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Free magazine
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The Simpson Mensile | Anno 2 | Numero 8 | settembre 2007
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SOLARIUM VISO

SOLARIUM DOCCIA

DEPILAZIONE COMPLETA

SU OGNI ABBONAMENTOUN TRATTAMENTO IN OMAGGIO

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EditorialeIl Grillo urlante e il V-Day.

300 mila firme per la proposta di legge elettorale; 200 piazze italiane e più di trenta collegate dall’estero che si uniscono a quella di Bologna; più di 50 mila in piazza a Bologna.Beppe Grillo scuote la classe politica italiana con un seguito impressionante di persone ma di giovani soprattutto. La proposta di legge popolare promossa dal comico genovese è un successo di pubblico e di firme, solo nella giornata di sabato 8 settembre hanno sottoscritto la proposta 300 mila persone.La proposta di legge prevede tre punti: ineleggibilità dei condannati, limite massimo di 2 mandati per ogni parlamentare, voto con preferenza unica diretta del candidato. Il 10 luglio Beppe Grillo ha presentato in Cassazione la proposta di legge che per essere accolta, come prevede la Costituzione, doveva essere appoggiata da 50 mila cittadini. Ora la proposta di legge popolare andrà in Parlamento. Toccherà alle Camere esaminarla e decidere se trasformarla in legge o bocciarne l’approvazione.Questo era l’obiettivo del comico che riesce sempre a far parlare di sé soprattutto quando si tratta degli altri. Non sono mancate le critiche sia dal mondo politico sia dal mondo giornalistico che si chiedono quanto durerà realmente il ciclone o se è stata solo una folata di vento. Intanto il buon Beppe la scia l’ha creata e in piazza Maggiore a Bologna non ha parlato solo di politica ma ha fatto anche buona satira.

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Sommario

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KEY-WIN s.a.s. Via Appia, 87 - 83042 Atripalda (AV)Tel/Fax 0825 1910106 e-mail: [email protected]. Cesare Maffei - cell. 347 6150780 - 347 7707758

PAVIMENTI IN RESINA

IMPERMEABILIZZAZIONI EDILI

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blettere

Frammenti di ricordi affollano la mia mente nel lungo tragitto in treno per raggiungere la provincia di Avellino, luogo d ’ infanzia di mio padre. Non so perché ho aspettato tanto, 28 anni, per raggiungere quei luoghi, forse perché vivevo dei suoi racconti, forse perché volevo visitarli con lui o forse perché ha lasciato questo mondo prima di fare questo viaggio con me.Ho vissuto tre giorni di emozioni, scrutavo il viso delle persone, i miei parenti mai conosciuti e trovavo somiglianze con me e mio padre. Caldo secco e il mio sguardo sui fitti boschi di questi luoghi, sulle poche case dei paesini e sui resti della casa dove mio padre da bambino viveva. Immagino i suoi movimenti, la sua allegria, i suoi giochi, la sua solitudine. Le persone che lo hanno conosciuto mi parlano di lui. Persone preziose, tutte. Ognuna con una grande dignità da condividere. Parlo della dignità che si vede negli occhi fieri, forti, sinceri. Una dignità costruita fra le difficoltà di un lavoro, studiare, mantenere vivo un sogno quando tutto cerca di togliertelo; non accettare il compromesso della delinquenza, scelta che si fa per sfinimento.Nei volti di queste persone ho rivisto mio padre: fiero, sincero, spalle dritte e deciso…. la parte più bella di lui. Ho ringraziato la vita per quei legami di sangue che il tempo non ha sciolto, ma rafforzato. Così ho sperimentato un’ accoglienza preziosa per la mia esistenza, perché il “calore” rende vivi e forse è per questo che nelle zone dove vivere è più difficile la gente è più coinvolta nel coltivare il legame umano. Dal cuore Alessia.

Mandate, inviate, inoltrate: che siano lettere d’amore, di protesta, di programmi o accuse, esperienze e disavventure, inviate. Che scriviate a penna, matita o tastiera l’importante è che facciate sentire la vostra voce…… serena o agitata, sussurrata o urlata non importa. Inviate tutto quello che volete anche foto, immagini, disegni a: [email protected].

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Rocky Marciano49 vittorie di cui 43 per k.o. Rocco Francis Marchegiano era il suo vero nome, ma nessuno riusciva a pronunciarlo e così divenne Marciano. Si ritirò dal ring inspiegabilmente e senza nessun preavviso. L’unico pugile dei massimi che si è ritirato imbattuto. Nasce nel 1923 a Brockton nel Massachusetts e muore a soli 46 anni in un incidente aereo. Nella sua città hanno aperto un museo dedicato a lui. Fu proprio il suo pugno (chiamato “Suzie Q”) a mettere k.o. e chiudere la carriera di Joe Louis nel 1951. Louis era l’idolo di Marciano da piccolo. Nel ‘52 il suo primo titolo e difeso ben 6 volte.

Rocky vs Ezzard Charles: 17 giugno del 1954, Yankee Stadium, Bronx (N.Y.)

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Ciao“Big”.Luciano PavarottiDopo la sua morte in Inghilterra il suo ”Nessun Dorma” scala la hit parade dal 160esimo posto al 24esimo. Un picco-lissimo omaggio per un “Big”.

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Osaka, 30 agosto 2007Howe argento nel lungo, gara strepitosa e record italiano con 8,47 metri.

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Sono cominciate il 10.09.2007, nella Convention Hall di Asbury Park, le prove per il prossimo tour. Questi i brani provati: Prove It All Night / The Promised Land / Darkness on the Edge of Town / Lonesome Day / Long Walk Home / I’ll Work For Your Love / You’ll Be Coming Down / Radio Nowhere / Livin’ In the Future. Passata l’esperienza solista e la parentesi tributo al maestro Seeger, si torna a sonorità più rock. Cinque anni dopo “The Rising”, il Capo riunisce final-mente la Leggendaria e, il prossimo 28 settembre, pubblica “Magic”. Questo è il titolo del nuovo album in studio di Bruce Springsteen con la E Street Band. Regi-strato nei primi mesi dell’anno ai Southern Tracks Recording Studio di Atlanta, è prodotto ancora una volta da Brendan O’Brien. Undici canzoni che, nelle parole del manager storico, Jon Landau, sono «rock ad alta energia. Il suono mette in risalto le chitarre più che in passato, ma con alcuni cenni al pop romantico dei primissimi album di Bruce e altri momenti nei quali è il sassofono di Clarence a farla da padrone». La data,unica, italiana è il 28 novembre a Milano.

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Dogtown and Z-boys

Redazione1975, Los Angeles, quartiere degradato di Dogtown, Un’estate di siccità e l’obbligo di non sprecare acqua, lasciano vuote le piscine dei ricchi di Beverly Hills, da qui una leggenda è nata. Alcuni surfisti approfittano dei fondi vuoti delle piscine e le usano come piste per perfezionare uno stile rivoluzionario, lo skateboarding, applicando alla tavola a quattro ruote la stessa filosofia ribelle che contraddistingue il loro modo di cavalcare le onde con slanci in verticale, torsioni a mezz’aria e appoggi a terra.La città di Dogtown in realtà non esiste, è solo una zona di West Los Angeles chiamata così negli anni ‘60. Si estende da Santa Monica, a Venice fino al Pacific Ocean Park. In pratica composta di tre spiagge confinanti e i quartieri più vicini al mare. Si tratta di una zona molto vicina a Beverly Hills e a Hollywood, ma non è nemmeno lontanamente ricca come le due citate.

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Anzi, dagli anni 50 era piuttosto malfamata. Nel 1952 il visionario sindaco di Venice volle realizzare un suo grande sogno: vedere sorgere la sua città come una nuova Venezia americana. Si costruirono impalcature, si montarono luci al neon per le strade, si costruì un enorme parco giochi su un pontile, chiamato Pacific Ocean Park e le spiagge furono gremite di turisti. Poi... negli anni 60 i piloni di legno del pontile cedettero e l’intero parco venne quasi affondato. Fatto sta che nessuno volle più andare al “POP”. Così, tra i piloni sfasciati e altamente pericolosi su spiagge ormai deserte, ebbe inizio la rivoluzione del surf.

All’epoca chi faceva surf era considerato un rinnegato, al pari di un hippy, uno da evitare. Ma la mentalità del surfista modello non si curava delle altre persone. Così, un gruppo di quindici giovannissimi surfers cavalcava onde tra i piloni acuminati del Pacific Ocean Park. Non ammettevano visitatori. Nessun altro poteva far surf in quella zona tranne loro, ma solo perché loro erano i più bravi e non volevano che qualcuno li mettesse in pericolo perché era alle prime armi.

Nel frattempo, nel cuore di Dogtown apriva il primo negozio di surf rivoluzionario, il Jeff Ho Zephyr Shop. Il negozio creò un team di surfers professionisti che chiamò Z-Boys, i dodici migliori surfers di tutta Dogtown. Tra di loro c’erano Stacy Peralta, Tony Alva e Jay Adams. In California le onde grosse si trovano solo la mattina, quindi il team doveva trovare qualcosa da fare durante il pomeriggio: e la risposta venne chiara: skateboard.

Lo skateboard era morto a metà degli anni 60, considerato poco più che un giocattolo per bambini. Gli Z-Boys si costruivano da soli i propri skate con una tavola di legno e dei pattini, perché non c’erano in commercio.

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Lo skate divenne presto famosissimo, le gesta degli Z-Boys esportate in tutta l’America. Lo stile degli Z-Boys era ispirato al surf, per cui, quando la siccità della California si fece sentire facendo svuotare a ogni riccone la sua piscina, gli Z-Boys cominciarono a invaderle per fare come se fossero stati su onde vere.Stacy Peralta era il più intelligente di loro, il più lesto. A diciassette anni, quando divenne famoso, si associò subito con un produttore per distribuire le sue foto. Oggi fa il regista con successo.Tony Alva fu giudicato il miglior skater del mondo e creò la sua linea di skateboard e vestiti.Jay Adams era considerato l’unico vero skater al 100%, odiava che in quel divertimento fosse stato messo così tanto denaro e pubblicità.

Ogni ragazzo di Dogtown, con l’avvento degli Z-Boys, volle imitarli. E così nacque un fenomeno generazionale che è durato quasi fino ai giorni nostri, fino a quando Rodney Mullen non re-inventò la forma dello skate moderno e il modo di praticarlo cambiò radicalmente, insieme con la cultura anni ‘70.Dogtown ancora oggi non è la spiaggia ideale per i turisti.

Dogtown and Z-Boys è un documentario del 2001, diretto da Stacy PeraltaDocumentario diretto da uno degli ex componenti degli Z-Boys e nato per reazione all’annuncio della messa in cantiere del film hollywoodiano Lords of Dogtown, basato sui medesimi fatti. Da non perdere.Quale che sia la nostra opinione sui ragazzi che magari affollano le piazze di qualche nostra città, balzerà agli occhi la differenza tra loro e quelli ritratti nel film. Sulle nostre strade i ragazzi si divertono, questi fanno sport e sono i più bravi di tutti

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di Antonio Panarello40 gradi di un giorno d’agosto funestato da incendi; un ventilatore come unico refrigerio per smuovere l’aria ed allontanare zanzare, mentre disteso su un letto bollente, mi fanno compagnia soltanto le note provenienti dalla radio…Da tanto non l’ascoltavo più, nonostante 12 anni passati a presentare musica intrattenendo il pubblico su due emittenti locali.Ai ventenni avellinesi parlare di Radio Alfa, Studio 95, o Radio Colombo (dove quasi quattordicenne esordivo presentando una versione live di Bob Dylan della storica Mr. Tamburine man) potrà sembrare una domanda all’Amadeus, ma i trentenni sapranno di cosa sto parlando e, magari, avranno la classica “botta” di nostalgia. Negli anni ’80 la radio era aggregazione, compagnia e sinonimo d’indipendenza. Di là dalle scelte musicali discutibili o meno, punto di forza era l’essere settoriali, l’inventiva e l’originalità. I programmi erano lo specchio dei gusti e della sensibilità degli speakers e cercavano si andare incontro al pubblico, indipendentemente dalle fasce d’età.

Virgin On Air... La Radio Vive

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Poi la radio è diventata omologazione. Tanti cloni su cui domina l’heavy rotation di brani sempre uguali, che ci martellano per 2-3 mesi anche 4-5 volte al giorno, cosa inutile nell’era di Emule e dell’iPod, dove la fruibilità della musica è assicurata ogni volta che si desidera.Unica eccezione Radio Montecarlo o programmi mandati in onda in fasce orarie assurde. Fino ad oggi…perché come annunciato da enormi cartelloni il 12 luglio alle 12 in punto si è accesa la stella del network Virgin Radio. Punto di forza il Rock, o, per usare il loro motto lo Style Rock.La scelta editoriale ( Ringo è il direttore artistico) è stata quella di creare un polo interamente dedicato al rock, in tutti gli aspetti e forme, in una scaletta ben strutturata, grazie alla quale può capitarvi di ascoltare 30 Seconds to Mars e subito dopo interamente Stairway to heaven dei Led Zeppelin.Grazie al passaparola e allo streaming di Internet Virgin Radio in 2 mesi ha varcato i confini nostrani e ha dato nuovi stimoli e nuovo vigore all’etere ormai saturo. Complimenti per l’idea e per la scommessa vinta fin dall’inizio di puntare sulla semplicità e,soprattutto, sulla musica!!!S’è viva la Radio, vive la musica! Al prossimo mese

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di Lello Del FrancoDal dizionario Devoto-Oli; Salvatore: Colui che salva. (salgo di 4 definizioni) Salvare: liberare dal pericolo. Il Salvatore per antonomasia è Gesù, il Messia, colui che, con inimitabile abilità comunicativa, ha detto come comportarci durante la nostra vita per vivere da persone giuste e libere. Di gente che si spaccia per Gesù, sparsi per il mondo, ve ne sono tanti, troppi, si moltiplicano e si stabiliscono in ogni luogo e campo di azione dello scibile umano. Io vi voglio raccontare la storia di un Salvatore, che di Gesù ha solo un grande rispetto. Un uomo di Montemarano, in provincia di Avellino, che, con scarse abilità comunicative verbali, ha detto al mondo come si può diventare uomini liberi con il lavoro della terra.

Il Salvatore dell’ Irpinia

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Nella foto: Salvatore e Giovanni Mollettieri (proprietario ed enologo dell’azienda)

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Il Signor Molettieri nel 1988 ha dato la vita (Non ha resuscitato nulla e nessuno) all’omonima azienda vitivinicola nel cuore della zona di produzione del Taurasi. Lui, dal viso carico di affascinanti rughe e con le mani a tenaglia, (provate a stringergli la mano e poi mi dite) ha azzardato ha vinificare le sue uve fino ad allora conferite altrove, dando la scintilla vitale al suo Taurasi, ora diventato l’archetipo del vino rosso del sud Italia. Il Taurasi Vigna Cinque Querce (quattro ettari vitati da far invidia alle colline delle langhe) è un vino profetico, se lo bevete vi dice tutto quello che un padre vorrebbe dire ad un figlio ma che si vergogna di esporre, vi insegna la storia della sua terra, ve la fa annusare e accarezzare, vi dice cosa apprezzarne e cosa odiarne. La sua presenza su di una tavola è ingombrante, quando c’è lui il resto guarda, ascolta e basta, i commensali non possono fare altro che rispettarlo con il loro silenzio, i piatti a base di carni spezziate, alle quali di solito lo si abbina, si alzano in piedi per applaudire. Un vino di una potenza trabordante, i profumi sprigionati sono intensissimi e variegati, la balsamicità, la frutta, i fiori e le spezie di fondono in un unico cerchio perfetto. In bocca si comporta come un vulcano in eruzione, spara lapilli infuocati su tutte le papille gustative, bruciandole di gusto. Tutto questo e forse altro ancora, non si esaurisce mai prima di 60 secondi dalla deglutizione. Non costa pochissimo ma l’esperienza, vi giuro, vale una tasca più leggera. Tutte le annate prodotte fino ad ora sono buonissime ma le mie preferite sono, in ordine crescente: la 1992 la 1999 e la 2001. Scusatemi se sono stato eccessivamente biblico e ascetico, forse per alcuni sarò sembrato perfino blasfemo, ma, secondo il mio modestissimo parere, la bellezza di alcune storie umane sono la diretta conseguenza di tutto quello che un uomo ci ha raccontato 2007 anni fa. Salvatore Molettieri……santo subito!

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Bar Chihuahuadi Giella AlessandroVia Della Vittoria, 26

Aiello del Sabato (AV)

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<<Potete fregarvene, dire che se lo è meritato. Non si uccidono così anche i campioni? Ma a vederlo oggi fa impressione: un sonnambulo della vita. Anche dieci anni fa alle guardie che l’arrestarono strafatto di coca in una casa del quartiere Caballito aveva detto: “Voglio dormire”. E al poliziotto che lo rimproverava: “Perché l’hai fatto? Eri il mito di mio fi glio”, aveva risposto: “Stronzo, tuo fi glio aveva te”. Arriva Diego, per la cerimonia dell’addio, per dire che domani sarà la sua ultima partita. Arriva sì, ha due ore di ritardo e un color cera. Da salma. Sarà proprio lui? E’ un uomo affaticato, schiacciato, stremato. Uno che non si regge in piedi. Grasso, lento, gonfi o. E’ Diego. Con la pretesa o l’illusione che gli occhialetti nascondano: la letargia, gli occhi semichiusi, quasi rovesciati, l’assenza. Così il male non si vede avrà pensato.E invece si vede, si vede. La parola lenta, strascicata, sussurrata, come di chi non ha le forze. I rifl essi anche: ”Hombre, che mi hai chiesto?, non ricordo.”Un vecchio treno che arranca, Marlon Brando nel Padrino, tutto quello che fa la vita quando non ti uccide, ma si ferma un attimo prima. Cristo, Diego ha solo quarantun anni. Questo che deambula chi è? Sembra uno sfollato, uno svegliato in piena notte, scappato dopo aver rovistato nel baule sotto il letto. Maglia nera, pantaloni da pescatore, giacca grigia, pizzetto, collana d’argento a tre giri, due orologi, come tutti quelli che non fanno attenzione al tempo, tre anelli sulle dita, tre orecchini, occhiali viola, capelli neri, scarpe nere senza calzini. In testa, un turbante nero. Ah sì lui è quello che ha detto: ”Potevo anche trovarmi a una festa di gala vestito bianco, ma se fosse arrivato un pallone infangato l’avrei stoppato con il petto”.>>

Tratto da: Bambini Infi niti di Emanuela Audisio, inviato della “Repubblica” , segue da anni le imprese atletiche e la vita spesso sregolata dei grandio campioni.E dalla sua posizione di osservatrice ne racconta il lato umano, le debolezze, i trionfi e le sconfi tte, la popolarità e la vergogna. Tyson, Ben Johnson, Nadia Comaneci, Maradona, Mohammed Alì, Ronaldo ecc.

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presso

TUTTA LACOLLEZIONE

PRIMAVERAESTATE

DISCONTO

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di Tony Maddaloni

Il primo Manhunt, uno stealth con scene di esplicita violenza,uscì nel 2003 e a dire la verità nonostante tutto fu un gioco che a me piacque moltissimo, soprattutto per la sua atmosfera cupa e malata.A luglio di questo anno era previsto il suo diretto seguito,che aspettavo con molta ansia anche perché era uno degli ultimi videogames di un certo spessore che sarebbe dovuto uscire per la PS2 ormai in via di pensionamento.Il 21 giugno, l’ANSA diffonde la notizia che il ministro delle comunicazioni l’onorevole Paolo Gentiloni, che deciso di bloccare la distribuzione in Italia di Manhunt2, definendolo crudele e sadico, con continui incoraggiamenti alla violenza. Quindi ha imposto a Take2 (producer del gioco) di vietare la distribuzione. La notizia non arriva a sorpresa,due giorni prima,in Gran Bretagna il gioco non è stato commercializzato sempre per gli stessi motivi.Tomas Cooke presidente della BBFC (British Board Film Classification) ha dichiarato”Manhunt2” in coraggio di continuo l’omicidio più viscerale senza mai smorzare i toni ne prendere le distanze”. Ma allora perché il primo Manhunt non fu censurato?

“Questo videogioco spinge ad uccidere ”

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bdigitalCooke ha risposto dicendo che la storia di Cash (Protagonista del primo Manhunt) giustificava le brutalità e gli orrori di quel gioco, mentre il dottor Louis (protagonista di Manhunt2) è troppo cattivo di suo,a prescindere dalle circostanze e da i motivi che hanno scatenato la sua vendetta.E negli Stati Uniti?Il gioco è stato classificato come un prodotto per soli adulti,a queste scelte hanno fatto seguito la decisione di Sony e Nintendo di non far pubblicare il gioco sulle proprie consolle,di fatto vietando Munhunt2 negli USA. Gira e rigira siamo alle solite,anche se stavolta penso che si sia toccato il fondo. Ma poi chi dice che Manhunt2 è veramente da bloccare? L’hanno deciso Gentiloni e Cooke?Ma i suddetti signori si sono veramente messi la a giocare tutto il gioco, il fatto che il giocatore prema un bottone per compiere un omicidio non ha niente di diverso dal lettore che si immedesima con il personaggio del romanzo che compie il delitto. L’omicidio è sempre lo stesso concetto,che sia film o fumetto,una persona adulta, sana di mente non ha problemi a separare la realtà dalla finzione.Per un bambino il discorso è diverso,ma un adulto si suppone abbia superato la fase nella quale distinguere la finzione dalla realtà.

Per questo credo che un prodotto interattivo non sia più pericoloso di uno passivo, e non credo che ammazzare gente in un videogame sia più perverso che seguire tutti gli speciali su Cogne o Erba, anzi penso che sia più malato il modo con cui la gente segue questo tipo di notizie di cronaca nera, che sono vere e coinvolgono persone reali.Vorrei dire a Gentiloni e a tanti moralisti e benpensanti e soprattutto ignoranti in materia che siamo tutti adulti vaccinati e liberi di esprimere di dire la nostra opinione, proibire a qualcuno di esprimersi è vergognoso.

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Stavolta sarà dura Homer. Springfield è messa sotto pericolo dal capofamiglia più irresponsabile della storia della televisione e ora anche del cinema. Dopo vent’anni di onorato servizio i Simpson approdano al cinema ancora più irriverenti e strampalati che mai.Oggetti di ogni tipo coprono il “pisellino” di Burt che gira nudo sullo skateboard, intanto Homer combinerà un disastro nucleare al quale dovrà trovare rimedio; i Green Day in concerto verranno presi a pomodorate fino a farli sprofondare col palco e solo perché sono contro l’inquinamento. Questo e molto altro si vedrà nelle sale dal 14 settembre. Il film è stato creato dalle stese menti della serie che hanno prodotto più di 400 episodi: Matt Groening, Mike Scully, David Silverman, Al Jean e James Brooks.Senza snaturare grafica e disegno e inserendo anche molti personaggi secondari ai Simpson i produttori dicono di essere stati ancora più bizzarri e folli nelle sceneggiature e che il grande schermo gli ha dato la possibilità di avere situazioni più spinte di quelle normalmente permesse in televisione.

Mission Impossible

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John Travolta torna al musical, questa volta travestito, in una rivisitazione di Waters filologi-camente accurata

Regia di Adam Shankman con John Travolta, Michelle Pfeiffer, Christopher Walken, Amanda Bynes, James Marsden. Genere Commedia musicale, produzione USA, 2007. Durata 117 minuti circa. Uscita nelle sale venerdì 28 settembre 2007.

Adam Shankam porta sul grande schermo il famoso musical di Broadway. Nikki Blonsky ha un fisico debordante come la sua vitalità. È un'adolescente che vive a Baltimora e che non sogna altro che poter ballare. Per il momento lo fa dinanzi al televisore di casa mentre segue il programma preferito della televisione locale: il Corny Collins Show. Nikki vorrebbe diventare una delle ballerine del programma.

Un inarrestabile succedersi di eventi conditi dall'humor very british alla farsa più sfrenata

Regia di Frank Oz con Matthew MacFadyen, Rupert Graves, Peter Dinklage, Daisy Donovan, Alan Tudyk. Genere Commedia, produzione Germania, Gran Bretagna, USA, 2007. Durata 90 minuti circa. Uscita nelle sale venerdì 21 settembre 2007.

Gran Bretagna. Daniel attende l'arrivo della salma del padre nella villa di campagna in cui ancora vive (benché sposato) con la madre. Purtroppo il feretro è sbagliato e gli uomini delle pompe funebri debbono tornare indietro. È solo l'inizio di una serie di situazioni comiche.

FUNERAL PARTY

HAIRSPRAY

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