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Bollettino Salesiano - Aprile 1903biesseonline.sdb.org/1903/190304.pdf · riconoscenza la bella...

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BOLLETTINO SALESIANO

ANNO XXVII - N . 4 .

Esce una volta al mese .

APRILE 1903 .

SOMMARIO - Il mese dell'Ausiliatrice e i pellegrinaggi 93I trionfi di Maria Ausiliatrice e Leone XIII . . . . 94Per la prossima Incoronazione dell'Ausiliatrice . .

.

. 9dPagina intima - Prepariamoci - Circolare dal ComitatoEsecutivo del Congresso - Approvazione dell'E .mo Arci-vescovo di Torino o di D . Rua -Per le nostre Coopera-trici e Dame d'Onore di Maria Aus . - Il carme secolaredi Leone XIII - Fausta notizia - Lampade e ceri . . 98

Il Rappresentante di D . Rua in America103Gli Oratori festivi - Lettera aperta . 107Missioni - Matto Grosso (Brasile) : Le prime fatiche edincontro di Indi nella Colonia di Bareiro - Patagonia(Territorio del Neugnen) : Visita di Mong. Cagliero -Attraverso l'Equatore 109

Grazie di Maria Ausiliatrice . 118Notizie compendiate : (Cagliari - Chieri - Ferrara-Ge-nova - Lanzo Torinese-Mogli ano Veneto - NazarethS. Rafaele (Venezuela); . . . . . . . 120

Necrologia : Mons . G . B . Cairola e D . Dom . Bongiovanni . 122Nel Santuario di Maria Ausiliatrice . . 123Illustrazioni : Quadro di Maria Ausiliatrice -- S . Ecc. Rev.maMons . Luigi Spandre, Vescovo ausiliare di Torino - BaroneD. Antonio Marino - Cattaneo Cav . Prof . Avv. Riccardo -Olivieri di Vernier Conte Deodato -Funicolare in costru-zione al monumento di Maria Ausiliatrice in Nictheroy -Patagonia : La Vega di Norquin -Mons. Cagliero bene-dice la guarnigione de Las Lajas - Accampamento de LasLajas.

23 aprile - 24 maggio

dell'Ausiliatriceed i Pellegrinagqi al suo Santuario di Torino

per la Solennità dell'incoronazione

I L Mese dell'Ausiliatrice sta per cominciare e voi, o devoti della nostra potenteMadonna, dovete darvi attorno per celebrarla degnamente e con tutto l'entusiasmodella vostra pietà .

Il 23 del corrente aprile segni per tutti l'inizio di una qualche speciale pratica daripetersi quotidianamente fino al 24 maggio . È questo il mese dell'Ausiliatrice di D . Boscoe delle sue Opere che voi, o Cooperatori e Cooperatrici, dovete rendere popolare perchèEssa diffonda sopra la famiglia salesiana più abbondanti e strepitose le sue grazie inquesto suo mese in cui ogni anno più numerosi, incessanti affluiscono i devoti pellegrinial suo Santuario di Valdocco .

A rendere più solenne questo mese e a dare maggiori proporzioni ai soliti pellegri-naggi, vi siano di sprone anche i memorandi avvenimenti del 3° Congresso Salesiano edella solenne Incoronazione, decretata dal Papa alla miracolosa effigie della nostra Ausi-liatrice, che si compiranno con tanta solennità nei giorni 14, 15, 16 e 17 maggio.

In quest'anno pure la Direzione delle ferrovie concede forti riduzioni sui prezzi, chenoi pubblichiamo unite al presente numero . Intanto ripetiamo la nostra parola d'ordine :

Tutti a Valdocco nel mese dell'Ausiliatrice! - Venite numerosi ad assistere altrionfo dell'Incoronazione di Maria!

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I TRIONFI DI MARIA SS . AUSILIATRICEe Leone XIII

INC INDE GLORIA MEA! Quando noitanti anni fa sentivamo queste pro-

fetiche parole non potevamo immaginarciche la Madonna volesse lasciarci tantoin vita, che le vedessimo felicemente av-verate . Qui al suo tempio avevamo ve-duto inginocchiati e raccolti davanti al-l'immagine benedetta ed inspirata diMaria Ausiliatrice i fortunati della terrae non solo della nostra patria, ma di quasitutte le parti del mondo . Maria Ausilia-trice però, come ci ripeteva il suo divotoD . Bosco, non solo si era fabbricata laChiesa, aedificavit sibi domini Maria! masi andava anche cercando i divoti . E noiricordiamo come una delle ultime conso-lazioni che la Madonna volle dare a D .Bosco, fu appunto questa, che un Capodi una tribù di Cosacchi gli scriveva diavere sentito a celebrare là in mezzo aisuoi le glorie di Maria per le grazie checontinuamente accordava a coloro che lavenivano ad invocare. « Senti, diceva quelfiero uomo delle sponde del Don, se la tuaMadonna mi ottiene la grazia che io de-sidero, ti do solenne promessa, che io etutta la mia tribù la invocheremo comenostra celeste Patrona. » E mentre noi fa-cevamo le nostre meraviglie ed ammira-vamo che il culto di Maria Ausiliatrice,come la luce benefica, come la piccola nu-vola veduta un giorno dal Profeta Elia,in breve doveva coprire tutta la terra,D . Bosco tutto sorridente ci diceva : « Ve-drete anche qualche cosa di più! » E quelgiorno profetato pareva giunto nel vederecome il bel titolo di Maria Ausiliatricefosse diffuso dall'una all'altra parte delmondo e che un Vescovo del Brasile,Mons. Neri, avesse ottenuto di unire al-

l'antico nome della sua Diocesi di Vittoria,quello di Maria Ausiliatrice, e nel Chilìcrescano per Lei le grazie ed i favoricelesti ed aumenti la gratitudine in mezzoai cristiani .

Ma oggi agli antichi trionfi, alle gloriestrepitose de' tempi passati, dobbiamoaggiungere un tal fatto che veramenteci sarebbe stato ieri quasi impossibile spe-rare .Il Santo Pontefice di Roma, il Gran

Vegliardo del Vaticano, Leone XIII, men-tre il mondo lo ammira miracolo di lon-gevità, di sapienza, di immacolata gloriae lo festeggia perchè ha potuto compierei 25 anni del suo Pontificato nella sededi Pietro, Egli, quasi volesse declinare dase ogni vanto ed umilmente deporre aipiedi di Maria Ausiliatrice l'inno deltrionfo che da ogni parte della terra sieleva verso di Lui, esclama : « Vogliamoche si incoroni di splendido diadema lacelebre Immagine di Maria Ausiliatrice,perchè il mondo conosca che nulla di piùcaro e di più soave sta al nostro cuorequanto l'aumentare di giorno in giornola pietà del popolo cristiano verso l'au-gusta Madre di Dio! » Oh! ben venga inquest'anno il Mese di Maria Ausiliatrice!Se il mondo s'inchina riverente ed ac-clama il gran Vegliardo del Vaticano,come la più pura delle glorie del secolo,Egli con l'anima estasiata e riconoscente,posa con filiale ossequio ai piedi di Ma-ria ogni suo trionfo e con regale maestàla vuole incoronata .

Questo ci ricorda che quando Bersabeasi portava davanti al più magnifico e piùsavio dei Monarchi, e questi ad un trattole si moveva incontro, accoglieva con

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amore la madre, faceva alzare per lei untrono alla sua destra e si mostrava prontoa concederle la miglior parte del regno .E Bersabea non era, e ne assicurano i sacriinterpreti, che un'immagine della gloria edella potenza di Maria, la quale, sedentealla destra di Gesù nello splendore di untrono raggiante, ha di fulgide stelle inco-ronata la fronte : i martiri, i confessori, levergini, Le si prostrano venerabondi e

vassalli, e sulle angeliche penne levandosimille schiere di serafini, in Lei fisso losguardo, si recano a gloria di baciarnei piedi e di eseguirne prontamente i cenni .

Un Papa tribolato e glorioso istituì perriconoscenza la bella festa di Maria Au-siliatrice . In Lei quel Pontefice dopo l'esi-lio e la prigionia, sperimentò l'aiuto diColei che aveva rotte le catene dell'u-mana schiavitù, e ritornati a nuova vitai miseri mortali. Essa la vera Deboracondottiera del popolo santo, Giaiele colle

spoglie di Sisara, Giuditta liberatricedella patria, Ester che fiacca l'orgogliodel perfido Amano e toglie a morte ilpopolo! E Maria veramente apparve alMartire Pio Settimo come la colomba cheritorna all'arca riparatrice, e che salva leumane generazioni dall'universale dilu-vio ; e la sua voce simile a quella dellearpe che dovevano guidare al combatti-mento il popolo d'Israele ; la Porta davi-dica da cui pendono a mille gli scudi,armatura dei forti . Essa l'aurora del soledi Giustizia, l'Iride foriera di serenità edi pace in questo secolo d'errori .Ma Voi, o glorioso ed immortale Pontefice

Leone XIII, avete voluto fare ancora dipiù ; Voi non solo avete voluto cantare conversi che il mondo ripeterà commosso pertutti i tempi, la Vergine, come la castaColomba che sorvola al sozzo camminodi questa valle senza toccare il basso : ilGiglio delle convalli, la Rosa di Gerico,la Palma di Cades, il Cedro del Libano,il Cipresso di Sion, l'Orto conchiuso, ilFiore eletto e gentile del Carmelo che conla sua soavissima fragranza riempie diallegrezza il mondo ; ma avete voluto umi-liare quasi a presagio di vicini trionfi lagloria vostra ai piedi di Maria, e la Tiara,che i popoli riconoscenti Vi offerisconopiù risplendente di ori e di perle preziosee di diamanti, Vi sembrerebbe menobella se non la uniste con un nuovo esplendido diadema da collocare sul divinCapo di Maria Ausiliatrice . Oh! verràgiorno che per richiamarvi alla ricono-scenza dei divoti dell'Ausiliatrice basteràripetere il Vostro nome, posar l'occhiosopra il suo diadema perchè subito ognunoricordi di quanto sviscerato amore avevateprediletto Maria, ed avete cercato di con-durre i popoli a' suoi piedi, al trono diColei che è la Protettrice del popolo eri-stiano! una Madre che può accostarsi aDio non con l'accento della preghiera, macolla parola del comando .

E tu, umile valle della Dora, esulta epreparati a fare gloriose feste alla tuapotente e soavissima Regina! Verranno

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presto le grandi giornate della Madonna!Ed i popoli ascolteranno divoti ed ub-

bidienti la parola del Papa e verrannonumerosi e pieni di fede e di ammirazionea visitare il Santuario ricoperto di voti,di immagini, storia dolorosa della umanamiseria, fermandosi a considerarli tacitie con gli occhi pieni di lacrime ; perchèqui tanti sono i trofei della sua bontà,testimonianza de' suoi figli !

O Vergine santa, vedrete in quei giornia migliaia a migliaia i pellegrini, ai qualiil Vicario del Divin vostro Figlio apersei tesori delle Indulgenze, venire a Voi,a ripetere il profetico grido di Isaia :Filii tui de longe venient et filiae de lateresurgent, e a scrivere una nuova paginanell'immortal libro dei Vostri trionfi!Ma le sventure dei popoli ed i dolori

della Chiesa e le tribolazioni del vene-rando suo Capo ascendano sino a Voi,o Maria Ausiliatrice. Ritorni l'Italia no-stra, la città santa, la città del perfettodecoro, segnata a dito da vicini e da lon-tani come l'ammirazione del mondo cat-tolico ; sia l'Italia, terra a Voi cara, giar-dino eletto d'ogni vostra delizia. Sull'au-gusto Capo della Chiesa fate piovere lebenedizioni del Paradiso, e mentre centobraccia e cento lavorano a schiantare lacroce, ovunque s'odono grida sacrileghe,bestemmie, ricordatevi delle vostre miseri-cordie, e consolatelo delle vostre grazieveda pentiti e confusi i nemici della no-stra santa Religione, e tutti i popoli dellaterra abbiano da Voi pace e benedizionee da predicarvi sostegno, liberazione esalute di tutti i cristiani!

Per la prossima incoronazione dell'AUSiliatriceCREDIAMO di far cosa gradita ai nostri

p lettori aggiungendo due parole sullastraordinaria solennità del rito, con cui il 17maggio si compirà l'Incoronazione della nostraAusiliatrice .

L'usanza di fregiar di preziose corone leSacre Immagini di Maria SS.ma è assai an-tica nella Chiesa; poichè fu sempre grandela pietà del popolo cristiano per l'augusta Re-gina del cielo . Ma quella solenne esteriorità,con cui si compie presentemente ognuna diqueste incoronazioni, ha senza dubbio unadata assai più recente. Questo lodevolissimopensiero, a quanto ci consta, venne con gran-d'amore vagheggiato e promosso in seno al-l'ordine benemerito dei PP. Cappuccini, e pre-cisamente fin dall'anno 1587 dal P . GerolamoPaolucci da Forlì e poi dal P . Fedele da SanGermano Vercellese, che nel 1616, ad esempio,fe' solennemente incoronare in Genova N . S .delle Vigne.È pur noto a tutti il celebre lascito, che

nel 1636 un piissimo patrizio di Piacenza, ilconte Alessandro Sforza, fece al Reverendis-simo Capitolo Vaticano, perchè questo, nellasua prudenza, volesse fregiare di auree coronequelle Sante Immagini della Madonna, chefossero celebri non meno per antichità diculto che per frequenza d'implorati favori .

Ora, se diamo uno sguardo alle Immaginidi Maria SS.ma, cui risplende in fronte ilsacro diadema, noi possiamo classificarle fa-

cilmente in tre gruppi . Alcune vennero fre-giate di corone anche preziosissime, ma consola autorità vescovile, cioè dei rispettivi Or-dinari delle varie diocesi ; altre vantano l'aureodiadema decretato dal Reverendissimo Capi-tolo Vaticano ; altre poi, e queste sono dav-vero in minor numero, ripetono le sante co-rone dalla somma autorità dello stesso RomanoPontefice, il quale ove non possa compiere ilrito solenne in persona, come fece il Ponte-fice dell'Ausiliatrice l'anno 1815 col veneratoSimulacro della Madonna di Savona, suoldelegare a ciò un suo speciale rappresen-tante. Quindi è che il rito con cui sarà coro-nata solennemente la nostra Madonna Ausi-liatrice, è il più solenne che possa aver luogonella Chiesa : poichè l'Eminentissimo signorCard. Arcivescovo di Torino lo compirà nelnome e per l'autorità del Papa, suo nomine etauctoritate.

Il Reverendissimo Capitolo Vaticano primadi stendere i suoi ambiti decreti, vuol esserestoricamente certo non solo della frequenzadi grazie ottenute colla venerazione della SacraImmagine, ma anche della secolare antichitàdi questa venerazione. Se l'Immagine dellaB. Vergine non è venerata almeno da centoanni, il Reverendissimo Capitolo non vienemai al decreto . Ora, avendo il gloriosissimoLeone XIII decretato Egli stesso alla nostracara Madonna la più solenne delle Incoro-nazioni, ha dichiarato che tanto la straor-

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dinaria celebrità dell'Immagine della nostraAusiliatrice, quanto la mirabile propagazionedel suo culto che per singolar disegno di Dioè oggi diffuso presso quasi tutte le nazioni delmondo, compensano largamente la recente suaorigine; non essendo infatti più di 35 anniche il nostro buon Padre D . Bosco volle espostaquesta S. Immagine nel Santuario a Lei in-nalzato presso la Casa-madre della Pia SocietàSalesiana. È dunque un vero avvenimentoquello che potremo vedere coi nostri occhi laterza domenica di maggio . L'atto dell'augustoPontefice non poteva essere per noi più caro,nè per la nostra pietosa Regina più amplia-mente onorifico e solenne . Siamone adunquericonoscenti a Lui, pregando la Vergine Santaperchè si mostri ancora una volta la strepi-tosa Ausiliatrice del popolo cristiano, o pre-pariamoci degnamente alla bella e giocondasolennità .

Diamo ora nella sua genuina bellezza l'im -portante documento pontificio, decretante l'in -coronazione della nostra Madonna.

LE O PP. XIII.Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam

benedictionem .

Omnium sane templorum quae bo : me :Ioannes Bosco Salesianae Sodalitatis paterlegifer ad maiorem Dei gloriam et ani-marum salutem provehendam,sedulus a

fundamentis excitavit, tum amplitudine cum re-ligione praestantissimum illud censendum est quodanno millesimo octingentesimo octavo et sexage-simo Augustae Taurinorum Virgini Deiparaepraesentissimae christiani nominis adiutrici so-lemni ritu dedicandum curavit. Statim enim acillud fidelium cultui patuit ibique ea Beatae Vir-ginis Imago affabre inter Apostolos in obsequiumhinc illinc circumstantes depicta cum sceptro indextera regio et Iesu puerulo laevo ipsius inbrachio dulciter sedente, in ara principe fideliumvenerationi proposita fuit mirandum prorsus inmodum clarum et venerabile evasit . Continuo inipsius Virginis honorem pia fidelium institutaSodalitas brevi ad Archisodalitatis dignitatemeretta et pluribus ab hac S. Sede privilegiis auctaet indulgentiis : dein sacrae huiusce DeiparaeImaginis cultus Italiae et Europae fines trans-qressus, hodie ad omnes fere christiani orbisgentes est singulari Dei consilio mirabiliter pro-latus. Praeclara vero atque innumera in fidelesab Opifera Virgine rollata beneficia tum tabulativotivae cum peregrinantium concursus luculentertestantur. Haec animo repetentes cum dilectusfilius Michael Rua sacerdos et sacrae Salesianae

familiae rector supremus sito et universae ipsiusSalesianae familiae nomine enixas No bis preceshumiliter exhibuerit ut hoc anno quo Nos feli-citer ab finito Pontif catu quintum et vicesimunaagimus percelebrem ipsam Imaginem Rdiadematedecorare velimus, Nos quibus nihil antiquius estneque suavius quam ut christiani populi pietaserga Virginem Deiparam magis magisque in diesaugeatur precibus huiusmodi annuendum libentiquidem animo existimavimus. Quae cum ita sintomnes et singulos quibus hae literae Nostrae fa-vent a quibusvis excommunicationis et interdirtialiisque ecclesiasticis sententiis, censuris et poe-nis, si quas forte incurrerint, huius tantum reigratia absolventes et absolutos foro censentes,Tibi, dilette Fili Noster, eas tenore praesentiumpartes committimus ut eam Opiferae VirginisImaginem puerulum suum ac Servatorem nostrumIesum ulnis foventem memorato in templo Civi-tatis huius tuae Taurinensis publicae f deliumvenerationi propositam huius anni die per te eli-gendo solemni ritu Nostro nomine et auctoritatecorones ea servata lego nimirum ut sacro utriquecapiti tum Virginis turo Pueri Iesu diadema prodignitate imponatur . Quo vero solemnia huius-modi vel in spirituale christiani populi emolu-mentum cedant omnibus ex utroque sexu chri-stifidelibus qui vere poenitentes et confessi acS. Communione referti ipso Coronationis die Be-nedictioni a te Nostro nomine et auctoritate im-pertiendae iuxta rituro formulamque praescri-ptam intersint, et similiter in posterum perpetuumin modum die solemnis huius coronationis an-niversario a primis vesperis usque ad occasumsolis dici huiusmodi Ecclesiam et Imaginem plasdevote visitent, ibique pro Christianorum Prin-cipum concordia, haeresum extirpatione, pecca-torum conversione ac S. Matris Ecclesiae exal-tatione pian ad Deum preces effundant, Plenariamomnium peccatorum suorum indulgentiam et re-missionem etiam animabus fidelium in purgatoriodetentis per modum suffragii applicabilem mise-ricorditer in Domino concedimus . Contrariis nonobstantibus quibuscumque .

Datura Romae apud S . Petrum sub annulo Piscatoriadie XIII Februarii MCMIII, Pontificatus Nostri annovigesimo quinto .

ALOIS . Card . MACCHI .

Loco + sigilli .

Dilecto Filio Nostro AugustinoS. R . E . Presbytero CardinaliRichelmy ex dispensationeapostolica Archiepiscopo Tau-rinensis .

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PAGINA INTIMA

Alla vigilia del3°Congresso dei nostriCooperatori -Circolaree norme ~ Tutti a Torino per l'incoronazione dell'Ausiliatrice~ Fausta notizia - Lampade e ceri .

II. Si preghi da tutti, e si faccia anchepregare, pel buon esito del Congresso e diquesti grandiosi festeggiamenti .

III. Si rinviino con ogni sollicitudine, du-rante questo mese di aprile, e possibilmenteprima del giorno 20 , insieme coi moduliuniti al Bollettino di marzo per cura dellaterza Commissione, anche le offerte raccolte .

Lavoriamo adunque : chi più chi meno ,chi in un modo chi in un altro, adoperiamocitutti per sì nobile intento. La gloria dellanostra pietosa Ausiliatrice e l'amore cheportiamo a D . Bosco lo reclamano altamente .

Circolare diramata dalComitato Esecutivodel 3 ° Congresso Internazionale dei Coopera-tori Salesiani .

NEL mese in cui la terra fiorita e il cieloridente salutano la Vergine, le maniconsacrate del pio Cardinale Arcive-scovo di Torino in nome e coll'autorità

del Sommo Pontefice, incoroneranno solennementela Madonna Ausiliatrice di Valdocco ed i Coopera-tori Salesiani si raccoglieranno a Torino in ungenerale Congresso a reciproco incoraggiamento eper lo studio delle opere alle quali la FamigliaSalesiana si è dedicata .

» Giorni di santo lavoro, giorni di festa, giornidi trionfo, ne' quali la salma benedetta di GiovanniBosco composta nella sua tomba di Valsaliceesulterà ; e non v'ha dubbio che onore grandeverrà alla Vergine di questa sua visibile procla-mazione a nostra Regina .

» Se poi si pensa in quante forme si esplica la

Prepariamoci .

ANcoR un mese ed il terzo Congressogenerale dei Cooperatori Salesiani,assicurando, grazie alle cure dellevarie commissioni del Comitato ese-

cutivo, nuovo e vigoroso impulso alle operedi D. Bosco, formerà lo splendido apparec-chio all'Incoronazione della Vergine Ausilia-trice, che di D . Bosco e dell'opere sue fu edè celeste ispiratrice e patrona . Lavoriamoadunque, o diletti confratelli e buoni e ze-lanti cooperatori. Se si vedesse in tutti tra-sfusa quell'energia mirabile e quel vivo entu-siasmo che noi scorgiamo nei singoli membridell'attivissimo Comitato esecutivo, oli! di-remmo fin d'ora : « No ! l'amore a D . Boscoe la profonda riconoscenza che lega alla Re-gina di Valdocco tutta la famiglia Salesiana,non potevano affermarsi in un modo più gran-dioso ed universale . »

Intanto, ai singoli Direttori e Direttricidelle nostre case, a tutti i Cooperatori e Coo-peratrici ed ai loro Decurioni, Zelatori, Con-direttori e Direttori diocesani, facciamo daparte nostra tre calde raccomandazioni .

I. Mandando, fin d'ora, un plauso e sen-titi ringraziamenti a quelli che onorerannodi loro presenza il Congresso ed il trionfodell'Ausiliatrice, insistiamo vivamente perchèin tutte le nostre case e dovunque trovasiun nucleo di Cooperatori (sopratutto là dovesorge un tempio o una cappella o un altarededicato alla nostra pietosa Regina) il giorno17 maggio, con qualche funzione religiosa,possibilmente dalle 11 alle 12 antimeridianesi faccia eco al plauso che riempirà in quel-

l'ora il Santuario di Valdocco durante lasolenne Incoronazione .

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provvidenziale missione dei Salesiani i quali al-l'inspirata voce del loro padre corsero vicino alselvaggio per parlargli di Dio, andarono al lettodel lebbroso ributtante per sollevarne le sofferenze,si misero al fianco dell'emigrante italiano perricordargli la sua fede o la sua patria, e sopra-tutto si frammischiarono al popolo per chieder-gli i figli da far divenir buoni nella scuola, nelleofficine e nei popolati oratorii, dando così potenteaiuto alla soluzione dell'ardente questione sociale,ben si scorge che questo Congresso sarà una glo-riosa rassegna di quanto la caritàsa oggi operare e una scuola sa-piente di opere sante : e s'intendequanto bene debba venire al popoloe quanta gloria a Dio .

» I buoni a cui è caro che si dilatiil regno di Cristo, debbono portareal solenne avvenimento il forte con-tributo della adesione, dell'opera,dell'obolo, della presenza : ed Ella,egregio Signore, vorrà senza dubbiodarsi impegno acciocchè la notiziase ne diffonda e procurare adesioneed aiuto di consigli, di lavoro, didenaro, e se Dio lo inspira concor-rere alla grandezza delle feste colsuo personale intervento .» Altri due Congressi generali hanno

preceduto l'attuale, furono tenuti ilprimo a Bologna e l'altro a BuenosAires ; ma qui in questa Torino, cuiil SS . Sacramento, la B. V. Conso-lata sembrano benedire con partico-lare predilezione, qui all'ombra dellatomba di D . Bosco, nel mese sacroalla Vergine, nell'anno del giubileodel Pontefice miracoloso, nel secolocui spetta vedere i trionfi dellaChiesa, deve il Terzo Congresso coisuoi festeggiamenti avere splendoree magnificenze tutte particolari .

» Principi di S . Chiesa e Prelati eVescovi renderanno colla loro presenza solenni lefeste e imponenti le adunanze del Congresso,nel quale insigni personaggi, insegnando ed in-fiammando, parleranno di quanto all'opera diD . Bosco ha rapporto .

» Il Congresso avrà luogo nei giorni 14, 15,16 di maggio e si chiuderà colla solenne incoro-nazione della Madonna Ausiliatrice, che avràluogo il successivo giorno 17 .

» In altro momento si faranno noti i programmie gli orari delle feste e delle adunanze, le con-dizioni per essere ammessi al Congresso e le fa-cilitazioni concesse a chi vi parteciperà ; oggi sivolle soltanto fare appello al cuore ed alla caritàdei buoni. Ed è in nome di questa carità chele chiediamo la sua adesione, egregio Signore,

e che l'attendiamo qua ai piedi della Madonna Au-siliatrice, accanto alla tomba del servo suo, acollaborare con quei generosi che sotto il nomedel Santo dolcissimo di Sales conducono a Diogli infedeli, i sofferenti e tanta parte della peri-

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colante nostra cara gioventù, ed in compenso nonchiedono a Dio che altre anime da salvare : Damihi animas, caetera tolle. »

Comitato Esecutivo.

Sua Ecc. Rev. Mons. Luigi Spandre, Vescovo au-siliare, Presidente effettivo .

Manno Barone Don Antonio ) Vice-presidenti.Cattaneo Cav. Avv . Riccardo

pOlivierì di Vernier Conte Deodato, Segr. gen .Musso Avv . GiuseppeMinguzzi Sac. Giov .

Sotto-segretaria .Viola GiovanniTrione Don Stefano, Relatore .

Allamano Can. Teol. Don Giuseppe .Alloatti Cav . Avv . Enrico .Anfossi Can. Prof. Giovanni .Ansaldi Cav . Prof. Giorgio .Anzini Don Abbondio .Arborio-Mella Cav . Alessandro .Avogadro di Valdengo Conte Luigi .Balbo di Vinadio Conte Cesare .Balbo di Vinadio Cav . Enrico .Berrone Can. Don Antonio .Bettazzi Prof. Rodolfo .Bianchetti Cav. Avv . Carlo .Bonino Cav . Natale .Bonnet Can. Don Amedeo .Borio Cav . Prof. Agostino .Bricarelli Avv . Giacinto .Camisassa Can. Don Giacomo .Canta Cav . Notajo Giuseppe .Cappa Avv . Ettore .Capello Cav . Avv . Maggiorino .Ceppi Conto Cornm . Carlo .Corgiatti Teol . Don Pietro .Corno Can. Don Giuseppe.Della-Motta Conte Emiliano .Dematteis Comm . Carlo .D'Harcourt Conte Giulio .Di-Rovasenda Conte Amedeo .Di-Rovasenda Cav . Emanuele .Dumontel Comm . Federico .Fino Avv . Saverio .Franco Teol . Avv . Don Carlo .Fransos Giuseppe .Gaidano Giacinto .Gallea Teol . Avv . Roberto .Gallo Dott . vincenzo .Garelli Te ol. Avv . Don Guido .Garofoli Barone Alessandro .Gastaldi Can . Don Ezio .Giuganino Can . Bartolomeo .Gola Cav . Avv . Giuseppe .Gullino Cav . Luigi .Invrea Marcliese Avv . Franco .Jocteau Barone Avv . Carlo Alberto .Lavagna Avv . Luigi .Levarne Alberto .Losana Avv . Cav . Cesare .Macciotta Cav . Oreste .Hanno Cav . Effisio .

Migliore Ing. Spirito .Miraglia Cav. Prof. Matteo .Molli Cav. Ing . Stefano .Mariana Teol. Don Domenico .Negri Cav . Uff. Prof. Pasquale .Nicco Can. Don Antonio .Nicola Cav . Ave . Adolfo .Oliva Dott . Valentino .Oreglia di S . Stefano Cav. Avv. Pio .Papa Can . Don Vincenzo .Peynetti Dott. Pier Luigi .Piano Teol. Don Gio. BattistaPoma Anselmo .Pucci Bardana Ing . Giuseppe .Racca Avv . Carlo .Reffo Prof. Enrico .Reycend Comm. Ing . Angelo .Ricci des Ferres Barone Carlo .Ripa di Meana Conte Alfonso .Rissone Giovanni .Rondolino Avv . Ferdinando .Scala Avv . Cav . Stefano .Stati di Casaleggio Marchese Vittorio,Sella Ing . Rodolfo .Semeria Antonio .Sorasio Can. Don Michele .Viancino di Viancino Conte Comm . Francesco .Vignolo-Lutati Dott . Celestino .Vigo Mons. Ilario .

L'approvazione dell'E.mo Arcivescovo di Torino .

Di gran cuore approviamo, commendia-mo, e leviamo oggi le nostre suppliche

a Maria Ausiliatrice, perchè si degni mol-

tiplicare gli Aderenti al prossimo Con-

gresso, nella fiducia di potere sopra le

benemerenze dei medesimi far discendere

nel giorno della Solenne Incoronazione ilpremio delle più elette benedizioni .

La parola del nostro Rettor Maggiore.

fiducioso che il prossimo Congresso dei no-stri buoni Cooperatori abbia a riuscire

risolto vantaggioso alla Chiesa e alla Società,e bramoso di vedere la Celeste nostra PatronaMaria Ausiliatrice, nella solennità della suaIncoronazione circondata da numerose schieredei suoi devoti, unisco pur io la mia voce perinvitarvi ad intervenire personalmente . Che seciò a taluno tornasse impossibile, caldamentel'esorto a prendervi parte moralmente man-

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dando la propria adesione per assicurarsi diaver altresì parte alle molteplici grazie chela dolcissima nostra madre dispenserà in quellacircostanza .Per le nostre Cooperatrici .

ALL'AZIONE salesiana in generale ed alla nostraPia Unione in particolare furono sempre di

immenso vantaggio i Comitati di Signore Coopera-

trici e Zelatrici . La benefica azione di questi Comi-tati femminili si fa sentire sopratutto quando si pre-parano le grandi manifestazioni di vita salesiana comei pellegrinaggi al Santuario dell'Ausiliatrice in Val-docco di Torino, i Congressi Salesiani, le adunanzeannuali e via dicendo .

Noi perciò alla vigilia del grande avvenimento dellasolenne Incoronazione dell'Ausiliatrice, preceduta dalterzo Congresso Salesiano, facciamo a tutte le nostrebenemerite Cooperatrici e Zelatrici, caloroso appelloperchè si uniscano in Comitato e lavorino a propa-gare presso le loro conoscenze la notizia delle immi-nenti solennissime feste di Valdocco ; a raccogliereofferte per sopperire alle spese occorrenti, in confor-mità dei moduli uniti al nostro periodico ; ed infinedispongano in modo le cose loro che possano neigiorni del Congresso e dell' Incoronazione venire arendere solenne omaggio all'Augusta nostra ReginaCeleste .Il 14 dello scorso marzo in Torino un buon nu-mero di gentildonne e nobili Signore Torinesi, si ra-dunarono nella devota cappella dell'Istituto Socialeper costituirsi in Comitato promotore dei festeggia-menti all'Ausiliatrice . Di quest'importante adunanzal'Italia Reale ne dà breve relazione e noi la riferiamo

per norma ed incoraggiamento degli altri Comitatiche vanno qua e là costituendosi .

« Presiedeva l'adunanza S . E . R.ma Mons . LuigiSpandre, Vescovo Ausiliare dell'Em .mo Cardinale Ar-civescovo di Torino, a cui facevano corona il Supe-riore Generale dei Salesiani, Don Rua, il barone DonAntonio Manno, Don Stefano Trione e parecchi sa-cerdoti. Apertasi la seduta colla preghiera recitata daMons. Spandre, egli ringraziò le cortesi signore delloro intervento, e tracciò il programma dell'adunanza .Prese successivamente la parola il barone D . AntonioManno, che con frase elegante spiegò lo scopo dell'a-dunanza, disse delle feste dell'incoronazione, facendola storia di tale rito e accennando al patrizio Cte Ales-sandro Sforza di Piacenza che lasciò a tale scopo uncospicuo lascito al Capitolo Vaticano . Mostrò come laconcessione di corona a Maria Ausiliatrice è provadi speciale dilezione del Papa per Torino . Esortò leSignore a volersi fare propagatrici per raccoglierefondi acciocche i festeggiamenti riescano di solennitàsenza pari ; annunziò che all'opera bella si è associatoil P. Semeria, il quale terrà in proposito un sermonel'8 aprile in S . Giovanni Evangelista.

» A lui successe D . Trione, che con ornata parolamostrò quanto sia conveniente che le signore caldeg-gino questa proposta , e si rivolgano , non solo alPiemonte, ma all'universo, augurando sulla generosaloro impresa i celesti favori .

» Ultimo D. Rua chiuse colla soavissima sua pa-rola, tanto semplice, ma per ciò stesso tanto efficace,

narrando come avvenne, nel colloquio da lui avutocol Papa, l'attuazione della proposta d'incoronazione,proposta che il Papa accolse con giubilo e benedì digran cuore. Prega quindi Mons . Spandre ad impar-tire la benedizione del Papa . E Monsignor Spandre,

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dicendosi lieto dell'onorifico incarico, impartì collaformola di rito la benedizione e coll'Agimus chiu-desi l'adunanza . »

Per le Dame d'Onore di Maria Ausiliatrice .

QUANTO sopra abbiam detto alle nostre buoneCooperatrici lo intendiamo in particolar modo

diretto alle Dame d'Onore di Maria Ausiliatrice . Sonodesse in singolar modo che debbono preparare la festaalla loro dolce Regina . Quindi nessuna si ritiri inquesta fausta circostanza, ma raccolga più adesionipossibili ed offerte per l'acquisto delle preziose co-rone .

L'adesione al Comitato per partecipare come mem-bro effettivo è di L . 5 .

Il Carme secolare di Leone XIII in sestine ita-liane .

COME già abbiamo annunziato, in occasione del-l'ultima udienza accordata dal Papa al nostro

Superiore, insieme all'Omaggio della gioventù nostra,venne pure umiliata a S . S . la traduzione in sestineitaliane del Suo Carme Secolare a Gesù Cristo Redei secoli, fatta dal nostro dolce poeta D . Francesia .Il S. Padre di gran cuore gradì l'omaggio del poetae promise di leggerlo asserendo di conoscere già ilvalore letterario del Francesia .

Ora noi siamo lieti di poter regalare anche ai no-stri lettori la sullodata traduzione di questo immortalCarme .

DA GESU' CRISTO

ogni augurio del nuovo secolo .

Ecco, tutta è trascorsa la gloriosaetà, d'ogni bell'arto educatrice

e con mente amorosaricorda ognuno al secolo felice

e le forze svelate di natura,e le agiatezze a chi nell'opra indura .

Ma le colpe del secolo che muorepiù l'alma mi ferisce e mi commuove :vedo e fremo d'orrore,che alle vecchie s'uniscono le nuove.Ahi! quanti dietro a me discerno segnidi turpi fatti o monumenti indegni!

Lamenterò le stragi, i scettri infranti,della licenza che scorrazza sciolta ?Od i superbi valiticontro umile Chiesa della gente stolta ?Le mille astuzie d'un poter insanocontro il mite Pastor del Vaticano?

Ahimè! dove n'andò di questa Romal'onor ? anzi l'onor di tutto il mondo ?Un dì, curva la chioma,e pieno il core d'un amor profondo,i secoli ed i popoli con fedesi piegar riverenti a questa Sede .

O leggi separate dal Signore,qual scempio fate alle cristiane genti !Non più lume o valorea lor giunge la fè, la religione .E vacillare le leggi, se dall'araorgoglio od empietade le separa !

Udite? udite? come folle armentoci propaga l'error di sua dottrina .

O stolido ardimento !All'uomo toglie la virtù divina,e con superba cecità tributal'eccelso onor alla natura bruta .

Poi fastidioso e stolto nell'orgogliola divina diniega nostra schiatta ;che tolta giù dal soglio,freneticando nella voglia matta,uguaglia ai bruti, e come l'ombre vane,indarno avvince alle sembianze umane .

Con arroganza e con protervia stolta,fa di cose più sacre orribil scempio!E di Gesù vien toltala fede augusta e si cacciò dal tempio !

E favola, ludibrio si tieneGesù ; l'autore d'ogni nostro bene!

Ahi! quale gonfio d'empietà torrenteTutto inonda, scompon, da oscura fonte!Uomo di eletta mente,umilia pudibonda la tua fronte!E i tremendi del Ciel alti consigliserba nel cor con riverenti cigli .

Egli solo è la Vita ed Egli solola Verità che tanto ci sublima !

E per cotesto suolosol Ei la Via alla superna cima !ed Egli solo in ogni età conducepace, fortuna, sanitade e luce!

Nel nome di Gesù e dei Celestiil Papa testè chiuse l'alma porte !Varia di lingue e vestiintorno a Lui di Presuli coorte,inni canta di festa e di vittoriadei secoli al Signor e della gloria

Si videro le turbe delle Gentivenir pellegrinando a schiere a schiere ;baciare riverentidi Pier la tomba, effondervi preghiere .Come raggio di sol in gran procellapropizio augurio di stagion più bella!

O Gesù, che padrone sei degli annich'han da venire, guarda sorridenteda' tuoi superni scannial secolo che sorge d'orienteTu con virtù divina le orgogliosementi richiama alle celesti cose!

Dell'alma pace la semenza poni,l'ire superbe attuta, ed i tumultide' fieri battaglionide' campi a danno più fecondi e culti ;Tu le astuzie degli empi e il folle schernocaccia, o Signore, nell'orror d'inferno !

Se tua mano dei Principi sorreggeil consiglio, il voler, vedrai devotialla tua santa leggedelle Nazioni esaudiranno i voticd una Fede ed un Pastore soloil mondo avrà dall'uno all'altro polo .

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Ho compito, o Signor, il mio camminoDiciotto lunghi lustri . . . Ora vorreiche in tuo poter divinoquesto aggiungessi a' santi affetti mieideh ! compisci, o Signor, l'umile votoche il tuo Leone ora ti fe' devoto .

Una fausta notizia .

PER le prossime feste Pasquali la nostra famigliasarà allietata dal ritorno dell'amato Superiore

D. Paolo Albera, da circa due anni in giro per l'A-merica, in qualità di rappresentante del Successoredi D. Bosco, per visitare quelle nostre lontane fon-dazioni . A lui inviamo di tutto cuore il nostro rive-rente benvenuto, tanto più che dei ricchi manipolidi messe raccolti in quelle lontane regioni speriamovorrà farne parte anche a noi per ingemmare le co-lonne del Bollettino . Si abbia pure il nostro cordialesaluto il carissimo D . Calogero Gusmano, segretariodi D . Albera .

Campinas

A META cammino tra Araras e S. Paolo staCampinas, che per popolazione ed importanza

è la seconda città dello Stato di S . Paolo. Quantomovimento e quanti Italiani ! La nostra Casa èquasi al lato opposto della stazione, in una po-sizione amenissima, da cui si domina tutta lacittà. Alla stazione erano ad attenderci tutti iconfratelli ed alunni . Si attraversò la città incarrozzoni speciali gentilmente offerti dalla Com-pagnia dei Tramvai. Precedeva quello della bandaistrumentale, seguivano altri occupati dai centoe più giovani interni e da quelli dell'Oratoriofestivo . Veniva infine il sig . D. Albera circon-dato dai principali signori di Campinas, benefat-tori dell'opera nostra. Nel tragitto abbastanzalungo, si parlò delle calamità sofferte da quellacittà, ricordando specialmente l'epidemia dell'89che lasciò centinaia e centinaia di poveri giova-

(*) Ved . Boll . di febbraio .

Per accendere lampade e candele all'Altare del-l'Ausiliatrice .

MOLTI ci hanno chiesto in questi ultimi giorni,se e come si possa far accendere una lampada

ed una candela innanzi all'altare di Maria Ausilia-trice . Lieti che alla nostra cara Madonna si rendaancor più frequente questa bella manifestazione diamore e di confidenza, facciamo noto che gli addettialla sagrestia del Santuario sogliono già prestarsi aquesto fine . L'offerta per far ardere una lampada unsol giorno è di L . 0,50, per un triduo L. 1,80, peruna novena L. 5,00. Volendo accendere invece diuna, due, tre, quattro od anche cinque e sei lampadel'offerta cresce in proporzione . Le candele poi sono divarie dimensioni : ve ne sono da L . 0,50, 1, 1,50,2, 2,50 . - Indirizzare la relativa cartolina-vagliadirettamente al R. Rettore del Santuario di MariaAusiliatrice - Torino .

IL RAPPRESENTANTE

DEL SUCCESSORE DI DON BOSCO IN AMERICA(Relazione del Sac . Calogero Gusmano*)

netti, abbandonati per le strade, senza parenti, esenza ricovero. Le vittime di quel flagello di Diofurono immense e Campinas più che una cittàpareva un cimitero. Fu allora che al Bisognodi Campinas come con delicato pensiero lo chiamòun nostro confratello il dott . Giov. Battista Cor-reia Neri, parroco ed ora vescovo di Porto Al-legre, venne la felice idea di innalzare un asiloa tanti derelitti e chiamarvi i Salesiani . Dettofatto . Raccolti i primi fondi si chiamò l'ingegneresalesiano Domenico Delpiano, che si volle fossel'architetto, ed in poco tempo si costrusse partedel grandioso edifizio, il quale consegnato nel 97ai figli di D . Bosco , ricovera ora un centinaiod'interni, mentre molti esterni vi ricevono un'edu-cazione letteraria od artistica . Un nostro confra-tello in una bella commediola, volle riprodurresulle scene questo fatto, e l'impressione fu quantomai gradita : Il dott. Cesare Bierrembach, salu-tando D. Albera a nome dei Cooperatori Sale-siani e dell'intera cittadinanza, con molta effica-cia, fe' toccar con mano i benefici effetti della

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educazione cattolica operaia e approfittando dellatriste notizia che quella stessa mattina ci recavail telegrafo della scomparsa del primo magistratodegli Stati Uniti del Nord, raccomandò caloro-samente l'opera salesiana, che si propone l'edu-cazione della gioventù povera operaia . « No, no,diceva, i molti ragazzi che attualmente languononelle prigioni, non sono nati delìnquenti, come sivuole da alcuni ; ma fu l'abbandono che li hatrascinati al delitto » . D. Albera non poteva as-solutamente tacere dopo una dimostrazione cosìcordiale . Quindi ringraziò ed aggiunse, che avendodato uno sguardo ai laboratorii dei falegnami,sarti, calzolai, compositori, stampatori e legatorin'era rimasto contento, tuttavia quelli avevano

Illmo Sig. Olivieri di Vernier Conte DeodatoSegretario Gen . del Comitato Esecutivo .

bisogno di ampliamenti, mentre erano certo ne-cessari altri laboratori, perche tanti altri giovanida tempo picchiavano alle porte della Casa sa-lesiana. Esser quindi necessario che tutti, secondole loro forze, si prestassero per alzare quelle do-dici grosse colonne di ferro, destinate a sostenerealtra parte dell'edifizio, le quali da varii annigìacciono là distese nel cortile a disturbare fi-nanco i ragazzi nelle libere scorrerie dei loro giuo-chi. La visita di D . Albera a Campinas non po-teva riuscire più gradita e salutare .

Il Collegio di Nichteroy

Eccoci finalmente all'ultima casa dell'Ispetto-rìa del Brasile del Sud, ultima in questa miarelazione, ma prima per fondazione e, credo, an-che nell'affetto del sìg . D . Albera . Infatti eglinon poteva dimenticare che 26 anni addietro iprimi missionari, approdavano nel giorno per noisempre memorando dell'8 dicembre, a Rio Ja-neiro, e Mons . Cagliero . capo della spedizionecelebrava colà il Santo Sacrificio. Nel nostro Col-legio questo fatto non si era dimenticato ; anziappena si ebbe sentore della prossima visita di

un rappresentante del sig . D . Rua in America,i giovani scrissero una lettera al veneratissimoRettor Maggiore reclamando quasi il diritto diessere i primi ad accogliere il primo visitatorestraordinario, come avevano ospitato i primi mis-sionari . Ma la lettera giunse a Torino quando noieravamo in viaggio, e non è a dire il rammaricodi quei confratelli e giovanetti orgogliosi di quel-l'avvenimento . La città di Nictheroy sorge sullasponda opposta alla Capitale Federale, dalla qualeè separata solo dalla baia. Il nostro Collegio diS. Rosa è noto ai lettori del Bollettino, com'ènotissimo in tutto il Brasile, per le pubblichesue benemerenze durante la guerra civile del 1893 .Fu pur da questo Collegio, che il 9 febbraio 96quando il nostro incrociatore La Lombardia,infetto in modo spaventevole dalla terribile febbregialla, sì da esserne colpito tutto il personale,tre o quattro eccettuati, ad un semplice tele-gramma, il nostro confratello D . Antonio Varchi,volò a bordo a consolare ed assistere fino agliultimi momenti quei nostri cari connazionali, ri-portandone i più alti elogi dal rappresentante delPapa Mons. Guidi e dal comandante la Lombar-dia, sig. dott. Carlo Borrello . Questi tra le altrecose scriveva al direttore del Collegio di Nic-theroy « Con tutto il cuore la ringrazio di averciinviato un sacerdote che ha adempiuto la suamissione con uno zelo, con una carità cristianaed una instancabilità veramente prodigiosa . Eglispontaneamente ha voluto restare fino all'ultimoe fino a quando v'è stato bisogno di lui » . Il Go-verno italiano, come conobbe la generosità nonsolo del sacrificio del nostro confratello ; ma fi-nanco il gravissimo pericolo di restar vittima del-l'implacabile morbo volle che accettasse qual segnodi gratitudine la croce di cavaliere .

Tante eroiche azioni non potevano fare a menodi attirare le benedizioni del Cielo ; e, in vero,son mirabili i progressi di questo nostro Istituto .I nostri Cooperatori hanno già appreso dal Bollet-tino come l'8 dicembre del 1900, quale omaggioa Gesù Redentore e al suo augusto Vicario interra, nel 4° centenario della scoperta del Brasilee nel 25° anniversario delle missioni salesiane inAmerica, fu qui inaugurato uno splendido monu-mento a Maria Ausiliatrice. Esso ha per base unaviva roccia di granito, posta alla cima di unacollina di considerevole altezza, e di là si slanciaa forma di torre, per ben 38 metri . Nella parteinferiore, di stile eclettico, si apre una bella cap-pella per la celebrazione del S . Sacificio, moltoopportuna per le feste campali, in occasione digrandi pellegrinaggi . La statua di Maria Ausi-liatrice in rame battuto e dorato, alta m . 6,30è opera dello stabilimento di Luigi del Bò di Mi-lano .

Noi arrivammo a Nictheroy a notte avanzata :

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tuttavia i giovani aspettavano D . Albera persalutarlo fin da quella sera . La casa era tuttailluminata a luce elettrica e più che tutto la statuadella Madonna spiccava in un mar di luci a variicolori . Quel direttore, sempre felice nelle sue idee,non poteva fare a D . Albera più grata sor-presa. In bell'ordine stavano schierati i 420 gio-vani interni . All'apparire di D . Albera uno scoppioentusiasta di evviva e di battimani s'intrecciò colsuono degli istrumenti . Solenni furono le feste chesi celebrarono in questa circostanza. Da un annosalesiani, giovani e cooperatori aspettavano il rap-presentante del Rettor Maggiore . Quella seraD. Albera si contentò di rivolgere a quei carigiovanetti un semplice saluto eli mandò al riposo .

È costume di questi giovanettidi montare ogni mattina, dopo co-lazione, i 1200 metri di viale checonducono al monumento, cantarviuna lode alla Vergine e poi di-scendere allegramente . Questopasseggio mattutino è qui chia-mato passeggio igienico e lo èveramente . Quella prima mattinafu invitato anche D . Albera. Edecco a un certo punto del cammino .,un assistente ferma quell' ondagiovanile fluttuante, il direttoretira una cordoncina e tra gli ev-viva di tutti appare una lapidecolla scritta : passeggio D. Al-bera . Tanto era qui atteso il nostrocaro superiore ! Cantata ai piedidella Madonna la consueta lode,si disposero sul pendio della col-lina a mo' di anfiteatro . Di fronteera stato preparato un bellis-simo padiglione, ove si fa salire D . Albera e poisi comincia una bellissima accademia in onoredella Madonna, ricordando i portenti da Essa ope-rati nella Terra della S . Croce e dell'ImmacolataConcezione, com'è chiamato il Brasile . Quel con-fratello che pel primo salutò D . Albera, nelloslancio del suo dire, non esitò ad affermare cheneanco la vecchia Europa può vantare un sì gran-dioso monumento alla Vergine Ausiliatrice . Nefece un po' di storia ; e disse che i trecentomila mat-toni formanti quella torre rappresentano l'affettodi altrettanti brasiliani per Maria Ausiliatrice .« Vedi, diceva a D . Albera, come domina la baiasottostante e quest'incanto di natura è la Capitalefederale . I marinai ed i passeggieri , passando quiinnanzi la salutano : stella del mare, perchè dinotte Essa è un faro risplendente colle cento luciche la circondano!

Il Porto di Rio Janeiro.

L'entrata a Rio Janeiro è maestosa ; la baia,

immensa per estensione, appartiene per la suaestremità settentrionale al tipo delle lagune flu-viali ; ed è nel medesimo tempo un golfo ed unalaguna . Colle sue trecento isole occupa l'area di419 kmq. dei quali più di un terzo hanno unaprofondità bastante per ricevere i più grandi va-pori, che a centinaia vi stanno ancorati o la sol-cano in ogni direzione, lasciando tuttavia variispazii deserti . L'entrata è fiancheggiata da duefortezze in una delle quali, nel 1874, al tempodella famosa quistione tra il Governo e l'episco-pato brasiliano, stette rinchiuso il Vescovo diOlinda e più tardi quello del Parà . A prima vistaquesta baia immensa, pare uno stretto : poichè le

roccie granitiche si avvicinano talmente da nonlasciare che uno spazio di 1500 metri . In seguitole due coste all'est ed all'ovest, si allontananoformando baie ed insenature in largo semicircoloi cui promontorii intermediarii si prolungano inisole ed isolotti. Eccetto nel canale d'entrata, ilcircolo di colline e di alture sembra si svelga in-torno alla baia ed al suo labirinto di isole ; percui il viaggiatore si crederebbe perduto nel mezzodel continente se le vele, questi punti bianchi nel-l'azzurro delle acque, non gli ricordassero il mare .Che meraviglia il contemplare le alte montagnesparse di aranceti che formano quest'imponenteanfiteatro e le colline verdeggianti di palme, e diplatani che giù giù digradano dolcemente fino alporto! È davvero una superba meraviglia delmondo. Napoli e Costantinopoli non la superanoin bellezza. La Capitale federale degli Stati Unitidel Brasile è anche centro del commercio dellaRepubblica, e di commercio singolarmente attivo

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ed animato da migliaia di stranieri, che l'arric-chiscono con tesori di ogni specie e ne ricevonoin cambio i ricchi suoi prodotti. I tempii, i pa-lazzi, gli edifizii, taluni veramente grandiosi con-tribuiscono ad abbellirla aumentando coll'arte l'in-l'incanto della natura . Attualmente conta quasi900,000 abitanti e chi sa mai che proporzioniprenderebbe se non fosse malestata quasi conti-nuamente dalla terribile febbre gialla e da altreepidemie .

Omaggi.Abbiamo anche noi attraversato questa baia in

un'ora e mezzo, per andare a prendere ai piedidella montagna la funicolare che doveva condurcisulla vetta dove sorge Petropolis, dimora ordi-naria dei diplomatici e dei principali negozianti,che, sbrigati i loro affari vanno lassù per passarela notte assai pericolosa in Rio per la febbregialla. In Petropolis fummo a visitare S . E. R . maMons. Giuseppe Macchi, Nunzio Apostolico pressoil Governo del Brasile, che aveva avuto la bontàdi passare due giorni nel nostro Collegio . Ci volleseco a pranzo ed ebbe tali deferenze per DonAlbera che non potremo dimenticare giammai .Quest'illustre e dotto prelato ha pei Salesiani uncuore di padre. Quando fu a Nictheroy mostròtutto il suo gradimento di trovarsi fra noi, esor-tando i giovani ad approfittare dell'educazione chericevono . « Il Papa, ci disse, è informato di quantofanno i Salesiani, specie nell'America Meridionale,ed è tranquillo quando sa che un'opera viene af-fidata al loro zelo » . Oh ! davvero, quanta bontàin quest'esimio prelato, che tanto desiderio halasciato di sè nel Perù e nel Chilì, ed ora è cosìstimato nel Brasile ! Usciti dal Nunzio, fummoa chiedere la benedizione al Vescovo diocesanoMons . Maia, che quale novello Mons . Lacerda, ilprimo nostro benefattore nel Brasile, gode a quandoa quando di passare alcuni giorni tra i suoi figlidi Nictheroy, com'egli ci chiama. Sembra che ilS . Padre lo voglia trasferire alla diocesi del Parà.Per noi sarà una grande perdita ; e la nostra gra-titudine sarà egualmente eterna .

Il 15 agosto, in una delle bellissime barcheFerry, di singolar costruzione, capace ciascuna di500 persone, e che fanno servizio regolare nellabaia, giunse da Rio Janeiro un numeroso pelle-grinaggio, la maggior parte membri delle con-ferenze di S. Vincenzo de' Paoli, bramosi di chiu-dere con quest'atto di fede i loro esercizii econfermare con una santa comunione ai piedidella Madonna di D . Bosco, i loro santi propo-siti . Che spettacolo il vedere alti funzionarii, gra-duati dell'esercito e signori del patriziato, confusiin santa fratellanza coi popolani e cantare le li-tanie della Vergine e recitare devotamente il Ro-sario. Non dimenticherò mai la commozione che

provai, allo scorgere un maggiore colonello, che,affetto di asma, per quanto soffrisse e fosse co-stretto sostare di quando in quando, non volledesistere dal recarsi a piedi fino al monumento .Molti di quei pellegrini chiesero di riconciliarsi,e quattro salesiani, come faceva un tempo il loropadre, postosi ciascuno sotto un albero del cir-costante boschetto, soddisfecero la pietà di queidevoti. D . Albera per esser visto da tutto il po-polo, celebrò la s. Messa là in alto del monu-mento, e distrìbuì quasi trecento communioni .Terminata la funzione vi fu un breve asciolvere .Sul finire si alzò il dott. Agostino dos Reis, pro-fessore della Scuola Politecnica di Rio Janeiro .Io l'aveva udito con voce vibrata ed entusiasta,dare il primo saluto, il benvenuto al sig . DonAlbera ; ma ora egli più non parla, ma piange .Ricorda il buon esempio ricevuto dal contegno diquei giovanetti ai piedi della Vergine, immobili,devoti, col volto sorridente, disciplinati più diqualunque disciplinato esercito ; esempio tanto piùattraente quanto è ben nota la loro vivacità du-rante la ricreazione. Fa rilevare l'accortezza deldirettore che mentre colla presenza dei 420 con-vittori a quella pubblica e solenne manifestazionedi fede, strappò lacrime di consolazione a tantipadri che avevano tra quelli i loro figli, mostròai figli come dovranno comportarsi un giorno,usciti da quel sacro recinto . Ma tutti volevanouna parola di D . Albera e questi, ricordando lestrette relazioni, sempre esistite tra D . Bosco ele conferenze di S. Vincenzo de' Paoli, disse comein America, in molte città, appunto i soci delleConferenze furono coloro che apersero le porte aiSalesiani. Richiamò alla memoria l'intima ami-cizia di S . Vincenzo de' Paoli con S . Francescodi Sales e conchiuse invitando i figli di questigrandi santi ad imitarne sempre più gli alti e su-blimi esempii . Più tardi fu a visitare il monu-mento il Ministro dei lavori pubblici e lo trovòun gioiello d'arte. Avendo poi coi proprii occhi,ammirato il numero sempre crescente dei pelle-grini, molti dei quali solo difficilmente giungono afare quella salita, chiese al direttore il permesso dicostrurre su quella collina un ascensorio e, forma-tasi sotto la sua presidenza la Commissione di 15ingegneri, si son già cominciati i lavori ed iltre maggio p. v. (1902) festa dell'invenzione dellaS. Croce ed anniversario della scoperta del Bra-sile si spera di poterlo inaugurare a maggioregloria di Maria Ausiliatrice e a soddisfazione dellapietà dei devoti .

Partenza e pericolo .

Quante altre cose avrei da dire per dire qual-cosa di questa casa . I ricordi mi si moltiplicanosotto la penna . . . Dovrei parlare delle scuole, deilaboratorii, delle medaglie d'onore riportate alle

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varie esposizioni, ma omai non conviene abusarepiù oltre della pazienza dell'ispettore delle casedel Nord del Brasile, che venne a prendere ilsig. D. Albera. Il 25 settembre (1901) giovanie confratelli radunati sotto gli ampli cortili cidiedero l'ultimo addio . « Altri Collegi, disseroa D. Albera, altri giovani, altre Repubbliche so-relle ti aspettano. Va, noi ti accompagneremo colnostro affetto, pregheremo per te . Ma prima, ac-cetta questo regalo . semplice, eppur prezioso piùche le vittorie di Alessandro, di Cesare, di Na-poleone, poichè se quelli vinsero gli altri noi ab-biam vinto noi stessi, cioè la nostra naturalevivacità e le cattive tendenze. Ecco qui gli at-testati di buona condotta e di studio riportati danoi durante la tua permanenza nel Brasile ; vedi!son tanti com'è tanto il nostro affetto per te, ac-cettali, chè te ne facciamo un presente » .

Erano le due pom. quando ci avviammo alporto di Rio Janeiro . L'acqua cadeva a catinelle,poi cessò e noi ci avventurammo in una barchettacol nostro bagaglio. Eravamo sette e speravamodi giungere in dieci minuti a bordo del vaporefrancese il Bresil ; ed invece corremmo rischiodi non arrivarci mai più . Fosse l'inettezza deibarcaiuoli, fosse il carico soverchio per quellabarchetta, fosse l'agitazione del mare, il fatto èche un confratello con tutta la sua attività nonbastava a togliere l'acqua che entrava . Non oc-corre dire che i piedi li avevamo bagnati quantole nostre stesse spalle, le quali fortunatamenteservivano ad impedire che l'acqua entrasse inmaggior abbondanza . Qualcuno voleva chiamarsoccorso, ma i barcaiuoli s'opposero . Anzi uno di

§ III.Come si fonda un Oratorio festivo .

QUANDO nacque il Redentore, gli angeli annun-ziaron la pace . Non dissero : pace ai giusti

che non hanno mai peccato, pace ai solitari che sisono volontariamente racchiusi nella quiete di un de-serto ; ma « pace agli uomini di buona volontà ! »Dal punto che uno ha un po' di buona volontà, ha dirit-to alla pace . E, press'a poco, è così anche nel casonostro. Fate che in ogni paese vi sia un Coopera-tore Salesiano di buona volontà e voi vedrete benpresto aprirsi dappertutto un Oratorio festivo . Sem-bra un paradosso, eppure è così . Che si ricercaadunque per fondare un Oratorio festivo? Nient'al-tro che un po' di bnona volontà .

Ma prima di venire ad additarne il modo pratico,

(1) Vedi Bollettino di febbraio .

GLI ORATORI F ESTIVI

essi ci confortava con questo . . . bel discorso, cheegli aveva fatto naufragio tre volte e ch'era ancorlì, non saprei dire se per nostra fortuna . Aggiun-geva con semplicità, o forse malignità o peggio,che il Signore era nostro padre, e quindi non do-vevamo temere di nulla. Intanto le onde si fa-cevano sempre più minacciose, la nostra barcatracciava dei zig-zag per evitarle ed il vaporerimaneva sempre lontano. Era già un'ora che citrovavamo in quella critica condizione . Il confra-tello che teneva con una mano il timone, coll'altragettava a quando a quando nell'acqua delle me-dagliette di Maria SS . Ausiliatrice ; la sua fedeera edificante. D. Zanchetta, vólto collo sguardoal nostro caro monumento di Nictheroy rompe ilsilenzio e dice : Là è la nostra buona Madre . Oh!tutti, se non lo sguardo, certo avevamo fisso ilcuore nella Stella del mare! D. Giordano nonsapeva capacitarsi che due marinai del luogoavessero potuto arrischiare tante vite! voleva darloro una buona sciacquata di capo ; qualcuno perògli suggerì che sarebbe stato meglio aspettareche fossimo al sicuro. Certo il dolore di vedereil nostro Superiore in tanto pericolo gli facevadimenticare che eravamo ancora alla discrezionedi quei barcaiuoli. D. Albera non disse una pa-rola in tutto quel tempo. Finalmente, come Diovolle arrivammo al Brésil. Ci togliemmo tostodi dosso la roba bagnata, e consegnate le vestied i pastrani al cameriere, perchè ce la facesseasciugare, accompagnammo collo sguardo i con-fratelli che ritornavano in porto non più in quellainfausta barca, ma sopra un vaporino .

(Continua .)

semplicissimo, conviene che si dissipino certe pre-venzioni a danno degli stessi Oratori .- L'Oratorio festivo, dicono molti, allontana i

giovani dalle parrocchie !Rispondo . Dov'è che si vuol fondare l'Oratorio?

in un paese? o magari in una parrocchia di cam-pagna? Bene: ditemi un po' : chi se ne prenderàl'iniziativa? Certo o il parroco o qualche altra per-sona d'accordo con lui . Nei piccoli centri, natural-mente, l'Oratorio festivo dev'essere una cosa al tuttoparrocchiale . Lo diriga chi vuole, ma bisogna chequesti armonizzi col Parroco . Ciò posto : perché ra-dunati i fanciulli nell'Oratorio, ove si saranno one-stamente divertiti a loro piacimento, non potrannoesser condotti nella pubblica chiesa, giunta che sial'ora delle funzioni, per edificare il popolo col lorocontegno e coi loro canti soavi? Se poi vi sarà ancheuna cappella appositamente per loro, tanto megliovuol dire che il parroco avrà agio di affezionarsi

Lettera aperta agli amanti della gioventù

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in una maniera al tutto particolare le tenere spe-ranze del suo gregge . Altro che vedersele allonta-nate !- Ma, soggiungono alcuni, da noi le cose vanno

ancor bene e non si vede il bisogno dell'Oratorio .Lo credo, e ne sia benedetto il Signore . Ma voi

rispondete a queste mie domande : È vero, sì o no,che la propaganda tremenda deì seguaci del diavolos'addentra visibilmente anche fra le campagne, ove,fino a ieri, si viveva di una vita patriarcale e fe-lice? È vero, sì o no, che lo spirito d'associazioneè forse il carattere più spiccato dei nostri tempi, ei nostri avversari se ne servono (pur troppo, da nonpochi anni) con tanto disastroso successo? E vero,sì o no, che il Papa ha raccomandato più volte l'a-zione cattolica ed ha solennemente sancito l'opportu-nità, anzi la necessità dei Comitati Parrocchiali edi tutte le altre associazioni, che rendono più corag-giose le nostre masse e ne formano una vera po-tenza? Oh! dunque, è meglio prevenire il male, chedoverlo combattere. Radunando i giovani in un Ora-torio festivo li avvezzeremo a questo spirito di soli-darietà cristiana e di franca professione cattolica eavremo fatto assai pel trionfo della buona causa .

Se poi si tratta di un Oratorio festivo per unacittà, le mie ragioni assumono una forza straordi-naria. Nelle città, massime in quelle più popolateed anche nei grossi centri commerciali ove da ventio trent'anni a questa parte, insieme alla popolazione,son venute crescendo di pari passo l'industria e l'i-gnoranza in fatto di religione, chi è che non vedel'assolnta convenienza dell'Oratorio e magari di treo cinque Oratori? Anche in una città, ove solamentein quattro o cinque chiese si compiono regolarmentele funzioni festive , come può un Parroco aspettarsiche i suoi parrocchiani vadano tutti nella sua chiesa,o rendersi conto che frequentino alcune delle altre?E poi, in città specialmente, l'Oratorio festivo nonandrà già a raccogliere i giovanetti fra i banchidella parrocchia, ma dal mezzo delle vie e dellepiazze : e, quand'anche, per quell'innata forza del-l'esempio, finissero per recarsi all'Oratorio dieci, trentaed anche cento giovani, che, se non si fosse apertol'Oratorio, si sarebbero recati regolarmente alla Chiesaloro, chi è che non comprende che dopo alcuni annil'Oratorio popolerà le parrocchie di centinaia di gio-vinotti e uomini modello, che rafforzeranno e forseformeranno le file delle varie associazioni parroc-chiali?- Per me, son intimamente convinto ; l'Oratorio

è una istituzione provvidenziale, opportuna, necessa-ria ; ma in realtà quanti riusciranno a fondarlo?

La cosa è più facile di quel che non paia . Guar-date come ha fatto D . Bosco . Che mezzi aveva?Niente. E ha cominciato precisamente eol niente .Dopo il 1878, quando il Bollettino prese a narrarela storia dell'opera sua, molti s'indussero ad imi-tarlo e vi riuscirono . Noi abbiam rilevato molti Ora-tori, avviati, anzi ben sviluppati da zelantissimi no-stri Cooperatori. Guardate : Don Bosco cominciò afar divertire i suoi biricchini nella piazzetta dellachiesa di S . Francesco di Assisi in Torino. Nonaveva di più . E perchè, ne' paesi principalmente,non si potrebbe cominciare a raccogliere i giovanetti

sul piazzale della Chiesa o in quello del mercato?Notate bene : la gioventù vi va e vi si diverte lo stesso .L'importante è che ci andiate voi, che vi mettiatealla testa dei loro trastnlli ; in un batter d'occhio,ve li avrete tutti affezionati e potrete benissimo,anche là, far molto bene, tenendoli lontani dall'of-fesa di Dio, dando loro qualche buon consiglio e incent'altre guise . Cosa fatta capo ha. I buoni cristianivi aiuteranno, il Signore non vi negherà la sua be-nedizione e quattro palmi di terreno privato, ovecondurre più liberamente le reclute vostre, non fos

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s'altro che per l'uso festivo, certo li troverete anchevoi . Tutto sta a cominciare . E quando potrete innal-zare o adattare là accanto una baracca qualunque amo' di teatrino, e farvi rappresentare dai vostri pic-coli amici qualche commediola , le simpatie univer-sali circonderanno l'opera vostra e voi potreste con-tare di darle una vita duratura .

Ma nelle città non sarà così facile l'andare allabuona e neppur conveniente . Eppure qui urge mag-giormente il bisogno, e alle volte ritarda il soccorso .Di tre o quattro parrocchie nessuna si muove , neltimore di invadere il campo altrui. Ebbene, chi haun po' di buona volontà si faccia avanti, in nomineDomini . E chi volete che non benedica alla vostrainiziativa? Procuratevi l'appoggio dei superiore ec-clesiastico : comunicate la vostra idea con quegliamici che vi sembrano più volenterosi ed intrapren-denti : erigetevi in comitato e procurate che accet-tino di esservi inscritte le persone più influenti e poilavorate . Se trovate il terreno un po' sterile non per-detevi d'animo : continuate a lavorare e, pregate . Larugiada dell'alto finirà per fecondarlo. E dapprin-cipio specialmente, non mettetevi in testa d'innalzarsu due piedi un Oratorio modello, se vi scarseggianoi mezzi. Contentatevi anche di un locale ristretto,mal collocato e poco opportuno . Il bene che vi ver-rete egualmente operando, brillerà allo sguardo ditutti ; e questa visione, vedrete, opererà miracoli .

Qui vorrei far punto ; ma c'è ancora un ma, chepare uno scoglio insormontabile .- Ma come assicurar poi una vita stabile e ri-

gogliosa al nostro Oratorio? Chi l'ha fondato contanto zelo verrà anch'egli a morire, quando nondebba ancor prima allontanarsene ... e dopo luichi sa come andranno le cose .

È la stessa difficoltà che faceva il ministro Ra-tazzi a D . Bosco. Ecco la mia risposta . Se muoionogli uomini, non muoiono le istituzioni della Provvi-denza . Avete ben organizzato il vostro Oratorio?Chiamate i Salesiani . Il Signore ha voluto affidataa loro quest'opera provvidenziale . Ma se bramate cheessi si dedichino interamente a quest'importantissimoapostolato, dotateli anche come si conviene . L'Ora-torio festivo, lo vedremo meglio in appresso, non èun cespite di entrata, ma piuttosto un'uscita conti-nua : ed è per questo che in varii luoghi chiamati iSalesiani alla direzione di un Oratorio e abbandonatipoi a se stessi, si videro costretti ad aprire ospizi ecollegi, anche per campare la vita .

D. Simplicio.(continua)

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MISSIONIMATTO GROSSO (Brasile)

SIAMO lieti di presentare ai nostri let-tori due lettere del nostro missionario

D. Balzola. È vero che la prima di questelettere poteva essere pubblicata già daqualche mese, ma ci parve convenienteche uscisse unita ad ulteriori e più con-solanti notizie, per non destare anchenell'animo dei nostri buoni Cooperatoriquell'ansietà vivissima in cui eravamonoi per la sorte di quei cari confratelli .Ringraziamo intanto il S. Cuore di Gesùdella visibile benedizione loro accordatasin qui, e meditiamo attentamente quellecommoventi preghiere del povero Diret-tore di quella nostra importante missione .

I .Le prime fatiche .

REV.mO SIGNOR D . RUABarreiro (Cuyabà), Colonia S . Onore di Gesù

5 giugno 1902 .

NoN ho notizie strabilianti ; ma dopocinque mesi ornai che ci troviamo

segregati fra queste foreste, mi par do-veroso, amatissimo Padre, che le dia unbreve ragguaglio di questa solitaria co-lonia .

E prima d'ogni altra cosa sia benedettoil Sacro Cuore di Gesù, che fin qui ciha visibilmente protetti . Abbiamo giàatterrato un bel pezzo di foresta ; e a forzadi braccia e di spalle, s'intende, abbiammesso insieme tanti pali da poter farel'ossatura di due grossi capannoni, che ab-biamo rivestiti di foglie di palma ; e cosìle due nuove case Salesiane di Barreirosono sorte per incanto e, senza ... debiti .Nel primo di questi capannnoni si sonoaccomodate le Suore ; e nell'altro, finitosolamente da pochi giorni, siamo entratinoi. Ma, a dire il vero, mancano ancoragli usci e le finestre ; e là dove abbiamolasciato delle aperture necessarie per l'aria

e per la luce, di notte e, quando occorre,anche di giorno, chiudiamo con una pelledi bue . La cappella, o meglio il luogodestinato alla cappella, è in cima al no-stro baraccone . Due tende la dividonodal resto dell'ambiente ed un altarinodiscreto, su cui campeggia la statua delS. Cuore, ce la rende preziosa. Ma purtroppo non possiamo ancor conservarvi ilSS. Sacramento; anzi D. Salvetto ed io dor-miamo precisamente qui accanto all'altare .La mancanza della Reale presenza di Gesùnel piccolo tabernacolo è l'unico nostrodispiacere .In questi mesi abbiam fatto anche varie

piantagioni ; e finalmente cominciamo adavere un po' di verdura, che ci fa speraredi non averci a trovar nuovamente nelledure strettezze di viveri in cui ci siamomolte volte trovati . Che vuole! amatis-simo Padre... Presentemente siamo tuttiun po' giù di salute ; ed io credo che siain conseguenza di tante privazioni e del-l'umidità grande, presa nel dormire quattromesi, e con un tempo quasi sempre piovososotto semplici tende . D. Salvetto, a causadi forti reumatismi non può più da variigiorni starsene in piedi . Tuttavia la buonavolontà, la pace, la carità e l'allegria re-gnano in tutti ; solo le forze diminuisconoPer questo, amatissimo Padre, non si di-mentichi mai nella S . Messa e ci racco-mandi alle preghiere di tutti i veneratinostri Superiori, confratelli ed amici .E gli indii ? Finora non si sono affac-

ciati ed è questa un'altra grazia segnalatadel S. Cuore di Gesù. Chi pensa ai sangui-nosi massacri avvenuti solo l'anno scorsofra questi indii ed alcuni civilizzati, chisa quanta sete di vendetta arda lunga-mente nel cuore di un selvaggio e riflettealle condizioni in cui ci trovavamo noi inquesti mesi, e possiam dire, ci troviamotuttora, potrà facilmente comprenderequanta ventura sia stata la nostra, dì

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non essere ancor venuti a contatto coifigli della foresta . Ma ora che noi ci siamoaccomodati, pare che il Signore stessovoglia condurli sulle nostre traccie . Noiabbiamo celebrato con gran fervore ilmese di maggio, offrendo ogni giornoalla nostra cara Ausiliatrice insieme conle nostre preghiere i bellissimi fiori di que-sti campi ; ora, stiamo celebrando conegual divozione il mese del SacratissimoCuore del nostro buon Gesù, pregandoloche benedica questa sua missione ; e lepreghiere ci sembrano vicine ad essereesaudite. Son due o tre giorni che dallaparte del nord noi vediamo dei fuochi,chiaro indizio che gli indii si sono avvici-nati: anzi quando il vento tira violente-mente, il fumo giunge sino a noi . . . Comesarà l'incontro? Noi siamo nelle bracciadella Divina Provvidenza e continuiamoa lavorare e pregare. Nella speranza dipoterle mandare quanto prima altre econsolanti notizie, chiedo per tutti la suabenedizione, o amatissimo Padre, le baciola mano e mi professo

Suo aff.mo in Corde JesuD. Giov . BALZOLA

Missionario Salesiano

II .L'incontro cogli Indii.

REV.mo ED AMAT.mo PADRE,Barreiro (Cuyabà), Colonia S . Cuore di Gesù

24 agosto 1902 .

EVVIVA il Sacro Cuore di Gesù! Lanostra salute, e tutte le cose nostre

vanno egregiamente. Dopo sette mesi,dacchè spinti dalla carità di N . S. GesùCristo ci siamo internati in questa forestain cerca di anime da salvare, alcuni sel-vaggi si sono in questi giorni amichevol-mente avvicinati alle nostre capanne, enoi abbiam parlato con loro, li abbiamtrattenuti due giorni ed abbiam piantodi consolazione al vedere le loro buonedisposizioni :

Come già le scrissi fin dai primi digiugno, noi avevamo scorto dei grossifuochi dalla parte del nord : ma per quantofossero a noi vicini, per due mesi ci parveche rimanessero immobili. Avremmo vo-luto avvinarci noi spontaneamente ; ma

andare colle mani vuote (chè qui siamoprivi di tutto) non mi sembrava pru-denza. Finalmente ai primi di questomese di agosto ecco altri fuochi al sudancor più vicini. L'incontro adunque erasegnato ; ma vedendoci così circondati,non le nascondo, amatissimo Padre, cheio temeva di qualche disastro . Quindiraddoppiammo la nostra confidenza inDio, pronti, se così fosse piaciuto a Lui,a dare anche la vita per il suo santoNome.La mattina del 7 agosto, aveva man-

dato al campo uno che radunasse i nostricavalli ; quando, dopo brev'ora, lo sentogridare di ritorno : Padre ! Padre ! e melo vedo innanzi tutto esaltato : e Padre,mi dice, ho veduto due Indii.- Benone, gli diss'io, insella tosto due

cavalli, uno per te, e un altro per unbravo compagno che ti darò ; e andatesubito a fare, con prudenza, un giro dìricognizione da quella parte .

E così fu fatto . Tornarono verso seradicendo che a poche ore da noi, nel puntopiù fitto della foresta, stavano molti indiifacendo il bacururù, cioè grida, canti,ballo e schiamazzi, insomma un'orgia daselvaggi . L'incontro era dunque immi-nente . Quella notte dormii pochissimo .Il cuore mi batteva più forte e una dolcesperanza mi faceva già sognare i rapidie consolanti progressi della nostra mis-sione. Al mattino, dopo di essermi rac-comandato vivamente al S . Cuore di Gesùed a Maria Ausiliatrice feci insellare trecavalli . Mi era deciso di andare con duecompagni, a vedere io stesso con qualidisposizioni gli indii si fossero avvicinatie tentar il modo di parlare con loro . Erail venerdì 8 agosto , ed io era certo cheil S . Cuore ci avrebbe aiutati .

Infatti tutto era pronto per la partenzaquando uno dei nostri : « Padre, Padre,grida, ecco gli Indii! » Corro là, dondeera venuta la voce ; e vedo cinque robu-stissimi selvaggi che si avvicinavanovociando- Borórós bon! Borórós bon! (Siamo

Borórós buoni!).Quello che io provai in quell'istante

non son capace a descriverlo . Mi avvicinaia loro sorridendo : li abbracciai tenera-

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mente un dopo l'altro e feci a tutti lepiù liete accoglienze. Alcuni dei nostri,che in quel momento erano tutti accorsicon somma trepidazione accanto alle no-stre capanne, piangevano di santa alle-grezza. I cinque ospiti si fermaronocon noi due giorni, cioè il venerdì e ilsabato. Il S. Cuore di Gesù e Maria SS .Ausiliatrice non potevano farci un piùdolce regalo. Io m'intrattenni sempre conquei poveri figli della foresta : dissi lorodello scopo della nostra venuta, li assicuraiche sotto la nostra protezione nessuno liavrebbe più molestati ; li pregai a mostrarsiessi pure più buoni... parlai loro di Dioe del nostro divin Salvatore, insommadissi loro tante cose ed essi pure ne disserotante a me, come, se fossimo stati vecchiamici . Il sabato mattina, celebrai innanzia loro la S. Messa, poi continuai ad istruirliun poco e mi accorsi che fecero loromolta impressione alcune grandi oleogra-fie che io spiegai innanzi ai loro occhi,le quali rappresentavano il giudizio uni-versale, la morte del giusto e la mortedel peccatore. Come fissavano estatici lebianche figure degli Angeli! . . . Si vedevanegli occhi loro una dolce e santa im-pressione. Il primo seme è gettato ; e noisperiamo che Dio lo farà fruttare il cen-tuplo. Prima di partire mi promisero chedopo due lune, sarebbero tornati con altriuomini, per aiutarci a fabbricare capannee poi sarebbero andati a prendere le lorofamiglie. Uno di essi era un cacico . Do-nammo a ciascuno qualche gingillo, e poitre di essi andarono verso il sud, dueverso il nord, per recare, così mi dissero,la buona novella ai loro compagni . Appenafurono partiti, mandai alla stazione tele-grafica, (che dista dalla colonia un 40chilometri ed è l'unico segno di civiltàin queste solitudini) per togliere d'ansietài cari confratelli del collegio di S . Gon-zalo e specialmente il nostro IspettoreD. Malan, che noi aspettiamo in ottobrecon qualche aiuto . Guai se egli non potessevenire! Gli indii, come han detto, sarannoqui e chi sa quanti... e noi, sprovvistidi tutto, che cosa potremo fare?Amatissimo sig. D. Rua, prima di chiu-

dere questa lettera permetta che le svelialcune ansietà che mi stringono il cuore.Noi abbiamo già cominciato a costruiredelle capanne, ma che faremo, senza unaumento di personale e senza quei mezzinecessari e soccorrere tanti infelici ? Comepotremo soddisfare alle loro esigenze

e, dica pure, alle loro pretensioni? Chimi darà qualche cencio per vestire tantipoveretti? Deus providebit ! è vero ; maanch'ella, amatissimo Padre, abbia com-passione di noi e venga col pensiero avisitarci in questo sconfinato deserto,per farsi un'idea dei nostri bisogni .Raccomandi alla carità ed alle preghieredei nostri Cooperatori quest'incipientemissione, perchè veramente e presto abbiaa dare frutti copiosi e consolanti . È questol'augurio ed il voto che espresse il SommoPontefice gloriosamente regnante, quandobenedisse a me ed ai tre Coroados, che iogli aveva presentati. Oh! potessimo fraqualche anno presentare al SacratissimoCuore di Gesù, tutte almeno queste tribùcircostanti, già fervorosamente cristiane.Costi quel che può costare : questo è ilnostro sospiro. Noi metteremo le nostrefatiche e, se sarà necessaria, anche lavita : ma nessuno dei nostri Cooperatorici neghi l'aiuto delle sue preghiere, e ifacoltosi l'obolo della loro carità . Comece ne troveremo contenti innanzi al divintribunale

Ella poi, buon Padre, gradisca i nostriossequi, ci riverisca gli altri Superiori epermetta che in nome di tutti questi suoifigli, Le baci la mano il

Suo Aff.mo in Corde IesuD. Giov . BALZOLAMissionario Salesiano.

PATA GONIA (Territ. del Neuquen) .

Visita Pastorale e Missione di S . E . R.maMonsignor Giovanni Cagliero. (1)

Las Lajas, 1 marzo 1902 .Dal fiume Agrio all'Acqua del Paradiso - Nellavalle del Loncopuè - Spettacolo edificante- Il ricordo della missione .

Ai 27 gennaio al sorger dell'aurora i buoniabitanti di Quilí-Malal in compagnia dialcuni indii, che avevano passata la notte

in mezzo ai folti cespugli, venivano per udire an-cora una volta la parola di Dio e ricevere da Mon-signore l' ultima benedizione. Celebrato l'incruentosacrificio e distribuita la santa Comunione, Monsi-gnore lasciò loro nuovi e preziosi ricordi paterni ;per ultimo li benedisse e salutatili con egual af-fetto si mise in viaggio, accompagnato dai suoi

(*) Vedi Boll . di marzo pag. 75-78 .

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Missionarii . Anche quei buoni popolani e gli indiigli tennero dietro per un lungo tragitto : non po-tevano risolversi a lasciare l'ansato Pastore .Dopo quasi un'ora di strada per prati fioriti e

campi coperti di bionda messe, giungemmo al ru-scello Norquín, che colle sue acque ristora l'ame-nissima valle dello stesso nome . Come già scrissipiù sopra, è questa una fiorente vallata ; e la suasuperficie di quasi sei mila ettari presenta laforma di un grande anfiteatro . È coperta con unostrato di terra azzurra, qui e là verdeggiante dibuoni pascoli e specialmente di una graminaceaingrassante, detta mallin . L'irrigazione è moltoabbondante, senonchè i geli frequenti anche nel-l'estate constituiscono un serio pericolo per l'a-gricoltura. Nella rapida discesa del suddetto ru-scello, spaventandosi i nostri cavalli, rovesciaronoil piccolo carretto dell'equipaggio : si ruppero lestanghe e corse pericolo di vita il buon soldato,che lo maneggiava. Fortuna che gli altri della

carovana con ammirabile sveltezza impedirono ilcolpo fatale . . . e poscia a forza di legacci di cuoioriabilitarono pure alla meglio il biroccino, sì dapoter continuare il cammino. Sulle spiaggie delfiume Agrio, mentre un sole canicolare minac-ciava di abbrustolirci da capo a piè, la Divina Prov-videnza mandavaci alcuni pietosi chileni, che duegiorni innanzi avevano participato della missionedi Quilí-Malal, i quali ci offersero fresca acqua elatte squisito, sicchè restò spenta la sete ; inoltreci regalarono un grosso formaggio ed un grossopezzo di sale minerale raccolto nelle Cordigliere,che servì molto bene per la pentola della nostracucina ambulante .Il fiume Agrio (il maggiore affluente del Neu-

quen) ha le sue acque di un sapore agro, perchècontiene una soluzione di solfato di alluminio :nasce alle falde del Copahue (vulcano spento) . Ses'immerge una cucchiaiata di zucchero in unatazza di quest'acqua ne risulta un'eccellente li-monata. È un fiume precipitoso e tutto lastricatodi pietre e macigni, che le acque hanno trasci-nato dalle montagne. Fummo costretti a guadarea cavallo la pericolosa corrente ; ed arrivati al-l'altra sponda, sostammo un poco all'ombra dellepiante palustri, che ne fiancheggiano il maestosoalveo. I militari apprestarono il tradizionale asado

(carne abbrustolita) che insieme al formaggio re-galatoci ed un po' di galletta ci valse più che unpranzo luculliano . Il fiume spontaneamente c'in-vitò a bere un bicchiere del suo vino ; ed an-corchè ci trovassimo a 45 chilometri dalla suasorgente, abbiamo trovato le sue acque tuttaviaagrette .Un'ora dopo proseguimmo attraverso la vasta

pianura dell'Escorial . È un paraggio veramente ro-mantico, ed è così denominato per l'accumulazionedi macigni vulcanici in forma bizzarra ; come ro-vine di antichi castelli, grotte di fatidiche Circi,colonne, merli sporgenti, case e torri diroccate .E mentre pieni di ammirazione contemplavamotali bellezze della natura, un altro panorama nonmeno sorprendente si presentava ai nostri sguardi .Erano le superbe vette delle Cordigliere, le cuiperpetue nevi facevano brillare di soavi colori lenubi dell'azzurra volta del cielo . Al tramonto met-tevamo piede nell'amena valle , chiamata dagli

indii Guenencó (acqua di Paradiso). È proprioun'acqua preziosa, fresca e cristallina .Di qui continuiamo in direzione della vallata

del Pino . Una grossa pianta di pino ha dato ilnome alle terre circostanti , e qual vigile senti-nella avverte l'attento passeggiero della ricchezzadi quei prati ricchi di messi dorate e di amenipascoli, irrigati dalle acque di un ruscello, che lirende fecondi . La discesa ci costò un nuovo con-trattempo : per la seconda volta si ruppe il break,e con grande stento appena ci fu possibile trasci-narlo fino alla vicina casa campestre del sig . Em-manuele Sepúlveda. Questi aveva conosciuto Mon-signore nella prima missione che diede nel Neu-quen l'anno 1887 : fu allora che ebbe l'onore didare ospitalità al Vicario Apostolico della Pata-gonia in una povera capanna sulle sponde delfiume Rinhileo . Stavolta lo ricevette con mag-giori dimostrazioni di affetto e venerazione, ed ilnostro arrivo fu per lui e per la sua famiglia lapiù grata delle visite. Ci offrì subito quanto dimeglio aveva per adornare un'improvvisata cap-pella. Pochi momenti dopo vediamo arrivare daogni parte gli indii e non pochi cristiani , tuttifrettolosi per far battezzare e cresimare i loro fi-glioletti ; alcuni per confessarsi ed altri per re-golare cristianamente il matrimonio . Una porta

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al tutto sconnessa e perforata dal tarlo servì diconfessionale sino a notte avanzata .Il mattino seguente Monsignore celebrò per

tempo la santa Messa e diede la Prima Comu-nione ai giovanetti e giovanette nonchè ad alcunepersone adulte. Amministrò anche solennementeil sacramento dello Spirito Santo . Finita questapiccola missione carichiamo i nostri bagagli e ciprepariamo alla marcia, quand'ecco giungere unanuova famiglia con quattro o cinque bambini dabattezzare e cresimare . . . Bisognò aver pazienza ecompiere quell'ufficio di carità . Intanto i soldatici stavano aspettando, e, riaggiustato il break, sfer-zando i cavalli, provavano la solidità delle lorosellature.

Nel salire l'erta ed opposta riva del fiumicello,le mule s'impennano di tal modo che la loro osti-

nata ribellione ci costringe a scendere da cavalloed arrampicarci alla meglio per giungere ad unaltipiano, mentre i soldati ed alcuni indii neofitiobbligavano con argomenti positivi gli indomitianimali ad ubbidire a chi di ragione . Dopo treore di penosissimo cammino, seminato di angu-stie e di spericoli , scorgiamo finalmente lontanlontano, in una valle profonda, più di venti uo-mini che venivano incontro a noi a spron battutosu briosi cavalli . Era il sig. Pietro Nazarre, pa-drone di una grandiosa estancia (cascina), dettaLa Argentina, che accompagnato dai suoi amici edalle Autorità di Loncopué si recava a dare il ben-venuto all' amato e desiderato Pastore . La loropresenza fu provvidenziale, perchè senza l'aiutodi quei nostri buoni amici ci sarebbe stato im-possibile il valico dello scabroso e rapido burronedi Hualcopén . Pratici del posto e lestissimi, conun'attività sorprendente , levarono dalla strada

le pietre più massiccie , e mentre noi ce la svi-gnavamo a piedi , essi trasportavano di peso ilbreak ed il carretto dell'equipaggio . Gli indigenicognominarono questa valle Hualcapen, per lagrande abbondanza di frondosi e verdeggiantichacayes (arbusto patagonico), sotto le cui om-breggianti foglie riposammo alquanto . Al ridossodel verde colle, rinfrescato da zampilli di acqua,esiste una casa di negozio fatta di tavole di pinoe coperta di lastre di zinco. Ne è padrone un ita-liano, che Monsignore ebbe occasione di conoscerein C armen de Patagones .Fummo ben ricevuti insieme ai venti caval-canti della nostra scorta, i quali spinti da un forteappetito fecero la festa ad un saporitissimo asado .Le acque di un limpido ruscellino, che in mezzoalle pietre precipitano giù dalla montagna, ci

offrirono il loro fresco e bianco champagne , cosìche non sentimmo la mancanza nè del paquéhuechileno, nè del bordeau francese .

Arrivata l'ora della partenza, incominciarono icavalli di riserva a guadare il profondo ed impe-tuoso fiumicello, per poi ascendere l'aspra collinache avevamo di fronte : facevano seguito le muletirando i veicoli, e per ultimo venivano in ar-cioni i Missionarii , il Vescovo e tutti gli altriamici. Nella sommità della collina il b reak siruppe per la terza volta, ed il povero Monsignore,ancorchè affranto dalla stanchezza, dovette montarnuovamente il suo docile alazan (cavallo di pelopiù o meno rosso) e viaggiare tutto il dopo pranzosotto i raggi di un sole cocente . Prima di arri-vare a Loncopué avvi una discesa di circa 400metri e tanto pericolosa che spaventa il solo ve-derla. La facemmo a piedi, ma ... quante diffi-coltà!...

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Finalmente dopo molti sospiri e pause la nostracarovana giungeva alla fertilissima e romanticavalle di Loncopué, bagnata dal vertiginoso fiumeche le ha dato il nome . Scorgiamo in lontananzauna bella cappelletta, un piccolo collegio , l'offi-cina telegrafica e l'incantevole villeggiatura delsig. Nazarre, tappezzata di trifoglio e di altre erbee fiori del campo, e tutt'intorno adornata di cor-pulenti pioppi, che la difendono dai venti . Pareche l'arte e la natura vadano a gara in ostentarele loro bellezze . E qui nii è grato ricordare chequesta incipiente colonia coi suoi grandi progressiindustriali, la si deve quasi intieramente alla saggiae retta direzione del sullodato signor Nazarre, ilquale col suo tratto gentile e coll'affabile parola,si fa amare non solo dai cristiani di Loncopuè, maaltresì dagli indigeni . Questo benemerito signoreci offerse subito ospitalità nella sua estancia, e de-siderava tenerci proprio in casa sua, ma Monsi-gnore credette meglio alloggiare nella bassa e pic-cola sacrestia della cappelletta, per attendere piùda vicino alle confessioni degli uomini, ed all'am-ministrazione dei SS . Sacramenti . I sacerdoti mis-sionari posero il loro domicilio nel salone dell'at-tiguo collegio in mezzo ai banchi ed ai tavolini .

Nell'atto di entrare nella cappella destò la no-stra attenzione la splendida nicchia dell'abside,dove si venera la devota effigie della SantissimaVergine del Pilar . L'altare era adornato di fiorie preziosi candelabri ed elegante il santo ciboriopel Santissimo Sacramento . Tanto zelo pel decorodella Casa di Dio è dovuto alla religiosità delladegna sposa e delle virtuose figlie del suddettosignore .Con le preghiere di pratica, seguite da un in-

fuocato fervorino, si diede principio all'impor-tante missione di Loncopué. Questa durò ottogiorni di lavoro indefesso e veramente apostolico,lavoro benedetto dal Signore con la conversionedi molti peccatori ed indii ancora infedeli, i qualitutti, senza eccezione, vennero giornalmente ad as-sistere alla santa Messa ed ascoltare la parola diDio. Per comodo dei cresimandi e ad ovviare laressa della gente, Monsignore amministrava il Sa-cramento dello Spirito Santo tre e più volte algiorno . Il nostro zelante confratello Sanbernardostendeva gli atti di battesimo, cresima e matri-monio, occupato in ciò dalla mattina fino allasera .

All'istruzione catechistica del mattino e del dopopranzo intervenivano premurosi i fanciulli e leragazze , accompagnati dai loro genitori , deside-rosi essi pure di meglio rammentare le verità dellafede. Negli intervalli tra una funzione e l'altra duesacerdoti confessavano, mentre altri battezzavanoe legittimavano i matrimoni . Al tramontar delsole si recitava solennemente il santo rosario, sicantavano lodi sacre e si ascoltava la meditazionesopra qualcuno dei novissimi . Subito dopo rico-m inciavano le confessioni sino alla mezzanotte.Tutta questa povera gente passava in chiesa lamaggior parte del giorno ; e di notte sulle spondedel fiume, dopo di aver preparato la cena, for-mando circolo attorno al fogone campestre, ripo-savano in mezzo ai folti cespugli, detti cortade-ras, ossia gignerium argentinum .La sera del 3 febbraio si fece una processione

di penitenza e si piantò (dove più tardi si farà ilcimitero) una gran croce , qual prezioso ricordodella prima Visita Pastorale e Missione di Mon-signor Cagliero. La mattina seguente allo spuntardell'aurora Monsignore celebrava l'incruento Sacri-ficio e distribuiva, come nei giorni precedenti, il

Pane degli Angeli ai fervorosi fedeli . Rivolse lorola parola per l'ultima volta, o quindi si congedavada essi per incamminarsi verso Las Lajas,a 60chilometri di distanza, dove altri figli lo stavanoaspettando .

Al Calvario - La collina della campana -Avviso notturno - Alla volta di Codihue -

Ilpozzo dei diavolo.

Lasciato Loncopué toccammo di passaggio laestancia del sig. Nazarre . Egli sebbene distantedalla cappella, aveva partecipato con tutta la suafamiglia alle funzioni della missione, e le sue duefiglie più grandicelle si erano apparecchiate allaPrima Comunione . Ci fu offerto un po' di ristoro,e separatici quindi da molti altri amici, ivi ac-corsi per salutarci ancora una volta, incomin-ciammo il doloroso cammino del Calvario, su e giùper le alte vette delle Ande .Veniva con noi il sig . Nazarre e parecchi altri

signori e numeroso popolo, che ci vollero accom-pagnare per oltre dieci leghe . Essi ci furono digrande aiuto nella pericolosa discesa delle altis-sime sponde del Manzano e dell'Yumu-Tumu,come pure nella traversata di questi due fiumi .Nell'ascesa del lato destro del Rio Agrio , ci se-parammo dai nostri cari amici di Loncopué, al-cuni dei quali desiderarono seguirci fino a Gua-rinchenque .Riposammo alquanto rimpetto al famoso colle di

Campana-Mauhida, le cui falde sono bagnate dalleacque dell'Agrio. All'Est racchiude ricche mi-nière di argento, rame e ferro, ed all'Ovest, nonsi sa per qual fenomeno, si ode di tanto in tantoun suono simile a quello di una gran campana,per cui gli indii denominarono questo colle Cam-pana-Mauhída, ossia, la collina della campana .Era il luogo dove essi solevano radunarsi perguerreggiare : e spesse volte le falde di quel collerimasero bagnate di sangue e coperte di cadaveri .La valle dell'Agrio è quivi abitata ancora daisuoi primitivi possessori, gli indii . Battezzati edinciviliti vivono adesso dell' agricoltura e sonopadroni di numerosi greggi, campi di frumento epraterie di alto trifoglio . Sull'imbrunire entra-vamo nella valle di Guarinchenque (cimitero degliuccelli) . Guadammo il piccolo fiume ed accettammoriconoscenti l'ospitalità che ci offerse nella suacapanna il sig. Giovanni Béroisa . Non dovendodar qui nessuna missione, ma solamente pernot-tare, fu una provvidenza del Cielo la coopera-zione e l'aiuto che ci prestò una fervente cri-stiana, attivissima signora chilena, la quale nonsi peritò di sfidare l'oscurità della notte e la tor-tuosità dei cammini, per battere alla porta dellevarie capanne, ed avvisare gli abitanti di tuttal'estesa vallata, che approfittassero del nostro ar-rivo pel bene delle loro anime . Alla fausta no-vella, lasciarono tosto i loro tuguri e corsero agara a far battezzare e cresimare i loro bambini,soddisfacendo pure al 2° e 3° precetto della santaMadre Chiesa, essendo che da alcuni anni piùnon vedevano il ministro di Dio . In una stan-zuccia povera, affatto sprovvista di mobili, comela grotta di Betlemme, abbiamo preparato l'alta-rino, ed in seguito ad una efficace esortazione diMonsignore, s'incominciarono le confessioni, chedurarono quasi tutta la notte.

Di mattino ai primi albori offrimmo il santoSacrificio. I giovani e le giovanette fecero la loroComunione in compagnia degli amati genitori .Più di ottanta furono i cresimati, e si legittima-rono eziandio alcuni oratrimonii . Anche gli indii

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dei dintorni accorsero a farsi battezzare, ed a ri-cevere gli altri sacramenti della Chiesa .Finita la piccola missione, salutammo commossi

quei buoni cristiani e neofiti, e proseguimmo versoCodihue . Passammo vicino ad un'alta montagna,nella cui sommità s'annidano i così detti c óndorese buitres (avoltoi) e le superbe aquile andine. Sonodessi i famosi pirati del Neuquen . Nel fondo dellevalli e sopra gli altipiani dei monti cacciano lapreda coi loro artigli, che quali uncini, afferranoor incauti capretti ed ora mansueti agnelli, e seli portano al nido, squisito boccone ai loro aqui-

lotti . Un rinomato cacciatore della Cordiglierascoccò la vita a un gran condore, le cui ali estesemisuravano due metri e mezzo di larghezza . Primadi abbandonare la pittoresca pianura dell'Agrzo,per montare su per una giogaia preandina, os-servammo presso la strada un pozzo, assai pro-fondo che gli indii chiamano P ozo de Gualicho(demonio), perche credono essere questo il postoper dove ègli entra ed esce di casa sua . Ha piùdi 60 metri di circonferenza, ed alcuni anni fanon gli si vedeva il fondo . Presentemeute è co-perto di terra cenerognola, ed ha la forma di ungran imbuto.Passato questo celebre pozzo, i nostri cavalli

quasi fossero consci del fine della giornata, ga-lopparono per la discesa di Codihue ed in mendi due ore avevano percorso circa trenta chilo-metri . Codihue ( vocabolo aracuano, che vuol direpietra da arrotare, e ve n'è davvero in abbon-danza) è un'antica fortezza, della quale non ri-

mangono che i ruderi . Sostammo in casa del si-gnor Ascheri, italiano, il quale mediante la co-stanza ferrea nel lavoro ed una abilità non comunetrasformò la parte della vallata, che è sua pro-prietà, in un giardino di fiori svariati, verdipraterie ed esuberanti pascoli . Fummo ben accolti,e l'abbondante cibo, condito da un vino eccel-lente, ci fece riacquistare le forze perdute per lemisere refezioni dei giorni antecedenti .

Messici di bel nuovo in viaggio, traversammo ilfiume Codihue a poca distanza dell'Aichol . Scatu-riscono tutti due dalle cordigliere andine, e dopo

di aver irrigate molte valli e campi ameni, sboc-cano nell'Agrio in vicinanza all'antica fortezza .La nostra marcia non s'interruppe fino ad arrivaread un pericoloso sentiero, tagliato sulla pietradella sponda dritta del fiume Agrio . Fu per noiun passo pieno di timori e trepidazioni, ma grazieal Cielo tutto finì lì . Di qui scoprimmo come alfondo di un maestoso orizzonte il sospirato vil-laggio e strategico accampamento di Las Lajas,centro del Territorio del Neuquen, situato a paridistanza da Chos-Malal, come da Junín de losAndes . La sua valle è molto estesa, e ricca diproduzioni vegetali, grazie alle acque del RioAgrio ed alla maravigliosa fertilità del terreno .

A Las Lajas - Ricevimento solenne - Messacampale - U na missione consolante - Al2° Reggimento di cavalleria.

Il ruscello Las Lajas (così chiamato per ragionedelle prossime cave di lastre di pietra) sbocca nel

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sopra nominato Agrio , ed impone il suo nome aquesta importante regione . La bella e spaziosapianura è circondata da alte montagne e limitataall'occidente dalla cordigliera di Aichol . Essa ab-braccia un terreno fertile e coltivabile di circamille ettari, ma è frequentemente soggetta ai tristieffetti di. un Eolo assai furioso . È il campo diMarte del 2° Reggimento di cavalleria, incari-cato di sorvegliare la frontiera e servire di co-municazione tra le fortezze e guarnigioni diRoca, Chos-Malal e S. M artín de los Andes .

Dinanzi ad una piazza ornata di alti pioppi, cheformano lunghi viali, si eleva un edifizio gran-dioso, che serve di quartiere ; è circondato damolte case ; le strade sono comode e pulite, comesi conviene ad un paesello, che per la sua posi-zione e progresso è destinato ad essere in temponon lontano una cittadina d'importanza e forsela capitale del Territorio . Nondimeno anche LasLajas fa ricordare la terribile inondazione del-l'Agrio nel 1899, che distrusse la chiesa ed altriedificii pubblici .Tre leghe prima di arrivare all'accampamento

il cortese colonnello Gras Martino, intimo amicodi Monsignor Cagliero e dei Salesiani della Pa-tagonia, ci aveva mandato incontro un soldato, epoi un ufficiale con due sergenti di ordinanza perscolta d'onore del Prelato . All'avvicinarsi poi diMonsignore il Reggimento spiega subito le filecome in atto di solenne rivista, la bandiera sven-tola sull'asta dell'alfiere , mentre l'ufficialità e inumerosi squadroni, al suono della banda mili-tare, salutano il venerato Pastore , che visibil-mente commosso benedice e restituisce il saluto .Più in giù in un angolo della piazza incontriamopure un comitato di signori, i più influenti delpaese, che salutandoci cordialmente, mettono anostra disposizione una casa spaziosa e ben mo-biliata. In casa troviamo una devota cappella,ornata di patrio insegne e sopra l'altarino, inmezzo ai fiori, ai ceri e lampade ardenti, vediamo ,con gran maraviglia, copie in una visione celeste,la sempre cara effigie della nostra Madonna . Èquesta l'unica reliquia salvata dalla terribile inon-dazione del 1899 .Il giorno dopo il nostro arrivo le Autorità ci-

vili e militari, la popolazione ed il Reggimentoassistettero ad una Messa campale, celebrata daMonsignore nell'atrio del suo nuovo Episcopio,imbandierato coi vessilli di molteplici nazioni .Finito l'incruento sacrificio S . E . tenne ai militariuna infocata allocuzione, parlando dell'atto reli-gioso compito in onore del Dio degli eserciti, in-nanzi al quale s'inchinarono i più grandi e va-lenti guerrieri, come un Costantino il Grandenella conquista dell'Impero, un Giovanni d'Au-stria nella battaglia di Lepanto ed un GiovanniSobieski nella liberazione di Vienna : che impa-rassero pertanto ad amare il Signore coll'osser-vanza dei suoi comandamenti ed a temerlo pelsuo supremo potere . Per ultimo li esortò alladocilità, al rispetto ed all'obbedienza, così esi-gendo il dovere di cristiano e l'amore alla patria .Coronò la bella funzione un gruppo fotografico,rappresentante Monsignore attorniato dal cleroassistente e da tutta l'ufficialità nell'atto impo-nente di benedire la truppa .La nostra fermata in Las Lajas fu di dodici

giorni. In questo tempo arrivarono D . DomenicoMilanesio e Don Matteo Gavotto dall' importantemissione del Trucuman. Venerunt cum exultationeportantes manipulos suos ; e ci furono di grandeaiuto. Assistettero alla missione non solo gli abi-

tanti di Las Lajas, ma anche quelli delle circo-stanti vallate di Cohunco , Codihue e di Aichol .Molti indii percorsero distanze di cento e più chi-lometri per venire ad istruirsi nelle verità dellafede e ricevere i Sacramenti della Chiesa . .

Ma il nemico d'ogni bene suscitò un. temporalecosì forte ed un vento di cinque giorni così fu-rioso, che scatenandosi dalle vicine cordigliere,gettò sopra il nostro accampamento nuvoloni diterra negra.... tanto da farci sembrare in pienoeclissi solare . Nondimeno fu sempre crescente ilnumero dei fedeli di buona volontà, i quali vin-cendo ogni ira nemica, prendevano parte alle sacrefunzioni . L'atto della Prima Comunione dei gio

-

vanetti, delle fanciulle e di molti poveri indigeniriuscì solenne e commovente quanto mai . Si be-nedissero pure molti matrimonii. Il Sacramentoda Gesù Cristo istituito li fece buoni ed onoratipadri di famiglia . Più di trecento furono gli adulticresimati , fra i quali era bello il vedere vecchied indii di ottanta e più anni .Alcune buone giovanette, educate dalle Suore

di Carità nel Chilì, ci regalarono due preziosetovaglie con ricami in bianco finissimi, corporali,purificatoi, fiori artificiali, ed altri ornamenti pelnostro altarino . Gli indii ci offrirono saporiti pi-gnuoli, raccolti nei pinosi ed immensi boschi dellaCordigliera.

Il giorno prima di partire alla volta di Cohunco,un buon numero di soldati preventivamente pre-parati con apposite conferenze si confessarono; edil mattino seguente alla Messa di Monsignore ri-cevettero, previo apposito fervorino, la santa Co-munione e la santa Cresima. Alle ore dieci dellostesso giorno giungevano le Autorità locali ed ilsig. Colonnello con tutto il suo Reggimento, perassistere ad una Messa campale, celebrata da DonMilanesio, sulla piazza della nostra residenza . Lasacra funzione non poteva riuscire nè più bellanè più devota . Approfittando di una sì bella oc-casione il zelante Missionario, con facile e per-suasiva parola, entusiasmò vivamente tutti queibuoni soldati, animandoli al compimento dei lorodoveri religiosi.

Del nostro soggiorno in Las Lajas conserviamonell'animo i più grati ricordi, sia pel frutto spi-rituale raccolto nella Missione, sia per la squisitacortesia delle Autorità e per la bontà del popolo,ricordando sopratutto l'esimia amabilità del signorColonnello e degli ufficiali e soldati del 2° Reggi-mento di cavalleria .

(Continua)

Attraverso l'Equatore(Impressioni di un viaggio*)

Un qui pro quo .

Il sole si occultava dietro alle ultime creste dioccidente, ed i suoi raggi morenti languidamentesulle ombre della valle taciturna, parevano farmorire ogni speranza nei cuori .

A Cañar, tutti mi guardavano con curiosità mistaa diffidenza . Le donne si affacciavano solle soglie,

Ved . Bollettino di marzo, pag . 78-81 .

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poi retrocedevano quasi intimorite . Gli uominimostravano certo dispetto . Si bisbigliava qui elà ; sugli angoli delle vie si formavano crocchi digente, che mi accompagnava coll'occhio per ve-dere dove andassi a finire .- Dal parroco, dal parroco! gridai ad alcuni

giovanotti .Essi mi indicarono una scalinata che era a fianco

della chiesa e che terminava in un portone .Saltai da cavallo, ascesi, entrai, e mi diressi

alla prima stanza che vidi aperta .Il parroco sorbiva in quella l'ultima goccia di

caffè. Al vedermi si alzò non senza sopresa, evenne a ricevermi col suo coadiutore, con un fareincerto, che si cambiò in cordialità, quando videme essere prete .- Dunque, sig. Curato, non è ancora giunto

Mons. Costamagna?- Monsignor Costamagna! Non lo confonde

forse con D . Albera?- Non c'è nulla da confondere . Presto! Mon-

signore sta per giungere . Io l'ho lasciato più in-dietro .- Ma perchè non avvisarci?... Via! La sella

al cavallo . Preparate un'altra cena . Datemi quail cappello . E lei, sig . Segretario ; prenda que-st'altro di paglia . Getti giù codesto berretto in-glese : chè la mi pare un ministro protestante .Veda! È un miracolo che non l'abbiano preso asassate .- Capisco. Forse l'intenzione non mancava .- Ne può star certo . Di questi giorni si aspet-

tano alcuni evangelici, che ci regalano i padridella libertà. Il popolo ne è irritato e preparaloro i confetti della strada .- Ma davvero? Sono proprio io l'amico di

quella gente! Me la sono scappata bella!Intanto eravamo montati ambidue . Uscimmo e

attraversammo il paese, fra il popolo che sorri-dendo guardava me, di fianco al parroco , colnuovo arnese in capo .- Olà, guardatemi, dicevo io ad alcuni : non

sono mica io il lupo, sapete . Anzi vengo a por-tarvi il pastore. A minuti arriverà un vescovoche vuol fare molto bene .

E la parola vescovo correva di bocca in bocca,da una casa all'altra, dall'una all'altra strada.Su tutti gli usci si affacciavano uomini e donne ;su tutte le cantonate si aggruppava la gente edi fanciulli andavano scorazzando all'incontro del-l'inatteso pastore .

Ricordiamoci di lui .

- Ma lei, sig . Curato, non mi ha un viso nuovo .Non ci siamo forse visti . . .? Sì, sì ! Là, al Callao,or fanno cinque mesi, a bordo del vapore che ri-conduceva dall'esilio lei ed il canonico Campu-zàno. Là ci salutammo . Chi l'avrebbe detto checosì presto . . .? Non è lei forse il Padre Ordoñez,degli oblati di Cuenca?- Sono io stesso .- Ed il sig. Campuzàno, quella nobile vittima

dalle ire massoniche, il primo a soffrir l'ostra-

cismo e l'ultimo a rimpatriare? che è di lui? Hatrovato pace fra i suoi, dopo aver sofferto le spo-gliazioni, la persecuzione e la calunnia?- Sì; ha trovato pace, - mi rispose il parroco,

guardando al cielo ed abbassando tosto il capo- Ha trovato pace .- Che? È forse morto?- Pochi giorni dopo essere giunto alla sua

bella Quito .- Dio lo abbia con sè . Poveretto ! Pareva pre-

sago della sua sorte . Là stesso, a bordo di quellanave, a chi lo lusingava coll'augurio di una mi-tra, egli rispose : No, no ; non è più tempo . An-diamo a portare le ossa alla cara patria . Ricor-diamolo e preghiamo per lui .- Questa appunto è l'ora che più ci parla dei

morti e di lui specialmente. Era ancora giova-notto, pieno di forza e di speranze . Una sera, aQuito, all'ultima luce del crepuscolo che dall'im-minente Pichincha copriva di ombre la storicacittà, egli si accomiatava da tre dei suoi più cariamici : « Addio, diceva loro . Verrà una sera chenon conoscerà l'alba . Che sarà di noi fra alcunianni? Amici, facciamo un patto : quando vediamomorire il sole, ricordiamo sempre l'amico assente :ricordiamoci dei morti . »

Qui tacque il Curato ; indi soggiunse : « Sì, ri-cordiamoci di lui . Lux perpetua luceat ei. »- Sta bene, Reverendo . Ma non dimentichiamo

i vivi. Appena ci resta una sfumatura di luce, eMonsignore non compare . Forse hanno smarritoil cammino ... Però . . . Veda là quelle due ombre .Sì : sono proprio essi . Povero Monsignore! È spos-sato dal viaggio e dal digiuno . Anche il cavallonon ne può più .- Eccellenza : Sia il ben venuto ; Benedictus

qui venit, gridò il parroco , mentre in due movi-menti spiccò un salto e andò a baciare l'anelloepiscopale .- Eccellenza, monti sul mio cavallo, aggiunse

poi. Si faccia forza. Non mancano che due passi . . .Ma perchè venirci così all'impensata? L'avessimoalmeno saputo un giorno prima, per riceverlacome si merita! . . . Ma così . . . qua hora non puta-tis . . . In fin dei conti : non si potrà lagnare se nontrova le cose a capello.Le vie e la piazza rigurgitavano di gente com-

mossa, inginocchiata, che cercava di discernereil Vescovo nella penombra e chiedeva la benedi-zione. Dappertutto si udiva ripetere : Sia lodatoGesù Cristo e la Vergine Maria . Sia adorato ilSS. Sacramento . E queste voci si succedevanoincessantemente, come l'eco centuplicata di unsolo pensiero . Le campane suonavano l'Avemaria .All'ultimo barlume del crepuscolo era succedutala notte .

(Continua)

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Un cumulo di grazie .SON tanti i favori che Maria Ausiliatrice

dispensa in questo regioni Americane,che a narrarli tutti si dovrebbero scriveregrossi volumi . A tacere del Chilì, ove il quadrostupendo fatto dipingere dalla fervorosa gen-tildonna, sig. Domitilla Gomez Silva è tuttouna storia di grazie e di miracoli, a taceredel Perù, dell'Argentina e di altre repub-bliche, posso dichiarare che le sole grazietestificate dagli abitanti di questa città diCuenca dopo che per la terza volta noi siamoqui venuti a stabilire le nostre tende, bastereb-bero a fare un volume . Mi par conveniente diaccennarne almeno alcune, ottenute in questiultimi giorni, e da noi debitamente registrate .Una povera madre afflitta per la pessima

condotta del figliuolo, lo vede uscir di statoinsieme coi cattivi compagni . È inutile ognisuo richiamo ; si raccomanda alla MadonnaAusiliatrice e, durante la novena, vede il figliotornar pentito a' suoi piedi .

Una persona batteva la strada del vizio. Èraccomandata alla Madonna e quello stessogiorno, con meraviglia di tutti, torna since-ramente a Dio.

Anche questo mese, alla vigilia del sospirato avvenimento che riempiefin d'ora i nostri cuori di soave e celeste esultanza, noi ci pro-

stiamo commossi innanzi alla pietosa Immagine della potente nostraAusiliatrice...

Oh ! perchè non scintillano ancora sulla tua fronte, o Madre, le auree gemmate corone ? perchènon sorge ancora il giorno che mentre segnerà il massimo dei Tuoi trionfi , farà discendere interra una più larga pioggia dei tuoi materni favori? Nell'aspettazione solenne, che si tributi aTe il sommo onore decretato dal Vicario di Cristo, molti tuoi figli, molti addoloratì e gementituoi figli levano a Te, o Madre, con accresciuta fiducia le loro preghiere . Abbassa, o pietosaRegina, abbassa il tuo sguardo pieno di misericordia su quella schiera di miseri . Consolali, oMadre ; e più imponente e grandioso sarà quell'inno, che la terza domenica del Tuo bel mese dimaggio, si leverà a Te da tutte le parti della terra . Salve, Regina, mater misericordiae!Orsù, rivelati anche ora, come fosti sempre, pietosa Ausiliatrice : eja ergo, advocata nostra!

GRAZIEdi Maria Ausiliatrice

Un ubbriaco cade da cavallo ed è colpitoda una congestione cerebrale. I medici lodànno spedito. Il poveretto è da nove ore chenon parla più. Finalmente si chiama un sa-cerdote : questi gli mette addosso una me-daglia di Maria Ausiliatrice ed il pazienteapre gli occhi, torna in sè, comincia a parlare,si confessa e l'indomani è fuori di pericolo .

Un nostro alunno Giuseppe Maria Rua, unpovero jivaro, cade ammalato di vajuolo con-fluente . Ci accorgiamo che non ha indosso lamedaglia di Maria Ausiliatrice . Gliela met-tiamo al collo e il male cessa per incantodalla sua intensità ed il poverino è salvo .

A proposito di medaglie ; due anni fa in-fieriva qui in Cuenca la scarlattina e come!I nostri alunni portavano tutti la medagliadi Maria Ausiliatrice, quattro soli eccettuati .Ebbene, nessuno fu colpito dei nostri, trannequesti quattro . Accortici che non avevano alcollo la medaglia della Madonna, ne demmosubito una a ciascuno e tutti quattro entra-rono subito in visibile guarigione .

Ieri è venuta da me una signora, che temevatanto per una causa per lei importante che sitrattava a Guayaquil : e mi ha detto : « Padre,ho ricevuto un telegramma, che mi annunzia

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piena vittoria! » E dirà che la causa sembravaveramente perduta. Ma la pia donna avevapregato tanto Maria Ausiliatrice.

Un'altra signora, affetta da lunghi anni daacutissima e tormentosa nevralgia, è consi-gliata a ricorrere a Maria Ausiliatrice. Cercauna sua immagine ed ecco a quel primo con-tatto ella è pienamente guarita.Avrei tante altre grazie, ricevute tutte in

questi ultimi giorni ; e se non avessi accen-nate almeno queste poche ne avrei provatoun rimorso penosissimo . Oh ! quanto è buonaanche co' suoi divoti di America la nostracara Madonna.

Cuenca (Equatore), 1 gennaio 1903 .SAc . FELICE TALLACCHINI

Missionario Salesiano.

Camporosso (VENTIMIGLIA ). - Il nostrounico fratello, colto da violenta polmonite, fu ri-d otto in breve in fin di vita. Omai non giovandopiù a nulla gli umani rimedi, nè essendovi piùalcuna speranza di salvezza, ci rivolgemmo confede alla Madonna di Don Bosco , ordinando untriduo di preghiere . E Maria Ausiliatrice, da buonaMadre, ascoltò benignamente le nostre suppliche .L'ammalato cominciò subito a migliorare e benpresto fu dichiarato fuor di pericolo . Ora è per-fettamente guarito e si unisce a noi per ringra-ziare la sua celeste benefattrice di grazia cosìsegnalata .

15 novembre 1902.Sorelle LUCREZIA e MARIA MERLO .

Casalmonferrato. - Nei primi di novem-bre u . s. per condizione del mio stato mandato adaltra casa, non so so per la diversità del clima,un mal essere quasi repentino mi tolse la gaiezzache infiorava la mia vita . Forti dolori di capo mitravagliavano continuamente senza darmi un tan-tin di tregua nè dì, nè notte . Consultati i predicimi dissero affetto da ispnea, con disturbi circola-torii ; e considerato il mio naturale sanguigno,minacciato dal pericolo di congestione . Si provòcambiarmi di luogo pensando che un clima piùmite potesse ridonarmi il primiero benessere, mainutilmente. Fu allora che mi rivolsi alla potenteintercessione di Maria Ausiliatrice, avendola giàpiù volte esperimentata propizia, e venni subitoesaudito . Ora mi sento perfettamente in salute .

19 febbraio da Volvera.Fr. PLACIDO DA VOLVERA

Cappuccino .

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausilia-trice, e pieni di riconoscenza inviarono offerteal Santuario di Torino, o per la celebrazione diS. Messe di ringraziamento, o per le MissioniSalesiane, o per le altre Opere di D . Bosco, iseguentiA*) - Acireale : A. E . O . 10, per grazia . - A. N .

P. 5, per grazia . - Agrate Brianza : Combi Angelo 10,per persona che dopo una novena di preghiere a M. A .ottenne la guarigione della propria moglie . - Airolo :Motta Paolina 10, per guarigione di un caro bam-bino. - Alba : Testa Elisabetta offre un cuore d'ar-gento per grazia . - Albenga (Genova) : Accame Ester5, per Messa di grazie . - Alpicella (Genova) : MazzaMaria 5, per guarigione da gravissima malattia . -

(*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello delle città e deipaesi, cui appartengono i graziati da Maria Ausiliatrice .

Asti : Graneri Giovanni fa offerta per grazia ricevuta .B) - Belvedere Dogliani (Cuneo) : Coniugi Carlo eAnnetta Barberis 1 , per grazia . - Bento Gonçalves(Brasile) : Vigolo Giuseppe 6, Dal Magro Giovanni 24,Canei Giovanni 6, Lazzari Giuseppe 2,40, MeggiolanoDomenico 6, Giron Alessandro 2,40, Bertual Quirino12, Clauser Berta 14,40, Frizzo Pietro e moglie 18, pergrazie e celebrazione di Messe . - Brescia : Bazoliavv. Luigi 5, per grazia . - Busalla Sarisola (Genova) :Semino Luigia 5, per Messa di grazie . - Butera (Cal-tanisetta) : Strazzeri Rocco 5, per grazie .C) - Cagliari : Bernardini Paola 15, per Messa di

grazie. - Calascibetta (Caltanisetta) : Tita Corvaja E-lísa 15, per guarigione di tra suoi bambini, uno deiquali era minacciato di morto in seguito a graveaccidente . - Camagna Monferrato : Fà Giuseppe 1, pergrazia. - Cassano Spinola (Alessandria) : Busseti Ma-ria 10, per grazia . - Castellar Ponza-no (Tortona) : C .O. invia offerta al Santuario per guarigione del padree per altra grazia. - Castelboglione : Ferraris Fran-cesco 4, per grazie. - Catania : Isaja Maria 10, perguarigione della figlia . - Cavaglià (Novara) : RetenioErminia 5, per grazia . - Ceva (Cuneo) : Cardinali Gio-vanni 5, per grazia . - Cherasco (Cuneo) : Prasca Ales-sandrina 5, per essere stata salvata da temuta morte .- Mulassano Vittoria 22, per completa guarigione inseguito a preghiere fatte per lei nel Santuario di To-rino. - Cloz : Franch Cattorina 10, in riconoscenza pelbuon successo di esami di una sua sorella . - Colà(Venezia): Tramonti Carlo e famiglia 10, per grazia .- Costa lavagna (Bergamo) : D. Mazzoleni Pietro 20,per grazia . --Cotere (Bergamo) : Bellingheri Angelo10, per guarigione dal tetano dopo che, ricevuta giàl'estrema unzione, si raccomandò a Maria SS . Ausilia-trice promettendole un atto di riconoscenza . - Cra-ventino (Alessandria): Degiovannini Margherita 2, perMessa di grazie . - Cumiana (Torino) : G. B . 10, perMessa di grazie .D) - Dogliani : Fracchia Edvige 5, per grazia .F) - Escoveda (Cagliari) : Un cooperatore, a mano

di Don Serra Antonio 3, per grazia .F) -Front (Torino) : Una famiglia riconoscente, 10 .H) - Haverstran : Lagomarsino Luigia rimette of-ferta per guarigione della figlia .L) - Leonforte (Catania) : Sac. Longo Emanuele

adempie il voto fatto a M . A . alla cui protezione at-tribuisce di essere stato prosciolto da una accusa cheledeva la sua dignità di uomo e di sacerdote . - Lon-dra : Lazzari Derighetti Catterina 10, per guarigionedel suo unico bambino dopo che gli pose nella cullauna medaglia benedetta di M . A .M) - Milano : Chierico G. A. per grazie . - Cara-

vatti C. 5, per grazia . - Mertoulhs (Fenestrelle) : Re-butti Don Luigi parr . 4, per guarigione di un suoparente . - Montereggio (Piacenza) : Figoni Domenico10, e scrive : « Da circa 60 giorni tenevo il letto, vit-tima di crudelissima febbre mai inferiore di quarantagradi, per cui fui munito dei SS. Sacramenti. Unapersona arnica mi consigliò di ricorrere alla Madonnadi Don Bosco, di fare tutti in famiglia ima novena,di mandare al Santuario in Torino un'offerta odi farpubblicare la grazia se fossi così felice di ottenerla .Bontà di Maria! L'ultimo dì della novena, cominciaia migliorare, a lasciare un po' il letto, ed ora escogià di casa . »

N) - New York (America) : Bertolino Elisa 10, permiglioramento da dolorosa malattia di un suo fra-tello. - Nove (Vicenza) : Tommasi Edoardo 10, pergrazia .O) - Omegna : Andreoni Catterina 5, per grazie . -Osogna : Barbero Lucia 5, per grazia . - Ovada (Ales-sandria): N. N. 5, per grazia .

P) - Pallanzano Ossola (Novara) : N. N. 15, pergrazia . - Piacenza: Rizzi Prospero 10, per grazia . -Piossasco (Torino) : Carpinello Clara, per grazia . -Piovene (Vicenza) : Negroponte Emilia 2, per grazia .- Pontedecimo (Genova) : Leveratto Maria 10, per gra-zia . - Porto Maurizio : Sac. Thomatis A . 5, Messa diringraziamento per segnalati favori ricevuti da lui edalla sua famiglia. - Poschiavo (Grigioni) : GianoliG. e F. 5, per guarigione del loro figlio Alfonso che imedici aveano dichiarato irremissibilmente perduto .- Presbitero (Torino) : Roggeri Elena 10, per grazia .

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S) - Sale Canavese : Perotti Maria 10, per favoriricevuti . - Saluzzo: Richard sorelle fu Claudio 10,per guarigioni ed altre grazie . -Sampierdarena : GrossoParodi Angela 10, per grazia . - Piccione Teresina 2,per grazia, supplicando l'Ausiliatrice a voler conti-nuare la sua materna protezione sopra la sua fami-glia. - Segonzano (Cembra-Austria) : Mattevi Maria eVirginia 10, per grazie . - Villotti Catterina 20, perguarigione da lunga e penosissima infermità . - Ser-ravalle Scrivia : Aragone Filotea 3, per grazio . - Set-timo Rottaro : Giachetti Giuseppe 5, per grazia . -Sommariva Bosco (Cuneo): N . N. per grazia ricevutaoffre una spilla d'oro . - Soriso (Novara) : S . V . e M .B. 20, in riconoscenza per aiuto alle loro famiglie indifficilissime circostanze . - Stradella : Albani CucchiMaria 15, in adempimento di promessa, per soccorsoin vicende dolorosissime e in grandi angustie . -Susa : Miramondi Marietta offre un anello d'oro perguarigione da contusioni gravissime che misero inpericolo la sua vita, causate da un funesto accidente .- S. Damiano d'Asti : Montanera Fiorenza maestra3, Messa di grazie per la pace ridonata al suo cuoreda tanto tempo travagliato . - Franco L. 5, per gra-zia . - Franco Vincenzo 2, per grazia . - S. Luca diCrosara (Vicenza) : rizzato D. Antonio 5, per grazia .- S. Pietro in Cerro (Piacenza) : Simonetti Francesco5, per guarigione . - San Sebastiano Po (Torino) : Unapersona divora 5, per Messa di grazia per tanti favoriottenuti . - S. Teresa di Santa Fè (America Sud) : San-dre Antonio 5, per graziaT) - Tigliole d'Asti : Cerrato Giovanni 5, per grazia .

-.Torino : Carpenteri Uberti Arezzo 5, per grazia . -

Notizie compendiateCAGLIARI (SARDEGNA). - Festa e confe-

renza di San Francesco . - L'8 febbraio, nellachiesa di S . Antonio, a cura dei Cooperatori Sa-lesiani e mercè lo zelo del Teol . Mario Piu loroDirettore, si celebrò la festa di S . Francesco diSales. Di mattino funzionò la collegiata di SantaEulalia ed alla Messa solenne assisterono Sua E .Rev.ma Mons. Pietro Balestra, Arcivescovo, e Mon-signor Paderi Vescovo d'Ogliastra . Dopo il Van-gelo il dott. Don Matteo Ottonello, direttore delnostro Collegio di Lanusei , recitò un bel pane-girico . Di sera poi lo stesso Don Ottonello tenneima conferenza sulla necessità dell'educazione cri-stiana e Mons. Arcivescovo, assistito dai parrocidi S. Eulalia, impartì la trina benedizione . Presegran parte alla festa la veneranda Arciconfrater-níta d'Itria .CHIERI - La Festa dei Cooperatori Sale-

siani . - Scrive il giornale locale del 21 febbraio :Riuscì divota assai . Al mattino numerose le

S. Comunioni dei ragazzi e di varii cooperatori,alla Messa celebrata dal Rev .mo Teol. Giulio Bar-beris, il quale tenne pure una assai pratica con-ferenza dopo la Messa solenne delle 10,30 . I Coo-peratori e le Cooperatrici intervenuti non furonomolto numerosi, causa forse l'ora, non troppoopportuna, e la novità di doversi recare fino al-l'Oratorio di S. Luigi, mentre gli anni scorsi so-levasi tenere nella chiesa di S . Filippo. Noi fac-ciamo voto che tutti quelli che sono ascritti allaPia Unione dei Cooperatori di D . Bosco, abbianoun'altra volta ad intervenire compatti alle pre-scritte conferenze e così possano partecipare della

Candellero Matteo , maestro , per pronto soccorso incriticissime circostanze . - Torre Annunziata : Izzo An-drea 5, per grazia . - Troina (Catania) : Nerone Teresa10, per Messo di grazia .V) - Varengo (Alessandria) : Muzio Aichino Seconda5, per grazia. - Valfenera (Alessandria) : Arduino Te-resa per N. N . 3, per grazia . - Verolengo (Torino) :Sig. 5 N. N. anche a nome di altre persone 3,50, perMessa di grazie in seguito alla guarigione dell'ottimoSindaco di Verolengo signor Pietro Villata. - Vesio-Tremosine (Brescia): M . 1 . 5, per grazia . - Vignale :Ravizza Leonilde 5, per grazia . - Villa Masone (Reg-gio Emilia) : Fornaciari Luigi 3, per avviata guarigionedel figlio Francesco senza il minacciato atto opera-tivo . - Vittoria d'Alba : Viassone Boffa Rosa 1, pergrazia . - Vicenza : Boschetto Luigi 1, per grazia . -Volpedo (Alessandria) : Cassarini Virginia 3, per gra-zia . - Volvera (Torino) : Peretti Margherita 12,50, pe ;grazia .X) - Giacchello Giuseppe, per grazia . - Rossi

Giacomo 2, per grazia . - Francesconi Luigia 5, pergrazia . - Boffa Maria 1, per guarigione da gravissima malattia . - G. P . T. 6,50, per guarigioni . -Fonti Adelina rende pubbliche grazie per esserestata soccorsa colla famiglia in gravissimo fran-gente e fa celebrare una Messa in segno di grati-tudine . - Un Cooperatore salesiano per guarigionedella sorella diciottenne dopo un'operazione chirur-gica felicemente riuscita . - Un Figlio di Maria 5,per Messa di ringraziamento per guarigioni ottenute,per acquistato impiego e per altre grazie.

vera vita salesiana che è tutta azione per il bene .Le funzioni della sera nulla lasciarono desiderare :appassionato e fervido il panegirico detto dalprof. D. Emilio Dellamula e gremita di giova-netti la cappella . A notte il teatrino rigurgitavadi gente che si commosse ed applaudì alla beninterpretata rappresentazione del dramma : I mar-tiri. Il dolcissimo Patrono dei Salesiani dal cieloha certo benedetto la cara festicciuola in suoonore e quanti vi presero parte . »

FERRARA. - La nostra casa si è arricchita,grazie alla generosa bontà di Mons . FerdinandoMerighi, di un bell'organo che ha fatto la sua so-lenne figura nella festa di S . Francesco di Salescon grande soddisfazione generale . Si abbia il vene-rando ed ottimo Arciprete, già tanto benemeritodei Salesiani di questa città, le più sentite azionidi grazie e la promessa che mai non lo dimenti-cheremo nelle nostre preghiere unitamente a tuttequelle anime buone merce cui l'opera dei figli diD. Bosco può fiorire e portare buoni frutti a fa-vore della povera gioventù .

GENOVA. Conferenza Salesiana.-L'ultimodi febbraio, con intervento di Mons . Arcivescovo,si tenne nell'insigne Basilica di San Siro - unadelle più centrali ed aristocratiche della città diGenova - una conferenza sulle opere salesianeche ebbe uno splendido successo . L'uditorio nu-merosissimo era composto in gran parte del piùeletto patriziato e di persone colte, che col piùvivo interesse ascoltarono lo fluide , pittoriche evigorose parole dell'oratore, il Prof . Don Simo-

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netti di Biella . Questi svolse il tema dell'operadi Don Bosco nella gerarchia sociale, mettendo inpiena luce - con numerose testimonianze anchedi avversari - i servigi che le istituzioni sale-siane rendono all' ordine sociale . E parlò conpari franchezza agli aristocratici ed ai democra-tici, dimostrando come cristianamente fra questedue energie non vi debba essere antagonismo .L'apostrofo finale ai Genovesi, cui rammentò l'o-pera compiuta dal loro Arcivescovo al Sempione,coronò degnamente il discorso molto apprezzatoda tutti . Dopo il canto di un bel mottetto e di undevoto e soave Tantum ergo, eseguiti dalla Scholacantorum del nostro Ospizio della vicina S. Pierd'Arena, Sua Eccellenza si degnò d'impartiresolennemente la trina benedizione . I nostri umiliringraziamenti al zelantissimo Mons . Edoardo Pul-ciano , nostro esimio benefattore ; e sincere con-gratulazioni ai numerosissimi Cooperatori, che ri-sposero con slancio all'invito del loro DirettoreDiocesano Mons . Balestrino e del nostro IspettoreDon Bussi .

LANZO TORINESE. La festa di S Fran-cesco dì Sales . - Abbiamo ricevuto una bellarelazione della festa del S . Patrono celebrata nelfiorentissimo nostro collegio di Lanzo Torinese,il 4 febbraio. Anche il nostro Rettor Maggiorevolle onorarla di sua presenza . Erano quattro anni,quattro lunghi anni che il sig. Don Rua non si erapiù recato a Lanzo. Soavissimo il momento dellaComunione generale : toccanti fino alle lagrimele parole cho l'amatissimo Superiore rivolse ai 16angioletti che si accostavano per la prima voltaal banchetto eucaristico . Il Rev.mo Parroco diMathi cantò la seconda Messa ed il buon Prevostodi Nolo recitò un caro e succoso panegirico . Allamensa convennero molti ottimi amici per fareonore al sig. D. Rua, cui, la sera, gli alunni delCollegio offrirono con filiale esultanza un riusci-tissimo trattenimento. Un bravo di cuore aglialunni di 5a ginnasiale che fecero mirabilia nel-l'interpretazione dell'Attilio Regolo di Pietro Me-tastasio .MOGLIANO VENETO-Al Collegio Astori .

- Ieri, 29 gennaio, scrive il Berico di Vicenza, ilCollegio Astori di Mogliano Veneto festeggiava ilsuo Patrono . I vasti cortili erano sfarzosamenteimbandierati . Numerosi amici colla loro presenzaresero più bella ed attraente la cara festa . Si fecedagli alunni buona e scelta musica . Ai Vespri lozelante Arciprete di Murano, l'instancabile DonCerutti, disse le lodi di S . Francesco ; le disse dapar suo, elettrizzò tutti .NAZARETH (PALESTINA) . - Una decora-

zione del Sultano . - Dopo sette anni di trava-gliosa esistenza, finalmente anche la nostra fonda-zione nella patria di Maria SS . si è incamminataad un consolante sviluppo . Se non difettassero imezzi, potrebbe condursi a termine più sollecita-mente il nuovo edilizio che sarà capace di 150orfanelli, del quale si gettarono le fondamental'anno scorso, dopo il sospirato firmano . Farà pia-cere ai nostri lettori il conoscere, che S . M . I . ilSultano, a dimostrare l'apprezzamento della Su-blime Porta per l'opera Salesiana, conferiva lainsigne decorazione del Medjidiè all'infaticabiledirettore di quel nostro orfanotrofio . Un'appositadelegazione si recò all'istituto per presentare so-lennemente all'umile salesiano la decorazione im-periale ; e finalmente, dopo alcune ricerche lo trovòin cucina ove preparava la zuppa pe' suoi orfa-

nelli, essendo assente il cuoco per affari di fami-glia. È facile immaginare come sia rimasto il no-stro confratello alla solenne ambasciata . Intantonoi richiamiamo l'attenzione dei più zelanti Coo-peratori su questa e sulle altre case che abbiamonel paese di Gesù, perchè versano in gravi stret-tezze .SAN RAFAEL (VENEZUELA) - Nuova fon-

dazione . - Dai giornali venezuelani rileviamoalcuni particolari delle accoglienze veramentetrionfali fatta ai nostri confratelli che si reca-rono a San Rafael per aprire una nuova casasalesiana. Come essi giunsero a Maracaibo, furonoloro incontro, fin a bordo del M érida, il Capitoloe il Clero con a capo lo stesso Rev .mo dott. DonFilippo Jiménez Canonico Magiscola e Governa-toro della Diocesi . Dopo di essere stati alla cat-tedrale per una solenne funzione religiosa, in cuiil nostro D. Foglino improvvisò un discorso diringraziamento, passarono al Palazzo Vescovile,dove ricevettero i più festosi omaggi . Imbarca-tisi quindi per S . Rafael, ebbero nel luogo dellaloro nuova residenza ancor più grandiose acco-glienze. Non appena giunse da Maracaibo la no-tizia del loro prossimo arrivo l'ill .mo sig. Gene-rale Beniamino Diaz fece bandire solennementeun decreto con cui invitava la popolazione a ri-cevere con pompa i figli di D . Bosco. Infatti centobattelli, scivolando sulle acque del lago, andaronoloro incontro : tutte le case e lo stesso palazzodel Governo vennero imbandierate : le campanosuonavano a festa ed essi , dopo di essere statipiù volte complimentati da tenerissime recite al-legoriche durante la via, che percorsero fra un'ondadi popolo osannante per andare alla Parrocchia,depositarono ai piedi di Gesù Sacramentato tantoaffettuose dimostrazioni insieme coll'inno del lororingraziamento per il viaggio felice . Ci facciamoun dovere di umiliare, anche a nome di quei no-stri confratelli, alle autorità locali e specialmenteal Rev.mo Don Luigi De Vincente Rios, nostroprimo benefattore, l'omaggio della più viva rico-noscenza . Ci auguriamo che, coll'aiuto di Dio, lanuova nostra casa abbia a corrispondere a tantaaspettazione .

TORINO - Oratorio S . Francesco di Sales .- Nella solennità del nostro Patrono S . Giuseppecelebrata nel Santuario di Maria SS . Ausiliatricevenne quest'anno fatta una esecuzione di CantoGregoriano a grandi masse corali .

Sia per la messa solenne celebrata dal Rev.moSig. D. Rua, come per la Compieta, che vennecantata nel pomeriggio prima della benedizione,s'alternarono le voci dei giovanetti della Scholacantorum con quelle di tutti gli 800 allievi del-l'Oratorio . L'effetto fu delicato e devoto. Non sa-premmo meglio encomiare il fatto che riportandoqui a comune edificazione quanto ne scriveva ilgiornale l'Italia Reale di Torino : « Diciamo subitoche l'esito fu felicissimo e mirabile l'arte colicui venne addestrata e sì bene affiatata una massacosì imponente di voci giovanili, sicchè la Scuoladi canto salesiana si edentificò con l'Istituto in-tiero, il quale questa volta fu non solo uditore,ma cantore » . -Vorremmo poter dilungarci sull' impressione

avuta al canto della Compieta, ma poichè lospazio ce lo vieta, conchiudendo ci auguriamoche sì buono esempio trovi imitatori per far co-noscere e gustare al nostro popolo le bellezzedel Canto della Chiesa .

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NECROLOGIAMons. G. B. Cairola,

Curato dì S. Gioachino in Torìno .

NELLO spazio di 24 ore il clero di Torinoperdette nell'ultimo giorno dello scorso

febbraio tre vere gemme di sacerdoti . Unoil canonico Camillo Peletta dei Conti di Cor-tanzone, l'altro fu il Curato di S . Alfonso edil terzo Mons. G. B. Cairola . Ma se gli altrihanno diritto al nostro compianto, per Monsi-gnor Cairola dobbiamo dire che i nostri af-fetti non hanno da conoscere misura. Egliera il nostro Curato, giacchè l'Oratorio no-stro, la culla delle Opere di D . Bosco, anchein mezzo a due o tre divisioni e sottrazioniper il continuo sviluppo di questi quartieri,rimase sempre sotto alla sua giurisdizione .Ed egli, fin dal primo giorno del 1868, in cuivenne Curato dell'antica chiesa, dedicata aiSanti Simone e Giuda Taddeo, si mostròsempre non solo benevolo nostro Cooperatore,ma ci chiamò a parte dell'opera sua. « Nonpotrei provvedere, diceva, a cotesti miei par-rocchiani così distanti, così faccia Lei, caroD. Bosco. Mandi a confessare chi lei desi-dera, porti il Santo Viatico, amministri laEstrema Unzione... sia in una parola ilbraccio forte della mia parrocchia . » E quando,non più bastando l'antica chiesa allo smisu-rato crescere dei parrocchiani, pensò a fab-bricare una nuova parrocchia, più commoda,più artistica, più degna della nostra città,seppe secondare il desiderio del primo Suc-cessore del ven . Cottolengo, il canonico An-glesio, dedicandola a S . Gioachino, ed umilequal era fu benedetto nell'opera sua, e potèvedere e sentire come il popolo corrisposealle sue sante intenzioni .Fu, crediamo, il primo a voler fare in ma-

niera più decorosa una festa al Sacro Cuoredi Gesù .Allora venne dal nostro venerato D . Bosco

con cui era sempre vissuto più che Curatorispettoso amico, e gli aperse il suo desiderio .- Bene, disse D. Bosco, Lei pensi agli ad-dobbi, alle funzioni sacre, e noi, cioè, D . Boscopenserà alla musica.

-Ma non vorrei cominciare dall'alto e finirea terra. Ella sa che noi, prima che possiamofare della musica ce ne andrà del tempo !- Ho inteso, soggiunse sorridendo D. Bosco,Lei vorrebbe che noi continuassimo la santaimpresa, è vero?

- Appunto!- Ebbene la funzione del Sacro Cuore sarà

sempre la nostra! Lei ce ne avvisi, e sarànostro impegno di fare quanto si potrà persecondare le sue pietose intenzioni .- Io forse morirò presto, ma Lei ricordi i

patti, venga e comandi . .. Ed il pio Curatobaciò con trasporto di gratitudine a D . Boscola mano, e tornò a' suoi per portare la lietanovella . - E così sempre si mantenne . Atutto egli provvide ; tra le altre cose ha pureuna fioritissima scuola di musica, fa da sèin tutte le altre sole unità, ma alla festa delSacro Cuore i nostri cantori non devonomancare. D. Bosco l'ha promesso ! E comeera riverente amico del Can . Anglesio e delnostro D. Bosco, nello spazio di 35 anni circa,egli si vide padrone di tutti i cuori. . . Fu unvero lutto per i trenta e più mila parroc-chiani, quando egli decise di ritirarsi perapparecchiarsi a meglio morire, come diceva ;e rinunziò alla parrocchia . Stava lì ancoranella medesima casa, incoraggiava, consolavaed a tutti dava gli avvisi di salute eterna,e quindi pareva che fosse tuttavia lui il loropadre, amico e consigliere . . . Anche quest'ul-tima consolazione si tolse nella notte fral'ultimo di febbraio ed il primo di marzo .Difficilmente si vedrà tanto popolo alla se-poltura di persona amica, come a quella diMons. Cairola . . . Anche il cielo pareva con lapioggia prendere parte al pianto di tantifigli . .. E solo dopo il lungo e numeroso tra-gitto ricomparve il sole. Sia pace all'animasua, e Dio mandi altri sacerdoti e pastoriche rassomiglino. all'anima bella, zelante edoperosa come quella di Mons . Cairola .

Il Sac. Domenico Bongiovanni,Curato di S . Alfonso in Torino.

Q UESTO sacerdote nato a Torino nell'anno1842, ancor vegeto di salute, scompariva

all'improvviso, lasciando in tutti i cuori lapiù profonda ambascia . Giovanetto crebbequi all'Oratorio, dove era stato accolto orfa-nello di padre e di madre, con un altro fra-tello, morto pur sacerdote esemplare, già sonomolti anni e tra le braccia del venerato no-stro D. Bosco. Sentiva che senza la caritàdi D. Bosco avrebbe avuto un ben tristo

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avvenire, e non mancava mai di ricordarloe di ripeterlo con riconoscente parola . Dopodi essere stato vice-parroco a Balangero, sen-tendosi inspirato da Dio a vita più perfetta,si era ricoverato a Pinerolo tra gli Oblatìdi Maria SS., bella istituzione del sac. Bru-none Lanteri di venerata memoria . Vi rimaseper lo spazio di dodici anni ; ma presentendoche Dio lo chìamava a lavorare in Diocesi,vi ritornò, ripieno di quello spirito di fervoree di carità che suol animare gli apostoli,desideroso di mostrare la sua gratitudine allaCongregazione degli Oblati di Maria SS .,nel secondare l'impulso della sua pietà difabbricare una chiesa in uno dei sobborghipiù popolosi della nostra città ; la volle de-dicata a S. Alfonso, le cui amabili dottrineaveva imparato ad apprezzare ed a diffonderealla scuola dei Figli del ven. servo di Diosac. Brusone Lanteri .Senza lasciarsi intimorire dalla ingente

spesa, confidando nella parola incoraggiantede' suoi superiori, e tutto sperando dallabontà della Madonna che avrebbe mossi icuori, egli si avventurò ad una impresa cheparve follia, ma che animato dallo spirito dizelo compì quasi intieramente.Educato alla scuola di D . Bosco, cercò di

emularlo ne' suoi santi ardimenti, ed un belgiorno, trovandosi con qualche soldo, pensòdi riversarlo a decoro della casa di Dio eda salvare le anime .

Predicatore popolare, non desiderò di usciredal popolo, e quando prese possesso dellachiesa che si era edificata, direi, quasi conle sue mani, pronunziò la bella frase che ri-velava l'apostolo : Miei cari parrocchiani, la-sciatevi salvareí

Aveva l'apparenza sempre gioviale, e nes-suno al vederlo ed al sentirlo, avrebbe potutoargomentare i grandi dispiaceri che egli pro-vava. Come S. Alfonso cercava le anime dasalvare con due grandi amori : quello diMaria e quello del Papa. Ed era andato ap-punto a combinare col nostro direttore delleScuole Apostoliche le grandi feste giubilaridel Pontefice Leone XIII, quando tornato acasa, si sentì men bene in salute . Dopo duegiorni volle ricevere per Viatico il Signoredesiderando così di essere buon esempioa' suoi parrocchiani. Quando poi il medicodisse che il gran giorno si appressava, alloravolle di nuovo ricevere Gesù Sacramento inmodo solenne. Le sue parole pronunziate inquel momento commossero tutti, e lasciaronola più profonda impressione . Moriva tra le

braccia di due nostri confratelli, e tra lepreghiere di tutta la sua casa parrocchiale .La sepoltura fa un trionfo di affetto e didolore ; e rimasero confusi e pentiti anchequelli che in vita avevano meno corrispostoai santi suoi desiderii . Era il primo fruttodella sua intercessione presso il Signore .

Passò lavorando e spargendo benefizi conuna sola pena di essere povero, e di non averpotuto saldare ancora tutti i debiti che avevacontratti per la gran causa di Dio . Ma con-fidando in Lui il giorno della sua morte fuveramente il più bel giorno della sua vita,perchè mai come in quel giorno, deposti, idiversi pareri, cessando le gare che dividonoi cuori e spengono la carità, sorse solenne emaestosa la religione, ed acclamandolo comeglorioso suo eroe, lo proponeva all'altruiesempio ed ammirazione . Noi lo raccoman-diamo alle preghiere dei nostri Cooperatori,lieti di poter in questa maniera ricordare labella chiesa di S . Alfonso, che sarà anche unmonumento della pietà torinese.

Nel santuario di Maria Ausiliatrice

Per norma di tutti i Cooperatori e leCooperatrici di Torino, ricordiamo che

nel Santuario di Valdocco si darà principioal bel M ese di Maria Ausiliatrice il 23 delcorrente aprile, giovedì della seconda setti-mana dopo Pasqua .

Assistendo devotamente alle funzioni dellaComunità, che si tengono in detta chiesaalle ore 5,30 ed alle 7,30 del mattino, si puòacquistare per concessione pontificia l'indul-genza di tre anni, e facendo la Santa Co-munione l'indulgenza plenaria quotidiana .

Nei giorni feriali, al mattino, dopo laMessa delle 5,30, ed alla sera alle 19,15,dopo il canto d'una lode, si terrà un brevediscorso e si darà la benedizione col SS . Sa-cramento. Nei giorni festivi, questi discorsiavranno luogo dopo i Vespri delle 14,30 edelle 16,30. La predicazione verrà tenutadal Sac. Pietro Gallo, Salesiano .


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