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Brochure Italiana Gioielli - Conoscere le gemme

Date post: 22-Jul-2016
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Italiana Gioielli, è l'e-commerce dei gioielli "Made in Italy". Realizzati con cura e sapienza dalla Fabbrica di gioielleria Di Prima Gioielli Group.
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Conoscere le gemme Le principali pietre preziose raccontate dal nostro gemmologo Dr. Antonio Di Prima
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Conoscere le gemmeLe principali pietre preziose

raccontate dal nostro gemmologo

Dr. Antonio Di Prima

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Con questa brochure non ho la pretesa di realizzare un corso di gemmologia, ma voglio portare a conoscenza te, consumatore finale, dei rischi che si corrono quando si effettuano acquisti di gioielli senza conoscere i tratta-menti cui molte delle gemme, più facilmente disponibi-li sul mercato, vengano sottoposte per essere rese più commerciabili.

Dr. Antonio Di PrimaGemmologo

Iscritto al n.149 perito ed esperti CCIAA di Caltanissettaal n.1 perito in preziosi per il tribunale di Caltanissettaal n. 507 all’Associazione Italiana Gemmologipunto vendita qualificato Borsa diamanti d’Italia

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Conoscere le gemmeLe principali pietre preziose

raccontate dal nostro gemmologo

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Indice

Le gemme

Il diamante Classificare un diamante. Le 4 c Principali trattamenti sui diamanti naturali

Smeraldo

Rubino Altre curiosità sui rubini

Zaffiro Trattamenti dello zaffiro

Perle Categorie di perle Il sistema di classificazione delle perle Criteri di valutazione delle perle Breve storia della perla Cura e conservazione delle perle

7

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3740

4547

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Altre gemme utilizzate in gioielleria

Gemme famose

Avere cura del vostro gioiello

Lo sapevate che.... Di Prima Gioielli Group

Conferenze tenute dal nostro gemmologoDr. Antonio Di Prima

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Anello veretta 4 stagioni

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Le gemmeLe gemme hanno un fascino del tutto speciale. Per secoli sono state oggetto di desiderio da parte di imperatori e sovrani; provengono dalle regioni più remote della terra, zone sperdute e quasi inaccessibili, molto lontane dalle civiltà e dal mondo dei consumatori di gioielli. Sono quanto di meglio la natura possa offrire: bellissi-me, rare e durevoli. Alcune sono più rare di altre e la differenza nella rarità si traduce in disparità di valore.La fornitura di una gemma può variare da un giorno all’altro, a causa della turbolenza politica di molti paesi produttori, passando da un flusso torrenziale ad un esile rivolo nel giro di pochi giorni.Tali cambiamenti si ripercuotono in modo drammatico sui prezzi delle gemme, sulla loro disponibilità e sulla loro popolarità.

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Molte gemme vengono estratte dalle profondità terrestri, altre hanno origini da organismi viventi, animali o vege-tali come le perle, il corallo, l’ambra e l’avorio altre an-cora vengono create dall’uomo mediante vari processi di laboratorio.In natura esistono diverse categorie di gemme:

• Gemme naturali: rientrano in questa categoria tutte quelle gemme che vengono estratte e sfaccettate senza subire alcun trattamento che ne alteri la strut-tura cristallina.

• Gemme naturali trattate: ne fanno parte più del 90 % delle gemme che si trovano in commercio. Sono delle gemme naturali che grazie all’aiuto di un trattamento, diverso per ogni gemma, ne miglio-ra l’aspetto rendendolo più gradevole.

• Gemme sintetiche: sono gemme che hanno la stes-sa struttura cristallina del naturale, ma vengono pro-dotte in laboratorio dall’uomo.

• Gemme imitazioni: sono prodotte in laboratorio, non hanno nulla in comune con le gemme naturali se non la somiglianza nell’aspetto esteriore (esem-pio un vetro bianco che imita un diamante).

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Anello Solitario Bicolore CT 0.32

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Il diamanteStoria di un mitoIl termine diamante ha origine da due termini greci: “adamas” (indomabile) e “diaphanes” (trasparente). Gli antichi Greci credevano che i diamanti fossero fram-menti di stelle caduti sulla terra. Alcuni di loro dicevano che erano le lacrime degli Dei. Un’altra leggenda sostie-ne che esisteva una valle inaccessibile nell’Asia centra-le tappezzata di diamanti, custodita da uccelli rapaci dall’alto e da serpenti dagli occhi assassini sulla terra.La verità è, comunque, che l’origine esatta dei diamanti è ancora piuttosto misteriosa persino per scienziati e geologi.

Come nasce un mitoI diamanti ebbero origine all’interno della terra tra 2,5 e 3 miliardi di anni fa, a circa 200 km di profondità

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in corrispondenza della parte superiore del “mantello” a fortissime pressioni ed altissime temperature. Succes-sivamente vennero trasportati in superficie assieme alla Kimberlite che solidificandosi nel Wcamino vulcanico diede origineai giacimenti primari di diamanti.Resta un mistero la durata del processo, che si ipotizza compreso tra i 900 milioni e i tre miliardi di anni. Il dia-mante è un cristallo trasparente composto da atomi di carbonio a struttura tetraedrica con un punto di fusione di 3820 °C.E’ la sostanza naturale più dura conosciuta dall’uomo, ha durezza molto elevata, nella scala di Mohs è pari a 10 (il massimo).Solo un diamante può scalfire un altro diamante,. Le pri-me miniere di diamanti furono scoperte in India nell’800 a.C. oggi troviamo altre miniere in Australia, in Cana-da, Siberia, ma è sempre l’Africa la fonte principale.Dopo che il diamante viene estratto viene suddiviso in 12.000 categorie, dai diamanti industriali a quelli da gioielleria, la suddivisione viene effettuata per forma, di-mensioni, purezza e colore.Esistono diversi centri di taglio in tutto il mondo, ma i più importanti sono Anversa e New York, seguiti da Bom-bay, Tel Aviv ed Hong Kong.

DiamanteCorindoneTopazioQuarzoOrtoclasioApatiteFluoriteCalciteGessoTalco

10987654321

SCALA DI MOHS

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Un valore che cresce nel tempoTutti i diamanti sono rari, ma quelli destinati alla gioiel-leria lo sono ancora di più. Di questi solo il 5% supera il carato e solo uno su sette milioni è puro e incolore.Per dare l’idea della rarità di questa gemma basta solo pensare che occorre estrarre e lavorare più di 250 ton-nellate di roccia diamantifera per ottenere un diamante da un carato qualità gemma.Certo l’amore e l’impegno per un rapporto di coppia non si devono misurare sul valore dell’anello ma, di si-curo, niente riesce a rendere felice una donna più che ricevere in dono un gioiello con diamanti.Una considerazione importante è che un diamante man-tiene inalterato il suo valore nel tempo.

Ecco perchè investire in diamanti:• E’ un bene di libera circolazione, quindi cedibile a

terzi senza restrizioni;• Non richiede costi di manutenzione o spese di ge-

stione;• E’ facilmente trasportabile, occultabile e proteggi-

bile da furti;• E’ un bene al portatore;• Il suo valore non è influenzato da eventi politici;• Totale segretezza finanziaria; ad esempio non è

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“visibile” come un immobile;• E’ anonimo nei confronti del fisco; assolta l’iva,

compresa in fattura, non paga altre tasse o imposte di alcun genere, comprese tasse di successione e tassazioni sulle plusvalenze;

• Si può vendere velocemente e trasformare in dena-ro in ogni parte del mondo purché corredato di un valido certificato internazionale;

• L’estrazione del grezzo sta diminuendo causa il pro-gressivo esaurimento delle miniere;

• Storicamente, dalla fine della seconda guerra mon-diale ad oggi, ha sempre accresciuto il suo valore, anno dopo anno;

• Racchiude in un piccolissimo volume un grande va-lore.

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Il valore di un diamante è determinato da un gemmo-logo con lentino 10x, con esperienza, attrezzature adeguate, buone condizioni fisiche e... con una solida reputazione di serietà professionale, seguendo 4 criteri di valutazione che sono:• CLARITY (purezza) • COLOR (colore)• CARAT (peso) -• CUT (taglio)

Classificaie un diamante. Le “4 C”

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Scala di purezza GIA a lente 10 X

La purezzaNon esistono al mondo due diamanti uguali. Ognuno possiede una sua precisa identità dovuta a piccoli difetti nel reticolo cristallino o alla presenza di piccoli cristalli rimasti “imprigionati” durante la fase di accrescimento. I gemmologi chiamano “impronte identificative” queste inclusioni (che a volte aiutano a distinguere i sintetici dai naturali), ed a seconda del numero e della posizione attribuiscono il grado di purezza al diamante, seguen-do una scala redatta dal GIA (Gemmological Institute of America) composta da undici gradi che coprono le gamme da Flawless a 13.

F L - I F

Puro

VVS¹ - VVS ²

Inclusioni molto difficili da vedere

VS¹ - VS ²

Inclusioni difficili da

vedere

S I ¹ - S I ²

Inclusioni facili da vedere

L ¹ - L ² - L ³

Inclusioni molto evidenti

fonte: http://www.gia.edu/gia-about/4Cs-Clarity

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Il coloreIl colore dei diamanti è dovuto a deformazioni plastiche del reticolo cristallino. Il diamante costituito da solo car-bonio sarebbe perfettamente incolore, però in tale stato è una vera rarità; la maggior parte dei cristalli in circola-zione presenta tracce soprattutto di azoto che, presente in percentuali e sotto forme diverse, è il responsabile della colorazione giallastra/brunastra. Altri elementi, come il boro (diamanti azzurri), sono molto più rari.Per definire con esattezza il colore di un diamante, un gemmologo utilizza delle pietre paragone, oppure un colorimetro per diamanti.

fonte: http://www.gia.edu/gia-about-4Cs-Color

Incolore Quasi incolore

Leggermente coloriti

Coloriti Molto coloriti

Scala del colore GIA

D H N Z

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Il taglioLa natura è responsabile delle dimensioni di un diaman-te, del colore e delle inclusioni, ma il taglio è abilità e arte dell’uomo. Il modo in cui un diamante viene taglia-to, può influire sulla sua purezza ed anche il suo colore. Il taglio regola l’interazione tra il diamante e la luce che lo circonda, e quell’interazione determina l’aspetto della gemma nel suo insieme.Quando un diamante è tagliato con le corrette propor-zioni la maggior parte della luce che entra dalla tavola e dalla corona, viene riflessa internamente al diamante e ritorna all’occhio dell’osservatore dalla parte superio-re della gemma. Ma se le proporzioni sono errate, par-te della luce fuoriesce dal padiglione dopo aver subito una sola riflessione nel caso di un padiglione troppo profondo, o addirittura parte della luce fuoriesce sen-za subiré nessuna riflessione nel caso di un padiglione poco profondo.

Eccellente Molto buono

Buono Sufficiente Scadente

Scala del Taglio GIA

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Taglio brillante ovale Taglio brillante goccia

Taglio brillante cuoreTaglio brillante marquise

Taglio brillante smeraldo

Taglio brillante rotondo

Taglio brillante princess Taglio brillante triangolare

Taglio brillante asscher

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Il peso in caratiIl carato è I’ unità di misura adottata come standard internazionale per il peso delle gemme. Il moderno sistema in carati ha avuto origine nel 1200 dai semi di carruba. I primi commercianti di gemme sfruttavano questi piccoli semi (in arabo carat) dal peso sorpren-dentemente uniforme come contrappesi per i bilancini di precisione.Il carato corrisponde ad un 1/5 di grammo, esso viene suddiviso in punti, ogni carato equivale a 100 punti, quindi dire che un diamante pesa Y2 carato o dire che pesa 50 punti è la stessa identica cosa.E’ ovvio che maggiore sarà la caratura del diamante, a parità di tutte le altre “C”, maggiore sarà il suo valore.

0.50 ct. 0.75 ct. 1.0 ct. 2.0 ct. 5.0 ct.

fonte: http://www.gia.edu/gia-about/4Cs-Carat

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La fluorescenzaLa Fluorescenza è il fenomeno per cui un diamante, esposto a raggi ultravioletti può mostrare una colora-zione più biancastra, giallognola oppure bluastra, va osservata con l’ausilio di una lampada a raggi UV a onde lunghe (366 nm). I certificati gemmologici indica-no il grado della fluorescenza di un diamante. Si do-vrebbe evitare una fluorescenza troppo forte, in quanto, tali diamanti esposti alla luce del sole ricca di raggi UV appaiono lattiginosi perdendo la loro brillantezza, come esempio immaginate di mettere delle gocce di latte in un bicchiere d’acqua.

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La “quinta” cLa quinta “c” in realtà non esiste, ma è la più importan-te. Riguarda infatti la certificazione.La nostra azienda ha fatto passi da gigante in questo campo, ed oggi grazie all’ausilio di strumentazioni all’a-vanguardia riesce a dare una certificazione assoluta al vostro diamante, la certificazione LASER.Il vostro diamante con l’incisione del numero di certifica-to seguito dalla scritta “Di Prima”, dalla caratura, dalla purezza e dal colore, è stato selezionato e preziosa-mente curato in ogni fase del suo viaggio, dalle viscere della terra sino a voi.E’ stato tagliato e lucidato da maestri artigiani al fine di rivelare la sua bellezza e la sua brillantezza finale. La nostra incisione Laser vi offre la tranquillità di sapere che avete scelto un diamante speciale ed una vera e propria meraviglia di madre natura.

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Principali trattamenti sui diamanti naturali

Riempimento delle fratture (Trattamento Yehuda) Si tratta di un procedimento che consiste nel riempimen-to delle fenditure della superficie, delle fratture e dei fori praticati con il laser, con una sostanza di riempimento (resina epossidica) che ha un indice di rifrazione molto simile al diamante.

Perforazione con il laserLa perforazione con il laser e’ un altro trattamento per migliorare l’apparenza di un diamante che contiene in-clusioni scure. ll laser e’ utilizzato per generare un foro microscopico dalla superficie del diamante verso l’inclu-sione. Poi un acido e’ iniettato attraverso il foro praticato dal laser “per candeggia re” l’inclusione. L’inclusione originale rimane ancora ma si vede di meno. Spesso il foro viene poi riempito con sostanze con un alto indice

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di rifrazione (come la resina sintetica) e questo protegge il foro da penetrazione di polvere o sporcizia.

Trattamento a temperatura elevata ed alta pressione (HPHT)Il trattamento di HPHT e’ stato sviluppato dalla Gene-ral Electric per migliorare il colore di determinati tipi di diamanti naturali. Si tratta di un trattamento ad Alta Pressione e Alta Temperatura, che rappresenta un pro-cedimento che ottiene un miglioramento nel colore dei diamanti di un certo tipo. A tale proposito il Congresso Mondiale del Diamante ha approvato una risoluzione, che sancisce che i “diamantaires” nel momento della vendita hanno l’obbligo di dichiarare qualsiasi tipo di trattamento che i diamanti abbiano subito, ed in parti-colare specificare questo tipo di trattamento HPHT. Nel 1999 la Pegasus Overseas Limited (POL) annunciò che avrebbe commercializzato diamanti decolorati median-te un procedimento innovativo messo a punto dalla Ge-neral Electric (GE). I diamanti “sbiancati” distribuiti dalla Pegasus, riportano sulla cintura 1’ inscrizione laser “GE POL”.• Il procedimento e’ permanente, e irreversibile.• Soltanto una percentuale molto piccola di diamanti

naturali può essere trattata usando HPHT.

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• I diamanti di HPHT sono identificabili dai laboratori gemmologici internazionali.

• I diamanti di Bellataire sono i più conosciuti tra i diamanti che hanno subito un procedimento HPHT.

Alterazione del colore mediante irradiazio-neI diamanti che sono stati trattati per produrre colorazioni particolari sono denominati diamanti con “colore tratta-to” o “colore aumentato”. Il processo è volto ad alterare artificialmente il colore di un diamante tramite l’esposi-zione a radiazione e/o ad altri metodi. I colori prodotti sono la gamma completa dello spettro.Irradiazione: Per alterare il loro colore originale, i dia-manti possono essere irradiati usando un reattore nucle-are. Ciò migliora il colore del diamante, e consente alla gemma di assumere il colore giallo, blu, verde, marro-ne. Per identificare l’origine del colore è necessario uno spettrometro a infrarossi

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Anello Cuore di Smeraldo con Diamanti

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Lo smeraldo è una varietà del berillo caratterizzata da un intenso colore verde.La parola smeraldo deriva dal latino smaragdus che let-teralmente significa “verde”.Il colore dello smeraldo è ammirato ed apprezzato da millenni. Alcuni storici ritengono che venissero estratti dagli antichi egizi già nel 3500 a.C. Lo smeraldo è una delle gemme più incluse che esista in natura, diversa-mente dai diamanti, dove l’integrità è misurata usando una lente con ingrandimento standard 10x, negli sme-raldi essa è misurata ad occhio nudo. Non è difficile infatti notare in uno smeraldo delle “crepe” ad occhio nudo. I più pregiati sono molto trasparenti e presentano una colorazione ben distribuita.Di solito lo smeraldo, fin dallo stato grezzo, subisce un trattamento con olio, chiamato impregnazione. Questo

Smeraldo

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tipo di trattamento si effettua al fine di rendere meno evi-denti o di nascondere completamente le eventuali frat-ture presenti nella gemma. Questo trattamento viene ef-fettuato sin dall’antichità come Plinio nel suo De Historia Naturalis ci descrive con dovizia di particolari. Se non fosse per i trattamenti, molti materiali gemmiferi potreb-bero essere acquistati solo dalle persone più facoltose.E’ comunque innegabile che questo trattamento negli ul-timi anni ha subito un’evoluzione a dir poco vertiginosa. Infatti si è passati dall’olio di varo tipo (olio di palma, olio di mandorla, olio di cedro, ecc.) agli stessi oli ma con forte saturazione verde, a paraffine, a resine sinteti-che (Opticon), a sostanze vetrose.E quando un semplice riscaldamento non era sufficien-te per far permeare nelle fratture queste sostanze ecco che la tecnologia sotto forma di autoclavi e quindi di sottovuoto ha dato un ulteriore aiuto all’ “abbellimento artificiale” di queste gemme. Per l’individuazione dei trattamenti è utile l’analisi al microscopio che rivela la presenza di una sostanza estranea nelle fratture.Negli ultimi anni vengono utilizzati in gioielleria anche tantissimi smeraldi sintetici idrotermali contornati da dia-manti naturali. Solo un gemmologo estremamente pre-parato è in grado di distinguere uno smeraldo naturale da uno smeraldo sintetico, in quanto entrambi hanno la

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stessa composizione chimica ma uno è stato creato da madre natura nel corso di milioni di anni, l’altro invece è stato creato dall’uomo in laboratorio in pochi giorni. I principali giacimenti di smeraldo sono in Colombia ( Chivor, Muzo ), in Brasile (Goias, Minas), nello Zambia (Kafubu) giacimenti minori si trovano anche in Nigeria, Madagascar e Pakistan. La Russia è una fonte commer-ciale di smeraldi sintetici idrotermali dal 1980 circa.

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Anello Cestello di Rubino con 12 Diamanti CT 0.30

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Rubino

Il rubino è la variante rossa dei corindoni (lo zaffiro è la variante blu). Il suo nome deriva dal latino rubeus (rosso). Il colore caratteristico, infatti, è il rosso che varia da una tonalità arancio ad una porpora, anche se la varietà più ricercata è quella “sangue di piccione” un rosso scuro con riflessi blu . Il rubino è una delle gemme di colore più significative dal punto di vista storico. È menzionato quattro volte nella Bibbia, associato a qualità come la bellezza e la saggezza, e nell’antico sanscrito è de-finito “ratnaraj” che significa re delle pietre preziose. L’estrazione dei rubini avviene per lo più in giacimenti alluvionali, con successivo lavaggio delle ghiaie e delle sabbie fluviali. I giacimenti più significativi si trovano in Myanmar(ex Birmania), Nepal, Madagascar e nello Sri Lanka. Fonti minori sono Kenya e Tanzania. Quando si acquista un Rubino è molto importante farsi rilasciare

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sempre un certificato di garanzia sulla natura e sulla qualità della gemma. Il rubino infatti è tra le pietre pre-ziose più colpite dai trattamenti.

Principali trattamenti sui rubini

Trattamento termico: oggi quasi tutti i rubini ven-gono sottoposti a trattamento termico. Il trattamento con il calore serve soprattutto a conferire o ad intensificare il colore oltre che a ridurre o modificare le inclusioni. In commercio il trattamento termico per il miglioramento del colore nei rubini, viene generalmente accettato e di solito non viene dichiarato perché lo si dà per certo.Talvolta si usa definire il trattamento termico come il pro-seguimento e l’ultimazione dell’opera iniziata da madre natura.

Oltre al trattamento termico, esistono altri trattamenti in grado di migliorare la trasparenza, la purezza ed il co-lore dei rubini. Questi trattamenti debbono essere dichiarati al momen-to della trattativa commerciale e debbono essere riporta-

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ti nella garanzia che accompagna il gioiello. Tra i trattamenti più significativi per il rubino, ricordiamo:

Il riempimento delle fratture e delle cavità con vetro al piombo: è un trattamento che compor-ta il riempimento e la sigillatura delle aree vuote della superficie tramite un apposita sostanza (vetro al piombo) che produce un miglioramento dell’aspetto esteriore del-la gemma.Viene definito anche rubino glass filled, rubino ibrido o rubino composito. Oggi ne vengono prodotti ed im-messi sui mercati mondiali più di 20 tonnellate al mese (fonte Ted Themelis) e molti rivenditori, si pensa in buona fede, non sono neanche in grado di distinguerli!

La tintura: è un trattamento che si prefigge lo scopo di conferire un colore o di modificare quello esistente rendendolo più intenso, più uniforme o completamente diverso. Molte volte le gemme vengono fratturate appo-sitamente per far si che la tintura entri in profondità.

La termodiffusione: è un trattamento che prevede l’esposizione della gemma ad alte temperature per con-sentire agli elementi che causano il colore di penetrare attraverso la sua superficie. Questo trattamento è più utilizzato negli zaffiri.

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Il GIA (gemmological institute of America) promuove la dichiarazione di tutti i trattameti, ma in particolare di quelli sopra descritti, perchè modificano non poco il va-lore della gemma.

Oltre ai rubini naturali e naturali trattati esistono anche le imitazioni dei rubini che in realtà non hanno nulla in comune con questa splendida gemma se non una lieve somiglianza nel colore (molte volte è un vetro rosso a cercare di imitare un rubino).Infine, sempre più difficili da identificare, sono i rubi-ni sintetici. Questi rubini sintetici prodotti in laboratorio hanno essenzialmente la stessa composizione chimica e la stessa struttura cristallina della loro controparte na-turale.I rubini più pregiati, quelli che non hanno subito nessu-no dei trattamenti sopra menzionati, vengono venduti in aste dove si preferisce mantenere l’anonimato dell’ac-quirente e raggiungono quotazioni stellari.Molti di questi pregiatissimi rubini provengono dalle mi-niere di Mogok nel Myanmar (ex Birmania) che è la

Altre curiosità sui rubini

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fonte storicamente più importante di rubini al mondo.Sempre in Myanmar nella zona di Mong Hsu si trovano miniere che forniscono una qualità più commerciale ma sempre pregiatissima di rubini.La Thailandia ha esaurito le proprie risorse minerarie ma rimane il primo paese nella commercializzazione di questa fantastica gemma.

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Anello Cestello di Zaffiro con 10 Diamanti

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Zaffiro

Gli zaffiri appartengono alla varietà dei corindoni, che si trovano in un’infinita gamma di colori. Quelli di co-lorazione rossa sono rubini. Solitamente chi pensa allo zaffiro lo immagina blu, ma vi sono zaffiri incolore, zaf-firi rosa, arancioni, verdi, dorati, gialli, viola o neri.I principali giacimenti sono situati nel!’ isola dello Sri Lanka, a nord dell’India settentrionale. Nella regione del Kashmir si trovava un’altra delle miniere rinomate in passato per la qualità cromatica delle sue gemme (il famoso “blu fiordaliso del Kashmir”o “Manto di Ma-donna”), oggi quasi totalmente esaurita. Sempre in Asia sono localizzati altri centri minerari da cui si rica-vano zaffiri come in Thailandia nelle province vicino Bangkok. Vi sono altresì giacimenti in Africa, Nigeria, Kenya, Tanzania, Madagascar, in USA e in Australia. Nella maggior parte delle zone minerarie dove esiste lo

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zaffiro, vi sono anche giacimenti di rubini. L’abbondan-za di zaffiri, in relazione ai rubini, è determinata dalla presenza in natura di maggiori quantità d’ossido di fer-ro, che dà la colorazione cobalto, rispetto all’ossido di cromo che rende rosso il rubino.

Si trovano gemme di zaffiro blu molto più grandi di quanto non siano le gemme di rubino. In rapporto alla quantità reperibile gli zaffiri hanno un valore medio pari ad un terzo dei rubini. Lo zaffiro ha una durezza uguale a quella del rubino (9 nella scala Mohs). Le tonalità del-la gemma vanno dal blu cielo all’azzurro chiaro, fino al blu genziana. Gli zaffiri più pregiati hanno colore blu intenso, senza giungere tuttavia a tonalità troppo scure. Ogni riflesso di nero, grigio o verde diminuisce il valore della gemma. Negli ultimi 20 anni zaffiri di buona qua-lità sono più facilmente reperibili, perché le imperfezioni nebulose possono essere rimosse sottoponendo la pietra ad alte temperature, intensificandone anche il colore e migliorando l’uniformità e la purezza. Questo processo che dissolve le tracce d’altri elementi minerali, ha una grande stabilità.

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Trattamenti termiciLa maggior parte dei trattamenti a cui vengono sotto-posti gli zaffiri sono “trattamenti termici”. Riscaldando la gemma a temperature superiori ai 1600 gradi, con successivo ragionevole rapido raffreddamento, si può ottenere una riduzione notevole della visibilità dei fitti aghi di rutilo, i responsabili di quello che viene commer-cialmente definito come “effetto seta”.Riscaldando invece il cristallo in atmosfera controllata, sempre ad alte temperature ma in presenza di idrogeno e/o carbonio, risulta possibile aumentare la saturazione blu dello zaffiro; al contrario, se il processo avviene in atmosfera altamente ossidante (forte presenza di ossi-geno) si ottiene l’effetto opposto, cioè una diminuzione della saturazione blu.Questi trattamenti vengono effettuati quasi esclusivamen-te su materiale grezzo.

Tiattamenti dellro zaffiro

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Trattamento di termodiffusioneDi ben altro tenore, poiché di gran lunga più inganne-vole e mistificatorio, se non dichiarato, è il processo di “termodiffusione”, letteralmente esploso a livello com-merciale dall’inizio degli anni ‘80. Tuttora utilizzato con sofisticate tecnologie via via in evoluzione, rappresenta un pericolo reale per gli operatori a qualsiasi livello, dato il grado di perfezione tecnica raggiunto. Questo procedimento consiste nel far depositare uno strato sottilissimo di materiale colorante su corindoni pressoché incolori; si riesce a rendere piacevoli e al-tamente remunerative, dal punto di vista commerciale, gemme altrimenti difficilmente commerciabili, e comun-que molto meno attraenti. I risultati della termodiffusione sono sufficientemente stabili ma, trattandosi di un inter-vento di tipo superficiale, questo è facilmente individua-bile nel caso di lucidatura o di ritaglio della gemma stessa.Gemmologicamente, gli esemplari che hanno subito questo trattamento vengono certificati con il nome di corindoni naturali varietà zaffiro trattato con metodo di termodiffusione.

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Infine vi sono gli zaffiri sintetici prodotti in laboratorio che hanno stessa composizione chimica e la stessa strut-tura cristallina della loro controparte naturale. Solo un esperto gemmologo può distinguere una gemma sinte-tica da una naturale, grazie al microscopio è possibile osservare nelle gemme naturali delle inclusioni che solo madre natura è capace di creare, come è possibile osservare delle caratteristiche che si trovano solo nelle gemme di laboratorio e che madre natura non realizza affatto!

Zaffiro prima e dopo il trattamento termico

fonte: http://cisgem.com/gemmologia/zaffiro

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Anello Perla con Pavè di Diamanti CT 1.41

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PerleSi possono definire perle naturali le concrezioni di na-tura estetica multiforme, prodotte da alcuni molluschi marini o di acqua dolce che le realizzano con le stesse sostanze con cui producono la conchiglia. Le perle sono delle gemme organiche, cioè prodotte da esseri viventi quali le ostriche e sono parte integrante del loro orga-nismo, principalmente dalle specie dei mari orientali. Il mollusco produce la perla in risposta ad uno stimolo, è una sua forma di difesa contro un intrusione. Questa intrusione può essere di origine naturale, dovuta ad un piccolo organismo parassita (perla naturale), o indotta dall’uomo con I’ introduzione di un elemento estraneo ali’ interno della cavità palleale (perla coltivata o di col-tura).Per difendersi, l’animale crea una specie di sacca attor-no all’intruso. La sacca inizia quindi a secernere una

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sostanza lenitiva, il nacre, che serve arivestire il corpo irritante. Sia il tessuto della sacca che il nacre vengono prodotti dal mantello del mollusco (la membrana che avvolge il suo corpo e fodera I’interno della conchiglia).Le cellule del tessuto del mantello che danno origine alla formazione del sacco perlifero sono le cellule epiteliali. Mano a mano che gli strati di nacre si depositano sull’ elemento irritante la perla aumenta gradualmente le sue dimensioni. La perla è formata praticamente da nacre , meglio conosciuto come madrcperla. La madreperla è composta da piani di aragonite , una forma particolare di cristallo di carbonato di calcio, a struttura esagona-le cementati insieme con conchiolina. La composizione chimica della perla è: aragonite e calcite (82-92%), conchiolina (4-14%), acqua (2-4%).il termine “perla” deriva dal latino “permula”, il nome con cui si indicava la conchiglia che la contiene. Stori-camente , a causa della sua pratica essenza, la perla è stata una delle gemme più apprezzate da parte dell’ uomo proprio perché appena raccolta era già pronta ad essere indossata. Secondo alcuni storici, un tempo le perle erano ricercate perché si credeva potessero dare, a chi le indossava, salute, forza, eterna giovinezza e felicità coniugale.

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Categorie di perleEsistono due categorie di perle: le perle di acqua dolce e le perle di acqua salata. Come dice la parola stessa, le perle d acqua dolce vengono coltivate nei laghi e nei fiumi, mentre le altre, più pregiate prevengono dall’ oceano e molto spesso dalle lagune. Le tre categorie di perle d acqua salata sono le akoya , le perle tahiti e le perle australiane o south sea.

Perle coltivate Akoya, o GiapponesiVengono coltivate in Giappone e sono sicuramente le più conosciute e le più apprezzate , nascono nelle ostri-che pinctada fucata, I’ ostrica più piccola fra quelle uti-lizzate per la coltivazione delle perle diacqua salata ( va dagli 8 ai 10 mm). Possono essere innestate una sola volta in un età compresa tra 24 e 36 mesi, danno vita ad un massimo di 4 perle

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per raccolto. Il loro periodo di accrescimento varia dai 6 ai 24 mesi, e per il 70% riescono a produrre perle sferiche. Le forme variano dalla sferica alla barocca con colori che vanno dal bianco o crema , al rosa ed allo champagne. Il loro diametro va da 1 a 9 mm (6mm- 7mm più comune), rarissimo il 10 mm.

Perle coltivate TahitiNascono nella pinctada margaritifera o “ostrica dal labbro nero” una conchiglia che può raggiungere i 30 cm di diametro ed arrivare quasi a 5kg di peso. Viene coltivata nei mari della Polinesia francese e nelle isole

Orecchini con Perla e Diamanti CT 0.34

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Cook. Può essere innestata sino a tre volte, in un età compresa tra i 30 ed i 36 mesi producendo una sola perla per volta. Il periodo di accrescimento di queste perle varia dai 18 ai 24 mesi e solo il 30/40% del raccolto e di forma sferica. Generalmente le perle che si ottengono variano da misure che vanno dagli 8 ai 17 mm e di diametro (9mm-llmm più comune). Una curiosità particolare è che, a differenza delle altre, le ostriche che creano le perle nere sono molto più delicate e in ogni coltivazione ne muoiono tantissime.Questo è uno dei fattori che le rende così costose e rare. Le loro tinte variano dal melanzana, al verde pavone, al grigio metallico, al blu grigiastro.

Anello Perla Tahiti con Diamanti CT. 0.28

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Perle coltivate Australiane, o dei Mari del Sud - Sauth seaNascono nella pinctada maxima, la più grande tra tutte le ostriche che producono perle di acqua salata qualità gemma . La conchiglia della P. maxima può superare il diametro di 30 cm e i 5kg di peso. Come dice il loro nome per la maggior parte vengono coltivate in Austra-lia, ma esistono coltivazioni anche in Indonesia e Filip-pine. Possono essere innestate sino a quattro volte, in un età compresa tra i 20 ed 36 mesi e producono una sola perla per volta. Il loro periodo di accrescimento varia dai 18 ai 36 mesi e solo il 25/40% del raccolto e di forma sferica. Generalmente , sono più grandi delle perle tahitiane infatti possono andare da un minimo di 9mm fino ad un massimo di 20mm (10mm-15nnm più comune), ma sono state raccolte anche perle da 28mm di diametro. Il loro colore varia dal bianco con sfumatu-re argento, al bianco, rosa e oro.

Filo di perle Australiane a Scalare CT 420

Orecchini Perla Australiana e Diamanti CT 2.04

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Perle coltivate di acqua dolce - HyriopsisVengono coltivate in Cina, Giappone e Stati Uniti all’in-terno di laghi e fiumi di acqua dolce. Si ottengono da di-versi molluschi appartenenti alla famiglia degli Unionidi. Tra la specie più comuni presenti in Cina ricordiamo la hyriopsis Cumingi e la Cristaria Plicata. Queste ostriche arrivano fino ad un massimo 20 - 22 cm di dimensioni. Raramente vengono innestate per due volte consecutiva-mente, la loro età al primo innesto è compresa tra i 12 ed i 24 mesi, il loro periodo di accrescimento varia dai 24 ai 72 mesi e solo il 2% del raccolto è di forma sfe-rica. Sono le perle maggiormente presenti sul mercato, questo è dovuto al fatto che i molluschi di acqua dolce possono produrre fino a 40 perle coltivate dall’ innesto di 50 frammenti di tessuto. A differenza delle prime tre, infatti queste perle sono composte completamente di na-cre e non presentano nessun nucleo interno. Si presen-tano nelle più svariate forme e tinte, con dimensioni che vanno dai 2mm ai 13mm (6mm-10mm più comune).

Altri tipi di perlePerle blisterQueste perle sono di solito delle perle 3/4 o delle mez-ze perle con forme sopratutto in quelle naturali spesso irregolari. Si formano a contatto con le valve della con-Anello con Perla Freshwater

7/7,5 mm

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chiglia per reazione alla presenza di un corpo estraneo solitamente di un parassita che, perforando il guscio, ha raggiunto la parte interna del mollusco. Per ottenere perle blister coltivate bisogna inserire a contatto del guscio interno un nucleo, solitamente sferico, ma che può presentare le più svariate forme. Lasciato per un periodo variante da uno a tre anni, viene ricoperto di perlagione per tre quarti.Le blister coltivate si ricavano abitualmente dalla Pincta-da Margaritifera e Pinctada Maxima, con molluschi alla fine del ciclo produttivo perché per la raccolta, il guscio deve essere segato.

Perle composte, o MabèLa fabbricazione della perla Mabè (termine giap-ponese) si fonda sul principio della formazione della blister, il riempimento dalla semisfera (Mabè di for-ma classica), viene effettuato con resina, gomma-lacca o altre sostanze affinchè la Mabè sia più bella e più solida possibile. Il tipo di conchiglia che serve esclusivamente per la fabbricazione delle perle Mabè e scientificamente chiamato “Pteria Penguin”.

Perle KeshiII termine giapponese “keshi”, che letteralmente signifi-

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ca sabbia, in realtà indica le concrezioni carbonatiche formatesi nelle gonadi del mollusco, successivamente all’innesto del nucleo di madrcperla per far si che si formino le perle coltivate. Le keshi si possono quindi formarenei diversi molluschi utilizzati per la coltivazione di per-le, come ad esempio la Pinctada Maxima e la Pinctada Margaritifera.Queste perle devono essere considerate coltivate a tutti gli effetti poiché si formano solo a causa dell’intervento umano.

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Il sistema di classificazirone delle perle

Questo sistema classifica le perlesu una scala che va da AAA ad A, con AAA che rappresenta il più alto grado di qualità.Questa scala di classificazione è comune solo per le perle d’acqua dolce e per le perle Akoya.Per attribuire il grado di un gioiello composto da più perle si tiene conto della qualità del numero più alto di perle.

AAA: perle della più alta qualità, virtualmente senza difetti. La superficie della perla ha un lustro molto alto, e almeno il 95% della superficie non ha alcun tipo di difetto.

AA+: perle di alta qualità, lustro molto alto e almeno l’85% della superficie non ha alcun difetto.

AA: la superficie della perla ha un lustro alto, e almeno il 75% della superficie non ha alcun difetto.

A+: la perla è ancora considerata una gemma, ha un

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lustro non molto elevato, la superficie può comportare qualche difetto ma senza superare il 25%.

A: questo è il minimo grado per le perle, con lustro basso, e/o più del 25% della superficie riporta difetti.

Criteri di valutazione delle perleDimensioneFondamentale è la differenza tra i diversi tipi di perle: giapponesi, di acqua dolce, australiane e tahitiane . A seconda delle loro misure, calcolate sempre in millimetri e con speciali calibri, si determina il valore . Se per una perla australiana 10-11 mm è la norma, per una giapponese si tratta di un fenomeno raro e quindi molto pregiato.

Superficie di perlagionePiù la perla appare “pulita” in superficie, cioè esente da imperfezioni o difetti, maggiore sarà il suo valore. Quindi una perla che presenta massima omogeneità e nitidezza della superficie, avrà un valore decisamente

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maggiore di una perla che presenta delle imperfezioni rilevabili ad occhio nudo su un fondo di colore neutro.

LucentezzaEspressione importante dello spessore degli strati per-lacei e della loro perfetta sovrapposizione intorno al nucleo. Definisce l’iridescenza delle perle, cioè la sua luce. Poeticamente paragonabile a quella lunare, magi-ca e misteriosa. Tecnicamente l’oriente della perla può essere eccellente, molto buono, buono, discreto e scar-so.

FormaSferica è quella più pregiata per qualunque tipo. Evoca l’idea della perfezione. Non meno affascinante quella barocca per le particolari irregolarità. La forma viene classificata in sette categorie standard che sono: sferica, semi-sferica, ovale, a goccia, semi-barocca, barocca e altre (quest’ultima voce racchiude tutte quelle perle che non rientrano nella categorie precedenti).

ColoreII colore di una perla varia in relazione alla qualità. Per valutarne correttamente la bellezza, bisogna appog-giare la perla su una superficie bianca illuminata da

Orecchini con Perle Barocche e Diamanti CT 0.13

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lampade senza raggi ultravioletti. In tutto lo splendore apparirà il bianco con sfumature rosa, verde argento e crema per le perle giapponesi.

Breve storia della perla

I popoli arabici ed islamici, da sempre considerati i maggiori ammiratori delle perle, credevano fossero goc-ce di rugiada piovute dal cielo. Sebbene tutti sanno che le perle non piovono dal cielo, sono in ogni modo consi-derate un evento miracoloso. Il desiderio di possederne sempre di più , portò alla fine del XVIII secolo , ad un difficile reperimento di perle nell’ambito di un ambien-te naturale. L’incessante richiesta aveva completamente portato all’esaurimento dei maggiori banchi perliferi na-tural situati al largo delle coste dello Sri Lanka, delle Americhe, del Mar Rosso e del Golfo Persico.Il colpo fatale per la loro sopravvivenza si ebbe nel 1919, quando nella zona di golfo persico fu scoperto il petrolio, l’inquinamento dovuto alle opere di estrazione che ne seguirono, condannò definitivamente gli habitat marini un tempo ricchi e prosperosi di banchi ostriferi. Il pericolo incombeva anche in Australia dove la raccolta

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eccessiva ed indiscriminata dei molluschi perliferi stava portando ad una veloce scomparsa delle popolazioni di ostriche dei Mari del Sud già alla fine del XX secolo.Fu in quel periodo che il giapponese kokici Mikimoto, grande ricercatore, ossessionato dall’idea di riprodurre il processo naturale di accrescimento delle perle, l’il lu-glio 1893 , ottiene la prima perla coltivata della storia . La scarsità delle perle naturali, sia nuove che vecchie, le rende un articolo molto difficile da reperire ai giorni nostri, infatti il mercato moderno delle perle si basa qua-si esclusivamente sulle perle coltivate. Per la produzione delle perle intere esistono due metodi di coltivazione : quella con innesto di nucleo sferico, che viene utilizzato principalmente nei molluschi perliferi di acqua salata, dove un tecnico esperto esegue una vera operazione chirurgica per inserire il nucleo sferico e un frammento di tessuto del mantello, contenenti cellule epiteliali all’inter-no, o in prossimità, delle gonadi, (I’ organo riproduttivo dei molluschi); quella con innesto del tessuto di mantello,che viene utilizzato principalmente nei molluschi perliferi di acqua dolce, dove un tecnico esperto trapianta un frammento di tessuto di mantello - e non il nucleo - all’in-terno del corpo del mollusco, in un ampia area carnosa del mantello anziché nelle gonadi dell’animale.

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Cura e conservazione delle perle

A differenza di molte altre gemme, le perle necessitano di cura e attenzione per risaltare nella loro massima bel-lezza. Ecco alcuni suggerimenti:Le perle possono avere una durata anche di centinaia di anni, se nella loro conservazione vengono osservate alcune regole fondamentali.Nella composizione di queste gemme è presente una determinata quantità di acqua, la quale, in caso di ec-cessiva disidratazione, provoca mutamenti di struttura in conseguenza dei quali si hanno danni irreversibili da compromettere la bellezza originaria delle perle.Onde evitare detti inconvenienti, esse non devono esse-re tenute in ambienti molto secchi, ne in quelli eccessiva-mente umidi per un prolungato periodo di tempo.Si sconsiglia di riporre le perle per lunghi periodi all’in-terno di una cassaforte in assenza di ricambio d’aria,

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favorendo anche in questo caso la disidratazione.A causa dello scarso coefficiente di durezza (2,5-4) le perle possono scalfirsi e logorarsi se vengono a contat-to con materiali più duri come la maggior parte delle pietre.Riponete sempre le perle nell’apposita custodia. E’ forte-mente sconsigliato riporre gioielli tutti insieme in un uni-co contenitore e senza nessuna protezione.Le perle temono i profumi, le lacche ed i cosmetici. Al-cool e sostanze acide possono danneggiarle. Prima di riporle strofinatele molto delicatamente con un panno morbido e asciutto. E’ consigliabile evitare, se si tratta di un filo, il contatto con I’ acqua poiché potrebbe in-debolirsi.Una volta ogni tre anni, a secondo dell’uso, vi consi-gliamo di fare controllare l’infilatura del vostro collier di perle.

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L’ametista: appartiene alla famiglia dei quarzi cristallini ed il suo colore violetto lo deve alla pre-senza di tracce di ferro. E’ la qualità di quarzo ritenuta più bella e preziosa e spesso è imitata con il vetro anche se la contraffazione non è mai perfetta perché mostra al suo interno piccole bolle d’aria.

La Tanzanite: Chiamata anche “ la gemma del po-polo Masai” si trova esclusivamente in Tanzania. Fu sco-perta nel 1967 e venne alla ribalta grazie a tiffany che presentò la pietra al pubblico con una spettacolare cam-pagna promozionale due anni dopo la sua scoperta. Il blu della tanzanite è magnifico e spettacolare, andando daN’ultramarino ad un leggero blu purpureo. Il colore più ricercato è un blu che mostra una sfumatura purpu-rea luccicante intorno ad essa. La gemma nel momento dell’estrazione presenta uno sgradevole colore bruna-stro che viene rimosso grazie al riscaldamento, ormai accettato in tutto il mondo.

Altre gemme utilizzate in gioielleria

Anello Cestello di Tanzanite con 14 Diamanti

Pendente Cestello con Ametista e Diamanti CT 0.32

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Collier di Diamanti con Goccia di Acquamarina

L’acquamarina: sorella minore dello Smeraldo che assieme a Morganite e Eliodoro forma la famiglia del Berillo. Il nome deriva dal fatto che questa varietà di berillo ha un colore che ricorda quello dell’acqua del mare, limpida dai colori delicati che richiamano anche quelli del cielo terso e pulito. I principali giacimenti sono in Brasile.

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II Diamante Hope (Speranza) è un diamante di un in-tenso colore blu e del peso di 45.52 carati. Si rac-conta che sia stato disincastonato dall’occhio di una statua di un idolo indiano, scatenando una maledizione che colpisce tutti i proprietari della pietra. Logicamente sono fandonie, però è vero che quasi tutti coloro che ne sono entrati in possesso hanno subito atroci disgrazie di ogni sorta. Attualmente il diamante è di proprietà dello Smithsonian Institute che lo espone nel suo museo di Washington.

Gemme famose

Diamonte Hopefonte: http://siarchives.si.edu/collections/siris_sic_8819

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Smeraldo Moghul, scoperto nel 1695. Si tratta di una pietra del peso di 217,8 carati, lunga 10 cm, decora-ta da un lato con delle preghiere, e dall’altro con dei complicati motivi floreali. Questa preziosa gemma fu aggiudicata pochi anni fa ad un anonimo compratore durante un’asta di Christie’s, per l’incredibile cifra di 2,2 milioni di sterline.

Smeraldo Moghulfonte: http://gangafineminerals.

blogspot.it/2013/06/lo-smeral-

do-moghul.html

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Rubino del Principe Nero è in realtà un grande spinello rosso risalente al 1366 dC. Oggi è montato sulla par-te anteriore della Corona Britannica, che si trova nella Torre di Londra. Tale Corona contiene altre gemme fa-mose come lo Zaffiro Stuart, Zaffiro di S. Edoardo e il Diamante Cullinan II.

Il famoso Rubino del Principe Nerofonte: http://gioiellis.com/tutto-sullo-spinello/

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La Stella dell’India è il più grande zaffiro a stella del mondo con i suoi 563,35 et. Formatosi circa 2 miliardi di anni fa, è stato scoperto in una miniera dello Sri Lan-ka nel XVIII0 secolo. Questo zaffiro tagliato a cabochon ha anche la caratteristica inusuale di avere la stella da entrambi i lati.Nel 1964 è stato rubato assieme ad altre pietre prezio-se. Non era assicurato ed era protetto solo da un siste-ma d’allarme che non era nemmeno funzionante perché aveva la batteria scarica. Dopo l’arresto dei ladri, è stato ritrovato in una stazione degli autobus ed ora si trova presso il Museo Americano di Storia Naturale a New York.

Stella dell’Indiafonte: https://it.wikipedia.org/

wiki/File:Star_of_India_Gem.JPG

La Perla di Allah è la perla più grande del mondo sco-perta nel 1934 nell’isola di Palawan nelle Filippine. Ha un diametro di 9,45 pollici e pesa 6,4 kg. Si dice che è stata scoperta da un giovane pescatore di perle musulmano. Vedendo la perla all’interno dell’ostrica, il pescatore ha cercato subito di prenderla. Ma il suo en-tusiasmo lo ha reso imprudente e le sue mani sono state catturate dal mollusco. Purtroppo, ha incontrato la sua fine proprio lì. La perla gigante e il corpo del pescato-re sono stati poi portati in superficie dai suoi colleghi. Mentre cercavano di liberargli le mani, gli altri pescatori di perle hanno fatto l’incredibile scoperta.

La perla di Allahfonte: http://www.svet-skoljk.si/

notizie/

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Avere cura del vostro gioiello Regolarmente, ad eccezione degli smeraldi e delle gemme trattate, potete pulire voi stessi i vostri gioielli spazzolandoli delicatamente con uno spazzolino a seto-le morbide ed acqua tiepida insaponata, passandoli in acqua corrente e asciugandoli con un panno morbido.La manutenzione degli smeraldi e delle perle deve esse-re eseguita da un nostro tecnico specializzato.I gioielli subiscono delle scalfiture se vengono a contatto tra loro, ogni gioiello deve essere riposto nell’apposita custodia. E’ fortemente sconsigliato riporre i gioielli tutti insieme in un unico contenitore e senza nessuna prote-zione.Prima di indossare il gioiello controllate sempre la chiu-sura e l’eventuale sicura; verificate che le pietre siano fis-sate ai castoni muovendo leggermente il gioiello vicino l’orecchio, se sentite un leggero rumore non indossatelo, perché alcune griffe si sono spostate.Recatevi presso una nostra boutique dove un tecnico specializzato rimetterà a nuovo il vostro gioiello.

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Lo sapevate che...Estrarre i diamanti è difficile e costoso: non tutti i giaci-menti diventano fonte di estrazione e non tutti i diamanti estratti sono destinati a diventare gemme.

Si pensava fosse il rubino più grande del mondo con i suoi 10.700 carati ma si è rivelato un falso. Usato per salvare un’azienda dal fallimento è stato valutato inizialmente 11 milioni di sterline ma il suo prezzo è crollato vertiginosamente dopo accurati controlli succes-sivi. Al suo interno vi è la presenza di piccole gemme ma il loro valore non si avvicina neanche lontanamente al prezzo iniziale.Ovviamente all’azienda che lo aveva portato per rim-pinguare i bilanci non resta che pagare dei debiti ultra milionari.

Nel settore dei diamanti lavorano più di 10 milioni di persone. In Africa i guadagni derivati da tale settore servono per la costruzione di strade e ospedali, e per il finanziamento delle scuole.

fonte: http://www.tgcom24.

mediaset.it/mondo/articoli/artico-

lo474290.shtml

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Nel 2003 il settore dei diamanti ha istituito il Kimberley Process per impedire il commercio di diamanti da con-flitti. Attualmente, più del 99% della produzione mon-diale dei diamanti è corredata da documentazione che certifica la loro provenienza da regioni nelle quali non sono in corso conflitti.

La nostra azienda non commercializza diamanti prove-nienti da fonti illecite o da attività coinvolte nel finan-ziamento dei conflitti. La presente dichiarazione viene resa sulla base delle personali conoscenze e/o delle garanzie scritte rilasciate dai nostri fornitori di diamanti.

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La Di Prima Gioielli Group nasce a Sommatine, piccolo centro collinare dell’entroterra Siciliano, situato a 25 km dal capoluogo Caltanissetta. E’ qui che II 29 marzo 1979 il Sig. Di Prima Pietro assieme alla moglie Maria avvia un negozio al dettaglio che diventa punto di rife-rimento a Sommatino e dintorni per acquisti raffinati ed eleganti, sotto il nome di Center. Con il passare degli anni e la crescita dei figli Finella e Antonio, che da su-bito dimostrano una spiccata vocazione commerciale, il Sig. Pietro decide di ampliare l’azienda allestendo un laboratorio con il marchio 8CL assumendo maestri orafi provenienti da Valenza Po. Questa ingegnosa stra-tegia risulta essere vincente e porta all’inserimento nel gruppo Di Prima, di Salvatore e Daniela rispettivamente fidanzati e futuri coniugi di Finella e Antonio. Entram-bi studiano e si specializzano ognuno per il suo ramo

Di Prima Gioielli Group

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aziendale. Salvatore seguendo le tradizioni dei maestri Valenzani diventa un eccellente maestro nella lavorazio-ne dei metalli preziosi, mentre Finella e Daniela intraprendono la strada del designer e del marketing. Nel frattempo Antonio, seguendo la sua passione per le gemme preziose, studia e raggiunge l’ambito traguardo di diventare Gemmologo GIÀ, iscrivendosi al Collegio Italiani Gemmologi nonché al n. 1 come perito per il Tribunale di Caltanissetta. Le varie specializzazioni fan-no si che ogni componente del gruppo ricopra un ruolo aziendale ben definito, consentendo all’azienda di cre-scere e trasformarsi, in meno di tre lustri, da negozietto di paese a fabbrica di gioielleria. Appagati dai risultati ottenuti ma sempre ambiziosi, l’ormai consolidato grup-po Di Prima che conta già numerosi unità lavorative, il 22 marzo 1997 decide di aprire uno show room di alta gioielleria nel centro storico di Caltanissetta. Anche questa manovra commerciale rischiosa, ma studiata in ogni dettaglio, risulta essere azzeccata tanto da far di-ventare il negozio di Caltanissetta emporio del gioiello nel giro di pochissimo tempo. Sulle orme del negozio di città, il 24 aprile 2004 si decide di aprire un secon-do show room mono immagine sul centralissimo corso della cittadina di Canicattì, prosperoso centro urbano che vanta un forte commercio internazionale nel campo

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dell’agricoltura. Come nel caso del primo negozio an-che questo di Canicattì ottiene attestati di stima e gran-di riconoscimenti da una clientela sempre più attenta ed esigente. Visto il continuo espandersi del gruppo, la proprietà decide di acquistare uno stabile su 3 piani di fronte lo storico negozio di Sommatine per adibirlo a fabbrica ed uffici. Oggi la Di Prima Gioielli Group è ‘ proprietaria di 3 marchi registrati, produce gioielli per i propri negozi e per altre gioiellerie e può contare su un team affiatato sempre in crescita formato da I designer, programmatori, orafi, incastonatori, rappresentanti e addetti alle vendite. L’azienda giovane e dinamica che si sta affermane! su tutto il territorio regionale, punta a crescere anche in ambito nazionale, senza distogliere lo sguardo anche in campo internazionale.L’azienda si è sempre contraddistinta per la sua pro-fessionalità, l’eleganza, la preparazione del proprio personale, nonché per la qualità e l’unicità dei gioielli prodotti.

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Conferenze tenute dal nostro gemmologo Dr. Antonio Di Prima

03/12/2000 Rotary Club Caltanissetta - Conferenza sui diamanti 19/05/2004 Università delle tre età di Canicattì - Conferenza sui diamanti 28/11/2004 Canicattì - Mostra di gioielli e conferenza sulle gemme 01/04/2005 Rotary Club Valle del Salso - Conferenza sui diamanti 02/03/2006 Rotary Club Caltanissetta - Conferenza sui diamanti 17/06/2006 Rotary Club Canicattì - Conferenza sui diamanti 19/11/2006 Sez. Fidapa di Caltanissetta -Conferenza sui diamanti 20/12/2006 “Progetto Novecento” Dante Alighieri Caltanissetta Mostra gioielli e Conferenza sui diamanti16/01/2007 Sez. Fidapa di Canicattì - Conferenza sui diamanti 02/02/2007 Sez. Fidapa di Ravanusa e Campobello di Licata - Conferenza sulle gemme 21/09/2007 Fiera del minerale e del fossile di Caltanissetta - Conferenza sulle gemme 24/11/2007 Rotary Club Mussomelli Valle dei Platani - Conferenza sui diamanti 30/11/2008 Sez. Fidapa di Caltanissetta -Conferenza sulle perle 19/09/2009 Museo Mineralogico Caltanissetta - Conferenza minerali e perle 13/02/2010 Sez. Fidapa di Cnltanissetta - Conferenza sull’avorio 18/11/2010 Rotary Club Cali anissetta - Conferenza sulle perle e sul mondo dei gioielli 11/12/2011 Associazione Mogli Medici Italiani - Conferei iza sulle perle 02/04/2012 Università delle tre età di Canicattì - Conferì nza sulle perle e sulle gemme 30/11/2012 Rotary Club San Cataldo - Conferenza sulle | lerle e sul colore

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