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Buon Natale e Felice Anno Nuovo - Ana Marostica · 2018. 12. 20. · Buon Natale e Felice Anno...

Date post: 03-Oct-2020
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PERIODICO QUADRIMESTRALE DELL’A.N.A - SEZIONE DI MAROSTICA - DIREZIONE E REDAZIONE: VIA CARMINI, 7 - MAROSTICA Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1, comma 2, DCB Vicenza ANNO XLI - N.117 - DICEMBRE 2018 BILANCIO E PROGETTI NEGLI AUGURI DEL PRESIDENTE I l 2018 è ormai giunto alla fine, è stato un anno denso di impegni e sod- disfazioni per la nostra Se- zione, l’Adunata a Trento, l’Intersezionale a Bassano del Grappa e la Triveneta a Vittorio Veneto, il Pelle- grinaggio in Ortigara e il settantesimo di due nostri gruppi il Gruppo di Marsan il 16 settembre ed il 7 ot- tobre il Gruppo di Laverda. Da giugno a fine settembre abbiamo, come al solito, gestito la Baita Cecchin, ringraziamo i nostri soci per il lavoro svolto al rifu- gio, nell’assistenza ai vari volontari che sono sali- ti per mantenere le opere recuperate e nella manu- tenzione della zona da noi gestita. Anche questo anno i vo- lontari sono stati 45 da tutta l’Italia, con 496 ore di manutenzione alle ope- re; la pioggia ha costretto all’innatività durante il fine settimana che ospitava la squadra più numerosa, nonostante questo, se ag- giungiamo le manutenzioni alle strutture del rifugio, ar- riviamo a quasi 1000 ore. Siamo stati presenti alle principali manifestazioni: Pasubio, Monte Grappa, Bosco delle Penne Moz- ze, Passo del Tonale, Ponte di Legno, Contrin e diverse sezionali delle consorelle Venete, oltre a due trasferte all’estero a Sonthofen e in Slovenia sul Monte Nero, e per fini- re a Valdobbiadene. In tutto sono 60 gli impegni a cui abbiamo preso parte, grazie alla collaborazione di molti soci. Durante la partita a scac- chi, abbiamo gestito i par- cheggi, che ci hanno dato una boccata d’ossigeno, dobbiamo qui ringraziare tutti i gruppi che ci hanno fornito il personale neces- sario al servizio. Il 21 ottobre, abbiamo or- ganizzato il III° Criterium Luigi Menegotto,una mar- cia di regolarità in monta- gna, che si è svolta a Vallo- ALLA MONTAGNA FERITA IL CONFORTO DEGLI ALPINI D all’Altopiano di Asiago alle Do- lomiti, piange la montagna veneta, col- pita al cuore dalla furia degli elementi proprio nei giorni del Centenario della Grande Guerra. Mi- gliaia gli alberi abbattuti al suolo in un’ecatombe spettrale, un fenomeno apocalittico che lascia allibiti, rinchiusi in un silenzio che è insieme dolore e immobilità, in- capacità di reazione. Me- ditare in silenzio sembra l’unica azione possibile ed il pensiero va inevita- bilmente al ricordo delle migliaia delle vittime del- la Guerra e delle Guerre combattute sulle nostre montagne: giovani vite spezzate ed abbattute, che hanno ammantato la terra di sangue. Ad avvolgere tristemente le montagne sono oggi gli stessi alberi che orgo- gliosamente la ricopriva- no e la vivevano in per- fetta simbiosi, svettanti MAROSTICA CENTRO CROSARA FONTANELLE DI CONCO LAVARDA LUSIANA MARSAN MASON MOLVENA PIANEZZE PRADIPALDO SAN LUCA SANTA CATERINA SCHIAVON VALLE DI SOPRA VALLE SAN FLORIANO VALLONARA VILLA DI MOLVENA VILLARASPA Buon Natale e Felice Anno Nuovo segue a pag. 2 segue a pag. 2
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PERIODICO QUADRIMESTRALE DELL’A.N.A - SEZIONE DI MAROSTICA - DIREZIONE E REDAZIONE: VIA CARMINI, 7 - MAROSTICA

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1, comma 2, DCB Vicenza ANNO XLI - N.117 - DICEMBRE 2018

BILANCIO E PROGETTI NEGLI AUGURI DEL PRESIDENTE

Il 2018 è ormai giunto alla fine, è stato un anno denso di impegni e sod-

disfazioni per la nostra Se-zione, l’Adunata a Trento, l’Intersezionale a Bassano del Grappa e la Triveneta a Vittorio Veneto, il Pelle-grinaggio in Ortigara e il settantesimo di due nostri gruppi il Gruppo di Marsan il 16 settembre ed il 7 ot-tobre il Gruppo di Laverda. Da giugno a fine settembre abbiamo, come al solito, gestito la Baita Cecchin, ringraziamo i nostri soci per il lavoro svolto al rifu-gio, nell’assistenza ai vari volontari che sono sali-ti per mantenere le opere recuperate e nella manu-tenzione della zona da noi gestita.Anche questo anno i vo-lontari sono stati 45 da tutta l’Italia, con 496 ore di manutenzione alle ope-re; la pioggia ha costretto all’innatività durante il fine settimana che ospitava la squadra più numerosa, nonostante questo, se ag-giungiamo le manutenzioni alle strutture del rifugio, ar-riviamo a quasi 1000 ore.Siamo stati presenti alle principali manifestazioni:

Pasubio, Monte Grappa, Bosco delle Penne Moz-ze, Passo del Tonale, Ponte di Legno, Contrin e diverse sezionali delle consorelle Venete, oltre a due trasferte all’estero a Sonthofen e in Slovenia sul Monte Nero, e per fini-re a Valdobbiadene.In tutto sono 60 gli impegni a cui abbiamo preso parte, grazie alla collaborazione di molti soci.

Durante la partita a scac-chi, abbiamo gestito i par-cheggi, che ci hanno dato una boccata d’ossigeno, dobbiamo qui ringraziare tutti i gruppi che ci hanno fornito il personale neces-sario al servizio.Il 21 ottobre, abbiamo or-ganizzato il III° Criterium Luigi Menegotto,una mar-cia di regolarità in monta-gna, che si è svolta a Vallo-

ALLA MONTAGNA FERITA

IL CONFORTO DEGLI ALPINI

Dall’Altopiano di Asiago alle Do-lomiti, piange la

montagna veneta, col-pita al cuore dalla furia degli elementi proprio nei giorni del Centenario della Grande Guerra. Mi-gliaia gli alberi abbattuti al suolo in un’ecatombe spettrale, un fenomeno apocalittico che lascia allibiti, rinchiusi in un silenzio che è insieme dolore e immobilità, in-capacità di reazione. Me-ditare in silenzio sembra l’unica azione possibile ed il pensiero va inevita-bilmente al ricordo delle migliaia delle vittime del-la Guerra e delle Guerre combattute sulle nostre montagne: giovani vite spezzate ed abbattute, che hanno ammantato la terra di sangue. Ad avvolgere tristemente le montagne sono oggi gli stessi alberi che orgo-gliosamente la ricopriva-no e la vivevano in per-fetta simbiosi, svettanti

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3VITA SEZIONALE2 VITA SEZIONALE

nara, è resa possibile grazie all’aiuto di tutti i gruppi, e sopratutto il gruppo di Val-lonara che ha lavorato in massa per garantire tutta la logistica; un grazie anche al GSA ANA Monte Grappa della Sezione di Bassano del Grappa il cui aiuto è stato determinante; grazie ai due vice presidenti For-tunato Pigato e Giuseppe Muraro che hanno curato tutta l’organizzazione della gara. Un grazie ai soci Bennac-chio Silvano ed Edi Lunar-don per il lavoro di ripristi-no del sentiero in Ortigara, dalla catena al rifugio Cec-chin, dopo i danni del tor-nado che ha colpito l’Alto-piano. Un ringraziamento particolare anche ai due vice Fortunato Pigato e Giuseppe Muraro che mi hanno sostituito nel mi-glior modo in mia assenza , sempre indispensabili per ottemperare alla grande mole di impegni.Il 4 novembre il presiden-te dell’unione dei comuni dell’Altopiano, ha dichiara-to che la strada per l’Orti-

gara sarà finalmente siste-mata, ci speriamo molto; come speriamo avvenga la definizione del nuovo Rifu-gio, fermo ad Asiago da 11 anni, e mossosi quest’an-no per iniziativa del socio Arch. Maurizio Fantin, che ringraziamo, il quale ha in-trapreso una nuova via at-traverso lo Sportello Unico, portando in luglio la visita al Cecchin della Commis-sione per i Beni Ambientali, che pur valutando il proget-to un pò ingombrante, ha dato la disponibilità dopo le necessarie modifiche; anche il comune di Asiago sembra disponibile, noi ci speriamo.In futuro ci aspettano nuovi impegni e nuovi traguardi che tutti insieme affronte-remmo con spirito Alpino.A tutti voi ed alle vostre Famiglie i migliori auguri di un Sereno Natale ed un Felice 2019, ricco di gioie e soddisfazioni, con l’augurio che possiate realizzare tutti i vostri desideri.W l’ItaliaW gli AlpiniW la Sezione di Marostica

Il socio Giuseppe Primon, 61 anni, uff.le di complemento (97.mo corso Smalp Aosta) e Ufficiale funzionario di polizia locale, laurea in giurisprudenza, assume con questo numero la direzione del nostro quadrimestrale “Dai fidi tetti”.

Giornalista pubblicista, aveva già collaborato al giornale a fianco dei compianti Giovanni Nicolli e Luigi Menegotto. Contestualmente lascia il timone, ma non abbandona il giornale, di cui rimarrà collaboratore, Roberto Genero, per tanti anni appassionato Direttore e Presidente sezionale. Preparazione, professionalità ed impegno lo hanno meritatamente condotto ai vertici dell’Ana in qualità di Consigliere nazionale, dove è anche membro della commissione dell’Alpino.Il Presidente ed il Consiglio direttivo sezionale augurano buon lavoro, certi che entrambi, nei rispettivi incarichi, contribuiranno a mantenere vivo il prestigio della nostra Sezione e dei suoi Alpini.

CAMBIO DIREZIONE DEL PERIODICO: IL NUOVO DIRETTORE

verso il cielo quale sim-bolo di rinascita e di bel-lezza. Ora sono anch’es-si caduti, feriti a morte, vittime di una battaglia persa e non cercata. Si-mili catastrofi sono dei campanelli d’allarme che la Natura lancia non per punizione, ma per amore verso chi, invece, sfrutta e violenta la Terra senza scrupolo. Chiedia-moci quale sia il grado di responsabilità ed il ruolo rivestito dall’uomo nella gestione edonisti-ca dell’Ambiente, come vaghi in stato confusio-nale la nostra convulsa società, annaspando in un presente incerto, senza radici nel passato e offuscata visione del futuro. Non abbandonia-moci però a fatalismo e rassegnazione. Prendia-mo piuttosto esempio e sprone proprio dall’in-segnamento storico e umano che ci tramanda un periodo di atroci sof-ferenze collettive. Re-cuperiamo ideali e valori di vita, di pace e non di

guerra, di solidarietà e non di separazione, che non abbiamo perso, ma solo egoisticamente ac-cantonato. Con queste armi combattiamo per ravvivare la fiaccola del-la speranza, che può di-ventare certezza, per la comune costruzione di un futuro migliore, in ar-monia tra noi e la Natura, fiaccola che ha allora accompagnato e guidato la rinascita della nostra Nazione e del popolo stremato da lutti e soffe-renze della guerra. Così la Montagna risorgerà si-curamente, a patto che la si ami profondamente e la si curi, rispettandola come bene prezioso, in-sostituibile ed indispen-sabile al nostro futuro. Dedizione che, ancora una volta, non manche-ranno di assicurare gli Alpini, già in prima linea per l’emergenza ed il fu-turo ripristino. Auguri, cara montagna, ti siamo e saremo vicini.GLI ALPINI della SEZIO-NE e TUTTI GLI ALPINI.

Mi fa un po’ strano scrivere queste righe per “Dai Fidi Tetti…”. Per la prima volta, dopo vent’anni, non sono più parte attiva (presidente, direttore, etc. etc.) del nostro giornale ma un semplice “contributore” che fornisce una

piccolissima parte del tanto prezioso “materiale” che compone il nostro amato foglio. E’ un po’ come scrivere ad un figlio che, una volta cresciuto, imbocca la sua strada per la vita. Tante cose sono successe in questi vent’anni ed il nostro “Dai Fidi Tetti…” ne è stato lo specchio fedele, riportando notizie belle e, purtroppo anche quelle brutte. In questo tempo il nostro giornale si è evoluto, siamo passati dal grande formato al formato attuale, abbiamo introdotto il colore ed un nuovo impianto grafico (e per questo bisogna ringraziare in modo particolare Moreno Scanagatta), abbiamo affiancato alla copia cartacea la copia digitale integrata nel nostro sito istituzionale. Insomma, abbiamo cercato di restare al passo con i tempi, pur rimanendo nel solco della nostra oramai quarantennale tradizione.Vittorio Brunello nel suo commiato da direttore de “L’Alpino” scrisse: “E’ tempo di migrare”. Anche per me è venuto quel tempo, sono migrato a Milano, nel consiglio

nazionale della nostra Associazione e sarebbe stato un atto di puro egoismo mantenere la carica di direttore responsabile del giornale, visto che il tempo per “fare” il giornale non c’è. Lascio la “penna” a Giuseppe Primon, nostro socio e giornalista pubblicista, che saprà sicuramente condurre con mano sicura questo nostro strumento, importantissimo per fare memoria e per raccontare quello che abbiamo fatto, facciamo e faremo, coadiuvato dalla redazione e da qual sano “umorismo alpino” che ha sempre contraddistinto le riunioni di redazione.Un grazie a Fabio Volpato ed a Giovanni Sbalchiero che mi hanno voluto come direttore ed un arrivederci a tutti gli alpini della Sezione di Marostica, unito ai miei migliori auguri di Buon Natale.

IL COMMIATO di Roberto Genero

RITROVATO IL LUOGO DI SEPOLTURA DI UN NOSTRO CONCITTADINO

NELL’EX CIMITERO DI GUERRA DEL “COCUZ-ZOLO DEI MORTI”

Il 16 giugno 1916, gli al-pini del battaglione Val-brenta, partendo dalle

trincee tra Cima Lasteati e forcella Magna, avevano tentato di rioccupare Passo Cinque Croci attaccando allo scoperto e su terreno

ancora innevato nella re-gione dei laghetti di Laste-ati. L’azione era sangui-nosamente fallita dinnanzi all’avamposto austriaco di Cima Socede (all’epoca quota 2179) e solamente la salma del sottotenente Pa-olo Marconi era stata recu-perata per essere sepolta nel cimitero del Valbrenta a

Malga Sorgazza. Ri-masti padroni del ca-posaldo, gli austriaci del presidio avevano provveduto a racco-gliere le salme degli altri caduti, seppel-lendone alcune in tombe singole, nella terra soffice di que-sto luogo defilato, immediatamente a sud del sistema trin-cerato che difendeva il valico.Il ripiegamento au-

striaco che il 4 luglio 1916 per-mise la rioccu-pazione di Cima Socede, Passo Cinque Croci e Col San Giovan-ni da parte delle truppe italiane, riportò il piccolo camposanto entro le posi-zioni italiane. Nell’inverno 1916-1917 il cimitero ven-ne utilizzato per la sepol-tura provvisoria in neve dei “morti per valanga”, in at-tesa dell’inoltro delle salme ai cimiteri a bassa quota. Ma i pochi caduti del giu-gno 1916 vennero lasciati ove giacevano. Nel luglio 1917 don Amilcare Boccio, cappellano del Valbrenta, durante un pattugliamen-to trova “ … un cimiterino di cinque tombe, tre con i piedi verso l’Italia, due ver-

so l’Austria. Penso tre siano italiani e due austriaci. Ten-tiamo la esumazione della salma di Kemello (esplora-tore) e si estrae una gamba. Constatiamo l’impossibili-tà…”. Grazie alle ricerche compiute è stato possibile risalire ai nomi dei soldati qui sepolti: Chemello Gaetano di Francesco Giuseppe e Mottin Maria Teresa, nato a Marostica il 4 luglio 1892 alpino plotone esploratori del Valbrenta;

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4 VITA SEZIONALE 5VITA SEZIONALE

Franco Antonio di Pao-lo nato a Vas il 10 agosto 1890 caporale del plotone esploratori del Valbrenta, Medaglia d’argento al valor militare;Pante Giuseppe di Fran-cesco e Pante Anna, nato a Lamon il 10 febbraio 1894 alpino della 263^ compa-gnia del Valbrenta;Csermely Nandor, nato in Ungheria il 25 dicembre 1879, k.u.k. Infanterist 2° battaglione del 29° reggi-mento della riserva schie-

rato nel settore di Valsorda;Gergely Zoltan, nato in Ungheria il 17 maggio 1896 k.u.k. Infanterist 2° batta-glione del 29° reggimento della riserva schierato nel settore di Valsorda.Per la presenza di queste poche sepolture, il cocuz-zolo del cimitero prese il nome di “Cocuzzolo dei morti” presso gli alpini ed i fanti del presidio della “re-gione dei colli”, l’area trin-cerata che si estendeva dal Col di Socede a Costone

Copolà attraverso Col San Giovanni, San Giovanni-no (oggi Col Palazzina), Col degli Uccelli e Col del Latte. Sul modesto rilie-vo, tra rododendri e larici, venne tosto insediato un avamposto trincerato an-cor oggi identificabile, a dominio della sottostante malga Consèria. La ritirata conseguente a Caporetto e l’abbandono italiano del-la regione di Passo Cinque Croci e Forcella Magna la-sciarono scivolare nell’o-blio il defilato camposanto, che negli anni 20 venne frettolosamente dismesso con l’approssimativa esu-mazione delle poche sal-me e la cancellazione di qualsiasi riferimento che ne tramandasse il ricordo al di là della memoria dei cacciatori e dei pastori lo-cali. Riscoperto e curato

sin dagli anni 90 del secolo scorso dagli alpini trentini, il cimitero mostra ancora gli avvallamenti del terreno laddove avvennero le se-polture dei soldati dei due eserciti e che sicuramente ne conservano ancora al-cune ossa. L’Amministra-zione Comunale, le Sezioni A.N.A. di Trento, Marosti-ca, Feltre assieme ad una delegazione Austriaca, per onorare dopo 100 anni questi caduti, partecipano uniti alla solenne cerimonia per il ripristinato ex cimi-tero di guerra, ora divenu-to “Museo all’aperto” per sempre. Un ringraziamento alle ricerche lo si deve allo storico del luogo dr. Luca Girotto per aver trovato la documentazione relativa ai nominativi dei Caduti.

Marostica CentroSergio Dal Molin

PELLEGRINAGGIO AL LAGO DI MONTE NERO IN SLOVENIA

Come ormai con-suetudine, il se-condo fine setti-

mana di Novembre ci ha visti in Slovenia ospiti della locale associazione delle truppe da montagna. Loro vengono da noi al rifugio Tre Fontane per il pellegri-naggio in Ortigara e con l’occasione provvedono ad un po’ di manutenzione a quanto resta degli edifici nella Dolina degli Sloveni. Quest’anno eravamo Ar-mando Galvan, Pierluigi Soldà, Giuseppe Comu-nello, ed il sottoscritto e, in quanto ormai tutti pen-sionati, siamo riusciti a partire in mattinata anche per far vedere un po’ del lago di Bled a Giuseppe che per la prima volta ve-niva i quei luoghi. Dopo i canonici spuntini

lungo il percorso, arrivati a Bled abbiamo telefonato a Ales Simcic, loro vice-presidente e nostro tutor, per avvisarlo delle nostre intenzioni e fissare l’ap-puntamento al corpo di guardia della caserma che ci avrebbe ospitati. All’ arrivo in caserma, dopo l’identificazione da par-te della polizia militare in ispezione in caserma, sia-mo saliti in camerata per preparare il posto branda. A cena, visti i numerosi lavori in corso, arrivati al locale abbiamo trovato ad aspettarci alcuni ami-ci e poco dopo è venuto a mangiare con noi anche il colonnello Fedja Vrani-car, omonimo del padre, nostro caro amico che sta seguendo la carriera di comando nelle truppe

alpine ed a cui auguria-mo di ottenere anche gli stessi prestigiosi incarichi a Roma e Napoli. Dopo una mega pizza ritorniamo presto in caserma perché il giorno successivo ci aspettava la sveglia alle 06,30 per andare alla non lontana stazione di Lesce e ritrovarci con gli altri.

La mattina successiva sosta lungo la strada per la stazione a comprare il pane fresco per il nostro pranzo al sacco e per la “cena di gala” del po-meriggio nel parcheggio. Ci salutiamo con quanti sono già in attesa della partenza: loro sono una quindicina e viaggeranno

con un pulmino milita-re che per le dimensioni contenute ci permetterà di seguire la strada salendo da Kranjska Gora e attra-verso il valico scendere a Trenta per arrivare poi a Lepena senza passare da Tarvisio. Purtroppo le nu-vole basse non ci permet-tono di goderci la vista del Triglav, ma fortunatamen-te non piove e questo ba-sta. Quando arriviamo alla fine della strada lo spazio è già pieno di macchine di chi ci ha preceduto, ma riusciamo ugualmente a parcheggiare abbastanza vicino al mezzo dell’eser-

cito. Ci aspettano i quasi ottocento metri di salita ma, ai canonici 350 m/h, verso mezzogiorno siamo su al rifugio in tempo per un panino ed un bicchie-re fra la folla; poi di nuovo in marcia verso il lago per la cerimonia prevista alle 13. Fedja è già in posizio-ne nel punto previsto per l’atterraggio dell’elicotte-ro che porterà il Capo di Stato Maggiore e lungo le rive del lago Thomas ha già montato il palco per i discorsi. Anche senza la neve ed il ghiaccio dello scorso anno spira il solito vento gelido. Veniamo in-

quadrati con il Vessillo se-zionale ed i Gagliardetti di Crosara e Santa Caterina accanto alle loro rappre-sentanze e vicino al pic-chetto che, baionetta in canna, scorta la Bandiera slovena, mentre Pierluigi, nostro capo spedizione, viene chiamato più verso il lago. Il rumore delle pale segnala l’arrivo in leggero anticipo del Generale. Il solito lancio dei razzi dà inizio alla cerimonia. Oltre al generale sloveno erano presenti la ministra della difesa e penso la pari gra-do ungherese: non posso dirvi niente dei discorsi, tutti ovviamente in slove-no! Al termine viene acce-so il falò della fratellanza. Purtroppo con il Vessillo sezionale non ho potuto fare foto della cerimonia vera e propria! Poi in colonna ci spostia-mo verso il piccolo cimi-tero ungherese dove, una volta di nuovo schierati, effettuiamo la deposi-zione della corone sotto il comando e con l’ac-compagnamento del loro

tradizionale e suggestivo clarinetto ed alla presenza delle loro autorità nonché dell’ufficiale con cui ci ri-troviamo ogni anno e con cui scambiamo qualche parola come con tutti in inglese. Al termine, senza ripassare dal rifugio, ini-ziamo la discesa che, fra foglie e roccette umide, ci impegna molto più della salita. Nel parcheggio ini-zia la consueta festa vera accanto al nostro pulmino con Giuseppe impegnato, sotto il portellone aperto, a tagliare pane, formaggio e culatello e Armando a servire il vino: il gradimen-to è, come al solito, altissi-mo. L’imbrunire ci impone di muoverci e dopo gli ul-timi baci, abbracci e “ciao al Tre Fontane”, partiamo per il ritorno via Bovec, Kobarid, Cividale e auto-strada da Udine a Dueville dove viene dato il colpo di grazia ai pochi avanzi: d’altra parte è ormai ora di cena e dobbiamo anco-ra riportare la Donata da Sandro!

Gianni Lombardi

Carissimi Alpini sia-mo giunti a fine anno.

Un 2018 ricco di emo-zioni e bei ricordi, uno su tutti la trasferta al Rifu-gio Gianpietro Talamini a Vodo di Cadore, dove ab-biamo cantato ai piedi del Pelmo e dell’ Antelao. Altro pensiero va alla gita di Prato dove ci ha visti impegnati in un bellissimo concerto, ottimo momen-to di aggregazione tra co-risti e famigliari. Un ringraziamento ai

gruppi del-la sezione A.N.A di Ma-rostica che ci hanno invi-tato ad allie-tare i loro fe-steggiamenti per il 70^ di fondazione, a tutti i coristi e al maestro Zarpellon per l’impegno e professionalità con il qua-le portiamo il nome del coro della sezione nei vari

concerti. Un sincero augurio di Buon Natale e felice

anno nuovo dal Coro A.N.A MAROSTICA

Eros Bizzotto

CORO A.N.A MAROSTICA

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LA PAGINA DEL DIRETTORE

Penso sinceramen-te che il Presiden-te Sbalchiero ed

il consiglio di Sezione, nell’assegnarmi la Direzio-ne de “I Fidi tetti” abbia-no un tantino azzardato la scelta e questo perché, come ha immediatamente notato Roberto Genero, sono un alpino “birichi-no”, a volte poco formale, avvezzo allo spirito critico condito da qualche ec-cesso polemico: tempera-mento e carattere appena scalfiti dalla frequentazio-ne della Scuola Ufficiali di Aosta. Consapevole della re-sponsabilità, cerco di guadagnarmi la fiducia dei Vertici e, spero, anche dei miei colleghi lettori, facen-do conoscere non solo le mie opinioni, mai i dubbi, le speranze, le aspettative che sottendono al mio ap-partenere all’Associazione ed al mio personale grado e livello di “alpinità”. Que-sto con l’obiettivo di istau-rare dialogo proficuo tra noi, convinto come sono che, una volta rispettate le pur necessarie rigide re-gole di protocollo derivanti dall’appartenere ad un’as-sociazione d’Arma, solo il confronto costruttivo e continuo tra di noi e con il mondo esterno possa ga-rantire il futuro della gran-de Famiglia Alpina. Con-fesso che non ho lesinato critiche all”apparato”, né quand’ero giovane ufficia-le in armi, né successiva-mente da socio dell’Ana, all’interno del mio gruppo o in sede di redazione del

giornale, allora diretto da Giovanni Nicoli. Confesso che ho vissuto un periodo di “amorevole distacco” dalla vita associativa, mo-menti di difficoltà in cui la vita ti obbliga a fermarti e riflettere, per raggranellare idee e forze e ricominciare a cavalcare con fiducia il domani. Si intuisce quindi quanto abbia ponderato la scel-ta di questa nuova sfi-da, assai impegnativa in quanto vissuta, stavolta, con maggiore grado di re-sponsabilità. D’altra parte, non voglio tradire la fiducia accordatami e quindi,“in marcia!”. Desidero marca-re la prima tappa con brevi riflessioni sull’essenza del nostro essere Alpini, ana-lizzare e condividere con voi, con semplicità e sen-za presunzioni, i motivi per cui migliaia di persone stanno assieme volendosi bene e volendo bene agli altri, sempre ed in ogni occasione. Al di fuori di ogni stereo-tipo di natura folkloristica e a volte denigratoria nei loro confronti, in una so-cietà che separa, distin-gue, emargina, etichetta, è veramente un fenomeno sorprendente constatare come ancora gli Alpini non si abbandonino al disfatti-smo, ma agiscano, stre-nuamente e con convin-zione, non solo per tener vivo il ricordo di un Corpo, delle battaglie e dei caduti (già opera tanto merito-ria), ma si impegnino tutti i giorni per fare comunità, per l’abbattimento delle barriere, per unire ed aiu-tare. Il tutto con umiltà e

spontaneità sorprendenti agli occhi di sociologi e psicologi, che si affannano a tentare di decifrare que-sto comportamento socia-le. Ma se badiamo sempli-cemente alla sostanza, ci accorgiamo che l’Alpinità è l’essenza stessa dell’al-pino, la sua natura innata, il suo cuore pulsante.L’Alpinità non viene da una filosofia o da un’im-posizione superiore, non si impara, è autentica ed è trasmessa agli altri con l’esempio e l’impegno co-stante, evitando prevari-cazioni. Questa è la nostra ricetta di vita per il futuro, che certamente non vogliamo imporre a chi non la de-sidera. Però, permettete-ci una battuta: ci volete spiegare cosa, se non la somministrazione oculata di questa medicina, fa sì che oltre 300.000 persone stiano assieme con gioia, operino in tante sezioni, prestino assistenza so-ciale, siano tra i primi a intervenire in operazioni di protezione civile, diano solennità a ricorrenze e cerimonie...?

La nostra Sezione conta diciotto Gruppi. Sono le cellule della vita associa-tiva, piccoli ma attivissimi nuclei in cui si ramifica la presenza alpina sino ai paesini e realtà più sper-duti. Sono, a mio parere, il braccio operativo dell’as-sociazione a livello locale. La loro diffusione capillare li rende sì sempre presenti per ogni esigenza, ma so-prattutto li rende profon-damente conoscitori del territorio e delle persone, per cui la partecipazione alla vita locale è sempre puntuale, rispettosa, mai invasiva, ma assolutamen-te indispensabile. L’esem-pio più calzante è dato proprio dalle attività del periodo natalizio. In ogni paese, direi in ogni contra-da, gli alpini organizzano o partecipano ad ogni tipo di evento: si spazia dall’allie-tare la notte di Natale con cioccolata e brulè, agli auguri agli anziani, anche in Casa di riposo, alla Be-fana…Ma durante l’anno,

VITA SEZIONALE

IL GRUPPO:cuore pulsante

della vita associativa

I SALUTI

Questa è una pagina unica che, come ho premesso, serve ad approfondire un po’ di più conoscenze ed opinioni di chi vi scrive. Vuole rappresentare anche il punto di partenza per instaurare un possibile stru-mento di dialogo permanente e costruttivo tra Gior-nale e lettori. Vi invitiamo, sin d’ora, ad esprimere idee e suggeri-menti che possano far migliorare tale rapporto (sulla falsa riga delle “lettere al direttore”), con le modalità che riterrete utili, in attesa della creazione di un appo-sito canale istituzionale.

Direttore e Comitato di Redazione augurano a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

VITA SEZIONALE

LA PAGINA DEL DIRETTORE

il gruppo è sempre pro-tagonista nell’organizza-zione delle feste paesane, nei vari eventi previsti per bambini ed anzani, senza mai tralasciare natural-mente nessuna cerimonia di ricordo e commemora-zione dei caduti. Ogni cel-lula ha la sua Sede, dove ci si incontra per tanti motivi, anche culturali. Per qualche realtà, oggi, purtroppo, rimane l’ultimo punto di riferimento del-la collettività, se si pensa che, progressivamente, nelle nostre frazioni stan-no chiudendo i centri di aggregazione, bar, uffici pubblici ed anche le Par-rocchie. Il Gruppo è es-senziale anche per la vita della Sezione, sia per ga-rantire la presenza alle in-numerevoli cerimonie, sia per la turnazione al Rifugio Cecchin e l’opera di con-

servazione e manutenzio-ne di Monumenti e Sacelli. I Gruppi devono continua-re a pulsare sempre più all’interno della Sezione. Uno degli strumenti che abbiamo a disposizione è anche il nostro quadrime-strale. Dobbiamo insie-me ravvivare la voce che viene dalla periferia e noi cercheremo di impegnarci in tal senso, potenziando meglio il circuito Giorna-le-gruppo e mettendoci maggiormente a vostra disposizione. Ci confrenteremo e le idee si svilupperanno sicura-mente in “corso d’opera”. Continuate a testimoniare le vostre attività attraverso il Giornale, ma avanzate anche proposte e pro-getti, per garantire vitalità e freschezza alla nostra pubblicazione ed alla no-stra Sezione.

La nostra società non canta più”. Così ha esordito il prof. Carlo

Perucchetti, fondatore del Centro Studi di musica del-la Grande Guerra, nel suo intervento ad un recente Convegno del Centro studi Ana, svoltosi a Bologna. Si cantava in ogni occasione

e situazione, tramandando la musica di padre in figlio. Oggi, tutto sembra ovat-tato, a volte il cantare in gruppo viene sottovalutato e, peggio, quasi ridicolizza-to o considerato retaggio d’altri tempi.Anche in questo caso, fan-no eccezione gli Alpini. Nel-le nostre sezioni ci sono ol-tre 150 cori più che attivi, in

cui il canto non è relegato a pratica accessoria, ma ha rilevanza strutturale.Il coro, quale strumento di comunità, contribuisce a combattere l’individuali-smo che pervade la nostra società in ogni ambito, fino a bloccarne l’azione e la vitalità.La nostra Sezione ha co-stituito e potenziato il Coro sezionale, che continua a operare anche fuori Regio-ne, ottenendo lusinghieri soddisfazioni e successi, come è ben espresso in al-tra parte del giornale.Il convegno di Bologna ha sottolineato quanto la co-ralità alpina, ancora così praticata e numerosa, è un’isola felice in un mare piatto, silenzioso, amorfo. Proprio per questo va so-stenuta e valorizzata, non solo attraverso la ricer-ca ed il perfezionamento, ma quale impareggiabile esempio di spirito comu-nitario per combattere la solitudine del nostro vivere.

Le nuove generazio-ni rappresentano il futuro della società.

Occorre però domandarci se abbiamo ben preparato ed educato i giovani ad af-frontare la vita con deter-minazione e sacrificio, se abbiamo fornito loro stru-menti ed armi per vincere la loro personale battaglia. La nostra Associazione, come tantre altre, soffre sempre più l’invecchia-mento e questo non solo per gli effetti dell’aboli-zione della leva. I giovani sono disorientati dal pro-

gressivo depauperarsi dei valori tradizionali, naviga-no a vista in una società egoista ed individualista in cui nessuna azione sem-bra poter essere disinte-ressata e spontanea. Ma la politica del “pensa per te” prima o poi naufraga di fronte all’innato bisogno di comunità dell’essere umano: solitudine e chiu-sura all’altro portano al fallimento ed alla malattia.Fortunatamente, ancor oggi, lo spirito alpino vive all’opposto di tale strut-tura mentale e compor-tamentale. Con grande impegno e caparbietà dobbiamo sforzarci ad ac-cogliere i giovani nella no-stra comunità, ricordan-doci che, anche se non ha vissuto l’esperienza del servizio militare, il giova-ne ha bisogno e esigenza di conoscere, di imparare e di sentirsi accolto. In-fondere e seminare nei nostri figli e nipoti i valo-ri della tradizione alpina non è inutile, né banale: con costanza e pazienza si raccoglieranno frutti e soddisfazioni!

LA CORALITÀ

I GIOVANI

32° ACS

Sabato e domenica 29/30 settembre il 32° ACS si è ritrovato ad Aosta per il suo terzo raduno. Un nostalgico e piacevole ritorno al pas-sato con la presenza di parecchi allievi e dell’ex comandante della quar-ta compagnia l’allora capitano Carlo Tua.

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VITA SEZIONALE

Marcia di regolarità in montagna “3° MEMORIAL LUIGI MENEGOTTO”

La Sezione ANA di Marostica, col pa-trocinio del comune

di Marostica e Pianezze S. Lorenzo, con la collabora-zione di F.I.E. Veneto, ANA Montegrappa e il Gruppo Vallonara, ha organizza-to nel terzo weekend di ottobre la marcia di re-golarità in montagna “3° MEMORIAL LUIGI MENE-GOTTO”, tenutasi a Val-lonara di Marostica. Alla Santa Messa di sabato 20 ottobre alle ore 18,30,

celebrata nella pieve di S.Maria a Marostica in memoria del nostro Presi-dente Emerito Luigi Mene-

gotto, erano presenti il nostro vessillo, il Presidente Sezionale Giovanni Sbalchie-ro, alcuni consiglieri sezionali e numerosi alpini. Domenica 21 ottobre, in una bel-lissima giornata, alle ore 8,30 ha avuto inizio la gara con la partenza della prima coppia, seguita poi da una cinquantina i partecipanti divisi in 4 categorie: coppia “Soci

ANA”, coppia “Aggrega-ti ANA”, coppia “F.I.E.” e “Singoli (Liberi)”. Il tracciato sulle nostre

colline è stato molto ap-prezzato, anche se è do-

veroso dire che c’è stato qualche intoppo. Al termine della gara, verso le ore 13,00, è stato pre-parato il “Rancio Alpino”, organiz-zato dal gruppo alpino Vallonara e, a seguire, alle 14,30, si sono svolte le premia-zioni con la pre-senza del Presi-

dente Sezionale Giovanni Sbalchiero,la Prof. Da-niela Bergamo assessore allo sport di Marostica e

della signora Giuseppina Menegotto. E’ doveroso rivolgere un sentito ringra-ziamento agli sponsor, al presidente Giovanni Sbal-chiero per la sua assidua presenza e supporto, al vicepresidente Fortunato Pigato per essersi occu-pato di tutta la parte buro-cratica, al Gruppo Vallona-ra per il prezioso supporto per tutta la parte logistica, all’ANA Montegrappa per l’aiuto e la tracciatura del percorso di gara e, non per ultimi, a tutti gli alpini che hanno contribuito alla buona riuscita della mani-festazione.

Giuseppe Muraro

PERFECT ADHESIVE

ELENCO SOSTENITORI

NOTIZIE E CURIOSITÀ(Dentro e... Fuori)

QUOTE ROSA … AL COMANDO

É proprio vero che i tempi cambiano! Da anni la componente

femminile, l’altra metà del cielo, ha prima “debuttato” anche in ambito militare, per poi progressivamen-te scalare i gradini della carriera. Anche tra le fila dell’Associazione alpini, magari lentamente, si co-mincia a registrare la pre-senza, gentile e discreta, delle quote rosa. Ma ora accade che Giulia Ossato, ventottenne impiegata di Laghi, dopo aver presta-to servizio effettivo nelle

Truppe Alpine, dopo aver guidato il gruppo di Laghi, è passata al comando nel 2016 degli otto gruppi del-la zona del Monte Cimo-ne, oltre che consigliere Sezionale. Non doma, da febbraio di quest’anno è coordinatrice del Trivene-to dei giovani, i “bocia”. Complimenti! Nella sue dichiarazioni ha affermato che di giovani “ce ne sono tanti, dor-mienti” … che “occorre fare aggregazione tra le giovani generazioni”… che è favorevole alla leva

obbligatoria.Si percepisce subito di che tempra è fatta questa ra-gazza. Ma, la giovane “co-mandante alpina” riesce anche a darci una lezione morale, spezzando una lancia a favore dei colleghi maschi.Forte è il senso del dovere e l’attaccamento al cap-pello alpino. “Lo faccio perché ci credo - dice - ..Non so se gli altri tre raggruppamenti hanno nei vertici figure femmini-li, però di sicuro gli alpini non sono sessisti. E io sarò

sempre una di loro, anche quando farò famiglia”.Tanto di cappello … alpi-no… Giulia!

Denominazione conto: FONDAZIONE ANA ONLUS CTO CALAMITA’ NOVEMBRE 2018

IBAN: IT 64 I 06230 01627 000046045918

BIC/SWIFT: CRPPIT2P227

Banca di riferimento: CRÈDIT AGRICOLE, Filiale di Milano - Via Armorari 4

IBAN SOTTOSCRIZIONI CALAMITÀ NOVEMBRE 2018

CURIOSITÀ: ALAN, IL VIGILE-ALPINO TROMBETTIERE

Anche il settore del cerimoniale soffre la crisi di vocazioni! La

battuta nasconde la lenta, ma inesorabile difficoltà a reperire quanto meno un trombettiere, che renda

più solenni cerimonie e celebrazioni. A Bassano e dintorni- zona ricca di ri-correnze - è perciò stata di fatto istituita una nuova ed importante figura istituzio-nale e professionale che

chiameremo: il Vigile-Alpino trombettiere. Come dire: quando il bisogno aguzza l’ingegno! Accade quindi che tal Alan Franzoi di Crespano, alpino in congedo, vi-gile urbano di profes-sione, ottimo trom-bettiere, presenzi con

la sua squillante arma musicale a cerimonie e ricorrenze, al-ternando divisa e cappello a se-conda del caso, ottenendo gran-de plauso, tanto da essere ormai conteso tra Enti, Gruppi e Associazioni d’Arma. Vi proponiamo la foto di una cerimonia a Bassano e una suggestiva immagine del suo cappello alpino, della tromba sullo sfondo del sacello dell’Ossario. Unica

“macchia” dell’ineffabile Alan: non risulta iscritto all’Associazione, ma è in atto la sofferta fase del pentimento tra le note del SILENZIO, cui subentrerà sicuramente la prorom-pente SVEGLIA!

Tromba e cappello con sfondo il Sacello del Monte Grappa

Cerimoniale

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10 VITA DEI GRUPPI

CROSARA

Ai primi di settembre ed esattamente i giorni 8 e 9 il grup-

po alpini di Crosara è stato di turno all’apertura della baita Cecchin. In sei alpini sabato mattina siamo saliti per renderci utili e disponi-bili. Tra gli alpini presenti, fortunatamente, ce n’è uno bravo a cucinare e già il giorno precedente si era anticipato preparandosi a casa sughi e quant’altro in maniera egregia.Il percorso di strada ster-rata per arrivare alla baita era davvero messo male a causa di un susseguirsi di grandi buche. Tutto il resto della perma-nenza, invece, è risultata buona e soddisfacente. Appena un’ora dopo il no-stro arrivo sono giunti una quindicina di ufficiali non in servizio della sezione di Verona che subito si sono presentati e qualificati chiedendo se successiva-mente fosse loro assicura-

to un pranzo. Alla risposta af-fermativa, la qua-si totalità si è av-viata verso cima Ortigara a visi-tare quota 2105, le postazioni e le trincee tenute in quel contesto da-gli austriaci. Dopo circa un paio d’ore sono ritornati alla bai-ta trovando una buona pasta o un minestrone fumante, molto apprezzato a quelle quote. Con noi alpini inservienti c’è stata subito cordiali-tà e scambi di esperienze parlando di quei luoghi da molti già visitati.Domenica mattina, già alle ore 8 altri alpini del gruppo di Crosara con alcuni fami-gliari sono venuti apposi-tamente a trovarci. Alcuni sono saliti in escursione sempre all’Ortigara o a cima Caldiera per ritro-

varci ancora verso le ore 13 ad assaporare quanto il cuoco aveva previsto. Contemporaneamente altri escursionisti si aggiunge-vano provenienti da altri siti. A tutti i richiedenti è stata offerta una consu-mazione o un pasto. Nel pomeriggio in un clima di amicizia e alpinità ci si sa-lutava facendo per l’occa-sione delle foto a ricordo del momento.Per noi addetti al servizio

altre due ore per riordi-nare tutto e riposizionare le attrezzature all’interno della baita in modo idoneo mentre due alpini si prodi-gavano per il solito inven-tario degli alimenti, bibite e materiali presenti. Alla sera siamo scesi un po’ stanchi ma felici di es-serci adoperati per gli alpi-ni e le persone che transi-tano in quei luoghi pieni di storia e di eroici sacrifici.

Giorgio Pozzato

TURNO ALLA BAITA CECCHIN

FONTANELLE DI CONCO

Dopo l’Adunata Na-zionale a Trento, importante è stata

per noi l’Adunata del Trive-neto svoltasi a Vittorio Ve-neto il 17 giugno. Bella e molto impegnativa la sfilata, e dopo il dovere, in un clima di festa abbia-mo fatto tappa a Pieve di Soligo, dove la titolare del-la Locanda da Lino, nostra vecchia conoscenza, ci ha preparato un appropriato pranzo.

Ripreso il ritorno, non ab-biamo tralasciato di fare vi-sita a “L’Isola dei Morti” nel comune di Moriago della Battaglia. L’Isola dei Morti è un pic-colo lembo di terra lambi-to dal fiume Piave. Fu così chiamata perché, durante la prima guerra mondia-le, fu un’area contesa al centro del fronte del Pia-ve, cosa che provocò un ingente numero di perdite dall’una e dall’altra parte.

Nel 1965 fu costruita una chiesetta dedicata alla Ma-donna del Piave su proget-to dell’architetto Alberto Alpago Novello. Accanto alla chiesa sorge un cippo piramidale com-memorativo ai Caduti co-struito con i sassi del fiume. Sulla cima della piramide del filo spinato disegna una croce intrecciandosi ad un elmetto, mentre sui lati quattro lapidi riportano alcuni versi del componi-

mento La Sernaglia di Ga-briele D’Annunzio. In questo luogo sacro ab-biamo avuto il piacere di incontrare un gruppo di alunni accompagnati dalle loro insegnanti. Ci hanno fatto onore e provare una forte emozio-ne cantandoci “Il Piave” e “L’Inno di Mameli”, è stato un momento che portere-mo nei nostri ricordi.

Graziano Miglioretto

L’ISOLA DEI MORTI

11VITA DEI GRUPPI

FONTANELLE DI CONCO

3 novembre ore 19Con la benedizione della Corona svoltasi

durante la S. Messa cele-brata dal nuovo Parrocco Don Gianpietro Ravagno-lo, ci siamo quindi recati presso il Monumento dei Caduti di tutte le Guerre per la deposizione.Grande la partecipazione

del paese, con la presenza del Sindaco Prof.ssa Gra-ziella Stefani, e accompa-gnati dalla nostra Banda Musicale. Abbiamo così concluso il Centenario del-la Grande Guerra ma sare-mo sempre presenti “per non dimenticare”.

Graziano Miglioretto

Lettura messaggio Presidente Nazionale Sebastiano Favero

In una bellissima giornata d’estate, sabato 8 set-tembre, siamo partiti di

buon’ora alla volta di Tren-to dove ci siamo fermati per prendere quota con un ricco spuntino, e pure per ricordare l’Adunata Nazio-nale del Centenario.Proseguendo per Cavale-se, siamo arrivati a Vigo di Fassa dove abbiamo preso la cabinovia per Pian Ciam-pedie. Ciampedie, “il cam-po di Dio”, è una balcona-ta panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti. Dai

suoi 2000 metri di altezza, al centro della Conca del Catinaccio si possono am-mirare i gruppi più impor-tanti del Sassolungo, del Sella, della Marmolada. In lontananza il gruppo La-temar, le Pale di San Marti-no ed il Lagorai. Siamo poi partiti a piedi verso il Rifugio Gardeccia dove dopo un’ora circa di cammino abbiamo consu-mato il pranzo. Nel pomeriggio, dopo aver ammirato le magnifiche montagne che ci circon-

davano siamo partiti con “le navette” per Pozza di Fassa dove abbiamo ritro-vato il pullman. Nel rientro sosta a Pergine Valsugana

per concludere con grande soddisfazione per il nostro Gruppo questo annuale evento.

Graziano Miglioretto

GITA ESTIVA

26 agosto 2018, Pieve di Cadore. Ritornare

dopo 44 anni, tanti quanto è durato il Battaglion Ca-dore, è stata una grande

emozione, ancor più sfilare da Pieve di Cadore verso la Caserma Calvi di Tai con tutte le “Bale rosse”.

Graziano Miglioretto

RADUNO VECI DEL BATTAGLION CADORE

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12 VITA DEI GRUPPI

LAVERDA

Domenica 7 ottobre 2018 si è svolto il 70° anniversario

del gruppo alpini di La-verda. Alle 9 e 30 ci siamo trovati all’ ammassamento poco prima del centro in un parcheggio messo gentil-mente a disposizione per l’ occasione e, dopo esserci inquadrati per file di 4, ac-compagnati dalla banda musicale Attilio Boscato di Fontanelle di Conco, sia-mo partiti in sfilata lungo la via addobbata per la festa dai tricolori che svento-lavano al sole. Giunti da-vanti al monumento sem-pre inquadrati, abbiamo fatto l’ alzabandiera a cui

è seguita la santa messa celebrata da Padre Ireneo e l’onore ai caduti de-p o s i t a n d o una corona davanti al monumento. Erano pre-senti il ves-sillo della Sezione di Ma ros t i ca , portato dal nostro consigliere sezio-nale Luca Milani, i sindaci di Lusiana, Antonella Cor-radin e di Salcedo, Gia-nantonio Gasparini, il vice

sindaco di Marostica, Va-lentino Scomazzon, il pre-sidente sezionale, Giovan-ni Sbalchiero e il segretario del terzo raggruppamento, Fabio Volpato. Ha preso la parola il capogruppo Giu-liano Pivotto illustrando un po’ la storia del grup-po, le attività svolte ed i lavori che sono stati fatti negli ultimi anni e dopo aver ascoltato i discorsi delle varie autorità pre-senti, sempre a sostegno degli alpini e riproponrndo di nuovo la leva obbliga-toria, rallegrati dai brani

di repertorio della banda, siamo entrati nella sede della pro Laverda dove era stato preparato un delizio-so rinfresco. La festa per l’ anniversario si è conclusa sabato 13 ottobre nella chiesa parrocchiale, con l’ esibizione straordinaria del coro ANA della sezione di Marostica.Il gruppo alpini di Laverda ringrazia tutti i presenti e tutti i volontari che hanno collaborato in clima di fe-sta per la buona riuscita della manifestazione.

Christian Campagnolo

70° ANNIVERSARIO DEL GRUPPO ALPINI DI LAVERDA

Convegno di studi dedicato a Giovanni Nicolli con l’intervento di Antonio Muraro, Paolo Tagini, Paolo Volpato, Franco Scarmoncin, Paolo Pozzato, Ma-

rio Scuro, Albano Berton e Liliana Contin. Inaugurazione della mostra fotografica delle collezioni di Toni Munari e Mario Strada.

Lettura alle ore 19 davanti al Monumento dei Caduti di Marostica da parte del capogruppo Sergio Dal Molin di un messaggio del Presidente Nazionale

A.N.A. a chiusura del Centenario dalla fine della Grande Guerra.

MAROSTICA CENTRO

CHIUSURA DEL CENTENARIO 3 - 4 NOVEMBRE1915 – 1918 MAROSTICA IN GRIGIO VERDE

Il 24 novembre si è svolta la 22^ colletta alimentare nazionale,

anche quest’anno il nostro Gruppo con San Luca ha partecipato a questo evento solidale

raccogliendo oltre 1000 kg di alimenti presso i supermercati Coop di Via Montello e A&O di Via 4 novembre, che ringraziamo per l’ospitalità che ci hanno concesso.

COLLETTA ALIMENTARE PELLEGRINAGGIO NAZIONALE ALL’ORTIGARA 7-8 LUGLIO

Il Capogruppo e l’Alfiere Gianni con il nostro ga-gliardetto alla cerimonia della Colonna Mozza di quota 2105.

La discesa al rifugio Cec-chin con il Presidente Na-zionale Favero ed il Co-mandante delle truppe alpine Generale Berto.

13VITA DEI GRUPPI

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14 VITA DEI GRUPPI

MAROSTICA CENTRO

Nei mesi di settem-bre e ottobre abbia-mo programmato la

partecipazione ad alcune gare di tiro a segno, scelte tra i numerosi inviti ricevu-ti e gli impegni sezionali, sempre con l’intento del divertimento e dello stare assieme qualche ora con la nostra passione sportiva

preferita, che in questi anni abbiamo condiviso con gli Alpini di altre Sezioni d’Ita-lia che troviamo sempre alle competizioni a cui parteci-piamo. La prima gara con il ritorno alla partecipazione dopo decenni di assenza della nostra Sezione è stato il 49° Campionato Naziona-le A.N.A. di tiro a segno ca-

rabina libera a terra svoltosi a Lucca l’8 e 9 settembre, la seconda gara sempre il 9 settembre ad Albettone con il 4° Trofeo Triveneto A.N.A. organizzato dalla Sezione di Padova con gara ex ordi-nanza, la terza il 21 ottobre, in concomitanza con la no-stra 3^ marcia di regolarità in montagna, dove abbia-

mo partecipato alla 7^ gara ex ordinanza UITS al poli-gono di Caprino Veronese organizzata dalla Sezione di Verona con il supporto del Gruppo di Tregnago. Sotto i risultati ottenuti. Ringrazio tutti i lettori che ci seguono e porgo un cordiale saluto alpino.

Sergio Dal Molin

LO SPORT IN SEZIONE

Lucca 50 m 22LR Albettone 100 m EX Caprino Vr 100 m EX

24° Bresolin Gianbattistapunti 100

13° Dal Molin Silviopunti 73

17° Dal Molin Sergiopunti 71

1° Dal Molin Sergiopunti 94,3

4° Dal Molin Silviopunti 87,0

MARSAN

Ricordo che trent’an-ni fa incontrammo alcuni dei nostri

soci fondatori del gruppo. Alcuni erano reduci di Rus-sia e nei loro racconti c’era ancora una certa riluttanza a ripercorrere e rievocare episodi che il trascorrere del tempo non aveva reso meno doloroso il ricordo di quella tragica esperienza. Non solo a loro, testimoni e protagonisti, ma anche a noi che ascoltavamo sem-brava di vedere quei baglio-ri, sembrava di udire quelle esplosioni che falciavano in un attimo tante giovani vite. Quel 19 settembre 1948 i fondatori del gruppo ave-vano deciso d’intitolare il

gagliardetto a Bortolo Gio-vanni Pigato classe 1916, artigliere alpino del Gruppo Val Piave che purtroppo non ce l’aveva fatta. Era nato il 14 settembre del 1916 a Marsan, duran-te l’altra guerra, quando il territorio di Marostica era tappa di passaggio di trup-pe e di rifornimenti ed era animato da soldati e mezzi militari. Figlio di Giovanni Battista e Angela Bordi-gnon abitava in quella che è oggi via Scomazzoni. Non ebbe certo vita facile, come i ragazzi dell’epoca la scuola terminava in ter-za elementare e si veniva dichiarati “abili al lavoro”. Bortolo venne chiamato

alle armi il 10 maggio del 1938 e assegnato al 5° reg-gimento artiglieria alpina. Il 25 agosto viene aggregato al reparto distrettuale di Fi-renze e successivamente al 3° reggimento artiglieria controcarri. Probabilmente questo di-staccamento gli consente di evitare la guerra dei Bal-cani. Il 10 luglio 1942 viene fatto rientrare al 5 reggi-mento artiglieria alpina Pu-steria di Belluno e assegna-to alla 39^ batteria gruppo Val Piave gruppo che viene poi distaccato per rinforza-re il 3° Reggimento Artiglie-ria in procinto di partire per la Russia. Quando seppe che veniva

mandato in Russia tornò per una breve licenza. Le due sorelle maggiori Ma-ria e Giustina si erano già trasferite a far le cameriere a Varese. Il fratello Pietro era anche lui partito per la guerra e a casa c’era il fra-tello più piccolo Virginio. Salutò la famiglia pian-gendo dicendo che non li avrebbe più rivisti. Il 3° ar-tiglieria come tutti gli alpini aveva come destinazione finale le montagne del Cau-caso. Purtroppo finirono nella piatta steppa del Don a combattere un genere di guerra per il quale i nostri soldati erano privi di mezzi adeguati. Lo capirono solo

IN MEMORIA DI BORTOLO PIGATO

1915 - 1918 MAROSTICA IN GRIGIOVERDE (dedicato a Giovanni Nicolli)

SPECIALE CENTENARIO

La città di Marostica ricor-da la Grande Guerra con un convegno di studi che

si è tenuto, quanto mai opportu-namente, il 3 novembre 2018, a cento anni esatti dalla notizia che tutti i marosticensi e i cittadini dei paesi contermini attendeva-no da tempo: la fine della guerra e il ritorno della pace. A rendere ancor più coinvolgente il conve-gno, la dedica ad uno dei suoi cittadini più attenti alla sua storia e alla conservazione della memo-ria: Giovanni Nicolli. Forse proprio per l’emozione che molti hanno sentito viva per il ricordo di Gio-vanni, il convegno è andato al di là della fredda analisi del periodo di guerra vissuto da Marostica. Si è creato da subito tra i relatori, e tra questi ed il pubblico, un clima di reciproca partecipazione che, per un momento, ha calato tutti i presenti almeno spiritualmente in un’epoca neanche tanto lonta-na, facendo rivivere momenti di vita civile e militare con partico-lare vividezza. Alla presentazione dell’Assessore alla Cultura Maria Luisa Burei, piacevolmente sor-presa dal clima creatosi nella bella sala medievale, e con la sapiente e ferma conduzione del conve-gno della Prof.a Liliana Contin, è seguita la prima relazione del Prof. Antonio Muraro. Lo studioso ha ripercorso i primi due anni di

guerra, 1915-1916, inquadrando attraverso gli articoli dei giornali dell’epoca il vissuto di Marostica e l’impatto che la guerra ha avuto fin dall’inizio, stravolgendolo, sul vivere civile dei suoi abitanti. Non ha mancato di ricordare il feno-meno dei rimpatriati dall’estero, emigranti che tornavano per ar-ruolarsi, come anche, per contro, le tante voci che chiedevano la pace e, tra queste, Cuman Pertile. Ai tanti servizi che Marostica offri-va ai soldati, le Case del Soldato, il Teatro, ma anche un Comitato Civile di supporto, ricorda in parti-colare l’aiuto dato ai profughi che nel maggio del 1916 scendevano dall’altopiano dei Sette Comu-ni, investito dalla Strafexpedition austro-ungarica.Paolo Tagini, il secondo relatore, ha continuato sul solco traccia-to, ricordando gli altri due anni di guerra, il 1917 ed il 1918. Risalta in tale momento la figura del Sin-daco Boschetti che, con le sue ordinanze ed atti di governo, deve far fronte ai momenti più difficili del conflitto, quando al pessimi-smo dilagante sul proseguo della guerra, si affiancano le sempre più difficili condizioni economiche e le tante difficoltà nel vivere a ridosso della prima linea del fronte. Paolo Volpato, a seguire, ha presentato uno studio sulle testimonianze la-sciate dai combattenti che sono

transitati per Marostica, sia illustri letterati, quali Emilio Gadda, Atti-lio Frescura, Paolo Caccia Domi-nioni, fino ad Ernest Hemingway, come anche di semplici soldati che nei loro diari e lettere hanno forse dato un quadro molto più vivo e vero di come Marostica ha accolto i suoi difensori e di come si viveva all’ombra delle artiglierie avversarie. Non è mancato un accenno anche alle memorie dei soldati alleati, in-glesi e francesi, che hanno potu-to conoscere e raccontare il loro vissuto nella città dalle belle mura medievali. Gli interventi successivi entrano ancor più nel ricordo stret-to dei giovani di Marostica che, chiamati a combattere, hanno vis-suto spesso tragicamente la loro esperienza di guerra.Il Prof. Fran-co Scarmoncin ha presentato uno studio, basato sui documenti tratti dall’Archivio di Stato di Bassano e da quello di Vicenza, che ha inteso approfondire la conoscenza dei Caduti di Marostica, oltre che dei monumenti che li ricordano, primo fra tutti il Monumento ai Caduti in Piazza Castello.A tal proposito, una testimonianza viva di un combattente, in questo caso un alpino del Battaglione Sette Comuni, è stata proposta dal Prof. Mario Scuro che ha ricor-dato il padre Giuseppe con una pubblicazione che ripercorre la

sua vicenda di guerra e, nel con-tempo, la “battaglia dell’Ortigara”, sicuramente il combattimento che tanto lega Marostica alla grande guerra. Non poteva non essere ricordata la figura della Medaglia d’Oro al Valor Militare Ten. Gio-vanni Cecchin, caduto nel giugno 1917 proprio sulla montagna ma-ledetta. Alla presenza dei familiari, la moglie ed il figlio, il ricordo di Giovanni Nicolli è stato affidato a Paolo Pozzato e Albano Berton. Il primo ha ricordato la figura di sto-rico, il secondo di cittadino mol-to attivo a Marostica, tra le tante cose anche quella del coro Canto-ri di Marostica.Proprio i Cantori di Marostica han-no intervallato le relazioni con cori di canzoni della grande guerra, rendendo ancor più emozionante la giornata.Non possiamo, infine, dimenticare le letture di Laura Primon, autrice del volume “Di lassù ti scrivo”, vita e morte in guerra del giovane Tenente Alberto Pascal. La lettura dal diario di un soldato della notte del 3 novembre quando a Marosti-ca si è festeggiata la pace è stata emozionante e coinvolgente. Un tuffo nel passato che ha unito per un giorno i cittadini di Marostica di ieri e di oggi, con la speranza che tutto ciò non venga dimenticato, ma costituisca un monito ma an-che una speranza per il futuro.

PROGRAMMA 3 NOVEMBRE 20183 novembre 2018 ore 15,00 Sala Consiliare del Castello Infe-riore di MarosticaRelatori:Paolo Volpato:“Marostica nella letteratura della Grande Guerra”La prima guerra mondiale è si-curamente l’evento storico che divide il nostro tempo tra mondo antico e mondo moderno. Non solo il grande sviluppo tec-nologico in tutti i campi scientifici che, inevitabilmente, si accompa-gna ad ogni conflitto bellico, ma uno stravolgimento sociale che vede coinvolto per la prima volta il popolo di una nazione in tutte le sue componenti di classe sociale.Marostica ne è doppiamente coinvolta, come società civile e come città al fronte di guerra e, avendo accolto migliaia di soldati in transito, ha anche lasciato su di loro una memoria che poi è stata traslata in romanzi, diari, racconti di guerra, che oggi, a distanza di

cent’anni, ci restituiscono il suo colore e la sua vita in tempo di guerra. Franco Scarmoncin:“Uomini valorosi a Marostica”Attraverso una ricognizione dei documenti anagrafici contenuti nell’Archivio di Stato di Bassano e delle schede matricolari con-servate nell’Archivio di Stato di Vicenza, si intende approfondire la conoscenza dei militari di Ma-rostica caduti durante la Grande Guerra, con particolare attenzione per quelli che si sono segnalati in atti di valore o che hanno combat-tuto in battaglie particolari. Da que-sta documentazione potrebbero emergere elementi utili anche per l’analisi della società marosticense.Paolo Pozzato: “Al tavolo della grande storia: il contributo di Giovanni Nicolli alla comprensione della prima guerra mondiale”“La rabbia dei vinti: Vittorio Veneto raccontata dagli sconfitti”.La storiografia della Grande Guer-ra ha avuto nella seconda metà del ‘900 degli apporti strutturali da parte della ricerca veneta, apporti che hanno contribuito non poco al cambiamento del suo quadro in-terpretativo generale. Tali cambiamenti furono dovuti soprattutto all’apporto ed ai la-vori dello storico vicentino Gianni

Pieropan, con cui il marosticense Giovanni Nicolli collaborò sempre con competenza ed efficacia. Un ricordo del suo contributo alle ricerche vicentine costituisce quindi l’occasione e l’opportuni-tà per ripensare, oggi, il senso di un avvenimento che è stato non a caso definito l’Urkatastrophe (la catastrofe originaria) del XX secolo.”Antonio Muraro:“I giornali raccontano la Grande Guerra a Marostica”Contributo che tende ad inqua-drare il contesto storico relativo a Marostica soprattutto negli anni 1915-1916, offrendo un quadro generale di come la città ha vis-suto l’impatto con questo tragico evento. Paolo Tagini: “Marostica nei due ultimi anni di guerra 1917-1918”L’intervento si propone di sintetiz-zare quanto accadde a Marostica e dintorni, nella seconda parte della Grande Guerra, quando, ormai svanite le illusioni della vi-gilia interventista, la popolazione si ritrova a lottare con due nemi-ci: l’ansia per un pericolo bellico sempre più stringente e condizioni di vita sempre più precarie dovute a carestie e mancanze dei princi-pali generi di prima necessità. Contributi su Giovanni Nicolli: a

chiusura del convegno sono previ-sti una serie di brevi interventi che ricorderanno la figura del marosti-cense Giovanni Nicolli, a dieci dal-la morte, mettendo particolarmen-te in rilievo i suoi contributi come insegnante, alpino e ricercatore appassionato della storia locale e della Grande Guerra (**Albano Berton propone un suo persona-le ricordo di Giovanni, delle sue spiccate doti di umanità, saggez-za, onestà intellettuale e capacità di coltivare rapporti profondi di vera amicizia).I vari interventi saranno intervallati dalla lettura espressiva di poesie e testi relativi alla guerra, in collabo-razione con l’associazione “Tea-tris”, e da canti sul tema a cura dei Cantori di Marostica, indicativa-mente in tre momenti differenziati:1. Monte Canino – Steluti-

salpinis (canti della Grande guerra)

2. Larici – Betulle (due nuo-vi canti di Bepi De Marzi, in nome della comune amicizia con lo scrittore M. Rigoni Stern)

3. Darnàachviartausonkjaar – Signore delle cime (l’antico canto cimbro del Natale e la preghiera universalmente nota, che esprime il senti-mento popolare legato alla montagna).

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3 NOVEMBRE 2018, ORE 19: CERIMONIA DEL CENTENARIO

MAROSTICA SEDE

La nostra Sezione ed i Gruppi si sono uniti idealmente a tutte le Sezioni nella cerimonia voluta dall’Associazione a conclusione delle celebrazioni dell’anniversario della Grande Guerra. Sabato 3 novembre, puntualmente alle ore 19,00, a Marostica e presso i Sacelli, ogni gruppo ha presenziato e reso gli onori ai Caduti, insieme alle Autorità locali. Cerimonie semplici, ma significative, sentite e partecipate anche dalla popolazione. La rassegna fotografica immortala al centro il cuore della cerimonia svoltasi a Marostica, per poi dipanarsi nel grande firmamento dei nostri diciotto Gruppi.

MAROSTICA CENTRO

PIANEZZE

MOLVENA

MASON

MARSAN

LUSIANA

LAVERDAFONTANELLE DI CONCO CROSARA

VILLARASPA

VILLA DI MOLVENA

VALLONARA

VALLE SAN FLORIANO

VALLE DI SOPRA

SCHIAVON

SANTA CATERINASAN LUCA

PRADIPALDO

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Cosa resta di questo centenario?

La domanda, a cui abbiamo già cercato di dare una prima risposta, sorge spontanea nel momento in cui, trascorsi 100 anni dalla firma dell’ar-mistizio a Villa Giusti, dob-biamo inevitabilmente tirare le somme e capire se, come ci eravamo proposti, siamo riusciti a fare memoria.Dopo aver partecipato in questi quattro anni a decine di commemorazioni, cerimo-nie, conferenze, convegni, presentazioni bibliografiche, tavole rotonde, dibattiti, la sensazione condivisa con molti altri studiosi e appas-sionati è quella di un sen-so di incompiutezza.Come nazione, innanzitutto. Gli anniversari storici hanno la funzione non solo di comme-morare, ossia condividere la memoria di un evento e dei suoi protagonisti, ma anche quella di approfondire la co-noscenza di quei fatti e quel-le persone che, inevitabil-mente, lo scorrere del tempo ne ha appannato il ricordo.Senza dubbio molto è stato fatto a livello locale, sicura-mente in misura maggiore nelle regioni settentrionali che hanno vissuto sul loro territorio gli effetti della tra-gedia della grande guerra, alcune volte anche troppo mi verrebbe da dire. La parcel-lizzazione della rievocazione però, se da un lato ha avuto l’effetto senza dubbio posi-tivo di far riscoprire alle pic-cole comunità il loro passa-to, aprendo simbolicamente il baule dei ricordi, a volte anche materialmente visto il coinvolgimento capillare del-le singole famiglie, dall’altro ha avuto l’effetto distorto di chiudere i confini della me-moria nell’ambito ristretto dello stesso territorio.Una volta di più, si è eviden-ziato il grande difetto del popolo italiano che è quello di non tessere reti, di non fare squadra, di non creare condivisione. Può sembrare

un giudizio tranchant, voglio anche aggiungere per par-te mia provocatorio, ma gli esempi non mancano. Ad iniziare, tanto per contestua-lizzare, dalla Regione Vene-to, che aveva nelle corde la promozione di un grande evento aperto anche alle altre nazioni europee, una sorta di stati generali sulla storia europea della grande guerra, occasione anche per far avvicinare e conoscere le tantissime iniziative sparse in un territorio che, geografica-mente, ha la fortuna di com-prendere tanto il mare quan-to l’alta montagna, ognuno con la sua unicità di spazio e di tempo, anche nei confron-ti dei fatti della grande guer-ra. Mondi, e non solo questi, che non si sono incontrati e confrontati. Premesso che il tempo delle grandi aduna-te celebrative è terminato, e non era questo che l’evento “centenario” voleva riporta-re all’attualità, mi chiedo se noi uomini del nostro tempo siamo riusciti a nostra volta a creare memoria della me-moria, a fare a nostra volta storia. Per i giovani, soprat-tutto, per le generazioni futu-re, o per quei pochi che tra qualche decennio vorranno capire come l’evento gran-de guerra è stato nel tempo studiato, analizzato, ricor-dato, trasmesso. Ma anche per noi stessi, per la società civile, questo grande mistero del nostro tempo, che spes-so ha il limite – un altro – di piegare la storia all’interesse del presente. Rispetto ai nostri predeces-sori, avevamo una grande opportunità in più: il mondo digitale. Un mondo che non è del futuro, ma è già del pre-sente, e come tale fruibile e condivisibile con i giovani di oggi.Proprio a loro potevamo chiedere di utilizzare que-sto strumento per creare una nuova memoria da tra-mandare, mi viene in mente la creazione di un grande

data-base nel quale racco-gliere i dati di tutti i Caduti della grande guerra, alla cui realizzazione potevano col-laborare gli studenti di tutte le regioni d’Italia, in sinergia, conoscendosi e condividen-do esperienze. Una sorta di “Monumento ai Caduti” di-gitale, transregionale, fruibi-le dalle famiglie come dalle Istituzioni, scuola compresa.Per quanto mi riguarda, que-sta sì un’occasione perduta dal nostro Paese. Lo dimo-stra il fatto che già in quanto ho scritto, ho citato la parola “Italia” una volta sola.E ora volgiamo lo sguardo al nostro interno, all’A.N.A.Lo scopo dell’Associazione Nazionale Alpini, lo richiamo ancora una volta, è scritto al primo punto dell’articolo 2 dello Statuto, ed è quello di “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difen-derne le caratteristiche, illu-strarne le glorie e le gesta”, ossia di “non dimenticare”.E non possiamo prescindere la nostra riflessione dal fatto che l’A.N.A nasce proprio a seguito della Grande Guerra, non dalla precedente guerra di Libia, o da altra battaglia. Perché l’A.N.A. è un’asso-ciazione d’arma, fatta da chi un’arma, volente o nolente, ha dovuto afferrarla con le mani…ed usarla.I momenti celebrativi, o com-memorativi, dell’A.N.A. sono stati tantissimi, solenni, sen-titi. Il doveroso ricordo dei Caduti è stato certamente frutto di un sentimento vivo di riconoscenza, direi di so-stanza e non di apparenza. E non poteva essere altri-menti. Sono state coinvolte non solo le realtà associa-tive, dalla Sezione al singo-lo Gruppo, ma si è cercato anche al di fuori dell’asso-ciazione, coinvolgendo il mondo universitario, quello giornalistico, sia della carta stampata che della televi-sione, con un grande sforzo per entrare anche nel mondo digitale.

Si è fatta memoria.Obiettivo raggiunto? Nì.Viviamo in un mondo che sta perdendo la memoria, soprattutto la perde per le tragedie trascorse, che, ine-sorabilmente, purtroppo non possono che ripetersi. An-che del riproporsi delle ca-tastrofi naturali si è persa la memoria, figuriamoci di una guerra combattuta 100 anni fa, il cui ricordo va ad inserir-si in una cronaca che viaggia alla velocità dello spazio di un tweet: nell’effimero. È dif-ficile oggi fare memoria, an-che per l’A.N.A. I giovani, ai quali abbiamo cercato di vol-gere lo sguardo e trasmette-re la memoria, non possono riuscire a percepire in tutta la sua ampiezza la portata sto-rica dell’evento grande guer-ra e quello che hanno sof-ferto i loro coetanei, quando già nel vivere quotidiano vengono loro a mancare le certezze basilari. Va detto però che spesso non è stato loro neanche consentito di avvicinarsi al “centenario”, penso al mondo della scuola che in gran parte d’Italia è ri-masto indifferente all’evento, se non come passaggio ob-bligato del programma mini-steriale.Potevamo fare di più?Ho partecipato – in Veneto – ad un convegno sui gio-vani e la grande guerra: non c’era neanche una classe di studenti, perché erano sotto scrutini e allora…Possiamo fare di più?Il centenario non finisce qui, come non finisce qui il ri-cordo di quella guerra e dei Caduti, non finiscono qui le cerimonie, le commemora-zioni, i dibattiti, i convegni, le tavole rotonde, i libri. E siamo come al gioco dell’oca: al punto di parten-za. Ora sta a noi tirare anco-ra i dadi e creare un altro e nuovo percorso di memoria. Per l’Italia, la nostra Italia.E per i nostri Caduti.In bocca al lupo.

Paolo Volpato

RIFLESSIONE SUL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

VITA DEI GRUPPI

MARSAN

quando la tradotta si fermò in piena campagna ucrai-na in una piccola località e da lì dovettero proseguire a piedi e capire che la loro destinazione era a 250 km sul fiume Don. Seguirono mesi di preparazione e alle prime nevi tutti i reparti in linea avevano completato la costruzione dei ricoveri interrati a prova di bom-ba e del freddo. Purtroppo l’offensiva Sovietica del 19 novembre 1942 travolge le nostre divisioni e poche settimane dopo anche il 3° artiglieria viene trasferito. I soldati non hanno più i rico-veri faticosamente costruiti ma rimangono letteralmen-te gettati sulla neve per un intero mese, accovacciati dentro buche scavate in mezzo alla steppa gelata, resistendo in condizioni del tutto disumane e a prezzo di grandi perdite. Il 17 gennaio 1943 alle 11.00 viene diramato l’or-dine di ritirata ma per il Val Piave l’ordine arriva verso sera. Aveva combattuto tutta la giornata a fianco agli alpini del Tolmezzo e

del Cividale, ultima retro-guardia a protezione dei reparti, in prevalenza tede-schi, che si erano già sgan-ciati. E’ già notte quando tra la perplessità generale, mal dissimulata persino dai comandi, il Val Piave inizia il carico delle poche slitte in dotazione. “In po-che ore la steppa immen-sa, paurosa e sconosciuta ci venne incontro col buio più profondo, punteggiato sinistramente qua e là dal-le altissime fiamme dei vil-laggi incendiati.” Ricordava l’aiutante maggiore del Val Piave.Dopo ore e ore di grande fa-tica arrivarono a Popowka; ma i partigiani là annidati ad attenderli, li costrinse-ro a riprendere il combatti-mento. Il giorno 18 entrano a Podgornoje e il caos e disordine regnava ovun-que. Il 19 a tarda sera, sono circa le 21.00, nella notte gelida, la colonna giunge alle prime isbe di Kopanki, un piccolo paese in fondo a una conca, e urta contro una formazione corazzata. Il giorno dopo il 20 gennaio

il 9° del col. Lavizzari attac-ca con quello che resta del btg. alp. “L’Aquila”, seguito dal “Val Cismon” e dal “Vi-cenza”, appoggiati dal quel che rimane delle batterie dei gruppi “Udine” e “Val Piave”. I combattimenti si protrassero senza esito per tutta la giornata solo verso sera nell’ultimo attacco av-venuto alle 18:00 il 9° rie-sce a raggiungere le prime isbe dell’abitato. Purtroppo quel giorno furono in tanti ad essere dichiarati disper-si. Il 3 RGT. ART. ALPINA perde 250 uomini. Di questi 44 sono vicentini, 3 i maro-sticensi: il caporale Leone Marcon e gli artiglieri Perozzo Giobat-ta e Bortolo Pigato. Non sappiamo cosa sia successo quel giorno e quale sia stata la sorte di Bortolo. Ad oggi anche Onor caduti da noi interpel-lato qualche mese fa lo da ancora per disperso. Tra le diverse testimonian-ze abbiamo fatto nostra quella di Ferruccio Canale sergente della 39^ Batteria di Bortolo, che così scri-

veva: “ A Kopanki il gruppo di artiglie-ria si era disgregato sotto l’urto dei car-ri armati. Mi trovai fuori dalla sacca con tre compagni in uno scenario infernale di gelo e di morte. Camminammo nella steppa verso ovest. A destra la pista principale, agevole e battuta. A sinistra un sentiero appena riconoscibile sotto

un alto strato di neve fre-sca. Per uno di quei casi indecifrabili che qualche volta visitano la vita degli uomini, sentii l’impulso di andare per quel sentiero così poco invitante. Tentai di convincere i miei com-pagni a seguirmi. Cominciai a camminare con difficoltà, avevo percorso non più di una decina di metri quando sentii sulla mia destra una terribile esplosione. Lo spo-stamento d’aria mi gettò a terra. Udii qualche urlo, poi più nulla. I miei amici erano spariti, la neve aveva perso tutto il suo candore e c’era solo silenzio intorno a me.” L’aiutante maggiore del Val Piave Vittorio Trentini a lun-go presidente della sezio-ne Bolognese-Romagnola ricordava: “Si camminava nella neve fonda, ci diri-gemmo, dove avrebbe avu-to termine il nostro calvario. E là ci contammo: uscirono dalla sacca solo tremila uo-mini della Julia, poche deci-ne del Val Piave. Io tra loro”. Del Val Piave tornarono in 52: 2 ufficiali, 2 sottufficiali e 48 soldati. L’organico ini-ziale sotto il comando del Capitano Zanon era di 300 soldati, 7 ufficiali, 10 Sot-tufficiali. La nipote di Bortolo, Miria, ci ha riportato i ricordi del-la nonna Angela che come tutte le mamme non si ras-segnò mai alla scomparsa del figlio e ha continuato in cuor suo a sperare che una grave ferita gli avesse fatto perdere la memoria e che si fosse sposato in quelle ter-re lontane ….. e lo attese, lo attese per tutta la vita.

IN MEMORIA DI BORTOLO PIGATO

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VITA DEI GRUPPI

MARSAN

Il 18 settembre 1948 su iniziativa del suo primo capogruppo Carlo Colla-

nega e di altri 44 soci, per la maggior parte reduci della seconda guerra mondiale e alcuni dei loro padri cav. di Vittorio Veneto, nasceva il gruppo alpini di Marsan. Il 15 e 16 settembre ab-biamo celebrato i 70 anni di fondazione. I festeggia-menti si sono divisi in due parti. Sabato 15 settembre alle 21.00 presso la chiesa di Marsan si è tenuto il con-certo del nostro coro ANA di Marostica che si è esibi-to con una dozzina di canti della prima e della seconda guerra mondiale. Ogni bra-no è stato perfettamente introdotto con un breve preambolo per aiutare gli spettatori a comprendere maggiormente i testi e per entrare in quella particolare atmosfera che ogni pez-zo ha saputo ricreare. La serata ha riscosso grandi applausi da parte di colo-ro che hanno avuto la for-tuna di essere presenti ed è culminata, per noi alpini tutti sull’attenti, con le note del Trentatré. Ma a fare gli onori di casa e scaldare le

mani ci aveva pensato il coro parrocchiale con due bei brani di Bach e Mozart ai quali sono seguiti i saluti del capogruppo e la lettura di un brano in memoria di Bortolo Pigato disperso in Russia al quale è intitolato il nostro gagliardetto; du-rante la pausa tra la prima e seconda parte dell’esi-bizione canora sono state proiettate alcune immagini per ricordare la storia del gruppo e le principali atti-vità di questi primi 70 anni di vita. Al termine, prima di congedare i partecipanti, è stato invitato il presidente sezionale a consegnare un ricordo dell’anniversario ai capigruppo o loro familiari che si sono susseguiti negli anni. La serata si è conclu-sa con una cena per il coro e gli organizzatori presso la nostra sede. Domenica si è svolta la cerimonia ufficiale con il ritrovo e l’alza bandiera se-guiti dalla S. Messa e dalla deposizione di una corona ai caduti. Erano presenti il labaro sezionale, il laba-ro del coro di Marostica, quasi tutti i gagliardetti dei gruppi della sezione, il ga-

gliardetto dei gruppi di Fel-lette e di Chiaverano. Non possiamo non ricordare le belle parole che Don San-te ci ha riservato durante l’omelia o il momento parti-colarmente emozionante in cui il suono della tromba ha accompagnato il “Signore delle cime” al termine della celebrazione. Dopo gli onori ai caduti la cerimonia è proseguita con i saluti del capogruppo Claudio Rossi che ha riper-corso brevemente la storia e soprattutto le tante atti-vità svolte nel corso degli anni, e sottolineato come questo sia stato possibile grazie allo spirito alpino, all’amicizia e collaborazio-ne tra i soci che negli anni hanno contribuito alle di-

verse attività del gruppo. Sono seguiti i saluti del nostro presidente seziona-le Sbalchiero e del nuovo consigliere nazionale Ro-berto Genero che oltre alle parole ha dato prova di po-ter sopperire brillantemen-te alla difficoltà di un micro-fono che ci ha fatto penare per tutto il fine settimana. A rappresentare il comu-ne, che ci ha onorato con la presenza del gonfalone, il vicesindaco Scomazzon Valentino e i consiglieri Mara Dalla Rosa e Marica Dalla Valle. Da ricordare la presenza del deputato eu-ropeo Mara Bizzotto e di una rappresentanza della polizia municipale e dei ca-rabinieri. Al “sciogliete le righe” è seguito un breve rinfresco presso il centro parroc-chiale e per alcuni di noi il pranzo presso l’agriturismo “Al filò” con i nostri amici di Chiaverano (Ivrea) che per l’occasione ci hanno fatto il piacere di una graditissi-ma visita. Le celebrazioni dell’anniversario si sono concluse martedì 18 sera con una S. Messa presso la chiesetta di S. Agata.

Livio Rizzo

1948 - 2018

21VITA DEI GRUPPI

MASON

Sabato 15 Settem-bre abbiamo ac-compagnato 70

ragazzi ed alcuni inse-gnanti delle classi terze della Scuola Media di Mason Vicentino alla vi-sita guidata dell’Ortigara. Un’esperienza bellissima nata dalla collaborazione del nostro capo gruppo e di quello del gruppo di Villaraspa con alcuni do-centi delle medie. Infatti sabato 15 Settem-

bre ci siamo ritrovati a Piazzale Lozze e siamo partiti per visitare questi luoghi ricchi di storia.Accompagnati da una giornata discreta ci sia-mo portati al Rifugio Cecchin dove gli amici del gruppo di Fontanelle, di turno per garantire l’a-pertura del rifugio, hanno preparato un’ottima co-lazione ai ragazzi. Dopo l’alzabandiera alla colonna della Madon-

nina siamo partiti alla scoperta delle zone più significative della batta-glia: il Pozzo della Scala, il Varco Sud, il Cimite-ro, il Passo dell’Agnella, la Caverna Biancardi, il Cippo Austriaco, la Co-lonna Mozza e la Baita del Pastore. Sicuramente è stata una giornata indimentica-bile, per noi che abbia-mo avuto la fortuna di accompagnare questi

ragazzi nei luoghi dove tanti alpini hanno sacri-ficato la propria vita per la Patria e per i ragazzi perché hanno potuto vi-vere dei momenti emo-zionanti anche grazie alle testimonianze toc-canti riportate dai propri docenti. E’ un attività a cui tenia-mo moltissimo consape-voli dell’importanza che può avere nei confronti delle nuove generazioni. Tutto questo viene pro-posto perché i giovani prendano coscienza di cosa è veramente acca-duto cent’anni fa in quel-le montagne e di quanti uomini hanno perso la vita per difendere la no-stra patria e la nostra li-bertà. Noi riteniamo che questo sia il sistema migliore per non dimen-ticare. Un ringraziamen-to agli alpini di Mason e Villaraspa, ai professori per la loro collaborazio-ne, a tutti gli alpini della sezione di Marostica che in questi anni hanno la-vorato in Ortigara per ri-pulire e ripristinare que-sti luoghi ricchi di storia e ai ragazzi per la loro partecipazione.

IN ORTIGARA CON GLI ALUNNI

Come da tradizione, a metà novembre organiz-ziamo la festa della mar-ronata. Giornata in cui il gruppo apre la propria sede e offre a tutti i concittadi-ni di Mason degli ottimi marroni, vin brulè e cioc-

colata calda. Si tratta di un momento conviviale che gli alpini di Mason vogliono trascorre assie-me ai propri associati e a tutta la comunità. La festa riscontra sem-pre un ottimo successo e fa parte delle varie attivi-

tà che il gruppo propone durante l’anno. Trascor-rere qualche ora in alle-gria, scambiando quat-tro chiacchiere è sempre una cosa piacevole.Si ricorda l’apertura del-la sede il lunedì pome-riggio oltre al primo e al

terzo venerdì sera di ogni mese. Colgo l’occasione per porgere a nome mio e di tutto il consiglio gli augu-ri di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo.

Lazzaretto Dario

LA MARRONATA

20

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22 VITA DEI GRUPPI 23VITA DEI GRUPPI

MASON MOLVENA

Anche quest’anno, come da tradizione, abbiamo organiz-

zato la gita di un giorno. La meta prescelta è stata il lago di Braies in Val Pu-steria; luogo dal paesaggio emozionante dove si può ammirare il colore verde smeraldo del lago che

si fonde con i colori delle nostre stupende dolomiti diventate da qualche anno patrimonio dell’Unesco.Dopo la partenza da Mason la comitiva ha raggiunto il comune di Villa Bassa in provincia di Bolzano dove si trova il suggestivo lago. Durante il tragitto non è

potuta mancare la classica colazione alpina; giunti sul posto i partecipanti hanno potuto osservare questa incantevole località resa ancora più suggestiva dalla bellissima giornata di sole che li ha accolti. Il lago, che si trova nella parte set-tentrionale del parco natu-rale Fanes-Senes-Braies, è immerso nello scenario montuoso delle dolomiti di Braies. Qui hanno potuto percorrere il sentiero che lo circonda osservando la maestosa montagna Croda del Becco che si rispecchia nel lago. Hanno poi pran-zato in un ristorante tipico della zona gustando delle ottime specialità tirolesi. Al termine del pranzo sono partiti alla volta di Cortina,

considerata la perla delle dolomiti, percorrendo l’ul-timo tratto della Val Puste-ria fino a Dobbiaco e pas-sando per il passo di Cima Banche, località conosciuta da noi alpini in quanto base militare con la presenza di una polveriera. Giunti a Cortina i partecipanti han-no avuto la possibilità di vi-sitare questa meravigliosa località. La comitiva è poi rientrata a Mason in sera-ta dopo una breve sosta in località Busche in provin-cia di Belluno per un ulti-mo spuntino. Una giornata bellissima visitando località stupende, con l’unico in-conveniente di un’autista troppo desideroso di rien-trare presto a casa.

Lazzaretto Dario

Sabato 16 Settembre in collaborazione con il gruppo Alpi-

ni di Mason e Villaraspa, abbiamo accompagnato i ragazzi e i professori delle scuole medie “don Milani” di Mason e Molvena in Or-tigara. Accolti da una bella giornata abbiamo portato gli alunni al rifugio “Cec-chin” e alla madonnina dove abbiamo fatto l’alza-bandiera e cantato l’inno nazionale. Poi siamo par-titi alla volta della colonna

mozza passando per il Cal-diera e i vari trinceramenti. Gli Alpini hanno ricordato attraverso lettura di lettere dal fronte, i drammatici av-venimenti svoltisi. Al ritorno da Cima Ortigara il gruppo Alpini di Fontanelle, che in quei giorni gestiva il rifugio, ha gentilmente offerto a tutti i partecipanti un pezzo di dolce e un tè caldo.Con piacere abbiamo visto che i ragazzi hanno apprez-zato molto la compagnia di noi Alpini.

GITA AL LAGO DI BRAIES GIORNATA IN ORTIGARA CON LE SCUOLE MEDIE

MOLVENA

Il giorno 9 settembre il gruppo Alpini di Molvena ha svolto la tradizionale

gita sociale annuale presso

le grotte del “Caglieron” a Fregona (TV). Di buon mat-tino con un nutrito gruppo di soci e famigliari e cari-

cate le vettovaglie, siamo partiti in direzione Treviso. In prossimità dell’arrivo, dopo la consueta tappa

per la colazione alpina, ab-biamo raggiunto l’ingres-so alle grotte e iniziato la visita. Il complesso delle grotte consta di una serie di cavità parte delle quali di origine artificiale e parte di origine naturale; per la par-te naturale si tratta di una profonda forra incisa dal torrente Caglieron. Dopo la visita alle grotte, ci siamo recati presso l’agriturismo da “Carbonier” a Refronto-lo (TV) e abbiamo dato fon-do alle abbondanti libagio-ni innaffiate da abbondate prosecco. Come si può ben immagi-nare, la giornata è terminata in allegria con la soddisfa-zione di tutti i partecipanti.

GITA GROTTE DEL CAGLIERON

In contemporanea con tutti i gruppi d’Italia, su richiesta del presidente

Nazionale Sebastiano Fa-vero, anche il gruppo Alpini di Molvena ha presenziato alla cerimonia dei 100 anni della firma dell’armistizio.

Alle ore 19:00 abbiamo let-to davanti al monumento dei Caduti in Piazza degli Alpini la lettera inviata dal nostro presidente. Ringra-ziamo tutti i soci che hanno partecipato a questo mo-mento importante.

CERIMONIA 3 NOVEMBRE

SAN LUCA

In occasione del 55° an-niversario del disastro del Vajont, puntual-

mente hanno cominciato a girare in rete le immagini dell’epoca; tra queste una in particolare ha attirato

l’attenzione dei nostri “se-gugi”. Sebbene molti di noi non fossero ancora nati, sebbene con 55 primave-re in meno e soprattutto sebbene senza i caratteri-stici baffi (rinomato “mar-

chio di fabbrica”) il nostro Remigio Benacchio veniva qui ritratto in un bel primo piano proprio durante quei tristi istanti. Consci della ri-petitività in cui si incorre in queste occasioni non pos-

siamo esimerci dal ringra-ziare il nostro preziosissimo amico: solo chi ha vissuto in prima persona quei mo-menti sa cosa si è portato “dentro” per tutta la vita, magari non trovando mai le parole adatte a spiegare in pienezza cosa è stato il disastro del Vajont a chi li non c’era. A nome di tutto il gruppo quindi un plauso a Remigio che vuol essere un ringra-ziamento a tutti i commili-toni a cui è toccata questa esperienza nell’ormai lon-tano (ma neanche tanto) ottobre 1963.

REMIGIO BENNACCHIO E LA TRAGEDIA DEL VAJONT

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SANTA CATERINA

VITA DEI GRUPPI 2524 VITA DEI GRUPPI

SAN LUCA

SANTA CATERINA

Con l’arrivo dell’au-tunno si rinnova l’apprezzata ini-

ziativa che il Gruppo Alpi-ni San Luca porta avanti ormai da tempo presso la locale scuola elementare.I boschi limitrofi infatti do-nano i pregiati marroni che

grazie a chi se ne prende cura e li raccoglie, a chi organizza e a chi li cucina, possono giungere belli e pronti a chi potrà degu-starli. Nella foto un festoso gruppo di alunni circonda i volenterosi Alpini.Alla prossima.

La prima domenica di ottobre ha coinciso per il Gruppo Alpini

alla chiusura stagionale del Rifugio “Tre Fontane” in Val Galmarara. Era necessario provvedere principalmen-te allo svuotamento delle cisterne di acqua piovana ed a togliere le grondaie ed i pluviali, dato che la neve e il freddo potrebbero dan-neggiarli inevitabilmente. In questa occasione è ormai consuetudine deporre una corona di alloro alla Colon-na Mozza. Quest’ anno la salita all’ Ortigara rispetto agli anni scorsi è stata ac-compagnata da una bella e gradevole giornata a parte un inconveniente mecca-nico al fuoristrada in dota-zione al Gruppo che fortu-natamente e’ stato risolto rapidamente. La semplice cerimonia, anche con la presenza del gagliardetto

del Gruppo Alpini di Cro-sara è stata caratterizzata dagli “Onori ai Caduti” e dalla lettura della preghie-ra dell’ Alpino. Proprio in questo luogo nel settembre del 1920 oltre 2.000 Alpini provenienti da tutta l’ Ita-lia si incontrarono. Fu il 1° Convegno dell’ A.N.A. che era stata fondata a Milano nel 1919. Il 5 di settembre i partecipanti partiti da Gri-gno con in testa la fanfara del Btg. “ Belluno” raggiun-sero la localita’ Barricata e arrivati al Buso del Diavolo, si accamparono. Il giorno dopo raggiunsero la Cima dell’ Ortigara dove il cap-pellano Don Giulio Bevilac-qua celebrò la S. Messa. In tale occasione venne po-sizionata l’attuale Colonna Mozza con inciso la frase ”PER NON DIMENTICA-RE” simbolo delle migliaia di soldati caduti in questi

luoghi di m a r t i r i o . Nel ritor-no anzichè fare la ses-sa strada a ritroso sia-mo passati per il Cimi-tero A.U. d Monte Campigoletti. Nel novem-bre del 1918 al termine del conflitto i Cimiteri esistenti superavano di gran lunga i 41 che verranno definiti-vamente sistemati dopo il recupero da parte dell’ Uf-ficio Centrale per la cura e le Onoranze delle salme dei Caduti in guerra. A parte qualche grande cimitero in prossimità dei centri logisti-ci, la maggior parte erano piccoli con circa 100-200 sepolture se non addirittura singole tumulazioni o fos-se comuni nel caso fosse

impossibile il trasporto dei cadaveri in luoghi più di-gnitosi. Il Cimitero di Mon-te Campigoletti, uno dei più struggenti, è un chiaro esempio di sepolture in pri-ma linea e raccoglieva le salme di 23 Ufficiali A.U. e 400 soldati Italiani. Dopo quest’ ultimo omaggio, ab-biamo intrapreso la via del ritorno un po’ tristi e malin-conici nel ricordo di quegli eventi bellici, ma consape-voli di aver doverosamente onorato i nostri Eroi.

Giuliano Galvan

Come ogni anno, il penultimo fine settimana di set-

tembre vede impegnati gli Alpini del Gruppo di S. Ca-terina nel servizio di turna-zione al Rifugio “Cecchin”. Siamo partiti da S. Ca-terina il venerdì nel primo pomeriggio per raggiun-gere successivamente il Rifugio e organizzarci sia per la cena che per il po-sto branda. L’indomani era

in previsione la chiusura pressochè totale della nic-chia posta all’ interno dell’ Ossario del Lozze ove nei vari anni sono state depo-ste le ossa ritrovate nella zona momunentale dell’ Ortigara dai vari visitatori ed escursionisti, al fine di dare degna sepoltura ai resti dei Caduti ivi dece-duti. Rimane comunque la possibilià nel caso di ulte-riori ritrovamenti di poter

depositare i resti attraver-so un foro appositamen-te riservato allo scopo. Il resto della giornata viene impegnato per le attività di accoglimento e disponi-bilità logistica per i nume-rosi visitatori che visitano i luoghi della Grande Guer-ra. Abbiamo avuto anche la presenza dei compo-nenti l’ Associazione Ra-dioamatori – Sezione di Thiene, accompagnati dal nostro Presidente Giovan-ni Sbalchiero che stanno svolgendo attivita’ per la Grande Guerra sul fronte Vicentino con collegamen-ti radio con Europa e Asia. Domenica di buon mattino ci ha visto impegnati nello svuotamento dall’ acqua della galleria sottostante il Rifugio con la sovrapposi-zione sul precedente di un nuovo naylon impermea-bile di contenimento dell’ acqua piovana che infil-trandosi nel terreno rag-giunge la galleria. Detta riserva d’acqua (molto utile a questa quo-ta) viene poi pompata nei vari contenitori a monte e serve sia il bagno pubbli-co che le numerose altre

esigenze, considerando comunque la non pota-bilità. Per tutta la giorna-ta c’è stato un andirivieni di visitatori di passaggio tenuto conto che una co-mitiva salita al Piazzale Lozze con il pullman pro-veniva da Milano, per cui sono stati presi accordi con il loro Capogruppo in vista della prossima Adu-nata Nazionale a Milano. Le bellissime giornate han-no sicuramente invogliato così tanti visitatori a recar-si nella zona Monumenta-le e di riflesso al Rifugio, impegnandoci molto vo-lentieri. Nel tardo pomerig-gio della domenica dopo aver ultimato e sistemato le varie cose ringraziamo i volontari: Armando, Nivo e Limerio per i tre giorni di servizio e i volontari che si sono susseguiti: Gianni Lombardi, Ernesto, Giu-seppe, Marianna e Giulia-no. Il brindisi finale è stato fatto alla Malga Mandrielle da Luigino, nostro com-paesano, consapevoli che tutto è andato per il verso giusto, ovvero tanta amici-zia e alpinità.

Giuliano GALVAN

MARRONATA CHIUSURA RIFUGIO “3 FONTANE” 7 OTTOBRE 2018

TURNO AL RIFUGIO CECCHIN 21 - 22 - 23 SETTEMBRE 2018

VALLE SAN FLORIANO

Il gruppo compatto, come sempre nelle grandi occasioni, si è ritro-vato Sabato 3 Novembre scorso,

per la ricorrenza a 100 anni dalla fine della Grande Guerra. Presso il Mo-numento dei Caduti sito in via Prai, proprio nel centro della Valle, alle ore 19, come da linee guida dell’ ANA Nazionale, sotto uno squillan-te suono di tromba, a richiamare la nostra attenzione, per rendere Ono-re ai Nostri Caduti. Alla lettura del-la Lettera del Presidente Nazionale, sotto i nomi incisi nel marmo nel monumento, il gruppo ha voluto ri-cordare quanti hanno dato la loro vita per ideali che oggi rimangono di non facile comprensione. La serata è

continuata tutti insieme con il rancio alpino e la visione di un film docu-mento, girato nelle vicine montagne teatro degli eventi bellici. Con questa ricorrenza si chiude un ciclo di even-ti iniziati a maggio 2015. Ricordo la spedizione del gruppo sul Monte Ve-rena domenica 20 maggio 2015 da dove partì il primo colpo di canno-ne (ovviamente a salve) alle 3.55 del mattino, che diede l’avvio ufficiale al Centenario e che ha visto il gruppo impegnato nelle innumerevoli attivi-tà a memoria, insieme alla sezione, in questi 3 anni e mezzo. Ci siamo lasciati con la promessa di ripetere l’evento, anche se non legato da an-niversari numerici

3 NOVEMBRE 100 ANNI DOPO………

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26 27VITA DEI GRUPPIVITA DEI GRUPPI

VILLARASPAVALLONARA

Domenica 14 otto-bre ci siamo reca-ti a Mestre per la

celebrazione dell’annuale Festa della Madonna del Don, in rappresentanza della Sezione e scortati dal Vessillo Sezionale.Le emozioni non sono mancate: alzabandirera, sfilata per le vie di Mestre e S. Messa di ricordo. Si è perpetuato l’incontro con

le nostre madrine Susy e Franca, accompagnate dal nostro socio Gianni, cul-minato con un gioiso mo-mento conviviale a tavola.

Anche quest’anno si è ripetuta la bella iniziativa del-la Marronata peri bambini della Scuola elementa-re di Vallonara e della Scuola d’infanzia di Ponte

Campana. Un bel gruppo di soci ha festeggiato insieme ai piccoli invitati, trascorrendo simpaticamente momenti di allegria e spensieratezza. Il Gruppo di Vallonara collabora da molti anni con le due scuole, contribuendo direttamen-te alle iniziative sviluppate da insegnanti e genitori. Nelle foto, i due momenti di festa.

FESTA DELLA MADONNA DEL DON MARRONATA

VILLA DI MOLVENA

Quest’anno il 4 Novem-bre si è svolta, a Villa di Molvena la com-

memorazione congiunta dei comuni di Molvena e Mason Vicentino, la prima dopo lo spostamento del monumento ai caduti. La cerimonia è inizia-ta già la sera prima con l’alza bandiera e la lettura della lette-ra inviata dal Presidente Nazio-nale Sebastiano Favero a tutti i gruppi d’Italia. La giornata, che posso dire, molto fortunata per quanto riguarda il tempo, è iniziata con l’ammassamento presso la Ditta Dainese e la sfi-

lata fino davanti al monumento, preceduti dalla Banda S. Gior-gio. Con l’alza bandiera e la S. Messa, abbiamo proseguito la cerimonia che ha visto la par-tecipazione di un gran numero di persone. Dopo la deposizio-ne della corona, c’è stato l’in-tervento degli alunni di classe quarta elementare di Molvena con la loro insegnante Roberta, che ringraziamo molto perché in brevissimo tempo è riuscita a preparare i ragazzi per il loro intervento. Successivamente ci sono stati i saluti dei sindaci di Molvena e Mason Vicentino

e la con-segna di una per-g a m e n a c o m m e -m o r a t i v a dell’asso-ciazione nazio-nale com-battenti e reduci Se-

zione di Vicenza, alle famiglie dei caduti di Molvena e Mason Vicentino della Prima Guerra Mondiale. In-fine abbiamo dato la parola al relatore ufficiale Sig. Andrea Vezzaro che con molta sem-plicità ha esposto la sua rela-zione molto bella e suggestiva e apprezzata da tutti. Grazie Andrea per quello che hai sa-puto dire a riguardo della Prima Guerra Mondiale.Alla cerimonia ha concelebrato alla S. Messa, Don Gino Pran-dina, famigliare del reduce a cui è intitolato il nostro Gruppo “Prandina Giuseppe”, il quale ha ritirato la pergamena e l’ha donata al nostro gruppo. Mol-to bella e significativa è stata la mostra fotografica realizzata da Stefano Remonato e Gio-vanni Rizzolo, che hanno fatto un ottimo lavoro di ricerca sui sei principali sacrali della no-

stra zona e il video che hanno realizzato, un insieme di foto raggruppate per monumenti in ricordo, per non dimenticare. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito per la realizzazione di questo even-to: innanzi tutto Luciano Dott. Bozzetto che ha curato fin nei minimi particolari la logistica e tutta l’amministrazione co-munale, Gianni Scarello per l’impianto audio, il consiglio di Gruppo e tutti i volontari amici e non ultimo Don Ernesto. Concludo con augurare a tutti Buone Feste e un Felice e Se-reno 2019.

Il CapogruppoAlessandro Fiorio

VILLA IN TRICOLORE

Diverse sono state le attività che han-no visto il nostro

Gruppo attivo questo Au-tunno, con numerose riu-nioni, anche in vista della Festa del tesseramento che avrà luogo domenica 20/01/2019.Nell’attesa cogliamo l’oc-casione per augurare a tut-ti i soci e alle loro famiglie i nostri più calorosi auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

CERIMONIA ALPINI DEL 3 NOVEMBRE In occasione del centena-rio della fine della Prima Guerra Mondiale il nostro Gruppo, in contempora-nea con oltre 4.500 Gruppi Alpini, ha raccolto l’invito dell’Associazione Naziona-le Alpini per celebrare alle ore 19:00, davanti al Mo-numento Ai Caduti, un toc-cante momento di rifles-sione e doveroso omaggio a tutte le vittime dei conflitti con una cerimonia di Com-memorazione, con una partecipazione molto nu-merosa anche non Alpina.

Dopo lo schieramento e gli attenti sono stati resi gli onori ai Caduti, è stato letto il Messaggio del Presiden-te Nazionale Sebastiano Favero e impartita la so-lenne benedizione da parte del Parroco don Ernesto Cabrele. Rivolgere un pen-siero a chi ha sacrificato la sua vita per permetterci oggi di vivere in un mon-do migliore e far nascere i valori di solidarietà, sen-so del dovere e onestà è il fondamentale messaggio che dobbiamo oggi rilan-ciare con forza e decisione per poterlo trasmettere alle giovani generazioni.

CERIMONIA ALPINI DEL 4 NOVEMBREUna rappresentanza del nostro Gruppo ha parteci-pato alla Cerimonia ufficiale intercomunale per la Com-memorazione congiunta del 100° anniversario della Vittoria – Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Ar-mate che i comuni di Ma-son Vicentino e Molvena hanno organizzato a Villa di Molvena. Dopo l’ammassa-

mento in Via dell’Artigiana-to il corteo, accompagnato dalla Banda musicale di San Giorgio di Perlena è ar-rivato in Piazza per l’Alza-bandiera e la Santa Messa. A seguire la benedizione delle Corone e la loro de-posizione al Monumento ai Caduti, gli interventi dei Sindaci, di una rappresen-tanza delle scuole e la con-segna di una pergamena agli eredi dei caduti del no-stro territorio.

MARRONATA Il Gruppo ha organizzato anche quest’anno la tra-dizionale Marronata che ha avuto luogo la serata di Venerdì 9 Novembre. Oltre ai soci, amici e simpatiz-zanti, un nutrito gruppo di membri della ns comunità ha voluto essere presen-te e condividere davanti a marroni, arachidi, dolci e un buon bicchiere, una se-rata di allegria.

COLLETTA ALIMENTARE In occasione della ven-tiduesima edizione della raccolta nazionale di ali-

menti non deperibili da donare ai poveri del nostro Paese, il nostro Gruppo ha prestato il suo servizio, come da tradizione, pres-so il supermercato COOP a Marostica in via Tiziano Vecellio. Anche quest’an-no molto generosa la ri-sposta delle nostre Comu-nità a questa iniziativa a favore di chi ha bisogno: i dati dell’ISTAT fotografano infatti una realtà dramma-tica e in aumento con ol-tre 5 milioni di individui in povertà assoluta, il 6,9% delle famiglie. Un’iniziativa come questa si è dimo-strata negli anni sempre più capace di sensibilizza-re la popolazione sul tema e in grado di raccogliere con i suoi oltre 145.000 volontari, molti dei quali Alpini, oltre 8.000 tonnel-late di cibo da redistribuire alle strutture richiedenti in Italia. Come gruppo abbia-mo raccolto sin dalla prima volta l’invito dell’ANA e della nostra Sezione e con grande piacere collaboria-mo a questa importante iniziativa.

Colletta alimentare

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29ANAGRAFE ALPINA28 ANAGRAFE ALPINA

LE NOSTRE GIOIE LE NOSTRE GIOIE

FONTANELLE DI CONCO

Il nostro consigliere Cre-stani G. Battista assieme alla moglie Antonia hanno festeggiato il loro 40° anno di matrimonio.I figli Cristina, Andrea e Sil-via, uniti al Gruppo Alpini fanno i più sentiti auguri.

MAROSTICA CENTRO

Il nostro socio Passuel-lo Luciano assieme ai figli Riccardo e Francesco, è orgoglioso di annunciare la seconda laurea in Scienze Politiche conseguita all’U-niversità di Padova dalla moglie Lorella Ceschi in data 27 novembre. Congratulazioni anche dagli Alpini di Marostica che aspettano la terza.

Il nostro socio e collaboratore Albano Bertolin con la moglie Giovanna Rosa annunciano con immensa gioia la nasci-ta del nipotino Riccardo per la felicità di mamma Giulia e papà Federico. Naturalmente anche gli amici Alpini del Grup-po Centro si uniscono con le più vive congratulazioni per questo gioioso evento.

LAVERDA

Il 22 Settembre 2018 è nata Adele. Lo annunciano con immensa gioia il papà Ti-ziano Cogo , nostro socio ed ex consigliere di gruppo e anche sezionale, con la mamma Elisa ed il fratelli-no Cesare . Nella foto , la bellissima famiglia ritratta il giorno del battesimo assieme ai nonni alpini Antonio e Francesco . Congratulazioni sincere da tutto il gruppo alpini di Laverda a tutta la famiglia .

MASON

E’ nato il 21 Febbraio 2018 Mattia Carli per la felici-tà di mamma Chiara, papà Fabio, della sorella Melania, del nonno e socio Zanin Giovanni, della nonna Maria Rosa e dello zio Marco con Laura

MOLVENA

Il giorno 23 Agosto è nata Eleonora Battaglin. Lo an-nunciano il nostro caro ami-co e aggregato Battaglin Tarcisio e la moglie Tina. Congratulazione ai genito-ri Alessandro e Selena da parte del gruppo Alpini di Molvena.

SANTA CATERINA

Il nostro socio in armi Massimo Pirazzo in forza al Rgt. Log. Julia di Merano e attualmente in missione in Libano è stato promosso a Capo-ral Maggiore Capo. Con-gratulazione dal Gruppo Alpini.

In casa Rubbo è nata la stella alpina Emily. Lo annuncia con gioia il no-stro socio consigliere e responsabile P.C. Ana Ernesto Rubbo. Con-gratulazioni vivissime da tutto il Gruppo ai non-ni Ernesto e Sandra, al papà Maicol e alla neo mamma Jessica

CROSARA

È mancato il nostro simpatizzante Bonato Luigino, fra-tello del nostro consigliere Bruno. Condoglianze alle fa-miglie da parte degli alpini del gruppo di Crosara.

LAVERDAIl 1 aprile 2018 è venuta a mancare Jacqueline Morello di anni 56 , sorella del nostro socio alpino Helder Mo-rello . Condoglianze sincere a tutta la famiglia da tutto il gruppo alpini di Laverda .

Il 1° aprile 2018 è venuto a mancare Mirko Marchi di anni 43. Ne danno il triste annuncio la moglie con le due figlie , il papà Oscar Marchi nostro socio alpino con la moglie , la sorella ed il fratello .Condoglianze a tutta la famiglia dal gruppo alpini di Laverda .

MAROSTICA CENTRO

In data 4 ottobre è mancata Costa Rosetta, alle Fami-glie Costa, Lunardon, Polita le condoglianze del Gruppo Alpini Marostica Centro.

I NOSTRI DOLORI - LUTTI NELLE FAMIGLIE DEI SOCI

SANTA CATERINA

Il socio Gaspari Giuliano unito alla moglie Anna-rosa annuncia la nascita del nipotino Marlon. Ai genitori Alex e Fede-rica e ai nonni le felicita-zioni dal Gruppo Alpini.

E’ nata Rachele, nipote del nostro Capogruppo Moro Gianni e della mo-glie Francesca. A papà Ruggero, alla mamma Mara e ai nonni le più sentite felicitazioni dal Gruppo Alpini.

Il 16 ottobre Benedetta Pozza figlia di Tiziano nostro socio, si è laureata in Servizio Sociale presso l’Universi-tà degli Studi di Padova con la valutazione di 110 e lode. Congratulazioni dal Gruppo Alpini.

VILLARASPAIl nonno Pellegrino Chimi-nello, socio del ns. gruppo, assieme alla nonna Pasqua, annunciano con gioia che il 05/08/2018 è nato Nicola. Le più vive felicitazioni alla mam-ma Elena, al papà Pandolfo Enrico al fratellino Martino e a tutta la famiglia da parte del gruppo di Villaraspa.

VALLONARAIl primo novembre 2018 è nata Agata, nipote del nostro socio Franco Faccio e moglie Annalisa. Ai genitori Alessandro e Giovanna ed ai nonni le più sentite felicitazio-ni dal Gruppo Alpini di Vallonara.

Con orgoglio, amore e amicizia hanno festeggiato i cinquant’an-ni di matrimonio i giovani sposi Angelo e Adriana Dal Zotto. Circondati dall’amore e affet-to dei loro figli, nuore e nipoti salutano tutti gli amici alpini.Al nostro mitico Capogruppo e ad Adriana i più sentiti auguri e felicitazioni di tutti i soci del Gruppo di Vallonara.

Il 29 novembre è nata Viola per la gioia del nostro socio Paolo Dal Zotto e mamma Deborah e del nonno Livio Costenaro, anch’egli nostro socio. Felicitazioni da tutto il gruppo alpini di Vallonara.

Grandi emozioni per il no-stro socio Marino Gaspa-rotto. Dopo l’elezione a Sindaco di Marostica del nipote Matteo Mozzo, ha festeggiato con grande gioia anche la laurea in Servizio sociale della nipote Silvia Mozzo, conseguita il 18 luglio scorso. La foto lo ritrae anche con gli altri due nipoti, Tommaso e Giulia. Congratulazioni vivissime dal Gruppo Alpini Vallonara.

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I NOSTRI DOLORI - LUTTI SOCI

31ANAGRAFE ALPINA30 ANAGRAFE ALPINA

I NOSTRI DOLORI - LUTTI NELLE FAMIGLIE DEI SOCI

MAROSTICA CENTRO In data 26 agosto è mancato Cesare Merlo papà del nostro socio ed ex consigliere Federico;

Il 20 ottobre è mancato Riccardo Fardo fratello del so-cio Loredano. A tutti i Soci e loro Familiari le condoglian-ze del Gruppo Alpini di Marostica Centro.

MARSANIl 6 settembre è andato avanti il nostro amico Marco Ferraro. Marco pur non avendo fatto l’alpino è sempre stato uno di noi e ci ha onorato per tanti anni con la sua amicizia e collaborazione. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte di tutto il gruppo alpini di Marsan.Nel mese di novembre è mancata la Erminia Oriella so-rella del nostro socio Elvio. Ai familiari giungano per più sentite condoglianze da parte di tutto il gruppo.

SANTA CATERINAE’ mancato Mario Furlani classe 1928 suocero del no-stro socio Cogo Antonio. Alla famiglia le più sentite con-doglianze dal Gruppo Alpini.

VALLE DI SOPRAIl 23 Agosto è mancato a 77 anni, Severino Pavan ,pa-dre del nostro socio Peter Pavan. Giungano a lui e alla sua famiglia le più sentite condoglianze dal consiglio di-rettivo e da tutto il Gruppo “Covalo” di Valle di Sopra.

VALLONARACi uniamo al dolore del nostro socio Enrico Sartori per la scomparsa del caro papà Giuseppe.Gli alpini del Gruppo di Vallonara.

VILLA DI MOLVENAIl giorno 4 luglio, circondata dall’affetto dei suoi cari, è mancata Maria Carla Ghirardello. Ai figli Paolo con Carmen, Alessandro con Romina, Mi-chele, Antonella con Roberto e Mirco con Vania, e a tutti i familiari, giungano le più sentite condoglianze da parte di tutto il gruppo alpini di Villa.

Il giorno 18 settembre, improvvisamente è mancata Cri-stiana Meneghin, mamma di Lavinia e figlia del nostro socio Sergio Meneghin con Loretta. A loro ci stringiamo nel dolore per la prematura perdita di Cristiana e dal gruppo porgiamo le nostre più sentite condoglianze.

VILLARASPA

Il 27 settembre scorso, è prematuramente mancata la sig.ra Casalin Maria, mamma del nostro socio Fabio Lain. Vicini nel momento di dolore, presentiamo al marito Ma-rio, ai figli Maria Angela, Laura e Fabio e a tutta la fami-glia le più sentite condoglianze da parte del Gruppo di Villaraspa.

Il 29 ottobre, all’età di 82 anni, ci ha lasciato il Sig. Ieb-biano Luigi, suocero dei ns. soci Celi Antonio e Dalla Valle Mirco e del socio del gruppo di San Luca: Morello Loris. Siamo vicini a tutta la famiglia ed in particolare alla mo-glie Celina e ai figli Paolo, Cristina, Marzia e Alessandra presentando le più sentite condoglianze da parte del Gruppo di Villaraspa.

I NOSTRI DOLORI - LUTTI SOCI

CROSARAÈ mancato il nostro socio Primon Pierluigi.Condoglianze alle famiglie da parte degli alpini del gruppo di Crosara.

LAVERDAVenerdi 26 ottobre 2018 , è venuto a mancare il nostro socio ed ex consigliere Giulio Dal Sasso di anni 82. Ne dan-no il triste annuncio la moglie Maria, le figlie Giuliana con Giuseppe, Agnese con Fran-cesco anche lui nostro socio alpino, Orietta con Duilio, la sorella Lucia e parenti tutti. Condoglianze sincere a tutta la famiglia da tutto il gruppo alpini di Laverda.

MAROSTICA CENTROIl 28 ottobre è andato avanti il no-stro socio Ottavio Dinale, ai Figli e loro Familiari il più sentito cordoglio da parte degli Alpini del Gruppo Marostica Centro.

MARSANIl 22 ottobre 2018 è anda-to avanti il socio Armido Cecchin. Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze da parte di tutti gli alpini del gruppo.

Il 24 agosto è mancato all’ef-fetto dei propri cari il nostro socio Luigi Stocchero. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte di tutti gli alpini del gruppo.

SANTA CATERINA

Il 27 agosto 2018 è mancato il nostro socio Dal Bianco Ar-mando classe 1939. Alla moglie e alle figlie le più sentite condoglianze dal Gruppo Alpini.

VALLE DI SOPRAIl 18 Ottobre è andato avanti, Ame-deo Garzotto, di anni 94, il nostro socio più anziano, sempre presen-te ai nostri ritrovi. Partì militare a 19 anni e dopo poco fu mandato in Campo di Concentramento in Ger-mania. Alla moglie e ai famigliari tutti le più sentite con-doglianze dal consiglio direttivo e da tutto il Gruppo “Covalo” di Valle di Sopra.

Questo periodico ha una tiratura di 2.500 copie, entra in tutte le famiglie dei soci e viene recapi-tato a tutti gli enti pubblici e agli amministratori locali, alle Associazioni, oltre che a soci residenti all’estero o in altre Regioni. Perciò è un veicolo pubblicitario importante e capillare.

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CONTATTI CON LA REDAZIONEINDIRIZZO E-MAIL:

[email protected]

• Il materiale riguardante il gruppo va in-viato esclusivamente dal Responsabile Stampa o dal Capogruppo.

• Le foto vanno titolate ed inviate sepa-ratamente dal testo.

• Possono essere trasmesse lettere al Direttore o richieste di contatto o ap-puntamento con la Redazione.

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PERIODICO QUADRIMESTRALE ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE DI MAROSTICAPRESIDENTE: GIOVANNI SBALCHIERO DIRETTORE RESPONSABILE: GIUSEPPE PRIMON

HANNO COLLABORATO: MORENO SCANAGATTA - VIRGILIO BOSCARDIN - FEDERICO MERLO PAOLO VOLPATO - FABIO VOLPATO - DANIELE PIGATO ROBERTO GENERO

AUTORIZZAZIONE: TRIBUNALE BASSANO DEL GRAPPA N. 4/80STAMPA: TIPOGRAFIA DAL MASO LINO SRL - MAROSTICA FINITO DI STAMPARE IL 20 DICEMBRE 2018

TIRATURA COPIE N. 2500SPEDIZIONE: ABBONAMENTO POSTALE Art. 2, Comma 20/C, L. 662/96 - Filiale Di Vicenza

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