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Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

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PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI Dott.ssa Daniela Moroni Consulente CTS Cremona Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia Neuropsicologa Clinica
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Page 1: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI

Dott.ssa Daniela Moroni

Consulente CTS Cremona

Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia

Neuropsicologa Clinica

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BES

DIFFICOLTA MOTORIE

DIFFICOLTAEMOZIONALI

NON CONOSCENZA

DELLA CULTURA E

DELLA LINGUA ITALIANA

DIFFICOLTA NEUROPSICOLOGICHE

SVANTAGGIO SOCIALE E

CULTURALE

DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI

DSA

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“LA PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO RIGUARDA ANCHE LA SCUOLA”

Il bambino trascorre quasi 2/3 del suo tempo a scuola

Alcuni disturbi si rendono evidenti maggiormente a scuola

Altri hanno una rilevanza maggiore nella ricaduta sull’ambiente scolastico

Ogni intervento deve esser condiviso con la scuola, gli insegnanti devono esser supportati!

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RUOLO DEL CAREGIVER NELLO SVILUPPO INFANTILE

Altro significativo: - fonte di significati condivisi- possibilità di accedere a se stesso

Consapevolezza dell’attenzione su di sé

Modo di sentirsi, coscienza affettiva su di séDai legami affettivi primari emerge come ognuno di

noi si sente

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Dalla relazione prendono forma le modalità ricorrenti del nostro sentirci vivere

Con l’altro significativo il bambino fa esperienza di sé stesso IDENTITA’ PERSONALE

Primi legami si acquisiscono e si stabilizzano i tratti emozionali

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Differenti modi di emozionarsi

Differenti modi di percepirsi

Differenti modi di essere

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Tipi di sollecitazioni ricorrenti a cui il bambino è sottoposto determinano modalità differenti di interpretazione di se e del mondo

1. Interazioni che elicitano emozioni basiche, coinvolgimento emotivo viscerale Polarizzazione interna, messa a fuoco di stati emotivi interni

2. Interazioni che non determinano un riconoscimento ma strutturano un individualità mediata dalla partecipazione dell’ adulto. Prevede l’ancoraggio mediato su una fonte esterna, messa a fuoco di sè sull’alterità

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BAMBINI ANSIOSI

Perdita del supporto fisicoRumori forti ed improvvisi AltezzaPersone, oggetti e luoghi sconosciutiBuioAnimaliEventi naturaliMorteDai 4 ai 7 anni: 71 %Intorno ai 9 anni: 90%Dagli 11 anni: 70%

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Paura fisiologica o segnale di problema più strutturato? (Beidel, Alfano 2011)

- La paura manifestata è proporzionale alla difficoltà riscontrata?

- Può esser eliminata attraverso le spiegazioni e il ragionamento?

- La possibilità di regolare la paura è completamente al di fuori del controllo volontario del bambino?

- La paura permane immutata per un periodo di tempo relativamente lungo?

- La paura porta il bambino ad evitare la situazione?

- La paura è coerente con la sua età anagrafica?- La paura interferisce con il funzionamento

relazionale, sociale e scolastico?

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Tendenza a percepire emozioni corporee come ansia e paura.

Focus viscerale, sugli stati interni. Alterazione emotiva, percepita a livello corporeo. Segnale percepito come minaccia, pericolo, fragilità.

Tendenza ad anticipare le situazioni che potrebbero alterare l’emotività

Tendenza alla prevedibilità e al controllo Evitamento di situazioni attivanti

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I DISTURBI D’ANSIA SECONDO IL DSM IV-TR Disturbo di panico senza agorafobia,

caratterizzato da attacchi di panico inaspettati, riguardo ai quali vi è una preoccupazione persistente. Il disturbo con agorafobia è caratterizzato da attacchi di panico innescati da situazioni all’aria aperta.

Agorafobia senza attacchi di panico, è caratterizzata da sensazione di eccessivo fastidio manifeste in situazioni all’aperto senza i sintomi di attacco di panico.

Fobia specifica, è provocata da un ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o situazione temuti, che spesso determinano condotte di evitamento.

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Fobia Sociale, è provocata da un ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina condotte di evitamento

Disturbo Post da Traumatico da Stress, è caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell’arousal e da evitamento di stimoli associati al trauma.

Disturbo Acuto da Stress è caratterizzato da sintomi simili a quelli del Disturbo post Traumatico da Stress che si verificano immediatamente a seguito di un evento estremamente traumatico

Disturbo d’Ansia Generalizzato, è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessivi

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IL MECCANISMO DELL’ANSIA: MODELLO TRIPARTITO (LANG 1968) Aspetti somatici:Fatica a respirareSenso di svenimentoSensazione della bocca seccaDebolezza delle gambe svenimentoMani sudate Aspetti cognitiviTemi di vulnerabilità e pericoloProcessi attenzionali rivolti agli stimoli minacciosiRicordo selettivo di eventi paurosi e negativiCatastrofizzazione

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Interpretazione falsata, la tendenza ad associare la percezione di una potenziale minaccia a stimoli ambigui o neutri

Aspetti comportamentali:Comportamenti di evitamentoRituali

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LA STORIA DI ALESSIO

“ Alessio 7 anni, non vuole più allontanarsi dalla sua mamma, da qualche mese non va più agli allenamenti e non accetta di andare a giocare dagli amici. Si reca a scuola con il numero di telefono della mamma in tasca, teme di esser abbandonato. Mezz’ora prima della fine della scuola, Alessio scruta attentamente fuori dalla finestra, alla ricerca della sua mamma, teme che nessuno lo vada a prendere. La sua paura più grande è la morte, la morte della mamma e del papà. Evita di guardare Nemo e il Re Leone e tutto quello che possa riguardare il tema della morte”

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DISTURBO D’ANSIA DA SEPARAZIONE

Ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo ed eccessiva che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il soggetto è attaccato, come evidenziata da 3 dei seguenti punti:

- Malessere eccessivo e ricorrente quando avviene la separazione

- Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo la perdita dei personaggi di attaccamento

- Persistente ed eccessiva preoccupazione relativa alla possibilità che accada un evento spiacevole e imprevisto che comporti la separazione con le figure di attaccamento

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• Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone cui il soggetto è legato (FdA)

• Paura che esse vadano via e non ritornino• Preoccupazione che qualche evento possa separare

il b. dalle FdA• Riluttanza ad andare a scuola per la paura della

separazione• Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino una

Fda• Paura a stare solo durante il giorno senza una

delle FdA• Incubi ripetuti relativi alla separazione• Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di

separazione• Sofferenza intensa prima, durante e dopo la

separazione

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Durata di almeno 4 mesi Esordio prima dei 18 anni L’anomalia causa disagio clinicamente

significativo nell’ area sociale, scolastica e di altre importanti aeree di funzionamento

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Sofferenza intensa Ricerca continua Distrazione Comportamento “appiccicoso”

Quando la separazione viene forzata, due reazioni:- Rabbia o aggressività- Tristezza

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EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ

Disturbo poco stabile, Prognosi nel tempo :11% mantiene la diagnosi44% diagnosi di altro tipo45% remissione completa Predittivo di altri disturbi in età adulta.76% di correlazione con attacchi di panico o

depressione dell’età adulta ( Lewinsohn, Small 2008)

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Prevalenza: 3- 5% dai 7 ai 9 anni2,3% età adolescenziale

Diverse manifestazioni in base all’età

Comorbidità elevata:92% doppia diagnosi:Disturbo d’ansia, fobia scolareDisturbo depressivo

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ORIGINE

Tratti temperamentali e personologici (focus interno) e fattori ambientali

Figura di riferimento insicura, non riesce a farsi carico della paura del bambino

Comportamento genitoriale iperprotettivo, spesso maschera la difficoltà del genitore stesso a tollerare la solitudine e il distacco.

Limitato il comportamento esploratorio Disregolazione degli stati di paura o rabbia per

mantenere la relazione

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FATTORI SCATENANTI

Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale domestico

Malattia del b. o dell’FdADivorzio, separazioneCambiamento di residenzaIngresso a scuola o cambio di scuola

Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione)

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INTERVENTO..

Aiutare i bambini ad articolare e comunicare gli stati di paura

Normalizzare l’esperienza e le reazioni di paura e di ansia

Fornire al bambino un modello per fronteggiare le situazioni ansiose

Associare un personaggio eroico alla situazione temuta

Esporre gradualmente il bambino alla situazione temuta, rinforzando i piccoli progressi

Aiutare il bambino ad operare graduali trasformazioni dei suoi scenari immaginativi

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DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO Ansia e preoccupazione eccessive presenti la maggior

parte dei giorni per almeno 6 mesi Scarso controllo della preoccupazione Ansia e preoccupazione associate ad almeno 3 dei 6

sintomi seguenti1. Irrequietezza, sentirsi tesi2. Facile affatticabilità3. Difficoltà a concentrarsi, vuoti di memoria4. Irritabilità5. Tensione muscolareL’ansia causa disagio clinicamente significativo nell’

area sociale, scolastica e di altre importanti aeree di funzionamento

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Rimuginio, pensiero verbale di valenza negativaMancanza di aspetti immaginativi Inibizione di altri aspetti emotivi che non siano

l’ansiaRipetizione mentale continua dei vari aspetti di un

problema, insieme a previsioni catastrofichePensieri anticipatoriIpotesi di soluzione non risolutiva, i bambini a

differenza dell’adulto non rimugina sulla soluzioni

Preoccupazioni intense, frequenti e limitanti

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EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ

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ORIGINE

Aspetti neurobiologici negli adulti non confermati nei bambini

Aspetti temperamentali + variabili ambientali Modalità genitoriale ipercontrollante e

iperprotettiva

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TRATTAMENTO..

Permettere alla mente di tornare ad abitare il corpo

Identificare e distinguere le diverse reazioni fisiche all’ansia

Tecniche di autoregolazione, tecniche di rilassamento

Regolare le emozioni

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LA STORIA DI ERNESTO

“Ernesto, 12 anni, fin da piccolo non ha mai dato molta confidenza ai cani, non gli piacciono, dice di preferire i rettili. Nell’ultimo anno la paura si è intensificata, sente le gambe tremare, non riesce a far nulla come se fosse bloccato … Non raggiunge più casa della zia a piedi perchè sulla via c’è un cane NEL GIARDINO di una villetta che abbaia e Erni ha paura. Dal giorno che al parco ha visto una signora con il cane al guinzaglio, non vuole più andarci a giocare con i suoi amici. In montagna quest’estate, ha scelto di rimanere in casa, temeva di trovare un cane nei sentieri, ci pensava tutta la notte e alla mattina rifiutava l’invito dei genitori..”

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LA FOBIA SPECIFICA Paura marcata e persistente, eccessiva e

irragionevole provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifica

L’esposizione allo stimolo fobico quasi inevitabilmente provoca una risposta immediata, che può prender forma di attacco di panico.

Situazione fobica viene evitata o sopportata con marcato disagio

L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione interferiscono in modo significativo con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali e con le attività

Durata di almeno 6 mesi

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EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ

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ORIGINI.. Familiarità Mancanza rassicurazione della figura di

riferimento in presenza di specifiche e temute situazioni

TRATTAMENTO Immaginare la situazione temuta per far

emergere pensieri, sensazioni fisiche, emozioni e comportamenti

Desensibilizzazione sistematica Modelling Coinvolgere la classe, lettura di storie e

riflessione in classe sulle paure e sulla possibilità di vincerle

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LA STORIA DI MARTA

“ Marta si sveglia la notte, piange ed è sempre in preda ai brutti sogni. Questo accade dalla Domenica al Giovedì, notti che precedono i giorni di scuola. Mi chiede di non portarla.. E’ terrorizzata. La mattina è un tormento, non si vuole alzare dal letto, non si vuole vestire, non vuole uscire di casa, cosi tutte le mattine”.

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FOBIA SCOLARE

Rifiuto di andare a scuola:- Difficoltà a separarsi dall’ambiente protetto- Preoccupazioni rispetto alle relazione che il

bambino possiede nel contesto scolastico- Preoccupazioni relative alla qualità e quantità

delle attività svolte a scuola Reazione di ansia associata all’uscita da casa o all’ingresso

a scuola Panico al momento di entrare a scuola Sintomi somatici (dolori addominali, nausea, vomito,

inappetenza, cefalea, dolori agli arti) I sintomi somatici anche la sera prima, insonnia Al di fuori della scuola bimbo tranquillo

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- Conseguenze:- - Ansia cronica- - Ridotte competenze sociali- - Diminuzione dell’autostima

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Sono bambiniTimidiHanno paura delle aggressioniTemono la presa in giroPreoccupati delle interrogazioni e dei compiti in

classeEvitare la scuola consente al bambino di

(Kearney,2007):Evitare uno o più stimoli che generano stati

emotivi negativiAllontanarsi da situazioni sociali e di prestazioneOttenere maggior attenzioni da parte dei genitoriOttenere dei rinforzi positivi tangibili

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EPIDEMIOLOGIA

Bambini in età scolare: 1-5% Adolescenti: > del 5%

ORIGINE:- Caratteristiche della madre, iperprotettiva,

intrusiva con scarsa differenziazione- Disfunzioni importanti nel funzionamento

famigliare- Scarso supporto genitoriale, minor capacità di

risolvere i problemi e fronteggiare la crisi- Rimanere a casa ed evitare la situazione difficile

agisce da rinforzo e consolida il comportamento

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INTERVENTO

Rientro graduale, solo alcune ore In classe poche ore, la scelta delle quali

appartiene al bambino Nei casi più gravi lasciare che un genitore

rimanga con il bambino, riducendo progressivamente il tempo insieme

Far scegliere al bambino il giorno del rientro, per favorire più controllo sulla situazione

Parlare con i compagni per una miglior accoglienza al rientro

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FOBIA SOCIALE

Paura marcata e persistente di una o più situazione sociale nella quale la persona è esposta a persone non famigliari o al possibile giudizio sociale.

L’esposizione alla situazione temuta \ quasi inevitabilmente provoca una risposta immediata, che può prender forma di attacco di panico.

Situazione fobica viene evitata o sopportata con marcato disagio

L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione interferiscono in modo significativo con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali e con le attività

Durata di almeno 6 mesi

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Manifestazioni Vulnerabilità

Il soggetto si sente minacciato Inadeguatezza

Sensazione di non essere competente Paura del giudizio altrui

Timore di essere sempre giudicato in modo negativo dagli altri

Vergogna Timore di perdere la propria buona immagine sociale

Meta-vergogna Paura di mostrare la propria vergogna

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EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ

Bambini in età scolare: 3% Più diffusa a partire dagli 11 anni Doppia diagnosi:

-10% DAG- 10% fobia specifica- 8% mutismo selettivo

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Problema dell’accettabilità sociale Ipersensibilità ai segnali mandati dalle altre persone La sicurezza personale è funzione della percezione

soggettiva della propria accettazione da parte di un altro ritenuto importante o da parte del gruppo

Adesione alle aspettative dell’altro

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Atteggiamenti tipici Autostima

Bassa autostima Sentimenti di inferiorità Difficoltà ad essere assertivi

Giudizio Ipersensibilità alla critica, giudizio negativo, rifiuto

Scarse capacità sociali Segni di ansia

Mani fredde/sudate, tremori, voce esitante Evitamento Ansia anticipatoria

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Sono bimbi..Impacciati, goffi davanti agli altriNon si sentono all’altezza , arrossisconoRimangono isolati, in silenzio, per non farsi notareAnsia anticipatoriaLa situazione sociale vissuta come fallimento,

umiliazione ed imbarazzoNon si sentono integrati nel gruppo dei pariSensazione di esclusione e di rifiuto

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Il disagio nasce da un eccesso di consapevolezza di sé in rapporto agli altri, dal continuo assumere il punto di vista dell’osservatore esterno, applicando i propri schemi di valutazione severi e giudicanti

Assenza di abilità sociali o della loro attuazione?

Eccessivo monitoraggio degli effetti delle loro interazioni consapevolezza delle proprie

Difficoltà enfatizzare gli insuccessi

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ORIGINE

Clima famigliare improntato sull’importanza del giudizio degli altri, vergogna sociale, isolamento.

No origine episodica Genitori rifiutanti e giudicanti Poche spiegazioni e supporto in caso di errori Senso di se poco definito e fragile Desiderio di accettazione sociale

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TRATTAMENTO

Aiutare il bambino a sviluppare le competenze necessarie per stare in relazione

Insegnare a riconoscere l’espressione del volto come espressione emotiva

Esposizione graduale alla situazione sociale con adeguato supporto

Decentramento

Page 49: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DIECI COMANDAMENTI PER SUPERARE L’ANSIA SOCIALE Non ti far abbattere dai giudizi altrui Non cercare di essere perfetto Impara a controbattere ai pensieri illogici Impara a conoscere ed apprezzare le tue buone

qualità Prova a rilassarti Impara l’arte del conversare Prova e riprova le tue buone qualità Esponiti alle situazioni sociali senza inutili

protezioni Agisci in modo assertivo Esplora liberamente il mondo sociale

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INTERVENTO ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA

L’attenzione positiva fa sentire il bambino pensato e riconosciuto

Quando si parla con i bimbi accovacciarsi per raggiungere la loro altezza

Davanti a situazioni nuove permettere al bambino di osservarle per familiarizzare

Non metterli al centro dell’attenzione Invitarli a star con gli altri

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ALLA SCUOLA PRIMARIA

Rivolgersi sempre al comportamento , non giudicare la persona

Rinforzare l’autostima con lodi private e passare al riconoscimento pubblico in un secondo momento

Non fare confronti Non permettere ai compagni di tormentare o

prendere in giro altri bambini Scegliere un compagno, il più adatto per la

propria sensibilità, che faccia da guida al bimbo in difficoltà.

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SCUOLA SECONDARIA

Lavorare a coppie Lavorare nel piccolo gruppo Educazione di classe verso l’accettazione

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DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

“Lorenzo è un ragazzino ben inserito nel gruppo di amici, non ha mai fatto cose strane, nell’ultimo periodo forse perchè preoccupato per gli esami di terza media, nella primavera ha cominciato a pregare. Noi siamo una famiglia religiosa, Lorenzo frequenta il catechismo e l’oratorio ma in questo periodo prega sempre”

“quante volte signora?”“tutto il giorno,ogni 5 minuti, la maestra lo vede

distratto e gli amici lo prendono in giro…”

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DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

Presenza di ossessioni e/o compulsioniOssessioni definite come:Pensieri, impulsi o immagini ricorrenti vissuti

come inappropriati che causano ansia o disagio significativi

Non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita

La persona tenta di ignorare tali pensieri, impulsi con altri pensieri o azioni

La persona riconosce che questi pensieri,impulsi sono un prodotto della propria mente.

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Compulsioni come:Comportamenti ripetitivi che la persona si sente

obbligata a metter in atto in risposta ad un ossessione

I comportamenti sono volti a ridurre il disagio o a prevenire eventi o situazioni temute, non collegate in modo realistico con ciò che sono destinate a prevenire

La persona riconosce che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive e irragionevoli

Causano disagio marcato, fanno consumare tempo ed interferiscono con le normali abitudini della persona

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Ossessioni : dubbi avvertiti come inaccettabili, privi di senso e bizzarri che causano ansia, impulsi ad agire.Contenuti legati all’esperienza del bambino

Compulsioni: non sempre c’è una relazione tra le ossessioni e le compulsioni. Hanno l’effetto di ridurre l’ansia.

Gravità legata all’insight.

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FOCUS

Adeguare la condotta ad un sistema di regole (pulizia, religione, educazione, pudicità)

Riduzione emotiva: l’emozione non corrisponde al sistema di regole

Emozione vissuta come minaccia alla propria integrità: origine del dubbio

Discrepanza tra esperienza in corso e sistema di riferimento esperienza come estranea a sé INCONTROLLABILE!

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Ricerca di perfezione: per aderire al sistema di regole , dà sicurezza e stabilità!

Non aderenza al sistema di riferimento: dubbio sulle conseguenze delle proprie azioni

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EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ

Studenti di scuola superiore: 19%Nei bambini evidenti solo compulsioni.Disturbo sottostimato nell’età evolutiva:- Senso di colpa- Non comunicabilità

Attenzione: non confondere con i normali rituali della prima infanzia.

Prevalenza maggiore nei maschi, in rapporto 3 a 2 con le femmine

Esordio: 15 % in adolescenza.

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GENITORI Poco attivi a livello motorio, ma iperattivi nella

comunicazione verbale Limitano le espressioni emotive di piacere Bloccano quelle legate all’aggressività Non parlano di sessualità Sono attenti alle regole, al dovere, al sacrificio Hanno relazioni sociali fredde e formali, Richiedono ai figli alte performance Sono ipercritici Uno dei due è un grande rimproveratore L’errore è considerato un danno irreparabile

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Nuclei problematici: Adulti Senso di colpa eccessivo per irresponsabilità Tema della responsabilità personale Fusione pensiero-azione Timore della colpa porta all’atteggiamento del

controllo prudenzialeBambini: Senso di se ambivalente e dicotomico, modalità

tutto o nulla Se non raggiungono una certezza assoluta hanno

la percezione di perdere il controllo Controllo sulla manifestazione spontanea degli

atteggiamenti

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ORIGINE.. Modalità di interazione primaria e significativa

ambivalente, in cui la figura di riferimento mescola aspetti di dedizione e cura tecnicamente adeguati, centrati sui bisogni fisici, con aspetti di rifiuto e ostilità, senza partecipazione emotiva.

Ambiente famigliare esigente e controllante Scarso calore affettivo Genitori poco emotivi Non adeguato supporto nella regolazione emotiva

Emozioni inibite ma per natura inevitabili così trasformate in un’esperienza di

incontrollabilità

Page 63: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Bisogno di definirsi e di certezza aderendo ad un ordine stabilito sé unitario

Stati interni poco conosciuti, avvertiti come minacciosi e poco governabili per distogliere l’attenzione si attivano pensieri, dubbi e rituali

Amabilità solo in presenza di performance, amore degli altri diventa condizionato dal suo comportamento

Page 64: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

INTERVENTO Esposizione a situazioni o pensieri che evocano la

paura ossessiva Sperimentare la difficoltà di sentire e vivere nuove

emozioni Sostenere il bambino nel dilazionare o rinunciare a

svolgere i rituali Sperimentare situazioni curiose, condividendo i

sentimenti di disagio Analisi dei pensieri intrusivi e verifica della loro

inattuabilità Sperimentare varie e differenti possibilità, non esiste

il giusto o sbagliato in assoluto Aggiungere alla categoria del dovere anche quella del

piacere

Page 65: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Non interrompere il rituale ma cercare di inserirsi o a sostituirsi al rituale come fonte di tranquillità.

Non favorire il clima competitivo in classe Favorire la cooperazione. Rinforzare l’alunno non per quello che sa o fa ma

per quello che è, sottolineando positivamente ogni volta che esprimerà un’emozione

Far sperimentare al piccolo la possibilità di sbagliare senza per questo risultare cattivo

Page 66: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA STORIA DI MARCO

“Marco 12 anni, frequenta la terza media, una classe superiore rispetto alla sua età, essendo nato a Gennaio iniziò la scuola primaria a 5 anni e 6 mesi, motivo di confronto faticoso con i pari . Le votazioni alle verifiche sono medio-elevate (7 e 8) ma questo spesso è motivo di lite con la mamma che vorrebbe che Marco prendesse il 9 o il 10.

L’espressione è amimica, descrive i suoi sintomi fisici come da manuale, racconta di soffrire di paresi distrettuali transitorie. Ogni volta va al pronto soccorso e dopo una serie di accertamenti, gli esiti sono sempre negativi”.

Page 67: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DISTURBI SOMATOFORMI

Presenza di sintomi fisici, dolorosi, fastidiosi che fanno pensare ad una condizione medica generale, ma che non sono giustificati da un disturbo organico

Sintomi non sono intenzionali Generano disagio e sofferenza significativi

Page 68: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Attivazione emotiva non è compresa come il significato incarnato di una certa situazione ma percepita come se riguardasse uno stato di malessere proprio del corpo

Page 69: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

TIPOLOGIE:

Disturbo da somatizzazione: esordio prima dei 30 anni, si caratterizza dalla presenza di 4 sintomi dolorosi con localizzazioni diverse

Disturbo di conversione: uno o più sintomi riguardanti le funzioni motorie volontarie o sensitive, il cui esordio è preceduto da fattori stressanti

Disturbo algico: dolore come elemento principale, malessere clinicamente significativo

Ipocondria: preoccupazione o convinzione di essere affetti da una malattia grave.

Page 70: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

IL CORPO

Diviene il mezzo che il bambino possiede per segnalare una qualsiasi forma di sofferenza

I disturbi possono manifestarsi nell’apparato gastro-intestinali (gastriti, ulcere), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria), nel sistema cutaneo (psoriasi, acne, prurito, secchezza della cute e delle mucose) nel sistema muscolo scheletrico (cefalea tensiva, crampi muscolari) vertigini.

Page 71: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Esordio in concomitanza di sofferenza o di attivazione emotiva

Dai 12 ai 16 anni: maschi 4,5 %, femmine 10,7%Prevalenza di 11% femmine e 4% maschiDifficoltà che danno origine al disturbo:- Relazioni famigliari- Gruppo dei pari- Relazione con l’insegnante- Problemi psicologici nella madre- Stress psico- sociali- Attivazione emotiva

Page 72: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

OTTICA RELAZIONALE

Sintomo: mezzo per mantenere lo stato di relazione con le figure significative del proprio ambiente, come regolazione del senso di se, che in tali relazioni prende forma e si mantiene.

Sensibilità materna ai segnali di disagio emotivo scarsa, alta reattività in presenza di segnali di malessere fisico

Page 73: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Disturbi somatici più pervasivi, persistenti nel tempo

Corpo disinvestito.Piano emotivo è poco o nulla integrato, i contenuti

affettivi tendono ad essere accantonatiFunzionamento prevalentemente cognitivo.Sintomi come l’esito complesso di un lungo e

pervasivo processo di addestramento interpersonale all’accantonamento, all’inibizione degli stati affettivi

Page 74: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Psicologico-fisiologico-fisico: Non sono caratteristiche diverse di uno stesso fenomeno ma linguaggi diversi per descrivere processi analoghi.

In mancanza di parole per descrivere l’emozione , essa viene espressa attraverso il corpo.

In alcuni casi si parla di emozioni senza sentirle, senza la componente affettivo motoria, senza individuare i correlati corporei.

Page 75: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

INTERVENTO

È necessaria una comprensione della sofferenza, contestualizzandola rispetto agli eventi

Promuovere un maggior controllo e una maggior regolazione degli affetti

Far raccontare l’esperienza emotiva immediata e ridurre il racconto cognitivo

Affinchè un corpo spento possa gradualmente esser reinvestito di emozioni e di affetti.

Page 76: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA STORIA DI RITA

“ Rita, 13 anni, studentessa. Rita ha una postura ricurva in avanti, spalle inarcate, la testa china, lo sguardo abbassato e profondamente triste, non guarda in viso l’interlocutore durante l’interazione, come se volesse chiudersi in se stessa fino a scomparire. Racconta di esser caduta mentre usciva da scuola ma nessuno l’ha soccorsa perché non è bella e simpatica come le sue coetanee ed è immeritevole di aiuto. Si defila dalle relazioni, rimane sempre chiusa nella sua stanza a giocare al pc o a comunicare con gli amici delle chat, racconta che nella rete è più facile farsi degli amici!”

Page 77: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DEPRESSIONE INFANTILE Tristezza e depressione?Depressione: sintomi più intensi e duraturi, interferenti

in modo importante sulla vita del bambino e con il suo sviluppo.

Sottodiagnosticata e non riconosciuta: sintomi molteplici , complessi e non facili da riconoscere

Manifestazione sintomatologica diversa rispetto all’adulto.

Indicatori di disagio

Scolastici Cognitivi Comportamentali Emozionali Fisici

Page 78: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ

Disturbo dell’umore : Bambini 8-15 anni: 3,7% Prevalenza maggiore per le femmineAdolescenti 13-14 anni: 14 %Prevalenza maggiore per le femmine 18,1% contro

10,1% nei maschi.

Doppia Diagnosi:Disturbo della condottaAdhd

Page 79: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

VARIANZA SINTOMATOLOGICA IN BASE ALL’ETÀ

Primi 3 anni di vita: disturbi del sonno e dell’appetito, affezioni respiratorie, disturbi e malattie dermatologiche, non si lascia coinvolgere nel gioco, minor vocalizzi e minor curiosità nei confronti dell’ambiente.

Età prescolare: alterazione della motricità, caratterizzata da rallentamento o irrequietezza,agitazione, svogliatezza, disinteresse. Difficoltà di addormentamento e frequenti risvegli notturni. Regressione nelle tappe evolutive. Comportamenti auto-etero aggressivi e ritiro e isolamento.

Page 80: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Età scolare: capacità di identificare e descrivere i propri stati d’animo. Stanchezza e lentezza. Manifesti sentimenti di autosvalutazione, bassa autostima e percezione di non amabilità. Vuoti di memoria che accentuano la sensazione di inadeguatezza e di colpa. Rapporto con i pari difficile.

Adolescenza: isolamento, aspetto trascurato, aspettativa di fallimento, non consolabile.

L’aspettativa di diventare fonte di derisione porta a due strategie, evitare ogni interazione competitiva, accettare ogni competizione con spirito agonistico.

Page 81: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

L’ALTRO

Indifferente Negativo , ostile

EMOZIONI Tristezza vergogna Rabbia

E’un modo di essere , pensare e agire.

Page 82: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

ORIGINE.. Componente biologica (recettori della serotonina) Eventi traumatici: Eventi di perdita o di lutti Rifiuto /abbandonoAd esordio infantile l’origine va collegata ad una

specifica qualità della relazione bambino/adulto.

Alle richieste di vicinanza e conforto il caregiver risponde con indifferenza,fastidio e allontanamento

Rappresentazione di sé come non meritevole di attenzione e conforto

Page 83: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

PERDITE SIGNIFICATIVE

Lutto: - Aiutare il bambino a localizzare la persona cara

in un luogo da cui la persona che non c’è più continua a osservarlo, pensarlo ed aiutarlo

- Mantenere un contatto- Ricordare con l’aiuto di foto, ricordi, oggetti aiuta

ad elaborare la perdita perché mantiene nella mente l’essenza della relazione

- È importante che chi rimane sia in grado di dare amore, sicurezza, attenzione e sostegno

Page 84: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

CARATTERISTICHE DEL FUNZIONAMENTO DEPRESSIVO

Vissuti interiori di solitudine, isolamentoRappresentazione di se come non amabileSchemi interpretativi connotati sulla negatività

assolutaAttribuiscono a se la responsabilità di ogni eventoMancanza di valore, capacità e competenzaSi convincono che gli altri non desiderano stare con

loro

Page 85: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Vivono il mondo come pieno di ostacoliAnticipazione del futuro è negativa e priva di

speranzeSensazione di inaccettabilità porta all’

inaiutabilitàRifiuto ed eventi avversi interprati come

conseguenza della propria difettualità

Page 86: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

PENSIERI DISFUNZIONALI TIPICI

Attribuire alle persone pensieri di ostilità e rifiuto

Rifiutare gli aspetti positivi di una situazione Filtro mentale negativo Previsione negativa Ragionamento emotivo Personalizzazione Pensiero dicotomico Ipergeneralizzazione Autodenigrazione Autoaccusa

Page 87: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

INTERVENTO..

Rafforzare il senso di amabilità Ritorni positivi su di sé Ammorbidire la tendenza di pensiero dicotomico Riconoscere che dinanzi ad un problema si

possono trovare delle strategie per ridurre l’impatto del problema

Cercando letture alternative

Page 88: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

ABILITÀ DI COPING PER GESTIRE I MOMENTI DI MALESSERE

Far qualcosa di divertente che distrae Far qualcosa che tranquillizza e calma Cercare la compagnia di un compagno amico Far qualcosa che fa spendere molte energie e

stanca Sperimentare nuovi pensieri Proporre il diario degli eventi positivi

Page 89: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DISTURBI ALIMENTARI

“Alessandra, 16 anni, ottima studentessa (media del 9) felicemente fidanzata con Riccardo, suo coetaneo e suo compagno di classe. Alessandra e Riccardo condividevano tutto, gli amici di Riccardo erano gli amici di Alessandra, cosi come gli hobby e gli interessi. Quando Riccardo chiuse la relazione con Alessandra, lei cominciò a rifiutare il cibo, in pochi mesi perse 15 kilogrammi con conseguenti cali di pressione”

Page 90: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DISTURBI ALIMENTARI

Anoressia Nervosa:- Peso corporeo al di sotto di quello minimo

normale per età e altezza- Riduzione quantità di cibo assunta- Preoccupazioni rispetto al proprio peso- AmenorreaBulimia Nervosa- Ricorrenti abbuffate- Condotte compensatorie- Autostima influenzata dal peso

Page 91: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA (NON) CONSAPEVOLEZZA SENSORIALE

Focus esterno: esperienza di sé mediata da fattori contestuali, la stabilità del senso di identità personale è data da rimandi esterni delle persone significative.

Non sentono il proprio corpo, ne i correlati emotivi corporei.

Il corpo nelle diete anoressiche è responsivo e sentito

Page 92: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LEGGERE LE MENTI

Regolati sull’altro, abili ad interpretare i segnali sociali, segnali non verbali, stati emozionali altrui.

Per capire come compiacere l’altro.. Il proprio mondo interno modificato per renderlo

conforme ai riferimenti esterni: flessibilità e adattabilità ai cambiamenti

Page 93: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA VULNERABILITÀ AL GIUDIZIO

Senza l’altro, senza esser regolata da qualcun altro la persona fatica a darsi dei confini.

Giudizio negativo ha un valore e un effetto intensi.Fatica a discriminare il senso di se effettivo da un

giudizio di un altro.“Io sono ciò che dicono di me”

Page 94: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

IL CORPO E L’ALTRO

Due poli di uno stesso continuum Dialettica tra definizione di sé attraverso l’altro e

demarcazione dall’altro.Senso di se vago e fluttuante accompagnato ad un

intenso timore di proporsi, personalità camaleontica.

L’altro come convalida dell’esperienza in corso, sentirsi attori della propria vita, percezione di invasività.

Il percepirsi autonomi rispetto alle proprie scelte determina una sensazione di insufficienza e svalutazione e insicurezza.

Page 95: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Rottura di equilibri: Pericoloso!!!Se l’altro scompare dall’orizzonte esperienziale senso di vuoto che necessita un’ alterità, il

corpo.Un modo per regolare la sensazione di insufficienza

avviene attraverso il corpo.

Corpo inteso come luogo ultimo di autonomia

.

Page 96: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Corpo affamato, per sentirsi e per ritornare ad abitare un corpo muto. Autonomia in assenza di alterità-

LA FAME

Permette di non avere più bisogno degli altri

Centratura sul corpo: definizione di sè

Page 97: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Perfezionismo: corrispondenza a standard comportamentali elevati ad aspettative di persone significative tentativo di guadagnare l’approvazione degli altri manifestando conformità alle loro attese

Page 98: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

BULIMIA NERVOSA

Costante timore del giudizio:La sintonizzazione su modelli mediatici riduce il

timore del confrontoL’accettazione manipolata attraverso il corpo,

l’eventuale disconferma viene riferita al corpo, focus negativo su di esso

Disconferma: negatività personale, senso di vuotoL’abbuffata è un automatismo per sfuggire alle

emozioni negativeSenso di vuoto gestito come ritorno al corpo ,

sintonizzazione sugli stati digestivi

Page 99: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Abbuffata : automatismo che si mette in atto da disconferme, genera stato emotivo intenso che scatena l’ingestione incontrollata di cibo, a cui seguono le condotte di eliminazione.

Per sfuggire alle sensazioni negative si focalizzano sul CORPO, focus sugli stati digestivi, come fuga dalla consapevolezza

Page 100: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

L’ insegnante può diventare la figura di riferimento che funge da modello e guida, L’ALTERITA’ su cui fare esperienza di sé.

Attenzione: non entrare nel gioco!!! Sviluppare la loro capacità di riconoscere e

legittimare autonomamente i propri bisogni, desideri, obiettivi

Aiutarli a familiarizzare con il proprio corpo, con le loro emozioni

Page 101: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Valutare il significato delle opinioni altrui, spostamento da valutazione globale a valutazione su un comportamento

Focus su opinione ed idee proprie

Page 102: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA BALBUZIE

Forma clonica Forma tonica Forma mista Cause:Alterata connettività delle aree senso-motorieFattori ansiosiVelocità dell’eloquio

Page 103: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

INTERVENIRE

Mantenere il contatto visivo Prestare attenzione al contenuto Sollecitare l’esposizione di opinioni Rallentare il nostro eloquio Non fare osservazioni come ‘calmati’, ‘prendi

fiato’ Spiegare alla classe cos’è la balbuzie solo in

accordo con il bambino

Page 104: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

INTEVENIRE..

Non fermare il bambino Esercizi muscolari e respiratori Sollecitare la comunicazione Lettura a coppie

Considerare i fattori di sofferenza legati alla difficoltà

Page 105: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Da evitare la totale sostituzione delle prove orali con verifiche scritte

- Stabilire un ordine- Fare pratica comunicativa- Definire gli ascoltatori

Page 106: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

IL BULLISMO

Caratteristiche :- Intenzionalità- Reiterazione- Squilibrio di potere- Mancanza di compassione e empatia- Sistematicità- Isolamento- Cronicizzazione

Page 107: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Modalità- Diretto e fisico- Diretto e verbale- Indiretto e relazione

Chi è il bullo??- Bisogno di dominare- Impulsività- Atteggiamento positivo verso la violenza- Fatica a rispettare le regole- Bassa tolleranza alla frustrazione

Page 108: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Tipologie:- Bullo dominante- Bullo gregario- Bullo vittima

Gruppo dei bulli: contagio sociale, esaltazione delle tendenze aggressive, diluizione del senso di responsabilità

Page 109: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA VITTIMA

Bambini ansiosi, insicuri, fisicamente deboli Bassa autostima e opinione di sé negativa Scarsa coordinazione corporea Bambini esclusi, isolati

Si distingue in:- Passiva- Provocatrice

Page 110: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

SUBISCONO:

IngiurieDenigrazioniIntimidazioniFurtiUmiliazioniAggressioni fisiche

Page 111: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Famiglia del Bullo:Scarso calore affettivoDistanzianteStile educativo permissivo

Famiglia della VittimaIperprotezioneControllo eccessivoAnsia e paura verso il mondo esterno

Page 112: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

INTERVENTO A SCUOLA

Gruppo classe: coinvolgimento Gruppo classe segreto

PREVENZIONELeggere le dinamiche nascosteIntervento tempestivoCreazione di spazi per favorire le relazioni socialiConcordare sanzioni per i comportamenti

inadeguatiDiscussioni sul bullismo

Page 113: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Favorire l’educazione sui sentimenti Assunzione della prospettiva emotiva dell’altro

ROLE PLAYNGTemi:- Cosa vuol dire esser prepotenti?- Perché si è prepotenti?- Esperienze personali sulle prepotenze subite e fatte?- Cosa si prova a subire o a fare prepotenze ad altri?- Conseguenze del comportamento prepotente per la

vittima e per chi lo commette?

Page 114: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

FASI DEL ROLE PLAYNG

Preparazione Incontro con la classe Progettazione ed inizio del lavoro La messa in scena La discussione

IL CIRCLE TIMEForum per affrontare i problemi e le difficoltà

Page 115: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA NEUROPSICOLOGIA

Page 116: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LA NEUROPSICOLOGIA

Processi cognitivi correlati con il funzionamento di specifiche strutture cerebrali

Danni alle strutture cerebrali possono generare disturbi delle funzioni cognitive

Disturbi cognitivi si manifestano con una serie di effetti osservabili dal comportamento e valutabili con prove formalizzate i test

RELAZIONI CLINICHE

Page 117: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

LE ABILITÀ VISUOSPAZIALI Abilità non verbali che permettono l’interazione

con l’ambiente esterno Conoscenza delle coordinate spaziali del nostro

corpo e del mondo circostante AZIONEContribuiscono all’elaborazione di un sistema di

coordinate centrato sul corpo al fine di guidare il comportamento

DEFICIT Frequenza sottostimata Eterogenei - Localizzare gli oggetti nello spazio - Percepire la profondità

- Produzioni grafiche

Page 118: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DISTURBI DELLE FUNZIONIVISUO-SPAZIALI

• Disturbi costruttivi • Disturbi di percezione spaziale – Localizzazione degli stimoli – Percezione dell’orientamento visuo-spaziale – Percezione della distanza • Disturbi di coordinazione visuo-motoria • Disturbi di memoria visuo-spaziale • Disturbi nell’orientamento spaziale

Page 119: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Difficoltà nelle abilità manuali- Difficoltà ad orientarsi nelle strade, corridoi e

scuola- Incapacità nel disegnare- - disegno di arte- - disegno tecnico- - figure di geometria

Difficoltà non solo in produzione- difficoltà a leggere una cartina di geometria- difficoltà a leggere una mappa/un grafico

Page 120: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

ERRORI DI PRODUZIONE Distorsioni spaziali Semplificazione Rotazioni Perseverazioni Omissioni Trasposizione spaziale Orientamento sbagliato Elementi disposti in confusa relazione

reciproca Assenza di profondità Assenza di strategia globale Strategia ‘pezzo a pezzo’

Page 121: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

APRASSIA COSTRUTTIVA

Disturbo della costruzione , composizione e disegno in cui la forma finale del prodotto non corrisponde al modello

Anomalie nell’emisfero destro: disegni con orientamento sbagliato e con elementi disposti in confusa relazione reciproca

Anomalie nell’emisfero sinistro: disegni con orientamento e rapporti spaziali conservati ma semplificati nella forma e nei particolari

Page 122: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

COME INTERVENIRE…

Supporti per il disegno come puntini di riferimento sui quali tracciare le linee

Utilizzo del righello Fornire disegni di figure di geometria ed aiutare

ad individuare i dati con colori Non fornire mappe concettuali Non far compilare carte geografiche Valutare con l’alunno la grandezza del quaderno

Page 123: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

ATTENZIONE

Classe di processi diversi, non è un fenomeno unitario.

- SELETTIVITA’- INTENSITA’

Fine: ottimizzare con un gran livello di flessibilità l’elaborazione delle informazioni

Questi processi non operano MAI da soli ma modulano l’attività di altri processi

Page 124: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Attenzione selettiva Attenzione divisa Attenzione alternata

Attenzione sostenuta Allerta

Page 125: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Attenzione sostenutaCapacità di mantenere una adeguataprestazione in compiti monotoni per periodirelativamente lunghi di tempo– Es. stanchezza nel guidare di sera in una stradarettilinea.– Il soggetto è in grado di eseguire un compito ma lasua prestazione decade dopo un certo periodo ditempo (deficit di attenzione sostenuta)AllertaCapacità di orientare l’attenzione improvvisamente ed

in modo efficace– La prestazione è compromessa fin dall’inizio (deficit di

allerta)

Page 126: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Attenzione selettiva• Attenzione focale o selettiva– Il soggetto deve isolare ed identificare stimolitarget e, contemporaneamente, ignorare stimolidistrattori• Esempio1: prestare ascolto ad una conversazione mentrealtre sono in corso (effetto cocktail party)• Esempio2: orientare la propria attenzione verso unaporzione delimitata di spazio ignorando il resto dellospazio; o ad un oggetto ignorando altri che si trovanonella stessa parte di spazio• Attenzione divisa– Il soggetto deve eseguire due o più compiticontemporaneamente• Esempio1: seguire una conversazione al telefono mentresi sta lavorando al computer

Page 127: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Supervisory attentional control (flessibilitànell’uso di strategie)–Il soggetto effettua un monitoraggio consapevoledella propria attività che gli consente di orientareconsciamente la propria attenzione ad aspetti diversidella situazione o ad organizzare in modo volontariola sequenza delle azioni da compiere–Questo tipo di controllo modula tutti gli altri processiattentivi–La capacità di un soggetto di monitorare le proprieattività attenzionali può essere valutata in modoattendibile solo nel caso in cui sia possibile dimostrareun’integrità dei meccanismi attenzionali di base.

Page 128: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DIFFICOLTÀ ATTENTIVE

- Difficoltà a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato

- Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne

- Tendenza ad affrontare un compito in modo impulsivo

- Procedure di controllo poco efficaciSvolgere gli esercizi e non ascoltare la spiegazione dell’insegnante

Page 129: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

COME INTERVENIRE

Stabilire la tenuta attentiva Spezzare compiti lunghi con brevi pause Con l’esercizio ampliare i tempi Scomporre in passaggi

Perdita delle consegne: Prima di iniziare, far rileggere ad un alunno la

consegna e chiedere di parafrasare Costruzione di un piano d’azione

Page 130: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

Procedure di controllo poco efficaci: Usare segnali concordati per richiamare

l’attenzione Caccia all’errore

- Coinvolgere attivamente il bambino- Usare materiali particolarmente interessanti- Usare stimoli sempre nuovi- Ricorrere al pc o alla lim,

Page 131: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DIFFICOLTÀ DI ATTENZIONE SELETTIVA

- Ridurre gli stimoli visivi- Aumentare la grandezza del carattere per

migliorare l’acuità visiva- Utilizzare ausili per focalizzare l’attenzione- Sottolineatura con un pennarello, guidata

dall’insegnante, le parti più salienti delle istruzioni.

- Usare segnali specifici per indicare dove e quando è richiesta l’attenzione

- Sottolineare parti salienti dell’informazione

Page 132: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MEMORIAC h a r t T i t l e

V E R B A L E S P A Z I A L E M e m o r i a d i L a v o r o

M B T

R E T R O S P E T T I V A P R O S P E T T I C A

E P I S O D I C A( E V E N T I )

S E M A N T I C A( C O N C E T T I )

E S P L I C I T A

C O N D I Z I O N A M E N T O

P R I M I N G

P R O C E D U R A L E

I M P L I C I T A

L T M

M E M O R I A

Page 133: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MBT

Registra le caratteristiche fisiche dello stimolo E le rievoca di ‘ripetizione’ esattamente Comprende la memoria di lavoro Elabora le informazioni in entrata che poi

verranno depositate nella MLT

MLTElabora e immagazzina i ricordi e le nozioni

apprese per tempi più lunghi

Page 134: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MBT

- DEPOSITO TEMPORANEO- - Magazzino Fonologico- -Magazzino Viso spaziale

- MEMORIA DI LAVORO:

Memoria Fonologica (MF) e Sviluppo Lessicale• Deficit alla MF determina difficoltà

apprendimento parole nuove

Page 135: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MEMORIA A BREVE TERMINE

Componente fonologica • Magazzino Fonologico– Ha capienza limitata (4-9 item)– Utilizza una codifica fonologica degli stimoli

(anche quelli visivi vengono codificati fonologicamente)

– Gli stimoli fonologicamente simili vengonoimmagazzinati “vicini”, per cui si verifica l’effettodella somiglianza fonologica

Page 136: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

COMPONENTE FONOLOGICA

- •Rehersal– Il suo funzionamento serve per impedire il decadimento

della traccia mnestica, per circa 30 sec.– Il ciclo di reiterazione impiega circa 2 secondi per compiereun ripasso, per cui la quantità di materiale che può esserereiterato non deve superare la lunghezza temporale di 2 sec.– È sensibile all’effetto Lunghezza, per cui le parole corte

sonorievocate meglio di quelle lunghe (cane, sole, lago vs banana,telefono, pianoforte)– È influenzato negativamente dalla soppressione

articolatoria,per cui la ripetizione di materiale privo di senso dovrebbeimpedire il funzionamento della reiterazione

Page 137: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

SVILUPPO DELLA MEMORIA FONOLOGICA

• La reiterazione compare verso i 7 anni (se non viene insegnata direttamente)

• Lo sviluppo della memoria fonologica è mediata da….

– Aumento della velocità di articolazione vocale– Aumento del numero di parole familiari e delle

unità sublessicali conosciute– Migliorano le abilità meta-fonologiche da 4aa a

5aa.

Page 138: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MEMORIA VISUO-SPAZIALE

• 2 sottosistemi: Visivo (stimoli statici) e Spaziale(stimoli dinamici)- Magazzino visivo:Passivo e temporaneoRicordo di informazioni visive stabiliForma e colore- Magazzino SpazialePassivo e temporaneoInformazioni dinamicheMovimento e direzione

Page 139: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DEFICIT DI MBT

• Riduzione dello span di memoria immediata per sequenze non strutturate di materiale uditivo-verbale e visuo-spaziale

• Il deficit non è attribuibile ad un disturbo di analisi fonologica ne visuo-spaziale

• Rapido Oblio

Page 140: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MEMORIA DI LAVORO

Diverse attività quotidiane e scolastiche – Apprendimento linguistico – Apprendimento lettura strumentale – Comprensione e produzione del testo – Soluzione di problemi aritmetici – Calcolo mentale Doppio compito

Page 141: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MEMORIA DI LAVORO

Sistema attivo Processa l’informazione on line Recupera informazioni necessarie dalla MLT per

elaborare la nuova informazione Monitora e codifica la nuova informazione :

APPRENDIMENTO

Page 142: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

COME INTERVENIRE

Memoria a breve termineAggiungere istruzioni scritte a quelle oraliRegistratoreRidurre il numero di informazioni date in una sola voltaFornire brevi istruzioni, una alla voltaRipetere, ripassare e parafrasare continuamenteMemoria di lavoroEvitare il doppio compito e il sovraccaricoRidurre al minimo gli stimoli uditivi e visivi non

pertinentiStrategie compensative di memoriaStimolare usi metacognitivi della memoria

Page 143: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MLT: DICHIARATIVA E NON DICHIARATIVA

C h a r t T i t l e

C O N D I Z I O N A M E N T O

P R I M I N G

A P P R E N D I M E N T O P R O C E D U R A L E

M E M O R I A N O N D I C H I A R A T I V A

Page 144: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

CONDIZIONAMENTO

Classico Operante

EFFETTO PRIMING Percettivo Semantico

MEMORIA PROCEDURALEMemoria di abilità acquisite in modo implicito

Page 145: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

MEMORIA DICHIARATIVA

SEMANTICAConoscenze enciclopedicheEPISODICAConnotazione spazio temporale- Verbali- VisuospazialiComponenti interagenti

MEMORIA PROSPETTICA

Page 146: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

COME INTERVENIRE

- Favorire il riconoscimento rispetto al richiamo- Strategie mnemoniche, parole chiave- Chiedere allo studente di ripetere e parafrasare- Strumenti compensativi (tabelle con nomi,

regole)- Fornire allo studente suggerimenti ed indizi per

favorire il richiamo

Page 147: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

COMPETENZE LINGUISTICHE

Abilità di fonazione Abilità fonologiche Produzione di frasi Comprensione di frasi Pragmatica

Disturbo del linguaggio: limitazione in uno o più ambiti della competenza linguistica

Page 148: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

DISTURBO DELLA FONAZIONE

Difficoltà di pronuncia di alcuni suoniAPRASSIA: difficoltà di fluenza, prosodia e

velocitàDISTURBO MISTOEvoluzione migliore per la produzione, statica per

la comprensione

Page 149: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

CONSIGLI EDUCATIVI

Pronunciare la parola accompagnata da un gesto o rafforzata da un’ azione

Presentare la parola con l’oggetto Coinvolgere il bambino in processi di

socializzazione Favorire la competenza sociale ed emotiva Negli elaborati scritti, prestare attenzione ai

singoli periodi per controllare la morfosintassiStimolare la comunicazione in tutte le sue forme

Page 150: Bes difficoltà neuropsicologiche ed emotive v

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!

Dott.ssa Daniela Moroni

Consulente CTS Cremona

Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia

Neuropsicologa Clinica

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