+ All Categories
Home > Documents > Calabria in sicurezza

Calabria in sicurezza

Date post: 30-Mar-2016
Category:
Upload: gaetano-scarnati
View: 221 times
Download: 1 times
Share this document with a friend
Description:
Calabria in sicurezza - Comitato promotore Mario Oliverio Presidente
19
“CALABRIA IN SICUREZZA” PIANO DECENNALE DI MESSA IN SICUREZZA PROGETTO PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI E LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO
Transcript
Page 1: Calabria in sicurezza

“CALABRIA IN SICUREZZA”

PIANO DECENNALE DI MESSA IN SICUREZZA

PROGETTO PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI E LA

MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO

Page 2: Calabria in sicurezza

1 SUPERARE L’EMERGENZA

L’esondazione del Crati e l’allagamento del grande sito archeologico di Sybaris e, già due anni fa, il

sequestro delle golene dalla foce alla diga di Tarsia non sono cosa da poco conto. Ma non

scandalizzano né mobilitano l’opinione pubblica.

I fiumi inquinati, i depuratori che non funzionano, le discariche abusive piene di ogni mal di Dio

offrono il quadro di una Regione il cui territorio è in buona parte interdetto all’uso. Divieti di

balneazione, erosione della costa, disseminazione di discariche, cave abusive, occupazione abusiva

delle golene, scarsa sicurezza degli abitati e delle principali vie di comunicazione esposti ai rischi

idrogeologici e sismico sono parte integrante della allarmante quotidianità della Calabria e

disegnano un quadro allarmante di negazione della legalità e del diritto fondamentale alla sicurezza

fisica che richiama lo stato di perdurante emergenza nel governo del territorio. Un male che, se pure

non è solo calabrese ma nazionale, assume nella nostra regione caratteristiche di sistemicità.

Dopo le grandi frane di Cavallerizzo e Maierato, le alluvioni di Vibo Marina, dello Jonio

settentrionale, degli Scavi di Sibari emerge con evidenza una realtà, non solo calabrese,

emblematicamente caratterizzata dalla surrogazione dei poteri ordinari di governo del territorio che

alimenta il circolo vizioso dell’emergenza proclamata a seguito di eventi che nulla hanno di

straordinario. Perché si tratta sempre di fenomeni naturali ampiamente noti e prevedibili, come la

frana di Cavallerizzo segnalata già dalla fine del secolo XVIII, come quelle di Favazzina e Scilla

note fin dal 1783. Quelle di Sinopoli, Acri, Lungro, San Martino di Finita e di tanti altri abitati della

Calabria, come le alluvioni di Reggio Calabria sono state censite nel primo decennio del XX e

alcuni di essi già dichiarati da trasferire con la legge n. 255 del 25 giugno 1906, che oltre i

provvedimenti urgenti per riparare i danni del terremoto dell’anno prima prevedeva finanziamenti

per le opere pubbliche di competenza statale, per le strade nazionali, provinciali e comunali, per le

bonifiche, i porti e le ferrovie, per gli acquedotti comunali, nonché sgravi fiscali, sotto forma di

esoneri di imposta e tasse per i terreni bonificati o rimboschiti e per i nuovi fabbricati, per gli opifici

industriali oltre che per i lavoratori che si insediano nei terreni bonificati.

Page 3: Calabria in sicurezza

Gli stagni costieri alla fine del XVIII secolo

In realtà nel nostro Paese accade da sempre che ai disastri cosiddetti “naturali” consegua la

proclamazione dello stato di emergenza e, di conseguenza, la surrogazione dei poteri ordinari di

governo del territorio attraverso una gestione commissariale. E’ la catena che fa dell’Italia il paese

dove il rapporto tra investimenti ordinari per la difesa del suolo e spese straordinarie per le calamità

“naturali” è di 1 a 10. Che si tratti di rischio idrogeologico, di rifiuti e depurazione, l’emergenza

significa sempre dilatazione dei costi, diluizione dei controlli, obliterazione delle responsabilità e

rinvio delle ordinarie e propedeutiche attività di pianificazione, previsione e prevenzione dei rischi

territoriali. Essa è ormai parte integrante del nostro approccio ai problemi del territorio e va ben

oltre l’inquinamento e le calamità naturali. E’ divenuta nel tempo una vera e propria categoria del

pensiero che giustifica il ricorso alle ordinanza di protezione civile, utilizzate per le frane ed i

terremoti come per le Olimpiadi ed i summit internazionali.

Assumere la categoria dell’emergenza come paradigma per la soluzione dei problemi è la

scorciatoia che libera le coscienze e la politica dai problemi reali del territorio: l’abnorme consumo

del suolo, l’ impoverimento dei corpi idrici, la desertificazione e la subsidenza, la prevenzione dei

danni dei terremoti.

Page 4: Calabria in sicurezza

In Calabria il consumo di suolo ha interessato prevalentemente i Comuni Costieri ed i Capoluoghi

di provincia.

Superficie urbanizzata in Calabria pre il 1957 ed il 2006

(m2)

1957 2006 Differenza

86.894.200 499.347.400 412.453.200

Fonte OSSERVATORIO DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI – SITO

Nelle zone costiere è stato distrutto o compromesso uno degli elementi caratterizzante del

paesaggio: i cordoni dunari che rappresentano uno dei fattori maggiormente incidenti sulla stabilità

della linea di riva in quanto sorgenti di apporti sabbiosi.

Superficie delle dune al 1957 (km2)

Superficie delle dune urbanizzata al 1957 (km2)

Superficie delle dune urbanizzata al 2006 (km2)

Variazione dal 1957 al 2006 (km2)

120,40 6,30 18,44 12,14 Fonte QTRP REGIONE CALABRIA

Nell’arco temporale 1957- 2006, l’attività edilizia ha fortemente compromesso l’ecosistema delle

dune.

ANNO 1957 (Kmq) 2006 (Kmq)

superficie delle dune urbanizzate per edificazione 6,31 18,44

superficie dei cordoni dunari 120,40 102,36

Urbanizzazione delle dune costiere

Page 5: Calabria in sicurezza

L’urbanizzazione degli areali dunari nel 1957 interessava 31 Comuni, nel 2006 il numero dei

Comuni con dune obliterate dall’urbanizzazione sale a 76.

Nell’intervallo temporale tra il 1957 ed il 2008 la perdita secca di spiaggia è pari a circa 10 kmq

(costa erosa: kmq 17,70, costa ripasciuta: kmq 8,07).

La categoria dell’emergenza falsa le analisi ed è strategicamente dannosa. Sicché accade che in

Calabria si continui a discutere dei forestali senza una politica delle foreste, di difesa del suolo

senza una Legge sui suoli, piani di bacino e paesaggio. E così il problema dei forestali viene letto in

chiave assistenzialistica ignorando che hanno rappresentato il miglior presidio di tutela dei bacini

montani e di difesa delle pianure dalle alluvioni. Disconoscendo che grazie al loro lavoro in

quarant’anni il patrimonio forestale della Calabria è passato da 300.000 a 600.000 ettari e si

continua a discutere dei sorveglianti idraulici e non della sorveglianza idraulica senza che si ponga

mano alla attivazione dei Presidi Idraulici, indispensabile strumento di monitoraggio, controllo e

manutenzione dei bacini idrografici.

Le aree forestate della Calabria

Page 6: Calabria in sicurezza

E’, peraltro ben chiaro che i costi economici e sociali di un approccio emergenziale ai problemi del

territorio non sono più tollerabili come non è più procrastinabile così un nuovo e più efficace

approccio alla gestione del suolo, dell’acqua, delle foreste. L’esempio più lampante è rappresentato

dalla gestione Commissariale dell’APQ difesa del suolo stipulato tra la Regione Calabria ed il

Ministero dell’Ambiente che – oltre ad assumere personale – ha mancato in pieno l’obiettivo di

mettere in sicurezza porzioni rilevante di territorio a rischio idrogeologico.

Ecco perché va ricercata con urgenza una strategia che ragioni intorno alla valorizzazione delle

nostre risorse territoriali in un quadro di sostenibilità che nulla tolga al futuro dei nostri figli. Che

affronti i problemi sotto il profilo culturale, della politica, della legislazione e della gestione.

Affermando una visione che assuma in modo unitario ed interdisciplinare i temi della tutela della

valorizzazione e difesa del suolo, delle acque, del mare e delle foreste. Che porti a semplificazione

il quadro giuridico, che assuma un approccio ispirato alla pianificazione ed alla programmazione in

un quadro integrato del territorio che non può più essere gestito secondo la logica dei compartimenti

stagni. Che affronti il problema delle semplificazione in ordine alle competenze sull’acqua e sul

suolo frammentate tra una ventina di soggetti giuridici che non dialogano tra loro. Che riveda istituti

giuridici vetusti e privi di efficacia come accade per il cosiddetto Nulla Osta Idrogeologico (ex

Regio Decreto 3267 del 1923 ) che ha creato nuove burocrazie regionali senza che ne sia stata

rivista la natura, l’estensione e la gestione.

Unitarietà della visione e delle strategie quanto mai necessarie quando si affrontino i problemi del

territorio e dei rischi territoriali. Perché fare prevenzione e mettere in sicurezza il territorio,

valorizzare il suolo, le foreste e le acque è questione complessa che richiede politiche univoche e

gestioni semplificate.

Riordinare per semplificare, mettere ordine nel sistema delle competenze in modo che la Regione

ritorni alle sue basilari competenze costituzionali, abolire enti inutili come le Comunità Montane e

promuovere le Unioni dei Comuni in uno con il riordino ed il trasferimento di competenze è oggi

una buona occasione affinché anche i tasselli istituzionali si mettano in rete. Regione, Comuni,

Consorzi di Bonifica, in una nuova trama istituzionale devono diventare i protagonisti della fase

della normalizzazione, del ritorno alla ordinarietà nel governo del territorio. Non è cosa di poco

conto ma non si può continuare a tenere gli occhi chiusi in attesa del prossimo disastro o di un altro

sequestro giudiziario. Occorre intervenire prima che i disastri o gli scempi accadano assumendo per

i rischi territoriali il paradigma della prevenzione.

Page 7: Calabria in sicurezza

2 LE CRITICITA’

Superare le criticità gestionali come peraltro reclamano la gravità dei problemi e l’applicazione di

Direttive Comunitarie e Leggi Nazionali vecchie e nuove.

Per ciò occorre ridare centralità all’Autorità di Bacino Regionale oggi assorbita, nel nuovo

quadro istituzionale della Direttiva Comunitaria 2000/60, nel Distretto Idrografico dell’Appennino

Meridionale ed impoverita del suo staff tecnico, peraltro assorbito da prevalenti incombenze

burocratiche (nulla osta, pareri, riperimetrazioni, ecc); attivare i Presidi Idraulici, auspicati con

voti del Consiglio Regionale subito dopo l’alluvione di Soverato e finalizzati alla ordinaria attività

di monitoraggio e manutenzione in concorso con i Comuni. Aggiornare il PAI che ha oramai 13

anni di vita ed ha avuto un solo aggiornamento nel 2011, benché si siano verificati centinaia di

nuovi eventi franosi ed alluvionali. Mettere mano ai Piani di Bacino per come richiede la Legge

183/1989 a partire da quello del fiume Crati sul quale insistono città (200.000 abitanti), grandi

infrastrutture dei trasporti, dell’energia ed idrauliche (3 invasi: Cecita, Mucone, Tarsia), aree

archeologiche, insediamenti turistici.

La Legge Urbanistica Regionale 19/2002 istituisce all’art. 7 l’Osservatorio delle Trasformazioni

Territoriali-SITO che va tenuto in vita, con le necessarie risorse umane e tecnologiche, quale

strumento di base per le analisi territoriali. La Legge Urbanistica Regionale, modificata dalla L.R.

35/2012 reclama che i Comuni ispirino la pianificazione urbanistica al paradigma del consumo di

suolo zero e che le analisi territoriali individuino le aree pericolose in termini di suscettibilità e non

di presa d’atto di quanto già accaduto. In tal senso la parola d’ordine zero consumo di suolo può

essere opportunamente coniugata con le politiche di sostenibilità e con quelle della rottamazione

della riqualificazione urbana.

Molti eventi alluvionale hanno investito le rete stradali e ferroviarie eppure i detentori delle reti di

infrastrutture – ANAS, FF.SS., SNAM, SORICAL, ENEL – hanno l’obbligo di adempiere agli

obblighi imposti dal PAI di formulare e rimettere all’ABR piani annuali di analisi del rischio e

messa in sicurezza delle reti computando nei costi di gestione anche quelli dell’adeguamento

idraulico di ponti e viadotti, di consolidamento e monitoraggio dei versanti interessati dalle opere.

Ancora oggi accade così che le poche risorse per la difesa del suolo vengano erogati finanziamenti

direttamente dal Ministero dell’Ambiente o che venga stipulato nel 2010 un APQ che diventa una

buona occasione per il Ministro dell’Ambiente per nominare un ennesimo commissario la cui

gestione si è già rivelata fallimentare perché a fronte di 160 interventi previsti, ne sono sati avviati

solo 4 e restano non impiegati ben 220 milioni di euro.

Page 8: Calabria in sicurezza

Ed ancora, occorre chiarire in che misura la difesa del suolo sia attività prevalente dei Consorzi di

Bonifica, che vanno ulteriormente accorpati su base provinciale, e se le risorse possano essere

disperse perché impiegate senza logica di piano.

E’ così che in Calabria le politiche ed i programmi nel campo della difesa del suolo non assumano

carattere strategico mentre il ricorso ad un approccio di tipo emergenziale moltiplica i costi degli

interventi e non previene i disastri come prova l’incremento esponenziale dei costi per interventi

emergenziali negli ultimi quindici anni.

La sintesi della situazione del rischio idrogeologico per la Calabria viene riassunta nelle tabelle che

seguono.

Province Superficie delle aree a potenziale rischio idrogeologico (Kmq) Comuni interessati sul totale dei Comune della

Calabria

Alluvionabili Franabili Totale % superficie provinciale

CATANZARO 94,7 125,5 220,2 9,1 100%

COSENZA 208,0 319,5 527,5 7,9 100%

CROTONE 52,5 26,3 78,8 4,5 100%

REGGIO CALABRIA 126,6 139,9 266,5 8,3 100%

VIBO VALENTIA 20,8 53,1 73,9 6,4 100%

TOTALE 502,7 664,2 1.166,9 7,7 100%

Fonte: Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio – Unione delle Province d’Italia “Pianificazione territoriale e rischio idrogeologico- Previsioni e tutela – sintesi dello stato della pianificazione con particolare riferimento alla riduzione del rischio

idrogeologico e del rischio idraulico” Report 2003

I problemi accennati acquistano una dimensione ancor più allarmante ove si pensi alla totalità dei

rischi territoriali, non solo a frane, alluvioni e terremoti, ma anche erosione costiera, erosione del

suolo, desertificazione, deficit idrico, subsidenza, sinkholes, tsunami ma anche a quelli sanitari,

ambientali e degli incendi boschivi il cui effetto cumulato non è stato fin qui oggetto di analisi

esaustiva pur disponendosi di abbondante letteratura scientifica come quella, ad esempio, sulle frane

sismoindotte.

Page 9: Calabria in sicurezza

3 LE STRATEGIE

Il Quadro Conoscitivo del QTRP ha delineato l’analisi dei rischi territoriali che, per comodità di

schematizzazione, sono stati classificati in tipologie a prevalente determinante antropico ed a

prevalente determinante naturale pur nella consapevolezza che l’insorgenza di un rischio, essendo

correlata alla presenza di elementi valoriali esposti, sia sempre originata dalle attività antropiche.

L’assunzione della prevenzione e della riduzione quali obiettivi strategici nel campo dei rischi

territoriali, implica la formulazione di un Programma Strategico di messa in sicurezza del territorio

che integri e valorizzi le azioni che la Regione Calabria conduce nei campi della pianificazione,

dell’ambiente, della difesa del suolo e della protezione civile.

L’assunzione della prevenzione dei rischi territoriali quale obiettivo strategico comporta in primo

luogo l’avvio di un processo di superamento della gestione emergenziale (al momento vigono in

Calabria 8 Ordinanze di Protezione Civile emanate ai sensi e per gli effetti dell’art. 5 della Legge

225/1992) e la definizione di azioni strategiche focalizzate lungo le due direttrici della prevenzione

e della riduzione da realizzarsi con politiche attive nei campi della pianificazione territoriale e della

programmazione socio-economica.

Malgrado lo sforzo di sistematizzazione prodotto, l’intervento nel settore della difesa del suolo in

Calabria non assume ancora carattere strategico come del resto accade in tutto il territorio italiano.

Si tratta in verità di un problema del Paese: il livello di pericolosità idrogeologica è crescente in

ragione sia della diminuita presenza antropica nelle aree collinari e montane che della parallela

congestione delle medie e grandi aree urbane e di quelle costiere ed all’abnorme consumo di suolo.

Da qui la necessità che alla perdurante caratteristica di emergenza ciclica si ponga fine in

conseguenza degli alti costi economici e sociali e si riconosca che la difesa del suolo debba

assumere eccezionale rilevanza in ordine alle cosiddette criticità strutturali di fondo che riguardano

tanto gli aspetti demografici che quelli orografici e di armatura urbana perché non sono venute

meno le ragioni di una inversione di tendenza nelle politiche di uso del suolo, in quelle di

prevenzione dei rischi territoriali e della programmazione di interventi strutturali nel contesto della

pianificazione a scala di Bacino, per come previsto dalla Legge 183/1989.

Porre fine come? Si tratta di operare in chiave di prevenzione e previsione dei rischi in quanto gli

obiettivi di sviluppo sono strettamente correlati alla stabilità ed alla funzionalità del territorio

superando finalmente la logica dell’emergenza per assumere quella della programmazione

finalizzata alla prevenzione dei rischi, sulla base di mappe aggiornate della pericolosità e della

Page 10: Calabria in sicurezza

vulnerabilità e ponga mano ad una sostanziale revisione degli usi del territorio in relazione alle

mappe di pericolosità e vulnerabilità.

Più specificatamente, si tratta di operare:

in chiave di previsione e prevenzione assumendo per il rischio idrogeologico il concetto che

occorra intervenire non solo laddove esso si manifesta ma anche laddove esso trae origine;

assumendo il principio della valorizzazione delle risorse suolo ed acqua intese come beni

limitati e soggetti a consumo e deterioramento;

correlando gli obiettivi di sviluppo alla stabilità ed alla funzionalità del territorio inteso

come infrastruttura portante di tutte le altre;

operando secondo un approccio interdisciplinare e nell'ottica che la difesa del suolo

costituisca una tipica attività multisettoriale che richiede metodiche di coordinamento ed

integrazione sia nella fase di analisi che di elaborazione delle soluzioni e strategie, in modo

che l’uso del suolo sia integrato con la pianificazione urbanistica, l’uso delle risorse idriche,

la valorizzazione dei beni i culturali, l’utilizzo delle aree forestate e delle aree protette, la

diffusione della cultura e della pratica della protezione civile;

assumendo conseguentemente come unità fisica di riferimento per interventi integrati il

bacino idrografico;

promuovendo progetti integrati nella logica dei piani di bacino che correlino, conservino e

valorizzino il suolo, l'acqua, i centri storici e le marine, i beni culturali, i boschi e le aree

protette;

prevedendo forme di manutenzione diffusa e minuta del territorio e dei bacini idrografici

anche attraverso una rivalutazione e rivisitazione delle funzioni di polizia e sorveglianza

idraulica e di utilizzazione di manodopera forestale;

programmando la formazione di quadri tecnici e la dotazione dei necessari supporti

tecnologici;

elaborando e realizzando programmi di informazione degli enti locali e dei cittadini anche

attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie di rete;

dotandosi di un nuovo e più adeguato quadro legislativo regionale rivisitando la legislazione

regionale sull’uso del suolo e la tutela delle acque pervenendo magari ad un testo unico su

suolo, acqua, foreste, agricoltura, paesaggio ridisegnando nuovi poteri ed assetti

organizzativi;

ipotizzando una Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (con il riassetto di CALABRIA

VERDE) che assorbi l’AFOR, gestisca i presidi idraulici cui vanno assegnati gli operai

Page 11: Calabria in sicurezza

forestali e gestisca gli interventi di manutenzione e quelli strutturali oltre che le reti di

monitoraggio.

Page 12: Calabria in sicurezza

4 LE PROPOSTE OPERATIVE

A livello nazionale, sotto il profilo normativo occorre un profondo ripensamento che ponga mano

alla sostanziale revisione della Legge Organica di Difesa del Suolo (Legge 183/1989). Si tratta di

una esigenza già ampiamente emersa nell’Indagine Conoscitiva sulla difesa del suolo condotta nel

1998 dalle Commissioni di Camera e Senato. L’accumularsi dei ritardi e l’incalzare dell’emergenza

hanno di fatto spento il dibattito che assume oggi ben altra valenza e complessità dovendosi

coniugare le problematiche della sicurezza fisica del territorio con quelle del paesaggio, del

consumo di suolo, della salvaguardia delle attività agricole e forestali, della presenza dell’uomo

sulle aree agricole marginali delle colline e della montagna, sulla sicurezza idraulica in ambito

urbano e così via.

L’occasione per una sostanziale inversione di rotta può essere rappresentata dalla formulazione di

un Piano Nazionale di Difesa del Suolo per la Prevenzione del Rischio Idrogeologico nel contesto

di un più ampio programma per la sicurezza del territorio potrà permettere di superare la logica

dell’emergenza. Attraverso la riformulazione del cosiddetto Piano Nazionale per l’adattamento ai

cambiamenti climatici, la manutenzione e la sicurezza del territorio ipotizzato dal Ministero

dell’Ambiente ed oggi opportunamente ricondotto nell’alveo della Presidenza del Consiglio dei

Ministri.

Le linee operative dell’ipotizzato Piano Nazionale dovrebbero definire gli obiettivi, le strategie,le

risorse e le competenze per la manutenzione, la messa in sicurezza, la tutela e valorizzazione del

suolo inteso come risorsa limitata e non riproducibile in tempi brevi avendo ben chiaro che occorre

anche procedere:

a) alla chiara definizione delle competenze di Stato Centrale, Regioni, Comuni ed altri soggetti

assumendo l’aggiornamento e la revisione delle norme urbanistiche in materia di usi del territorio ;

b) alla individuazione di nuovi strumenti di gestione di terreni pubblici o abbandonati situati nelle

zone vulnerabili al rischio idrogeologico o al rischio di incendio, per la loro valorizzazione e

manutenzione anche attraverso la concessione in uso a imprese cooperative di giovani;

c) alla definizione di nuovi strumenti finanziari quale ad esempio l’istituzione di un fondo rotativo

presso la Cassa Depositi e Prestiti, finalizzato al credito a basso tasso di interesse alle imprese ed ai

soggetti privati per la realizzazione di progetti che concorrono alla attuazione del Piano, alimentato

con il prelievo, ad esempio, da accise o da altre fonti di entrata.

Per la Calabria il nuovo paradigma della difesa del suolo è racchiuso in due principi:

Page 13: Calabria in sicurezza

L’assunzione del bacino idrografico come unità territoriale di riferimento in una logica di

unitarietà dell’unità fisica di riferimento e di interazione tra i processi antropici e quelli naturali;

L’assunzione della prevenzione, attraverso la pianificazione a scala di bacino delle attività di

manutenzione ed utilizzazione del suolo e negli strumenti di pianificazione urbanistica da ispirare

alla logica della riqualificazione e rigenerazione urbana con una drastica limitazione del consumo di

suolo.

Un impegno volto alla prevenzione dei rischi territoriali che a livello operativo deve tradursi in atti

ed attività quali:

- la redazione dei Piani di Bacino a partire da quello del fiume Crati che oltre ad essere il più esteso

è quello a maggiore complessità per la compresenza di aree urbani ed industriali, grandi

infrastrutture idrauliche e del trasporti, elevata densità di popolazione, beni culturali ed

archeologici;

- l’aggiornamento immediato del PAI (Piano di assetto idrogeologico) anche relazione a nuove

metodiche di analisi ed elaborazione delle informazioni con modelli previsionali ad elevato livello

di attendibilità;

- l’adeguamento e completamento del Piano di tutela delle acque (impropriamente affidato a

Sogesid);

- l’avvio di un Piano organico di tutela delle coste e di un Piano per la Gestione Integrata delle Zone

Costiere così come richiede la Comunità Europea;

- la sostanziale riduzione del consumo di suolo attraverso nuove politiche urbanistiche e la rigorosa

disciplina dell’edificazione attraverso la valutazione preventiva della pericolosità nelle aree urbane

per come previsto dalle linee guida della legge Urbanistica (LR 19/2002 e smi) e dal QTRP

approvato dalla Giunta Regionale;

- l’avvio dell’ Inventario delle foreste Calabresi per definire attive politiche forestali finalizzate alla

difesa del suolo oltre che alla valorizzazione della risorsa;

- l’adozione di nuove tecnologie di monitoraggio e controllo attraverso una Rete Integrata di

Controllo che utilizzi al meglio le reti esistenti e le integri con nuovi strumenti quali quelli

dell’interferometria, delle rilevazioni multi riprese, delle tecnologie GPS e mobile services;

- la piena realizzazione di una infrastruttura regionale dei dati territoriali che consenta

l’interoperabilità e l’interscambio tra i vari livelli dei soggetti deputati al governo del territorio

anche in prospettiva di integrazione della rete europea ipotizzata dalla Direttiva Inspire,

Page 14: Calabria in sicurezza

- l’ avvio immediato dei Presidi Idraulici ai quali demandare le funzioni di controllo e di

manutenzione ordinaria utilizzando la manodopera forestale e le nuove tecnologie della ICT;

- la delega alla ipotizzata Agenzia Regionale per la DIfesa del Suolo (ARDIS) o il riassetto di

CALABRIA VERDE per la Gestione dei Presidi idraulici e degli interventi strutturali e di

manutenzione;

- il trasferimento di tutte le funzioni di tipo amministrativo (pareri, nulla osta, riperimetrazioni, ecc)

a soggetti diversi dall’Autorità di Bacino Regionale, oggi profondamente svilita rispetto alla sua

originaria missione ed impoverita di quadri tecnici, e la radicale revisione di funzioni, competenze,

organizzazione della stessa Autorità chiamata a funzioni di pianificazione, programmazione, studio

e dotata di adeguate risorse ;

- l’effettivo avvio di uno strumento per il monitoraggio delle trasformazioni territoriali quale

l’Osservatorio delle Trasformazioni Territoriali - SITO per come previsto dalla L. R. 19/2002.

Page 15: Calabria in sicurezza

5 REVISIONE NORMATIVA

Il tragico incremento della frequenza degli eventi alluvionali sottolinea, ove ce ne fosse ancora

bisogno, l’urgenza di una profonda revisione normativa a livello nazionale peraltro già reclamata fin

dal 1998 dalla già citata Indagine conoscitiva sulla Difesa del Suolo , trova ulteriori motivazioni sia

nella Direttiva Comunitaria 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione del rischio di

alluvioni che nella Direttiva 2000/60/CE in materia di qualità delle acque. Una revisione normativa

che superi la visione settoriale della difesa del suolo ispirata prevalentemente alla difesa dai rischi e

contemperi unitariamente la limitazione del consumo dei suoli, la tutela del paesaggio e la messa in

sicurezza del territorio.

A livello della normativa regionale urgono:

la formulazione di una proposta di legge sulla difesa del suolo, l’acqua ed il

paesaggio;

l’attuazione piena della Legge Urbanistica Regionale 19/2002 e ss.mm.ii.;

la ridefinizione delle competenze di cui alla L.R. 34/2002 nel contesto di un più

generale processo di semplificazione ed ammodernamento della PAL e della stessa

Regione attraverso un piano che potrebbe definirsi “semplifica Calabria” che

comporti anche un profondo e radicale riassetto organizzativo di Dipartimenti,

Settori, Servizi ed un radicale sfoltimento/riforma di Società, Fondazioni, Consorzi,

Istituzioni Culturali e Partecipazioni azionarie;

la revisione delle L. R. 35/96 e 36/96 emanate in attuazione della Legge 183/1989;

l’istituzione dell’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo finalizzata anche alla

attuazione di un Piano Integrato di Difesa e valorizzazione del suolo e del paesaggio

a valenza decennale e nel contesto della Pianificazione di Bacino (si indica come

ipotesi la trasformazione di Calabria Verde).

Page 16: Calabria in sicurezza

6 RICADUTE OCCUPAZIONALI

Un approccio metodologico come quello sintetizzato nelle schede precedenti, oltre che un minor

costo in termini economici attraverso la transizione dalla gestione emergenziale a quella ordinaria

ispirata alla prevenzione, offre anche opportunità di occupazione per i giovani calabresi con

competenze specialistiche che di frequente abbandonano la Calabria. Investire sugli strumenti della

pianificazione è ormai urgente ed indifferibile:

Occorre procedere all’ aggiornamento del Pai ormai obsoleto anche sotto il

profilo metodologico

attivare e rilanciare i Presidi idraulici anche con funzioni di gestione delle

attività di manutenzione idraulico-forestale

formulare il Piano per la gestione Integrata delle Zone Costiere (GZIC)

dare avvio alla formazione dell’inventario forestale e del piano di gestione

delle foreste orientato alla sostenibilità ed alla produzione di energia pulita

elaborare il Piano regionale di previsione e prevenzione dei rischi

Inoltre, attraverso i Programmi annuali di manutenzione integrata dei bacini, si genera offerta di

lavoro tramite il:

sostegno ai privati per le difese passive in zone collinari.

Sulla scorta, in ultimo, degli studi e della programmazione sopra sintetizzati si può pensare alla

realizzazione di un Piano Integrato di Difese del Suolo a valenza decennale la cui

attuazione può essere affidata all’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo.

Page 17: Calabria in sicurezza

COMITATO PROMOTORE

ing. Gaetano Scarnati ingegnere

libero

professionista

Cosenza Consulente esperto del QTRP per la parte riguradante i

Rischi territoriali e la VAS.Project manager Regione

Calabria per il Progetto Multiassiale Villa Margherita

(Centro Cartografico Regionale)

Project manager Regione Calabria per l’Infrastruttura dei

Dati Territoriali.

Membro della Segreteria tecnica dell’Inventario Forestale

della Regione Calabria

dott. Tonino Caracciolo geologo

libero

professionista

Rossano Consulente esperto del QTRP per la parte riguradante i

Rischi territoriali e la VAS.

Coordinatore della redazione del PAI Calabria.

Project manager Regione Calabria per il Progetto

Multiassiale Villa Margherita (Centro Cartografico

Regionale)

Project manager Regione Calabria per l’Infrastruttura dei

Dati Territoriali.

Coordinatore della Segreteria tecnica dell’Inventario

Forestale della Regione Calabria

prof. Francesco Dramis Docente

Università di

Roma 3

Professore Senior di Geomorfologia presso il

Dipartimento di Scienze Geologiche

Autore di oltre 230 pubblicazioni scientifiche.

Membro dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e

Geomorfologia (AIGEO) e Presidente della stessa

associazione dal 2002 al 2007. Membro dell’European

Centre on Geomorphological Risks (CERG), Consiglio

d’Europa, Strasburgo. Membro del Consiglio Direttivo

dell’Associazione Italiana di Geologia Applicata e

Ambientale (AIGA).

Delegato italiano per le discipline geologiche nell’ambito

del Progetto Europeo TUNING. Membro in periodi diversi

dell’Executive Committee di associazioni scientifiche e

working groups internazionali. Membro in periodi diversi

del Comitato Editoriale di riviste scientifiche

internazionali e nazionali (Geomorphology, Permafrost

and Periglacial Processes, Geöko Plus, Revista de

Geomorphologie; Italian Journal of Applied Geology),

Geografia Fisica e Dinamica Quaternaria.

Professor Honoris Causa nel 2005 presso l’Università di

Bucarest. Ha organizzato numerosi congressi nazionali e

internazionali, in Italia, Belgio, Svizzera ed Etiopa.

prof. Giuseppe Tucci Docente Università di

Bari

Professore Ordinario di Diritto Civile insegna Istituzioni

di Diritto Privato presso la Facoltà di Giurisprudenza

dell'Università degli Studi di Bari.

prof. Alberto Prestininzi Docente Università la

Sapienza

Professore Ordinario presso la Sapienza Università di

Roma. Titolare del Corso di Insegnamento Rischi

Geologici e Direttore del Master Interfacoltà di II Livello

Mitigazione e controllo del Rischio Idrogeologico.

Direttore del Centro di Ricerca CERI "Previsione

Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici". Membro

del Comitato Tecnico Scientifico per il Ponte sullo Stretto

di Messina dalla sua costituzione ad oggi. E’ membro

effettivo del Consiglio Superiore del Lavori Pubblici dal

1995 ad oggi. E’ membro della Commissione

interministeriale per la Riclassificazione Sismica del

Territorio Italiano. Presidente della Commissione Grandi

Rischi del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile,

Sezione Rischio Idrogeologico per il periodo 2002-2006.

Dal 1987 al 2001 è stato responsabile di Unità Operativa

del GNDCI-CNR, linea 2 "Previsione e prevenzione di

Page 18: Calabria in sicurezza

eventi franosi a grande rischio". E’ socio della I.A.E.G,

Sezione italiana, dove ha svolto la funzione di Segretario

sino al 1982. Dal 1987 è membro eletto del Consiglio

Nazionale dell’A.N.D.I.S (Associazione Nazionale di

Ingegneria Sanitaria). E’ stato uno dei fondatori

dell’AIGA (Associazione Italiana di Geologia Applicata e

Ambientale) dove ha ricoperto la carica di vice Presidente

sino al 2012. E’ membro della Commissione Italo-francese

per la sorveglianza della diga del Moncenisio. E’

componente del Comitato Scientifico della Casa Editrice

dell’Università Sapienza di Roma. E’ autore di oltre 100

pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e

internazionali su argomenti attinenti la difesa del suolo e

l’analisi dei rischi geologici. E’ fondatore e Scientific

Editor-in Chief della Rivista internazionale Italian Journal

of Engineering Geology and Environment, Sapienza

Università Editrice.

prof. Ottavio Amaro Docente

Università di

Reggio

Calabria

Professore associato di Composizione architettonica e

urbana presso il Dipartimento di Architettura e Territorio

dell’Università di Reggio Calabria

prof. Giuseppe Artese Docente Università

della Calabria

Professore Universitario di Topografia e Cartografia

presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università della

Calabria

arch. Achille Tricoli Architetto

Dirigente

Provincia

Crotone

Crotone Responsabile Urbanistica della Provincia di Crotone

ing. Pasquale Celebre Ingegnere

Dirigente

Regione

Calabria

Catanzaro Dirigente del Servizio n.10, “Sistema Viario, Ferroviario,

Aeroportuale, Portuale, Vie Navigabili, afferente al

Settore n. 3 del Dipartimento LL.PP. della Regione

dott. Franco Violo geologo

libero

professionista

Rende Già Presidente Ordine Geologi della Calabria

dott. Mario Pileggi geologo

libero

professionista

Catanzaro Membro della segreteria tecnica del PAI

dott. Vincenzo Marra geologo

libero

professionista

San Giovanni

in Fiore

Consulente esperto del QTRP per la parte riguradante i

Rischi territoriali e la VAS.

Project manager Regione Calabria per il Progetto

Multiassiale Villa Margherita (Centro Cartografico

Regionale)

Project manager Regione Calabria per l’Infrastruttura dei

Dati Territoriali.

dott. Giorgio Canonaco geologo

libero

professionista

Cosenza Amministrazione unico della A.C. Sondaggi srl

dott. Giovanni Marra geologo

libero

professionista

Rende Proprietario della GeoSud s.n.c. di Marra Giovanni e

Niceforo Giancarlo

ing. Domenico D’Ambrosio Ingegnere

Funzionario

Regione

Calabria

Serra Pedace Funzionario presso la sede di Cosenza del Settore n. 2

“Programmazione e coordinamento opere pubbliche.

Amministrazione, Norme Sismiche, Assistenza APQ difesa

del suolo” del Dipartimento LL.PP. della Regione

Calabria, che si occupa dell’attuazione ed applicazione

della normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica

in ambito provinciale, nonché della vigilanza

geomorfologia sugli strumenti urbanistici (art. 13 legge 64

del 2/2/1974).

dott. Francesco Lazzaro Urbanista

Funzionario

Catanzaro Membro del Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica

degli Investimenti Pubblici presso il Dip. 3,

Page 19: Calabria in sicurezza

Regione

Calabria

Programmazione Nazionale e Comunitaria della Regione

Calabria.

Già membro della Segreteria Tecnica dell’Autorità di

Bacino Calabria

ing. Aldo Trecroci ingegnere

libero

professionista

Cosenza Docente Scuola Superiore.

Già docente a contratto, nel settore della cartografia e

rilevamento topografico Università della Calabria

ing. Cristian Scarcelli ingegnere

libero

professionista

Serra Pedace

arch. Raffaello Federico architetto

libero

professionista

Figline

Vegliaturo

dott.ssa Annarita Spina geologo

libero

professionista

Spezzano della

Sila

dott. Pasquale Chiodo geologo

libero

professionista

Cosenza

ing. Giovanni Straface ingegnere

libero

professionista

San Giovanni

in Fiore

ing. Francesco Mangone ingegnere

libero

professionista

Mandatoriccio

dott. Cataldo Iozzi geologo

libero

professionista

Mandatoriccio

dott. Marcello Campana geologo

libero

professionista

Cariati


Recommended