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C PerIOdICO dell stItutO ItAlIAnO ernAndO AntI ocEano€¦ · Progetto del Santi E.R. Sportello...

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P eRIOdICO eRIOdICO deLL deLL ’I ’I STITUTO STITUTO I TALIANO TALIANO F eRNANdO eRNANdO S ANTI ANTI L UGLIO UGLIO /A /A GOSTO GOSTO /2019 /2019 NUMeRO NUMeRO 4 ANNO ANNO XX XX COPIA OMAGGIO Spedizione a mezzo Poste Italiane - Tariffa pagata - PP - Economy Mail SMA S2/09/2010 - Codice SAP 30871191 Periodico co-finanziato dal Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri (stampa italiana all’estero) olTRE olTRE ocEano ocEano Progetto del Santi E.R. Sportello Multifunzionale a pag. 4 Tutto il mondo è bel Paese Un siciliano tra le stelle a pag. 11 nell’inserto “Gocce d’oltreoceano” Fernando Santi, il 15 settembre Fernando Santi, il 15 settembre il cinquantenario della morte il cinquantenario della morte SindacaliSTa, SocialiSTa É nato a Golese (oggi Parma) nel 1902
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Page 1: C PerIOdICO dell stItutO ItAlIAnO ernAndO AntI ocEano€¦ · Progetto del Santi E.R. Sportello Multifunzionale a pag. 4 tutto il mondo è bel Paese Un siciliano tra le stelle a pag.

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Progetto del Santi E.R. Sportello Multifunzionale

a pag. 4

tutto il mondo è bel PaeseUn siciliano tra le stelle

a pag. 11 nell’inserto “Gocce d’oltreoceano”

Fernando Santi, il 15 settembreFernando Santi, il 15 settembreil cinquantenario della morteil cinquantenario della morte

SindacaliSta, SocialiSta É nato a Golese (oggi Parma) nel 1902

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2 luglio/agosto 2019

Da “I Nuovi Vespri” del 24 agosto 2019

«Con un po’ di ritardo Luciano

Luciani, uomo checonosce moltobene il mondo

della FormazioneProfessionale della

Sicilia, replica a un articolo del

24 giugno scorso.Con piacere

ospitiamo il suo intervento»

(Giulio Ambrosetti)

«Caro Giulio, solo ora leggo “INuovi Vespri” dello scorso 24giugno (https://www.inuovive-spri.it/2019/06/24/la-forma-zione-professionale-siciliana-di-oggi-vista-da-luciano-luciani-perche-non-siamo-daccordo-con-lui)».«Per l’affetto e la stima che tiporto, permettimi di dirti che miauguro, complice forse il grancaldo di fine giugno, che haipreso qualche cantonata in per-fetta buona fede».«Ti dovrebbe essere noto che,pur essendo cofondatore del-l’Ulivo in Sicilia, da circa tre annimi sono autosospeso e nonesprimo alcun voto, perché nonmi convince alcuna altra forzapolitica».«Ti è noto, però, che in Siciliasono stato l’espressione dellacorrente di Sinistra per l’Alter-nativa che si è sempre oppostaalla linea e allo strapotere cra-xiano, non solo per la soppres-sione della scala mobile, maper il mio impegno e contrastoal malaffare e alla massoneriae al suo potere all’in- terno eall’esterno del Partito. Sono pe-raltro fortemente convinto, al-meno dall’anno 1976, in cui mipresi la tessera del PSI, che lamassoneria rappresenta la verapiaga della Sicilia».«Pertanto spero proprio che ilPresidente della CommissioneAntimafia, Claudio Fava, dimo-stri e imponga a settembre il di-vieto da parte dei lavoratoridella Regione di appartenenza

e conseguentemente di obbe-dienza a logge massoniche».«Dovresti sapere, forse megliodi me, che in atto c’è una recru-descenza di questo perversofenomeno, che si riflette e dan-neggia i cittadini e la PubblicaAmministrazione. Infine letruffe, le malversazioni, i reati,che sarebbero fatti passati e daarchiviare».«Rileggi attentamente la notache ho inviato alle istituzioni inoccasione del Comitato di Sor-veglianza del PO FSE Sicilia2007-2013 e 2014-2020. Sonostati fatti tagli agli Enti per cen-tinaia di milioni di euro, che difatto sono stati sottratti ai lavo-ratori perché a questi erano de-stinati; infatti, gli Enti diFormazione Professionale, con-seguentemente sono falliti».«Ti rendo noto solo questo:quando un reato continua neltempo, non si prescrive, né siprescrivono gli effetti civilistici.Ogni battaglia pertanto deve epuò tutt’ora combattersi».«Per ora non dico di più. Leggiwww.iifs.it e www.oltreoceano.orgdai quali si ricavano le giustebattaglie dell’Istituto Italiano Fer-nando Santi, della sua rete diEnti affiliati e dell’AREF (Asso-ciazione Regionale Enti di For-mazione Professionale operantiin Sicilia). “Se tutti gli uomini lapensassero alla stessa manieranon ci sarebbero le corse dei ca-valli”, diceva Mark Twain… »Ironia a parte, prendo atto delleprecisazioni del vecchio amico

luciano luciani. e sono total-mente d’accordo là dove lu-ciani scrive che “Sono stati fattitagli agli Enti per centinaia dimilioni di euro, che di fatto sonostati sottratti ai lavoratori perchéa questi erano destinati; infatti,gli Enti di Formazione Profes-sionale, conseguentementesono falliti”.

Luciano Luciani

Formazione Professionale in sicilia, luciano luciani a Giulio Ambrosetti: «tagli per centinaia di milioni di eurosottratti ai lavoratori hanno portato gli enti al fallimento»

Il presidente del Santi Italiano in risposta all’articolo apparso su “I Nuovi Vespri”

Per Luciano Luciani

19 Agosto 2019

luciano luciani, presidentedell’Istituto Italiano Fernandosanti, cofondatore dell’ulivo insicilia, autosospeso dal Pd, ri-tiene che «un’alleanza di go-verno tra “Movimento CinqueStelle”, “Partito Demo- cratico”e “Liberi e Uguali”, aperta aimovimenti della società civile,all’associazionismo, alle rap-presentanze imprenditoriali edel mondo del lavoro, possadeterminare una rigenera-zione utile alle istituzioni, allasocietà civile e alle stesseforze politiche che compon-gono la coalizione»

Madonielive - redazione

«Bene l’alleanza M5s, Pd e leu»

Istituto ItalianoFernando santi

SEdE REGionalEvia SiMonE cUccia, 45 - PalERMo

tEl. 091.588719 - Mail: [email protected]

éColloquio di orientamentoéAnalisi del CV e assistenza per la redazione di lettere di presentazioneéInserimento del CV nel data-base sul sito click la-voro del Ministero del lavoroéInformazioni e contatti su aziende locali, regionali enazionaliéProgettazione ed erogazione di attività formativeéInformazioni sulle opportunità dell’ue e promossedall’IstitutoéPolitiche attive del lavoroéservizi alla persona

PRoMozionE E GEStionE dEll’incontRotRa doManda E offERta di lavoRo

oRiEntaMEnto PRofESSionalE

PRoGEttazionE Ed ERoGazionE di attività foRMativE

Sportelli di intermediazione al lavoro attivi a Palermo e Cefalù SPORTELLO

di INTERMEDIAZIONE

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luglio/Agosto 2019Periodico d’informazione

dell’Istituto Italiano Fernando Santi per gli emigrati e gli immigrati

Società Cooperativa a r.l. Impresa Sociale(Ente iscritto al n.19247 del 5/2/2010

del Registro Operatori della Comunicazione) Registrato al Tribunale di Palermo

al n.5 del 10 marzo 2000Iscritto alla F.U.S.I.E (Federazione Unitaria

Stampa Italiana all’Estero)Questo periodico è co-finanziato

dal Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

(stampa italiana all’estero)anno XX

direzione, redazione e amministrazione: Via Simone Cuccia n.45

90144 Palermo - (+39 091588719direttore

Luciano Lucianidirettore responsabileMichelangelo Milazzo

Coordinamento redazionaleMarco Luciani

Stampa: Offset Studio Via Principe di Villafranca, 48/aPalermo - (+39 091586594

www.oltreoceano.org - [email protected]

copia omaggio

oltREocEanoviEnE SPEdito in:

86 Paesi

In copertina una delle rare immagini di Fernando Santi del quale il prossimo 15 settembre ri-corre il cinquantenario della scomparsa. Nell’inserto Gocce il programma degli appuntamenti

Pubblicato nel magazine on line “I nuovi Vespri” un articolo di contestazione a firma di Giulio Ambrosetti

scrive Giulio Ambrosetti, sulmagazine “I nuovi Vespri” delloscorso 24 giugno: «Il presidentedell’AREF (Associazione regio-nale Enti di Formazione Profes-sionale operanti in Sicilia),Luciano Luciani, persona digrande spessore che cono-sciamo da anni, ha maturatouna sua idea sui problemi dellaFormazione professionale sici-liana: un’idea, come dire?,molto ‘aziendalista’, perfetta-mente in linea con la ‘presunta’sinistra italiana di oggi, tutto ca-pitale e niente lavoro. Il tutto inuna nota stilata in vista del Co-mitato di Sorveglianza del POFSE Sicilia 2007/2013 e2014/2020, del 24 e 25 giugnoe inviata a tutte le autorità na-zionali e regionali competenticontenente un invito ad interve-nire urgentemente, affinchésiano rimosse tutte le normeche penalizzano sia il personaleche gli enti gestori dei corsi diformazione professionale in Si-cilia».«Non ci sembra che la nota delpresidente dell’AREF, LucianoLuciani, tracci un quadro esau-stivo dei problemi della Forma-zione professionale della Sicilia.Giuste e condivisibili le sue con-siderazioni sui ritardi di un’am-ministrazione regionale che datrent’anni, o giù di lì, recluta ilpersonale non con i concorsipubblici, assumendo i migliori,ma con il metodo del precariatocon annessi & connessi…»«La nostra sensazione, al di làdi alcuni rilievi – ribadiamo –giusti, è che Luciani, personasicuramente competente in ma-

teria di Formazione professio-nale, guardi il problema se-condo un approccio tipico dellasinistra ‘europea’ del PSE dioggi: prima gli interessi delleaziende e poi, se ci sono tempoe, soprattutto, se rimangono ri-sorse, ci occupiamo dei lavora-tori, ma senza esagerare…Notiamo – e ce ne dispiace –che un tale approccio è, percerti versi, ancora peggioredell’atteggiamento anti-scalamobile del funesto PSI cra-xiano, quasi in linea con lo spi-rito renziano».«Noi - prosegue l’articolo pub-blicato dal magazine - ci ren-diamo conto che chi gestisce unente o una società che si oc-cupa di Formazione professio-nale debba fare gli interessidello stesso Ente o della stessasocietà: ma c’è un limite, so-prattutto in una Regione, la Si-cilia, dove i Governi dicentrosinistra a ‘trazione’ PD –prima con il Governo regionaledi Raffaele Lombardo e poi conil Governo di Rosario Crocetta– hanno praticamente raso alsuolo questo settore».«Certo, la privatizzazione dellaFormazione professionale sici-liana muove i primi passi nel1996, quando il centrodestra,per la prima volta, vince le ele-zioni regionali in Sicilia. Il pro-cesso di ‘liquidazione’ degli Entiformativi storici della Sicilia – econ essi la gestione no profit diquesto comparto – è stato lentoe costante. Ma, come già ricor-dato, nel nome di uno dei tantiparadossi della storia politicadella cosiddetta Seconda Re-pubblica italiana, ha subitoun’accelerazione con i due citatiGoverni regionali di centrosini-stra».«Non siamo stupiti: la sinistraitaliana – o meglio, ciò che ri-mane di questa forza politicaoggi in via di ‘decomposizione’– si è involuta e, come in quasitutta l’Europa, è passata, armi ebagagli, al servizio del liberismoeuropeo».«é oggettivo che il PD – soprat-tutto con la gestione renziana,ma in buona parte anche con lagestione attuale – rappresentiuna delle tante articolazioni eu-ropee della destra economica efinanziaria. E come una forzaespressione della destra econo-mica e finanziaria si comporta:prima l’azienda, poi i lavoratori;

prima il profitto, poi, se rimanequalcosa, i salari; prima gli inte-ressi del padronato oggi sem-pre più cosmopolita, poi, serestano tempo e risorse, le per-sone».«Sapete qual è il bello di questastoria, con riferimento alla notadi Luciani? Che ha ragione!Perché in un settore privatiz-zato – e i Governi regionali dicentrosinistra hanno finito di pri-vatizzare il settore della Forma-zione professionale della Sicilia,in barba alla ‘sinistra’ che inmodo grottesco dicono di rap-presentare – i privati fannoquello che vogliono. Anche se,grazie ai bandi, utilizzano i fondipubblici».«Restano gli 8 mila lavoratoridella Formazione professionaledella Sicilia licenziati. Che laRegione siciliana – in verità inun modo né determinato, nébrillante – sta provando a tute-lare. Ma prima che un problemaamministrativo e giuridico, que-sto è un problema morale».«Ma la morale, oggi, non è unproblema della ‘presunta’ sini-stra italiana, né del centrodestrache oggi governa la Sicilia».«Tra l’altro, i lavoratori licenziatidella Formazione professionaledella nostra Isola non sononemmeno raccomandati. A dif-ferenza di lavoratori di altri set-tori, non percepiscono dasette-otto anni la Cassa integra-zione che viene rinnovata ognianno o ogni sei mesi».«Alcuni di loro non solo hannoperso il lavoro, non solo sonostati lasciati senza ammortizza-tori sociali, ma sono stati anchegabbati: non gli hanno erogatoil Trattamento di fine rapporto esi sono tenuti pure alcune men-silità».«Truffe? Malversazioni? Reati?E basta con questa storia:ormai sono fatti passati. Archi-viati. Un po’ come l’impresa deiMille organizzata in combuttacon i mafiosi: ormai è acquapassata. Chi ha avuto ha avuto,chi ha dato ha dato…».«Ora - conclude l’articolo diGiulio Ambrosetti - bisogna pen-sare alle “imprese”, che nellaFormazione professionale deb-bono essere lasciate libere divalorizzare le ‘professionalità’che meritano, soprattutto primae dopo le campagne elettorali…».

foRMazionE PRofESSionalE In disaccordo con Luciano Luciani

Giulio Ambrosetti

Algeria, Argentina, Australia,Austria, Belgio, Benin, Birma-nia, Botswana, Brasile, Bur-kina Faso, Burundi, Came-run, Canada, Capo Verde,

Cile, Cina, Cipro, Colombia,Comore, Congo, Corea del

sud, Costa d’Avorio, Croazia,danimarca, egitto, eritrea,Finlandia, Francia, Gabon,Germania, Giappone, GranBretagna, Grecia, Guinea

Bissau, Kenia, India, Iraq, Ir-landa, Islanda, Israele, lie-chtenstein, lituania, lus-semburgo, Madagascar,

Malì, Marocco, Messico, Mol-davia, Montenegro, Mozam-bico, niger, norvegia, Olan-da, Paraguay, Perù, Polonia,

Port elisabeth, Portogallo,Principato di Monaco, rep.

Ceca, rep. s. Marino, roma-nia, russia, rwanda, santasede, senegal, slovacchia,slovenia, spagna, sudafrica,sudan, svezia, svizzera, statiuniti, tanzania, togo, tunisia,turchia, ucraina, uganda, un-gheria, uruguay, Venezuela,Zaire, Zambia e Zimbabwe.

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4 luglio/agosto 2019

l’Istituto Italiano Fernando santi sede emi-lia-romagna ha presentato domanda di fi-nanziamento al servizio Politiche perl’integrazione sociale, il contrasto alla po-vertà e terzo settore della regione emiliariomagna per l’attivazione di uno sportellomultifunzionale secondo l’ Art. 9, comma 1,l.r. n. 34/2002.Gli ambiti operativi del progetto includono, inparticolare, quello dell’integrazione socio-economica, della formazione attraverso larealizzazione di corsi brevi, dell’orienta-mento, dell’informazione e di attività di rico-noscimento dei titoli di studio. Il territorio diriferimento è quello regionale e più precisa-mente quello delle province di Bologna, ra-venna, Parma, Modena, Forlì, rimini,Ferrara e reggio emilia.la finalità del progetto è, infatti, quella di at-tivare processi di empowerment e di integra-zione sociale atti a favorire l’inserimento deicittadini stranieri e di soggetti vulnerabili al-l’interno delle realtà socio-lavorative presentinella regione emilia-romagna.Queste le più importanti finalità del progetto:incrementare informazione sulle opportunitàdel territorio locale per intercettare le offertedi lavoro, contrastare l’emarginazione so-ciale, incrementare l'autoefficacia, l'autode-terminazione e far emergere risorse latenti;far emergere il “sapere”, “saper fare” e“saper essere”; favorire i processi di integra-zione sociale e lavorativa con gli strumenti dipolitiche attive regionali e nazionali disponi-bili (tirocini, stage, borse-lavoro, formazione,progetti di inserimento, ecc); contrastare ilfenomeno dell’analfabetismo linguistico at-traverso percorsi sperimentali di lingua ita-liana; saper redigere un Curriculum Vitae,

lettera di presentazione e ricerca annunci dilavoro; favorire processi di rafforzamentodelle competenze spendibili nel mercato dellavoro; contrastare il lavoro in nero, lo sfrut-tamento lavorativo e i fenomeni di discrimi-nazione multipla nei contesti di lavoro.Infine, attraverso gli sportelli verrà fornitaanche supporto per il riconoscimento dei ti-toli formativi, scolastici e accademici italianied esteri. Gli operatori dello sportello, infattisupporteranno il beneficiario nei complessiprocedimenti amministrativi per aver ricono-sciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’uni-versità e della ricerca (MIur), il propriotitolo di studio, al fine di poter proseguire glistudi, accedere all’iscrizione ad un Albo pro-fessionale o prendere parte a un concorsopubblico.l’Istituto Italiano Fernando santi sede emi-lia-romagna realizzerà le attività, in partico-lare lo sportello lavoro e i corsi diformazione, presso la propria sede di Bolo-gna ma anche presso le sedi di alcune dele-gazioni nelle province dell’emilia romagna,in collaborazione con altre realtà territoriali,come le città di ravenna, Parma, Modena,Forlì, rimini e Ferrara.tra gli enti che collaboreranno alla realizza-zione del Progetto si annoverano: l’Associa-zione “Mondodonna Onlus” e “Promimpresasrl” di Bologna, il “Centro Provinciale perl’Istruzione degli Adulti” di ravenna, il“Forum solidarietà”, il “Centro di servizi peril Volontariato” di Parma, l’Istituto ItalianoFernando santi, sede nazionale iscritta nelregistro delle Associazioni e degli enti chesvolgono attività a favore degli immigrati, il“CPIA Metropolitano” di Bologna e quello diParma, la “FItel” regione emilia-romagnacon sede a Bologna, l’associazione “dia-spora Civica” con sede a Bologna e l’Asso-ciazione “Valore lavoro” sempre di Bologna.Il numero dei destinatari del progetto è di

600 mentre l’età degli stessi fruitori è com-presa tra 16 e 60 anniCittadini stranieri e soggetti con vulnerabilitàsociale (donne inoccupate o disoccupate, ra-gazze madri, giovani a rischio esclusione so-ciale o vittime di discriminazione, personeanalfabete, tossicodipendenti, persone condisabilità fisiche o cognitive, malati cronici,vittime di violenze o tratta) residenti in emiliaromagna, le tipologie di destinatari del pro-getto. saranno, inoltre, coinvolti giovani dellescuole superiori di primo e secondo grado,più significativamente i maggiorenni che sitrovano in condizione di disagio sociale.Verrà data particolare attenzione a minoristranieri non accompagnati (MsnA) che, se-condo la normativa italiana, hanno il dirittoall’accoglienza e ad essere inseriti in progettidi integrazione socio-lavorativa e di accom-pagnamento all’autonomia. e ancora, titolaridi protezione internazionale o richiedentiospitati nelle strutture della rete dellosPrAr (sistema di Protezione per richie-denti Asilo e rifugiati) o nei CAs (Centri diAccoglienza straordinaria).I destinatari saranno informati delle attività epotranno usufruirne, grazie alla collabora-zione con le associazioni di promozione so-ciale ed organismi associativi operanti inemilia-romagna, a partire da quelli limitrofialla sede dell’ente proponente e al quartierePorto saragozza.Per realizzare ciò, al fine di intercettarel’utenza, sarà svolta un articolato pro-gramma di pubblicizzazione prevista dalpiano di comunicazione del progetto, ma inparticolare il progetto punta a raggiungere ibeneficiari attraverso la costruzione di “retisociali” con attori pubblici e privati impegnatinei servizi di accoglienza, assistenza e curadi soggetti con vulnerabilità sociale.

M. M.

da novembre 2018 a giugno 2019, l’IstitutoItaliano Fernando santi ha avviato un in-tenso dialogo con enti pubblici e privati cheoperano nel comparto agroalimentare, delturismo, della pesca e del settore tecnolo-gico, con l’intento di sviluppare nuovi profiliprofessionali per l’aggiornamento del si-stema regionale siciliano dell’Istruzione eFormazione Professionale (IeFP). In partico-lare, si sono svolti incontri e tavoli tecnici chehanno coinvolto principalmente referentidell’università degli studi di Palermo, del-l’ufficio scolastico regionale, dell’ente Bila-terale turismo regionale siciliano, deldipartimento della pesca mediterranea dellaregione siciliana, della stazione sperimen-tale Industria Conserve Alimentari di Parma,dell’azienda CetenA spa - ricerca e con-

sulenza marittima, Istituti scolastici e profes-sionali, enti di formazioni, CPIA Palermo,oltre a diverse aziende regionali e locali.Queste realtà hanno dato un importantecontributo per individuare i dieci profili pro-fessionali, figure che risultano di importanteinteresse per il mercato del lavoro ma chenon trovano la possibilità di essere formateattraverso i classici percorsi di formazione eistruzione professionale (IeFP). Questi i profili individuati: “Operatore dellearee rurali”, “Operatore agricolo” (indirizzopotatura), “Operatore agricolo” (indirizzoagricoltura biologica), “Operatore della risto-razione” (indirizzo cucina etnica), “Operatoredella produzione dell’olio”, “Operatore dellasalvaguardia dei litorali costieri”, “Operatoredi saldatura”, “Operatore della fotografia”,

“Operatore della produzione video” e “Ope-ratore dei sistemi turistici locali”.Infine, si è passati alla definizione delleschede profilo che vengono proposte allaregione siciliana per inserire i nuovi profilinel repertorio regionale siciliano dell’Istru-zione e Formazione Professionale (IeFP),dopo essere stati validati dal Comitato na-zionale delle regioni, o essere oggetto disuccessivi studi e ricerche per ulteriori ap-profondimenti ed elaborazioni.

Per aggiornare il repertorio regionale del cosiddetto sistema “IeFP”

istituto italiano fernando Santi, proposti alla Regione Siciliana 10 nuovi profili professionali

Principali destinatari: cittadini stranieri e soggetti fragiliOrientamento e integrazione socio-economica tra gli obiettivi

sportello multifunzionale in emilia romagna:il Fernando santi ha presentato un progetto

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avviSo 17/2017 - Nelle rispettive sedi dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi

in totale sono 6 le proposte formative (quattro di 300 ore riservate a disoccupati e due di 150 ore per lavoratori occupati), tutte a titolo gratuito

corsi gratuiti per formare “assistenti familiari”iscrizioni aperte a Palermo, cefalù e Mazara

l’Istituto regionale siciliano Fernando santi ha depositato la progettazioneesecutiva per la realizzazione dei corsi di formazione professionale per “As-sistente familiare” di cui all’Avviso 17/2017 dell’Assessorato della Famiglia,delle Politiche sociali e del lavoro.l’Avviso 17/2017 rientra nell’attuazione dell’Asse II “Inclusione sociale elotta alla povertà”, del PO Fse sicilia 2014/2020, Obiettivo tematico 9,Azione 9.3.7 Formazione degli assistenti familiari e creazione di registri diaccreditamento e di albi di fornitori di servizi di cura rivolti alle persone an-ziane e/o non autosufficienti.la proposta formativa dell’Istituto regionale siciliano Fernando santi prendeil nome di “AMABIlMente” - CuP G78d19000190006, CIP2014.It.05.sFOP.014/2/9.3/7.1.1/0069 – ed è stata approvata tramite d.d.G.n. 575 del 11/04/2019 del dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali,poi integrato con d.d.G. n. 896 del 30/05/2019 che ne ha modificato l’art. 4.la figura dell’assistente familiare svolge attività a domicilio indirizzate a fornireaiuto ed assistenza: 1) a persone con ridotta autonomia in grado di indirizzare,in modo consapevole ed appropriato, l’intervento dell’operatore stesso; 2) apersone non autosufficienti; in tal caso l’intervento si contestualizza semprein collaborazione con altri operatori e familiari o in situazioni a basso rischio.Il progetto prevede la realizzazione di 6 corsi di formazione, tutti a titolo gra-tuito, che si caratterizzano nel seguente modo: n.4 corsi indirizzati a soggettidisoccupati della durata di 300 ore presso le sedi di Palermo, Cefalù (Pa)e Mazara del Vallo (tp). I corsi prevedono lo svolgimento di stage pressoaziende del settore dell’assistenza alla persona, il riconoscimento di un’in-dennità giornaliera di frequenza pari a € 5 lordi, nonché il rilascio del certi-ficato di qualifica; n.2 c orsi indirizzati a soggetti occupati presso le sedi diPalermo e Cefalù, che avranno una durata ridotta a 150 ore. una volta su-perati gli esami finali,questi corsi danno diritto al rilascio del certificato diqualifica. non è prevista alcuna indennità o attività di stage.tutti i percorsi di formazione saranno arricchiti da attività accessorie, tra lequali seminari e laboratori di informatica e di tecniche di ricerca attiva dellavoro.Il conseguimento del titolo di “Assistente familiare”, inoltre, consente l’iscri-zione al registro pubblico degli assistenti familiari, costituito con decreto 22aprile 2010 del dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali e aglialbi di fornitori di servizi di cura rivolti alle persone anziane e/o non auto-sufficienti. le iscrizioni ai corsi di formazione per “Assistente familiare” saranno pro-rogate per tutti i mesi di settembre e ottobre, e comunque fino al completa-mento delle classi. In particolare, è ancora possibile iscriversi ai corsi da150 ore rivolti ai soggetti occupati. I destinatari sono persone in età lavorativa inoccupate, disoccupate e oc-cupate nei settori di riferimento dell’Avviso che al momento della candida-tura, dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti: essere residentio domiciliati in sicilia; avere un’età compresa tra un minimo di 18 anni e unmassimo di 60 anni compiuti; in caso di cittadini non comunitari, è richiestoil possesso di regolare permesso di soggiorno in corso di validità.In caso di superamento di 15 iscritti per classe, l’Istituto provvederà ad ef-fettuare le selezioni; a tal fine, qualora i candidati abbiano conseguito unuguale punteggio, sarà data priorità ai candidati con Certificazione Isee incorso di validità non superiore a 15.000 euro, e in ulteriore subordine, aisoggetti che dimostrano di avere maturato pregressa attività nel campodell’assistenza familiare nel contesto descritto nell’art. 2 dell’Avviso17/2017.Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alle rispettive sedi dell’Istitutoregionale siciliano Fernando santi: Palermo, Via simone Cuccia, 45 (dalunedì a venerdì dalle 9 alle 14 - tel. 091.7827149 - Cell. 329.5877066);Cefalù, Piazza Franco Bellipanni, 30 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9alle 14 - tel. 0921.820574).

dario di BaRtolo

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6 luglio/agosto 2019

Quella di un lungo viaggio, quella piena disogni e aspettative. spesso si tratta di unascelta forzata: andare a lavorare all’esteroperché in patria non si trova lavoro. Altrevolte è una scelta voluta e sognata così daarricchire il proprio curriculum vitae, magariper tornare a casa con nuove competenzeda sfruttare in Italia. Comunque la si veda la-vorare all’estero rappresenta per molti un’oc-casione e un’opportunità. sono tanti gliitaliani nel mondo che hanno già deciso dipercorrere questa strada senza più voltarsiindietro. secondo l’ultimo rapporto Migrantessono sempre più numerosi gli italiani, giovanima anche over 50, che fanno le valigie incerca di nuove opportunità professionali fuoridai nostri confini. negli ultimi anni il feno-meno dell’emigrazione per ragioni lavorativeha subito una forte in crescita soprattutto trai laureati. secondo i dati, nella ricerca del la-voro il titolo di studio posseduto risulta più ef-ficace per chi si è trasferito all’estero.d’altronde in un contesto nazionale ancoradifficile e incerto, non stupisce che semprepiù giovani preparino le valigie per tentare lasorte oltre frontiera. È proprio il lavoro, lasperanza non solo di trovarlo in linea con ilproprio percorso di studio e di conoscenze,ma anche di poter crescere professional-mente, che spinge i giovani a lasciare la pro-pria casa in cerca di fortuna. trovare lavoroall’estero per molti non è soltanto più facile,ma anche economicamente più conve-niente. e così, dopo anni di studio, di tirocini,di lavoretti saltuari e mal pagati, si decide dilasciare casa, affetti e famiglia per trasferirsiladdove le proprie competenze siano nonsolo riconosciute ma soprattutto valorizzate.spesso è proprio la meta a fare la differenza.da Melbourne a Ginevra passando per Ber-lino. sono svizzera, Germania e Australia letre destinazioni preferite dagli italiani per la-vorare all’estero, che corrispondono ancheai paesi in cui è maggiore l’emigrazione ita-liana. tre realtà molto diverse, di cui unageograficamente lontanissima, dall’Italia mache a quanto pare rappresentano quelle“terre promesse” che in fondo non hannomai smesso di esserlo, se pensiamo che findal secolo scorso gli italiani si sono recati inuna di queste nazioni proprio per lavorare.

non solo, qui i lavori per sog-getti qualificati stanno ini-ziando a comparire constraordinaria rapidità.Ma vediamo nel dettaglio per-ché queste tre paesi sono lemete preferite dai nostri con-nazionali in cerca di lavoroall’estero.Al primo posto nelle prefe-renze degli italiani c’è la sviz-zera. Qualità della vitaeccellente, economia che non conosce crisi,numerose opportunità lavorative e posizionegeografica favorevole. Questa piccola na-zione nel cuore dell’europa non smette diesercitare il suo fascino ed attrarre expat datutto il mondo. lo dicono i dati: su 8 milionidi abitanti, il 23% è straniero, parliamo diquasi 2 milioni. tra gli immigrati, gli italianisono i più numerosi con circa 300mila pre-senze. seguono i tedeschi e portoghesi. nonsolo. la svizzera e il suo benessere econo-mico attirano inoltre molti frontalieri dai Paesiconfinanti. la manodopera straniera qui èconsiderata un elemento importante delmercato del lavoro svizzero e i lavoratoristranieri svolgono un ruolo importante nelsettore secondario. un sondaggio del gi-gante bancario britannico HsBC, condottosu circa 22.300 espatriati provenienti da ben163 paesi, dimostra che la svizzera è tra lemete preferite dagli expat lavoratori. Il 62%degli espatriati intervistati ha affermato, in-fatti, che l’equilibrio tra lavoro e vita privataè migliorato dal loro arrivo in terra elvetica.la stessa percentuale ritiene che il mercatodel lavoro svizzero offra buone opportunitàdi avanzamento nella carriera. In termini sa-lariali, le prospettive si sono rivelate miglioririspetto al paese d’origine per il 57% degli in-tervistati. Inoltre, il 56% di loro ha detto dipercepire una migliore “cultura del lavoro” insvizzera.Al secondo posto troviamo la Germania checome la svizzera non ha mai smesso di es-sere terra di emigrazione italiana. Molti quelliche ancora la scelgono alla ricerca di nuoveopportunità. e in effetti le occasioni di lavoroin Germania sono davvero tante. secondol’eurostat, l’ufficio statistica dell’unione eu-

ropea, la Germania è uno degli stati europeicon il più basso tasso di disoccupazione,pari al 3,2%, a differenza del 10,5% regi-strato dall’Italia. È Berlino, in particolare, apiacere agli italiani. I principali pilastri econo-mici della capitale tedesca sono i servizi eco-nomici e finanziari, l’amministrazione,l’industria di trasformazione, la produzioneautomobilistica, il commercio, il turismo, glialberghi e i ristoranti. la città è inoltre unodei principali centri europei per le start-up. siprevede che, entro il 2020, creeranno100mila nuovi posti di lavoro.Al terzo posto c’è l’Australia, che rientraanche tra i paesi migliori dove vivere perqualità della vita, grazie a un basso tasso dicriminalità, al sistema sanitario, alle oppor-tunità lavorative e, cosa da non sottovalu-tare, allo stile di vita più rilassato. Certo inAustralia vigono leggi ferree per ciò che ri-guarda l’ingresso di cittadini stranieri eanche il costo della vita è piuttosto alto. Incompenso, però, gli stipendi sono alti e iltasso di disoccupazione decisamente basso.economia in crescita e mercato del lavoroflessibile permettono di trovare un impiegofacilmente. senza dimenticare l’elevata pos-sibilità di far carriera e di crescita professio-nale. Ad ospitare una delle comunità dilavoratori italiani è Melbourne, famosa per lasua atmosfera cosmopolita e alla moda.Offre lavori nei settori finanza, biotecnologie,arte e design creativo, istruzione superiore,vendita al dettaglio e servizi. Altri settori in-teressanti sono quelli del turismo, dell’eco-nomia e della sanità.

Enza PEtRUzziEllo(dal sito Italiani con la valigia)

svizzera, Germania e Australia le metepreferite da chi va a lavorare all’estero

Sempre più giovani (ma anche over 50) preparano le valigie per tentare la sorte oltre frontiera

SEdE REGionalEvia SiMonE cUccia, 45 - PalERMo

tEl. 091.320744 - Mail: [email protected]

éColloquio di orientamentoéAnalisi del CV e assistenza per la redazione di lettere di presentazioneéInserimento del CV nel data-base sul sito click la-voro del Ministero del lavoroéInformazioni e contatti su aziende locali, regionali e nazionaliéProgettazione ed erogazione di attività formativeéInformazioni sulle opportunità dell’ue e promossedall’IstitutoéPolitiche attive del lavoroéservizi alla persona

Istituto regionale siciliano“Fernando Santi”

Sportelli di intermediazione al lavoro attivi a Palermo, Cefalù (Pa)

e Petralia Soprana (Pa)SSportelloportello

didi IIntermedIazIonentermedIazIonePRoMozionE E GEStionE dEll’incontRo

tRa doManda E offERta di lavoRo

oRiEntaMEnto PRofESSionalE

PRoGEttazionE Ed ERoGazionE di attività foRMativE

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Fu il principale esponente del sindacalismo socialista. Dal ‘47 al ‘65 segretario aggiunto della CGIL

Fernando santi, il 15 settembre il cinquantenario della morteIl prossimo 15 settembre saranno 50 gli annitrascorsi dalla morte di Fernando santi. natoil 13 novembre 1902 a Golese di Parma, de-ceduto a Parma il 15 settembre 1969, Fer-nando santi è stato da sempre unsindacalista socialista.nel 1917 Fernando santi inizia a militarenelle file socialiste iscrivendosi alla sezionedegli adulti, ma dopo qualche mese si fa pro-motore della costituzione del Circolo giovanilesocialista del Cornocchio. lavora alla Fede-razione delle cooperative occupandosi un po’di tutto giacché soleva dire «partito, coopera-zione e sindacato erano un pasticcio solo».santi inizia a collaborare al quindicinale diGiovanni Faraboli “Per la vita. l’Idea” (1916-1918), nel 1917 partecipò al congresso deiCooperatori di reggio emilia ove incontròCamillo Prampolini. nel 1920 è nominato vicesegretario della Camera del lavoro e dirigentedella Federazione provinciale giovanile. nellostesso anno in un comizio a Castellina di so-ragna svolge una forte propaganda antimili-tarista che gli vale una condanna a due mesidi detenzione ed a 200 lire di multa.Al congresso della Federazione nazionalegiovanile di Firenze, del 1921, santi cerca,vanamente, di parlare in nome della mino-ranza, ma dopo aver pagato la quota d’ade-sione si trova fuori in meno di un paio d’ore.nello stesso giorno si fa promotore della riu-nione per la ricostituzione della Federazionegiovanile socialista ed è nominato segretarionazionale. In questa veste viene ad interes-sarsi delle varie sezioni locali uscendo dal-l’ambito cittadino e ricorderà quest’espe-rienza in un articolo del 1957: «Giravo l’Italia,tra una battuta e l’altra dei fascisti. Conobbiallora molti compagni, tra i quali Sandro Per-tini che curava, benché già adulto, il circolo diSavona».nell’estate del ‘22 santi partecipa agli “Arditidel Popolo”, del quale stenderà un resocontosull’ “Avanti!”, considerando la resistenza par-mense un episodio legalitario. Poco dopo sisarebbe svolto il congresso del Partito socia-lista da cui, con una nuova scissione, ne sa-rebbero usciti i riformisti di Matteotti per darvita al Partito socialista unitario dei lavoratoriitaliani, ma santi non vi parteciperà perchéchiamato a prestare il servizio militare so-spendendo l’attività politica.rientrato nel 1924 a Parma collabora comecronista di nera al quotidiano di tullio Masotti,“Il Piccolo di Parma”. Fatto segno di numerosiarresti ed aggressioni, viene ferito duevolte, finché il 1° novembre del 1924 cade inun’imboscata ove viene preso a revolveratesalvandosi per puro miracolo. A seguito diquest’ultimo attentato si trasferisce a torinoove assume per un breve periodo la carica disegretario della Camera del lavoro per pas-sare, nel corso dello stesso anno, a dirigerela sezione milanese del Psu.

terminato, forzatamente, l’impegno politico,per mantenersi assume l’incarico di rappre-sentante di una ditta di profumi francesi, laniki Kini. Approfitta della nuova veste di viag-giatore di commercio per tessere rapporticlandestini fra i compagni. sarà lo stessosanti che troverà lavoro a Guido Picelli comerappresentante della libreria antiquaria diWalter toscanini, il figlio di Arturo.Fernando santi viene arrestato il 5 aprile del1943, durante un incontro clandestino sullariorganizzazione delle forze socialiste, e im-mediatamente tradotto nelle carceri di sanVittore. una volta liberato, nell’autunno riparain svizzera ove assume l’incarico di segreta-rio del Comitato svizzero di soccorso operaioper i rifugiati.nell’agosto del 1944 rientra in Italia per assu-mere l’incarico di commissario politico del bat-taglione partigiano “Matteotti” in Val d’Ossoladove lavora alla riorganizzazione del Partitosocialista e del movimento sindacale osso-lano in stretto contatto con l’antifascista, criticoletterario, romanziere, studioso di letteraturafrancese e italiana, poi partigiano della re-pubblica dell’Ossola, Mario Bonfantini (no-vara, 1904 - torino, 1978). ripara nuova-mente in svizzera per sfuggire al rastrella-mento tedesco e rientra a Milano per rico-struire clandestinamente il Partito socialista eper partecipare all’insurrezione del 25 aprile.All’indomani della liberazione, assiemea Guido Mazzali e renato Carli Ballola, pub-blica il primo numero dell’”Avanti!”.diventa segretario della Camera del lavoro diMilano e nel maggio-giugno 1945, con l’As-sociazione provinciale degli industriali, firmaun accordo incentrato su due punti fonda-mentali: la proibizione temporanea dei licen-ziamenti e l’aumento dei salari ed il loro

adeguamento alla variazione del costo dellavita. dopo qualche mese santi lascia Milanoper roma assumendo la direzione dei rap-presentanti di commercio. Al congresso na-zionale unitario della CGIl (Firenze, 1947)santi viene eletto segretario nazionale per lacorrente socialista, incarico cui sarà riconfer-mato nei congressi di Genova (1949) e di na-poli (1952). riconosciuto è il suo impegno,assieme a di Vittorio, per mantenere all’in-terno della CGIl la corrente democratico-cri-stiana che con Pastore darà luogo allanascita della CIsl.«La scissione sindacale – così si esprimeràsanti nel saggio I Sindacati in Italia – fu il pro-dotto della divisione del mondo in due bloc-chi, della guerra fredda, della necessità delDipartimento di Stato di neutralizzare le forzeoperaie che potevano opporre valida resi-stenza al dominio politico ed economico ame-ricano del mondo».dopo la rottura dell’unità sindacale, già sancitadal Patto di roma, e le scissioni del 1948 e1949, santi inizierà a lavorare senza tregua perritessere un impegno unitario riconoscendoche le colpe non stavano da una parte sola eche l’unità sindacale non si rimpiange, ma siconquista nella concretezza del lavoro quoti-diano e nella coscienza comune dei lavoratori.nel 1948 è eletto deputato nella circoscri-zione di Parma Modena Piacenza e reggioemilia. nello stesso anno, al congresso socia-lista di Genova assieme ad Alberto Jaco-metti, Vittorio Foa e riccardo lombardi si batteper una linea di stretta collaborazione coi co-munisti sul piano sociale e sindacale, di totaleindipendenza sul piano politico e d’equidi-stanza o di non allineamento fra America erussia. nel 1952 è delegato al Consiglio eco-nomico e sociale dell’Onu a new York e dal-l’esperienza americana trarrà le corrispon-denze per l’”Avanti!”, pubblicate come America1952, taccuino di un viaggio in usA. Alle elezioni politiche del 1953, 1958 e 1963,è riconfermato deputato nella circoscrizionedi Parma Modena Piacenza e reggio emilia.l’impegno sindacale lo vedrà protagonista eprecursore di molte delle tematiche sindacalidegli anni successivi; intervenendo al con-gresso della CGIl del 1956 santi rileveràcome «i lavoratori non devono subire passi-vamente l’istituzione di nuove tecniche e dinuove forme di organizzazione del lavoro, madebbono compiere uno sforzo tenace ed in-stancabile perché tali tecniche e tali formed’organizzazione del lavoro non si rivolganocontro di loro… Ora la condizione di mas-sima libertà per il datore di lavoro è realiz-zata quando il lavoratore è privato dei suoiorgani naturali e tradizionali d’autotutela e dirappresentanza sindacale: la CommissioneInterna e il Sindacato“.

(Segue alla pagina successiva)

InSerto del perIodICo dell’IStItuto ItalIano Fernando SantI - “oltreoCeano” - luglIo/agoSto 2019

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ii luglio/agosto 2019

Anche sul diritto di sciopero sancito dallaCostituzione, ma sempre ostacolato dalleforze padronali, santi intervenne con pro-fonda maturità e consapevolezza politica:«Lo sciopero – disse – è un’arma alla qualenon possiamo rinunciare; noi non accet-tiamo limitazioni di sorta, però siamo consa-pevoli che l’esercizio del nostro diritto trovadei giusti punti di limitazione negli interessigenerali della collettività. Lo sciopero èun’arma che non deve essere usata con fa-cilità perché altrimenti minaccia di rompersinelle nostre stesse mani … Direi che allosciopero si deve accedere quando sianoesaurite tutte le possibilità di una pacifica ri-soluzione …».Il contributo di Fernando santi si è esercitatoin particolare per la formulazione di una po-litica di riforme. Il suo impegno pone le basidi un sindacalismo moderno con la ripresadell’unità sindacale, unità fondata “sull’effet-tiva autonomia del sindacato dai governi edai partiti” – come sostinne al Consiglio na-zionale della CGIl del 14-16 marzo 1962 –

e l’attuazione di un programma di sviluppoeconomico che sia improntato a riforme distruttura e alla programmazione. In tal sensointerviene al IV congresso della CGIl, dopoche la rigidità della contrattazione nazionaleaveva portato a due pesanti sconfitte con lavertenza del conglobamento (1954) e le ele-zioni alla Fiat (1955).santi è stato un dirigente complessivo, impe-gnato sia nell’elaborazione teorica della strate-gia sindacale che nell’azione quotidianaintervenendo a più riprese per porre all’atten-zione del movimento problemi di carattere so-ciale quali: le condizioni degli emigranti (a lui ètuttora intitolata una fondazione che si occupadell’emigrazione), la parità giuridica uomo-donna, il pericolo della corsa agli armamenti, ilruolo dell’unità sindacale mondiale, il ruolo dellostato nello svolgimento dell’azione sociale, lacooperazione economica e politica a livello eu-ropeo, la disoccupazione giovanile, l’attuazionedella Costituzione in ogni sua parte.All’interno della CGIl Fernando santi operacon determinazione affinché si affermiun’idea di sindacato unitario «fatto di uomini,di uomini come noi, e con opinioni politichediverse o senza opinioni, l’animo aperto asuggestioni mutevoli, con timori e speranze.Uomini che talvolta marciano con passo di-seguale, ma che comunque vogliono andareavanti. Che ogni giorno acquistano co-scienza della loro condizione e della neces-sità di mutarla; democratico, improntato ‘alrispetto, aperto, leale di tutte le opinioni po-litiche, di ogni credo religioso, direzione col-legiale degli organismi sindacali perconsentire il necessario contributo delleesperienze di ognuno e di tutti, libere e de-mocratiche elezioni dei dirigenti, rispetto deidiritti delle minoranze che devono essererappresentate…»

santi si dichiarerà da sempre riformista: nelsuo pensiero le riforme di struttura sono stru-menti per riformare il sistema, il suo gradua-lismo altro non è che la costruzione di tantitasselli che possono e devono portare allacostruzione di una società socialista. santiribadirà, commemorando nullo Baldini,come il riformismo padano lavorò non soloper raccogliere i nuclei sparsi del proletariatoagricolo, ma seppe realizzare un’organizza-zione classista tesa a perseguire fini di tra-sformazione strutturale della societàattraverso un «confessato, sano, graduali-smo». Gradualismo inteso come processoirreversibile di trasferimento di quote sempremaggiori di potere dal mondo imprenditorialealla collettività.Quando si dimetterà, al congresso di Bolo-gna del 1965, dalla segreteria della CGIlpronuncerà un discorso rimasto memorabilenel metodo e nei contenuti: «Cerco di richia-marmi all’insegnamento di quegli uomini delriformismo emiliano e italiano, uomini umani,civili, onesti di fede, ma badate bene, uominitutt’altro che accomodanti, duri nelle lotte, in-transigenti nei principi … Credo nella trasfor-mazione graduale, democratica della societàattuale in una società più libera e più giusta …Solo chi ha fame apprezza il sapore delpane; solo chi ha sete di giustizia sa darealla giustizia il suo vero volto: giusto edumano».sandro Pertini lo ricordò, commemorandoloalla Camera dei deputati, come «Un uomoche con fermezza seppe battersi, che hasempre pagato di persona, che il partito haservito senza mai servirsene e che non con-siderava la politica quale occasione per ot-tenere poltrone o prebende, ma qualemissione nell’interesse della classe lavora-trice e del Paese».

sandro Pertini lo ricordò così: “servì il partito senza mai servirsene”

Nella foto, l’’applauso a Fernando Santi al termine

del discorso di commiato alla segreteria aggiunta della CGIL,in occasione del VI Congressodell’organizzazione sindacale

svoltosi nel 1965. Santi propose,infatti, un’idea di sindacato in cui

particolarmente pregnante era l’insistenza sul concetto di«riformismo». Il punto di vista di Santi si sintetizzava in unaconcezione «umanistica» del

sindacato, come «strumento na-turale di democrazia», che può

essere perseguita solo con lasua «autonomia», va da sé dalleforze economiche, ma anche dai

partiti politici. Una concezione«gradualistica», fondata sulla

«sicura conquista di ogni giorno»nonché «riformista», dove

l’azione delle riforme deve inci-dere sulle «strutture», secondo ilconcetto assai in voga in quegli

anni di «riforme di struttura»

(Segue dalla pagina precedente)

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luglio/agosto 2019 iii

Le celebrazioni sono iniziate il 14 settembre al “palazzetto” del Cornocchio, sua casa natale

a Parma per ricordare fernando Santi

PaRMa - l’attualità del messaggio sociale,politico e sindacale che animò la vita, l’ope-rato e l’azione di Ferdinando santi, figura in-delebile tra gli illustri parmigiani del ‘900, èstata celebrata lo scorso 14 settembre –presso la casa natale di strada dei Mercati alCornocchio. una cerimonia partecipata, inoccasione del 50° anniversario dalla scom-parsa di uno tra i personaggi locali di spiccoa livello nazionale e di maggior spessore nelcomposito universo politico del secoloscorso, volta a valorizzare i contenutiespressi ed incarnati da santi durante la sualunga carriera. Grazie all’organizzazionedella mattinata – curata dal Comitato vittimecivili del Cornocchio – Amici di Ferdinando

santi, in collaborazione con Provincia diParma, Comune di Parma, Camera del la-voro, Partito socialista Italiano e Istituto Ita-liano Ferdinando santi, si è approfondito ilmessaggio di un uomo costantemente impe-gnato “nel migliorare se stesso per migliorareil mondo che lo circonda”.All’incontro, moderato dal giornalista AndreaGavazzoli, sono intervenuti a rimarcare lepeculiarità di santi, egidio tibaldi, parentediretto del sindacalista e presidente del Co-mitato vittime del Cornocchio - Amici di Fer-dinando santi, Gianpaolo Cantoni delegatodella Provincia di Parma, Michele Alinovi as-sessore ai lavori Pubblici del Comune diParma, Andrea rizzi per la CGIl, Cristiano

Manuele per il Partito socialista e lucianoluciani Presidente dell’Istituto nazionalesanti. Particolarmente toccante il momentoin cui l’avvocato Fabrizio Pellizzoni ha lettola poesia di santi “40 morti al mio paese”. lamanifestazione si è conclusa con l’auspiciodi egidio tibaldi – condiviso da tutti i presenti– che la stessa casa natale di santi, oggi instato di semi-abbandono e situata all’internodi un complesso comunque privato, possadiventare un luogo fruibile per la cittadinanzaintera in cui il messaggio di Ferdinando santipossa trovare ulteriore dimora autentica esoprattutto adeguata diffusione a beneficiodelle nuove generazioni.

Da Redazione Parmapress)

ridotta in stato di semi-abbandono, l’abitazionepotrebbe diventare fruibileper l’intera cittadinanza

Intervista sull’uomo “Fernando” Santi più che sul politico/sindacalista

Professor tibaldi (nella foto accanto al titolo), lei che ha avuto l’onore di conoscerlo personalmente di stargli accanto in qualità di familiare,chi era fernando Santi al di fuori dalla vita politica e dal sindacato?«La storia di mio cugino è intimamente legata al Cornocchio luogo ovenacque al Palazzetto il 13 novembre 1902. Figlio di Eugenio, un umile “lampista” delle ferrovie, già all’età adolescenziale assorbì la tensionesociale che si respirava in quel tempo e maturata nel suo costante confronto con i braccianti con i lavoratori nel mondo del Cornocchio chelo circondava: l’esempio del padre, che fu assessore al Comune di Golese, lo portò a toccare con mano le contraddizioni sociali per la so-luzione delle quali combatté per tutta la sua vita. Già dal 1917 finite scuole dell’obbligo si diede anima e corpo ai giovani e alla politica or-ganizzando il primo circolo socialista al Cornocchio: e di qui nacque Ferdinando Santi politico che lo portò nel 25 a Milano ove visse incondizioni disagiate toccando con mano, ancora una volta, la povertà! (Fece il rappresentante di sapone pur di sostenere la famiglia). Lafedele Maria condivise con lui questi momenti difficili pur di permettere a Ferdinando di esplicare il proprio impegno politico e sociale. A chiparlava di difficoltà della vita esprimeva tutta la sua saggezza e sensibilità affermando: “Quella mia povertà per me era una cosa naturale,mio padre l’aveva eredita da suo padre e suo padre dal padre di suo padre….e di mia madre Clementina non dico!”. Questo suo amore peril socialismo per i braccianti e per gli operai nel 34 lo portò esule in Svizzera dopo aver conosciuto il carcere a San Vittore e partecipò conorgoglio alla Resistenza nel battaglione “Matteotti”: ma mai condivise gli scontri e gli omicidi tra i fratelli della guerra di liberazione chesempre ricordò con il grande dolore di uomo libero e di pace». Ma nella vita di ogni giorno, al di fuori degli schemi di politico o sinda-calista, chi era ferdinando Santi? «Fernando (così usava chiamarlo la gente del Cornocchio per l’abitudine di accorciare i nomi - ndr) -aveva amici dappertutto anche tra i fascisti e guai a chi accennava a fomentare l’odio verso qualcuno a lui caro: “questi sono i miei amici egli amici non si toccano, sono la mia storia di bambino ed ora di giovane! Al mondo esistono opinioni e azioni differenti che per me sono ilpatrimonio degli avversari che combatterò con l’arma della ragione e che mai potrò considerarli nemici!”. è questa la testimonianza fionda-mentale che mi ha lasciato, la differenza tra avversari e nemici. Resta nella storia di Parma anche la lettera accorata alla sua gente del Cor-nocchio in occasione del bombardamento che portò alla morte di una sessantina di amici, parenti, conoscenti tutti rimasti sotto le maceriedel rifugio». Un particolare pregio di fernando Santi? «La prima cosa che mi viene in mente è che di lui ci si poteva fidare. Ed è anchecosì che si esprimevano i braccianti, gli operai della fabbrica o i cittadini quando si parlava di Ferdinando. Con mio cugino Ferdinando,infatti, l’operaio si sentiva protetto e difeso in tutti i suoi diritti per trovare quella determinazione necessaria per andare avanti insieme eduniti sulla difficile strada delle riforme e conquiste sociali: e anche qui sta il mio orgoglio di familiare». Qual è l’eredità che le ha lasciatosuo cugino? «Quel 15 settembre di 50 anni fa, alle ore 22,45 all’ospedale di Parma è morto un uomo buono, giusto, un socialista di pro-fonda fede: un dolore che pervase tutta la mia famiglia perché a tutti noi ha trasmesso l’esempio di cosa vuol dire essere uomo tutto d’unpezzo e onesto. E oggi lo ringrazio ancora! Grazie Ferdinando ... di te ci si poteva veramente fidare!»

M. M.

Il ricordo di un familiare, il cugino egidio tibaldi

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PRovincia di PaRMa

domenica 6 ottobre 2019

Istituto Italiano Fernando SantiSocietà Cooperativa a r.l. - Impresa Sociale

Fernando Santi: 50 anni dalla scomparsa l’attualità del suo pensiero politicoassemblea legislativa regione emilia romagna

Sala polivalente “guido Fanti” - Viale aldo moro 50 Bologna

lavori ore 10.30 - 12.00

Saluti istituzionali:Messaggio di saluto di Simonetta Saliera Presidente Assemblea Legislativa Regione EmiliaRomagnaMessaggi di saluto delle rappresentanze istituzionali, politiche e del mondo produttivo, sindacale eassociativo

Introduzione:Luciano Luciani Presidente Istituto Italiano Fernando Santi: Santi e l'attualità del suo messaggiopolitico

Interventi programmati:Egidio Tibaldi Presidente Associazione “Amici di Fernando Santi” - Parma Filippo Pieri Segretario Generale CISL Emilia RomagnaMario Miano Segretario Generale UIL di Parma Gianpaolo Cantoni Delegato della Provincia di Parma Vittorio Prodi Vice Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Italiano Fernando SantiMichele Achilli più volte parlamentare PSI leader della Sinistra per l'Alternativa

tavola rotonda conclusiva ore 12.00 - 13.00:Luigi Covatta Direttore del mensile Mondoperaio, già senatore socialista dell'Emilia-RomagnaRappresentanze istituzionali, politiche e del mondo del lavoro

con il patrocinio di:

Il 28 ottobre a Palazzo Giordani la cerimonia conclusivaPaRMa - le celebrazioni del cinquantenario della scomparsa di Fernandosanti si chiuderanno lunedì 28 ottobre con una manifestazione che si svol-gerà a Parma presso la sala Borri a Palazzo Giordani (nella foto), in stradaMartiri della libertà 15. È stata scelta questa data perchè per Fernando santiha rappresentato una significativa tappa, quella della Marcia su roma del1922. Fernando santi considerava tale data come una giornata di dovuto im-pegno antifascista da parte di tutte le forze democratiche.

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Il Maggiore di Paternò, luca Par-mitano, è il primo siciliano a sa-lire sulla stazione spazialeInternazionale.nato il 27 settembre del 1976 aPaternò (Catania), già cono-sciuto per essere il primo italianoad aver effettuato un’attività ex-traveicolare, sarà a breve ilprimo italiano di sempre (e ilterzo europeo) ad assumere ilcomando della stazione spa-ziale Internazionale (Iss).Parmitano è colonnello dell’Ae-ronautica Italiana. Ha accumu-lato più di 2.000 ore di volo, si èqualificato su oltre 20 tipi traaerei ed elicotteri militari e ha vo-lato su oltre 40 tipi diversi di veli-voli. entra nell’esA (Agenziaspaziale europea) nel maggio2009 e viene incluso in un primotempo nell’equipaggio di riservadella missione expedition 34. Inseguito, viene selezionato comeingegnere di volo per le missioniexpedition 36 ed expedition 37.Ma è nel 2013, appunto, che ilcatanese prende parte alla suaprima, e finora più importante,missione: quell’anno, infatti,parte per lo spazio con la navettasojuz tMA-09M dal Cosmo-dromo di Bajkonur, Kazakistan,in direzione della stazione spa-ziale Internazionale. la mis-sione, denominata “Volare”, durafino al novembre 2013 e prevededue passeggiate spaziali: grazie

alla prima di esse, realizzata il 9luglio 2013 per una durata di 6ore e 7 minuti, Parmitano diventail primo astronauta italiano adaver svolto delle attività extravei-colari (eVA). durante queste at-tività, l’astronauta ha svoltodiverse attività di installazione emanutenzione attorno alla sta-zione e satellite artificiale.nel mese di maggio 2018 l’Agen-zia spaziale europea selezionaluca Parmitano per due nuovemissioni: la expedition 60 (se-conda parte) e la expedition 61.lo scorso 20 luglio del 2019 av-viene, dunque, il lancio verso laIss, a bordo della navicellasoyuz Ms-13 e in compagniadell’americano Andrew Morganed al russo Alexander skvortsov.nella seconda parte della mis-sione, denominata “Beyond”(Oltre), Parmitano ricoprirà ilruolo di comandante della sta-zione spaziale Internazionale,per la prima volta assegnato adun italiano e solo per la terzavolta ad un astronauta dell’esAin 18 anni di operazioni della sta-zione orbitante.Fino ad ora sette astronauti ita-liani sono volati nello spazio.una di queste è samantha Cri-stoforetti, la famosa astronautarimasta sulla stazione spazialeInternazionale per 199 giorni trail 2014 e il 2015.Parmitano rimarrà in orbita per

circa 200 giorni per effettuare piùdi 200 esperimenti, inclusi seinuovi test predisposti daaziende, università e istituti di ri-cerca italiani con il coordina-mento dell’Agenzia spazialeitaliana (AsI), nonché cinque at-tività extraveicolari.tra le stellema con la sicilia nel cuore: “nu-vole come zucchero a velo”dall’inizio della missione “Be-yond”, luca Parmitano ha già rac-contato tanto della sua avventuratra le stelle: lo ha fatto attraversoalcune conferenze stampa ed“eventi social”, oltre che con lapubblicazione di fantastiche fotodella terra e della sua sicilia.«Come zucchero a velo, nuvoledi bel tempo spolverano di bianco

le terre della mia infanzia»: conqueste parole, a dir poco poeti-che, e una foto che mostra l’isolacoperta da una manciata di nu-vole, luca ha voluto salutare lasua sicilia dalla stazione spa-ziale Internazionale.Ma dall’alto dei circa 400 chilo-metri di quota, Parmitano nonvuole diffondere solo paesaggida sogno: durante un collega-mento con il Museo nazionaledella scienza e della tecnologialeonardo da Vinci di Milano,l’astronauta ha già lanciato l’al-larme sugli effetti del riscalda-mento globale sulla terra, benvisibili da lassù, e descritti comeil “nemico numero uno di oggi”.

dario di BaRtolo

lUca PaRMitanoun pezzo di sicilia vola tra le stelleÈ catanese il primo siciliano a saliresulla stazione spaziale InternazionaleGli ITALIANI che si sono

distinti all’estero

BElPAESE

Il 20 luglio di 50 anni favenne lasciata la primatraccia di uno scarponesul terreno lunare, unpunto d’arrivo di un’im-presa senza precedentitutt’oggi mai replicata.Il programma luna è

partito nel 1959 con la sonda luna 2 ed è riuscito a inviare ilprimo veicolo riuscito ad impattare con il satellite luna 9. Ilprimo atterraggio morbido sulla luna è avvenuto il 3 febbraio1966.Il primo allunaggio di un essere umano è arrivato tre anni dopocon neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11 (nellafoto l’intero equipaggio), e con Buzz Aldrin, mentre Michael Col-lins controllava il modulo di comando Columbia.Quel giorno, in Italia, furono 20 milioni le persone letteralmenteattaccate agli schermi delle prime televisioni per vedere le im-magini della luna. nel mondo, erano in tutto 900 milioni i citta-dini con gli occhi e il cuore al satellite posto a 384mila chilometrisopra le loro teste.sulla luna, gli uomini hanno potuto cammi-

nare, saltellare, piantare una bandiera, giocare a golf e persinoguidare un’auto. Per la prima volta nella storia, un paio di uo-mini americani poteva calcare la superficie di un altro pianeta.la luna non è altro che una gemella diversa della terra, poichépresenta una composizione simile a quella del nostro pianeta(una scoperta ottenuta dopo il prelievo di alcuni campioni rac-colti durante la missione).nel 1971, david scott salì a bordo dell’Apollo 15 e portò con séuna piuma per dimostrare la teoria dei gravi in diretta televisiva.l’anno seguente, nixon chiuse il programma Apollo in anticipoannullando le ultime tre missioni: l’unione sovietica era ormaistata sconfitta mentre l’America avrebbe combattuto una garacontro se stessa. sono tantissimi gli eventi che ricordano i 50anni dal primo allunaggio, in particolare in Italia. documentari,film, mostre per ricordare un importante passo per l’umanità.dal Veneto all’emilia romagna fino in sicilia: tantissimi glieventi in calendario dedicati a quel giorno di 50 anni fa quandoneil Armstrong e Buzz Aldrin mettevano piede per la prima voltasulla luna.la nasa porterà la prima donna sulla luna con la nuova mis-sione Artemide

20 lUGlio 1969 oRE 20:17 Cinquanta anni faper la prima volta l’uomo metteva piede sulla luna

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12 luglio/agosto 2019

da circa sei anni l’imprenditorecalabrese, nino de Masi (nellafoto), vive sotto scorta con tutta lasua famiglia. la sua è unatestimonianza forte, ma sincera diun uomo che ha detto no aisoprusi pur perdendo la sualibertà; un uomo che nonostantetutto sogna ancora un futuromigliore per la sua terra e per lasua gente. nonostante sia stato privato dellasua libertà, de Masi continua lasua vita e la sua lotta. Proprio invirtù di quello che ha vissuto econtinua a vivere ha ideato la“Public company contro la mafia”,un progetto che ha presentatocosì a “Il Fatto Quotidiano”: «Vuoldire che c’è un dato oggettivo: lacriminalità opprime il territorio. Difronte a questo tipo di realtà comesi può fare impresa? In moltimettono la polvere sotto il tappetoe dicono che la mafia non c’è.Fanno finta di non sentire e non

vedere. L’alternativa è affrontare ilproblema nella sua drammaticitào meglio nella sua realtà. Lo stovedendo sulla mia pelle. Possoimmaginare di crescere, disvilupparmi e di avere un domaniconfidando in un miracolo? Odevo vivere sempre sotto scorta?No, non si può fare». un progetto che ha un grandeobiettivo: «L’iniziativa darà allagente la possibilità di dire che stapartecipando a un progettopositivo che certamentecombatte la mafia senzaambiguità e senza dubbi.Riuscire a portarlo avantisignificherà creare lavoro libero esenza condizionamenti». nel 2013 uno dei capannonidell’azienda de Masi è vienecompletato travolto da unasventagliata di Kalashnikov, unasorta di avvertimento perl’imprenditore di Gioia tauro.Minacce chiare che l’hanno

costretto ad allontanare lafamiglia dalla Calabria e a viveresotto scorta. la sua azienda, sitanella zona industriale del porto diGioia tauro, è presieduta giornoe notte dai militari. Intervistato daIl Fatto Quotidiano, nino de Masiha detto: «Forse qualcuno hainteresse che io muoia o che iofallisca».sta di fatto che il suo progetto èstato accolto positivamente: «mihanno fatto tutti i complimenti.Così come me li hanno fatti alcunieconomisti importanti dicendomiche è rivoluzionario. Credo chesia unico in Italia. Non è mai statofatto prima. è un progetto in cui lasocietà civile vuole riappropriarsidi un ruolo attivo. Se riesco aconvincere la gente, dovremmogenerare quella forma di legamepositivo sul territorio per dire “Cisiamo tutti noi e mettiamo lafaccia assieme a De Masi”.Questa è la scommessa».

Il 29 agosto 1991 venivaassassinato il pioniere della lottaal racket, "ucciso dalla mafia edall'omertà", come recita uncartello che la famiglia cambia aogni anniversario. Il caso deicommercianti bengalesi di viaMaqueda, rinata dopo ledenunce e le condanne degliestorsorispararono a libero Grassi allesette e mezze di mattina mentre sidirigeva al lavoro e proprio per illavoro lui aveva lottato. Oggi aPalermo, esattamente comeventotto anni fa, si paga ancora ilpizzo, o meglio la “messa aposto”, come si dice in sicilia.Perché se vuoi lavorare in città,così come in altre parti dell’isola, tidevi accordare con Cosa nostra.ti devi mettere a posto. Oggi,però, come allora, c’è anche chisegue l’esempio di libero Grassi:non paga e denuncia.Così hanno fatto i commerciantistranieri, per lo più bengalesi, divia Maqueda, la via che aPalermo collega il teatroMassimo alla stazione centrale.nel 2016 un gruppo di bengalesidenunciò i suoi estorsori e adaprile di quest’anno il tribunale diPalermo ha emesso 8 condanneper “estorsione continuata e

aggravata dal metodo mafioso”.Condanne inflitte a membri diuna famiglia palermitana delquartiere di Ballarò non affiliataa Cosa nostra ma, comeraccontano i volontari di “AddioPizzo”, l’associazione cheassiste le vittime di racket.,«lasciata libera dagli esponentidel mandamento di agireindisturbata sul territorio».«Ho aperto la mia attività nel2008 nel quartiere di Ballarò –racconta un commerciantebengalese- Il giorno dopol’apertura mi hanno detto che sevolevo stare tranquillo dovevopagare. Resisto alcuni anni, nel2015 trasferisco la mia attività invia Maqueda dove inizia l’inferno».Più volte a settimana a turnoquattro o cinque ragazzi entravanonei negozi. Minacciavano,picchiavano e pretendevano soldi,un compenso settimanale diqualche centinaia di euro e degliextra per il barbiere e la spesa. nel2016 i commercianti stranieri di viaMaqueda chiedono aiuto ad“Addio Pizzo”::«Scopriamo che invia Maqueda c’era un forte climadi oppressione nei confronti deicommercianti stranieri – spiegasalvatore Caradonna, legale evolontario di Addio Pizzo –. Erano

in undici a chiedere soldi facendouso delle armi, non esattamentenello stile di Cosa Nostra che limitala violenza per non rischiarel’intervento delle forze dell’ordine.Abbiamo accompagnato i com-mercianti in questura per ladenuncia e poi li abbiamo assistitidurante tutto il processo. Processoche si è concluso con unasentenza di condanna». «Ogni anno a Palermo ci sonopiù di 300 arresti per estorsioneaggravata. Segno che qualcosanegli anni sta cambiando. Ilmaggior numero di arrestieffettuati ogni anno è proprio perestorsione aggravata. CosaNostra lo sa: prima di estorceresoldi studia il commerciante e sequesto risulta essere un soggettocapace di denunciare, lo si lasciain pace. Senza contare che lapressione dello Stato ha messosulla difensiva i mafiosi. Concauto ottimismo penso - concludeCaradonna - che siamo nellafase più alta e efficiente nelcontrasto a Cosa Nostra».Oggi via Maqueda è rinata.dall’infermo al paradiso: lastrada, resa pedonale, è orafrequentata dai turisti. I negozirestano aperti fino a tarda notte.senza pericolo, senza paura.

la ‘ndrangheta vuole morto nino de Masi e l’imprenditore (sotto scorta) s’inventa il progetto “Public company contro la mafia”

A 28 anni dall’uccisione di libero Grassi, a Palermo si paga ancora il pizzo. Ma qualcosa sta cambiando:adesso c’è chi si ribella all’estorsione continuata

Giorno e notte la sua azienda è piantonata dai militari

la Questura di Palermo

ricorda le vittimedella strage

di via d’Amelio

In occasione della ricorrenza del27° Anniversario della strage divia d’Amelio, in cui persero la vitail giudice Paolo Borsellino (nellafoto) e gli agenti della scorta,Agostino Catalano, eddie WalterCosina, Claudio traina, Vincenzoli Muli ed emanuela loi, loscorso 19 luglio la Questura diPalermo ha ricordato le vittimedel vile attentato con una serie diiniziative dedicate alla loro me-moria: in mattinata, alle 10.30, al-l’interno del chiostro dellaQuestura, in collaborazione conl’Associazione nazionale Funzio-nari di Polizia, ha avuto luogo unincontro/dibattito per rendereomaggio alle vittime della strage.Il dibattito è stato incentrato sulcontrasto al fenomeno mafioso,con particolare riferimento allasensibilizzazione delle nuove ge-nerazioni al rispetto delle regole,della legalità e delle istituzioni de-mocratiche, anche in relazione al-l’impatto emotivo su di essedeterminato dai modelli negativispesso proposti da rappresenta-zioni artistiche, che possono in-fluenzare senza il necessariofiltro di uno spirito critico. nel pomeriggio ha avuto luogola consueta cerimonia comme-morativa, con deposizione dicorone di alloro in ricordo deiCaduti, presso l’ufficio scortedella Questura mentre alle16.30 è stata celebrata unasanta Messa in suffragio dellevittime, officiata da don Cosimoscordato presso la Chiesa sanFrancesco saverio del quartiereAlbergheria di Palermo.l’evento è stato trasmesso indiretta sulla pagina Facebookdella Questura di Palermo.

nell’attentato di 27anni fa persero la vitail giudice Borsellino egli agenti della scorta

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Gli esami conclusivi si sono svolti presso il Presidio Ospedaliero Fondazione G. Giglio

Cefalù, concluso il corso in “Operatore socio-sanitario”Alle prove finali, tutti idonei gli allievi partecipanti Con il titolo conseguito possono ambire a lavorare nel comparto

lo scorso 22 luglio, presso il Presidio Ospedaliero Fondazione Istituto G. Giglio, si è svolto l’esame finale del corso di riqualificaprofessionale in “Operatore socio-sanitario” (Oss), organizzato dall’Istituto regionale siciliano Fernando santi e svolto pressola sede formativa di Cefalù. l’esame finale, che prevedeva una prova scritta, una orale e una pratica, è stato sostenuto brillantemente da tutti gli allievi(nella foto in compagnia di docenti e assistenti), che hanno frequentato il corso e raggiungere l’obiettivo formativo conseguendol’attestato di “Operatore socio-sanitario” (Oss). Attraverso questo importante titolo professionale, gli allievi avranno adesso l’op-portunità di partecipare ai concorsi per lavorare in strutture e servizi pubblici o aziende private che operano nel comparto socio-sanitario, presenti su tutto il territorio nazionale.

EconoMia È tra i paesi che crescono di più e che destinano fondi alla ricerca

le industrie investono in israele, manca solo l’italiaIsraele è tra i Paesi che cresce di più e che investe in ricerca. Oggi,Israele, cresce al 3,3%, ha 6mila startup, investe il 4,3% del Pil inricerca e sviluppo. É il primo paese al mondo per investimenti pro-capite con 674 dollari a persona e nel 2018 sono stati investiti instartup innovative 6 miliardi di dollari. l’ecosistema israeliano, cosìdinamico, ha determinato la presenza in Israele di 350 multinazio-nali straniere che sono impegnate a fare attività di ricerca e svi-luppo. A parte le grandi aziende americane che sono lì da sempre,sono arrivate negli anni multinazionali dall’europa, dalla Cina, dalGiappone, dalla Corea del sud. «Ma non è un quadro statico - riferisce l’ambasciatore Gianluigi Be-nedetti in un’intervista a Il tempo.it - perché Israele è in continuo mo-vimento e anche questa etichetta di “startup nation” sta cambiandocercando progressivamente di industrializzarsi. Chiaramente questoprocesso di passaggio per aiutare le imprese a rafforzarsi e crescere,gli israeliani lo fanno con l’aiuto dell’industria straniera. Le capacitàche non hanno le devono prendere in qualche modo da chi ce l’ha esi rivolgono ovviamente alle grandi industrie straniere, in primis gliamericani. In questo percorso che Israele sta compiendo, l’opportu-nità che l’Italia diventi un partner privilegiato è dietro l’angolo perchènoi siamo comunque la secondo potenza manifatturiera in Europa,la settima al mondo, e quindi proprio in una logica win-win possiamorappresentare un sistema complementare rispetto a Israele. L’inte-

resse israeliano è di acquisire competenze da multinazionali e le no-stre aziende sicuramente possono andare in Israele e presentarsicome partner ideale. A loro volta possono sfruttare tutto il sistema dicrescita tecnologica che Israele offre. Tra le aziende presenti per farericerca e sviluppo al momento ci sono Enel, STMicroelectronics eAdler. Poi ci sono le altre grandi, come Leonardo, Telecom o Snam,FCA, ma con altri tipi di collaborazione».«Con Israele - prosegue Benedetti - l’Italia ha relazioni diplomati-che ottime, collaborazioni di carattere commerciale sempre inespansione e il turismo è diventato una grandissima voce del rap-porto bilaterale. Tra Italia e Israele ci sono, quindi, tutti i presuppostiper avere un rapporto accademico e scientifico molto robusto. Dob-biamo spingere le nostre grandi aziende ad avere un impegno mag-giore nei confronti di Israele. é quello che hanno fatto i giapponesitre anni fa andando in Israele con 100 imprenditori al seguito. I te-deschi e francesi sono presenti con 20 aziende. Anche le nostremultinazionali che fanno ricerca devono trovare una loro colloca-zione in questo mercato. Quello che va valutato è anche il recuperodi innovazione e tecnologia che possiamo ottenere sfruttando lestartup israeliane perchè Enel lo dimostra in un anno e mezzo dipresenza». Il vertice bilaterale tra Italia e Israele che si terrà a fineanno - conclude Benedetti - potrebbe essere il momento giusto perfissare un obiettivo. I presupposti ci sono tutti».

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14 luglio/agosto 2019

Alto Commissariato delle na-zioni unite per i rifugiati(unHCr) e Autorità garanteper l’infanzia e l’adolescenza(AGIA) hanno presentato con-giuntamente all’Ara Pacis il rap-porto che spiega rischi,vulnerabilità, sogni e bisognidei minori stranieri non accom-pagnati (Msna) ospiti dei centridi prima e seconda accoglienzain Italia. la risposta che arrivadal rapporto dell’ascolto e dellapartecipazione da parte dei mi-nori stranieri non accompagnatiin Italia è frutto di un lavoro con-giunto dell’AGIA) e del-l’unHCr. Il dossier è statopresentato al Museo dell’AraPacis a roma dalla Garante Fi-lomena Albano e dalla Porta-voce unHCr per il sud europaCarlotta sami.Ventidue le strutture visitate in11 regioni per un totale di 203minorenni coinvolti (età media17 anni) di 21 nazionalità di-verse. nell’ambito delle visitesono stati realizzati focus groupe attività di partecipazione eascolto. Al termine sono stateadottate dall’Autorità garanteraccomandazioni che rappre-sentano la sintesi e la voce deiragazzi che hanno preso parteall’attività.tra le problematiche più segna-late, nell’80% dei centri visitatisono state rilevate diffuse e so-stanziali carenze nelle informa-

zioni e nelle attività di orienta-mento destinate ai ragazzi. nel53% è stata denunciata la man-canza di attività di socializza-zione e nel 47% dei casi èrisultato che la permanenza neicentri di prima accoglienza oemergenziali si è protratta benoltre i 30 giorni massimi fissatidalla legge. I gestori dei centrihanno lamentato tempi lunghiper la nomina dei tutori. In-sieme ai ragazzi hanno inoltresegnalato l’impossibilità di fargiocare i giovani in squadre dicalcio iscritte alla Figc, poichéper il tesseramento è richiestala firma di autorizzazione daparte di un genitore.l’80% dei minorenni coinvoltipoi nelle attività di partecipa-zione ha chiesto approfondi-menti e chiarimenti sullaprocedura di richiesta di prote-zione internazionale e il 60% liha chiesti sul funzionamentodella Commissione territoriale,competente sulla valutazionedelle richieste. Il 70% ha dichia-rato di aver percepito ostilità opregiudizi, mentre il 50% hamanifestato l’esigenza di condi-videre tempo e spazi con i coe-tanei italiani. Il 40% hadichiarato di non essersi sentitocoinvolto nelle scelte al propriopercorso legale in Italia.“Ascolto e partecipazione sonostati gli assi su cui è stato svi-luppato il ricco e articolato

piano di lavoro realizzato inquesti due anni con unHCr”,dice Filomena Albano. “Grazieall’ascolto è stato possibile im-postare le attività di partecipa-zione avviate nel 2018. Purtrattandosi di attività sperimen-tali le azioni hanno rappresen-tato una grande occasione dicrescita. I giovani ospiti del si-stema di protezione per richie-denti asilo e rifugiati (sPrAr)di Firenze e Pescara ad esem-pio hanno portato la loro testi-monianza ai corsi di formazioneper aspiranti tutori volontari.Quelli di roma hanno parteci-pato a laboratori di fotografiache sono stati l’occasione perrealizzare la mostra Io so(g)no,in esposizione al Museo del-l’Ara Pacis dal 19 giugno. le at-tività hanno permesso ai minoridi sentirsi parte di un processoin cui loro, al pari degli adulti,sono stati parte attiva”.“Quasi la metà della popola-zione rifugiata nel mondo è co-stituita da bambini, molti deiquali trascorrono tutta la loro in-fanzia lontano da casa”, di-chiara Carlotta sami. “e’ moltoimportante collaborare con i mi-nori stessi per garantire loroprotezione, rafforzando i mec-canismi di partecipazione attivanelle decisioni che li riguar-dano, anche attraverso la colla-borazione con le autoritànazionali come AGIA”.

Profondo cordogliodell’unHCr

per la perdita di Andrea Camilleri

l’unHCr, l’Agenzia delle na-zioni unite per i rifugiati,esprime profondo cordoglio, alquale si unisce anche la dire-zione, la redazione e l’ammini-strazione della nostra testata,per la perdita dell’amico e mae-stro Andrea Camilleri.sempre dalla parte di chi è co-stretto a fuggire da guerre, per-secuzioni e violazioni dei dirittiumani, Andrea Camilleri si è co-stantemente messo a disposi-zione dell’unHCr, con cui hacollaborato a numerose inizia-tive culturali e di sensibilizza-zione, contribuendo con il suoimmenso valore, la sua onestàintellettuale e la sua umanità.dal 2007 al 2010 è stato Presi-dente di giuria del Premio ‘PerMAre - Al coraggio di chi salvavite umane’, assegnato a chi,spesso a rischio della propriavita, ha scelto di soccorrere i rifu-giati e migranti vittime di naufragi,nato dalla collaborazione tral’unHCr ed il Comando Gene-rale del Corpo delle Capitaneriedi Porto – Guardia Costiera.In questi ultimi anni non ha fattomancare il suo instancabile ap-poggio alla causa dei rifugiati eal principio del salvataggio inmare, sostenendo fra le altrecose la campagna #withrefu-gees, lanciata da unHCr in oc-casione della Giornata Mondialedel rifugiato per contrastare ilclima di intolleranza e incorag-giare la solidarietà con i rifugiati.Ci mancheranno immensamenteil suo sostegno, le sue parole e lasua saggezza, fonte d’ispirazioneper tutti noi all’Alto Commissa-riato delle nazioni unite per i ri-fugiati. Grazie Maestro per glianni spesi al nostro fianco in di-fesa dei diritti dei rifugiati.

cEntRi di accoGliEnzadossier congiunto di unHCr e AGIA su minorenni stranieri non accompagnati

In 70 milioni, alla fine del 2018,sono stati costretti a fuggire daguerre, violenze e persecuzioni

Alla fine del 2018, il numero di persone che nel mondo sono state costrette a fuggire a causadi guerre, violenze e persecuzioni ha superato i 70 milioni.un triste record mai registrato prima in 70 anni di attività, come riporta il Global trends, il rapportoannuale di unHCr appena pubblicato.dietro a questa cifra esorbitante, ci sono persone. Ognunacon una sua storia, una sua vita lasciata forzatamente alle spalle, e un futuro tutto da ricostruire.la maggior parte dei rifugiati nel mondo, il 67%, proviene da cinque soli paesi: siria, Afghani-stan, sud sudan, Myanmar e somalia. Inoltre, l’84% dei rifugiati a livello globale trova riparonei paesi immediatamente limitrofi, mentre solo il 16% viene ospitato nei paesi più sviluppati.Alla fine di un lungo viaggio, a volte resta la sensazione di essere cambiati, di guardare ilmondo con occhi diversi. Così è stato per lino Guanciale, attore e testimonial di unHCr,che da poco si è recato in etiopia. nel suo racconto dà voce agli sguardi che ha incontrato,come quelli di Awet e Hadish, due studenti laureati eritrei. dopo tante difficoltà potrannostudiare all’università di Bologna, grazie al progetto noto come “corridoi universitari” pro-mosso da Alma Mater e unHCr.

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A partire dal 2017 l’Alto Com-missariato delle nazioniunite per i rifugiati (unHCr)ha deciso di assegnare un ri-conoscimento alle aziendeche, in Italia, si impegnanoper favorire i processi d’inte-grazione lavorativa dei bene-ficiari di protezioneinternazionale. tale ricono-scimento avviene attraversoil conferimento, ogni anno, diun logo, denominato “Wel-come. Working for refugee in-tegration”, che le aziendepossono utilizzare nella lorocomunicazione.Attraverso l’esposizione dellogo, le aziende perseguono,insieme all’unHCr, un du-plice obiettivo: testimoniarel’adesione a un modello disocietà inclusiva, prevenire ecombattere sentimenti di xe-nofobia e razzismo nei con-fronti dei richiedenti asilo edei beneficiari di protezioneinternazionale; assumereuna parte di responsabilitànella costruzione di una so-cietà più sensibile ai bisognidi chi è stato costretto ad ab-bandonare il proprio paese acausa di guerre, conflitti epersecuzioni.nell’edizione 2019, potrannoricevere il logo “Welcome.Working for refugee integra-tion” le aziende, le coopera-tive e le organizzazioni cheavranno effettuato, a partiredal primo gennaio ed entro il31 dicembre 2019, nuove as-sunzioni di richiedenti e be-neficiari di protezione interna-zionale o, comunque, avran-no favorito il loro concreto in-serimento lavorativo, attra-verso efficaci programmi di ti-rocinio e/o programmi inno-vativi e qualificati di forma-zione linguistica.A partire da questa edizione,l’unHCr intende valorizzareanche il ruolo di tutte quellerealtà che, a diverso titolo,sono impegnate nel favorirel’inclusione nel mercato dellavoro dei richiedenti e bene-

ficiari di protezione interna-zionale. A tal fine sarà confe-rito, su base annuale, il logo“We Welcome” a coopera-tive, associazioni ed altri entipubblici e privati (associa-zioni di categoria, sindacati,Camere di Commercio, entilocali e associazioni o coo-perative impegnate nell’assi-stenza e tutela dei richiedentie beneficiari di protezione in-ternazionale, servizi per il la-voro) che promuovono l’in-serimento lavorativo dei be-neficiari di protezione interna-zionale.Il Patto Globale sui rifugiatichiama il settore privato asvolgere un ruolo attivo nellagestione della crisi umanita-ria dei rifugiati attraverso l’im-plementazione di strategie diintegrazione che prendano inconsiderazione sia i bisognidei rifugiati che le caratteristi-che delle aziende coinvolte. Atal fine si rende sempre più

necessaria una collabora-zione tra il settore privato e idiversi attori istituzionali enon che si occupano dell’ac-coglienza dei beneficiari diprotezione internazionale alfine di realizzare percorsi diintegrazione condivisi e par-tecipativi.sia il logo “Welcome. Wor-king for refugee integration”che il logo “We Welcome”verranno assegnati sullabase dell’insindacabile valu-tazione di un Comitato di Va-lutazione appositamentecreato, costituito, tra gli altri,da rappresentanti del Mini-stero del lavoro, Confindu-stria, Global Compactnetwork Italia e sole 24 ore.Presupposto per l’assegna-zione di entrambi i loghi è il ri-spetto, da parte delle realtàche inviano la loro candida-tura, delle due diligence pre-viste dall’unHCr.le candidature potranno es-

sere presentate dalle aziendestesse o, a favore delle stes-se, dai loro dipendenti, dalleassociazioni di categoria, daisindacati, dalle Camere diCommercio, dagli enti locali edalle associazioni o coopera-tive impegnate nell’assistenzae tutela dei richiedenti e bene-ficiari di protezione internazio-nale. le candidature dovrannoessere inviate telematica-mente, entro il prossimo 31 ot-tobre, compilando online ilformulario “A logo Welcome”e allegando il modello A fir-mato e scansionato.Per ulteriori informazioni èpossibile scrivere alla [email protected] Il 21 marzo scorso, presso lasede dell’Assolombarda, si èsvolta a Milano la premia-zione delle aziende vincitricidell’edizione 2018.

PRoMoSSo dall’Progetto “Welcome. Working for refugee integration”, l’Alto Commissariato delle nazioni unite per i rifugiati premia le aziende che in Italia s’impegnanoa favorire l’integrazione lavorativa dei beneficiari di protezione internazionale

“un calcio al razzismo”“un calcio al razzismo”Aperte le iscrizioni alla 4ª edizione del torneo

di calcio a 7 alla memoria di Italo siena

sono aperte le iscrizioni alla 4ª edizione del torneo di calcioa 7 denominato “un Calcio Al razzismo – In torneo perItalo”. Il torneo è nato per ricordare Italo siena, il medico, fondatore nel 1987 del nAGA(l’associazione milanese che da anni si occupa dell’assistenza, soprattutto sanitaria, deglistranieri anche irregolari), scomparso l’11 ottobre del 2015. tutte le gare si svolgerannonella giornata di sabato 21 settembre. l’organizzazione di questa quarta deizione è stataaffidata alla Pettirosso APs e st. Ambroeus FC con il supporto di Intersos e unHCr Italia– Agenzia Onu per i rifugiati. l’iscrizione per squadre di calcio a 7 è gratuita fino adesaurimento posti. Per iscriversi inviare una mail a [email protected] indicando: nome dellasquadra e il nome, cognome, l’email e il numero di telefono di un referente. le squadresaranno iscritte in ordine di ricezione delle m a i l . l’evento è rintracciabile su Facebook alla pagina /events/2298832563714086. Per infochiamare il numero: 349 1603305 - [email protected] - www.facebook.com/nagaOnlus

Kermesse curata dalle due milanesi Orga-nizzazione di tutela ambientale “PettirossoAPs” e dalla “st. Ambroeus FC” prima squa-dra di rifugiati a esordire in FIGC a Milano

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Fernando Santi: 50 anni dalla scomparsa l’attualità del suo pensiero politico

Domenica 6 ottobre 2019 - ore 10,30Sala Polivalente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia RomagnaViale Aldo Moro, 50 - 40127 Bologna

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