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BIG DONALD

Date post: 22-Mar-2016
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Giornalino realizzato dalla Scuola Media "S. Teresa" di Martina Franca (TA) per il PROGETTO MEDI@PLAY
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anno 2011 I I M M E E D D I I A A I I S S T T I I T T U U T T O O S S . . T T E E R R E E S S A A M MA A R R T T I I N N A A F F R R A A N N C C A A ( ( T T A A ) ) anno 2011 Numero Speciale
Transcript
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Big Donald

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umero speciale

anno 2011

III MMMEEEDDDIIIAAA ––– IIISSSTTTIIITTTUUUTTTOOO SSS...TTTEEERRREEESSSAAA MMMAAARRRTTTIIINNNAAA FFFRRRAAANNNCCCAAA (((TTTAAA)))

anno 2011

Numero Speciale

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IL PERSONAGGIO DELL’ANNO

4 Identikit di Donald Z. ________________________________________

I LETTORI SCRIVONO

6 Lettera aperta a Donald Z. 4 Sogno o incubo?

________________________________________

RUBRICHE

7 Forza Donald 8 Sondaggi e opinioni 10 Intervista a un Consigliere 12 Una mamma ai microfoni 8 Comunicazione d’altri tempi 13 Storia di un’amicizia 7 La bella o la bestia? 15 Le ricette di Donald 16 Una risatina

________________________________________

VIAGGI

10 Alla scoperta del territorio 13 Comunicato Radio 14 Tutti al cinema ________________________________________

SPAZIO PUBBLICITARIO 9 Viva la vita!

CCCiiiaaakkk!!!

SSSiii gggiiirrraaa!!!

contenuto dell'intestazione Istituto S.Teresa Martina Franca Classe I Media Alunni: Caprioli Antonella Carrieri Andrea Castellana Eligio Fumarola Francesco Ceci Bruno Chiatante Adriana Cristofaro Raffaele Fumarola Andrea Irlando Federica Lorusso Ambrogio Martellotta Alberto Ruggeri Antonio Ruggeri Daniela Semeraro Antonio Immagini ed informazioni su Martina dal Web

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Mi riconosci?

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un bambino a infinite stelle! Nome: Donald Cognome: Zinkoff

Soprannome: La schiappa Occhi: “Da piccoli e da grandi” Capelli: Atroci quanto la sua calligrafia ubriaca Altezza: Con il cappello-giraffa= h + 1 m… Segni particolari: Voglia sotto l’orecchio destro. Andatura: Goffa. Carattere: Allegro, entusiasta, buono, altruista, gentile, tollerante, comprensivo, generoso… Qualità celata: Stoffa da eroe. Alimento preferito: Panino con burro di noccioline e fette di banana, confettini al cioccolato e merendina alla fragola… Materia scolastica preferita: Tutte… Profitto scolastico: In via di miglioramento… Record raggiunto: Una sola “A” in cinque anni di scuola. Sport preferito: Corsa, pallacanestro, ciclismo e tutti i possibili… Strumento musicale preferito: Tutti quelli proposti, ma in particolare flauto, tamburo e tuba.

Associazioni di appartenenza: Circolo fotografico, Circolo videoamatoriale, Circolo di automobilismo, Volontariato in

biblioteca… Abitudini particolari: Dormire poco e arrivare a scuola prima del bidello. Fife caratteristiche: Nessuna, a parte quella per il “Mostro della Caldaia”.

Famiglia di appartenenza: Meravigliosa. Sogni nel cassetto: Diventare postino come il padre.

Trovarsi da solo su un pianeta

disabitato…Ci pensate, cari amici, quante cose potrei fare o, ancora meglio, quante non ne dovrei fare? Niente levatacce di mattina, niente scuola, niente “inviti” a studiare, nessun ordine, nessun orario, nessun telecomando sempre in azione “in mani sbagliate”, nessuna regola…Yahoo!, direbbe Donald Zinkoff, con un salto fino al soffitto! Sarebbe fantastico!

E il pianeta me lo immagino bello, pieno di alberi e di fiori, mari e spiagge pulite e tutto questo solo per me. Che meraviglia! Il divertimento

sarebbe assicurato! Eppure a pensarci bene, in questa situazione ci sarebbe qualcosa che veramente non riuscirei a superare. Chi mi darebbe affetto? Chi mi potrebbe comprendere? Chi mi aiuterebbe a crescere e a capire i

Donald impegnato nello studio

Donald a quattro anni

Donald in bici

C'è qualcuno?

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passi che devo compiere? E io a chi potrei voler bene? Mi rendo conto che ho bisogno di Dio nella mia vita, ma anche dei miei genitori e amici. Insieme Dio, genitori, nonni, fratelli, sorelle e amici costituiscono la mia famiglia. A dire la verità, sperimento cosa significhi restare completamente da solo, quando sento rabbia nei confronti degli altri, quando litigo con gli altri e resto sul letto a pensare a quello che ho fatto e alla situazione in

cui mi trovo.

Allora, nel momento

in cui mi allontano

da tutti, non riesco

neppure più a giocare con il robot o la macchina telecomandata, fino a quando non dico a me stesso: “hai sbagliato” e chiedo scusa e tutto ritorna meglio di prima. Sì, penso proprio che la mia vita senza i miei genitori o i miei amici sarebbe un inferno. Quando litigo con il mio migliore amico, per esempio, non mi sento bene fino a quando non facciamo pace e sono molto felice di poter condividere con lui i miei segreti. Apprezzo tantissimo quello che si vive nell’amicizia. È vero che i miei genitori, a volte, mi rimproverano, ma sarebbe bruttissimo vivere senza di loro, senza i loro

consigli, senza il loro amore. La loro presenza di persone mature mi aiuta a migliorare, a comprendere cosa veramente conti nella vita. E poi, il gioco…che gusto c’è a giocare da soli? Ho imparato dalle lezioni di scienze motorie che senza giocare non si cresce veramente…E un gioco è bello solo quando si vive insieme agli altri. E poi come la metteremmo con i giochi di società? Penso che anche per questo Donald amasse tanto il gioco del Monopoli…

Il mondo è bello, una città è bella, una casa è bella perché ci sono persone che la abitano insieme a te, persone a cui vuoi tanto bene, anche se con le quali qualche volta non vai troppo d’accordo. Ripensando a tutto questo, penso che quello che potrebbe sembrare un sogno, sarebbe soltanto un incubo da cui volersi ridestare e allora…felice risveglio! Ci aspetta una vita bellissima e tante avventure da vivere INSIEME! Al lavoro con papà – disegno di Donald

Donald in classe

Piede lesto in attacco...

Donald appena nato…già ride!

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Caro Donald,

abbiamo avuto da poco il

piacere di fare la tua conoscenza, ma ti diciamo subito la verità. Scusaci tanto, ma il primo nostro pensiero sulla tua persona è che tu non avessi tutte le rotelle al posto giusto…Crediamo che proprio non puoi darci tanto torto! Ti pare normale presentarsi a scuola il primo giorno con un cappello dotato di una giraffa di un metro? Non solo non dovevi portarlo, ma poi, se ci tenevi tanto, dovevi difenderlo a denti stretti, anche a costo di dover fare a calci e a pugni, non ti pare? E tu come agisci? Di fronte ad un prepotente, glielo lasci! E non lo fai neanche per paura…Beh, a ripensarci forse neanche noi lo avremmo ripreso con la forza, ma almeno con la gentilezza sì…Tu addirittura glielo cedi! E poi anche tua mamma…lasciarti uscire di casa così, mah! E quelle risate prolungate! Ridere

esageratamente per ogni cosa…ci ha detto una “persona seria” che non è segno di sanità mentale…E poi ti pare logico amare la scuola in quel modo? Si deve essere moderati in tutto! La nostra lista dei troppo non finisce mica qui! Abbiamo pensato che tu che sia troppo volenteroso, troppo gentile, troppo…tutto! E alzare continuamente la mano in classe…è fuori moda!

Nel nostro gruppo, uno come te, verrebbe chiamato, come minimo, “scemo” e messo un po’ da parte. Uno come te però veramente ce la mette tutta per essere messo da parte…Così noi, all’inizio, non ti abbiamo preso sul serio e soprattutto non ci sembravi una persona da cui poter imparare qualcosa. Poi, conoscendoti meglio, ci siamo resi conto che sei un ragazzo intelligente, che non risponde alla prepotenza con la

prepotenza, al male con il male. Tu sei gentile sempre, anche con le persone scorbutiche, sei buono con tutti anche con chi non lo è con te. Anzi tu

sei talmente buono che neanche te ne accorgi che alcuni non lo sono.

Donald e la musica...

Donald tra le nuvole

Pausa pranzo

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Il tuo coraggio ci piace. Tu non ti arrendi mai, vai avanti con entusiasmo. Da te abbiamo pure imparato che dobbiamo amare di più la scuola e non sentirla come un peso.

Sì, Donald sei pasticcione, non hai una buona memoria, hai una brutta calligrafia e non giochi bene a calcio (il nostro sport preferito), non sai correre e neppure suonare bene uno strumento, ma ti vogliamo dire: “Perché non vieni a stare con noi? Tu staresti proprio bene in una scuola salesiana, dove si vivono quei valori in cui credi tu! A presto. Con amicizia

I ragazzi della I Media

La vittoria in una gara non è tutto nella vita! Non è un successo a determinare la nostra felicità! Si può vincere una gara anche arrivando al quarto, quinto, sesto posto o addirittura ultimi! Si raggiunge la vittoria infatti quando si partecipa a una competizione giocando gioiosamente con i propri amici! La cosa più importante e stimolante è dare il meglio di noi stessi, dimostrando la nostra buona volontà. Per me è ingiusto che Donald sia stato escluso dalle gare, perché

se si gioca, si gioca tutti insieme. Io stesso qualche volta sono stato escluso da qualche gara o preso in giro, quando qualcosa non è andato bene per causa mia e allora mi sono sentito un po’ male…

Diamo a tutti la possibilità di esprimersi e allora la partita ricomincia sempre e la gioia non ha mai fine! Eligio Castellana – I Media

A volte capita che nonostante la buona volontà e tutti i nostri sforzi, non riusciamo in un’ impresa. Può succedere a scuola,

nello sport o in qualsiasi altra attività. Quando avviene, una persona corre il rischio di scoraggiarsi, specialmente se

gli amici la prendono in giro o la escludono. I nostri genitori di fronte a qualche nostro insuccesso, però, ci incoraggiano, ci stimolano ad andare avanti, con uno sguardo ottimistico, nella certezza che andrà meglio la prossima volta. L’insuccesso allora, anche se è qualcosa che ci fa male,

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diventa un’occasione per scoprire le nostre capacità, tutto il bello che è in noi e non una “bestia” di cui avere paura! Adriana, Antonella, Daniela, Federica

I Media

Mi chiedevo come facessero a vivere i miei nonni senza il cellulare! E non

avevano neppure Google e Facebook! E il Nintendo? Per loro sono cose

dell’altro mondo! Come si faceva a comunicare senza questi grandi mezzi? Eppure guardando le foto di quando i nonni erano giovani, appaiono molto sorridenti. Erano davvero felici e avevano tanti amici. Come facevano? Ho scoperto grazie alla famiglia e alla scuola che le cose essenziali della vita sono Dio, l’affetto familiare, l’amicizia, il dialogo e poi i generi di prima necessità. I mezzi di comunicazione sono importantissimi, ma non ci devono rendere schiavi. Non dobbiamo usarli per sentirci all’avanguardia, per seguire la moda, ma per essere sempre più uniti tra di noi e anche informati di quello che succede nel mondo. Alla fine, la cosa più bella è vivere insieme e non c’è paragone tra un sms e bel dialogo dal vivo!

La I Media

La mia casa è ampia e luminosa, ma la cosa più importante è che rappresenta un luogo dove si stabiliscono buone relazioni con tutti.

La mia famiglia infatti è molto accogliente. Non conosco purtroppo bene i miei vicini di casa, ma al vederli mi sembra di capire che siano molto gentili. Antonella

Il quartiere dove abito è molto bello, ricco di alberi e di zone dove passeggiare e fermarsi a parlare. L’apprezzo molto. Conosco bene i miei vicini di casa, con i quali ho stabilito buone relazioni. In modo particolare ammiro le persone anziane, nelle quali trovo saggezza e bellezza. Daniela

Quando guardo la mia città, mi sento

felice, ma subito penso ai problemi di Napoli o di Roma e dico a me stesso: Come si fa a vivere così? Antonio S.

Il quartiere dove abito è molto vasto,

ma tranquillo. Con le persone che vi abitano, io ho stabilito relazioni buone. In particolare sono felice, quando i vecchietti mi salutano e io ricambio. Eligio

Io coltivo relazioni di grande simpatia e

allegria con i miei vicini di casa e con gli abitanti del quartiere, tra cui c’è anche il mio migliore amico. Quando visito una nuova città, mi fermo subito a guardare le cose positive, senza criticare se c’è qualcosa che non va. Antonio R.

Quando

visito una nuova città, resto incantato dalla bellezza dei monumenti,

Città di Martina Franca

La vicina Claudia al guinzaglio

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delle chiese, delle piazze. Francesco Del mio quartiere apprezzo di più la

vicinanza con la Parrocchia. Bruno Il mio quartiere è tra i più belli del

mondo! E sapete perché? Perché lì ho tanti amici! Raffaele Quando visito una nuova città, penso a visitare il territorio e a cercare qualcosa di interessante. Adriana

Nel visitare una città che non conosco

guardo gli aspetti positivi, valutandoli in base alle mie esigenze. Solo in un secondo momento, guardo gli aspetti negativi e poi assegno un voto alla città! Federica

Conosco veramente bene gli abitanti

del mio quartiere: sono molto gentili e cordiali. Con alcuni vicini non vado molto d’accordo e così preferisco lasciarli stare.

Andrea F. Il mio quartiere è molto bello: c’è una

piccola pineta, nove palazzi e il parcheggio per le auto. Conosco molto bene i miei vicini, con i quali ho stabilito una relazione amichevole, ma non tutti gli abitanti della zona dove abito. Alberto

Mi piace

molto la mia città! Stabilisco relazioni molto positive con i miei vicini. Nei riguardi di tutti, ma specie delle persone più grandi di me cerco di comportarmi sempre con rispetto. Ambrogio

Ho molti amici nel quartiere dove abito e spesso ci incontriamo per giocare insieme. Amo molto la mia città della quale non ho proprio niente da criticare, perché non credo ci sia qualcosa che vada veramente male.

Andrea C.

Fidatevi di noi! La vita è

bellissima, preziosa, degna di essere vissuta con gioia, entusiasmo, passione! Non va sprecata mai, per nessuna ragione al mondo!

Al primo posto Dio e insieme la famiglia, gli amici, i professori e tutti gli altri! La vita è un dono speciale, fatto di piccole e grandi cose, di affetto, di amicizia, di incontri, di parole, di gioco… “la vita è anche la gioia di un bicchiere di vino prodotto da mio

padre e condiviso con tutta la

famiglia”! Ah, dimenticavamo…

c’è un’ultima informazione: la vita non è in vendita, ma si dona a piene mani!

La I Media

Donald con i suoi amati genitori

Cari Lettori, è giusto, secondo il vostro parere, aprire a Martina una sala con le slot machine con tutto quello che ne consegue (sfruttamento, scommesse, ecc.) oppure sarebbe meglio istituire nuove biblioteche e centri di assistenza? A voi la sentenza! Bruno Ceci

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- Signor Raffaele come descriverebbe la città di Martina Franca? - Come un posto molto bello e tranquillo. Che cosa pensa si possa migliorare riguardo ai servizi che offre la città? - Dovremmo comprare nuovi libri e video per la biblioteca comunale e per le scuole. Lei è un giovanissimo consigliere (frequenta la I media), può descriverci la sua funzione all’interno del Consiglio Comunale? La mia presenza all’interno del Consiglio Comunale è dovuta ad un progetto avviato negli anni scorsi tra la Scuola e l’Amministrazione locale. I miei amici mi hanno votato ed eccomi qua! Comunque, nonostante sia un compito che mi appassiona, penso sia arrivato il momento di lasciarlo ad un altro, perché possa fare questa bella esperienza! Ogni mese mi arriva una lettera di convocazione dal Comune, attraverso la quale sono chiamato a dare dei suggerimenti riguardo all’Ordine del Giorno. La città offre spazi di incontro sicuri per bambini, ragazzi e giovani? Sicuramente sì, ma ne occorrerebbero altre. Ritiene che Martina Franca sia una città vivibile dal punto di vista umano? Sì, molto.

Pensa che valori semplici, ma fondamentali quali il saluto, il sorriso, l’accoglienza di un turista, il rispondere con gentilezza a una richiesta di informazione caratterizzino ancora lo stile di vita degli abitanti di Martina? Sì, ma dobbiamo sempre migliorare. Le tradizioni martinesi si vanno perdendo o trovano continuità nella vita delle nuove generazioni? I giovani amano le tradizioni del loro paese e così le continuano. Se lei non fosse martinese sceglierebbe Martina Franca come città dove stabilirsi con la sua famiglia? Senza dubbio!

Oggi facciamo un giretto per

Martina Franca, insieme a Donald che conosce soltanto Willow Street! Attraversiamo il centro storico e gli facciamo notare che le vie di Martina Franca presentano una particolare depressione al centro della strada, a differenza delle altre strade moderne

che hanno invece il manto stradale a "schiena d'asino": quando piove, l'acqua piovana scorre al centro strada lasciandone asciutti i lati, senza arrivare alle cantine poste nel

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sottosuolo. Da un punto di

vista architettonico,

il centro storico è per lo più in stile barocco, ben visibile nelle chiese, ad esempio la

Collegiata, ora Basilica, di San Martino, che visitiamo. La bellissima Basilica di San Martino, dedicata al patrono della città, fu iniziata nel 1743 e completata nel 1763. L'altezza della facciata, 42 metri, è la sua caratteristica più importante. L'interno è ad una sola navata è a croce latina. Da ammirare è l'Altare Maggiore del XVII secolo, in marmo policromo, con una statua del 500 di S. Martino in abito episcopale e due statue, ai suoi lati, che rappresentano la Carità e la Liberalità. Nella cappella del Santissimo Sacramento troviamo l'Ultima Cena del Carella, che rappresenta uno dei momenti più intensi della sua produzione pittorica. Esiste una credenza popolare sulla festa estiva del santo patrono. In questa occasione le statue dei santi Martino e Comasia, interamente in argento, opera di un artista napoletano, sono portate in processione la prima domenica di luglio. Si dice che la statua di san Martino non debba mai precedere la statua di santa Comasia, altrimenti si

appesantisce progressivamente. La leggenda narra infatti che, una volta, la statua del patrono, superata la soglia della basilica, si sia così appesantita che i portantini hanno dovuto posarla a terra sulla mezzaluna esterna della gradinata, senza riuscire più a sollevarla. Essi decisero allora di far passare la statua della Santa. Fatto ciò la statua del santo patrono si "alleggerì" magicamente, consentendo il proseguimento della processione. È da allora che la statua di santa Comasia precede sempre la statua di San Martino. Dopo aver visitato il centro storico, guardiamo da vicino i caratteristici trulli. L' ideazione dei trulli viene attribuita al conte di Conversano Giangirolamo Acquaviva D'Aragona, detto il Guercio. Egli intendeva costituire un feudo indipendente dalla corte di Napoli, la Selva Murgese. Quando però l'editto Pranunatico de Baronibus stabilì l'autorizzazione del re per ogni nuova costruzione, il conte di Conversano impose ai sudditi, che aveva indotto a stabilirsi nelle campagne, l'utilizzo della pietra a secco invece della malta. In questo modo, qualora fossero state predisposte ispezioni, le abitazioni avrebbero potuto essere smontate e ricostruite in poco tempo. Con questo espediente, il conte di Conversano

avrebbe evitato di dividere con il re le rendite fiscali. Forse è però solo una leggenda, dal momento che costruzioni simili ai trulli esistono in

Cappadocia, Grecia, Dalmazia, Giudea, Egitto,

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Sicilia, Sardegna. Trulli come edifici senza tempo? Può darsi, dal momento che c'è chi li fa risalire al 1500 a.C., quando una cupola fu costruita sulla tomba micenea del Tesoro di Atreo, scoperta nel 1874 da Heinrich Schliemann. Quella costruzione è passata alla storia con il nome greco classico di tholoi. Ma esiste un'altra parola, questa volta bizantina, che richiama ai trulli: torullos. Essa si riferisce alla sala del palazzo imperiale di Costantinopoli, che aveva la volta a cupola. In quella sala Giustiniano II fece svolgere il Concilio del 691, detto trullano. Ci sono poi parole simili anche in latino,che indicano una piccola torre: torullos,torulla, trulla, trullum. In ogni caso, questa forma archetipale di architettura si sarebbe diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo: dagli Assiri ai Babilonesi, ai Cretesi,agli Egiziani per poi arrivare in Puglia con gli stanziamenti dei Messapi, dei Fenici,dei Greci. Il trullo scaturisce comunque da una cultura che esprime attaccamento alla terra, precarietà e radicamento in un territorio, necessità di stabilità e timore di fuga. Freschi d'estate, caldi d'inverno, sono il primo esempio di naturale coibentazione. Sia i muri che il cono sono innalzati a secco, senza malta, con chiancarelle di calcare che prodigiosamente, una sull'altra, s'innalzano in cerchio concentrici sempre più stretti. La temperatura viene così mantenuta costante grazie alla formazione di una camera d'aria, mentre gli insetti vengono fermati dal l'intonacatura interna tinteggiata a latte di calce. Il trullo è molto stabile, per cui riesce ad assorbire anche trombe d'aria e terremoti, e la ripartizione interna degli spazi, esempio di semplicità razionale,

lo rende un'abitazione autosufficiente per la vita degli uomini e degli animali. Nell'unico vano di trenta metri quadri circa vengono determinati gli spazi per il focolare, il pozzo, il pagliaio, i depositi, i locali dove lavorare e abitare. In cima alla costruzione un pinnacolo misterioso, accompagnato da simbologie dipinte sulla cupola, relaziona il trullo al cielo e alla terra, comunicando con quelle forze magiche che, dagli albori della civiltà, rendono l'uomo anello di congiunzione tra il suo mondo e l'Infinito (notizie dal web). Donald è incantato da tutto, ma in modo particolare dai trulli che non aveva mai visto in vita sua! Ne vuole visitare uno e quando entra la prima cosa che dice è Yahoo! Vuol dire che gli è proprio piaciuto!

La I Media

Lei è mamma di due figlie. Quali sono i valori fondamentali che un genitore è chiamato a trasmettere ai propri figli? L’amore, l’onestà, la gentilezza, la buona educazione, la generosità… È solita lodare le sue figlie per la bellezza che è nel loro cuore e per i passi positivi che compiono? Sì, sempre! Lo meritano! Che cosa le fa più paura del mondo di oggi?

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Gli omicidi, la violenza… Insegna alle sue figlie a rivolgersi a Dio in ogni situazione e ad avere uno sguardo positivo sulla realtà? Sì, perché Dio è un Padre sempre pronto ad aiutarci. Con Lui non abbiamo nulla da temere. Pensa che Martina Franca sia un ambiente sereno per la crescita delle sue figlie? Sì, Martina è una realtà molto bella. Che cosa cambierebbe della sua città e che cosa apprezza di più? Niente, perché a mio parere tutto funziona bene. Daniela Ruggeri – I Media

Mia nonna lavorava presso un Centro per Anziani ed io spesso nel tempo libero andavo a trovarla. A me non piaceva e tuttora non piace che gli anziani vengano lasciati in posti simili, da soli. Mi ricordo che tra gli altri, c’era un anziano signore che ogni qualvolta mi vedeva mi donava qualcosa ed io per ricambiare la sua gentilezza costruivo per lui piccoli aeroplani e barchette di carta. Stringemmo una forte amicizia.

Mi ricordo che ad un mio compleanno mi regalò una penna molto bella ed io al suo una bottiglia di bagnoschiuma.

Quando morì, piansi molto. Avrei voluto che la morte non prendesse proprio lui, perché gli volevo molto bene. Una cosa è certa: io quel nonnino non lo scorderò mai e nonostante lui sia in Cielo, la nostra amicizia durerà per sempre!

Andrea Fumarola I Media

La classe III Media e la prima del Liceo delle Scienze umane della nostra Scuola “S.Teresa”, per l’anno scolastico 2010-2011 saranno impegnate in una serie di trasmissioni alla Radio Centro (98.100) di Locorotondo, per il Programma della Strenna “Venite e vedrete”.

La prima esperienza che hanno vissuto negli studi radiofonici li ha molto appassionati. Guidati dalla Professoressa Rosalba

Laghezza che ha ideato l’iniziativa si sono immersi in questa fantastica avventura! I ragazzi sono entusiasti di poter lanciare un messaggio di gioia e di speranza a tutto il

territorio, annunciando che chi sceglie di vivere per Cristo è

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sull’onda di frequenza giusta per essere veramente felice!

Tutta la classe al “cinema” per vedere il film “Immagina che” di Karey Kirkpatrick.

Ad alcuni di noi il film è piaciuto tantissimo, ad altri per niente, mentre per l’area di centro, per certi versi è

stato molto interessante, per altri no. Ecco i giudizi espressi: Il film… (per i pro) è stato bellissimo perché

ci ha fatto comprendere l’importanza degli affetti e dell’unità familiare che supera qualsiasi impegno di lavoro.

è stato interessante e anche divertente…

è stato commovente nel momento in cui il papà per rendere felice la figlia ha lasciato anche il

lavoro e si è travestito da re, per andare ad applaudirla, come lei desiderava…

è stato bellissimo dall’inizio alla fine, in tutto.

Il film…(per i contro) è stato noioso dall’inizio

alla fine. troppo lungo e poco

divertente. le battute che c’erano

non erano simpatiche e la trama era un po’ banale.

Il film…(per l’area di centro) è stato bello soprattutto

alla fine, quando il padre ha capito quello che desiderava la figlia.

è stato interessante, però si poteva accorciare la prima parte e allungare la seconda.

nella prima parte era troppo ripetitivo, tante scene per dire la stessa cosa, invece il finale era molto ricco e significativo.

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Ingredienti - 200 g di fecola di patate - 200 g di farina - 250 g di burro - 150 g di zucchero - 2 tuorli - 1 cucchiaino di lievito Procedimento: Lasciate ammorbidire molto bene il burro a temperatura ambiente e poi, aiutandovi con una spatola, mescolatelo con la fecola. Aggiungete i tuorli leggermente sbattuti e lo zucchero. Aggiungere la farina setacciata insieme al lievito. Lavorate velocemente l’impasto per amalgamare gli ingredienti. _____________________________________

Formare delle palline e schiacciatele con una forchetta, o stendere l'impasto e ritagliare delle forme con gli stampini. Cuocere nel forno già caldo a 150°/160° finche non saranno dorati. Sfornate e lasciate intiepidire prima di staccare i biscotti dalla placca. (Attenzione sono friabilissimi, caldi si sbriciolano…chiedetelo a Donald!) _________________________________________

Il simbolo più autentico della gastronomia martinese e pugliese sono le orecchiette (maccheroni dalla forma quasi ovoidali come orecchie) qualità di pasta fatta in casa con farina

bianca mista a semola. Le Orecchiette con cima di rape: Si cuociono in acqua salata le orecchiette insieme alla rape e, a cottura ultimata si aggiungono a un soffritto bollente di olio, aglio, filetti di acciughe e peperoncino Come fare le orecchiette Ingredienti: 400 gr. di semola rimacinata di grano duro 1 dl di acqua tiepida sale Preparazione: Versate sulla spianatoia la semola con un pizzico di sale, fate una conca e unite l'acqua tiepida necessaria per impastare; lavorate la pasta per una decina di minuti fino a quando all'interno si saranno

formate delle bollicine: si dovrà ottenere una pasta piuttosto soda e liscia; copritela con un panno umido e staccate un pezzetto di pasta e arrotolatelo sulla spianatoia infarinata fino a ottenere un cilindretto dello spessore di una matita; tagliatelo a pezzetti lunghi un centimetro. Con la punta arrotondata di un coltello " strascinate " ogni pezzetto sulla spianatoia in modo che la pasta, curvandosi, diventi simile a una conchiglietta. Appoggiate ogni conchiglietta sulla punta del dito pollice e rovesciarla all'indietro aiutandosi, se necessario, con la lama di un coltello. Il risultato finale saranno delle orecchiette che andrete a sistemare una accanto all'altra su di un telo o sulla stessa spianatoia. Proseguite allo stesso modo fino ad aver esaurito tutta la pasta. Vi consigliamo di prepararle la sera prima e di lasciarli asciugare per una notte.

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"Donald, dove vivevano gli antichi Galli?".

"Negli antichi pollai!".

La maestra interroga Donald in Storia:

"Cosa divenne Carlo Alberto quando morì

suo padre?". "Orfano!".

“Donald, cosa disse Garibaldi dopo aver conquistato le due

Sicilie?” - “Grazie mille”.

Donald gioca a Giulio Cesare con gli amici. "Cesare la Macedonia avanza...". E Donald: "Beh, abbiamo il

frigo no?".

Il papà di Donald vedendolo tornare dagli esami che si sono

tenuti nella sua classe gli chiede: Beh! Com'e' andata figliolo? - Papy! Anche tu a volte dici che la cosa più

importante nella vita è la salute!


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