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Capitolo 1 - simone.it · contenute nella scheda referendaria è il principale fine cui tende...

Date post: 22-Feb-2019
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Dalla paRtE DEl CittaDino Chiarire il nostro punto di vista sulle verità, menzogne e omissioni contenute nella scheda referendaria è il principale fine cui tende questo breve volume. Quando il popolo italiano si scrollò di dosso l’ordinamento dittato- riale di Mussolini si riunì nell’Assemblea Costituente per redigere la nuova Costituzione, riaffermando solennemente le libertà perdute e i grandi e intangibili valori democratici, in primis, il principio di sovra- nità popolare. Oggi al momento di modificare una parte importante della Costituzio- ne, l’Italia si presenta divisa, soprattutto per la condotta del leader di go- verno che si è assunto la responsabilità di modificare, assieme alla mini- stra Boschi, ben 47 articoli ridimensionando qualsiasi forma di contrad- dittorio e di dialogo anche con le voci dissonanti del suo stesso partito. I protagonisti della riforma costituzionale e i loro avversari hanno messo da parte il rispetto dei valori della Costituzione per indurre gli elettori a una scelta dal sapore “politico” dietro la quale si nasconde lo scippo” di sovranità a danno del popolo. Ma non può né deve andare come vuole il premier! Il cittadino deve prendere coscienza dell’importanza fondante del- la propria volontà del suo voto nella nostra democrazia parlamentare! Questo opuscolo, senza coltivare nessun interesse di parte, delinea i tratti salienti dalla diatriba in corso nell’ottica di chi crede nella Costi- tuzione e dei suoi valori. La bandiera per cui occorre lottare è il tricolore le cui tre bande di eguale grandezza rappresentano i tre valori fondamentali della demo- crazia: libertà, uguaglianza e solidarietà. Si invitano, perciò, gli elettori, stanchi di ascoltare noiosi e ripetiti- vi dibattiti polarizzati soprattutto dalle beghe di partito, a non abbando- nare la “contesa” e, per difendere il patrimonio di democrazia sancito dai nostri “Padri Costituenti”, imbracciare l’arma del voto (che la ri- forma intende ridimensionare) confermando il credo nei valori e dirit- ti del popolo sovrano e nell’unico strumento normativo che li tutela e li difende: la Costituzione! sì alla Costituzione, no al referendum!
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Page 1: Capitolo 1 - simone.it · contenute nella scheda referendaria è il principale fine cui tende questo breve volume. Quando il popolo italiano si scrollò di dosso l’ordinamento dittato-riale

Dalla paRtE DEl CittaDino

Chiarire il nostro punto di vista sulle verità, menzogne e omissioni contenute nella scheda referendaria è il principale fine cui tende questo breve volume.

Quando il popolo italiano si scrollò di dosso l’ordinamento dittato-riale di Mussolini si riunì nell’Assemblea Costituente per redigere la nuova Costituzione, riaffermando solennemente le libertà perdute e i grandi e intangibili valori democratici, in primis, il principio di sovra-nità popolare.

Oggi al momento di modificare una parte importante della Costituzio-ne, l’Italia si presenta divisa, soprattutto per la condotta del leader di go-verno che si è assunto la responsabilità di modificare, assieme alla mini-stra Boschi, ben 47 articoli ridimensionando qualsiasi forma di contrad-dittorio e di dialogo anche con le voci dissonanti del suo stesso partito.

I protagonisti della riforma costituzionale e i loro avversari hanno messo da parte il rispetto dei valori della Costituzione per indurre gli elettori a una scelta dal sapore “politico” dietro la quale si nasconde lo “scippo” di sovranità a danno del popolo.

Ma non può né deve andare come vuole il premier!Il cittadino deve prendere coscienza dell’importanza fondante del-

la propria volontà del suo voto nella nostra democrazia parlamentare!Questo opuscolo, senza coltivare nessun interesse di parte, delinea i

tratti salienti dalla diatriba in corso nell’ottica di chi crede nella Costi-tuzione e dei suoi valori.

La bandiera per cui occorre lottare è il tricolore le cui tre bande di eguale grandezza rappresentano i tre valori fondamentali della demo-crazia: libertà, uguaglianza e solidarietà.

Si invitano, perciò, gli elettori, stanchi di ascoltare noiosi e ripetiti-vi dibattiti polarizzati soprattutto dalle beghe di partito, a non abbando-nare la “contesa” e, per difendere il patrimonio di democrazia sancito dai nostri “Padri Costituenti”, imbracciare l’arma del voto (che la ri-forma intende ridimensionare) confermando il credo nei valori e dirit-ti del popolo sovrano e nell’unico strumento normativo che li tutela e li difende: la Costituzione!

sì alla Costituzione, no al referendum!

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Il capitolo che segue commenta nei singoli paragrafi i contenuti enun-ciati dalla riforma costituzionale per far presente le “verità nascoste” a chi si recherà prossimamente alle urne.

Scheda ufficiale(che gli elettori riceveranno)

RefeRendum coStituzionale

Approvate il testo della Legge Costituzionale concernente disposizioni per il su-peramento del bicameralismo paritario (par. 1), la riduzione del numero dei par-lamentari (par. 2), il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni (par. 3), la soppressione del CNEL (par. 4) e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (parr. 5, 6, 7)?

Approvate le conseguenze della revisione costituzionale che insieme alla legge elettorale riducono la sovranità del popolo privando i cittadini elettori della libera scelta di una parte dei deputati e di tutti i senatori, conferendo al partito che vin-ce le elezioni un mandato che resta in piedi per tutta la durata della legislatura?

Scheda alteRnativa (*)(da noi proposta in nome della verità)

(*)Questasecondascheda–chenonportereteconvoiincabina–riportal’altrafaccia(quellarealisti-ca)alcentrodelquesitoreferendario.Siinvitanoilettoriavalutare,conanimoserenoesenzain-fluenzeemozionalidipartito,le«verità»dientrambe,peressereingradodivotareinformati.

RefeRendum coStituzionale

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Capitolo 1Analisi della scheda referendaria

1. il superamento del bicameralismo paritario

L’obiettivo principale della riforma è la trasformazione (ormai irri-mandabile) del bicameralismo perfetto (o paritario) 1 vigente all’attuale sistema parlamentare in “bicameralismo imperfetto” in cui la sola Ca-mera dei deputati ha la pienezza del potere legislativo.

A ben guardare il primo quesito referendario si presenta incompleto e fuorviante: non si abolisce solo un doppione; ma si depotenzia un’As-semblea quanto alle sue attribuzioni e priva — ed è la cosa più grave — il popolo sovrano del diritto di eleggere i suoi membri.

In particolare, l’art. 1 della legge costituzionale, che riscrive l’art. 55 della Costituzione, non tocca l’articolazione del Parlamento, che con-tinua a suddividersi in Camera dei deputati e Senato della Repubblica, quanto le funzioni dei due organi: la Camera resta l’unica con funzioni politiche, mentre al Senato, che non rappresenta più il popolo, vengono conferite una serie anomala di attribuzioni.

Viene, così, precisato che la Camera dei deputati:a) resta l’unica Assemblea legislativa titolare del rapporto di fiducia con il Governo;b) esercita da sola la funzione di indirizzo politico;c) esercita la prevalente funzione legislativa (vedi infra);d) controlla l’operato del Governo.Al senato vengono attribuite poco chiare e non omogenee funzioni:a) svolge il compito di raccordo fra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica;b) concorre all’esercizio della funzione legislativa solo nei casi e secondo le modalità

stabiliti dalla Costituzione compresa quella di revisione costituzionale (v. infra);

1 Ilbicameralismo perfettoconferiscealledueassembleepopolari(CameraeSenato)glistessipoteripercuiunaleggepuòessereemanatasoloquandoèapprovatanellostessotestodaen-trambiiramidelParlamento.

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Capitolo Primo 6

c) costituisce il raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unio-ne europea (idem);

d) partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea (idem);

e) valuta le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni;f) verifica l’impatto delle politiche dell’Unione europea sul territorio nazionale;g) concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi pre-

visti dalla legge;h) verifica l’attuazione delle leggi dello Stato.

Come si può notare, il coacervo di funzioni di cui sarà titolare il Se-nato non è presente in nessuna altra forma di governo e mal si coordina con la rappresentanza degli enti territoriali 2 .

La ricalibratura dei poteri del Senato non ha nessuna relazione con il passaggio dell’attuale sistema bicamerale da perfetto a imperfet-to, o meglio “differenziato” (ROSSI), per raggiungere l’obiettivo di snellire l’iter dei lavori parlamentari fino ad oggi rallentati da fre-quenti (e talvolta inutili) navette dei testi di legge fra le due Camere fino all’approvazione della legge nello stesso testo.

Probabilmente, secondo molti commentatori, sarebbe stato preferi-bile abolire del tutto il senato, compensando tale soluzione con l’in-troduzione di diverse forme di «contrappesi» che caratterizzano i si-stemi monocamerali 3 .

2. la riduzione del numero dei parlamentari

È il secondo quesito posto del referendum e attiene al solo Senato in quanto tutti restano al loro posto i 630 deputati della Camera.

2 Siparladifunzioni assegnate in esclusiva(lett.a,e,fdell’art.55Cost.)edialtre,invece,inconcorsooinpartecipazionesenzaspecificarecomequesteultimesarannosvolteecondiviseesoprattuttononsievincedalnuovotestoquandoiparericheilSenatosaràchiamatoadaredebbanoessereconsideratiobbligatoriovincolantietc.

3 Unemendamentonecessarioedopportunoèstatol’inserimentodellaprevisionecheleleggielettoralidebbanopromuoverelaproporzione tra donne e uomini,percuiillegislatoreordi-nariosaràtenutoalrispettoditaleprescrizionenell’approvazionedellafuturaleggeelettoraleperl’elezionedeimembridelSenato.

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Analisi della scheda referendaria7

Il nuovo Senato, infatti, sarà composto da 100 senatori, in luogo de-gli attuali 315, così suddivisi:• 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali. Ci si chiede se i neo-senatori possiederanno competenze, capacità e

tempo sufficiente per dedicarsi ai compiti loro assegnati dalla Bo-schi-Renzi che, oltre ad essere impegnative richiedono una notevo-le preparazione politica e una esperienza consolidata soprattutto a li-vello europeo.

Ai neo-senatori spettano impegni che difficilmente saranno portati a termine anche in ragione della loro «fugace apparizione al Senato» dovuta oltre alla co-presenza nei loro incarichi a livello locale anche ad una presenza in Senato, limitata solo ai tempi della durata della loro carica, in quanto il loro mandato coincide con quella degli orga-ni delle istituzioni territoriali nei quali permangono.

Si parla, al riguardo, di «senatori con la valigia» per sottolineare i possibili e continui turnover dei membri di uno dei due rami del Par-lamento che non potranno garantire la stabilità che tale carica com-porta.

Un altro aspetto costituzionalmente molto grave è la circostanza che i senatori saranno dotati di poteri legislativi incluso quello di revisio-ne costituzionale senza che nessuno, in realtà, li abbia democratica-mente eletti;

• 5 senatori nominati dal presidente della Repubblica fra cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo so-ciale, scientifico.

La presenza dei cinque senatori «nominati» dal Presidente assume un peso di gran lunga maggiore rispetto al passato in proporzione al nu-mero dei componenti del «nuovo» Senato ridotto da 315 a 100.

Con la proporzione del 5% dei membri dell’assemblea, al Capo dello Stato viene conferito un peso politico non indifferente in quanto, la nomina di persone a lui «ideologicamente vicine», potrebbe influenzare in modo significativo l’adozione di determinati provvedimenti legislativi. Se si arrivasse alla formazione del «par-tito del Presidente» verrebbe anche meno la ratio dell’art. 59 Cost., che ha un fon-damento meritocratico (e non politico) che giustifica l’elezione di tali senatori.

Quanto alle modalità di scelta dei nuovi senatori, la legge costitu-zionale prevede che siano i Consigli regionali e i Consigli delle Provin-ce autonome di Trento e Bolzano a eleggere i senatori tra i propri compo-

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Capitolo 2I punti “caldi” della riforma

1. le tappe che hanno fatto perdere la sovranità al popolo

L’Italia è un Paese di furbi, soprattutto di quella parte di politici che, assaporato il potere, fanno tutto quanto possono per ampliarlo, conser-varlo il più a lungo possibile e trarne il massimo tornaconto, tradendo quella che è la missione che viene loro affidata: amministrare nell’inte-resse collettivo la “polis” e difenderne i valori democratici.

Con questo referendum la missione del politico è stata completamen-te travisata rispetto a quanto affermano gli edulcorati quesiti della scheda referendaria ed è degenerata tradendo lo spirito che lo dovrebbe animare.

La tecnica di governa è da sempre la stessa: mantenere consenso e poltrona, promettendo molto per dare poco alla collettività e molto a sé stessi e ai propri “compari”.

Qualche anno fa girava questa definizione: “il politico è colui che pro-mette di fare un ponte anche dove non c’è un fiume!”. Questo paradosso definisce con ironia l’atteggiamento di fronte all’elettorato e mette sar-casticamente a nudo come la “casta ci incastra” (PIZZUTI).

oggi, esiste ancora o è venuto meno il rapporto politico-elettore?Con la riforma elettorale è stato travisato lo spirito democratico della

rappresentanza politica, a seguito delle recenti riforme elettorali che han-no previsto (Porcellum) o prevedono (Italicum) l’elezione dei “nominati” (o dei “capilista”) che non hanno nessun legame con la base elettorale e devono solo dar conto al partito che li ha portati a sedere in Parlamento.

Il cittadino, non potendo esercitare in ogni circostanza e in prima persona il pote-re sovrano che gli compete (art. 1 Cost.) delega con il voto un suo rappresentante (e il suo partito politico di appartenenza) affinché possa sostituirlo nelle scelte pubbliche sia a livello nazionale che locale.

È questo il concetto di “rappresentanza politica”, in base a cui il rappresentan-te deve portare nelle assemblee parlamentari le necessità, i bisogni e le idee condivi-se con chi gli ha conferito il mandato.

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I punti “caldi” della riforma17

Oggi, purtroppo, il concetto di mandato elettorale è stato completamente travisato in quanto tutto (o la maggior parte) dei rappresentanti del popolo non sono più “elet-ti” dal popolo sovrano ma “nominati” dalle segreterie di partito.

Prossimamente ci troveremo a dire “SI” al referendum per cui un Capo del governo sta portando avanti una campagna adulatrice senza esclu-sioni di colpi, ingannando gli italiani sui veri contenuti di una riforma da lui pensata, scritta e fatta votare dal Parlamento.

Questo inganno è l’ultimo tassello di un mosaico che sin dai tempi di Craxi, passan-do per Berlusconi, il nostro Presidente del Consiglio sta portando a termine, che non ha niente a che fare con il suo colore politico, ma ha le identiche finalità dei suoi pre-decessori: “dare il sigillo definitivo alla conquista del Parlamento” (principale espres-sione della volontà popolare) che, insieme al Governo che già dirige, conferisce al le-ader una posizione politica dominante non prevista dalla Costituzione.

Stando ai quesiti della scheda referendaria il popolo con il suo “SI” dovrà confer-mare solo alcuni ovvi e scontati traguardi politici.

Ma dietro questo innocente enunciato cosa si nasconde?Il referendum è la consegna finale di un “pacco” che il leader ha da tempo

preparato agli italiani che in veste di elettori sono chiamati oggi solo a ratificare.A scuola avrebbero dovuto insegnare il meccanismo che è alla base

di ogni ordinamento democratico e che prevede le seguenti fasi:1) i cittadini si recano alle urne per eleggere liberamente i propri rap-

presentanti cui delegano il potere di redigere e approvare le leggi;2) una volta eletti, i parlamentari (deputati e senatori), in base a quan-

to prevede l’art. 67 Cost., rappresentano la Nazione ed esercitano le proprie funzioni senza vincolo di mandato.Ma non è più così! In ragione del sistema elettorale attualmente in vi-

gore, infatti, i parlamentari sono condizionati dai partiti che hanno con-sentito la loro elezione creando di fatto un vincolo di fedeltà che compro-mette la legittimità del loro comportamento di fronte al popolo sovrano.

A questo punto, con il referendum, per sottrarre ancora maggior po-tere al popolo sovrano, la “riforma” ha deciso di escludere un’intera ca-mera elettiva dal voto: il senato.

Ecco la vera ragione che spiega l’urgenza del referendum sul supe-ramento del bicameralismo paritario: sottrarre al popolo l’elezione diretta del Senato!

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Capitolo Secondo 18

2. il valore ideologico e l’importanza dell’art. 1 della Costituzione

La Rivoluzione francese (1789) ha portato su un “piatto d’oro” (ma intriso di sangue dei martiri) un’importante conquista (conferita alle for-me di governo democratico) in base alla quale:a) il popolo (o la nazione) è il titolare unico ed esclusivo del potere di

governare (così come previsto dall’art. 1 della Costituzione italiana);b) chi governa non può venir meno al rispetto dei principi di libertà,

uguaglianza e solidarietà (in francese fraternità) e dei valori ad essi strettamente collegati.La presenza di questi valori fondamentali nello Stato contemporaneo

assicurano la democrazia (“governo del popolo, dal popolo, per il po-polo”, così come sancito dall’art. 2 della Costituzione francese), can-cellando (o limitando) il potere delle corporazioni, classi, caste etc. che tendono ad appropriarsi del potere in maniera più o meno latente com-primendo, così, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, in quanto tali ag-gregazioni hanno perduto ogni pulsione di “solidarietà collettiva”, con-servando solo una forma di solidarietà di casta (lobbies, associazioni più o meno segrete, etc.).

Stante queste premesse, bisogna dar merito al Costituente di aver fon-dato la nostra democrazia su una norma base intangibile e inviolabi-le: la sovranità popolare con cui esordisce il testo della Costituzione:

art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limi-ti della Costituzione.

La preoccupazione del Costituente è stata di proclamare il principio di sovranità popolare affiancandolo a quello insopprimibile dell’affer-mazione del “lavoro” come valore costituzionale, che ha poi ribadito con forza negli articoli seguenti.

Il Costituente ha sentito la necessità di legare indissolubilmente la “democrazia” al “lavoro” per affermare che la Repubblica non inten-de favorire alcuna forma di discriminazione basate sui privilegi di ca-sta: nobili, ricchi o semplici acculturati sono, come cittadini, tutti sullo


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