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Date post: 10-Mar-2016
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tmborisgodunov
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Profilo biografico di Modest Musorgskij 1839 Nasce a Karevo (Pskov) il 21 marzo. Il padre è un ricco proprietario terriero. 1848-49 Si trasferisce con la famiglia a Pietroburgo, dove ini- zia a studiare musica con la madre e un’istitutrice tedesca. Si esibisce per la prima volta in pubblico come pianista. 1851-55 Intraprende la carriera militare. Viene colto da gravi crisi depressive. Al 1852 risale la prima composizione, la Polka Porte-enseigne per pianoforte. 1856-57 Conosce Borodin, entra in contatto con Dargomyz ˇskij, Cui e Balakirev; da quest’ultimo prende lezioni di composizione. 1856-62 Prime compo- sizioni di rilievo per pianoforte e per orchestra, progetti di opere mai portati a compimento (Han d’Islande da Hugo, Edipo re da Sofocle, La notte di San Giovanni da Gogol’). 1863-66 Progetta un’opera tratta da Salammbô di Flaubert che resterà incompiuta. 1868 Inizia a lavorare a Il matrimonio , da Gogol’, di cui compone, senza orchestrarlo, solo il Primo Atto, che viene rappresentato in forma privata. Interrompe la composizione del Matrimonio in luglio per dedicarsi alla stesura del libretto di Boris Godunov . 1869-70 Composizione e strumentazione di Boris Godunov . La direzione dei Teatri Imperiali, cui Musorgskij presenta la nuova creazione, ne ri- fiuta l’esecuzione. Ottiene un impiego presso il Ministero degli Interni a Pietroburgo. 1874 Al Teatro Marijnskij di Pietroburgo va in scena con esi- to trionfale Boris Godunov . Inizia la progettazione di Chovans ˇc ˇ ina. Nascono i cicli di liriche per canto e pianoforte La camera dei bambini , Senza sole e Canti e danze della morte , oltre a Quadri da un’esposizione per pianoforte. 1877-80 Scrive un’altra opera, destinata a rimanere incompiuta: La fiera di Soroc ˇ intsy , da Gogol’. Completa Chovans ˇc ˇ ina. Si dimette dall’impiego ministeriale. 1881 Distrutto dall’alcolismo, viene ricoverato all’ospedale militare di Pietroburgo. Muore il 28 marzo, assistito dagli amici.
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Profilo biografico di Modest Musorgskij

1839 Nasce a Karevo (Pskov) il 21 marzo. Il padre è un ricco proprietario terriero. 1848-49 Si trasferisce con la famiglia a Pietroburgo, dove ini-zia a studiare musica con la madre e un’istitutrice tedesca. Si esibisce per la prima volta in pubblico come pianista. 1851-55 Intraprende la carriera militare. Viene colto da gravi crisi depressive. Al 1852 risale la prima composizione, la Polka Porte-enseigne per pianoforte. 1856-57 Conosce Borodin, entra in contatto con Dargomyzskij, Cui e Balakirev; da quest’ultimo prende lezioni di composizione. 1856-62 Prime compo-sizioni di rilievo per pianoforte e per orchestra, progetti di opere mai portati a compimento (Han d’Islande da Hugo, Edipo re da Sofocle, La notte di San Giovanni da Gogol’). 1863-66 Progetta un’opera tratta da Salammbô di Flaubert che resterà incompiuta. 1868 Inizia a lavorare a Il matrimonio, da Gogol’, di cui compone, senza orchestrarlo, solo il Primo Atto, che viene rappresentato in forma privata. Interrompe la composizione del Matrimonio in luglio per dedicarsi alla stesura del libretto di Boris Godunov. 1869-70 Composizione e strumentazione di Boris Godunov. La direzione dei Teatri Imperiali, cui Musorgskij presenta la nuova creazione, ne ri-fiuta l’esecuzione. Ottiene un impiego presso il Ministero degli Interni a Pietroburgo. 1874 Al Teatro Marijnskij di Pietroburgo va in scena con esi-to trionfale Boris Godunov. Inizia la progettazione di Chovanscina. Nascono i cicli di liriche per canto e pianoforte La camera dei bambini, Senza sole e Canti e danze della morte, oltre a Quadri da un’esposizione per pianoforte. 1877-80 Scrive un’altra opera, destinata a rimanere incompiuta: La fiera di Sorocintsy, da Gogol’. Completa Chovanscina. Si dimette dall’impiego ministeriale. 1881 Distrutto dall’alcolismo, viene ricoverato all’ospedale militare di Pietroburgo. Muore il 28 marzo, assistito dagli amici.

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Ritratto di Boris Godunov su placchetta in osso con fi gura incisa.

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L’opera in brevedi Marco Crescimanno

Nei suoi 42 anni di vita Modest Musorgskij (cognome da pronunciarsi con l’accento tonico sulla prima sillaba) riesce a terminare un’unica opera per il teatro musicale: Boris Godunov, completata in realtà in due versioni differenti. Avviato alla carriera militare dalla famiglia, per tutta la vita Musorgskij cerca di conciliare il detestato lavoro da burocrate con l’attività compositiva. Questa può essere una delle ra-gioni per cui, su un corpus di nove opere, tre rimangono allo stato di progetto, cinque sono incomplete e solo una, il Boris appunto, viene terminata. Tuttavia, un’altra motivazione sta nel fatto che Musorg-skij cerca di realizzare forme operistiche nuove rispetto al teatro musicale contemporaneo. Nell’estate del 1868 il compositore è impegnato nel suo quarto pro-getto operistico: Il matrimonio, da una commedia di Gogol’, un «espe-rimento di musica drammatica in prosa» in cui i personaggi parlano una lingua quotidiana. «Io vorrei», scrive infatti il compositore, «che i miei personaggi parlassero sulla scena come parla la gente viva […] e che il carattere delle intonazioni dei personaggi […] raggiungesse lo scopo in modo diretto, immediato; ossia vorrei che la musica ri-producesse il discorso umano in tutte le sue minime sfumature». In quattro settimane Musorgskij completa (quasi) interamente il Primo Atto del Matrimonio che viene presentato privatamente in una serata a casa del compositore Cui. L’opera però è accolta piuttosto tiepida-mente; perfino Dargomyžškij, suo ispiratore, afferma che l’estremi-smo della declamazione naturalistica pregiudica le qualità artisti-che dell’opera. Forse anche per queste ragioni Musorgskij finisce col perdere interesse alla composizione che rimarrà incompleta, tutta-

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via sa che Il matrimonio è stato «il suo Rubicone» e che grazie a questa esperienza ha acquisito un potente strumento di articolazione della vocalità, per arrivare a quella «melodia razionalmente giustificata» che sarà il rovello della sua vita e la grande conquista dell’opera suc-cessiva. Nell’autunno del 1868 Musorgskij riceve da un amico, lo storico e letterato Vladimir Nikolskij, il suggerimento di usare il dramma di Puškin Boris Godunov come soggetto operistico: la sua miscela sha-kespeariana di poesia, prosa, tragedia e commedia eviterà la mo-notonia e il soggetto storico avrà risvolti politico-sociali di stretta attualità. In poco più di un anno l’opera è completata e orchestrata in sette scene raggruppate il quattro parti; in questa forma viene sottoposta alla commissione di lettura del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, che nel febbraio del 1871 si pronuncia: sei commissari su sette bocciano l’opera per diverse ragioni fra cui, pare, la man-canza di una protagonista femminile. L’insistenza degli amici con-vince Musorgskij a rivedere l’opera e, nel luglio del 1872, il Boris è pronto in una nuova versione in nove scene raggruppate in un pro-logo e quattro atti. In questa seconda versione, Musorgskij riprende sei scene dalla precedente (con modifiche più o meno ampie), inse-risce il cosiddetto “atto polacco” (il terzo, diviso in due scene) che contribuisce a dar corpo alla figura dell’Impostore (Grigorij) e vede la protagonista femminile, Marina Mnišek, impegnata in un duetto d’amore sui generis con lui; espunge la scena davanti alla Cattedrale di San Basilio e aggiunge quella della rivolta popolare nella foresta di Kromy; ma soprattutto, accogliendo un suggerimento di Nikolskij, inverte l’ordine dell’ultima parte: se nella prima versione l’opera si chiudeva classicamente con la morte del protagonista, adesso l’ulti-ma scena è quella della rivolta popolare con l’ultima parola affidata al lamento del Folle in Cristo / l’Innocente per il destino del popolo russo. Si sposta così sensibilmente il senso complessivo dell’opera, trasformandosi in un “dramma popolare”. In questa seconda versio-ne l’opera ha la sua prima rappresentazione (dopo alcune esecuzioni parziali) l’8 febbraio 1874 al Teatro Mariinskij. Il tempo del Boris non

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Boris Godunov

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era però ancora venuto e, nonostante la calda accoglienza, l’opera fu presto dimenticata per diversi anni. Dobbiamo a Rimskij-Korsakov e alle sue revisioni se l’opera entrò a far parte della cultura musicale europea del XX secolo. Rimskij-Korsakov operò ampie modifiche alla partitura originale che con-tribuirono a “normalizzare” le arditezze armoniche, formali, dram-maturgiche e orchestrali del Boris. L’orchestrazione originale ha un colore «talmente antitradizionale da alimentare la leggenda dell’in-capacità di scrittura» (Rubens Tedeschi). Essa concentra il peso sui registri estremi, acuto e grave, lasciando spesso scoperto il registro centrale; l’armonia è ricca di modulazioni improvvise, lunghi pas-saggi dissonanti, intervalli aumentati; il colore plumbeo dell’orche-stra ricalca il clima fosco della tragedia. Rimskij-Korsakov trasfor-ma invece il Boris riempiendo tutti i registri con un’orchestrazione para-wagneriana, brillante e piena di contrasti e di effetti, spesso non riconoscendo il coraggio e la fantasia originari; modifica linee melodiche, cadenze e modulazioni, normalizza tutto ciò che gli ap-pare insensato o che non gli piace. Anche dal punto di vista formale-drammaturgico Rimskij-Korsakov apporta pesanti modifiche: alla fine del duetto d’amore tra Marina e l’Impostore elimina le ultime battute di Rangoni che danno alla scena tutto un altro valore e, cosa ancora più importante, sposta nuovamente in chiusura dell’opera la morte di Boris, che così torna protagonista principale del dramma al posto del popolo e del Folle in Cristo. Nella seconda revisione di Rimskij-Korsakov (rappresentata a San Pietroburgo del 1896), il Boris arriva a Parigi nel 1908 e rimane la ver-sione “standard” per i teatri di tutto il mondo fino agli anni Settanta, quando si cominciano ad eseguire le due versioni originali di Mu-sorgskij (1869 e 1872) già pubblicate nel 1928 a cura di Pavel Lamm. Nella versione del 1872 l’opera si apre con un Prologo in due qua-dri: protagonisti sono il boiardo Boris, apparentemente restio a salire al trono dopo la morte senza eredi dello zar Fëodor, e il popolo che lo supplica di accettare e che infine lo acclama zar (scena dell’inco-ronazione). L’orchestra è impegnata in una breve introduzione or-

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L’opera in breve

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ПРОЛОГ

КАРТИНА ПЕРВАЯ Стена Новодевичьего монастыря под Москвою. Вправо, ближе к середине сцены, выступом, большие монастырские ворота под навесом. При поднятии занавеса, народ, небольшими кучками, собирается на монастырском дворе: движения вялы, походка ленивая. Через сцену проходят бояре (впереди князь Шуйский) и обмениваясь с народом поклонами пробираются в монастырь. Когда бояре скрылись в монастыре, народ начинает бродить по сцене. Иные, преимущественно женщины, заглядывают за ворота монастыря. Иные шепчутся, почесывая в затылке. (Входит Пристав; завидя его, народ собирается в кучу и стоит неподвижно: женщины склонясь щекою на ладон, мужчины с шапками в руках, скрестив руки на поясе и понуря голову)

ПРИСТАВ(с дубинкою к народу)Ну, что ж вы? Что ж вы идолами стали? Живо, на колени!(народ переминается)Ну же! Да ну!(Грозит дубинкой)Эко чёртово отродье!…

НАРОД(на коленях, обращенный к монастырским воротам)На кого ты нас покидаешь

PROLOGO

QUADRO PRIMOMuro del monastero Novodevic’i vicino a Mosca. Vicino al centro della scena, su una sporgenza alla destra, la grande porta del monastero sotto una tettoia. All’alzarsi del sipario, il popolo, in piccoli gruppi, si raccoglie nel cortile del monastero: movimenti indolenti, andatura pigra. Sulla scena passano alcuni boiardi (con in testa il principe Šujskij) che, scambiatisi inchini con il popolo, entrano nel monastero. Quando i boiardi si sono nascosti nel monastero, il popolo inizia a vagabondare sulla scena. Alcuni, in prevalenza donne, osservano oltre la porta del monastero. Altri parlano sottovoce, grattandosi il capo. (Entra una guardia; nel vederlo, il popolo si raccoglie in gruppo e rimane immobile: le donne chinandosi con le mani sulle guance, gli uomini, con il cappello in mano, incrociando le braccia sulla vita e chinando il capo)

GUARDIA(agitando un bastone contro il popolo)Beh, allora? Siete diventati di pietra? Forza, in ginocchio!(Il popolo indietreggia)Su! Forza!(Minaccia con il bastone)Razza di diavoli!

POPOLO(in ginocchio, rivolto verso la porta del monastero)Perché ci abbandoni,

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отец наш!На кого ты нас оставляешь,кормилец!Мы, да, все твои сироты беззащитные,Мы тебя родимый, молимсо слезами, со горючими.(Пристав отходит к монастырю)Смилуйся, отец наш,боярин-батюшка,смилуйся!

ГОЛОСА В НАРОДЕ(Народ остается на коленях)Митюх, а Митюх, чево орём?

МИТЮХАВона! Почём я знаю!

ГОЛОСАЦаря на Руси хотим поставить!

ЧАСТь ЖЕНЩИНОй, лихонько! Совсем охрипла! Голубка, соседушка, не припасла ль водицы?

ДРуГАя ЧАСТь ЖЕНЩИН Вишь, боярыня какая! Орала пуще всех – сама б и припасала!

МуЖЧНИЫНу, вы, бабы, не гуторить!

ЖЕНЩИНЫА ты что за указчик! Вишь пристав навязался!

МИТЮХАОй, вы, ведьмы – не бушуйте!ЖЕНЩИНЫ(сварливо)Ах, пострел ты окаянный! Что вы, дьявол, пристали!

padre nostro! Perché ci lasci, benefattore!Siamo tutti tuoi orfani indifesi,Ti preghiamo, caro, con lacrime ardenti.(La guardia si allontana verso il monastero) Pietà, padre nostro,signore padre,pietà!

VOCI TRA IL POPOLO(il popolo rimane in ginocchio)Mitjuch, ehi Mitjuch, perché urliamo?

MITJUCHAE che ne so!

VOCIVogliamo eleggere uno zar di Russia!

PARTE DELLE DONNEOh, che guaio! Ho perso tutta la voce.Colombella, vicina, mi terresti da parte un po’ d’acqua?

ALTRA PARTE DELLE DONNEMa guarda, la signora! Urlava più di tutte, si vede che ne aveva!

UOMINIEhi, voi, vecchie, basta chiacchiere!

DONNEE tu daresti ordini a noi! Guardatelo, peggio della guardia!

MITJUCHAOh, streghe, non scaldatevi! DONNE(litigiose)Ah, furfante maledetto!Ecco che è saltato fuori il cane!

Libretto – Prologo