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Bergamo Economia

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Bergamo Economia
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Febbraio 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile MANOVRE ANTICRISI Le iniziative intraprese per le aziende da Berlusconi, Tremonti e Formigoni L'INTERVISTA Arcucci, cronaca di un crac annunciato due anni fa Il docente di Bergamo aveva già previsto la crisi L'INCHIESTA Ski-pass unico, il no delle valli bergamasche Come si strutturerà il comprensorio sciistico orobico 17 Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. Ropeca, finestre aperte ai vent'anni Marino Pellegrinelli, presidente e d.g., celebra l'importante ricorrenza insieme ai figli Jennifer e Daniel, al suo fianco in azienda. Un'avventura imprenditoriale, nata a Curno nel 1989, capace col tempo di svilupparsi in Italia e in Europa
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Febbraio 2009 - anno 3 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

MANOVRE ANTICRISILe iniziative intraprese per le aziende da Berlusconi, Tremonti e Formigoni

L'INTERVISTAArcucci, cronaca di un crac annunciato due anni faIl docente di Bergamo aveva già previsto la crisi

L'INCHIESTASki-pass unico, il no delle valli bergamascheCome si strutturerà il comprensorio sciistico orobico

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Ropeca, finestre aperte ai vent'anniMarino Pellegrinelli, presidente e d.g., celebra l'importante ricorrenza insieme ai figli Jennifer e Daniel, al suo fianco in azienda. Un'avventura imprenditoriale, nata a Curno nel 1989, capace col tempo di svilupparsi in Italia e in Europa

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La crisi economica è un fatto strutturale o psico-logico? Quant'è indotta dalla paura, per esem-pio, la tendenza degli italiani a non spendere e

quanto invece dal calo effettivo del potere d'acqui-sto? E' reale l'empasse dell'industria italiana, conl'assenza di liquidità fra committenti e fornitori, o fi-glia delle fosche nuvole che ci sovrastano? L'unicarisposta, forse la più ovvia, risulta essere anche lapiù vera. La crisi c'è eccome, ma noi la percepiamopiù grave di quanto non sia. O almeno così la perce-piscono gli economisti che c'influenzano. Molti deiquali tre anni fa profetizzavano un decennio d'espan-sione e oggi prevedono un 2009 disastroso.

Questo previsionismo fosco non ha radici so-stanziali più lunghe e forti di quante ne avesseil positivismo cuor contento di chi due anni fa

profetizzava una crescita indefinita. Vero, ci sonocomparti industriali più in difficoltà di altri. Ma l'ini-zio d'anno è stato contrassegnato più che altro da ungenerale freno a mano tirato. Azioni sintomatiche diquesta negatività imperante: le aziende hanno sem-plicemente indossato il paracadute - tagliando il su-perfluo, o quello che poteva sembrare tale - per noncadere nel baratro. Idem le famiglie italiane che, pernon finire in disgrazia, hanno iniziato a spendere conpiù oculatezza come da tempo fanno quelle bergama-sche. Il denaro circola di meno perché si è prudenti,guai a considerare questo segnale come il nostro ga-me over. Diciamo che siamo più che altro in stand-by,come dimostrano la carrellata di analisi e d'intervi-ste autorevoli pubblicate nelle prossime pagine. Ov-vero che il quadro è critico, ma non drammatico.

I l buon Shakespeare, comunque, non sbagliava nelsostenere che "il mondo è degli ottimisti, perché ipessimisti non sono che degli spettatori". E pro-

prio in questo convulso e appena nato 2009, tuttisiamo attori principali dell'economia globale. Artefi-ci e, paradossalmente, distruttori di ciò a cui andre-mo incontro. Un meccanismo perverso, l'opposto diquanto accaduto finora. Se pochi "eletti" hanno mes-so in crisi l'intero sistema economico internazionalecon la finanza creativa, la massa sembrerebbe ora lachiave di volta per risorgere dalle ceneri. L'ago della

bilancia siamo proprio noi e le nostre aziende, mamolto dipenderà dal copione redatto dai registi. Ov-vero le istituzioni nazionali ed internazionali, che do-vranno legiferare proposte adeguate per metterci incondizione di recitare con positività.

Spetterà dunque all'Unione europea prendereiniziative politiche più coraggiose, accogliendo- per esempio - l'invito del direttore del Fondo

monetario internazionale (Fmi) Dominique Strauss-Kahn a incrementare il deficit pur di sostenere i con-sumi e gli investimenti. Altrettanto fondamentale sa-rà l'apporto del Governo italiano. Per ora Silvio Ber-lusconi e Giulio Tremonti hanno varato dei provvedi-menti importanti, ma poco risolutivi. Le contromisureappaiono poco incisive per una rapida o quantomenopossibile ripresa. Lo sforzo del Governo è stato quel-lo di muoversi verso l'economia reale e ripartire pro-prio dalle PMI. Ottimo, ma non abbondante.

Le iniziative presenti nel decreto anti-crisi ap-paiono fragili e attuabili solo nel medio perio-do. Facilitare la chiusura dei bilanci e garanti-

re alle imprese alcuni sconti fiscali serve, ma co-me sostiene Francesco Arcucci - professore di Eco-nomia degli scambi internazionali a Bergamo -,non basta. E' davvero troppo poco per poter dareun impeto d'ottimismo all'Italia e agli italiani. Nel-l'immediato serve di più, occorre dare sostanza al-le buone intenzioni. Quanto fatto dalla Regione,invece, appare più incisivo. Roberto Formigoni si èfatto promotore di uno stanziamento vero, capacedi gonfiare i polmoni della nostra economia. Soldicash, liquidi puri per dare una boccata d'ossigenoalle aziende in difficoltà. E per farlo è bastato po-co: da una parte concedere alle imprese garanzieal credito fino a 3 miliardi di euro, e dall'altra ero-gare un miliardo di finanziamenti. Questa sì che sichiama concretezza. Palazzo Chigi segua questoesempio d'incisività e non si fermi solo ad opera-zioni a lungo raggio. Per ritornare a correre serviràsì l 'ottimismo della popolazione, ma quello è sola-mente l'intonaco della nostra futura economia ri-costruita: i mattoni devono essere modellati estrutturati solidamente da Roma.

L’editoriale

Più concretezza per il rilancio dell'economia

di Luca Bilotta, redattore responsabile

I provvedimenti del Governo per superare la crisi congiunturale sono importanti, ma poco risolutivi. Si deve prendere spunto dall'incisività della Regione

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ORGANIGRAMMA:

Presidente: Paolo AgnelliCuratori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi

Direttore: Paolo Provenzi

REDAZIONE:

Redattore Responsabile: Luca BilottaMail: [email protected]

In redazione: Carlo QuiriMail: [email protected]

Collaboratori: Livio Casanova, Giorgio Chiesa, Marco Amorese,Roberto Amaglio, Massimo Pighizzini e Alice Perico

GRAFICA:

Art director: Francesco LegramantiMail: [email protected]

Impaginazione: Erika Malusardi

Fotografi: Giorgio Chiesa, Laura Pietra, Franco Pasinetti e Andrea Taffi

Website: Stefano Morleo

PUBBLICITA’:

Tel. 035 678812Mail: [email protected]

Responsabile: Antonio MilanesiMail: [email protected]

Concessionaria pubblicità nazionale:A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano.

Tel. 02 57494211

Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

INFO:

Società Editrice Giornale di Bergamo S.p.a.Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo

Capitale sociale 500.000,00 Euro

Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.r.l.24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4

Tel. 035 4258528

Abbonamenti: 035 678838Costo abbonamento40 euro per 11 mesi

IL PRIMO MENSILE ECONOMICO DI BERGAMO

S O M M A

14 Francesco Arcucci,cronaca di un crac annunciato

Le iniziative per le aziende intraprese da Berlusconi, Tremonti e Formigoni20

MANOVRA ANTICRISI

Il rapporto annuale sull’economiabergamasca prevede un futuro grigio10

CAMERA DI COMMERCIO

L’INTERVISTA

IN COPERTINARopecafinestre aperte ai vent'anni82

www.bergamoeconomia.it

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Febbraio 2009

R I OOGNI PRIMO VENERDI’ DEL MESE IN EDICOLA

LEGGERE LA LEGGE

38 Il riequilibrio finanziariopassa attraverso la ristrutturazione

Fai, la giusta autostradaper il mondo dei trasporti

RUBRICHE

96 DIVI&LEGGENDEPaul Newman e Rolex,un legame senza tempo

ANTIQUARIATOIl tempo dell'arte antica scorre in città

MOTORI

BMW X5, quando la neve è candido divertimento

Toyota iQPiccola e bella

CHI, DOVE E PERCHE’

120 Foto e curiosità

L’INTERVISTA

50

LA CITTA’ DEL FUTURO

58RICORRENZE&BUSINESS

92 Eredi di Ernesto MazzoleniMezzo secolo a tinte forti

Valter Grossi: “Ecco la nuova Bergamofra verde, cultura e industria”

ECO/ENOLOGIA

78 Moscato di Scanzoun vino aD hOC, Garantito

NEVE&ECONOMIA

64 Ski-pass unico,il no delle valli bergamasche

GRANDI EVENTI

112 Gran Galà Nepios, al Donizetti una parata di stelle

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Quanto ci è costata la neve? Cara! Per le aziende lombarde300 milioni di euro, circa 31 milioni per Bergamo

E' molto salato il conto che laneve d'inizio anno ha presen-tato alle aziende del Nord

Ovest italiano, Lombardia in testa.Complessivamente nelle regioni delNord Ovest - Lombardia, Piemonte,Valle d'Aosta, Liguria e parte dell'Emi-lia-Romagna - la perdita economica hasfiorato i 550 milioni di euro. La regio-ne più colpita è la Lombardia con uncosto per le imprese che si avvicina ai300 milioni di euro, dei quali circa 240milioni legati ai trasporti e agli sposta-menti e circa 55 milioni per le assenzee i ritardi di dipendenti. Seguono il Pie-monte (complessivamente oltre 135milioni di euro), l'Emilia-Romagna(quasi 68 milioni), la Liguria (circa 44milioni) ed infine la Valle d'Aosta (4,5milioni). In Lombardia le aree maggior-mente colpite sono Milano (104 milionidi Euro), Brescia (quasi 39 milioni), Ber-gamo (circa 31 milioni), Varese (24 mi-lioni), Monza- Brianza (23 milioni), Co-mo (16 milioni), Pavia (15 milioni),

Mantova (13 milioni). Gran parte deltraffico merci delle imprese lombardeè legato al trasporto su gomme, tantoche in Lombardia tra autocarri, traspor-to merci ed autoveicoli speciali si èavuta una crescita negli ultimi 5 annidel 15%. Nella regione, i dipendentiche si recano al lavoro con l'auto sonooltre il 35%.

Luca Armani: "Vendo un rene per far causa all'omonimo stilista"

"V endo un rene per farcausa allo stilista - hadetto Luca Armani -.

Mi hanno denunciato, portato in tri-bunale e condannato per aver regi-strato per primo il dominio web.Questa storia mi ha rovinato la vita,ma non voglio dargliela vinta".L'imprenditore di Treviglio, omoni-mo dello stilista Giorgio, fu espro-priato cinque anni fa del sito inter-net Armani.it dalla casa di moda.L'annuncio shock dato sul web alnuovo indirizzo telematico dell'arti-giano trevigliese Armani2.it è statoscovato e riportato dal Giornale dizona. Da molti anni si trascina lacontroversia con la casa di modaGiorgio Armani e nel 2004 si èconsumato l'ultimo atto in tribuna-le, dal quale Luca Armani ne è usci-to sconfitto. Vediamo come si è svi-luppata questa vicenda paradossa-le. L'artigiano, titolare di un timbri-ficio e con la passione del compu-ter, nel 1997, registrò per primo ilsito www.armani.it, quando il webnon era ancora così diffuso in Italia.

Orio al Serio: passeggeri a +13%nel 2008

Notizie in breve

L' Aeroporto di Orio al Serio chiu-de il 2008 con un movimento di6 milioni 482 mila passeggeri.

Un incremento su base annua del13%, il più alto fra tutti gli aeroportiitaliani. Un risultato conseguito per ef-fetto dell'andamento positivo dei volidi linea, che hanno registrato un loadfactor mediamente elevato, e del con-solidamento del network dei collega-menti point-to-point con l'Europa e ilcentro-sud Italia. In aumento anche ilmovimento passeggeri sui voli charter,sostenuti soprattutto dai pellegrinaggimariani e dalle tradizionali mete di va-canza del Mar Rosso e del Mediterra-neo. Conserva la sua importanza logi-stica il settore delle merci aeree movi-mentate dai vettori courier, nonostanteil calo del quantitativo trasportato (da133 mila a 122 mila in un anno, equi-valente a -8,7%), dovuto soprattuttoalla particolare fase congiunturale chenella seconda parte del 2008 ha ridot-to ovunque le spedizioni. Per la primavolta il numero dei movimenti degli ae-romobili adibiti al trasporto delle mer-ci scende sotto quota 10mila: in totale9mila796 nel corso del 2008, - 2,8 %rispetto all'anno precedente.

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L'idea, abbastanza scontata consi-derando il cognome, è stata quelladi abbinarlo al suffisso .it del no-stro paese. Allestì il proprio sitocommerciale scoprendo i beneficidella rete nel suo commercio. Qual-che anno dopo, la casa di moda de-cise lo sbarco nella multimedialitàe si trovò con il dominio ideale (Ar-mani.it) già occupato. Si attivaronogli avvocati con "denunce e richie-ste di danni per milioni e milioni",ricorda il malcapitato. Per sei lun-ghissimi anni Giorgio Armani sem-brò non aver nessuna probabilità dispuntarla, l'ente che regola la regi-strazione dei domini per la rete èchiaro: il diritto di precedenza tem-porale, ammesso che il dominio siadi pertinenza con l'attività svolta, èl'unico parametro che ne stabiliscela proprietà. Ma il tribunale di Ber-gamo si è distinto per una sentenzaalquanto singolare: tolse la titolari-tà del sito armani.it a Luca per gi-rarla a Giorgio. Non solo, al berga-

masco proibì anche l'uso della pa-rola Armani come nome a dominio,se non accompagnata da altri ele-menti idonei a differenziarli dalmarchio "Armani". Luca Armani pro-vò ad affermare la sua buona fede ele sue ragioni, ma niente da fare."Questa storia mi ha rovinato. -conclude il trevigliese - Tutta la miavita è finita risucchiata come in unvortice spazzando via gli affetti, si-curezza economica e certezze co-struite in anni di lavoro. Ho fattouna grande fatica a rimettermi inpiedi dopo il 2004 e non ci sono an-cora riuscito". Ora la nuova provo-cazione: andare in tribunale per ri-avere il suo cognome sul web. Oc-corrono tanti soldi e così la sua cla-morosa decisione. "Sto bene, sonoin buona salute e posso vendere unrene. - ha concluso Luca Armani -Sono pronto a dar battaglia, costiquel che costi".

Città della Moda, uno spazio dedicato a Nicola Trussardi

"N icola Trussardi avrà unospazio a lui dedicatonella Città della Moda

(ribattezzata Milano Porta Nuova)che sta sorgendo nell'area ex Vare-sine, nel capoluogo lombardo: unatto dovuto, visto che è stato tra iprimi ideatori e promotori del pro-getto". Lo ha annunciato il presi-dente della Camera nazionale dellaModa, Mario Boselli, che ha avutoparole di ammirazione e rimpiantoper il fondatore del marchio del Le-vriero. A 10 anni dalla scomparsa,avvenuta nell'aprile del 1999, Nico-

la Trussardi è stato ricordato duran-te la conferenza di presentazionedella settimana milanese di modamaschile. Tra giornalisti e addettiai lavori spiccava la presenza diMaria Luisa Gavazzeni, vedova del-lo stilista bergamasco. "Trussardiha lasciato un grande vuoto. - haaggiunto Boselli a margine dell'in-contro - Non era solo un grande bu-sinessman, ma anche un uomo ge-neroso, capace di grandi slanci. Lasua eredità umana e imprenditoria-le è stata raccolta dalle figlie Bea-trice e Gaia che portano avanti conorgoglio e determinazione la storiae il patrimonio artigianale del mar-chio". Boselli ha espresso viva sod-disfazione per il rientro della griffenel calendario milanese, dopo qual-che stagione di assenza. "Un ritor-no alla grande - ha sottolineato Bo-selli - che prevede il debutto dellanuova linea "Trussardi 1911", rivol-ta ad un target alto". Con questacollezione, la maison punta a gioca-re un ruolo di primo piano nel seg-mento del lusso autentico, espres-sione della più nobile tradizionesartoriale italiana.

Giorgio Armani

Maria Luisa Trussardi

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Camera di CommercioFoto di Laura Pietra

Il rapporto annuale sull'economia bergamasca - elaborato dall'Istituto per la Ricerca Sociale di Milano - conferma che la recessione passa anche dai nostri territori, ma in chiave minore rispetto al resto d'Italia

Le nubi grigie non oscurano Bergamo

La recessione durerà fino al 2010, oltre non è da-to sapere. Lo dice la Camera di Commercio di Ber-gamo nel suo rapporto annuale sull'economia berga-masca, elaborato dall'Istituto per la Ricerca Socialedi Milano. Lo studio commissionato dallo stesso en-

te camerale, in collaborazione con la provincia di Bergamo,presenta un quadro preoccupante dalle tinte fosche.Per capire il nostro territorio, però, è opportuno gettare unosguardo alla realtà nazionale.

ITALIA - Già nel corso del 2007 sono emersi i primi rallenta-menti dell'economia italiana. I segnali di perdita - che si sonomaterializzati a partire dall'estate 2007 - sono stati conferma-ti dalle evoluzioni successive. L'attività ha registrato una mar-cata flessione congiunturale alla fine dell'anno, rappresentan-do un momento di ampliamento del differenziale negativo dicrescita con la media dell'area euro. Il Pil si è mantenuto pe-raltro debole dall'inizio del 2008, e dal secondo trime-stre è scivolato in contrazione. Nella prima metà del-l'anno si è registrata una stagnazione della domandainterna, il cui indebolimento è stato peraltro influenzato da

A DESTRARoberto Sestini

Presidente della Cameradi Commercio

di Bergamo

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evoluzioni internazionali sfavorevoli. In particolare, le tensioniinflazionistiche registrate fino all'estate - a causa dei forti ri-alzi nelle quotazioni delle materie prime (soprattutto energeti-che ed alimentari) - hanno avuto un impatto negativo sul po-tere d'acquisto delle famiglie. La spesa per consumo ha subi-to una contrazione anche per i beni esenti dai maggiori rialzi.A ciò si è aggiunto l'effetto della crescente incertezza delle fa-miglie, che hanno aumentato la propensione al risparmio. An-che gli investimenti sono risultati molto deboli. L'andamentocomplessivo, poco più che stagnante, è stato esclusivamentesostenuto dalla componente delle costruzioni, che sta peraltroinvertendo il proprio ciclo negl'ultimi mesi. La progressivaperdita di fiducia delle imprese nei confronti del siste-ma, strette anche dalla morsa limitante dell'accesso al credi-to, sta influendo negativamente sulle decisioni d'inve-stimento. La stagnazione della domanda interna non èstata inoltre compensata dalla componente estera, lecui difficoltà sono in aumento. Solo la frenata dei volumiimportati, riflesso della debolezza della stessa domanda, haconsentito di registrare un contributo positivo del net export.Il deterioramento congiunturale dell'economia italiana

è quindi precedente all'avvitamento della crisi del cre-dito, che si è manifestato a partire dalla seconda metàdi settembre. Caratterizzata peraltro da una crescita poten-ziale modesta, gli effetti negativi della crisi si traducono in unquadro ampiamente recessivo. Il Pil italiano ha registratouna contrazione anche nel terzo trimestre, dopo il risul-tato negativo del secondo.Il contagio dell'economia reale passa per più canali. Innanzi-tutto l'indebolimento della domanda estera, per effetto dellaflessione negli scambi internazionali. Le condizioni d'accessoal credito più restrittive, per effetto della minore capacità del-le banche di erogare prestiti, comporta conseguenze ampia-mente negative sulla spesa per investimenti e consumi effet-tuata da imprese e famiglie. La crescente incertezza, peraltro,si sta già riflettendo sulle decisioni di spesa, che vengono ge-neralmente rinviate. Non solo il 2008 ha chiuso con una con-trazione del prodotto, ma bisogna attendere che siano passa-ti i primi mesi del 2009 per vedere se è possibile osservare unqualche miglioramento nell'andamento dell'economia italiana.Nel complesso si verificherà un intero biennio di re-cessione, come non si osservava dalla fine della se-

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conda guerra mondiale. La produzione industriale italiana èin forte stallo da parecchi mesi ormai, e il peggioramento delloscenario si sta traducendo in un aggravamento delle tendenzenegative finora osservate. Il deterioramento del ciclo indu-striale non risparmia nemmeno la provincia di Bergamo,che risulta in flessione dall'autunno 2007. L'indice de-stagionalizzato di produzione industriale è tornato sui li-velli toccati a fine 2006.

BERGAMO - Rispetto a quanto rilevato al complesso naziona-le, però, la caduta della produzione in provincia di Bergamo è co-minciata con un semestre di ritardo, e finora è risultata anchepiù contenuta. Il differenziale positivo di crescita con l'Italia, chesi era evidenziato negli ultimi anni, si è dunque ulteriormenteampliato. Le contrazioni registrate nel confronto anno suanno, però, sono già marcate: per la prima volta dal 2005,si registra una variazione tendenziale negativa dei volu-mi prodotti dall'industria locale. Il deterioramento ciclico ri-

sulta diffuso. Per i diversi segmenti dimensionali si osserva di-fatti una sostanziale convergenza nelle evoluzioni negative piùrecenti della produzione, e anche tra i settori la diffusione delrallentamento è ampia. Solo per una ristretta minoranza siosserva ancora una tenuta dei volumi prodotti. Tra que-sti la chimica, e in parte la lavorazione della gomma edella plastica. Si osservano invece contrazioni intense in set-tori industriali rilevanti per la struttura produttiva bergamasca:la siderurgia, la lavorazione di minerali non metalliferi (come laproduzione di cemento) e, soprattutto, la meccanica. Il conte-nimento delle perdite osservato in provincia di Bergamorispetto alla media nazionale, è da ricondurre sia ad unastruttura produttiva ancora tutto sommato solida, che adun maggior dinamismo a livello settoriale. Ciò nonostante,si rileva un'importante eccezione, costituita dal caso del settoreproduttore di beni d'investimento. Sebbene nel quadriennio2004-2007 l'industria bergamasca avesse mostrato general-mente una crescita in questo settore superiore a quella media

Le contrazioni registrate nel confronto anno su anno, però, sono già marcate: per la prima volta dal 2005, si registra una variazione tendenziale negativa dei volumi prodotti dall'industria locale

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italiana, dalla fine del 2007 il differenziale di crescita è diventa-to negativo. I livelli produttivi dell'industria bergamasca regi-strano difatti contrazioni ben più marcate di quelle osservate perl'aggregato nazionale. Gli indicatori congiunturali, che pe-rò risalgono al terzo trimestre e quindi registrano solo inmisura marginale gli effetti sulle valutazioni e sulleaspettative derivanti dall'avvitamento della crisi, con-cordano nel segnalare un proseguimento della fase dideterioramento del ciclo anche nei mesi a venire. La recessione dell'industria bergamasca che si sta ma-nifestando, ha una probabilità non bassa di proseguireancora per diverso tempo. La domanda acquisita dalle im-prese industriali in provincia di Bergamo si è notevolmente ridi-mensionata. A cadere sono soprattutto gli ordinativi pro-venienti dall'estero. Le imprese, inoltre, ritengono di detene-re scorte eccessive di prodotti finiti, che limitano la velocità direazione della produzione a recuperi della domanda. La cadu-ta della fiducia appare ben peggiore di quella che si ri-scontrò all'indomani degli attacchi alle Torri Gemelle,quando l'incertezza crebbe notevolmente. La discesa neilivelli produttivi, infine, si sta riflettendo nel tasso di utilizzo deifattori di produzione. Le imprese esprimono un netto pessimi-smo circa l'evoluzione della manodopera, mentre si osserva unaripresa del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Anche iltasso d'utilizzo degl'impianti è caduto notevolmente,molto al di sotto della media dell'ultimo decennio. Non-ostante le capacità di tenuta che l'economia bergamasca ha di-mostrato negl'ultimi anni, gli sviluppi a breve vanno osservaticon estrema attenzione. I segnali della recessio-ne si leggono anche nei dati relativi al com-mercio con l'estero. Rispetto allo scorso anno siregistrano tassi di crescita delle esportazioni inferiorisia a quelli lombardi che a quelli nazionali, che per laprima volta dal 2003 registrano una crescita superio-re a quelli della provincia. Nel primo semestre del2008, rispetto allo stesso periodo dell'anno prece-dente, le esportazioni bergamasche sono aumentatesolo del 3,1%, la metà rispetto alla crescita registra-ta dalle esportazioni lombarde (6,1%) e a quelle na-zionali (5,9%). Si conferma la flessione delle esportazioni nelsettore tessile, che registra una contrazionedel valore ancora più marcata di quella delloscorso anno (-8,4%). Anche la metallurgia, in co-stante aumento fino allo scorso anno, vede diminui-re la propria ascesa in modo particolarmente spinto- dal 28,3% al 5,3% - in linea con quanto avviene an-che a livello regionale e nazionale. Aumentano nel primo semestre 2008, seppurmeno marcatamente rispetto allo scorso anno,le esportazioni versi i Paesi dell'Est Europa:Polonia (12,2%), Romania (11,9%) e Cina(28,2%), mentre diminuiscono le esportazioni

verso Stati Uniti (-7,8%), Spagna (6,2%) e Turchia (25,5%).Nel mercato del lavoro, nonostante il tasso di disoccupazione nel2007 continui a scendere - assestandosi al 2,6% contro il 3%dello scorso anno -, i segni del rallentamento sono evidenziati dalfatto che, questa diminuzione, si accompagna ad una discesa sianei tassi di partecipazione che in quelli di occupazione, a frontedi una situazione di stabilità registrata a livello regionale. Mentre in Lombardia il tasso di occupazione si mantie-ne stabile intorno al 66,6%, a Bergamo il livello di occu-pazione diminuisce di un punto percentuale assestando-si nel 2007 al 64,7%. Le dinamiche del tasso di attività tra il2006 e il 2007 sono analoghe a quelle dell'occupazione: il primoè stabile, intorno al 69,2%, mentre quello provinciale diminuiscedal 67,7% al 66,4%, confermandosi - insieme a Brescia -, la pro-vincia a più bassa partecipazione di tutta la regione. Aumentano anche le ore autorizzate di Cassa Integrazio-ne Ordinaria, che a partire dal quarto trimestre 2007 re-gistrano aumenti costanti, soprattutto nel settore tessile.Anche gli interventi di CIG straordinaria aumentano - del28% - tra il 2008 e il 2007. I lavoratori iscritti alle liste dimobilità sono - a Ottobre 2008 - già oltre 3.800, il 55,7% inpiù rispetto a dicembre 2007. Il numero dei lavoratori in mo-bilità, usciti da aziende in crisi e in attesa di una nuova occupa-zione, è già ben oltre il totale del 2007. Sette lavoratori su diecihanno più di 40 anni, la maggioranza sono donne. Il 12% sonoimmigrati e più di un terzo sono usciti da piccole imprese mani-fatturiere con meno di 15 dipendenti, o da aziende del commer-cio con meno di 50 addetti.

Si conferma la flessione delle esportazioni nelsettore tessile, che registra una contrazionedel valore ancora più marcata di quella delloscorso anno (-8,4%)

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L'intervistaArticolo di Livio CasanovaFoto di Giorgio Chiesa

Lo scorso 14 dicembre ha pubblica-to su "La Repubblica" un messag-gio rivolto a Silvio Berlusconi eGiulio Tremonti, per metterli alcorrente che lui sapeva già tutto intempi non sospetti

Francesco Arcucci, professore ordinario di Economia degli scambi internazionali all' Università di Bergamo

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Francesco Arcucci,cronaca di un crac annunciato

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"Il pericolo di una granderecessione è reale"1, masono pochi quelli chehanno intravisto che "Ilpericolo per le Borse arri-

va dal credito"2. "A questo punto cisono troppi debiti in giro e i debitorinon riescono più a pagare capitale einteresse. Ecco la deflazione crediti-zia, l' implosione"3. Questi sono alcu-ni stralci di articoli pubblicati sul quo-tidiano nazionale "La Repubblica" nel-la sezione Affari e Finanza. Se ci do-vessero chiedere il periodo della loropubblicazione, senza avere la pretesa

d'indovinare giorno e ora, potremmoquasi certamente azzeccare il mese.Indicheremmo gli ultimi mesi del2008. Questi articoli, invece, sonostati scritti in un periodo di tempo trai 12 e 24 mesi fa: quando non era an-cora successo niente. I brani citati,pubblicati a partire dal gennaio 2007,testimoniano che la crisi attuale,quella che attanaglia il mondo ed èpartita dal crac della finanza statuni-tense non solo era prevedibile, ma èstata prevista con un discreto antici-po. Non è stata intuita da persone connomi e titoli altisonanti, che occupa-

Il grande disastro dei mercati finanziari si poteva prevedere e prevenire A Bergamo, il professore ordinario di Economia degli scambi internazionali,aveva lanciato l'allarme ben due anni fa

1 La Repubblica08 gennaio 2007 - pagina 40

sezione: AFFARI FINANZA

2 La Repubblica14 maggio 2007 - pagina 38sezione: AFFARI FINANZA

3 La Repubblica14 maggio 2007 - pagina 38sezione: AFFARI FINANZA

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no ruoli chiave nell'economia mondiale, ma da Fran-cesco Arcucci, professore ordinario di Economia de-gli scambi internazionali all' Università di Bergamo. Loscorso 14 dicembre, il professore ha pubblicato su "LaRepubblica" un messaggio rivolto all' "Illustre Presi-dente del Consiglio", cioè Silvio Berlusconi, e all' "Illu-stre Ministro dell' Economia", vale a dire Giulio Tre-monti, per metterli al corrente che: "Il grande disastrosui mercati finanziari si poteva prevedere e prevenire.In Italia, non solo in America, c'è chi lo aveva previ-sto", allegando gli articoli in cui, personalmente, pre-vedeva "un crollo al di là di ogni immaginazione".

Professor Arcucci, la sua è "vox clamans in de-serto", cioè "voce di uno che grida nel deserto". "Si, è vero. Nel corso del 2006 e del 2007, fino a lugliotutti propendevano per un netto ottimismo. Si assiste-va ad uno sviluppo accelerato ma non troppo, c'era po-ca inflazione e la disoccupazione era abbastanza bas-sa o si stava riducendo. Nel complesso si parlava ad-dirittura di una economia dai riccioli d'oro, la "goldi-locks economy". Questo fatto aveva contagiato i gran-di esponenti del mercato americano. In particolare ilministro del tesoro Paulson, che aveva detto "mai nelcorso della mia vita ho visto una situazione economicacosì positiva e un quadro così favorevole per il busi-

ness". Questa affermazione l'ha rilasciata alla rivistaamericana "Forbes" il 12 luglio del 2007. Eravamo acinque giorni dai massimi delle Borse che hanno prelu-so al grandissimo crollo. Questo dimostra che, anche igrandi personaggi e gli uomini famosi, fanno dei gran-dissimi errori".

Lei, al pari di Nouriel Rubini (docente di econo-mia alla New York University che ha acquisitofama e prestigio globali da quando è riuscito aprevedere con sistematica puntualità tutti glisviluppi dell'attuale crisi) può essere conside-rato un Guru?"La parola ha un'accezione ironica. Guru è colui il qua-le prevede, ha delle visioni, ha un quadro quasi para-normale delle cose che stanno avvenendo. Io non pen-so assolutamente di essere un Guru, ma uno studioso,convinto che l'economia - al pari delle altre disciplinescientifiche -, debba dedicarsi a fare delle previsioniannunciate e verificate".

Ma come ha fatto a prevedere quello che stiamovivendo? Ha un dono particolare, una forma disesto senso (economico)?"Assolutamente no. In estrema sintesi, le insolvenzedei poveri nel mondo hanno causato il disastro dei ric-

"Pochi hanno coltol'importanza dell'in-flazione creditizia. Perquindici anni, ma for-se di più, abbiamo vis-suto con un uso smo-dato del credito, rivol-gendoci alle banche eai prestatori"

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chi. Ma perché non è successo prima? Perché questosentimento di malessere diffuso (il suo nome è impo-verimento) era nascosto dal rialzo del prezzo degli im-mobili. La classe media era convinta di compensare ilvalore di salario o di stipendio grazie all'aumento deivalori patrimoniali. Il secondo motivo è che la classemedia e la classe medio-bassa ha potuto beneficiare diprestiti personali, carte di credito e debiti in generale.Il sistema così si è levereggiato, è aumentato il rap-porto fra debiti e mezzi propri, e la gente ha continua-to a stare relativamente bene ma sulla base del debi-to. Molti andavano in banca e forti del fatto che ilprezzo degli immobili era aumentato, chiedevanoun'integrazione di mutuo".

Perché nonostante le sue esatte previsioni nes-suno l'ha ascoltata?"Perché sono un economista eterodosso, fuori dal co-

ro. La tendenza è quella di prestare attenzione soloagli economisti di Palazzo. Se fossi stato uno di quelli,mi avrebbero ascoltato. Ma dato che vivo in una posi-zione di assoluta libertà e indipendenza, non l'hannofatto, nonostante abbia scritto queste cose su un gior-nale che ogni giorno vende 750.000 copie. Credo chequalcuno mi avrebbe potuto ascoltare".

Ma tutti potevano prevedere quello che sa-rebbe successo (per lo meno quelli che oc-cupano posizioni di prestigio)?"Gli economisti hanno estrapolato la situazionedi allora, positiva, e hanno pensato che il trendpotesse continuare. Non hanno colto l'importan-za dell'inflazione creditizia. Per quindici anni, maforse di più, abbiamo vissuto con un uso smoda-to del credito, rivolgendoci alle banche e ai pre-statori".

In parole semplici cos'è successo?"E' tutto molto complesso. Si potrebbe partiredagli anni '70, quando gli Usa hanno interrotto laconvertibilità del dollaro. Le banche centrali sisono trovate nelle condizioni di emettere soltan-to "fiat money": moneta emessa senza supportoreale, ma solo per volontà degli istituti di credi-to. Negli anni '70 e '80 le banche centrali hannoesercitato un certo autocontrollo e al cresceredella massa monetaria si determinava un aumen-to dell'inflazione. Con la globalizzazione, gli isti-tuti di credito sono stati in grado d'aumentare lamassa monetaria senza nessun effetto sull'infla-zione, perché eravamo inondati da tutto ciò cheproducevano i paesi asiatici. Sembrava di esserenel regno del Bengodi, si aumentava la "fiat mo-

ney" senza l'effetto negativo della crescita dell'infla-zione. L'emissione continua di moneta ha fatto perde-re la percezione del rischio".

Quale aspetto della crisi merita una riflessioneapprofondita?"Gli interventi fatti in questi mesi sono stati necessarie altri ce ne saranno, ma difficilmente ci possono faruscire dalla crisi. Il motivo è semplice: l'aumento del-l'indebitamento che si è creato nell'arco di molto tem-po è simile ad un orologio caricato per lunghissimotempo, ora bisogna lasciarlo scaricare".

Quali saranno le ripercussioni sui consumatori?"La classe media e la classe medio-bassa è stata mas-sacrata da bassi salari. Fino a 30/40 anni fa, il rappor-to tra quanto percepiva il capo dell'azienda e l'ultimodei dipendenti era quaranta volte, negli ultimi anni ècresciuto di mille volte. Gli scenari attuali per le fami-glie sono negativi, a fronte di un mercato immobiliarein sofferenza, non ottengono più finanziamenti perso-nali e le Borse hanno bruciato i loro risparmi ".

Cosa dobbiamo attenderci per l'Italia?"Io sono prudentemente ottimista per gli Usa. Pruden-

Nome: FrancescoCognome: ArcucciLuogo di nascita: Parma / ItaliaData di nascita: 29 gennaio 1942

La scheda Francesco Arcucci

L aureato con 110 e Lode in Economia e Com-mercio presso l'Università Bocconi nel1967, è stato fin dall'inizio allievo del pro-

fessor Giordano Dell'Amore, Rettore dell'universi-tà Bocconi e Presidente della Cassa di Risparmiodelle Provincie Lombarde per molti anni. Ha otte-nuto nel 1970 la libera docenza in Tecnica Ban-caria e professionale e nel 1975 ha vinto la Cat-tedra di Economia delle aziende di credito pres-so l'Università di Genova. Nel frattempo è statoper oltre un anno Visiting Professor presso ilFondo Monetario Internazionale di Washington.

Ha insegnato per numerosi anni Economiadel Commercio Internazionale presso l'Uni-versità Bocconi, come professore incaricato.Dal 1983 è titolare della cattedra di Eco-nomia e Tecnica degli Scambi Interna-

zionali presso l'Università di Bergamo.Ha svolto numerosi corsi in inglese e in fran-cese presso l'Università di Liegi e l'Universitàdell'Alabama, di cui è membro dell'Interna-tional Advisory Board.

I l professor Arcucci ha maturato una lunga se-rie di esperienze come consulente, e più tardicome Consigliere di Amministrazione, come Vi-cepresidente e come Presidente, di numerosebanche italiane ed internazionali. Fra gli incari-chi più prestigiosi che ha ricoperto è stato mem-bro del Consiglio di Amministrazione di Cariplo,del Fondo Pensioni Cariplo e di Banca Intesa,dal 1998 alla fine del 2006.

Ha pubblicato numerosi articoli, soprattut-to sulla testata La Repubblica.

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temente pessimista per l'Europa e molto pessimistaper l'Italia, perché ha perso la possibilità di compor-tarsi bene. E' entrata nell'euro ma ha disatteso tutti gliimpegni presi. Uno su tutti: passare da un debito pub-blico del 123% al 60%. Ora siamo al 104% e i mercatici presentano il conto".

Cosa dobbiamo attenderci per Bergamo?"Bergamo avrebbe più interesse ad ottenere leggi e im-postazioni simili a quelle tedesche o francesi. Gli ita-liani del Nord dovrebbero farsi proteggere e tutelareda Berlino, da Parigi e non da Roma. L'euro ha salvatol'Italia, altrimenti saremmo al pari dell'Algeria".

L'ultimo rapporto della Camera di Commercio,prevede che Bergamo viva una situazione di re-cessione fino al 2010: lei è dello stesso avviso? "Sono previsioni d'ufficio. In realtà siamo in una si-

tuazione di crisi che vedrà l'alternarsi di anni miglioria quelli peggiori. Può darsi che il 2009 sia discreto e il2010 sia un disastro".

Cosa dovrebbero fare le PMI per limitare l'impat-to con la crisi attuale?"Devono esportare, esportare, esportare. Si possono

difendere solo con la domanda che viene dagli altripaesi. E' difficile per la situazione strutturale dellePMI, ma l'unica soluzione è allargare il mercato".

Lei pensa che le iniziative del Governo (deduci-bilità Irap, Iva per Cassa, modifica studi di set-tore) siano sufficienti a dare ossigeno alle im-prese italiane?"Sono necessarie, ma non sufficienti. Ma nessunovuole essere tacciato di immobilismo, quindi…".

Se dovesse entrare adesso il presidente delConsiglio, cosa le direbbe? "Gli direi di non illudere gli italiani. Fra il pessimi-sta di natura e l'ottimista che dimentica la situa-zione di fatto, la cosa migliore è essere realista.Churchill durante la Seconda Guerra Mondiale -quando Londra era sotto le bombe -, è andato allaradio e ha detto: "Tutto quello che vi posso pro-mettere è sangue, lacrime e sudore". Meno ottimi-smo di maniera e più fiducia nella capacità di rea-zione degli italiani".

E a Tremonti?"Sarebbe sufficiente guardarlo negli occhi, non ser-virebbero le parole. Lui aveva già capito tutto".

Quando potremo uscire da questa situazione? "Credo che occorrerà parecchio tempo, perché si de-ve scaricare quell'accumulo di tensione che si eradeterminata in precedenza. Se proprio dovessi fareuna previsione, direi 2014-2016".

“Tremonti aveva pre-visto la crisi? Ovvia-mente sì, aveva giàcapito tutto”

Giulio TremontiMinistro dell'Economia

e delle Finanze

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Manovra anticrisi - ItaliaArticolo di Livio Casanova

Tra le disposizioni ecco la deducibilità dell'Irap e rimborsi per le annualità pregresse nei limiti del 10%

In tutti i casi il recupero è di scarsa entità

Il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi con Giulio Tremonti Ministro dell'Economia e delle Finanze

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Poche luci e molte ombre nel decreto anticrisiIl Fisco si muove in favore delle aziende,ma in modo poco risolutivoLe iniziative, a dispetto di quanto affermato dal Governo, risultano meno incisive nelle cifre e gli effetti sono riscontrabili nel medio-lungo periodo

La manovra anticrisi, sbandierata dal Governo come la cura dacavallo in grado di alleggerire in modo significativo la pressio-ne fiscale e risollevare le PMI italiane, alla resa dei conti si è ri-levata una semplice aspirina. Ci si aspettava una scossa maGiulio Tremonti ha deciso di mettere da parte la sua finanza

creativa e procedere con i piedi di piombo perché, in merito alla politicafiscale, tutte le semplificazioni si rivelano fumo negli occhi. Sbandierate,in diverse occasioni come la panacea e arricchite con annunci propagan-distici, non sono andate al cuore dei problemi delle PMI: la pressione fi-scale. Per il 2009 rimane al 43 per cento come nel 2007 e cresce al 43,2per cento nel 2010 secondo quanto previsto nel DPEF e manovre correla-te. In agenda e all'ordine del giorno il Governo ha altre priorità, lo dimo-stra il caso Alitalia-CAI. Sembra che siano altri i problemi da risolvere, pri-ma di muoversi verso l'economia reale e ripartire proprio dalle PMI, chein termini di potenzialità, di occupazione e sviluppo costituiscono la spi-na dorsale di tutta l'economia del paese. Con il via libera del Senato, loscorso 27 gennaio, la manovra, varata a novembre, è diventata legge del-lo stato. Per far fronte a saldi (aziendali) con il segno negativo, le iniziati-ve presenti nel decreto anti-crisi si muovono su due fronti: da una parteintendono facilitare la chiusura dei bilanci e dall'altro garantiscono al-le imprese alcuni sconti fiscali. Con il giugno prossimo, grazie alla ri-duzione lrap del 10% dal reddito d'impresa 2009, professionisti eimprese potranno dedurre, in sede di modello Unico, il 10% della tassapagata lo scorso anno. Tutto ciò, in parole povere, comporterà un minorversamento di Ires o Irpef. E' vero che l'indeducibilità del tributo regiona-

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le, che per il solo 2007 - ai fini delle imposte dirette - vale circa 10miliardi di euro, non ha mai incontrato il favore dei contribuenti. Leimprese sono costrette a pagare anche in presenza di bilanci inrosso, caso che per molti si verificherà nell'esercizio 2008. Tornan-do al testo del provvedimento e facendo due calcoli, questascelta non incide in modo significativo sui bilanci delleimprese. Ad esempio un'azienda con ricavi pari a 50 milio-ni di euro, con retribuzioni di 4 milioni e mezzo di euro e in-teressi passivi che ammontano a 1 milione e mezzo, il van-taggio fiscale sarebbe solo di 4 mila euro. Come si vede, il re-cupero è di scarsa entità. Sullo sfondo resta l'intendimento pro-grammatico per una graduale cancellazione dell'imposta, ma loscenario attuale non incoraggia questo tipo di soluzione. Questo èperò un passaggio obbligatorio, che si lega inevitabilmente all'at-tuazione del federalismo fiscale e alla probabile nascita di altri tri-buti propri regionali. Sempre legato all'Irap è stato concesso ancheil rimborso per gli anni pregressi. Escludendo l'esercizio 2008,per gli anni passati è stato disposto il rimborso della maggior Irefo Irpef pagata, conseguenza della totale indeducibilità dell'Irap. Ladeduzione è fissata nel 10% ed è possibile inviare richiesta di rim-borso in via telematica per i versamenti effettuati negli ultimi 48mesi. L'acconto Ires passa dal 100% al 97%, mentre quelloIrap passa dal 99% al 96 per cento. Per coloro che nello scor-so novembre non hanno utilizzato la riduzione dell'acconto Ires oIrap, in questi primi mesi del 2009 è possibile il recupero del 3%.Visti i tempi, il Governo ha introdotto a favore dei contribuenti giàandati alla cassa, la possibilità di recuperare i maggiori versamen-ti, attraverso la compensazione d'imposta, con Iva, ritenute o con-tributi nel modello F24. E' stata introdotta anche l'IVA per cassa.Nel testo originario si trattava di una misura sperimentale per iltriennio 2009-2011, ora invece la disposizione è strutturale, dopol'autorizzazione dell'Unione Europea. Da questo punto non dovreb-bero esserci problemi perché questa disciplina è già presente in al-tri paesi della stessa comunità. E' opportuno ricordare che, pe-rò, potranno usufruirne solo le imprese con un volume d'af-fari pari a 200 mila euro, inoltre comporta una potenzialecomplicazione nelle quotidiane operazioni contabili dovu-ta alla contemporanea gestione delle fatture ad esigibilitàordinaria e quelle ad esigibilità differita. Nel caso italiano,l'imposta risulterà dovuta all'Erario solo dopo l' incasso del corri-spettivo e, di conseguenza, potrà essere detratta solo dopo che ilcontribuente ha ricevuto il pagamento. Trascorso un anno, però,l'imposta diverrà esigibile anche in assenza di pagamento. Ci saràsicuramente un decreto ministeriale per chiarire, nel rispetto delleindicazioni fornite dall'autorizzazione comunitaria che arriveranno,nelle migliori delle ipotesi, fra sei mesi, quali saranno i contribuentiammessi alla deroga sulla base del loro volume d'affari. Per poterfruire del nuovo meccanismo dell'Iva per cassa il contribuente de-ve indicare espressamente in fattura che si tratta di un' "operazio-ne con imposta ad esigibilità differita ai sensi dell'art. 6, comma 5,secondo periodo, del D.P.R. n. 633/1972". Diversamente, cioè incaso di mancata indicazione, si applicano le regole ordinarie. Il re-gime proposto non opera per i casi speciali (es. regime dell'edito-

ria, regime dei tour operator, regime dei beni usati) né nel caso dioperazioni per le quali l'imposta è assolta dal cessionario o com-mittente con il metodo dell'inversione contabile (reverse charge).Altre disposizioni riguardano la chiusura dei bilanci e la rivaluta-zione dei fabbricati. Tutte le società che non utilizzano i critericontabili internazionali, possono rivalutare gli immobili nel bilancio2008. Dal punto di vista contabile l'effetto sarà essere quello dievidenziare un maggior patrimonio o coprire le perdite, allegge-rendo così i risultati negativi e consentendo un maggior poterecontrattuale con le banche in termini di contrazione dei fidi o au-mento degli spread. I risultati più significativi si vedranno, a parti-re dal 2011, per gli ammortamenti e dal 2012 per le plusvalenze.In tutti i casi è opportuno valutare con attenzione la convenienzafiscale e civile di questa operazione. Alcune novità anche per il rav-vedimento operoso e la riduzione delle sanzioni perché, i tardiviversamenti d'imposte e le altre irregolarità sanate con ravvedi-mento operoso, diventano meno costosi Per gli operatori del set-tore commerciale e turistico in crisi, che sono stati costretti a ces-sare anticipatamente l'attività, è previsto un sostegno al reddito.L'intervento, pari alla pensione minima, viene concesso per gliesercenti commerciali che hanno chiuso anticipatamente l'attivitànei 3 anni precedenti il pensionamento di vecchiaia. In merito almassimo scoperto, sono nulle le clausole contrattuali se il saldo ri-sulti in rosso per meno di trenta giorni, oppure a fronte di un utiliz-zo in assenza di fido. In ultimo c'è la spinosa questione degli studidi settore e della loro indigeribilità. Tenendo conto degli effetti del-la crisi economica e della situazione dei mercati, con particolare ri-guardo a determinati settori ed aree territoriali, il Ministero dell'E-conomia potrà procedere, previo parere della Commissione degliesperti, alla revisione degli studi di settore sulla base dei dati del-la contabilità nazionale, degli elementi acquisiti presso istituti edenti specializzati nelle analisi economiche nonché delle segnala-zioni degli osservatori regionali per gli studi di settore. In questomodo, la correzione prevista per il prossimo mese di marzo terràconto degli effetti della crisi, in attesa di correttivi congiunturali.

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Manovra anticrisi - LombardiaArticolo di Livio Casanova

Salvagente per le aziendei Fondi per non affondare

Tutte le misure adottate dalla Regione per salvaguardare le imprese del territorio colpite dalla crisi congiunturale

Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia

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Quattro miliardi con l'obiettivo di ridarefiato alle aziende penalizzate dalla cri-si congiunturale. Questo è il piano re-gionale anticrisi che, da una parte con-cede alle imprese garanzie al credito

fino a 3 miliardi di euro, e dall'altra eroga un mi-liardo di finanziamenti. Un pacchetto di misure pre-sentato nell'ottobre scorso e diventato operativo atutti gli effetti da gennaio. Un progetto della Regio-ne Lombardia che punta a sostenere le piccole emedie imprese, zoccolo duro del tessuto economicoitaliano e alla cui ripresa è aggrappato il "SistemaPaese", soffocate dalla stretta creditizia. Per supe-rare questa impasse, il Pirellone ha dato vita ad un"Patto per lo Sviluppo" che in questi primi mesi del-l'anno è entrato a pieno regime. Si tratta di una se-rie di strumenti volti a rafforzare il sistema dei so-stegni ai diversi livelli, a questo sforzo si affianca-no tutte le Camere di commercio locali. E' molto piùdi un patto, è una vera e propria sinergia d'intentiperché il piano è stato pienamente condiviso dallerappresentanze delle imprese industriali, artigiana-li, commerciali, agricole, delle cooperative, dellebanche, delle Camere di commercio, dei sindacati."Il sistema economico è forte - osserva Roberto For-migoni, presidente della Regione Lombardia - ma lacrisi c'è, è pesante e rischia d'incidere negativa-mente sull'economia reale, il lavoro e sulla condi-zione delle famiglie. Ecco perché vogliamo dare unarisposta tempestiva con una serie di interventi ches'affiancano a quelli del Governo". Sicuramente lalegge sulla competitività varata nel 2007 è stato lostrumento che ha dato il via a questa serie di inter-venti, in quanto ha ridisegnato completamente l'a-zione pubblica a sostegno del sistema economicolombardo secondo una precisa politica regionale.Nata con l'obiettivo di sostenere le capacità im-prenditoriali della Lombardia, oggi ha messo a dis-posizione strumenti che hanno reso immediata-mente possibili questi interventi. "E' molto impor-tante - prosegue Formigoni - il sostegno unanimedel mondo economico e sindacale, delle cooperati-ve e dell'agricoltura, a questo pacchetto di misure,così come assai significativa è l'azione forte e si-nergica delle Camere di commercio rispetto alle ga-ranzie per il credito. E' una compattezza del sistemalombardo che si è confermata e che consente a tut-ti - banche, imprese e istituzioni -, di recuperare fi-ducia". Ma entriamo nel merito delle iniziative.

Garanzie per l'accesso al credito (3 miliardi) -Un pacchetto di misure che dà il via ad un mix distrumenti volti a rafforzare il sistema delle garan-

SOSTEGNO AL CREDITO1 - FONDO ARTIGIANORisorse: 48 MDestinato a: Imprese artigianeDescrizione: Il sostegno finanziario alle imprese arti-giane viene attribuito attraverso tre misure Micro credi-to agevolato (misura A); investimento (misura B); soste-gno finanziario a progetti di sviluppo (misura C).Domanda a: Confidi (misura A); banche/Finlombarda(misura B); banche/Finlombarda (misura C).

GARANZIA2 - FEDERFIDI-ARTIGIANCREDITRisorse: 21 MDestinato a: Piccole e Medie ImpreseDescrizione: Finanziamento dei fondi di garanzia delconfidi di 2° grado per garantire e/o migliorare l'acces-so al credito da parte delle PMI.Domanda a: Confidi o Banca convenzionata.

SOSTEGNO AL CREDITO3 - GARANZIE PER IL CREDITO ALLE IMPRESE COM-MERCIALI, AGRICOLE E DEL TURISMORisorse: 7,5MDestinato a: PMI del commercio agricole e del turismoDescrizione: erogazione di finanziamenti ai confidi diprimo grado destinati a aumentare i loro fondi di garanzia.Finalità: Rafforzare la capacità di garanzia dei confididi 1° grado dei settori commercio, agricoltura e turismoper rendere meno problematica la concessione di credi-ti alle imprese da parte delle banche visto il peggiora-mento degli indicatori di salute del sistema imprendito-riale a causa della crisi finanziaria.Domanda a: Confidi o Banca convenzionata.

SOSTEGNO ALL'IMPRENDITORIALITA'4 - FRIM (Fondo di rotazione per l'imprenditorialità)Risorse: 60 MDestinato a: PMI industriali manifatturiereDescrizione: Cofinanziamento di investimenti di svi-luppo aziendale, rafforzamento patrimoniale e trasferi-mento di impresa.Domanda a: Regione /Finlombarda.

SOSTEGNO ALL'INNOVAZIONE5 - FRIM FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale)Risorse: 70MDestinato a: PMI manifatturiere e dei serviziDescrizione: Cofinanziamento di investimenti di ricer-ca e sviluppo, innovazione di prodotto e processo.Domanda a: Regione/Finlombarda.

MISURE PER L'INTERNAZIONALIZZAZIONE6 - PROGETTI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE (MICRO MACRO PROGETTI)Risorse: 7 MDestinato a: Piccole e medie imprese di tutti i settoriDescrizione: Sostegno finanziario a progetti di inter-nazionalizzazione finalizzati al consolidamento dellapresenza delle imprese lombarde dei diversi settori pro-duttivi nei Paesi prioritari (AdP), alla penetrazione neimercati esteri attraverso la partecipazione a fiere edeventi internazionali, a sostenere lo sviluppo di progettiintegrati multisettoriali.Domanda a: Regione Lombardia/Sistema Camerale.

IN C

ORSO

Misure regionali anti-crisi per le imprese

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zie. Queste permetteranno alle imprese di ri-uscire ad avere un credito a condizioni favore-voli, non ottenibili in questo periodo di difficol-tà. Prima di tutto, si sta procedendo all'immis-sione di 20 milioni di euro nel sistema dellegaranzie di 2° grado (Federfidi/artigian-credit) e, nelle prossime settimane di ulteriori30 milioni per sostenere il Fondo di garanzia"Jeremie". L'attuazione prevede una procedu-ra di evidenza pubblica ed è destinato a tutti isettori economici (industria, artigianato, com-mercio, servizi, cooperazione e agricoltura). E'allo studio, inoltre, una misura per rafforzare ilsistema delle cooperative che interesserà sem-pre "Jeremie", legato al Fondo sociale eu-ropeo. Un bando da 4 milioni di euro, mirato alsettore del commercio, come fondo garanzie o,in parte, a titolo di abbattimento interessi.Questo pacchetto è in grado di mobilitare 1.5miliardi di euro e unito alle risorse aggiuntivepreviste dalle Camere di commercio ha la ca-pacità complessiva di raggiungere i 3 miliardi.

Finanziamenti (1 miliardo) - E' stato deciso ilrifinanziamento del Fondo di rotazione perl'imprenditorialità (Frim) per 130 milioni dieuro che incide direttamente sui fondi della pro-grammazione comunitaria 2007/2013 e sul Fon-do Unico Nazionale. Grazie a questo, sarà più fa-cile l'erogazione di prestiti agevolati alle impre-se manifatturiere e dei servizi (cofinanziamentoa medio termine, locazione finanziaria di benistrumentali e prestito partecipativo) per sostene-re investimenti e crescita. Questo Fondo, in ac-cordo con il sistema bancario garantirà comples-sivamente (tra le misure a sostegno dell'accom-pagnamento alle imprese e quelle a sostegnodell'innovazione) finanziamenti per oltre 300 mi-lioni. Sta per partire, inoltre, il Fondo "Made inLombardy" per un totale di 100 milioni di Fin-lombarda, oltre a 35 milioni di garanzie regiona-li sempre legate alla programmazione comunita-ria 2007/2013, in grado di attivare 400 milioni difinanziamenti. L'iniziativa vuole finanziare inve-stimenti a medio-termine delle imprese manifat-turiere, con la concessione di linee di credito perprogetti mirati e specifici di sviluppo aziendale.Infine si è deciso anche il rifinanziamento di 48milioni (di cui 7 di rientri da Artigiancassa) delFondo regionale per le agevolazioni finan-ziarie all'artigianato attraverso tre misure dicredito agevolato in grado di mobilitare com-plessivamente 400 milioni. Oltre a queste misu-

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SOSTEGNO ALL'INNOVAZIONE1 - FONDO ESPRESSIONI D'NTERESSE (PER SOGGETTI PRIVATI)Risorse: 20MDestinato a: Imprese singole, partenariati di impreseanche con centri di ricercaDescrizione: Sostegno finanziario a progetti di ricercaindustriale e sviluppo precompetitivo nelle aree temati-che prioritarie: agroalimentare, energia/ambiente, salu-te, manufatturiero avanzatoDomanda a: Regione/Finlombarda

SOSTEGNO ALL'IMPRENDITORIALITÀ 2 - COMPETITIVITA' IMPRESE TURISTICHERisorse: 14 MDestinato a: Imprese turisticheDescrizione: Sostegno finanziario alle imprese turisti-che per la qualificazione delle strutture e dei servizi,l'innovazione di prodotto e di processo, lo sviluppo di re-ti per l'integrazione delle attività e dei servizi. in siner-gia con i diversi settori produttivi.Domanda a: Regione Lombardia/Finlombarda

SOSTEGNO ALL'INNOVAZIONE3 MANIFESTAZIONI D'INTERESSE (a valere sul FONDO ACCORDI ISTITUZIONALI)Risorse: 20MDestinato a: Enti pubblici istituzionali, universitari edella ricerca Descrizione: Sostegno finanziario a progetti di ricercaindustriale e sviluppo precompetitivo in aree tematicheprioritarie (agroalimentare, energia/ambiente, salute, ma-nufatturiero avanzato) con accordi di programma con entiselezionati a seguito di procedura ad evidenza pubblica.Domanda a: Regione/Finlombarda

GARANZIA1 - JEREMIE FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale)Risorse: 20MDestinato a: Piccole e medie imprese attraverso ConfidiDescrizione: Intervento che rafforza la capacità di ga-ranzia dei confidi di 1° grado e facilita l'accesso al cre-dito di imprese e progetti innovativiDomanda a: Intermediario selezionato

GARANZIA2 - JEREMIE FSE (Fondo Sociale Europeo)Risorse: 10MDestinato a: Area dell'esclusione e cooperative socialiDescrizione: Strumento finanziario (Fondo di garanzia)per facilitare l'accesso al credito da parte di soggettioperanti nell'area dell'esclusione sociale (Asse III - In-clusione sociale - PO FSE, attraverso il microcredito e ilrafforzamento patrimoniale del sistema cooperativo.domanda a: Intermediario selezionato

SOSTEGNO AL CREDITO3 - MADE IN LOMBARDYRisorse: 35MDestinato a: PMI e GI lombarde operanti nel settoremanifatturieroQuando: marzo 2009Descrizione: Finanziamenti chirografari a medio termi-ne e mezzanini per le imprese manifatturiere per miglio-rare le condizioni di accesso al credito e ampliare la ti-pologia degli strumenti finanziariDomanda a: Banca selezionata, Finlombarda

Misure regionali anti-crisi per le imprese

FEBBRAIO 2009M

ARZO 2009

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re straordinarie, la Regione intende mettere a disposizione ul-teriori strumenti e ne garantisce la continuità nel 2009. In par-ticolare a sostegno della ricerca e innovazione tecnologicaverrà attivato un Fondo di 40 milioni per la promozione diespressioni di interesse. Verranno valutati i progetti innovativinei settori dell'energia-ambiente, agroalimentare, salute emanifatturiero avanzato, promossi a enti pubblici istituzionali,università, centri di ricerca e alle singole imprese. Invece, perla promozione dell'internazionalizzazione delle imprese - incollaborazione con il sistema camerale -, si è appena aperto ilbando per il sostegno a microprogetti, da un lato di dimensio-ne regionale e settoriale, e dall'altro destinato a grandi areeregionali (importo pari 6 milioni). Il sostegno è indirizzato atutti i progetti finalizzati al consolidamento della presenza del-le PMI sui mercati esteri tramite la partecipazione a fiere edeventi internazionali. Inoltre la Regione sta avviando un tavo-lo di lavoro con Anci, Upl, Abi e Cassa Depositi e Prestiti perrealizzare uno strumento in grado di superare le difficoltà fi-nanziarie delle imprese che vantano crediti per 5 miliardi di eu-ro verso la Pubblica amministrazione. Il modello da cui si par-te è l'esperienza positiva del Fondo Socio Sanitario della Lom-bardia, che ha portato i termini di pagamento delle aziende sa-nitarie lombarde verso i loro fornitori a 100 giorni, contro una

media nazionale che supera i 300 giorni. E' stato disposto an-che un tavolo di monitoraggio della situazione in modo che ilPirellone possa formulare proposte (anche al Governo) per at-tivare strumenti ad hoc. Per la parte di competenza regionalepotranno essere opportunamente riorientate le misure a favo-re dei lavoratori colpiti dalla crisi.

Le Camere di commercio - L'impegno degli enti cameralilombardi per sostenere le imprese del territorio è stimato in ol-tre 180 milioni di euro. Questa è la bella notizia che viene dal-le Camere di commercio della Regione, per aiutare il sistemaproduttivo dell'area. Una scelta fondamentale resa possibiledai rendiconti attenti degli anni passati. I bilanci preventivi del2009 sono in rosso, considerando le somme che hanno in pro-gramma di erogare per sostenere le aziende. A "Confiducia" ilfondo di garanzia costituito dagli enti stessi, viene dedicato lostanziamento più cospicuo. La sua dotazione complessiva, su-periore ai 35 milioni di euro, è già stata ripartita: per Milano10 milioni di euro, 6 per Brescia, 5 per Bergamo, 1.5 per Pa-via, 1 per Monza-Brianza, 0.8 per Lecco e 0.6 per Lodi. Le altreCamere di commercio hanno un orientamento di massima: 1milione ciascuno per Mantova, Cremona e Como; 0.5 milioniper Sondrio. Tutto ciò favorirà e garantirà l'accesso al credito

Nota: La Camera di commercio di Como non ha fornito dati, ma si stima un intervento di circa 5 milioni di euro

L’azione sul territorioGli interventi economici (in milioni) nel 2009

72,617,0

13,4

11,6

6,85,4

5,04,6 3,5

1,6 1,3

142,8

Milano Brescia Monzae Brianza

Lecco Cremona Lodi

Bergamo Varese Mantova Pavia Sondrio Totale

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delle PMI di tutti i settori economici. Que-ste somme, che non compaiono nei loroconti economici, dovrebbero permettereagli imprenditori di rivolgersi ai consorzifidi che garantiranno condizioni agevolateper l'accesso al credito. Tornando ai bi-lanci degli enti camerali, tra le provincelombarde, Bergamo si segnala per l'impe-gno maggiore. Dagli 11 milioni e mezzocalcolati a consuntivo per il 2008 si passaai 17 milioni di euro gli previsti per il2009. L'obiettivo è di chiudere l'anno conuna perdita di oltre 5.6 milioni di euroconsiderando 23.8 milioni di entrate. Laprima voce su cui si raccolgono gli sforzimaggiori dell'ente è l'internazionalizza-zione, da 888 mila euro raddoppia e passa a 1.64 milio-ni di euro. L'altra voce - che cresce di 2 milioni fino atoccare i 5.5 milioni di euro - è lo sviluppo locale del ter-ritorio. Sempre per quanto riguarda gli stanziamenti, il

capoluogo lombardo ha destinato 72.6 milioni, 13.4 aBrescia, 11.6 a Varese. Le Camere di commercio più pic-cole riducono i valori, ma ogni comune vedrà crescere ifondi destinati a questi inter-venti economici.

Fonte: Unionecamere Lombardia

L’azione sul territorioContributi (in milioni di euro) al fondo confiducia

Varese410,8%

Unioncamere513,5%

Sondrio0,61,6%

Pavia1,54,1%

Monzae Brianza12,7%

Milano1027,0%

Mantova1

2,7%

Lodi0,6

1,6%

Lecco0,8

2,2%

Cremona0,5

1,4%

Como1

2,7%

Brescia6

16,2%

Bergamo5

13,5%

Totale 37 mln

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Cigs&Banche

Bergamo mette in campo un progetto pilota dove istituti bancari del territorio anticipano ai lavoratori in difficoltà il pagamento della cassa integrazione straordinaria

La cigs torna a fare notizia, per lo meno a Bergamo.Qualcuno potrebbe obiettare che non è una novità.Ma quando una notizia si ripresenta tale e quale,molte volte nell'arco di un mese e senza nessuncambiamento degno di nota, affievolisce la sua ca-

rica di novità e quindi il suo effetto. E' quello che sta acca-dendo per cigs orobica, da notizia è diventato un bollettino.

Ci si limita ad aggiornare l'elenco delle aziende e il numerodi lavoratori che vi ricorre. Nel caso di Bergamo, però, ci so-no buone nuove: le banche del territorio hanno deciso di an-ticipare il pagamento degli assegni per la cigs (anche in de-roga) ai lavoratori in difficoltà e a tasso zero. In particolare,si tratta di un progetto pilota dove la Banca Popolare di Ber-gamo, il Credito Bergamasco, la Banca di Credito Coopera-

Le banche anticipano la cassa integrazione

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tivo di Treviglio e la Banca di Bergamo hanno deciso di anti-cipare il finanziamento senza aspettare i tempidell'Inps."L'accordo stipulato alla vigilia di Natale - ha com-mentato Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil diBergamo - con il 90 per cento delle banche di Bergamo sul-l'anticipo della cassa integrazione è un aiuto importante econcreto a quelle lavoratrici e lavoratori di aziende incrisi che, in alcuni casi, aspettano anche quattro-cinquemesi prima di avere l'assegno di cassa integrazione". L'i-ter per ottenere l'anticipo dell'indennità prevede che ildipendente presenti nella banca dove ha il conto cor-rente due moduli: una sua dichiarazione controfirmatadal titolare e una dell'azienda. Nella sua chiede il pre-stito e si impegna a restituirlo nel momento in cui per-cepisce la cassa dall'istituto. Nella dichiarazione dell'a-zienda, controfirmata dal lavoratore, si certificano i datidel dipendente e della cig straordinaria. L'importo anti-cipato è pari alla somma spettante per cassa straordi-naria da parte dell'inps, fino ad un periodo di sette me-si. L'Inps, già dallo scorso anno, si è impegnato per li-quidare entro 30 giorni la quasi totalità delle prestazio-ni di sostegno al reddito. Ricordiamo che nel 2005 veni-va liquidato l'82,49% delle prestazioni entro un mese,nel 2006 il 91,60% e nel 2007 il 97,43%. "Con le banche- continua il dirigente sindacale - abbiamo insistito per-ché si arrivi a un accordo anche sul tema dei mutui e visia un occhio di riguardo nei confronti delle tante fami-glie che si troveranno in difficoltà. Pensiamo solo a chiha un lavoro precario e che non ha cassa integrazione".Tutto questo in un momento in cui si trovano famigliedove più di un componente è in cassa integrazione e conil mutuo o l'affitto da pagare anche un mese di attesapuò creare serie difficoltà. Non sarà sicuramente questainiziativa a rilanciare i consumi ma indubbiamente sa-ranno meno depressi, grazie alla maggiore velocità di li-quidazione delle prestazioni di sostegno al reddito. Allostesso tavolo per firmare l'accordo si sono seduti Ro-

berto Sestini, presidente della Camera di Commercio, i se-gretari generali provinciali confederali Luigi Bresciani perla Cgil, Ferdinando Piccinini per la Cisl e Marco Cice-rone per la Uil, Giuseppe Masnaga di Ubi-Banca Popola-re di Bergamo, Giorgio Papa e Roberto Perico per la Cre-berg, Zito Gerardo di Intesa San Paolo, Gianfranco Bo-

C remona ha deciso di seguire ilbuon esempio di Bergamo. An-ticipare ai lavoratori la cas-

sa integrazione tramite un accor-do con gli Istituti di credito locali,questa è la proposta di Giuseppe Tor-chio, presidente della provincia di Cre-mona. I diretti interlocutori di questoinvito sono le realtà del Credito Co-operativo (le ex Casse Rurali) e dellebanche popolari radicate sul territorioche vantano capillare presenza in tut-ta la provincia. L'invito, come detto èrivolto prima di tutto a Francesco Gi-roletti presidente di Banca Cremasca,anche se per ora rimane soltanto un'i-potesi, che raccoglie comunque un pa-rere favorevole. "Dobbiamo parlarnenelle sedi opportune - ha commentatolo stesso Giroletti - ma ricordo che giàin passato la nostra banca, come altre,nella loro autonomia, hanno provvedu-to a momenti di crisi, chiusure di fab-briche con questo strumento". Comeper Bergamo anche per Cremona, ladefinizione di questo accordo si basasull'assunto che talvolta l'erogazioneè più lenta del bisogno dei lavoratori,soprattutto se si considerano alcunestime economiche di questi tempi dicrisi. E in questo caso, "l'erba del vici-

no, non è sempre più verde" perché seconfrontiamo i dati del settembre2008 con quelli dell'anno precedente,si vede come a Cremona il saldo tragli avviati e i cessati è diminuitodi circa il 50%. L'aumento del ri-corso alla Cassa integrazioneguadagni (+ 70% circa rispetto al-l'analogo periodo del 2007) fa ilresto: saranno circa duemila i lavora-tori che dovranno usufruire degli am-mortizzatori sociali quest' anno. Adaggravare questa situazione c'è an-che il fatto che molti lavoratori nonpossono ricorrere agli ammortizzato-ri sociali perché sono assunti concontratti a tempo determinato. Nelcaso (non troppo remoto) che nonvenga loro rinnovato il contratto perloro non sono previste forme di sal-vaguardia. Situazione che ha spintomolti (sindacati, giuslavoristi, ma an-che esponenti politici del governo edell'opposizione) a pensare di modi-ficare gli ammortizzatori sociali. Ementre a Cremona in questi giorni sista tenendo un incontro con le ban-che per lavorare sull'accordo, a Ber-gamo banche e sindacati hanno giàdefinito tutto l'iter per permetterel'anticipo della cigs.

Adesso Bergamo docet

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A fronte della sospensione delrapporto di lavoro, al lavoratore ègarantita la copertura economicaper il periodo che intercorre dallacollocazione in cassa integrazio-ne fino al primo pagamento dellecompetenze da parte dell' Inps

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nacina di Bcc Treviglio e Bcc provincia e, infine,Ferdinando Pederzani e Roberto Broggini per laBanca di Bergamo. "Abbiamo sollecitato - concludeBresciani - maggiore celerità nell'adeguare le ratedei mutui al vistoso calo dei tassi. Abbiamo anchesottolineato che il sistema del credito aiuti e nonmolli le imprese in un momento di così grave crisi.L'ombrello va aperto quando piove, non quando c'e'il sole. Questo è il momento per dimostrare con i fat-ti che anche il sistema del credito fa in fondo la suaparte per affrontare una crisi inedita e pesante". Uncaso analogo si sta vivendo a Reggio Emilia. La Ban-ca Reggiana ha anticipato la cassa integrazionestraordinaria ai dipendenti della Tecnogas. L'inter-vento non ha presentato alcun costo per i dipenden-ti e in dicembre è già stato possibile pagare la men-silità di novembre, grazie all'apertura straordinariadi alcuni sportelli dell'Istituto credito cooperativo. Idipendenti hanno avuto la possibilità di accendereun apposito conto corrente che sarà azzerato nel mo-mento in cui riceveranno le somme erogate dall'Inps.

Q uesto capitolo prende la mag-gior parte delle risorse dellamanovra: 289 milioni di euro

per il 2009, 304 milioni di euro per cia-scuno degli anni 2010 e 2011 e 54 mi-lioni di euro a decorrere dal 2012. Ilsostegno al reddito di coloro che per-dono il lavoro sarà garantito dal nuovoFondo sociale per l'occupazione e laformazione, nel quale confluisce an-che il Fondo occupazione per gli am-mortizzatori in deroga, finanziato per 1miliardo e 26 milioni di euro. Potrà va-riare il mix di contributi regionali e sta-tali ma non il tetto massimo del soste-gno e le tutele vengono estese ancheai lavoratori che finora ne erano esclu-si, come i lavoratori precari, gli ap-

prendisti e del settore del commercio.Sempre in tema di ammortizzatori so-ciali, saranno erogati solo a chi si ren-derà disponibile per un nuovo lavoro. Ildiritto a percepire qualsiasi trattamen-to di sostegno al reddito, si legge, "èsubordinato alla dichiarazione di im-mediata disponibilità al lavoro o a unpercorso di riqualificazione professio-nale". In caso di rinuncia, prosegue lanorma, "ovvero, una volta sottoscrittala dichiarazione, in caso di rifiuto di unpercorso di riqualificazione professio-nale o di un lavoro congruo, il lavora-tore perde il diritto a qualsiasi eroga-zione di carattere retributivo e previ-denziale, anche a carico del datore dilavoro, fatti salvi i diritti già maturati".

Disegno anticrisi: ammortizzatoriestesi a precari e apprendisti

L'iter per ottenere l'anticipo dell'indennità prevede che il dipendente presenti nella banca dove ha il conto corrente due moduli: una sua dichiarazione controfirmata dal titolare e una dell'azienda

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Punti di vistaArticolo di Livio CasanovaFoto di Giorgio Chiesa

Una stima dell'associazionedei dirigenti indica che, nel-l'anno appena concluso, nelleaziende italiane, hanno dovutolasciare la loro scrivania alme-no 5 mila su 84 mila manager

Mario Giambone presidente di Federmanager Bergamo

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La crisi economica non ammette distinzioni. Se per le tute blu siparla di licenziamenti, per i colletti bianchi e i manager si uti-lizza la formula della "risoluzione consensuale del rapporto dilavoro", ma la sostanza non cambia. Secondo una stima di Fe-dermanager, l'associazione dei dirigenti del settore industriale,

nell'anno appena concluso, nelle aziende italiane hanno dovuto lascia-re la loro scrivania almeno 5 mila manager. Questo numero tiene contodei 2.991 casi gestiti direttamente dalle strutture rappresentative, aiquali si aggiungono altre 2 mila "risoluzioni del rapporto di lavoro" av-venute in aree più periferiche e non trattate in sede sindacale. Se siconsidera che i dirigenti industriali italiani toccano le 84 mila unità, iltaglio netto è del 6%, che sfiora addirittura il 10% prendendo in esameanche la flessione già registrata nel 2007. Al danno si aggiunge la bef-fa, perché i manager sono gli unici lavoratori dipendenti che pagano lamobilità, ma poi non ne possono usufruire. "Da questa situazione si puòuscire ridando alla produzione e quindi all'impresa, la centralità che lespetta - esordisce Mario Giambone presidente di Federmanager Ber-gamo - noi manager industriali riteniamo di essere i partner privilegia-ti sia delle imprese che della politica in questa fase di cambiamento: sele aziende sapranno utilizzare le nostre competenze potremo costituireun valido contributo per mettere in atto strategie anti-crisi".

Manager sull'orlo di una crisi? Nervi saldicon Federmanager

Parola al presidente provinciale Mario Giambone: "In un periodo così difficile, i manager dovranno dimostrare un grande senso di responsabilità sociale"

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Non possiamo certo dire che tutte le colpe di questacrisi siano da imputare ai manager ma in questo mo-mento la gente non ha una grande fiducia nella clas-se dirigente. Qual è la sua opinione in proposito?"Colgo l'occasione per chiarire il significato di "manager".Molto spesso il termine è abusato dai mass media perchèvengono accomunati tra loro: imprenditori e imprenditrici,consulenti, top manager e dirigenti, generi tra loro molto dif-ferenti. Il manager è il collaboratore più diretto dell'impren-ditore, ma è anche un lavoratore dipendente e quindi sogget-to come gli altri a tutte le scelte imprenditoriali. Fatta questaprecisazione è innegabile che anche l'immagine e l'operatodei manager abbia subito un contraccolpo a livello mondiale.Ma a differenza degli Usa, la nostra è un'economia reale. Iltessuto produttivo del nostro paese è costituito da piccole emedie imprese che non hanno ceduto alla chimere delle spe-culazioni finanziarie. Hanno operato in modo responsabile,mantenendo un forte legame con la produzione. Noi rappre-sentiamo una classe manageriale seria, responsabile epreparata, doti indispensabili per uscire da questa crisi".

Qual è il conto che sta pagando la categoria?"Il manager ha un rapporto di lavoro caratterizzato dallamancanza di tutela, mi riferisco al discusso art. 18. Ne-gli ultimi mesi abbiamo assistito, a livello nazionale, al-l'espulsione dal mondo produttivo di un elevato numerodi Colleghi e quindi dovrei dire che i manager sono sta-ti i primi a pagare a caro prezzo questa crisi. Guardandoalla nostra realtà provinciale mi sento però di sottoli-neare come, negli ultimi mesi ed almeno fino a questomomento, abbiamo fornito assistenza e consulenza adun ridotto numero di Colleghi nella delicata fase di chiu-sura del rapporto di lavoro. Questo dato ci conforta: gliimprenditori del nostro territorio, lungimiranti, hannocompreso che un taglio dei costi tout court non può es-sere funzionale al superamento della crisi: la fuoriusci-ta di un dirigente, soprattutto se "senior", è una perditaper l'azienda perchè si priva di un collaboratore che po-trebbe invece rivelarsi come una preziosa risorsa per su-perare positivamente il momento difficile. Ma il contopagato dalla Categoria è elevato: in alcuni casi con la

"Noi continueremo ad essere al fianco dei dirigenti industriali della provincia, aggiungendo nuovi servizi a quelli che da sempre ci contraddistinguono, per offrireloro risposte adeguate alle attese"

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perdita del posto di lavoro ed in altri casi con una si-gnificativa decurtazione della retribuzione per la partevariabile legata ai risultati".

Quali sono i cambiamenti a cui è chiamato il manager?"In questi ultimi anni le parole chiave sono state "glo-balizzazione" e "delocalizzazione". Molti dei nostri col-leghi sono stati costretti ad "espatriare" per seguire leproprie aziende in questa avventura. Abbiamo dimo-strato di non aver paura dei cambiamenti grazie aquella elasticità mentale, cresciuta grazie all'operatoin azienda, dove ogni giorno ci troviamo di fronte anuove sfide da raccogliere. Ci siamo fatti trovarepronti alle trasformazioni richieste dall'evoluzione delmercato e dell'economia".

Quali sono gli aspetti su cui si deve investire?"In questo caso la parola chiave è "innovazione". Per ilmanager è prioritaria la formazione continua e l'aggior-namento professionale, per mettere in campo nuovestrategie e dotarsi di nuovi strumenti che consentanoalla propria impresa di non farsi mai trovare imprepara-ta. Su questo fronte Federmanager è vicina alla cate-goria attraverso le iniziative promosse sul territorio,unitamente a Confindustria. Si attuano attraversola programmazione annuale d'interventi di forma-zione gratuiti, finanziati da Fondirigenti. I prossi-mi seminari - già previsti per i mesi di febbraio,marzo ed aprile - sono dedicati a tematiche digrande attualità quali il contesto transculturale,la gestione finanziaria dello sviluppo e la cresci-ta delle PMI in un contesto globale".

Da poco è stato eletto il nuovo presidenteGiorgio Ambrogioni, cosa significa per l'or-ganizzazione?"Con convinzione abbiamo sostenuto la sua can-didatura. Il neo Presidente oggi si trova a fron-teggiare una situazione che non ha precedenti -almeno per la nostra generazione - e lo aspettacertamente un compito arduo. Siamo certi chesarà in grado di affrontare e vincere la sfida at-traverso la necessaria coralità di azioni, coese ecoordinate ad ogni livello. Da Bergamo, sin d'o-ra, assicuriamo la nostra convinta e fattiva col-laborazione, come del resto abbiamo sempre di-mostrato".

Tema caldo per voi è sicuramente il rinnovodel contratto, scaduto il 31 dicembre."Il rinnovo sarà pesantemente condizionato dalquadro economico e impegnerà il sistema federa-

le in un negoziato lungo e difficile. Si dovrà saper leg-gere la realtà esterna, a cominciare dall'attuale con-fronto sulla riforma del ruolo della contrattazione col-lettiva, con particolare attenzione al tema della retri-buzione e degli istituti di sostegno per il dirigente dis-occupato".

E Federmanager Bergamo come si prepara ad af-frontare questo 2009?"Noi continueremo ad essere al fianco dei dirigenti in-dustriali della provincia con i servizi che da sempre cicontraddistinguono, a partire dalla consulenza previ-denziale, sindacale e assistenziale. Abbiamo in pro-gramma alcune novità che amplieranno il nostro campodi azione, tra cui la costituzione del "Gruppo di Lavoroper la valorizzazione della differenza di genere", per af-frontare in modo diretto, concreto e propositivo, lascarsa presenza femminile nella classe dirigente delnostro Paese. Abbiamo anche deciso d'allargare il no-stro sistema associativo provinciale, aprendoci al mon-do dei quadri direttivi, figure che tendono ad assumereresponsabilità e competenze tipicamente manageriali.Metteremo a loro disposizione tutti quei servizi che ca-ratterizzano la figura manageriale, quali la formazionecontinua e l'assistenza sanitaria integrativa".

F edermanager rappresenta e tutela inmodo unitario ed esclusivo gli 84.000dirigenti industriali in servizio che ope-

rano in tutti i settori dell'industria privata edi 63.000 dirigenti in pensione. Per loro, laprincipale organizzazione dei manager italia-ni, stipula e gestisce i contratti nazionali dilavoro con Confindustria, Confapi, Confservi-zi, Confitarma, Fedarlinea e Fieg e contrattiintegrativi con grandi gruppi industriali. Sem-pre in loro rappresentanza assume iniziativea livello politico e parlamentare per la valo-rizzazione del ruolo manageriale e per la tu-tela degli interessi categoriali. Gli iscritti so-no dirigenti di piccole, medie e grandi impre-se: dirigenti di nuova nomina, direttori gene-rali, amministratori delegati. L'organizzazio-ne realizza i propri fini istituzionali attraversoenti categoriali. Presente su tutto il territorionazionale tramite 62 associazioni, fornisceai dirigenti consulenze di carattere contrat-tuale, previdenziale, legale, fiscale e realiz-zano iniziative di natura culturale, formativae di networking. Grazie agli ultimi dati pos-siamo tratteggiare un quadro riassuntivo del-l'organizzazione. Gli oltre 84.000 manager in-dustriali operano in 18.500 aziende e sonoper il 93% uomini e per il 7% donne.. Ri-

spetto al territorio troviamo che il 70% dellacategoria opera al nord, il 22% al centro el'8% al sud. I settori più rappresentati sono:il meccanico siderurgico (31%), la gomma-plastica (8%), il chimico - farmaceutico(10%), l'alimentare (7%) il tessile - abbiglia-mento (11%), l'informatica e l'elettronica,con le tlc (8%), i trasporti e i servizi (5%). Al-tri settori rappresentano il 13%. L'80% delladirigenza industriale opera in aziende mediopiccole. La categoria presenta un'età mediadi 49 anni e una anzianità aziendale media di13 anni. La nomina a dirigente avviene a 41anni e la retribuzione media annua lorda è di120.000 euro di cui il 15% è retribuzione va-riabile e cioè legata ai risultati. Gli elementiche assumono una particolare importanzanella valutazione dei dirigenti sono le capa-cità manageriali (80%), le competenzeprofessionali (73%), le competenze orga-nizzative (49%), il senso di responsabilità(38%) e le doti di leadership (36%).

Il panorama nazionale

di Federmanager

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Le stime di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il2009 sono negative: le più recenti previsioni stilatedalla Banca d'Italia vedono il sistema paese in pienarecessione, con una flessione del PIL pari ad almeno il2%. Nonostante la ridotta finanziarizzazione del siste-

ma bancario italiano, l'esplosione di una seria crisi internazio-nale ha diminuito la disponibilità di liquidità, mettendo in diffi-coltà soprattutto le realtà industriali di medie e piccole dimen-sioni che fronteggiano una seria riduzione dell'accesso al cre-dito. Le conseguenze sono piuttosto significative: in ogni setto-re commerciale si sta assistendo ad un allungamento dei ter-mini di pagamento e ad una diminuzione degli ordinativi, con laconseguente difficoltà di far fronte alle scadenze, specialmen-te per le realtà industriali meno patrimonializzate. Le difficoltàsono più marcate in alcuni settori, come ad esempio il tessile,l'auto o l'edilizia, ma - in linea generale - la crisi ha investitocon un impatto significativo l'intero sistema produttivo e molteaziende si sono trovate a fronteggiare la necessità di ristruttu-

rare la propria esposizione debitoria. Di fronte a questa situa-zione macro-economica, torna d'attualità il tema della discipli-na della crisi d'impresa che, proprio negli ultimi anni, è stataoggetto di un profondo ripensamento normativo: la riforma delle procedure concorsuali si trova ad af-frontare, per la prima volta, un significativo banco diprova e le imprese ed i loro consulenti, in un periodo distretta creditizia, sono chiamati a valutare l'opportunitàdi sfruttare appieno le possibilità che l'ordinamento glimette a disposizione. Il legislatore italiano, sulla falsariga dialtre esperienze internazionali (in particolare quella statuniten-se), ha inteso favorire la protezione del funzionamento dell'im-presa consentendone la ristrutturazione ed il rilancio attraver-so piani concordati con i propri stakeholders. In tema di rine-goziazione della posizione debitoria dell'impresa, due istituti direcente introduzione, il "piano di risanamento dell'impre-sa" e gli "accordi di ristrutturazione dei debiti", rivestonoparticolare interesse. Attraverso di essi, l'imprenditore potrà

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Il riequilibrio finanziariopassa attraverso la ristrutturazione

eggere la leggeRubrica a cura dell'avv. Marco Amorese

Crisi d’impresa e ritorno alla redditività

alcune mosse legali per uscire dall’ empasse

Marco Amorese ha conseguito un LL.M. pres-so la Harvard Law School ed un Dottorato di ri-cerca in diritto commerciale presso l'Universitàdegli Studi di Brescia. È ammesso all'eserciziodella professione forense in Italia e a New York.

La schedaL

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cercare direttamente con i propri creditori la solu-zione più idonea al superamento della situazione didifficoltà finanziaria, senza dovere passare attraver-so le forche caudine del concordato preventivo.

I PIANI DI RISANAMENTO DELL'IMPRESA -Con il riconoscimento dei piani di risanamento del-l'impresa, il legislatore ha preso atto di un fenome-no che si era diffuso autonomamente sul mercato eche era, a volte, compromesso dalla sottoposizionea revocatoria degli atti di pagamento o di garanziaeffettuati dal debitore in crisi. Il piano di risana-mento, approvato ai sensi dell'art. 67 c.3 lett. d) del-la legge fallimentare (d'ora in avanti "Piano di risa-namento", n.d.r.), dovrebbe essere in grado di riequilibrare i dis-incentivi che i creditori affrontavano nel rinegoziare i terminidel loro rapporto con l'impresa in difficoltà. Per evitare gli ef-fetti della revocatoria, l'imprenditore deve redigere un Piano dirisanamento che sia ritenuto idoneo a superare lo squilibrio fi-

nanziario che determina lo stato di crisi. Il giudizio di idoneitàdeve essere attestato da un professionista iscritto nel registrodei revisori contabili che deve, altresì, attestare la ragionevo-lezza del piano. Opportuna è l'attribuzione al piano di data cer-ta opponibile all'eventuale fallimento. In presenza di un Piano

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Piano di risanamento

Quando formularlo

Chi può utilizzarlo

Requisiti del piano

Vantaggi

In caso di squilibrio della situazione finanziaria

L'imprenditore che voglia riequilibrare la propria esposizione debitoria

La ragionevolezza del piano deve essere attestata da un professionista qualificato

Gli atti, i pagamenti e le garanzie concesse dal debitore in esecuzione del pia-no non sono soggette a revocatoria

Piano di ristrutturazione

Chi può chiederlo

Presupposti

Requisiti del piano

Vantaggi

L'imprenditore in stato di crisi

L'imprenditore deve raggiungere un accordo con il 60% dei propri credi-tori e assicurare il regolare pagamento dei creditori estranei

Un esperto deve attestare l'attuabilità del piano con specifico riferimento alpagamento dei creditori rimasti estranei

In aggiunta a quanto previsto per il piano di risanamento, i creditori non possonoiniziare o proseguire azioni cautelari o esecutive sui beni dell'imprenditore dal de-posito del piano e per 60 giorni. Il debitore può procedere a transazione fiscale

Statistiche

I primi anni di esperienza hanno visto uno scarso utiliz-zo degli strumenti descritti. Nel 2006 e 2007 sono solouna decina i piani di ristrutturazione dei debiti omolo-gati. Nel 2008, una recente statistica de Il Sole 24 ore

ha accertato che nei principali 13 tribunali d'Italia si èassistito ad un solo piano di ristrutturazione omologato.Più difficile è stabilire il successo dei piani di risana-mento che non prevedono un giudizio di omologa.

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di risanamento, pertanto, i creditori godono di una maggioreprotezione nei confronti della revocatoria e sono maggiormen-te inclini a favorire soluzioni negoziate della crisi. Ciò, nei casipiù virtuosi, dovrebbe rendere possibile anche l'ottenimento dinuova finanza o il consolidamento e la razionalizzazione del de-bito complessivo dell'impresa. La disciplina dei piani di risana-mento prevede, pertanto, una tutela giuridica soft che lasciaampio margine alla soluzione privata della crisi. Solo in caso difallimento, il Tribunale sarà chiamato a valutare la validità del-le soluzioni messe in campo.

LA RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI - Una soluzione piùcomplessa alla crisi di impresa è fornita dagli accordi di ristrut-turazione dei debiti. L'imprenditore in stato di crisi può stipula-re un accordo di ristrutturazione dei debiti con i creditori cherappresentino almeno il 60% dei crediti e depositare l'accordoper l'omologa unitamente ad una relazione di un professionistache attesti l'attuabilità dell'accordo stesso. I vantaggi nel se-guire questo procedimento sono maggiori. Innanzitutto, il le-gislatore ha reso possibile, in questo caso, la transazione fi-scale: per mezzo di essa, il debitore può proporre il pagamen-to, parziale o anche dilazionato, dei tributi amministrati dalleagenzie fiscali (ad eccezione dei tributi costituenti risorse pro-prie dell'Unione europea). Inoltre, dalla data della pubblicazio-ne e per sessanta giorni, i creditori non possono iniziareo proseguire azioni cautelari o esecutive sul patrimoniodel debitore. Il procedimento prevede che, una volta de-positato e pubblicato nel registro dell'imprese l'accordodi ristrutturazione, esso venga omologato dal Tribunale, ilquale decide anche le eventuali opposizioni presentate.L'accordo deve prevedere il regolare pagamento dei cre-ditori rimasti estranei all'accordo (intendendosi per tale ilpagamento alla scadenza del debito). La disciplina dellaristrutturazione dei debiti se, da un lato, consente unamaggiore elasticità e flessibilità del processo di rinego-ziazione della crisi di impresa; dall'altro lato, garantiscealcuni dei benefici accordati in sede di concordato pre-ventivo. Tuttavia, incerti appaiono gli incentivi per i credi-

tori ad aderire all'accordo, dal momento che la mancata ade-sione comporta il pagamento integrale del proprio credito.

DIFFICOLTA' APPLICATIVE - Le soluzioni negoziate della cri-si d'impresa scontano alcune incertezze normative che ne han-no reso finora poco diffuso l'utilizzo. Innanzitutto, il legislatoreha omesso di affrontare apertamente la questione della nuovafinanza. Si è, infatti, sottolineata da più parti l'opportunità diprevedere esplicitamente la possibilità di un soddisfacimentoprioritario dei prestiti funzionali alla ristrutturazione dell'impre-sa: ciò per garantire una maggiore facilità nell'ottenimento delcredito in una fase critica d'impresa. Inoltre, il legislatoreavrebbe dovuto chiarire con maggiore precisione il modo in cuil'applicazione dei nuovi istituti interagisca con la disciplina del-la bancarotta: alcune incertezze potrebbero scoraggiare solu-zioni innovative alle crisi. Infine, una nota negativa riguardal'incerta sottoponibilità a transazione fiscale dell'IVA che, per-lomeno parzialmente, deve considerarsi tributo costituente e ri-sorsa propria dell'Unione europea. Rimangono, tuttavia, moltiaspetti positivi che dovrebbero indurre le imprese in crisi ed iloro consulenti a prendere in seria considerazione l'utilizzo diquesti strumenti che la recente riforma delle procedure con-corsuali mette a disposizione. Un maggiore utilizzo, infatti, necontribuirà a chiarire le incertezze applicative.

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Famiglie&Consumi

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La nostra provincia si conferma tra le più virtuose della regione: un nucleo su tre è riuscito a risparmiare. Brescia è la meno fidu-ciosa e poco parsimoniosa: uno su quattro ha dovuto rompereil salvadanaio dei propri risparmi

Famiglie bergamaschepiù formiche che cicale

Parsimoniose e ottimiste. Queste sono le caratteri-stiche delle famiglie bergamasche emerse dallaprima indagine sui consumi e sulle abitudini d'ac-quisto dei lombardi, realizzata dalla Camera diCommercio di Monza e Brianza con il coordina-

mento scientifico di Ref-Ricerche per l'economia e la fi-nanza. Rispetto ai focolari domestici delle altre province,i bergamaschi si confermano ottimi risparmiatori: una nu-cleo su tre nel 2008 è riuscita a rimpinguare il suo "maia-lino". Nel complesso, per il 60% delle famiglie della re-gione, quindi per la maggioranza, il bilancio è in pareggio.Il 20% è riuscita a risparmiare mentre il restante 20% èdovuta ricorrere al debito o ha rotto il salvadanaio. Prati-camente ha attinto al risparmio. In termini sociali, inLombardia i figli continuano a prendere esempio dai pa-dri, infatti gli under 35 sono coloro che hanno risparmiatodi più ed il 30% dei giovani è fiducioso di poter rispar-miare anche in quest'anno appena iniziato. Ma come sarà

In Lombardia, sei famiglie sudieci hanno chiuso il proprio bi-lancio in pareggio, il 20% è ad-dirittura riuscita a risparmiare.Per il 2009 il 22% crede che siapossibile migliorare le prospet-tive di risparmio

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il 2009? Nel complesso cresce tra i lombardi chi ritiene pos-sibile risparmiare. A Monza la fiducia sale dal 15 al 20%.

BERGAMO - Siamo noi quelli del bicchiere mezzopieno. I bergamaschi, infatti, sono i più ottimisti, manon sono i soli perché condividono lestesse aspettative con i varesini. In en-trambe le province, infatti, quasi il 20%crede in un miglioramento della situazio-ne attuale. I pessimisti, quelli del bicchie-re mezzo vuoto, sono i nostri cugini bre-sciani perché tre nuclei su quattro vedonoe credono in un peggioramento. L'indagi-ne mette in evidenzia che, nel complesso,i lombardi sono pessimisti più per la si-tuazione del Paese che per quella propriaperchè il 58% teme per il 2009 che la si-tuazione economica italiana possa peg-giorare ulteriormente.

FORMICHE OROBICHE - Il bilancio del2008 per il 20% delle famiglie lombar-de non si chiude in rosso. I loro reso-conti dicono che, nonostante la crisi,è stato un anno positivo. Sono riusci-te a risparmiare. L'ulteriore dato checi riguarda da vicino e meriterebbequalche riflessione in più è che diquesto 20%: 1 su 3 abita a Bergamo.Per il prossimo anno i lombardi vedonopersino migliorare le loro prospettive eco-nomiche e il 22% ritiene possibile rispar-

miare nel corso del 2009. I giovani (come è giusto chesia) scommettono sul futuro: il 19% degli under 35 harisparmiato nel 2008, qualche punto in più rispetto al15% delle generazioni più anziane ed il 30% ritiene dipoterlo fare anche in questo anno. Ma come è stato

Per far quadrare i conti i lombardi preferisconocambiare le proprie abitudini d'acquisto. Bergama-schi e varesini sono i più fedeli alle proprie abitudi-ni perché 1 su 2 non cambia il carrello della spesa

Lombardia

Migliorata

Invariata

Peggiorata

Non so / non risponde

2%

44%

53%

1%

Fonte: Indagine “Famiglie e consumi in un periodo di crisi” realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico diRef-Ricerche per l’economia e la finanza

La situazione economica della famiglia

4%

50%

25%

22%

2008 2009

Italia

2%

51%

47%

0%

5%

72%

20%

4%

2008 2009

MB

1%

47%

51%

1%

2%

45%

33%

20%

2008 2009

BG

3%

45%

52%

0%

3%

62%

18%

16%

2008 2009

BS

0%

44%

55%

2%

5%

39%

39%

17%

2008 2009

Lombardia

3%

45%

51%

1%

3%

49%

25%

24%

2008 2009

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possibile che la maggioranza delle famiglie lombarde sia riuscita a far quadrare i conti nonostante il rincaro dei prezzi?

DENTRO IL CARRELLO - Al continuo rincaro dei generi ali-mentari, il 34% dei lombardi ha reagito cambiando il puntovendita. Le famiglie si sono rivolte ai discount per il 20%,mentre il 7% ha optato per i supermercati. Hanno preferitogli ipermercati il 5% dei nuclei mentre solo il 2% ha sceltoi mercati rionali e ambulanti. Non solo è cambiato il luogodove mettere l'euro per prendere il carrello, il 64% ha modi-ficato anche la spesa. In ordine: il 28% ha preferito i pro-dotti in promozione, il 24% si è indirizzata su prodotti a mar-chio commerciale, mentre il restante 12% ha preso dalloscaffale articoli di primo prezzo (quelli che costano meno).Sono le famiglie e gli anziani i soggetti più propensi a cam-biare il loro il punto vendita ed il proprio carrello della spe-sa, mentre i single sono la categoria più "abitudinaria":il 76% non ha cambiato il punto vendita ed il 51% non hamodificato i prodotti della spesa. Quindi il 45% dei casi,se non cambia "la lista della spesa" e non diminuisce ilpeso del carrello, è più attenta alle promozioni e ai pun-ti vendita. Su una cosa tutti i lombardi, involontariamen-te, sono d'accordo: non è il momento di mettere mano alportafoglio e rinviano la spesa per i beni durevoli. Solo il5% giudica questo momento favorevole per l'acquisto.

IN PROVINCIA - Se come abbiamo visto da una partec'è Bergamo tra le provincia più ottimista, ai suoi antipo-di c'è Brescia, la meno fiduciosa. Rispetto alla media ita-liana, nel complesso, i lombardi per il futuro sono menoottimisti. Leggendo tra le righe troviamo che sentimenti easpettative sono dettate da un marcato pessimismo perquanto riguarda il quadro nazionale. Dall'altro si eviden-zia che valutazione sulla propria situazione si discosta daquella nazionale, perché meno negativa. I nuclei sono piùsolidi che in altri paesi dove si sta vivendo la stessa si-tuazione. Perché le condizioni in cui le famiglie lom-barde sono arrivate alla crisi sono sostanzialmentebuone, con una discreta ricchezza e un basso inde-bitamento, quasi interamente coperto da immobiliche non si sono ancora svalutati in modo così mar-cato da portare il saldo in rosso. Chiudendo ancoracon un occhio all'indagine, sono sempre i bergamaschicoloro che hanno risparmiato di più (una famiglia su tre)mentre è ancora Brescia che segna un dato negativo, so-no loro le famiglie che hanno fatto maggior ricorso al de-bito (1 su 4). In seguito al rincaro dei generi alimentari, aMonza si preferiscono i prodotti in promozione (30%) equelli a marchio commerciale (27%). Bergamaschi e va-resotti sono invece i più fedeli alle proprie abitudini: 1 su2 non cambia il carrello della spesa.

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Fonte: Indagine “Famiglie e consumi in un periodo di crisi” realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico diRef-Ricerche per l’economia e la finanza

Lombardia Italia Monza Bergamo Brescia Varese

Bilancio familiare e risparmio: “2008 in pareggio”

Risparmio Pareggio Debiti e/o preleva dai risparmi

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Mondo Lavoro Articolo di Livio CasanovaFoto di Laura Pietra

La formazione dell'apprendista torna nel suo luogo de-putato, l'azienda. L'accordo firmato a Bergamo tra Im-prese&Territorio, il comitato unitario delle Pmi, e lesegreterie sindacali di Cisl e Uil, prevede che, per i gio-vani, il tempo da trascorrere sul luogo di lavoro sia

maggiore, che si debba tener conto del tipo di qualifica da con-seguire, delle dimensioni imprenditoriali e del settore in cui l'im-presa opera. Queste, in sintesi, le novità dell'intesa. Grazie a

questo documento si dà corso ad un nuovo modello provincialedi formazione per gli apprendisti assunti con contratto profes-sionalizzante nella provincia di Bergamo. La proposta, nata dalcomitato unitario di Imprese&Territorio che raggruppa dieci as-sociazioni imprenditoriali (Apindustria, Ascom, Associazione Ar-tigiani, Cia - Confederazione Italiana Agricoltori -, Coldiretti,Confcooperative, Cna, Fai - Federazione Autotrasportatori Italia-ni -, Lia - Liberi Imprenditori Associati -), che rappresenta il 98%

Apprendistato a misura di PMI

Il presidentedi Imprese&Territorio

Giorgio Ambrosioni

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delle aziende provinciali per un totale di oltre 300.000 addetti,ha il merito di tener conto delle evidenti necessità sia dell'ap-prendista che della stessa azienda. Nessuno può mettere indubbio che tra l'agricoltura e la metalmeccanica, oppure tra gliautotrasporti e gli altri settori artigiani, le esigenze mutino pro-fondamente. Così come le necessità del sistema produttivo pro-vinciale si differenzino da quelle di altri settori. Questa rivolu-zione è legata al recente decreto Sacconi, che in qualche modoha liberalizzato la materia. E' previsto, infatti, un monte ore diformazione formale, interna o esterna all'impresa, di almeno120 per anno. Con questo s'intende: "La formazione che vieneattuata, mediante una specifica progettazione, in un ambienteformativo adeguato, anche nel luogo di lavoro; in tal ca-so deve essere svolta in situazione distinta da quella fi-nalizzata prioritariamente alla produzione di beni e servi-zi. Essa si realizza mediante un percorso formativo fina-lizzato a conferire all'apprendista le competenze trasver-sali e tecnico-professionali per l'acquisizione di adegua-ta capacità professionale". Spetta poi alla contrattazionecollettiva nazionale, territoriale o aziendale la determina-zione - all'interno degli enti bilaterali - delle modalitàspecifiche di erogazione e della articolazione della stes-sa. Questo ha permesso al comitato di Imprese&Territo-rio un maggior raggio d'azione, consentendo ai datori dilavoro di definire una "propria" nozione di crescita azien-dale e di determinare per ciascun profilo formativo, tral'altro, "la durata e le modalità di erogazione dello stesso".Entrando nel dettaglio, l'accordo firmato a Bergamo pre-vede che "La formazione formale professionalizzante equella trasversale potranno essere erogate utilizzando

modalità quali: formazione in aula, e-learning, on the job, af-fiancamento, seminari, esercitazioni di gruppo, testimonianze,visite aziendali, dispense, dvd, ecc. Annualmente dovranno es-sere destinate 16 ore delle 42 ore trasversali in modalità aula".Queste indicazioni, da una parte, intendono sostenere e aiutarele aziende nell'assolvere le modalità di erogazione delle ore an-nue previste dai rispettivi contratti nazionali, dall'altra favorire efacilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro fornendoloro, non solo un'occupazione, ma anche un apporto formativoidoneo al conseguimento di una futura qualifica professionale.Per quanto riguarda i contenuti, la bozza firmata da Cisl e Uilprevede 24 ore di formazione in aula per il primo anno di ap-

Più aziende e meno aule nell'accordo sul nuovo modello d'apprendistato firmato tra le dieci associazioni di Imprese&Territorio e le organizzazioni sindacali Cisl e Uil

La formazione formale professiona-lizzante e quella trasversale potran-no essere erogate utilizzando prassidiverse, dalla formazione in aula all'e-learning, dalle esercitazioni digruppo alle visite aziendali

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prendistato, incentrate soprattutto sul contratto di lavoro, sui di-ritti e doveri del dipendente e sulle norme in materia di sicurez-za; nel biennio successivo, le ore del percorso formativo diven-terebbero 16 ogni anno, con una maggiore discrezionalità di ge-stione. A disciplinare questa materia, inizialmente è intervenu-ta la legge Biagi, che ha posto più attenzione agli obblighi di for-mazione che l'azienda deve assumersi nei confronti dell'appren-dista. Ha sancito, inoltre, la revoca delle agevolazioni, in manie-ra inequivocabile, qualora il percorso formativo non si attui se-condo le indicazioni previste per legge. D'altro canto, è statoproprio la riforma del mercato del lavoro del 2003 a modificarela disciplina dell'istituto dell'apprendistato "qualificante" in mo-do da renderlo più consono alle finalità che vanno perseguite epiù rispettoso delle attribuzioni complementari dei diversi sog-getti coinvolti. Per i datori di lavoro c'è sempre stato il rischio divedersi disconosciuto il rapporto di lavoro con l'apprendista acui, a detta degli organi ispettivi, non risultava essere stato for-nito tutto l'adeguato apporto formativo, vale a dire, per legge,non meno di 120 ore all'anno. In caso di controlli, infatti, le im-prese si sono viste destinatarie di provvedimenti che gli ufficiispettivi hanno ritenuto di dovere formalizzare, riscontrandoquasi sempre, il difetto di un requisito previsto.

LA CIGL DICE NO - L'accordo provinciale non è stato firmatodalla Cgil che ha ritenuto non ci fossero le condizioni per prose-guire nel confronto. "L'ipotesi di accordo sull'apprendistatoavanzata da "Imprese & Territorio" - ha dichiarato Luigi Bre-sciani, segretario generale provinciale della Cgil di Bergamo -sembra andare in direzione opposta rispetto all'investimentosulla conoscenza e sulla formazione sancito dagli accordi di Li-sbona che prevedono, entro il 2010, un'economia basata sullaconoscenza più competitiva e dinamica, in grado di realizzareuna crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti dilavoro e una maggiore coesione sociale. Ridurre a sole 16 oreannue la formazione formale degli apprendisti (contro le 120previste dalla norma e dai contratti) è, non solo un'evidente sot-tovalutazione dei bisogni formativi delle nuove leve di lavorato-ri, ma anche un errore strategico. Già lo scorso anno attraversogli accordi con le associazioni artigiane si era verificata una pri-ma riduzione che aveva portato a 58 ore totali di formazione (42

ore per l'area trasversale, cioè materie comuni atutti i settori lavorativi, come ad esempio lingue,sicurezza, ecc… più altre 16 ore professionaliz-zanti, cioè diverse a seconda del mestiere), con unconseguente indebolimento del percorso formati-vo dei giovani lavoratori. Tra l'altro, la nuova orga-nizzazione degli orari non consentirebbe né lacreazione di un gruppo-classe, né quella di un cli-ma formativo idoneo all'apprendimento e neppureconsentirebbe di avvalersi dei percorsi formativifinanziati dalla Provincia e dalla Regione (che, in-fatti, si attestano su 40 ore annuali). La limitazio-ne alla sola formazione trasversale costituisce,

inoltre, un errore di strategia: infatti si esclude a priori l'inse-gnamento di materie professionali che sono proprio quelle cherisultano maggiormente motivanti per i giovani apprendisti".

Annualmente dovranno essere destina-te 16 ore delle 42 ore trasversali in mo-dalità aula. L'accordo prevede, per ilprimo anno, 24 ore di formazione incen-trate sul contratto di lavoro, sui diritti edoveri del dipendente e sulle norme inmateria di sicurezza

Un momento della firma:Marco Stucchi e Angelo Carrara

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L’associazioneArticolo di Roberto AmaglioFoto di Laura Pietra

"Oltre al sospiro di sollievo per il calo dei prezzi del carburante, abbiamo premuto sullastesura dei regolamenti attuativi per rendere operative le norme della "Legge 133/2008"e, per dar maggiore peso alla nostra voce, abbiamo ricostituito l'Unatras"

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La crisi economica che ha monopolizzato l'attenzionedei media negli ultimi mesi, complice la diminuzionedel costo petrolio, ha emarginato dalle pagine deigiornali la querelle trasporti. Sembrano, infatti, pas-sati anni dallo scorso giugno, mese in cui gli autotra-

sportatori sono stati in procinto d'attuare uno sciopero gene-rale per protestare nei confronti di un prezzo del carburantedivenuto insostenibile. L'intervento del ministro Matteoli pri-ma, ma soprattutto la drastica riduzione dei prezzi alla pompapoi, hanno però tolto visibilità a una tematica che, in questiultimi sette mesi, si è tuttavia evoluta in maniera radicale. Daallora, infatti, la continua pressione dei sindacati e delle as-sociazioni di categoria - e un rinnovato attivismo degli organicompetenti in sede Europea - hanno portato a diversi risulta-ti. Per evidenziare tutte le novità nel settore, abbiamo decisodi dare voce al presidente della FAI (Federazione Autotra-

sportatori Italiani) di Bergamo, Marco Stucchi. Tuttavia,prima di entrare nel merito della situazione attuale, è op-portuno tornare a quei roventi mesi d'inizio estate. "Eranogiorni particolari - afferma il presidente Stucchi -. I picchidella benzina hanno poi fatto il resto, inclinando un equili-brio già precario. Lo sciopero dei servizi è stata una possibi-lità concreta, evitata però grazie alle rassicurazioni del mi-nistro Matteoli".

Qual era la situazione particolare che caratterizzavail vostro settore?"La liberalizzazione delle licenze per il trasporto per contoterzi ha scosso un mondo che, all'improvviso, ha visto cre-scere il numero degli automezzi; il peso da pagare è statoquello di un abbassamento drastico del valore della licenzae, quindi, della figura stessa dell'autotrasportatore. Se a

Fai, la giusta autostradaper il mondo dei trasporti

Il presidente Marco Stucchi: "Il nostro obiettivo è e sarà sempre quellod'aumentare la cultura dell'autotrasportatore, chiamato a essere manager attento dei propri interessi"

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questo aggiungiamo gli alti costi da sostenere per i pedag-gi e il prezzo del carburante, allora sono comprensibili lemobilitazioni di quei mesi".

Come già accennato, qualcosa si è mosso: quali sonole novità più significative?"Oltre al sospiro di sollievo per il calo dei prezzi del carburan-te, abbiamo premuto sulla stesura dei regolamenti attuativiper rendere operative le norme della "Legge 133/2008". Perdar maggiore peso alla nostra voce, abbiamo ricostruito l'U-natras, l'organizzazione che riunisce le maggiori sigle asso-ciative dell'autotrasporto come la Cna-Fita, la Confartigiana-to Trasporti, la Fiap, l'Unitai, la Sna Casartigiani e la Fai ap-punto. Questo è stato un passaggio fondamentale, in quanto,forti di questa rappresentanza, la nostra vertenza dello scor-so giugno ha dato i suoi frutti, anche in materia di correspon-sabilità tra autotrasportatore e committente. Da allora il set-tore ha ottenuto una riduzione del premio assicurativo infor-tunistico, una riduzione della tassa di circolazione, la detas-sazione del 28% degli straordinari e l'Eurobonus di circa 3000euro per l'acquisto di un mezzo Euro 5. Inoltre abbiamo ap-prezzato l'impegno del ministro Matteoli che, in sede Euro-pea, è riuscito a ottenere una sospensione dell'Eurobollo, al-tro fattore di preoccupazione per il nostro settore".

Questo in ambito legislativo. Come giudica, invece, la si-tuazione italiana per quanto riguarda le infrastrutture?"Senza dubbio in Italia c'è ancora molto da fare, basti pensa-re che la velocità commerciale è inferiore del 20% rispettoagli altri competitors europei. Questo penalizza non solo il no-stro settore, ma l'intero sistema Paese: i costi si alzano, i tem-pi si allungano e i committenti perdono in competitività. Perquanto riguarda il Nord, logico che le nostre speranze sono ri-poste nella realizzazione della BreBeMi e della Pedemontana.Importante sarebbe anche risolvere il nodo riguardante la tan-genziale di Mestre, anche se in questo caso la soluzione sem-bra essere lontana".

Utile investire ancora sulla gomma, quando in futuro sivuole trasferire il trasporto merci su rotaie?

"Non solo è utile, ma fondamentale. Anche nel caso in cuivengano stanziati grossi capitali su rotaia, nei prossimi die-ci anni il trasporto merci resterà legato alla gomma almenoper l'80%. Ciò significa che non ci si può esimere dal conti-nuare a migliorare sensibilmente anche la rete stradale.Inoltre, ritengo sia giusto smettere di demonizzare gli auto-trasportatori: come abbiamo già avuto modo d'illustrare sul-le pagine del quotidiano "Libero", meno del 7% dei sinistristradali vedono coinvolti i mezzi pesanti. Senza contare cheil picco degli incidenti si registra nei week-end di agosto,quando i camion non possono circolare".

Una frecciata al calendario di divieto di circolazione2009, recentemente ufficializzato?"Diciamo che in questo caso non si registrano grosse novità.I divieti restano confermati rispetto all'anno passato. Fortu-natamente non si è presa in considerazione l'opportunità diallargare il divieto a venerdì sera, una soluzione che avrebbeportato un incremento dei mezzi pesanti nel corso del restodella settimana, con logiche ripercussioni sul sistema produt-tivo dell'intero Paese e meno sicurezza stradale”

Fin qui ciò che è stato fatto a livello nazionale. Ma inquale direzione si sta muovendo la Fai-Bergamo?"Il nostro obiettivo è quello di aumentare la cultura del-l'autotrasportatore, chiamato a essere manager attentodei propri interessi. Uno dei nostri problemi nel passato èstato quello di aver accettato delle condizioni di lavoroinadatte, sia dal punto di vista economico che da quellodella sicurezza. Questo a causa della concorrenza dei pae-si dell'Est europeo e ora per il difficile momento economi-co. Per noi, formare l'autotrasportatore significa anchefargli capire che talvolta è meglio non accettare un lavo-ro, per tutelare sia la dignità della sua professione sia isuoi profitti. Logico che per fare questo abbiamo bisognoche la categoria sia forte non solo a livello economico, maanche da un punto di vista sindacale. Siamo tuttavia sicu-ri che, con questa impostazione legislativa e con le attivi-tà di formazione attivate dalla Fai e dagli altri sindacati, ilfuturo per il nostro settore è solido".

"Siamo sicuri che, con lenuove impostazioni legisla-tive e con le nostre attivitàdi formazione, il futuro peril nostro settore è solido"

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Con la chiusura di metà scalo cargo di Malpensa, circail 17% degli imprenditori lombardi prevede una ridu-zione di fatturato per il 2009 con una perdita stimatacomplessiva di circa 2.5 miliardi di euro. Il 45% mettein previsione, inoltre, di avere dei costi aggiuntivi legati

agli spostamenti verso altri aeroporti, in seguito al ridimensiona-mento dello scalo passeggeri. Oltre l'82% degli imprenditori lom-bardi, vale a dire 4 imprese su 5, è favorevole alla liberalizzazionedegli slot di Malpensa, unica soluzione per salvare l'aeroporto lacui riduzione dei voli (già passati da marzo 2008 ad oggi da 1.238a 153) ha già creato caos. E sul futuro di Linate gli imprenditori lom-bardi si dividono: circa il 52% non ritiene giusto lasciare il solo ser-

vizio navetta Milano-Roma, mentre il 48% la ritiene un'operazionenecessaria per rafforzare Malpensa. Ma a Monza, Milano e Leccole percentuali dei no sono più alte, rispettivamente il 61,1%, il53,5% e il 68%. Inoltre il 65% degli imprenditori lombardi ritienelo scalo molto o abbastanza importante per il territorio in cui ope-ra e un imprenditore su due lo ritiene molto o abbastanza impor-tante per l'attività della propria impresa. I dati emergono dall'inda-gine "Malpensa e il suo futuro", realizzata dall'Ufficio Studi dellaCamera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa1100 imprese lombarde. "Una vergogna - è la reazione dell'onore-vole Paolo Grimoldi della Lega Nord di fronte ai risultati dell'in-dagine presentata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza

sul futuro di Malpensa - Ancorauna volta le imprese del Nord,devono pagare per i disserviziromani. In un periodo non facileper l'economia, questo ennesi-mo balzello è insopportabile.Anche il Governo faccia di tuttoper sostenere l'economia delNord: se fermiamo la locomoti-va, il Paese è spacciato". L'areadi Bergamo, che grazie adOrio mantiene una solidapresenza nei cieli, prevedecomunque una perdita an-nua di 140 milioni di euronel volume d'affari per i ta-gli nei cargo, così come cir-ca un quarto del campionelamenta un aggravio dei co-sti. Particolarmente elevata laquota orobica favorevole alla li-

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Trasporti&Imprese

Il caro tagli di MalpensaIl servizio cargo dimezzato preoccupa gli imprenditori lombardi, che prevedono 2.5 miliardi di euro in meno per il 2009Per il made in Bergamo si tratta di 140 milioni di costi extra

Malpensa e il suo futuro secondo gli imprenditori lombardi

Quanto è importante Malpensa per la sua attività di impresa?

Milano

Monza

Varese

Brescia

Bergamo

Como

Lecco

Lombardia

35,7%

44,9%

30%

53,4%

64,7%

37%

43,6%

48,0%

Fonte: Indagine “Malpensa e il suo futuro” condotta dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa 1100 imprese lombarde

63%

54,2%

70%

45,2%

32,3%

63%

56,4%

51,4%

Per niente/Poco

Molto/Abbastanza

E’ favorevole alla liberazione degli slot o c’è bisogno di una compagnia di bandiera?

Bergamo

Brescia

Como

Lecco

Varese

Monza

Milano

Lombardia

76,8%

74,0%

81,8%

78,4%

84,9%

84,0%

83,0%

82,3%

20,2%

26,0%

18,2%

21,6%

15,1%

16,0%

17,0%

17,7%

% Favorevole allaliberazione

% Favorevole allacompagnia di bandiera

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beralizzazione degli slot. Gli imprenditori lombardi riconosconol'importanza di Malpensa per il territorio in cui operano: il 65% ri-tiene lo scalo molto o abbastanza importante. A Varese la percen-tuale sale quasi al 92%, a Milano al 75,5% e a Monza al 72,6%.Circa la metà degli imprenditori lombardi ritiene Malpensa moltoo abbastanza importante per l'attività della propria impresa: soprala media lombarda Varese (70%), Milano e Como (63%) e Monza(54%). Il 45% inoltre degli imprenditori lombardi prevede di averedei costi aggiuntivi legati agli spostamenti verso altri aeroporti, conun costo aggiuntivo medio stimato in 143 Euro a spostamento. Per

l'indotto turistico sarebbe una tragedia: 770 milioni di euro inmeno. In questo settore, su cui Monza e Brianza ha da po-

co deciso di puntare, le perdite si aggirerebbero suglioltre 24 milioni di euro contro i 490 milioni di Mila-

no, 112 di Brescia, i 54 milioni di Varese, i 38 mi-lioni di Como e i 14 milioni di Bergamo. Anche

per i trasporti gli incassi si riducono di ben350 milioni. Con la chiusura di metà sca-

lo cargo di Malpensa circa il 17% degli

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imprenditori lombardi prevede una riduzione di fatturato per il 2009,per una perdita stimata complessiva di circa 2,5 miliardi di Euro. AVarese un'impresa su 4 mette in conto di ridurre il fatturato, a Mi-lano una su 5, a Monza una su 6. L'82% degli imprenditori lombar-di dice sì alla liberalizzazione degli slot: sono a Varese (84,9%), inBrianza (84%) e a Milano (83%) i più favorevoli.

LINATE - Gli imprenditori lombardi, inoltre, si dividono sul futurodell'altro aeroporto di Milano: circa il 52% non ritiene giusto la-sciare a Linate solo il servizio navetta Milano-Roma mentre il 48%la ritiene un'operazione necessaria per rafforzare Malpensa. Ma aMonza, Milano e Lecco le percentuali dei no sono più alte, rispetti-vamente il 61,1%, il 53,5% e il 68%. "Non posso che manifestareanche in questa occasione la mia preoccupazione per le possibili ri-cadute economiche del ridimensionamento di Malpensainsieme alla stessa sorte del city airport di Linate - ha di-chiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Came-ra di commercio di Monza e Brianza - Credo sia inu-tile ricordare l'importanza strategica nei collegamenti in-ternazionali ed intercontinentali per il più importante po-lo industriale e fieristico del Paese, come sono Milano ela Lombardia, anche in relazione alla Expo 2015. Mai co-me oggi il nostro territorio ha bisogno di politiche ispira-te alla sussidiarietà, ad un federalismo moderno solida-le e competitivo al tempo stesso. Oggi la vera sfida stanel coniugare il passaggio alla privatizzazione, realizzatocon la creazione di Cai, con la liberalizzazione degli slot."Forti del parere degli imprenditori, rimangono da scio-gliere i nodi sul ruolo e la riduzione di Linate e sul "ne-cessario" ridimensionamento di Malpensa. La propostasu cui si discute è quella di aprire a nuovi accordi bilate-rali e procedere nella liberalizzare dei diritti di traffico.

Sulla scelta di Cai-Alitalia di rilanciare la compagnia da Fiumicinol'assessore regionale Carlo Cattaneo ha le idee ben chiare "Starelontano da Malpensa farà male soprattutto ai conti di Cai. Noi nonsacrificheremo Linate, come ci chiedono a fronte di minimi investi-menti su Malpensa". La Regione Lombardia, dopo il fallimento delpiano "A": difendere Malpensa come hub, passa al contrattaccocon il piano "B". Sono cinque le richieste avanzate : proporre unmodello di gestione innovativo con voli punto a punto, combatterele residue sacche di monopolio dove il mercato è già liberalizzato(esempio la linea Roma-Fiumicino), liberalizzare i diritti di traf-fico e gli slot (finestra di tempo entro la quale un aereo hapermesso di atterraggio e decollo), ampliare gli accordi bilate-rali e potenziare le infrastrutture per l'accessibilità a Malpen-sa. Proposte che trovano concordi gli imprenditori lombardi.

ll 45% mette in pre-visione, inoltre, diavere dei costi ag-giuntivi legati aglispostamenti versoaltri aeroporti, in se-guito al ridimensio-namento dello scalopasseggeri

Quanto incide sul fatturato delle imprese lombarde la chiusura di metà scalo cargo di Malpensa?

Bergamo

Brescia

Como

Lecco

Varese

Monza

Milano

Lombardia

140 milioni di euro

306 milioni di euro

96 milioni di euro

21 milioni di euro

348 milioni di euro

154 milioni di euro

1 miliardo e 300 milioni di Euro

2 miliardi e 500 milioni di Euro

Perdita annua con la chiusura di metà scalo cargo a Malpensa?

Fonte: Stima dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su in-dagine “Malpensa e il suo futuro” e dati Unionecamere

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La città del futuroArticolo di Anna SaurgnaniFoto di Laura Pietra

Nuova Bergamofra verde, cultura e industriaValter Grossi, assessore all'Urbanistica, ci svela nel dettaglio il nuovo Piano di governo del territorio di Bergamo, frutto di quattro anni d'intenso lavoro dell'amministrazione comunale

Una nuova città, futuribile e anticrisi economica. Cosìsi potrebbe definire il nuovo Piano di governo del ter-ritorio di Bergamo, frutto di quattro anni d'intenso la-voro da parte dell'assessorato all'Urbanistica. Unprogetto presentato ufficialmente alla città lo scorso

dicembre dal sindaco Roberto Bruni nell'auditorium di piazzadella Libertà. Un evento importante per la nostra città, al qualeerano presenti tutte le autorità cittadine, gli esponenti politici,le parti sociali e il mondo imprenditoriale bergamasco. E sonostate proprio le forze economiche e sociali della città a dare uncontributo significativo nella stesura del documento del Pianoche ha, al suo interno, una forte componente dedicata allo svi-luppo connotato dalla sostenibilità ambientale e dalla qualitàintellettuale. Una delle priorità dell'Amministrazione - comespiega in questa intervista l'assessore all'Urbanistica del Co-mune di Bergamo, Valter Grossi - è stata l'attenzione alle areeindustriali dismesse. Le stesse su cui si è intervenuto sia nella

loro riqualificazione sia dando un nuovo impulso allo sviluppod'attività produttive, in linea con gli standard di qualità urbana econ lo scenario infrastrutturale, che nei prossimi anni porrà Ber-gamo in posizione privilegiata nell'ambito della mega-city re-gionale. Porta Sud e la creazione di un nuovo grande quartiere -già definito il terzo centro di Bergamo dopo Città Alta e il centropiacentiniano - nell'area dell'ex scalo merci è un esempio di co-me la città voglia guardare al futuro. Ma non c'è solo questo nelPiano di governo del territorio. La crisi che sta attraversando an-che la ricca provincia bergamasca - con il coinvolgimento di al-cuni settori tradizionali come l'edilizia -, sarà mitigata dalla cre-scita di nuove attività: dal direzionale al terziario avanzato, finoallo sviluppo di un turismo congressuale e di cultura. Infatti intutti gli ambiti di trasformazione - undici quelli strategici previ-sti sul territorio comunale -, sono state previste funzioni ricetti-ve, terziarie, commerciali e produttive di scala diversa, così co-me è stato creato un nuovo "ambito strategico" (posto non a ca-

Progetto Gleno

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La crisi che sta attraversando anche la nostra città, sarà mitigata dalla crescita di nuove attività: dal direzionale al terziario avanzato,

fino allo sviluppo di un turismo congressuale e di cultura

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so tra il Kilometro Rosso e l'aeroporto di Orio) completa-mente dedicato al sistema dell'innovazione produttiva e del-la ricerca, con caratteristiche che ne consentono l'inseri-mento nella cosiddetta "cintura verde". Nel documento delPgt compaiono per la prima volta anche delle proiezioni oc-cupazionali di lungo periodo (circa 15.000 addetti in 10-15anni) che pur in presenza dell'attuale recessione collocanoBergamo all'interno di "un'area cuscinetto", in grado di me-

glio ammortizzare la crisi e di attrarre nuovi flussi migratori.

Assessore Grossi, il nuovo Piano di governo delterritorio è stato presentato alla città. Come inte-ragisce sull'economia della nostra provincia?"Certamente molto di più di un vecchio piano regolato-re, perché in pratica è un vero e proprio piano strategi-co che abbraccia tutti gli ambiti dell'amministrazione e

Le proiezioni occupazionali parlano di circa 15.000 addetti in 10-15 anni

Numeri che, seppur in presenza dell'attuale recessione, collocano

Bergamo all'interno di "un'area cuscinetto", in grado di meglio

ammortizzare la crisi e di attrarre nuovi flussi migratori

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del territorio comunale. A Bergamo abbiamo introdottoanche una piccola variante, nel senso che è stato pre-sentato un documento preliminare nel marzo scorso,sottoposto al vaglio dei principali stakeholders e allecategorie economiche. Per altro questo preliminare èstato preceduto da una fase di ascolto che ha coinvoltocon specifici incontri 170 soggetti sociali ed economici, pertelefono 1.000 cittadini e altri 15 mila con dei questionari".

Quindi le forze economiche e sociali sono stateascoltate e coinvolte nella stesura del Piano?"Le categorie economiche hanno dato un grande con-tributo che si è concretizzato con un documento re-datto dal professor Alessandro Calducci, già estenso-re del rapporto Ocse per Bergamo, per conto della Ca-mera di Commercio. Inoltre Confcommercio e Ascomhanno seguito da vicino la ridefinizione dell'offertacommerciale, e Confindustria ha collaborato alle ana-lisi occupazionali e sul pendolarismo".

Nello specifico qual è stato il loro contributo?"E' significativo evidenziare che il documento della Came-ra di Commercio esprime una sostanziale condivisione neiconfronti di quell'idea di città aperta e dinamica espressadal nostro Piano di governo del territorio. Ovvero lo sforzodi creare le condizioni per uno sviluppo intelligente chepunti alla qualità, alla sostenibilità e all'inclusione sociale.Bergamo nei prossimi dieci anni avrà grandi opportunità,perché sarà probabilmente superato il suo stato d'isola-mento (denunciato fino a pochi anni fa nel rapporto Ocse,n.d.r.). Ma queste opportunità per essere colte, richiedonodi sviluppare una maggiore attitudine al cambiamento eall'innovazione. Nello specifico, le categorie economiche,ci hanno suggerito di definire tra gli ambiti strategici unvero e proprio settore dedicato alla ricerca e all'innovazio-ne. Ma non solo, anche al terziario e alla produzione avan-

zata. Non a caso abbiamo individuato in quella che ormaimolti chiamano la via della "conoscenza" e cioè gli spazi po-sti tra Dalmine e Orio al Serio (tra il Kilometro Rosso e l'ae-roporto, n.d.r.), la possibilità di collocarvi funzioni di questotipo seguendo, però, un nuovo approccio insediativo co-erente col futuro parco locale d'interesse sovracomunale".

I l 22 dicembre scorso sono stati uffi-cialmente depositati i tre documen-ti che costituiscono il Pgt (il docu-

mento di Piano che contempla gli indi-rizzi strategici; il Piano dei servizi; ilPiano delle regole che contiene le nor-me d'attuazione) e quindi resi pubblici.La Legge regionale 12 prevede che sia-no messi a disposizione, prima dell'a-dozione, per almeno un mese a tutti gliattori sociali e quindi alle forze econo-miche. Al termine di questo passaggioconsultivo, si potrà procedere alla verae propria adozione da parte del Consi-glio comunale. Qui scatterà il periododi "salvaguardia" o “d'interregno" ri-spetto al vecchio Piano regolatore. Perquesto mese è prevista la discussionee la votazione definitiva in consigliocomunale. Il Pgt prevede in 15 anni unpassaggio da 117 mila a 138 mila abi-tanti. La somma degli ambiti di trasfor-

mazione prevede 35% di residenza,15% di servizi, 9% di produttivo, 27 %di terziario (compreso anche l'alber-ghiero), 14 % di commerciale preva-lentemente destinato ad esercizi di vi-cinato. Queste funzioni genereranno,secondo fonti Istat, una previsione di14.400 addetti. Per il verde il bilanciocomplessivo è positivo: la superficieutilizzata è di 23 ettari a fronte di 29ettari di verde urbano rigenerato, oggioccupato da costruzioni o piazzali. Ilverde attualmente fruibile è di 1 milio-ne di metri quadrati esistenti, 730 milain corso d'attuazione. Solo il Pgt preve-de il raddoppio di questi dati per circa1 milione 800 mila metri quadri. Nei 52ambiti di trasformazione i nuovi edificiandranno ad occupare per il 72 % areegià occupate da edificazione industria-le e non solo, e per il 28% aree liberedi cui il 7% già previsti dal Prg vigente.

Questo mese la votazione definitiva

Il Pgt prevede in 15 anni un passaggio da 117 mila a 138 mila abitanti

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Progetto Gleno

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Il cosiddetto "Parco agricolo" che questa amministra-zione ha voluto conservare senza rinunciare alla tra-dizione industriale e produttiva della città."Non va, infatti, dimenticato che il primo obiettivo del nostro Pgtè quello di non consumare nuovo territorio, ma semmai di resti-tuirne. Tengo anche a sottolineare che in tutti gli ambiti di tra-sformazione di una certa dimensione, vedi per esempio la Sace,sono state previste destinazioni particolarmente rivolte al terzia-rio avanzato e alle produzioni leggere, che confermano la voca-zione e la cultura industriale della città".

Assessore entriamo nel merito del nuovo Pgt, qualisono le strategie più importanti?"La prima è quella di salvaguardare tutti gli spazi non insediati ein particolar modo la fascia agricola di cintura. La seconda è quel-la di riequilibrare il trend demografico: siamo una città troppo vec-chia, inoltre dobbiamo migliorare la qualità urbana con un mixequilibrato tra la storia e la contemporaneità, perché Bergamopuò essere attrattiva anche per le nuove architetture, oltre che peril paesaggio e i suoi beni artistici".

Quindi si punterà sul turismo?"Un'altra strategia è quella di sviluppare l'economia della cultu-ra, attraverso la valorizzazione del giacimento storico-culturalee le opportunità offerte dallo sviluppo di Orio al Serio. Il tuttorafforzando il sistema ricettivo. Nei prossimi dieci anni, a Ber-gamo, potranno essere costruite dodici nuove strutture: dall'ho-tel di charme all'ostello per giovani, da Città Alta alla circonval-lazione. E qui voglio segnalare che in vista dell'Expo 2015, il sin-daco di Milano Letizia Moratti, ha indicato Bergamo come unadelle piattaforme più importanti del sistema della regionalità".

E sul fronte dei servizi e del lavoro, come è stata con-cepita la Bergamo del futuro?"Altro obiettivo o strategia, è quella di mantenere e poten-ziare l'alto livello dei servizi collettivi, pubblici e privati, perfavorire l'inclusione sociale, che insieme all'etica del lavoro,è uno dei pilastri di quella che il "Sole 24 Ore" recentemen-te ha definito la "Città illuminata". I principali istituti econo-mici prevedono che al di là della grave contingenza attuale,nei prossimi 15 anni Bergamo tornerà a crescere ancora dalpunto di vista economico, ma anche sul fronte dei flussi mi-gratori. E noi sappiamo come questi fattori abbiano garanti-to negli anni scorsi le buone performance del sistema indu-striale orobico. Insomma, abbiamo un'idea di città acco-gliente, inclusiva e attrattiva, dove il reddito possa crescerein parallelo alla qualità della vita, dove tradizione e innova-zione siano sinergiche per affrontare la sfida globale".

Prima ha citato il sindaco di Milano Letizia Moratti, qua-le sarà il rapporto tra la nostra città e il capoluogo lom-bardo in quella che è definita la "Mega City regionale"?"Oggi non si parla più di metropoli, ma di città in rete che col-laborano e si integrano. Questo fenomeno, come tutti i cam-biamenti, produce potenzialità e rischi, ma se la mano pub-blica agirà con saggezza non c'è pericolo di una periferizza-zione. Anzi, semmai c'è l'opportunità di diventare una encla-ve d'eccellenza all'interno della città-regione, un po' com'èaccaduto Cambridge per Boston. Ovvero un luogo di studio, dialta formazione, di ricerca, di turismo congressuale, di arte ecultura, antica e contemporanea. Ci sono molti segnali positi-vi in questo senso, occorre incoraggiarli e compiere ulterioripassi avanti nel campo dell'istruzione e della conoscenza".

Progetto Cesalpinia

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Neve&EconomiaArticolo di Giorgio Chiesa

Ski-pass unico,il no delle valli bergamasche

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Per il piacere di migliaia di turisti, quest'annola neve è scesa copiosa nelle nostre valli,imbiancando morbidamente tutte le piste.L'incredibile fenomeno meteorologico - cheha superato le precipitazioni degli ultimi due

decenni -, ha però coperto anche le varie magagneche da tempo vanno trascinandosi. Carenza d'infra-strutture, necessità di un rinfresco manutentivo, col-legamenti assenti tra varie stazioni, abbassamentonecessario dei prezzi e così via. Un quadro che, ad og-gi, risulta di difficile soluzione. Solo il mese scorsoabbiamo analizzato i nuovi fondi che la Regione Lom-bardia ha intenzione di stanziare per il ticket unico re-gionale. Passando sul nostro territorio, ad un primocampione d'interviste - quelle riportate nelle pagine aseguire -, emerge un certo disagio e imbarazzo neiconfronti di questa proposta. I proprietari degli im-pianti orobici si dividono sulle varie necessità di cuile nostre Valli avrebbero bisogno, unendosi però inuna semplice affermazione. "L'inizio e gran parte del-la stagione è stata un trionfo. Ci sono le premesseperché prosegua nel migliore dei modi". Così hannoesordito Eugenio Arioli - responsabile marketingBrembo Ski, che unisce Foppolo, Carona e S. Simone-, Lorenzo Pasinetti - proprietario degli impianti delPasso della Presolana e Monte Pora - e Marco Viga-

Da Foppolo a Castione della Presolana, la maggioranza boccia la proposta della Regione. Servono fondi per sviluppare

i comprensori, che con le nevicate di quest'anno hanno registrato il tutto esaurito. Intanto le società che gestiscono gli impianti

presentano i nuovi progetti per rilanciare lo sci nella provincia

FOPPOLO - Eugenio Arioli, Brembo-Ski:"Soffriamo il fatto di non essere ancorastrutturati per le settimane bianche:mancano alberghi e aree ricettive per tu-risti. Se vogliamo veramente sfruttare ilnostro potenziale si deve investire, comeabbiamo fatto noi con la nuova seggiovia- già operativa - che sarà inaugurata sim-bolicamente il 13 febbraio"

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ni, socio di Altaquota S.r.l., realtà imprenditoriale che svi-lupperà gli impianti sciistici unificati di Piazzatorre.

FOPPOLO, CARONA, S. SIMONE - Le prime sfaccetta-ture sono quelle della Valle Brembana. Eugenio Arioliringrazia il clima che ha permesso di realizzare gran par-te della stagione da record, non tralasciando alcune rile-vanti critiche alla proposta della Regione Lombardia."Abbiamo vissuto - afferma il responsabile marketing diBrembo Ski -, dei momenti incredibili - gli sciatori chehanno utilizzato i nostri impianti sono aumentati del 40%rispetto all'anno scorso -, ma non possiamo pianificare ilfuturo pensando solo al cielo. Il biglietto unico regionalepuò agevolare il turista, ma non è certo quello di cuiavremmo bisogno. Preferirei un'unione d'intenti tra ValleBrembana e Val Seriana, almeno dal punto di vista deiticket giornalieri. Per quanto riguarda gli investimenti in

generale, soffriamo il fatto di non essere ancora struttu-rati per le settimane bianche. Il gap che ci divide dallealtre zone ricettive della Valle è dato dalla scarsa pre-senza di alberghi. Se vogliamo veramente sfruttare il no-stro potenziale si deve investire sul serio, come abbiamofatto noi realizzando la nuova seggiovia - già operativa -che simbolicamente verrà inaugurata il 13 febbraio. An-che la presenza del turista straniero - prevalentementenei giorni feriali -, dev'essere rinnovata di anno in anno.La ricetta è consegnargli un pacchetto sempre migliore,che comprende piste impeccabili e impianti perfetta-mente funzionanti. Tutto questo per dire che la propostadella Regione Lombardia è un'operazione di facciata, so-no ben altre le reali necessità".

PIAZZATORRE - Della stessa idea Marco Vigani, so-cio della nuova società da poco proprietaria degl'impian-

PIAZZATORRE - Marco Vigani, socio di Altaquota S.r.l.: "Noi ci stiamo muovendo perunire Torcola Vaga e Torcola Soliva, in modo da creare un comprensorio unico di ol-tre 30 km. Una spesa ingente di circa 6 milioni di euro, ma dovranno seguire altrespese fondamentali come la manutenzione e la progettazione di un sistema d'inne-vamento artificiale"

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ti di Piazzatorre, la Altaquota S.r.l. "Quest'anno la sta-gione è andata bene per tutti, ma non bisogna rilassarsiin nessun modo. Gli stanziamenti della Regione Lombar-dia sono insufficienti, oltre che non mirati a quelle chedovrebbero essere le vere esigenze. Il nostro caso, adesempio, è uno dei più critici della zona. Dal punto di vi-sta delle infrastrutture, infatti, siamo a tutt'oggi i menoattrezzati, ma da quello della proiezione verso orizzonti einvestimenti futuri siamo sicuramente i più lungimiranti.In questo senso, abbiamo progettato l'unione di TorcolaVaga e Torcola Soliva, in modo da creare un comprenso-rio unico di oltre 30 km. La previsione per la realizzazio-ne è legata all'approvazione del Programma Integratod'Intervento, già passato in Consiglio Comunale. Questoè soltanto il primo tassello, che realizzeremo in marzo oaprile, considerando che ci sono anche altri investimen-ti prioritari per rilanciare l'area. Ovvio, è una progetta-zione molto onerosa, basti considerare che solo il com-prensorio avrà un costo di 5-6 milioni di euro. A seguireci saranno altre spese fondamentali che vanno dalla ma-nutenzione alla progettazione di un sistema d'inneva-mento artificiale".

PASSO DELLA PRESOLANA, MONTE PORA - Prose-guiamo il cammino passando alla Valle Seriana. Loren-zo Pasinetti ribalta la prospettiva critica, circoscriven-do il problema ad un fatto d'intenzioni e non d'investi-menti. "Inutile dire - afferma il proprietario degli impian-ti -, che la stagione è quella ideale. Un confronto conl'anno scorso appare addirittura impossibile e impietoso.I fondi che si vorrebbero stanziare per il biglietto regio-nale sono circa 4 milioni. Mi sembra evidente che il pro-

getto sia solo un piccolo aiuto, un incentivo per poteraggiornare i ticket delle nostre Valli anche da un puntodi vista informatico, per questo non mi sento di muoverenessuna critica al riguardo". Un piccolo aiuto che contra-sta con i notevoli investimenti che si dovranno realizza-re per rendere il comprensorio a portata di turista. "Il no-stro sguardo - aggiunge -, è comunque proiettato al fu-turo, non a caso abbiamo in cantiere importanti progetticon il comune di Castione della Presolana. Parliamo dimanutenzione delle piste e sostituzione in toto dell'im-pianto più vecchio di cui disponiamo, operazioni quanti-ficabili in 2.5 milioni di euro. La proposta della RegioneLombardia non è un'infrastruttura, ma semplicemente unbuon aiuto. Potrebbe, infatti, dare il via a importanti ini-ziative dal punto di vista squisitamente bergamasco, co-me quella di creare un ticket orobico. Ma non basta: ilvero segreto è l'abbattimento dei prezzi, attraverso cui sipotrebbe ideare un giornaliero unico a costo competiti-vo, in modo da incentivare la concorrenza sui servizi ve-ri e propri".

LE ISTITUZIONI - Si delinea dunque un quadro moltovariegato, in cui appare evidente una scissione tra ValBrembana e Seriana. La prima preoccupata di recupera-re il gap, la seconda già pronta a ricevere gli incentividella Regione Lombardia. Dunque cosa dovrebbe fare lamano pubblica per aiutare l'impresa "sciistica" privata?Piccoli aiuti e progetti futuri, come quello dello ski-passunico regionale, oppure finanziamenti per trovare unequilibrio tra le nostre Valli? Per l'occasione abbiamochiesto un giudizio anche ai sindaci di Castione dellaPresolana e di Piazzatorre: Vittorio Vanzan e Federica

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Arioli. Soltanto loro, anche per conto dei rispettivi col-leghi delle altre località prese in considerazione, pos-sono dare un giudizio globale e non di parte alla que-relle. "Attraverso una grande sinergia tra pubblico eprivato - afferma Vittorio Vanzan, primo cittadino diCastione della Presolana - siamo riusciti ad avere unacapacità d'investimento notevole in questi anni. Grazieall'unione d'intenti tra Comune e impianti sciistici, ab-biamo effettuato interventi per migliorare la viabilità intutta la Valle, mi riferisco - in particolare - alla galleriadi Monte Negrone e alla variante di Clusone. La sta-gione è stata trionfale anche per queste ragioni, la ne-ve e il sole non bastano a spiegare le oltre 40.000 pre-senze registrate nel periodo tra Natale e Capodanno. Inquesta direzione si muove anche la proposta della Re-gione Lombardia, un piccolo incentivo che può aiutaread unire obiettivi nazionali, regionali e locali. Inoltre,sposa questo modus operandi la Monti del Sole S.r.l.,società a maggioranza pubblica che ha già stanziato ol-tre un milione di euro per la manutenzione e l'imple-mentazione dei sistemi d'innevamento artificiale. Nelnostro caso insomma, l'unione ha fatto la forza". E sein Valle Seriana l'unione fra pubblico e privato ha crea-to una realtà solida, le parole che arrivano dall'altrasponda suonano come il rovescio della stessa meda-glia. "Nel nostro caso - afferma Federica Arioli, pri-ma cittadina di Piazzatorre - le spese a cui andremo in-contro supereranno di gran lunga tutti i fondi che la Re-gione vorrebbe investire nel biglietto unico. Se molti-plichiamo le nostre esigenze per tutte quelle delle va-rie stazioni in Valle Brembana, arriviamo a cifre da ca-pogiro che non riusciamo certamente a sostenere, siparla di 30 milioni di euro solo per Foppolo. Dunque, se

la Valle Seriana può accettare di buon grado la proposta, pernoi che dobbiamo investire in infrastrutture vere e proprie lacifra appare irrisoria. Certo, è un buon inizio, ma prima di de-cidere a tavolino investimenti di questo tipo, si dovrebberoascoltare gli operatori e tutti gli imprenditori impegnati nelsettore. Si sta trascurando anche un altro aspetto fonda-mentale, in questo momento economico particolare sarebbedavvero utile avere soldi per creare nuovi posti di lavoro. Ilterritorio montano potrebbe rivelarsi un buon viatico peruscire dalla crisi".

OBIETTIVI FUTURI - L'obiettivo, quindi, è sfruttarela morfologia del territorio per rilanciarne l'economia.Il turismo montano, infatti, è potenzialmente uno de-gli ambiti economicamente più prosperi della nostraprovincia. Un immenso patrimonio naturale che, sevalorizzato a dovere, può rivelarsi un'attrazione turi-stica anche per gli stranieri che atterreranno a Orio alSerio. Basti pensare che la parte settentrionale dellaprovincia di Bergamo è essenzialmente montuosa,ben il 64% della superficie. Unire obiettivi locali eregionali appare l'unico modo possibile per potenzia-re l'offerta turistica bergamasca. La situazione è sta-ta raffreddata dalle grandi nevicate di questo inver-no, ma è a rischio di surriscaldamento già da fine set-tembre, quando partirà la prossima stagione inverna-le. Occorre quindi un programma strategico, intelli-gente, coraggioso e duraturo, che tenga conto dellemolteplici campane che suonano fra le cime. I proget-ti che veleggiano in questo periodo - quelli di un nuo-vo ski-pass unico o, addirittura, di un comprensorioche unifichi "virtualmente" tutte le Alpi Orobie -, ap-paiono come le ultime necessità.

PRESOLANA - Lorenzo Pasinetti, proprietario degli impianti: "In collaborazione con il comune di Castione, a fine stagione, realizzeremo la manutenzione delle piste e la sostituzione in toto dell'impianto più vecchio di cui disponiamo"

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EccellenzeArticolo di Giorgio Chiesa

Nel contesto storico del Palazzo della Provincia di Bergamo sono state consegnate le cariche di Cavaliere, Commendatore, Ufficiale e Grande Ufficiale a imprenditori e cittadini meritevoli

Quaranta riconoscimentiad onor del Merito

Erano quaranta i bergamaschi che lo scorso 28 gennaio sono statiinsigniti delle onorificenze conferite dall'Ordine al Merito della Re-pubblica Italiana. Nel contesto storico del Palazzo della Provinciadi Bergamo - nello Spazio Viterbi -, si è svolta la cerimonia d'asse-gnazione dei titoli di Cavaliere, Commendatore, Ufficiale e Grande

Ufficiale. L'Ordine è il più alto tra quelli presenti nella nostra Repub-blica, nato con lo scopo di "ricompensare benemerenze acquisite verso laNazione nel campo delle lettere, delle arti, dell'economia e nel disimpegnodi pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari,nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari". Quello deipremiati è un lungo elenco che merita d'essere letto, così da potersi rende-re conto sia del grande nucleo imprenditoriale bergamasco, che dello spiritosolidale legante la nostra provincia con il cuore della Repubblica. Da sottoli-neare che la Prefettura di Bergamo, attraverso questo evento, si riconosceconcretamente e simbolicamente nell'idea della Costituzione italiana, tesaalla promozione - attraverso il lavoro -, del pieno sviluppo dei diritti di libertàdella persona umana. Una lista eterogenea di personalità che si sono di-stinte nel corso degli anni, tutte riunite nello sposare una causa nobilitatadall'uomo e nobilitante lo stesso. In altre parole un ponte solido - che unisceil cittadino allo Stato - costituito da persone fidate. Ecco dunque l'elenco de-gl'illustri premiati, celebrati alla presenza di Camillo Andreana, Prefetto diBergamo, e il vice presidente della Provincia, il Conte Bonaventura Gru-melli Pedrocca. L'onorificenza più alta di Grande Ufficiale è stata ac-cettata con orgoglio da Armando Valtellina, imprenditore nel settore del-le telecomunicazioni. Sono seguiti i Commendatori: Vincenzo Barca - di-rettore aggiunto di Cancelleria -, Giovanni Capurro - agente di commercio-, Francesco Gamba - imprenditore nel settore grafico ed editoriale -, Ma-rio Ghio - pensionato attivo nel sociale -, Ezio Ruggeri - imprenditore nelsettore edile -, Antonio Sarti - presidente ANA Protezione civile di Berga-mo -, Augusto Sciacca - pittore e scenografo - e Costantino Vitali, di-rettore generale del Banco di Brescia San Paolo CAB. Poi gli Ufficiali:

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Paolo Agnelli - presidente di Apindustria Bergamo e im-prenditore sia nel settore della produzione e commercio deimetalli che nell'editoria -, Claudio Curnis - commercianteorafo -, Giovanni Manzoni - funzionario di banca -, LuigiRota - imprenditore nel settore tecnico e meccanico -, Gio-vanbattista Stucchi - sindaco di Pognano - e Sabino Tan-doi, sostituto Commissario della Polizia di Stato. Infine i Ca-valieri: Baldassare Agnelli - come il fratello Paolo, im-pegnato sia nel settore della produzione e commercio deimetalli che nell'editoria -, Paolo Amaddeo - dirigenteospedaliero agli Ospedali Riuniti di Bergamo -, Andrea Ba-raldini - pensionato impegnato nel sociale -, Ten.Col. Bo-nifacio Bertetti - ufficiale della Guardia di Finanza al co-mando generale -, Mariagrazia Carminati - insegnante -,Giuseppe Casari - ex calciatore dell'Atalanta B.C. -, Luo-gotenente Vincenzo Cherubini - sottoufficiale dellaGuardia di Finanza -, Luogotenente Marco Chiuppi - sot-toufficiale dell'Arma dei Carabinieri -, Gabriele Cossali -imprenditore nel settore dei materiali elettrici -, GiuseppeDel Fabbro - Ispettore capo del Corpo Forestale dello Sta-to -, Enzo Fiocchi - comandante del Consorzio del Corpo diPolizia Intercomunale dei Colli -, Oreste Fratus - bancario -, Luogotenente Giovanni Leone - sottoufficiale dell'Armadei Carabinieri -, Ten.Col. Enrico Corrado Mion - ufficia-le della Guardia di Finanza -, Mirco Moioli - dipendenteprivato -, Magg. Domenico Napolitano - ufficiale dellaGuardia di Finanza presso il Comando Generale -, Luigi Ol-dani - pittore e scultore -, Giuseppe Pagani Bombardie-ri - bancario -, Pierangelo Passi - Ispettore capo della Po-lizia di Stato -, Giuliano Pellegrini - ristoratore -, Raffael-la Poggiani Keller - dirigente della Soprintendenza per iBeni archeologici della Lombardia -, Giacomo Schena - di-rigente privato e assessore al Comune di Seriate -, Riccar-do Soardi - pittore e docente -, Luigi Tolotti - pensionatoattivo nel sociale - e Domenico Vitale, dirigente d'azienda.

Grande UfficialeArnando Valtellina

CommendatoreVincenzo Barca

Cavalieree UfficialeBaldassare Agnelli in rappresentanzaanche del fratelloPaolo

I premiatiuna foto di gruppoal termine della celebrazione

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SocietàFoto di Giorgio Chiesa

Pochi sono i concetti di lontana ascendenza che risultanoancora radicati nella cultura occidentale come quello delcavaliere e della cavalleria. Da quando nacque storica-mente, nel secondo millennio dopo Cristo, fino ad oggiuna catena pressoché ininterrotta d'immagini offre nel-

la letteratura, nell'arte, nell'intrattenimento la figura del guerrieroa cavallo, difensore delle donne e dei deboli. Certo, quella del "ca-valiere" oggi può apparire un'immagine fuori dal tempo, o almeno,fuori dal nostro di tempo. Il cavaliere, solitamente, evoca immagi-ni di battaglie e d'accessori ad essa attinenti, ma per chi ama nu-trirsi di simboli e per chi cerca la luce, il cavaliere non è solo que-

sto, anzi non è, soprattutto, questo. Ci sono valori e qualità umaneche non si cancellano e non intaccano. Ci sono comportamenti estili di vita che non assecondano le mode ma mantengono la lorointegrità morale, la stessa del cavaliere. Dietro alla sigla U.N.C.I.,c'è un mondo di valori patrimonio di un'intera comunità. "La figuradel Cavaliere non è una questione di forma ma di sostanza - ci con-fida Marcello Annoni, Grand'ufficiale al Merito della RepubblicaItaliana, Maestro del lavoro e vicepresidente nazionale dell'Unio-ne -, non si tratta di un'onorificenza da appendere al muro, ma diuno stile di vita che accompagna i nostri gesti quotidiani im-prontati alla giustizia, alla lealtà, alla generosità e all'umiltà".

Marcello Annoni, pittore e vicepresidentenazionale dell'Unci

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Chi e cosa si cela dietro la sigla U.N.C.I.?"L'Unci - Unione Nazionale Cavalieri d'Italia - fondata il20 giugno 1980, è un'associazione nazionale con mi-gliaia d'aderenti. E' apartitica, dislocata su tutto il ter-ritorio nazionale e senza fini di lucro. L'unione ha loscopo di riunire le persone insignite di onorificenze ca-valleresche in una organizzazione che ha come fine:mantenere alto il sentimento morale, tutelare il dirittoe il rispetto delle istituzioni cavalleresche e i valori diprobità. Questa parola, caduta in disuso, racchiude va-lori come la giustizia, l'integrità morale, l'onestàe la dignità. Nei rapporti con gli altri è fonda-mentale la correttezza civile e morale".

Concretamente, quali sono i vostri impegni?"L'associazione raccoglie i cavalieri insigniti del diplo-ma dal Presidente della Repubblica, dopo un lungo itere alcuni passaggi istituzionali per valutare il curriculumdel candidato e la sua integrità. Il cavalierato è primadi tutto un riconoscimento a coloro che si dedicano conimpegno e dedizione alla loro attività, vista come mis-sione. Queste persone entrano a pieno titolo nell'asso-ciazione che partecipa alla vita della comunità civile.Collaborano al rinnovamento della società in un'otticapluralistica e democratica. Favoriscono, inoltre, lo svi-

luppo di attività filantropiche, umanitarie, culturali e tu-ristiche, patrocinando e istituendo premi a tutte le per-sone e gli enti che si sono distinti nel sociale e nel la-voro. L'associazione, infine, promuove forme di solida-rietà e assistenza secondo i principi della mutualità edella libera e spontanea collaborazione".

Possiamo dire che a Bergamo c'è il motore,il cuore di questa associazione?"Quando penso agli inizi mi sembra ieri, ma era il 1991quando la famiglia Annoni ha deciso di rimboccarsi lemaniche e impegnarsi in prima nella sezione provin-ciale di Bergamo. Tanta strada è stata fatta e oggi pos-siamo vantare oltre 400 iscritti, la sezione più numero-sa di tutta Italia. Non solo, il Premio della Bontà ha quile sue origini e oggi molte altre province hanno decisodi metterlo nel loro calendario".

Il "premio della Bontà" è importante non so-lo per voi, ma per tutta la città di Bergamo. "Il premio della Bontà riconosce il valore di persone,enti ed associazioni che operano in favore dei cittadinipiù bisognosi. E' bello vedere la gioia di molte realtàbenefiche che lavorano per tutto l'anno nell'anonimatoe lontano dai riflettori. E' un'occasione per mettere in

Arte e partenei cavalieri moderni

Marcello Annoni, pittore e vicepresidente nazionaledell'Unci: "Bisogna esserlo nel modus operandi

Ma la vera essenza è nello stile di vita e nell'integrità morale"

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evidenza il bene, che quasi sempre è sommer-so. Il 30 novembre scorso, ad esempio, si èsvolta la quindicesima edizione. I riconosci-menti sono andati all' Associazione di Volonta-riato "Noi Con Voi" di Martinengo; all'Associa-zione Amici di Caterina Cittadini di Bergamo;all'Associazione Africa Tremila Onlus di Berga-mo; dottor Pietro Gamba (volontario in Bolivia);all'Associazione FamigliAperta Onlus di TorreBoldone; a Franco, Roberto e Tullio Belingheridi Colere, volontari dell'Avis di Bergamo".

Nel vostro ricco calendario d'ap-puntamenti, la vostra riunione an-nuale è il momento più importanteper fare il punto della situazione. "Il riscontro sul territorio è la nostra piùgrande soddisfazione. Ad esempio una sa-la gremita dell' hotel Excelsior San Marco,lo scorso marzo, ha ospitato la 17° riunioneannuale della nostra sezione. Un appunta-mento in cui sono intervenuti i dirigenti na-zionali dell'Unci, numerose autorità tra cuil'arcivescovo di Siena - Gaetano Bonicelli -, il presidente della Provincia - Valerio Bet-toni -, l'onorevole Giuliana Reduzzi e l'as-sessore Regionale all'Ambiente Marco Pa-gnoncelli. Una giornata di grande prestigioin cui - dopo gli interventi di rito -, c'è statala consegna dei diplomi ai nuovi soci: Bru-no Antonio Allegrini, Antonio Bellini, Gian-carlo Bonardi, Giovanni Carobbio, ClaudioCurnis, Severino Lodetti, Giuseppe Lupi,

Imelda Nicolai, Dante Orciari, AldoPezzoli, Franco Maria Piantelli, Anto-nia Ravasio, Mario Rivola, CostantinoSana. Sempre nel corso dell'eventosono state assegnate anche le varia-zioni d'onorificenza a Damiano Bussi-ni, Giovanni Civera, Camillo De Mila-to, Maria Teresa Frigeni, Gilberto Rigolie Luigi Rota. Due sono state le distin-zioni "Onore e Merito Unci" consegnateall'Uff. Rag. Angelo Bronzieri e alComm. Damiano Bussini, per le loro at-tività sociali, culturali e imprenditoriali".

Un anno importante per l'asso-ciazione, ma anche per lei, per-ché ha festeggiato i suoi 35 annidi mostre. Lei è una personaeclettica e poliedrica, come fa aconciliare tutti i suoi impegni con

la sua grande passione, la pittura?"Ho ereditato questa passione da mio pa-dre Severino. Per non confondermi con luiho preferito scegliere lo pseudonimo diMaranno, che raccoglie le iniziali del nomee del cognome. E' difficile far conciliare tut-ti gli impegni, perché oltre ad essere Gran-d'Ufficiale al merito della Repubblica Italia-na, ricopro altre cariche in diverse associa-zioni. Tutto questo non mi ha impedito dicoltivare la mia giovanile ispirazione pitto-rica. Nell'anno appena concluso ho festeg-giato il mio connubio con tele, pennelli ecolori. Sono stati 35 anni d'attività celebra-ti con una mostra delle mie opere alla saladel Circolo Artistico Bergamasco da no-vembre a dicembre. Un bel cammino arti-stico che non voglio interrompere. Anzi,proseguo con lo stessospirito e verve come di-mostrano le mie mono-grafie: quella che rac-chiude gli anni dal 1973al 2003, fino all'ultima -stampata lo scorso ot-tobre - che comprende imiei ultimi anni artistici(2003-2008). Ho sem-pre cercato di crescere,coltivando uno stile chefosse personale e sin-cero, con colori brillantie vivaci. Un viaggio pit-

torico che mi ha dato notevoli soddisfazio-ni, ultima una targa data dalla RegioneLombardia alla carriera come riconosci-mento di merito e valore culturale per il ge-neroso e cospicuo lavoro svolto nel perso-nale cammino pittorico".

Torniamo all'Unci: un'ultima do-manda, anche la sezione femmini-le è molto attiva ed è legata allafamiglia Annoni."Esatto.L'associazione ha una sensibilitàfemminile al suo interno, impersonata damia moglie Tina Mazza Annoni (presidentenazionale della sezione femminile, n.d.r.). Lafilosofia è la stessa: positività, concretezza,lavoro, impegno nel sociale. Non a caso nel-l'ultimo convegno realizzato, abbiamo con-segnato ad alcune socie della sezione diBergamo, la medaglia in argento "Il Volo",realizzata dallo scultore Luigi Oldani. Sul re-tro c'era scritto: "Positività per i bisogni al-trui". Un ulteriore premio per molte donneche dedicano ore della vita al prossimo. Mipiacerebbe citarle per dar loro il giusto me-rito: Costanza Arcuri, Mirka Baggi, FrancaBinda, Maria Agnese Bosio, Franca Brami,Fernanda Dalla Libera, Maria Luisa Dami-nelli, Evelina Donati, Bianca Donizetti, Ma-ria Teresa Frigeni, Gianfranca Gambirasio,Ester Ghilardi, Maria Teresa Lameri, CarlaMazzoleni, Antonina Melia Nava, PierinaNava, Imelda Nicolai, Vittoria Panza, KatyPesenti, Antonia Ravasio, Magda Rizzi, Ime-ria Rossi, Anna Rudelli, Graziella Santopa-dre, Maria Romana Scaccabarozzi, EmiliaStrologo, Milena Tinaglia Curnis, TeresinaTogni e Maria Laura Zanardi".

Marcello Annoni con la moglie Tina Mazza Annoni, presidente nazionale della sezione femminile

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In alto i calici, di Moscato di Scanzo naturalmente. Perché in un colposolo ha ottenuto la "g" di "garantita", diventando così la prima Docgbergamasca ed entrando nell'Olimpo dei vini passiti. Si è chiusa cosìla pubblica audizione dello scorso 28 gennaio, tenutasi alla Camera dicommercio di Bergamo, con il riconoscimento della Docg al vino di

Scanzorosciate da parte Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Fo-restali. L'intervento ha dato modo di chiarire due questioni ancora aperte,una legata all'imbottigliamento e l'altra al nome. Nella proposta di discipli-nare non si fa menzione dell'imbottigliamento, ma l'avvocato Paolo Ben-dinelli (presidente del consorzio dal 1993) ha fatto espressa richiesta chevenga aggiunta una nota in cui si specifica che l'operazione è effettuata so-lo nel Comune di Scanzorosciate. L'altra considerazione è legata al nome.Se un campione di vino non dovesse superare le verifiche periodiche e fos-se scartato per due volte consecutive, non potrebbe chiamarsi Moscato diScanzo - ma nemmeno Valcalepio Moscato di Scanzo Passito - e si qualifi-cherebbe semplicemente come vino rosso da tavola. E così Scanzorosciatee la Valcalepio, così vicine sulle cartine geografiche nella realtà, sono sem-pre più lontane. Adesso non rimane che attendere l' 11 febbraio, quando lacommissione vini della Lombardia prenderà atto dell'istruttoria dando il vialibera alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I produttori continuano atenere incrociate le dita ma dovrebbe trattarsi di una formalità. Il riconosci-mento Docg è l'acronimo di "Denominazione d'Origine Controllata eGarantita", la categoria più alta che sancisce l'ingresso nel Gotha enolo-

Moscato di Scanzoun vino aD hOC, Garantito

Prestigioso traguardo per i produttori bergamaschi, che entrano a pieno titolo nell'Olimpo dei rossi passiti garantiti con la "g" maiuscola del Ministero delle PoliticheAgricole Alimentari e Forestali

Il disciplinare di produzione pre-vede rese in pianta fino a 70 q/ha,un periodo d'appassimento mini-mo di 21 giorni con una resa mas-sima in vino del 30%

Eco-enologiaArticolo di Livio Casanova

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gico italiano e s'attribuisce ai vini riconosciuti Doc da almeno 5anni con una particolare tipicità. Significa che rispetto a questa(Doc), il disciplinare di produzione Docg è più specifico e restritti-vo. E' legato ad aree geografiche ridotte e alle più basse rese deivini di particolare pregio, con caratteristiche qualitative proprie, ingrado di testimoniare la tipicità dei suoi fattori naturali, umani estorici. Inoltre devono aver una certa rinomanza e una valorizza-zione commerciale a livello nazionale e internazionale. Le altrecondizioni restrittive sono l'obbligo dell'imbottigliamento nella zo-na di produzione e la commercializzazione in recipienti di capaci-tà inferiore a cinque litri. Da ultimo sono tenuti a portare un con-trassegno dello Stato che dia la garanzia dell'origine, della quali-tà, che ne consenta la numerazione delle bottiglie prodotte e lasicurezza di non manomissione delle bottiglie. Questo è l'iter lun-go e laborioso intrapreso dal Consorzio di tutela del MoscatoScanzo, che ha visto uniti tutti i produttori del territorio e che, og-gi, ha portato al prestigioso traguardo. Ma come si è arrivati aquesto, cosa c'è in un calice di Moscato di Scanzo? Tutti gli annidella sua storia, i terreni calcarei di Scanzorosciate, la forza deisuoi numeri, i colori delle sue uve e la filosofia dei suoi sapori.

Storia - Sfogliando gli atti presenti negli archivi locali troviamo chele prime testimonianze di questo vitigno risalgono alla dominazione

romana. In un carteggio del 1372 troviamo il "Vescovo feudatariodella Tribulina di Scanzo" che discorre della quantità di "moscadel-lo" che i coloni dovevano fornire al feudatario. Il 27 gennaio 1398 siriporta che i Guelfi assalirono Scanzo e depredarono numerosi car-ri di moscatello. Nel corso della storia troviamo da una parte laScanzo Guelfa, dall'altra la Rosciate Ghibellina e spesso le due roc-caforti erano oggetto d'assalti della fazione opposta. Come ci rife-riscono i documenti dell'epoca ambito trofeo erano proprio le botti-celle di moscadello. Nel secolo scorso, ne furono portate alcunebottiglie dal grande architetto Giacomo Quarenghi, che aveva deipoderi a Scanzorosciate, alla corte di Russia. Fu molto apprezzatodalla zarina Caterina II di Russia che ne richiese subito un'ulteriorefornitura. Al mercato di Londra, nel 1850, venne quotato una ghineaalla bottiglia e nessun vino aveva mai ricevuto una quotazione cosìalta sullo stesso mercato. Le tecniche di vinificazione nel corso deisecoli si sono perfezionante. Nell'Ottocento è stata introdotta latecnica dell'appassimento delle uve, metodo importato dagli ingle-si in Italia, Spagna e Portogallo contemporaneamente. Le corti ditutto il mondo hanno potuto apprezzarne le qualità e ancora oggi,un'azienda locale, fornisce il vino alla Casa Reale d'Inghilterra.

Geografia - Scanzorosciate, tra i più estesi comuni di Bergamo èla più piccola provincia d'Italia a produrre vino Docg. E' riconosciu-

Si tratta della categoria più alta che sancisce l'in-gresso nel Gotha enologico italiano e s'attribui-sce ai vini riconosciuti Doc da almeno 5 anni, conuna particolare tipicità territoriale

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ta come sottozona dal 1993, risale infatti a quell'anno la nascita delConsorzio tutela Moscato di Scanzo "sulle ceneri" della preesisten-te Associazione Produttori del Moscato di Scanzo. La storia del vi-no si lega con quella del suo "alter ego", prodotto dallo stesso viti-gno all'interno della denominazione Valcalepio, come tipologia Mo-scato Passito portando con sé il nome dei quattro o cinque comunidi produzione. Solo a partire dal 14 maggio 2002 il vino Moscato diScanzo diventa Doc. Viene prodotto con uve autoctone a bacca ros-sa (Moscato di Scanzo 100%) selezionate tra quelle di migliore emaggiore produzione. Lungo i ripidi pendii del versante meridiona-le il vitigno viene allevato da tempo immemorabile. Predilige terre-ni collinari asciutti e ben esposti al sole e raggiunge i migliori risul-tati qualitativi quando viene coltivato su una particolare conforma-zione rocciosa denominata localmente "sas dè Luna", la dura pietracalcarea che costituisce lo zoccolo del Monte Bastia. Le sostanzearomatiche presenti nel terreno sono destinate a esplodere nel bic-chiere. In futuro si potrebbe aprire l'ambito territoriale fino a com-prendere aree di Torre de Roveri, Albano e Villa di Serio, che pre-sentano le stesse caratteristiche e con la stessa esposizione al sole.

Matematica - Prodotto in quantità molto limitate nei 40 ettari divigneto iscritti all'albo, il Consorzio conta 28 aziende associate chesi distinguono tra loro per obiettivi, estensioni e prestigio. Dalle 55mila bottiglie prodotte nel 2005 si è passati alle 80 mila nel 2006.Nel 2007 il Consorzio ha dichiarato 1.100 ettolitri di volumi totali ele bottiglie prodotte nello scorso anno sono state 85.460. Dopo unascelta molto scrupolosa dei grappoli maturi (spesso si fanno nume-rosi passaggi in vigna per controllare la giusta evoluzione dell'aci-no), ad ottobre si passa alla vendemmia rigorosamente manuale.Subito dopo i grappoli vengono messi ad appassire su telai allog-giati in locali asciutti e areati, per un periodo che va dai venti ai qua-

ranta giorni, per ottenere un perfetto appassimento. Prima di es-sere commercializzato, il vino non deve invecchiare in botti obarrique ma solo in acciaio per almeno due anni, a partire dal 1novembre dell'anno della vendemmia. Il titolo alcolometrico mi-nimo è del 17%. Per il Moscato di Scanzo è stata adottata, qua-le contenitore identificativo e distintivo, la bottiglia "futura"da 500 ml. Rimane un vino di nicchia venduto a un prezzoche si aggira, in media, intorno ai 28 euro alla bottiglia.

Arte - È un vino passito dal colore rosso rubino carico, in-tenso e brillante con riflessi aranciati e sfumature ambrate.Il contatto con le bucce fa si che la potenza e l'intensità delcolore raggiunga livelli considerevoli.

Filosofia - All'olfatto presenta profumi intensi di rosa appassi-ta, con note decise di frutti di bosco maturi e ciliege, miele, can-nella e liquirizia. Con l'invecchiamento tendono ad avere un aro-ma di composta di frutta, con un retrogusto d'incenso e a volte dipietra focaia. Al gusto si dimostra intensissimo, morbido e mol-to avvolgente. Si beve da solo a fine pasto, come vino da medi-tazione oppure accompagnato da crostate di frutta rossa o da pa-sticceria secca (biscotti di Clusone, biscotti di San Pellegrino perrimanere a Bergamo). Si può assaggiare con formaggi erborina-ti, piccanti o molto stagionati (Strachitunt di Vedeseta, Formai deMut). Va servito in calici di cristallo trasparenti a temperatura di15 gradi centigradi. La progressione aromatica nel bicchiere, poi,riesce ad essere veramente sorprendente e tale che, nell'arco dialcuni minuti, il vino diventa sempre più affascinante e coinvol-gente. Scriveva E. Engel di fronte ad un bicchiere di Moscatodi Scanzo:"Il miracolo del vino consiste nel rendere l'uomo ciòche non dovrebbe mai cessare di essere: amico dell'uomo".

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Il vino Moscato di Scanzo è vinificato in pu-rezza (vitigno 100% Moscato di Scanzo)

Dopo un periodo d'appassimento di almeno21 giorni, si ottiene un passito con una gradazio-ne naturale minima di 12 gradi

È di colore rosso rubino, con riflessi am-

brati dopo qualche anno d'invecchiamento

Il profumo è caratteristico e varia, a secondadelle zone di produzione, dal floreale, allo spe-ziato o al fruttato

Il sapore prevalente è di spezie, marasca, sal-via sclarea, frutti di bosco, vaniglia e prugna matura

Il Moscato di Scanzo in un sorso

Il colore è rosso rubino più o meno intenso, che può tendere al cerasuolo con riflessi granati. L'odore è delicato, intenso, persistente

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Un filo sottile, ma altrettanto indissolubile, legala famiglia Pellegrinelli e la nobile casata me-dioevale - di origini francesi, ma lombarda dal1100 - dei Curti. Parliamo della forza di volontàche, nel corso delle rispettive vicissitudini, ha

permesso di superare momenti difficili e creare un piccoloimpero. Un paragone che a molti forse striderà, consideratofuori portata e separato dal corso dei secoli. Il parallelismo siriferisce, però, a due semplici concetti cardini in entrambe lerealtà. In primis il sano valore della famiglia come nei tempiantichi, lo stesso che da vent'anni guida con soddisfazioninon indifferenti l'azienda Ropeca Srl. Inoltre lo spirito cheha sempre contraddistinto l'imprenditorialità di MarinoPellegrinelli, vero pater familias sia a casa sia in aziendaproprio come nel Medioevo. "Ingenium superat vires" si leg-ge nello stemma dei Curti, ovvero - nelle avversità della vita- l'intelligenza prevale sempre sulla forza. E proprio con que-sto spirito è iniziata l'avventura di un'impresa coraggiosa, na-ta in una regione in cui il legno e l'alluminio per tradizionehanno sempre svolto un ruolo di primo piano. Dalle difficiliesperienze dei primi anni, scontrandosi con un diffuso scet-ticismo verso i serramenti in PVC, Ropeca è riuscita a conso-lidare una struttura efficiente e professionale, trasformando-si in una delle attività imprenditoriali oggi più importanti nelsettore dei serramenti. Tecnologia d'avanguardia e organiz-zazione flessibile, persone motivate dalla passione e dallacreatività professionale: tutti aspetti che, negli ultimi ven-t'anni, hanno portato Ropeca a raggiungere risultati impen-

Ropecafinestre aperteai vent'anni

In copertinaArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

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Marino Pellegrinelli, presidente e d.g., celebra l'importante ricorrenza insieme ai figli Jennifer e Daniel, al suo fianco in azienda. Un'avventura imprenditoriale, nata a Curno nel 1989, capace col tempo di svilupparsi in Italia e in Europa

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sabili sia sul piano economico sia produttivo. Un viaggio imprendito-riale iniziato a Curno nel 1989, e che col tempo si è sviluppato in Italiae in Europa. Una crescita esponenziale strutturata, facilitata dalla con-tinua ricerca e sviluppo, che ha prodotto un fatturato globale superio-re ai 15 milioni di euro, con un aumento di oltre il 30% l'anno dal 2005ad oggi. Numeri importanti, come il volume di produzione: 28.000 uni-tà di serramenti in 12 mesi, più di 250 al giorno. "La mia è una storiasemplice - afferma Marino Pellegrinelli, presidente e direttore gene-rale -, simile a molti altri imprenditori bergamaschi, che con il sudoredella fronte hanno costruito una realtà solida nel tempo. Un viaggiosenza scorciatoie e sconti, in cui dedizione e sacrificio sono stati i verigiudici del successo. Non è stato un sentiero per deboli di cuore, perchi preferisce l'ozio alla fatica, o per chi ricerca solo i piaceri della ric-chezza e della celebrità. E' stato, invece, il percorso di chi corre dei ri-schi, di chi agisce, di chi fabbrica. Un lavoro quotidiano, spesso oscu-ro e faticoso, che alla lunga mi ha premiato".

Una filosofia tipica del nostro territorio: tanta forza divolontà e molti sacrifici."Esatto. Ho sempre creduto che il mondo del lavoro fosse simile al-l'ambiente di una squadra di calcio, sport per cui nutro una grande pas-

sione. Due ambiti simili, in cui conta più l'unione del gruppo rispetto al-la forza del singolo. Una filosofia che cerco di trasmettere ai miei uo-mini giorno dopo giorno, sia alla Ropeca sia al Villa d'Almè (societàdi cui è presidente, attualmente nel girone d'Eccellenza n.d.r.)".

Un percorso ventennale, dicevamo, molto faticoso eirto d'insidie. Come il periodo congiunturale che stia-mo affrontando in questi mesi. Preoccupato?""Direi di no, anche se l'inizio dell'anno ha registrato un calo d'af-fari soprattutto nel mondo dell'edilizia. Ciò che mi conforta è il fat-to di essere un'azienda ben strutturata, con produzioni diversifica-te e mercati ampi che spaziano dall'Italia all'Europa, in particolarein Svizzera. Più s'allarga il raggio d'azione e meglio si riesce a bi-lanciare le difficoltà del comparto edile. A questo possiamo ancheaggiungere che, attualmente, gran parte del nostro business è ri-feribile agli interventi di ristrutturazione. Mercato in cui ci facilital'incentivazione fiscale per il risparmio energetico. Credo dipoter dire con certezza che i nostri prodotti s'ammortizzanocompletamente in 5-6 anni dall'installazione. Il cliente oltreal concreto risparmio di riscaldamento - quantificabile in un30-40% in meno dei costi annuali - può godere di un bonus

fiscale pari al 55% delle spese effettuate. Ovvio,tutto questo non basta se non si hanno qualità e pro-fessionalità tali da trasmettere fiducia al cliente".

Il 2009 è iniziato in sordina, mentre il bilanciopre-natalizio è stato soddisfacente? "Il 2008 è stato in linea con lo sviluppo registratonegli ultimi tre anni, con una crescita in termini difatturato del 30%. Certo, abbiamo accusato purenoi la crisi dell'edilizia soprattutto negli ultimi me-si, con pagamenti in ritardo di varie aziende in dif-ficoltà. Resta comunque la soddisfazione di averfondato una nuova società del gruppo, in Svizzera.Precisamente nella città francofona di Vionnaz".

Siete una realtà in continua ascesa."Bisogna osare se si vuole avere un futuro prospero.Passo dopo passo, mattone dopo mattone: siamo unafamiglia che crede nel lavoro e nei propri prodotti. Perquesto motivo non possiamo fermarci, anche dinanzi ad

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Una crescita esponenziale che haprodotto un fatturato globale supe-riore ai 15 milioni di euro, con unaumento di oltre il 30% all'anno,dal 2005 ad oggi. Non solo, da po-co è nata anche la consociata sviz-zera Styl Plast Groupe Ropeca S.A.

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"Una delle più grandi soddisfazioni per un padre imprenditore, è vedere i propri figli lavorare in azienda

Permette di fare investimenti a lungo termine, immaginando un futuro per Ropeca lontano nel tempo"

Marino Pellegrinelliinsieme ai suoi cinque figli:da sinistra in senso antiorarioDaniel, Jennifer, Giada, Dylan e Rachele

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una crisi economica sistemica. Inoltre la Svizzera è un mercato in cuiabbiamo sempre registrato una forte richiesta, da qui l'idea di fonda-re - insieme ad un socio svizzero - la Styl Plast Groupe Ropeca S.A.".

Parliamo di produzione: che cosa hanno di particola-re le finestre Ropeca?"Sono convinto che una finestra possa contribuire a creare una pia-cevole atmosfera nell'ambiente abitativo, aumentando cosi la qua-lità della vita in casa. Le caratteristiche peculiari degli infissi in PVC

Ropeca sono tanti. In primis è stato azzerato - grazie alla nostracontinua ricerca tecnologica - quello che era il gap rispetto aiserramenti in legno e alluminio. Pure noi, adesso, possiamo di-re che le finestre in PVC godono di un elevato isolamento ter-mico ed acustico, oltre alla massima resistenza agli agenti at-mosferici. A questo aggiungiamo un nostro tocco personale: ri-finiture di pregio effettuate a regola d'arte e con cura ma-niacale. Senza dimenticare la posa, che viene eseguita soloed esclusivamente da nostro personale debitamente preparato".

Qualità, quindi, diviene sinonimodi benessere?"Esatto. Gli alti standard qualitativi, la si-curezza e la tutela ambientale costitui-scono criteri d'importanza crescente nelnostro settore. Per questo abbiamo dedi-cato gran parte delle risorse per svilup-pare un sistema di qualità efficiente edefficace. Le materie prime entrano inazienda solo dopo specifici controlli e so-no accompagnate da schede tecniche diconformità secondo le vigenti normativeeuropee. Inoltre la produzione è control-lata in tutte le fasi del processo e sub-isce una severa ispezione finale”.

Una fasedella produzioneall’interno dell’aziendadi Curno

Marino Pellegrinelliin udienza da Papa Benedetto XVIin Vaticano

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Il più bel regalo per questo speciale compleanno?"Di sicuro considerare quanta strada abbiamo percorso e ritenermisoddisfatto di quanto è stato creato. A proposito, vorrei spendere dueparole per ringraziare - prima di tutti - mia moglie Filomena Angelina:senza il suo sostegno e la sua forza, molte scelte fatte in questi annisarebbero state più difficili da affrontare e da portare avanti. Inoltre èdoveroso un plauso ai miei collaboratori: è grazie al loro impegno se,dal 1989 ad oggi, abbiamo ottenuto tutti questi successi. Non a casoho voluto festeggiare il compleanno di Ropeca con una visita in Vati-cano, da Papa Benedetto XVI, tutti uniti come una vera famiglia".

A proposito di famiglia: ha cinque figli, i primi due sonogià al suo fianco in azienda. Il futuro è carico di speranza."Una delle più grandi soddisfazioni per un padre imprenditore,è vedere i propri figli lavorare in azienda. Permette di fare in-vestimenti a lungo termine, immaginando un futuro lontanoper Ropeca. Comunque sia, significa anche avere una maggio-re responsabilità nelle scelte di mercato: basta un piccoloerrore per rovinare quanto di buono fatto in questi vent'anni".

Il passaggio di consegne, comunque, è scontato?"Posso dormire sonni tranquilli, quando deciderò di andare inpensione l'azienda sarà in buone mani. Daniel ha 25 anni e miaffianca coordinando la parte tecnica, produttiva, logistica edinformatica del gruppo. Invece Jennifer - che si occupa dell'areaamministrativa e contabile - ha solo 22 anni, ma possiede grin-ta da vendere. Si sono ben ambientati alla filosofia aziendaleche regna nei nostri uffici. Sono una buona squadra, speriamoche anche i più piccoli (Giada, Rachele e Dylan n.d.r.) seguano lastessa strada. C'è tempo comunque, il mio lavoro m'appassionaancora e non riesco ad immaginarmi lontano dall'azienda. Saràun percorso graduale, piano piano inizierò a dedicarmi ai miei

hobby come il calcio e la caccia, lasciando spazio ai miei figli".

A proposito di futuro, progetti per l'anno in corso?"Ne abbiamo in cantiere tre: l'ampliamento delle nostre sedi aMantova e l'apertura di un nuovo show-room a Endine Gaiano.Oltre che all'estero non perdiamo di vista la nostra provincia: vo-gliamo essere il più capillari possibile, coprendo anche l'Alto Se-bino e la Valle Camonica. Quanto agli obiettivi aziendali vorrem-mo fare di Ropeca uno dei primi attori del settore. Esemplare perqualità, servizi e sviluppo sostenibile, innovazione e competitività".

L’esterno dell’ azienda e dello show-room di Curno

L' universo Ropeca conta ben120 dipendenti, oltre a variagenti di vendita e partner

dislocati in Italia e all'estero. Ilgruppo ha ottenuto nel corso del2008 la certificazione aziendaleISO 9001:2000. Ma non solo, an-che il certificato di prodotto UNIIIP, rilasciato dopo le dovute verifi-che dei processi produttivi secon-do le più severe normative euro-pee. Grazie ad una continua attivi-tà di ricerca e di sviluppo, in questivent'anni di storia, la gamma deiserramenti si è diversificata, abbi-nando un raffinato design alle mi-gliori caratteristiche tecniche pre-senti sul mercato. La produzione èdislocata in due stabilimenti a Cur-no e Brembate Sopra: uno - conuna capacità produttiva di oltre150 unità al giorno - adibito allaproduzione di serie, per lotti nume-

ricamente alti e infissi dalla con-formazione tradizionale. L'altro, in-vece - con una capacità produttivadi oltre 120 unità al giorno -, at-trezzato per la realizzazione dellepiù disparate tipologie d'infissispeciali come porte, persiane e fi-nestre dal design ricercato (archi,angoli variabili ecc…). A rendereancora più flessibile la struttura diRopeca, ci pensa il centro di stoc-caggio: ben 2.100 metriquadrati,sempre a Brembate Sopra, in cuivengono imballati con tutti gli ac-cessori i prodotti da destinare airivenditori in Italia ed in Europa.A questi si devono aggiungere iprodotti per le dieci squadre diposa, che seguono la vendita di-retta sul territorio provinciale. In-fine gli show-room di proprietà: ilprincipale è a Curno, a seguireMantova ed Endine Gaiano.

Un universo fra Curno e Brembate Sopracon ben 120 dipendenti

La scheda

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Marketing&ImpresaArticolo di Giorgio ChiesaFoto di Laura Pietra

La forza delle ideecontrocorrenteViaggio nel mondo della comunicazione, attraverso una società da trent'anni protagonista del mercato

Il concetto di marketing troppo spesso, è frainteso e confusocon la comunicazione, che ne è solo una parte, o peggio conla pubblicità che, a sua volta, è solo una piccola parte della co-municazione nella sua globalità. La pubblicità vera e propria ècertamente un settore che, più di altri, ha risentito della pau-

ra che deriva dalla condizione congiunturale negativa. Un momen-to difficile, in cui molti lo ritengono un costo superfluo, commet-tendo l'errore di fare "di ogni erba un fascio" e confondendo quin-di il tutto con comunicazione e marketing nella loro globalità. Nonama questo equivoco Stefano Zelaschi, che da quasi trent'annisi occupa del mondo dell'immagine e del marketing, attraverso l'o-monima agenzia Zelaschi Creazione d'Immagini. E non è uncaso se, il simbolo scelto per rappresentare la società, sia proprioun salmone: un pesce in grado di risalire - con coraggio e determi-nazione - anche le correnti più avverse e negative, come oggi quel-le del mercato. "Lo riteniamo - afferma il proprietario - una meta-fora calzante, l'immagine della forza d'animo e della strategia cheriesce a scavalcare le tante difficoltà esistenti tra un prodotto e ilsuo mercato obiettivo. E' una questione di scelte. O si decide di se-guire la massa, lasciandosi paralizzare dalla paura, o ci si compor-ta in modo coraggioso e propositivo. Si sa che tutti i problemi so-no opportunità sapientemente mascherate. Questo periodo certa-mente è molto difficile ma presenta, a mio parere, moltissime pos-sibilità. Chi saprà capire meglio il mercato ed i suoi sviluppi, potràrealizzare un vantaggio competitivo che gli permetterà di godere diforti vantaggi nel futuro. Certamente i mercati non saranno piùquelli di prima, le aziende devono progettare un percorso "evoluti-vo" che permetta loro di essere competitive negli scenari prossimi

venturi. Dallo studio dell'evoluzione nel mondo animale possiamotrarre un insegnamento molto importante: perseverare in modellisuperati porta all'estinzione della specie".

Facciamo una piccola parentesi sulla sua storia imprendi-toriale: quando è nata la Zelaschi Creazioni d'Immagini?"Sono figlio di questa professione. Ho iniziato a respirarla da ra-gazzo a Bologna, nell'agenzia di pubblicità di mio padre che poimorì giovane. Le varie vicissitudini della vita mi hanno fatto ap-prodare a Bergamo, città in cui ho iniziato dapprima a fare il foto-grafo (con una breve parentesi iniziale come insegnante), am-pliando poi la mia attività alla grafica ed alla pubblicità, e ripren-dendo così l'attività paterna. Era l'80 quando è nata la società cheporta il nome Zelaschi Creazioni d'Immagini, prima, ovviamente,ditta individuale e poi Snc, fino all'Srl attuale. Allora operavo al-l'interno di una piazza florida non solo da un punto di vista econo-mico, ma anche dentro una vera fucina d'idee e occasioni per po-tersi esprimere e farsi conoscere".

Un'esperienza trentennale dunque. Com'è cambiato ilvostro lavoro nel corso di questi decenni?"La nostra società - prosegue - si è evoluta al mutare delle richie-ste del mercato. Il minimo comun denominatore del nostro cam-biamento è rimasto il Business to Business, ossia ci siamo sem-pre rivolti, per scelta, ai mercati tecnici e specializzati nei quali, intanti decenni, abbiamo così acquisito conoscenze molto specifi-che. Un know-how, in tutte le filiere B2B appunto, che oggi rap-presenta la nostra forza ed il nostro elemento di differenziazione.

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I clienti ci presentano i loro obiettivi ed anche chiaramente i lo-ro problemi. Il nostro lavoro consiste nel progettare una strate-gia per fargli ottenere i traguardi fissati".

Da obiettivo a traguardo. In questa distanza c'è tuttala vostra storia e la conseguente capacità di penetra-zione nel mercato."Certamente nello spazio tra obiettivo e traguardo sta tutta la com-petenza di una società nell'analisi dello scenario entro cui si muo-ve il cliente, della sua filiera e del suo posizionamento nella stes-sa, della forza e della debolezza della sua offerta e, quindi, in rela-

zione a queste, delle sue opportunità. La strategia di marketingprima - e di comunicazione dopo -, è il frutto di questo accurato stu-dio. L'analisi dei mercati è la "testa", il cervello e gli occhi, da cuipoi dipenderanno le azioni pratiche da intraprendere per raggiun-gere i traguardi. Per questo siamo strutturati in tre macro aree: l'a-rea marketing (strategia e operatività), l'area ufficio stampa epubbliche relazioni, l'area creatività".

Una struttura per affrontare qualsiasi richiesta. Pas-sando da orientamento a offerta, quali sono i prodottiche riuscite a creare?

Stefano Zelaschi, proprietario dell'omonima agen-zia Zelaschi Creazione d'Immagini: "Per utilizzareuna citazione di P. Kotler direi che il marketing è ilcompito a casa che l'azienda deve svolgere per capire e produrre ciò di cui il mercato ha bisogno"

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"Per l'area marketing strategico realizziamo ricerche/analisi dimercato, studi della concorrenza, definizione dei mercati obiettivoe ricerca di nuovi scenari. Per il marketing operativo tutti gli stru-menti di new business, ricercando sempre i più efficaci ed i menocostosi. Per l'area ufficio stampa, invece, tutti i servizi giornalisticidi media relations volti ad incrementare la visibilità dell'impresa inogni mercato d'interesse, mentre le pubbliche relazioni sono voltea creare una maglia di rapporti finalizzati allo sviluppo del busi-ness. In quest'area è collocata anche tutta la progettazione e l'or-ganizzazione di eventi di ogni tipo, in relazione alla filiera ed ai tar-get oggetto dell'azione. Per l'area creatività tutto ciò che è "visual",per cui campagne di comunicazione, brochure, depliant, cataloghi-stica, editoria aziendale, filmati, web/multimediale e stand. Credonon dovrebbe mancare nulla….".

Una domanda insolita. Il marketing è un terminespesso inflazionato, che dovrebbe assumere il valoreche merita. Può spiegarci il suo punto di vista?"Come già affermato in apertura Il marketing non è la funzione del-

l'azienda destinata a smerciare ciò che la produzioneha realizzato. Al contrario è la scienza che studia i bi-sogni del mercato e pensa a prodotti e servizi persoddisfarli. Come tutti i termini di derivazione anglo-sassone, fanno molto moda quindi sono entrati nelnostro linguaggio prepotentemente ma spesso, nelleaziende, viene denominato responsabile marketingun soggetto che si occupa dei cataloghi. Un'attivitàanch'essa importantissima ma che, con il marketing,poco o nulla ha da spartire. Anche il nostro lavoro ori-ginariamente era prettamente d'immagine, comesuggerisce il nostro nome. Oggi, invece, il lavoro èprincipalmente d'analisi: capire dove va il business,aiutare i clienti e affiancarli nelle scelte, davvero dif-ficili in questo periodo. Se una volta, infatti, era-no le occasioni ad andare verso le aziende, damolti anni ormai il trend si è invertito. Questo,tuttavia, non deve spaventare, in quanto l'idea chedeve passare è semplice: il marketing è la capaci-tà dell'impresa di ascoltare i mercati, proponendoe producendo prodotti e servizi che li soddisfino.

Questo è il nostro traguardo, ciò in cui siamo specializzati".

Concludendo, il vostro simbolo è il salmone. L'immaginedella determinazione diventa ancora più attuale in que-sto periodo di crisi. Dalla vostra esperienza, quanto puòessere determinante l'impegno per risalire le correnti?"E' la stessa domanda che ci ponevano circa quindici anni fa,quando si era verificata la prima crisi della pubblicità a livello na-zionale. Fu allora che decidemmo di adottare l'icona del salmone.Le strade sono due e molto semplici. O si decide di non credere piùa nulla, bloccando la liquidità e di conseguenza l'economia nel suocomplesso, oppure si sceglie d'investire - magari con molta più at-tenzione - affidandosi ad esperti del mercato che possono aiutarea comprendere l'evoluzione dello stesso e prendere le decisioni piùazzeccate. E' un piccolo grande sforzo "di risalita della cor-rente" che può permettere di raggiungere, per dirla da sal-mone, correnti floride e inesplorate in cui assolvere allapropria vitale missione, che per il salmone è deporre leuova, che assicurano la sopravvivenza della specie".

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"Quello di cui il mercato ha biso-gno è semplice e ricercato alcontempo: orientamento e stra-tegia. Capire dove va il business,aiutare i clienti e affiancarli nel-le loro difficili scelte"

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La Eredi di Ernesto Mazzoleni Snc,leader nel campo della tinteggiaturaindustriale e civile, festeggia i cin-quant'anni di storia aziendale con lastessa filosofia e lungimiranza pro-fessionale

Ricorrenze&BusinessArticolo di Giorgio ChiesaFoto di Laura Pietra

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E'tutto vero. Esistono realtà imprenditoriali che non so-no affatto preoccupate dal difficile momento che l'e-conomia sta attraversando. Anzi, vedono questi mesidi flessione come nuove opportunità, inediti veicoli diselezione commerciale che fanno emergere tutte

quelle società che hanno puntato, da sempre, sulla qualità dell'of-ferta e su una comprovata esperienza e tradizione. Stiamo parlan-do del settore dell'artigianato bergamasco - quello con la A maiu-scola -, egregiamente rappresentato dal compleanno d'oro dellaEredi di Ernesto Mazzoleni Snc. Raccontare una storia di cin-quant'anni è praticamente impossibile. Persino il nome dell'aziendaracchiude valori che solo una lunga tradizione artigiana è in gradodi far propri. Ermes Mazzoleni - proprietario e figlio di Ernesto -,rappresenta, assieme ai figli Maurizio e Daniele, la continuazio-

ne di una garanzia: quella della qualità sul tempo, del rapporto uma-no sul prezzo commerciale. "Siamo pittori, semplici artigiani. En-triamo in gioco per coronare un buon progetto, per assicurare unatinteggiatura perfetta, rimanendo sempre attenti al lavoro altrui ecercando di capire al meglio le esigenze del nostro cliente. Siamoattrezzati per fare solo e unicamente questo, in modo da garantire- e garantirci -, la massima specializzazione per quanto riguarda laverniciatura e l'imbiancatura".

Una storia cinquantennale non si può riassumere connessuna sigla. Qual è il bagaglio di un'esperienza co-sì importante?"Era il 1973 quando ho preso le redini della società, dopo la scom-parsa di mio padre. I successi ottenuti in questi anni sono la natu-

Mezzo secolo a tinte forti

Ermes Mazzoleni, proprietario e figlio d'arte: "Era il 1973 quandoho preso le redini della società, dopo la scomparsa di mio padreI successi ottenuti in questi anni sono la naturale continuazionedella sua cultura imprenditoriale".

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rale continuazione della sua cultura imprenditoriale. Il piùgrande valore di questa esperienza resta, sicuramente, il fat-to d'essere riusciti a rimanere artigiani veri e propri. Viviamola giornata a pieno contatto con i dipendenti, in un clima di to-tale collaborazione, esattamente come succedeva all'iniziodella nostra storia. Non abbiamo mai voluto espanderci oltremisura, garantendo comunque un servizio di massima qualità,in cui sono presenti tutte le caratteristiche dell'impresa arti-giana. Anche per questo siamo composti da un numero stan-dard di circa dieci collaboratori di massima fiducia".

Mantenendo lo stesso spirito, è stato possibile evol-versi nel corso di questi decenni?"Più che di evoluzione parlerei di specializzazione in diversisettori del mercato. Dal 1983 abbiamo fatto una scelta, con-centrare le nostre risorse sui lavori pubblici. Questa decisio-ne, che per certi aspetti è risultata vincente - in quanto ha ga-rantito all'azienda un sicuro ritorno economico grazie alla vin-cita d'importanti appalti -, ha portato anche alcuni oneri nonindifferenti. Mi riferisco, in particolare, ad una mortificanteburocrazia e ad un macchinoso apparato legislativo, con rela-

tivi costi di gestione elevati, che hanno reso - per diversi an-ni -, la ditta fuori mercato per la committenza privata. Col pas-sare del tempo, grazie alla professionalità, siamo riusciti adacquisire commesse anche nel settore delle manutenzioni in-dustriali, che ci impegnano tutt'oggi in modo continuativo".

Alcuni vostri importanti lavori?"E' stato particolarmente rilevante aver vinto il bando per illavoro di pulizia dei graffiti a Milano. Ci hanno riconosciutocome una delle aziende più attive e - soprattutto -, concre-te. E' esattamente ciò a cui qualsiasi artigiano tiene mag-giormente. Abbiamo effettuato lavori di manutenzione perl'Accademia Militare di Modena e, per due anni, abbiamoeffettuato tinteggiature al nuovo Polo Fieristico di Rho-Pero.Ci assumiamo la responsabilità di lavori delicati, comequelli rivolti a scuole e ospedali, in cui è la sicurezza a far-la da padrona. Sono tutti ambienti in cui la garanzia dellaperfetta compatibilità dei prodotti è possibile grazie allafiducia che riponiamo nei nostri fornitori, che da decennici consegnano i materiali migliori. L'unica possibilità perla buona riuscita di questi lavori quindi, è la perfetta or-

IN BASSOErmes Mazzoleni assieme ai figli Maurizio e Daniele

"Il più grande valore di questa esperienzaresta, sicuramente, il fatto d'essere riuscitia rimanere artigiani veri e propri"

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ganizzazione sia da un punto di vista logistico che umano".

Passando la parola a suo figlio Maurizio, sembre-rebbe che anche il settore delle risorse umane siaun vostro cavallo di battaglia."Come diceva mio padre è importante l'ottimizzazione dellerisorse. Non c'importa esibire grandi riconoscimenti norma-tivi o altri particolari premi e onorificenze. Quello che conta- ciò che stiamo cercando d'imparare io e Daniele -, è lagrande tradizione umana di questa azienda di famiglia. Nona caso, vantiamo dipendenti che lavorano in azienda da ol-tre venticinque anni. Ciò fa capire come l'impresa funzioni inmodo trasparente, riuscendo ad avere elasticità e fiduciacorrisposta dai dipendenti. Una sensibilità particolare checerchiamo di trasmettere anche fuori dai cancelli: ad esem-pio disponiamo anche di veicoli e furgoni a metano. Un pic-colo valore aggiunto e di rispetto per l'ambiente, che con-nota positivamente la nostra immagine".

Ecologia, sicurezza, tradizione. Non dev'essere fa-cile assumersi la responsabilità di così tanti annidi storia. "Riprendendo le parole di mio fratello Maurizio - prosegueDaniele -, stiamo cercando d'imparare. Siamo la naturale

continuazione della tradizione, questo è vero. Tuttavia, nonpossiamo assolutamente rilassarci e pensare che l'aziendavada avanti da sola. Fortunatamente mio padre ci ha semprelasciati liberi di fare le nostre importanti esperienze sulcampo. A maggior ragione, frequentiamo continui corsid'aggiornamento professionale, proprio per restare al passocoi tempi. Non vogliamo essere impreparati su nulla, solocosì è possibile seguire i nostri clienti passo dopo passo,dalla conferma del lavoro fino alla sua consegna".

Per concludere torniamo a Ermes. Una domanda par-ticolare: dato che non v'interessano le tante certifi-cazioni di qualità ottenute negli anni, potrebbe con-segnarsi da solo il suo premio ideale?"Lo faccio volentieri. L'onorificenza che mi merito deriva daun semplice aspetto: nonostante la pluridecennale presenzasul campo, nessuno può lamentarsi dell'operato della nostraazienda. Quando ci è capitato di sbagliare, abbiamo semprepagato di tasca nostra. Le persone possono informarsi pri-ma di rivolgersi a noi, capire da dove veniamo e cosa abbia-mo fatto. Sicuramente non potranno trovare nessuna opera-zione lasciata a metà, o - peggio ancora -, qualche clienteinsoddisfatto. Secondo il nostro modesto parere, è questoche vuol dire essere artigiani con la A maiuscola".

"Entriamo in gioco per coronare un buon progetto, rimanendo sempreattenti al lavoro altrui e cercando di capire al meglio le esigenze del nostro cliente"

A SINISTRASempre Ermes Mazzoleni

con i figli Maurizio e Daniele, in compagnia

dei dipendenti

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Divi&LeggendeArticolo di Giorgio Chiesa

Tutto ha inizio nel 1969, quando il film "Winning" - pellicola dedicata al mondo delle corse automobilistiche -,viene proposto anche in Italia con il titolo "Indianapolis,pista infernale"

Paul Newmanassieme alla moglieJoanne Woodward

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Esistono storie che s'intrecciano nel corso deltempo. Realtà apparentemente separate che siuniscono, fondendo tradizione, maestria artigia-na e spettacolo. Stiamo parlando di due miti,grandi classici che negli anni sono riusciti - con

tutto diritto - ad assumere lo statuto di "leggenda". PaulNewman - attore, regista e produttore cinematograficostatunitense - e Rolex Cosmograph, denominato sempli-cemente "Daytona". Lo sappiamo, non si possono mette-re sullo stesso piano un semplice oggetto ed un'istitu-zione del cinema di tutti i tempi, ma ciò che unisce que-sti due - passateci il termine - feticci della cultura mo-derna, è un rapporto quantomeno singolare, almeno per

l'epoca in cui si è sviluppato. Sono gli anni '60 il periododi maggior successo della stella Hollywoodiana. In undecennio, infatti, interpreta alcuni fra i più grandi suc-cessi della storia del cinema, divenendone uno dei per-sonaggi più famosi di sempre. Grazie ai vari trionfi deisuoi film - "La gatta sul tetto che scotta", "Lo spaccone","Hud il selvaggio", "Intrigo a Stoccolma", "Il sipariostrappato", "Nick mano fredda", "Butch Cassidy", "Lastangata", "L'inferno di cristallo" -, è facile intuire comel'invasione pubblicitaria di quel tempo volesse accapar-rarsi l'immagine, divenuta classica, del divo sulla crestadell'onda. Ed ecco dunque che le storie si uniscono. Tut-to ha inizio nel 1969, quando il film "Winning" - pellico-

Paul Newman e Rolex,un legame senza tempoStorie parallele fra un mito del cinema hollywoodiano e il gioiello da polso della maison svizzera Cosmograph, denominato semplicemente "Daytona"

Il cronografo referenza6239 con quadrante exo-tic, ribattezzato successi-vamente "Paul Newman"dagli appassionati, divie-ne così un'icona del lussoper collezionisti

L’ultima versione del modello Daytona

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la dedicata al mondo delle corseautomobilistiche -, viene propo-sto anche in Italia con il titolo"Indianapolis, pista infernale". Lespecifiche locandine pubblicitarieper il nostro mercato, mostrano ilfamoso attore con al polso uncronografo Rolex ref. 6239 conquadrante exotic, che verrà con-seguentemente ribattezzato "PaulNewman" dagli appassionati. Os-servando l'intera pellicola, nonsono visibili immagini dell'orolo-gio sufficientemente definite perpoterlo identificare con certezza,ma proprio per questo motivo laneonata stella verrà ritratta conl'oggetto di culto in numerose oc-casioni al di fuori del set cinema-tografico, alimentando ulterior-mente l'entusiasmo dei collezio-nisti di tutto il mondo. Un ogget-to così divenuto - in brevissimotempo - icona del mercato, anche considerando il nume-ro ridotto di quadranti "Newman" originali reperibili, lacui produzione era di molto inferiore a quella standard.La spiegazione è data dalla maggiore difficoltà di realiz-zazione, complici diversi fattori. Il primo è la presenzadello scalino, realizzato fra il piano del quadrante princi-pale e la corona circolare esterna, ospitante la scala del"quinto di secondo" cronografico. Un altro aspetto è da-to dai quadratini ausiliari dei contatori, realizzati per spi-ralatura - che garantiva più profondità -, anziché per nor-male fresatura. Per ultimo la stampa del quadrante, piùcomplessa, per favorire il contrasto cromatico tra le zo-ne. Vista la mancanza di dati ufficiali di produzione, sipuò soltanto provare a fare una stima sul numero com-plessivo di orologi prodotti all'origine con questo qua-drante. Voci semi-ufficiali parlano di soli 200 esemplari,numero che potrebbe essere plausibile per i quadranticon scritta "Oyster" - modelli con tasti a vite -, i più rari.Ma come per tutte le leggende, un mistero ne infittiscela storia. Ancora oggi, infatti, alcuni esperti continuanoa negare che la maison svizzera li abbia mai fabbricati,adducendone l'esistenza ad una pura operazione di mer-cato. Voci contrastanti, considerando che è il 1963 l'an-no d'inizio di produzione del primo "gingillo" - con refe-renza 6239 - prodotto con scala tachimetrica incisa econtatori di colore diverso da quello del quadrante prin-cipale. Caratteristiche tecniche che rendevano il lookdell'orologio piacevolmente aggressivo, incredibilmentesemplice e "pulito", permettendo d'apprezzarne maggior-mente la morbida finitura opaca dei quadranti scuri.

Un'altra voce indiscreta riguardante il Daytona, invece,vuole che il "boom" di questo orologio sia nato in Italiaverso il 1985, quando una rivista pubblicò la fotografiadell'avvocato Gianni Agnelli, con il braccio appoggiatoall'albero della propria barca, e al polso il più recente"6263". Con questo cronografo si sviluppa - per quelche riguarda Rolex - un nuovo e più moderno concettodi quadrante. Quest'ultimo, in passato, svolgeva unafunzione puramente funzionale alla lettura delle infor-mazioni. Era pertanto letteralmente riempito di numerie linee, nonché delle necessarie note sul costruttore.Lo spazio libero rimaneva molto ridotto, rendendo diffi-cile la lettura delle informazioni, non dando la possibi-lità ai colori di staccare dall'insieme. Tutto questo ac-cadeva per una semplice ragione: visto che non eranoorologi destinati ad un uso quotidiano, nei crono si cer-cava esclusivamente la capacità di svolgere le funzionitecniche previste. Il Cosmograph, quindi, rappresentauna vera rivoluzione concettuale, ispirata dall'idea diconsiderare il quadrante come il vero centro esteticodell'orologio, liberandolo da tutto ciò che non era stret-tamente necessario. Insomma, l'unica cosa certa è chela "leggenda" Rolex Daytona è nata grazie ad una sofi-sticata e doppia operazione di marketing ante litteram.La prima che vede la casa produttrice svizzera comepioniera di un nuovo e accattivante concetto di orologio"per tutti i giorni". La seconda, più rilevante, che unisceil marchio di lusso ad un'immagine senza tempo - quel-la di Paul Newman -, il cui carismatico riflesso animaancora oggi il dibattito dei più grandi collezionisti.

Paul Newman attore in una scena del film di James Goldstone "Indianapolis pista infernale" del 1969

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AntiquariatoFoto di Giorgio Chiesa

Il tempo dell'arte anticascorre in città

Nel corso della fiera di settore"Bergamo Antiquaria"

alla Fiera Nuova, presentate al pubblico due opere d'arte

che abbracciano tre secoli della nostra civiltà: dal '700 al 1970

Non si poteva immaginare un inizio d'an-no migliore per il settore dell'antiquaria-to bergamasco e più in generale italia-no. Finalmente non parliamo di crisi erecessione economica, ma di un ramo

dell'arte che ha sempre cavalcato l'investimento "alungo termine" come proprio cavallo di battaglia.

Gian Luca Andreotti

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Esattamente quello che ricercano ora gliinvestitori, scottati dalla bolla immobilia-re e dalla fragile Borsa internazionale. Eproprio nella nostra città abbiamo avutole prime conferme di questa tendenza.Parliamo della fiera di settore "BergamoAntiquaria", giunta alla sesta edizione,che ha aperto i battenti lo scorso 24 gen-naio. Ben ottanta espositori provenientida tutta Italia, ma soprattutto un volumedi visite superiore alle aspettative neiprimi giorni d'apertura. Un viaggio nellastoria che molti bergamaschi, ma ancheappassionati provenienti dal Nord Italia edall'estero, hanno deciso di percorrerenella speranza di poter trovare un'occa-sione vantaggiosa e preziosa. A suscita-re maggior interesse fra i visitatori è sta-to, in particolare, uno stand di prestigio esoprattutto cittadino. Ad onor del vero, molti erano i pezzid'arte esposti negli ottanta box presenti alla Fiera Nuova.Abbiamo però voluto restringere il cerchio attorno a due og-getti che, in definitiva, possono idealizzare la bellezza diquesta esposizione. Parliamo di G.L.A. Antichità, ma so-prattutto di Gian Luca Andreotti - uno dei più importanti erinomati antiquari su scala nazionale e internazionale - cheha esposto due vere e proprie "chicche" di raro valore: unaspilla ciondolo Cartier e una raffinata ribalta lombardarisalente al '700. "La prima - afferma -, è un gioiello in oro

del 1970. La sua particolarità è data dall'incastonatura diun'ametista naturale di circa 18 carati. Il suo contorno è co-stituito da smeraldi cabochon e brillanti che ne alternano lacromìa, dal viola al verde. Merita qualche parola la splendi-da pietra centrale, una semipreziosa con straordinario taglioa cuscino, vale a dire senza forme spigolose, che - oltre adarne un aspetto tondeggiante -, fa si che la spilla abbiaun'affascinante luminosità da luce riflessa. Inoltre, non di-mentichiamoci che parliamo di un gioiello Cartier - di produ-zione londinese -, garanzia di massima qualità e design: per-

fette proporzioni delle forme, va-lorizzate anche dalla stella doratache fa da contorno al gioiello".Come dicevamo, però, questoprezioso non era l'unico protago-nista. L'esperienza pluridecenna-le di Andreotti, ha permesso diportare in Fiera anche un pezzo di

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Ribalta Lombarda:lo scarabattolo a incastro

All'interno dello standdi Gian Luca Andreotti,viaggio fra le meravi-glie dell'ingegno uma-no: una ribalta con intarsi in avorio e unaspilla ciondolo di Cartier

Ribalta Lombarda:l’intarsio in avorio della calatoia

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raro prestigio. "Passando ai mobili - continua Gianluca An-dreotti -, ho l'onore di mostrare una ribalta lombarda collo-cabile a metà del '700, interamente realizzata in radica dinoce. La sua particolarità è lo scarabattolo interno - arric-chito anche da una cassettiera frontale -, le cui componentisono legate al mobile esclusivamente con un magistrale in-castro, quindi privo di qualsiasi viteo foro. Essendo dunque di "primapatina", la ribalta non ha subìto al-cuna ristrutturazione, mantenendonel tempo la qualità e le perfetteproporzioni che la contraddistinguo-no. Parlando invece della prove-nienza, quest'ultima viene fatta ri-salire al territorio bresciano princi-palmente per un motivo. Nel rosonecentrale della calatoia è presenteun prezioso intarsio in avorio. Oltread essere inciso, invece che pittura-to - peculiarità che ne fa alzare laclasse e il valore -, il prezioso dise-gno raffigura il castello di Brescia,accompagnato dal patrono SanGiorgio. La preziosa ribalta è poi ap-prodata sul suolo bergamasco gra-zie ad una dote, quella che ha san-

cito il matrimonio tra un nobile bresciano che la posse-deva e una nostra gentildonna di Bergamo". Si scopronodunque i primi segreti di questo affascinante mondo.Oggetti carichi di tradizione e storia, giustamente espo-sti per il piacere degli acquirenti o dei semplici visitato-ri. Proprio questo è il valore aggiunto di una qualsiasimostra, aver la capacita di mettere in gioco artisti, og-getti d'arte, antiquari e oggetti antichi. Filosofia sposatain toto da Gian Luca Andreotti, che vede in questo parti-colare tipo d'evento il giusto compromesso tra visibilitàe alta qualità dell'esposizione. "Sono ormai diversi anniche ho deciso d'aderire a queste iniziative. Mi muoveprincipalmente un concetto, o meglio, una visione. Re-stando in negozio, osservavo degli oggetti fermi, statici,adatti soltanto ad un particolare tipo di clientela. Ora, in-vece, ho la necessità di portare la mia passione in giroper tutto il territorio nazionale e internazionale, dando lapossibilità a queste storiche meraviglie di avere l'atten-zione che meritano. Molti infatti, erroneamente pensanoche l'arredo antico non possa essere adatto alla moder-na tecnologia delle nostre abitazioni. Niente di più sba-gliato. Proprio trovando il giusto equilibrio tra i due fat-tori, si riesce a caratterizzare un ambiente con classe egusto. Naturalmente la scintilla che può scattare nellamente dell'acquirente non è data dal design, ma piutto-sto da una semplice attrazione, dal desiderio di posse-dere un oggetto che racconta la storia della nostra civil-

tà. Proprio in questa fase entra in campo la nostra cono-scenza e tradizione. Il ruolo dell'antiquario vero non è datodalla semplice vendita, ma - al contrario - dalla possibilità didonare al cliente finale un'emotività del consumo, in mododa tramandare, nel tempo, la tradizione e la storia di unaqualsiasi opera antica".

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Spilla ciondolo Cartiercon ametista naturale, smeraldi cabochon e brillanti

Lo stand della G.L.A. Antichità di Gian Luca Andreotti, nel corso dell’inaugurazione con Roberto Bruni e l’organizzatore Sergio Radici

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Aperta dal 24 gennaio al 1 febbraio, Bergamo Antiqua-ria ha ospitato 80 espositori, provenienti da diverseregioni d'Italia. Organizzata dalla Media Consulter diSergio Radici, la mostra - con sede al nuovo PoloFieristico di Bergamo - ha vantato un'affluenza supe-

riore ai 15 mila visitatori della precedente edizione, oltre che unasuperficie espositiva di 7.500 mq. Attraverso l'alta qualità delleopere antiquarie, proposte dalle gallerie d'arte accuratamente se-lezionate, il suo successo ha creato - nel corso degli anni - un per-corso storico artistico innovativo. Muovendosi da Bergamo, il trài-no commerciale ha coinvolto tutte quelle realtà italiane il cui mer-cato antiquario risulta essere particolarmente fiorente. Parliamo diBrescia, Milano, Firenze, Roma, Bari e Napoli, solo per citarne al-cune. Mostra antiquaria e, al contempo, fulcro culturale dei segre-ti che si celano dietro un oggetto d'arte. Un modo per conoscere ilmercato e studiarlo, approfondendone i propri tratti peculiari. Nonè un caso, infatti, se tra le ricorrenze di quest'anno - il 29 gennaioscorso -, si è tenuta la terza edizione di "Segreti svelati", un'inte-ressante conferenza rivolta a curiosità, segreti e leggende nel mon-do dell'antiquariato. Per l'occasione hanno svolto il ruolo di relato-ri tre importanti antiquari impegnati in altrettanti settori. CarloTeardo ha dato spunti di riflessione interessanti in merito all'artee tradizione russa tra il XIII e il XIX secolo. Giuliana Gardelli hainvece parlato delle maioliche italiane, introducendo alcune curio-

sità tra Medioevo e Rinascimento. Infine, Francesco Previtali,ha approfondito la seconda parte del '900, introducendo le originidel moderno stile Art Dèco. Questa è l'ennesima dimostrazione diquanto sia poliedrica l'offerta del "Gruppo Provinciale Mercantid'Arte Antica" di Bergamo, di cui proprio Gian Luca Andreotti èstato fondatore e tutt'ora promotore. Perché vendere mobili - ogioielli - antichi non significa essere solo un commerciante d'altolivello. Ma anche portavoce della storia e della cultura delle varieepoche che l'umanità ha attraversato. Insomma, una vera commi-stione fra "docente" e "imprenditore".

Ben ottanta espositori e un'offerta variegata di proposte

Da segnalare anche la terza edizione di "Segreti svelati", un'interessante

conferenza rivolta a curiosità, segreti e leggende nel mondo dell'antiquariato

Boom di visite per la sesta edizione della kermesse

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Era da tempo che la nostra città non veni-va ricoperta da un significativo manto in-nevato, fiocchi di neve caduti dal cielo perregalare uno spettacolo indimenticabile agrandi e bambini. A gennaio Bergamo e

provincia - come del resto l'intero Nord Italia -, sisono trasformate in una ideale pista da sci, un vir-tuale gemellaggio con le migliori località "in" delTrentino: Madonna di Campiglio docet. Ma proprioin queste condizioni, quando il paesaggio attorno anoi inizia ad imbiancarsi, il termine caos legato altraffico e alla difficoltà di circolare per le straderendono impossibile la vita degli automobilisti.Gomme da neve, catene, ghiaccio, sale… Parole

dure, che stridono con la bellezza e il candore del-la neve. Qual è la soluzione? Semplice, dotarsi diun'auto 4WD. Tradotto: di una "quattro per quat-tro", come amiamo chiamarla in Italia. Che model-lo? Noi, per questo servizio, abbiamo voluto testa-re la X5 xDrive 35d grazie alla complicità di BMWLario Bergauto. Maestosa bellezza tecnica - esal-tata ulteriormente dal pacchetto Sport, presentesul modello svelato in queste pagine -, accostata alpaesaggio innevato delle colline di Scanzorosciatee Negrone. Il risultato? Scopriamolo insieme.

XDRIVE E SICUREZZA - La prima sensazione,appena si è a bordo del gioiello bavarese, è di pu-

Motore:il motore, dotato di basamento in alluminio e sistemad'iniezione common railcon iniettori piezoelettrici, è in gradodi erogare 286 Cv a 4.400 giri/min ma, soprattutto, 59,1 kgm di coppia sin da 1.750 giri

Prova su stradaArticolo di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

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Complice il panorama innevato delle collinedi Scanzorosciate, abbiamo testato per voi

il sistema xDrive del Suv bavarese 35d,maestosa bellezza tecnica incastonata

fra vigneti e ghiaccio

ra sicurezza. Sia nei tratti collinari innevati sia inquelli più estremi complici il ghiaccio, il controllodel mezzo è decisamente aumentato. Il sistema ditrazione integrale intelligente a comando elettro-nico xDrive, presente su tutta la gamma BMW,permette di avere maggiore controllo e precisionenelle traiettorie. La fisica insegna che - più sottilisono i pneumatici e migliore è l'aderenza sulla ne-ve -, ma la X5 diventa mansueta a discapito delledimensioni e del peso di gomme e scocca. Il si-stema di trazione integrale intelligente, del resto,migliora proprio sui fondi stradali non asfaltati edi scarsa aderenza sia la trazione che la dinamicadi guida. Un grosso contributo, ovviamente, lo dà

il sistema DSC, valido amico per la guida sicura eattiva in Inverno. Le funzioni di base, infatti, com-prendono l'antibloccaggio (ABS), il controllo auto-matico di stabilità (ASC), il controllo di stabilitàdel rimorchio, l'assistente di discesa Hill DescentControl (HDC) e il controllo dinamico dei freni(DBC) che massimizza - quando viene richiestauna decelerazione particolarmente veloce - lapressione dei dischi, così come l'assistente di fre-nata in curva Cornering Brake Control (CBC). Que-st'ultimo previene, in caso di frenate leggere incurva, l'indesiderata tendenza a chiudere dellavettura. Infine, grazie al blocco elettronico del dif-ferenziale Automatic Differential Brake (ADB) vie-

BMW X5, quando la neve

è candido divertimento

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Controllo:ciò che convince

maggiormente del propulsore è la prontezzadi risposta ai bassi regimi

che, in abbinamento al citato sistema xDrive

"evoluto", permette alla X5 di brillare

nel misto "fiondandosi" da una curva all'altra

senza scomporsi

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ne realizzata una funzione di bloccaggio trasversale che frenaautomaticamente la ruota che tende a slittare, quando c'è scar-sità d'aderenza come su ghiaccio e neve fresca. Fra l'altro la X5è dotata pure dell'Active Steering, un sistema che contribuisceattivamente a stabilizzare il veicolo in condizioni di stress dina-mico. Ad esempio, quando si frena con le ruote su terreni scon-nessi o privi d'aderenza, un impulso di controsterzo mirato pre-viene lo sbandamento del veicolo. Insomma, in montagna si puòandare sicuri e senza pensieri.

MOTORE E CONTROLLO - Anche perché sotto il cofano c'è un"mostro" alquanto performante. Ciò che convince maggiormen-te del propulsore, infatti, è la prontezza di risposta ai bassi regi-mi che, in abbinamento al citato sistema xDrive "evoluto", per-

mette alla X5 di brillare nel misto "fiondandosi" da una curvaall'altra e recuperando in uscita quanto perso in entrata a cau-sa del peso prossimo a 22 quintali. Tale parametro invita, in-fatti, ad adottare uno stile di guida pulito, ritmato, basato sufrenate anticipate e inserimenti progressivi seguiti da vee-menti uscite di curva, favorite inoltre dal limitato interventodell'elettronica, la cui soglia d'attivazione garantisce unamaggiore libertà d'azione. Quanto ai numeri in stile BMW sipuò stare tranquilli. Il motore, dotato di basamento in allumi-nio e sistema d'iniezione common rail con iniettori piezoelet-trici, è in grado di erogare 286 Cv a 4.400 giri/min ma, so-prattutto, 59,1 kgm di coppia sin da 1.750 giri. Il tutto grazieall'azione combinata di una turbina più piccola, che lavora aibassi regimi al fine di contenere il turbo lag, e di un'unità di

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xDrive:il sistema di trazione integrale

intelligente migliora, proprio sui fondi stradali

non asfaltati e di scarsa aderenza, sia la trazione che la dinamica di guida. Un grosso contributo,

ovviamente, lo dà il sistema DSC, valido amico per la guida sicura

e attiva in Inverno

BMW X5 xDrive 35d

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Lario BergautoVia Campagnola, 50

Tel. 035 4212211 - Bergamowww.lariobergauto.bmw.it

maggiori dimensioni che entra in funzione al crescere del regime di rotazione,garantendo così un superiore afflusso d'aria e, conseguentemente, un incre-mento della potenza. Come ormai da tradizione BMW, anche questo propulsorebeneficia del programma EfficientDynamics per la riduzione di consumi ed emis-sioni inquinanti. Quanto al comfort di viaggio, è garantito dal cambio automati-co-sequenziale a sei rapporti. Una tecnologia capace di cambiare in tempi estre-mamente brevi, con la massima precisione ed efficienza. Attraverso un conver-titore di coppia nuovo e un software particolarmente potente, i tempi di reazio-ne e di passaggio di marcia sono stati ridotti - rispetto ai cambi automatici tra-dizionali - fino al 50 percento. Consentendo così di viaggiare in modo conforte-vole e rilassato a bassi regimi, limitando il consumo di carburante.

INTERNI E COMFORT - Dulcis in fundo gli allestimenti, dove c'è poco da pre-sentare: tutti conoscono lo stile eccelso di casa BMW. Quello che ci ha colpito,però, è posto dietro al volante della nuova X5. Creato per gestire un'automobilepotente, dinamica e versatile. La postazione di guida elevata e la configurazio-ne della plancia rivolta al guidatore, infatti, garantiscono un controllo totale delveicolo. Un dettaglio non indifferente quando nevica o, in montagna, si procedecon visibilità ridotta o resa difficile dai fiocchi. Inoltre, nella zona di comfort - in-serita centralmente - tutte le funzioni e visualizzazioni sono accessibili e leggi-bili comodamente anche per il passeggero anteriore. Nel campo visivo diretto diguidatore e passeggero si trovano il Control Display del sistema di comando iDri-ve, montato sul portastrumenti all'altezza della strumentazione tonda. La sua li-nea slanciata e l'inserimento armonico nei pannelli interni delle porte conferiscealla plancia un'immagine di potenza ed eleganza. Insieme al supporto della con-sole centrale che sparisce verso il basso, desta l'impressione di essere sospesanel vuoto. L'ulteriore conferma dell'elevata flessibilità è costituita dall'opzione diintegrare una terza fila di sedili. Dietro il portellone posteriore bipartito restasempre a disposizione un generoso bagagliaio la cui capienza è di 620 litri nel-la versione a cinque posti, aumentando di 100 litri rispetto a quella da 7/8 pas-seggeri. Nei veicoli senza terza fila di sedili, una vasca supplementare sotto ilpiano del bagagliaio offre un volume di 90 litri. Ribaltando completamente il di-vanetto posteriore il volume di carico aumenta a 1.750 litri.

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Sicurezza:davvero al top del segmento, come l'allestimentoDi base include la bellezza di 9 airbag(due sono per la testadei passeggeri posteriorie altrettanti per le gambe),l'ABS, il controllo elettronico della stabilità e della frenata

"Niente è più sexy dell'in-telligenza", recita così lospot dell'ultima stella delfirmamento Toyota. E di"cervello", gli ingegneri

di Nagoya, ne hanno usato per ottenere unsimile risultato. Parliamo della baby iQ, pro-vata per voi in anteprima grazie alla gentilecollaborazione della concessionaria ToyotaSarco di Curno e Treviglio. La location? De-cisamente adatta al modello testato: glistretti vicoli del centro storico di Treviolo,passando prima dalle "viuzze" pittoresche diLonguelo "vecchia". Proprio in questi ridot-

tissimi spazi la iQ ha mostrato tutta la sua capar-bietà sull'asfalto. Dinamia allo stato puro, propriocome dev'essere una regina da città.

DESIGN - Vedendola dall'esterno non si di-rebbe, ma la nuova piccola di casa Toyota èdavvero spaziosa. Dna da city-car, che nonlascia nulla al caso. Certo, può piacere omeno. Ma nessuno potrà definirla banale. Acominciare dalle proporzioni ultra compatte,dettate dalla lunghezza del corpo pari a2.985 mm. Le linee moderne della carrozze-ria sono a tratti semplici e a tratti movimen-tate, conferendo all'insieme un senso di ro-

Abbiamo provato in esclusiva la baby di casa Toyota grazie alla concessionaria Sarco:la iQ. Un modello che, appena nato, vanta già un primato mondiale: in meno di 3 metri di lunghezza può trasportare ben 4 persone

AnteprimaArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

Piccola e bella

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Motore:per ora c’è

un unico propulsore,il moderno 3 cilindri a benzina di un litro

da 68 CV. Disponibile con cambio automatico

a variazione continua Multidrive, ma c'è

la possibilità di richiedere il classico manuale

a 5 rapporti

bustezza. L'abitacolo, altrettanto moderno,colpisce per l'essenzialità: su tutto dominauna plancia a "V" che raccoglie al centro glistrumenti per il climatizzatore, lo schermodel navigatore satellitare (optional) o il dis-play dell'autoradio. Tutto il resto dellastrumentazione è riassunta in un joy-sticksul volante, tipica tecnologia made in Japan.

MICROCOSMO - City-car, dicevamo, pratica-mente un'auto pensata per l'impiego nel traffi-co cittadino. Un modello che, appena nato,vanta già un primato mondiale: in meno di 3metri di lunghezza, infatti, può trasportare ben

4 persone. Impossibile? Assolutamente no, an-che se gli studi tecnici sono stati lunghi e dif-ficoltosi. Gli ingegneri giapponesi, infatti, dal2003 hanno iniziato a sviluppare questo "impo-nente" progetto. Alla base c'è una piattaformacreata ad hoc, a cui sono state applicate unaserie di soluzioni ingegneristiche estremamen-te innovative e che rispondono in coro ad un'u-nica esigenza: miniaturizzare i componenti, perguadagnare spazio da destinare all'abitacolo.Così, ad esempio, è stato avanzato il differen-ziale davanti al motore, il che ha permesso diridurre di 120 mm la distanza tra l'estremitàdel paraurti ed il pedale dell'acceleratore. An-

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Toyota iQcora, è stata adottata una particolare scatola di guida che riduce lo spazio oc-cupato dal vano motore, e che ha consentito di ridurre al minimo gli sbalzi an-teriori. Particolare anche il serbatoio di carburante, di dimensioni ultrasottili(120 mm di altezza), che è stato posizionato sottoscocca anziché sotto ai sedi-li. Questa soluzione permette di spostare in avanti le ruote posteriori e d'incli-nare all'indietro gli ammortizzatori per non "invadere" spazio nell'abitacolo.Altre "chicche" sono i sedili con schienali ultrasottili, il sistema di clima-tizzazione compatto - l'impianto occupa il 20% di spazio in meno - e il cru-scotto di bordo asimmetrico, che consente di guadagnare 130 mm extra.

VERO O FALSO? - La domanda può sorgere spontanea: va bene che è omo-logata per trasportare 4 persone, ma ci stanno davvero tutti insieme? Dopoaverla provata per Bergamo, la nostra risposta è "si". Ovvio, non si può pre-tendere un'abitabilità da berlina d'alto rango, ma per tratti brevi la spazio-sità della iQ vi stupirà. Tutto si basa sulla modularità degli interni: due per-sone adulte, in termini di spazio, non hanno nulla da invidiare ai passegge-ri di un'auto di classe superiore. Se bisogna trasportare una terza persona- anche adulta -, è sufficiente tirare avanti il sedile del passeggero, spar-tendo equamente lo spazio a disposizione per le gambe. Il trasporto di unaquarta persona, invece, è cosa fatta se il guidatore accetta un piccolo sa-crificio di spazio. Considerando - come detto - che il gioiellino di casa To-yota è adatto all'uso urbano, ecco svelato il trucco. Ovviamente se i sedi-li sono sfruttati, il bagagliaio non esiste: Toyota dichiara 38 litri. Il discor-so cambia se non si deve trasportare nessuno: ripiegando i sedili, la ca-pacità di carico sale a 238 litri. L'iQ è stata pensata proprio in questi ter-mini: il proprietario può scegliere in qualsiasi momento se e quanto spazioallocare ai passeggeri o ai bagagli. I sedili posteriori sono peraltro sdoppia-ti al 50 %, il che consente anche di viaggiare in 3 con qualche bagaglio.

ALLESTIMENTO - La dotazione di sicurezza è al top del segmento: di baseinclude la bellezza di 9 airbag (due sono per la testa dei passeggeri posteriorie altrettanti per le gambe), l'ABS, il controllo elettronico della stabilità e del-la frenata. E poi ci sono i cerchi in lega da 15 pollici, la vernice metallizzata(bianca o nera), gli alzacristalli elettrici, il climatizzatore manuale, l'auto-radio con lettore CD e il volante in pelle. Chi non si accontenta può richie-dere, come optional, un "pacchetto" che arricchisce l'iQ del climatizzatoreautomatico e di altri accessori come il sistema Smart Entry - per entrarenell'auto senza utilizzare la chiave -, i retrovisori elettrici (riscaldabili e ri-piegabili elettricamente), i fari bi-alogeni e ancora i cerchi in lega con rifi-nitura lucida. Da pagare a parte rimane solo il navigatore satellitare. La ga-ranzia di serie, inoltre, è quella canonica di 3 anni o 100 mila chilometri.

MOTORE - Infine la motorizzazione, per ora unica. Si tratta del moderno 3 ci-lindri a benzina di un litro da 68 CV, abbinato di serie ad un cambio automati-co a variazione continua Multidrive. Per coloro che non riescono a rinunciareal pedale della frizione - in Italia sono ancora tanti - è comunque disponibile,senza sovrapprezzo, un cambio manuale a 5 rapporti. Il favorevole rapporto pe-so/potenza, rende questo propulsore brioso ed estremamente parco nei con-sumi: la Casa dichiara 4,7/3,9/4,3 litri ogni 100 km rispettivamente nel ciclourbano, extraurbano e combinato (5,7/4,1/4,7 per la versione Multidrive).Contenute sono anche le emissioni di CO2 pari a 99 grammi al chilometro.Dulcis in fundo le prestazioni: 150 km/h di velocità massima e 14,7 secon-di per accelerare da 0 a 100 km/h (15,5 secondi per la versione Multidrive).

SARCOVia Bergamo, 15 - Curno (BG)

Telefono: 035 460632 Fax: 035 463023

Via Bergamo, 128 - Treviglio (BG)Telefono: 0363 309982

www.sarco.toyota.it

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Nepios, al Donizetti una parata di stelle

Uno spettacolo con i numeridi un grande evento: sonostati oltre 250 gli artisti chesi sono esibiti in quattro an-ni di manifestazione. "E tutti

venuti con spirito solidale", ha commen-tato Pippo Baudo, affiancato per la se-rata, dalla splendida ed elegante LuisaCorna. Stiamo parlando del Gran GalàNepios, che ha visto - l'8 gennaio scorso-, una parata di ospiti importanti, unitidalla voglia di fare del bene. Dal 2001 si-

no al 2008 sono stati oltre 750 mila glieuro raccolti per sostenere i progetti atutela dei bambini e delle famiglie pro-mossi da Nepios. La presidente TulliaVecchi si è prefissa un obiettivo: "Vo-gliamo raggiungere un milione di euroentro il 2011, vale a dire durante il quin-to Gran Galà e decimo anniversario".Con il ricavato di questa edizione si sonosostenuti due grandi progetti: il primo,per gli Ospedali Riuniti di Bergamo, con-sentirà l'assunzione di operatori specia-

lizzati da affiancare al personale del re-parto di Neuropsichiatria Infantile. Ini-ziata nel 2005, l'iniziativa si prefigge siad'individuare problemi nello svilupponeuropsichiatrico del bambino nato pri-ma dei 9 mesi, sia di tenerne monitoratala crescita per ridurre il livello di disabi-lità e di disturbi psichici successivi. Il se-condo, per la prevenzione al disagio psi-chico di bambini e adolescenti in condi-zioni socio-familiari di pregiudizio, è atti-vo al Centro Famiglia di Longuelo dal

La serataFoto di Laura Pietra

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Tanti gli ospiti per la serata di gala presentata da Pippo Baudo e Luisa Corna, mattatori della kermesse Nick The Nightfly e Al Bano, oltre alle note jazz di numerosi importanti artisti come Sarah JaneMorris e la giovane soprano lirico Elena Bertocchi

2003. Nepios, in convenzione con Comu-ne, Provincia, Asl e Diocesi di Bergamo,ha deciso di promuoverlo per arginare ilfenomeno della trascuratezza, del mal-trattamento fisico e psicologico e dell'a-buso sessuale nei confronti dell'infanzia.Tra gli habituè della kermesse solidale,spetta a Nick The Nightfly il compito

di servire l'antipasto della serata. "TheDevil", titolo dell'omonimo cd uscito adottobre, ha rotto il ghiaccio, complici an-che gli stravaganti occhiali e i mitici pan-taloni a quadri, richiamo della terra nati-va scozzese. Affiancato da altri ospitiappartenenti a varie sfere dello spetta-colo e della musica, il sipario rosso del

teatro Donizetti si è aperto a ritmo diswing. La Montecarlo Nights Orchestra,diretta da Gabriele Comeglio - al pia-no Claudio Angeleri -, ha così dato ilvia al quarto Gran Galà della solidarietàNepios. A seguire, gli ospiti hanno potu-to deliziare i loro sensi. La vista è statasollecitata dallo scivolare di piccoli pas-

La serata

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si di danza. L'udito èstato allietato dalla calda

voce dello scozzese. Non solo ilsuo singolo d'apertura, ma anche un

pregevole duetto con la rossa irlandeseSarah Jane Morris ha arricchito losplendido menù musicale offerto. Il con-nubio suadente del duo si è poi trasfor-mato in brivido, grazie alla versioneswing di "Can't buy me love" , omaggioagli intramontabili Beatles. Ed ecco arri-vare la tradizione della musica italiana.La giovane soprano lirico Elena Ber-tocchi, accompagnata dal pianista Sa-muele Pala e dal violinista Ettore Be-gnis, si è esibita in "Tu che m'hai presoil cuor", canzone che - dagli stessi pre-

sentatori -, è stata dedicata a Tullia Vec-chi. Rossella Marcone ha, invece, in-terpretato "Io che non vivo senza te", inrisposta e ringraziamento alla standingovation dedicatale dal pubblico. Si sonopoi succedute altre straordinarie inter-preti femminili: Paola Folli con "Angelof the Night", Simona Bencini con"Notte a sorpresa", Paola Milzani con"Il silenzio". Inoltre, assieme alla musi-ca, è sceso sul palco un flash di comici-tà, regalato dai mitici attori di Zelig. Il fi-losofo metropolitano Giancarlo Kala-brugovic, il postino Bruce Ketta e ilblob audio di Niba, hanno trasformatoin sorriso le forti emozioni musicali. Lospettacolo, tra comicità e divertimento,

è proseguito sino a mezzanotte, riser-vando - per la gioia dei presenti -, unagrande sorpresa finale. Sotto lo sguardodi Roby Facchinetti - attento direttoreartistico che, nel corso della serata, nonha mancato di duettare con alcuni arti-sti -, ha fatto il suo ingresso in scena ilgrande Al Bano. I suoi tre cavalli di bat-taglia - "Il mio concerto", "Ave Maria","Felicità" -, si sono perfettamente inse-riti fra le note calde ed emozionanti deljazz. Ancora una volta dunque, la musi-ca dei cuori bergamaschi si è unita incoro. Con questa unione d'intenti la pre-sidente Tullia Vecchia può stare tran-quilla, il suo obiettivo - fissato al 2011 -, sembra ancora più vicino.

La serata

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L'eventoFoto di Giorgio Chiesa

Bergamo solidale

Non solo a Natale siamotutti più buoni. E' questa lafilosofia trasmessa dalComitato in memoria diLuigi e Fabiano Tasset-

ti, costituito per volontà del figlio e fra-tello Duilio. Dalle parole alle azioniconcrete è invece lo spirito che ha ani-mato - il 16 gennaio scorso -, la grande

cena di gala tenutasi all'ottavo pianodel San Marco Hotel - ospiti dell'ele-gante Roof Garden Restaurant -, orga-nizzata a favore delle famiglie berga-masche in particolari situazioni di diffi-coltà economiche. "E' stata una serataindimenticabile - afferma Duilio Tas-setti -, non mi sarei mai aspettato unapartecipazione così rilevante, tanto che

la cifra raccolta mi ha stupito: ben 23mila euro. Uno spirito solidale chenon ha mancato di commuovere alcuniospiti, facendoci riflettere su quantobasti poco per compiere una buonaazione, e su quanto l'unione d'intentipossa fare la forza della solidarietà. Inquesto periodo difficile per l'economianel suo complesso, è importante dimo-

Un'associazione voluta fortemente da Marino Lazzarini e Duilio Tassetti. Raccolti ben 23 mila euro,

grazie alla generosità degli ospiti presenti: imprenditori, politici e sportivi bergamaschi

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Il "Comitato in memoria di Luigi e Fabiano Tassetti" ha fatto il suo esordio al Roof Garden dell'Hotel San Marco,

organizzando una cena con asta benefica a favore delle famiglie bergamasche in difficoltà

La serata

strare - alle persone in difficoltà - chenon sono sole, in quanto esistono an-cora valori in cui credere. Uno di questiè sicuramente la fratellanza. Penso - espero -, che sia il modo migliore per

onorare la memoria di mio padre, unuomo di grande fede e generosità".Una serie di ospiti prestigiosi sono sta-ti felici di partecipare, dando il loro im-portante contributo economico e d'im-

magine. Le finalità all'insegna della so-lidarietà - mai perse di vista nel corsodella kermesse -, sono state così ri-spettate, grazie alle generose donazio-ni di personaggi appartenenti a diversi

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settori dell'imprenditoria, dello sport,dello spettacolo e della politica ber-gamasca. Con la collaborazione del-l'amico Marino Lazzarini - noto im-prenditore nel campo dolciario di Ber-gamo -, la serata si è svolta in un cli-ma accogliente e conviviale, complicii buoni intenti e l'ambientazione moz-zafiato offerta dal panorama di cittàAlta. "E' stato un onore - afferma Laz-zarini -, aver avuto così tante persona-lità prestigiose, tutte riunite in un'uni-ca serata. Mi ha emozionato il finecomune che ci ha uniti, fare del bene.Lo scopo fondamentale è stato passa-re dei piacevoli momenti in compa-

gnia di amici pronti a mettere mano alcuore e - passatemi il termine -, alportafoglio. Per tutti questi motivi misento ancora di ringraziare l'AtalantaCalcio - presente anche attraverso ilsuo a.d. Isidoro Fratus -, e tutte lepersonalità del mondo dello spettaco-lo che non sono volute mancare: mi ri-ferisco, in particolare, alle due vocistoriche - separate dai rispettivi setto-ri d'appartenenza -, di Roberto Fac-chinetti e Bruno Pizzul". Tra unaportata e l'altra, si sono così succedu-te le proposte dell'asta benefica, cheha visto in palio alcune chicche dacollezionisti. Non hanno mancato di

dare il loro contributo tutti i calciatoridell'Atalanta - rappresentati da Ser-gio Floccari, Thomas Manfredini edal mister Luigi Del Neri -, autogra-fando non solo alcune maglie messein palio (quelle di Talamonti, Vieri, Do-ni, Stromberg, Manfredini, Floccari),ma anche il pallone originale Nikedella stagione 2008/2009. Coinvol-genti poi, sono state le simpatiche ga-re - a colpi di rilancio -, per superarele offerte di altre due casacche di pre-stigio, quelle di Cassano e di Nedved.Un elemento d'agonismo a fini pura-mente nobili e solidali. Dal calcio alciclismo. Un imbarazzato Paolo Savol-

La serata

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delli si è improvvisato conduttoredella serata per qualche minuto - af-fiancando l'elegante e raffinata Simona Befani e il redattore responsabile di Bergamo EconomiaLuca Bilotta -, cercando d'incentiva-re le offerte non solo per le compa-gne di viaggio di tante vittorie - ci ri-feriamo naturalmente alle due bici-clette Colnago in asta -, ma ancheper l'anteprima della maglia rosa delcentenario, firmata da Dolce&Gabba-na e dall'autografo dello stesso atle-ta. Per completare l'offerta, la magliadel campione del mondo AlessandroBallan e quella di Damiano Cunego,

sono state battute a prezzi notevoli,complici ancora le generose offerte deipresenti. Ciliegina sulla torta le tenutedel neonato team russo Katusha e lescarpe da golf "Du Mark" di Marco Ra-dici. In formissima anche il mitico Ro-berto "Roby" Facchinetti, che - oltre adessere premiato con una targa rappre-sentativa insieme al direttore dell' "Ecodi Bergamo", Ettore Ongis -, ha im-provvisato un piccolo concerto con al-cuni ospiti presenti in sala, deliziando -con la sua voce -, la fase finale dellaserata. Come corollario infine, l'inter-vento del presidente della provincia diBergamo, Valerio Bettoni - presente

all'evento insieme all'assessore dellaProvincia, Marcello Moro - ha sotto-lineato i sentiti ringraziamenti a tutti ipresenti per la generosa partecipazio-ne, che ha messo in risalto - se ancorace ne fosse bisogno -, la sensibilità aiproblemi sociali della nostra cittadina.Infine una nota importante: il Comitatoha aperto un conto corrente allaBanca di Bergamo ( codice IbanIT9800303111100001571126805), in-testato a Comitato in memoria diLuigi e Fabiano Tassetti. Chi voles-se effettuare una donazione, devericordarsi la causale: "Sostegnoprogetto famiglie in difficoltà".

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Una cena per scambiarsi gli auguri delle festività appena con-cluse ed iniziare il 2009 con i migliori propositi professionali.Questi semplici intenti hanno animato la kermesse organizza-ta dalla Gabriele Belotti S.r.l., società bergamasca impegnatada cinquant'anni nella realizzazione d'impianti elettrici indu-striali, lo scorso fine dicembre. Dipendenti, fornitori, collabo-ratori e amici sono stati invitati per trascorrere - insieme almanagement -, il preludio alle innevate festività natalizie. Lapresentazione del nuovo consorzio d'imprese CDF - costruttoridi fatti -, ha fatto da perfetto corollario all'annuncio dell'omo-nimo fondatore che, proprio con la fine del 2008, ha salutato i

presenti con un brindisi prima di cedere il passo alle nuove ge-nerazioni. Gabriele Belotti, infatti, resterà come presidenteonorario della società, che d'ora in poi sarà guidata totalmen-te da Claudio Perego - già direttore commerciale dell'azienda- ed Emanuele Vanotti, direttore operativo. E' stato anche sa-lutato l'ingresso di Francesco Brugali, il nuovo elemento dellacompagine societaria rinnovata. Si chiude così uno storico ca-pitolo industriale bergamasco, ma si aprono nuovi scenari al-trettanto importanti. Il tutto per rendere ancora più pregevolela cinquantennale storia della Gabriele Belotti S.r.l., con un oc-chio al passato e lo sguardo rivolto al futuro.

GGaabbrriieellee BBeelloottttii SS..rr..ll..,, nnuuoovvii pprrooggeettttii ddii rriinnnnoovvaammeennttoo cchhiiuuddoonnoo iill 22000088

Chi, dove e perchèFoto di Laura Pietra

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Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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IIddrraauulliiccaa CCaallzzaa,, cciinnqquuaanntt''aannnnii ddaa VViittttoorriiooDue grandi storie si sono incontrate domenica 18 gennaio.Da una parte la classe e la professionalità del ristorante"Da Vittorio" di Brusaporto - due stelle Michelin da oltredieci anni -, dall'altra la festa per un compleanno speciale,quello che ha visto Idraulica Calza compiere cinquant'anni.Una serata passata tra le delizie dei piatti a base di pescee la calda atmosfera dei numerosissimi invitati. Una gran-de famiglia - forse è questo il segreto per restare sulla cre-

sta dell'onda così a lungo -, costituita da dipendenti, clien-ti e amici tutti uniti da un unico fine: rendere il giustoomaggio alla grande tradizione artigiana dell'azienda diSeriate. Non sono mancati alcuni momenti commoventi.Grazie ad alcuni omaggi floreali e la consegna di una tar-ga "ad honorem", i collaboratori di fiducia sono riusciti astupire tutta la famiglia Calza, nella speranza che il pros-simo mezzo secolo sia sempre in crescendo.

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Nella notte tra il 22 e il 23 dicembre si è consumato il se-condo appuntamento giovanile del divertimento, con ilclassico "School Party Night" organizzato da Simone Giu-dici e Marco Fontana. Al Fluid di Orio al Serio, infatti, cen-tinaia di ragazzi festanti si sono salutati prima di godersile meritate vacanze natalizie. Per l'occasione - tra la mo-vida notturna -, si sono potuti ammirare i famosi caschiAiroh Helmets, divenuti un'istituzione fashion anche per i

meno adulti. Organizzata grazie a Lario Bergauto - presen-te con il marchio Mini, che ha regalato magliette rosse airagazzi nel corso della notte -, la serata è stata coloratadalle grandi teche - presenti anche all'interno della disco-teca -, dedicate agli ormai fashion e moderni "elmetti". Glioggetti del desiderio giovanile uniscono design e sicurez-za, portando l'esperienza dell'azienda bergamasca in pistaanche per la classe scooter.

CCaassccoo bbeenn aallllaacccciiaattoo ee lluuccii aacccceessee:: iinn ppiissttaasscceennddee AAiirroohh HHeellmmeettss

Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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Un'unione d'intenti in favore della beneficenza.Questo è stato lo spirito che ha animato, giovedì 29gennaio scorso, la serata organizzata dal RotaractClub Bergamo. L'elegante cornice offerta dal presti-gioso Hotel Excelsior San Marco è stata il contestoideale dello speciale connubio tra gli organizzatorie altri due club illustri. Stiamo parlando del RotarySarnico e Valle Cavallina, e del Rotaract Bergamo dicittà Alta. In particolare risalto anche lo sponsor, la

concessionaria BMW e MINI Lario Bergauto, cheper l'occasione ha esposto nella hall dell'albergo -evento mai accaduto prima -, la frizzante MINI Co-oper Clubman. A condire la serata - oltre al delizio-so buffet -, anche la presenza di numerosi ospiti eamici. Tutto questo per la soddisfazione del presi-dente Davide Giolo, che non ha mancato di ringra-ziare Lario Bergauto per l'appoggio da sempre dimo-strato alle nobili cause del club bergamasco.

Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

SSeerraattaa bbeenneeffiiccaa aallll''HHootteell SSaann MMaarrccooccoonn oossppiittee iilllluussttrree:: MMiinnii CClluubbmmaann

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