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BollSNO 13 2014 - BOLLETTINO SNO - Newsletter · SNO Nazionale il Segretario Bruno Zanotti, ... il...

Date post: 16-Feb-2019
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È un momento non certo facile per tutti noi, sia sul versante delle pro- spettive lavorative, nelle quali non mi addentro, ma anche sul versante delle Società Scientifiche, sul loro ruolo e sulla possibilità di essere veramente un punto di riferimento e di aggrega- zione costruttiva. La penuria di risor- se certo non giova, ma forse anche dalla crisi qualche cosa di buono può alla fine uscire. Da parte nostra siamo stati costretti a “snellire” la gestione societaria, eli- minando sprechi, riordinando l’indi- rizzario, eliminando i morosi, affidan- do l’informazione al formato elettro- nico ridimensionando il ruolo della carta stampata, ottimizzando le riu- nioni del Consiglio Direttivo. Certo c’è ancora molto da fare: ad esempio va incentivata la rappresen- tanza femminile, visto che ormai, fra i neurologi, le Colleghe sono sicura- mente di più dei maschi. Andrà anche ripensato il modo di concepire il Con- gresso Nazionale e sarà da valutare la possibilità di fornire ulteriori servizi ai Soci. Inoltre, la SNO deve iniziare a sedersi ai tavoli tecnici ministeriali e non essere solo spettatrice. Altri- menti, gli “amministrativi” faranno sparire la realtà delle neuroscienze ospedaliere. La SNO ha istituito, fino ad ora, 3 Gruppi di Studio, ma si spera altri ne verranno. Oltre quello delle Malattie rare, c’è quello di Neuroestetica e quello sullo Stato Vegetativo. Ad oggi molto attivo è quello sulle Malattie Rare, coordinato da Ebba Buffone, che ha già realizzato una giornata di studio a Brindisi, con la fattiva collaborazione di Bruno Pas- sarella. La rivista Progress in Neuroscience, organo ufficiale, è ormai una realtà SOMMARIO Memo per il congresso nazionale Incontro SNO Appulo-Lucana Rete stabile di dialogo tra professioniste Il successo delle neuroscienze toscane Premio SNO-Anemos Le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana durante la Grande Guerra Proposte di lettura EDITORIALE MEMO PER IL CONGRESSO NAZIONALE NO NOTIZIARIO UFFICIALE DELLA SNO TIZIARIO UFFICIALE DELLA SNO SOCIETÀ DEI NEUROLOGI, NEUROCHIRURGHI E NEURORADIOLOGI OSPEDALIERI N. 13 - APRILE 2014 ISSN 1124-1403 Bollettino - periodico di informazione Nuova Serie N. 13 - APRILE 2014 Comitato Redazionale CONSIGLIO DIRETTIVO SNO PRESIDENTE: Giuseppe Neri PAST PRESIDENT: Massimo de Bellis vICE PRESIDENTI: Salvatore Mangiafico, Maurizio Melis, Angelo Taborelli PRESIDENTE ELETTO: Enrico Cotroneo SEGRETARIO: Bruno Zanotti TESORIERE: Davide Zarcone CONSIGLIERI: Marco Aguggia, Mauro Campello, Carmine Carapella, Erminio Costanzo, Massimo Del Sette, Franco Galati, Roberto Marconi, Stefano Ricci, Marina Rizzo, Luca Valvassori CDA SNO SERVICE PRESIDENTE: Domenico Consoli CONSIGLIERI: Massimo de Bellis, Maurizio Melis, Gian Andrea Ottonello, Bruno Zanotti Autorizzazione del Tribunale di Trento del 31.05.82 - Iscrizione Registro della Stampa n. 379 e Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 3810 - Bimestrale. Editore: new MAGAZINE s.r.l., via dei Mille 69, 38122 Trento. Direzione, Redazione, Pubblicità: new MAGAZINE edizio- ni, viale Rovereto 51, 38122 Trento. www.newmagazine.it Stampa: Nuove Arti Grafiche, via dell'Òra del Garda 25, ZI settore A, 38121 Gardolo (TN). Numero singolo: 1,00 euro. Direttore Responsabile: Angelo Gaccione Responsabile Redazione: Angela Verlicchi Redazione: [email protected] Il materiale ricevuto anche se non pubblicato non ver- rà restituito. Il contenuto degli articoli pubblicati non ri- specchia necessariamente la posizione dell’Editore. Gli Autori scrivono e sviluppano liberamente le loro opi- nioni, delle quali assumono ogni responsabilità legale e morale. Utilizzazione libera dei testi, citando la fonte. Il Bollettino è stampato su carta ecologica che non contiene acidi, cloro ed imbiancante ottico. Periodico riservato ai soci. Distribuito agli iscritti alla SNO in regola con la quota sociale. © Copyright 2014 by new MAGAZINE s.r.l.
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È un momento non certo facile pertutti noi, sia sul versante delle pro-spettive lavorative, nelle quali non miaddentro, ma anche sul versante delleSocietà Scientifiche, sul loro ruolo esulla possibilità di essere veramenteun punto di riferimento e di aggrega-zione costruttiva. La penuria di risor-se certo non giova, ma forse anchedalla crisi qualche cosa di buono puòalla fine uscire.Da parte nostra siamo stati costretti a“snellire” la gestione societaria, eli-minando sprechi, riordinando l’indi-rizzario, eliminando i morosi, affidan-do l’informazione al formato elettro-nico ridimensionando il ruolo dellacarta stampata, ottimizzando le riu-nioni del Consiglio Direttivo.Certo c’è ancora molto da fare: adesempio va incentivata la rappresen-tanza femminile, visto che ormai, frai neurologi, le Colleghe sono sicura-mente di più dei maschi. Andrà ancheripensato il modo di concepire il Con-gresso Nazionale e sarà da valutare lapossibilità di fornire ulteriori serviziai Soci. Inoltre, la SNO deve iniziarea sedersi ai tavoli tecnici ministerialie non essere solo spettatrice. Altri-

menti, gli “amministrativi” farannosparire la realtà delle neuroscienzeospedaliere.La SNO ha istituito, fino ad ora, 3Gruppi di Studio, ma si spera altri neverranno. Oltre quello delle Malattie

rare, c’è quello di Neuroestetica equello sullo Stato Vegetativo. Ad oggi molto attivo è quello sulleMalattie Rare, coordinato da EbbaBuffone, che ha già realizzato unagiornata di studio a Brindisi, con lafattiva collaborazione di Bruno Pas-sarella. La rivista Progress in Neuroscience,organo ufficiale, è ormai una realtà

SOMMARIO

■ Memo per il congresso nazionale

■ Incontro SNO Appulo-Lucana

■ Rete stabile di dialogo tra professioniste

■ Il successo delle neuroscienze toscane

■ Premio SNO-Anemos

■ Le infermiere volontariedella Croce Rossa Italianadurante la Grande Guerra

■ Proposte di lettura

EDITORIALE

MEMOPER IL CONGRESSO NAZIONALE

NONOTIZIARIO UFFICIALE DELLA SNOTIZIARIO UFFICIALE DELLA SNOSOCIETÀ DEI NEUROLOGI, NEUROCHIRURGHI E NEURORADIOLOGI OSPEDALIERI

N. 13 - APRILE 2014 ISSN 1124-1403

Bollettino - periodico di informazioneNuova Serie N. 13 - APRILE 2014

Comitato Redazionale

CONSIGLIO DIRETTIVO SNO

PRESIDENTE: Giuseppe NeriPAST PRESIDENT: Massimo de BellisvICE PRESIDENTI: Salvatore Mangiafico,

Maurizio Melis,Angelo Taborelli

PRESIDENTE ELETTO: Enrico CotroneoSEGRETARIO: Bruno ZanottiTESORIERE: Davide ZarconeCONSIGLIERI: Marco Aguggia,

Mauro Campello,Carmine Carapella,Erminio Costanzo,Massimo Del Sette,Franco Galati,Roberto Marconi,Stefano Ricci,Marina Rizzo,Luca Valvassori

CDA SNO SERVICEPRESIDENTE: Domenico ConsoliCONSIGLIERI: Massimo de Bellis,

Maurizio Melis,Gian Andrea Ottonello,Bruno Zanotti

Autorizzazione del Tribunale di Trento del 31.05.82 -Iscrizione Registro della Stampa n. 379 e Registro degliOperatori di Comunicazione (ROC) n. 3810 - Bimestrale.Editore:new MAGAZINE s.r.l., via dei Mille 69, 38122 Trento.Direzione, Redazione, Pubblicità: new MAGAZINE edizio-ni, viale Rovereto 51, 38122 Trento. www.newmagazine.itStampa: Nuove Arti Grafiche, via dell'Òra del Garda 25, ZIsettore A, 38121 Gardolo (TN). Numero singolo: 1,00 euro.Direttore Responsabile: Angelo GaccioneResponsabile Redazione: Angela Verlicchi

Redazione: [email protected]

Il materiale ricevuto anche se non pubblicato non ver-rà restituito. Il contenuto degli articoli pubblicati non ri-specchia necessariamente la posizione dell’Editore.Gli Autori scrivono e sviluppano liberamente le loro opi-nioni, delle quali assumono ogni responsabilità legalee morale. Utilizzazione libera dei testi, citando la fonte.

Il Bollettino è stampato su carta ecologica chenon contiene acidi, cloro ed imbiancante ottico.

Periodico riservato ai soci. Distribuito agli iscrittialla SNO in regola con la quota sociale.

© Copyright 2014 by new MAGAZINE s.r.l.

(www.progressneuroscience.com). Ilsito web della SNO (www.snoitalia.it),seguito dal Presidente Giuseppe Neri,deve essere sempre più il nostro bi-glietto da visita interattivo con tutti iSoci.Sono molti gli argomenti sui qualianche voi siete invitati a meditare e ad

essere propositivi per migliorare laSNO, affinché sia sempre più vicinaalle reali esigenze dei suoi Soci.La Segreteria SNO è sempre aperta edil Bollettino SNO può fungere da vo-stra cassa di risonanza per le vostreiniziative professionali e segnalazioni([email protected]).

Il fatto che le iscrizioni di nuovi Socisiano in costante incremento ci fa bensperare che la strada intrapresa siaquella giusta.

Bruno ZanottiSegretario Nazionale SNO

scorso marzo ha organizzato, a Brin-disi, presso la Tenuta Moreno di Me-sagne, l’abituale incontro annuale.Questa riunione scientifica ha fornitouna puntuale opportunità di aggiorna-mento e confronto su alcuni temi diparticolare attualità e rilevanza, in uncontesto multidisciplinare (nello spi-rito SNO). Per far questo si è avvalsadel contributo di esperti del settore diindiscussa competenza, provenientida varie realtà italiane, attraverso ap-profondimenti specifici, a cui è statodedicato un ampio spazio di discus-sione, definendo i più opportuni per-corsi diagnostico-terapeutici.Nel corso della mattinata sono statetrattate alcune patologie disimmunidel sistema nervoso, nonché altri ar-gomenti di particolare interesse clini-co: le ipercreatinchinasemie, le possi-bilità ed i limiti della “deep brain sti-mulation” nella malattia di Parkinson,nuove tecniche di neurochirurgia ri-costruttiva cranica. Ampio spazio è

stato dato al contributo diagnosticodelle neuroimmagini, anche in ambitoneurovascolare. Il pomeriggio è stato dedicato allapresentazione ed alla discussione dinumerosi casi clinici, strumento inso-stituibile per capitalizzare collettiva-mente le singole esperienze cliniche.Ha portato il saluto del Presidente Giu-seppe Neri e del Consiglio DirettivoSNO Nazionale il Segretario BrunoZanotti, che ha ricordato che la SNO,da alcuni anni, partendo dalla presi-denza di Marcello Bartolo, ha cercatodi avviare con le Sezioni Regionali unpiù stretto rapporto pianificando degliincontri con i Coordinatori, al fine diraccogliere proposte e cercare di com-prendere le criticità.La sezione Appulo-Lucana è unadelle realtà più vive ed è stata anchequella che ha dato ospitalità al primoincontro del Gruppo di Studio SNOsulle “Malattie rare”, coordinato daEbba Buffone. Zanotti ha concluso auspicando uncostante rinnovamento all’internodella Società SNO, soprattutto perquanto riguarda la partecipazionedelle Colleghe che, nelle neuroscien-ze, sono ora la maggioranza.

2 Periodico di informazione

La SNO è soprattutto realtà locale.Molto attiva la sezione Appulo-Luca-na coordinata da Bruno Passarella. Lo

RESOCONTO

INCONTRO SNOAPPULO-LUCANA

Bruno Passarella, Coordinatore della sezione Appulo-Lucana.

Proseguono gli appuntamenti di“Donne in Neuroscienze”. Questavolta è toccato a Milano (14 febbraio2014), presso l’Università Cattolicadel Sacro Cuore. Il prossimo incontrosarà in occasione del Congresso Nazio-nale SNO di Genova e tratterà “Evi-dence Based Medicine (EBM) e ma-lattie di genere”. Queste ultime sonouna branca recente delle scienze bio-mediche che ha l’obiettivo di ricono-scere e analizzare le differenze deri-vanti dal genere di appartenenza. Donne medico, donne ricercatrici,donne scienziate, donne imprenditri-ci, donne manager della sanità, donneche operano nel campo delle Neuro-scienze si sono messe nuovamente aconfronto per discutere di femmini-lizzazione delle carriere, problemi,successi, marginalità, conciliazionecon la famiglia e conseguenze nellasocietà. Donne in Neuroscienze conla testa, con il cuore e con lo spirito dichi la questione di genere l’ha vissutasenza complessi, discutendo semprealla pari con i colleghi maschi, in un

sistema che impone però ancora scel-te al maschile, a parità di merito. Farerete, creare alleanze e collaborazionitra donne è l’obiettivo del progettomesso a punto dalle neurologhe Ma-rina Rizzo e Maria Grazia Piscaglia,per abbattere barriere ed ostacoli nelpercorso verso l’uguaglianza di gene-re nelle Neuroscienze, in un Paese cherisente ancora dell’insufficienza dicarattere legislativo nella tutela fem-minile. L’incontro si è aperto sotto i buoni au-spici del Parlamento Europeo, che hadesignato il 2014 Anno Europeo della

Conciliazione Famiglia e Lavoro,anno che coincide anche con il 20°anniversario dell’International Yearof the Family. Simbolo della campa-gna europea 2014 è una famiglia dipinguini, emblema di condivisionedei compiti all’interno della famiglia.Siamo particolarmente contenti chesulla medicina di genere la SNO, conle sue qualificate rappresentanti, ab-bia, di fatto, il compito di battistradain questo dibattito. Marina Rizzo, che

è anche Consigliere SNO, ha intrapre-so un lavoro estremamente qualifi-cante per tutti noi.

N. 13 - Aprile 2014 3

RESOCONTO

RETE STABILE DI DIALOGOTRA PROFESSIONISTE

Donne in Neuroscienze

EBM E MALATTIE DI GENERE

54° CONGRESSO NAZIONALE SNO

Genova, 21 maggio 2014 (ore 16.30)Hotel Tower Genova Airport, Sala 2

Nei giorni 11 e 12 aprile 2014 si èsvolto presso l’IRCCS Centro di Ria-bilitazione “Don Carlo Gnocchi” diFirenze il II Meeting della Sezione

Toscana della SNO.L’evento ha registrato una grande af-fluenza ed una grande partecipazioneai lavori scientifici.È stato un incontro che ha visto alcu-ni dei temi più importanti che caratte-rizzano le neuroscienze affrontati pergli aspetti scientifici, ma anche perquelli organizzativi del contesto re-gionale toscano. Il congresso, dal titolo “Nuove fron-tiere diagnostiche e terapeutiche nelleneuroscienze”, si è sviluppato, in unaserie di sessioni, con relazioni su: epi-lessie causate da tumori encefalici,neuroimaging e terapie della sclerosimultipla, terapie della malattia di Par-kinson nella fase avanzata, integra-zione multidisciplinare in neuroriabi-litazione, trattamento e profilassi del-l’ictus e percorsi assistenziali per lamalattia diAlzheimer. Altri argomentitrattati sono stati quelli del percorsodiagnostico e terapeutico della malat-tia di Pompe, della plasticità cerebra-le e depressione e della gestione clini-ca dell’iponatriemia.Molto significativa è stata la parteci-pazione dei giovani colleghi, che han-

no marcato la loro presenza con 83poster e 3 comunicazioni orali; il nu-mero complessivo di presenze calco-late nei due giorni è stato di 243; lepre-iscrizioni al meeting sono risulta-te 99 e le nuove iscrizioni alla SocietàSNO sono state 81; molte sono statele aziende presenti e tutte hanno e-spresso un significativo apprezzamentoper l’evento.Hanno portato i loro saluti le autoritàsanitarie cittadine, Pasquale Palumbo,Coordinatore Regionale SNO Tosca-na, e Giuseppe Neri, Presidente Nazio-nale della SNO.Il programma si è articolato anche at-traverso il dibattito della tavola roton-da sviluppata sul tema “Le neuro-scienze toscane nel cambiamento delsistema sanitario regionale”.La tavola rotonda ha visto la parteci-pazione di Rossano Mancusi (in rap-presentanza di Luigi Marroni, Asses-sore per il diritto alla salute della Re-gione Toscana), di Antonio Panti (Pre-sidente della Federazione RegionaleToscana dell’Ordine dei Medici) e diMarco Remaschi (Presidente della IVCommissione del Consiglio Regionaledella Regione Toscana). Hanno mode-rato Antonio Federico, Paolo Zolo edAlfio Cantini. Nella sua introduzionePasquale Palumbo ha inviato un mes-

saggio forte alle istituzioni chiedendoche, in una fase di difficile cambia-mento, le neuroscienze, per l’impor-tanza che rivestono, vengano sostenu-te nei loro ambiti assistenziali, di ri-cerca e di rappresentanza. Gli invitati hanno dichiarato a nomedell’istituzione regionale un forte in-teresse, assicurando un impegno ver-so le politiche a sostegno delle neuro-scienze toscane.Il meeting, dopo 2 anni di esistenzadella SNO regionale, è stata una ulte-riore conferma che le neuroscienze inToscana sono uscite “dall’angolo” edhanno recuperato compattezza e “po-tere contrattuale”.Tutto questo è stato reso possibile so-prattutto grazie al lavoro svolto dalCoordinatore ed alla partecipazioneed all’impegno dei rappresentanti del-

4 Periodico di informazione

RESOCONTO

IL SUCCESSO DELLE NEUROSCIENZE

TOSCANE

Pasquale Palumbo, ex CoordinatoreRegionale SNO Toscana.

Giuseppe Neri,Presidente della SNO.

le neuroscienze di tutti i territori to-scani.Il Consiglio Regionale SNO, nelcorso dell’assemblea dei soci, haespresso un corale e forte apprezza-mento per il Coordinatore regionaleuscente, Pasquale Palumbo (UO diNeurologia di Prato), che ha saputotenere insieme impegno scientifico edattenzione verso i temi dell’organiz-zazione sanitaria.È stato quindi eletto all’unanimità ilnuovo Coordinatore SNO ToscanaNino Zaccara (UO di Neurologia diFirenze). Appena eletto, Zaccara hachiesto al Coordinatore uscente, Pa-lumbo, di collaborare e continuare alavorare per le neuroscienze toscanenella veste di “Past President”; l’as-semblea ha approvato e come ulterio-re riconoscimento dell’impegno pro-fuso ha indicato Prato quale sede delprossimo meeting regionale 2015.Inoltre, durante l’assemblea è emersala volontà di raggiungere nuovi e piùambiziosi traguardi attraverso unospirito unitario, uno sguardo ampio esoprattutto superando vecchi steccati.Le neuroscienze (neurologiche, neu-rochirurgiche e neuroradiologiche)delle aziende territoriali, d’intesaanche con le realtà universitarie, do-vranno insieme trovare un orizzontecomune che sappia valorizzare glielementi unificanti, superando visioniparticolari e mettendo in rete le diver-se discipline, l’ambito ospedaliero,quello territoriale, il settore della ri-cerca e quello assistenziale.La segreteria organizzativa della gior-nata è stata garantita da More Comu-nicazioni (06-89011781), che è oraimpegnata anche per il prossimo in-contro di Prato 2015.

Alcuni sicuramente ricorderanno chetempo fa è stato promosso il premioSNO-Anemos (Bollettino SNO, n. 9,ottobre 2012) inerente lavori originalisu argomenti di neuroscienze.Ebbene, ora abbiamo i vincitori. Anzi,no, le vincitrici! Infatti, i due lavori,fra quelli pervenuti, sono stati realiz-zati da giovani professioniste a ripro-va, se mai ce ne fosse ancora bisogno,che le neuroscienze battono semprepiù al femminile. Si tratta di due lavo-ri “particolari” che sono prossimi allastampa. Infatti, il premio consistevaproprio nella stampa dei lavori stessi.Il primo studio selezionato, di Fede-rica Sanfilippo (Catania), ha per tito-lo: “Musica e cervello: la sinfonia

perfetta”. La Sanfilippo è anche unavalente musicista. Riportiamo la pre-sentazione di Lorenzo Genitori (Fi-renze), membro della giuria. “Musicae cervello: La sinfonia perfetta? Ilpunto interrogativo è d’obbligo quan-do si intenda affrontare uno degli ar-gomenti più spinosi ed affascinantidella scienza. Esiste una correlazionetra musica e cervello? Quanto di que-sta umanissima trascrizione è espres-

sione della umanissima funzione ce-rebrale? Quanto la musica fa bene alcervello? O quanto può fare male?Come si vede vi possono essere tan-tissime domande alle quali spesso nonè possibile dare una risposta che abbiabasi sufficientemente solide da poteressere definita “scientifica”. Questo èil razionale da cui parte questo impor-tante lavoro, assolutamente rigoroso,che tenta di valutare l’effetto dellamusica di Mozart in alcune malattiedel sistema nervoso centrale. Dopouna introduzione molto interessantesulle caratteristiche intrinseche dellamusica di diversi compositori, l’Au-trice analizza specificatamente le mo-tivazioni per cui, forse, la musica diWolfgang Amadeus Mozart, si avvici-na, più di altri, alle modalità di fun-zionamento della corteccia cerebraleumana. Quanto ciò faccia parte pro-prio delle modalità compositive delnostro, od invece non sia soltanto l’e-spressione di una più ampia melodiauniversale che il nostro ha saputo co-gliere, rimarrà un segreto. Ma ciò nonimporta in quanto, molto intelligente-mente, l’Autrice si lancia immediata-

N. 13 - Aprile 2014 5

RESOCONTO

PREMIO SNO-ANEMOS

Le principali aree cerebrali coinvolte nella processazione della musica.

CORPO CALLOSO

CORTECCIAMOTORIAMovimento, tapping del piede, danzare,suonare uno strumento

CORTECCIAPRE-FRONTALE

NUCLEO ACCUMBENSReazioni emozionalialla musica

AMIGDALAReazioni emozionalialla musica

CORTECCIA SENSITIVAFeedback tattile dal

suonare uno strumentoo ballare

CORTECCIA UDITIVAI primi stadi dell’ascolto

dei suoni. La percezionee l’analisi dei toni

IPPOCAMPOMemoria per la musica,

esperienze musicalie contesti

CORTECCIA VISIVALettura della musica,

guardare i movimenti diun artista o i propri

CERVELLETTOMovimento come il tapping

del piede, la danzae suonare uno strumento.

Coinvolto anche nelle reazioniemozionali alla musica

mente nella descrizione degli effettidella sua musica sull’uomo. Vienecosì descritta la sindrome di Lennox-Gastaut e la rigorosa metodologia dianalisi dei risultati. L’“effetto Mozart”funziona! Dopo l’ascolto della sonataper due pianoforti KV448, i pazientidimostrano un miglior controllo dellecrisi epilettiche ed altri miglioramenticlinici, come già riportato in lettera-tura. Anche i pattern elettroencefalo-grafici evidenziano un miglioramentosensibile. Mozart muore giovane nel1791. Aveva composto la sonataKV448 a 25 anni. Era stato un “enfantprodige” ed aveva probabilmente un“orecchio perfetto”. Poco si sa sullepatologie che portarono a morte uncosì grande genio a soli 35 anni. Re-centemente ne sono state contate ben118! Sicuramente tutto ciò rimarrà unmistero, ma a noi questo non importa.Questo compositore ha saputo sicura-mente entrare in contatto con la “me-lodia universale” e ce ne ha lasciatoun aspetto che continua a sedurcitutti.”L’altra premiata è Sara Pinelli (Vene-zia), con il lavoro intitolato “Faust. Il

fatto”. Riportiamo di seguito la pre-sentazione di Marco Ruini (ReggioEmilia), membro della giuria. “I temiche trattano della natura dell’uomosono stati affrontati dalla letteratura edall’arte ben prima che se ne interes-sasse la scienza moderna. Per moltisecoli la religione e il mito hanno datorisposte metafisiche alle domande chel’uomo si poneva sulla vita, sulla men-te e sulla morte, preferendo il mondodelle idee platonico alla realtà terrena,al mondo delle cose aristotelico.Quando le neuroscienze hanno inizia-to a studiare questi argomenti, fino aquel momento di competenza teologi-co-filosofica, e hanno finalmenteesplorato le potenzialità del nostrocervello, il rapporto tra la biologia ela mente, i meccanismi inconsci allabase delle nostre capacità decisionali,l’apprendimento, la memoria, le emo-zioni, utilizzando il metodo scientifi-co della sperimentazione e della veri-fica, le tragedie greche erano già statescritte da duemila anni e l’animoumano era stato sondato dai poeti e

dai filosofi in tutte le sue sfumature.Quando poi il nuovo mito empiristicodella scienza ha iniziato il suo svilup-po esponenziale non ha soppiantato ilpensiero artistico o filosofico specu-lativo. Ad esempio l’importanza del-l’inconscio sulla personalità e suicomportamenti umani è emersa con-temporaneamente nell’800 in filoso-fia, in psicologia e nella letteraturarussa; la convivenza con la ciberneti-ca, con l’uomo protesico e con il no-stro doppio sono stati esplorati primada Asimov che dalla scienza medica oingegneristica. Le neuroscienze deb-bono tanto alla intuizione e al mito edè una loro caratteristica cercare diguardare i temi a loro cari da più puntidi vista. Una visione multidisciplina-re, la capacità di vedere di lato sugge-rita da Foucault, è fondamentale peravere una visione di insieme e non ca-dere nei particolarismi. Lo studio del-l’arte è stato fondamentale, ad esem-pio, per le scoperte di Eric Kandel e diSemir Zeki. Non c’è quindi da mera-vigliarsi di trovare corrispondenze trale scienze e il mito di Faust, che pro-babilmente è anche esistito, come delresto Paracelso, che viene più voltecitato in questo lavoro. Il pensiero chesi è svincolato dalle linee guida edalle regole della tradizione e delleistituzioni, per quanto osteggiato e vi-lipeso, riemerge periodicamente e, ri-trovando dignità, diviene la base delprogresso. La fama futura non toglieperò ai protagonisti la sofferenza el’amarezza dell’incomprensione e delvilipendio. La ricerca della conoscen-za, il tentativo di andare avanti e nonaccontentarsi di ciò che viene presen-tato come “ragione costituita” o “ve-rità assoluta” ha accompagnato la sto-ria dell’uomo moderno con le stigma-te dell’eresia e del patto col diavolo.Negli ultimi secoli avere una visionediversa del mondo non era ammessosenza essere inseriti nella sfera dellasragione e Foucault attribuisce al po-tere di turno il tentativo di arginarequesta devianza nella istituzione ma-nicomiale tramite la diagnosi di follia.Liberi pensatori, eretici, scienziati, in-ventori, artisti, utopisti sono così ac-comunati, col biasimo generale, a leb-

brosi e delinquenti e vengono emargi-nati o internati, in quanto entrare nelmistero e cercare la conoscenza inmodo autonomo sono frutto di deside-ri perversi, idee degenerate e immora-li. La paura, la demonizzazione, ilsenso di colpa debbono tenerle lonta-ne dalla cives per evitare il contagio.Ecco accostati il libertino al demonioo alla follia, il piacere e il corpo alpeccato. I luoghi comuni e i dogmiaprono quindi il tema del libero arbi-trio: quanto il determinismo della no-stra mente condizionata dal nostro in-conscio influisce sulla nostra capacitàdecisionale, quanto influiscono la cul-tura, l’educazione, le credenze. Il mitodi Faust confermerebbe che il liberoarbitrio non esiste, quando non sonole istanze morali a guidarci nelle deci-sioni lo sarebbe il patto col demonio.La struttura di questo meccanismo, diquesto patto che potrebbe anche esse-re stipulato in buona fede, viene benrappresentata dal testo teatrale che ac-compagna e completa questa opera.Partendo dalla vita di Rita Levi Mon-talcini, a detta dell’Autrice consacrataesclusivamente alla scienza, alla men-te, all’essere, la protagonista vorrebberipercorrerla dando questa volta im-portanza al corpo e all’apparire. Il suoassistente le apre le porte del virtualeed ecco che, nonostante la sua vene-randa età, la scienziata può guidaredue avatar e vivere quelle soddisfa-zioni mondane che la vita reale leaveva precluso. Si ritroverà però allafine spogliata di quei successi, deru-bata delle identità da lei inventatecome era stato delle sue scopertescientifiche utilizzate per fini contraria quelli che la sua etica avrebbe volu-to. Il suo assistente risulterà essereMefisto, ritorna il patto col diavoloche prima dà la conoscenza, il succes-so per poi chieder pegno, lasciandotiprivo di ogni identità. Questa volta ilFaust è donna ma, il paradigma chegiudica le azioni e la vita è lo stesso,utilizza un linguaggio di genere ma-schile, una visione maschilista del po-tere e soprattutto una struttura dellasocietà che segue la pastorale cristia-na: il pastore o il governante o il de-monio che ben conoscono le proprie

6 Periodico di informazione

pecorelle e le istruiscono a seguirlocon la paura, con la lusinga o con l’in-ganno lasciando loro credere nel libe-ro arbitrio. Partendo quindi dal mito

antico, passando per Faust e per il suopatto, attraverso la ricerca della cono-scenza e del libero arbitrio si arriva altema del doppio e del mondo virtuale,

una delle frontiere delle neuroscienzee della psicologia ancora da attraver-sare e della quale il finale di questolibro sembra aprirci le porte.”

(Figura 1) o in comodi letti. Immaginida cui non si percepisce il rumoredella battaglia o l’orrore della guerra,ma che anzi trasmettono una maternaserenità, infondono tranquillità. Mase non è una bugia, è sicuramentemeno di una mezza verità, figlia di unpreconcetto del tutto maschile. O me-glio, come scrive Stefania Bartoloni(Italiane alla guerra. L’assistenza aiferiti 1915-1918), dovuta al fatto che“la storia degli uomini non va di paripasso con la storia della donne”. Basta scavare un po’ e saltano subitofuori foto di crocerossine in trinceasul Carso (Figura 2) e non in gita pre-mio; di crocerossine in punti di medi-cazione improvvisati e non in comode

ville palladiane (Figura 3). Esse agi-rono al fronte (Figura 4), nelle imme-diate retrovie (Figura 5), sui treniospedale (Figura 6) e negli ospedali

Era l’ormai lontano 1908 quando, suiniziativa della Regina Margherita diSavoia, nacque a Roma il Corpo delleInfermiere Volontarie, componentetutta al femminile della Croce RossaItaliana (CRI) che proseguiva, in for-ma più organizzata, le attività socio-sanitarie delle Dame della CroceRossa d’inizio ’800.Dato che siamo a pochi mesi dall’an-niversario della Grande Guerra, cre-diamo valga la pena ricordare anchequesta storia, che apparentementesembra una storia minore. Sì perchéle cartoline dell’epoca ci raccontanodi donne ben vestite e curate che siprendevano cura di feriti neanchetroppo laceri, appoggiati ad alberi

N. 13 - Aprile 2014 7

STORIA DELLA MEDICINA

LE INFERMIERE VOLONTARIEDELLA CROCE ROSSA ITALIANADURANTE LA GRANDE GUERRA

Figura 2. Infermiere volontarie presso la trincea del San Michele nel-l’altopiano carsico, 1916 (dalla galleria fotografica www.cri.it).

Figura 1. Cartolina italiana dell’epoca.

Figura 3. Infermiera in un puntodi medicazioni improvvisato.

Figura 4. Devetaki, 1917. Infermie-re a ridosso del fronte (www.cri.it).

(Figura 7 e 8). Con la loro presenza,abnegazione e istinto materno, riusci-rono ad umanizzare il volto crudeledella guerra (Figura 9). Da uno studio più attento e accuratodei documenti dell’epoca, emerge unastruttura di vera e propria unità com-battente che aveva un suo comando euna sua organizzazione. La regina Ele-na, consapevole che, per ragioni di si-curezza, non avrebbe potuto ricoprireil ruolo di Ispettrice nazionale delCorpo delle infermiere volontarie,nell’aprile del 1915 affidò quest’inca-rico alla duchessa Elena d’Aosta (Fi-

gura 10), moglie di Emanuele Fili-berto, duca d’Aosta, comandante dellaIII Armata. La scelta non poteva esse-re più indovinata, in quanto la duches-sa aveva già prestato servizio nellaguerra libica. Equiparata al grado digenerale (alle crocerossine, infatti,per dotarle di autorità e difesa in unmondo tipicamente maschile vennerodati i gradi da ufficiale), ella nontrovò nella organizzazione della Cro-ce Rossa quella professionale effi-cienza necessaria ad affrontare la durarealtà della guerra; ma la duchessaElena era una formidabile organizza-trice e così intraprese una azione di ri-strutturazione a tappeto fra gli ospe-dali gestiti dall’associazione. Le 4.000 infermiere volontarie del1915 arrivarono a 6.000 l’anno suc-cessivo e alla fine del conflitto se necontarono 10.000.Una organizzazione, dicevamo, chefu caratterizzata, fra l’altro, da unaferrea disciplina; in quanto donneerano più controllate e censurate degliuomini. E da una altrettanto rigida au-todisciplina per essere ammesse tra icombattenti. Come tutte le unità combattenti ebbele sue perdite. La più famosa è sepol-ta nel Sacrario di Redipuglia. I solda-ti della Terza Armata la vollero con iloro morti e sulla stele che la ricordaè scritto: “Crocerossina MargheritaParodi di anni 21 - Caduta di Guerra”“A noi tra bende, fosti di carità ancel-

la. Morte ti colse: resta con noi sorel-la”. Non fu l’unica: al termine delleoperazioni belliche si contarono 44vittime (per ferita o causa di servizio)e 3 prigioniere. Tuttavia quella delle crocerossine nonè solo una storia di guerra, ma è ancheuna piccola, grande storia di donne.Una storia contraddistinta da contrad-dizioni e ambiguità, una storia di e-mancipazione femminile, una storiache non si esaurisce nel 1918.Qualcuno ha scritto che l’800 non finìcon l’inizio del XX secolo, ma con loscoppio della Grande Guerra ed infat-ti durante i primi anni del nuovo se-colo si trascinarono antichi retaggi,contraddizioni ed ambiguità, che laguerra, almeno in parte, spazzò via.Per esempio le crocerossine coniuga-te, per andare al fronte e magari sacri-ficare la loro vita, dovevano chiederel’autorizzazione al marito (di con-seguenza le infermiere che non ave-vano vincoli familiari o almeno senzafigli apparivano senz’altro preferibi-li). Senza contare quelle che scappa-rono di casa non avendo ottenuto ilbeneplacito dei genitori. Oppure, datoche le infermiere appartenevano alleclassi sociali più elevate, a loro fufatto divieto di occuparsi degli uffi-ciali del loro stesso ceto e quindi allevolontarie venivano affidati i soldatisemplici di estrazione popolare. Chi non ha letto o visto “Addio allearmi” di Ernest Hemingway? Il tenen-

8 Periodico di informazione

Figura 5. Devetaki, 1917. Infermiera in re-trovia (www.cri.it).

Figura 6. Infermiere sui treni ospedale. Figura 7. Infermiere dell’ospedale da campo 0.73 di Schio (Vicenza).

te americano che diserta per raggiun-gere l’infermiera inglese di cui è in-namorato sullo sfondo della disfattadi Caporetto. Vista la ferrea disciplinae i divieti di cui sopra, questa storianon poteva certamente avere una pro-tagonista italiana! Per le nostre croce-rossine, soprattutto quelle impegnatein zona di guerra, c’erano soldati ur-lanti da medicare, turni massacranti,stress psicologico e granate che la-sciavano poco spazio alle relazionisentimentali e a qualsiasi tipo di sva-go o passatempo.Una storia di emancipazione femmi-nile: la prima guerra mondiale richie-se uno sforzo collettivo che portò ledonne fuori di casa e le introdusse nelmondo del lavoro. Operaie, spazzine,tranviere, barbiere, postine, impiegateamministrative, direttrici d’orchestra,boscaiole, ecc. In pochi mesi le donnesi trovarono proiettate nel bel mezzodel mondo lavorativo stravolgendo,loro malgrado, una realtà da secoliimmutata. Tanto che su un quotidianodell’epoca, a proposito di questo ar-gomento, troviamo scritto “il mondoalla rovescia”. Ma l’esperienza dellecrocerossine nella Grande Guerra èstata una via all’emancipazione fem-minile. In questa frase della croceros-sina Annie Vilanti “... Una ragazzache è chiamata a curare i feriti nelcorpo e nell’anima non può viverenella bella e puerile ignoranza di unavolta...” troviamo tutta la spinta chepoi permise al volontariato femmini-

le, quando a guerra finita quasi tuttele donne rientrarono a casa lasciandoil posto ai reduci dal fronte, di tornaremeno indietro. Tanto è vero che prete-sero ed ottennero l’istituzione discuole professionali, da cui uscironole prime infermiere specializzate. Unpasso importante e basilare per can-cellare il preconcetto secolare secon-do cui “il medico (uomo) si occupadelle ferite e l’infermiera (donna) deiferiti” ed aprire le porte della medici-na e della chirurgia anche alle donne,che fino ad allora erano rimaste so-stanzialmente lontane da questa bran-ca (a parte qualche rarissima eccezio-ne), feudo indiscusso della categoriamaschile. Una storia che è continuata e continuaancora perché le abbiamo trovate nelgelo della Russia o sotto il sole ro-vente del deserto africano durante laseconda guerra mondiale. Le trovia-mo ancora oggi in tutte le terre deva-state dalla natura o dagli uomini. La dura e drammatica esperienza del-la prima guerra mondiale ha rafforza-to la “piccola” storia del Corpo delleInfermiere Volontarie della CRI, cheda allora in poi ha accompagnato la“grande” storia dell’Italia.

FONTI CONSULTATE

- Bartoloni S. Italiane alla guerra. L’assistenza aiferiti 1915-1918. Marsilio Editori, Venezia, 2003.

- De Napoli D. La sanità militare in Italia duran-te la prima Guerra Mondiale. Editrice Apes,Roma, 1989.

- Le infermiere volontarie della Croce Rossa Ita-

liana a 100 anni dalla loro istituzione. L’alpinoImolese 2008; 2.

- Urbano F.G., Urbano P. La sanità militare du-rante la Grande Guerra. Atti del XXXIV Con-gresso di Storia della Medicina, Firenze, 1998.

- Variola G., Scandaletti P. Le crocerossine nellaGrande Guerra. Una via all’emancipazionefemminile. Aristocratiche e borghesi nei diari enegli ospedali militari. Gaspari Editore, Udine,2008.

Angelo Nataloni

(Società Storica per la Guerra Bianca)

Angela Verlicchi

(Associazione SOS Cervello)

Bruno Zanotti

(Segretario Nazionale SNO)

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Figura 10. Foto della duchessa d’Aosta aNebole, nel 1916, per la commemorazionedei caduti (www. cri.it).

Figura 8. Infermiere che preparano la sala operatoria. Figura 9. Infermiere che si occupano dei feriti.

SALVATORE SPINNATO

LA RAPPRESENTAZIONA ANATOMICADELL’IMMAGINE DEL CORPO UMANO

Anemos Libri, new Magazine, Trento2013, pagg. 192, euro 15,00ISBN 978-88-8041-069-0

Salvatore Spinnato, neurochirurgo aMilano, ha recentemente dato allestampe un elegante volume che narradi storia della medicina, anatomia,antropologia, mito, estetica e neuro-scienze. Un percorso anatomo-artistico cherappresenta l’aspetto culturale di unimpegno e di un interesse per l’anato-mia umana, con un personale viaggioiconografico nel corso della storia

nella rappresentazione del corpoumano attraverso incisioni, libri astampa, sculture, dipinti e immaginifotografiche che documentano il rap-porto tra arte e scienza nella raffigu-razione e nella diffusione delle cono-scenze anatomiche. Anatomia e arte, un binomio inevitabi-le nella storia della cultura per gli arti-sti e gli anatomisti, a dimostrazionedell’inscindibile relazione tra la cul-tura umanistica e quella scientifica.Una lettura della “fabbrica del corpo”dall’epoca preistorica a quella contem-poranea, che contempla l’importanzaartistica, scientifica e didattica dell’i-conografia anatomica e che focalizzal’attenzione sulla “bellezza” del cor-po umano attraverso le immagininelle arti figurative.Nella prefazione al volume da parte diRosa Borgia, Presidente della “Fon-dazione per le Neuroscienze MassimoCollice” e moglie del Collega neurochi-rurgo Collice, prematuramente scom-parso, si legge: “Frutto dello “scon-finamento” di un uomo di scienza nelcampo dell’arte, mi piace la sua im-postazione concettuale. Avrebbe po-tuto intitolarsi: “L’anatomia del corpoumano: sua evoluzione” oppure “L’a-natomia del corpo umano nell’arte”,ma lui sceglie di collocare tra i duedati: anatomia e corpo umano, due

parole chiave: “rappresentazione” ed“immagine”, così l’attenzione del let-tore viene subito richiamata sul ruolocentrale dell’atto conoscitivo. Si trat-ta, in questo caso, di un atto conosci-tivo peculiare in quanto doppiamentecreativo: è creativo una prima volta,come qualunque altro atto cognitivo,come ci hanno insegnato da tempo lafilosofia e più recentemente anche lascienza quando affermano che la co-noscenza costruisce il proprio ogget-to; ma è creativo una seconda voltaperché è proprio la creazione ciò cheidentifica l’opera d’arte. Di opere d’ar-te oltre che di scienza, il libro tratta.L’Autore è un neurochirurgo, un ap-passionato d’arte e di storia della me-dicina che dichiara di aver “contratto”questa passione dal suo maestro il dr.Massimo Collice nel corso degli annidi lavoro insieme presso la StrutturaComplessa di Neurochirurgia dell’O-spedale Niguarda Ca’ Granda di Mila-no. Questo mi rende il lavoro del dr.Salvatore Spinnato ancora più caro.”Il prossimo sforzo di Spinnato è sulla“nuca”, in specifico la nuca di donna,sempre con un viaggio antropologico-onirico fra arte e medicina.Spinnato sarà presente con un suo in-tervento al Congresso Nazionale diGenova, mercoledì 21 maggio, allafine della sessione di neuroestetica,curata da Enrico Grassi, Coordinatoredel Gruppo di Studio SNO “Neuro-estetica”, nello spazio dedicato al Pre-mio SNO-Anemos. (Angela Verlicchi)

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Particolare da “L’anatomista” di HymanBloom, 1953, New York, Whitney Museumof American Art. Moderna rappresentazio-ne dell’arte medica autoptica.

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