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Il Nord-Est è il territorio a più alta densità di innovazione e creatività per metro quadro al mondo Il Nord-Est è il territorio a più alta densità di innovazione e creatività per metro quadro al mondo Il logo è composto da sette esagoni, le sette categorie che compongono l’INNOVeTION VALLEY: moda, arte, design, architettura, attività performative, tecnologia e ricerca. 2 3
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Il Nord-Est è il territorio a più alta densità di innovazione e creatività per metro quadro al mondo
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Il Nord-Est è il territorio a più alta densità di innovazione e creatività per metro quadro al mondo

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Il Nord-Est è il territorio a più alta densità di innovazione e creatività per metro quadro al mondo

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cos’è innovetion valley

Il termine INNOVeTION VALLEY [ˌɪn.əʊˈve.ʃɵn ˈvæl.i] è un

neologismo che in italiano significa “valle dell’innovazione”.

Sostanzialmente, si tratta della vasta regione che coincide con

il Nord-Est d’Italia. “INNOVeTION” fa riferimento alla fortissima

concentrazione di industrie della creatività e dell’innovazione e

“VALLEY” si riferisce all’estensione. Questo territorio non ha una

città principale, perché la densità di protagonisti e di centri

importanti che gravitano attorno alle sue province – come

Venezia o Trieste, Treviso o Vicenza – è tale da non consentire

soluzioni di continuità. Un’unica, vasta area metropolitana

con circa sei milioni di abitanti. I suoi protagonisti sono gli

innovators.

Il logo è composto da sette esagoni, le sette categorie che

compongono l’INNOVeTION VALLEY: moda, arte, design,

architettura, attività performative, tecnologia e ricerca.

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mission

INNOVeTION VALLEY è un progetto di pianificazione

strategica del nuovo Nord-Est.

INNOVeTION VALLEY mette in rete imprese ed istituzioni

pubbliche e private, cultura e ricerca, innovazione e

tradizione, con la realtà sociale.

INNOVeTION VALLEY promuove internamente ed

esternamente la sua unicità

INNOVeTION VALLEY è un vero e proprio attivatore e

dispositivo sociale, culturale, economico e politico.

INNOVeTION VALLEY produce e crea un territorio, agendo

con il tema dell’innovazione e della creatività sulla società e

sul sistema imprenditoriale, con particolare riferimento ai

giovani.

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obiettivi

Aumentare esponenzialmente la visibilità del territorio e

della rete creativa/culturale/economica del Nord-Est sotto un

unico nome: INNOVeTION VALLEY.

Creare un contesto culturale contemporaneo e internazionale

che diventi un attivatore del sistema economico e sociale del

territorio.

Creare un territorio attrattivo per investimenti economici e

culturali e per la classe creativa internazionale.

Attivare la rete giovanile attraverso i temi dell’innovazione e

della creatività.

Creare una corporate image condivisa del Nord-Est in ragione

della quale un prodotto o un servizio venga immediatamente

ricondotto all’INNOVeTION VALLEY.

Creare un network avanzato di aziende, artisti, designer,

creativi e innovatori.

Costruire programmi operativi per le aziende e le realtà

culturali, visto il peso sempre crescente dell’economia della

conoscenza.

Pianificare e attivare progetti sperimentali che permettano al

contesto locale una forte competitività in contesti globalizzati.

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comitato scientifico

INNOVeTION VALLEY è un progetto ideato da Cristiano

Seganfreddo e prodotto da Fuoribiennale. Si avvale di un

comitato scientifico composto da Flavio Albanese, direttore

di Domus e presidente di ASA Studio Albanese, Marco Bettiol, ricercatore, Università di Padova e Venice International

University, Massimiano Bucchi, sociologo, Università di

Trento, e coordinatore del comitato scientifico di Observa

Science in Society, Luca De Biase, giornalista e scrittore,

responsabile di Nova24/Il Sole24Ore, Maria Luisa Frisa,

direttore del Corso di Laurea in Design della moda, Università

IUAV di Venezia, Stefano Micelli, economista, Università

Ca’ Foscari di Venezia, e direttore di Venice International

University, Pier Luigi Sacco, economista della cultura,

Università IUAV di Venezia e direttore scientifico di Goodwill,

Cristiano Seganfreddo, direttore di Fuoribiennale.

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azionidell’innovetion valley

2008

INNOVeTION VALLEY MAGAZINE: la rivista degli

innovators, in uscita da

dicembre 2008.

CREATIVE REVOLUTION3:

ciclo di incontri sulla

contemporaneità nei

luoghi del Nord-Est ad alta

specificità.

IL GIORNALE DELL’INNOVeTION VALLEY: la doppia pagina

del Corriere della Sera/

Corriere del Veneto,

l’appuntamento quindicinale

alla scoperta delle eccellenze

imprenditoriali e culturali del

Nord-Est.

ADUNATA DEL CONTEMPORANEO:il battesimo dell’Innovetion

Valley, una notte di arte

design, installazioni,

performance, musica dedicata

ai creativi e agli innovators di

tutta Italia.

2009

PRESENTAZIONE DI INNOVeTION VALLEY A NEW YORK, presso l’Istituto

Italiano di Cultura

INNOVeTION VALLEY DESIGNSHOW: mostra sul

design Veneto, presso la

Fornace di Asolo (TV)

PARTECIPAZIONE A GRANDI EVENTI INTERNAZIONALI come La Biennale di Venezia,

Frieze Arta Fair, 100% Design,

Art Basel

E POI ancora Innovetion

Magazine, Creative4, la

doppia pagina del Corriere

del Veneto, l’Adunata del

Contemporaneo 2009

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innovetion valley magazine

È la rivista dell’Innovetion Valley e ne descriverà le eccellenze,

le specificità e contraddizioni, per incrementarne la

consapevolezza interna e rafforzarne l’identità, per raccontare

ad un pubblico nazionale ed internazionale le storie di decine

di innovators, e per permettere una riflessione ad ampio

raggio sul ruolo della creatività nell’economia contemporanea.

Sarà una rivista contemporanea incentrata su un territorio

specifico, quello del Nord-Est, che verrà raccontato con un

linguaggio internazionale e secondo codici globali.

Ogni servizio racconterà gli innovators attraverso il lavoro

degli stessi: fotografi, creativi, stilisti, stylist dell’Innovetion

Valley interpreteranno luoghi, prodotti, persone, immaginari.

La rivista avrà contenuti sia in italiano che in inglese,

nell’intento di coinvolgere da subito una readership

internazionale. Nel 2009 il magazine avrà uscita trimestrale,

che diventerà mensile già dal 2010.

Sarà distribuita anche in allegato al Corriere della Sera/Corriere

del Veneto e sarà rivolta ad un target ad ampio spettro, di

età superiore ai 20 anni, di entrambi i sessi, internazionale,

interessato alla realtà contemporanea in ogni sua espressione

(musica, moda, arti visive, tecnologia, architettura, design,

economia), al quale comunicare l’Italia dei creativi, degli

innovators, aperta al sogno, al rischio, al cambiamento, alla

trasformazione.

Sarà prevista anche una versione on-line della rivista,

raggiungibile attraverso il portale web dell’Innovetion Valley

issue 1 decembre 2008

payoff titolo tematico

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il giornale dell’innovetion valley

La doppia pagina del Corriere della Sera/Corriere del Veneto,

appuntamento quindicinale pensato per raccontare le

eccellenze del Nord-Est nel campo culturale ed imprenditoriale,

e per divulgare ad un vasto pubblico i risultati dei recenti

dibattiti sull’economia contemporanea.

Un progetto pilota che ha riscosso grandi consensi e che sta

incrementando la consapevolezza interna ed esterna in merito

alle preziosità creative del territorio e alle sue attuali sfide

competitive.

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innovetion valley designshow

Grande mostra sul design veneto, presso la Fornace

dell’Innovazione di Asolo (TV), curata da Alberto Bassi, Giorgio

Camuffo, Maria Luisa Frisa.

La mostra metterà in scena tutta la ricchezza progettuale,

produttiva, economica e comunicativa del territorio nordestino

e si svilupperà attorno al dialogo fra impresa, committenza

pubblica e cultura del progetto, declinata in particolare nel

product, fashion e visual design.

L’organizzazione dei materiali graviterà attorno a tre parole

chiave, una sorta di volano di rimandi: RICERCA, RISCHIO e

SOGNO, e i temi affrontati troveranno restituzione fisica e

visiva attraverso una serie di oggetti attentamente selezionati

presso le imprese del territorio e scelti sulla base dei loro

caratteri innovativi.

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creative r’evolution3

Terzo ciclo della serie di incontri di approfondimento sul

sistema contemporaneo italiano tra arte, design, impresa e

territorio. Uno degli appuntamenti più attesi e di successo –

vincitore del Premio Longhi della Provincia di Vicenza come

attività più innovativa del 2006 - che da ottobr 2008 e a

marzo 2009 accenderà i propri riflettori in luoghi ogni volta

diversi con una rosa di relatori sempre varia ed eterogenea:

da architetti a sociologi, da filosofi ad artisti ad industriali,

creando il mix necessario per la realizzazione del progetto

Innovetion Valley.

Creative R’evolution3 dedicherà particolare attenzione al tema

della next generation – imprenditori di ultima generazione

che affrontano con creatività il futuro delle grandi dinastie

aziendali – e della moda, con serate speciali realizzate in

collaborazione con Maria Luisa Frisa, Direttore del corso di

laurea in design della moda dell’Università IUAV di Venezia.

Come ogni anno, gli incontri verranno ospitati in luoghi

inaspettati e inediti: dagli archivi aziendali a nuove sedi di

fondazioni, dai palazzi avveniristici a ville storiche.

Tra gli ospiti di Creative R’evolution3: Flavio Albanese, Giorgio

Camuffo, Lapo Elkann, Jovanotti , Mario Lupano, Francesco

Morace, Carlo Petrini, Michelangelo Pistoletto, Italo Rota, Pier

Luigi Sacco, Irene Tinagli, Stefano Tonchi.

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presentazione di innovetion valley a new york

Il 16 gennaio 2009 Innovetion Valley sarà ospite dell’Istituto

Italiano di Cultura di New York, per presentare il progetto

agli stakeholder internazionali (media, imprese, istituzioni)

e ad un pubblico di imprenditori e cittadini italiani residenti

all’estero. La giornata sarà un’occasione per riflettere sulla

creatività Made in Italy, per presentare alcune delle eccellenze

imprenditoriali ed artistiche del territorio del Nord-Est e per

rafforzare a livello internazionale il network e il sistema degli

innovators.

All’evento saranno presenti alcuni protagonisti economici ed

istituzionali italiani.

Per l’occasione verrà prodotta una speciale mappa di tutte le

sedi e gli store più seducenti e creativi delle aziende Made in

Italy presenti a New York, e, a conclusione della serata, verrà

organizzato un grande party in uno di questi luoghi magici

della grande mela.

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adunata del contemporaneo

Flusso continuo di eventi, mostre, concerti, dj-set, performance,

reading, che durante un’intera notte chiameranno a raccolta,

anche nel 2009, più di 50 mila creativi, promuovendo e

diffondendo i temi e i progetti dell’Innovetion Valley.

L’edizione 2008 si è tenuta il 6 settembre a Bassano del

Grappa (VI) riscuotendo un grande successo di pubblico

e ottenendo un’importante eco mediatica a livello locale

e nazionale. Un evento capace di connettere arte, moda,

ricerca, design, architettura, economia e di coinvolgere

contemporaneamente esperti, addetti ai lavori, appassionati

e curiosi di tutte le età.

ADUNATA DEL CONTEMPORANEO

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dicono e scrivonodi innovetion valley:

Il Corriere della Sera

Il Corriere della Sera/Corriere del Veneto

La Repubblica - Affari e Finanza

Il Sole 24 ORE

Il Giornale di Vicenza

Il Mattino di Padova

La Tribuna di Treviso

La Nuova di Venezia

Io Donna

D Repubblica

Vanity Fair

Glamour

Il Gazzettino

Inside

2 Night

Exibart

Flash Art

Fare Impresa

Gruppo Epolis

Kyos

LOOK

Vice

The End

Qoob

Tqfter

Mtv

All Music

Radio Deejay

Adnkronos

Corrieremagazine

Style.it

Exibart.com

Il Sole 24 OreDomenica 7 Settembre 2008 - N. 247 Economia e imprese 13

Classifiche. La lista Mastercard delle aree urbane più internazionali

OLTRE ILFESTIVALMercoledì aprel’evento sull’architetturamentre la Lagunafa i conticon i numeri deludentidellasettimana del cinema

Stefano CarrerTOKYO. Dal nostro inviato

Mossa inaspettata, ieri se-ra, al termine del concerto del-la Filarmonica della Scala allaSuntoryHalldiTokyo:nelmez-zo degli applausi – durati oltre15 minuti – il maestro ChungMyung-Whunèscesotrailpub-blico, per applaudire gli orche-strali come un qualsiasi spetta-tore. Un evento che farà discu-tere i musicofili e di cui il diret-tore d’orchestra coreano assi-curalaspontaneitàcomeomag-gio ad amici, che lui ha invitatoperil9settembreinunristoran-te di Seul. La tournée asiaticadella Filarmonica milanese(sette concerti in dieci giorni)prevede infatti una tappa suc-cessiva in Corea e in seguito ildebutto assoluto in Cina – aShanghai e Pechino – che, se-condo l’avvocato Cesare Rimi-ni, presidente della Filarmoni-ca, darà l’occasione per dimo-strare che «la musica unisce ipopoli più dello sport».

Itrionfigiapponesidiunodeimaggioritestimonialdell’eccel-lenzaitalianafannodaanticipa-

zione alla tournée operisticadellaScala,previstaperl’autun-no prossimo con "Aida",nell’ambito della manifestazio-ne integrata "Italia in Giappo-ne" che dal primo settembre al31 dicembre 2009 vedrà l’orga-nizzazionedi173eventisulbino-mio tra cultura (compresa lapiùgrandemostrasull’ArteRo-mana mai tenutasi all’estero) emade in Italy (inclusa una seriedimissioni imprenditoriali).

«IltourinAsiadellaFilarmo-nica della Scala è un’iniziativadi grandissima rilevanza perl’Italia: non solo sotto il profiloartisticoeculturale,maperilri-lancio dell’immagine del no-stro Paese – ha detto DianaBracco, presidente dell’omoni-mogruppo,chehasponsorizza-toilconcerto–Lagrandeorche-stra milanese fa apprezzare lacultura e le capacità dell’Italiainognicontinente:un po’ comehannofattoinquestianni le im-preseitaliane,chedopoaverre-agito alle nuove sfide impostedalla globalizzazione si sonorimboccate le maniche e sonoriuscite a tornare protagoniste

sui mercati di tutto il mondocon prodotti innovativi».

La presidente di Assolom-bardaha incontrato ieridinuo-volastessainterpretechel’ave-va accompagnata vent’anni faa Tokyo, quando era venutaper firmare un accordo di jointventureconil terzogruppofar-maceutico nipponico, Eisai.Una partnership di successochecoprequellocheèdiventa-to il secondo più importantemercato estero (dopo gli Usa)perBraccoImaging,conunim-pianto produttivo a Saitama e

la metà del mercato locale diagenti per raggi X e Tac.

«PernoiilGiapponeèunPae-sestrategico»,ha aggiunto Dia-naBracco,secondocuiilSolLe-vantevaconsiderato strategicoanche per l’intero sistema Pae-se. Lunedì, non a caso, farà ilpunto con la comunità impren-ditoriale italiana per assicurareal nuovo ambasciatore Vincen-zoPetroneilpienosostegnodel-le imprese a "Italia in Giappone2009" e l’appoggio alla promo-zione in loco dell’Expo milane-se2015(ilmeseprossimoarrive-

ràaTokyoancheilsindacoLeti-ziaMoratti). Proprio allavigiliadel concerto scaligero è stataannunciato ufficialmente ungrandeinvestimentodirettoita-liano: il primo sbarco all’esterodi Eataly, che riprodurrà a To-kyol’esperienzadelsuotempiodell’eccellenzaenogastronomi-cadelLingotto.Lasocietà(70%Eataly Distribuzione, 20% BtgGroup e un 10% ceduto al retai-ler Lawson ma solo come sociodormiente) aprirà il 27 settem-breun complesso di 1.500 metriquadrati nel quartiere "trendy"di Daikanyama, con un investi-mento di oltre 10 milioni di eu-ro,95dipendentiestrutturede-dicate anche alla promozionedella cultura alimentare. Intan-to in questi giorni l’Italia è stataospite d’onore alla JapanFashion Week, con il progettodi "Sei nuovi stilisti dall’Italia",che hanno presentato le lorocollezioni in anteprima rispet-to a Milano Moda. E ieri l’Ice hamesso a disposizione dei settegiovani designer i propri ufficiperincontriconbuyersedistri-butorigiapponesi.

Eventi.ARomaieriseral’unicatappaitalianadeltourplanetariodellapopstar

Territorio. Cacciari: restiamo città metropolitana

«VenezianonpuòviveresoloconlaBiennale»Gerardo PelosiVENEZIA. Dal nostro inviato

La contraddizione sareb-bestatatroppoevidente.Esclu-dere Venezia dalla lista dellecittà metropolitane, con tuttociò che ne consegue in terminidiautonomiafiscaleecontribu-tipubblici,proprionelmomen-to in cui stava celebrando conla Mostra del cinema (che si èchiusa ieri) e con la BiennaleArchitettura(cheverràinaugu-rata mercoledì prossimo) lasuaaffermazionedicapitalein-ternazionale dellacultura.

«Debbodirecheaquestain-sensatezza non ho mi credutodavvero – confessa il sindacodi Venezia, Massimo Caccia-ri, intrasferimentodalFestiva-letteraturadiMantovaallace-rimonia di chiusura della Mo-stradelcinema–ilruolosocia-le, culturale, di immagine e ilpeso della città per l’econo-miadelPaesesonosottoglioc-chidi tutti,quic’èil terzoaero-porto e il primo porto per pas-seggeri nell’Adriatico; chesenso poteva avere escludereuna città così solo perché nonraggiungeva i 350 mila abitan-ti?» Ma Cacciari non intendepolemizzarecon ilGoverno.Èsoddisfatto della correzione epensaora al futuro di una cittàche si trova a fare i conti conun turismo in calo.

Nella "retromarcia" del Go-verno su Venezia città metro-politana ha avuto un ruolo unaltro veneziano "doc" come ilministro Renato Brunetta.«Ho contattato Calderoli - di-ce il ministro della Funzionepubblica – ed il testo del prov-vedimento è stato corretto in-serendo anche Venezia e Bari;ancheCalderolisièsubitoresocontochenonavevaalcunsen-so l’esclusione di queste duecittà». Un’esclusione, quella diVenezia, che avrebbe suscita-toperplessitàanchenell’eletto-rato leghista. Tra l’altro pro-prio a Venezia, il 14 settembre,

il leader della Lega Nord, Um-berto Bossi celebrerà, comeogni anno, in Riva degli Schia-voni il rito dell’ampolla in unamanifestazione tutta puntatasul federalismofiscale.

Un’esclusione che, somma-ta agli effetti della crisi econo-mica, avrebbe potuto infligge-reundurissimocolpoallacittàlagunare. Gli stessi dati di af-fluenzaallaMostradelcinema(meno 12% rispetto all’annoscorso)rappresentanouncam-panellodiallarmedanonsotto-valutare(altriservizisullaMo-stra nel dorso Domenicale).«Checi sia la crisi lo sappiamotutti - osserva Cacciari – il calodei turisti è valutato tra il 7 el’8%, nei primi mesi diquest’anno la società del tra-

sporto lagunare ha vendutomeno biglietti, almeno il 6-7%;Venezia non può più vivere direndita,devepotenziare lasuaofferta di spettacoli, di culturae in tutti i mesi dell’anno».

La città ospita da sempre laBiennale, che è una grande"fabbrica"dicultura.«LaBien-nalehaunsuoruoloconsolida-to – spiega Cacciari – la sua of-ferta culturale è un pezzo im-portantedella città ma sec’è lacrisi in tutto il mondo e si pro-ducono meno film è chiaroche ne risentirà anche la Mo-stra». La crisi sembra averemesso il silenziatore anche al-lepolemichetraFestivaldiVe-neziaediRoma.«Debbodire–aggiunge Cacciari – che ancheneglianniscorsinonhomaipo-lemizzato con Veltroni e congli organizzatori del festival diRoma; mi è sempre sembrataunadisputasterile,comequel-la trachampagne e pizza».

Intanto,mentre i riflettorisispengonoalLidoesiaccendo-no ai Giardini, per la BiennaleArchitettura, si lavora al pro-getto per il nuovo Palazzo delCinemachedovràesserepron-to tra tre anni. «La prima fasedei lavori – spiega Cacciari –ossia la sistemazione dell’areapotràessereavviataentrol’an-no,poipartirà lasecondatran-che». Per il nuovo Palazzo, laRegionehagiàstanziato10mi-lioni di euro, altri 12 verrannodalloStatonell’ambitodeican-tieriper il 2011 (150˚anniversa-rio dell’unità d’Italia) mentrequasi50dovrannoessererepe-riti dal Comune attraversol’operazionedi vendita dell’exOspedalealmaredelLido(edi-lizia residenziale e aree com-merciali). «Ci sarà una garapubblica – precisa Cacciari –non si porrà il problema di unaumento delle cubature poi-ché l’area è già molto vasta el’operazionerientrerànelpro-getto complessivo di valoriz-zazione del Lido».

L’evento. Da sinistraDiana Bracco,VincenzoPetroneeChungMyung-Whun

Made in Italy. Diana Bracco (Assolombarda) incontra il nuovo ambasciatore italiano Petrone

GiapponepartnerstrategicoSuccessoaTokyoper l’orchestraFilarmonicadella Scala

Industria. Al via oggi le manifestazioni previste dal progetto Innovetion Valley

Ildesigner trovacasa inVeneto

Marco AlfieriCERNOBBIO. Dal nostro inviato

Le città come motore dicrescita, come nodi di rete,puntidiconnessioneedicom-petitività tra aree omogenee.Capofila di territori che si so-no scongelati e competono traloro, ben oltre la statualità delvecchio stato nazione. Unanuova frontiera su cui Milano,purzavorratadacarenzeinfra-strutturali ataviche, dimostradi saper ben competere, piaz-

zandosinelleposizionialte trale grandi metropoli mondiali:25esima nel 2007, 20esima nel2008. Il dato è emerso nel cor-sodellasessioneCitiesasadri-ver for Growth, Le città comemotore di crescita delWorkshopAmbrosetti,presie-dutodaAna Botella, lasignoraAznar, con la partecipazionedel sindaco di Milano, LetiziaMoratti, del suo collega di Bo-ston,ThomasMenino,lasocio-loga Saskia Sassen e Jean-

LouisMissika.Secondoilwor-ldwideindexdiMastercard,re-datto da un comitato scientifi-coindipendentecheharaccol-to una serie di indicatori tracui integrazione, investimentiesteri,creativitàdiffusa, servi-zi finanziari, offerta culturale,formazione e qualità della vi-ta, Milano si piazza appunto al25esimo posto nella top 302007 e al 20esimo nel 2008. Alprimo posto svetta sempreLondra, seguita da New York,

Tokyo, Chicago, Hong Kong,Singapore, Francoforte, Pari-gi,Seul eLosAngeles.

Insomma c’era una volta lafissità fordista in cui le cittàerano isolate dai territori cir-costanti, chiusenelle loromu-ra e costruite in modo staticoattornoallepropriefabbriche.Oggi, invece, e dal dibattito èemerso in modo plastico, lemoderne metropoli sono deiveri e propri gate, punti di ac-cesso di reti terziarie, cultura-li, finanziarie, commerciali,immateriali e scientifiche.Nuovefunzionichecaratteriz-zano le cosiddette città-mon-do, alle prese con reti che pos-

sonoterminarepochichilome-tri fuori dai confini cittadini,oppure atterrare a migliaia dichilometri. Si pensi alla filieradel design che parte da Mila-no e dalla Brianza per arrivarefino all’Estremo Oriente. Male città odierne sono anche in-cubatori di valore aggiuntoterziario, volano di crescita einnovazione. Basti dire di co-me le riqualificazioni urbanesianostate,ancheincittàeuro-peesecondarie, comeNewca-stle, Lione o Bilbao, la verachiave di rilancio anzituttoeconomico. E su questo, Mila-noel’Italia,perunavoltacom-petonoai vertici mondiali. Esposizione. La Biennale

MARKA

Eleonora VallinVICENZA

Avoltebisognerebbedav-vero guardare la realtà conlenti diverse. O, forse, sfataresemplicemente qualche falsomito. Si scoprirebbe così chein Veneto gli imprenditorinon pensano solo al lavoro eagli schei, ma anche a «sedur-re con la cultura, influenzan-do la società con stili di vita emode». Basti pensare a Die-sel, Bottega Veneta, Dainesema anche Campagnolo, Veni-ni, Bisazza. Tanto per citarnealcuni tra i più noti. Eppure,questa è un’area che «ha co-struitounimperosenzariusci-re a comunicarlo, rompendo ipregiudizi storici - chiosa Cri-stiano Seganfreddo, direttoredi Fuoribiennale, la piattafor-ma internazionale di "azionisulla contemporaneità" -; eoraserveuncambiamentoan-che di nome, perché, come di-ceva Gilles Clément "Ogniluogo accetta una leggenda

che associa in modo durevolel’uomo al suo territorio"».

La leggenda, in questo caso,sichiama"INNOVeTIONVal-ley":unprogettolanciatoinan-teprima lo scorso aprile daFuoribiennale che ieri ha rice-vuto il battesimo ufficiale nel-lacittàdellaceramica,aBassa-no del Grappa (Vicenza), conla prima Adunata del contem-poraneo:unalunganottebian-cainiziataalcalardelsoleeter-minata stamani alle due conperformancedalvivo,videoar-te, conferenze, reading, con-certi e azioni teatrali.

Inpiazzaenellevieciottola-te, ma anche nel caratteristicoponte palladiano ricostruitodagli Alpini e divenuto perl’occasione «centro attivatoredi creatività industriale» sonoaccorsi,achiamata,oltre50mi-latradesignereartistiperspe-rimentare e promuovere lacontaminazione tra il loro lin-guaggio e quello di una dellearee a più alta densità di inno-

vazione per metro quadro.Già, perché sono più di 450mi-la le imprese tra il mondo delfashion, design e tecnologiaoperative in Veneto e, per dir-laallaRichardFlorida«simbo-lo inconsapevole di una socie-tà creativa». A censirle è stataproprio Fuoribiennale che,unica in Italia, ha eseguito laprima mappatura «del Venetoimmateriale». E ora è pronta acandidare laregionea«centrodellanuovainnovazionemon-diale», esportando INNOVe-TION a New York (ottobre2008), Berlino (novembre),Torino (dicembre) e parteci-pando a grandi eventi interna-zionali come Frieze, 100% De-sign, Art Miami e Art Basel.

«INNOVeTIONèunproget-to di pianificazione strategicadel nuovo Nordest che metteinsieme pubblico e privato -spiega Seganfreddo - cultura ericerca,innovazioneetradizio-ne con la realtà sociale (tra ipartner figurano anche la Re-

gione Veneto, l’Ascom, l’Uni-versitàIUAV,UnindustriaTre-viso, molte imprese ed enti)».UnNordestmenoindustriape-sante e più neo-industria lega-taaiserviziealvaloreconnetti-vodelle idee,perquestoingra-do di trasformare gli obiettiviproduttivi legandoli proprio alsapere immateriale.

Il progetto è ampio e preve-de il lancio di un magazine chesaràdistribuitoquestomeseal-la XI Biennale di architettura,una mostra sul design veneto,aperta fino a dicembre 2008all’interno della Fornace diAsolo (Treviso) e dieci incon-tri sulla contemporaneità indieci diverse sedi (soprattuttoaziende) della regione. Ma an-che la costruzione di una seriedi solide e forti reti relazionali.L’obiettivo? Fare sistema e ap-prodare insieme al "Terzo Ve-neto", nuovo modello econo-mico dal grande passato macon una profonda concentra-zionesulcontemporaneo.

Concerto. Una scena dello spettacolo «Sticky & sweet tour»

Madonnanonha traditoleatteseecosìquellodiieri sera aRomaèstato

unsuccessoannunciato contantodi tutto esaurito.Nell’unica tappa italianadeltourmondiale«Sticky &Sweet»,partitoda Cardiff il 23agostoperchiudersia SanPaolo il 20dicembre, lacantanteamericanahaentusiasmato i fancheperorehannoatteso l’iniziodelconcertodavantiaicancellidellostadioOlimpico. Nonsonomancati neppure i"pellegrinaggi"sotto l’albergo,pocolontano daPiazza dellaRepubblica,dovealloggiavaMadonnachenel pomeriggiosièaffacciataa salutare le

centinaiadi ammiratori.Durante ilconcerto lady

Cicconeha riproposto ilmegliodella suacarriera inunoshowdiviso inquattrotronconidove ibranidell’ultimoalbum Hard Candy(da4 minutesa Give it to me)sonostati alternaticon igrandisuccessidelpassato:La IslaBonita, Intothegroove, oltreall’immancabileLikeaprayer.Piùcheunconcerto unveroepropriomusicalcon tantodipirotecnicicambidi palco,effettida film di fantascienzaeancheuna ineditaversione diMadonnacon chitarraalcolloattorniatada16 ballerinie 12musicistidellaband.

Infila finodall’albaper il livediMadonna

Milano tra le top20mondiali

AP

AFFARI & FINANZA l l21 LUGLIO 2008 Primo Piano 13

emergente. Dopo si è stabilizzato su un livello comunque superiore al 4%. La nuova sfida di spostare le produzione verso mercati a maggior valore aggiunto ha già dato risultati

ALESSANDRA CARINI

Segue dalla prima

Con i loro, cambiamenti, a voltedolorosi, testimoniano una capa-cità di rinnovamento che ha del-

lo straordinario, se non altro per la pa-rallela incapacità di essere compresi equindi dati per finti ad ogni svolta eco-nomica. Il punto di arrivo sta, oggi, sal-do, in alcuni dati che potrebbero farsembrare la corsa di questi ultimi anniuna sorta di secondo miracolo indu-striale, se si considera il periodo in cuiè stato conquistato, la “forza” dei con-correnti che ha affrontato, i tassi di cam-bio penalizzanti che ha sconfitto.

L’economia industriale italiana haoggi un surplus manifatturiero di 51 mi-liardi di euro, che la colloca al quartoposto al mondo dopo Cina, Giappone,Germania e in lotta con la Corea per laposizione successiva. Ma noi non ab-biamo uno dei pilastri sui quali questeeconomie basano ancora la loro forzaindustriale e il loro export: un settoreautomobilistico fortemente attivo sul-l’estero.

In cambio il mondo delle piccole - eora anche medie - aziende, i distretti neiquali sono spesso organizzate e dai qua-li hanno tratto forza, ha messo in casci-na l’anno scorso un attivo di 113 mi-liardi. Abbigliamento e moda, Arredo ecasa, Alimentare e vino, Automazionee meccanica, le “quattro A” care a Mar-co Fortis che con la Fondazione Edisonha fatto della difesa di questo mondoquasi una missione, hanno “pagato”,con la loro forza sui mercati, le tradi-zionali debolezze dell’industria italia-na che si misurano in 75 miliardi di de-ficit circa tra telecomunicazioni ed elet-tronica, auto, chimica e energia, la-sciando ancora un attivo di tutto rispet-to.

Alla vigilia di una di quelle congiun-ture piatte, che viene annunciata comeun’altra di quelle svolte epocali troppevolte paragonate in questi anni alla cri-si del ‘29, ci si può chiedere a buon di-

ritto se questafetta determi-nante dell’e-conomia ita-liana, potràreggere anco-ra. E tentare dirispondere senon altro persconfiggere latentazione didarla per mor-ta un’al t ravolta e poi do-verne consta-tare la resurre-zione qualcheanno dopo.

I l lungoviaggio che“Affari & Fi-nanza” ha in-trapreso inquesti mesi,non può certodare rispostesicure. Ma al-cune “lezio-

ni” si possono invece trarre dai raccon-ti fatti dall’interno di questo mondo.

La prima è che alcune categorie eco-nomiche alle quali si è stati abituati e laloro misurazione con i dati Istat non val-gono un granché a spiegare i distretti equindi a capire che cosa ne accadrà. Ladistinzione tradizionale tra settori ma-turi e settori innovativi è stata fatta apezzi da un mondo che ha vinto la con-correnza innovando prodotti tradizio-nalmente maturi e trovando una nuovaorganizzazione per produrli e nuovestrade e mercati per venderli. E’ statauna sorpresa constatare che si può reg-gere l’urto dei Paesi emergenti e di gi-ganti come la Cina, con un cambio iper-penalizzante, continuando a venderescarpe, collant, tessuti o pelli, macchi-ne per impacchettare prodotti, valvolee rubinetti, mobili, per non parlare del-l’ormai trasversale settore che va sottoil nome di moda.

Lo stesso concetto di azienda e di pro-dotto è ormai rivoluzionato e le tradi-zionali armi statistiche fanno fatica astargli dietro. Se, com’è accaduto inquesti anni ai distretti di successo, chesi sono internazionalizzati e “terziariz-zati”, la produzione la fa la filiera col-locata in mezzo mondo, in quale setto-re statistico si collocano le aziende cheproducono? In quale categoria merceo-logica finisce un’azienda che vendescarpe o collant o mobili, e non sforna

una scarpa in Italia, ma solo i prototipi.O un’altra che vende mobili solo per ildesign che ci mette dentro? Come si puòdefinire produttore di “materia prima”un conciatore che, forte della sua espe-rienza, ha studiato con un chimico persperimentare nuovi metodi di concia etrovare una combinazione innovativache renda la pelle più bella e accatti-vante, “concordando” magari con ungrande firma della moda il suo prodot-to che finirà nelle vetrine di mezzomondo? Per non parlare poi del valoredelle statistiche dell’import-export cheregistrano i movimenti sempre più in-sondabili e difficilmente interpretabilidi un’industria che ormai, per intere fa-si, produce all’estero, ma il cui valoreaggiunto alla fine è nell’idea che il pro-duttore ci mette dentro. E’ lo stesso ri-sultato di una divertente ricerca di ununiversità americana, che spaccandoun Ipod fino all’ultimo componente, hastabililto alla fine che, prodotto intera-mente fuori dagli Stati Uniti,quel prodotto ha finito per dareil suo maggior guadagno allaApple per averlo inventato.

Nel mondo dei distretti italia-ni può accadere questo, ma an-che il contrario. Può accadereche la manifattura torni indie-tro, a produrre sul territorio cheaveva abbandonato perché ilvalore aggiunto che quel terri-torio e l’esperienza di quellamanodopera “produce”, è tal-mente prezioso da superarequalsiasi comparazione di co-sti. Può capitare addirittura che,per le stesse ragioni, multina-zionali, giapponesi o europee,sfidino il disastro del sistemaItalia per venire a produrre qui, comeaccade alla Vuitton nel Brenta, ai giap-ponesi dei mobili nel trevigiano, allescarpe nel Montebellunese, alla mecca-nica nell’Emilia, tanto per citare soloalcuni casi.

Perfino i manuali di economia indu-striale hanno dovuto essere rivisti: di-mensioni che non contano più, o alme-no non sono determinanti per misurareun successo. Aziende familiari che rie-scono a sopravvivere, a dispetto del-l’obsolescenza di cui si taccia questaorganizzazione. Metodi di misura dellaproduttività che andrebbero rivisti se èvero quel che dicono molti imprendito-ri che magari sono ex operai, che si ten-gono la manodopera anche nei periodi

di magra, che per loro è un valore ag-giunto in sé, in attesa della svolta dellacongiuntura.

In questa parte dell’industria italianail tasso di innovazione è ben superiorea quello che dicono le misere statisticheitaliane sulla ricerca e l’esperienza diquesti anni di lotta dura sui mercati hainsegnato più di quanto abbiano fattomille libri di organizzazione economi-ca aziendale. Tanto è che ci sono azien-de, come quelle che si stanno amalga-mando nell’Innovation Valley vicenti-na, che ormai pensano di fare una sortadi distretto a sé, legandosi trasversal-mente in un mondo che abbia come col-lante l’innovazione e che le faccia rap-presentare fuori dai tradizionali codiciusati per l’industria. Vogliono conqui-stare, come gruppo, anche nell’imma-ginazione, il posto che hanno già occu-pato nella realtà con il loro peso sui mer-cati, vendendo le cose più diverse o iservizi più innovativi a mezzo mondo.

A settembre andranno a NewYork a presentarsi ad un “glo-bo” che, singolarmente, già sachi sono ma che mai e poi maile andrebbe a cercare ai bordidell’intasata autostrada Bre-scia-Padova.

Certo sono le punte avanzatedi un mondo, che ha subìto an-che molte sconfitte, che ha an-che perso posti di lavoro in do-lorose ristrutturazioni, che halarghe sacche di arretratezza, eche presidia, per ragioni che sa-rebbe lungo spiegare, solo ilNord- Nordest e il Centro del-l’Italia, mentre negli ultimi an-ni ha visto il Sud arrancare espesso arretrare nelle poche zo-

ne che aveva conquistato.Un mondo che ora deve fare i conti

con consumi interni piatti ormai da an-ni, una domanda internazionale che mi-naccia di fare, nei prossimi mesi, la stes-sa fine, chiudendo una valvola che fi-nora ha funzionato da sfogo, Paesiemergenti che fanno passi da gigantemangiando velocemente gli spazi, per-fino nicchie, e non lasciando tregua. Fa-re previsioni nel rincorrersi del pessi-mismo dilagante è arduo: l’unica con-solazione sta nel detto, spesso dimenti-cato, che definisce l’economia e glieconomisti come coloro che sannosempre spiegare per quali ragioni le co-se non sono andate come loro avevanoprevisto.

novazione e la valutazione ditecnologie e prodotti realizzatinel distretto.

Costi, dopo aver ricordato chea Mirandola è presente un centropubblico di formazione «Iride»che si occupa anche del biome-dicale rivendica lo sforzo del co-mune e degli enti locali per su-perare il gap delle infrastrutture.Dice: «Mi riferisco alla conclu-sione del cablaggio in fibra otti-ca nell’area Area Nord della pro-vincia di Modena, al raddoppiodelle ferrovia Bologna-Verona eall’Autostrada Cispadana, la cuiprocedura di project financing èavviata».

ti per la cardiochirurgia el’autotrasfusione. Manel 1986 si ripete l’enne-simo copione: MarioVeronesi vende la suacreatore ad un colossodel calibro dell’america-na Pfizer.

A questo pun-to siamo arrivatialle ultime battu-te. È il 1982quando l’indu-striale di Miran-dola costituiscela Darex poi ri-battezzata Dar.Si tratta di un’aziendache si mette in competi-zione con Dideco e cheviene rivenduta anch’es-sa nel 1996 all’ennesimamultinazionale: Mal-linkrodt.

L’ultima avventura diVeronesi è Starmed,

azienda fondata nel2003 a soli 71 anni. Il set-tore prescelto è comple-tamente diverso dai pre-cedenti: «dispositivimonouso per ventilazio-ne non invasiva». Em-

blematico dellacategoria unasorta di «casco»trasparente dapalombaro supertecnologico perl’insufficienzarespiratoria. In-somma, la suafrenesia è finita,

almeno per ora? Tutticredevano di si. E inveceVeronesi in una brevis-sima conversazione(«niente interviste te-lefoniche») ci ha confi-dato di aver già vendutoStarmed.

(g.lon.)

Come fareun saltodi qualità«IL distretto va bene mava "ripensato"». Paroladi Ezio Nicola, generalmanager di Gambro Da-sco Italia nonché respon-sabile della sezione bio-medicale di Confindu-stria Modena. SecondoNicola, infatti, «saràmolto difficile battere laconcorrenza dei paesiemergenti continuando apuntare sulle produzionia basso valore aggiunto».

Insomma, il tempo per«gli assemblaggi manua-li» dei prodotti usa e get-ta in plastica, almeno aMirandola, è ormai sca-duto. «Queste produzio-ni», è la tesi di Nicola,condivisa da buona partedel mondo imprendito-riale, «non sono più eco-nomiche con il nostro co-sto del lavo-ro. Moltomeglio farlenell'Europadell'Est op-pure inAsia». E al-lora? Nonva sottova-lutata la ca-pacità di in-novazionedel distretto che, anzi,deve essere stimolato apercorrere con più con-vinzione la strada dellaricerca. Dice Nicola:«Per vincere la sfida del-lo sviluppo il distretto diMirandola deve puntaresulle produzioni ad altovalore aggiunto. Se fac-ciamo così allora c'è unfuturo. Altrimenti, sequalcuno si illude che siapossibile andare avantisulla vecchia strada, al-lora vedo parecchi osta-coli nell'avvenire del di-stretto».

Quanto all'itinerarioda percorrere Ezio Nico-la osserva «che ci sonograndi spazi per miglio-rare la collaborazione frale aziende del distretto».Si tratta, dunque, «di faresquadra» per ottenere deirisultati migliori nell'in-novazione. Ma anche diarricchire di servizi alleimprese il tessuto del di-stretto stesso in settoriquali la gestione delle ri-sorse umane, lo sviluppocommerciale, la ricerca.

La Starmedl’ultima nata

è stata fondatanel 2003 per

fare dispositividi ventilazione

Qui accantoe nella fotogrande, duefasi dellelavorazioninelle aziendedelbiomedicaledi Mirandola

Le quattro A valgono già oggiil doppio della grande industria

Sono i distretti, con i loro 113 miliardi di esportazioni nette a fare dell’Italia la quarta potenzamondiale in termini di surplus manifatturiero e compensano il dato negativo dei settori tradizionali

L’ANALISI

LA MAPPA E I NUMERI

Nella cartina qui sotto, la dislocazione dei distretti produttiviitaliani in base alle regioni. Come si vede nettamente, si tratta diuna realtà che si è consolidata soprattutto al Nord e al Centro,con una fortissima concentrazione nel Nord Est e con situazioni didebolezza al Sud. Sotto a sinistra, le previsioni al 2012 dell’ultimoMonitor dei distretti di Banca Intesa

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Ci sonoproduzioni

tornatenel territorio

originarioattraendo

anche nuoviinvestitori

Repubblica Affari & Finanza

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perché sostenere innovetionvalley

Perché promuove un Made in Italy contemporaneo.

Perché è un progetto di network, di azione,di formazione,

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Perché riguarda il Nord-Est, ma anche tutti gli innovators

nazionali ed internazionali che si riconoscono in tematiche

legate alla contemporaneità, al cambiamento e alla creatività.

Perché permette di entrare in contatto con un target variegato,

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temi dell’economia contemporanea. Un target costituito da

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perché innovetion valley cerca sostenitori

Per poter radicare, rafforzare ed estendere un progetto unico

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più variegato ed esteso a livello territoriale.

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