+ All Categories
Home > Documents > Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così...

Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così...

Date post: 15-Feb-2019
Category:
Upload: trinhthu
View: 212 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
301
Regolamento Energetico del Comune di Parma 1
Transcript
Page 1: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Regolamento Energetico del Comune di Parma

Approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n.140 del 17/11/2009

1

Page 2: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

1 SommarioGuida alla struttura del Regolamento

1 PARTE PRIMA: DISPOSIZIONI GENERALI 81.1 Finalità e ambito di intervento..........................................................................................................................9

1.2 Definizioni e termini.........................................................................................................................................9

1.3 Requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici......................................19

1.4 Documentazione tecnica, titoli abilitativi, accertamenti.................................................................................21

1.5 Certificazione energetica degli edifici: ambito di applicazione......................................................................23

1.6 Disposizioni in materia di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti..............26

2 PARTE SECONDA: REQUISITI OBBLIGATORI MINIMI DI PRESTAZIONE ENERGETICA 35

2.1 Prestazione energetica degli edifici.................................................................................................................352.1.1 Riferimenti normativi e legislativi 352.1.2 Livello di prestazione 352.1.3 Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale 362.1.4 Indice di prestazione energetica per la produzione di ACS 382.1.5 Rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico 382.1.6 Trasmittanza termica delle strutture di separazione tra edifici o unità immobiliari 392.1.7 Calcolo semplificato 39

2.2 Caratteristiche e prestazioni minime di involucro...........................................................................................402.2.1 Esigenza da soddisfare 402.2.2 Campo d’applicazione 402.2.3 Riferimenti normativi e legislativi 402.2.4 Livello di prestazione 412.2.5 Trasmittanza termica delle chiusure opache 412.2.6 Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti 422.2.7 Trasmittanza termica delle strutture di separazione tra edifici o unità immobiliari e tra ambienti non riscaldati e l’esterno 42

2.3 Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico.........................................................................432.3.1 Esigenze da soddisfare 432.3.2 Campo d’applicazione 432.3.3 Normativa di riferimento 432.3.4 Livello di prestazione 43

2.4 Controllo della condensazione........................................................................................................................462.4.1 Esigenze da soddisfare 462.4.2 Campo d’applicazione 462.4.3 Livello di prestazione 46

2.5 Contenimento dei consumi energetici in regime estivo..................................................................................472.5.1 Esigenze da soddisfare 472.5.2 Normativa di riferimento 472.5.3 Campo d’applicazione 472.5.4 Livello di prestazione 47

2.6 Sistemi e dispositivi per la regolazione degli impianti termici e per l'uso razionale dell'energia mediante il controllo e la gestione degli edifici (BACS)..................................................................................................................51

2.6.1 Esigenza da soddisfare 512.6.2 Normativa di riferimento 512.6.3 Campo d’applicazione 512.6.4 Livello di prestazione 52

2.7 Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (FER) o assimilate..........................................................................562.7.1 Esigenza da soddisfare 562.7.2 Normativa di riferimento 562.7.3 Campo d’applicazione 562.7.4 Livello di prestazione 562.7.5 Produzione di energia termica da FER 562.7.6 Teleriscaldamento o teleraffrescamento 562.7.7 Produzione di energia elettrica da FER 572.7.8 Sistemi compensativi 57

2

Page 3: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.7.9 Criteri di verifica 57

2.8 Semplificazione e razionalizzazione delle procedure amministrative e regolamentari..................................582.8.1 Esigenza da soddisfare 582.8.2 Normativa di riferimento 582.8.3 Campo d’applicazione 582.8.4 Livello di prestazione 58

3 PARTE TERZA: INTERVENTI OBBLIGATORI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE E DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEGLI EDIFICI

603.1 Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico.........................................................................61

3.1.1 Coibentazione tubazioni distribuzione 613.1.2 Efficienza e requisiti minimi per i generatori di calore 63

3.2 Prestazione energetica in regime estivo degli edifici......................................................................................653.2.1 Prestazione energetica degli edifici 65

3.3 Prestazione energetica dei sistemi di illuminazione........................................................................................673.3.1 Illuminazione interna naturale 673.3.2 Illuminazione interna artificiale 69

3.4 Risparmio di acqua potabile............................................................................................................................713.4.1 Risparmio di acqua potabile negli impianti interni 71

3.5 Risparmio di energia elettrica.........................................................................................................................733.5.1 Risparmio di energia elettrica negli elettrodomestici 73

4 PARTE QUARTA: UTILIZZO DI INCENTIVI PER FAVORIRE IL RISPARMIO ENERGETICO E L’UTILIZZO DELLE FONTI RINNOVABILI 74

4.1 Il meccanismo di assegnazione degli incentivi...............................................................................................75

4.2 Sistemi solari passivi.......................................................................................................................................814.2.1 Contributo dei sistemi solari passivi alla climatizzazione invernale81

4.3 Caratteristiche e prestazioni di involucro........................................................................................................834.3.1 Isolamento termico dell’Involucro Edilizio 834.3.2 Controllo dell’inerzia termica dell’Involucro Edilizio 854.3.3 Orientamento dell’edificio e uso dell’apporto energetico da soleggiamento 87

4.4 Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico.........................................................................934.4.1 Efficienza nella generazione del calore 934.4.2 Riscaldamento ambiente con sistemi radianti 954.4.3 Recupero termico nella ventilazione dell’edificio 974.4.4 Generazione combinata di energia (cogenerazione/trigenerazione ) 98

4.5 Contenimento dei consumi energetici in regime estivo................................................................................1004.5.1 Prestazione energetica in regime estivo del sistema edificio impianto 1004.5.2 Adozione di tecniche di raffrescamento naturale 1024.5.3 Realizzazione di copertura a verde 1044.5.4 Realizzazione di pareti a verde 1054.5.5 Centralizzazione del sistema di climatizzazione estiva 109

4.6 Risparmio energia elettrica............................................................................................................................1104.6.1 Uso efficiente energia elettrica f.e.m. 110

4.7 Incremento volontario del livello prestazionale dei sistemi e dispositivi per la regolazione degli impianti termici e per l'uso razionale dell'energia mediante il controllo e la gestione degli edifici (BACS)............................112

4.7.1 Esigenza da soddisfare 1124.7.2 Normativa di riferimento 1124.7.3 Campo d’applicazione 1124.7.4 Espressione del requisito 1124.7.5 Metodologia di verifica 1124.7.6 Normativa di riferimento 1134.7.7 Punteggio 113

4.8 Risparmio di acqua potabile..........................................................................................................................1144.8.1 Recupero, per usi compatibili, delle acque meteoriche provenienti dalle coperture 114

3

Page 4: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.9 Controllo dell’esposizione ai campi elettromagnetici...................................................................................1184.9.1 Disposizioni sulla riduzione dell’inquinamento elettromagnetico indoor 118

4.10 Controllo delle emissioni nocive...................................................................................................................1204.10.1 Controllo delle emissioni nocive nei materiali delle strutture, degli impianti e delle finiture 120

4.11 Riciclabilità dei materiali da costruzione......................................................................................................1234.11.1 Riutilizzo dei materiali da costruzione 123

5 PARTE QUINTA: ALLEGATI TECNICI 125Elenco simboli.............................................................................................................................................................125

5.1 Introduzione..................................................................................................................................................130

5.2 Normativa di riferimento...............................................................................................................................131

5.3 Calcolo del fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale ed estiva.....................................133

5.4 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale con pompa di calore.................133

5.5 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva:.......................................................1405.5.1 Procedura di calcolo 1405.5.2 Fabbisogno di energia termica utile per raffrescamento 1415.5.3 Fabbisogno estivo ideale dell’edificio (QC,nd) 1415.5.4 Fabbisogno effettivo di energia termica utile per raffrescamento (QCr) 1415.5.5 Rendimenti e perdite dei sottosistemi degli impianti di condizionamento 1425.5.6 Fabbisogno di energia per trattamento dell’aria 1445.5.7 Fabbisogno di energia elettrica per gli ausiliari degli impianti di climatizzazione (Qaux) 1455.5.8 Rendimento di generazione (ηms) 1455.5.9 Coefficiente di prestazione stagionale SEER 1455.5.10 Calcolo del coefficiente medio di prestazione del sistema di produzione dell’energia frigorifera (ηms) 1475.5.11 Fabbisogno totale di energia primaria per climatizzazione estiva 148

5.6 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria (ACS)..............................................149

5.7 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per usi elettrici non funzionali alla climatizzazione................1505.7.1 Illuminazione 1505.7.2 Altre apparecchiature elettriche 150

5.8 Stima del contributo di impianti solari fotovoltaici......................................................................................1515.8.1 Radiazione solare incidente 1515.8.2 Energia elettrica prodotta 151

5.9 Stima del contributo di impianti solari termici..............................................................................................1535.9.1 Determinazione di FR(τα)n e FRUL 154

5.10 Stima del contributo di impianti di cogenerazione........................................................................................157

5.11 Stima del contributo di combustione di biomasse.........................................................................................159

5.12 Allacciamento a reti di teleriscaldamento.....................................................................................................1605.12.1 Bilancio termico della sottostazione 1615.12.2 Fabbisogno di energia termica utile della rete di distribuzione 1625.12.3 Perdite di potenza termica della sottostazione in ambiente 1625.12.4 Perdite di energia della sottostazione in ambiente 1635.12.5 Perdite di regolazione della sottostazione 1635.12.6 Fabbisogno di energia degli ausiliari d’impianto 1635.12.7 Fabbisogno di energia della rete di teleriscaldamento 1635.12.8 Fabbisogno di energia primaria 164

5.13 Consumo di energia primaria globale...........................................................................................................1655.13.1 Valore massimo ammissibile per il riscaldamento ambienti e produzione di acqua calda 1665.13.2 Valore massimo ammissibile per il condizionamento estivo 1665.13.3 Valore massimo ammissibile per l’Illuminazione 1665.13.4 Valore massimo ammissibile totale 167

5.14 Stima delle emissioni di gas climalteranti.....................................................................................................168

Appendice A - Irradiazione solare...............................................................................................................................169

Appendice B – Esempio di calcolo del contributo di impianti solari termici..............................................................171

Appendice C - Valutazione dei dati meteorologici orari.............................................................................................172

4

Page 5: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice D - Diagrammi dati climatici orari Parma.................................................................................................175

Appendice E - Metodo semplificato per il calcolo delle perdite di distribuzione.......................................................183

Appendice F - Metodo semplificato per il calcolo delle perdite di accumulo.............................................................186

Appendice G - Tabelle per il calcolo di η1 per macchine con funzionamento in condizioni diverse da quelle nominali.....................................................................................................................................................................................187

Appendice H - Coefficienti di correzione per l’adeguamento alle reali condizioni di funzionamento.......................199

Appendice I - Esempio di calcolo dell’energia primaria per la climatizzazione estiva...............................................204

Appendice L - Esempio di calcolo mensile approssimato del COP............................................................................207

6 PARTE SESTA: Impianti fotovoltaici 2106.1 Fattibilità interventi per grandi impianti ................................................Errore. Il segnalibro non è definito.

5

Page 6: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

1.1 GUIDA ALLA STRUTTURA DEL REGOLAMENTO

Il presente Regolamento nasce con la finalità di fornire ai tecnici, alle imprese ed ai singoli cittadini, un primo strumento completo sulla materia energetica.Per raggiungere tale scopo è stato ritenuto opportuno inserire nel regolamento sia la normativa regionale ed, in particolare, l’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regione Emilia Romagna, sia i nuovi meccanismi incentivanti al contenimento dei consumi energetici individuati dal Comune di Parma .L’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regione Emilia Romagna, comunque già vigente, verrà recepito con un utile richiamo ed adattamento ai contenuti del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del Comune di Parma ed accompagnato da alcune introduzioni di aiuto nella lettura e nella comprensione del testo.Il Regolamento contiene altresìIl presente Regolamento risulta dunque così strutturato:

- Nella prima parte viene riproposto l’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regioane Emilia Romagna, al cui interno sono espresse le finalità del documento e l’ambito di intervento; le definizioni ed i termini; i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti enegetici; la documentazione tecnica relativamente a titoli abilitativi ed accertamenti e l’ambito di applicazione della Certificazione Energetica. All’inizio di ciascun paragrafo, sono state inserite delle guide nella lettura e nella comprensione della norma regionale. Al fine di una più agevole applicazione della norma da parte degli operatori locali, sono state inoltre richiamate le categorie di edifici così come previste dal Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del Comune di Parma.

- Tale parte costituisce il quadro normativo all’interno del quale il Comune ha definito le proprie specificità nei possibili ambiti di intervento. Tali ambiti sono, a loro volta, declinati nelle seguenti parti.

- In questa stessa prima parte si è comunque già effettuato un raccordo con le norme urbanistiche comunali ed, in particolare, con il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Tale raccordo si realizza sia nelle definizioni che nel richiamo esplicito della parte seconda e della

6

Page 7: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

parte terza del regolamento in sostituzione degli allegati dell’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regione Emilia Romagna. In sostanza quelli che nell’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regione Emilia Romagna erano gli allegati 2 e 3 dello stesso, qui corrispondono alla parte seconda e alla parte terza del regolamento.

Con riferimento al comma 4.10, si precisa che esso, alla luce di quanto prevede l’articolo 8, comma 5 del D.Lgs. 192/2005, va interpretato nel senso che il costo degli accertamenti sarà posto a carico del richiedente esclusivamente nel caso in cui i controlli vengano effettuati su richiesta del proprietario, del committente, dell’acquirente o del conduttore dell’immobile.Nella seconda parte sono individuati i requisiti obbligatori minimi di prestazione energetica, rappresentanti il recepimento delle norme regionali già vigente, espressi sotto forma di schede derivate dall’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regione Emilia Romagna. In alcuni passaggi sono state aggiunte delle note a chiarimento di alcuni passi di dubbia interpretazione pratica, quali:

- specificazione dei limiti di applicabilità di requisiti minimi di prestazione energetica dell’involucro nei casi di ristrutturazione parziale di un edificio;

- ulteriori prescrizioni nel caso di ristrutturazione di un impianto termico. Installazione di valvole termostatiche e isolamento tubazioni;

- chiarimenti sulle modalità di applicazione dei sistemi compensativi;- semplificazione delle procedure di autorizzazione, così come descritte al

D.lgs. 115/2008 con chiarimenti sulla loro applicazione nel contesto della legislazione regionale cogente.Nella terza parte sono indicati gli ulteriori interventi obbligatori per il miglioramento delle prestazioni energetiche e della sostenibilità ambientale degli edifici, rappresentanti le categorie di interventi che il Comune di Parma ritiene comunque indispensabili, anche superando quanto indicato dalla normativa regionale, al fini del raggiungimento di un ottimale livello di prestazione energetica/ambientale dell’edificio ed

7

Page 8: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

espressi sotto forma di schede analoghe a quelle della parte seconda. In particolare:

- isolamento delle tubazioni degli impianti di climatizzazione;- limiti di emissione di sostanze inquinanti per gli impianti termici

alimentati a biomassa;- limiti al fabbisogno energetico di climatizzazione estiva e per

illuminazione artificiale;- misure per il risparmio idrico e di acqua potabile.- Nella quarta parte sono contenuti i meccanismi incentivanti al fine di

favorire il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili. In questo ambito sono riportate le modalità di acquisizione dei punteggi che permettono di accedere alle diverse modalità di incentivazione previste dal Comune di Parma per favorire una progettazione urnaistica attuativa nonchè la realizzazione di edifici della più elevata qualità energetico/ambientale. Sono rese disponibili le schede esplicative con le differenti tipologie di interventi così come il relativo punteggio associato fermi restando i seguenti principi-guida, che vale la pena riassumere brevemente:

Edifici di nuova costruzione: si tende a dare la massima libertà progettuale premiando, laddove possibile, il raggiungimento di un determinato parametro prestazionale (ad esempio la classe energetica) piuttosto che la metodologia adottata per ottenerlo.

Edifici esistenti: in questo caso si tende a premiare il singolo intervento anche prescindendo dalla determinazione del livello prestazionale globale raggiunto dall’immobile. Questo al fine di agevolare gli interventi di riqualificazione energetica nel modo più diffuso possibile e secondo le tecnologie attualmente più utilizzate.

Laddove non vi è la possibilità di misurare il raggiungimento di uno specifico parametro prestazionale (ad esempio attraverso l’utilizzo di materiali sostenibili, di impianti per il risparmio idrico, etc) si tende a premiare assegnando un punteggio che incoraggi l’uso di tecniche appropriate al fine di diminuire l’impatto degli edifici sui parametri più critici della loro sostenibilità ambientale.

Nella quinta parte sono contenuti gli allegati tecnici relativi alla determinazione del fabbisogno energetico degli edifici attraverso i sistemi

8

Page 9: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

di calcolo, suddividendola tra le diverse forme di energia di cui gli edifici necessitano.

Nella sesta parte è contenuta una disposizione in merito alla possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra nel territorio comunale.

2 PARTE PRIMA: DISPOSIZIONI GENERALI

Guida alla letturaNel paragrafo 1.1 sono contenute le finalità della normativa regionale. Le disposizioni regionali tendono sostanzialmente ad individuare strumenti idonei a limitare le emissioni che producono inquinamento e/o che alterano il clima. Nel paragrafo 1.2. sono invece contenuti definizioni e termini tecnici, tipici del settore. Si è tuttavia ritenuto di eliminare da questo testo le definizioni relative agli interventi edilizi (quali ad esempio, la definizione di ristrutturazione ediliziA”). Esse sono infatti declinate nel Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del Comune di Parma. Questa scelta è stata fatta per evitare che vi sia difformità di definizioni tra questo Regolamento ed il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Sempre per coordinare questi due strumenti è stata inoltre creata una tabella, dove sono indicate, accanto alle classificazioni della normativa regionale, le corrispondenti categorie previste nel Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE).Tali definizioni, nell’atto di indirizzo e coordinamento n.156/08 approvato dalla Regioane Emilia Romagna si trovano nell’allegato 1 allo stesso. Qui, per semplificazione, sono riportate di seguito, nel testo, con il coordinamento di cui sopra alle norme urbanistiche comunali.

2.1 Finalità e ambito di intervento

1.1.1 Al fine di favorire il risparmio energetico, l’uso efficiente delle risorse energetiche, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici, contribuendo a conseguire la limitazione delle emissioni inquinanti e climalteranti, anche nell’ottica del rispetto degli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto, il presente atto disciplina in particolare:

a) l’applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici in essi installati

b) le metodologie per la valutazione della prestazione energetica degli edifici e degli impianti

c) il rilascio dell’attestato di certificazione energetica degli edifici

d) il sistema di accreditamento degli operatori preposti alla certificazione energetica degli edifici

e) l'esercizio e la manutenzione degli edifici e degli impianti

9

Page 10: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

f) il sistema informativo regionale per il monitoraggio della efficienza energetica degli edifici e degli impianti

g) le misure di sostegno e di promozione finalizzate all’incremento dell’efficienza energetica ed alla riduzione delle emissioni climalteranti.

1.1.2 Le disposizioni del presente atto entrano in vigore a partire dal 1° luglio 2008, salvo quanto non diversamente specificato.

1.1.3 Nella fase transitoria restano in vigore le disposizioni di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 come emendate dal decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311.

1.1.4 Per assicurare la omogenea applicazione delle disposizioni del presente atto, per favorire il diffuso accesso ai servizi di efficienza energetica, per promuovere la più ampia informazione dei cittadini nonché la formazione e l'aggiornamento degli operatori pubblici e privati in ordine agli interventi di risparmio energetico, uso razionale dell'energia, valorizzazione delle fonti rinnovabili più efficaci sotto il profilo costi/benefici, la Regione promuove forme di collaborazione con le Provincie, i Comuni, le Università e gli istituti di ricerca, le associazioni dei consumatori, dei proprietari e degli inquilini, le organizzazioni rappresentative delle imprese e degli operatori del processo edilizio.

2.2 Definizioni e termini

Ai fini della applicazione del presente regolamento sono riportate di seguito le definizioni dei principali termini:

accertamento: insieme delle attività di controllo pubblico esercitato dagli enti preposti volte a verificare che la progettazione, realizzazione, esercizio, manutenzione delle opere e degli impianti siano conformi alle norme vigenti;

ambiente climatizzato (ambiente a temperatura controllata): vano o spazio chiuso riscaldato o raffrescato a determinate temperature;

attestato di certificazione energetica: documento rilasciato da un soggetto accreditato, comprendente i dati relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio e degli impianti, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento o classi prestazionali che consentono ai cittadini di valutare e confrontare la prestazione energetica dell’edificio. L’attestato è corredato da suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione, in conformità allo schema di cui in allegato 7 dell’atto di indirizzo n. 156/2008 della Regione Emilia Romagna;

attestato di qualificazione energetica: documento redatto da tecnici abilitati, in riferimento ai propri ambiti di competenza e asseverato dal direttore dei lavori, attestante la conformità delle opere realizzate al progetto ed alle norme di riferimento vigenti. L’attestato di qualificazione energetica può essere utilizzato ai fini della certificazione energetica degli edifici, come precisato al punto 7.8 e nell’Allegato 8 dell’atto di indirizzo n. 156/2008 della Regione Emilia Romagna;

certificato di conformità edilizia e agibilità: documento attestante che l’opera realizzata corrisponde al progetto approvato o presentato, in particolare per quello che riguarda la

10

Page 11: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

prestazione energetica dell’edificio e degli impianti in esso installati, in conformità alle prescrizioni previste dalle norme vigenti. Sono soggetti al certificato, ai sensi dell’art. 21 della L.R. n. 31/2002, gli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione urbanistica ed edilizia. Per gli interventi edilizi non compresi nella casistica di cui sopra, la dichiarazione di conformità del professionista abilitato contenuta nella scheda tecnica descrittiva di cui all’art.20 della L.R. n.31 citata, tiene luogo del certificato.

certificazione energetica di un edificio: vedi attestato di certificazione energetica;

chiusure: insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi funzione di separare e di conformare gli spazi interni del sistema edilizio rispetto all’esterno. Sono classificati tali le chiusure opache verticali, orizzontali,inclinate, inferiori o superiori, su spazi esterni, chiusure trasparenti ecc. (rif. UNI 8290-82);

classe energetica o classe di prestazione energetica: intervallo convenzionale delimitato da soglie di riferimento volto a rappresentare sinteticamente la prestazione energetica di un edificio sulla base di predefiniti indicatori di prestazione energetica. Le classi energetiche possono essere differenti a seconda della prestazione che attestano: climatizzazione invernale, estiva, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione e produzione di energia da fonte rinnovabile. Può venire utilizzato un indicatore a valutazione complessiva delle prestazioni.La classe energetica è contrassegnata da lettere da G ad A per efficienza energetica crescente. Possono coesistere maggiori specificazioni per esempio con il ricorso alla classe A+ e A++.

climatizzazione invernale o estiva: insieme di funzioni atte ad assicurare il benessere degli occupanti mediante il controllo, all’interno degli ambienti, della temperatura e, ove presenti dispositivi idonei, della umidità, della portata di rinnovo e della purezza dell’aria;

cogenerazione: produzione combinata di energia elettrica o meccanica e di energia termica, nel rispetto di determinati criteri di efficienza energetica;

conduzione degli impianti di climatizzazione: complesso delle operazioni effettuate dal responsabile dell’esercizio e manutenzione degli impianti attraverso comando manuale, automatico o telematico per la messa in funzione, il governo della combustione, il controllo e la sorveglianza delle apparecchiature componenti gli impianti, al fine di garantire le condizioni di comfort abitativo;

contratto servizio energia: atto contrattuale che disciplina l’erogazione dei beni e servizi necessari a mantenere le condizioni di comfort negli edifici, nel rispetto delle vigenti leggi in materia di uso razionale dell’energia, di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente, provvedendo nel contempo al miglioramento del processo di trasformazione e di utilizzo dell’energia;

controlli sugli edifici o sugli impianti: operazioni svolte da tecnici qualificati operanti sul mercato, al fine di appurare lo stato degli elementi edilizi o degli impianti e l’eventuale necessità di operazioni di manutenzione ordinaria o straordinaria;

dati climatici: con riferimento alla località in cui è collocato l’edificio, i dati climatici possono comprendere i gradi-giorno (GG), le medie mensili delle temperature estive (θe), l’irraggiamento solare totale mensile sul piano orizzontale (Isol,h), l’irraggiamento solare totale mensile per ogni orientamento (Isol),(rif. UNI/ 10349);

11

Page 12: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

diagnosi energetica: procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività e/o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati;

dispersioni per trasmissione attraverso ponti termici: le dispersioni termiche per trasmissione attraverso i ponti termici possono essere calcolate secondo la norma EN ISO 14683. In assenza di dati di progetto attendibili o, comunque, di informazioni più precise, per alcune tipologie edilizie, le dispersioni attraverso i ponti termici possono essere determinate forfettariamente secondo quanto indicato dall’UNI;

durata della stagione di riscaldamento: durata massima di esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale degli ambienti con riferimento al periodo annuale di esercizio e alla durata giornaliera di attivazione dell’impianto, in conformità all’art. 9 del D.P.R. n. 412/93;

edificio: sistema costruito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o con alcuni dei seguenti elementi: l’ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a sé stanti. Gli edifici sono classificati in base alla loro destinazione d'uso nelle seguenti categorie:

E.1 Edifici adibiti a residenza e assimilabili:

E.1 (1) abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali, collegi, conventi, case di pena, caserme;

E.1 (2) abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili;

E.1 (3) edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari;

E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attività industriali o artigianali, purché siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell'isolamento termico;

E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili: ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani, nonché le strutture protette per l'assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;

E.4 Edifici adibiti ad attività ricreative, associative o di culto e assimilabili:

E.4 (1) quali cinema e teatri, sale di riunione per congressi;

E.4 (2) quali mostre, musei e biblioteche, luoghi di culto;

E.4 (3) quali bar, ristoranti, sale da ballo;

E.5 Edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all'ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni;

E.6 Edifici adibiti ad attività sportive:

E.6 (1) piscine, saune e assimilabili;

E.6 (2) palestre e assimilabili;

E.6 (3) servizi di supporto alle attività sportive;

E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;

12

Page 13: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

E.8 Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.

Qualora un edificio sia costituito da parti individuabili come appartenenti a categorie diverse, le stesse devono essere considerate separatamente e cioè ciascuna nella categoria che le compete.

13

Page 14: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Ua) Usi del settore primario: Limitatamente ad utilizzo residenziale E1Tutto il resto E8Ub) Usi per attività specializzate del settore primarioUb1, e Ub2 Ub4 Ub5 E8Uc) Usi del settore secondario Uca Ucb Ucc, Ucd2 Uce Ucf Ucg Uch E8Ucd1 E5Uffici pertinenziali alle attività secondarie E2Ud) Usi per attività direzionali e pubblica amministrazione Uda E2, E4Udb E2Ue) Media e grande distribuzione E5Uf) Residenza E1Ug) Usi per attività commerciali, artigianali e di intermediazione connesse alla residenzaUga E5Ugb E4 (3)Ugc E2 E6Ugd E2 Uge E8Uh) Ricettività E1 (3)(2)Ui) Usi per altri servizi sociali Uia E7Uib E4Uic E3Uid E2Uie E4Uif, Uig ==Ul) Istruzione superiore E 7Um) Sanità e igiene Uma E3Umb Umc E8 Un) Usi per attività sportive e ricreative E6Uo) Usi per attività culturali e spettacolo E4Up) Usi per la difesa e la vigilanza E1 (1)Uu) Usi per funzioni urbane singolari E4Uv) Usi per servizi alla mobilità veicolare E5 E5Uz) Usi per impianti di urbanizzazione generale e primaria Non soggette al presente regolamentoRe) Reti di urbanizzazione e per la mobilità Non soggette al presente regolamento

Al fine di agevolare il coordinamento tra questo Regolamento ed il RUE, le suddette classificazioni sono tradotte, nelle categorie previste nel Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del Comune di Parma secondo la tabella sotto riportata:

14

Page 15: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

edificio di nuova costruzione: edificio per il quale la richiesta di permesso di costruire o denuncia di inizio attività, comunque denominato, sia stata presentata successivamente alla data di entrata in vigore del presente regolamento;

efficienza energetica di un edificio: vedi prestazione energetica di un edificio;

esercizio e manutenzione di un impianto termico: complesso di operazioni che comporta l’assunzione di responsabilità finalizzata alla gestione degli impianti, includente la conduzione,la manutenzione ordinaria e straordinaria ed il controllo, nel rispetto delle norme in materia di sicurezza, di contenimento dei consumi energetici e di salvaguardia ambientale.

fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale: quantità di energia primaria globalmente richiesta, nel corso dell’anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la temperatura di progetto, in regime di attivazione continua. Analogamente per il fabbisogno per la climatizzazione estiva, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la illuminazione artificiale degli ambienti.

fonti di energia rinnovabili: l’energia solare, eolica, geotermica, idraulica, del moto ondoso, i gas di discarica, i gas residuati dai processi di depurazione, i biogas, le biomasse intese come parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.

generatore di calore o caldaia: complesso bruciatore-caldaia che permette di trasferire al fluido termovettore il calore prodotto dalla combustione.

gradi giorno di una località: parametro convenzionale rappresentativo delle condizioni climatiche locali, utilizzato per stimare al meglio il fabbisogno energetico necessario per mantenere gli ambienti ad una temperatura prefissata. L’unità di misura utilizzata è il grado giorno (GG);

impianto energetico: impianto o sistema tecnologico stabilmente inserito in un complesso edilizio, in un edificio o in una sua parte ed asservito a specifiche esigenze funzionali di climatizzazione ed illuminazione degli ambienti, produzione di energia elettrica, acqua calda ed altre forme di energia con funzione di produzione e/o trasformazione e/o trasporto e/o stoccaggio e/o utilizzazione di qualunque fonte o vettore energetico, compresi i sistemi di controllo, regolazione, gestione e contabilizzazione;

impianto termico: impianto tecnologico destinato alla climatizzazione estiva e/o invernale degli ambienti con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari o alla sola produzione centralizzata di acqua calda per gli stessi usi, comprendente eventuali sistemi di produzione, accumulo, distribuzione e utilizzazione del calore, nonché gli organi di regolazione e di controllo; sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento, mentre non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi per il riscaldamento localizzato ad energia radiante, scaldacqua unifamiliari; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare è maggiore o uguale a 15 kW;

impianto termico di nuova istallazione: impianto termico installato in un edificio di nuova costruzione o in un edificio o porzione di edificio antecedentemente privo di impianto termico;

15

Page 16: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

indice di prestazione energetica parziale: esprime il consumo di energia primaria parziale riferito a un singolo uso energetico dell’edificio (a titolo d’esempio: alla sola climatizzazione invernale, climatizzazione estiva, o produzione di acqua calda per usi sanitari, illuminazione artificiale) riferito all’unità di superficie utile o di volume lordo, espresso rispettivamente in kWh/m2 anno o kWh/m3 anno;

interventi di ristrutturazione di un impianto termico: interventi rivolti a trasformare l'impianto termico mediante un insieme sistematico di opere che comportino la modifica sostanziale sia dei sistemi di produzione che di distribuzione del calore; rientrano in questa categoria anche la trasformazione di un impianto termico centralizzato in impianti termici individuali e viceversa, nonché la risistemazione impiantistica nelle singole unità immobiliari o parti di edificio in caso di installazione di un impianto termico individuale previo distacco dall'impianto termico centralizzato;

involucro edilizio: insieme delle strutture edilizie esterne che delimitano un edificio;

ispezioni su edifici ed impianti: interventi di controllo tecnico e documentale in sito, svolti da esperti qualificati incaricati dalle autorità pubbliche competenti, mirati a verificare che le opere e gli impianti siano conformi alle norme vigenti e che rispettino le prescrizioni e gli obblighi in esse stabiliti;

manutenzione ordinaria dell’impianto termico: operazioni previste nei libretti d’uso e manutenzione degli apparecchi e componenti che possono essere effettuate in luogo con strumenti ed attrezzature di corredo agli apparecchi e componenti stessi e che comportino l’impiego di attrezzature e di materiali di consumo d’uso corrente;

manutenzione straordinaria dell’impianto termico: interventi atti a ricondurre il funzionamento dell’impianto a quello previsto dal progetto e/o dalla normativa vigente mediante il ricorso, in tutto o in parte, a mezzi, attrezzature, strumentazioni, riparazioni, ricambi di parti, ripristini, revisione o sostituzione di apparecchi o componenti dell’impianto termico;

massa superficiale: massa per unità di superficie delle pareti opache, compresa la malta dei giunti esclusi gli intonaci. L’unità di misura utilizzata è il kg/m2. Rappresenta il parametro principale che caratterizza il comportamento dinamico della parete in relazione allo sfasamento dell’onda termica dovuta agli apporti termici solari e all’irraggiamento termico. Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto di adeguati valori di massa superficiale delle pareti opache possono essere raggiunti, in alternativa, con l’utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, che permettono di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare;

metodologia per la determinazione della prestazione energetica: insieme di procedure tecniche basate su criteri normalizzati, volte a determinare la prestazione energetica di un edificio a partire da appropriati dati di base, raccolti mediante un audit energetico o ripresi dal progetto, utilizzabile ai fini del rilascio dell’attestato di qualificazione energetica ovvero dell’attestato di certificazione energetica;

modello di calcolo validato: sistema di elaborazione dei dati di base, definito nel rispetto della metodologia di valutazione della prestazione energetica fissata dalla normativa e finalizzato ad agevolare le attività di calcolo, i cui risultati sono stati oggetto di una procedura di validazione (controllo di qualità dei risultati). Il modello di calcolo può essere supportato da un software appropriato;

16

Page 17: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

pompa di calore: dispositivo o impianto che sottrae calore dall'ambiente esterno o da una sorgente di calore a bassa temperatura e lo trasferisce all'ambiente a temperatura controllata;

ponte termico: discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza agli innesti di elementi strutturali (solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro); ponte termico corretto: situazione in cui la trasmittanza termica della parete fittizia (il tratto di parete esterna in corrispondenza del ponte termico) non supera più del 15% la trasmittanza termica della parete corrente;

potenza termica convenzionale di un generatore di calore: potenza termica del focolare diminuita della potenza termica persa al camino; l'unità di misura utilizzata è il kW;

potenza termica del focolare di un generatore di calore: prodotto del potere calorifico inferiore del combustibile impiegato e della portata di combustibile bruciato; l'unità di misura utilizzata è il kW;

potenza termica utile di un generatore di calore: quantità di calore trasferita nell'unità di tempo al fluido termovettore, corrispondente alla potenza termica del focolare diminuita della potenza termica scambiata dall'involucro del generatore con l'ambiente e della potenza termica persa al camino; l'unità di misura utilizzata è il kW;

prestazione energetica (efficienza energetica ovvero rendimento) di un edificio: quantità annua di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell'edificio, compresi la climatizzazione invernale e estiva, la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, la ventilazione e l'illuminazione. Tale quantità viene espressa da uno o più descrittori che tengono conto della coibentazione, delle caratteristiche tecniche e di installazione, della progettazione e della posizione in relazione agli aspetti climatici, dell'esposizione al sole e dell'influenza delle strutture adiacenti, dell'esistenza di sistemi di trasformazione propria di energia e degli altri fattori, compreso il clima degli ambienti interni, che influenzano il fabbisogno energetico;

progetto energetico dell’edificio o progettazione energetica: procedura che integra la progettazione del sistema edificio-impianto, dal progetto preliminare sino agli elaborati esecutivi, e comprende: la selezione delle soluzioni più idonee ai fini dell’uso razionale dell’energia e della riduzione dell’impatto ambientale (incluse le caratteristiche architettoniche e tecnologiche dell’involucro edilizio, le caratteristiche degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, degli impianti di illuminazione artificiale e gli altri usi elettrici o energetici obbligati), la verifica dei requisiti energetici, l’esecuzione dei calcoli e la redazione delle relazioni previste dalla legislazione energetica vigente (in conformità alle disposizioni di cui all’Atto di indirizzo e coordinamento n. 156/2008 e alla normativa tecnica di riferimento);

proprietario dell'impianto termico: chi è proprietario, in tutto o in parte, dell'impianto termico; nel caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati amministrati in condominio e nel caso di soggetti diversi dalle persone fisiche, gli obblighi e le responsabilità posti a carico del proprietario per quello che riguarda l’esercizio e la manutenzione dell’impianto sono da intendersi riferiti agli amministratori del condominio o per essi ad un soggetto terzo a ciò incaricato;

rendimento di combustione o rendimento termico convenzionale di un generatore di calore: rapporto tra la potenza termica convenzionale e la potenza termica del focolare;

17

Page 18: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

rendimento di produzione medio stagionale: rapporto tra l’energia termica utile generata e immessa nella rete di distribuzione e l’energia primaria delle fonti energetiche, compresa l’energia elettrica, calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio di cui all’art.9 del D.P.R. n. 412/1993. Ai fini della conversione dell’energia elettrica in energia primaria si considera l’equivalenza: 9MJ =1kWhe;

rendimento energetico di un edificio: vedi prestazione energetica di un edificio.

rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico: rapporto tra il fabbisogno di energia termica utile per la climatizzazione invernale e l’energia primaria delle fonti energetiche, ivi compresa l’energia elettrica dei dispositivi ausiliari, calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio di cui all’art.9 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412. Ai fini della conversione dell’energia elettrica in energia primaria si considera l’equivalenza: 9MJ =1kWhe; rendimento termico utile di un generatore di calore: rapporto tra la potenza termica utile e la potenza del focolare;

requisiti minimi di prestazione energetica regionali: requisiti che si applicano alla progettazione e realizzazione degli interventi edilizi con i limiti e le modalità specificati al punto 1.3 del presente documento;

responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia: tecnico incaricato dai soggetti di cui all’art. 19, comma 1, legge n. 10/1991 per la individuazione delle azioni, degli interventi, delle procedure e di quant’altro necessario per promuovere l’uso razionale dell’energia;

ristrutturazione di un impianto termico: vedi interventi di ristrutturazione;

schermature solari esterne: sistemi che, applicati all’esterno di una superficie vetrata trasparente, permettono una modulazione variabile e controllata dei parametri energetici e ottico luminosi in risposta alle sollecitazioni solari;

sistema di condizionamento d’aria: complesso di tutti i componenti necessari per un sistema di trattamento dell’aria, attraverso il quale la temperatura è controllata o può essere abbassata, eventualmente in combinazione con il controllo della ventilazione, dell’umidità e della purezza dell’aria;

sistemi filtranti: pellicole polimeriche applicabili su superfici trasparenti in grado di modificare le caratteristiche di trasmissione dell’energia solare, dei raggi ultravioletti, infrarossi, luce visibile;

soggetto certificatore:soggetto accreditato al rilascio dell’attestato di certificazione energetica degli edifici in conformità alle disposizioni del presente atto;

sostituzione di un generatore di calore: rimozione di un vecchio generatore e l’installazione di un altro nuovo, di potenza termica non superiore del 10% alla potenza del generatore sostituito, destinato ad erogare energia termica alle medesime utenze; stagione di raffrescamento: periodo dell’anno durante il quale vi è una richiesta significativa di energia per il raffrescamento degli ambienti;

18

Page 19: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

stagione di riscaldamento: periodo dell’anno durante il quale vi è una richiesta significativa di energia per il riscaldamento degli ambienti;

superficie disperdente: ai fini del calcolo del rapporto di forma S/V dell’edificio o dell’unità immobiliare, è la superficie espressa in metri quadrati che delimita verso l’esterno ovvero verso ambienti climatizzati a temperatura interna diversa o non climatizzati il volume lordo climatizzato dell’edificio o dell’unità immobiliare;

superficie utile: superficie netta calpestabile della zona riscaldata;

temperatura dell'aria in un ambiente: temperatura dell'aria misurata secondo le modalità prescritte dalla norma tecnica UNI 5364;

terzo responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico: persona fisica o giuridica che, essendo in possesso dei requisiti previsti dalle normative vigenti e comunque di idonea capacità tecnica, economica, organizzativa, è delegata dal proprietario ad assumere la responsabilità dell'esercizio, della manutenzione e dell'adozione delle misure necessarie al contenimento dei consumi energetici e alla salvaguardia dell’ambiente;

trasmittanza termica: flusso di calore che passa attraverso una parete per m2 di superficie della parete e per grado K di differenza tra la temperatura interna ad un locale e la temperatura esterna o del locale contiguo. Per il calcolo della trasmittanza termica dei componenti opachi e trasparenti può essere fatto ricorso alle norme UNI ed EN ISO ovvero a dichiarazioni del produttore conformi alle norme di prodotto armonizzate;

trasmittanza termica periodica: parametro che caratterizza la capacità di una parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell’arco delle 24 ore, in conformità alle norme UNI-EN-ISO;

valori massimi della temperatura ambiente: valori massimi della temperatura dei diversi ambienti di una unità immobiliare, durante il periodo in cui è in funzione l’impianto di climatizzazione invernale, in conformità a quanto stabilito dalle norme vigenti (rif. art. 4 del D.P.R. n. 412/1993);

valori nominali delle potenze e dei rendimenti degli impianti termici: quelli dichiarati e garantiti dal costruttore per il regime di funzionamento continuo;

zona climatica: suddivisione del territorio nazionale in funzione dei gradi-giorno (GG) delle località, indipendentemente dalla ubicazione geografica. Tali zone sono contraddistinte con la lettera A (comuni che presentano un numero di GG non superiori a 600) fino ad arrivare alla lettera F (comuni con numero di gradi-giorno maggiore di 3000) (rif. art. 2 del D.P.R. n.412/1993);

zona termica: parte dell’ambiente climatizzato mantenuto a temperatura uniforme attraverso lo stesso impianto di riscaldamento, raffrescamento e/o ventilazione.

19

Page 20: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.3 Requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici

Guida alla letturaNel paragrafo 1.3.1 sono individuati gli interventi edilizi ai quali si applica, in modo integrale ovvero limitato, la normativa regionale. Trattandosi di una materia in continua evoluzione, la Regione si è poi riservata la possibilità di aggiornare e rivedere gli standard previsti per ora nell’atto di indirizzo e coordinamento. Al paragrafo 1.3.6. sono indicati invece gli edifici e gli impianti esclusi dall’ambito di applicazione della normativa regionale. Tra gli edifici esclusi, anche quelli vincolati in base al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

1.3.1. Fatte salve le esclusioni di cui al successivo punto 1.3.6, i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici di cui alla Parte Seconda del presente regolamento si applicano alla progettazione e realizzazione degli interventi edilizi con i limiti e le modalità specificati nello stessa Parte Seconda e trovano:

a) una applicazione integrale nel caso di edifici di nuova costruzione ed impianti in essi installati, demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti, interventi di ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati;

b) una applicazione integrale, ma limitata al solo ampliamento dell’edificio, nel caso che il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore al 20% di quello dell’edificio esistente, e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati;

c) una applicazione limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni, nel caso di interventi su edifici esistenti non ricadenti nelle tipologie di cui alle lettere a) e b) precedenti, quali:

- ampliamenti volumetrici, sempre che il volume a temperatura controllata della nuova porzione dell’edificio non risulti superiore al 20% di quello esistente;

- ristrutturazione totale o parziale di edifici esistenti di superficie utile non superiore a 1.000 metri quadrati;

- manutenzione straordinaria dell'involucro edilizio;

- recupero di sottotetti per finalità d’uso;

- nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici in edifici esistenti;

- sostituzione di generatori di calore.

1.3.2. Il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 si applica in quanto compatibile con il presente atto, ferme restando le disposizioni di cui all’art. 16, comma 2, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192.

1.3.3. Con successivi atti di Giunta, sentita la Commissione assembleare competente, gli allegati che costituisono parte integrante del presente atto potranno esssere modificati in ragione dello sviluppo tecnico–scientifico, dei risultati del monitoraggio sulla efficacia del presente regolamento per il raggiungimento degli obiettivi di politica energetica comunale ed in conformità all’evoluzione del quadro normativo regionale, nazionale e comunitario.

20

Page 21: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

1.3.4. In particolare, valutata l’efficacia del presente provvedimento con le attività di monitoraggio di cui al punto precedente, la Giunta Regionale, a partire dal 31 dicembre 2010, presenta all’Assemblea legislativa proposte concernenti:

- eventuali misure complementari relative alla ristrutturazione degli edifici di superficie utile inferiore a 1.000 metri quadrati;

- l’eventuale miglioramento degli standard di prestazione energetica espressi nel presente atto.

1.3.5. Inoltre la Giunta, sentita la Commissione competente, adegua la delibera alle modifiche delle normative italiane e alle nuove Direttive dell'Unione Europea, anche con l'obiettivo di indicare agli operatori le date previste per la modifica delle norme vigenti e per ulteriori miglioramenti dei requisiti minimi di prestazione energetica regionale degli edifici. -

1.3.6. Con successivi atti sono disciplinati i criteri generali, le metodologie di calcolo ed i requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi energetici nella climatizzazione estiva e per l’illuminazione degli ambienti, nonché i requisiti generali di ecosostenibilità.

1.3.6 Sono escluse dalla applicazione dei requisiti minimi del presente atto le seguenti categorie di edifici e di impianti:

a) gli immobili ricadenti nell’ambito della disciplina della parte seconda e dell’art. 136, comma 1, lett. b) e c) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché quelli di valore storico architettonico e gli edifici di pregio storico-culturale e testimoniale individuati dalla pianificazione urbanistica ai sensi dell’art. A-9, commi 1 e 2 dell’Allegato alla L.R. 20/2000, nei casi in cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe una alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici;

b) i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali quando gli ambienti sono riscaldati in virtù delle particolari esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili;

c) i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati; d) gli impianti installati ai fini del processo produttivo realizzato nell’edificio, anche se

utilizzati, in parte non preponderante, per usi energetici tipici del settore civile, fermo restando l’osservanza delle norme urbanistiche ed edilizie.

21

Page 22: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.4 Documentazione tecnica, titoli abilitativi, accertamenti e sanzioni.

Guida alla letturaNel presente paragrafo la Regione enuncia i fondamentali elementi procedurali inerenti il flusso documentale tra il proponente il progetto ed i competenti uffici del Comune. Vengono esplicitati contenuti, modalità di consegna e modalità di archiviazione dei vari documenti necessari all’accesso all’autorizzazione ed ai premi previsti dal meccanismo di incentivazione. Il Comune di Parma provvederà ad approvare, ove necessrio integrandola, la propria procedura, adattandole alle norme degli strumenti urbanistici, sulla base del proprio modello organizzativo, mediante una apposita delibera di Giunta Comunale.

1.4.1. Il rispetto dei requisiti minimi obbligatori richiamati al capitolo 1.3 e le disposizioni del presente capitolo 1.4 si applicano agli interventi di cui al punto 1.3.1 per i quali a decorrere dal 1° luglio 2008 sia presentata richiesta di rilascio del permesso di costruzione ovvero denuncia di inizio attività, secondo la legislazione vigente.

1.4.2. Il rispetto dei requisiti minimi è obbligatorio anche per le opere e gli interventi di cui all’art. 7 della stessa L.R. 31/2002, non subordinati a titoli abilitativi, il cui progetto preliminare sia approvato a decorrere dal 1° luglio 2008. L’approvazione dei progetti relativi a tali interventi subordinata ad una asseverazione da parte del progettista abilitato, dei requisiti minimi di cui alle parti 2 e 3. La conformità delle opere realizzate rispetto al progetto, così come l’attestato di qualificazione energetica, sono asseverati dal direttore dei lavori al completamento degli stessi. Tale documentazione è necessaria per il collaudo delle opere e per il rilascio del certificato di conformità edilizia ed agibilità.

1.4.3. L’osservanza dei requisiti minimi di prestazione energetica è altresì obbligatoria nel caso di attività edilizia libera, ai sensi dell’art. 4, comma 1 della L.R. n. 31/2002, i cui lavori siano iniziati a decorrere dal 1° luglio 2008.

1.4.4. I requisiti minimi definiti con il presente atto sostituiscono i requisiti cogenti di cui alla delibera della Giunta Regionale n. 268/2000 con riferimento alla famiglia 6 “Risparmio energetico”, in conformità a quanto previsto dall’articolo 34, comma 2, della L.R. 31/2002I comuni, nell’ambito dell’attività di elaborazione degli strumenti di panficazione POC, PSC e RUE, sono tenuti a recepire i valori dei requisiti minimi energetici di cui alle Parti 2 e 3….

1.4.5. A corredo del progetto degli interventi di cui ai punti 1.4.1 e 1.4.2, il progettista abilitato predispone una relazione tecnica ai sensi dell’articolo 28, comma 1, della L. 10/1991, secondo lo schema riportato nell’Allegato 4 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna. Con la dichiarazione di cui all’art. 10, comma 1 e all’art. 13, comma 2, della L.R. n. 31/2002, il progettista abilitato assevera la conformità del progetto e dei contenuti della relazione tecnica ai requisiti minimi di cui alla Parte Seconda del presente regolamento. L’inosservanza delle prescrizioni del presente comma comporta anche l’applicazione delle pertinenti sanzioni di cui all’art. 15 del D. Lgs. n. 192/2005 e successive modifiche.

1.4.6. La scheda tecnica descrittiva di cui all’art. 20 della L.R. n. 31/2002 è integrata dalla dichiarazione di conformità delle opere realizzate rispetto al progetto e alla relazione tecnica per il soddisfacimento dei requisiti minimi di rendimento energetico di cui alla Parte Seconda del presente regolamento, e dall’attestato di qualificazione energetica redatto

22

Page 23: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

secondo lo schema di cui all’Allegato 5 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna. La predisposizione di tale documentazione non può costituire un onere aggiuntivo per il committente. L’inosservanza delle prescrizioni del presente comma comporta anche l’applicazione delle pertinenti sanzioni di cui all’art. 15 del D. Lgs. n. 192/2005 e successive modifiche.

1.4.7. Per gli edifici di nuova costruzione e per gli interventi sugli edifici esistenti richiamati al punto 1.3.1, lett. a) del presente regolamento deve essere redatto l’attestato di qualificazione energetica riferito al sistema edificio/impianto nella sua globalità. In tutti gli altri casi di cui al punto 1.3.1, l’attestato può essere predisposto anche limitatamente alle parti dell’edificio o impianto oggetto di interventi di riqualificazione. In tal caso le raccomandazioni per gli interventi migliorativi di cui alla lett. u), punto 8 dell’Allegato 5 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna, devono riguardare l’intero edificio.

1.4.8. L’attestato di qualificazione energetica, redatto da tecnici abilitati, in riferimento ai propri ambiti di competenza e asseverato dal direttore dei lavori, attesta la conformità delle opere realizzate al progetto ed alle norme di riferimento vigenti. L’attestato di qualificazione energetica può essere utilizzato ai fini della certificazione energetica degli edifici, come precisato al punto 1.7.9 del presente atto e nell’Allegato 8 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna.

1.4.9. La documentazione di cui ai punti 1.4.5 e 1.4.6 è conservata dal Comune di Parma, anche ai fini dei controlli e degli accertamenti di cui agli artt. 11, 17 e 22 della L.R. n. 31/2002. A tale scopo il Comune di Parma può richiedere la consegna della documentazione anche in modalità informatica.

1.4.10. Ai sensi dell’art. 8, comma 5, del D.Lgs. n. 192/2005, il Comune di Parma, anche avvalendosi di esperti o di organismi esterni, effettua controlli sul soddisfacimento dei requisiti minimi di cui alla Parte Seconda del presente regolamento anche su richiesta del proprietario, del committente, dell’acquirente o del conduttore dell’immobile. Il costo di tali accertamenti è posto a carico del richiedente.

1.4.11. Ai fini della più estesa applicazione delle norme del presente atto, per i soggetti sottoposti all’obbligo di cui all’art. 19 della L. n. 10/1991 la documentazione di cui ai punti 1.4.5 e 1.4.6 dovrà essere obbligatoriamente integrata dall'attestazione di verifica sulla applicazione delle norme del presente atto resa dal responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia nominato da detti soggetti.

1.4.12. I calcoli e le verifiche necessari al rispetto del presente regolamento sono eseguiti utilizzando metodi che garantiscono risultati conformi alle migliori regole tecniche. Si considerano rispondenti a tale requisito le norme tecniche predisposte dagli organismi deputati a livello nazionale o comunitario, quali ad esempio l’UNI e il CEN, o altri metodi di calcolo recepiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico.L’utilizzo di altri metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppati da organismi istituzionali nazionali, quali l’ENEA, le università o gli istituti del CNR, è possibile, motivandone l’uso nella relazione tecnica di progetto di cui al precedente punto 1.4.5, purché i risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti.

1.4.13 Le violazioni al presente regolamento sono sanzionate ai sensi dell’art.15 del Decreto legislativo n. 192/05 e successive modifiche, ed ai sensi degli articoli 132 e seguenti del Decreto Presidente della Repubblica n.380/2002 modificato.

23

Page 24: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Inoltre, nell’ipotesi in cui l’intervento abbia comportato illegittimamente un aumento di slu o di volumi si applicano le sanzioni di cui alla Legge Regionale n.23/2004 e le disposizioni di cui all’art.44 del Decreto del Presidente della Repubblica n.380/2001 modificato.

2.5 Certificazione energetica degli edifici: ambito di applicazione

Guida alla letturaNel presente paragrafo la Regione introduce l’attestato di certificazione energetica, individuando l’obiettivo dell’attestato di certificazione energetica (1.5.17); gli interventi per i quali è obbligatorio (1.5.2. e 1.5.4.); il suo contentuo (1.5.10.); i benefici che esso può comportare (1.5.3.); le modalità ed i tempi per il suo aggiornamento (1.5.4. secondo periodo e 1.5.9.); i contratti cui deve essere allegato (1.5.5. e 1.5.6.); la sua validità temporale (1.5.7. e 1.5.8.); gli oneri a carico del soggetto accreditato (1.5.11.); i connessi obblighi di esposizione per gli edifici pubblici o adibiti ad uso pubblico (1.5.12.); le modalità di certificazione per le singole unità immobiliari (1.5.13.); gli impanti e gli edifici non soggetti all’obbligo della certificazione (1.5.14.); la possibilità da parte del proprietario o dell’avente in uso dell’immobile di dotarsi, anche per i casi di esclusione di cui al paragrafo 1.5.14, della certificazione energetica (1.5.15); la possibilità dell’attestato di qualificazione energetica di sostituirel’attestato di certificazione enegertica, nella fase transitoria, ormai già decorsa(1.5.16); identifica modalità e ambito di applicazione del documento di certificazione energetica che deve accompagnare molti degli interventi sugli edifici trattati dal presente regolamento. Oltre a descrivere l’ambito di utilizzo, vengono analizzate le circostanze dove questo documento è richiesto unitamente a modalità e fini della sua archiviazione nel Sistema Regionale.

1.5.1. Gli interventi di cui al punto 1.3.1, lett. a) del presente atto debbono essere dotati, al termine dell’intervento ed a cura del costruttore, di un attestato di certificazione energetica, rilasciato da un soggetto accreditato.

1.5.2. L’attestato di certificazione energetica è altresì obbligatorio nei casi e con le gradualità nel seguito indicate e con onere a carico rispettivamente del venditore e del locatore:

a) a decorrere dal 1° luglio 2008, agli edifici, nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’intero immobile con esclusione delle singole unità immobiliari;

b) a decorrere dal 1° luglio 2009, alle singole unità immobiliari, nel caso di trasferimento a titolo oneroso;

c) a decorrere dal 1° luglio 2010, agli edifici e singole unità immobiliari soggetti a locazione con contratto stipulato successivamente a tale data.

1.5.3. L’attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessata è necessario per accedere agli incentivi ed alle agevolazioni di qualsiasi natura, come sgravi fiscali o contributi a carico di fondi pubblici o della generalità degli utenti, finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’unità immobiliare, dell’edificio o degli impianti. Sono in ogni caso fatti salvi i diritti acquisiti ed il legittimo affidamento in relazione ad iniziative già formalmente avviate a realizzazione o notificate all’amministrazione competente e che non necessitino di preventivo assenso o concessione della medesima.

1.5.4. La stipula o il rinnovo di contratti relativi alla gestione di edifici e impianti energetici ovvero relativi alla realizzazione di programmi di miglioramento della efficienza energetica anche attraverso il ricorso a società di servizi energetici (ESCO), contratti di rendimento energetico, finanziamento tramite terzi, di cui alla direttiva 2006/32/CE, riferiti ad edifici pubblici, o nei

24

Page 25: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

quali figura comunque come committente un soggetto pubblico, è subordinato alla predisposizione, a cura dell’aggiudicatario, dell’attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessati, entro i primi sei mesi di vigenza contrattuale. L’attestato di certificazione energetica deve essere aggiornato, senza oneri a carico del committente, entro i 180 giorni successivi alla realizzazione di qualunque intervento che comporti la modifica del rendimento energetico dell’edificio, dell’unità immobiliare o degli impianti, sia che tali interventi siano realizzati dal committente che dall’aggiudicatario. In caso di inadempienza degli obblighi sopra indicati si applicano le disposizioni previste dalla normativa vigente in materia di contratti pubblici.

1.5.5. Nel caso di trasferimento a titolo oneroso di interi immobili o singole unità immobiliari già dotati di attestato di certificazione energetica in base ai punti 1.5.1 e 1.5.2 precedenti, detto attestato è allegato all’atto di trasferimento in copia originale o in copia autenticata.

1.5.6. Nel caso di locazione di interi immobili o unità immobiliari già dotati di attestato di certificazione energetica in base a quanto disposto ai punti 1.5.1 e 1.5.2 precedenti, lo stesso è messo a disposizione del conduttore o ad esso consegnato in copia dichiarata dal proprietario conforme all’originale in suo possesso.

1.5.7. L’attestato di certificazione energetica ha una validità temporale massima di dieci anni a partire dal suo rilascio, ed è aggiornato ad ogni intervento che modifica la prestazione energetica dell’edificio o dell’impianto ovvero in relazione agli esiti dei controlli di efficienza energetica di cui al punto 8.8 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna.

1.5.8. La validità massima dell’attestato di certificazione di un edificio, di cui al punto 1.5.7, è confermata solo se sono rispettate le prescrizioni connesse agli esiti delle operazioni di controllo di efficienza energetica degli impianti di climatizzazione. Nel caso di mancato rispetto delle suddette prescrizioni, l’attestato di certificazione decade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di scadenza non rispettata delle prescrizioni medesime. A tal fine i libretti di impianto o di centrale di cui all’articolo11, comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, sono allegati all’attestato di certificazione energetica.

1.5.9. Ai sensi del punto 1.5.7 l’attestato di certificazione energetica è aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione che modifica la prestazione energetica nei termini seguenti:

a) ad ogni intervento migliorativo della prestazione energetica a seguito di interventi di riqualificazione che riguardino almeno il 25% della superficie esterna dell’immobile;

b) ad ogni intervento migliorativo della prestazione energetica a seguito di interventi di riqualificazione degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda sanitaria che prevedono l’installazione di sistemi con rendimenti più alti di almeno 5 punti percentuali rispetto ai sistemi preesistenti;

c) ad ogni intervento di ristrutturazione o di sostituzione di componenti o apparecchi che, fermo restando il rispetto delle norme vigenti, possa ridurre la prestazione energetica dell’edificio;

d) facoltativo in tutti gli altri casi.

1.5.10. L’attestato di certificazione energetica, rilasciato da un soggetto accreditato, comprende i dati relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio e degli impianti, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento o classi prestazionali che consentono ai cittadini di valutare e confrontare la prestazione energetica dell’edificio. L’attestato è corredato da suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione, in conformità allo schema di cui all’Allegato 7 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna.

25

Page 26: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

1.5.11. Il soggetto accreditato deve trasmettere entro 15 giorni dalla compilazione dell'attestato di certificazione energetica la documentazione di cui ai precedenti punti 1.5.1, 1.5.2 e 1.5.3 all’Organismo Regionale di accreditamento dei soggetti preposti alla certificazione energetica degli Edifici, (come previsto anche dall’art. 6 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna), mediante inserimento dei dati attraverso un apposito sito dedicato, ottenendone ricevuta informatica.

1.5.12. Negli edifici pubblici o adibiti ad uso pubblico la cui superficie utile totale supera i 1.000 metri quadrati ovvero nei casi di cui ai punti 1.5.3 e 1.5.4, l’attestato di certificazione energetica è reso facilmente visibile per il pubblico nello stesso edificio a cui l’attestato si riferisce. Per gli stessi edifici possono essere chiaramente esposte, attraverso l'adozione di adeguate targhe o altri dispositivi indicatori, l'appartenenza degli edifici medesimi alle specifiche classi di rendimento energetico, la temperatura raccomandata e quelle reali per gli ambienti interni ed eventualmente le altre grandezze meteorologiche pertinenti così come l’entità delle emissioni di gas ad effetto serra unitarie o totali.

1.5.13. La certificazione delle singole unità immobiliari è effettuata in conformità a quanto stabilito nell’Allegato 8 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna.

1.5.14. Sono escluse dall’applicazione delle disposizioni relative alla certificazione energetica di cui al presente punto, le seguenti categorie di edifici e di impianti:

a) gli immobili ricadenti nell’ambito della disciplina della Parte Seconda e dell’art. 136, comma 1, lett. b) e c) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché quelli di valore storico architettonico e gli edifici di pregio storico-culturale e testimoniale individuati dalla pianificazione urbanistica ai sensi dell’art. A-9, commi 1 e 2 dell’Allegato alla L.R. n. 20/2000, nei casi in cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe una alterazione inaccettabile del loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici;

b) i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili;

c) i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati;d) gli impianti installati ai fini del processo produttivo realizzato nell’edificio, anche se

utilizzati, in parte non preponderante, per usi energetici tipici del settore civile, fermo restando l’osservanza delle norme urbanistiche ed edilizie.

1.5.15. In ogni caso, il proprietario o l’avente in uso un immobile o unità abitativa può dotarsi dell’attestato di certificazione energetica, con onere a proprio carico, secondo le modalità stabilite dall’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna .

1.5.16. Sino all’entrata in funzione del sistema regionale di accreditamento di cui al punto 6 seguente, l’attestato di certificazione energetica è sostituito a tutti gli effetti dall’attestato di qualificazione energetica secondo le modalità di cui all’Allegato 5 o da un attestato rilasciato in base ad una procedura di certificazione energetica stabilita da un comune o da un'altra regione o provincia autonoma, ferma restando la conformità dell’attestato a quanto disposto negli Allegati 7, 8 e 9.

1.5.17. L’obiettivo degli attestati di certificazione energetica di cui al presente atto è limitato alla fornitura ai soggetti interessati delle informazioni utili in ordine alla prestazione energetica dell’edificio (o unità immobiliare) e ai possibili interventi di miglioramento, fatto salvo ogni altro effetto derivante da tali attestati e previsto da eventuali leggi nazionali e regionali.

26

Page 27: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.6 Disposizioni in materia di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti

Vengono qui fissati i limiti e gli ambiti dove il regolamento energetico intende normare le prestazioni per gli edifici e gli impianti, successivamente esplicitate nelle schede tecniche dedicate. In particolare vengono normate le prestazioni degli impianti termici a seconda della loro dimensione in potenza nominale [kW], le prestazioni dell’involucro edilizio e sull’uso obbligatorio dele fonti rinnovabili negli edifici.

1.6.1 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del DPR n. 412/1993 , nel caso di edifici di nuova costruzione e negli altri casi di cui al punto 1.3.1 lettera a) e b) del presente regolamento, si procede in sede progettuale:

a) alla determinazione dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione di acqua calda sanitaria (EPacs) ed alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite che sono riportati nelle pertinenti tabelle di cui alla Parte Seconda requisito 2.1.

b) al calcolo del rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico ed alla verifica che lo stesso risulti superiore al valore limite riportato nella Parte Seconda, requisito 2.3.

 1.6.2 Nei casi di ristrutturazione edilizia o manutenzione straordinaria previsti dal punto 1.3.1

lettera c) del presente regolamento consistenti in opere che prevedono a titolo esemplificativo e non esaustivo, rifacimento di pareti esterne, di intonaci esterni, del tetto o dell'impermeabilizzazione delle coperture, si applica quanto previsto ai punti seguenti:

a) Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso di cui al capo 3 delle NTA del RUE e riportate al punto 1.2, Parte Prima del presente regolamento, il valore della trasmittanza termica (U) per le strutture opache verticali, a ponte termico corretto, delimitanti il volume riscaldato verso l'esterno, ovvero verso ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a quello riportato nella pertinente tabella della Parte Seconda, requisito 2.2. Qualora il ponte termico non dovesse risultare corretto o qualora la progettazione dell'involucro edilizio non preveda la correzione dei ponti termici, i valori limite della trasmittanza termica riportati nella pertinente tabella della Parte Seconda, requisito 2.2, devono essere rispettati dalla trasmittanza termica media (parete corrente più ponte termico). Nel caso di pareti opache verticali esterne in cui fossero previste aree limitate oggetto di riduzione di spessore (sottofinestre ed altri componenti) devono essere rispettati i limiti previsti nella pertinente tabella Parte Seconda, requisito 2.2, con riferimento alla superficie totale di calcolo.

b) Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n° 412 ad eccezione della categoria E8 , il valore della trasmittanza termica (U) per le strutture opache orizzontali o inclinate, a ponte corretto, delimitanti il volume riscaldato verso l'esterno ovvero verso ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a quello riportato nella pertinente tabella della Parte Seconda, requisito 2.2. Qualora il ponte termico non dovesse risultare corretto o qualora la progettazione dell'involucro edilizio non preveda la

27

Page 28: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

correzione dei ponti termici, i valori limite della trasmittanza termica devono essere rispettati dalla trasmittanza termica media (parete corrente più ponte termico).

c) Nel caso di strutture orizzontali sul suolo i valori di trasmittanza termica da confrontare con quelli riportati nella pertinente tabella della Parte Seconda, requisito 2.2, sono calcolati con riferimento al sistema struttura-terreno.Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n° 412 ad eccezione della categoria E8, il valore massimo della trasmittanza (U) delle chiusure trasparenti comprensive dell'infisso, deve rispettare i limiti riportati nella pertinente tabella della Parte Seconda, requisito 2.2.

1.6.3 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n° 412 ad eccezione della categoria E8, nel caso di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, si procede al calcolo del rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico ed alla verifica che lo stesso risulti superiore al limite riportato nella Parte Seconda, requisito 3 del presente regolamento. Nel caso di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici di potenza nominale del focolare maggiore o uguale a 100 kW, è fatto obbligo di allegare alla relazione tecnica di cui all'art. 28, comma 1 della L. n. 10/1991 una diagnosi energetica dell'edificio e dell'impianto nella quale si individuano gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche, in un bilancio costi-benefici, sulla cui base sono determinate le scelte impiantistiche che si vanno a realizzare. In caso di installazione di impianti termici individuali, l'obbligo di allegare una diagnosi energetica, come sopra specificato, si applica quando il limite di 100 kW è raggiunto o superato dalla somma delle potenze dei singoli generatori di calore da installare nell'edificio, o dalla potenza nominale dell'impianto termico preesistente.

1.6.4 Nei casi di cui al punto 1.3.1, lettera a) del presente regolamento, per gli edifici con numero di unità immobiliari superiori a 4, appartenenti alle categorie E1 ed E2 così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n° 412 , è fatto obbligo in sede progettuale di prevedere la realizzazione di impianti termici centralizzati.

1.6.5 In tutti gli edifici esistenti con un numero di unità immobiliari superiore a 4, appartenenti alle categorie E1 ed E2 così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n° 412 , non possono essere realizzati interventi finalizzati alla trasformazione da impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per singola unità immobiliare.

1.6.6 In tutti gli edifici esistenti con un numero di unità immobiliari superiore a 4, appartenenti alle categorie E1 ed E2 così come classificati in base alla destinazione d'uso all’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n° 412 in caso di ristrutturazione dell’impianto termico o di installazione dell’impianto termico o di sostituzione del generatore di calore, devono essere realizzati gli interventi necessari per permettere, ove tecnicamente possibile, la contabilizzazione e la termoregolazione del calore per singola unità immobiliare. Gli eventuali impedimenti di natura tecnica alla realizzazione dei predetti interventi, devono essere evidenziati nella relazione tecnica di cui al comma 15 dell’allegato I, del D. Lgs. n. 92/2005 e s.m.i.

1.6.7 Le apparecchiature di contabilizzazione del calore devono assicurare un errore di misura, nelle condizioni di utilizzo, inferiore a più o meno il 5%, con riferimento alle norme UNI in

28

Page 29: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

vigore. Anche per le modalità di contabilizzazione si fa riferimento alle vigenti norme e linee guida UNI.

1.6.8 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di nuova installazione e ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, fermo restando quanto prescritto per gli impianti di potenza complessiva maggiore o uguale a 350 kW, all’articolo 5, comma 6 del sopracitato decreto è prescritto:

a) in assenza di produzione di acqua calda sanitaria ed in presenza di acqua di alimentazione dell’impianto con durezza temporanea maggiore o uguale 25 gradi francesi :

i) un trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva minore o uguale a 100 kW;ii) un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW;

b) nel caso di produzione di acqua calda sanitaria le disposizioni di cui alla lettera a), punti i) e ii) valgono in presenza di acqua di alimentazione dell’impianto con durezza temporanea maggiore di 15 gradi francesi.

1.6.9 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 nel caso di mera sostituzione di generatori di calore, si intendono rispettate tutte le disposizioni vigenti in tema di uso razionale dell'energia, incluse quelle di cui al comma precedente, qualora coesistano le seguenti condizioni:

a) i nuovi generatori di calore a combustione abbiano rendimento termico utile, in corrispondenza di un carico pari al 100% della potenza termica nominale utile maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula 90 + 2 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;

b) le nuove pompe di calore elettriche o a gas abbiano un rendimento utile in condizioni nominali hu, riferito all'energia primaria, maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula a 90 + 2 log Pn; dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW; la verifica per le pompe di calore elettriche, è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia elettrica ed energia primaria 0,36 When.elettr/When. primaria ; per le pompe di calore a gas , il fattore di conversione è da considerarsi pari a 1 per il solo consumo di gas;

c) siano presenti, salvo che ne sia dimostrata inequivocabilmente la non fattibilità tecnica nel caso specifico, almeno una centralina di termoregolazione programmabile per ogni generatore di calore e dispositivi modulanti per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali e nelle zone che, per le loro caratteristiche di uso ed esposizione possano godere, a differenza degli ambienti riscaldati, di apporti di calore solari o comunque gratuiti. Detta centralina di termoregolazione si differenzia in relazione alla tipologia impiantistica e deve possedere almeno i requisiti già previsti all'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nei casi di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici. In ogni caso detta centralina deve:

29

Page 30: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

- essere pilotata da sonde di rilevamento della temperatura interna, supportate eventualmente da una analoga centralina per la temperatura esterna, con programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici centralizzati;

- consentire la programmazione e la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici per singole unità immobiliari;

d) nel caso di installazioni di generatori con potenza nominale del focolare maggiore del valore preesistente, l'aumento di potenza sia motivato con la verifica dimensionale dell'impianto di riscaldamento;

e) nel caso di installazione di generatori di calore a servizio di più unità immobiliari, sia verificata la corretta equilibratura del sistema di distribuzione, al fine di consentire contemporaneamente, in ogni unità immobiliare, il rispetto dei limiti minimi di confort e dei limiti massimi di temperatura interna e sia installato un sistema di contabilizzazione del calore che permetta la ripartizione dei consumi per singola unità immobiliare;

f) nel caso di sostituzione dei generatori di calore di potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW, con altri della stessa potenza, la relazione tecnica di cui all’art. 28 comma 1 della L. 10/1991 può essere omessa a fronte dell'obbligo di presentazione della dichiarazione di conformità ai sensi della legge 5 marzo 1990, n. 46 e s.m.i.

1.6.10 Qualora, nella mera sostituzione del generatore, per garantire la sicurezza, non fosse possibile rispettare le condizioni del precedente punto 1.6.4, in particolare nel caso in cui il sistema fumario per l'evacuazione dei prodotti della combustione sia al servizio di più utenze e sia di tipo collettivo ramificato, e qualora sussistano motivi tecnici o regolamentari locali che impediscano di avvalersi della deroga prevista all'art. 2, comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 551, la semplificazione di cui al punto 1.6.4 può applicarsi ugualmente, fermo restando il rispetto delle altre condizioni previste e a condizione di:

a) installare generatori di calore che abbiano rendimento termico utile a carico parziale pari al 30% della potenza termica utile nominale maggiore o uguale a 85 + 3 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore o dei generatori di calore al servizio del singolo impianto termico, espressa in kW. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;

b) predisporre una dettagliata relazione, correlata all'intervento, che attesti i motivi della deroga dalle disposizioni del precedente punto 1.6.4, da allegare alla relazione tecnica di cui all’art. 28 comma 1 della Legge 9 gennaio 1991 n. 10 , ove prevista, o alla dichiarazione di conformità, ai sensi della legge 5 marzo 1990, n. 46 e successive modifiche ed integrazioni.

1.6.11 Nei casi previsti al punto 1, per tutte le categorie degli edifici così come classificati in base alla destinazione d'uso all'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 e quando il rapporto tra la superficie trasparente complessiva dell'edificio e la sua superficie utile è inferiore a 0,18, il calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria può essere omesso, se gli edifici e le opere sono progettati e realizzati nel rispetto dei limiti fissati al precedente punto 1.6.2 lett. a), b) e c) e sono rispettate le seguenti prescrizioni impiantistiche:

30

Page 31: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

a) siano installati generatori di calore con rendimento termico utile a carico pari al 100% della potenza termica nominale, maggiore o uguale a X + 2 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale dei singolo generatore, espressa in kW e X vale 93 nelle zone climatiche D, E ed F. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;

b) la temperatura media del fluido termovettore in corrispondenza delle condizioni di progetto sia non superiore a 60°C;

c) siano installati almeno una centralina di termoregolazione programmabile in ogni unità immobiliare e dispositivi modulanti per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni;

d) nel caso di installazione di pompe di calore elettriche o a gas queste abbiano un rendimento utile in condizioni nominali hu, riferito all'energia primaria, maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula a 90 + log. Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale dei singolo generatore, espressa in kW; la verifica per le pompe di calore elettriche è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia elettrica ed energia primaria 0,36 When.elettr/When.

primaria ,per le pompe di calore a gas il fattore di conversione è da considerarsi pari a 1.

In tal caso, all'edificio o porzione interessata, si attribuisce come valore del fabbisogno annuo di energia primaria, il valore limite applicabile al caso specifico ai sensi del comma 1, avendo come riferimento la pertinente tabella di cui alla Parte Seconda requisito 2.1.

1.6.12 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 ad eccezione della categoria E. 8, per gli interventi di cui al punto 1.3.1 che riguardino le pareti divisorie verticali o orizzontali, il valore della trasmittanza (U) delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unità immobiliari confinanti fatto salvo il rispetto del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997 "Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici", deve essere inferiore o uguale a 0,8 W/m2K. Il medesimo limite deve essere rispettato per tutte le strutture opache, verticali, orizzontali ed inclinate, che delimitano verso l'ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.

1.6.13 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 , ad eccezione della categoria E.8, si procede alla verifica dell'assenza di condensazioni superficiali e alla verifica che le eventuali condensazioni interstiziali delle pareti opache siano limitate alla quantità rievaporabile, conformemente alla normativa tecnica vigente e alle disposizioni contenute nella Parte Seconda, requisito 2.4. Per le verifiche del caso, qualora non esista un sistema di controllo dell'umidità relativa interna, questa verrà assunta pari al 65% alla temperatura interna di 20°C.

1.6.14 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione delle categorie E.6 ed E.8, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, nel caso di interventi di cui al punto 1.3.1 lett. a) e b) del presente regolamento, in conformità alle disposizioni contenute nella Parte Seconda, requisito 2.5, il progettista :

a) valuta puntualmente e documenta l’efficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate, esterni o interni, tali da ridurre l’apporto di calore per irraggiamento solare;

31

Page 32: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

b) verifica, in tutte le zone climatiche ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva, Ims, sia maggiore o uguale a 290 W/m2 , che il valore della massa superficiale Ms delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate sia superiore a 230 kg/m2;

c) utilizza al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale dell’edificio; nel caso che il ricorso a tale ventilazione non sia efficace, può prevedere l’impiego di sistemi di ventilazione meccanica nel rispetto del comma 13, articolo 5, decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412.

 Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa superficiale delle pareti opache previsti alla lettera b), possono essere raggiunti, in alternativa, con l’utilizzo di tecniche e materiali anche innovativi, che permettano di contenere il fabbisogno di energia per il raffrescamento. Ricorrendo a tale opzione, debitamente documentata nella relazione di cui in allegato 4 dell’atto di indirizzo n. 156/2008 della Regione Emilia Romagna, il rispetto del limite di cui alla lettera b) per la massa superficiale delle pareti opache si ritiene soddisfatto quando l’edificio raggiunge una classe di prestazione non inferiore alla classe III così come indicato nella tabella 2.5-2 del requisito 2.5, parte seconda del presente regolamento. 

1.6.15 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412,al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, per gli interventi di cui al punto 1.3.1 lett. a) e b) del presente regolamento e nel caso di ristrutturazioni integrali degli elementi edilizi costituenti l’involucro di edifici esistenti con un rapporto tra superficie delle strutture opache verticali e delle chiusure trasparenti inferiori al 50%, il progettista valuta puntualmente e documenta l’applicazione di efficaci sistemi filtranti delle superfici vetrate tali da ridurre l’apporto di calore per irraggiamento, in conformità alle disposizioni contenute nella Parte Seconda, requisito 2.5. Gli eventuali impedimenti all’utilizzo dei sistemi filtranti debbono essere evidenziati nella relazione tecnica di cui in allegato 4 dell’atto di indirizzo n. 156/2008 della Regione Emilia Romagna.

 1.6.16 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso

all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412, ad eccezione delle categorie E.6 ed E.8, e limitatamente a collegi, conventi, case di pena e caserme per la categoria E 1, per immobili di superficie utile superiore a 1000 m2, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, nel caso di edifici di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione totale degli edifici esistenti, di ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l'involucro di edifici esistenti ovvero di ampliamenti volumetrici con il volume a temperatura controllata della nuova porzione dell'edificio superiore al 20% di quello esistente, è resa obbligatoria la presenza di sistemi schermanti esterni secondo quanto stabilito nella Parte Seconda requisito 2.5.

 1.6.17 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione di uso

all’art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n.412, per gli interventi che prevedono la realizzazione, la sostituzione o la ristrutturazione di impianti termici, è prescritta l’installazione di dispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambientale nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni

32

Page 33: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni.L’installazione di detti dispositivi è aggiuntiva rispetto ai sistemi di regolazione di cui all’art. 7, commi 2, 4, 5, e 6 del decreto Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412, e successive modifiche, e deve comunque essere tecnicamente compatibile con l’eventuale sistema di contabilizzazione.Per gli edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico di nuova costruzione o oggetto di intervento di ristrutturazione integrato, è fatto obbligo di adottare i sistemi di controllo e gestione secondo quanto previsto nella Parte Seconda , requisito 2.6.

 1.6.18 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso

all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412, è obbligatorio l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia termica ed elettrica. Gli interventi di utilizzo delle fonti rinnovabili asserviti alle esigenze energetiche dell'edificio, realizzati in conformità alle leggi, ai regolamenti ed alle prescrizioni contenute negli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica vigenti e nell'osservanza dei vincoli di tutela del patrimonio storico artistico, non sono soggetti ad autorizzazione specifica e sono assimilati a tutti gli effetti alla manutenzione straordinaria ai fini dell'accesso ai titoli abilitativi di cui alla L.R. n. 31/2002.Nel caso di interventi di cui al punto 1.3.1 lett. a) del presente regolamento o in occasione di nuova installazione di impianti termici o di ristrutturazione degli impianti termici in edifici esistenti, l’impianto di produzione di energia termica deve essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria con l’utilizzo delle predette fonti di energia rinnovabile. Tale limite è ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri storici di cui all’art. A-7 della L.R. n. 20/2000. Deve in ogni caso essere rispettato il livello di prestazione minima indicato nella Parte Seconda, requisito 2.1 tab. 1.5 e 1.6. Le presente prescrizione si intende soddisfatta in caso di collegamento dell'edificio alle reti di cui al comma 1.6.16.Nel caso di interventi di cui al punto 1.3.1 lett. a) del presente regolamento, è obbligatoria l’installazione di impianti a fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica per una potenza installata non inferiore a 1 kW per unità abitativa e 0,5 kW per ogni 100 m2 di superficie utile di edifici ad uso non residenziale.

 1.6.19 Le valutazioni concernenti il dimensionamento ottimale degli impianti di produzione di

energia da fonti rinnovabili, o l’eventuale impossibilità tecnica di rispettare le disposizioni di cui al punto precedente, devono essere dettagliatamente illustrate nella relazione tecnica di cui all’allegato 4 dell’atto di indirizzo n. 156/2008 della Regione Emilia Romagna; in mancanza di tali elementi conoscitivi, la relazione è dichiarata irricevibile.

 1.6.20 Le prescrizioni di cui al punto 1.6.18 si intendono soddisfatte anche con l'adozione di

impianti di micro-cogenerazione, con l'acquisizione di quote e con la partecipazione in quote equivalenti in potenza di impianti alimentati da fonti rinnovabili siti nel territorio del comune dove è ubicato l'immobile ovvero con il collegamento ad impianti di cogenerazione ad alto rendimento o reti di teleriscaldamento comunali.

 1.6.21 Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso

all’articolo 3 del decreto del Presidente della repubblica 26 agosto 1993, n.412, nel caso di nuova costruzione di edifici, di ristrutturazione integrale di edifici esistenti, di nuova installazione di impianti di climatizzazione in edifici esistenti o ristrutturazione degli stessi, è obbligatoria la predisposizione delle opere necessarie a favorire il collegamento a reti di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento, in presenza di tratte di rete ad una distanza inferiore a metri 1000 ovvero in presenza di progetti previsti dai vigenti strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica e in corso di realizzazione.

33

Page 34: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

 1.6.22 Le modalità applicative delle disposizioni di cui ai punti 1.6.18, 19, 20 sono definite con

gli strumenti di pianificazione urbanistica del Comune di Parma. Pertanto il Comune di Parma, nell’ambito delle attività di elaborazione e aggiornamento dei propri strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, individua le zone idonee a realizzare gli impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili attivando, anche con modalità concorsuali le proposte di intervento più idonee a sopperire all’impossibilità tecnica di corrispondere alle disposizioni di cui ai punti 18, 19, 20. Al concorso possono prendere parte i proprietari degli immobili, nonché gli operatori interessati a partecipare alla realizzazione degli interventi. Alla conclusione delle procedure concorsuali il Comune stipula ai sensi dell’art.18 della L.R n. 20/2000, un accordo con gli aventi titolo alla realizzazione degli interventi.

 1.6.23 Il progettista dovrà inserire i calcoli e le verifiche qui previste nella relazione attestante la

rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e relativi impianti termici, che, ai sensi dell’art. 28, comma 1 della L. n. 10/1991, il proprietario dell’edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso l'amministrazione comunale secondo le disposizioni vigenti in materia di titoli abilitativi. Schemi e modalità di riferimento per la compilazione delle relazioni tecniche sono riportati nell’allegato 4 dell’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna.

 1.6.24 Ai fini della più estesa applicazione delle norme del presente regolamento per i soggetti

sottoposti all’obbligo di cui all’art.19 della L. n. 10/1991, tale relazione progettuale dovrà essere obbligatoriamente integrata con l’attestazione di verifica sulla applicazione delle norme predette redatta dal responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia nominato.

 1.6.25 I calcoli e le verifiche necessari al rispetto del presente regolamento sono eseguiti

utilizzando metodi che garantiscano risultati conformi alle migliori regole tecniche. Si considerano rispondenti a tale requisito le norme tecniche predisposte dagli organismi deputati a livello nazionale o comunitario, quali ad esempio l’UNI e il CEN, o altri metodi di calcolo recepiti con decreto del Ministro dello Sviluppo economico. A partire dalla data d’entrata in vigore dal presente regolamento, per le metodologie di calcolo delle prestazione energetiche degli edifici si fa riferimento alle seguenti norme tecniche o altri metodi recepiti con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico:

a) UNI TS 11300 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale, e successive modificazione

b) UNI TS 11300 Prestazione energetica degli edifici – Parte 2 Determinazione dell’energia primaria e di rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda per uso igienico-sanitario e successive modificazioni.

L’utilizzo di altri metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppati da organismi istituzionali nazionali, quali l’ENEA, le università o gli istituti del CNR, è possibile, motivandone l’uso nella relazione tecnica di progetto di cui al comma precedente, purchè i risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti.L’utilizzo di altri metodi e procedure riconosciuti da altre Regioni o Province Autonome o sviluppati da organismi istituzionali nazionali quali l’ENEA, le università o gli istituti del CNR, è possibile, purchè i risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti, nel senso sotto indicato.I software commerciali che intendono qualificare le loro prestazioni nella conformità del –D. Lgs. n. 192/2005, dei suoi provvedimenti attuativi e del presente regolamento, devono garantire che il valore dell’indice di prestazione energetica, calcolato attraverso il loro

34

Page 35: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

utilizzo, abbia uno scostamento massimo del 5% rispetto al corrispondente parametro determinato con l’applicazione dei pertinenti parametri nazionali.

 1.6.26 I prodotti, apparecchi o componenti di impianti utilizzati nell’ambito degli interventi

oggetto della disciplina del presente regolamento devono possedere le caratteristiche di cui al punto 6 dei decreti amministrativi 24 luglio 2004 e s.m.i., in materia di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili.

35

Page 36: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

PARTE SECONDA: REQUISITI OBBLIGATORI MINIMI DI PRESTAZIONE ENERGETICA

2.7 Prestazione energetica degli edifici

Usi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.:

Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett.a), tutti gli interventi quali:

- di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati;- demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti;- ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett.b), interventi limitatamente:- all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti

superiore al 20% di quello dell’edificio esistente)

2.7.1 Riferimenti normativi e legislativi

Legge 10/91, DPR 412/93, DPR 51/99, Regolamento Locale d’Igiene, DPR303/56 e D.lgs 9 aprile 2008 (per luoghi di lavoro), DM 27/07/05, Atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna, UNI TS 11300 parte 1 e 2

2.7.2 Livello di prestazioneAl fine di garantire il contenimento dei consumi energetici devono essere verificate le seguenti condizioni: determinazione dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi) ed alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite riportati nelle relative tabelle 2.1-1, 2.1-2, 2.1-3, 2.1-4.

2.1.2.1 determinazione dell'indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria (EPacs), ed alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite riportati nelle relative tabelle 2.1-5 e 2.1-6

2.1.2.2 calcolo del rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico ed verifica che lo stesso risulti superiore al valore limite previsto nel successivo punto 2.1.5.2.1.2.3 verifica che il valore della trasmittanza termica (U) delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unità immobiliari confinanti nel caso di pareti divisorie verticali e orizzontali, sia inferiore o uguale al limite previsto nel successivo punto 2.1.62.1.2.4 In casi particolari (quando cioè il rapporto tra la superficie trasparente complessiva dell'edificio e la sua superficie utile è inferiore a 0,18) il calcolo dell’indice di prestazione energetica di cui al punto 2.1.3 può essere omesso, alle condizioni successivamente indicate (calcolo semplificato).

36

Page 37: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.7.3 Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale

Nel caso di edifici dotati di impianto termico destinato alla climatizzazione con o senza produzione di acqua calda sanitaria, il valore limite dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi), espresso rispettivamente in kWh/m2anno per gli edifici residenziali della classe E1 esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme e in kWh/m3 anno per tutte le altre tipologie di edifici è indicato:

a) in tabella 2.1-1 per gli edifici di nuova costruzione residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme;

b) in tabella 2.1-2 nel caso di demolizione e totale ricostruzione di edifici esistenti ovvero di interventi di ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati per edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case pena e caserme;

c) in tabella 2.1-3, per edifici di nuova costruzione non appartenenti alla categoria di cui alla lettera a) precedente;

d) in tabella 2.1-4 nel caso di demolizione e totale ricostruzione di edifici esistenti ovvero di interventi di ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, non appartenenti alla categoria di cui alla lettera b) precedente;

I valori limite riportati nelle tabelle 2.1-1, 2.1-2, 2.1-3, 2.1-4 sono espressi in funzione della zona climatica, così come individuata all’articolo 2 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e del rapporto di forma dell’edificio S/V, dove:

a) S, espressa in metri quadrati, è la superficie che delimita verso l’esterno (ovvero verso ambienti non dotati di impianto di riscaldamento ovvero verso zone termiche e/o unità immobiliari dotati di impianto di climatizzazione diverso rispetto a quello dell’unità immobiliare oggetto della valutazione), il volume riscaldato V;

b) V è il volume lordo, espresso in metri cubi, delle parti di edificio riscaldate, definito dalle superfici che lo delimitano.

Per valori di S/V compresi nell’intervallo 0,2 – 0,9 si procede mediante interpolazione lineare. Si precisa che per quanto riguarda il Comune di Parma i Gradi giorno come da colonna in evidenza sono 2502.I valori limite sono riferiti alla prestazione energetica per la sola climatizzazione invernale. Nel caso di edifici dotati di impianto di climatizzazione invernale combinato con la produzione di ACS, i valori limite indicati sono da ritenersi riferiti alla prestazione energetica complessiva

Rapporto di formadell’edificioS/V

Zona climatica

Parma (E)2502 GG

EPi (kWh/m2 anno)

<0,2 39,7

>0,7 83,11.7-1 Valore limite dell'indice di prestazione energetica EPi per Edifici residenziali di nuova costruzione della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme

37

Page 38: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Rapporto di formadell’edificioS/V

Zona climatica

Parma (E)2502 GG

EPi (kWh/m2 anno)

<0,2 39,7

>0,9 100,51.7-2 Valore limite dell'indice di prestazione energetica EPi per Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme, nel caso di demolizione e totale ricostruzione di edifici esistenti ovvero di interventi di ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati

Rapporto di formadell’edificioS/V

Zona climatica

Parma (E)2502 GG

EPi (kWh/m3 anno)

< 0,2 11,0

> 0,7 21,91.7-3 Valore limite dell'indice di prestazione energetica EPi per tutti gli altri edifici di nuova costruzione

Rapporto di formadell’edificioS/V

Zona climatica

Parma (E)2502 GG

EPi (kWh/m3 anno)

< 0,2 11,0

> 0,9 26,31.7-4 Valore limite dell'indice di prestazione energetica EPi per tutti gli altri edifici nel caso di demolizione e totale ricostruzione di edifici esistenti ovvero di interventi di ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati

38

Page 39: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.7.4 Indice di prestazione energetica per la produzione di ACS

Nel caso di edifici dotati di impianti per la sola produzione di acqua calda sanitaria, il valore limite del relativo indice di prestazione energetica (EPacs) è indicato nelle tabelle seguenti, in relazione alla tipologia di edificio.

Superficie utile <50 m2 50 m2 200 m2 >200 m2

EPacs 15,70 16,00 11,70 12,00 Per edifici situati in centri storiciEPacs 9,80 10,00 7,30 7,50 Per tutti gli altri edifici

1.7-5 Valore limite dell'indice di prestazione energetica EPacs in kWh/m2anno per Edifici residenziali della classe E1 esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme nonché edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari

I valori limite dell’indice EPacs di cui alla Tabella 2.1-5 precedente è calcolato per valori di superficie utile compresi tra 50 e 200 m2 per interpolazione lineare dei valori riferiti a 50 e 200 m2.  

Destinazione d'uso Unità di misuraPer edifici situati in centri storiciEPacs

Per tutti gli altri edificiEPacs

Attività ricettive (annuali) per ogni posto letto 544,00 340,00

Attività ricettive (stagionali) per ogni posto letto e n,° giorni 1,60 1,00

Altre attività ricettiva per ogni posto letto e n,° giorni 0,72 0,45Ospedali (con pernottamento e lavanderia) per ogni posto letto 820,80 513,00

Ospedali (day hospital) per ogni posto letto 91,20 57,00

Scuole per ogni alunno 91,20 57,00

Attività sportive per ogni doccia 912,00 570,00

Uffici per ogni addetto 182,40 114,00

Negozi e grande distribuzione per ogni addetto 182,40 114,00

Ristoranti e self services per ogni posto pasto 36,48 22,801.7-6 Valore limite dell'indice di prestazione energetica EPacs , in kWh/unità di misura/anno per le altre tipologie di edifici

Per la conversione in kWh/m3 anno occorre moltiplicare il valore di EPacs per il numero dell’unità di misura considerato e dividere il totale per il volume netto dell’edificio

2.7.5 Rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico

Il valore limite del rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico è espresso dalla formula:hg = (75 + 3 log Pn) %

 dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore o dei generatori di calore al servizio del singolo impianto termico, espressa in kW.Per valori di Pn superiori a 1000 kW la formula precedente non si applica, e la soglia minima per rendimento globale medio stagionale è pari a 84%.

39

Page 40: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.7.6 Trasmittanza termica delle strutture di separazione tra edifici o unità immobiliari

Per tutte le categorie di edifici (art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412), ad eccezione della categoria E.8, il valore della trasmittanza (U) delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unità immobiliari confinanti nel caso di pareti divisorie verticali e orizzontali, nonché delle strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l’ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a 0,8 W/m2K .

2.7.7 Calcolo semplificatoQuando il rapporto tra la superficie trasparente complessiva dell'edificio e la sua superficie utile è inferiore a 0,18, il calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria deve essere comunque effettuato mentre la verifica può essere omessa, se gli edifici e le opere sono progettati e realizzati nel rispetto dei limiti fissati nelle tabelle 2.2-1, 2.2-2 e 2.2-3 del successivo requisito 2.2 e sono rispettate le seguenti prescrizioni impiantistiche:

a . siano installati generatori di calore con rendimento termico utile a carico pari al 100% della potenza termica nominale, maggiore o uguale a X + 2 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale dei singolo generatore, espressa in kW e X vale 93 nelle zone climatiche D, E ed F. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;

b . la temperatura media del fluido termovettore in corrispondenza delle condizioni di progetto sia non superiore a 60°C;

c . siano installati almeno una centralina di termoregolazione programmabile in ogni unità immobiliare e dispositivi modulanti per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni;

d . nel caso di installazione di pompe di calore elettriche o a gas queste abbiano un rendimento utile in condizioni nominali hu, riferito all'energia primaria, maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula a 90 + log. Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale dei singolo generatore, espressa in kW; la verifica per le pompe di calore elettriche è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia elettrica ed energia primaria 0,36 When.elettr/When. primaria ,per le pompe di calore a gas il fattore di conversione è da considerarsi pari a 1.

In tal caso, all'edificio o porzione interessata, si attribuisce il valore del fabbisogno annuo di energia primaria limite massimo applicabile ricavato dalla pertinente tabella 2.1-1 e 2.1-2

40

Page 41: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.8 Caratteristiche e prestazioni minime di involucro

2.8.1 Esigenza da soddisfare

Ridurre i consumi energetici per la climatizzazione invernale

2.8.2 Campo d’applicazione

Usi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici  Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1: Lett.c) limitatamente a interventi su edifici esistenti quali: ampliamenti volumetrici (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione dell’edificio non

risulti superiore al 20% di quello esistente) ristrutturazione totale o parziale di edifici esistenti di superficie utile non superiore a 1000 m2.

manutenzione straordinaria dell’involucro edilizio (quali ad esempio il rifacimento di pareti esterne, di intonaci esterni, del tetto o dell'impermeabilizzazione delle coperture)

recupero di sottotetti per finalità d’uso

Note operative1. In caso di ristrutturazione parziale di un edificio esistente, i parametri prestazionali di cui al

2.2.4 del presente requisito vanno applicati solo alla parte ristrutturata se questa non eccede il 60% della totale SLU dell’edificio. Al superamento di tale limite si applicano i parametri inerenti la ristrutturazione totale.

2. I parametri prestazionali di cui al 2.2.5 si applicano per rifacimento della parete o dell’intonaco e tinteggiatura a NORD ovvero in caso di rifacimento di più del 60% della superficie dei paramenti esterni. In caso di comprovata impossibilità, tecnica o normativa, della realizzazione di tali interventi, il richiedente dovrà proporre un intervento di riqualificazione energetica in grado di generare il medesimo risparmio energetico in kWh/anno, oppure di dotarsi di un meccanismo di compensazione, come definito al successivo punto 2.7

2.8.3 Riferimenti normativi e legislativi

Legge 10/91, DPR 412/93, DPR 51/99, Regolamento Locale d’Igiene, DPR303/56 e Dlgs 626/94 (per luoghi di lavoro), DM 27/07/05, Atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna.

41

Page 42: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.8.4 Livello di prestazioneAl fine di garantire il contenimento dei consumi energetici devono essere verificate le seguenti condizioni:2.2.4.1

verifica che la trasmittanza termica delle chiusure opache (strutture edilizie opache che costituiscono l’involucro dell'edificio) non superi i valori limite riportati nelle relative tabelle.

2.2.4.2 verifica che la trasmittanza termica delle chiusure trasparenti che delimitano l'edificio non superi i valori limite riportati nelle relative tabelle.

2.2.4.3 che il valore della trasmittanza termica (U) delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unità immobiliari confinanti nel caso di pareti divisorie verticali e orizzontali, nonché delle strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l’ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, sia inferiore o uguale al limite previsto nel punto 2.2.7.

2.8.5 Trasmittanza termica delle chiusure opache

Il valore della trasmittanza termica (U) per le chiusure opache verticali, orizzontali o inclinate , a ponte termico corretto, delimitanti il volume riscaldato verso l'esterno, ovvero verso ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a quello riportato nella pertinente tabella C, in funzione della fascia climatica di riferimento. Qualora il ponte termico non dovesse risultare corretto o qualora la progettazione dell'involucro edilizio non preveda la correzione dei ponti termici, i valori limite della trasmittanza termica riportati in tabella C devono essere rispettati dalla trasmittanza termica media (parete corrente più ponte termico). Nel caso di pareti opache verticali esterne in cui fossero previste aree limitate oggetto di riduzione di spessore (sottofinestre ed altri componenti) devono essere rispettati i limiti previsti nella pertinente tabella 2.2-1con riferimento alla superficie totale di calcolo. Nel caso di chiusure orizzontali sul suolo i valori di trasmittanza termica da confrontare con quelli riportati nella pertinente tabella sono calcolati con riferimento al sistema struttura-terreno. Il valore limite della trasmittanza termica delle chiusure opache (U) espressa in W/m2K, riferito alle varie tipologie di strutture ed alla zona climatica, è nel seguito indicato: 

Zona Climatica U (W/m2K)E 0,34

1.8-7 Valore limite della trasmittanza termica delle chiusure opache verticali (pareti perimetrali verticali) tra spazi climatizzati ed ambiente esterno

  Zona Climatica U (W/m2K)E 0,30

1.8-8 Valore limite della trasmittanza termica delle chiusure opache orizzontali o inclinate superiori di copertura 

Zona Climatica U (W/m2K)E 0,33

1.8-9 Valore limite della trasmittanza termica delle chiusure opache orizzontali inferiori (solai a terra) e su spazi esterni (solai su spazi aperti) nonché delle partizioni interne orizzontali (solai) tra spazi climatizzati e spazi non climatizzati, ad eccezione degli edifici di categoria E8

42

Page 43: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.8.6 Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti

Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all'art. 3 del decreto del Presidente della repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione della categoria E.8, il valore massimo della trasmittanza (U) delle chiusure trasparenti comprensive dell'infisso, deve rispettare i limiti riportati nella pertinente tabella 2.2-4.

Zona Climatica U (W/m2K)E 2,2

1.8-10 Valore limite della Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti (finestre, porte-finestre luci fisse) verticali, orizzontali o inclinate, comprensive degli infissi, ad eccezione degli edifici di categoria E8

  Zona Climatica U (W/m2K)E 1,7

1.8-11Valore limite della trasmittanza termica della sola componente vetrata dei serramenti esterni (finestre, porte-finestre luci fisse) verticali, orizzontali o inclinati, ad eccezione degli edifici di categoria E8

 I valori limite della trasmittanza termica riportati alle tabelle 2.2-4 e 2.2-5 devono essere rispettati da tutte le chiusure apribili ed assimilabili, quali porte, finestre e vetrine anche se non apribili, considerando le parti trasparenti e/o opache che le compongono. Restano esclusi dal rispetto di detti requisiti gli ingressi pedonali automatizzati, da considerare solo ai fini dei ricambi di aria in relazione alle dimensioni, tempi e frequenze di apertura, conformazione e differenze di pressione tra l’ambiente interno ed esterno.

2.8.7 Trasmittanza termica delle strutture di separazione tra edifici o unità immobiliari e tra ambienti non riscaldati e l’esterno

Per tutte le categorie di edifici (art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412), ad eccezione della categoria E.8, il valore della trasmittanza (U) delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unità immobiliari confinanti nel caso di pareti divisorie verticali e orizzontali, nonché delle strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l’ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a 0,8 W/m2K .

43

Page 44: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.9 Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico

2.9.1 Esigenze da soddisfare

Ridurre i consumi energetici per la climatizzazione invernale

2.9.2 Campo d’applicazione Usi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.:

Tutte le destinazioni d’uso degli edifici  Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1:

Lett.c) limitatamente a interventi su edifici esistenti quali:

nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici in edifici esistenti sostituzione di generatori di calore

2.9.3 Normativa di riferimentoDPR 21 Dicembre 1999 n.551UNI 7936-87: Generatori di calore ad acqua calda con potenza termica fino a 23 MW, funzionanti con bruciatori ad

aria soffiata per combustibili liquidi, gassosi, e misti. Prova termicaUNI 7271-91: Generatori di calore ad acqua calda funzionanti a gas con bruciatore atmosferico. Prescrizioni di

sicurezzaUNI 9893-94: Generatori di calore ad acqua calda atmosferici a gas con ventilazione nel circuito di combustione.

Prescrizioni di sicurezza.UNI 9166-87: Generatori di calore. Determinazione del rendimento utile a carico ridotto per la classificazione di alto

rendimento

2.9.4 Livello di prestazione

Calcolo del rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico e verifica che lo stesso risulti superiore al valore limite previsto. 

Condizione 1

Per tutti gli usi, nel caso di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, si procede al calcolo del rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico ed alla verifica che lo stesso risulti superiore al seguente limite:

hg = (75 + 3 log Pn) % dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore o dei generatori di calore al servizio del singolo impianto termico, espressa in kW.Per valori di Pn superiori a 1000 kW la formula precedente non si applica, e la soglia minima per rendimento globale medio stagionale è pari a 84%. Nel caso di installazioni di potenze nominali del focolare maggiori o uguali a 100 kW, è fatto obbligo di allegare alla relazione tecnica di cui all'art. 28, comma 1 della legge 9 gennaio 1991, n. 10 una diagnosi energetica dell'edificio e dell'impianto nella quale si individuano gli interventi di riduzione della spesa energetica, i relativi tempi di ritorno degli investimenti ed i possibili miglioramenti di classe dell'edificio nel sistema di certificazione energetica in vigore, e sulla base del quale sono determinate le scelte impiantistiche che si vanno a realizzare.In caso di installazione di impianti termici individuali, anche a seguito di decisione condominiale di dismissione dell'impianto centralizzato o di decisione autonoma dei singoli, l'obbligo di allegare una diagnosi energetica, come sopra specificato, si applica quando il limite di 100 kW è raggiunto o superato dalla somma delle potenze dei singoli

44

Page 45: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

generatori di calore da installare nell'edificio, o dalla potenza nominale dell'impianto termico preesistente, se superiore.

Condizione 2

Nel caso di mera sostituzione di generatori il livello di prestazione sopra indicato si intende rispettato qualora coesistano le seguenti condizioni:

a) i nuovi generatori di calore a combustione abbiano rendimento termico utile, in corrispondenza di un carico pari al 100% della potenza termica nominale utile maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula 90 + 2 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;

b) le nuove pompe di calore elettriche o a gas abbiano un rendimento utile in condizioni nominali hu,

riferito all'energia primaria, maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula a 90 + 2 log Pn; dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW; la verifica è fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia elettrica ed energia primaria 0,36 When.elettr/When. primaria , per le pompe di calore a gas il fattore di conversione è da considerarsi pari a 1 per il solo consumo di gas;

c) siano presenti salvo che ne sia dimostrata inequivocabilmente la non fattibilità tecnica nel caso specifico, almeno una centralina di termoregolazione programmabile per ogni generatore di calore e dispositivi modulanti per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali e nelle zone che, per le loro caratteristiche di uso ed esposizione possano godere, a differenza degli ambienti riscaldati, di apporti di calore solari o comunque gratuiti. Detta centralina di termoregolazione si differenzia in relazione alla tipologia impiantistica e deve possedere almeno i requisiti già previsti all'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nei casi di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici. In ogni caso detta centralina deve:

i. essere pilotata da sonde di rilevamento della temperatura interna, supportate eventualmente da una analoga centralina per la temperatura esterna, con programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici centralizzati;

ii. consentire la programmazione e la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici per singole unità immobiliari;

d) nel caso di installazioni di generatori con potenza nominale del focolare maggiore del valore preesistente, l'aumento di potenza sia motivato con la verifica dimensionale dell'impianto di riscaldamento;

e) nel caso di installazione di generatori di calore a servizio di più unità immobiliari, sia verificata la corretta equilibratura del sistema di distribuzione, al fine di consentire contemporaneamente, in ogni unità immobiliare, il rispetto dei limiti minimi di confort e dei limiti massimi di temperatura interna, e sia installato un sistema di contabilizzazione del calore che permetta la ripartizione dei consumi per singola unità immobiliare;

f) nel caso di sostituzione dei generatori di calore di potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW, con altri della stessa potenza, la relazione tecnica di cui all’art. 28 comma 1 della Legge 9 gennaio 1991 n. 10 può essere omessa a fronte dell'obbligo di presentazione della dichiarazione di conformità ai sensi della D.M. 37/08

Condizione 3

Qualora, nella mera sostituzione del generatore, per garantire la sicurezza, non fosse possibile rispettare le condizioni di cui al presente punto 3.2, lett. a) (in particolare nel caso in cui il sistema fumario per l'evacuazione dei prodotti della combustione è al servizio di più utenze ed è di tipo collettivo ramificato), e qualora sussistano motivi tecnici o regolamentari locali che impediscano di avvalersi della deroga prevista all'art. 2, comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 551, la semplificazione di cui al punto precedente può applicarsi ugualmente, fermo restando il rispetto delle altre condizioni previste, a condizione di:

a) installare generatori di calore che abbiano rendimento termico utile a carico parziale pari al 30% della potenza termica utile nominale maggiore o uguale a 85 + 3 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore o dei generatori di calore al servizio del singolo impianto termico, espressa in kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;

b) predisporre una dettagliata relazione che attesti i motivi della deroga

45

Page 46: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Condizioni supplementari

In tutti i casi previsti alla condizione 1), a servizio anche di una sola unità immobiliare, si dovrà provvedere alla installazione di valvole termostatiche a tutti i corpi emettitori interessati dalla ristrutturazione.

In tutti i casi previsti alla condizione 1), la totalità delle tubazioni dell’impianto di distribuzione, ove accessibili o sottoposte a manutenzione, devono risultare coibentate così come risulta dall’art 5 del DPR 412. (o secondo normativa vigente).

Negli edifici di categoria E.2, E.3, E.4, E.5, E.6, E.7, qualora siano circoscrivibili zone di edificio a diverso fattore di occupazione, l'impianto di climatizzazione (estate/inverno) deve essere dotato di un sistema di distribuzione a zone che consenta la parzializzazione della climatizzazione in relazione alle condizioni di occupazione dei locali.

46

Page 47: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.10Controllo della condensazione

2.10.1 Esigenze da soddisfare

Assenza di condensazioni superficiali e limitazione delle condensazioni interstiziali delle pareti opache alla quantità rievaporabile ai fini di limitare i consumi energetici per la climatizzazione invernale e del benessere igrotermico.

2.10.2 Campo d’applicazione

Usi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

 Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1:

Lett.a), tutti gli interventi quali: edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett.b), interventi limitatamente : all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti

superiore al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

2.10.3 Livello di prestazione

Conformemente alla normativa tecnica vigente si procede alla verifica dell'assenza di condensazioni superficiali e che le condensazioni interstiziali delle pareti opache siano limitate alla quantità rievaporabile, conformemente alla normativa tecnica vigente. Qualora non esista un sistema di controllo dell'umidità relativa interna per i calcoli necessari, questa verrà assunta pari al 65% alla temperatura interna di 20°C

47

Page 48: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.11Contenimento dei consumi energetici in regime estivo

2.11.1 Esigenze da soddisfare

Ridurre i consumi energetici per la climatizzazione estiva

2.11.2 Normativa di riferimento

UNI TS 11300 parte 1

2.11.3 Campo d’applicazione

 Usi: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici esclusa E.8 (art. 3, DPR 412/93 e s.m.) Tutte le funzioni d’uso (art. 78 Del. di C.R. n. 268/00)

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1: Lett. a), tutti gli interventi quali:

edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett.b), interventi limitatamente : all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti

superiore al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l'ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

2.11.4 Livello di prestazione

Al fine di contenere la temperatura interna degli ambienti e di limitare conseguentemente i fabbisogni energetici per il raffrescamento degli edifici, devono essere adottati sistemi che contribuiscano a ridurre gli apporti termici dovuti all’irraggiamento solare durante il regime estivo, considerando in modo sinergico i seguenti aspetti:

a. adozione di sistemi che consentono la protezione delle chiusure maggiormente esposte all’irraggiamento solare;

b. adozione di soluzioni che consentono la riduzione dell’apporto di calore per irraggiamento solare attraverso le superfici vetrate;

c. adozione di sistemi costruttivi che conferiscono alle chiusure un adeguato comportamento in termini di inerzia termica, sfasamento e attenuazione dell’onda termica;

d. utilizzo delle condizioni ambientali esterne e delle caratteristiche distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale degli ambienti.

e. per quanto attiene alle nuove costruzioni il progettista è tenuto a presentare il “diagramma solare” da cui risulti la corretta scelta progettuale, anche indicando le peculiarità del sito che ne hanno condizionato la progettazione, al fine di ridurre la dispersione energetica invernale e il surriscaldamento estivo. In particolare dovranno essere evidenziate le scelte compiute per ombreggiare l’edificio d’estate e per ridurre le pavimentazione esterne e le zone lastricate o limitare la loro riflessione luminosa e termica.

f. In assenza di documentati impedimenti di natura tecnica e funzionale, gli edifici di nuova costruzione devono essere posizionati con l’asse longitudinale principale lungo la direttrice Est-Ovest con una tolleranza di 45° e le interdistanze fra edifici contigui all’interno dello stesso lotto devono garantire nelle peggiori condizioni stagionali (21 dicembre) il minimo ombreggiamento possibile sulle facciate. Gli ambienti nei quali si svolge la maggior parte della vita abitativa devono essere disposti a Sud-Est, Sud e Sud-Ovest, conformemente al loro fabbisogno di sole. Gli spazi che hanno meno bisogno di riscaldamento e di illuminazione (box, ripostigli, lavanderie e corridoi) devono essere disposti lungo il lato Nord e servire da cuscinetto fra il fronte più freddo e gli spazi più utilizzati. Le aperture massime devono essere collocate da Sud-Est a Sud-Ovest. La

48

Page 49: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

prescrizione è valida per l'edificio, ma non per la singola unità abitativa.

Tenendo conto di tali aspetti, il progettista dovrà individuare le strategie più opportune per garantire la massima efficacia delle soluzioni adottate, garantendo comunque i livelli minimi di prestazione di seguito indicati.

1. Sistemi per la protezione delle chiusure maggiormente esposte all’irraggiamento solare

1.1 Chiusure trasparenti (serramenti): si dovranno adottare soluzioni che garantiscano la schermatura delle aperture e/o dei serramenti verticali rivolti verso sud e verso ovest, così come dei serramenti orizzontali o inclinati (se delimitanti una zona termica) mediante sistemi schermanti fissi (aggetti, brise soleil, balconi, porticati, frangisole fissi, etc ) o la installazione di schermi flessibili (ante mobili oscuranti, frangisole mobili, chiusure avvolgibili, tende esterne, etc ) dei quali sia assicurata la presenza e manutenzione, tenendo anche conto delle eventuali ombre portate da altri edifici o parti dell’organismo edilizio o da elementi vegetali, piante etc. presenti nelle’edificio o nell’area interessata facenti parte integrante del progetto elaborato. Il requisito è espresso come percentuale della superficie schermata rispetto alla superficie di ciascuna apertura e/o serramento rivolto verso sud e verso ovest. Tale percentuale deve essere superiore al 50%.Il requisito può non essere applicato alle aperture e/o serramenti che risultino non esposti alla radiazione solare (perché protetti, ad esempio, da ombre portate da altri edifici o parti dell’organismo edilizio).La verifica del requisito deve essere effettuata con riferimento alla posizione del sole e alla radiazione solare incidente alle ore 13.00 ed alle ore 15.00 del 25 luglio.Nel caso di adozione di sistemi schermanti fissi e non regolabili, deve essere comunque garantito il rispetto il requisito di illuminazione naturale (fattore medio di luce diurna), quando pertinente, anche in condizione di ombreggiamento.Il requisito non si applica nel caso di componenti vetrate (verticali, inclinate o orizzontali) utilizzate nell’ambito si sistemi di captazione dell’energia solare (serre, etc.) appositamente progettati per tale scopo, purché ne sia garantito il corretto funzionamento in regime estivo. Nel caso di vincoli oggettivi* da documentare per quanto attiene l’impossibilità di soddisfare le indicazioni sopra riportate, il requisito si intende soddisfatto se vengono adottate superfici vetrate con caratteristiche di controllo del fattore solare (g) conforme alle prescrizioni riportate nella tabella 2.5-1.

1.2 Chiusure opache: si dovranno adottare soluzioni che garantiscano la mitigazione degli effetti dell’irraggiamento solare delle chiusure verticali (pareti perimetrali) rivolte verso sud e verso ovest, e delle chiusure orizzontali superiori (coperture, terrazzi, lastrici solari) se delimitanti la zona termica. A tal fine, il progettista dovrà valutare puntualmente, con riferimento alla posizione del sole e alla radiazione solare incidente alle ore 13.00 ed alle ore 15.00 del 25 luglio, e documentare: gli effetti dell’adozione di sistemi schermanti fissi (aggetti, brise soleil, balconi, porticati,

frangisole fissi, etc) o di schermi flessibili (frangisole mobili, tende esterne, etc ) dei quali sia assicurata la presenza e manutenzione

gli effetti di eventuali ombre portate da altri edifici o parti dell’organismo edilizio o da elementi vegetali, piante etc.;

il comportamento del pacchetto di chiusura in termini di inerzia termica, sfasamento e attenuazione dell’onda termica (vedi successivo punto 3).

Non vengono indicati livelli minimi di prestazione da rispettare obbligatoriamente, ma devono essere preferite soluzioni che garantiscono una efficace protezione delle chiusure nel periodo estivo, senza compromettere la possibilità di beneficiare degli apporti della radiazione solare diretta nel periodo invernale. Il requisito si intende completamente soddisfatto se la protezione delle chiusure dagli effetti dell’irraggiamento solare è ottenuta mediante l’adozione di un rivestimento esterno in grado di formare una sottile intercapedine costantemente ventilata (parete ventilata, tetto ventilato).

* Vincolo oggettivo: si intendono quei vincoli inerenti gli immobili citati al punto 1.3.6 lettera a) della Parte Prima del presente atto; i vincoli derivanti da strumenti urbanistici e regolamentari comunali.

49

Page 50: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2. Riduzione dell’apporto di calore per irraggiamento solare attraverso le superfici vetrate

Si dovranno adottare soluzioni che garantiscano la mitigazione degli effetti della radiazione solare che entra attraverso le superfici vetrate, soprattutto quando non sia possibile adottare i sistemi schermanti di cui al precedente punto 1.1. A tal fine, il progettista dovrà valutare puntualmente e documentare l’efficacia dei sistemi filtranti delle superfici vetrate, tali da ridurre l’apporto di calore per irraggiamento solare.Nel caso di edifici con un rapporto tra superficie delle chiusure opache verticali e delle chiusure trasparenti inferiori al 50% è obbligatorio garantire la riduzione dell’apporto di calore per irraggiamento solare attraverso le superfici vetrate mediante il controllo del fattore solare (g) delle vetrature non protette da sistemi di ombreggiamento, (vedi 1.1), così come in tutti i casi di superfici vetrate orizzontali o inclinate.Tale soluzione è altresì praticabile, in alternativa alle soluzioni indicate in 1.1, e solo nel caso di vincoli oggettivi * da documentare per quanto attiene l’impossibilità di soddisfare tali indicazioni. Il Fattore Solare (g) si riferisce al fattore di trasmissione dell’energia solare totale, calcolato come la somma del fattore di trasmissione solare diretta e del fattore di scambio termico secondario della vetrata verso l’interno, così come indicato nella normativa UNI-EN 410. Il valore del Fattore Solare (g) esprime in maniera adimensionale la caratteristiche dell’elemento trasparente di trasmettere calore verso l’ambiente interno. Maggiore è il valore del Fattore Solare (g), maggiore è la quantità di energia raggiante incidente trasmessa verso l’interno. Il requisito si intende soddisfatto quando il valore limite del fattore di trasmissione (g) della componente vetrata dei serramenti esterni (finestre, porte-finestre, luci fisse) verticali, orizzontali ed inclinati risulti inferiore o uguale ai valori riportati nella seguente tabella:

Tipo di chiusura Fattore di trasmissione gorizzontale superiore 0,65Inclinata 0,75Verticale 0,70

1.11-12 Fattore solare (g) della componente vetrata degli infissi esterni Il requisito non si applica nel caso di componenti vetrate (verticali, inclinate o orizzontali) utilizzate nell’ambito si sistemi di captazione dell’energia solare (serre, etc.) appositamente progettati per tale scopo, purché ne sia garantito il corretto funzionamento in regime estivo.Il requisito può non essere applicato alle vetrature che risultino non esposte alla radiazione solare (per orientamento o perché protette, ad esempio, da ombre portate da altri edifici o parti dell’organismo edilizio). La relativa verifica deve essere effettuata con riferimento alla posizione del sole e alla radiazione solare incidente alle ore 13.00 ed alle ore 15.00 del 25 luglio e debitamente documentata.In ogni caso, deve essere comunque garantito il rispetto il requisito di illuminazione naturale (fattore medio di luce diurna), quando pertinente.

 

* Vincolo oggettivo: si intendono quei vincoli inerenti gli immobili citati al punto 1.3.6 lettera a) della Parte Prima del presente atto; i vincoli derivanti da strumenti urbanistici e regolamentari comunali.

50

Page 51: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3. Comportamento termico delle chiusure opache

3.1 Massa termica delle pareti opache verticali orizzontali e/o inclinate dell'involucro: La massa termica esprime la massa superficiale M espressa in kg/m2 delle chiusure verticali opache dell’edificio, ed influisce direttamente sul comportamento dinamico della parete in relazione allo sfasamento dell’onda termica dovuta agli apporti termici solari e all’irraggiamento termico.Ad esclusione della zona F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva, Im,s, sia maggiore o uguale a 290 W/m2, il valore della massa superficiale Ms delle chiusure opache verticali, orizzontali o inclinate deve essere superiore a 230 kg/m2. 

3.2 Controllo del comportamento termico dell’involucro in regime estivo: Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa superficiale delle pareti opache previsti in 3.1, possono essere raggiunti, in alternativa, con l’utilizzo di tecniche e materiali anche innovativi, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare. La capacità della struttura edilizia di contenere queste oscillazioni può essere utilmente rappresentata dagli indicatori prestazionali “sfasamento” (S), espresso in ore, ed “attenuazione” (fa), coefficiente adimensionale, valutabili in base alle norme tecniche UNI EN ISO 13786. Sulla base dei valori assunti da tali parametri si definisce la seguente classificazione

SfasamentoS (h)

AttenuazioneFa Prestazioni Classe

Prestazionale

S > 1212> S > 1010> S > 88> S > 66> S

fa < 0,150,15 < fa < 0,300,30 < fa < 0,40,40 < fa < 0,600,60 < fa

OttimaBuonaSufficienteMediocreCattiva

IIIIIIIVV

1.11-13Classi prestazionali della struttura edilizia di contenimento delle oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell'irraggiamento solare

Il requisito si intende soddisfatto quando l’edificio raggiunge una classe di prestazione non inferiore alla classe III così come indicata dalla tabella 2.5-2.

4. Ventilazione naturale degli edifici

Al fine di ridurre gli apporti termici durante il regime estivo e raffrescare gli spazi dell’organismo edilizio devono essere adottate soluzioni progettuali che garantiscano di utilizzare al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale dell’edificio, con particolare riferimento alla ventilazione notturna (free cooling). La ventilazione naturale può essere realizzata mediante:

ventilazione incrociata dell’unità immobiliare, captazione di aria raffrescata da elementi naturali e/o facciate esposte alle brezze estive e/o da zona

dell’edificio con aria raffrescata (patii, porticati, zona a nord, spazi cantinati, etc ) camini di ventilazione o altre soluzioni progettuali e/o tecnologiche.

 Nel caso che il ricorso a tali sistemi non sia praticabile o efficace, è possibile prevedere l’impiego di sistemi di ventilazione ibrida (naturale e meccanica) o ventilazione meccanica nel rispetto del comma 13, articolo 5, Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412.

51

Page 52: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.12Sistemi e dispositivi per la regolazione degli impianti termici e per l'uso razionale dell'energia mediante il controllo e la gestione degli edifici (BACS)

2.12.1 Esigenza da soddisfare

Uso razionale dell’energia e corretta gestione degli impianti termici

2.12.2 Normativa di riferimentoEN 15232 - Energy performance of buildings – Impact of Building. Automation"EN 15217 - Prestazione energetica degli edifici - Metodi per esprimere la prestazione energetica e per la certificazione energetica degli edificiUNI 10200/2005 - Impianti di riscaldamento centralizzati - Ripartizione delle spese di riscaldamentoUNI 9019/1987 - Ripartizione delle spese di riscaldamento basata sulla contabilizzazione di gradi-giorno in impianto a zona. Impiego e prova del totalizzatore di gradi-giorno.UNI 10202/1993 - Impianti di riscaldamento con corpi scaldanti a convezione naturale. Metodi di equilibratura.

2.12.3 Campo d’applicazione

Usi di cui all’ art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

 Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett.a), tutti gli interventi quali: nuova costruzione demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett.b), interventi limitatamente : all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di

edificio risulti superiore al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l'ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

Lett.c) limitatamente a interventi su edifici esistenti quali: nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici in edifici esistenti

2.12.4 Livello di prestazione

I sistemi e dispositivi per la regolazione degli impianti energetici comprendono tutti i sistemi per regolare l’erogazione di energia da parte del sistema impiantistico (sottosistema di produzione, di distribuzione e di regolazione) in base all’effettiva domanda dell’utenza o alla temperatura ambiente nei singoli locali e/o zone termiche ai fini dell’uso razionale dell’energia. Tali sistemi e dispositivi si dividono in:

1. sistemi e dispositivi per la regolazione del funzionamento degli impianti termici;2. sistemi e dispositivi per il controllo e la gestione automatica degli edifici (Building Automation

Control System – BACS)

1. Sistemi e dispositivi per la regolazione del funzionamento degli impianti termici

52

Page 53: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

1. Sistemi di regolazione impianti termici: per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 occorre che: sia presente almeno una centralina di termoregolazione programmabile per ogni generatore di calore siano presenti dispositivi modulanti per la regolazione automatica di temperatura ambiente nei singoli

locali e/o nelle singole zone che per le lordo per le loro caratteristiche di uso ed esposizione possano godere, a differenza degli altri ambienti riscaldati, di apporti di calore solari o comunque gratuiti. La centralina di termoregolazione si differenzia in relazione alla tipologia impiantistica e deve possedere almeno i requisiti già previsti all’articolo 7 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nei casi di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici.

In ogni caso detta centralina deve: essere pilotata da sonde di rilevamento della temperatura interna, supportate eventualmente da una

analoga centralina per la temperatura esterna, con programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell’arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici centralizzati

consentire la programmazione e la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell’arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici per singole unità immobiliari.

2. Sistemi di regolazione della temperatura ambiente per i singoli locali: per tutti gli edifici e gli impianti termici nuovi o ristrutturati, è prescritta l’installazione di dispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni. L’installazione di detti dispositivi è aggiuntiva rispetto ai sistemi di regolazione di cui all’art. 7, commi 2, 4, 5 e 6 del Decreto Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche, e deve comunque essere tecnicamente compatibile con l’eventuale sistema di contabilizzazione

3. Sistemi di contabilizzazione per impianti centralizzati: per gli edifici di nuova costruzione dotati di impianti termici centralizzati adibiti al riscaldamento ambientale per una pluralità di utenze e nel caso di installazione di nuovi impianti centralizzati o ristrutturazione degli stessi, è prescritta l'adozione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore per ogni singola unità immobiliare.

2. Dispositivi per il controllo e la gestione automatica degli edifici (Building Automation Control System – BACS)

L’insieme dei dispositivi e sistemi per la gestione e il controllo degli impianti energetici a servizio dell’edificio, impianti termici, elettrici, elettronici e di comunicazione si definiscono con BACS (Buildings Automation Control and System).Sono inclusi in questa definizione tanto i singoli dispositivi (quali, ad esempio, i dispositivi per la termoregolazione, i cronotermostati, etc ) quanto i sistemi complessi come i sistemi BUS o domotici. I dispositivi per la gestione e il controllo degli edifici (BACS) si dividono in base alle Classi di Efficienza.Le Classi di efficienza sono 4:

Classe D: sistema di automazione e gestione dell’edificio (BACS) energeticamente NON efficiente, solo per edifici esistenti. Gli edifici senza dispositivi BACS dovrebbero essere ristrutturati;

Classe C: corrisponde alla dotazione minima dei dispositivi BACS necessaria per un corretta gestione degli impianti energetici;

Classe B: corrisponde alla dotazione avanzata di BACS e sistemi di gestione dell’edificio; Classe A: corrisponde ad alte prestazioni del sistema BACS e di gestione dell’edificio.

 La dotazione minima dei dispositivi BACS per gli edifici di nuova costruzione o oggetto di interventi di ristrutturazione è quella riportata nella colonna relativa alla classe C nella lista dei dispositivi di cui alla seguente tabella.

 Con particolare riferimento ai sistemi di controllo automatico di riscaldamento e raffrescamento, i sistemi di emissione degli impianti di climatizzazione installati in edifici classificati E.1 (3), E.2, E.3 secondo il D.P.R. 412/93 devono essere dotati di apparecchiature in grado di interrompere il flusso termico in caso di apertura dei serramenti nel locale climatizzato.

Nel caso delle centrali di trattamento aria nell’ambito di impianti di climatizzazione locali con presenza di utenti superiore a 100 persone situati all’interno di edifici classificati E.4, E.5, E.6 (2), il controlla della portata aria di

53

Page 54: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

rinnovo deve essere asservito ad una sonda per la misura della concentrazione di CO2 (o sistema equivalente) al fine di modulare la quantità di aria esterna in funzione dell’indice di affollamento reale.

Nel caso delle centrali di trattamento aria nell’ambito di impianti di raffrescamento estivo situati all’interno di edifici classificati E,2, E.3, E.4, E.5, E.6 (2), il sistema di controllo deve prevedere l’attivazione della modalità di free-cooling al fine di diminuire i consumi dell’impianto di condizionamento con l’utilizzo dell’aria esterna per il raffrescamento gratuito. Si considera soluzione conforme il controllo delle serrande motorizzate installato su ciascuna unità di trattamento aria tramite comparatore entalpico.

Nel caso di edifici classificati E.3, E.5, E.6 (2), e limitatamente ai casi ove coesistano circuiti produzione freddo e produzione acqua calda sanitaria con potenza circuito freddo superiore a 100 kW associata ad un utilizzo medio annuo superiore a 5.000 ore, l’impiantistica deve prevedere il recupero del calore di condensazione della catena del freddo ai fini della produzione di acqua calda sanitaria. Tale recupero dovrà essere integrato da un sistema di stoccaggio adeguato ai consumi giornalieri di ACS.

La dotazione minima dei dispositivi BACS per gli edifici di nuova costruzione o oggetto di interventi di ristrutturazione è quella riportata nella colonna relativa alla classe C nella lista dei dispositivi di cui alla seguente tabella. Nel caso di edifici pubblici o adibiti ad uso pubblico di nuova costruzione o oggetto di interventi di ristrutturazione e comunque unicamente destinati ad usi non residenziali, la dotazione minima dei dispositivi BACS è quella riportata nella colonna relativa alla classe B nella lista dei dispositivi di cui alla seguente tabella.

    Definizione delle Classi    Residenziale Non residenziale    D C B A D C B ACONTROLLO AUTOMATICO                CONTROLLO RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO

               

  Sistema di emissione (terminali impiantistici)                0 Senza controllo automatico X       X      1 Controllo centralizzato       X      2 Controllo individuale per zona con termostato o controllo

elettronicoX     X    

3 Controllo individuale per stanza con termostato o controllo elettronico con comunicazione tra i controllori

X X X X

  Controllo rete di distribuzione ad acqua                

54

Page 55: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

    Definizione delle Classi    Residenziale Non residenziale    D C B A D C B A0 Senza controllo automatico X       X      1 Controllo temperatura esterna di compensazione X     X    2 Controllo temperatura interna X X X X  Controllo pompe di distribuzione                0 Senza controllo automatico X       X      1 Controllo On / Off X     X      2 Velocità della pompa variabile con pressione costante X X X X X3 Velocità della pompa variabile con pressione variabile  Intermittenza controllo sistema di emissione (terminali)                0 Senza controllo automatico X       X      1 Controllo automatico programmato a tempo X          2 Controllo automatico con opzione start/stop X X X X X  Interlink tra riscaldamento e climatizzazione                0 Senza collegamento X       X      1 Con interlink parziale X X   X X  2 Con interlink totale X X  Controllo Generatori                0 Temperatura costante X       X      1 Variazione della temperatura in relazione alla temperatura

esternaX X X X X X X

2 Variazione della temperatura in relazione ai carichiCONTROLLO VENTILAZIONE ARIA CONDIZIONATA                  Controllo del flusso d’aria negli ambienti                0 Senza controllo X       X      1 Controllo manuale X X X X X X X2 Controllo a tempo3 Controllo a presenza4 Controllo a domanda (ad es. n.° di persone)  Controllo del flusso d’aria nell’emissione del flusso

d’aria               

0 Senza controllo X X     X      1 Controllo On/off temporizzato X X X X X X2 Controllo del flusso o della pressione automatico  Scambiatore di calore con controllo defrost                0 Senza controllo defrost X       X      1 Con controllo defrost X X X X X X  Controllo umidità                0 Senza controllo X       X      1 Limitazione fornitura aria umida (supply air humidity

limitation)X X X X X X X

2 Controllo fornitura aria umida (supply air humidity control)3 Controllo aria umida ambiente o aria esausta

CONTROLLO ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE

               

  Controllo occupanti                0 Controllo manuale accensione On/Off X X X X X X    1 Controllo manuale accensione On/Off + sistema

addizionalee per l’estinzione del segnaleX X

2 Rilevazione automatica Auto-On/Dimmed3 Rilevazione automatica Auto-On/Auto-Off4 Rilevazione automatica Manual-On/Dimmed5 Rilevazione automatica Manual-On/Auto-Off  Controllo daylight (luce naturale-fattore medio luce

diurna)               

55

Page 56: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

    Definizione delle Classi    Residenziale Non residenziale    D C B A D C B A0 Manuale X       X      1 Automatico X X X X X XCONTROLLO SCHERMATURE/CHIUSURE ESTERNE                0 Operazione manuale X       X      1 Chiusure motorizzate a controllo manuale X     X    2 Chiusure motorizzate a controllo automatico X X X X3 Sistema di controllo combinato

illuminazione/chiusure/climatizzazioneAUTOMAZIONE EDIFICI (Building Automation)                0 Senza funzioni di Building Automation                1 Adattamento al fabbisogno degli utenti delle operazioni

dell’edificio e dei dispositivi di controlloX X X X X X    

2 Ottimizzazione delle operazioni per la sintonizzazione/integrazione dei diversi dispositivi di controllo

X X

3 Funzioni di allarme standard4 Funzioni di monitoraggio standardTECHNICAL BUILDING MANAGEMENT (TBM) Gestione tecnica degli edifici)

               

0 Senza funzioni TBM X              1 Rivelazione guasti dell’edificio e dei sistemi tecnologici e

attività di supporto e diagnosi dei guastiX X X X X X X

2 Report informazioni sui consumi energetici, condizioni interne e possibilità di miglioramento1.12-14 Classificazione delle BACS

56

Page 57: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.13Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (FER) o assimilate

2.13.1 Esigenza da soddisfare

Limitare i consumi di energia primaria non rinnovabile e di contribuire alla limitazione delle emissioni inquinanti e climalteranti

2.13.2 Normativa di riferimento

Decreto Min. 19 Febbraio 2007Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 115

2.13.3 Campo d’applicazione

Usi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.:Tutte le destinazioni d’uso degli edifici  Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1:

Lett.a), tutti gli interventi quali: nuova costruzione demolizione totale e ricostruzione ristrutturazione integrale di edifici

Lett.c) limitatamente a interventi su edifici esistenti quali: nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici in edifici esistenti

2.13.4 Livello di prestazione

Al fine limitare i consumi di energia primaria non rinnovabile e di contribuire alla limitazione delle emissioni inquinanti e climalteranti è obbligatorio l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia termica ed elettrica.  In particolare, il requisito prevede:

l’adozione di impianti o sistemi di produzione di energia termica da FER l’allacciamento a reti di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento l’adozione di impianti o sistemi di produzione di energia elettrica da FER o il ricorso ad eventuali modalità

compensative rese disponibili a livello locale.

2.13.5 Produzione di energia termica da FER

L’impianto di produzione di energia termica deve essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria con l’utilizzo delle predette fonti di energia rinnovabile. Tale limite è ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri storici ai sensi dell’art. A-7 della L.R. n. 20/00.

2.13.6 Teleriscaldamento o teleraffrescamento

E’ obbligatoria la predisposizione delle opere necessarie a favorire il collegamento a reti di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento, nel caso di presenza di tratte di rete ad una distanza inferiore a metri 1000 ovvero in presenza di progetti previsti dai vigenti strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica e in corso di realizzazione.

2.13.7 Produzione di energia elettrica da FER

57

Page 58: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Per gli interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1, lett. a) è obbligatoria l’installazione di impianti a fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica per una potenza installata non inferiore a 1 kW per unità abitativa e 0,5 kW per ogni 100 m2 di superficie utile di edifici non residenziali.Nel caso di edifici residenziali, qualora il soddisfacimento di tale requisito venga perseguito mediante l’impiego di impianti fotovoltaici e/o eolici, il costruttore avrà cura che tale potenza risulti allacciata e pienamente disponibile all’impianto elettrico di ogni singola unità abitativa. E’ opportuno evidenziare che sarà invece compito del proprietario la predisposizione della documentazione necessaria per l’allacciamento alla rete elettrica e l’accesso alle eventuali forme di incentivazione.

Qualora invece tale requisito venga perseguito mediante l’impiego di altri tecnologie (ad es. impianti di micro cogenerazione) sarà compito del costruttore rendere disponibile all’utente tale potenza attraverso un adeguato sistema di distribuzione e contabilizzazione a valle dell’impianto di produzione centralizzata.

2.13.8 Sistemi compensativi

L'eventuale impossibilità tecnica di rispettare le disposizioni di cui ai precedenti punti 2.7.5 e 2.7.7 va sopperita con l'adozione di impianti di micro-cogenerazione, con l'acquisizione di quote equivalenti in potenza di impianti a fonti rinnovabili siti nel territorio del comune dove è ubicato l'immobile ovvero con il collegamento ad impianti di cogenerazione ad alto rendimento o reti di teleriscaldamento comunali.Le modalità applicative delle disposizioni di cui ai punti precedenti sono definite con gli strumenti di pianificazione urbanistica comunali. Il comune può attivare un concorso pubblico per valutare le proposte di intervento più idonee a soddisfare gli obiettivi di valorizzazione delle fonti rinnovabili sopperendo all’impossibilità tecnica di corrispondere alle disposizioni di cui ai punti precedenti. Al concorso possono prendere parte i proprietari degli immobili nonché gli operatori interessati a partecipare alla realizzazione degli interventi.Alla conclusione delle procedure concorsuali il Comune stipula ai sensi dell’art.18 della L.R n. 20/00, un accordo con gli aventi titolo alla redazione degli interventi.

Note operativeFermo restando che con successivo atto il Comune di Parma verrà a definire le modalità di compensazione, nelle more della definizione di tale metodologia, il committente dovrà presentare contestualmente alla relazione tecnica di cui all’Allegato 4 dell’atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna, apposita dichiarazione impegnativa al raggiungimento dei parametri di cui all’atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna, secondo gli strumenti così individuati dal Comune di Parma.

2.13.9 Criteri di verifica

Ai fini della verifica sulla capacità del sistema FER utilizzato alla copertura dei fabbisogni energetici di cui ai paragrafi 2.7.5, 2.7.6, 2.7.7 si propongono le metodologie di progettazione e verifica presenti negli allegati tecnici parte 5 paragrafi 5.8, 5.9, 5.10, 5.11, 5.12

58

Page 59: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.14Semplificazione e razionalizzazione delle procedure amministrative e regolamentari

2.14.1 Esigenza da soddisfare

Recepimento normativa nazionale in termini di semplificazione amministrativa per quel che concerne l’uso delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica negli edifici

2.14.2 Normativa di riferimento Decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115

2.14.3 Campo d’applicazione

Usi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.:Tutte le destinazioni d’uso degli edifici  Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 3.1:

Lett.a), tutti gli interventi quali: nuova costruzione demolizione totale e ricostruzione ristrutturazione integrale di edifici

Lett.c) limitatamente a interventi su edifici esistenti quali: nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici in edifici esistenti

2.14.4 Livello di prestazione

1. Nel caso di edifici di nuova costruzione, lo spessore delle murature esterne, delle tamponature o dei muri portanti, superiori ai 30 centimetri, il maggior spessore dei solai e tutti i maggiori volumi e superfici necessari ad ottenere una riduzione minima del 10 per cento dell'indice di prestazione energetica previsto dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, certificata con le modalità di cui al medesimo decreto legislativo, non sono considerati nei computi per la determinazioni dei volumi, delle superfici e nei rapporti di copertura, con riferimento alla sola parte eccedente i 30 centimetri e fino ad un massimo di ulteriori 25 centimetri per gli elementi verticali e di copertura e di 15 centimetri per quelli orizzontali intermedi. Nel rispetto dei predetti limiti e' permesso derogare, nell'ambito delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi di cui al titolo II del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali, in merito alle distanze minime tra edifici, alle distanze minime di protezione del nastro stradale, nonché alle altezze massime degli edifici.

2. Nel caso di interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che comportino maggiori spessori delle murature esterne e degli elementi di copertura necessari ad ottenere una riduzione minima del 10 per cento dei limiti di trasmittanza previsti dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, certificata con le modalità di cui al medesimo decreto legislativo, e' permesso derogare, nell'ambito delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi di cui al titolo II del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali, in merito alle distanze minime tra edifici e alle distanze minime di protezione del nastro stradale, nella misura massima di 20 centimetri per il maggiore spessore delle pareti verticali esterne, nonche' alle altezze massime degli edifici, nella misura massima di 25 centimetri, per il maggior spessore degli elementi di copertura. La deroga puo' essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti.

3. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 26, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, e successive modificazioni, gli interventi di incremento dell'efficienza energetica che prevedano l'installazione di singoli

59

Page 60: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

generatori eolici con altezza complessiva non superiore a 1,5 metri e diametro non superiore a 1 metro, nonché di i mpianti solari termici o fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda e i cui componenti non modificano la sagoma degli edifici stessi, sono considerati interventi di manutenzione ordinaria e non sono soggetti alla disciplina della denuncia di inizio attività di cui agli articoli 22 e 23 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni, qualora la superficie dell'impianto non sia superiore a quella del tetto stesso. In tale caso, fatti salvi i casi di cui all'articolo 3, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, è sufficiente una comunicazione preventiva al Comune.

Note operativeIn considerazione del fatto che l’atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna sostituisce in ambito regionale i riferimenti di cui al D. Lgs. n.192/05 e ss.mm. e ii. citati dal D. Lgs. n. 115/08, si ritiene che il riferimento in termini di miglioramento della prestazione energetica per acquisire le deroghe di cui all’Art. 11 del D. Lgs. n. 115/08 debbono intendersi fare riferimento ai valori numerici del citato atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna.Analogamente i riferimenti legislativi nazionali di cui al DPR 380/01 debbono intendersi fare riferimento alla Legge Regionale n. 31/02.

60

Page 61: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3 PARTE TERZA: INTERVENTI OBBLIGATORI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE E DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEGLI EDIFICI

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FER - ULTERIORE COMPENSAZIONE AI SISTEMI PREVISTI DALLA NORMA REGIONALE

L'eventuale impossibilità di rispettare le disposizioni di cui alla scheda 2.7 della parte seconda del REN, in particolare sia ai punti 2.7.7 che 2.7.8, deve essere sostituita con il versamento di somma determinata annualmente con apposita deliberazione di Giunta Comunale, tenuto conto del costo medio di un impianto di produzione energia da fonti rinnovabili.Le somme riscosse devono essere destinate dal Comune di Parma alla promozione e/o realizzazione di obiettivi di valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, le cui quote equivalenti di potenza derivate verranno rese disponibili.Tale impossibilità deve essere documentata da apposita relazione tecnica dimostrativa asseverata.

61

Page 62: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.15Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico

2.15.1 Coibentazione tubazioni distribuzione

2.15.1.1 Esigenza da soddisfare

Contenimento dei consumi energetici invernali

2.15.1.2 Indicatore di prestazione

Riduzione delle dispersioni termiche espresse in W/m°C

2.15.1.3ApplicabilitàUsi di cui all’ art.3, DPR 412/93 e s.m.:Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

2.15.1.4Espressione del requisito

In occasione di interventi di manutenzione straordinaria delle tubazioni di distribuzione del fluido vettore in percentuale superiore al 10% ovvero, comunque entro il 01.09.2011 è fatto obbligo di provvedere alla coibentazione in linea con le vigenti norme delle tubazioni dell’impianto termico che risultino essere facilmente accessibili e/o ispezionabili.

Sono escluse dall’obbligo, le tubazioni comunque accessibili e/o ispezionabili che attraversano locali riscaldati in maniera continuativa ovvero non sezionabili.

2.15.1.5Metodologia di verificaDichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

2.15.1.6Normativa di riferimento

D.P.R. 412/93 ALLEGATO B

ISOLAMENTO DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DEL CALORE NEGLI IMPIANTI TERMICILe tubazioni delle reti di distribuzione dei fluidi caldi in fase liquida o vapore degli impianti termici devono essere coibentate con materiale isolante il cui spessore minimo e' fissato dalla seguente tabella 3.1-1 in funzione del diametro della tubazione espresso in mm e della conduttività termica utile del materiale isolante espressa in W/m °C alla temperatura di 40 °C.

Conduttività termica utile dell’isolante [W/m°C]

Diametro esterno della tubazione [mm]20 Da 20 a 39 Da 40 a 59 Da 60 a 79 Da 80 a 99 100

62

Page 63: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

0.030 13 19 26 33 37 400.032 14 21 29 36 40 440.034 15 23 31 39 44 480.036 17 25 34 43 47 520.038 18 28 37 46 51 560.040 20 30 40 50 55 600.042 22 32 43 54 59 640.044 24 35 46 58 63 690.046 26 38 50 62 68 740.048 28 41 54 66 72 790.050 30 44 58 71 77 84

3.1-15 Spessore minimo del materiale isolante.- Per valori di conduttività termica utile dell'isolante differenti da quelli indicati in tabella 3.1-1, i valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei dati riportati nella tabella 1 stessa. - I montanti verticali delle tubazioni devono essere posti al di qua dell'isolamento termico dell'involucro edilizio, verso l'interno del fabbricato ed i relativi spessori minimi dell'isolamento che risultano dalla tabella 3.1-1, vanno moltiplicati per 0,5.- Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate nè all'esterno nè su locali non riscaldati gli spessori di cui alla tabella 3.1-1, vanno moltiplicati per 0,3.- Nel caso di tubazioni preisolate con materiali o sistemi isolanti eterogenei o quando non sia misurabile direttamente la conduttivita' termica del sistema, le modalita' di installazione e i limiti di coibentazione sono fissati da norme tecniche UNI che verranno pubblicate entro il 31 ottobre 1993 e recepite dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato entro i successivi trenta giorni. I canali dell'aria calda per la climatizzazione invernale posti in ambienti non riscaldati devono essere coibentati con uno spessore di isolante non inferiore agli spessori indicati nella tabella 3.1-1 per tubazioni di diametro esterno da 20 a 39 mm.

63

Page 64: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.15.2 Efficienza e requisiti minimi per i generatori di calore

2.15.2.1 Esigenza da soddisfare

Contenimento dei consumi energetici invernaliContenimento delle emissioni nocive da combustione negli impianti termici

2.15.2.2 Indicatore di prestazione

Limiti massimi emissione Limiti minimi rendimento

2.15.2.3ApplicabilitàUsi di cui all’art.3, DPR 412/93 e s.m.:Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

2.15.2.4Espressione del requisito

Generatori di calore a biomassa

Requisiti minimi per le prestazioni di generatori di calore alimentati a biomassa

(*) Valori medi giornalieri.(1) ad esempio: combustione a stadi, controllo automatico del rapporto aria/combustibile, ricircolo dei fumi di

64

Page 65: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

combustione, ecc.(2) ad esempio: combustione a stadi, controllo automatico del rapporto aria/combustibile, ricircolo dei fumi dicombustione, SNCR (Riduzione Selettiva Non Catalitica), SCR (Riduzione Catalitica Selettiva), ecc.- Gli impianti con Pn > 35 kW, ad esclusione di quelli alimentati a pellets, devono essere dotati di un sistema diaccumulo termico avente un volume pari ad almeno 12dm3/kW, ma comunque non inferiore a 500 dm3. Eventualidifficoltà a rispettare tale condizione devono essere adeguatamente giustificate dal punto di vista tecnico.- Per potenze oltre i 20 MWt, nonché per quanto non indicato nella tabella sopra riportata, si rimanda a quantoprevisto nel punto 1.1 del paragrafo 1 della Parte III dell’Allegato 1 alla parte quinta del d.lgs. 152/2006.- Le stufe e i camini, dotati o meno di sistemi di distribuzione del calore generato, e gli impianti con potenzialitàinferiore a 35 kWt devono essere conformi alle norme di prodotto vigenti.

Per generatori a biomassa installati in zone di mantenimento:

(**) Valore limite di emissione da considerarsi requisito minimo nel caso di impianti finanziati, anche solo parzialmente, da Enti pubblici- Gli impianti con Pn >35 kW, ad esclusione di quelli alimentati a pellets, devono essere dotati di un sistema diaccumulo termico avente un volume pari ad almeno 12dm3/kW, ma comunque non inferiore a 500 dm3. Eventualidifficolta a rispettare tale condizione devono essere adeguatamente giustificate dal punto di vista tecnico.- Per potenze oltre i 20 MWt, nonchè per quanto non indicato nella tabella sopra riportata, si rimanda a quantoprevisto nel punto 1.1 del paragrafo 1 della Parte III dell’Allegato 1 alla parte quinta del d.lgs. 152/2006.- Le stufe e i camini, dotati o meno di sistemi di distribuzione del calore generato, e gli impianti con potenzialitàinferiore a 35 kWt devono essere conformi alle norme di prodotto vigenti.

2.15.2.5Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.

Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

2.15.2.6Normativa di riferimento

UNI EN 303/5 2004 - Caldaie per riscaldamento - Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale eautomatica, con una potenza termica nominale fino a 300 kW - Parte 5: Terminologia,requisiti, prove e marcatura

65

Page 66: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.16Prestazione energetica in regime estivo degli edifici

2.16.1 Prestazione energetica degli edifici

2.16.1.1Esigenza da soddisfare

Benessere termico estivoContenimento dei consumi energetici

2.16.1.2Indicatore di prestazione

Valore massimo ammissibile di fabbisogno di energia primaria per il condizionamento estivo espresso rispettivamente in:- kWh/m2anno per residenziale- kWh/m3anno per terziario

2.16.1.3Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

2.16.1.4Espressione del requisito

Si procede in sede progettuale alla determinazione della prestazione energetica per il raffrescamento estivo dell’involucro edilizio (Epe,invol), pari al rapporto tra il fabbisogno annuo di energia termica per il raffrescamento dell’edificio, calcolata tenendo conto della temperatura di progetto estiva secondo la norma UNI/TS 11300 – 1, e la superficie utile, per gli edifici residenziali, o il volume per gli edifici con altre destinazioni d’uso, e alla verifica che la stessa sia non superiore ai seguenti valori di riferimento:a) per gli edifici residenziali di cui alla classe E1, così come classificati, in base alla destinazione d’uso, all’articolo 3, del D.P.R. 412/1993, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme, al valore di 30 kWh/m2 anno;b) per tutti gli altri edifici al valore di 10 kWh/m3 anno.

2.16.1.5Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

2.16.1.6Normativa di riferimento UNI 10339. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta

d’offerta, l’ordine e la fornitura. Giugno 1995.

66

Page 67: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

UNI 10349. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Aprile 1994. UNI EN 15242. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli

edifici, comprese le infiltrazioni. 2008. UNI EN ISO 13790. Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento

e il raffrescamentoo. 2008. UNI/TS 11300-1. Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia

termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. 2008.

Il fabbisogno di energia utile per il raffrescamento è determinato secondo le norme UNI EN ISO 13790:2008 e UNI/TS 11300-1:2008. Per la procedura di calcolo fare riferimento all’Appendice 1 del presente documento

67

Page 68: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.17Prestazione energetica dei sistemi di illuminazione

2.17.1 Illuminazione interna naturale

2.17.1.1Esigenza da soddisfareUtilizzare al massimo il contributo della luce naturale durante le diverse ore del giorno e a seconda delle tipologie d’uso degli spazi interni. Comfort visivo -Contenimento dei consumi energetici collegati all’uso della illuminazione artificiale

2.17.1.2Indicatore di prestazioneFattore Medio di Luce Diurna (FMLD)

2.17.1.3ApplicabilitàUsi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici tranne gli edifici di categoria E.4(1) “cinema e teatri, sale di riunione

per congressi”, E.4(3) “bar, ristoranti, sale da ballo” ed E.8 “edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili”.

2.17.1.4Espressione del requisito

Il fattore medio di luce diurna di tutti i principali spazi ad uso diurno (ad esclusione degli ambienti di servizio) espresso come:

Dove:Av è la superficie vetrata della finestratL è il fattore di trasmissione luminosa del vetroE è il fattore finestraY è il fattore di riduzione funzione del’arretramento della finestra rispetto al filo esterno della facciataAtot è la superficie totale che delimita l’ambienterm è il fattore di riflessione medio pesato (sulle aree) dell’ambiente

deve risultare maggiore o uguale al valore limite:

FMLD ≥ FMLDLIM

Il valore limite è assunto pari al 3%.

2.17.1.5Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

68

Page 69: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.17.1.6Normativa di riferimento

Min. LL.PP. Criteri di valutazione delle grandezze atte a rappresentare le proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione nelle costruzioni edilizie, Circolare 22/5/1967 n. 3151. UNI 10840. Luce e illuminazione. Locali scolastici. Criteri generali per l'illuminazione artificiale e naturale.DM 27/07/05Circolare Min. LLPP n°3151 del 22/5/67SIA 380/4

2.17.1.7Nota 1

Si raccomanda per le nuove costruzioni che le superfici trasparenti dei locali principali (soggiorni, sale da pranzo, cucine abitabili e simili), siano orientate entro un settore 45° dal Sud geografico. Per gli ambienti che non hanno un diretto affaccio all’esterno si possono utilizzare sistemi di trasporto e diffusione della luce naturale attraverso specifici accorgimenti architettonici e tecnologici, purché sia dimostrato tecnicamente il raggiungimento dei requisiti illuminotecnici (Fattore di Luce Diurna compatibile con le attività svolte). Strategie di riferimento :

Superfici trasparenti L’utilizzo di ampie superfici vetrate permette di ottenere alti livelli di illuminazione naturale. E’ importante però dotarle di opportune schermature per evitare problemi di surriscaldamento estivo. Le superfici vetrate devono avere coefficiente di trasmissione luminosa elevato, rispettando nello stesso tempo le esigenze di riduzione delle dispersioni termiche e di controllo della radiazione solare entrante. A questo scopo possono essere efficaci vetrocamera con vetri di tipo selettivo (alta trasmissione luminosa, basso fattore solare, bassa trasmittanza termica). Le superfici vetrate devono essere disposte in modo da ridurre al minimo l’oscuramento dovuto ad edifici oppure altre ostruzioni esterne ed in modo che l’apertura riceva luce direttamente dalla volta celeste.

Colore pareti interne E’ importante utilizzare colori chiari per le superfici interne in modo da incrementare il contributo di illuminazione dovuto alla riflessione interna. Si considerano soluzioni conformi i seguenti valori di riflessione: Soffitti > 0,8, Pareti > 0,5, Pavimenti > 0,3.

Sistemi di conduzione della luce Nel caso di ambienti che non possono disporre di superfici finestrate verso l’esterno esistono oggi sul mercato sistemi innovativi di conduzione della luce (camini di luce, guide di luce) che permettono di condurre la luce dall’esterno fino all’ambiente da illuminare.

2.17.1.8Nota 2

Eventuale calcolo del FLD.

69

Page 70: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.17.2 Illuminazione interna artificiale

2.17.2.1Esigenza da soddisfareContenimento di consumi energetici degli impianti ed apparecchiature di illuminazione artificiale

2.17.2.2ApplicabilitàUsi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le categorie di edifici

2.17.2.3Espressione del requisito La potenza elettrica installata per illuminazione nell’edilizia del terziario dovrà rispettare dei valori limite, variabili in funzione della destinazione d’uso dell’edificio.Le condizioni ambientali negli spazi per attività principale, per attività secondaria (spazi per attività comuni e simili) e nelle pertinenze devono assicurare un adeguato livello di benessere visivo, in funzione delle attività previste. Per i valori di illuminamento da prevedere in funzione delle diverse attività è necessario fare riferimento alla normativa vigente. L’illuminazione artificiale negli spazi di accesso, di circolazione e di collegamento deve assicurare condizioni di benessere visivo e garantire la sicurezza di circolazione degli utenti.

È obbligatori per gli edifici pubblici e del terziario, e per le sole parti comuni degli edifici residenziali, l’uso di dispositivi che permettano di controllare i consumi di energia dovuti all’illuminazione, quali interruttori locali, interruttori a tempo, controlli azionati da sensori di presenza, controlli azionati da sensori di illuminazione naturale.In particolare:

Locali di grandi dimensioni (maggiori di 50 m2) caratterizzati da non più di una parete finestrata ed illuminati tramite più plafoniere e/o corpi illuminanti (es. classi scolastiche, uffici, sale convegni) dovranno essere dotati di interruttori di accensione separati per le lampade lato finestra e lato muro. In alternativa potranno essere utilizzate plafoniere asservite a sensori luce diurna.

per gli edifici residenziali (vani scala interni e parti comuni): installazione obbligatoria di interruttori crepuscolari o a tempo ai fini della riduzione dei consumi elettrici.

per gli edifici del terziario : obbligatoria l’installazione di dispositivi per la riduzione dei consumi elettrici (interruttori a tempo, sensori di presenza, sensori di illuminazione naturale, ecc.).

per tutte le categorie di edifici, tutte le plafoniere e/o i corpi illuminanti dotati di lampade fluorescenti dovranno essere alimentate tramite reattori elettronici. Eventuali scelte progettuali alternative saranno autorizzate ove siano in grado di dimostrare efficienze energetiche pari o superiori.

2.17.2.4Metodologia di verifica

Nella seguente tabella vengono quindi riportati i valori limite. Il consumo limite di energia primaria (L ill) verrà calcolato sulla base del numero di ore di accensione delle lampade in ciascun ambiente.

Dove:

Wi = potenza specifica (W/m2) nell’ambiente esimo secondo tabella 3.3-1ni = numero di ore giornaliere di accensione delle luci alla potenza Wi nell’ambiente iesimoNi = numero di giorni all’anno di accensione delle luci alla potenza Wi nell’ambiente iesimoSi = superficie dell’ambiente iesimo

Le riduzioni di consumo ottenibili mediante sistemi di controllo del tipo sensori di presenza o dimmer vanno esplicitati mediante una specifica relazione tecnica che ne illustri le caratteristiche.

70

Page 71: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

DestinazioniValori limite dipotenza specifica[W/m²]

ufficio individuale 11,5gruppo d'uffici 12,5ufficio collettivo 10,5sala riunioni 12,5sala sportelli 11,0negozio semplice 10,0vendita 15,5supermercato, negozio specializzato 16,5aula 11,5locale per esercitazioni 14,0sala conferenze 14,0camera d'ospedale 7,0camera d'albergo 8,5mensa 11,0ristorante 9,0cucina di ristorante 9,0area di circolazione (con luce diurna) 3,5area di circolazione (senza luce diurna) 3,5magazzino, locale tecnico 4,5magazzino (vendita) 6,0magazzino (spedizione) 7,5gabinetti, guardaroba 4,5officina / atelier (con luce diurna) 10,0officina / atelier (poca luce diurna) 10,0autorimessa (privata) 3,5autorimessa (pubblica) 3,5

Tabella 3.3-16 Valori limite e mirati di potenza elettrica installata per unità di superficie per illuminazione in funzione della destinazione d’uso (Fonte normativa: sia 380/4).

2.17.2.5Normativa di riferimento

Min. LL.PP. Criteri di valutazione delle grandezze atte a rappresentare le proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione nelle costruzioni edilizie, Circolare 22/5/1967 n. 3151. UNI 10840. Luce e illuminazione. Locali scolastici. Criteri generali per l'illuminazione artificiale e naturale.UNI EN 15193 “Requisiti energetici per l’illuminazione”UNI EN 12464-1 Progettazione impianti di IlluminazioneDM 27/07/05Circolare Min. LLPP n°3151 del 22/5/67Normativa Unificazione Svizzera SIA 380/4

71

Page 72: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.18Risparmio di acqua potabile

2.18.1 Risparmio di acqua potabile negli impianti interni

2.18.1.1Esigenza da soddisfare

Riduzione del consumo di acqua potabile provvedendo nel contempo alla sua sostituzione con acque di riciclo negli per tutti gli usi ove non sia richiesto l’utilizzo di acque di elevata qualità

2.18.1.2Indicatore di prestazione

Parametri di funzionalità come da scheda

2.18.1.3ApplicabilitàUsi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutti gli edifici

2.18.1.4Espressione del requisito

1. Livello di prestazione per le nuove costruzioni

Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, è obbligatoria l’adozione di dispositivi per la regolazione del flusso di acqua dalle cassette di scarico dei servizi igienici. Le cassette devono pertanto essere dotate di un dispositivo comandabile manualmente che consenta la regolazione, prima dello scarico, di almeno due diversi volumi di acqua: il primo compreso tra 7 e 12 litri e il secondo compreso tra 5 e 7 litri.

Nel caso dei servizi igienici situati all’interno di edifici classificati E,2, E.3, E.4, E.5, E.6 , E.7 deve essere previsto l’utilizzo delle seguenti apparecchiature:- lavabi con getto limitato a 5 l/min con comando a pedale o pulsante a chiusura automatica dopo 10 secondi;- docce con getto limitato a 9 l/min e chiusura automatica dopo 60 secondi;- urinali cosiddetti “a secco” nei locali ove siano installati più di 5 di tali apparecchi.

2. Livello di prestazione per interventi sul patrimonio edilizio esistente

Per gli edifici esistenti il livello di prestazione richiesto per le nuove costruzioni si applica totalmente nel caso di rifacimento dell’impianto idrico-sanitario ovvero, limitatamente al componente soggetto a specifica, nel caso di sostituzione dell’apparecchio.

Sempre allo scopo di ridurre il consumo di acqua potabile è resa obbligatoria a partire dal 1.1.2010 l’installazione di rompigetti areati sulle rubinetterie esistenti.

2.18.1.5Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

72

Page 73: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.18.1.6Normativa di riferimento

UNI 9182. Impianti di alimentazione e distribuzione di acqua fredda e calda. Criteri di progettazione, collaudo,

gestione.

2.18.1.7Nota: rappresentazione grafica indicativa

Al fine di agevolare la individuazione delle caratteristiche costruttive peculiari degli urinali “a secco” si riporta in

calce uno schema di tale apparecchiatura

73

Page 74: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

2.19Risparmio di energia elettrica

2.19.1 Risparmio di energia elettrica negli elettrodomestici

2.19.1.1Esigenza da soddisfare

Riduzione del consumo di energia elettrica

2.19.1.2Indicatore di prestazione

Rispetto del requisito cogente nell’ambito della sua applicabilità

2.19.1.3Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti

superiore al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

2.19.1.4Espressione del requisito

In occasione di ristrutturazione o nuova edificazione è fatto obbligo, al fine di consentire l’utilizzo di elettrodomestici a doppia presa idrica, di portare l’allacciamento dell’acqua fredda e dell’acqua calda presso la zona di posizionamento della lavabiancheria e della lavastoviglie

2.19.1.5Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

74

Page 75: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3 PARTE QUARTA: UTILIZZO DI INCENTIVI PER FAVORIRE IL RISPARMIO ENERGETICO E L’UTILIZZO DELLE FONTI RINNOVABILI

Al fine di promuovere l’efficienza  energetica nelle costruzioni, il regolamento ha individuato un possibile meccanismo incentivante che  il RUE dovrà recepire nelle forme opportune affinchè possa essere resa possibile la loro applicazione. Viceversa il POC ha, con l’approvazione del REn lo strumento applicativo per il premio volumetrico in relazioni alle prestazioni energetiche.  

Interventi disciplinati dal RUE:

Il meccanismo incentivante che il Comune di Parma intende adottare si sviluppa attraverso modi e strumenti differenti al fine di assicurare a tutti i diversi soggetti che vanno ad intervenire nel patrimonio edilizio (proprietari, acquirenti, imprese edili) di poter acquisire un vantaggio apprezzabile ove essi vadano a realizzare interventi di miglioramento della qualità dell’edificio sia in termini di efficienza energetica che di sostenibilità, sia esso di nuova realizzazione o ristrutturato.

Interventi disciplinati dal POC:Il meccanismo incentivante in termini di SLU è definito dal PSC, sulla base di parametri definiti( vedi allegato B del POC e contenuti delle singole schede attuative). Il livello di certificazione energetica raggiunta può consentire di accedere ad alcuni incentivi (come la riduzione dgli oneri e lo scomputo di volumi necessari ad accogliere accorgimenti strutturali legati all’utilizzo di fonti rinnovabili e/o raffrescamento/riscaldamento passivo).

75

Page 76: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.1 Il meccanismo di assegnazione degli incentiviSi allega di seguito la tabella di assegnazione dei punteggi relativi agli interventi sugli edifici disciplinati dal RUE soggetti ad incentivazione.

Esistente Nuovo1 Sistemi solari passivi 20

INTE

RV

ENTI

RIC

ON

DU

CIB

ILI

ALL

’AU

MEN

TO D

I CLA

SSE

EN

ERG

ETIC

A

DEL

L’ED

IFIC

IO E

QU

IND

I A D

ISC

REZ

ION

E D

EL P

RO

GET

TIST

A

2 Caratteristiche e prestazioni di involucro 352.1 Isolamento termico dell’Involucro Edilizio  

Livello 1 10Livello 2 15Livello 3 25

2.2 Controllo dell’inerzia termica dell’Involucro Edilizio 10

2.3Orientamento dell’edificio e uso dell’apporto energetico da soleggia mento

 -----------------------

3 Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico 45

3.1 Efficienza generatore 15

3.2 Riscaldamento ambiente con sistemi radianti 103.3 Recupero termico nella ventilazione dell’edificio 5

3.4Generazione combinata di energia (cogenerazione e trigenerazione) 15

4 Contenimento dei consumi energetici in regime estivo 50 50

4.1 Prestazione energetica del sistema edificio impianto 25 254.2 Adozione di tecniche di raffrescamento naturale 10 104.3 Realizzazione di copertura a verde 5 54.4 Realizzazione di pareti a verde 5 54.5 Centralizzazione del sistema di climatizzazione estiva 5 5

5 Uso efficiente energia elettrica f.e.m. 5 56 Miglioramento classe BACS 15 15

Raggiungimento classe B nei residenziali 10 10Raggiungimento classe A in tutti i casi 15 15

7Risparmio di acqua potabile attraverso recupero, usi compatibili delle acque meteoriche provenienti dalle

coperture15 15

8 Controllo dell’esposizione ai campi elettromagnetici 2 2

9 Controllo delle emissioni nocive nei materiali delle strutture, degli impianti e delle finiture 8 8

10 Riciclabilità dei materiali da costruzione 5 5Tabella 4.1-17 Attribuzione punteggio agli interventi previsti

Utilizzo del punteggio conseguitoL’ammontare dei punteggi conseguito, a seconda che si tratti di un intervento su esistente o di nuova esecuzione, può essere speso su uno o più degli incentivi di seguito elencati la cui somma di punti necessari corrisponda ai punti conseguiti.

76

Page 77: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Si identificano due strade per accedere agli incentivi:

Edifici di nuova costruzione

In sostanza gli interventi dei gruppi 1,2,3 sono riconducibili ad un aumento delle prestazione dell’involucro e quindi ad un elevamento di classe energetica dell’edificio, così come calcolata secondo l’atto di indirizzo n. 156/08 della Regione Emilia Romagna e le relative norme tecniche UNI TS 11300 parti 1,2; viene quindi lasciata massima libertà al progettista di utilizzare le tecniche che ritiene più opportune per ottenere il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio, fino al raggiungimento della classe B identificata dalla tabella regionale sotto riportata.I 100 punti massimi conseguibili con gli interventi dei gruppi 1,2,3, vengono ottenuti mediante l’incremento della classe energetica dell’edificio fino alla classe A+.

L’indice EP complessivo (EPtot) è espresso:

a) in chilowattora per metro quadrato di superficie utile dell'edificio per anno (kWh/m 2anno) per gli edifici appartenenti alla classe E.1 esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme;

b) in chilowattora per metro cubo di volume lordo delle parti di edificio riscaldate per anno (kWh/m 3anno) per tutti gli altri edifici.

La classe energetica a cui l'edificio appartiene è determinata confrontando il valore del fabbisogno di energia primaria EPi + EPacs = EPtot con i parametri numerici associati ad ogni classe, definiti secondo quanto indicato nelle tabelle che seguono.

A+ EP tot < 25A EP tot < 40B 40 < EP tot < 60C 60 < EP tot < 90D 90< EP tot < 130E 130 < EP tot < 170F 170< EP tot < 210G EP tot > 210

Tabella 4.1-18 Classi di prestazione energetica: edifici di classe E.1 esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme (kWh/m2anno)

A+ EP tot < 5A 5 < EP tot < 8B 8 < EP tot < 16C 16 < EP tot < 30D 30 < EP tot < 44E 44 < EP tot < 60F 60 < EP tot < 80G EP tot > 80

Tabella 4.1-19 Classi di prestazione energetica: altri edifici (kWh/m3anno): al fine di permettere adeguato incentivo all’eccellenza nella edificazione commerciale/terziaria viene inserita la classe A+ alla tabella regionale anche per tale tipologia di edifici

Sulla base dell’individuazione della classe energetica minima prevista dalla norma così calcolata, i punteggi vengono assegnati con la modalità seguente:

Classe di collocamento Punteggio assegnatoB 30A 60A+ 100

Tabella 4.1-20 Attribuzione punteggio sulla base della classe energetica raggiunta

Gli altri 100 punti, assegnabili con l’uso degli interventi dei gruppi 4…10 vengono invece assegnati secondo la tabella 4.1-1.

2.1 Premio volumetrico (spessori murature esterne)

Il premio viene definito in funzione della classe energetica risultante dall’intervento, con la seguente modalità:

77

Page 78: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Se si raggiunge almeno la classe B non si computa come Slu l’intero spessore degli elementi perimetrali verticali di facciata.”

2.2 Riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria (ex-delib.C.R. 849/1998)

Per interventi su nuovi edifici si definisce una riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria in rapporto al tipo di interventi effettuati, come segue:

- riduzione importo degli U2 del 30%,in base alla deliberazione di C.C. n°140/77 del 20 maggio 2000, per interventi che assommano a punti 15, inerenti le schede di riferimento 1,2,3,5,6 della tabella 4.1-1 del regolamento energetico;

- riduzione importo degli U2 del 50%, in base alla deliberazione di C.C. n°140/77 del 20 maggio 2000, per interventi che assommano a punti 30, inerenti le schede di riferimento 7,8,9,10 della tabella 4.1-1 del regolamento energetico;

2.3 Scomputo delle superfici necessarie ad accogliere accorgimenti strutturali e/o impiantistici collegati all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e/o al riscaldamento/raffrescamento passivo

Non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi, delle superfici e nei rapporti di copertura i sistemi solari passivi così come definiti nella scheda 4.2.1 per i quali sussiste atto di vincolo circa tale destinazione e che abbiano dimensione comunque non superiore al 15% della superficie utile delle unità abitative realizzate. Analogamente, i locali tecnici destinati ad accogliere impianti energetici e/o destinati al risparmio idrico classificati come facoltativi nell’ambito del Regolamento Energetico non concorrono al calcolo della SLU sempre che gli stessi siano totalmente interrati sotto al piano di campagna, e senza luci e/o vedute, ovvero siano integrati nell’involucro esterno dell’edificio con soluzioni che comunque rispettino i limiti di distanza tra i fabbricati e le altezze massime previste. I suddetti locali, nel caso di realizzazione in copertura, sono ammissibili e non computabili ai fini della SLU, ove gli stessi siano integrati nell’involucro esterno dell’edificio, abbiano altezza netta interna non superiore a m 2,60 e si arretrino dal fronte dell’edificio secondo un’inclinata non superiore a 30°. Gli stessi locali tecnici, qualora siano realizzati fuori terra, non possono superare il 10% della SLU ammessa, fino ad un limite di 20 mq e devono essere accompagnati da un progetto di efficienza energetica. I suddetti locali sono vincolati alla destinazione d’uso che non può subire variazioni.A titolo di esempio si intendono ricompresi fra i locali tecnici di cui al precedente comma le seguenti cubature:

a) i locali previsti per accogliere sistemi passivi di riscaldamento e/o di raffrescamento e, in genere, gli impianti tecnologici finalizzati al risparmio energetico, la cui specifica finalità deve essere certificata con relazione a firma di tecnico abilitato, in cui deve essere valutato il guadagno energetico, secondo le Norme UNI 10344 e 10349, UNI EN ISO 13790, UNI TS 11300-1, UNI TS 11300-2; b) i locali per il contenimento di sistemi di accumulo per l’acqua calda sanitaria proveniente da impianti a pannelli solari termici, con relative centrali di comando e pompe di distribuzione;c) i locali per ventilatori e scambiatori temici e canalizzazioni di aria a bassa velocità per l’applicazione di tecniche di ventilazione meccanizzata;d) i locali per pompe di calore applicate alla termoregolazione e a pozzi geotermici a bassa temperatura;e) i locali necessari per gli accumulatori di energia (elettrica, termica, chimica) autoprodotta;f) i volumi per vasche destinate al recupero e relativi impianti per usi compatibili delle acque meteoriche e delle acque grigie;g) i locali destinati a contenere sistemi di produzione, trasformazione, stoccaggio di energia.

Nel caso di nuovi edifici, gli incentivi si potranno esprimere sotto forma di:

N° Tipologia di incentivo Punti necessari Note2.1 Premio volumetrico 752.2 Riduzione degli oneri di urbanizzazione e/o del costo di

costruzioneRiduzione oneri 50% ex delibera Regionale 849 del 4/03/1998 20Riduzione oneri 30% ex delibera Regionale 849 del 4/03/1998 15

2.3 Scomputo dei volumi necessari ad accogliere accorgimenti strutturali e/o impiantistici collegati all’utilizzo delle energia rinnovabili e/o al riscaldamento/raffrescamento passivo

20

78

Page 79: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Edifici esistenti

Al fine di agevolare gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti, sono previste due modalità di accesso agli incentivi:

1) il punteggio è assegnato anche a quegli interventi dei gruppi 1…3 che prevedono un aumento dell’efficienza energetica calcolabile secondo la normativa in vigore. Basandosi quindi sulla tabella dei punteggi è possibile disporre del carnet completo degli interventi sui quali basare il proprio intervento di riqualificazione

2) Qualora se ne ravvisi la necessità e/o convenienza, è percorribile anche la strada prevista per i nuovi edifici, ossia l’accesso ai 100 punti previsti per l’aumento di classe energetica, fermo restando che:

a. Tale aumento di classe energetica dovrà essere documentato mediante la certificazione energetica ante e post intervento.

b. Tutti gli interventi operati al fine di portare la classe energetica dell’edificio fino alla classe B, non sono incentivati con questo meccanismo. L’assegnazione dei punteggi viene assegnata, come per i nuovi interventi, ad ogni aumento di classe rispetto alla B

DESCRIZIONE DEGLI STRUMENTI DI INCENTIVAZIONE

1.1 Premio volumetrico

Nel caso di interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che comportino maggiori spessori delle murature esterne e degli elementi di copertura necessari ad ottenere una riduzione minima del 10 per cento dei limiti di trasmittanza, previsti dall’atto di indirizzo della Regione Emilia-Romagna n. 156/08, è permesso derogare, nell’ambito delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi di cui alla Legge Regionale Emilia-Romagna 25 novembre 2002, n. 31, a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dal regolamento edilizio comunale in merito:

alle distanze minime tra edifici e alle distanze minime di protezione del nastro stradale, nella misura massima di 20 centimetri per il maggiore spessore delle pareti verticali esterne

alle altezze massime degli edifici, nella misura massima di 25 centimetri, per il maggior spessore degli elementi di copertura.

La deroga può essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti.Le disposizioni di cui sopra si applicano in relazione ai soli spessori da aggiungere a quelli rilevati ed asseverati dal progettista, compatibilmente con la salvaguardia di facciate, murature ed altri elementi costruttivi e decorativi di pregio storico ed artistico, nonché con la necessità estetica di garantire gli allineamenti o le conformazioni diverse, orizzontali, verticali e delle falde dei tetti che caratterizzano le cortine di edifici urbani e rurali di antica formazioneAl di fuori delle zone di tipo A di cui al D.M. 2 aprile 1968, n°1444, se l’edificio viene interamente recuperato in conformità ai parametri previsti dall’atto di indirizzo della Regione Emilia-Romagna n. 156/08, il premio di volumetria è definito in mq. 20 di SLU per unità immobiliare esistente e legittimata; parimenti per edifici interamente recuperati in conformità ai parametri previsti dall’atto di indirizzo della regione emilia romagna n°156/08 di tipo direzionale, commerciale, produttivo ed artigianale il premio di SLU viene calcolato nella proporzione del 20% sulla SLU esistente, fino ad un massimo di 200mq. La realizzazione di interventi di ampliamento di superficie accessoria (Snr) dell’edificio attraverso chiusura del basamento realizzato su pilotis al fine di incrementare il risparmio energetico è permessa, esclusivamente al di fuori delle zone di tipo A di cui al D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, purché la trasmittanza termica delle chiusure opache e/o trasparenti utilizzate sia non inferiore ai valori di cui al capo 1.2.1 del Regolamento Energetico.La realizzazione di tali interventi è subordinata alla preventiva acquisizione del parere della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio.

1.2 Semplificazione delle pratiche edilizie

Fatto salvo quanto previsto dall’Art. 26 comma 1 della legge 10/91 e, comunque, nel rispetto delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, di quelle relative all’efficienza energetica, nonché delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modifiche, gli interventi di incremento dell’efficienza energetica che prevedano l’installazione di impianti solari termici o fotovoltaici, e sezioni captatrici destinate all’incremento dell’illuminamento naturale (tubi di luce) come descritto nella scheda 3.3.1, aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione e stesso orientamento della falda e i cui componenti non modificano la sagoma degli edifici stessi, da realizzare al di fuori delle zone di tipo A di cui al D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, sono considerati interventi di manutenzione ordinaria e non sono soggetti alla disciplina della Denuncia di Inizio Attività di cui all’art. 8 della Legge Regionale Emilia-Romagna 25 novembre 2002, n. 31, qualora la superficie dell’impianto non

79

Page 80: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

sia superiore a quella del tetto stesso. In tale caso, è sufficiente una comunicazione preventiva al Comune con descrizione dell’intervento.

1.3 Riduzione della tassa per occupazione del plateatico

E’ prevista la riduzione del 40% per gli edifici non sottoposti a vincolo di tutela dal Ministero dei beni Culturali e del 50% per gli edifici sottoposti a vincolo di tutela dal Ministero dei beni Culturali della tassa comunale per l’occupazione del plateatico dovuta per il montaggio del ponteggio per la durata dei lavori e comunque per un periodo non superiore ai 6 mesi.

1.4 Incentivi ed agevolazione nella fase di cantierizzazione

Tale strumento sarà applicabile con particolare riferimento a quanto concerne l’accesso al cantiere da parte dei mezzi d’opera, concretizzandosi in deroghe alle limitazioni ZTL e/o di sosta.

1.5 Riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria (ex-delib.C.R. 849/1998)

Per interventi sugli edifici esistenti anche in Zona A si definisce una riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria in rapporto al tipo di interventi effettuati, come segue:

- riduzione importo degli U2 del 30%,in base alla deliberazione di C.C. n°140/77 del 20 maggio 2000, per interventi che assommano a punti 15, inerenti le schede di riferimento 1,2,3,5,6 della tabella 4.1-1 del regolamento energetico;

- riduzione importo degli U2 del 50%, in base alla deliberazione di C.C. n°140/77 del 20 maggio 2000, per interventi che assommano a punti 30, inerenti le schede di riferimento 7,8,9,10 della tabella 4.1-1 del regolamento energetico;

1.6 Scomputo delle superfici necessarie ad accogliere accorgimenti strutturali e/o impiantistici collegati all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e/o al riscaldamento/raffrescamento passivo

In deroga a quanto previsto dall’art. 2.1.2, lett. b) del RUE, ad esclusione della zona A ai sensi del D.M. 1444/68, sistemi solari passivi così come definiti nella scheda 4.2.1 per i quali sussiste atto di vincolo circa tale destinazione e che abbiano dimensione comunque non superiore al 15% della superficie utile delle unità abitative realizzate, non sono considerati nei computi per la determinazione dei volumi, delle superfici e nei rapporti di copertura. Analogamente, i locali tecnici destinati ad accogliere impianti energetici e/o destinati al risparmio idrico classificati come facoltativi nell’ambito del Regolamento Energetico non concorrono al calcolo della SLU sempre che gli stessi siano totalmente interrati sotto al piano di campagna, e senza luci e/o vedute, ovvero siano integrati nell’involucro esterno dell’edificio con soluzioni che comunque rispettino i limiti di distanza tra i fabbricati e le altezze massime previste. I suddetti locali, nel caso di realizzazione in copertura, sono ammissibili e non computabili ai fini della SLU, ove gli stessi siano integrati nell’involucro esterno dell’edificio, abbiano altezza netta interna non superiore a m 2,60 e si arretrino dal fronte dell’edificio secondo un’inclinata non superiore a 30°. Gli stessi locali tecnici, qualora siano realizzati fuori terra, non possono superare il 10% della SLU ammessa, fino ad un limite di 20 mq e devono essere accompagnati da un progetto di efficienza energetica. I suddetti locali sono vincolati alla destinazione d’uso che non può subire variazioni.A titolo di esempio si intendono ricompresi fra i locali tecnici di cui al precedente comma le seguenti cubature:

a) i locali previsti per accogliere sistemi passivi di riscaldamento e/o di raffrescamento e, in genere, gli impianti tecnologici finalizzati al risparmio energetico, la cui specifica finalità deve essere certificata con relazione a firma di tecnico abilitato, in cui deve essere valutato il guadagno energetico, secondo le Norme UNI 10344 e 10349, UNI EN ISO 13790, UNI TS 11300-1, UNI TS 11300-2; b) i locali per il contenimento di sistemi di accumulo per l’acqua calda sanitaria proveniente da impianti a pannelli solari termici, con relative centrali di comando e pompe di distribuzione;c) i locali per ventilatori e scambiatori temici e canalizzazioni di aria a bassa velocità per l’applicazione di tecniche di ventilazione meccanizzata;d) i locali per pompe di calore applicate alla termoregolazione e a pozzi geotermici a bassa temperatura;e) i locali necessari per gli accumulatori di energia (elettrica, termica, chimica) autoprodotta;f) i volumi per vasche destinate al recupero e relativi impianti per usi compatibili delle acque meteoriche e delle acque grigie;g) i locali destinati a contenere sistemi di produzione, trasformazione, stoccaggio di energia.

1.7 Recupero ai fini abitativi di sottotetti esistenti.

80

Page 81: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

E’ ammesso il recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti alla data di adozione della presente delibera, che rispettino tutti i requisiti e le prescrizioni di cui alla Legge Regionale Emilia-Romagna 6 aprile 1998, n. 11.Il recupero può essere assentito solo ed esclusivamente per i sottotetti esistenti alla data di approvazione della presente deliberazione e che costituiscono pertinenze di locali abitabili e che siano collegati funzionalmente con l’unità abitativa sottostante.

1.8 Possibilità di inserimento di tasche nel tetto

Per quanto riguarda gli interventi eseguiti nelle zone di tipo A di cui al D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, con esclusione degli edifici assoggettati a restauro scientifico, è sempre ammessa la realizzazione di terrazzini “a tasca” anche per i sottotetti privi dei requisiti di abitabilità, comunque nel rispetto delle prescrizioni dimensionali previste dalla Disciplina particolareggiata del Centro Storico.La realizzazione dei terrazzini “a tasca” può essere eseguita in deroga al rapporto aero-illuminante prescritto dalla Disciplina Particolareggiata del Centro Storico, ma nel rispetto delle seguenti prescrizioni:a) realizzazione sulle falde a copertura inclinata non prospicienti la pubblica via antistante l’edificio;b) nei casi di edifici caratterizzati da falda unica è ammessa anche su falde prospicienti la pubblica via purché non siano visibili dalla stessa.

La realizzazione di tali interventi è subordinata alla preventiva acquisizione del parere della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio.

1.9 Possibilità di aumentare il rapporto aero-illuminometrico

Per quanto riguarda gli interventi eseguiti nelle zone di tipo A di cui al D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, con esclusione degli edifici assoggettati a restauro scientifico, è sempre ammessa la realizzazione di complanari anche per i sottotetti privi dei requisiti di abitabilità, comunque nel rispetto delle prescrizioni dimensionali previste dalla Disciplina particolareggiata del Centro Storico.La realizzazione dei complanari può essere eseguita in deroga al rapporto aero-illuminante prescritto dalla Disciplina Particolareggiata del Centro Storico, ma nel rispetto delle seguenti prescrizioni:a) realizzazione sulle falde a copertura inclinata non prospicienti la pubblica via antistante l’edificio;b) nei casi di edifici caratterizzati da falda unica è ammessa anche su falde prospicienti la pubblica via purché non siano visibili dalla stessa;Nel caso di edifici esistenti, gli incentivi si potranno esprimere sotto forma di:

N° Tipologia di incentivo Punti necessari Note1.1 Premio volumetrico 601.2 Semplificazione pratiche edilizie // Vedi nell’allegato

descrittivo al cap.1.21.3 Riduzione della tassa per occupazione del plateatico 251.4 Incentivi ed agevolazione nella fase di cantierizzazione 101.5 Riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria

Riduzione oneri 50% ex delibera Regionale 849 del 4/03/1998 30 Punti ottenuti con interventi di cui ai gruppi di schede numero 7,8, 9, 10 di cui alla tab 4.1-1

Riduzione oneri 30% ex delibera Regionale 849 del 4/03/1998 15 Punti ottenuti con interventi di cui ai gruppi di schede numero 1,2,3,5,6 di cui alla tab 4.1-1

1.6 Scomputo dei volumi necessari ad accogliere accorgimenti strutturali e/o impiantistici collegati all’utilizzo delle energia rinnovabili e/o al riscaldamento/raffrescamento passivo

20

1.7 Recuperi ai fini abitativi di sottotetti esistenti 25 1.8

Possibilità di inserimento di tasche nel tetto 20

1.9 Possibilità di aumentare il rapporto aero-illuminotecnico 25

81

Page 82: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.2 Sistemi solari passivi

3.2.1 Contributo dei sistemi solari passivi alla climatizzazione invernale

3.2.1.1 Esigenza da soddisfareContenimento dei consumi energetici per la climatizzazione invernale

3.2.1.2 Indicatore di prestazione

Percentuale (%) fabbisogno calore climatizzazione

3.2.1.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.2.1.4 Espressione del requisito

Il requisito è soddisfatto se almeno il 10% del fabbisogno di calore la climatizzazione invernale è coperto da specifici sistemi di captazione dell’energia solare integrati nel’involucro edilizio, quali: serre solari ad incremento diretto ed ad accumulo, pareti solari ventilate (muro di TrombeMichel), pareti opache con isolamento trasparente, pareti esterne ventilate:

dove:-Qh,o è il fabbisogno di energia per il riscaldamento dell’edificio, calcolato in assenza del sistema di captazione solare, valutato in regime di funzionamento continuo; -Qh,s è il fabbisogno di energia per il riscaldamento dell’edificio, tenendo conto della presenza del sistema di captazione solare, valutato in regime di funzionamento continuo. Si deve inoltre dimostrare che il sistema solare passivo è stato realizzato in modo da non comportare alcun apporto di calore aggiuntivo all’edificio durante il periodo estivo, nonché alcuna richiesta di climatizzazione invernale in nessuna condizione. In particolare l’eventuale volume necessario alla realizzazione del sistema non deve essere servito da alcun sistema di riscaldamento e/o raffrescamento.

3.2.1.5 Metodologia di verifica

La verifica del valore della differenza (Qh,o Qh,s) dovrà essere svolta secondo le norme UNI/TS 11300-1 e UNI EN 13790:2008Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità.

82

Page 83: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.2.1.6 Normativa di riferimento

UNI 8477-2. Energia solare. Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia. Valutazione degli apporti ottenibili mediante sistemi attivi o passivi. Dicembre 1985. UNI EN ISO 13790. Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. 2008. UNI/TS 11300-1. Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. 2008. UNI EN ISO 9488. Energia Solare. Vocabolario. Aprile 2001.

3.2.1.7 Punteggio

20

83

Page 84: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.3 Caratteristiche e prestazioni di involucro

3.3.1 Isolamento termico dell’Involucro Edilizio

3.3.1.1 Esigenza da soddisfareContenimento dei consumi energetici per la climatizzazione invernale ed estiva- Miglioramento condizioni di Comfort

3.3.1.2 Indicatore di prestazioneTrasmittanza termica espressa in W/m2K

3.3.1.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento si superiore agli 80 metri quadrati)

3.3.1.4 Espressione del requisito

Per soddisfare il requisito relativo a ciascun livello, tutti i valori di trasmittanza termica degli elementi che racchiudono il volume riscaldato dell’edificio devono risultare inferiori o uguali ai corrispondenti valori limite riportati nella tabella seguente. U ≤ ULIMValori limite della trasmittanza termica [W/m²K]

Livello 1 Livello 2 Livello 3

Chiusure opache verticali verso l’esterno 0,33 0,27 0,18

Chiusure opache verticali verso ambienti non riscaldati 0,34 0,28 0,20

Chiusure opache orizzontali o inclinate di copertura 0,29 0,23 0,15

Chiusure opache orizzontali verso sottotetti non abitabili 0,32 0,26 0,17

Chiusure opache orizzontali di pavimento verso l’esterno 0,29 0,23 0,15

Chiusure opache orizzontali di pavimento verso locali non riscaldati 0,32 0,26 0,17

Chiusure trasparenti 2,0 1,4 1,2

84

Page 85: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Chiusure trasparenti fronte strada di locali ad uso commerciale 4,0 2,8 2,0

4.3-21 Livelli premiati di trasmittanza delle chiusure opache

Ai fini dell’ottenimento degli incentivi inerenti all’isolamento termico dell’involucro edilizio, i valori limite della trasmittanza termica U sopra indicati si devono considerare a ponte termico corretto. Qualora il ponte termico non dovesse risultate corretto, i valori limite della trasmittanza termica sopra indicati devono essere rispettati dalla trasmittanza termica media (parte di involucro corrente più ponte termico). Nel caso in cui siano previste aree limitate oggetto di riduzione di spessore (sottofinestre e altri componenti) i valori limite della trasmittanza termica U devono essere rispettati con riferimento all’intera superficie di calcolo. La verifica della trasmittanza termica delle chiusure opache orizzontali dovrà essere eseguita senza tenere conto della presenza degli strati connessi all’eventuale copertura a verde.

3.3.1.5 Metodologia di verifica

La trasmittanza termica deve essere calcolata mediante: la norma UNI EN ISO 6946:1999 per gli elementi opachi a contato con l’aria esterna o con ambienti non climatizzati; la norma UNI EN ISO 13370:2001 per gli elementi opachi a contatto con il terreno; la norma UNI EN ISO 10077-1:2002 per gli elementi trasparenti; la norma UNI EN 13947 per le facciate continue. Per un componente edilizio costituito da strati termicamente omogenei perpendicolari al flusso termico, la trasmittanza termica si calcola come:

Dove:dove: Rsi è la resistenza liminare interna; R1, R2 ..... Rn sono le resistenze termiche utili di ciascuno strato; Rse è la resistenza liminare esterna;

3.3.1.6 Normativa di riferimento

UNI 10351. Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore. Marzo UNI 10355. Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo. Maggio 1994.UNI EN 675. Vetro per edilizia Determinazione della trasmittanza termica (valore U) Metodo dei termoflussimetri. UNI EN ISO 6946. Componenti edilizi ed elementi per l’edilizia. Resistenza termica e trasmittanza termica. Metodo di calcolo. Settembre 1999. UNI EN ISO 10077-1. Prestazione termica di finestre, porte e chiusure. Calcolo della trasmittanza termica, metodo semplificato. Febbraio 2002. UNI EN ISO 10211-1. Ponti termici in edilizia. Calcolo dei flussi termici e delle temperature superficiali Parte 1: Metodi generali. UNI EN ISO 10211-2. Ponti termici in edilizia Calcolo dei flussi termici e delle temperature superficiali Ponti termici lineari. UNI EN ISO 13370. Prestazione termica degli edifici. Trasferimento di calore attraverso il terreno. Metodi di calcolo. Aprile 2001. UNI EN ISO 13789. Prestazione termica degli edifici. Coefficiente di perdita di calore per trasmissione. Metodo di calcolo. UNI EN 13947. Prestazione termica delle facciate continue Calcolo della trasmittanza termica. UNI EN ISO 14683. Ponti termici in edilizia. Coefficiente di trasmissione termica lineica. Metodi semplificati e valori di riferimento. Aprile 2001.

3.3.1.7 Punteggio assegnato

Livello 1: 10 Livello 2: 15 Livello 3: 25

85

Page 86: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.3.2 Controllo dell’inerzia termica dell’Involucro Edilizio

3.3.2.1 Esigenza da soddisfareBenessere termico estivo

3.3.2.2 Indicatore di prestazioneSfasamento ed attenuazione dell’onda termica espressa in classe di prestazione

3.3.2.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.3.2.4 Espressione del requisitoSono definiti due livelli di inerzia termica i cui effetti positivi possono essere raggiunti con l’utilizzo di tecniche e materiali anche innovativi, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare.  La capacità della struttura edilizia di contenere queste oscillazioni può essere utilmente rappresentata dagli indicatori prestazionali “sfasamento” (S), espresso in ore, ed “attenuazione” (fa), coefficiente adimensionale, valutabili in base alle norme tecniche UNI EN ISO 13786.

Sulla base dei valori assunti da tali parametri si definisce la seguente classificazione

SfasamentoS (h)

AttenuazioneFa Prestazioni Classe

Prestazionale

S > 1212> S > 10

fa < 0,150,15 < fa < 0,30

OttimaBuona

III

Tab. 4.3-2 Classi prestazionali della struttura edilizia di contenimento delle oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell'irraggiamento solare

Ai fini dell’ottenimento degli incentivi inerenti all’inerzia termica dell’involucro edilizio l’edificio deve raggiungere una classe di prestazione non inferiore alla classe II così come indicata dalla tabella.La verifica dei parametri di cui sopra dovrà essere eseguita senza tenere conto della presenza degli strati connessi all’eventuale copertura a verde.

86

Page 87: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.3.2.5 Metodologia di verifica

I parametri di inerzia termica dell’involucro edilizio sono calcolati secondo la norma UNI EN ISO 13786.

3.3.2.6 Normativa di riferimentoUNI 10351. Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore. Marzo 1994. UNI 10355. Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo. Maggio 1994UNI EN ISO 6946. Componenti edilizi ed elementi per l’edilizia. Resistenza termica e trasmittanza termica. Metodo di calcolo. Settembre 1999. UNI EN ISO 13786. Prestazione termica dei componenti per l’edilizia. Caratteristiche termiche dinamiche. Metodi di calcolo. Maggio 2008

3.3.2.7 Punteggio

10

87

Page 88: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.3.3 Orientamento dell’edificio e uso dell’apporto energetico da soleggiamento

3.3.3.1 Esigenza da soddisfare

Benessere termico sia estivo che invernaleContenimento dei consumi energetici

3.3.3.2 Indicatore di prestazione

Parametro progettuale

3.3.3.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.3.3.4 Espressione del requisito

La posizione degli edifici all’interno di un lotto o un settore urbano deve privilegiare il rapporto tra l’edificio e l’ambiente circostante e climatico, allo scopo di migliorarne il microclima interno e la riduzione dei consumi energetici (utilizzando l’apporto solare e la facilità di ventilazione naturale).L’edificio può essere considerato come un sistema passivo che definisce la propria qualità degli spazi interni attraverso una giusta combinazione tra orientamento, forma, disposizione nel lotto per l’ombreggiamento delle facciate ed ottenimento di superfici cortilive permeabili, rapporto superficie-volume, tecnologie costruttive, materiali ed elementi tecnici. Il termine “passivo” sta ad indicare la capacità dell’edificio di interagire con il clima grazie alle sue qualità intrinseche, senza demandare la regolazione del microclima interno ad impianti meccanici.Raffrescare gli spazi dell’organismo edilizio e diminuire la percentuale di umidità presente al fine di assicurare il benessere igrotermico nel periodo estivo, utilizzando la ventilazione naturale, senza impedire la protezione dai venti invernali.

Livello di prestazione per le nuove costruzioni

In assenza di documentati impedimenti di natura tecnica e funzionale, gli edifici di nuova costruzione devono essere posizionati con l’asse longitudinale lungo la direzione Est-Ovest (ampio affaccio a Sud per ricevere la maggiore radiazione solare nel periodo invernale) con flessibilità di tolleranza di 45° verso Est e 15° Ovest. E’ possibile concedere una deroga per quanto riguarda l’esposizione a NORD, se il progettista redige una relazione tecnica, nella quale dimostra che la soluzione proposta offre gli stessi vantaggi energetici. L’applicazione di questa norma deve tenere conto degli eventuali impedimenti (ad esempio disposizione del lotto non conveniente, rapporto con la morfologia urbana, elementi naturali o edifici che generano ombre portate, ecc.). In tal caso possono essere concesse deroghe.Le interdistanze fra edifici contigui all’interno dello stesso lotto devono garantire nel peggior soleggiamento (21 dicembre) il minimo ombreggiamento possibile sulle facciate Est-Sud.Gli ambienti nei quali si svolge la maggior parte della vita abitativa devono essere disposti a Sud, Sud-Est e Sud-Ovest.

88

Page 89: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Gli spazi di servizio che hanno meno bisogno di riscaldamento e di illuminazione (box, ripostigli, lavanderie, corridoi, giardini d’inverno) possono preferibilmente disporsi lungo il lato Nord e servire da cuscinetto fra il fronte più freddo e gli spazi più utilizzati. Le camere da letto con posizione vantaggiosa sono collocate con affaccio a Nord-Est.Le aperture massime devono essere collocate da Sud-Est a Sud-Ovest. Il posizionamento ed il dimensionamento delle finestre e delle serre solari, adottando i criteri della bioclimatica, devono consentire di ottenere condizioni di un maggiore benessere abitativo.Nella progettazione degli edifici è necessario adottare alcune strategie, a livello di involucro, per ridurre gli effetti indesiderati della radiazione solare quali:- evitare disagi provocati da una insufficiente attenuazione della luce entrante, in relazione ad attività di riposo e sonno;- contribuire al raggiungimento di adeguate condizioni di benessere termico estivo ed invernale.Le parti trasparenti delle pareti perimetrali esterne devono essere dotate di dispositivi che consentano la schermatura e l’oscuramento. Le schermature fisse (aggetti, frangisole, logge, ecc.) debbono essere congruenti con l’orientamento della facciata di riferimento (aggetti orizzontali per le facciate esposte a Sud e aggetti verticali per le facciate esposte ad Est e a Ovest), e comunque tali da garantire nel periodo invernale il soleggiamento di ciascuno degli elementi trasparenti superiore o uguale all’80%; la stessa percentuale è riferita nel periodo estivo all’ombreggiamento. Nel periodo invernale il requisito è verificato alle ore 10, 12, 14 del 21 dicembre (ora solare), mentre in quello estivo il livello è verificato alle ore 11,13,15,17 del 25 luglio (ora solare).In assenza di vincoli geomorfologici occorre disporre essenze arboree ad alto fusto caducifoglie in prossimità dei lati sud est ed ovest e piante sempreverdi in prossimità del lato nord. La scelta delle essenze arboree può essere svolta in base alle tabelle 4.3-3 e 4.3-42 di seguito allegate.Ventilazione incrociata dell'unità immobiliare (riscontro), con captazione dell’aria già raffrescata ovvero con captazione dell’aria dalle facciate esposte alle brezze estive prevalenti e/o predisposizione di sistemi di camini e/o di aperture tra solai funzionali all’uscita di aria calda dall’alto e/o al richiamo di aria fresca da ambienti sotterranei.

Livello di prestazione per interventi sul patrimonio edilizio esistenteUguale al livello per le nuove costruzioni esclusivamente per quanto concerne la prestazione relativa alla ventilazione naturale

3.3.3.5 Metodologia di verifica

Metodi di verifica progettuale

Verifica sulla base delle scelte progettuali, delle prestazioni termiche (pareti verticali e orizzontamenti) e di luminosità, per quantificare il guadagno energetico diretto ed il comportamento termico dell’edificio.Uso di maschere di ombreggiamento (costruite mediante diagramma solare, assonometria solare o goniometro solare) per il controllo progettuale di:

orientamento dell’organismo edilizio nel lotto; posizione, dimensione e caratteristiche delle chiusure trasparenti; posizione, dimensione e caratteristiche degli aggetti esterni (si veda anche l’appendice E - Determinazione dei

fattori di trasmissione solare delle superfici vetrate - della norma UNI 10344) dell’organismo edilizio e degli elementi di finitura esterni anche mobili (tendoni e schermi verticali);

posizione, dimensione e caratteristiche di eventuali elementi di vegetazione nelle pertinenze.

Verifica delle prestazioni applicando le Norme Europee: Norme EN ISO 6946/1966, EN ISO 13786/1999, e EN ISO 13788/1977

Il livello prestazionale connesso alla ventilazione dell’edificio si ritiene convenzionalmente raggiunto se:il progetto documenta la ventilazione incrociata dell'unità immobiliare (riscontro) attraverso:

captazione di aria raffrescata da porticati, gallerie, patii coperti esposti opportunamente; captazione di aria preraffrescata dall’ambiente circostante; captazione dell’aria dalle facciate esposte alle brezze estive prevalenti (l’analisi del sito documenta lo studio dei

modelli stagionali di comportamento delle brezze estive). finestre dotate di aperture regolabili in più posizioni per garantire all’utenza il controllo della ventilazione e/o il progetto contiene la descrizione dettagliata dei sistemi di camini e/o di aperture tra solai funzionali all’uscita

di aria calda dall’alto e/o al richiamo di aria fresca da ambienti sotterranei.

Metodi di verifica a lavori ultimati

Dichiarazione di conformità (da parte di tecnico abilitato) dell’opera realizzata al progetto approvato.

89

Page 90: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.3.3.6 Normativa di riferimento

Non applicabile

3.3.3.7 Note

E’ indispensabile lo studio del clima igrotermico, dell'orografia e del costruito per facilitare l'utilizzo delle brezze prevalenti ed il conseguente corretto orientamento delle aperture dell'edificio e degli eventuali spazi di pre-raffrescamento dell’aria (porticati, logge, ecc.).Eventuali “serre solari” (vetrate completamente apribili, non riscaldabili ed ombreggiabili) e/o le “finestre solari” previste sul fronte dell’edificio esposto a Sud/Sud-Est e Sud/Sud-Ovest sono in grado di garantire ad esempio, nelle stagioni fredde, rilevanti apporti calorici gratuiti alle zone di soggiorno degli alloggi.Per ottenere delle zone filtro nei locali posti a Nord/Nord-Ovest e un contributo al contenimento delle dispersioni termiche della zona Nord/Nord-Ovest, su tale fronte dell’edificio si possono prevedere delle verande finestrate (giardini d’inverno).

OMBREGGIAMENTO NATURALELa disposizione della vegetazione in modo tale da massimizzare l'ombreggiamento estivo dell’edificio deve avvenire sulle seguenti superfici, in ordine di priorità:- le superfici vetrate e/o trasparenti esposte a sud e sud ovest;- le sezioni esterne di dissipazione del calore degli impianti di climatizzazione i tetti e le coperture;- le pareti esterne esposte a ovest;- le pareti esterne esposte a est e a sud;- le superfici orizzontali adiacenti alle sezioni esterne di dissipazione del calore degli impianti di climatizzazione;- le superfici capaci di assorbire radiazione solare entro 6 metri dall'edificio;- il terreno entro 1,5 m dall'edificio.Le ore in cui, nella stagione estiva, l'effetto di schermatura consente maggiori risparmi, sono:- per superfici esposte ad ovest: dalle 14.30 alle 19.30- per superfici esposte a est: dalle 7.30 alle 12.00- per superfici esposte a sud dalle 9.30 alle 17.30Per ottenere un efficace ombreggiamento degli edifici occorre che gli alberi utilizzati vengano piantati a distanze tali che la chioma venga a situarsi a:- non più di 1,5 metri di distanza dalla facciata da ombreggiare quando esposta ad est o ovest;- non più di 1 metro di distanza dalla facciata da ombreggiare quando esposta a sud.È consigliabile che anche le parti più basse delle pareti perimetrali degli edifici esposte a est, ovest e sud, vengano ombreggiate per mezzo di cespugli. Anche l'uso di rampicanti sulle facciate consente buone riduzioni dell'assorbimento della radiazione solare in estate e una riduzione delle dispersioni per convezione in inverno.Per quanto riguarda l'ombreggiamento delle zone adibite a parcheggio o di altre zone stradali utilizzate per lo stazionamento dei veicoli risultati significativi vengono ottenuti attenendosi alle seguenti prescrizioni:- il numero di alberi piantumati garantisca che la superficie coperta dalla loro chioma sia almeno il 50% dell'area lorda;- il perimetro dell'area sia delimitato da una cintura di verde di altezza non inferiore a 1 m e di opacità superiore al 75%;- almeno il 10% dell’area lorda del parcheggio sia costituita di copertura verde;Ogni intervento di piantumazione dovrà prevedere l'uso di essenze che dimostrino un buon adattamento all'ambiente urbano, siano preferibilmente caratteristiche del luogo, abbiano solo in estate una chioma folta (in modo da consentire apporti solari invernali)

Condizionamento da parte dell’utenza

Sono utili manuali d’uso dell’alloggio e dell’organismo edilizio per l’efficace gestione delle aperture delle finestre e dei camini.Interferenza con eventuali servizi offerti dal soggetto attuatore (gestione, manutenzione, servizi complementari)Servizi di manutenzione del verde.Servizi di gestione degli impianti tecnici (es.: camini ventilanti) e servizi di pulizia.Condizionamenti da parte degli agenti caratteristici del sitoPresenza di rilievi o elementi naturali, capaci di pre-raffrescare l’aria.Comportamenti prevalenti delle brezze estive.

90

Page 91: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.3.3.8 PunteggioTrattasi di un intervento che nell’ambito del nuovo edificato ricade nei parametri per il raggiungimento della classe energetica di efficienza, mentre per l’esistente non è applicabile.

4.3-3 Specieconsigliate per Siepi, Boschetti, Viali alberati

AA A a L O U X R S C collocazioneAcer campestre acero oppio X X X X X X siepi, boschetti,filariBerberis vulgare crespino X X X siepi, vasconiCarpinus betulus carpino bianco X X X X X boschetti, zone umideCercis Siliquastrum albero di Giuda X X X X gruppiCornus Sanguinea sanguinello X X X X X siepiCornus mas corniolo X X X X X X boschettiCorylus avellana nocciolo X X X X siepi, boschettiCotoneaster sp.pp cotonastro X X X X siepi, vasconiEuonymus europaeus berretta da prete X X X X siepiFraxinus oxycarpa frassino meridionale X X X X X boschetti, zone umideIlex acquifolium agrifoglio X X X X isolati, gruppiJuniperus communis ginepro X X X X isolati, gruppiLaurus nobilis alloro X X X X boschettiLigustrum vulgare ligustro X X X X X siepiLonicera caprifolium caprifoglio comune X X X X siepi, pergolati, vascheMalus silvestris melo selvatico X X X X X boschettiMorus alba M. nigra gelso bianco, gelso nero X X X X filari, isolatiMespilus germanica nespolo X X X X frutteti, siepiPopulus alba pioppo bianco X X X X boschetti, zone umidePopulus nigra pioppo nero X X X X boschetti, zone umidePopulus tremula pioppo treemulo X X X X X boschetti, zone umidePyrus pyraster pero selvatico X X X X siepi, boschettiPyracantha coccinea agazzino X X X siepi, vasconiPrunus avium ciliegio selvatico X X X X boschetti, siepi, pergolatiPrunus spinosa prugnolo X X X X siepiPrunus cerasifera mirabolano X X X X X frutteti, siepiQuercus pubescens roverella X X X X isolata, boschettiQuercus robur farnia X X X X isolata, boschettiRhamnus cathartica spino cervino X X X X siepiRosa canina rosa selvatica X X X X siepiSambucus nigra sambuco nero X X X X X siepiSorbus domestica sorbo X X X X X frutteto, boschettiTaxus baccata tasso X X X X siepi, boschettiTilia cordata tiglio minore X X X X isolata, boschettiTilia platyphyllos tiglio maggiore X X X X isolata, boschettiUlmus laevis olmo ciliato X X X X isolata, boschetti, filariUlmus pumila olmo siberiano X X X X isolata, boschetti, filariViburnum lantana lantana X X X X siepiViburnum opulus palle di neve X X X X siepi

AA= albero prima grandezza A= albero di media grandezza a= arbusto L= esposizione pieno sole O= esposizione mezz’ombra U= suolo umido, fresco X= suolo secco, arido R= rampicante S= sempreverde C= foglia caduca

91

Page 92: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.3-422 Specie ornamentali da fiore o fruttifere

A a e L O U X R S C collocazione

Acanthus spinosus acanto X X X X X gruppi, sottochioma

Achillea sp.pl. achillea X X X X bordure, prati, vasconi

Ajuga reptans aiuga X X X X prati, tappezzante

Aster sp. astro X X X X bordure, tappezzante

Bellis perennis margherita X X X prati

Bergenia cordifolia X X X X bordure, tappezzante

Clematis spp. clematide X X pergolati

Convallaria japonica X X X X bordure

Crocus sp.pp. croco X X X X prati

Diospiros kaki kaki X X X X frutteto, isolato

Ficus carica fico comune X X X X frutteto

Forsytia viridissima forsizia X X X X X siepi, vasconi

Hedera elix (var.) edera X X X X X vasconi, pergolati

Hydrangea s.pp. ortensia X X X X gruppi

Impatiens s.pp. balsamina X X X X bordura

Jasminum nudiflorum Gelsomino invernale

X X X pergolati, vasconi

Lavandula var. lavanda X X X X vasconi

Lonicera peryclymenumcaprifoglio X X X X pergolati

Malus domestica melo comune X X X X frutteto

Narcissus sp.pl narciso, trombone X X X X prato, vasconi

Paeonia sp.pl. peonia X X X X bordure, gruppi

Potentilla sp.pl.. potentilla X X X X X bordura, vasconi

Pyrus pyraster (var.) pero X X X X frutteto, orto

Rosa sp.pl.. rosa X X X X X X vasconi, gruppi, pergol.

Rosmarinus officinale rosmarino X X X X vasconi

Salvia officinalis salvia X X X X vasconi, orti

Senecio cineraria cineraria X X X X bordura, vasconi

Parthenocissus tricuspidata vite americana X X X X X pergolati, vasconi

Spiraea x Vanhouttei spirea X X X X macchie, vasconi, siepi

Stachys lanata stregona X X X X bordure, vasconi

Syringa vulgaris serenella, lillà X X X siepi, vasconi

Vinca maior e V.minor pervinca X X X X X X X bordure, tappezzante

Viola sp. pl violette X X X X bordure, tappezzante

Wisteria chinensis glicine X X X X pergolati, vasconi

A = albero di media grandezza

a = arbusto

e = erbacea

L = esposizione pieno sole

O = "mezz' ombra, ombra

U = suolo umido, fresco

X = suolo secco, arido

R = rampicante, ricadente

S = sempreverde

C = foglia caduca

92

Page 93: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.4 Rendimento globale stagionale medio dell’impianto termico

3.4.1 Efficienza nella generazione del calore

3.4.1.1 Esigenza da soddisfareContenimento dei consumi energetici

3.4.1.2 Indicatore di prestazione

Quota percentuale (%) del fabbisogno di climatizzazione invernale soddisfatto con l’apporto di calore da fonte rinnovabile

3.4.1.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.4.1.4 Espressione del requisito

Il requisito è soddisfatto se almeno il 20% del fabbisogno di calore per la climatizzazione invernale dell’edificio è coperto da sistemi integrati a fonte rinnovabile quali ad esempio sistemi solari ad aria o ad acqua con collettori vetrati, caldaie a biomassa per il riscaldamento degli ambienti:

-Qs è la quota di energia rinnovabile sul totale prodotta dall’impianto, durante il periodo di riscaldamento, al netto del fabbisogno di energia per la produzione dell’acqua calda sanitaria-Qh è il fabbisogno di energia per il riscaldamento dell’edificio, valutato in regime di funzionamento continuo.

3.4.1.5 Metodologia di verifica

La verifica della quantità di energia termica prodotta dall’impianto solare requisito per i sistemi solari termici ad aria o ad acqua potrà essere effettuata secondo la norma UNI 8477-2. Il progettista potrà tuttavia utilizzare altri metodi, purché tratti da normative consensuali nazionali o internazionali, motivandone il loro uso nella relazione di progetto. Per i sistemi solari ad acqua, la temperatura massima dell’acqua di mandata ai terminali dell’impianto di riscaldamento, non dovrà essere superiore a 50°C. Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

3.4.1.6 Normativa di riferimento

93

Page 94: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

UNI 5364. Impianti di riscaldamento ad acqua calda. regole per la presentazione dell’offerta e per il collaudo. UNI 8211. Impianti di riscaldamento ad energia solare. Terminologia, funzioni, requisiti e parametri per l’integrazione negli edifici. Dicembre 1981. UNI 8477-2. Energia solare. Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia. Valutazione degli apporti ottenibili mediante sistemi attivi o passivi. Dicembre 1985. UNI 9711. Impianti termici utilizzanti energia solare. Dati per l’offerta, ordinazione e collaudo. Gennaio 1991UNI 10349. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Aprile 1994. UNI EN ISO 9488. Energia Solare. Vocabolario. Aprile 2001. UNI/TS 11300-1. Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. 2008.UNI EN ISO 13790. Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. 2008.

3.4.1.7 Punteggio

15

94

Page 95: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.4.2 Riscaldamento ambiente con sistemi radianti

3.4.2.1 Esigenza da soddisfareContenimento dei consumi energetici Benessere termico invernale

3.4.2.2 Indicatore di prestazioneFrazione di superficie servita dal sistema di climatizzazione

3.4.2.3 Unità di misura%

3.4.2.4 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.4.2.5 Espressione del requisito

Il requisito è soddisfatto se almeno il 90% della superficie dei locali climatizzati è dotata esclusivamente di sistemi radianti, con alimentazione ad acqua a temperatura massima di 50 °C. Rispetto ai convenzionali sistemi a convezione di calore (termosifoni e ventilconvettori), i sistemi radianti consentono una temperatura del fluido termoconvettore decisamente inferiore. Questo consente il raggiungimento di livelli di rendimento di generazione del calore molto elevati, attraverso sistemi di generazione del calore a bassa temperatura, sia alimentati da vettori energetici tradizionali che attraverso energie rinnovabili. A ciò si unisce un maggiore comfort grazie alla bassa differenza di temperatura tra il corpo scaldante e la temperatura operante.

3.4.2.6 Metodologia di verificaIl progetto dell’impianto termico e la relativa relazione di calcolo devono dimostrare il rispetto del requisito sopra espresso.

3.4.2.7 Normativa di riferimento

UNI EN 1264-1. Riscaldamento a pavimento. Impianti e componenti. Definizioni e simboli. UNI EN 1264-2. Riscaldamento a pavimento. Impianti e componenti. Determinazione della potenza termica. UNI EN 1264-3. Riscaldamento a pavimento. Impianti e componenti. Dimensionamento. UNI EN 1264-4. Riscaldamento a pavimento. Impianti e componenti. Installazione.

95

Page 96: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.4.2.8 Punteggio

10

96

Page 97: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.4.3 Recupero termico nella ventilazione dell’edificio

3.4.3.1 Esigenza da soddisfare

Contenimento dei consumi energetici Qualità dell’aria interna

3.4.3.2 Indicatore di prestazione

Frazione percentuale (%) della quantità di calore recuperato dall’aria di espulsione espressa in kWh/anno

3.4.3.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore al

20% di quello dell’edificio esistente e in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.4.3.4 Espressione del requisito

Il requisito è soddisfatto se è presente un sistema di ventilazione meccanica controllata a doppio flusso con recuperatore di calore statico avente le seguenti caratteristiche:

portata minima di aria esterna di mandata e di estrazione uguale a quella indicata nella norma UNI 10339; efficienza del recuperatore η ≥ 70%.

L’efficienza del recuperatore è misurata sulla base del calore sensibile qualora il recuperatore recupera solo il calore sensibile. Nel caso in cui, ad esempio in locali dove è presente un alto tasso di umidità relativa, si utilizza un recuperatore entalpico, il rendimento del 70% va calcolato ivi comprendendo anche il calore latente del vapor acqueo

3.4.3.5 Metodologia di verifica

Predisposizione di elaborato contenente le principali caratteristiche tecniche e gli schemi dell’impianto.

3.4.3.6 Normativa di riferimento

UNI 10339. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’ordine e la fornitura.

3.4.3.7 Punteggio

597

Page 98: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.4.4 Generazione combinata di energia (cogenerazione/trigenerazione )

3.4.4.1 Esigenza da soddisfare

Contenimento dei consumi energetici -Utilizzo di fonti rinnovabili di energia

3.4.4.2 Normativa di riferimento

Deliberazione AEEG 19 marzo 2002, n. 42/02, “Condizioni per il riconoscimento della produzione combinata di energia elettrica e calore come cogenerazione ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79”, integrata e modificata dalla deliberazione 11 novembre 2004, n. 201/04, e dalla deliberazione 29 dicembre 2005, n. 296/05. Decreto legislativo 30 maggio 2008 , n. 115

3.4.4.3 Campo d’applicazione

Aree di trasformazione caratterizzate dalla presenza di: Edifici E1 (3) con SLU totale superiore a 2500 m2

Edifici E2 con volumi di climatizzazione superiore a 10000 m3 Edifici E4 (1) (3) con volumi di climatizzazione totale superiore a 15000 m3 Edifici E5 (3) con volumi di climatizzazione superiore a 10000 m3

3.4.4.4 Livello di prestazione Il requisito relativo all’installazione di impianto di cogenerazione è soddisfatto se almeno il 60% del fabbisogno complessivo di energia termica dell’edificio/comparto è coperto dall’impianto di cogenerazione, avente le seguenti caratteristiche: fattore di emissione equivalente di ossidi di azoto – FEet(NOx) ≤ 135 mg/kWh fattore di emissione equivalente di particolato totale – FEet(PT) ≤ 11 mg/kWh indice di risparmio energetico – IRE > 10% limite termico – LT > 0,5

Il requisito relativo all’installazione di impianto di trigenerazione è soddisfatto se è soddisfatto il requisito relativo all’installazione di impianto di cogenerazione e se quest’ultimo è abbinato con un impianto frigorigeno ad assorbimento per il condizionamento estivo.

3.4.4.5 Metodologia di verifica in fase di progettazione

Il fattore di emissione equivalente termico di un inquinante è definito come:

Dove:

FE comb è il fattore di emissione dell’inquinante rispetto al combustibile (mg/kWh)htot è il rendimento totale del cogeneratore in condizioni nominalihee è il rendimento elettrico del cogeneratore in condizioni nominali

L’indice di risparmio di energia IRE è il rapporto tra il risparmio di energia primaria conseguito dalla sezione di cogenerazione rispetto alla produzione separata definito dalla formula:

98

Page 99: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Il limite termico LT è il rapporto tra l’energia termica utile annualmente prodotta Et e l’effetto utile complessivamente generato su base annua dalla sezione di produzione combinata di energia elettrica e calore, pari alla somma dell’energia elettrica netta e dell’energia termica utile prodotte (Ee + Et), riferiti all’anno solare, secondo la seguente formula:

3.4.4.6 Metodologia di verifica (fase di esercizio)

Controllo in sito dei libretti relativi ai componenti installati. Contatore Elettrico certificatoMisuratore Energia termica utile erogata dall’impianto di cogenerazione

3.4.4.7 Punteggio

15

99

Page 100: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5 Contenimento dei consumi energetici in regime estivo

3.5.1 Prestazione energetica in regime estivo del sistema edificio impianto

3.5.1.1 Esigenza da soddisfareBenessere termico estivoContenimento dei consumi energetici

3.5.1.2 Indicatore di prestazioneValore massimo ammissibile di fabbisogno di energia primaria per il condizionamento estivo espresso rispettivamente in:kWh/m2 per residenzialekWh/m3 per terziario

3.5.1.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.5.1.4 Espressione del requisitoSi procede in sede progettuale alla determinazione della prestazione energetica per il raffrescamento estivo dell’involucro edilizio (Epe,invol), pari al rapporto tra il fabbisogno annuo di energia termica per il raffrescamento dell’edificio, calcolata tenendo conto della temperatura di progetto estiva secondo la norma UNI/TS 11300 – 1, e la superficie utile, per gli edifici residenziali, o il volume per gli edifici con altre destinazioni d’uso, e alla verifica che la stessa sia inferiore del 20% ai seguenti valori di riferimento:a) per gli edifici residenziali di cui alla classe E1, così come classificati, in base alla destinazione d’uso, all’articolo 3, del D.P.R. 412/1993, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme, al valore di 30 kWh/m2 anno;b) per tutti gli altri edifici al valore di 10 kWh/m3 anno.

3.5.1.5 Metodologia di verificaDichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

100

Page 101: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5.1.6 Normativa di riferimentoUNI 10339. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’ordine e la fornitura. Giugno 1995. UNI 10349. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Aprile 1994. UNI EN 15242. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli edifici, comprese le infiltrazioni. 2008. UNI EN ISO 13790. Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamentoo. 2008.UNI/TS 11300-1. Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. 2008.

Il fabbisogno di energia utile per il raffrescamento è determinato secondo le norme UNI EN ISO 13790:2008 e UNI/TS 11300-1:2008. Per la procedura di calcolo fare riferimento al paragrafo 5.5 del presente documento.

3.5.1.7 Punteggio

25

101

Page 102: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5.2 Adozione di tecniche di raffrescamento naturale

3.5.2.1 Esigenza da soddisfareBenessere termico estivoContenimento dei consumi energetici

3.5.2.2 Indicatore di prestazione

Quota percentuale del fabbisogno di climatizzazione estiva soddisfatto con tecniche di raffrescamento naturale

3.5.2.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.5.2.4 Espressione del requisito

Il requisito è soddisfatto se il fabbisogno di raffrescamento dell’edificio è coperto per una quota minima utilizzando tecniche di raffrescamento naturale basate su: -ventilazione naturale (vento, effetto camino); -attivazione della massa termica interna; -raffrescamento evaporativo. La quota minima è pari a: 50%

3.5.2.5 Metodologia di verifica

Il fabbisogno di energia utile per il raffrescamento è determinato secondo le norme UNI EN ISO 13790:2008 e UNI/TS 11300-1:2008. Le portate di ventilazione naturale sono determinate secondo la norma UNI EN 15242:2008.

102

Page 103: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5.2.6 Normativa di riferimento

UNI 10339. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’ordine e la fornitura. Giugno 1995. UNI 10349. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Aprile 1994. UNI EN 15242. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli edifici, comprese le infiltrazioni. 2008. UNI EN ISO 13790. Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. 2008.UNI/TS 11300-1. Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. 2008.

3.5.2.7 Punteggio

10

103

Page 104: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5.3 Realizzazione di copertura a verde

3.5.3.1 Esigenza da soddisfare

Benessere termico estivoContenimento dei consumi energeticiRiduzione impermeabilizzazione suolo

3.5.3.2 Indicatore di prestazione

Percentuale (%) della superficie di copertura a verde sul totale della superficie di copertura

3.5.3.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.5.3.4 Espressione del requisito

Il requisito relativo alla presenza di una copertura a verde è soddisfatto se il 90% della copertura dell’edificio, al netto delle aree di pertinenza degli impianti tecnologici eventualmente presenti, è chiuso superiormente da una copertura a verde che rispetti criteri definititi dalla norma UNI 11235.

3.5.3.5 Metodologia di verifica

Negli elaborati grafici e nell’ambito della relazione tecnica allegata alla domanda per l’ottenimento degli incentivi dovrà risultare la presenza della copertura a verde con l’indicazione delle caratteristiche stratigrafiche e dei materiali impiegati. Per quanto riguarda le pareti verdi si dovrà provvedere alla schematizzazione degli ancoraggi della copertura vegetale all’esistente parete

3.5.3.6 Normativa di riferimento

UNI 11235. Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde. UNI EN 12056-3. Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici Sistemi per l'evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo.

3.5.3.7 Punteggio

104

Page 105: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

5

105

Page 106: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5.4 Realizzazione di pareti a verde

3.5.4.1 Esigenza da soddisfare

Benessere termico estivoContenimento dei consumi energetici

3.5.4.2 Indicatore di prestazione

Percentuale (%) della superficie di copertura a verde delle pareti sul totale delle superfici lorde di parete

3.5.4.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore

al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.5.4.4 Espressione del requisito

Il requisito relativo alla presenza di una parete a verde è soddisfatto se il 50% della superficie delle pareti dell’edificio, al netto della proiezione in esposizione nord, è coperta a verde.

3.5.4.5 Metodologia di verifica

Negli elaborati grafici e nell’ambito della relazione tecnica allegata alla domanda per l’ottenimento degli incentivi dovrà risultare la presenza della copertura a parete verde con l’indicazione delle caratteristiche degli eventuali sostegni. Si dovrà inoltre provvedere alla schematizzazione degli ancoraggi della copertura vegetale all’esistente parete.

3.5.4.6 Note tecniche di buona progettazione

Esposizione della parete Selezione delle essenze e funzione bioclimaticaSud Essenze a foglia caduca. L’eventuale adozione di colori scuri garantisce una buon

assorbimento della radiazione solare nei mesi invernaliNord Essenze sempreverdi molto folte. La funzione assegnata alla vegetazione su queste

facciate è quella della riduzione della dispersione del calore.Est/Ovest Nel periodo estivo sono gli orientamenti maggiormente sottoposti

all’irraggiamento solare, dal momento che la radiazione colpisce perpendicolarmente le superfici, e soprattutto sulle superfici trasparenti l’effetto di riflessione è ridotto al minimo.La scelta va indirizzata verso essenze a foglia caduca molto folte in modo da

106

Page 107: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

garantire una buona schermatura alla radiazione solare.Per pareti esposte ai venti è da valutare anche l’utilizzo di essenze sempreverdi, dato che il contributo di irraggiamento solare invernale sulle superfici così orientate è modesto.

4.5-23 Esposizione delle pareti verdi e loro funzione

Specie H Spessore manto

Modalità di ancoraggio

Portamento/massa fogliare

Ritmo di crescita

Esposizione alla radiazione solare

Fiore Foglia

colore stagione colore stagione

Altezza raggiungibile fino a 5 m

Clemantis Alpina 2-3 m 0,20 viticci R/ semirada lento ●○ blu-

violetto V-VI verde scuro V-X

Clemantis viticella 4 m 0,30 viticci R/ semirada medio ○ rosso-

porpora VI-IX verde scuro V-X

jasminum nudiflorum 3-5 m 0,50 per

intreccio R,D/semirada medio ●○ giallo II-III verde scuro V-X

Lonicera Brownii 3-4 m 0,20 volubile R,D/fitta lento ●○ arancio-

rosso V-VIIII verde scuro IV-X

Lonicera Caprifolium 3-5 m 0,30 volubile R/folta medio ○◙ bianco-

giallo V-VI verde scuro IV-X

Lonicera heckrottii 4-5 m 0,30 volubile R/folta lento ◙ rosso-

giallo VI-IX verde scuro IV-X

Lonicera japonica 2-5 m 0,20 volubile R/folta lento ◙ bianco VI-X verde

brillante IV-X

Lonicera periclymenum 5 m 0,30 volubile R/folta medio ◙●

bianco-giallo/rosso

V-VI verde scuro IV-X

Altezza raggiungibile fino a 10 m

actinidia arguta 6-8 m 0,40 volubile R/folta veloce ○◙ bianco V-VI verde scuro IV-XI

actinidia chinensin 8-10 m 0,60 volubile R/folta rapido ○◙ bianco V-VI verde

chiaro IV-XI

akebia quinata 8-10 m 0,50 volubile R/folta veloce ○◙ bianco IV-Vbruno-purpureo

IV-XII

clemantis montana 8-10 m 0,70 viticci R/folta rapido ○◙ rosa

bianco IV-VI verde scuro IV-X

clemantis tangutica 6 m 0,30 viticci R/semirada medio ○◙ giallo-

oro IV-IX verde scuro IV-X

hedera colchica 6-8 m 1,50 radici aeree R,D/fitta medio ◙●    

verde chiaro/crema

sempre verde

jasminum officinale 6 m 0,50 si intreccia R,D/folta media ○ bianco V-VI verde

scuro V-X

lonicera henry 8 m 0,30 volubile R/semifolta veloce ◙● giallo-rosso V-VIII verde

scurosempre verde

vitis coignetiae 8-10 m 0,60 viticci R/folta veloce ○◙ insignificante IV-VI

verde brillante, rossastre in autunno

IV-X

Altezza raggiungibile fino a 15 m

Campsis radicans 12 m 0,50 radici

aeree R/folta veloce ○ rosso arancio VI-IX verde

chiaro V-X

Clemantis Vitalba

12-14 m 1,10 viticci R/folta rapida ○◙ bianco-

crema VII-IX verde scuro IV-X

Hydrangea petiolaris 10-15 m 0,60 radici

aeree R/folta medio ◙● bianco VI-VII verde scuro IV-XI

Parthenocissus quinquefolia 10-15 m 0,60 viticci/

ventose R,D/folta veloce ●○    

verde brillante, rosso vivo in autunno

III-X

Vitis vinifera 10-15 m 0,50 viticci R/folta veloce ○◙ insignificante IV-VI verde

chiaro IV-X

107

Page 108: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Wisteria floribunda 10-15 m 0,80 volubile R/folta veloce ○◙ bluviole

tto IV-VI verde chiaro V-XI

Altezza raggiungibile fino a 25 m

Hedera Canariensis 20-25 m 1,00 radici

aeree R,D/fitta veloce ◙● insignificante  

verde scuro, foglie molto grandi

sempre verde

Hedera helix 20-25 m 2,50 radici aeree R,D/fitta lenta ◙● insignifi

cante   verde scuro

sempre verde

Parthenocissus tricuspidata 20-25 m 0,20 ventose R,D/fitta rapida ●○ insignifi

cante  

verde brillante, arancio rosso in autunno

III-X

Wisteria sinensis 20-25 m 1,50 volubile R/fitta rapida ○◙ lilla IV-VI verde

chiaro V-XI

4.5-24Variabili per alcune piante rampicanti

LegendaPORTAMENTO RITMO DI CRESCITA

ESPOSIZIONE ALLA RADIAZIONE SOLARE

R: rampicante Rapido > 200 cm/anno ○ pieno sole

D: decombente Veloce 100-200 cm/anno ◙ mezz'ombra

    Medio 50-100 cm/anno ● ombra

    Lento < 50 cm/anno    

Il progetto delle strutture di sostegno deve anzitutto rispondere alla modalità con cui le diverse essenze si aggrappano al sostegno. L’adozione di idonee strutture di sostegno consente la corretta installazione della struttura atta all’ottimizzazione dello sviluppo della parete verde. Peraltro, nei casi in cui questo è necessario, la separazione tra parete muraria e struttura di sostegno consente di selezionare l’essenza più idonea ad evitare il danneggiamento della parete.La tabella che si allega si forniscono indicazioni circa la modalità esecutiva di dette strutture.

3.5.4.7 Normativa di riferimento

Non disponibile

3.5.4.8 Punteggio

5

108

Page 109: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Specie Modalità di arrampicamento

Presenza di sostegno

Configurazione in funzione della direzionalità

Profili dei correnti (dimensioni massime)

Distanze tra i correnti (dimensioni massime) Dimensionamento estensione

Distanza da parete

Circolari A spigolo Larghezza Altezza Altezza Altezza Ampiezza (cm)

diam (cm) vivo (cm) (cm) (cm) media massimaActinidia arguta volubile necessaria ||| \\ // + + + 3,5 −−−− 20-45 50-100 5 8 3 8● chinensis volubile necessaria ||| \\ // + + + 4 −−−− 20-45 50-150 7-9 3,5 8  Akebia quinata radici aeree necessaria ||| \\ // + + + 4 −−−− 20-45 30-100 7 11 2 10Campsis radicans viticci consigliata + + + = = = x x x −−−− −−−− 30-60 30-60 8 13 4 >15Clemantis alpina " necessaria x x x + + + −−−− 4 10-30 10-30 2 3,5 1,5 5● montana " " " −−−− 5 15-30 15-40 7 10 2 8● tangutica " " " −−−− 3 15-40 15-40 5 7 3 8● vitalba " " " −−−− 4 15-40 15-40 8 16 3,5 10● viticella " " " −−−− 4 10-30 10-30 3 4,5 1,5 5Hedera helix radici aeree raramente nec. + + + = = = x x x −−−− −−−− −−−− −−−− −−−− −−−− −−−− >15Hydrangea petiolaris radici aeree consigliata + + + = = = x x x −−−− −−−− 30-60 30-40 8 14 5 8Jasminum nudiflorum si intreccia necessaria + + + = = = x x x −−−− −−−− 25-60 25-50 2 5 4 5Lonicera Brownii volubile necessaria ||| \\ // + + + x x x 2 −−−− 20-40 40-80 2 4 1,5 5● caprifolium " " " 2 −−−− 20-40 40-80 4 5 1,5 5● henryi " " " 2,5 −−−− 15-40 60-120 6 8 3 5● japonica " " " 2 −−−− 20-40 40-80 3 5 2 5● perclymenum " " " −−−− −−−− 20-40 40-60 4 5 1,5-5  

Parthenocissus quinquefolia viticci spesso necess. + + + x x x −−−− 5 15-30 15-40 15 3,5 15  ● tricuspidata ventose nessuna + + + x x x −−−− −−−− −−−−−− −−−−−− −−−−−− −−−−−−    Vitis coignetiae viticci necessaria + + + x x x −−−− 8 20-40 20-40 3 8    ● vinifera viticci necessaria + + + x x x −−−− 6 30-50 30-50 10 15 3,5 15Wisteria floribunda volubile necessaria ||| \\ // + + + 7,5 −−−− 35-80 60-200 6 10 1,5-3  ● sinensis " " ||| \\ // + + + 8 −−−− 35-80 60-200 15 28 3 >15

109

Page 110: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.5.5 Centralizzazione del sistema di climatizzazione estiva

3.5.5.1 Esigenza da soddisfare

Benessere termico estivoContenimento dei consumi energetici

3.5.5.2 Indicatore di prestazione

Centralizzazione del sistema di produzione di fluido refrigerato per la climatizzazione estiva

3.5.5.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore al

20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.5.5.4 Espressione del requisito

Il requisito è soddisfatto se il fabbisogno di raffrescamento dell’edificio è coperto da un sistema centralizzato di climatizzazione con distribuzione del fluido refrigerato alle singole utenze. E’ obbligatoria la realizzazione di un sistema di contabilizzazione dei consumi energetici per il raffrescamento di ogni singola unità abitativa.

3.5.5.5 Metodologia di verificaIl fabbisogno di energia utile per il raffrescamento è determinato secondo le norme UNI EN ISO 13790:2008 e UNI/TS 11300-1:2008. Le portate di ventilazione naturale sono determinate secondo la norma UNI EN 15242:2008.

3.5.5.6 Normativa di riferimentoUNI 10339. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’ordine e la fornitura. Giugno 1995. UNI 10349. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Aprile 1994. UNI EN 15242. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli edifici, comprese le infiltrazioni. 2008. UNI EN ISO 13790. Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. 2008.UNI/TS 11300-1. Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. 2008.

3.5.5.7 Punteggio5

110

Page 111: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.6 Risparmio energia elettrica

3.6.1 Uso efficiente energia elettrica f.e.m.

3.6.1.1 Esigenza da soddisfare

Il presente articolo evidenzia la necessità di adottare tutte le attenzioni sia in termini di progettazione impiantistica che di realizzazione e/o installazione degli impianti utilizzatori al fine di limitare sia i consumi elettrici che gli assorbimenti elettrici in fase di spunto.

3.6.1.2 Indicatore di prestazione

Parametri di progettazione e/o funzionalità come da scheda

3.6.1.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti superiore al

20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi i cui l’ampliamento sia superiore agli 80 metri quadrati)

3.6.1.4 Espressione del requisito

Tipologia d’intervento e prestazioni energetiche

Per tutte le tipologie di edifici, tutti i motori elettrici installati sia come motore primo sia come parte di apparecchiature ed impianti complessi ma tali da essere caratterizzati da un funzionamento superiore 400 ore/anno (per potenze fino a 10 kW) ovvero superiore a 1.000 ore/anno (per potenze superiori), dovranno essere di classe efficienza 1.

Ascensori e/o apparecchi elevatori al servizio del trasporto di persone e/o persone e cose dovranno utilizzare elevatori elettrici. L’utilizzo di ascensori e/o elevatori idraulici sono permessi esclusivamente per sollevamenti inferiori a metri 10 ed ove sia dimostrata la impossibilità tecnica di utilizzare soluzioni alternative ovvero il progettista dimostri tale soluzione sia in grado di implicare un minore consumo di Energia.

3.6.1.5 Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

111

Page 112: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.6.1.6 Normativa di riferimento

Non disponibile

3.6.1.7 Punteggio

5

112

Page 113: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.7 Incremento volontario del livello prestazionale dei sistemi e dispositivi per la regolazione degli impianti termici e per l'uso razionale dell'energia mediante il controllo e la gestione degli edifici (BACS)

3.7.1 Esigenza da soddisfare

Uso razionale dell’energia e corretta gestione degli impianti termici

3.7.2 Normativa di riferimento

3.7.3 Campo d’applicazione

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: − Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

Tipologia di interventi di cui alla Parte Prima, punto 1.3.1:

Lett. a), tutti gli interventi quali: - di edifici di nuova costruzione e impianti in essi installati; - demolizione totale e ricostruzione degli edifici esistenti; - ristrutturazione integrale di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 m2

Lett. b), interventi limitatamente: - all’ampliamento dell’edificio (se il volume a temperatura controllata della nuova porzione di edificio risulti

superiore al 20% di quello dell’edificio esistente e comunque in tutti i casi in cui l’ampliamento si superiore agli 80 metri quadrati)

3.7.4 Espressione del requisito

La dotazione minima dei dispositivi BACS è quella prevista dalla scheda per gli edifici di nuova costruzione o oggetto di interventi di ristrutturazione è quella riportata nella colonna relativa alla classe C nella lista dei dispositivi di cui alla tabella riportata alla scheda 2.6 parte seconda del presente documento Nel caso di edifici pubblici o adibiti ad uso pubblico di nuova costruzione o oggetto di interventi di ristrutturazione e comunque unicamente destinati ad usi non residenziali, la dotazione minima dei dispositivi BACS è quella riportata nella colonna relativa alla classe B nella lista dei dispositivi di cui alla tabella riportata alla scheda 2.6 parte seconda del presente documento.

Il requisito si intende soddisfatto se si viene migliorata la classe di dotazione dei BACS rispetto alla minima dotazione prevista dalla scheda 2.6 parte seconda del presente documento.

3.7.5 Metodologia di verifica

Dichiarazione del costruttore / installatore.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

113

Page 114: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.7.6 Normativa di riferimentoNon disponibile

3.7.7 Punteggio

Raggiungimento classe B nei residenziali - 10Raggiungimento classe A in tutti i casi - 15

114

Page 115: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.8 Risparmio di acqua potabile

3.8.1 Recupero, per usi compatibili, delle acque meteoriche provenienti dalle coperture

3.8.1.1 Esigenza da soddisfare

Gli edifici devono essere concepiti e realizzati in modo da consentire il recupero, per usi compatibili, delle acque meteoriche provenienti dalle coperture.Il requisito, concorre a ridurre il volume degli scarichi di punta delle acque meteoriche sulle reti di smaltimento.

3.8.1.2 Indicatore di prestazione

Parametri di progettazione e funzionalità come da scheda

3.8.1.3 Applicabilità

Usi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

3.8.1.4 Espressione del requisito

Livello di prestazione per le nuove costruzioni

L’esigenza è convenzionalmente soddisfatta se vengono predisposti sistemi di captazione, filtro e accumulo delle acque meteoriche, provenienti dal coperto degli edifici, per consentirne l’impiego per usi compatibili (* VEDI nota 1.) e se viene contestualmente predisposta una rete di adduzione e distribuzione idrica delle stesse acque (rete duale) all’interno e all’esterno dell’edificio .Le coperture dei tetti devono essere munite, tanto verso il suolo pubblico quanto verso il cortile interno e altri spazi scoperti, di canali di gronda impermeabili, atti a convogliare le acque meteoriche nei pluviali e nel sistema di raccolta per poter essere riutilizzate.La cisterna deve essere dotata di un sistema di filtratura per l’acqua in entrata, di uno sfioratore sifonato collegato alla fognatura per gli scarichi su strada per smaltire l’eventuale acqua in eccesso e di un adeguato sistema di pompaggio per fornire l’acqua alla pressione necessaria agli usi suddetti. L’impianto idrico così formato non può essere collegato alla normale rete idrica e le sue bocchette devono essere dotate di dicitura “acqua non potabile”, secondo la normativa vigente.L’eventuale realizzazione del tetto verde, secondo quanto previsto dal R.V.2.5, contribuisce all’incremento delle aree permeabili e pertanto va valutato nel dimensionamento delle opere di cui al presente requisito.

Livello di prestazione per interventi sul patrimonio edilizio esistente

Uguale a quello per le nuove costruzioni, ma è sufficiente garantire un uso compatibile esterno* (e di conseguenza la rete di adduzione può essere limitata alle parti esterne dell’organismo edilizio).* Se l’edificio dispone di aree pertinenziali esterne

115

Page 116: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.8.1.5 Metodologia di verifica

Giudizio sintetico di un tecnico abilitato, basato sulla presenza dei dispositivi descritti nella soluzione tecnica, sull’idoneità del modo in cui sono installati, sulla reciproca compatibilità, sull’idoneità degli usi idrici previsti (vedi anche metodi di verifica del R.C. 3.3 - Approvvigionamento idrico) e dichiarazione di conformità al progetto rilasciata dall’impresa installatrice dell’impianto di adduzione e distribuzione, ai sensi della L. 2489/2005 e ss.mm.ii. (DM 37/2008).

METODI DI VERIFICA PROGETTUALE:I metodi di verifica progettuale consistono inA. calcolo del volume della vasca;B. soluzione conforme per la realizzazione del sistema di captazione, filtro, accumulo.

A. Calcolo del volume della vasca d’accumulo in funzione di quanto specificato ai successivi punti:volume di acqua meteorica captabile in un anno dalla copertura dell’edificio (V.C.), espresso in m3; si calcola in base alla seguente relazione:V.C.= 0,85 * S.C. * P.C.dove:S.C., Superficie utile di Captazione, espressa in m2, è la superficie di raccolta del tetto, balconi, terrazze e altre superfici contribuenti non contaminate;P.C., Valore medio delle precipitazioni meteoriche, è espresso in (litri/mq) mm di pioggia annui (dati forniti dalle stazioni meteorologiche più vicine o dal Servizio Meteorologico Regionale (ARPA).

Il fabbisogno idrico (F.I., espresso in litri), per gli usi compatibili selezionati, per le nuove costruzioni si determinerà, ai sensi della norma DIN 1989-1; 2000-12, compilando la seguente tabella:

Oggetto di scarico Fabbisogno di acqua di servizio (litri/giorno persona)

Numero di persone

Periodo (365 giorni)

Fabbisogno di acqua di servizio (litri/anno)

WC con scarico in casa 24 365WC in ufficio 12 365WC a scuola 6 365Lavatrice 10 365Pulizie 2 365Somma del fabbisogno annuo di acqua di servizio (litri/anno) (1)

Tipo di irrigazione Fabbisogno annuo specifico (litri/mq)

Superficie (mq) Fabbisogno di acqua di servizio (litri/anno)

Giardino/orto 60Impianti sportivi (periodo vegetativo)

200

Aree verdi con terreno leggero

200

Aree verdi con terreno pesante

150

Somma del fabbisogno annuo di acqua di servizio (litri/anno) (2)

F.I. = fabbisogno annuo di acqua di servizio (1) + fabbisogno annuo di acqua di servizio (2) (litri/anno)

Il volume del serbatoio di accumulo (S.A.) delle acque meteoriche captate, espresso in m3, si calcola in relazione al fabbisogno idrico (F.I) secondo la seguente relazione:

S.A. = (F.I. * 21)/365000(salvo che V.C. non risulti inferiore al volume così calcolato).

B. La soluzione tecnica per il sistema di captazione, filtro e accumulo, deve ricomprendere almeno i seguenti componenti /

116

Page 117: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

funzioni:manto di copertura privo di sostanze nocive;collettori di raccolta e di scarico impermeabili;sistema di esclusione dell’acqua di prima pioggia, (convenzionalmente determinata nei primi 5 mm di pioggia x i primi 15 min).;pozzetto ispezionabile con sistema di filtrazione meccanica;vasca di accumulo ispezionabile collegata ai collettori di raccolta, priva di materiali nocivi, preferibilmente interrata;sistema antisvuotamento, collegato alla rete idrica principale, con relativo disgiuntore;valvole e conduttura di sfogo per il troppo pieno delle vasche, collegate alla rete fognaria delle acque chiare;pompe di adduzione dell’acqua tipo autoadescante;rete autonoma di adduzione e distribuzione collegata alle vasche d’accumulo idoneamente dimensionata e separata dalla rete idrica principale a norma UNI 9182, con adeguate segnalazioni visive delle tubature e dicitura «non potabile» e relativo contatore omologato in entrata; eventuale conduttura di immissione nella rete duale di uso pubblico a norma UNI 9182 con relativo disgiuntore e contatore.

METODI DI VERIFICA PROGETTUALE SEMPLIFICATOLimitatamente agli edifici con ingombro in pianta inferiore a 200 mq, in alternativa al metodo di verifica progettuale standard può essere utilizzato il seguente metodo di verifica semplificato.In questo caso, la potenzialità di recupero del sistema di captazione e riutilizzo delle acque meteoriche, espressa in litri/anno, è ricavata come: Vrec = =min(Vmax, Vfab) dove Vfab è il fabbisogno annuo, espresso in litri, relativo agli usi previsti per l’acqua meteorica (es. irrigazione, scarichi WC, lavatrici) ricavato secondo normativa Vmax è la potenzialità massima di recupero del sistema di captazione e riutilizzo delle acque meteoriche, espressa in litri/anno, derivante dall’intera copertura dell’edificio: Vmax = Area copertura ⋅ 800 l/m² ⋅ Ccop Ccop vale 0,80 per copertura in tegole e assimilabili, 0,45 per copertura a “tetto verde”.

Il sistema di accumulo è dimensionato in modo tale da avere un volume, espresso in litri, almeno pari a:Vacc = 0,0625 ⋅ Vrec

3.8.1.6 Normativa di riferimento

UNI 9182. Impianti di alimentazione e distribuzione di acqua fredda e calda. Criteri di progettazione, collaudo, gestione. DIN 1989-1. Rainwater harvesting systems. Part 1: Planning, installation, operation and maintenance. DIN 1989-2. Rainwater harvesting systems. Part 2: Filters.DIN 1989-3. Rainwater harvesting systems. Part 3: Collection tanks for rainwater.

117

Page 118: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.8.1.7 Note

Si fornisce un elenco esemplificativo e non esaustivo degli usi compatibili:A) Usi compatibili esterni agli edifici: annaffiatura delle aree verdi;lavaggio delle aree pavimentate, lavaggio auto;usi tecnologici ed antincendio.B) Usi compatibili interni agli edifici: alimentazione delle cassette di scarico dei W.C., di lavatrici (a ciò predisposte);alimentazione idrica per piani interrati; usi tecnologici relativi, per esempio, a sistemi di climatizzazione passiva/attiva.In presenza sul territorio oggetto di intervento di una rete duale di uso collettivo gestita da Ente pubblico o privato, come prevista dal D.Lgs. 11/5/99 n.152, è ammesso, come uso compatibile, l’immissione di una parte dell’acqua recuperata all’interno della rete duale, secondo le disposizioni impartite dal gestore.Le acque reflue provenienti da insediamenti residenziali in zona agricola sono riutilizzabili per fertirrigazione previo trattamento di biofitodepurazione (biodegradazione della sostanza organica ad opera di batteri e successivo fitoassorbimento dei prodotti mineralizzati mediante l’energia solare).

Condizionamento da parte dell’utenzaSono utili i manuali d’uso dell’alloggio e dell’organismo edilizio per favorire il corretto uso delle acque meteoriche.

Interferenza con eventuali servizi offerti dal soggetto attuatore (gestione, manutenzione, servizi complementari)Sono particolarmente utili strumenti tecnici come:programma di manutenzione degli impianti tecnologici,capitolato appalti dei servizi di manutenzione, manuale di manutenzione impianti.

Condizionamenti da parte degli agenti caratteristici del sitoClima igrotermico e precipitazioni.

3.8.1.8 Punteggio

15

118

Page 119: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.9 Controllo dell’esposizione ai campi elettromagnetici

3.9.1 Disposizioni sulla riduzione dell’inquinamento elettromagnetico indoor

3.9.1.1 Esigenza da soddisfareIl requisito si pone l’obiettivo di ridurre l’inquinamento elettromagnetico interno agli edifici, grazie all’introduzione di soluzione tecnologiche migliorative in grado di ridurre la formazione di campi elettromagnetici e l’entità delle dispersioni. Progettazione degli impianti elettrici con adozione degli accorgimenti consigliati anche dalla bioedilizia per la riduzione dell'inquinamento elettromagnetico indoor.

3.9.1.2 Indicatore di prestazioneParametri di progettazione e/o funzionalità come da scheda

3.9.1.3 Applicabilità

Edifici classificati come E.1 ed E.3 ai sensi del D.P.R. 412/93

3.9.1.4 Espressione del requisitoLivello di prestazione per le nuove costruzioniAi fini della riduzione di consumi parassiti per stand-by così come per la adozione degli accorgimenti consigliati dalla bioedilizia per la riduzione dell'inquinamento elettromagnetico indoor, gli impianti di distribuzione della corrente all’interno degli edifici dovranno:- essere tracciati e posati con schema di tipo "a stella”;- essere dotati di disgiuntore manuale a servizio di ogni presa;- limitatamente alle zone letto ovvero ai locali sede di postazioni di lavoro continuativo, i cavi e le scatole ad incasso di prese ed interruttori dovranno essere schermate e collegate con apposita linea separata al nodo equipotenziale e quindi al dispersore di terra.- le zona notte degli appartamenti dovranno prevedere la installazione di "disgiuntori bipolari automatici" funzionanti con c.c. a bassa tensione.Dovrà inoltre essere prevista in fase di costruzione una colonna montante con scatole di derivazione su ogni piano e tubo predisposto all'interno di ogni appartamento nei pressi della presa telefonica ai fini di agevolare l’installazione di sistemi domotici di telerilevazione e telecontrollo. Tale colonna confluirà nel locale contatori e da qui dovrà essere predisposto un tubo fino al pozzetto TLC predisposto in prossimità dell'edificio.

Livello di prestazione per interventi sul patrimonio edilizio esistenteUguale al livello per le nuove costruzioni, ad eccezione dell’ultima prestazione inerente la costruzione della colonna montante

3.9.1.5 Metodologia di verificaMetodi di verifica progettualiLa relazione tecnica sottoscritta dal costruttore / installatore ed allegata alla domanda del titolo per costrire comprende il progetto che documenta quanto richiesto dal presente requisito.Verifica nell’ambito dei controlli di abitabilità, ove applicabile.

119

Page 120: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.9.1.6 Normativa di riferimentoDPCM dell’ 8 luglio 2003: “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz)generati dagli elettrodotti DPCM dell’ 8 luglio 2003: “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”.Legge Quadro n. 36 del 22 febbraio 2001: “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.DM 10 settembre 1998, n. 381: “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”DPCM 28 settembre 1995: “Norme tecniche procedurali di attuazione del DPCM 23 Aprile 1992 relativamente agli elettrodotti”.DPCM del 23 aprile 1992: “Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”.

3.9.1.7 NotaSi consiglia di rendere disponibile manuali d’uso dell’alloggio e dell’organismo edilizio per la corretta gestione da parte dell’utenza.

3.9.1.8 Punteggio

2

120

Page 121: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.10 Controllo delle emissioni nocive

3.10.1 Controllo delle emissioni nocive nei materiali delle strutture, degli impianti e delle finiture

3.10.1.1Esigenza da soddisfareIn tutti gli organismi edilizi vanno documentati i materiali componenti gli elementi strutturali, le finiture e gli impianti, evidenziando la presenza di sostanze non escluse dalla normativa vigente, ma potenzialmente nocive alla salute dei fruitori, (vedi tabella 4.10-1) al fine di favorirne la riduzione dell’impiego nell’edilizia.

3.10.1.2Indicatore di prestazioneParametri di progettazione e/o funzionalità come da scheda

3.10.1.3ApplicabilitàUsi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

3.10.1.4Espressione del requisitoLivello di prestazione per le nuove costruzioniDocumentare, a lavori ultimati, i materiali impiegati nell’opera edilizia, evidenziando la presenza di sostanze potenzialmente nocive (vedi tab.4.10-1) negli elementi strutturali, nelle finiture e negli impianti.

Livello di prestazione per interventi sul patrimonio edilizio esistenteCome per le nuove costruzioni, con riferimento anche ai materiali preesistenti e conservati (Per i materiali esistenti nella costruzione recuperata è sufficiente una descrizione sommaria di quanto risulta al giudizio del tecnico: non sono richieste prove di laboratorio).

3.10.1.5Metodologia di verificaMetodi di verifica progettualiLa relazione tecnica, allegata alla domanda di concessione edilizia, contiene l’impegno a documentare quanto richiesto nel presente requisito.Metodi di verifica a lavori ultimatiIl tecnico incaricato di ottenere il certificato di conformità edilizia documenta i materiali impiegati e i componenti, allegando le schede tecniche dei materiali e dei componenti rilasciate dal produttore ed utilizzando anche l’eventuale supporto di dichiarazioni del direttore dei lavori.La documentazione presentata dovrebbe soddisfare alle Norme UNI vigenti:In particolare vanno impiegati esclusivamente materiali da costruzione che garantiscano il rispetto dei seguenti parametri:

Alta traspirabilità: vanno impiegati solo materiali con coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore acqueo μ < 50. Va garantita la traspirabilità delle pareti perimetrali. E’ fatta eccezione per le porzioni di edificio interrato, per elementi in c.a. con funzione strutturale, per materiali con funzione specificatamente impermeabilizzante.

Produzione locale e materiali tradizionali: vanno impiegati preferibilmente e principalmente materiali e tecnologie di produzione locale e tradizionali (pietra, legno, laterizio).

Legni ed essenze locali: vanno impiegati solo legni di provenienza locale o provenienti da zone temperate a riforestazione programmata. Legni di altre provenienze sono ammessi a condizione che siano conformi al marchio Forest Stewardship Council (FSC).

Isolanti termici ed acustici: per la coibentazione termica ed acustica di grandi superfici (muri, solai e coperture) vanno impiegati esclusivamente materiali isolanti naturali, con componenti di derivazione di sintesi chimica inferiori al 10% ed esenti da fibre potenzialmente dannose o sospette tali secondo lo stato della scienza. I materiali isolanti termoacustici devono essere permeabili al vapore ed altamente traspiranti; elettricamente neutri ovvero tali da non alterare il campo elettrico naturale dell’aria e il campo magnetico terrestre; inattaccabili da insetti e roditori, inalterabili nel tempo. Non vanno usati materiali di sintesi petrolchimica per pavimenti e porte interne. Sono altresì ammessi isolanti di sintesi chimica

121

Page 122: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

per l’isolamento di terrazzi, tetti piani e muri esterni a contatto con il terreno.

Impianto idrico-sanitario: per il sistema di distribuzione dell’impianto idrico vanno utilizzate condutture che non rilascino sostanze nocive.Malte per intonaci e sottofondi: Per sottofondi e intonaci vanno impiegate solo malte di calce naturale e pura o a base di argilla o a base di gesso, non contenenti cemento ed additivi di sintesi chimica.Tinteggiature: per la tinteggiatura di ambienti confinati vanno impiegate esclusivamente vernici conformi alla Decisione 1999/10/CE del 18 dicembre 1998 (GUCE L5 del 9.01.99), che stabilisce i criteri ecologici per l'assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica ai prodotti vernicianti per interni. In ambienti confinati vanno evitati colori, vernici ed impregnanti contenenti solventi; è ammesso l’utilizzo di prodotti contenenti al massimo un 10% di solventi in peso; questa limitazione non riguarda i prodotti contenenti esclusivamente solventi naturali. Colori, vernici ed impregnanti devono essere inoltre esenti da elementi di derivazione petrolchimica ed essere altamente traspiranti. Vanno impiegati solo vernici, resine e colle, cere ed oli, impregnanti, antimuffa, antitarlo ecologici e naturali, a base vegetale, minerale o animale.

3.10.1.6Normativa di riferimento

UNI 8690-1 - 31/10/1984 - Edilizia. Informazione tecnica. Terminologia.UNI 8690-2 - 31/10/1984 - Edilizia. Informazione tecnica. Classificazione dei livelli di completezza dei contenuti.UNI 8690-3 - 31/10/1984 - Edilizia. Informazione tecnica. Articolazione ed ordine espositivo dei contenuti.UNI 9038 - 30/06/1987 - Edilizia. Guida per la stesura di schede tecniche per prodotti e servizi.

3.10.1.7NoteLa produzione di documentazioni già obbligatorie ai sensi di legge o l’esclusione di sostanze già vietate da leggi vigenti non soddisfa il Requisito Volontario e quindi non è incentivabile.Condizionamento da parte dell’utenzaPulizia e manutenzione con sostanze idonee a contenere le emissioni.Accorgimenti da utilizzare in caso di piccole demolizioni.Il manuale d’uso dell’organismo edilizio e quello degli alloggi dovrebbero contenere indicazioni per la corretta pulizia e manutenzione delle superfici e per gli accorgimenti in caso di piccole demolizioni.Interferenza con eventuali servizi offerti dal soggetto attuatore (gestione, manutenzione, servizi complementari)Servizi di pulizia ed igienizzazione degli alloggi (interferenze con i materiali e le tecniche impiegati e con le emissioni specifiche dei prodotti di pulizia).Servizi di manutenzione dell’organismo edilizio.Documenti di riferimento:note tecniche dei fornitori,normative (Italiane ed europee),agreements techniques europei,manuali per la manutenzione,manuali per la gestione impianti,manuali d’uso alloggi e organismo edilizio,capitolati servizi complementari di pulizia e di manutenzione dell’organismo edilizio.Condizionamenti da parte degli agenti caratteristici del sitoIl clima igrotermico del sito (temperatura, umidità, ecc.) è fondamentale nella scelta dei materiali e può contribuire alle emissioni interne

3.10.1.8Punteggio

8

122

Page 123: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tab. 4.10-1 Sostanze potenzialmente nocive e normativa di riferimento

Elementi, materiali(E principali inquinanti)

riferimenti normativi

Materiali strutturali:conglomerati cementizi e malte(radon, fibre minerali);

laterizi, pietre naturali (radon);

materiali compositi, rinforzi fibrosi(fibre di vetro e di carbonio).

Radon (Dir. 96/29/EURATOM - metodi: camera a scintillazione, a ionizzazione, a elettretti).UNI 8942-3 - “Prodotti di laterizio per murature. Metodi di prova”.Polveri/fibre: UNI 10469 “Determinazione delle polveri e delle fibre libere di amianto nei manufatti di amianto-cemento".Circ. 25.11.91, n. 23 Min. Sanità “Usi delle fibre di vetro isolanti – Problematiche igienico-sanitarie Istruzioni per il corretto impiego”. S. O. G. U. n. 298, 20.12.91.D.M. 12/2/97 Criteri per l’omologazione dei prodotti sostitutivi dell’amianto.

Materiali accessori per elementi tecnologi c i (pavimenti, partizioni, etc.):Materiali termo/fono/elettroisolanti e fonoassorbenti:fibre minerali; Sostanze Organiche Volatili SOV: clorofluorocarburi CFC, formaldeide, etc; polarizzazione elettrostatica)

Materiali da rivestimento:solventi, vernici (SOV e fibre);collanti, adesivi ( SOV e fibre).

Arredi fissi e semifissi in legno, pannelli truciolari, compensati, laminati, etc. (SOV : antiparassitari, pentaclorofenolo, etc., formaldeide, etc.)

Circ. 25.11.91, n. 23 Min. Sanità “Usi delle fibre di vetro isolanti – Problematiche igienico-sanitarie Istruzioni per il corretto impiego”. S. O. G. U. n. 298, 20.12.91.D.M. 12/2/97 Criteri per l’omologazione dei prodotti sostitutivi dell’amianto.Circ 22/6/83, n. 57 del Min. San. Usi della formaldeide – rischi connessi alle possibili modalità di impiego.Polarizzabilità elettrica (conducibilità el. UNI 4288, fatt. perdita e cost. dielettr. UNI 4289, ASTM D149, 257).Presenza e LMS (Livello Minimo di Sicurezza) di SOV e CFC (D. M. 28.01.92, Dir. CEE 67/548, procedure EPA, Circ. n. 57 del 22.06 .83 e segg. C. S. Min. Sanità) UNI 10522 “Prodotti di fibre minerali per isolamento termico e acustico. Fibre, feltri, pannelli e coppelle. Determinazione del contenuto di sostanze volatili”.

Sistemi di pulizia ed igienizza zio ne : prodotti per pulizia (SOV), prodotti di reazione tra i prodotti di pulizia ed i materiali edilizi (Prodotti vari pericolosi)

Informativa/Etichette - Art. 2 L. 29.05.1974, n.256

Impianti tecniciImpianti di condizionamento, climatizzazione (CFC)Impianti di riscaldamento (caldaie, etc.)

(SOx, NOx, CO, CO2, idrocarburi policiclici aromatici, particelle aerodisperse, formaldeide)Impianto elettrico (campi ed induzione elettromagnetica)

Presenza e LMS (Livello Minimo di Sicurezza) di SOV e CFC (D. M. 28.01.92, Dir. CEE 67/548.Procedure EPA.Circ. n. 57 del 22.06 .83 e segg. (C. S. Min. Sanità).UNI 10522 “Prodotti di fibre minerali per isolamento termico e acustico. Fibre, feltri, pannelli e coppelle. Determinazione del contenuto di sostanze volatili.

123

Page 124: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.11Riciclabilità dei materiali da costruzione

3.11.1 Riutilizzo dei materiali da costruzione

3.11.1.1Esigenza da soddisfare

Favorire indirettamente la limitazione della quantità di rifiuti edilizi, specie se indifferenziati, documentare i materiali presenti in elementi strutturali, in elementi di finitura e negli impianti, nelle pertinenze dell’organismo edilizio, indicando le caratteristiche di reimpiegabilità/riciclabilità dei medesimi materiali in caso di demolizione futura ed evidenziando l’eventuale uso di materiali reimpiegati o riciclati.

3.11.1.2Indicatore di prestazioneParametri di progettazione e/o funzionalità come da scheda

3.11.1.3ApplicabilitàUsi di cui all’art. 3, DPR 412/93 e s.m.: Tutte le destinazioni d’uso degli edifici

3.11.1.4Espressione del requisito

Livello di prestazione per le nuove costruzioniDescrizione dettagliata a lavori ultimati dei materiali utilizzati nell’organismo edilizio e nelle sue pertinenze, anche aperte, delle quantità impiegate;se si tratta di materiali o componenti edilizi provenienti da una precedente demolizione;se i materiali utilizzati nei componenti edilizi sono in forma semplice o associati con altri materiali e quindi più o meno riciclabili in futuro, in caso di demolizione parziale o totale;i motivi per cui il materiale non è eventualmente riciclabile utilizzando anche le indicazioni fornite dalla documentazione prevista dal R.V. 4.1 (Controllo delle emissioni nocive nei materiali delle strutture, delle finiture e degli impianti);le fasi che possono essere critiche per l’utilizzo o la lavorazione di detto materiale (nella manutenzione o nella eventuale demolizione anche parziale). Le fasi critiche vanno indicate con riferimento alla salute degli operatori e degli utenti (se la demolizione parziale o la manutenzione sono effettuabili in presenza dell’utenza), con riferimento alla salute degli operatori nel caso di demolizione totale.Livello di prestazione per interventi sul patrimonio edilizio esistenteUguale al livello per le nuove costruzioni, con riferimento agli elementi aggiunti.Per la presenza di amianto nella costruzione esistente si veda il R.C. XXIX.2.1 (Controllo delle emissioni di sostanze nocive).

124

Page 125: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

3.11.1.5 Metodologia di verifica

Metodi di verifica progettualiLa relazione tecnica, allegata alla domanda di concessione edilizia, contiene l’impegno a documentare quanto richiesto nel presente requisito.Metodi di verifica a lavori ultimatiIl tecnico incaricato di ottenere il certificato di conformità edilizia documenta i materiali impiegati e i componenti, allegando le schede tecniche dei materiali e dei componenti rilasciate dal produttore ed utilizzando anche l’eventuale supporto di dichiarazioni del direttore dei lavori.

Metodi di verifica progettualiLa relazione tecnica allegata alla domanda di concessione edilizia contiene l’impegno a documentare quanto richiesto dal presente requisito.Metodi di verifica in operaGiudizio sintetico del tecnico incaricato di ottenere il certificato di conformità edilizia, supportato eventualmente dalle dichiarazioni del direttore dei lavori e corredato dalla documentazione definita al punto 4.11.1.5 (oltre che da eventuali richiami alla documentazione di cui al R.V.4.1).

3.11.1.6 Normativa di riferimento

Non disponibile

3.11.1.7 NOTE

Condizionamento da parte dell’utenzaUtili manuali d’uso dell’alloggio e dell’organismo edilizio per la corretta gestione, da parte dell’utenza, dei materiali in fase di demolizione localizzata o di manutenzione.Interferenza con eventuali servizi offerti dal soggetto attuatore (gestione, manutenzione, servizi complementari)Utili riferimenti nei capitolati di appalto dei servizi di manutenzione dell’organismo edilizio

3.11.1.8 Punteggio

5

125

Page 126: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4 PARTE QUINTA: ALLEGATI TECNICI

Elenco simboliSi riportano di seguito i simboli utilizzati nel presente documento, unitamente alla specifica definizione ed all’unità di misura.

Capitolo      

4 EH,gen,in fabbisogno di energia elettrica (o di combustibile o calore) per produrre l’energia termica utile richiesta dal sistema di distribuzione

[Wh]

  QH,gen,out energia termica utile richiesta dal sistema di distribuzione [Wh]  QH,gen,l perdita di generazione del sistema a pompa di calore [Wh]  QH,gen,in energia termica gratuita, prelevata dalla sorgente fredda [Wh]  kgen,aux,rlh fattore di recupero degli ausiliari elettrici [-]  Wh,gen,aux energia elettrica richiesta dagli ausiliari [Wh]

  θa,AV temperatura media dell’aria di immissione nel periodo di calcolo [°C]

  θa temperatura di progetto degli ambienti nel periodo di calcolo [°C]  F fattore di carico nel periodo di calcolo [-]

  θdes la differenza tra temperatura di immissione dell’aria e la temperatura ambiente in condizioni di progetto (a carico termico unitario)

[K]

  gn,avg potenza termica media del generatore [W]

  Pn

potenza termica utile nominale del generatore, desunta dalle specifiche tecniche delle apparecchiature previste nel progetto

[W]

  Q’h fabbisogno per climatizzazione invernale [Wh]  Ql,e fabbisogno per emissione [Wh]  Ql,rg fabbisogno per regolazione [Wh]  Ql,d fabbisogno per distribuzione [Wh]  N numero di ore di funzionamento dell’impianto [h]  kH,i fattore di peso per l’intervallo di tempo i-esimo [-]

  QH,gen,out,i domanda di energia termica per riscaldamento del sistema di distribuzione nell’intervallo di tempo i-esimo [Wh]

  QH,gen,out domanda di energia termica per riscaldamento del sistema di distribuzione nel periodo di riscaldamento [Wh]

  DHHθk,i gradi-ora cumulativi fino alla temperatura θk, limite superiore dell’intervallo di tempo i-esimo [°Ch]

  DHHθj,i gradi-ora cumulativi fino alla temperatura θj, limite inferiore dell’intervallo di tempo i-esimo [°Ch]

  DHH,tot gradi-ora cumulativi del periodo di riscaldamento [°Ch]  kW,i fattore di peso per l’intervallo di tempo i-esimo [-]

  QW,gen,out,i domanda di energia termica per produzione di acqua calda sanitaria nell’intervallo di tempo i-esimo [Wh]

  QW,gen,out domanda di energia termica per produzione di acqua calda sanitaria del sistema di distribuzione nel mese considerato [Wh]

  hex efficienza exergetica della pompa di calore [-]  COP coefficiente di prestazione della pompa di calore [-]

  COPcrntcoefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnot (limite teorico di riferimento) [-]

  Thot temperatura assoluta del pozzo caldo [K]

126

Page 127: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

  Tcold temperatura assoluta della sorgente fredda [K]  θsk temperatura del pozzo caldo [°C]  θsc temperatura della sorgente fredda [°C]

  Tgen,ln temperatura assoluta dal lato del generatore di calore (bruciatore, boiler, scambiatore di calore) [K]

  θgen,in temperatura dal lato del generatore di calore (bruciatore, boiler, scambiatore di calore) [K]

  COPopr coefficiente di prestazione della pompa di calore [-]

  COPstandardcoefficiente di prestazione della pompa di calore in condizioni standard di test [-]

  COPcrnt,standard

coefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnot in condizioni standard di test [-]

  COPcrnt,opr coefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnot nelle condizioni operative di riferimento [-]

  ftfattore di correzione exergetico del COP della macchina in condizioni operative [-]

  Tsk,out,opr temperatura assoluta in uscita dal lato del pozzo caldo in condizioni operative di riferimento [K]

  Tsk,out,standard temperatura assoluta in uscita dal lato del pozzo caldo in condizioni di test standard [K]

  Tsk,in,opr temperatura assoluta in entrata dal lato del pozzo caldo in condizioni operative di riferimento [K]

  Tsk,in,standard temperatura assoluta in entrata dal lato del pozzo caldo in condizioni di test standard [K]

  θsc,in,opr temperatura in entrata dal lato della sorgente fredda in condizioni operative di riferimento [°C]

  θsc,in,standard temperatura in entrata dal lato della sorgente fredda in condizioni operative di riferimento [°C]

  θsk,out,opr temperatura in uscita dal lato del pozzo caldo in condizioni operative di riferimento [°C]

  θsk,out,standard temperatura in uscita dal lato del pozzo caldo in condizioni di test standard [°C]

  θsk,in,opr temperatura in entrata dal lato del pozzo caldo in condizioni operative di riferimento [°C]

  θsk,in,standard temperatura in entrata dal lato del pozzo caldo in condizioni di test standard [°C]

  fp,el fattore di conversione energia elettrica in primaria [-]

  COPcorr,i coefficiente di prestazione medio nell’intervallo di tempo considerato [-]

  Φaux,i potenza elettrica degli ausiliari necessari al funzionamento della pompa nell’intervallo di tempo i-esimo [W]

  Ni numero di ore dell’intervallo di tempo i-esimo [h]5 QC,p fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva [Wh]

  Qauxfabbisogno di energia elettrica per ausiliari degli impianti di climatizzazione [Wh]

  QCr fabbisogno di energia effettiva per raffrescamento [Wh]  Qν fabbisogno di energia per trattamento dell’aria [Wh]

  ηmscoefficiente di prestazione medio stagionale del sistema di produzione dell’energia frigorifera [-]

  fp,el fattore di conversione da energia elettrica ad energia primaria [-]

  QC,nd fabbisogno ideale dell’edificio [Wh]

  Qintguadagni interni dovuti alla presenza di apparecchiature e persone [Wh]

127

Page 128: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

  Qsol guadagni solari [Wh]  QC,tr dispersioni per trasmissione attraverso l’involucro [Wh]  QC,ve dispersioni per ventilazione [Wh]  Ql,e perdite totali di emissione [Wh]  Ql,rg perdite totali di regolazione [Wh]  Ql,d perdite totali di distribuzione [Wh]  Qrr energia termica recuperata [Wh]  ηe rendimento di emissione [-]  ηrg rendimento di regolazione [-]  ηd rendimento di distribuzione [-]

  Qv,m,h fabbisogno energetico estivo specifico orario medio dovuto ai trattamenti dell’aria [(kWh/h)/(kg/s)]

  q portata dell’aria [kg/s]  hk numero di ore di accensione giornaliera nel mese k-esimo [h]  Gk numero di giorni di accensione mensile [gg]  ηms coefficiente di prestazione medio stagionale [-]  ηmm coefficiente di prestazione medio mensile [-]  SEER seasonal energy efficiency ratio [-]  EER coefficiente di prestazione (energy efficiency ratio) [-]  F fattore di carico medio [-]

  ttempo di funzionamento totale dell’impianto, pari al prodotto del numero di ore di funzionamento giornaliere per il numero di giorni di funzionamento

[h]

  Φn potenza nominale del gruppo frigorifero [W]7 Qill fabbisogno totale per illuminazione [Wh]

Pi,il potenza elettrica totale installata per unità di superficie [W/m²]  Ai i-esima superficie utile dell’edificio [m²]

  hi,il numero di ore stimate di funzionamento dell’illuminazione artificiale [h]

  G numero dei giorni del periodo di calcolo [gg]8 Hi radiazione solare annua sul piano sul piano dei moduli [Wh/m²]  P0 potenza di picco dell’impianto, definita a STC [W]  Gref radiazione solare di riferimento, pari a 1000 [W/m²]  RP coefficiente di prestazione dell’impianto [-]9 A superficie di captazione dei collettori [m²]

  Fr’ fattore di rimozione del calore dai collettori, corretto per la presenza dello scambiatore tra collettori ed accumulo [-]

FR è il fattore di rimozione del calore dai collettori; [-]  UL coefficiente complessivo di dispersione termica dei collettori [W/m²K]  tr temperatura di riferimento [W/m²K]

  ta

temperatura media mensile dell’aria esterna nel sito considerato [°C]

  t numero di secondi del mese [s]  L carico termico mensile dell’utenza collegata all’impianto [Wh]

  Hirradiazione media mensile incidente sull’unità di superficie dei collettori [kWh/m2]

  N numero dei giorni del mese [gg]

  ()valore del prodotto del coefficiente di trasmissione del vetro e del coefficiente di assorbimento della piastra. [-]

  Xc valore da usare al posto di X da usare nell’equazione [-]  tw temperatura di utilizzo dell’acqua sanitaria [°C]

  tm temperatura di mandata dell’acqua dalla rete idrica [°C]

128

Page 129: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

K50() il fattore di modifica dell’angolo di incidenza [-]

tf,i temperatura d’ingresso del fluido nel collettore [°C]

It irradianza sul piano del collettore durante la prova [W/m2]

tf,m temperatura media del fluido nel collettore [°C]

tf,u temperatura del fluido in uscita dal collettore [°C]

G portata del fluido termovettore nel collettore [kg/m2 s]

CP calore specifico del fluido termovettore [J/kg °C]

10 QHW,dis,in fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria [Wh]

  QC,gen,in fabbisogno di energia termica del sistema di climatizzazione estivo [Wh]

  XHW,dis,in,chp

frazione del fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria coperta dal sistema di cogenerazione

[%]

  XC,gen,in,chp frazione del fabbisogno di energia termica del sistema di climatizzazione estivo coperta dal sistema di cogenerazione [%]

  hT,chp,an efficienza termica annuale del cogeneratore [%]11 hgen rendimento del generatore [W]

Pn potenza massima al focolare [kW]

12 Qss,out energia termica fornita al sottosistema di distribuzione dell’impianto [Wh]

  Qss,in energia termica in entrata alla sottostazione (primario dello scambiatore) [Wh]

  Qss,env energia termica dispersa dalla sottostazione all’interno dell’ambiente dove essa è collocata [Wh]

  Qss,rh energia termica recuperata dalle perdite in ambiente [Wh]

  Q’ss,out

energia termica in uscita dalla sottostazione tenendo conto delle perdite recuperate [Wh]

  Φss,env perdita di potenza termica della sottostazione [W]  Kss fattore di perdita della sottostazione [W/K]  θss,w,avg temperatura media del fluido nella sottostazione [°C]  θa,ss temperatura dell’ambiente ove è installata la sottostazione [°C]  Φss,rh potenza termica recuperata [W]  Kss,env fattore di recupero delle perdite [W/K]  θss,w,avg temperatura media del fluido nella sottostazione [°C]

  θss,w,rif temperatura media di riferimento del fluido termovettore nella sottostazione [°C]

  θa,rif temperatura di riferimento del locale dove è installata la sottostazione [°C]

  Φss,env perdita di potenza termica della sottostazione [W]

  tssnumero di ore di attivazione dell’impianto nel periodo considerato [h]

  ftelfattore di conversione in energia primaria dato dal fornitore dell’energia termica [-]

13 QH,P fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale [Wh]

QH,P,ren

quota parte del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale soddisfatta tramite fonti rinnovabili

[Wh]

QW,P fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria [Wh]

129

Page 130: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

QW,P,renquota parte del fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh]

Q,C,P fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva [Wh]

QC,P,renquota parte del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh]

Q,ill,P fabbisogno di energia primaria per illuminazione [Wh]

Qill,P,renquota parte del fabbisogno di energia primaria per illuminazione soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh]

Eptot indice di prestazione energetica complessivo dell’edificio [kWh/m2];[kWh/m3]

  Ei indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale [kWh/m2];[kWh/m3]

  Eacsindice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria [kWh/m2];[kWh/m3]

  Ee indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva [kWh/m2];[kWh/m3]

  Eillindice di prestazione energetica per illuminazione artificiale ed apparecchiature elettriche [kWh/m2];[kWh/m3]

15 Etot quantità di emissioni di gas climalteranti [kgCO2eq]

  Qi quantità di energia fornita tramite il vettore o fonte i-esima [kWh]

  fi,emfattore di conversione, corrispondente al vettore i-esimo, per il calcolo delle emissioni [kgCO2eq/kWh]

Appendice C Nho,k numero di ore cumulate fino all’intervallo k (1 < k < Nbins) [h]  Nho,j numero di ore dell’intervallo j-esimo [h]  Nbins numero di intervalli (bin) totale [-]  DHH,j gradi-ora dell’intervallo j [°Ch]  Nj numero di ore dell’intervallo j [h]  θi,des temperatura di progetto dell’aria interna [°C]  θe,j temperatura dell’aria esterna [°C]

  DHH,θk sono i gradi-ora cumulati fino alla temperatura θk corrispondente all’intervallo k (1 < k < Nbins) [°Ch]

  DHH,θj gradi-ora dell’intervallo j [°Ch]Appendice F Ql,d,s perdite del sistema di accumulo [Wh]

  Ss superficie esterna dell'accumulo [m2]  ds spessore dello strato coibente [m]  λs conduttività dello strato coibente [W/(mK)]  ts durata del periodo considerato di accumulo [h]  θs temperatura media nell'accumulo [°C]

  θintemperatura ambiente del locale di installazione dell'accumulo [°C]

  f’l,d,s potenza termica dispersa in ambiente [W]

Appendice F Qel,totconsumo complessivo di elettricità legato al soddifascimento del fabbisogno per climatizzazione estiva [kWh]

130

Page 131: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.1 Introduzione

Il seguente documento costituisce una guida per il calcolo dei fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione invernale ed estiva, la produzione di acqua calda sanitaria e usi elettrici per illuminazione degli edifici, al fine di fornire una valutazione delle prestazione energetiche globali. Consente inoltre di stimare i contributi degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e le emissioni di gas climalteranti, dovute all’uso di fonti fossili.

Per quanto riguarda la stima del fabbisogno di energia termica per la climatizzazione invernale, estiva e la produzione di acqua calda sanitaria, nonché il calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda sanitaria, si fa riferimento alle metodologie contenute nelle norme UNI/TS 11300-1 e 2 e nella UNI EN ISO 13790:2008. Tali procedure di calcolo non sono state pertanto riportate integralmente nel presente elaborato, ma ne sono stati citati i riferimenti specifici.

Per quanto riguarda invece il fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva, la stima dell’apporto delle fonti rinnovabili e la determinazione del contributo di soluzioni impiantistiche non contemplate nelle norme pubblicate, poiché le relative norme UNI/TS 11300-3 e 4 non sono state ancora pubblicate, si riportano dettagliatamente nel testo le procedure da utilizzare nel regime transitorio.Per quanto riguarda il calcolo del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva, si è fatto riferimento alla bozza di norma UNI/TS 11300-3 nella sua versione definitiva, che sarà pubblicata a breve.

Tutte le valutazioni energetiche legate alla determinazione degli incentivi volti a promuovere la riduzione del consumi e l’efficienza energetica del patrimonio edilizio edilizio presente nel comune di Parma dovranno essere svolte secondo quanto descritto nel presente elaborato. Tuttavia, qualora si utilizzino soluzioni impiantistiche e tecnologiche in grado di garantire prestazioni diverse da quelle calcolabili con il metodo in oggetto, saranno ammesse variazioni alla procedura, purché supportate da una esaustiva e dettagliata documentazione illustrativa riportata in allegato ai calcoli eseguiti.

A prescindere dal procedimento di calcolo adottato, si specifica che tutti i calcoli effettuati dovranno essere esplicitati.

131

Page 132: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.2 Normativa di riferimentoSi riportano di seguito i riferimenti a norme e disposizioni contenute nel testo. UNI/TS 11300-1: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. UNI/TS 11300-2: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.

UNI 10349: Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Dati climatici.

UNI 10351: Materiali da costruzione - Conduttività termica e permeabilità al vapore.

UNI 10355: Murature e solai - Valori della resistenza termica e metodo di calcolo.

UNI 13947: Prestazione termica delle facciate continue - Calcolo della trasmittanza termica.

UNI EN 15251: Criteri per la progettazione dell'ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell'aria interna, all'ambiente termico all'illuminazione e all'acustica.

UNI EN ISO 6946: Componenti ed elementi per edilizia – Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo.

UNI EN ISO 10077-1: Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti – Calcolo della trasmittanza termica – Generalità.

UNI EN ISO 13786: Prestazione termica dei componenti per edilizia – Caratteristiche termiche dinamiche - Metodi di calcolo.

UNI EN ISO 14683: Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi semplificati e valori di riferimento.

UNI EN 15603: Energy performance of buildings – Overall energy use and definition of energy ratings.

UNI EN ISO 13790:2008: Prestazione energetica degli edifici-Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento.

prEN ISO 15316-4-2: Heating systems in buildings - Method for calculation of system energy requirements and system efficiencies - Part 4-2: Space heating generation systems, heat pump systems.

prEN ISO 15316-4-3: Heating systems in buildings - Method for calculation of system energy requirements and system efficiencies - Part 4-3: Heat generation systems, thermal solar systems.prEN ISO 15316-4-4: Heating systems in buildings - Method for calculation of system energy requirements and system efficiencies - Part 4-4: Heat generation systems, building-integrated cogeneration systems.

prEN ISO 15316-4-5: Heating systems in buildings - Method for calculation of system energy requirements and system efficiencies - Part 4-5: Space heating generation systems, the performance and quality of district heating and large volume systems

prEN ISO 15316-4-6: Heating systems in buildings - Method for calculation of system energy requirements and system efficiencies - Part 4-6: Heat generation systems, photovoltaic systems

prEN ISO 15316-4-7: Heating systems in buildings - Method for calculation of system energy requirements and system efficiencies - Part 4-7: Space heating generation systems, biomass combustion systems.

prEN ISO 15450: Heating systems in buildings - Design of heat pump heating systems.

132

Page 133: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

UNI 10963: Condizionatori d’aria, refrigeratori d’acqua e pompe di calore - Determinazione delle prestazioni a potenza ridotta.

UNI EN 15217: Prestazione energetica degli edifici - Metodi per esprimere la prestazione energetica e per la certificazione energetica degli edifici.

UNI EN 15239: Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guida per l'ispezione dei sistemi di ventilazione.

UNI EN 15240: Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guida per l'ispezione degli impianti di climatizzazione.

UNI EN 15241: Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo delle perdite di energia dovute alla ventilazione e alle infiltrazioni in edifici commerciali.

UNI EN 15242: Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli edifici, comprese le infiltrazioni.

UNI EN 13779: Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.

UNI EN 15243: Ventilazione degli edifici – calcolo delle temperature dei locali, del carico termico e dell’energia per edifici dotati di impianto di climatizzazione degli ambienti.

prEN 5665: Ventilation for Residential buildings – design, dimensioning and performance criteria for residential ventilation systems.

prEN 14825: Air conditioners, liquid chilling packages and heat pumps, with electrically driven compressors, for space heating and cooling –Testing and rating at part load conditions

133

Page 134: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.3 Calcolo del fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale ed estiva

Per il calcolo del fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale ed estiva si fa riferimento alla procedura descritta nella norma UNI/TS 11300-1.

In presenza di elementi particolari dell’involucro (pareti ventilate, muri trombe,serre solari, ecc.), per il calcolo dello scambio termico e degli apporti solari si rimanda invece alle procedure riportate nella norma UNI EN 13790:2008.

In presenza di impianti con funzionamento intermittente, è necessario correggere i fabbisogni di energia termica calcolati, secondo le relazioni riportate al capitolo 13 della norma UNI EN 13790:2008.

4.4 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale con pompa di calore

Il calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale deve essere effettuato mediante la procedura descritta nella norma UNI/TS 11300-2.

In presenza di sistemi di generazione a pompa di calore, non contemplati in detta norma, ci si deve attenere alla procedura descritta in seguito, ricavata dalla prEN ISO 15316-4-2.Il bilancio termico di primo principio per una generica pompa di calore è il seguente:

[Wh]

dove:EH,gen,in è il fabbisogno di energia elettrica (o di combustibile o calore) per produrre l’energia termica utile richiesta dal sistema di distribuzione [Wh];QH,gen,out è l’energia termica utile richiesta dal sistema di distribuzione [Wh];QH,gen,l è la perdita di generazione del sistema a pompa di calore [Wh];QH,gen,in è l’energia termica gratuita, prelevata dalla sorgente fredda [Wh];kgen,aux,rlh è il fattore di recupero degli ausiliari elettrici;Wh,gen,aux è l’energia elettrica richiesta dagli ausiliari [Wh].

Gli impianti possono essere classificati secondo le seguenti categorie:

1. monovalenti, quando tutto il fabbisogno termico stagionale è coperto dalla pompa di calore;

2. bivalenti monoenergetici, quando una quota del fabbisogno termico stagionale è coperto dalla pompa di calore ed una quota di integrazione è fornita da un generatore ausiliario che utilizza lo stesso vettore energetico della pompa di calore;

3. bivalenti bi-energetici, quando il fabbisogno termico stagionale è coperto dalla pompa di calore e da un generatore ausiliario che utilizza un vettore energetico diverso da quello utilizzato dalla pompa di calore.

Si deve pertanto determinare in primo luogo, sulla base delle caratteristiche della configurazione impiantistica adottata, a quale tipo di categoria appartenga il sistema rispetto al quale si vuol svolgere il calcolo. Per la valutazione del consumo di energia primaria su base mensile o stagionale si deve infatti ipotizzare, qualora non si abbia un unico impianto di generazione elettrica e termica, una suddivisione preliminare della quantità di energia che sarà fornita da ciascuna tecnologia e la connessione tra i vari elementi, qualora si utilizzi l’energia in cascata (ad esempio calore o elettricità proveniente da cogenerazione, ecc.). In secondo luogo, per calcolare il COP medio mensile o medio stagionale, si deve determinare il tipo di sorgente. In particolare, si possono individuare le principali sorgenti disponibili elencate di seguito:

1. aria esterna;2. aria interna;3. acqua di superficie;4. acqua di falda;

134

Page 135: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

5. terreno.

Gli impianti possono avere come fluido termovettore l’aria (aeraulici) o l’acqua (idronici).Nel caso siano presenti impianti ad espansione diretta la temperatura del pozzo caldo è, come per gli impianti aeraulici, la temperatura media dell’aria di immissione, ricavata con la seguente formula:

[°C]

dove:θa,AV è la temperatura media dell’aria di immissione nel periodo di calcolo [°C];θa è la temperatura di progetto degli ambienti nel periodo di calcolo [°C];F è il fattore di carico nel periodo di calcolo;θdes è la differenza tra la temperatura di immissione dell’aria e la temperatura ambiente in condizioni di progetto [K].

Il fattore di carico F si calcola con la seguente formula:

dove:gn,avg è la potenza termica media del generatore [W];Pn è la potenza termica utile nominale del generatore, desunta dalle specifiche tecniche delle apparecchiature previste nel progetto [W].

dove:Q’h è il fabbisogno per climatizzazione invernale [Wh];Ql,e è il fabbisogno per emissione [Wh];Ql,rg è il fabbisogno per regolazione [Wh];Ql,d è il fabbisogno per distribuzione [Wh];N è il numero di ore di funzionamento dell’impianto [h].

I fabbisogni sono quelli ricavati secondo la procedura illustrata nel capitolo 6 della UNI/TS 11300-2.

Nel caso di uso di acqua come fluido termovettore, la temperatura del pozzo caldo è funzione delle temperature di mandata e ritorno dell’impianto idronico, della temperatura dell’aria di progetto interna ed esterna e della temperatura media dell’aria esterna, e si calcola mediante l’espressione seguente:

[°C]

θH,gen, f è la temperatura dell’acqua da assumere come pozzo termico [°C];θi,des è la temperatura di progetto dell’aria interna [°C];θH,gen, f,des è la temperatura di mandata in condizioni di progetto [°C];θH,dis, r,des è la temperatura di ritorno in condizioni di progetto [°C];θe è la temperatura media dell’aria esterna nel periodo di calcolo considerato [°C];θavg è la media aritmetica delle temperature dei flussi di mandata e ritorno [°C];θe,des è la temperatura di progetto dell’aria esterna [°C];n è l’esponente che caratterizza il tipo di sistema di emissione, i cui valori si possono ricavare dalla tabella 1.

135

Page 136: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Sistema di emissione Combinazione di temperatura (mandata/ritorno)

Esponente n

Radiatori 55/45 Da 1,2 a 1,4Convettori 55/45 Da 1,2 a 1,4

Pavimento radiante 40/30 1,0Tabella 5.4-25 Parametri della curva di riscaldamento per differenti sistemi di emissione

Nel caso si utilizzi la pompa di calore per produrre acqua calda sanitaria si raccomanda di fare riferimento ai seguenti valori per il calcolo della temperatura dell’acqua:

Temperatura dell’acqua calda in uscita dal serbatoio di stoccaggio [°C]

Temperatura media dell’acqua all’interno del serbatoio di stoccaggio [°C]

60 5455 49,550 45

Tabella 5.4-26 Temperatura di riferimento dell’acqua

Si raccomanda di assumere come temperatura del pozzo caldo per l’acqua calda sanitaria la temperatura media dell’acqua all’interno del serbatoio di stoccaggio, pari al 90% della temperatura di progetto del sistema di produzione di acqua calda sanitaria. Queste semplificazioni sono in accordo con quanto previsto dalla norma prEN 15316 4-2. Note le caratteristiche del sistema e le temperature della sorgente fredda e del pozzo caldo si può quindi determinare il COP attraverso la procedura semplificata descritta in seguito. Qualora la sorgente fredda sia l’acqua di falda, l’acqua di superficie o il terreno, si devono usare, rispettivamente, nel calcolo mensile le loro temperature medie mensili, nel calcolo stagionale le temperature medie stagionali. Qualora si usi l’aria esterna come sorgente fredda, si deve fare riferimento al metodo bin, in accordo con quanto previsto nella prEN 15316 4-2. A tale metodo è necessario riferirsi anche qualora si usino le altre sorgenti, nel caso si adottino impianti idronici, poichè in essi la temperatura di pozzo caldo è condizionata anche dalla temperatura dell’aria esterna. Tale metodo, a causa della variabilità oraria del parametro, prevede una suddivisione della curva di frequenza cumulata della temperatura dell’aria esterna in funzione delle ore, su base mensile o stagionale. Tale suddivisione risulta necessaria, ai fini del calcolo, per determinare la temperatura media in ognuno degli intervalli temporali considerati. Tale valore deve essere assunto come temperatura della sorgente fredda, nel caso di pompe di calore con scambiatore ad aria, e come temperatura dell’aria esterna di riferimento, nel calcolo della temperatura del pozzo caldo nei sistemi ad acqua.Nella seguente figura si riporta la curva di frequenza cumulata della temperatura oraria dell’aria esterna:

136

Page 137: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Figura 1 Suddivisione in intervalli (bins) della curva di frequenza cumulata dell’andamento orario della temperatura dell’aria esterna

dove:1 è il numero di ore cumulate di funzionamento dell’impianto, asse delle ordinate [h];2 è il numero di ore di funzionamento dell’impianto corrispondente all’intervallo 2 [h];3 è il numero di ore di funzionamento dell’impianto corrispondente all’intervallo 3 [h];4 è il numero di ore di funzionamento dell’impianto corrispondente all’intervallo 4 [h];5 è la temperatura di progetto dell’aria esterna per il dimensionamento dell’impianto [h];6 è la temperatura, in condizioni operative medie, dell’aria esterna corrispondente all’intervallo 4 [h];7 è la temperatura della aria corrispondente al limite inferiore dell’intervallo 3 e al limite superiore dell’intervallo 4 [°C];8 è l’area corrispondente ai gradi-ora per riscaldamento dell’intervallo 4 [°Ch];9 è l’area corrispondente ai gradi-ora per acqua calda sanitaria dell’intervallo 4 [°Ch];10 è la temperatura dell’aria esterna, asse delle ascisse [°C];11 è la direzione della differenza di temperatura cumulativa per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria;12 è la temperatura media all’interno dell’intervallo 3 [°C];13 rappresenta la temperatura, in condizioni operative medie, dell’aria esterna nell’intervallo 3 [°C];14 è la temperatura della aria corrispondente al limite inferiore dell’intervallo 2 e al limite superiore dell’intervallo 3 [°C];15 è l’area corrispondente ai gradi-ora per riscaldamento dell’intervallo 3 [°Ch];16 è l’area corrispondente ai gradi-ora per acqua calda sanitaria dell’intervallo 3 [°Ch];17 è l’area corrispondente ai gradi-ora per riscaldamennto dell’intervallo 2 [°Ch];18 è l’area corrispondente ai gradi-ora per acqua calda sanitaria dell’intervallo 2 [°Ch];19 rappresenta la temperatura, in condizioni operative medie, dell’aria esterna nell’intervallo 2 [°C];20 temperatura limite superiore per l’azionamento del sistema di riscaldamento [°C];21 temperatura di progetto dell’aria interna [°C];22 è l’area corrispondente ai gradi-ora per acqua calda sanitaria dell’intervallo 1 [°Ch];

La suddivisione deve essere tale da poter permettere di considerare il valore medio di temperatura dell’aria all’interno di ognuno degli intervalli come rappresentativo del comportamento medio per le ore di funzionamento corrispondenti. Questo avviene se i segmenti che uniscono i vari punti di suddivisione approssimano correttamente la curva di frequenza cumulata, cioè quando la spezzata, ricavata unendo gli estremi della suddivisione, è molto vicina alla curva di frequenza cumulata. In questo modo si ha, per ogni intervallo di tempo considerato, una temperatura di calcolo sulla base della quale determinare il COP medio per le ore di funzionamento corrispondenti. Si rimanda alle Appendici C e D per l’applicazione al caso di Parma. Il fabbisogno di energia primaria per ogni singolo intervallo (bin) viene valutato a partire dal dato stagionale tramite un fattore di peso. I fattori di peso sono calcolati in questo modo per il i-esimo intervallo:

il fabbisogno al generatore risulta essere quindi pari a:

dove:kH,i è il fattore di peso per l’intervallo di tempo i-esimo;QH,gen,out,i è la domanda di energia termica per riscaldamento del sistema di distribuzione nell’intervallo di tempo i-esimo [Wh];QH,gen,out è la domanda di energia termica per riscaldamento del sistema di distribuzione nel periodo di riscaldamento [Wh]; DHHθk,i sono i gradi-ora cumulativi fino alla temperatura θk, limite superiore dell’intervallo di tempo i-esimo [°Ch];DHHθj,i sono i gradi-ora cumulativi fino alla temperatura θj, limite inferiore dell’intervallo di tempo i-esimo [°Ch]; DHH,tot sono i gradi-ora cumulativi del periodo di riscaldamento[°Ch].

Nel caso si consideri la domanda di energia termica per riscaldamento si ha che:

[Wh]

137

Page 138: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

mentre nel caso si consideri la domanda per produzione di acqua calda sanitaria:

[Wh]

In questo caso tuttavia i fattori di peso possono essere determinati molto più semplicemente, poichè si immagina che la domanda di acqua calda sanitaria sia ripartita in maniera costante nel tempo. Si potranno calcolare con la seguente formula:

dove:kW,i è il fattore di peso per l’intervallo di tempo i-esimo;QW,gen,out,i è la domanda di energia termica per produzione di acqua calda sanitaria nell’intervallo di tempo i-esimo [Wh]; QW,gen,out è la domanda di energia termica per produzione di acqua calda sanitaria del sistema di distribuzione nel mese considerato [Wh]; ti è l’intervallo di tempo i-esimo espresso in ore [h];ttot è il tempo totale di funzionamento dell’impianto, corrispondente al numero complessivo di ore del mese considerato [h]. Il COP può essere determinato, in maniera semplificata, applicando un fattore di correzione derivato dall’efficienza di secondo principio (exergetica) in condizioni di test standard ed operative. Questa semplificazione è tanto più accettabile quanto più la pompa di calore abbia un regime di funzionamento con condizioni prossime a quelle standard di test (in termini di temperatura della sorgente fredda, della temperatura del pozzo caldo e della portata di massa). Si determina l’efficienza exergetica con la seguente formula:

dove:hex è l’efficienza exergetica della pompa di calore;COP è il coefficiente di prestazione della pompa di calore;COPcrnt è il coefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnot (limite teorico di riferimento).

Il COP della pompa di calore con ciclo di Carnot si calcola nel caso di una pompa elettrica con la seguente formula:

dove:COPcrnt è il coefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnet; Thot è la temperatura assoluta del pozzo caldo [K];Tcold è la temperatura assoluta della sorgente fredda [K];θsk è la temperatura del pozzo caldo [°C];θsc è la temperatura della sorgente fredda [°C].

Nel caso si abbia invece una pompa di calore ad assorbimento la formula è la seguente:

dove:

138

Page 139: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tgen,ln è la temperatura assoluta dal lato del generatore di calore (bruciatore, boiler, scambiatore di calore) [K];θgen,in è la temperatura dal lato del generatore di calore (bruciatore, boiler, scambiatore di calore) [K];

Il fattore di correzione del COP viene calcolato con la formula seguente:

dove:COPopr è il coefficiente di prestazione della pompa di calore;COPstandard è il coefficiente di prestazione della pompa di calore in condizioni standard di test;COPcrnt,standard è il coefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnot in condizioni standard di test; COPcrnt,opr è il coefficiente di prestazione della pompa di calore con ciclo di Carnot nelle condizioni operative di riferimento (corrispondenti alle condizioni medie rispetto alle quali valutiamo l’efficienza della macchina stessa).ft è il fattore di correzione exergetico del COP della macchina in condizioni operative, calcolato nel caso sia presente una pompa di calore elettrica con la seguenti formule:

pompa di calore aria-acqua o acqua-acqua:

pompa di calore aria-aria:

dove:Tsk,out,opr è la temperatura assoluta dell’acqua in uscita dal condensatore in condizioni operative di riferimento [K]; Tsk,out,standard è la temperatura assoluta dell’acqua in uscita dal condensatore in condizioni di test standard [K]; Tsk,in,opr è la temperatura assoluta dell’aria immessa in ambiente in condizioni operative di riferimento [K]; Tsk,in,standard è la temperatura assoluta dell’aria immessa in ambiente in condizioni di test standard [K]; θsc,in,opr è la temperatura dell’acqua o dell’aria in entrata all’evaporatore in condizioni operative di riferimento [°C];θsc,in,standard è la temperatura dell’acqua o dell’aria in entrata all’evaporatore in condizioni di test standard [°C]; θsk,out,opr è la temperatura dell’acqua in uscita dal condensatore in condizioni operative di riferimento [°C];θsk,out,standard è la temperatura dell’acqua in uscita dal condensatore in condizioni di test standard [°C]; θsk,in,opr è la temperatura dell’aria immessa in ambiente in condizioni operative di riferimento [°C];θsk,in,standard è la temperatura dell’aria immessa in ambiente in condizioni di test standard [°C].

Il fattore di correzione ft viene calcolato nel caso sia presente una pompa di calore ad assorbimento con la seguenti formule:

pompa di calore aria-acqua o acqua-acqua:

139

Page 140: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

pompa di calore aria-aria:

Si riporta in Appendice L un esempio di calcolo dei COP secondo la procedura descritta.Con i coefficienti di prestazione precedentemente determinati è possibile ora calcolare il consumo di energia elettrica (nel caso di macchine elettriche a compressione) e termica (nel caso di macchine ad assorbimento) per il funzionamento delle pompe di calore e, a partire da questi valori, l’energia primaria richiesta. In particolare il calcolo avviene secondo la procedura descritta di seguito considerando la suddivisione di temporale del periodo di riscaldamento adottata per il calcolo stagionale (metodo bin):

[Wh]

[Wh]dove:QH,P è il fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale [Wh];QH,P,i è il fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale dell’intervallo di tempo i-esimo [Wh];fp,el è il fattore di conversione energia elettrica in primaria*;COPcorr,i è il coefficiente di prestazione medio invernale nell’intervallo di tempo i-esimo; Φaux,i potenza elettrica degli ausiliari necessari al funzionamento della pompa nell’intervallo di tempo i-esimo [W];Ni numero di ore dell’intervallo di tempo i-esimo [h].

Nel caso si voglia calcolare, analogamente a quanto visto in precedenza, il fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria, ottenuta tramite sistema a pompa di calore, si applica la seguente formula (con la suddivisione del metodo bin):

[Wh]

[Wh]

dove:QW,P è il fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria [Wh];QW,P,i è il fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria dell’intervallo di tempo i-esimo [Wh];fp,el è il fattore di conversione energia elettrica in primaria;kW,i è il fattore di peso per l’intervallo di tempo i-esimo;

* Le pompe di calore possono essere alimentate con energia elettrica e termica prodotta in loco, ad esempio tramite impianti fotovoltaici o cogeneratori, oppure tramite energia elettrica proveniente dalla rete di distribuzione nazionale. Nel primo caso si deve considerare un fattore di conversione dell’energia elettrica in energia primaria fp,el pari a 0 (poichè prodotta tramite fonte rinnovabile), nel secondo caso, in presenza di impianti di cogenerazione, si deve calcolare la quantità di energia primaria utilizzata da questi ultimi secondo le formule riportate al Capitolo 10, infine, nel caso si usi energia elettrica proveniente dalla rete nazionale, esso deve essere stabilito secondo le modalità indicate nella UNI/TS 11300-2. Il valore fornito nella delibera dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas del 28/03/2008, il quale rappresenta il valore di calcolo attuale, è pari a 2,17 kWhprim/kWhel, corrispondenti a 0,187 x\ 10-3tep/kWh.

140

Page 141: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

COPcorr,i è il coefficiente di prestazione medio nell’intervallo di tempo i-esimo; Φaux,i potenza elettrica degli ausiliari necessari al funzionamento della pompa nell’intervallo di tempo i-esimo [W];Ni numero di ore dell’intervallo di tempo i-esimo [h].

In presenza di un sistema di back-up ausiliario alla pompa di calore, necessario nei casi in cui venga raggiunto il limite di temperatura operativa della macchina, o perché essa non è stata dimensionata per soddisfare l’intero carico, si raccomanda di svolgere il calcolo secondo quanto specificato al paragrafo 5.3.8 della norma prEN 15316-4-2.

141

Page 142: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.5 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva:

Il calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva può essere effettuato mediante la procedura riportata di seguito. Si utilizza come dato di partenza il valore del fabbisogno di energia termica per raffrescamento calcolato secondo quanto previsto dalla UNI/TS 11300-1. Si specifica che, nel caso sia presente un’unità di trattamento aria, lo scambio termico per ventilazione QC,ve deve essere posto pari a 0 poiché già incluso nel calcolo del fabbisogno di energia per trattamenti dell’aria QV descritto di seguito nella procedura. Quindi, in questo caso, QC = QC,nd - QC,ve.

4.5.1 Procedura di calcoloLa procedura proposta si riferisce al calcolo dei consumi energetici per la climatizzazione estiva di un edificio e può essere riassunta nei seguenti punti:

1. si utilizza come base di calcolo il fabbisogno di raffrescamento dell’edificio QCr, calcolato mediante la procedura descritta dalla UNI/TS 11300-1;

2. si effettua il calcolo del fabbisogno di energia nella stagione estiva dovuto al trattamento dell’aria (Qv), se presente;

3. si effettua il calcolo delle perdite di distribuzione, regolazione ed emissione dell’impianto;4. si procede al calcolo dell’indice prestazionale medio SEER delle macchine frigorifere, attraverso la

valutazione di dati ai carichi parziali di riferimento certificati dai costruttori, secondo quanto previsto dalla prEN 14825;

5. si effettua il calcolo del coefficiente di prestazione medio stagionale ηms dell’impianto di climatizzazione, nel caso si adotti il calcolo stagionale;

6. si effettua il calcolo dei coefficienti di prestazione medi mensili ηmm dell’impianto di climatizzazione, nel caso si adotti il calcolo mensile;

7. si effettua il calcolo del fabbisogno di energia primaria QC,P per la climatizzazione estiva.

Il fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva si calcola applicando la seguente formula, nel caso di calcolo stagionale:

[Wh]

dove:QC,p è il fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva [Wh];Qaux è il fabbisogno di energia elettrica per ausiliari degli impianti di climatizzazione [Wh];QCr è il fabbisogno di energia effettiva per raffrescamento [Wh];Qν è il fabbisogno di energia per trattamento dell’aria [Wh]; ηms è il coefficiente di prestazione medio stagionale del sistema di produzione dell’energia frigorifera;fp,el è il fattore di conversione da energia elettrica ad energia primaria.

Nel caso si svolga il calcolo ad intervali mensili, si deve ricorrere invece alle seguenti formule:

[Wh]

[Wh]

dove:QC,P è il fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva [Wh];QC,P,i è il fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva del mese i-esimo [Wh];

142

Page 143: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Qaux,i è il fabbisogno di energia elettrica degli ausiliari del mese i-esimo [Wh];(QCr+Qv)i è il fabbisogno effettivo di energia termica utile per raffrescamento e trattamento dell’aria del mese i-esimo [Wh];ηmm è il coefficiente di prestazione medio mensile.

Per il calcolo dei termini sopra elencati si rimanda ai punti successivi della presente norma tecnica. Un esempio di applicazione dell’intera procedura di calcolo è riportata in Appendice I.

Note: La stagione di climatizzazione estiva è definita dalla UNI/TS 11300-1.

4.5.2 Fabbisogno di energia termica utile per raffrescamento Il fabbisogno di energia termica utile per il raffrescamento dell’edificio è articolato in:

fabbisogno ideale; fabbisogno effettivo, ottenuto sottraendo al fabbisogno ideale l’energia recuperata e tenendo conto delle

perdite di emissione, di regolazione e di distribuzione.

4.5.3 Fabbisogno estivo ideale dell’edificio (QC,nd)Il fabbisogno ideale di energia dell’involucro dell’edificio è il dato fondamentale di ingresso per il calcolo dei fabbisogni di energia primaria. Viene determinato applicando la metodologia descritta nella UNI TS 11300-1. Si applica in particolare l’equazione seguente:

[Wh]dove:QC,nd è il fabbisogno ideale dell’edificio [Wh];Qint sono i guadagni interni dovuti alla presenza di apparecchiature e persone [Wh];Qsol sono i guadagni solari [Wh];QC,tr sono le dispersioni per trasmissione attraverso l’involucro [Wh];QC,ve sono le dispersioni per ventilazione [Wh];

Nel caso in cui sia presente una unità di trattamento dell’aria si dovrà porre pari a 0 il valore di QC,ve nella formula precedente, come ricordato all’inizio del capitolo, poiché del fabbisogno energetico per il trattamento dell’aria si tiene conto calcolando Qv secondo quanto descritto nei paragrafi successivi.

4.5.4 Fabbisogno effettivo di energia termica utile per raffrescamento (QCr) Ai fini del calcolo del fabbisogno di energia effettiva per raffrescamento si tiene conto delle perdite relative ai singoli sottosistemi che compongono l’impianto (sistema di distribuzione, sistema di emissione e sistema di regolazione), nonchè dell’energia termica recuperata, così come definita al paragrafo 5.5.5. Il calcolo si effettua applicando la seguente formula:

[Wh]

dove:QCr è il fabbisogno di energia termica utile per raffrescamento [Wh];QC,nd è il fabbisogno ideale dell’edificio [Wh];Ql,e sono le perdite totali di emissione [Wh];Ql,rg sono le perdite totali di regolazione [Wh];Ql,d sono le perdite totali di distribuzione [Wh];Qrr è l’energia termica recuperata [Wh].

143

Page 144: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.5.5 Rendimenti e perdite dei sottosistemi degli impianti di condizionamento Le prestazioni dei sottosistemi sono espresse in termini di rendimento e per ciascun sottosistema viene di seguito indicato come ottenere le corrispondenti perdite.

4.5.5.1 Perdite di emissione (QC,le)Si calcolano le perdite totali di emissione Ql,e, secondo la seguente relazione.

[Wh]

dove:QC,nd è il fabbisogno ideale dell’edificio [Wh];ηe è il rendimento di emissione, desumibile dai valori riportati nella seguente tabella:

Tipo di terminale Efficienza di emissione

Ventilconvettori idronici 0,95Terminali ad espansione diretta, unità interne con sistemi split 0,94

Armadi autonomi, fan-coil industriali posti in ambiente, travi fredde 0,94Bocchette in sistemi ad aria canalizzata, anemostati, diffusori lineari a soffitto 0,94

Pannelli isolati annegati a pavimento 0,98Pannelli isolati annegati a soffitto 0,97

Tabella 5.5-27 Rendimenti di emissione

4.5.5.2 Perdite di regolazione (Ql,rg)Si calcolano le perdite totali di regolazione Ql,rg secondo la seguente relazione.

[Wh]

dove:QC,nd è il fabbisogno ideale dell’involucro [Wh];Ql,e sono le perdite totali di emissione [Wh];ηrg è il rendimento di regolazione, desumibile dai valori riportati nella seguente tabella:

Sistema di regolazione Tipologia Efficienza di regolazione

Regolazione centralizzata On-Off 0,84Modulante 0,90

Regolazione a zonaOn-Off 0,93

Modulante (banda 2°C) 0,95Modulante (banda 1°C) 0,97

Regolazione singolo ambienteOn-Off 0,94

Modulante (banda 2°C) 0,96Modulante (banda 1°C) 0,98

Tabella 5.5-28 Rendimenti di regolazione

4.5.5.3 Perdite di distribuzione (Ql,d)La determinazione delle perdite di distribuzione Ql,d può essere effettuata:

tramite i valori tabulati riportati in seguito ed il metodo semplificato descritto in Appendice H;

144

Page 145: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

mediante metodi analitici descritti nella normativa tecnica;

Le perdite di distribuzione per le canalizzazioni sono fornite direttamente dalle procedure di calcolo indicate in Appendice H mentre, nel caso il fluido termovettore sia acqua (impianto idronico), possono essere calcolate con la formula seguente:

[Wh]

dove:QC,nd è il fabbisogno ideale dell’involucro [Wh];Ql,e sono le perdite totali di emissione [Wh];Ql,rg sono le perdite totali di regolazione [Wh];ηd è il rendimento di distribuzione dell’impianto desumibile dai valori riportati nella seguente tabella:

Sistema di distribuzione Altezza edificioEfficienza di distribuzione

     Distribuzione orizzontale fino a 3 piani 0,98  oltre 3 piani 0,99Distribuzione verticale con montanti in traccia 2 piani 0,95  3 piani 0,96  4 piani 0,97  oltre 4 piani 0,98

Tabella 5.5-29 Rendimenti di distribuzione

4.5.5.4 Perdite dei sistemi di accumuloL’impianto ad acqua refrigerata può essere dotato di un serbatoio di accumulo, che costituisce un sottoinsieme del sottosistema di distribuzione (tubazioni). In questo caso il calcolo delle perdite totali di distribuzione dovrà tener conto:

delle perdite di calore del serbatoio; delle perdite di calore del circuito di collegamento generatore – serbatoio.

L’Appendice F descrive la metodologia semplificata da applicare per il calcolo delle perdite di accumulo Ql,d,s. Qualora si ritenga tuttavia che questi sistemi forniscano delle prestazioni migliori rispetto a quelle calcolate in modo approssimato è possibile svolgere il calcolo in modo analitico.

4.5.5.5 Energia termica recuperata (Qrr)Nel seguente paragrafo si indicano le procedure per calcolare l’energia termica recuperata.

4.5.5.5.1 Guadagni energetici per “free-cooling”Il free-cooling può essere realizzato in modo diretto, sul circuito ad acqua oppure sul circuito refrigerante. Quando la temperatura o l’entalpia dell’aria esterna lo consentono, si possono escludere i compressori delle macchine frigorifere (generatori di calore) e raffrescare gli ambienti esterni spendendo l’energia utilizzata dai sistemi di distribuzione ed emissione ma non quella, più rilevante, dei generatori. Il calcolo va effettuato dettagliatamente su base mensile.

4.5.5.5.2 Guadagni energetici dovuti all’uso di recuperatori di caloreGli eventuali guadagni energetici realizzati attraverso l’utilizzo di recuperatori di calore o entalpici vanno calcolati secondo quanto riportato nella UNI EN ISO 13790:2008.

145

Page 146: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.5.6 Fabbisogno di energia per trattamento dell’ariaAi fini del calcolo del fabbisogno energetico dovuto al trattamento dell’aria Qv, con riferimento alla configurazione classica di un’unità a tre batterie con umidificazione di tipo adiabatico ed assumendo, per le condizioni dell’ambiente interno, una temperatura di progetto di 26 °C e 50% di umidità relativa nel funzionamento estivo, può essere utilizzata la seguente formula:

[Wh]

dove:k è il pedice corrispondente al mese considerato;Qv,m,h è il fabbisogno energetico estivo specifico orario medio dovuto ai trattamenti dell’aria per la condizione di funzionamento individuata [(kWh/h)/(kg/s)];q è la portata dell’aria (raffreddamento e deumidificazione) di ventilazione e deve essere coerente con quanto riportato nella UNI/TS 11300-1 [kg/s];hk è il numero di ore di accensione giornaliera nel mese k-esimo [h];Gk è il numero di giorni di accensione mensile [gg].

Il valore di q rappresenta la portata di massa corrispondente alla portata volumetrica, considerata nella determinazione del fabbisogno estivo secondo la UNI/TS 11300-1. I dati di temperatura esterna ed umidità relativa da utilizzare nella procedura di calcolo sono quelli medi mensili relativi alla località di Parma, riportati nella UNI 10349:1994, riassunti nella seguente tabella.

Mese Temperatura (°C) Umidità relativa (%)Gen 0,9 90Feb 3,5 85Mar 8,9 85Apr 13,7 65Mag 17,6 70Giu 22,2 60Lug 24,7 65Ago 24,0 70Set 20,2 65Ott 14,1 70Nov 8,0 80Dic 2,8 80

Tabella 5.5-30 Parma - Dati di temperatura dell’aria e umidità relativa esterna medi mensili

Il fabbisogno energetico orario medio Qv,m,h dovuto ai trattamenti dell’aria viene calcolato mediante le funzioni riportate nella seguente tabella per diverse possibili condizioni di funzionamento.

Ore diaccensione

(h)

Intervallo orario diaccensione

Fabbisogno orario medio (Qv,m,h)k

(kWh/h)/(kg/s)

24 0 ÷ 24 (Qv,m,h)k = 1,3615 Hk – 58,540

12 7 ÷ 18 (Qv,m,h)k = 1,5187 Hk – 63,438

10 8 ÷ 17 (Qv,m,h)k = 1,5338 Hk – 63,519

8 9 ÷ 16 (Qv,m,h)k = 1,5853 Hk – 65,492

6 10 ÷ 15 (Qv,m,h)k = 1,5807 Hk – 64,751Tabella 5.5-31 Formulazione semplificata dei fabbisogni estivi in funzione dell’entalpia specifica

dove Hk è l’entalpia specifica ricavabile tramite un diagramma psicrometrico, calcolata alle condizioni di temperatura e umidità relativa dell’aria esterna medie mensili [kJ/kg].I valori di Hk per la località di Parma sono riportati nella tabella seguente.

146

Page 147: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Mese gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dicHk (kJ/kg) 13,32 17,02 27,08 31,71 41,60 48,57 57,42 57,93 45,84 33,94 24,27 15,03

Tabella 5.5-32 Valori di entalpia specifica per la località di Parma

Ai fini del calcolo del fabbisogno energetico per climatizzazione estiva, si considerano solo i valori di Qv,m,h positivi.

4.5.7 Fabbisogno di energia elettrica per gli ausiliari degli impianti di climatizzazione (Qaux)Il fabbisogno di energia elettrica per ausiliari degli impianti di climatizzazione viene calcolato secondo la metodologia indicata dalla UNI EN ISO 13790:2008.

4.5.8 Rendimento di generazione (ηms)La valutazione dell’efficienza stagionale di una macchina frigorifera consiste nel calcolo del coefficiente di prestazione ηms medio stagionale definito come rapporto tra l’energia frigorifera fornita dalla macchina e l’energia necessaria per il suo funzionamento valutata nell’ambito del periodo considerato. Pertanto nel caso di macchine frigorifere azionate elettricamente si ha:

[Wh]

dove:ηms è il coefficiente di prestazione medio stagionale;QCr è il fabbisogno di energia termica effettiva per la climatizzazione estiva [Wh];Qv è il fabbisogno di energia termica per il trattamento dell’aria [Wh];Qel è il fabbisogno di energia elettrica per la climatizzazione estiva [Wh].

Per il calcolo del fabbisogno di energia elettrica per la climatizzazione estiva Qel occorre pertanto individuare il valore del coefficiente di prestazione medio stagionale ηms secondo quanto riportato di seguito. Nel caso il calcolo venga svolto ad intervalli mensili si considera il coefficiente di prestazione medio mensile ηmm ,definito in maniera analoga.

4.5.9 Coefficiente di prestazione stagionale SEERPer tener conto della variazione degli assorbimenti elettrici in funzione delle variazioni climatiche e/o delle condizioni al contorno e del grado di parzializzazione della macchina, viene valutato l’indice SEER (facendo riferimento alla prEN 14825). Tale indice ci fornisce una stima di prima approssimazione delle prestazioni delle macchina frigorifera, in condizioni standard, ma non viene utilizzato ai fini della procedura di calcolo dell’energia primaria. Le condizioni di riferimento sono quelle riportate nella tabelle 9 e 10 in cui sono classificate 4 tipologie di macchine. L’indice SEER viene valutato come media pesata dei valori dei singoli EER (Energy Efficiency Ratio) a diverse condizioni operative, essendo i pesi i relativi tempi di funzionamento definiti convenzionalmente, secondo quanto riportato nella tabella 10 in funzione della tipologia della macchina.

Tipologia Aria-aria Acqua-aria Aria-acqua Acqua-acqua

Prova Frazione di carico

Taria esterna bulbo secco (°C)

Taria interna bulbo secco / umido (°C)

Tacqua di

condens azione (°C)

Taria interna bulbo secco / umido (°C)

Taria esterna bulbo secco (°C)

T acqua refrigerata

(°C)

T acqua di condensazione

(°C)

T acqua refrigerata

(°C)

1 100% 35 27/19 30/35 27/19 35 12/7 30/35 12/72 75% 30 27/19 26/* 27/19 30 */7 26/* */73 50% 25 27/19 22/* 27/19 25 */7 22/* */74 25% 20 27/19 18/* 27/19 20 */7 18/* */7

*temperatura determinata dalla portata d’acqua a pieno carico

Tabella 5.5-33 Condizioni di riferimento per la determinazione dell’indice EER nelle diverse frazioni di carico delle macchine frigorifere

147

Page 148: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Prova Frazione di carico

TipologiaAria-aria Acqua-aria Aria-acqua Acqua-acqua

A 100% 4% 4% 3% 3%B 75% 26% 26% 33% 33%C 50% 40% 40% 41% 41%D 25% 30% 30% 23% 23%

Tabella 5.5-34 Tempi di funzionamento convenzionali per i carichi parziali delle macchine frigorifere

La tabella 10 fornisce le percentuali delle ore di funzionamento di riferimento di un gruppo frigorifero, le quali, con i valori delle efficienze EER ai carichi parziali fornite dalle case costruttrici, permettono il calcolo del SEER di riferimento, utile per il confronto energetico tra macchine diverse o per una prima valutazione approssimativa dei consumi di energia in mancanza di dati più dettagliati. Alternativamente si può effettuare un valutazione analitica delle percentuali di ripartizione delle ore di funzionamento, documentando il metodo utilizzato. In base alla tipologia di macchina considerata, l’indice SEER viene calcolato applicando la seguente formula:

dove:tA, tB, tC e tD sono le frazioni dei tempi di funzionamento convenzionalmente fissati per i diversi carichi della macchina frigorifera;EERA, EERB, EERC, EERD sono gli indici di rendimento misurati alle condizioni operative tA, tB, tC e tD; tali valori sono dati certificati risultanti da prove di riferimento e devono essere resi pubblici dall’ente di prova e/o forniti dal costruttore. Tali valori consentono:

il calcolo del SEER di riferimento, ottenuto con i tempi di funzionamento indicati nella tabella 9, oppure sulla base del calcolo analitico;

la costruzione di una curva di funzionamento della macchina a carico parziale al fine di ottenere valori di EER diversi da quelli di riferimento (100, 75, 50,25 %) da utilizzare per l’individuazione del coefficiente di prestazione medio stagionale ηms., o mensile ηmm, tramite interpolazione lineare.

Figura 2 Esempio di curva di funzionamento ai carichi parziali di una macchina frigorifera

Per considerare condizioni di funzionamento della macchina frigorifera diverse da quelle di riferimento, quali ad esempio una temperatura diversa da 27 °C dell’aria interna per le macchine aria-aria, un salto termico all’evaporatore delle macchine acqua-acqua diverso da 12-7 °C, o una diversa temperatura dell’aria esterna nel caso di macchine

148

Page 149: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

raffreddate ad aria, è possibile utilizzare una serie di prospetti, riportati nell’Appendice G, dove sono indicate le variazioni percentuali rispetto alle prestazioni nominali di riferimento η1, per le quattro macro-categorie di macchine frigorifere (Aria-Acqua, Acqua-Acqua, Aria-Aria, Acqua-Aria).Analogamente, devono essere presi in considerazione dei coefficienti correttivi dei dati di potenza resa ed assorbita dovuti alle perdite di carico delle tubazioni frigorifere (sistemi split), delle tubazioni dell’acqua (sistemi idronici), dei condotti dell’ aria (canalizzati), e infine dei coefficienti di adeguamento alle reali condizioni di funzionamento (η2, η3, η4, η5, η6, η7). Ogni singolo indice EER fornito dalla case costruttrici va quindi corretto con i coefficienti di variazione sopra citati. Per la determinazione dei coefficienti correttivi η2, η3, η4, η5, η6 ed η7 si vedano i prospetti riportati in Appendice H. Il calcolo dei coefficienti η1 va condotto mese per mese, come viene illustrato nell’esempio presente nell’Appendice I.

4.5.10 Calcolo del coefficiente medio di prestazione del sistema di produzione dell’energia frigorifera (ηms)

L’indice SEER, calcolato secondo quanto descritto nel paragrafo precedente, rappresenta un indice prestazionale della macchina frigorifera basato sull’assunzione che il fabbisogno per raffrescamento sia una funzione lineare della sola temperatura esterna nel caso di macchine raffreddate ad aria e della temperatura di condensazione nel caso di macchine raffreddate ad acqua, mentre, nella realtà, tale indice dipende in modo determinante anche dai carichi interni, dal carico latente, dal regime di funzionamento e dalla radiazione solare. Conseguentemente la stima dei coefficienti di peso (percentuale del tempo di funzionamento alla frazione di carico considerata) avviene con la stessa modalità per tutti i tipi di edifici e climi.

Nota la potenza nominale del gruppo frigorifero Φn, il coefficiente di prestazione medio stagionale ηms del sistema di produzione dell’energia frigorifera viene determinato applicando la seguente espressione:

dove:F è il fattore di carico dell’impianto;EER(F) è il rapporto di efficienza energetica ottenuto in corrispondenza del fattore di carico F, e ricavabile per interpolazione dalla curva di funzionamento ai carichi parziali, costruita sulla base dei dati forniti dai costruttori, come indicato in figura 2;η1(F) è il coefficiente ottenuto in corrispondenza del fattore di carico F ricavabile per doppia interpolazione dai Prospetti dell’Appendice G;η2, η3, η4, η5, η6, η7 sono i coefficienti di correzione per l’adeguamento alle reali condizioni di funzionamento, indicati nei Prospetti dell’Appendice H.

Nel caso di calcolo mensile si applica la medesima formula per determinare il coefficiente di prestazione medio ηmm. In questo caso il calcolo di η1(F) va ripetuto per tutti i mesi nei quali l’edificio è in regime di raffrescamento.

Il fattore di carico F si calcola come rapporto tra il fabbisogno energetico dell’edificio, già corretto con i rendimenti di emissione, distribuzione e regolazione, e la massima energia che la macchina può fornire in condizioni nominali, tramite la seguente formula:

dove:QCr è il fabbisogno effettivo di energia termica utile per raffrescamento [Wh];Qv è il fabbisogno effettivo di energia termica utile per trattamento dell’aria [Wh];t è il tempo di funzionamento totale dell’impianto, pari al prodotto del numero di ore di funzionamento giornaliere per il numero di giorni di funzionamento [h];Φn è la potenza nominale del gruppo frigorifero [W].

149

Page 150: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.5.11 Fabbisogno totale di energia primaria per climatizzazione estivaA partire dai valori calcolati in precedenza è possibile determinare, per ciascuno dei mesi della climatizzazione estiva o per l’intera stagione, il fabbisogno di energia primaria QC,P utilizzando la formula seguente:

Nel caso, infine,di centrali dotate di più di un gruppo frigorifero, il fattore di carico e l’efficienza media stagionale dovranno essere calcolati in funzione della logica di inserimento dei gruppi. Si rimanda all’Appendice I per l’esempio di calcolo.

150

Page 151: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.6 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria (ACS)

Il calcolo del fabbisogno di energia primaria, Qw,P [kWh], per ACS può essere effettuato mediante la procedura descritta della norma UNI/TS 11300-2 al paragrafo 5.2.

151

Page 152: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.7 Calcolo del fabbisogno di energia primaria per usi elettrici non funzionali alla climatizzazione

4.7.1 Illuminazione Il calcolo dell’energia spesa per l’illuminazione dovrà essere svolto tenendo conto del fabbisogno totale di energia elettrica per illuminazione artificiale Qtot,il con la seguente relazione.

[Whel]

dove:Pi,il è la potenza elettrica totale installata per unità di superficie, riferita alla superficie utile i-esima, in [W/m2];Ai è la i-esima superficie utile dell’edificio, in [m2];hi,il è il numero di ore stimate di funzionamento dell’illuminazione artificiale, calcolato attraverso un’apposita analisi illuminotecnica [h];G è il numero dei giorni del periodo di calcolo.

4.7.2 Altre apparecchiature elettricheIl fabbisogno energetico dovuto alle apparecchiature elettriche presenti all’interno dell’edificio può essere valutato secondo i criteri esposti nella UNI EN 15603:2008, in funzione della potenza effettiva dei componenti installati e delle ore di funzionamento.

152

Page 153: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.8 Stima del contributo di impianti solari fotovoltaiciIl contributo di energia elettrica producibile attraverso impianti fotovoltaici può essere stimato tramite la seguente procedura.

4.8.1 Radiazione solare incidentePer i dati climatici e per i dati di irradiazione solare si può fare riferimento alla norma UNI 10349. In particolare, si riportano di seguito i valori di irradiazione H sul piano orizzontale relativi alla località di Parma.

Mese Irradiazione solare [kWh/m2]gennaio 36,4febbraio 58,9marzo 110,1aprile 150,0

maggio 182,1giugno 203,3luglio 222,8agosto 184,7

settembre 138,5ottobre 84,7

novembre 42,6dicembre 31,3Totale 1445,5

Tabella 5.8-35 Parma - Irradiazione media mensile e totale annua

Per poter considerare l’irradiazione incidente su superfici diversamente inclinate ed orientate si rimanda ai valori tabulati nell’Appendice A.

4.8.2 Energia elettrica prodottaSi calcola l’energia elettrica fornita dall’impianto fotovoltaico mediante la seguente relazione*:

[Whel]

dove:H è la radiazione solare annua sul piano sul piano dei moduli [kWh/m2];P0 è la potenza di picco dell’impianto, definita a STC (Standard Test Conditions) [kW];Gref è la radiazione solare di riferimento, pari a 1 [kW/m2];RP è il coefficiente di prestazione dell’impianto, desumibile dalla seguente tabella.

Tipo di integrazione dei moduli Rp

Moduli non ventilati 0,7Moduli moderatamente ventilati 0,75Moduli molto ventilati ed inverter ad alta efficienza 0,8

Tabella 5.8-36 Valori del coefficiente di prestazione Rp

Si ricorda che, ai fini del calcolo del fabbisogno totale di energia primaria, la quantità energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico deve essere scomputata dal consumo di energia elettrica dell’edificio.* Procedura ricavata dalla norma prEN 15316-4-6

153

Page 154: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

154

Page 155: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.9 Stima del contributo di impianti solari termiciIl contributo fornito da impianti solari termici può essere stimato attraverso il metodo f-chart. Tale metodo consente la determinazione del fattore adimensionale f, che rappresenta la frazione di domanda di energia termica dell’utenza coperta con l’energia solare.Nel metodo f-chart, il fattore f viene stimato su base mensile, in funzione a due parametri adimensionali, X e Y, definiti dalle seguenti equazioni.

Dove:A è la superficie di captazione dei collettori [m2];FR è il fattore di rimozione del calore dai collettori;FR’ è il fattore di rimozione del calore dai collettori, corretto per la presenza dello scambiatore tra collettori ed accumulo; UL è il coefficiente complessivo di dispersione termica dei collettori [W/m2K]; tr è una temperatura di riferimento, fissata a 100 °C;ta è la temperatura media mensile dell’aria esterna nel sito considerato; i valori di riferimento sono riportati nella norma UNI 10349:1994 e riassunti nel paragrafo 5.6 del presente elaborato; è il numero di secondi del mese;L è il carico termico mensile dell’utenza collegata all’impianto [Wh]; il fabbisogno mensile di energia termica per la produzione di acqua calda sanitaria è calcolato secondo quanto specificato nel Capitolo 6 della presente procedura. A tale quota deve essere aggiunta l’energia che l’impianto solare deve eventualmente fornire al sistema di climatizzazione invernale. H è l’irradiazione media mensile incidente sull’unità di superficie dei collettori [kWh/m2], ottenuta secondo quanto riportato in Appendice A;N è il numero dei giorni del mese;()n è il valore effettivo del prodotto del coefficiente di trasmissione del vetro e del coefficiente di assorbimento della piastra;

è il valore medio del prodotto del coefficiente di trasmissione del vetro e del coefficiente di assorbimento della piastra.

Generalmente, i dati specifici dei parametri caratteristici dei collettori (FRUL, FR()n, ()n e ) sono desumibili dalle schede tecniche o dai certificati di prova forniti dai costruttori e tipicamente indicati con la seguente simbologia:

- FRUL = a1;- FR()n = h0;

-

Dove K50() è il fattore di modifica dell’angolo di incidenza.

In assenza di dati specifici, tali parametri caratteristici possono essere ricavati tramite la procedura descritta nel paragrafo 9.1, utilizzando la curva di efficienza del collettore fornita dal costruttore. In alternativa, nel caso di completa indisponibilità di dati tecnici, possono essere assunti come riferimento i valori riportati nella seguente tabella*:

* I valori riportati sono desunti dalla Norma prEN 15316-4-3.

155

Page 156: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella 5.9-37 Valori di riferimento dei parametri caratteristici

Inoltre, per le configurazioni impiantistiche più comuni, si può assumere il rapporto tra i fattori di rimozione del calore pari a:

Una volta determinati i valori di X ed Y, è possibile ricavare il valore di f, cioè della frazione di carico termico mensile coperto dall’energia solare, utilizzando la seguente espressione, che fornisce i medesimi risultati:

f = 1,029Y – 0,065X – 0,245Y2 + 0,0018X2 + 0,0215Y3

Nel caso in cui si ipotizzi che l’impianto produca esclusivamente acqua calda ad uso sanitario, il parametro adimensionale X deve essere modificato secondo la seguente relazione:

dove:Xc esprime il valore da usare al posto di X da usare nell’equazione;tw è la temperatura di utilizzo dell’acqua sanitaria [°C];tm è la temperatura di mandata dell’acqua dalla rete idrica [°C];

Una volta determinato il valore di f per ciascuna mese, è possibile stimare la quantità annua totale di energia termica utile fornita dall’impianto solare termico, Qw,sol, attraverso la seguente relazione:

[Wh]

Qualora il valore di fi risulti maggiore di 1, sarà posto fi=1.

Si riporta in Appendice B un esempio di calcolo eseguito utilizzando il metodo proposto.

4.9.1 Determinazione di FR(τα)n e FRULL’efficienza del collettore solare viene definita come il rapporto tra l’energia utile raccolta in un certo periodo di tempo dal collettore e trasferita al fluido termovettore che circola al suo interno e l’energia solare incidente nello stesso periodo. Si esprime tramite la:

in cui:tf,i è la temperatura d’ingresso del fluido nel collettore [°C];ta è la temperatura dell’aria esterna [°C];It, rappresenta l’irradianza sul piano del collettore durante la prova [W/m2].

Nel campo di temperature in cui normalmente operano i collettori, sia UL che FR possono essere considerati costanti, cosicché la funzione può essere, con buona approssimazione, linearizzata.Come illustrato nel grafico successivo, il valore di FR(τα)n è dato dall’intercetta sull’asse delle ordinate e quello di – FRUL è dato dalla pendenza della retta.

156

FR()n FRUL K50()Collettori non vetrati 0,6 20 1,00Collettori vetrati piani 0,6 6 0,94Collettori a tubi sottovuoto 0,6 3 0,97

Page 157: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Figura 3 Linearizzazione della curva di efficienza

Talvolta la retta di efficienza viene espressa in funzione di differenti gradienti termici rispetto all’esempio appena illustrato, e cioè di:

con , oppure

in cui:tf,m rappresenta la temperatura media del fluido nel collettore[°C];tf,u rappresenta la temperatura del fluido in uscita dal collettore[°C].

L’andamento di η viene allora rappresentato in grafici aventi come ascisse i rapporti (tf,m – ta)/It oppure (tf,u – ta)/It, come illustrato nella figura successiva.

Figura 4 Grafici della retta di efficienza in funzione di (tf,m – ta)/It e (tf,u – ta)/It

I valori di FR(τα)n e FRUL, possono, allora, essere determinati con il seguente procedimento.

a) Si calcolano dapprima il valore p della pendenza della retta ed il valore i dell’intercetta in questi grafici;

b) Si calcola un coefficiente k, che vale:

157

Page 158: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

per il grafico con ascissa (tf,m – ta)/It

per il grafico con ascissa (tf,u – ta)/It

in cui:G è la portata del fluido termovettore nel collettore [kg/m2 s];CP indica il calore specifico del fluido termovettore [J/kg °C];p è la pendenza della retta nel grafico.

c) Si determinano i parametri con le formule:

158

Page 159: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.10Stima del contributo di impianti di cogenerazioneIl contributo energetico legato alla presenza di impianti di cogenerazione, può essere calcolato secondo la seguente procedura.Si precisa che la produzione del sistema di cogenerazione è limitata dal fabbisogno massimo di energia termica dell’edificio considerato, e può essere ricavata tramite la seguente relazione:

[Wh]

dove:Qchp,gen,out è l’energia termica fornita dall’impianto di cogenerazione;QHW,dis,in è il fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria; QC,gen,in è il fabbisogno di energia termica effettiva per raffrescamento, precedentemente calcolato (QCr);XHW,dis,in,chp è la frazione del fabbisogno di energia termica per climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria coperta dal sistema di cogenerazione [%];XC,gen,in,chp è la frazione del fabbisogno di energia termica del sistema di climatizzazione estivo coperta dal sistema di cogenerazione [%].

Si determina poi il fabbisogno annuale di combustibile del sistema di cogenerazione, Echp,gen,in, secondo la seguente relazione.

[Wh]

Dove:hT,chp,an è l’efficienza termica annuale del cogeneratore [%];

Nota: l’energia elettrica prodotta dall’impianto è considerata come un bonus legato alla produzione di energia termica. Si considera dunque che il regime di funzionamento dell’impianto di cogenerazione sia imposto dal fabbisogno termico dell’edificio.L’efficienza termica del cogeneratore deve essere ricavata da dati forniti dal costruttore della macchina. In mancanza di informazioni dettagliate in merito, possono essere utilizzati i valori medi riportati nella seguente tabella.

Efficienza Motori a

combustione interna (gas)

Motori a combustione

interna (diesel)

Micro turbine

Motori stirling

Celle a combustibile

Efficienza termica % 45-60 50-60 52-66 61-95 35-70Efficienza elettrica % 21-38 30-40 13-32 15-25 25-50Efficienza totale % 73-95 78-95 70-90 83-105 75-95

Tabella 5.10-38 Valori medi di efficienza termica ed elettrica per diverse tipologie di impianti di cogenerazione

L’energia elettrica prodotta annualmente da sistema di cogenerazione può essere stimata attraverso la seguente relazione.

[Wh]

dove:Eel,chp,out è l’energia elettrica fornita dall’impianto di cogenerazione;hel,chp,an è l’efficienza elettrica annuale del cogeneratore [%]; tale valore deve essere ricavato da dati forniti dal costruttore della macchina. In mancanza di informazioni dettagliate in merito, possono essere utilizzati i valori medi riportati nella precedente tabella.

159

Page 160: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.11Stima del contributo di combustione di biomasseSi considera che il bilancio termico per sistemi a biomasse sia equivalente a quello dei generatori di calore alimentati a gas naturale o gasolio, secondo quando indicato nel paragrafo 6.6.5. della norma UNI/TS 11300-2.Il rendimento di generazione invece, deve essere determinato secondo le indicazioni tecniche fornite dal costruttore del generatore scelto.In mancanza di tali informazioni, il rendimento può essere calcolato secondo la seguente formula, in accordo con quanto stabilito dalla Norma UNI EN 303-5: Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale e automatica, con potenza termica nominale fino a 300 kW.

dove:hgen è il rendimento del generatore;Pn è la potenza massima al focolare [kW].

160

Page 161: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.12Allacciamento a reti di teleriscaldamento

La presenza di un allacciamento del sistema impiantistico a una rete di teleriscaldamento, escludendo i sistemi di riscaldamento di quartiere, trattati nella UNI/TS 11300-2, comporta la necessità di stimare i consumi di energia primaria secondo la procedura descritta in seguito. Nella figura seguente è illustrato un sistema di teleriscaldamento, del quale si considera, ai fini del calcolo riguardante l’edificio, il percorso dal punto d in poi, cioè relativamente alle parti coinvolte nello scambio con l’impianto di riscaldamento presente all’interno dell’edificio stesso.

Figura 5 Schema grafico di un impianto di teleriscaldamento

Definizioni: sistema di teleriscaldamento: sistema non di proprietà degli utenti costituito da una o più centrali di produzione

e da una rete di distribuzione di energia termica utile alla quale è allacciato l'edificio; rete di teleriscaldamento: rete non di proprietà delle utenze che distribuisce energia termica utile prodotta in

una o più centrali ad una molteplicità di utenze con accesso senza alcun criterio di discriminazione; punto di consegna dell’energia: si considera come punto di immissione l’ingresso al contatore di calore

installato sul primario della sottostazione di scambio termico; energia consegnata: è l’energia termica utile fornita durante un determinato periodo di tempo (mese, stagione

di riscaldamento, anno) all’utenza; energia primaria netta: somma dei consumi di tutti i vettori energetici moltiplicati per il rispettivo fattore di

conversione meno la somma di tutta l’energia termica esportata moltiplicata per i rispettivi fattori di conversione ad eccezione dell’energia termica utile fornita alla rete di teleriscaldamento;

energia primaria spesa dal sistema o dalla rete: energia primaria netta come definita dalla presente norma durante un determinato periodo di tempo;

fattore di conversione dell’energia consegnata: rapporto tra l’energia primaria netta e l’energia termica utile consegnata a tutte le utenze servite nello stesso periodo;

sottostazione di scambio termico: unità installata dal fornitore di energia o comunque conforme alle specifiche del fornitore della rete comprendente lo scambiatore di calore tra il circuito primario, costituito dalla rete di teleriscaldamento, e quello secondario, costituito dalla rete di distribuzione all’interno dell’edificio, il contatore di calore e tutti gli accessori richiesti;

potenza termica nominale della sottostazione: potenza termica utile al secondario definita dal fornitore della sottostazione con riferimento a condizioni nominali d’impiego.

Elementi principali della sottostazione di scambio, descritta in figura seguente:1. scambiatore di calore;2. contatore di calore;3. sistemi di regolazione e controllo;

161

Page 162: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4. dispositivi di protezione;

Figura 6 Schema grafico di una sottostazione di scambio

La presente procedura è volta ad evidenziare: le perdite termiche della sottostazione di scambio termico; il fabbisogno di energia termica che deve essere fornita dalla rete all’ingresso della sottostazione per soddisfare

il fabbisogno di energia in uscita dalla sottostazione; il fabbisogno di energia primaria della sottostazione;

4.12.1 Bilancio termico della sottostazioneL’energia termica fornita alla distribuzione dell’impianto di riscaldamento nel periodo di calcolo è data da:

[Wh]dove:Qss,out è l’energia termica in uscita dalla sottostazione fornita al sottosistema di distribuzione dell’impianto (secondario dello scambiatore) [Wh];Qss,in è l’energia termica in entrata alla sottostazione (primario dello scambiatore) [Wh];Qss,env è l’energia termica dispersa dalla sottostazione all’interno dell’ambiente dove essa è collocata [Wh].

Una quota delle perdite in ambiente è recuperabile. Quando le perdite sono recuperate l’energia termica utile fornita all’edificio è:

[Wh]

dove:Qss,rh è l’energia termica recuperata dalle perdite in ambiente [Wh];Q’

ss,out è l’energia termica in uscita dalla sottostazione tenendo conto delle perdite recuperate [Wh].

Nota:Qss,rh è la quantità di energia termica recuperata corrispondente ad una frazione dell’energia Qss,env ,dispersa in ambiente. Si raccomanda pertanto di considerarla ai fini del calcolo solo se essa effettivamente raggiunge gli ambienti da riscaldare, secondo le modalità stabilite per le perdite d’impianto recuperabili nella UNI/TS 11300-2.

162

Page 163: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.12.2 Fabbisogno di energia termica utile della rete di distribuzioneIl fabbisogno di energia termica utile della rete di distribuzione nel periodo di calcolo considerato (mensile) Qd,in si calcola secondo la UNI/TS 11300-2.

4.12.3 Perdite di potenza termica della sottostazione in ambienteQualora il fornitore della sottostazione fornisca il fattore di perdita della sottostazione Kss la potenza termica dispersa in ambiente dalla sottostazione si calcola come segue:

[W]

dove:Φss,env è la perdita di potenza termica della sottostazione [W];Kss è il fattore di perdita della sottostazione [W/K];θss,w,avg è la temperatura media del fluido nella sottostazione [°C];θa,ss è la temperatura dell’ambiente ove è installata la sottostazione [°C].

La quota di potenza termica recuperabile si calcola come segue:

[Wh]

dove:Φss,rh è la potenza termica recuperata [W];Kss,env è il fattore di recupero delle perdite;

Quando il fattore di perdita Kss non è disponibile la percentuale di potenza termica persa nelle condizioni di esercizio si calcola come segue:

[%]

dove:Pss,env è la percentuale di potenza termica persa nelle condizioni di esercizio [%];Φ’ss,env = C2 - C3 (log Φss-3) [%];C2 - C3 sono i coefficienti i cui valori vengono riportati nella tabella 16;θss,w,avg è la temperatura media del fluido nella sottostazione [°C];θa,ss è la temperatura dell’ambiente ove è installata la sottostazione [°C];Φss è la potenza nominale della sottostazione [W];θss,w,rif è la temperatura media di riferimento del fluido termovettore nella sottostazione [°C];θa,rif è la temperatura di riferimento del locale dove è installata la sottostazione [°C].

Le temperature medie nella sottostazione sono invece indicate nella tabella 17.

Coefficienti C2 C3

2,24  0,57 Temperatura media di riferimento θss,w,rif (°C) 85

Temperatura media di riferimento θa,rif (°C) 20

Tabella 5.12-39 Valori dei coefficienti e temperature di riferimento per il calcolo delle perdite di default

Ubicazione della sottostazione Kss,env θa,rif(°C) θa,ss(°C)

Sottostazione in centrale termica 0,7 20 15

163

Page 164: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Sottostazione all’esterno 1 20 media mensile aria est.

Tabella 5.12-40 Fattore di recupero delle perdite della sottostazione

Acqua calda a bassa temperatura (°C) 80Acqua calda ad alta temperatura (°C) 120Tabella 5.12-41 Temperature medie del fluido termovettore primario

la potenza dispersa in ambiente si deve calcolare pertanto con la seguente formula:

[W]

dove:Φss,env è la perdita di potenza termica della sottostazione [W];Pss,env è la percentuale di potenza termica persa nelle condizioni di esercizio [%];Φss è la potenza nominale della sottostazione [W].

4.12.4 Perdite di energia della sottostazione in ambienteLe perdite di energia in ambiente nel periodo di calcolo considerato sono date da:

[Wh]dove :Φss,env è la perdita di potenza termica della sottostazione [W].tss è il numero di ore di attivazione dell’impianto nel periodo considerato [h] Ai fini del calcolo delle perdite si considera la temperatura media del fluido termovettore costante durante tutto il tempo di attivazione dell’impianto.

4.12.5 Perdite di regolazione della sottostazioneVengono considerate trascurabili le perdite di regolazione della sottostazione.

4.12.6 Fabbisogno di energia degli ausiliari d’impiantoNon si considera fabbisogno di energia ausiliaria, poiché la circolazione sul primario dello scambiatore è assicurata dalla rete di teleriscaldamento e i relativi fabbisogni energetici devono essere considerati nel calcolo del fattore di conversione dell’energia termica fornita dalla rete. La circolazione sul secondario è realizzata con pompa primaria o pompa secondaria avente caratteristiche secondo quanto specificato dal fornitore della sottostazione. Il calcolo del fabbisogno di energia elettrica nel periodo di calcolo considerato si effettua come indicato nella UNI/TS 11300-2 attribuendo il fabbisogno al sottosistema di generazione nel caso di pompa primaria ed a quello di distribuzione nel caso di pompa secondaria, o di unica pompa di circolazione.

4.12.7 Fabbisogno di energia della rete di teleriscaldamento Il fabbisogno di energia richiesto nel periodo di calcolo alla rete di teleriscaldamento è:

[Wh]

dove:Qss,out è l’energia termica in uscita dalla sottostazione fornita al sottosistema didistribuzione dell’impianto (secondario dello scambiatore) [Wh];Qss,in è l’energia termica in entrata alla sottostazione (primario dello scambiatore) [Wh];Qss,env è l’energia termica dispersa dalla sottostazione in ambiente [Wh].

164

Page 165: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.12.8 Fabbisogno di energia primariaIl fabbisogno di energia primaria nel periodo di calcolo è:

[Wh]

dove:ftel è il fattore di conversione in energia primaria dato dal fornitore dell’energia termica;Qss,in è l’energia termica in entrata alla sottostazione (primario dello scambiatore) [Wh].

165

Page 166: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.13Consumo di energia primaria globale Una volta effettuati i passaggi previsti dalla procedura di calcolo sarà possibile determinare il fabbisogno totale di energia primaria dell’edificio, dato dalla somma del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale ed estiva, per la produzione di acqua calda sanitaria e per l’illuminazione, al netto dei contributi forniti dalle fonti energetiche rinnovabili L’energia primaria verrà quindi determinata a partire da quanto calcolato in precedenza, secondo le seguenti formule.

Per edifici residenziali della classe E1*, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme rispetto alla superficie netta riscaldata:

[kWh/m2]

[kWh/m2]

[kWh/m2]

dove:Ei è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale [kWh/m2];Eacs è l’indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria [kWh/m2];Ee è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva [kWh/m2] che, nel caso in cui non sia previsto un impianto di condizionamento, si pone pari a zero.;QH,P è il fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale [Wh];QH,P,ren è la quota parte del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh];QW,P è il fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria [Wh];QW,P,ren è la quota parte del fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh];QC,P è il fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva [Wh];QC,P,ren è la quota parte del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione estiva soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh];Stot è la superficie totale netta degli ambienti climatizzati [m2].Tramite questi valori è possibile ricavare Eptot, da calcolare mediante le formule seguenti:

[kWh/m2]dove:Eptot è l’indice di prestazione energetica complessivo netto dell’edificio [kWh/m2].

Per tutti gli altri tipi di edifici, gli indici vengono calcolati rispetto al volume netto climatizzato:

[kWh/m3]

[kWh/m3]

[kWh/m3]

[kWh/m3]

dove: E’i è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale [kWh/m3];E’acs è l’indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria[kWh/m3];E’e è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva [kWh/m3];Vtot è il volume totale netto degli ambienti climatizzati [m3];E’ill è l’indice di prestazione energetica per illuminazione [kWh/m3]; Qill,P è il fabbisogno di energia primaria per illuminazione [Wh];

* Linee guida per la certificazione energetica della Regione Emilia-Romagna

166

Page 167: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Qill,P,ren è la quota parte del fabbisogno di energia primaria per illuminazione soddisfatta tramite fonti rinnovabili [Wh].

Si ricava infine da questi, tramite la medesima formula:

[kWh/m3]dove:E’ptot è l’indice di prestazione energetica complessivo netto dell’edificio [kWh/m3].

4.13.1 Valore massimo ammissibile per il riscaldamento ambienti e produzione di acqua caldaI valori limite di consumo di energia primaria per il riscaldamento (Lrisc) e la produzione di acqua calda (Lacs) sono quelli indicati nell’atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici (Proposta della Giunta regionale in data 16 novembre 2007, n. 1730).

4.13.2 Valore massimo ammissibile per il condizionamento estivoNel caso di edifici dotati di impianto di climatizzazione estiva, si utilizzano come riferimento i seguenti valori limite (Lce) di consumo di energia primaria*:

- edifici residenziali: Lce = 25 kWh/m2, - edifici del terziario: Lce = 15 kWh/m3.

4.13.3 Valore massimo ammissibile per l’IlluminazioneLa potenza elettrica installata per illuminazione nell’edilizia del terziario dovrà rispettare dei valori limite, variabili in funzione della destinazione d’uso dell’edificio. Nella seguente tabella vengono quindi riportati i valori limite. Il consumo limite di energia primaria (Lill) verrà calcolato sulla base del numero di ore di accensione delle lampade in ciascun ambiente.

Dove:

Wi = potenza specifica (W/m2) nell’ambiente esimo secondo tabella 18ni = numero di ore giornaliere di accensione delle luci alla potenza Wi nell’ambiente iesimoNi = numero di giorni all’anno di accensione delle luci alla potenza Wi nell’ambiente iesimoSi = superficie dell’ambiente ieasimo

Le riduzioni di consumo ottenibili mediante sistemi di controllo del tipo sensori di presenza o dimmer vanno esplicitati mediante una specifica relazione tecnica che ne illustri le caratteristiche.

DestinazioniValori limite di

potenza specifica[W/m²]

ufficio individuale 11,5gruppo d'uffici 12,5ufficio collettivo 10,5sala riunioni 12,5sala sportelli 11,0negozio semplice 10,0vendita 15,5supermercato, negozio specializzato 16,5aula 11,5locale per esercitazioni 14,0sala conferenze 14,0

* I valori indicati rappresentano le quantità di energia primaria corrispondenti ai limiti di fabbisogno termico attualmente in vigore nella Regione Lombardia, applicati alle condizioni climatiche di Parma.

167

Page 168: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

camera d'ospedale 7,0camera d'albergo 8,5mensa 11,0ristorante 9,0cucina di ristorante 9,0area di circolazione (con luce diurna) 3,5area di circolazione (senza luce diurna) 3,5magazzino, locale tecnico 4,5magazzino (vendita) 6,0magazzino (spedizione) 7,5gabinetti, guardaroba 4,5officina / atelier (con luce diurna) 10,0officina / atelier (poca luce diurna) 10,0autorimessa (privata) 3,5autorimessa (pubblica) 3,5

Tabella 5.13-42 Valori limite e mirati di potenza elettrica installata per unità di superficie per illuminazione in funzione della destinazione d’uso (Fonte normativa: sia 380/4).

4.13.4 Valore massimo ammissibile totale

Il valore massimo ammissibile totale di consumo di energia primaria Ltot è dato da:

168

Page 169: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

4.14Stima delle emissioni di gas climalterantiAi fini del calcolo delle emissioni in atmosfera di gas climalteranti è necessario distinguere i diversi consumi energetici calcolati in base a categorie omogenee di fonti energetiche. Si dovranno sommare innanzitutto i consumi elettrici dovuti sia al funzionamento degli impianti in regime estivo ed invernale, che alla produzione di acqua calda sanitaria e all’illuminazione, scomputando la quota parte prodotta con impianti fotovoltaici o di cogenerazione. Gli altri fabbisogni, rapportati in termini di energia primaria, dovranno essere suddivisi in base alla tipologia di fonte fossile impiegata, scomputando, anche in questo caso, la quota parte soddisfatta tramite l’impiego di fonti rinnovabili, ad eccezione della biomassa, di cui viene fornito il fattore di emissione nella tabella 16. A seconda del tipo di vettore o fonte energetica utilizzata, viene quindi ricavata la corrispettiva emissione di gas climalteranti attraverso opportuni fattori di conversione. Per il calcolo si usi la seguente relazione:

[kgCO2eq]dove:Etot è la quantità di emissioni di gas climalteranti [kgCO2eq]Qi è la quantità di energia fornita tramite il vettore o fonte i-esima [kWh];fi,em è il fattore di conversione, corrispondente al vettore i-esimo, per il calcolo delle emissioni [kgCO2eq/kWh];

Per i fattori fi,em , relativi ai diversi vettori energetici si assumano i valori riportati nella tabella seguente*:

Tipologia di fonte utilizzata fi,em

Gas naturale 0,199GPL 0,225Gasolio e Nafta 0,264Olio combustibile 0,27Carbone 0,347Energia elettrica† 0,53Biomasse 0RSU 0,17

Tabella 5.14-43 Fattori di emissione per differenti vettori energetici** [kgCO2eq/kWh]

* Regione Lombardia, Decreto 15883 del 13/12/2007.† Fattore di emissione medio del mix elettrico nazionale tra il 2000 e il 2006 – fonte: Terna.

169

Page 170: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice A - Irradiazione solare

Si riportano di seguito i valori di irradiazione media mensile e totale, relativi alla città di Parma, per 5 diversi valori di inclinazione della superficie rispetto al piano orizzontale e 5 diversi orientamenti. Per situazioni diverse si può procedere per interpolazione lineare.

Orientamento Sud

Angolo di inclinazione rispetto all'orizzontale15° 30° 45° 60° 90°

Irradiazione (kWh/m2)Gennaio 46,7 54,6 59,5 61,3 54,8Febbraio 72,6 82,4 87,7 88,2 74,9Marzo 126,9 136,9 139,4 134,2 102,6Aprile 161,0 163,4 156,9 142,8 93,8Maggio 185,8 180,4 165,7 144,0 83,0Giugno 202,6 193,2 173,5 147,2 78,3Luglio 224,6 216,0 195,3 166,8 89,1Agosto 195,1 194,7 183,5 163,7 100,0Settembre 157,0 166,8 167,0 157,9 114,4Ottobre 103,3 116,2 122,7 122,3 101,2Novembre 54,3 63,2 68,7 70,4 62,3Dicembre 41,2 49,1 54,2 56,5 51,5Totale 1571,1 1616,8 1574,2 1455,3 1006,1

Tabella A.1 Irradiazione media mensile orientamento sud

Orientamento Est / Ovest

Angolo di inclinazione rispetto all'orizzontale15° 30° 45° 60° 90°

Irradiazione (kWh/m2)Gennaio 36,0 35,0 33,3 30,6 23,0Febbraio 58,6 57,0 54,1 50,0 37,8Marzo 108,1 103,4 96,6 87,6 63,6Aprile 147,3 140,3 130,3 117,1 84,0Maggio 179,0 170,5 157,3 140,6 100,2Giugno 199,1 188,6 173,1 153,7 107,9Luglio 218,4 207,8 191,6 171,0 121,5Agosto 180,7 171,2 157,9 141,2 100,1Settembre 137,4 133,1 125,6 115,2 85,8Ottobre 83,8 81,4 77,1 71,3 53,6Novembre 42,1 40,8 38,7 35,4 26,6Dicembre 31,1 30,4 29,1 26,9 20,5Totale 1421,6 1359,6 1264,8 1140,7 824,9

Tabella A.2 Irradiazione media mensile orientamento est/ovest

170

Page 171: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Orientamento Sud Est/Sud

Ovest

Angolo di inclinazione rispetto all'orizzontale15° 30° 45° 60° 90°

Irradiazione (kWh/m2)Gennaio 43,4 48,3 50,9 50,8 42,8Febbraio 68,5 74,6 77,0 75,5 61,2Marzo 121,2 126,9 126,0 119,5 90,0Aprile 157,4 157,9 151,3 138,5 96,6Maggio 184,2 179,2 167,1 148,5 97,9Giugno 202,5 193,9 178,1 155,7 98,7Luglio 223,7 216,1 200,0 176,2 112,9Agosto 191,1 189,4 179,5 162,2 109,7Settembre 152,0 158,5 156,7 148,1 110,2Ottobre 97,6 105,7 108,3 105,6 84,1Novembre 50,6 56,0 58,8 58,4 48,7Dicembre 38,1 43,1 45,9 46,3 39,9Totale 1530,4 1549,7 1499,5 1385,3 992,8

Tabella A.3 Irradiazione media mensile orientamento sud est/sud ovest

171

Page 172: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice B – Esempio di calcolo del contributo di impianti solari termici

Si riporta di seguito un esempio di applicazione della procedura f-chart illustrata nel Capitolo 8 del presente elaborato, relativamente ad un impianto solare termico collocato a Parma, avente la superficie dei collettori pari ad 1 m2.A tal fine, sono stati quindi assunti i seguenti valori di riferimento: A = 1 m2;Utilizzo dell’impianto: produzione di acqua calda sanitaria;Orientamento superficie: =0°;Inclinazione superficie: =30°;Tipologia collettori: piani;F'R/FR = 0,8;FR () = 0,8;FRUL = 6,0 W/m2K;tr = 100 °C;Fabbisogno giornaliero di energia termica=3198 Wh/giorno;N è il numero dei giorni del mese;tw = 40°C;tm = 15°C;

Nella seguente tabella si riassumono i principali parametri di riferimento ed i risultati ottenti, per ciascun mese analizzato.

  gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dicA (m2) 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1F'R/FR 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8

FR 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8

H (kWh/m2 gg) 1,80 3,01 4,51 5,57 5,96 6,59 7,13 6,43 5,68 3,83 2,15 1,75N(gg) 31 28 31 30 31 30 31 31 30 31 30 31FRUL 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6tr (°C) 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100ta (°C) 0,9 3,5 8,9 13,7 17,6 22,2 24,7 24 20,2 14,1 8 2,8(s) 2678400 2419200 2678400 2592000 2678400 2592000 2678400 2678400 2592000 2678400 2592000 2678400

L (Wh/mese) 99147 89552 99147 95948 99147 95948 99147 99147 95948 99147 95948 99147tw (°C) 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40tm (°C) 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15

X 3,570 3,476 3,281 3,108 2,968 2,802 2,712 2,737 2,874 3,094 3,314 3,501Xc 4,128 3,911 3,460 3,059 2,733 2,348 2,139 2,198 2,515 3,025 3,535 3,969Y 0,360 0,601 0,903 1,115 1,192 1,319 1,427 1,286 1,137 0,766 0,431 0,351f 0,102 0,308 0,542 0,690 0,751 0,838 0,901 0,830 0,733 0,474 0,192 0,102

Tabella B.1 Calcolo del fattore di carico f

172

Page 173: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice C - Valutazione dei dati meteorologici orari

Il calcolo della curva di frequenza cumulativa dei valori orari della temperatura esterna può avvenire a partire dai dati orari rilevati per la località di riferimento. Non essendo disponibili attualmente dati orari corrispondenti a un anno tipo, sono stati elaborati tramite analisi statistica con il software Meteonorm.

Grafico suddivisione per intervalli

Gli intervalli di riferimento corrispondono a intervalli di 1K. In fig. C1 viene riportato il grafico relativo alla frequenza dei dati orari annuali della temperatura per Parma.

Frequenza annuale

0

50

100

150

200

250

300

350

400

-9 -7 -5 -3 -1 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura C.1 Frequenza annuale della temperatura dell’aria esterna

Valutazione della frequenza cumulativa annuale

La frequenza cumulativa annuale della temperatura esterna è ottenuta sommando progressivamente il numero di ore corrispondenti a ogni intervallo di 1 K, tramite la formula:

[h]

dove:Nho,k è il numero di ore cumulate fino all’intervallo k (1 < k < Nbins) [h];Nho,j è il numero di ore dell’intervallo j [h];j è il numero dell’intervallo considerato; Nbins è il numero di intervalli (bin) totale.

In fig. C2 viene riportato il grafico relativo alla frequenza cumulata dei dati orari annuali di temperatura per Parma.

173

Page 174: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Frequenza cumulata annuale

010002000300040005000600070008000900010000

-9 -7 -5 -3 -1 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura C.2 Frequenza cumulata annuale della temperatura dell’aria esterna Valutazione della frequenza cumulativa mensile

La frequenza cumulativa mensile della temperatura esterna è ottenuta sommando progressivamente il numero di ore corrispondenti a ogni intervallo di 1 K, tramite la formula:

[h]

dove:Nho,i è il numero di ore cumulate fino all’intervallo i (1 < i < Nbins)[h];Nho,l è il numero di ore dell’intervallo l [h];l è il numero dell’intervallo considerato; Nbins è il numero di intervalli (bin) totale.

Calcolo dei gradi ora

I gradi-ora vengono calcolati come prodotto della differenza di temperatura di progetto interna e quella dell’aria esterna, tramite la seguente formula:

[°Ch]

DHH,j sono i gradi-ora dell’intervallo j [°Ch];Nj è il numero di ore dell’intervallo j [°C];θi,des è la temperatura di progetto dell’aria interna [°C];θe,j è la temperatura dell’aria esterna [°C].

Calcolo dei gradi ora cumulativi

I gradi-ora cumulativi per un determinato intervallo k, corrispondenti alla somma dei gradi-ora per ogni intervallo fino alla temperatura k, si calcolano con la seguente formula:

[°Ch]

174

Page 175: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

dove:DHH,θk sono i gradi-ora cumulati fino alla temperatura θk corrispondente all’intervallo k (1 < k < Nbins) [h];DHH,θj sono i gradi-ora dell’intervallo j [°Ch];j è il numero dell’intervallo considerato; Nbins è il numero di intervalli (bin) totale.

Sulla base del calcolo dei gradi-ora cumulativi i fattori di peso descritti al paragrafo 4 possono essere determinati, valutando in questo modo il funzionamento della pompa di calore in condizioni operative.

175

Page 176: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice D - Diagrammi dati climatici orari Parma

Stagione di riscaldamento dal 15 Ottobre al 15 Aprile

Si riporta la suddivisione in intervalli di temperatura di 1K dei dati climatici orari, corrispondenti al periodo di riscaldamento 15 Ottobre-15Aprile, relativi all’anno tipo per la città Parma. Questo intervallo di tempo viene definito nella UNI/TS 11300-1, al paragrafo 10.1.1, per la valutazione di progetto standard. Vengono inoltre riportate le curve di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna, necessaria per l’applicazione del metodo bin e le valutazioni adattate all’utenza. La fase successiva è rappresentata dall’elaborazione dei dati con calcolo della frequenza cumulata stagionale a partire dagli intervalli corrispondenti alle varie temperature.

Curva di di frequenza cumulata stagionale

0

878,4

1756,8

2635,2

3513,6

4392

-8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718192021222324

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.1 Curva di frequenza cumulata stagionale della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3 4 5Temperatura in condizioni operative

medie (°C) -0,1 2,7 5,5 9 12,4

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 17534 15190 12685 9667 4110kH,j 0,30 0,26 0,21 0,16 0,07

Tabella D.1 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

176

Page 177: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Gennaio

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

-9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.2 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) -1,3 0,9 3,3

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 5243 4651 3943kH,j 0,38 0,34 0,28

Tabella D.2 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

Febbraio

Curva di frequenza cumulata mensile

0

224

448

672

-6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.3 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) 1,1 3,1 6,1

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 4347 3789 2951kH,j 0,39 0,34 0,27

Tabella D.3 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

177

Page 178: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Marzo

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.4 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) 4,5 8,4 12,1

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 3891 2929 1280kH,j 0,48 0,36 0,16

Tabella D.4 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

Aprile (intervallo dal 1° al 15° giorno)

Curva di frequenza cumulata mensile

0

120

240

360

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.5 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) 8,9 12,1 -

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 1369 987 -kH,j 0,58 0,42 -

Tabella D.5 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

178

Page 179: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Aprile

Curva di frequenza cumulata mensile

0

240

480

720

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.6 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Maggio

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.7 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

179

Page 180: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Giugno

Curva di frequenza cumulata mensile

0

240

480

720

13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.8 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Luglio

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.9 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

180

Page 181: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Agosto

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.10 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Settembre

Curva di frequenza cumulata mensile

0

240

480

720

12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.11 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

181

Page 182: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Ottobre

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.12 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Ottobre (intervallo dal 15° al 31° giorno)

Curva di frequenza cumulata mensile

0

136

272

408

3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.13 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) 10,2 13,1 14,7

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 1438 950 116kH,j 0,57 0,38 0,05

Tabella D.6 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

182

Page 183: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Novembre

Curva di frequenza cumulata mensile

0

240

480

720

-2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.14 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) 5,3 8,0 11

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 3667 2877 2097kH,j 0,42 0,33 0,24

Tabella D.7 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

Dicembre

Curva di frequenza cumulata mensile

0

248

496

744

-7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Temperatura dell'aria (C°)

Ore

(h)

Figura D.15 Curva di frequenza cumulata mensile della temperatura dell’aria esterna

Numero bin 1 2 3Temperatura in condizioni operative medie (°C) -0,1 2,7 5,5

Gradi-ora cumulativi (°Ch) 4999 4334 3385kH,j 0,39 0,34 0,27

Tabella D.8 Metodo bin-Temperature di riferimento, gradi-ora e coefficienti di peso

183

Page 184: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice E - Metodo semplificato per il calcolo delle perdite di distribuzione

E.1) Perdite di distribuzione nelle tubazioniPer calcolare le perdite di distribuzione nelle tubazioni si applica la metodologia descritta nella UNI 10347:1993.

E.2) Perdite di distribuzione nelle canalizzazioniPer calcolare l’energia dispersa nel periodo estivo da canali di distribuzione dell’aria posti in ambienti non climatizzati o all’esterno vengono utilizzati i prospetti di seguito riportati.

Tali tabelle si basano sulle seguenti ipotesi:

1. l’isolamento del canale ha spessore e tipologia costanti per tutte le tabelle;2. le perdite sono funzione della superficie dell’edificio e per metro di lunghezza di canale;3. le perdite per canali posti all’esterno sono funzione delle temperature dell’aria e dell’irraggiamento solare, 4. nel caso di funzionamento per 24 ore al giorno ci sono periodi in cui la temperatura dell’aria esterna è inferiore

a quella del canale, per cui si è assunto che in questi casi il flusso di calore cambi di segno andando parzialmente a compensare le perdite durante il periodo di temperatura maggiore;

5. la temperatura dell’aria di mandata di progetto, successivamente corretta nei calcoli in funzione del fattore di carico, viene considerata costante in tutti i casi;

6. le dimensioni dei canali sono state stimate assumendo una velocità media nei condotti e un rapporto di ventilazione nel locale definito;

7. la forma del canale si è ipotizzata circolare ai fini del calcolo della trasmittanza.

L’isolamento del canale è previsto in lana minerale da 2,5 cm. Al fine di determinare una dimensione del canale che fosse in funzione solo della superficie dell’edificio climatizzato, si è assunta per canali principali una velocità media e per il volume climatizzato un determinato rapporto di ventilazione. Le assunzioni di calcolo comuni sono riportate nella tabella E.1.

Tabella E.1 Assunzioni di calcolo per la tabelle E.3,E.4,E.5,E.6,E.7,E.8

Qualora vi siano dati discordanti con quanto assunto nella tabella E.1, il metodo semplificato non è applicabile e si deve procedere ad un calcolo analitico delle perdite di distribuzione.

Ai fini della presente procedura, si ricorda che la località di Parma appartiene alla zona climatica E, con un numero di gradi giorno pari a 2502.Nelle tabelle seguenti sono riportati i valori di potenza termica dispersa dai canali, nel loro passaggio attraverso ambienti non climatizzati, in funzione della temperatura media dell’aria di questi locali (temperatura esterna al canale), delle caratteristiche dei canali stessi e dei locali da servire:

184

Page 185: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella E.2 Emissioni verso locale interno non climatizzato-Altezza del locale:3m

Tabella E.4 Emissioni verso locale interno non climatizzato-Altezza del locale:6m

Le perdite mensili di energia in Wh si ottengono moltiplicando la potenza frigorifera persa ΦD per il numero di ore di funzionamento dell’impianto e la lunghezza del canale. Ipotizziamo che il canale passi attraverso un locale non climatizzato con temperatura interna media, nell’intervallo di tempo di funzionamento e nel mese rispetto al quale stiamo svolgendo il calcolo, pari a 26°C, che porti l’aria ad un ambiente di 400 m2 con altezza pari a 6m, che la lunghezza del canale, all’interno dell’ambiente non-climatizzato, sia pari a 10 m e infine che l’impianto abbia un funzionamento giornaliero di 12h. Avremo che l’energia dispersa mensilmente in ambiente è pari a:

[Wh]Nella tabella seguente sono riportati i valori di dispersione termica verso l’ambiente esterno dei canali protetti dal sole e di quelli esposti al sole. Poiché si ritiene per quest’ultimi che solo metà della superficie del canale sia esposta all’irraggiamento solare, la temperatura esterna assunta per i canali esposti è la media tra la temperatura dell’aria e la temperatura sole-aria, considerando valori medi del periodo considerato. Si riassumono nella seguente tabella i valori relativi ai 4 casi considerati:

- caso 1: canali protetti dal sole, altezza del locale 3m, funzionamento 24h per 2160h annue;- caso 2: canali esposti al sole, altezza del locale 3m, funzionamento 24h per 2160h annue;- caso 3: canali protetti dal sole, altezza del locale 3m, funzionamento 10h (dalle ore 8.00 alle 18.00) per 900h

annue;- caso 4: canali esposti al sole, altezza del locale 3m, funzionamento 10h (dalle ore 8.00 alle 18.00) per 900h

annue.

185

Page 186: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

 

Zona climatica ECaso 1 Caso 2 Caso 3 Caso 4Temperatura media aria esterna al canale

[°C]21,5 24 25 25

Area climatizzata

Volume climatizzato

Portata aria

Diametro medio canali

Trasmittanza lineare canale

Energia frigorifera persa dalla rete

Aq [m2] Vq [m3] qa [m3/h] d [m] ψ [W/m2K] qD

[kWh/m]qD

[kWh/m]qD

[kWh/m]qD

[kWh/m]

100 300 1200 0,376 1,8 0 8,6 5,2 14,1150 450 1800 0,461 2,18 0 10,3 6,3 17200 600 2400 0,532 2,49 0 11,9 7,2 19,5300 900 3600 0,651 3,03 0 14,4 8,7 23,7400 1200 4800 0,752 3,47 0 16,5 10 27,2500 1500 6000 0,841 3,87 0 18,4 11,1 30,3600 1800 7200 0,921 4,23 0 20,1 12,2 33,1700 2100 8400 0,995 4,56 0 21,6 13,1 35,7800 2400 9600 1,064 4,86 0 23,1 14 38,1900 2700 10800 0,128 5,15 0 24,5 14,8 40,3

1000 3000 12000 1,189 5,42 0 25,8 15,6 42,41200 3600 14400 1,303 5,92 0 28,2 17,1 46,41400 4200 16800 1,407 6,39 0 30,4 18,4 50

Tabella E.5 Energia frigorifera persa dalla rete

Le perdite complessive di energia in Wh si ottengono in questo caso moltiplicando l’energia frigorifera persa qD per la lunghezza del canale e moltiplicando per 1000, essendo stati calcolati i valori tabulati per condizioni fissate a priori, cioè funzionamento 24h al giorno per 2160h annue. Ipotizziamo che si debba fornire l’aria a un locale di 400 m2 e di altezza pari a 3m nella zona climatica E (nella quale si colloca Parma), avremo che l’energia dispersa verso l’ambiente esterno, nel caso si adottino canali non protetti dal sole della lunghezza di 10m, è pari a:

[Wh]

186

Page 187: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice F - Metodo semplificato per il calcolo delle perdite di accumulo

Le perdite di accumulo Ql,d,s si calcolano in base all’entità e alle caratteristiche della superficie disperdente dell’accumulatore e alla differenza tra la temperatura media della superficie e la temperatura media dell’ambiente nel quale l’accumulatore è installato.

[Wh]

dove:Ql,d,s sono le perdite del sistema di accumulo [Wh];Ss è la superficie esterna dell'accumulo [m²];ds è lo spessore dello strato coibente [m];λs è la conduttività dello strato coibente [W/(mK)];ts è la durata del periodo considerato di accumulo [h];θs è la temperatura media nell'accumulo [°C];θin è la temperatura ambiente del locale di installazione dell'accumulo [°C].

In mancanza dei dati sopra elencati, le perdite di accumulo possono essere calcolate con la seguente formula:

[Wh]

dove:f’l,d,s è la potenza termica dispersa in ambiente [W].

Tabella F.1 Valori di f’l,d,s in funzione del volume dell’accumulo

Le perdite del circuito di collegamento serbatoio – generatore di calore si considerano trascurabili quando la distanza tra serbatoio e generatore è non maggiore di 5 m e le tubazioni di collegamento sono isolate. Qualora la distanza tra serbatoio e generatore sia maggiore di 5 m, le perdite del circuito di collegamento serbatoio – generatore di calore vanno calcolate secondo quanto descritto nell’ Appendice E. Non sono ammesse tubazioni non isolate.

187

Page 188: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Appendice G - Tabelle per il calcolo di η1 per macchine con funzionamento in condizioni diverse da quelle nominali

I dati certificati degli EER nelle varie condizioni di carico, descritte al paragrafo 5.9, devono essere resi pubblici dall’ente di prova e/o dal costruttore. Ad essi corrisponderà il valore "1" del coefficiente correttivo contrassegnato in rosso nei prospetti di seguito riportati. I valori di η1 ricavati tramite i coefficienti dei prospetti sono da ritenersi di riferimento. Nel caso tuttavia siano resi disponibili dal costruttore, in funzione del tipo di macchina, valori certificati migliori, essi potranno essere usati dal progettista del sistema edificio/impianto per il calcolo dei consumi energetici. Partendo dai coefficienti relativi ai rapporti di kW t/kWe, cioè dai valori di EER a pieno carico ed a carico parziale (nelle frazioni 25-50-75%) il progettista può determinare il fattore η1 in funzione dei dati climatici medi mensili forniti per il territorio di Parma. Nel caso di applicazioni caratterizzate da condizioni di funzionamento esterne ai limiti delle tabelle che seguono, il costruttore dovrà fornire al progettista i dati necessari ai fini del calcolo.

Tabella G.1 ARIA-ACQUA 100%, Potenza 100% - Temperatura a bulbo secco dell’aria esterna >> Temperatura dell’acqua refrigerata in uscita °C. Variazione percentuale rispetto alle prestazioni nominali riportate nella norma prEN14825rev fatte uguali a 1,00.

188

Page 189: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.2 Coefficiente variazione EER- Funzionamento 100%

Tabella G.3 ARIA-ACQUA 75%

Tabella G.4 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 75%

189

Page 190: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.5 ARIA-ACQUA - 50 %

Tabella G.6 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 50%

190

Page 191: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.7 ARIA-ACQUA - 25%

Tabella G.8 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 25%

Tabella G.9 Acqua-Acqua 100% - Potenza 100% - Temperatura di ingresso dell’acqua al condensatore >> Temperatura dell’acqua refrigerata in uscita °C. Variazione percentuale rispetto alle prestazioni nominali riportate nella norma prEN14825rev fatte uguali a 1.00.

Tabella G.10 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 100%

191

Page 192: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.11 ACQUA-ACQUA 75%

Tabella G.12 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 75%

192

Page 193: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.13 ACQUA-ACQUA 50%

Tabella G.14 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 50%

Tabella G.15 ACQUA-ACQUA 25%

193

Page 194: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.16 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 25%

Tabella G.17 ARIA-ARIA - 100% - Potenza 100% - Temperatura a bulbo secco dell’aria esterna °C >>Temperatura dell’aria a bulbo umido dell’ambiente interno .Variazione percentuale rispetto alle prestazioni nominali riportate nella norma prEN14825rev, fatte uguali a 1.00.

Tabella G.18 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 100%

Tabella G.19 ARIA-ARIA - 75 %

194

Page 195: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.20 ARIA-ARIA - 75 %

Tabella G.21 ARIA-ARIA - 50%

Tabella G.22 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 50%

195

Page 196: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.23 ARIA-ARIA - 25%

Tabella G.24 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 25%

Tabella G.25 ACQUA-ARIA - 100%. Potenza 100% - Temperatura di ingresso dell’acqua al condensatore °C >>Temperatura dell’aria a bulbo umido dell’ambiente interno.Variazione percentuale rispetto alle prestazioni nominali riportate nella norma prEN14825rev fatte uguali a 1.00.

196

Page 197: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.26 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 100%

Tabella G.27 ACQUA-ARIA - 75%

Tabella G.28 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 75%

197

Page 198: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.29 ACQUA-ARIA - 50%

Tabella G.30 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 50%

Tabella G.31 ACQUA-ARIA - 25%

198

Page 199: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

Tabella G.32 Coefficiente variazione EER - Funzionamento 25%

199

Page 200: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Appendice H - Coefficienti di correzione per l’adeguamento alle reali condizioni di funzionamento

Il coefficiente η1 si riferisce alle condizioni di funzionamento di evaporatore e condensatore diverse dalle condizioni nominali; il suo valore si ricava dai Prospetti dei coefficienti correttivi riportati nell’Appendice G del presente documento per temperature dell’aria esterna, interna, e/o dell’acqua diverse da quelle di riferimento.

Nota: l’uso di batterie con alette pre-rivestite con film anticorrosione comporta un degrado delle prestazioni trascurabile e pertanto non viene preso in considerazione come fattore di correzione.

I coefficienti η2, η3, η4, η5, η6 ed η7 sono riportati di seguito in funzione della tipologia di macchina.

Nota: è possibile interpolare i coefficienti riportati nei seguenti prospetti. Non è possibile estrapolare i coefficienti riportati nei prospetti.

H.1) Macchine ad espansione diretta “aria-aria”Si tratta ad esempio di unità monoblocco installate a finestra o attraverso la parete, sistemi split trasferibili, sistemi split fissi, armadi monoblocco, roof-top.

H.1.1) Per tutte le unitàIl fattore di correzione η2 in funzione della velocità del ventilatore dell’unità interna (e quindi della portata d’aria, che influenza la temperatura/pressione di evaporazione) sono riportati nella tabella H.1

Tabella H.1 Fattori di correzione η2 in funzione della velocità del ventilatore unità interna

H.1.2) Sistemi split con compressore a velocità fissaI fattori di correzione η3 in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di aspirazione per il collegamento fra unità interna ed unità esterna sono riportati nella tabella H.2.

Tabella H.2 Fattori di correzione η3 in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di aspirazione per il collegamento fra unità interna ed unità esterna

H.1.3) Unità o sistemi con sezione interna canalizzataOltre ai coefficienti correttivi dei prospetti sopra riportati occorre tener conto anche della variazione della portata d’aria, rispetto a quella nominale, dovuta alle perdite di carico dei canali dell’unità interna. Nella tabella H.3 sono riportati i fattori di correzione η4 per la portata dei canali.

Tabella H.3 Fattori di correzione η3 in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di aspirazione per il collegamento fra unità interna ed unità esterna

H.1.4) Unità o sistemi con sezione esterna canalizzata o insonorizzataOltre ai coefficienti correttivi dei prospetti sopra riportati occorre tener conto anche della variazione della portata d’aria, rispetto a quella nominale, dovuta alle perdite di carico dei canali dell’unità esterna o ai setti insonorizzanti. Nella tabella H.4 sono riportati i fattori di correzione η5 per la variazione di portata d’aria.

Tabella H.4 Fattori di correzione η5 per la variazione di portata d’aria

In caso di uso di setti insonorizzanti il coefficiente η5 è pari a 0,93.

200

Page 201: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

H.2) Macchina ad espansione diretta “acqua-aria” (raffreddate ad acqua) con compressore a velocità fissa

H.2.1) Per tutte le unitàI fattori di correzione η2 in funzione della velocità del ventilatore dell’unità interna sono riportati nella tabella H.5.

Tabella H.5 Fattori di correzione η2 in funzione della velocità del ventilatore dell’unità interna

H.2.2) Sistemi split con compressore a velocità fissaI fattori di correzione η3 in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di aspirazione per il collegamento fra unità interna ed unità esterna sono riportati nella tabella H.6.

Tabella H.6 Fattori di correzione η3 in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di aspirazione per il collegamento fra unità interna ed unità esterna

H.2.3) Unità o sistemi con sezione interna canalizzataOltre ai coefficienti correttivi dei prospetti sopra riportati occorre tener conto anche della variazione della portata d’aria, rispetto a quella nominale, dovuta alle perdite di carico dei canali dell’unità interna. La tabella H.7 riporta i fattori di correzione η4 per la portata dei canali.

Tabella H.7 Fattori di correzione η4 per la portata dei canali

H.2.4) Unità con acqua a portata fissaSe non si usa il controllo (pressostatico o termostatico) della temperatura/pressione di condensazione, ma il flusso d’acqua è costante (per esempio: uso di acqua di torre), si devono applicare, rispettivamente, il coefficiente correttivo per la portata d’acqua diversa da quella di riferimento η5 (tabella H.8) ed il coefficiente correttivo per variazione del fattore di sporcamento η6 (tabella H.9).

Tabella H.8 Fattori di correzione η5 in funzione della portata d’acqua diversa da quella di riferimento

Note.- Temperatura di riferimento acqua in entrata condensatore = 30 °C, in uscita = 35 °C.- Temperatura aria in ingresso evaporatore: 27 °C bulbo secco / 19 °C bulbo umido.- Salto di temperatura alla portata nominale d’acqua: Δθ = 5 °C- Salto di temperatura alla frazione di portata del 65%: Δθ = 7,7 °C- Salto di temperatura alla frazione di portata del 130% : Δθ = 3,85 °C

Tabella H.9 Fattori di correzione η6 in funzione del fattore di sporcamento

Nota: fattore di sporcamento: il riferimento è 0,04403 (m2K)/kW. Una sua variazione, dipendente dalla qualità dell’acqua fa variare inversamente il coefficiente di scambio e quindi la temperatura di condensazione.

H.2.5) Utilizzo di miscela incongelabile sul condensatore

201

Page 202: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

L’utilizzo di tali miscele (ad esempio glicole etilenico) peggiora il coefficiente di scambio e quindi la temperatura di condensazione. Nella tabella H.10 sono riportati i valori del coefficiente correttivo η7 da utilizzare in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua.

Tabella H.10 Fattori di correzione η7 in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua

H.2.6) Unità con valvola pressostatica/termostaticaQuesto tipo di macchine adotta in genere una valvola (pressostatica o termostatica) per ridurre il consumo di acqua, pertanto viene assunto come valore di riferimento della temperatura dell’acqua quello in uscita dal condensatore. Poiché questo valore è abbastanza vicino a quello della temperatura di condensazione, la variazione di portata (e conseguentemente di Δθ), ed il fattore di sporcamento, hanno un’influenza trascurabile. In questo caso si prende in considerazione solo il valore di taratura della temperatura dell’a acqua in uscita dal condensatore”, e si possono trascurare gli altri fattori correttivi legati al condensatore η5 , η6, η7, da assumersi quindi pari a 1.

H.3) Sistemi idronici “aria-acqua” (gruppi di refrigerazione acqua raffreddati ad aria)

H.3.1) Per tutte le unitàNelle tabelleH.11 eH.12 sono riportati rispettivamente il coefficiente correttivo η2 per il Δθ dell’acqua all’evaporatore diverso da quello di riferimento ed il coefficiente correttivo η3 per tener conto del fattore di sporcamento.

Tabella H.11 Fattori di correzione η2 in funzione del Δθ dell’acqua all’evaporatore diverso da quello di riferimento (variazione portata acqua)

Nota: la differenza di temperatura di riferimento fra acqua in ingresso e uscita all’evaporatore è di 5 °C. Una eventuale variazione di portata acqua rispetto a quella nominale comporta uno scostamento del Δθ, e di conseguenza una variazione della temperatura/pressione di evaporazione.

Tabella H.12 Fattori di correzione η3 in funzione del fattore di sporcamento

Nota: fattore di sporcamento: il riferimento è 0,04403 (m2K)/kW. Una sua variazione, dipendente dalla qualità dell’acqua, fa variare inversamente il coefficiente di scambio e quindi la temperatura di evaporazione.

H.3.2) Utilizzo di miscela incongelabile sull’evaporatoreNella tabella G.13 sono riportati i valori del coefficiente correttivo η4 in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua.

Tabella H.13 Fattori di correzione η4 in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua

H.3.3) Unità o sistemi con sezione esterna canalizzata o insonorizzataOltre ai coefficienti correttivi dei prospetti sopra riportati occorre tener conto anche della variazione della portata d’aria, rispetto a quella nominale, dovuta alle perdite di carico dei canali dell’unità esterna o ai setti insonorizzanti. Nella tabella G.14 sono indicati i valori del coefficiente di correzione η5 per la variazione di portata d’aria.

Tabella H.14 Fattori di conversione η5 per la variazione di portata d’aria

In caso di uso di setti insonorizzanti si ponga η5 pari a 0,93.

H.3.4) Sistemi split (condensatore remoto)

202

Page 203: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Nella tabella H.15 sono indicati i fattori di correzione η6 della capacità di raffreddamento in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di mandata per il collegamento fra unità interna ed unità esterna.

Tabella H.15 Fattori di correzione η6 della capacità di raffreddamento in funzione della lunghezza equivalente della tubazione di mandata per il collegamento fra unità interna ed unità esterna

H.4) Sistemi idronici “acqua-acqua” (gruppi di refrigerazione acqua raffreddati ad acqua)

H.4.1) Per tutte le unitàNelle tabelle H.16 e H.17 sono indicati, rispettivamente, il coefficiente correttivo η2 da utilizzare per il Δθ acqua all’evaporatore diverso da quello di riferimento ed il coefficiente η3 per la variazione del fattore di sporcamento.

Tabella H.16 Fattori di correzione η2 in funzione del Δθ dell’acqua all’evaporatore diverso da quello di riferimento(variazione portata acqua)

Nota: la differenza di temperatura di riferimento fra acqua in ingresso e uscita all’evaporatore è di 5 °C. Una eventuale variazione di portata acqua rispetto a quella nominale comporta uno scostamento del Δθ, e di conseguenza una variazione della temperatura/pressione di evaporazione.

Tabella H.17 Fattori di correzione η3 per la variazione del fattore di sporcamento

Nota: fattore di sporcamento: quello di riferimento è 0,04403 (m2K)/kW. Una sua variazione, dipendente dalla qualità dell’acqua, fa variare inversamente il coefficiente di scambio e quindi la temperatura di evaporazione.

H.4.2) Utilizzo di miscela incongelabile sull’evaporatoreNella tabella H.18 sono riportati i valori del coefficiente correttivo η4 da utilizzare in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua.

Tabella H.18 Fattori di correzione η4 in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua

H.4.3) Unità con acqua di condensazione a portata fissaIn questo caso la differenza di temperatura di riferimento fra acqua in ingresso ed in uscita al condensatore è di 5 °C. Una eventuale variazione di portata acqua rispetto a quella nominale comporta uno scostamento del Δθ, e di conseguenza una variazione della temperatura/pressione di condensazione di cui bisogna tener conto attraverso il coefficiente correttivo η5 (tabella H.19).

Tabella H.19 Fattori di correzione η5 per Δθ (portata acqua) diversi da quelli di riferimento

Nella tabella H.20 sono riportati i valori del coefficiente correttivo per la variazione del fattore di sporcamento.

Tabella H.20 Fattori di correzione η6 per variazione del fattore di sporcamento per unità con acqua di condensazione a portata fissa

Nota:Fattore di sporcamento: quello di riferimento è 0,04403 (m2K)/kW. Una sua variazione, dipendente dalla qualità dell’acqua fa variare inversamente il coefficiente di scambio e quindi la temperatura di condensazione.

203

Page 204: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

H.4.4) Utilizzo di miscela incongelabile sul condensatoreNella tabella H.21 sono indicati i valori del coefficiente correttivo η7 in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua.

Tabella H.21 Fattori di correzione η4 in funzione della percentuale di glicole aggiunto all’acqua

H.4.5) Unità con valvola pressostatica/termostaticaQuesto tipo di macchine adotta una valvola (pressostatica o termostatica) per ridurre il consumo di acqua, pertanto viene assunto come valore di riferimento della temperatura dell’acqua quello in uscita dal condensatore. Poiché tale valore di temperatura dell’acqua è abbastanza vicino a quello della temperatura di condensazione, la variazione di portata e quindi di Δθ, ma anche del fattore di sporcamento, ha un’influenza trascurabile. In questo caso si prende in considerazione solo il valore di taratura della temperatura dell’acqua in uscita dal condensatore, e si possono trascurare gli altri fattori correttivi legati al condensatore η5 , η6, η7, che vanno posti pari a 1.

204

Page 205: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Appendice I - Esempio di calcolo dell’energia primaria per la climatizzazione estiva

Viene in seguito illustrato un esempio di applicazione delle metodologia di calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva illustrata nel capitolo 5.Si ipotizza una macchina frigorifera con condensatore ad aria della potenza nominale di 11,99 kW frigoriferi, nelle condizioni di riferimento di 35°C di temperatura dell’aria esterna. Si valutano i valori di EER e di η1 per un funzionamento reale nel mese di giugno a Parma, assumendo come riferimento un salto termico all’evaporatore da 12 a 7 °C. I dati che devono essere forniti dal costruttore della macchina sono indicati nel tabella I.1 e nella figura I.1.

Fattore di carico (F) θa cond (°C) EERi

EERA 100% 35 2,35EERB 75% 30 2,68EERC 50% 25 2,94EERD 25% 20 2,83

Tabella I.1 Dati forniti dal costruttore della macchina frigorifera

Figura I.1 Diagramma dei coefficienti di prestazione a carico parziale, dati forniti dal costruttore della macchina frigorifera

A partire dai valori tabulati è possibile sviluppare i calcoli per individuare il fattore di carico F della macchina nel mese considerato. Il calcolo si riferisce ad un periodo di funzionamento della macchina di 12 ore giornaliere per i 30 giorni del mese di giugno e a un fabbisogno complessivo per raffrescamento e trattamento dell’aria (QCr+Qν) pari a 2400 kWh. I passaggi di calcolo sono riportati di seguito:

θm è la temperatura media mensile dell’aria esterna (°C) che per la città di Parma e vale 22,2 °C nel mese di giugno.Qmax è la massima energia che la macchina può fornire in condizioni nominali e si ottiene dalla potenza nominale della macchina moltiplicandola per il numero di ore giornaliere di funzionamento e per i giorni del mese:

[kWh]

F è il fattore di carico che si ottiene come rapporto tra il fabbisogno energetico dell’edificio, già corretto con i rendimenti di emissione, distribuzione e regolazione, e la massima energia che la macchina può fornire in condizioni nominali:

L’ EER mensile si determina in seguito per interpolazione lineare tra i valori della tabella L.1 e figura L.1.

205

Page 206: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Per un fattore di carico del 56%, è possibile ricavare la tabella I.2 dei coefficienti η1 ottenuti per interpolazione tra le tabelle relative ai fattori di carico 75% e 50% della macchina aria-acqua riportate in Appendice G. A titolo di esempio si riporta il calcolo delle due celle evidenziate in verde:

dalle tabelle G.4 e G.6 si ricavano, rispettivamente, per la temperatura dell’aria esterna a bulbo secco di 20°C e la temperatura dell’acqua in uscita di 7°C alle frazioni di carico del 75% e 50%, i valori 1,302 e 1,115, quindi interpolando per il fattore di carico 56% si ottiene:

dalle tabelle G.4 e G.6 si ricavano, rispettivamente, per la temperatura dell’aria esterna a bulbo secco di 25°C e la temperatura dell’acqua in uscita di 7°C alle frazioni di carico del 75% e 50%, i valori 1,167 e 1,000, quindi interpolando per il fattore di carico 56% si ottiene:

Tabella I.2 Coefficienti moltiplicativi dell’EER con parzializzazione al 56%

Interpolando ulteriormente tra i valori relativi alle temperature medie (acqua in uscita 7 °C e temperatura a bulbo secco dell’aria esterna pari a 22,2 °C) viene individuato il valore η1 per il periodo considerato:

Ipotizzando, per semplicità, un impianto con:

Si ottiene per il mese considerato, in questo caso giugno:

Con tale valore è possibile quindi calcolare il fabbisogno di energia elettrica per climatizzazione Qel per il mese considerato. Nel mese di giugno, si ha quindi che:

[kWh]

Poichè per semplicità viene considerato in questo esempio che Qaux sia pari a 0, moltiplicando il valore ottenuto per il fattore di rendimento del parco di generazione nazionale, pari a 2,17 kWhprim/kWhel

*, si determina il fabbisogno

*Valore fornito nella delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas del 28/03/2008.

206

Page 207: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

complessivo di energia primaria QC,p per la climatizzazione estiva del mese di giugno. La formula da utilizzare in questo caso è la seguente:

[kWh]

207

Page 208: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Appendice L - Esempio di calcolo mensile approssimato del COP Vengono in seguito illustrati due esempi di applicazione della metodologia di calcolo approssimata per la determinazione dei COP mensili dei sistemi a pompa di calore. Il metodo scelto è quello dei coefficienti di correzione exergetica, in accordo con la norma prEN 15316-4-2. Tale metodo risulta essere valido qualora i dati assunti per il calcolo corrispondano a condizioni di funzionamento vicine a quelle reali.Il primo esempio riguarda un impianto a pompa di calore acqua/acqua con scambiatori verticali a terreno. Si assume che la temperatura media del liquido di ritorno dagli scambiatori nel terreno sia 9°C. Viene fornito il COP della macchina, relativo alla condizione di test con sorgente a 10°C e pozzo caldo a 45 °C, pari a 3,2.

Dobbiamo calcolare in primo luogo l’effettiva temperatura del pozzo caldo, rappresentato dall’acqua entrante nel circuito di riscaldamento in condizioni operative medie, con la relazione seguente:

[°C]

Considerando che la temperatura esterna dell’aria è variabile e che dobbiamo calcolare tanti COP quanti sono gli intervalli di suddivisione della curva di frequenza cumulata di tale temperatura (metodo bin), è necessario riferirsi ai coefficienti riportati nell’Appendice D. In questo primo esempio viene svolto il calcolo per il mese di dicembre, nel quale l’impianto di riscaldamento opera mediamente nella prima suddivisione (bin 1) con una temperatura dell’aria esterna di -0,1°C, nella seconda suddivisione (bin 2) di 2,7°C, infine nella terza suddivisione (bin 3) di 5,5°C. I coefficienti di peso, per la ripartizione del fabbisogno mensile nei rispettivi bin, sono 0,39 (bin 1), 0,34 (bin 2), 0,27 (bin 3), riportati anch’essi nell’Appendice D.

Ipotizziamo sia presente un impianto radiante a bassa temperatura, cioè tale per cui θH,gen,f,des = 40°C, θH,dis,r,des = 30°C θe,des = -5°C e n = 1. In questo modo otteniamo, per i tre bin considerati, tre temperature di riferimento per il pozzo caldo in condizioni operative medie:

[°C]

[°C]

[°C]

Abbiamo così le temperature del pozzo caldo e della sorgente fredda cui dovremmo riferirci per eseguire il calcolo del fattore correttivo ft: tale fattore è utilizzabile, trattandosi di un metodo approssimato, anche qualora si conosca il valore del COP della macchina in una sola condizione di riferimento. L’ipotesi che sta alla base di questo metodo, tuttavia, è che il rapporto tra il COP ideale della macchina (COP di Carnot) ed il COP reale si mantenga costante durante tutto l’arco di funzionamento, cioè che la qualità termodinamica dei processi rimanga inalterata. Questa assunzione è valida solo qualora si sia vicini alle condizioni di test reali e l’accuratezza dei risultati si riduce quanto più ci si allontana da queste. Per questo motivo risulta opportuno assumere delle condizioni di riferimento quanto più possibile prossime a quelle di calcolo. Il fattore ft si calcola con la seguente formula, valida per le pompe di calore aria-acqua e acqua-acqua:

Tramite i dati presenti ricaviamo i tre coefficienti correttivi:

208

Page 209: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Sulla base di questi ricaviamo i COP corretti con la seguente formula:

I valori ricavati saranno pertanto:

Questi valori dovranno essere utilizzati per ricavare l’energia elettrica richiesta dalla pompa di calore, come illustrato nella conclusione del capitolo 4. Il COP medio mensile considerando i fattori di peso dei vari bin risulta essere:

Il secondo esempio riguarda una pompa di calore aria-acqua ed il suo funzionamento nel mese di novembre. L’impianto di riscaldamento opera mediamente nella prima suddivisione (bin 1) con una temperatura dell’aria esterna di 5,3°C, nella seconda suddivisione (bin 2) di 8,0°C, infine nella terza suddivisione (bin 3) di 11°C. I coefficienti di peso per la ripartizione del fabbisogno mensile nei rispettivi bin sono in questo caso 0,42 (bin 1), 0,33 (bin 2), 0,24 (bin 3). Le tre temperature di riferimento per il pozzo caldo sono così calcolate:

[°C]

[°C]

[°C]

La pompa di calore presente in questo caso un COP di 3,5 nella condizione di 7°C di temperatura dell’aria esterna e 35°C di temperatura della acqua in uscita dal condensatore, possiamo quindi ricavare i coefficienti in modo analogo a quanto visto in precedenza, inserendo però la temperatura dell’aria esterna come sorgente fredda:

I tre COP saranno in questo caso:

209

Page 210: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Questi valori dovranno essere utilizzati per ricavare l’energia elettrica richiesta dalla pompa di calore, come illustrato in precedenza. Il COP medio mensile, considerando i fattori di peso dei vari bin, risulta essere in questo caso:

210

Page 211: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

5 PARTE SESTA: Impianti fotovoltaici

5.1 Realizzazione di impianti fotovoltaici sul territorio comunale.

L’individuazione delle aree in cui è possibile insediare impianti di produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili (FER) attraverso il fotovoltaico non integrato, è di competenza del Piano energetico Comunale (PEC) compatibilmente con le disposizioni di tutela evidenziate dagli strumenti di gestione del territorio (PSC POC RUE).

In attesa della revisione del PEC, l’individuazione delle delle aree compatibili all’insediamento di grandi impianti di produzione di energia da FER è individuata e disciplinata dal RUE.

Per gli interventi pubblici inerenti la realizzazione di piattaforme solari e parchi fotovoltaici, l’amministrazione comunale deve predisporre le seguenti fasi:

- “nell’ambito delle attività di elaborazione e aggiornamento dei propri strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica deve individuare le zone idonee a realizzare gli impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili attivando, anche con modalità concorsuali, le proposte di intervento più idonee a sopperire all’impossibilità tecnica di corrispondere alle disposizioni stabilite dall’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna (di cui ai punti 18, 19, 20). Al concorso possono prendere parte i proprietari degli immobili nonché gli operatori interessati a partecipare alla realizzazione degli interventi. Alla conclusione delle procedure concorsuali il Comune stipula ai sensi dell’art.18 della L.R n. 20/00, un accordo con gli aventi titolo alla realizzazione degli interventi”;- “L'eventuale impossibilità tecnica di rispettare le disposizioni impartite dall’atto di indirizzo 156/2008 della Regione Emilia Romagna, va sopperita con l'adozione di impianti di micro-cogenerazione, con l'acquisizione di quote equivalenti in potenza di impianti a fonti rinnovabili siti nel territorio del comune dove è ubicato l'immobile ovvero con il collegamento ad impianti di cogenerazione ad alto rendimento o reti di teleriscaldamento comunali. Tali modalità applicative delle disposizioni di cui ai punti precedenti sono definite con gli strumenti di pianificazione urbanistica comunali. Il Comune può attivare un concorso pubblico per valutare le proposte di intervento più idonee a soddisfare gli obiettivi di valorizzazione delle fonti rinnovabili sopperendo all’impossibilità tecnica di corrispondere alle disposizioni di cui ai punti precedenti. Al concorso possono prendere parte i proprietari degli immobili nonché gli operatori interessati a partecipare alla realizzazione degli interventi. Alla conclusione delle procedure concorsuali il Comune stipula ai sensi dell’art.18 della L.R n. 20/2000, un accordo con gli aventi titolo alla redazione degli interventi”.- “Allo scopo di promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia e di incentivare la costruzione di impianti fotovoltaici, ai sensi degli articoli 6 e 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, e delle relative disposizioni di attuazione, i comuni possono destinare aree appartenenti al proprio patrimonio disponibile alla realizzazione degli impianti per l’erogazione in «conto energia» e dei servizi di «scambio sul posto» dell’energia elettrica prodotta, da cedere a privati cittadini che intendono accedere agli incentivi in «conto energia» e sottoscrivere contratti di scambio energetico con il gestore della rete”.

Per gli interventi privati, inerenti la realizzazione di sistemi di produzione di energia da FER, attraverso impianti fotovoltaici, inferiori a 200KWp, fermo restando l’acquisizione dei necessari pareri ambientali, è da privilegiarsi il posizionamento sulle coperture degli edifici produttivi, artigianali ed agricoli esistenti.

211

Page 212: Capitolo II : Manutenzione delle facciate  · Web viewPer tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3 del decreto del

TITOLO 4 Capo 2 Sezione 2 REGOLAMENTO ENERGETICO

Per le proposte di posizionamento a terra in aree a destinazione urbanistica agricola, in caso di impossibilità di realizzazione sulle coperture, i progetti proposti dovranno rispettare le seguenti caratteristiche di progetto:a) la destinazione colturale, per quanto possibile dal sistema di produzione dell’energia, dovrà essere mantenuta, b) il progetto dovrà prevedere la possibilità della realizzazione di cortine boscate con essenze autoctone (elenco CNR con capacità biocompensative), tutto intorno all’area dell’intervento, tale da determinare un mascheramento reale dell’impianto realizzato;c) ricorso a criteri di progettualità volti ad ottenere il minor consumo di territorio possibile;

212


Recommended