Bisogni Educativi Speciali
Formazione personale docente neoassunto a.s.2016-2017
Polo Formativo n 2 I.C. “Bagnolo Mella”
Dott. Piergiovanni Alisena
Premessa metodologica
• Breve presentazione dei contenuti sui Bisogni Educativi Speciali
• Lezione sul ciclo dell’acqua ( Software, libro digitale e smart )
• Presentazione laboratorio sulle emozioni ( software )
• Modelli strumenti ( pai, pei e pdp )
• Caso studio
La normativa italianaArt. 3 ed Art. 34 Costituzione 1947Legge 118/71Legge 180 ( Legge Basaglia) 1978Legge 517/77Legge 104/92DPR 24 febbraio 1994DPCM n.185_2006 Modalità e criteri per l'individuazione
dell'alunno in situazione di handicap CIRCOLARE REGIONE LOMBARDIA Criteri per l'individuazione
degli alunni in situazione di handicap 11.12.2006Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità 2009La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli
alunni stranieri (2007)Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con
disabilità (2009)L. 170/2010 e Raccomandazioni per la pratica clinica definite
con il metodo della Consensus Conference , 2007Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi
specifici di apprendimento (allegato al DM 12 luglio 2011)Direttiva MIUR 27/12/2012C.M. n 8/2013 e Nota Miur n. 01551 del 27 giugno 2013
Il concetto di Bisogno Educativo Speciale• Documenti ufficiali dell’Unesco ( 1997 )
legislazione Regno unito ( Special Educational Needs and Disability Act ), Agenzia Europea per lo sviluppo dell’educazione 2003)raccolta di diagnosi cliniche aggiunte alla disabilità.
• Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, che consiste in un funzionamento problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata.
BES: Strategie di intervento • La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012,
la successiva Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 e la Nota Ministeriale del 22 novembre 2013, aventi come oggetto l’emanazione di disposizioni di tutela degli allievi con Bisogni Educativi Speciali
• tutti gli alunni in situazione di difficoltà hanno il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento al fine di evitare l’insuccesso formativo sottolineando l’importanza di una presa in carico globale dell’alunno da parte di tutti i docenti del team docenti (curriculari e di sostegno) e la necessità di una progettualità complessa incentrata sui processi di individualizzazione e personalizzazione.
• l’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe
• L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità
Area delle Problematiche BES
• La Direttiva 27/12/2012 ha schematizzato l’area delle problematiche BES individuando, pur con tutti i limiti delle schematizzazioni, tre grandi sotto-categorie:
1. quella della disabilità2. quella dei disturbi evolutivi
specifici3. quella dello svantaggio
socioeconomico, linguistico, culturale
Disabilità ( L.104/92 )
• Disabilità intellettiva• Disabilità motoria• Disabilità sensoriale• Pluridisabilità• Disturbi neuropsichiatirci• Valutazione, certificazione
e diagnosi ad opera di professionisti dell’ambito clinico – riabilitativo
Piano Educativo Individualizzato
• Costruire obiettivi, attività didattiche e atteggiamenti educativi “su misura” per la singola e specifica peculiarità di quell’alunno, ponendo particolare attenzione anche ai suoi punti di forza, dai quali si potrà partire per impostare il lavoro.
• Tutti gli insegnanti devono essere partecipi
Piano Educativo Individualizzato ( PEI )
• Diagnosi funzionale ( funzionamento dell’alunno )
• Profilo dinamico funzionale ( programmazione degli obiettivi didattici a lungo, medio e breve termine )
• Descrizione di attività e materiali didattici di intervento
• Forme di valutazione e verifica individualizzata
• Insegnante di sostegno e/o assistente alla comunicazione
disturbi evolutivi specifici• Disturbi Specifici dell’Apprendimento
( DSA, Legge 170/2010 )• Disturbo della lettura
Accuratezza e velocità (dislessia evolutiva) • Disturbo di comprensione • Disturbo della scrittura
Componente motoria (disgrafia)
Componente linguistica (disortografia) Espressione scritta • Disturbo del calcolo (discalculia)
Conoscenza numerica, Procedure e/o Calcolo • Disturbo nella soluzione di problemi matematici • Valutazione, certificazione e diagnosi ad opera di
professionisti dell’ambito clinico – riabilitativo
disturbi evolutivi specifici• Altri Bisogni Educativi Speciali , casi in cui
non è possibile porre una diagnosi di DSA (BES-Dir. Min. 27/12/2012; C.M. n. 8 del 6/03/2013)
• Area verbale: Disturbi specifici del linguaggio o bassa intelligenza verbale, Disturbi della comprensione
• Area non-verbale: Disturbo della coordinazione motoria, Disturbo non-verbale, disprassia, o bassa intelligenza non-verbale
• Disturbi dello spettro autistico lieve (che non rientrano nella Legge 104/92 )
• ADHD ( Disturbo da deficit di attenzione , iperattività e impulsività )
• Il Funzionamento intellettivo limite (FIL) o borderline cognitivo
ADHD: Deficit di attenzione
• Deficit di attenzione focale e sostenuta
• Facile distraibilità (stimoli banali) • Ridotte capacità esecutive (compiti
scolastici, attività quotidiane, gioco)
• Difficoltà nel seguire un discorso • Interruzione di attività iniziate
(perde spesso le cose necessarie per compiti e attività)
• Evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo
ADHD: Iperattività
• Incapacità di stare fermi (non riesce a stare seduto)
• Attività motoria incongrua e afinalistica (e.g. corre in situazioni in cui non opportuno)
• Gioco rumoroso e disorganizzato
• Eccessive verbalizzazioni • Ridotte possibilità di inibizione
motoria
ADHD: Impulsività
• Difficoltà di controllo comportamentale
• Incapacità di inibire le risposte automatiche • Scarsa capacità di riflessione • Difficoltà a rispettare il proprio
turno • Tendenza ad interrompere gli
altri e ad intromettersi nei loro discorsi
Piano didattico Personalizzato ( PDP )
• Dati generali sull’alunno• Descrizione nel funzionamento nelle
abilità specifiche e disturbi associati• Misure e strumenti compensativi e
dispensativi utili• Forme di valutazione personalizzata
( dispensa prova scritta seconda lingua e tempi più estesi )
• Prescrittivo ( 170/2010 )/motivazione pedagogico-didattiche
Misure dispensative• l’utilizzo contemporaneo dei quattro
caratteri (stampatello maiuscolo, stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo)
• la lettura ad alta voce• la scrittura sotto dettatura• prendere appunti• copiare dalla lavagna• lo studio mnemonico delle tabelline• lo studio della lingua straniera in forma
scritta• il rispetto della tempistica per la
consegna dei compiti scritti• la quantità dei compiti a casa
Strumenti compensativi
• tabella dell’alfabeto;• retta ordinata dei numeri;• tavola pitagorica;• linea del tempo;• tabella delle misure e delle formule
geometriche;• formulari, sintesi, schemi, mappe
concettuali delle unità di apprendimento;
• computer con programma di videoscrittura, correttore ortografico e sintesi vocale;
• stampante e scanner;• calcolatrice;• registratore e risorse audio (sintesi
vocale, audiolibri, libri digitali);• software didattici specifici.
Software
• L'uso di SOFTWARE specifici permette all’alunno di affrontare più serenamente le richieste scolastiche e di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie.
• l'editor di testi• la sintesi vocale• l traduttore automatico• i libri digitali• l’audiolibro e il libro parlato
Valutazione• Predisporre verifiche scalari;• Programmare e concordare con
l’alunno le verifiche;• Prevedere verifiche orali a
compensazione di quelle scritte (soprattutto per la lingua straniera);
• Valutare tenendo conto maggiormente del contenuto più che della forma;
• Far usare strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali;
• Introdurre prove informatizzate;• Programmare tempi più lunghi per
l’esecuzione delle prove.
svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale
• L’area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, affrontata nella Direttiva Ministeriale, viene successivamente approfondita nella Circolare Ministeriale n. 8/2013:
«Si vuole inoltre richiamare ulteriormente l’attenzione su quell’area dei BES che interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La Direttiva, a tale proposito, ricorda che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta».
Alunni di cittadinanza non italiana( CM n.24, 2006 e le Linee guida della CM n.2, 2010 ) • Sistema maggiormente
flessibile in termini di tempi, orari, spazi, e gruppi di apprendimento.
• Personalizzazione dei percorsi scolastici ( italiano L2 )
• Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri del febbraio 2014
• PEP ( Piano educativo personalizzato )
BES e Didattica inclusiva•I Bisogni Educativi Speciali richiedono in classe il potenziamento della Didattica Inclusiva•Valorizzazione delle differenze di tutti attraverso una didattica per tutti ( focus sull’alunno che apprende in gruppo ) e una didattica speciale ( individualizzazione e personalizzazione ) •Innovazione e modifica delle dinamiche di insegnamento-apprendimento attraverso l’adozione di strumenti e strategie didattiche inclusive.
Strategie metodologiche e didattiche
• Valorizzare nella didattica linguaggi comunicativi altri dal codice scritto (linguaggio iconografico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni e riepiloghi a voce;
• Utilizzare schemi e mappe concettuali;• Privilegiare l’apprendimento
dall’esperienza e la didattica laboratoriale;
• Promuovere processi metacognitivi per sollecitare nell’alunno l’autocontrollo emotivo e l’autovalutazione dei propri processi di apprendimento;
• Incentivare la didattica di piccolo gruppo e il tutoraggio tra pari;
• Promuovere l’apprendimento collaborativo.
La Via Italiana all’Inclusione
• Il modello italiano di inclusione scolastica è assunto a punto di riferimento in Europa e non solo.
• L’Italia è stata tra i primi paesi a scegliere la via dell’integrazione degli alunni con disabilità in scuole e classi regolari
• Pre anni ’60: dall’esclusione alla medicalizzazione
• Anni ’60 – metà anni 70: dalla medicalizzazione all’inserimento
• Metà anni ’70 – anni ’90: dall’inserimento all’integrazione
• Post anni ’90: dall’integrazione all’inclusione
• Considerare le criticità emerse e ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema.
Azioni di sistema interne alla Scuola
• Il Gruppo di Lavoro per L’inclusione • componenti del GLI sono integrati da
tutte le risorse specifiche e coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti alla comunicazione, docenti «disciplinari » con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola).
Gruppo di Lavoro per l’inclusione : funzioni• rilevazione dei BES presenti nella scuola;• raccolta e documentazione degli interventi
didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione;
• focus/confronto sui casi consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;
• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
• raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLI
• elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI, che è parte integrante del PTOF) riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico.
Piano Annuale per Piano Annuale per l’Inclusivitàl’Inclusività• Analisi di punti di forza e criticità
nelle azioni inclusive realizzate (sistema scuola, classe, risposte specifiche a BES)
• Verifica dei progetti attivati (sistema scuola, classe, risposte specifiche a BES)
• Attenta lettura dei bisogni della scuola
• Azioni di miglioramento (relazione con il RAV)
PAI e ICF• Il PAI è elaborato sul modello ICF
(Classificazione internazionale del funzionamento, delle disabilità e della salute definito dall’OMS 2007)
• il «modello bio-psicosociale della disabilità» considera la disabilità come esito dell’interazione fra la condizione di funzionamento della persona e il contesto sociale, con particolare riguardo ai «facilitatori» e alle «barriere» che determinano le performance degli alunni con disabilità nelle pratiche di integrazione scolastica. Non ci si deve più basare, quindi, sulle mancanze e sui deficit dell’alunno, ma sulle sue potenzialità.
Il funzionamento educativo e il modello ICF
• Il modello ICF descrive la natura e la gravità delle limitazioni del funzionamento della persona e i fattori ambientali che influiscono su tale funzionamento, non parla di disabilità o patologie.
• Fornisce un linguaggio standard e unificato condiviso a livello mondiale (191 paesi), da diverse figure professionali per descrivere il funzionamento umano.
Il modello bio-psico-sociale dell’ICF
Azioni esterne alla scuola a livello territoriale ( Centri Territoriali di
Supporto )• La nuova normativa assegna un ruolo di
coordinamento ai CTS per una piena inclusione per l’attivare reti fra scuole e fra scuole e servizi. I CTS istituiti da USR e il MIUR progetto «Nuove tecnologie e disabilità».
• le funzioni dei CTS sono:• istruzione e formazione (per docenti, studenti
e famiglie);• consulenza su didattiche e tecnologie
specifiche per gli insegnanti;• gestione degli ausili e comodato d’uso;• raccolta e promozione di buone pratiche e
attività di ricerca e sperimentazione;• definizione del Piano annuale d’intervento;• gestione delle risorse economiche per
istruzione, formazione e consulenza
Azioni esterne alla scuola a livello territoriale ( Centri Territoriali per
l’Inclusione )• I CTI sono individuati a livello di rete di
scuole territoriali; decreto legge 5/2012 in tema di «organico funzionale» delle istituzioni scolastiche ,r eti per la gestione delle risorse umane, strumentali e finanziarie, organico di rete per i Bisogni Educativi Speciali, la dispersione, il contrasto all’insuccesso formativo, il bullismo, da assegnarsi con carattere triennale.
• Si precisano, poi, le caratteristiche generali dei docenti che operano nei CTS o nei CTI, con particolare riferimento a comprovate esperienze e specializzazioni (ad esempio master, incarichi all’interno del progetto «Nuove tecnologie e disabilità»).
Adempimenti e tempistica• Settembre-Ottobre
• Ottobre-Novembre
• Novembre-Maggio
• Maggio-Giugno
• Analisi della classe • Individuazione BES
• Progetto di classe• Predisposizione PEI• Predisposizione PDP
per alunni DSA• Predisposizione PDP
per alunni altri BES
• Attivazione Piani
• Valutazione abilità, competenze…
• Valutazione efficacia Piani
“ non c’è peggiore ingiustizia
che far parti egualitra diversi “
(Don Milani, “Lettera a una professoressa”,1967)