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Cambiamenti demografici in Italia ai tempi della crisi - Roberto Impicciatore

Date post: 14-Apr-2017
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Cambiamenti demografici in Italia ai tempi della crisi Roberto Impicciatore 21 Ottobre 2015
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Cambiamenti demografici in Italia ai tempi della crisi Roberto Impicciatore

21 Ottobre 2015

Indice

1. Introduzione

2. La crisi dei matrimoni

3. Nascite: tra rinvio e rinuncia

4. Arrivi e partenze

5. In sintesi

Negli anni della crisi

- aumentano i disoccupati;

- diminuisce la spesa media mensile familiare;

- aumenta la proporzione di famiglie con risorse economiche scarse o assolutamente insufficienti;

- cresce la quota di famiglie che non riescono a risparmiare e di quelle che non riescono a far fronte a spese impreviste;

- raddoppia il numero delle famiglie in povertà assoluta.

In un periodo così difficile si sono modificati anche i comportamenti demografici della popolazione italiana? Le nascite stanno diminuendo? Gli elevati livelli di incertezza stanno ulteriormente rallentando i processi di formazione delle unioni da parte dei giovani? Si è continuato a sposarsi, fare figli, separarsi e migrare come negli anni precedenti la crisi?

.

1. Introduzione

Associazione Italiana per gli Studi sulla Popolazione - Società Italiana di Statistica (AISP-SIS)

La diminuzione dei matrimoni (in atto dal 1972) si amplifica durante l’attuale crisi economica.

Diminuzione particolarmente intensa alle età più giovani a fronte di un incremento alle età più avanzate (almeno fino agli anni della crisi).

2. La crisi dei matrimoni

Tasso di primo nuzialità femminile (TNTPMx1000 donne)

Se i matrimoni diminuiscono, le unioni libere si diffondono sempre di più:

erano l’1,6% delle coppie nel 1993, il 4,6% nel 2007 e il 7% nel 2012 (8,7% nel Nord-ovest; 10,5% Nord-est e solo il 3% al Sud).

La crescita è ancora più evidente tra i giovani:

Sul totale delle coppie con donna di età 15-34, le unioni more uxorio passano dal 9,9% del 2007 al 16,2% del 2012.

In sostanza, sembra che la crisi abbia spinto i giovani, più che in passato, a optare per una forma meno vincolante e costosa di far famiglia dato dalla convivenza more uxorio.

2. La crisi dei matrimoni

La rottura del matrimonio cambia forma

I divorzi smettono di crescere e nel 2012 si assiste a una diminuzione.

Le separazioni legali continuano ad aumentare, sebbene più lentamente che in passato.

Crescono in maniera più sostenuta le separazioni di fatto (non colte da dati amministrativi)

Separazioni e divorzi per 1.000 matrimoni

Ad esempio, i dati d’indagine (Aspetti della vita quotidiana) mostrano come dal 2007 al 2012, fra le donne che ha sperimentato la fine di un’unione coniugale, la quota di quelle che si dichiarano separate di fatto è aumentata dal 31 al 36% .

2. La crisi dei matrimoni

La «ripresina» iniziata nella seconda metà degli anni ‘90 si è bruscamente interrotta negli anni della crisi.

3. Nascite: tra rinvio e rinuncia

TFT

TFT per ripartizione geografica La «ripresina» iniziata nella seconda metà degli anni ‘90 si è bruscamente interrotta negli anni della crisi.

Ribaltamento delle differenze territoriali.

Variazione percentuale dei TFT per ordine di nascita e ripartizione. Anni

2008-2012.

Analisi per ordine di nascita

Nord-ovest variazione negative per il primo ordine e positive per ordini successivi (soprattutto terzo figlio)

Sud positive per il primo e negative per successivi.

3. Nascite: tra rinvio e rinuncia

La crisi sembra agire nel verso di una procrastinazione ancora più accentuata delle nascite, soprattutto per le generazioni più recenti, le più colpite dalla crisi dell’occupazione.

Variazioni percentuali dei tassi di fecondità specifici per età relativi al totale dei nati e a quelli di 1° ordine. Anni 2008-2012

Dati di indagine (Indagine campionaria sulle nascite e sulle madri, 2012) Il 21% delle madri ha dichiarato che la crisi le ha portate a rinunciare o a posporre la nascita di un ulteriore figlio, mentre per il 16% delle madri non coniugate ha avuto un impatto negativo sulla decisione di sposarsi, rinviata a data da destinarsi.

3. Nascite: tra rinvio e rinuncia

Età media delle madri al parto

Le migrazioni internazionali La capacità di attrazione dell’UE rimane elevata anche negli anni della crisi. La crisi ha inciso non tanto sull’entità dei flussi quanto sulle direzioni.

Italia - riduzione nel numero di ingressi

(da 558mila nel 2007 a 277 mila nel 2014)

- Aumento delle emigrazioni (da 65 mila nel 2007 a 136mila nel 2014, di cui circa due terzi sono italiani)

- Saldo migratorio che scende da +493mila a +141mila

4. Arrivi e partenze

Regolarizzazione “Bossi-Fini” 2002

Decreto flussi 2006 + Ingresso Romania e Bulgaria nell’UE 2007

4. Arrivi e partenze

Nuovi permessi di soggiorno rilasciati a cittadini non-UE per motivo del rilascio

Crescita di permessi di lavoro nel 2009-10 legata alla regolarizzazione prevista con legge n.102 del 2009 circoscritta a colf e assistenti alla persona che ha dato luogo a circa 300 mila istanze di emersione, in gran parte accolte. Tracollo di ingressi per lavoro (dimezzato rispetto ai valori del 2007-08) nonostante una nuova regolarizzazione nel 2012 (d.lgs. 109) e aumento di ingressi per motivi familiari

4. Arrivi e partenze

Cancellazioni di italiani verso l’estero.

Cancellazioni di lombardi verso l’estero.

4. Arrivi e partenze La nuova emigrazione italiana

Tassi di emigratorietà totale

Regioni settentrionali

Emigratorietà verso l’estero dei propri residenti cresce costantemente con un’accelerazione ulteriore negli ultimi due anni.

Mezzogiorno

Declino dell’emigratorietà dopo la metà del decennio passato, con una ripresa solo negli ultimi due anni.

Uomini

Donne

4. Arrivi e partenze

Persistente polarizzazione Sud-Nord nella mobilità interna di lungo raggio. Peggioramento più marcato della ricchezza, occupazione e consumi al sud.

In tendenziale (leggero) aumento soprattutto grazie alla maggiore mobilità della componente straniera. Tuttavia, la propensione alla mobilità degli stranieri è in calo (effetto crisi o effetto stabilità?)

Tassi di mobilità (per 1000).

4. Arrivi e partenze

Saldo migratorio (iscrizioni-cancellazioni) con il resto d’Italia. Anni 2008-2012

La mobilità interna

La crisi - rallenta il processo di formazione familiare, riduce i matrimoni, favorisce la diffusione

di forme di unioni meno vincolanti e costose rispetto al matrimonio e percorsi di dissoluzione del matrimonio meno esosi;

- accentua il ritardo alla nascita dei figli, soprattutto tra i più giovani, riduce la fecondità

complessiva;

- rallenta gli arrivi di stranieri per lavoro e fa crescere le partenze per l’estero di italiani, soprattutto se residenti nelle regioni settentrionali.

5. Sintesi

Le tracce della crisi resteranno visibili a lungo sulla popolazione italiana degli anni a venire sia perché modificano i comportamenti e le strutture familiari, sia perché accentuano il processo di invecchiamento in atto (soprattutto nelle regioni meridionali).

Grazie [email protected] Rapporto sulla popolazione. L’Italia nella crisi economica. Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione – Società Italiana di Statistica (AISP – SIS). Curato da Alessandra De Rose e Salvatore Strozza. Il Mulino, Bologna, 2015.

Speranza di vita (in anni)

Il nostro paese ha valori della speranza di vita tra i più alti d’Europa, maggiori anche ai livelli di paesi dove la crisi economica ha avuto sicuramente un impatto minore.

La vita media continua a crescere anche negli anni della crisi (soprattutto nel NO).

Maschi

Femmine


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