzi

Alan Friedman

Serena Cappelletti

Scopri i nostri format originali

Conduce: Alan FriedmanOgni mese alle ore 14.30

FacciaaFaccia è il programma di approfondimento di LeFonti.TV a cura di Alan Friedman. Il famoso giornalista e conduttore americano intervista i grandi nomi del mondo della politica, dell’economia e della finanza sulle questioni più spinose dell’attualità.

Conduce: Debora RoscianiOgni lunedì alle ore 18.00

Business Leaders è il format condotto dalla nota giornalista Debora Rosciani e approfondisce gli aspetti che riguardano le nuove regole del mondo del lavoro, dall’impiego sempre più massiccio delle tecnologie digitali al problema del mismatch tra domanda e offerta.

Conduce: Annabella D’ArgentoOgni venerdì alle ore 10.30

Annabella D’Argento indaga sul ruolo delle donne all’interno del sistema economico, finanziario e imprenditoriale italiano. Attraverso interviste alle protagoniste della scena nazionale ed internazionale, il format vuole promuovere e valorizzare le professionalità delle donne all’interno delle aziende.

Conduce: Annalisa LospinusoOgni mese alle 10.30

Annalisa Lospinuso affronta i temi riguardanti la protezione e gli investimenti insieme agli esperti di CNP Partners. Ogni mese il tema caldo viene affrontato attraverso vox populi, sondaggi online e le domande dal pubblico. Un format che vuole aumentare la consapevolezza sulle tematiche legate al patrimonio delle persone.

Conduce: Annalisa LospinusoOgni due settimane alle ore 14.30

Gli scivoloni e le idee geniali del mondo della finanza finiscono sotto la lente d’ingrandimento nella rubrica settimanale condotta da Annalisa Lospinuso. Ampio spazio al tema dei rapporti tra Italia e Cina dove vive e lavora l’opinionista di punta Alberto Forchielli, fondatore di Mandarin Capital Parteners.

Conduce: Manuela DonghiOgni mese alle ore 10.00

Manuela Donghi insieme a Sara Silano, Editor in Chief e analista Morningstar, affrontano i temi caldi dei mercati, offrendo una visione globale sui trend del momento. Un’analisi mensile approfondita pensata per professionisti ed investitori che operano nell’economia globale.

Conduce: Alessia LiparotiOgni venerdì alle ore 17.30

“Un libro è l’unico oggetto che possa avere sogni.”Per capire il mondo di oggi, le sfide e le opportunità non c’è niente di meglio di un libro e dell’intervista al suo autore.

Conduce: Angela Maria ScullicaOgni 2 settimane, il lunedì alle ore 17.30

Asset Management, il format tv che indaga sulle evoluzioni del risparmio gestito e i temi legati ai mercati internazionali. In ogni puntata i temi analizzati con i protagonisti e le figure chiave di un settore che in italia e nel mondo è in costante crescita.

Marzo / Aprile 202054

Un anno CERTIFICATO

PRODOTTI E SERVIZI | DERIVATI

Oltre 17 miliardi di euro, ovvero il 55% in più rispetto al record del 2018. Il rendimento basso o negativo del mercato obbligazionario spinge gli investitori verso questi strumenti, capaci di soddisfare gli obbiettivi di rendimento non solo in condizioni di mercato rialzista, ma anche laterale o moderatamente ribassista

Margherita Abbate Daga

Il 2019 è stato un anno record per i certificati. Lo conferma Nicola Francia, presidente di Acepi, l’Associazione ita-liana certificati e prodotti di investimento, nata nel 2006 per promuovere anche in Italia una cultura evoluta dei prodotti di investimento, favorendo al tempo stesso lo sviluppo di mercati efficien-ti e trasparenti. «I dati di mercato primario, raccolti su base trimestrale dalla nostra Associazione tra gli emittenti associati (Banca Akros, Banca Imi, Bnp Paribas, Mediobanca, Sociéte Générale, UniCre-dit e Vontobel)», illustra Francia, «mostrano volumi annuali di collocato supe-riori ai 17 miliardi di euro (17,166 suddivisi su 824 pro-dotti emessi), con un incre-mento del 55% (ovvero oltre 6 miliardi di euro), rispetto al precedente primato del 2018. I prodotti a capitale

2020 Marzo / Aprile 55

protetto (51%) e condizio-natamente protetto (49%) si sono divisi quasi equa-mente il mercato primario. Se analizziamo la tendenza nel corso dell’ultimo trien-nio (2017-19), rileviamo una crescita costante dei volumi dei prodotti a capitale pro-tetto (41% nel 2017, 46% nel 2018 e 51% nel 2019) rispet-to a un’analoga flessione dei prodotti a capitale condizio-natamente protetto (da 59% al 54% del 2018, 49% lo scor-so anno), sino a registrare nel 2019 il superamento dei volumi dei primi rispetto ai secondi». Questo può essere spiegato, dice il presidente di Acepi, «con una crescente esigenza di protezione (o avversione al rischio) degli investitori, a seguito dell’andamento del mercato azionario. Di-scorso analogo, per quanto riguarda i volumi sul mer-cato secondario dei certi-ficati: sommando i volumi di SeDeX (Borsa Italiana) e Cert-X (EuroTLX) nel 2019 sono stati raggiunti i 30 mi-liardi di euro di controvalo-re. Anche in questo caso, si tratta di volumi in crescita del 30% circa rispetto all’an-no precedente».

Come sta andando il 2020?Pur non disponendo ancora dei dati del primo trime-stre, dal nostro osservatorio possiamo dire che l’anno è partito bene, con volumi in linea con quelli del 2019. Si osserva una diversa compo-sizione del mix dei volumi tra le principali tipologie di certificati, con netta pre-ponderanza di strumenti a

VOLUMI IN COSTANTE AUMENTO

LA CRESCITA DEI PRODOTTI A CAPITALE PROTETTO

Marzo / Aprile 202056

capitale condizionamento protetto. Questo è dovuto a una minore esigenza di protezione del capitale da parte degli investitori anche in seguito allo slancio dei mercati aziona-ri a inizio anno. Anche il controvalore sul mercato secon-dario di SeDeX ed EuroTLX confermano l’attuale tendenza positiva, con un recupero dei certificati d’investimento ri-spetto ai certificati a leva.

Per quale motivo i certificati stanno avendo questo suc-cesso?Il motivo principale che ha determinato la notevole crescita dei volumi in questi anni va ricercato nel rendimento basso o negativo del mercato obbligazionario, a fronte del quale l’ampia offerta di certificati sul mercato soddisfa gli obbiet-tivi di rendimento degli investitori non solo in condizioni di mercato rialzista, ma anche laterale o moderatamente ribassista. Un elemento importante del successo dei certi-ficati è la possibilità di ottenere un flusso cedolare perio-dico, di entità superiore a quelli oggi ottenibili sul mercato obbligazionario. Non da ultimo è importante sottolineare che le plusvalenze generate dai certificati possono essere utilizzate a compensazione di eventuali minusvalenze pre-senti nello zainetto fiscale. Tutto questo attraverso stru-menti che offrono alta trasparenza di funzionamento e di costo. La costante crescita negli anni della partecipazione dei consulenti finanziari ai corsi gratuiti di informazione e formazione finanziaria sui certificate, promossi da Acepi su tutto il territorio nazionale, è un indicatore dell’aumen-to di interesse di tali prodotti da parte del mercato.

Quali sono i prodotti che destano maggior interesse?Dall’analisi dei principali payoff emerge, in particolare, come i cash collect, con il 23% dei volumi collocati nel 2019, si confermino i prodotti preferiti dagli investitori ne-gli ultimi anni (24% nel 2017 e 16% nel 2018). I cash collect consentono di beneficiare di un flusso cedolare periodico in funzione dell’andamento di un determinato sottostante. Le cedole possono essere incondizionate (ovvero pagate in qualsiasi scenario) oppure condizionate al verificarsi di un evento (in genere il sottostante non deve avere una perfor-mance negativa superiore a un livello predeterminato). La protezione del capitale può essere incondizionata oppure condizionata al non verificarsi di un certo evento (in gene-re la discesa del sottostante sotto un determinato livello). Nei cash collect è spesso presente anche l’autocallability ovvero la possibilità di rimborso anticipato del capitale a fronte del verificarsi di un evento definito nelle condizioni iniziali. Questi strumenti sono idonei a quegli investitori che, a fronte del rischio di non ricevere integralmente il capitale investito a scadenza, vogliono ottenere un flusso cedolare di importo superiore al mercato obbligazionario.

I CASH COLLECT, con il 23% dei volumi collocati

nel 2019, si confermino i PRODOTTI PREFERITI

dagli investitori negli ultimi anni (24% nel 2017 e 16% nel 2018)

2020 Marzo / Aprile 57

Seguono, al secondo posto, con il 19%, gli equity pro-tection che offrono all’in-vestitore, oltre la protezione incondizionata (parziale o totale) del capitale investi-to, anche la partecipazione a scadenza alle performance del sottostante. Strumenti idonei a investitori che non intendono rischiare il capi-tale ma che desiderano par-tecipare alle performance del mercato azionario.

A livello normativo, come si sta muovendo Acepi?Acepi partecipa a vari livel-li su differenti tematiche. Nello specifico siamo par-ticolarmente impegnati nei tavoli di lavoro afferenti all’evoluzione normativa. Abbiamo recentemente par-tecipato alla consultazione sulla revisione dei Regula-tory technical standard dei Kid con una nostra risposta e in congiunzione all’asso-ciazione europea (Eusipa). Partecipiamo al tavolo di la-voro a livello europeo sulla revisione del target market e più in generale su tutti i temi di product governan-ce. Seguiamo le evoluzioni relative alla Pd3 Prospectus Regulation. Inoltre Acepi è in continuo confronto e contatto con le autorità dei mercati con l’obiettivo di assicurare che le forme or-ganizzative dei mercati se-condari dei certificati siano sempre efficienti e le più idonee ad assicurare agli in-vestitori alta liquidità e bassi spread.

Che iniziative avete in pro-gramma nei prossimi mesi?

Acepi proseguirà nel 2020 il percorso, condotto in tan-ti anni, di informazione ed educazione finanziaria delle reti bancarie e dei consulenti finanziari indipendenti, at-traverso l’erogazione di cor-si gratuiti accreditati Efpa dal 2015, con vari livelli di approfondimento, al fine di migliorare la conoscenza del funzionamento dei certifi-cati e delle opportunità di utilizzo all’interno dei por-tafogli. Recentemente abbia-mo accolto in associazione un nuovo membro non emit-tente, bensì broker on-line e distributore: IwBank. Con-tinueremo a proporre l’as-sociazione a nuovi emittenti ma anche a ulteriori distri-butori, al fine di completare e arricchire le competenze di Acepi attraverso il loro punto di osservazione privilegiato delle esigenze degli investi-tori e complementare a quel-lo degli emittenti per quanto riguarda le dinamiche dei mercati di negoziazione. Come in passato, costante sarà l’attività di dialogo con le autorità di vigilanza e di regolamentazione a livello nazionale e internazionale, per favorire la crescita della nostra industria in un con-testo di mercati sempre più efficienti e rispondenti alle esigenze degli investitori e degli operatori. Sempre per il 2020 abbiamo messo in cantiere un lavoro di ricer-ca, focalizzata sull’analisi storica delle performance e del rischio delle principali tipologie di certificati. Con-tiamo di ultimare la ricerca e presentarla agli operatori di mercato nel corso dell’anno.

Nicola Francia, presidente di Acepi

Marzo / Aprile 202058

Più preparati e agili grazie alle esperienze del passatoNel momento in cui si scri-ve, il mondo sta vivendo una delle emergenze più importanti degli ultimi de-cenni, in primis dal punto di vista sanitario ma con evidenti impatti anche sul sistema finanziario ed eco-nomico. In questi contesti, emerge quanto il settore della con-sulenza finanziaria e del private banking sia matu-rato e si sia evoluto negli ultimi anni. Basti solo pensare che nel giro di pochi giorni, la tec-nologia ci ha permesso di stravolgere completamen-te le abitudini lavorative e trasferire la gestione fisica delle attività di una banca

PRODOTTI E SERVIZI | LA VOCE DEL CONSULENTE

Nervi calmi e decongestionare l’emotività dei clienti

Vincenzo De Marco vicedirettore commerciale

mai che il mercato attual-mente offra efficienti stru-menti e soluzioni per af-frontare il contesto attuale. Considerando solamente l ’ultimo ventennio, i mer-cati hanno affrontato di-verse situazioni di stress a cui è generalmente segui-to un momento di ripresa: oggi siamo ancora più pre-parati e le esperienze del passato ci hanno insegnato che i momenti di maggiore incertezza possono esse-re utili per implementare graduali strategie di inve-stimento, che non lasciano spazio all ’emotività del bre-ve periodo, ma che tengono fede con coerenza a piani di medio e lungo termine.

Luca Martina private banker

Torino

Nel 2007 ho deciso di tuffar-mi, dopo 15 anni trascorsi a gestire fondi comuni e gestio-ni patrimoniali, in una nuova avventura. Mai avrei pensato che la piscina, proprio nel mo-mento del gesto plastico del tuffo, si sarebbe rivelata meta-foricamente vuota (“asciugata” dall’imminente grande crisi finanziaria). Iniziare da zero, senza clienti, in un simile pe-riodo non sembrava certo una scelta avveduta. Sopravvivere, felicemente, a un inizio così traumatico non era così scon-tato, ma la lezione che ne ho tratto è che qualche volta sono proprio le difficoltà (le malat-tie…) a fornirci gli anticorpi

nare l’emotività dei propri clienti. Per potere svolgere al meglio la propria attività diventa fondamentale avere alle proprie spalle o, meglio, al proprio fianco una società che fornisca tutti gli strumenti necessari per non smarrire la rotta. Una famiglia nella quale ritrovare il giusto equilibrio. Dopo avere lavorato, in ruoli diversi, in una grande società italiana e in una importante private bank internazionale posso dire che avere la for-tuna di affrontare momenti così complessi “in famiglia”, in Banca Patrimoni Sella & C., fa davvero tutta la differenza del mondo.

nella gestione da remoto, assicurando ai clienti la continuità operativa. Di fronte a mercati estre-mamente nervosi e volatili, i colleghi private banker sono stati chiamati a man-tenere lucidità e raziona-lità con i clienti, sia nella gestione della relazione resa ancora più complessa dalla mancanza di fisici-tà, sia nella gestione della loro emotività, facendo leva non solo sulle competenze tecniche ma anche su tutte quelle soft skill al cui svi-luppo si è lavorato per far evolvere la figura del con-sulente finanziario.In Banca Patrimoni Sella & C. siamo convinti più che

per affrontare con maggiore serenità il futuro. La fase che stiamo vivendo at-tualmente sta mettendo a dura prova gli insegnamenti rice-vuti. La paura nei confronti dell’ignoto fa parte dell’uomo e i risparmiatori la vivono in modo forse ancora più acuto: per loro il termometro è spes-so costituito dall’andamento del proprio portafoglio che, sommato alle notizie che rim-balzano dai mezzi di informa-zioni, rischia di fare salire la febbre a livelli equini. Il com-pito di un buon consigliere diventa allora innanzitutto quello di mantenere a bada i propri nervi e decongestio-

2020 Marzo / Aprile 59

L’importanza delle soft skill e della trasversalità delle competenze

Andrea Tosti private banker

Milano

Sono approdato nel mondo del private banking otto anni fa, dopo un mba e 13 anni in ambito internazionale nel corporate investment ban-king, esperienze che mi han-no permesso fin da subito di mettere a disposizione dei miei clienti competenze e un know how all’epoca non così diffusi nel mondo della consu-lenza finanziaria tradizionale.Ritengo infatti che uno dei più grossi cambiamenti che il set-tore abbia recentemente attra-versato, sia stato quello della trasversalità delle competen-ze, un bisogno che in capo ai clienti c’è sempre stato ma che spesso non veniva intercetta-to dai consulenti, portando il cliente a rivolgersi a una plu-

Creatività e solidarietà per affrontare la battaglia Un percorso di carriera lungo 30 anni, in una prima fase da private banker dipendente e negli ultimi anni come libera professionista. Anni di pas-sione ed entusiasmo, nei quali ho visto crescere e consolida-re la tradizione del servizio di private banking, tanto da rag-giungere importanti traguardi di qualità ed efficienza.Professionalità, trasparenza, competitività, capacità di fare sistema, alti livelli di digita-lizzazione, servizi sofisticati e all’avanguardia, sono sicura-mente elementi di attrazione fondamentali per la clientela di elevato standing. Oggi, tutta-via, l’eccezionale situazione di

Flavia Infantino consulente finanziario

Palermo

emergenza che stiamo vivendo ha stravolto completamente tutti i paradigmi, in ambito sociale, economico e finanzia-rio. Non c’è più un posto fisico dove si lavora e dove ci si rela-ziona con i clienti. La realtà si è trasformata in una dimensione virtuale: adesso parliamo, in-terloquiamo, lavoriamo quasi tutti in smart working, via skype, con whatsapp, email e home banking.Nonostante tutto, il rapporto tra noi e i clienti si è rafforza-to, è più creativo, c’è maggiore coinvolgimento, quasi mossi tutti da un comune senso di solidarietà. Abbiamo accolto la sfida da entrambe le parti.

ralità di professionisti.In questo contesto, il consu-lente finanziario era focaliz-zato prevalentemente sulla ge-stione del patrimonio liquido dei clienti e tralasciava di af-frontare, o meglio anticipare, le esigenze relative all’azienda o all’attività imprenditoriale, inerenti a tematiche di natura previdenziale, passaggio ge-nerazionale e tutela patrimo-niale.Indubbiamente Mifid 2 ha ac-celerato questo cambiamento portando i professionisti di questo settore a un nuovo ap-proccio verso i clienti, spinti sia da una maggiore com-plessità dei mercati e degli strumenti finanziari, sia da un ricambio generazionale

della clientela, con le nuove generazioni tecnologicamente più evolute e che dispongono di un livello di informazione e conoscenza superiore alle precedenti.Un’evoluzione che ha indotto i consulenti finanziari a porre attenzione anche allo sviluppo delle cosiddette soft skill, sia-no esse la capacità di ascolto, l’empatia, la comunicazione o la flessibilità. La sfida mag-giore e più stimolante per il futuro della nostra professio-ne, sarà quella di travalicare la mera parte finanziaria per approdare a una concreta fun-zione sociale, volta a preserva-re e ad accrescere il benessere complessivo dei nostri clienti e delle loro famiglie.

E la passione, la ricerca, la re-sponsabilità, la professionalità, le emozioni, non si fermano più a riflettere su prodotti e servi-zi, su asset e consulenze, su strategie e mercati, ma devono andare oltre. Abbiamo accom-pagnato i clienti nel tempo, conosciamo i figli e i nipoti, seguiamo interi gruppi fami-liari ai quali abbiamo offerto consulenze patrimoniali, suc-cessorie, fiscali, assicurative, ma oggi viviamo tutti in sim-biosi, con il rispetto e la fiducia di sempre, a cui si aggiunge un grande valore: la volontà di af-frontare insieme anche questa battaglia, aiutandoci recipro-camente e coscienziosamente.

Marzo / Aprile 202060

Gestione e consulenza obbligate a diventare SMART

DIGITAL E INNOVAZIONE | WEALTH MANAGEMENT

Più che mai in questo periodo di elevata volatilità, si rende necessario l’utilizzo di tecniche di remote advisory. E con il lockdown di gran parte delle attività vengono meno i pregiudizi sullo smart working

Pasquale Orlandohead of strategic marketing e founder di Deus Technology

Uffici pubblici, aziende private, fabbriche, studi professionali, scuole. La pandemia da coro-navirus ha bloccato tutto il pa-ese. Le città si sono svuotate, come a ferragosto.In tutto questo, chi può lavora da casa con il così detto «smart working», ovvero accessi sicu-ri alla rete aziendale che di fat-to consentono di accedere alla propria postazione da remoto. Anche le banche si allineano alle disposizioni vigenti e ob-bligano i propri collaboratori a lavorare da remoto chiudendo letteralmente le filiali tran-ne che per i dipendenti che si occupano di far funzionare i sistemi.E come hanno reagito le borse a questo contagio planetario?

Ovviamente in modo molto negativo, con i principali in-dici mondiali che hanno perso più del 10% in una settimana. Ma quanto incide sui mercati l’impatto delle nuove tecnolo-gie? Stando ai dati incide mol-tissimo, oramai il 70% degli scambi sui mercati Usa e il 50% in quelli europei passa da al-goritmi di trading intelligenti basati sull’approccio dell’high frequency trading che tende ad amplificare di molto l’effetto della volatilità soprattutto nel-le fasi di vendita. Il tema non è di poco con-to, infatti anche il Financial stability forum ha studiato il fenomeno e ha concluso che occorre vigilare sui movimen-ti del mercato in quanto molti

di questi modelli, essendo di nuova generazione, sono stati testati negli ultimi anni con i mercati che hanno mostra-to crescite costanti, sostenute e con scarsa volatilità; questi approcci al mercato finanzia-rio quindi non sono ancora maturi per predire e gestire in modo corretto fasi di mercato discendenti.Molti di questi algoritmi uti-lizzano come indicatore per acquistare o vendere sul mer-cato il Vix, ovvero comprano se scende e vendono se sale; l’indice misura la volatilità sulle opzioni dell’S&P500 nei 30 giorni successivi e, nel ger-go finanziario, si è guadagna-to l’appellativo di indice della «paura». Algoritmi di questo

Gestione e consulenza obbligate a diventare SMART

tipo sono largamente utilizzati nel mondo dell’asset manage-ment e sono trascurabili nel wealth management. Ma che im-patto si recepisce nel Wm?La doverosa premessa consiste nell’osservare che in questo am-bito i clienti investono (o almeno dovrebbero) in un’ottica di lungo periodo ove quello che conta non è il singolo titolo (e re-lativo andamento di oggi) ma la strategia complessiva che deve essere coerente con il profilo di rischio e gli obiettivi di vita del cliente. Evidentemente i portafogli dei clienti risentono dei cali dei prodotti selezionati e gestiti dagli asset manager ma, soprat-tutto negli ultimi anni, i fondi l’hanno fatta da padroni garan-tendo un grado di diversificazione che attutisce anche i crash di mercato più marcati. Quindi il Wm è immune dall’effetto della situazione? No non è immune infatti molte banche hanno già provveduto a rivedere la componente di strategia; le muta-te aspettative sulla crescita e l’aumento di volatilità sul mercato impongono di rivedere l’asset allocation strategica riducendone le componenti equity più rischiose. La buona notizia è che grazie alle tecnologie di roboadvisory oggi è possibile «girare» i portafogli in modo davvero efficiente e con una tempestività impensabile in passato. Evidenze empi-riche dimostrano come ribilanciare i portafogli con modalità «analogica» richieda mesi, in quanto occorre definire la stra-tegia nuova, comunicarla al cliente, attendere che quest’ultimo accetti e che si inneschi il processo di execution; il tutto con ri-cicli che possono dilatare i tempi in modo importante e rendere inutile il ribilanciamento stesso. In questi casi la tempestività è importante e infatti solo un pro-cesso fully digital può comprimere i tempi in qualche giorno; nella realtà la banca elabora centralmente la nuova strategia che è frutto sia di algoritmi quantitativi ma anche dell’esperienza dei comitati di gestione che soprattutto in circostanze di merca-to anomale dovrebbero esprimere la loro competenza rispetto agli algoritmi sopra citati. I robo-advisor ragionano in modo massivo e consentono di implementare le nuove strategie a li-vello di singolo portafoglio immediatamente e, grazie alle ap-plicazioni di web collaboration, il cliente può eseguire online i consigli della propria banca e riallineare i portafogli in modo veloce e tempestivo. Grazie all’uso di questi motori è dunque possibile ridurre i tempi di latenza che possono fare danni importanti in termini di performance e possono essere uno strumento determinate per eliminare alcune distorsioni che si verificano nel processo di consulenza; accade spesso in realtà di reti di consulenti fi-nanziari che i clienti abbiano profili Mifid molto aggressivi ma poi nella realtà a questi clienti vengono proposti portafogli con rischio medio basso. Perché questa discrepanza? È sbagliato il profilo o il portafoglio? Da alcune interviste che abbiamo fatto, i consulenti ci hanno «candidamente» spiegato che ribilanciare i portafogli è attività molto onerosa e soprattutto manuale che può richiedere tempi lunghi non compatibili con la rapidità che

choc di mercato richiedono.Un’altra domanda che dobbia-mo porci è: ma quante realtà in Italia sono davvero pronte con processi digitali e automa-tizzati? Ecco, c’è ancora molto da fare anche se a onor del vero alcune realtà hanno intrapreso un convinto cammino di inno-vazione in tal senso. Un altro importante punto di innovazione è relativo alle modalità con cui si procede a erogare un servizio di consu-lenza. Di solito il consulente si reca dal cliente oppure il cliente va fisicamente nella filiale della banca, ma oramai le videochiamate hanno rag-giunto un livello di efficienza pieno ed è possibile integrare all’interno delle piattaforme di consulenza strumenti di re-mote advisory che consentono di condividere con il cliente tutto il materiale necessario a illustrare le proposte di consu-lenza o la situazione del porta-foglio. Si preferisce evitare di uti-lizzare tecnologie esterne al digital wealth management per annullare tutte le possibili frizioni nel processo digitale e si integrano tutte le funziona-lità come fossero nativamente sviluppate dentro le piattafor-me. Il remote è un importante strumento di efficientamen-to delle attività ma a oggi ha incontrato alcune resistenze culturali come spesso accade di fronte al «nuovo»; sicura-mente la situazione critica che stiamo vivendo sbloccherà alcuni pregiudizi su approcci di smart working così come l’utilizzo di tecniche di remo-te advisory che, più che mai in questo periodo di elevata vola-tilità, si rendono necessarie.

2020 Marzo / Aprile 61

Gestione e consulenza obbligate a diventare SMART

tipo sono largamente utilizzati nel mondo dell’asset manage-ment e sono trascurabili nel wealth management. Ma che im-patto si recepisce nel Wm?La doverosa premessa consiste nell’osservare che in questo am-bito i clienti investono (o almeno dovrebbero) in un’ottica di lungo periodo ove quello che conta non è il singolo titolo (e re-lativo andamento di oggi) ma la strategia complessiva che deve essere coerente con il profilo di rischio e gli obiettivi di vita del cliente. Evidentemente i portafogli dei clienti risentono dei cali dei prodotti selezionati e gestiti dagli asset manager ma, soprat-tutto negli ultimi anni, i fondi l’hanno fatta da padroni garan-tendo un grado di diversificazione che attutisce anche i crash di mercato più marcati. Quindi il Wm è immune dall’effetto della situazione? No non è immune infatti molte banche hanno già provveduto a rivedere la componente di strategia; le muta-te aspettative sulla crescita e l’aumento di volatilità sul mercato impongono di rivedere l’asset allocation strategica riducendone le componenti equity più rischiose. La buona notizia è che grazie alle tecnologie di roboadvisory oggi è possibile «girare» i portafogli in modo davvero efficiente e con una tempestività impensabile in passato. Evidenze empi-riche dimostrano come ribilanciare i portafogli con modalità «analogica» richieda mesi, in quanto occorre definire la stra-tegia nuova, comunicarla al cliente, attendere che quest’ultimo accetti e che si inneschi il processo di execution; il tutto con ri-cicli che possono dilatare i tempi in modo importante e rendere inutile il ribilanciamento stesso. In questi casi la tempestività è importante e infatti solo un pro-cesso fully digital può comprimere i tempi in qualche giorno; nella realtà la banca elabora centralmente la nuova strategia che è frutto sia di algoritmi quantitativi ma anche dell’esperienza dei comitati di gestione che soprattutto in circostanze di merca-to anomale dovrebbero esprimere la loro competenza rispetto agli algoritmi sopra citati. I robo-advisor ragionano in modo massivo e consentono di implementare le nuove strategie a li-vello di singolo portafoglio immediatamente e, grazie alle ap-plicazioni di web collaboration, il cliente può eseguire online i consigli della propria banca e riallineare i portafogli in modo veloce e tempestivo. Grazie all’uso di questi motori è dunque possibile ridurre i tempi di latenza che possono fare danni importanti in termini di performance e possono essere uno strumento determinate per eliminare alcune distorsioni che si verificano nel processo di consulenza; accade spesso in realtà di reti di consulenti fi-nanziari che i clienti abbiano profili Mifid molto aggressivi ma poi nella realtà a questi clienti vengono proposti portafogli con rischio medio basso. Perché questa discrepanza? È sbagliato il profilo o il portafoglio? Da alcune interviste che abbiamo fatto, i consulenti ci hanno «candidamente» spiegato che ribilanciare i portafogli è attività molto onerosa e soprattutto manuale che può richiedere tempi lunghi non compatibili con la rapidità che

choc di mercato richiedono.Un’altra domanda che dobbia-mo porci è: ma quante realtà in Italia sono davvero pronte con processi digitali e automa-tizzati? Ecco, c’è ancora molto da fare anche se a onor del vero alcune realtà hanno intrapreso un convinto cammino di inno-vazione in tal senso. Un altro importante punto di innovazione è relativo alle modalità con cui si procede a erogare un servizio di consu-lenza. Di solito il consulente si reca dal cliente oppure il cliente va fisicamente nella filiale della banca, ma oramai le videochiamate hanno rag-giunto un livello di efficienza pieno ed è possibile integrare all’interno delle piattaforme di consulenza strumenti di re-mote advisory che consentono di condividere con il cliente tutto il materiale necessario a illustrare le proposte di consu-lenza o la situazione del porta-foglio. Si preferisce evitare di uti-lizzare tecnologie esterne al digital wealth management per annullare tutte le possibili frizioni nel processo digitale e si integrano tutte le funziona-lità come fossero nativamente sviluppate dentro le piattafor-me. Il remote è un importante strumento di efficientamen-to delle attività ma a oggi ha incontrato alcune resistenze culturali come spesso accade di fronte al «nuovo»; sicura-mente la situazione critica che stiamo vivendo sbloccherà alcuni pregiudizi su approcci di smart working così come l’utilizzo di tecniche di remo-te advisory che, più che mai in questo periodo di elevata vola-tilità, si rendono necessarie.

LIFESTYLE | MOTORI

Divertimento SOSTENIBILE Tre porte, manegevolezza estrema, coppia istantanea. Design espressivo e qualità premium. Ovvero la mobilità urbana full electric in puro stile Mini

obilità sostenibile, certo. Ma con il massimo divertimento alla guida, un design che ha già fatto storia e la consueta quali-tà premium. Ecco a voi il pri-mo modello Mini full electric.Il marchio britannico continua nel suo approccio pionieristi-co verso la mobilità urbana. Sessant’anni anni fa, il rivo-luzionario design della Mini classica ha permesso l’ottimiz-

MNino Gavioli

zazione dello spazio interno. Nel 2001 è arrivata la nuova Mini, moderna reinterpreta-zione dell’uso creativo dello spazio e del divertimento di guida. Al lancio mondiale sul mercato il 7 marzo 2020, la Nuova Mini Full Electric ha aperto la strada a un’esperien-za di guida sostenibile e allo stesso tempo altamente emo-zionante nel traffico urbano.

La potenza erogata dal motore da 184 cv, la trazione anteriore e l’innovativo sistema di tra-zione con sistema di controllo dello slittamento delle ruote anteriori le conferiscono un go-kart feeling davvero sensa-zionale. La batteria agli ioni di litio, che si trova nel pianale del veicolo, evitando quindi una riduzione del volume del vano bagagli, assicura un’autonomia

Marzo / Aprile 202062

2020 Marzo / Aprile 63

compresa tra 235 e 270 chilo-metri.Il concept del veicolo si basa sulla Mini 3 porte. Le dimen-sioni, il design, lo spazio e l’atmosfera interna sono chia-ramente basati sul veicolo a motore convenzionale. Ma il motore elettrico, essendo più piccolo e anche significativa-mente più leggero di un moto-re a combustione, contribuisce alla straordinaria distribuzio-ne del carico assiale. E insie-me al baricentro più basso, gli conferisce maneggevolezza e agilità, offrendo prestazioni supreme e rendendolo facile da controllare anche in curva e ad alta velocità.

0 km/h100 km/h

Accelerazione 7,3 secondi

Velocità massima

limitata a 150 km /h

Autonomia

da 235 a 270 km

Coppia massima

270 Nm

Potenza massima

135 kW / 184 cv

Marzo / Aprile 202064

LIFESTYLE | MOTORI

Un SALOTTO tra le onde Lanciato in anteprima mondiale al Salone di Cannes, il Frauscher 1414 Demon Air punta sul design e le alte prestazioni. Elegante e versatile è ideale sia per escursioni in giornata che per brevi crociere. Può ospitare a bordo fino a 12 persone

Leopoldo Fiore

2020 Marzo / Aprile 65

rua dritta e verticale, murate con l’intaglio a forma di Z, parabrezza privo di cornice, top in fibra di carbonio: le linee del Frauscher 1414 De-mon Air, firmate dallo Studio Kiska, colpiscono subito per eleganza e funzionalità. Grazie alla posizione centrale ed arretrata della timoneria, lo spazio è molto ampio e così pure il comfort. Sul ponte, a prua, è presente un comodo salotto (con tavolo automa-

Ptico estraibile) che all’occor-renza si trasforma in zona prendisole, mentre alle spalle della console ci sono un mo-bile bar, un ulteriore comodo salotto, un ampio prendisole e una spaziosa piattaforma da bagno. Nella cabina, il cui accesso è adiacente la console, è collocata una sala da bagno alta ben 195 cm, completa di doccia e servizi, e trovano comunque spazio quattro co-modi posti letto in due zone

separate. Attributi che fanno di 1414 Demon Air una barca di innegabile classe ma anche incredibilmente versatile, ide-ale sia per escursioni di breve durata, che per brevi crociere.I modelli Frauscher sono di-stribuiti in Italia, in esclusiva, dal Cantiere Nautico Feltri-nelli, con sede a Gargnano, al centro della riviera occidenta-le del lago di Garda. Il prezzo? A partire da 1.035.237 euro, Iva inclusa.

Dimensioni

13,91 x 3,90 m

Peso a secco

circa 10.000 kg

Numero max persone

12 (4 posti letto)

Motori

2 x 440 - 2 x 520 hp

Marzo / Aprile 202066

LIFESTYLE | LUXURY GADGET

qacoustics.co.uk | 2.999 £

Q Acoustics

Idealmente, le uniche vibrazioni prodotte da un altoparlante dovrebbero essere quelle necessarie a riprodurre accuratamente il suono. Certo, non è possibile eliminare completamente dalle casse acustiche le vibrazioni indesiderate che possono interferire con le sue prestazioni, tuttavia com-binando la più avanzata tecnologia in fatto di speaker e Tensegrity, uno stand appositamente progettato, gli ingegneri di Q Acoustics sono con-vinti che con Concept 300 ora la musica si possa ascoltare nel modo in cui è stata concepita.

Gucci

gucci.com | da 490 €

Un vero e proprio tuffo nel passato. Alessandro Michele, il direttore creativo di Gucci, si è ispirato agli archivi della maison per disegnare una «scarpa da tennis» (così si chiamavano prima di diventare sneaker) che unisce l’eredità Gucci a uno spirito moderno. La Sneaker Gucci Tennis 1977 è realizzata con varie combinazioni di tela e ha una suola in gomma bian-ca. Il modello è disponibile nei colori di base e anche in una varietà di stampe, tra cui un pattern che rivisita il classico logo GG, che va ora a formare delle mele in stile fumettistico. Per uomo e per donna.

2020 Marzo / Aprile 67

Hublot

Hayman

hublot.com | da 24.800 €

haymancoffee.com | 59,99 €

Passando dalla pratica ancestrale a fenomeno culturale mondia-le, il tatuaggio è ora una forma d’arte a sé stante, grazie in gran parte al lavoro di artisti visionari come Maxime Plescia-Büchi, il fondatore di Sang Bleu. Il Big Bang Sang Bleu II è un omag-gio di Hublot alla sua perfetta padronanza della geometria e del volume. Il colore di cinturino e quadrante è blu, proprio come l’inchiostro utilizzato dallo studio di tatuaggi Sang Bleu. Dispo-nibile in titanio o king gold, con o senza incastonatura di pietra, e con un diametro generoso di 45 mm, la cassa ospita un movi-mento di manifattura Unico, il cronografo automatico Hub1240, che offre una riserva di carica di 72 ore.

Il Geisha è una varietà di caffè che cresce nel terreno vulcanico di Pa-nama, vicino a Boquette, nella provincia di Chiriqui. Ed è la più costosa al mondo. Una varietà rara ed eccezionale, apprezzata per le sue note floreali e fruttate e per il suo aroma inconfondibile. Hayman, società londinese fondata nel 2014, lo propone in capsule compatibili Nespres-

so, 9 per confezione.

J&L Lobmeyr

lobmeyr.at | decanter a 1.300 €

L’inizio della collaborazione tra Josef Hoffman, uno dei maggio-ri architetti austriaci, e l’azienda viennese produttrice di vetro J&L Lobmeyr, risale al 1910. Più di cento anni dopo, la Serie B, serie nata da quella partnership, è ancora in produzione. Moder-na, essenziale nelle forme, è realizzata in cristallo soffiato, deco-rata con bronzite nera e smerigliata: è costituita da una serie di bicchieri e da un decanter per il vino.

LIFESTYLE | VIAGGI

Fuga nell’OASI più esclusiva Il Little Dix Bay di Virgin Gorda, uno degli hotel di lusso più iconici dei Caraibi (ha ospitato anche la regina Elisabetta e il principe Filippo) è stato completamente rinnovato. Ed è più bello che mai

on è ancora dato sapere quan-do la pandemia da coronavirus cesserà. E finalmente si potrà tornare a viaggiare. Ma quando succederà, cosa meglio di una vacanza ai Caraibi per ripren-dersi dalla quarantena forzata? Il Rosewood Little Dix Bay, gioiello dell’hôtellerie di lusso a Virgin Gorda, nelle Isole Ver-gini Britanniche, fondato nel 1964 da Laurance Rockefeller, intanto è stato completamente rinnovato, mantenendo come valori fondativi l’armonia e la

Nrosewoodhotels.com/en/little-dix-bay-virgin-gorda

perfetta fusione con la natura.Situato su 200 ettari di spiaggia privata immacolata e circonda-to da verdi e rigogliosi rilievi, il resort offre un’ampia gamma di alternative: 42 camere, 35 suite, 2 casette in riva al mare e una villa in collina. La tipi-ca forma conica dei tetti delle stanze si amalgama con l’am-biente circostante e gli interni ripropongono le forme e i colo-ri di questo arcipelago inconta-minato.L’esclusiva esperienza del re-

sort comprende inoltre gastro-nomiche di ispirazione locale e un bar con 107 rari rum in-vecchiati da tutto il mondo. E una vasta selezione di attività indoor e outdoor: yoga, tennis, un centro wellness, visite gui-date sull’isola e in acqua, alla scoperta della barriera coralli-na, lezioni di cucina con ingre-dienti dell’orto del resort.

1. Fonte: National Association of Software and Service Companies (NASSCOM), 12 agosto 2019. Tutti gli investimenti comportano rischi. Il valore degli investimenti e qualsiasi reddito derivante da essi possono aumentare o diminuire e potresti non riottenere l’intero importo investito. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Il presente materiale è puramente d’interesse generale e non deve essere interpretato come una consulenza di investimento individuale o una raccomandazione o sollecitazione ad acquistare o vendere azioni di nessuna delle gamme di fondi Franklin Templeton. Pubblicato da Franklin Templeton International Services S.à r.l., Succursale Italiana – Corso Italia, 1 – 20122 Milano – Tel.: +39 0285459 1 – Fax: +39 0285459 222.© 2020 Franklin Templeton. Tutti i diritti riservati.

START-UP AGRI-TECNOLOGICHE: UNA SU NOVE SI TROVA IN INDIA1

Selezioniamo innovatori e leader tecnologici per aiutarti ad accedere al potenziale dei Mercati Emergenti.

È IL MOMENTO PER I MERCATI EMERGENTI

www.franklintempleton.it/mercati-emergenti

MERCATI EMERGENTI

ITIT_EM_AGRITECH_DRONE_205x265_ASSETMANAGEMENT_0320.indd 3 26/03/2020 08:03

IL COMITATO SCIENTIFICO LE FONTI®

Scannerizza il QR Code per maggiori informazioni IN ORDINE ALFABETICO

Roberto DaverioPresidente

ACMI

Stefano Longhini Direttore Gestione Enti Collettivi, Protezione Diritto d’Autore e ContenziosoMEDIASET

Fabrizio Masinelli Presidente

AITI

Bepi PezzulliDirettore esecutivo

ITALIA ATLANTICA

Valérie RuotoloDirettore Affari Legali

HP ITALY

Alberto BanfiDocente di Economia degli intermediari finanziari

UNIVERSITÀ CATTOLICA

Antonio CordaDirettore Affari Legali

VODAFONE ITALIA

Ugo Ettore Di Stefano General Counsel

GRUPPO MONDADORI

Elisabetta PagniniGroup General Counsel

INTESA SAN PAOLO

Alberto MattielloDocente di Innovazione Digitale

UNIVERSITÀ BOCCONI

Claudia Ricchetti Chief Legal Officer

OCTO GROUP

Umberto Simonelli Chief Legal & Corporate Affairs Officer

BREMBO

Ruggero Bertelli Prof. associato di Economia degli intermediari finanziari

UNIVERSITÀ DI SIENA

Claudio CriscuoloGroup General Counsel

CEMENTIR HOLDING

Salvatore Lo Giudice Direttore affari legali e societari

INWIT

Diego Manzetti General Counsel

AIG EUROPA

Germana Martano Direttore Generale

ANASF

Mario NoeraDocente di Finanza

UNIVERSITÀ BOCCONI

Alberto TronDocente di Finanza Aziendalee di Revisione Aziendale

UNIVERSITÀ DI PISA

2 STUDI TELEVISIVI PROFESSIONALI14 TELECAMERE

FULL HD

FINO A 20.000 PARTECIPANTI

(con possibile upgrade)

8 RELATORI IN STUDIO + 15 IN COLLEGAMENTO

(con possibile upgrade)

3 BANCHI REGIA CON TECNOLOGIA

WMIX / TRICASTER

MODERAZIONE CON GIORNALISTI TV

PROFESSIONISTI

IL PREMIO ALL’ECCELLENZAInvia la tua candidatura ai Le Fonti Awards & Ceo Summit

e Fonti Awards®, un imperdibile evento di premiazione, giunto

al IX anno, dove le procla-mate eccellenze nei diversi settori industriali e profes-sionali hanno il massimo di visibilità istituzionale a livel-lo nazionale ed esposizione mediatica a livello globale presso la comunità degli investitori, in tutte le città dove il Premio è presente: New York, Hong Kong, Dubai, Singapore, Londra e molti altri centri fi nanziari glo-bali. Ai Le Fonti Awards®, si affi ancano eventi globali di elevatissimo standing e networking profi lato come Le Fonti/Ceo Summit (www.ceosummit.tv) che prevede tavole rotonde tra i Ceo e Top Executive. La selezio-ne dei vincitori viene fatta valutando accuratamente rendimenti, operazioni e altri fatti idonei ai fi ni del-la premiazione e relativi ad un arco temporale di 12 mesi. La base di partenza della selezione è la votazio-

ne della nostra comunità di lettori (professionisti di set-tore e imprese) che posso-no esprimersi con la survey online su ogni categoria di riferimento. Le Fonti si av-vale di un Comitato Scienti-fi co composto da esperti nel settore accademico, fi nan-ziario, imprenditoriale e nel campo legale, che fornisce un apporto unico sia nella selezione dei fi nalisti che dei vincitori. Il processo di selezione é affi dato alla Re-dazione (World Excellence - Italy, la rivista mensile Le Fonti LEGAL, il quotidiano Finanza & Diritto, le riviste Asset Management e New Insurance e la rivista inter-nazionale in lingua inglese World Excellence - Interna-tional) che terrà conto an-che dei voti della survey e delle preferenze del Comita-to. Per indicare un candida-to é suffi ciente compilare la nostra survey direttamente sul sito www.lefontiawards.it. Oppure tramite e- mail a [email protected]

L

DIVERSIFICAZIONE

OBBLIGAZIONI CINESI

OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO

TEAM QUALIFICATO

DOCUMENTO PUBBLICITARIO destinato al mercato italiano nei confronti dei soli Investitori Istituzionali.Si consiglia agli Investitori Istituzionali di considerare i rischi ed i costi associati al Comparto come descritti nella sezione “Rischi Specifici” e “Oneri e Spese” del Prospetto e nel KIID relativo. Nessuna garanzia viene data agli Investitori Istituzionali che l’obiettivo del Comparto sarà effettivamente raggiunto. Le performance passate non costituiscono garanzia di performance future. Leggere il Prospetto e il KIID (disponibili gratuitamente al sito web www.eurizoncapital.com) prima di effettuare qualsiasi decisione di investimento.

Società del gruppo www.eurizoncapital.com

OGNI PERFORMANCE È IL RISULTATO DEI NOSTRI VALORI.EURIZON FUND - BOND AGGREGATE RMB Classe Z riservata a Investitori Istituzionali (LU1529955392)

Il mercato obbligazionario cinese è ora accessibile agli investitori stranieri e può rappresentare un’OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO INTERESSANTE per gli investitori europei, avendo una bassa correlazione con le altre asset class e un rischio simile alle economie dei Paesi sviluppati e ritorni paragonabili a quelli dei Paesi emergenti.

Investimento obbligazionario in STRUMENTI GOVERNATIVI E CORPORATE DENOMINATI IN RENMIMBI (CNY e CNH) commercializzati sul China Interbank Bond Market e in altri mercati della Repubblica Popolare Cinese e Hong Kong;

PROCESSO DI SELEZIONE TITOLI STRUTTURATO che predilige emissioni liquide con buon rating presenti all’interno del benchmark Bloomberg Barclays China Aggregate;

Ampia conoscenza del mercato cinese attraverso un team di gestione qualificato con una FORTE CONNOTAZIONE CINESE che permette di interpretare al meglio il mercato cinese e i trend.

EURIZON FUND - BOND AGGREGATE RMB è un Comparto dell’umbrella fund di diritto lussemburghese Eurizon Fund, istituito da Eurizon Capital S.A. e gestito da Eurizon SLJ Capital Ltd.

Le informazioni contenute nel presente documento sono rivolte esclusivamente agli Investitori Istituzionali, come definiti nel Prospetto del Fondo. Il contenuto del presente documento non intende rappresentare una sollecitazione, un‘offerta o un suggerimento ad effettuare operazioni in strumenti finanziari od alla sottoscrizione di fondi comuni di investimento per il pubblico dei risparmiatori.

PagPub_EurizonFundBondAggregateRMB_Z_205x265_ITA_marzo2020.indd 1 26-03-2020 9:05:05

La presente comunicazione è rivolta esclusivamente ad investitori professionali come definiti nella Direttiva MiFID. La presente comunicazione è stata redatta esclusivamente ai fini informativi e non costituisce un’offerta, in particolare un prospetto informativo, o un invito a trattare, acquistare o vendere titoli o a partecipare ad una strategia di trading, né la prestazione di un servizio d’investimento o di ricerca in materia di investimenti. La presente comunicazione e le informazioni contenute nella stessa non potranno essere copiate, riprodotte, distribuite o trasferite a soggetti diversi dal destinatario. Il prospetto informativo e il Key Investor Information Document (KIID) e gli altri documenti previsti dalla legge, relativi al comparto e al fondo, sono disponibili sul sito www.nnip.com. I rendimenti conseguiti in passato non sono indicativi dei risultati futuri e in nessun caso potranno essere ritenuti tali.

You matter

Imparare ad andare in bicicletta è stato facile. La mia nuova sfida è la sostenibilità. Dai una marcia in più al tuo portafoglio di investimentiresponsabilmente.nnip.it


Recommended